Comune di Oleggio Assessorato alla Cultura

Notiziario della Biblioteca Civica E. Julitta

Ottobre 2007 - Storie di Viaggi

Il notiziario “Biblionews è stato idea- Sommario: to e creato dal Consiglio di biblioteca e dai suoi collaboratori Editoriale 3 Viaggiare: un piacere ... 4

Alexandra David-Neel: … 6

Viaggio in Francia 8 Una crociera nel mediterraneo 10 Passaggio a Teheran 12 Freya Stark e due sue opere 13 Annemarie Schwarzenbach 15 Romania 2007: appunti di viaggio 17 Donne di viaggio nel cinema 20 Libri di viaggi 22

Itaca 24 Biblioteca Civica Enzio Julitta Vicolo della Chiesa 3 28047 Oleggio

Tel. / Fax 0321 91343 Sito web: www.bibliojulitta.it email: [email protected] In copertina: “Milarepa Stepped Here: Mount Kai- las, viewed from the south. The o- bjects in the foreground are chortens, Buddhist shrines believed to radiate healing energy” Veduta del Monte Kailas in Orario di apertura:

Martedì, Mercoledì, Giovedì 15.00/18.00 Venerdì 16.00/19.00 Sabato 8.30/12.30

Stampato in pro- prio

Abbiamo voluto dedicare questo nu- “Il viaggio è una specie di porta attra- mero di Biblionews al “viaggio” o verso la quale si esce dalla realtà”. meglio ai libri di viaggio al femmini- (Guy de Maupassant) le. Buona lettura e chissà mai che, in futuro, la nostra biblioteca non possa arricchirsi di qualche nuovo reporta- ge…!

“…qualcosa è nascosto. vai a cercar- lo. cerca al di là delle vette. qualcosa è stato perso al di là delle vette. è stato perso e ti aspetta. vai!” (R. Kipling)

“Il piacere più grande del viaggio è forse lo stupore del ritorno. Vedo che dà valore agli esseri e alle cose più insipide. (Stendhal)

“Ma i veri viaggiatori sono soltanto coloro che partono per partire, col “Il sentimento di irrefrenabile curiosi- cuore lieve, simile a un pallone; non si tà che molti di noi conoscono nasce da separano mai dal loro destino e, senza un nostro bisogno profondo: noi dob- sapere perché, dicono sempre: Andia- biamo capire, sapere che non restere- mo! (C. Baudelaire) Le voyage in “I mo nell’ignoranza per sempre. Gli fiori del male” enigmi con cui ci confrontiamo sono tre: il mondo, noi stessi e Dio. Con la “…fatti non foste a viver come bruti sua incantevole bellezza e le sue me- ma per seguir virtute e canoscen- raviglie, il mondo ci attira prima anco- za…” (Dante – canto XXVI ra che noi riusciamo a intuire dell’Inferno) l’esistenza di un suo significato nasco- sto. Iniziamo così studiarlo, a conqui- “Il mondo è un libro e quelli che non starlo poco a poco, chiedendoci in che viaggiano ne leggono solo una pagi- modo saprà rispondere ai nostri desi- na”. (Sant’Agostino) deri più intimi.” (Ella Maillart) “Crociere e carovane” “Lunga e difficile è la strada e, al prin- cipio, aspra, ma quando si giunge alla Il Presidente del Consiglio di vetta diventa agevole ciò che prima Biblioteca era difficile”. (Esiodo) Cristina Capitani

3 Viaggiare: un piacere … ma non solo

Così scrive Ryszard Kapuscinski, cor- Non tutti possono però diventare dei rispondente estero di fama internazio- Barzini, dei Terzani, dei Chatwin, dei nale e autore di bellissimi libri, in”In Maraini e dei Mo, grandi viaggiatori viaggio con Erodoto”: “… Non si sa non solo per diletto ma anche per pro- esattamente che cosa spinga l’uomo a fessione. Pochi possono fare del viag- girare il mondo. La curiosità? Il desi- gio la loro vita … derio di avventura? Il continuo biso- gno di essere stupito? Chi perde la capacità di stupirsi è un uomo inte- riormente morto. Chi considera tutto un dejà vu e non riesce a stupirsi di niente, ha perso la cosa più preziosa, l’amore per la vita. Erodoto è l’esatto contrario, Nomade infaticabile, sem- pre in movimento, sempre concentra- to, sempre pieno di idee, di ipotesi e di progetti. Sempre in viaggio … Per lui un viaggio è uno sforzo, un’indagine per arrivare e conoscere tutto: la vita, il mondo, se stesso …” Come lui, sempre in viaggio, Ulisse, Marco Polo, i grandi navigatori, gli esploratori e tanti altri ancora, scrittori, Foto: Ella Maillart giornalisti, studiosi. “Fate che il vostro spirito avventuroso Curioso…finora ho elencato solo no- vi porti sempre ad andare avanti per mi maschili. scoprire il mondo che vi circonda con E pensare che ci sono state grandi le sue stranezze e le sue meraviglie. figure femminili, grandi viaggiatrici Scoprirlo significherà, per voi, amar- che percorsero vie assolutamente im- lo”disse Kahlil Gibran. pervie, correndo grandi rischi e met- Come contraddirlo e come non sentire tendo a repentaglio la propria vita non a volte dentro di noi, persone solo per conoscere il mondo, per in- ‘normali’ che conduciamo una vita contrare altre popolazioni, confrontan- ‘normale’, lo stesso desiderio di fare le dosi con diverse abitudini di vita, usi, valigie e metterci in viaggio anche per costumi. Lo fecero anche per fuggire percorrere poche centinaia di chilome- ad una vita diventata difficile da af- tri superando la prima frontiera dietro frontare, per ritrovare se stesse, per l’angolo di casa! uscire da situazioni familiari pesanti,

4 per ritrovare o accettare un’identità fame. Oltrepassarono frontiere a volte personale silenziosamente accettata senza permesso, si travestirono da nella sua complessità o ‘diversità’. uomo per muoversi più liberamente. Quante e differenti possono essere le Insomma scelsero di affrontare perico- motivazioni che spingono una perso- li al limite dell’accettabile pur di e- na a fuggire, a cambiare cercando splorare il mondo, consapevoli di la- qualcosa che possa offrire nuove sciarsi - molto spesso - alle spalle agi motivazioni e stimoli diversi. e benessere, denaro e comodità. Vogliamo fare alcuni nomi? Ella Maillart (1903- 1997) Freya Stark (1883-1993) - Annemarie Schwar- zenbach (1908-1942) - Isabelle E- berhardt (1877-1904) - Edith Whar- ton, (1862-1937) Alexandra David- Neel (1868-1969) - Vita Sackville West (1892-1962), Rebecca West (1892-1983), Gertrude Stein (1874- 1946). L’elenco potrebbe continuare anche perché queste signore – nate e vissu- te a cavallo di due secoli –hanno lasciato un’eredità che è stata raccol- ta da altre donne viaggiatrici dei Foto: Alexandra David-Neel nostri tempi. Certo oggi le difficoltà e i potenziali “Viaggiare è il più personale dei pia- pericoli si sono ridimensionati ma in ceri” disse Vita Sackville West che di quegli anni ormai lontani tutto era ricchezza e di agi certamente non era molto, molto più difficile. priva. Come non lo era Annemarie Alexandra David-Neel e compagne Schwarzenbach che nei suoi viaggi attraversarono paesi cha ancora oggi cercò ben altro che non la fama di possono creare grossi problemi soprat- narratrice di avventure. tutto per le complesse situazioni poli- tico-militari: si spinsero in Afghani- Viaggiare serve anche a questo. stan, in India, nel Tibet, in Persia, nello Yemen, in Turchia, in . Cristina Capitani Percorsero sentieri inaccessibili a pie- di o a dorso di mulo, affrontarono bru- schi cambiamenti di clima rischiando assideramenti, guadarono torrenti im- provvisamente in piena, patirono la

5 Alexandra David-Neel: La prima donna straniera a Le vacanze sono appena terminate, ragazza, quando fugge, durante una abbiamo ancora nella mente le imma- vacanza estiva, dai suoi genitori e, gini dei nostri viaggi: mare, monta- dopo aver raggiunto l’Olanda, si im- gna, città d’arte; per i più fortunati barca per l’Inghilterra, dove rimane luoghi lontani: deserto, distese infini- sin quando non ha esaurito le risorse te, parchi con animali, paesi scono- monetarie. Da allora, la giovane ribel- sciuti, ambienti unici, tramonti ed albe le non smette più di viaggiare e tropicali. Viaggi più o meno impegna- l’Italia, la Spagna e, ancora, tivi e faticosi, ma oggi, con i mezzi a l’Inghilterra diventano sue mete predi- nostra disposizione, comunque realiz- lette. zabili. Queste considerazioni mi porta- Da adulta, insofferente verso la sua no a confrontare i nostri viaggi, anche stessa vita, la donna decide di partire, se suggestivi ed avventurosi con le ormai quarantaquattrenne, dopo un imprese veramente uniche ed affasci- matrimonio non molto riuscito con nanti di Alexandra David-Neel, una Philippe Neel - che lascerà nel 1911 - donna dalla carnagione chiara e lo per intraprendere un avventuroso vi- sguardo penetrante che si aggira per aggio alla volta della Cina, del Giap- luoghi impervi e valli desolate, sotto pone, dell’India e del Nepal, dal quale le false spoglie di una pellegrina alla non farà ritorno che nel 1925. ricerca del suo tempio. In realtà, pochi Numerose sono le persone più o meno o forse nessuno sa che quella viandan- illustri che, in questi anni, Alexandra te dai capelli scuri è una famosissima incontra, fino a colui che diventerà esploratrice europea dei primi del suo figlio adottivo, Yongden, e la se- ‘900, che, appassionata conoscitrice guirà in tutte le sue avventure. dell’Asia e del pensiero orientale, è Con lui cerca di raggiungere il Tibet diretta a Lhasa, cittadina proibita agli attraversando le immense solitudini stranieri. E’ disposta ad affrontare erbose, facendo finta di aver rinuncia- qualsiasi genere di difficoltà: digiuno to al viaggio per non farsi sorprendere prolungato, freddo intenso, pericoli ed espellere. Cercherà sempre di sfrut- d’ogni tipo, anche a rischio della pro- tare al meglio il suo tempo, osservan- pria vita, pur di raggiungere il suo do le popolazioni locali, le loro abitu- obiettivo. dini, usanze, abiti e vocabolario. Que- Alexandra David-Néel, figlia di una sti mesi, travestita anche da mendican- famiglia benestante parigina ha avuto te, costituiscono la necessaria prova fin da piccola una vita movimentata: che la renderà poi famosa in tutto il infatti l’attitudine al viaggio e la vo- mondo, quando riuscirà a raggiungere glia di fuga la caratterizzano fin da Lhasa, la città proibita agli stranieri,

6 all’età di cinquantaquattro anni, il 24 rappresentano anche una lettura piace- gennaio del 1925. vole, poiché il suo stile non ha perso Il resoconto di questo viaggio avven- niente della sua freschezza. La struttu- turoso è contenuto nel libro “ Viaggio ra lineare, il ritmo agile della narrazio- di una parigina a Lhasa” (che potete ne, le frasi chiare, l’assenza di ricerca- trovare in Biblioteca) dove si narra il tezze stilistiche, rendono la sua scrit- peregrinare, divenuto leggendario, tura estremamente attuale, dando della viaggiatrice che, negli anni Ven- l’impressione di una prosa da moder- ti, attraverso la Cina e l’India, affronta no reportage. incidenti, fa scoperte inattese, evita Scomparsa nel 1969, Alexandra Da- trappole e, travestita da mendicante, vid-Neel continua ad attirare l’atten- arriva finalmente alla città proibita di zione di un pubblico eterogeneo, che Lhasa, prima europea che vi mette trova in questa straordinaria figura di piede. donna suggestioni di varia natura. Famosa, soprattutto, per i suoi avven- turosi viaggi in Oriente, specialmente in Tibet, è divenuta un esempio e un riferimento essenziale per gli amanti dell’avventura, dell’esotico, per quanti sono attirati dal fascino delle culture orientali e dei loro “segreti”. A 101 anni, la scrittrice-esploratrice più nota del ‘900 si spegne lasciando un vuoto tra quanti l’avevano cono- sciuta e amata. Tutto sembrerebbe In questi suoi viaggi ha vissuto espe- finito, ma la morte riconduce ancora rienze insolite e ha accumulato un Alexandra in Oriente per l’ultima e vasto patrimonio di conoscenze, che definitiva volta: il corpo dell’esplo- oggi si rivelano un insostituibile stru- ratrice viene infatti cremato e le sue mento per la comprensione di tradizio- ceneri vengono donate per sempre al ni e ambienti umani scomparsi o pro- fiume Gange. fondamente trasformati, riuscendo a trasmetterle a un vasto pubblico, an- Anna Gallucci che grazie alle sue qualità di scrittrice, che ha saputo conservare un adeguato carattere scientifico, accanto a non trascurabili qualità letterarie. WWW.wikipedia.Org I libri in cui racconta i suoi viaggi in WWW.akkuaria.com WWW. Voland.it Oriente suscitano ancora oggi un cer- to interesse per il loro contenuto, ma

7 Viaggio in Francia

blicato da Scribner’s nel 1908. Rilevante è l’incipit di questo testo, dove è messo in risalto il cambiamen- to apportato nella vita quotidiana dall’automobile. La Wharton così scrive:

«L’automobile ha ridato qualità ro- mantica al viaggio. Liberandoci da tutte le costrizioni e promiscuità della ferrovia, dal vincolo di orari fissi e tragitti battuti, dal dover arrivare in una città passando sempre attraverso zone brutte e squallide create dalla ferrovia stessa, ci ha restituito la me- raviglia, l’avventura e il senso del Viaggio in Francia è il resoconto di nuovo che rinvigorivano i nostri nonni uno degli annuali viaggi all’estero che nei loro viaggi su carrozze di po- solitamente , famosa sta.[…]» scrittrice americana, faceva. L’anno è il 1906 e suoi compagni di avventura L’automobile, quindi, dona una nuova sono il fratello Harry Jonesil e ilmari- e del tutto differente prospettiva al to Teddy. Partono da Parigi su una viaggio. Se si pensa, poi, che le prime Panhard e si dirigono verso sud est, Panhard uscite erano scoperte, si può nei pressi di Clermond Ferrand e poi capire quanto intrepida e coraggiosa tornano a Nord, per Bourges e Orléan fosse la viaggiatrice Wharton. per fare poi ritorno a Parigi. Nel mar- zo del 1907, partono per un’escur- sione per Hyères, insieme all’amico Henry James. Una settimana dopo visitano la Borgogna. In seguito, i Wharton fanno ancora un viaggio a Reims, Laön e St. Quentin. I resoconti di questi viaggi vennero pubblicati in un primo tempo sotto forma di articoli sull’Atlantic Monthly tra il 1906 e il Foto: il castello di Ménars di Madame 1908. Il libro vero e proprio fu pub- de Pompadour

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portata del suo flusso, l’amenità delle sue rive, la dolce distesa piana del paesaggio che la circonda coi suoi giardini e le sue vigne […]l’effetto dei lunghi villaggi bianchi e delle solide cittadine arroccate a cono sulle colli- ne; e il vetusto scuro castello di Beau- gency nella sua conca fra due alture e il castello di Ménars di Madame de Pompadour col suo luminoso parco a Foto: il castello di Amboise terrazze; e la veduta di Blois che ac- Il dettaglio e la puntualità con cui cerchia nobilmente il fiume lì dove l’autrice descrive i luoghi visitati, fan- esso fa un’ elegante ansa, […]e i ca- no di questo libro uno di quei piccoli stelli di Chaumont e Amboise che gioielli della letteratura di viaggio. A stanno a corona delle cittadine intor- dimostrazione di ciò, voglio citare, in no ad essi raccolte; e i manoirs, i ultima istanza, le impressioni che giardini cintati, i ricchi pascoli, gli l’arrivo nella zona della Loira suscita isolotti coi salici; e poi, verso il tra- nella Wharton, che così scrive: monto, passato un altro lungo ponte, ecco una coppia di frastagliate guglie «[…] Certamente capimmo molto e l’ampio profilo dei tetti di Tours della Loira seguendo quel giorno le […]». sue volute: il senso della possente Monica Sibiglia

Foto: il lungo ponte sulla Loira di Tours

9 Una crociera nel Mediterraneo

Una crociera nel Mediterraneo è un Anche questa è un’opera notevole resoconto, questa volta, di una crocie- tanto che, a suo tempo, suscitò ra che Edith col marito e un cugino di l’invidia del poeta e scrittore Paul lei, James Van Alen, fecero nel 1888. Bourget, che di lei scrisse: «Edith ha La crociera costò la considerevole letto tutto, capito tutto, con un vigore cifra di 10mila dollari, il corrispon- culturale che potrebbe far vergognare dente della rendita annuale dei due l’intera confraternita letteraria parigi- sposi. Non fu questo, naturalmente, a na». far desistere i due da un tale, ambito Citiamo, per esempio, la descrizione progetto. La fortuna, poi, giunse in che viene fatta dello stesso Vanadis loro soccorso. Un cugino di Edith morì lasciandole in eredità una certa «[…] Il Vanadio è un panfilo di 333 somma che servì a coprire largamente tonnellate, con una lunghezza com- le spese affrontate per quel viaggio. E plessiva di 50 metri e una larghezza sicuramente ne valse la pena, dato che massima di 6,5 metri. Sul ponte c’è Edith definì questo viaggio «un assag- una comoda tuga, con sedili laterali, gio di paradiso». un tavolo e vari portaoggetti in alto lungo le pareti. Sotto c’è un grande salone, rivestito di pannelli lisci di acero, con due lunghi tavoli basculan- ti, una piccola stufa e uno scaffale per i libri che corre per tutta la lunghezza dei due lati, sopra i divani. […] A poppa del salone c’erano le nostre due cabine, che occupavano l’intera larghezza del panfilo, comodamente arredate con scaffali, cassetti, armadi e grandi vasche da bagno. A prua c’era la cabina del nostro compagno Foto: La costa di Taormina di viaggio, due stanze per la camerie- ra e il cameriere e una quarta dove Dall’Africa, giunsero a visitare alcune consumavamo i pasti […]» . fra le più note città storiche italiane, come Taormina, Siracusa, Messina, Questo testo offre anche uno spunto di Palermo, per poi arrivare a una consi- riflessione sociale, oltre che paesaggi- stente parte delle isole greche come stico-descrittiva. Quando visita il Rodi, Santorini, le isole Ionie, tanto Montenegro, raggiunto dopo ore e ore per citarne alcune. di viaggio, definisce «miserabile» il

10 villaggio di Njegusi, il luogo d’origine Una sentinella marcia avanti e indie- della regina Elena di Montenegro, e lo tro davanti alla porta, e se non fosse descrive come «un insieme di catapec- per questo il palazzo potrebbe passare chie di pietra coi tetti di paglia». E per una locanda del New England, quando si imbatte in un mercato, scri- particolarmente sgraziata […]». ve: «una folla di donne cenciose mer- canteggiava pochi frammenti di cibo Naturalmente, non tutti i luoghi visita- di aspetto orribile». ti in questa crociera, suscitarono le Poi prosegue dando un giudizio gene- medesime riflessioni. La visita ad Ate- rale sulla povertà del Montenegro e ne, per esempio, la salita all’Acropoli perfino del palazzo del principe. con visione del Partenone e dell’Eretteo, vengono commentati in modo del tutto diverso. Atene viene descritta come una città piena di bei negozi, bei viali, ristoranti e i giardini retrostanti il palazzo reali sono di «una grazia incantevole».

Monica Sibiglia

Foto: Tramonto a Kamiros nel Mediterraneo

«[…] La povertà del Montenegro è tremenda, e c’è qualcosa di desolato nell’aspetto di una città che, per quanto piccola, non sfoggia nemmeno un negozio, un caffè, un giardino o un luogo di divertimento. Quasi tutte le case avevano la porta aperta, e per- correndo la strada abbiamo guardato dentro squallidi antri anneriti dal fumo, dove donne cenciose sedevano accovacciate per terre intente al lavo- ro. Poi siamo andati a vedere il Pa- lazzo del principe, situato vicino alla locanda. E’ un edificio di pietra tin- Foto: Uno scorcio dell’acropoli di teggiato di un verde giallastro, in Lindos dell’Isola di Rodi mezzo a un giardino cinto da muro.

11 Passaggio a Teheran e Baghdad. Quest’ultima, per esem- pio, viene descritta come «una jungla polverosa di miseri edifici collegati da strade spaventose- paludi melmose col tempo piovoso, che diventano col tem- po buono una serie di fosse e di buche sulle quali un contadino inglese esite- rebbe comunque a condurre un car- ro». A Teheran, «un enorme paese», Vita si scontra con una realtà profonda- mente diversa da quella a cui era abi- Nel 1926 Vita Sackville-West, scrittri- tuata, che la colpisce parecchio. Arri- ce inglese nonché donna dalla vita va perfino a scrivere che ricorda epi- particolarmente movimentata, decide sodi talmente brutti e orribili, che non di raggiungere il marito che era stato riesce neanche a narrarli. Definisce la nominato consigliere dal Foreign Persia un «paese pieno di contraddi- Office a Teheran. zioni, dove niente colma l’abisso tra Partendo dalla stazione di Victoria Medioevo e Ventesimo secolo.» Station, attraversa poi la Manica per E poi continua ancora verso Isfahan e giungere a Trieste, passando per la Qum, per fare ritorno un’altra volta a Francia e l'Italia, dove si imbarca in Teheran per l’incoronazione, nella direzione del Cairo. Qui trascorre no- primavera del 1925, di Reza Khan ve giorni, prima di prendere la nave Pahlavi, che nel 1941 abdicherà a fa- successiva e ne approfitta per visitare vore del principe ereditario Shahpur i dintorni: Luxor, la Valle dei Re; ci Mohammed Reza. descrive i paesaggi che vede e le po- La seconda parte del libro, intitolata polazioni che incontra. Non perde “Dodici Giorni”, è una «memoria» di l’occasione per rilevare le diversità tra un breve viaggio successivo compiuto il paesaggio inglese e quello egiziano, attraverso le regioni abitate dai bakhti- tanto verde il primo quanto secco e yari, «una delle principali tribù noma- brullo il secondo. Descrive, poi, come di della Persia». È il ricordo di un molto umili e «incredibilmente ele- viaggio faticoso e poco confortevole, mentari» le condizioni di vita dei con- che ha toccato luoghi selvaggi e a tadini. La stessa dovizia di particolari volte disabitati, ma anche infinitamen- la userà per descrivere tutti i luoghi e te belli. le città che toccherà, andando in dire- Monica Sibiglia zione di Teheran, come Aden, Bassora

12 Freya Stark e due sue opere

quindi, anche alle condizioni in cui viaggiava questa donna, a dorso di mulo, a cavallo, persino a piedi, in- contrando persone a volte cordiali, ma spesso ostili e, perciò, ai mille pericoli a cui andava incontro. Tutto ciò fa di lei una specie di mito, un’incredibile forza della natura. La seconda opera è “Le porte dell’Arabia”, il racconto di un viaggio nell’Arabia meridionale, un luogo ancora piuttosto ignoto per l’uomo Freya Stark fu una delle più famose occidentale. L’obiettivo dell’autrice scrittrici di viaggi di tutti i tempi: di era quello di raggiungere la città di lei ricordiamo qui due opere. La prima Shabwa, la città dei sessanta templi: è “La valle degli assassini”, il reso- un obiettivo purtroppo non raggiunto. conto di un’esplorazione in Persia, da Fa questo viaggio a dorso di mulo, Baghdad fino all’arretrato Luristan, condividendo ogni attimo di tempo nella regione del Pusht-i-Kuh e nella coi beduini. Molti imprevisti come le Valle degli Assassini alla ricerca del intemperie, le malattie e anche atteg- castello che ospitava questa setta per- giamenti ostili da parte dei locali le siana, che fece del delitto un’arma impediscono di raggiungere la meta politica. Anche se ufficialmente lo prefissata. scopo di questa spedizione era tentare Monica Sibiglia di ritrovare reperti archeologici, in realtà ciò che spingeva Freya Stark era il puro amore per il viaggio. Per esempio, proprio nell’incipit di questa narrazione, scrive che il «Luristan è ancora un nome incanta- to. I suoi fiumi sono nient’altro che file di puntini blu sulle carte geografi- che e la posizione delle sue colline è una questione di gusto.» Da qui emer- ge una certa curiosità intellettuale, la voglia di scoprire, di andare a vedere Foto: Paesaggio del Luristan quei fiumi e quelle colline. Si pensi,

13 Annemarie Schwarzenbach

Vale la pena inoltre segnalare il pro- getto di catalogazione, archiviazione e digitalizzazione delle fotografie di Annemarie Schwarzenbach che è in corso presso la Biblioteca nazionale svizzera, e che dovrebbe concludersi l’anno prossimo, nel centenario della nascita.

Prenderemo in considerazione tre del- le sue opere, che sono state di recente acquisite dalla biblioteca, e che sono Annemarie Schwarzenbach nasce a particolarmente significative per trat- Zurigo nel 1908 da una famiglia di teggiare la figura di questa inquieta facoltosi industriali svizzeri, e muore viaggiatrice. a soli 34 anni, nel 1942, a causa di un La via per Kabul – Milano : Il Saggia- trauma cranico riportato in un banale tore, 2002. incidente in bicicletta. Le sue opere più importanti sono: Il volume narra il viaggio che Anne- marie compie nel 1939 in Afghanistan Dalla parte dell’ombra (tit. orig.: Auf assieme a Ella Maillart. Sono passati der Schattenseite); ormai 6 anni da quando la Schwarzen- Oltre New York (tit. orig.: Jenseits von bach ha intrapreso il suo primo viag- New York); gio in Persia attraverso l'Anatolia, la La valle felice (tit. orig.: Das glückli- Siria, il Libano, la Palestina, l'Iraq, che Tal); visitando rovine e scavi, moschee e Morte in Persia (tit. orig.: Tod in Per- bazar. Ora le due donne partono con sie); una Ford preparata con cura, e caricata La via per Kabul (tit. orig.: Alle Wege con macchine da scrivere, macchine sind offen). fotografiche, una cinepresa e molte Per quarant’anni la sua opera è stata pellicole. quasi completamente dimenticata. In Come tutti gli altri scritti, anche Svizzera è stata riscoperta nel 1987: la quest’opera non ha semplicemente un pubblicazione integrale dei suoi scritti carattere turistico-informativo, ma si (romanzi, racconti, articoli e reporta- configura piuttosto come una trascri- ge, prose liriche e autobiografiche) è zione di stati d'animo suscitati dal ancora in corso. viaggio in quelle terre lontane. Una

14 frase appare particolarmente significa- no così un alone di sogno, di magia. tiva, per comprendere il senso che il Questa immagine è accentuata dal viaggio assume per Annemarie: contrasto fra i paesaggi grandiosi, “Il viaggio, invece, che a molti appare desolati, affascinanti che la Schwar- come un bel sogno, un gioco seducen- zenbach descrive, e la consapevolezza te, la liberazione dal quotidiano, la della tragedia della guerra che scon- libertà per eccellenza, in realtà è im- volge nello stesso momento l’Europa. pietoso, una scuola per abituarci Vi sono nell’opera anche numerose all’inevitabile corso della vita, considerazioni sulla vita e sulle condi- all’incontro e alla perdita, e in cui si zioni degli abitanti incontrati durante fa sul serio.” (p. 33) il viaggio, e in modo particolare delle donne, masse informi nascoste sotto il chador, che scivolano via silenziose. Nonostante le numerose difficoltà, l’Afghanistan è descritto come un paese dall’ospitalità sacra, nel quale c’è sempre qualcuno, anche nei più sperduti villaggi, che è pronto ad offri- re un po’ di riso, dei meloni e del tè alle due coraggiose viaggiatrici stra- niere. Esse non concluderanno però assieme il loro viaggio, e la Schwarzenbach rientrerà in Europa da sola, prima di Foto: un villaggio afghano Ella Maillart: la separazione fra le due amiche è causata anche dalla dipen- Il viaggio è dunque scuola di vita per denza dalla droga di Annemarie, di- eccellenza, un mezzo per esperire nel pendenza che sfocerà in frequenti modo più immediato l’inevitabile ricoveri nel tentativo, sempre fallito, scorrere degli incontri e degli abban- di disintossicarsi. doni. Nel viaggio l’autrice sembra avvertire con maggiore lucidità come Oltre New York – Milano : Il Saggia- la pienezza dell’istante vissuto, pro- tore, 2004 prio per questa pienezza, porti in sé la sua irrimediabile perdita. Il volume è una raccolta di articoli e Più volte nel corso della narrazione fotografie realizzati negli Usa tra il l’autrice sottolinea il fatto che tutti i 1936 e il 1938. In quegli anni, Anne- momenti trascorsi in Afghanistan sono marie Schwarzenbach compie due passati per sempre, che non rivedrà viaggi negli Stati Uniti insieme all'a- più i luoghi descritti, i quali acquista- mica Barbara Hamilton-Wright, alla

15 scoperta degli effetti sociali della Dalla parte dell’ombra – Milano : Il "Grande depressione": il primo nelle Saggiatore, 2001. regioni carbonifere intorno a Pit- Come per il volume precedente, si tsburgh, il secondo negli Stati del Sud. tratta di una raccolta di articoli e foto- Annemarie Schwarzenbach vuole rac- grafie, realizzati in un lungo periodo, contare l’America del degrado e della fra il 1933 e il 1942, in seguito a viag- crisi economica. Visita così New York gi compiuti dall’autrice in varie parti e Washington, si confronta con la real- dell’Europa e del mondo (Stati Uniti, tà dei quartieri poveri di Pittsburgh, Oriente, Russia, Germania, Paesi balti- attraversa gli Stati del Sud, dalla Virgi- ci, Austria e Cecoslovacchia). nia al Tennessee. Gli scritti hanno un Come viene scritto nella prefazione intento documentaristico alto: l’autrice del volume dalla curatrice Tina incontra i sindacalisti, si informa sulle D’Agostini, per spiegare il senso del lotte operaie, cerca di dare voce a chi è titolo dato a questa raccolta di scritti di privo di diritti, fotografa la realtà indu- Annemarie Schwarzenbach, “L’om- striale e sociale. In questo modo, ella bra, il lato oscuro e problematico che acquisisce una notevole notorietà per la lei vede nelle cose e le impedisce, in sua attività di reporter e di fotografa, fondo, di aderire a una qualsiasi ideo- grazie agli articoli pubblicati su varie logia, è la segreta protagonista della riviste. sua opera.”

Chiara Zara

Foto: Dei lavori pubblici che assorbirono tra i 2 e i 3 milioni di lavoratori disoc- cupati durante la crisi americana del 1929 16 Romania 2007: appunti di viaggio Una premessa a questo articolo è dove- Preoccupazione costante della nostra rosa, perché non appaia immodesto guida, un ragazzo rumeno che si prodi- l’accostamento di questo racconto, con gherà in tutti i modi per rendere grade- i resoconti di viaggio di cui si è parlato vole la nostra vacanza, sono le strade, e nelle pagine precedenti: non è intenzio- ben presto capiamo il perché. ne di chi scrive mettersi a confronto A poco a poco scopriamo infatti che le con le famose e tormentate viaggiatrici strade d’Europa non sono solo le mo- del passato. D’altro canto in un numero derne autostrade a più corsie sulle quali di Biblionews dedicato ai viaggi, non ci sfrecciamo a grandi velocità, sicuri del è sembrato inopportuno inserire anche fatto che ci sarà sempre nelle vicinanze il breve resoconto di un viaggio recen- una stazione di servizio, un autogrill, te, compiuto nell’agosto scorso, in un un qualunque luogo di sosta attrezzato paese lontano e vicino nello stesso tem- per venire incontro ad ogni nostro ca- po: la Romania. priccio o necessità. La Romania è entrata a far parte Le strade della nostra Europa sono an- dell’Unione europea il 1° gennaio di che quelle piene di buche della Roma- quest’anno, eppure passare il confine nia settentrionale, lungo le quali dopo che la divide dall’Ungheria significa un po’ non appare più troppo strano fare un salto indietro nel tempo di qual- incontrare dei carretti di legno carichi che decennio. di fieno, un gruppo di placide oche, La destinazione principale del nostro una mucca che procede tranquilla, in- pullman, del nostro piccolo gruppo di curante del nostro pullman che la supe- turisti, è una particolare regione della ra e prosegue il suo viaggio. Romania al confine con l’Ucraina, cioè Sono anche quelle bloccate per il dan- la Bucovina, neggiamento di un ponte che viene riparato con lentezza da un gruppo di operai con pochi, obsoleti attrezzi. So- no le strade lungo le quali ci avventu- riamo con il nostro piccolo pullman da turisti, dopo aver chiesto ed ottenuto dalla polizia rassicurazioni sulla per- corribilità di un tratto, salvo poi essere sconsigliati da un camionista di conti- nuare il percorso per il pericolo che la strada ceda sotto il peso del nostro mezzo inadatto in fondo a questa realtà. Sono le strade lungo le quali signore Foto: il paesaggio della Bucovina vestite con abiti scuri e antiquati, con

17 fazzoletti neri in testa, cercano di ven- fondo non ha molto da invidiare alla dere patate, angurie, cipolle su minu- Cappella Sistina. scoli, improvvisati banchetti. Al monastero Sucevita invece scopria- Eppure i tesori d’arte e di storia non mo una splendida raffigurazione della mancano. In Bucovina infatti si trova- “Scala della virtù”: angeli in volo assi- no, ancora ben conservati, alcuni mona- stono i buoni nella loro ascesa al Para- steri ortodossi risalenti al XV e al XVI diso, mentre i peccatori cadono rovino- secolo, che hanno la particolarità di samente dai gradini per finire essere riccamente affrescati non solo all’Inferno. sulle pareti interne, ma anche su quelle esterne. Gli affreschi sono per la maggior parte di artisti che sono rimasti anonimi, e sono naturalmente di soggetto religio- so. Il colpo d’occhio è veramente stupefa- cente: ogni centimetro quadrato delle pareti è illustrato con storie del Vec- chio e del Nuovo Testamento, in una moltitudine di figure e di storie dipinte Foto: veduta aerea del monastero di al fine dell’edificazione e dell’educa- Sucevita in Bucovina zione di fedeli di tempi andati, non avvezzi alla lettura. Cercheremo invano, dopo la visita, la Limitate porzioni di pareti sono prive quantità di bancarelle e di paccottiglia di affreschi, e solo perché le intemperie per turisti che di solito assedia i nostri sono riuscite a vincere gli splendidi monumenti: troveremo solo qualche colori usati dagli artisti del tempo, co- cartolina, un breve opuscolo e alcune lori che comunque nel complesso han- icone che le suore ortodosse dei mona- no retto egregiamente il passare dei steri vendono per sopravvivere. secoli. Al monastero di Agapia incontriamo le Ci facciamo guidare attraverso la mol- suore indaffarate nei lavori quotidiani, teplicità delle raffigurazioni e dei sog- le vediamo arrampicarsi su una fragile getti al monastero Moldoviţa dalla spie- scala di legno per arrivare a pulire le gazione in italiano di una delle mona- finestre della chiesa, le osserviamo che del convento, Tatiana, mentre è la dipingere icone, decorare con perline nostra guida romena che ci illustra con colorate uova di legno oppure sedute al dovizia di particolari gli affreschi del telaio a tessere tappeti di lana. monastero Suceviţa e del monastero Una sorpresa sono anche le numerose Voroneţ. chiese in legno che incontriamo sul In quest’ultimo monastero possiamo percorso, nella regione del Maramureş, ammirare un Giudizio universale che in stretta tra i confini dell’Ungheria e

18 dell’Ucraina. Visitiamo le chiese di liturgia ortodossa, osservando i gesti Rozavlea, Bogdan Vodă e Săpânţa, ma dei fedeli, del celebrante, intimiditi la più interessante è la chiesa di Ieud: quasi da questa atmosfera di grande risale al 1364, anche se è stata rico- spiritualità. struita nel XVIII secolo. Nel centro storico, possiamo ammirare A Săpânţa vi è tuttavia un altro luogo alcune case costruite all’inizio del No- degno di una visita, cioè il “Cimitero vecento, dai colori vivaci anche se un allegro”. Questo cimitero presenta mol- po’ appassiti dal tempo. La guida ci te lapidi dipinte con colori brillanti, informa poi che la biblioteca comunale incise con i ritratti dei defunti e con è un edificio di notevole valore archi- scene della loro vita, e iscritte con poe- tettonico, ma è in restauro, e quindi siole spiritose. completamente nascosto alla nostra vista da un ponteggio. Pazienza, può essere un buon motivo per tornare. Il nostro viaggio volge al termine, il confine è lì, a pochi chilometri, salutia- mo la nostra guida ringraziandola per il suo impegno, e ringraziamo la Roma- nia, per averci fatto scoprire bellezze inaspettate.

Chiara Zara Foto: veduta della città di Cluj Napoca

Ci fermiamo per una breve visita anche in alcune città della zona, Cluj Napoca Tărgu Mureş, Gura Humorului, Baia Mare. La situazione generale è migliore rispetto a quella delle campagne, ci rende un po’ meno evidente la differen- za con le nostre città. Visitiamo infine Oradea, una città mol- to vicina al confine con l’Ungheria, in una domenica mattina di sole: il centro della città è quasi deserto, popolato solo da alcune signore dirette in chiesa. Entriamo anche noi nella chiesa orto- dossa, detta la Chiesa della luna per Foto: un particolare della facciata una grande sfera montata sotto affrescata del monastero di Voronet l’orologio, che ruota per indicare le fasi lunari. Assistiamo per un poco alla

19 Donne in viaggio nel cinema

zera. La protagonista del film è una donna afgana, Nafas, fuggita da bambi- na in Canada dove lavora come giorna- lista. Decide di tornare e di affrontare il pericoloso viaggio fino a Kandahar, perché ha ricevuto dalla sorella una lettera, in cui la informa di volersi sui- cidare durante l'ultima eclissi del seco- lo. L’Afghanistan è ancora una volta rac- contato attraverso gli occhi di una don- na, che accetta di indossare il burqa per poter entrare nel Paese ed arrivare a destinazione dalla sorella. Occhi dun- que velati, ma ancora di più attenti alle situazioni drammatiche che Nafas in- Per concludere e completare questo contra nel viaggio: le violenze dei tale- numero di Biblionews, vorremmo par- bani, la condizione di assoluta sotto- lare brevemente di cinema. L’abbina- missione delle donne, i bambini che mento di letteratura e cinema sta diven- nelle scuole coraniche vengono educati tando un’abitudine di Biblionews che recitando il Corano come una litania. non vorremmo per ora perdere. Il viaggio diventa prima desiderio di Anche per quanto riguarda i film di libertà e poi fuga senza lieto fine nel viaggio c’è, inutile dirlo, una netta pre- famoso film di Ridley Scott, “Thelma e valenza di protagonisti maschili. Il vi- Louise”. La trama è nota. Due donne, aggio è affare da uomini anche al cine- ma, ma esiste qualche eccezione, qual- che significativa storia di donne in vi- aggio. Qui ci limiteremo ad alcune con- siderazioni su tre film nei quali il viag- gio non è certo sinonimo di evasione e piacere, ma perde ogni motivazione turistica o ludica. L’Afghanistan percorso da Annemarie Schwarzenbach ritorna nel film di Mo- hsen Makhmalbaf, “Viaggio a Kanda- har”, ma è un Paese ben diverso da Foto: Susan Sarandon e Geena Davis quello descritto dalla viaggiatrice sviz- in “Thelma & Louise”

20 partite per trascorrere un week-end di vacanza lontane dalle insoddisfazioni e dalle amarezze quotidiane, vengono coinvolte loro malgrado in un omicidio; decidono di non rivolgersi alla polizia, temendo di non essere credute, e inizia- no una fuga turbolenta con la loro auto verso il Messico, che non riusciranno a raggiungere. Alla fine, circondate dai poliziotti, pur di non finire in galera o di non ritornare alla loro deludente vita di prima, scelgono l'estrema soluzione: con il sorriso sulle labbra, tenendosi per mano, si lanciano con la macchina nel vuoto. Il film si conclude quindi con il fermo immagine dell'auto a mezz'aria mentre precipita in un canyon. Una figura di donna si impone anche nel recente film di Emanuele Crialese “Nuovomondo”. Il film è una storia di emigranti, è la storia del viaggio verso l’America di una famiglia siciliana dell’inizio del secolo scorso; ma è an- Spiccano i suoi capelli rossi, il suo cap- che la storia del viaggio di una donna pello elegante, il suo carattere deciso. indipendente e misteriosa, imbarcata La figura di Lucy, interpretata da sulla stessa nave per cercare in Ameri- Charlotte Gainsbourg, è quella di una ca forse un marito, forse migliori con- donna forte e moderna, che si imbarca dizioni di vita, per sfuggire la solitudi- da sola verso il Nuovo Mondo, ma che ne e le convenzioni sociali. incarna lei stessa un mondo nuovo, moderno e razionale, così distante dalle superstizioni della famiglia di contadini che condividono con lei la traversata.

Chiara Zara

Foto: una scena del film “Nuovomondo”

21 Libri di viaggi

Schede bibliografiche a cura di Lina Giuliani

Una crociera nel mediterraneo / Viaggio in Francia: Di corsa, in au- Edith Wharton; traduzione di Marina tomobile / Edith Wharton; traduzione Premoli. - Milano: Accinto, 2005 di Giuseppe Bernardi. - Padova: Fran- 910.4569 WHA co Muzzio, 1998 910.444 WHA Crociere e carovane: La mia vita, i miei viaggi / Ella Maillart; traduzione Imperium / Ryszard Kapuscinski; di Sarina Reina. - Torino: EDT, 2006 tradotto da Vera Verdini. - 7 ed. - 920.72 MAI Milano: Feltrinelli, 2007 891.85 KAP Paris France / Gertrude Stein; tradu- zione e introduzione di Sarina Reina. - In viaggio con Erodoto / Ryszard Torino: EDT, 1997 Kapuscinski; tradotto da Vera Verdini. 914.436 STE - Milano: Feltrinelli, 2007 891.85 KAP La scrittrice abita qui / Sandra Petri- gnani. - 4 ed. - Vicenza: Neri Pozza, Lapidarium / Ryszard Kapuscinski; 2003 tradotto da Vera Verdini. - 3 ed. - 809 PER Milano: Feltrinelli, 2007 891.85 KAP Ti-Puss / Ella Maillart; traduzione di Giancarlo Condò. - Torino: EDT, Effendi / Freya Stark; traduzione di 2002 Mario Biondi. - Parma: Guanda, 2004 915.4 MAI 815.6 STA

Vagabonda nel Turkestan / Ella Giorni cinesi / Angela Terzani Stau- Maillart; traduzione di Silvia Vacca. - de. - nuova edizione - Milano: Lon- Torino: EDT, 2002 ganesi, 2006 915.84 MAI 951.058 TER

Ebano / Ryszard Kapuscinski; tradot- Giorni giapponesi / Angela Terzani to da Vera Verdini. - 9 ed. - Milano: Staude. - nuova edizione - Milano: Feltrinelli, 2007 Longanesi, 2006 891.85 KAP 952.048 TER

22 Oasi Proibite: una donna in viaggio Addio Eden: Le Isole Marchesi in da Pechino al Kashmir / Ella Mail- un viaggio alla ricerca di Melville, lart; traduzione di Giancarlo Condò, Stevenson, Gauguin, London, Brel e introduzione di Ella & di Malatesta. - altri / Ambrogio Borsani. - Vicenza: Torino: EDT, 2006 Neri Pozza, 2002 915.1 MAI 915.6 BOR

Autostop per l'Himalaya: Viaggio Oltre New York / Annemarie dallo Xinjiang al Tibet / Vikram Schwarzenbach; traduzione di Tina Seth; tradotto e notato da Alessandro D’Agostini. - Milano: Il Saggiatore, Cogolo. - Torino: EDT, 2001 2004 915.6 SET 973.3 SCH

La via per Kabul / Annemarie In viaggio da sola e con qualcuno / Schwarzenbach; traduzione di Tina Martha Gellhorn; traduzione di Guido D’Agostini. - Milano: Il Saggiatore, Lagomarsino. - Trezzano sul Naviglio: 2002 FBE, 2006 915.81 SCH 915.6 GEL

Viaggio di una parigina a Lhasa / Treni: nove viaggi ai confini del Alexandra David-Neel; a cura di Emi- mondo e della storia / Ettore Mo. - lia Gut. - Roma: Voland, 1997 Milano: Rizzoli, 2004 915.6 DAV 853.92 MO

Un indovino mi disse / Tiziano Ter- Strade di bambù: viaggio in Cina, zani. - Milano: Longanesi, 1998 Laos, Birmania / Marco Del Corona. 853.9 TER - Torino: EDT, 1999 915.6 DEL Il grande viaggio / Giuseppe Ceder- na. - Milano: Feltrinelli, 2007 Passaggio a Teheran / Vita Sackville 915.6 CED -West; traduzione di Marina Premoli. - Milano: Il Saggiatore, 2003 Dalla parte dell’ombra / Annemarie 915.6 SAK Schwarzenbach; a cura di Regina Die- terle e Roger Perrett, postfazione di In Patagonia / Bruce Chatwin; tradu- Regina Dieterle, prefazione e tradu- zione di Marina Marchesi. - Milano: zione di Tina D’Agostini. - Milano: Il Adelphi, 1996 Saggiatore, 2001 823.9 CHA 833.914 SCH

23 Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere d'incontri se il pensiero resta alto e il sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche aromi penetranti d'ogni sorta, più aromi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo,per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantinos Kavafis, Cinquantacinque poesie, Einaudi, Torino.