"Banditi a Orgosolo", Di Franco Cagnetta
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BIBLIOTHECA SARDA N. 84 Franco Cagnetta BANDITI A ORGOSOLO prefazione di Luigi Maria Lombardi Satriani In copertina: Costantino Nivola, Senza titolo, 1966 INDICE 7 Prefazione PARTE TERZA 19 Nota bio-bibliografica 233 Capitolo I Dati sulla criminalità in 25 Avvertenze redazionali Orgosolo 242 Capitolo II BANDITI A ORGOSOLO Dichiarazioni sull’ope- Riedizione dell’opera: rato della polizia in Or- Banditi a Orgosolo, Firenze, Guaraldi Editore, 1975. 31 Premessa gosolo (1954) PARTE PRIMA 275 Capitolo III Alcune osservazioni ge- 41 Capitolo I nerali sui rapporti tra Sta- Orgosolo antica to, banditi e pastori in Cagnetta, Franco Banditi a Orgosolo / Franco Cagnetta ; Orgosolo prefazione di Luigi Maria Lombardi Satriani. 70 Capitolo II - Nuoro : Ilisso, c2002. 285 p. ; 18 cm. - (Bibliotheca sarda ; 84) Etnologia d’Orgosolo 281 Nota di Alberto Moravia I Lombardi Satriani, Luigi Maria apparsa come prefazio- 1. Orgosolo - Condizioni economiche e sociali 364.9459233 PARTE SECONDA ne all’edizione francese Scheda catalografica: 117 Capitolo I Cooperativa per i Servizi Bibliotecari, Nuoro Orgosolo e lo Stato 149 Capitolo II I briganti “del 1899” © Copyright 2002 184 Capitolo III by ILISSO EDIZIONI - Nuoro La “disamistade” di Orgo- ISBN 88-87825-46-7 solo UNO SGUARDO “ARISTOCRATICO” Anni Cinquanta. Una società, quella italiana, fortemente segnata da tensioni sociali e dominata da una forza politica che, nel Quarantotto, aveva ottenuto la maggioranza dei consensi grazie anche a una crociata anticomunista che divi- deva il mondo della luce da quello delle tenebre, il mondo dei valori da quello delle turpitudini, il mondo del bene da quello del male. Rigida dicotomia, dunque, senza margini, senza possibi- lità concrete di dialogo. Eppure, anni di fermenti ideali, di tensioni conoscitive, di vivacità intellettuali, di realizzazioni artistiche, letterarie, cine- matografiche, di produzioni scientifiche, di grandi aperture. Appena qualche titolo, con valore esemplificativo di una temperie culturale che, per quanto ampiamente nota, va an- cora indagata nell’ampiezza delle sue articolazioni e puntuali acquisizioni. Nel 1945 appare Cristo si è fermato a Eboli, che, come è noto, rappresentò uno shock per la cultura italiana. La realtà del Sud – così carica di storia e così drammaticamente marca- ta da condizioni socio-economiche radicalmente incompatibili con un livello dignitoso di vita – irrompeva di fatto sulla sce- na, costringendo tutti a prenderne atto. Le inchieste demarti- niane, i panorami e le spedizioni dell’etnologo napoletano innovano decisamente l’ottica con la quale era stata prevalen- temente studiata la cultura contadina.1 Sul piano letterario e sociologico appaiono opere di grande rilevanza volte a presentare, ovviamente con diversità di accen- ti, tratti di una cultura degli oppressi sulla quale avevano forte- mente pesato interdizioni, censure, stravolgimenti in chiave 1. Non a caso Panorami e spedizioni etnologici è il titolo che l’etnologo napoletano dà alle trasmissioni radiofoniche da lui curate nel ’54-’55 relati- ve ai suoi viaggi in Lucania; vedi E. de Martino, Panorami e spedizioni, a cura di L. M. Lombardi Satriani e L. Bindi, Torino, Bollati Boringhieri, 2002. 7 Prefazione idilliaca. Si ricordino di Albino Pierro, Il paese sincero (1946); di “La disamistade di Orgosolo”; e su Nuovi Argomenti, che Cesare Pavese, La casa in collina (1948) e, successivamente, pubblicherà poi l’inchiesta, “La Barbagia e due biografie di La luna e i falò (1950); ancora di Carlo Levi, L’orologio (1950) barbaricini; Vita di Samuele Stochino, brigante di Sardegna, e, successivamente, Le parole sono pietre. Tre giornate in Sicilia raccontata da sua sorella Genesia; Vita di Costantino Zunnui, (1955); di Francesco Jovine, Le terre del Sacramento (1950); di pastore di Fonni, scritta da lui medesimo”. Beppe Fenoglio, La Malora (1954); di Ignazio Buttitta, Lu pani L’“Inchiesta su Orgosolo” ha acquisito da tempo il valore di si chiama pani (1954); di Ignazio Silone, Fontamara (1933), “classico”, sia per i risultati da essa acquisiti, che per il valore di- Una manciata di more (1952) e, successivamente, Vino e pane rompente che ebbe per gli studi antropologici italiani. Cagnetta (1955); di Rocco Scotellaro, È fatto giorno (1954) e, sempre stesso, nell’introduzione alla prima edizione italiana in volume nello stesso anno, Contadini del Sud (1954) e, successivamen- pubblicata nel 1975 in una collana da me diretta per Guaraldi, te, L’uva puttanella (1955); di Vasco Pratolini, Metello (1955); fornisce alcuni dati relativi alla “fortuna” della sua opera, al cla- infine, per concludere questi richiami, necessariamente esem- more da essa suscitata, allo “scandalo” che essa costituì. plificativi rispetto alla quantità delle opere pubblicate in questi La vicenda giudiziaria dell’inchiesta è opportunamente anni, di Italo Calvino, I giovani del Po (1958). ricordata dallo stesso autore nella premessa al volume appe- Per quanto riguarda la produzione cinematografica, sia suf- na citato e nella “Nota bio-bibliografica” che accompagna la ficiente ricordare, di Luchino Visconti, La terra trema (1948); di presente edizione. Giuseppe De Santis, Riso amaro (1949) e, successivamente, Indubbiamente, tale vicenda, a prescindere dal suo esito Non c’è pace tra gli ulivi (1950); di Pietro Germi, In nome del- positivo, influì decisamente sull’allontanamento dalla ricerca la legge (1949) e, successivamente, Il cammino della speranza antropologica “sul campo” e dall’Italia di Franco Cagnetta. (1950). Certo, lo studioso tenne corsi di Antropologia Culturale nelle Anche il documentarismo etnografico annovera opere di gran- Università francesi e seminari nell’ambito dell’insegnamento de rilievo. È appena il caso di ricordare, anche qui a mero ti- di Storia delle tradizioni popolari, nella Facoltà di Lettere e tolo esemplificativo, i celebri documentari di Luigi Di Gianni, Filosofia della Sapienza, tenuto negli anni Settanta da Diego Lino Dal Fra, Vittorio De Seta, Michele Gandin e di numerosi Carpitella, e la cattedra di Antropologia Culturale presso l’Ac- altri che presentano, con rigore, aspetti della società italiana cademia di Belle Arti di Roma dal 1975 al 1997, ma la frattura lontani da quelli cari all’iconografia ufficiale. Né può essere ta- tra lo studioso e la ricerca empirica di fatto non sarà mai sa- ciuto l’apporto dato da fotografi quali Federico Patellani, Fran- nata, anche se, rientrato in Italia, Cagnetta farà inchieste sulle co Pinna, Ando Gilardi, André Martin, Mario Carbone, Caloge- borgate romane e soffermerà la propria attenzione sulle pro- ro Cascio. stitute di una di queste, il Mandrione. È questo lo scenario – qui tratteggiato per linee generalis- Lo studioso, con grande onestà intellettuale, afferma: sime – nel quale una rivista diretta da uno dei più noti narra- «L’“Inchiesta su Orgosolo”, che esce per la prima volta in edi- tori italiani, Alberto Moravia, dedica, nel 1954, un suo numero zione italiana ha fatto finora il suo cammino solo all’estero: le monografico a un’inchiesta su Orgosolo; ne è autore Franco ragioni di questa “bizzarria editoriale” sono per un verso oc- Cagnetta, uno studioso ventottenne, laureatosi a ventuno anni casionali, per l’altro profondamente personali. Occasionali in filosofia nell’Università di Messina, dove quattro anni dopo quelle che mi hanno portato dagli anni ’50 ad oggi a vivere diviene incaricato dell’insegnamento di Filosofia della Storia. negli Stati Uniti e in Francia; profondamente personali quelle L’interesse di Cagnetta per la realtà sarda si era già con- dettate dalla mia volontà: non desideravo già allora – con cretata in alcuni scritti pubblicati l’anno precedente su Società: l’affermarsi della società dei consumi e delle conseguenti 8 9 Prefazione operazioni di “recupero” sempre meno ho desiderato – che Ma ancora una volta, come ho già avuto l’occasione di il mio studio potesse essere letto in chiave scandalistica as- notare in altra sede,2 vengono a formarsi nuove composizioni sumendo un carattere di merce, assai lontano dai miei inten- politiche e vengono elaborate nuove mediazioni culturali; la dimenti. Questo studio, infatti, voleva essere e vuole essere tensione sociale, i conflitti di classe e le spinte centrifughe soprattutto – e direi quasi polemicamente “per aristocrazia” vengono sfumate, almeno nel disegno delle classi dominan- – un contributo doveroso di uomo e di antropologo, di stu- ti, da provvedimenti legislativi blandamente riformisti, dal fa- dioso di “tradizioni popolari”». vorire il flusso migratorio, da una prima attuazione dell’ordi- Ma perché lo “scandalo” suscitato dall’apparizione del- namento regionale, da sistematiche repressioni poliziesche l’inchiesta? che portano spesso a veri e propri eccidi contadini, attuati a Come ho già ricordato all’inizio, siamo negli anni Cin- volte attraverso il braccio degli stessi banditi (si pensi alla quanta; la società italiana è in fase di espansione capitalisti- strage di Portella delle Ginestre). ca, la ricchezza che viene prodotta (ma a vantaggio di chi?) Il Sud viene, così, occultato nella drammaticità della sua tende ad occultare le zone di sottosviluppo, il cui manteni- condizione e nella radicalità del suo bisogno, spesso esplicito, mento è funzionale allo stesso sviluppo capitalistico e che di un ribaltamento rivoluzionario e può divenire, nell’immagi- costituiscono il prodotto della stessa logica. ne che di esso diffonde il nuovo regime, zona di «avanzamen- La storia del nostro paese dal dopoguerra in poi è troppo to» governativo, zona di