Diari Di Cineclub N. 78
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_ n.3 Anno VIII N. 78 | Dicembre 2019 | ISSN 2431 - 6739 Crisi delle relazioni e crisi dei paradigmi Un affare di famiglia (due film esemplari: Miserere e La belle époque) e Parasite oggetti complementari Miserere, Oiktos Regia di Babis Makridis. Un film conYannis Drakopoulos, Evi Saoulidou, Nota Tserniafski, Ma- Dall’Asia, unico conti- kis Papadimitriou, Titolo originale: Oiktos e per il mercato anglosassone Pity. Genere Dramma- nente capace oggi di tico - Grecia, Polonia, 2018, durata 97 minuti, distribuito da Tycoon Distribution. esplorare con tenacia e La belle époque continuità nuovi terri- Regia di Nicolas Bedos. Un film con Daniel Auteuil, Guillaume Canet, Doria Tillier, Fanny Ar- tori dentro i quali spe- dant, Pierre Arditi. Titolo originale: La belle époque. Genere Commedia - Francia, 2019, durata 110 rimentare nuove narra- minuti, distribuito da I Wonder Pictures zioni, ipotesi avventurose e concettuali per un ci- Due righe su Makri- nema che prova mettere dis e Bedos in circolo idee, piuttosto Babis Makridis ap- Tonino De Pace che l’eterna narrazione partiene alla nouvel- di eventi o forse anche le vague greca che si in virtù di racconti nei quali la fitta trama delle è imposta negli ul- idee si confonde con i profili più segreti e me- timi anni e di cui ditativi, ci giungono alcune novità utili a rifon- fanno parte Syllas dare la corrente idea di cinema. È dall’Asia, Tzoumerkas e il più territorio talmente vasto da potere contenere noto Yorgos Lan- ogni genere di tradizioni, che arrivano sugli thimos. Ed è pro- schermi d’Europa quei film che sanno distin- prio al primo cinema guersi per la capacità di seguire traiettorie utili Giulia Zoppi segue a pag. 4 “L’Ilva e il settimo sigillo”. Pierfrancesco Uva ad una pura astrazione speculativa, piuttosto che fermarsi esclusivamente sull’attrazione narrativa, ancorché emozionante. Alcuni auto- Il cinema tra Utopia e tecnologia ri sono i tailandesi Apichatpong “Joe” Weera- Nel dicembre del 1956 sferico, ci pare non solo difficile, ma illogico. sethakul e Phuttiphong Aroonpheng, il sud co- sulle pagine nei Cahiers Di fatto, occorrerà trasformare direttamente reano Hong Sang-soo, il cinese Jia Zhangke e du Cinéma furono in onde le immagini degli oggetti reali, e poi su un versante meno convenzionalmente nar- pubblicati due articoli queste onde in immagini virtuali. Tali imma- rativo, il cinese Wang Bing e altri se ne potreb- in polemica tra loro: gini verranno materializzate senza lo scher- bero aggiungere. Due illustri esempi, a loro modo “Montage Interdit” di mo, o entro uno schermo voluminoso e traspa- complementari per un’idea di cinema esemplar- André Bazin, e «Mon- rente, forse addirittura immateriale, sostituito mente teoretico e quindi meditativo, riflessivo an- Mario Franco tage, mon beau souci” a sua volta da un fascio di onde”. La visionaria che ad una lunga sedimentazione, sono Un af- di Jean-Luc Godard. descrizione di Barjavel auspicava un supera- fare di famiglia del giapponese Kore’eda Hirokazu Alle idee di Bazin, per cui il cinema per essere mento, o forse un’estensione, dilatazione del e Parasite di Bong Joon-ho. Due film che da os- arte avrebbe dovuto privilegiare i piani se- cinema, addirittura oltre gli auspici di Bazin. servatori diversi, ma convergenti e con, invece, quenza e i campi lunghi a scapito del montag- Barjavel, giornalista, e sceneggiatore di film divergenti registri e soprattutto esiti narrativi gio, Godard rispondeva affermando che il ci- non tutti memorabili (Don Camillo(1952), La che possono riassumersi nei due aggettivi in- nema aveva proprio nel montaggio la sua grande vita (1960), Totò a Parigi (1958) I miserabili troflesso ed estroflesso, affrontano il tema qualità specifica. In questo, Godard seguiva la (1957) di Jean-Paul Le Chanois), negli anni della dell’unità familiare e della sua coesione in un lezione di Ejzenštejn per il quale solo il mon- sua giovinezza aveva sicuramente letto “L’Ève regime di regole che si possono classificare co- taggio poteva suscitare emozioni e nuove as- future”, il romanzo utopico-fantascientifico di me appartenenti alla devianza sociale. È pro- sociazioni di idee nello spettatore cinemato- Villiers de l’Isle-Adam, pubblicato nel 1886 che prio all’interno di queste coordinate che en- grafico. Allo stesso modo la pensava Kubrick e anticipava l’idea di una proiezione ologramma- trambi i film sviluppano le rispettive attese e con lui molti altri registi. Ma… ha ancora senso tica capace di far vivere un’attrice nello spazio ricompongono il loro piccolo universo collate- la distinzione tra piano sequenza e montag- reale come una sorta di androide. L’idea che una rale in violazione di ogni convenzionalità delle gio dopo la cosiddetta “rivoluzione digitale”? realtà essenzialmente illusoria sia entrata nelle regole sociali. In Un affare di famiglia la compo- Anche qui, per essere meno legati al dibattito nostre vite e non solo al cinema, abbattendo i sita famiglia Shibata vive di piccoli furti e truf- tra “apocalittici e integrati”, converrà fare un confini di spazio e tempo, appartiene già agli an- fe. È invidiabile la loro solidarietà e si scoprirà passo indietro, addirittura al 1944: Renè Barja- ni Venti del Novecento. Le “avanguardie storiche” che la loro unità e reciproca affettività, è tanto vel scriveva: “Non si arriverà a una soluzione teorizzavano la liberazione della parola dall’ordi- più reale e profonda, quando la non conven- soddisfacente finché il cinema sarà schiavo di ne lineare guttemberghiano, la liberazione del- zionalità della loro convivenza verrà alla luce quel nastro piatto che si chiama film. Trasfor- la pittura dalla costrizione della cornice e dalla scoprendo quella specie di casa-famiglia, luo- mare una immagine piatta in immagine a tre di- rappresentazioneprospettica, il teatro fuori dal go d’accoglienza dove hanno trovato il calore mensioni, anche proiettandola su uno schermo segue a pag. successiva segue a pag. 14 [email protected] n. 78 segue da pag. precedente essa. La “simulazione figurativa digitale” ha luogo separato tra palcoscenico e platea. Per le eliminato il valore della documentazione e della avanguardie rappresentare e raccontare il testimonianza alla fotografia e al cinema. Inoltre mondo significò cessare di raccontarlo in ma- il fenomeno quantitativo della marea d’imma- niera lineare, unitaria e compiuta. Capirono gini dei media a un’analisi qualitativa della che con le rivoluzioni elettroniche i media svi- percezione cinematografica coinvolge neces- luppatisi nei primi vent’anni del Novecento (il sariamente il linguaggio del film e il mestie- cinema, la radio), cambiava non solo il modo di re del regista. Viene così sminuito il mito ne- comunicare, ma il mondo stesso. In seguito, orealistico dell’attualità politica del cinema. con l’avvento dei media della simultaneità – Paradossalmente nessun’epoca conosce così televisione (medium verticale) e computer poco se stessa come la presente che crede di (medium orizzontale) – abbiamo acquistato rispecchiarsi nelle immagini dei media. L’in- un potere nuovissimo e stupefacente, quello dustria del cinema disegna l’inquietante sce- dell’essere in contatto diretto con l’intero pia- nario di un mondo tutto in superficie, prigio- neta. Il passaggio dal cinema meccanico-chimi- niero in una dimensione d’eterno presente, co a quello elettronico-digitale risponde a queste che impedisce qualsiasi scavo da parte della lontane e profetiche esigenze: adeguare un lin- coscienza storica. Il catastrofista Baudrillard guaggio allo scardinamento di abitudini culturali agitava lo spettro di un mondo irreale, costi- e automatismi percettivi per esplorare nuove tuito soltanto da immagini (simulacri). Forse possibilità, creare combinazioni complicate e non aveva torto. Molto cinema attuale sareb- ricche quanto lo è il pensiero. Ora che non è be impensabile senza le tecnologie digitali. Si più la gente ad andare al cinema ma il cinema pensi a Cameron (Titanic, Avatar) ma anche all’u- a entrare in casa, passando dall’unicità della so del digitale da parte di autori come Scorsese proiezione in pellicola alla riproducibilità in- (Hugo Cabret) e Wenders (Pina) o l’uso della “mo- finita, l’utente ha la possibilità di creare un tion capture” da parte di Spilberg per Tintin, e palinsesto personalizzato. Oggi i media sono gli esempi potrebbero continuare numerosi. Il costretti a ripensarsi sulla base delle innova- passaggio al digitale caratterizza in questo mo- zioni con cui vengono in contatto. Si tratta di mento la situazione generale dei mezzi di co- una modalità di rapporto che è sempre esisti- municazione, mostrando un altro enorme cam- ta ma che si inserisce oggi in un panorama to- biamento: un nuovo scenario che prevede la talmente inedito, in continua e rapida meta- connessione tra tutti i media e rende ormai dif- morfosi al quale il cinema non può che ficile parlare del cinema isolandolo rispetto agli adattarsi, correndo a volte il rischio di ve- dere dissolta la propria specificità nella pluralità degli audiovisivi. A essersi modifi- cata, in seguito alle innovazioni degli ulti- mi anni, è anche la condotta dello spettato- re, per il quale la sala cinematografica rappresenta soltanto una delle infinite va- rianti di un consumo delle immagini fatto- si irrimediabilmente plurale, nell’ampio ventaglio offerto dai cosiddetti individual media (il lettore dvd, lo smartphone, la smart-tv). Il che significa che alla “proiezio- ne in sala” oggi assistiamo alla proliferazio- ne di cineteche personalizzate. L’analogia “Hugo Cabret” (2011)