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skermiribelli i film di Elia il programma cinematografico per giovani scelto da un adolescente dal 15 novembre 2009 al 9 maggio 2010 Provincia di Bologna Assessorato alla Cultura

Assessorato alla Cultura

il teatro che vede dove altri non guardano www.teatridivita.it - 051.566330 Parco dei Pini - via Emilia Ponente 485 - Bologna skermiribelli i film di Elia il programma cinematografico per giovani scelto da un adolescente

Dopo Camilla, selezionatrice dei film dell’anno scorso, il direttore artistico del nostro piccolo festival per adolescenti di quest’anno si chiama Elia, risiede nel quartiere Borgo Panigale, ha 17 anni ed è membro di un'associazione di graffitisti che si chiama Alzabandiera. A lui il compito di scegliere la rosa di film fra quelli proposti a Teatri di Vita dal Giffoni Film Festival, la più importante rassegna del mondo di cinema per adolescenti. Sono sette film di grande valore cinematografico e portatori di temi insidiosi e urgenti per ragazze e ragazzi dei nostri giorni, che qui troveranno riflesse le loro domande quotidiane (ma ovviamente si tratta di opere non limitate a un pubblico adolescente). Molti sono anche i paesi di provenienza dei film, dalla Francia agli States, dalla Polonia al Brasile. Tutti offrono uno spaccato importante sull'adolescenza, e il fatto che siano scelti come sempre da un adolescente è la componente essenziale per la garanzia di film che siano in grado di parlare a quella fascia di pubblico, anche quando non si tratta di film espressamente ideati per i ragazzi. Anche quest'anno i temi sono i più svariati. Si inizia con Pa-ra-da , incredibile squarcio sul silenzio che circonda i ragazzi di strada di Bucarest, che vivono nei tombini, e che incontrano un altro strano ragazzo, venuto dalla Francia per fare il clown: una storia vera che non mancherà di sorprendere. Entriamo in pieno fantasy con Inkheart , dove i libri sono soglie di congiunzione tra mondi diversi, fiabeschi e terrificanti: un atto d’amore per la lettura che è anche un’esplosione di avventura cinematografica da far rimanere a bocca aperta. è uno sconvolgente affondo nella realtà quotidiana di diversi adolescenti nella metropoli di San Paolo del Brasile (un aspirante calciatore, un ragazzo- padre che fa il pony, e così via) proposto dal regista del già acclamato successo internazionale di Central do Brasil. È una storia della mancanza di affetto di un ragazzo, ma anche di scoperta dell’amicizia e dell’amore, quella raccontata nel suggestivo e potente Jestem (che in polacco significa “io sono”). Ha invece il fascino della grande fantascienza lo spettacolare Ember (con attori come Bill Murray e Tim Robbins) che attraverso la coraggiosa fuga di due ragazzi da una città sotterranea racconta il coraggio e la forza di volontà. Tocca poi alla storia italiana Si può fare , che ha come protagonista Claudio Bisio nei panni di un sindacalista impegnato a confrontarsi con un gruppo di ragazzi con problemi mentali. La rassegna, pensata con il settore cultura del Comune di Bologna, termina con un film, L'onda , che è anche un’impressionante e inquietante visione politica sul nostro tempo e sui pericoli che le nuove generazioni possono correre di fronte alle manipolazioni della storia. Pa-ra-da di marco pontecorvo con Jalil lespert ed evita ciri soggetto marco pontecorvo, roberto tiraboschi sceneggiatura marco pontecorvo, roberto tiraboschi italia, francia, romania, 2008

Teatri di Vita, domenica 15 novembre 2009, ore 17

Il clown franco-algerino Miloud riesce, tra risate e impegno civile, a salvare da una vita impossibile centinaia di ragazzini rumeni subito dopo il periodo di Ceausescu: Pa-ra-da , che vede l’esordio come regista di lungometraggi di Marco Pontecorvo, è un film corale, dai profondi significati sociali e culturali. Bambini che vivono nella miseria più totale, costretti a stare nel sottosuolo di Bucarest come topi, costretti alla prostituzione, ai furti e legati al mondo della droga, sono coinvolti nell’attività di un circo itinerante diventato, a partire dalla fine degli anni Novanta, un’associazione famosa in tutto il mondo. Miloud (Jalil Lespert) è una vera e propria mina vagante che prende a cuore il problema dei «boskettari», li tira fuori dai guai lottando contro la burocrazia, la delinquenza adulta che li sfrutta, e contro i ragazzini stessi diffidenti, bruciati, poco reattivi, non curanti della loro stessa vita. Il tutto è raccontato ben calibrando partecipazione emotiva e distacco, senza utilizzare retorica o facili cliché narrativi. Nonostante uno stile documentaristico, è lampante che c’è più fiction che documentario, più sceneggiatura (scritta con Roberto Tiraboschi) che improvvisazione. Camminando su questo filo del rasoio, Marco Pontecorvo, in fondo, ci vuole ricordare l’importanza di tutte quelle storie che, anche se un po’ nascoste, esistono, legate all’impegno civile, alla forza di volontà, alla risata e soprattutto alla partecipazione sociale. Divertente eD emozionante. Con Pa-ra-da , Marco Pontecorvo ha conquistato il pubblico internazionale, vincendo per ben due volte nella stessa settimana il Premio del Pubblico, sia al Festival di Mar de la Plata, sia al Festival du Film italien à Paris. Inkheart. La Leggenda dI cuore d’InchIostro di iain softley con rendan fraser, sienna guillory, eliza bennett, paul bettany, andy serkis, rafi gavron, , Jim broadbent, stephen graham soggetto cornelia funke sceneggiatura david lindsay-abaire italia, germania, inghilterra, usa 2008

Teatri di Vita, domenica 13 dicembre 2009, ore 17

Se fantasia e realtà si uniscono il risultato è un mondo paradossale, dove può capitare di tutto, anche che Mo, che di mestiere fa il rilegatore di libri, riesca a trasformare in reali i personaggi delle storie che legge o racconta. E’ quello che accade nel film di Iain Softley Inkheart. La leggenda di cuore d’inchiostro , dove una notte il magico potere di cui è dotato fa scomparire la moglie Resa. Nove anni dopo, Mo vive con la figlia dodicenne Meggie passando la maggior parte del suo tempo alla ricerca di volumi antichi da restaurare. Il ricordo di Resa è ancora presente in lui, ma da quando sua moglie è scomparsa non ha più letto nulla ad alta voce, conscio di essere un “Lingua di Fata”. Nel film si susseguono personaggi come Dita di Polvere o il malvagio Capricorno, che conferiscono alla trama un tocco magico e fantastico. Ispirato alla trilogia di romanzi della scrittrice tedesca, Cornelia Funke, Inkheart. La leggenda di cuore di inchiostro è un film dal grande fascino e dal messaggio importantissimo: i libri portano in altri mondi e non c’è nulla di meglio che la lettura per crescere. Un tema interessante che tutti gli uomini e le donne hanno a cuore e che in questo film diventa l’occasione per dare vita ad un fantasy intelligente in cui lo scontro tra mondi diversi avviene tra persone della nostra realtà e altre che provengono da un libro intitolato appunto Cuore di inchiostro . Tra il serio e il faceto Inkheart è ricco di citazioni e rimandi letterari: da La Spada nella roccia a Le mille e una notte . Il film brilla per la sua intelligenza stilistica e per radicare la sua tematica fantasy non in un mondo alternativo al nostro, bensì in uno spazio fisico e psicologico in cui la letteratura e la realtà si confondo in maniera intrigante e coinvolgente. Fiabesco e sorprendente. LInha de Passe di e con ana carolina dias, vinicius de oliveira, sandra corveloni sceneggiatura george moura, daniela thomas, bráulio mantovani brasile, 2008

Teatri di Vita, domenica 10 gennaio 2010, ore 17

Un grido di allarme e di denuncia nella tentacolare San Paolo del Brasile: è Linha de Passe , film di Walter Salles che si muove sulla traiettoria del dolore, della disperazione e della malavita di quattro giovani fratelli che affrontano la loro vita in maniera differente. Reginaldo cerca ostinatamente suo padre; Dario sogna una carriera da calciatore che tarda ad arrivare; Dinho si rifugia nella religione; Denis, padre di un bambino, è invischiato in affari illeciti. La loro madre, donna delle pulizie che cresce da sola i quattro figli, avuti da quattro uomini differenti, è nuovamente incinta. In un Brasile in stato di emergenza e in crisi d’identità, tutti i personaggi cercano una via d’uscita, districando le loro vite in una colorata e complicata San Paolo. Walter Salles, regista brasiliano, celebre per il suo Central do Brasil , ha diretto anche altri film legati alle tematiche della sua terra, come Disperato aprile , I diari della motocicletta e Dark Water . In Linha de Passe , Salles è coadiuvato dalla regista Daniela Thomas, giunta al suo terzo lungometraggio, dopo Terra Estrangeira e Primeira Dia . Tra campi di calcio, l’ossessione della ricerca, le corse in moto, il richiamo della fede, s’intrecciano ai bordi di una vita pulsante e frenetica le storie dei personaggi di Linha de Passe , in una metropoli caratterizzata da frequenti ingorghi, furti compiuti da rapinatori in motorino, partite di pallone, confraternite pentecostali. In questo gorgo antropologico, Walter Salles e Daniela Thomas utilizzano un equilibrio narrativo e stilistico creando un film quasi avventuroso nella sopravvivenza dei singoli individui, con un linguaggio schietto e sguaiato che vuole stimolare la curiosità attorno ai temi proposti (calcio, religione, lavoro, famiglia) e che rappresenta emblematicamente storie e ritratti del Brasile. Avvincente e sconvolgente. Jestem (Io sono) di dorota kedzierzawska sceneggiatura dorota kedzierzawska con agnieszka nagorzycka, piotr Jagielski polonia, 2005

Teatri di Vita, domenica 7 febbraio 2010, ore 17

Sguardi da adulto nel volto spaurito di un bambino. Protagonista di Jestem è un ragazzino di undici anni appena fuggito dal riformatorio che, solo, si ritrova a leggere la sua giovane esistenza, il cui unico scopo è quello di esistere agli occhi degli altri. Ripudiato dalla madre e rifugiatosi in uno squallido battello abbandonato, osserva il mondo dal suo oblò, preoccupandosi solo di procurarsi del cibo e un po’ di affetto. A soccorrere le sue paure una ragazzina che abita nella villa di fronte: ricca, con una famiglia apparentamente felice ma alla ricerca continua di qualcuno che si preoccupi di lei. Così attraverso cortesie, sguardi e sorrisi si riempiono i vuoti di un cammino altalenante e difficile. Jestem (che significa “io sono”), diretto e sceneggiato dalla polacca Dorota Kedzierzawska, giunta al suo quarto lungometraggio, affronta l’affermarsi dell’esistere nell’essenza delle piccole cose. La regista continua a calcare gli schermi dei maggiori Festival internazionali (premio speciale della Giuria allo scorso Festival di Berlino nella sezione Kinder Film Fest) affermandosi come una delle figure più interessanti del nuovo cinema polacco. Ancora sconosciuta in Italia, ha debuttato alla regia nel 1989, confezionando film coraggiosi e poco commerciali – decisamente in controtendenza – alla ricerca di nuove soluzioni stilistiche ed evocative. I film di Dorota Kedzierzawska vivono d’immagini, suggestioni, alla ricerca frenetica di un universo visivo fatto di sensazioni, riflessi, volti malinconici che raccontano storie prive di artificialità. Dopo anni di silenzio presenta Jestem , musicato da Michael Nyman (Lezioni di piano ), con sinfonie che regalano un asciutto lirismo ad un’opera incantevole. Il film, tratto da una storia vera avvenuta qualche anno prima nei pressi di Lodz, è la ricerca del proprio posto nel mondo, della propria identità che si scopre rinnovata nelle delicate parole di un amore impossibile, ma autentico e pieno di vita. Profondo e suggestivo. ember – IL mIstero deLLa cIttà dI Luce di gil kenan con bill murray, martin landau, marianne Jean-baptiste, tim robbins, toby Jones, saoirse ronan, Harry treadaway soggetto Jeanne duprau sceneggiatura caroline thompson stati uniti, 2008

Teatri di Vita, domenica 7 marzo 2010, ore 17

La città di Ember non ha mai visto il cielo. Da secoli prospera nel sottosuolo, illuminata da un generatore e concepita dai costruttori come un rifugio con un’autonomia di 200 anni. Il film Ember – il mistero della città di luce è ambientato in un futuro a noi vicino, dove, in conseguenza di un evento catastrofico di non ben precisata natura (forse guerra nucleare), l’umanità è condannata e la superficie del pianeta rimane inabitabile per moltissimo tempo. Viene così fondata la città di Ember, i cui abitanti, nelle generazioni a venire, saranno tenuti all’oscuro della loro reale situazione. Ma da diversi anni, i blackout si fanno sempre più frequenti, le scorte alimentari si vanno esaurendo e i cittadini cominciano a temere l’oscurità eterna. In Ember – Il mistero della città di luce , due giovani si trovano così in eredità una società imperfetta – corrotta, istupidita, letteralmente accecata – e si mettono in gioco per migliorarla, sfidando la proibizione e andando ad osservare il mondo al di fuori del loro. Così facendo disobbediscono imperdonabilmente al giuramento che vorrebbe l’artificiale Ember “l’unica luce in un mondo di tenebre”. Il film di Gil Kenan sembra dirci che lo strumento magico di questa umana ricerca sono le relazioni, cadute in disuso o temute. Il mondo è rappresentato come un enorme groviglio, un’architettura di cui si è perso il senso, e la vita umana si riduce ad una città abbandonata dai costruttori al suo destino. Ironico e serio allo stesso tempo, il film è tratto da un romanzo La città di Ember di Jeanne Duprau, tradotto in veste cinematografica da Gil Kenan in un film spettacolare, dove una realtà dark e grottesca, piena di politici corrotti che pensano solo ai propri interessi, offre anche rimandi simbolici all’attualità. Spettacolare e mozzafiato. sI Può Fare di giulio manfredonia con claudio bisio, anita caprioli, giuseppe battiston, giorgio colangeli, andrea bosca, giovanni calcagno, carlo giuseppe gabardini, rosa pianeta, daniela piperno, pietro ragusa, franco ravera, bebo storti, giulia steigerwalt, franco pistoni, michele di virgilio, andrea gattinoni, natascia macchiniz, maria rosaria russo, ariella reggio, tony d’agostino, daniele ferretti soggetto fabio bonifacci sceneggiatura giulio manfredonia, fabio bonifacci musiche cecilia Zanuso fotografia roberto forza italia, 2008

Teatri di Vita, domenica 11 aprile, ore 17

Siamo nella Milano dei frizzanti anni Ottanta: Nello è un sindacalista, con forti valori etici ma è appassionato di modernità, terziario, mercato. Dopo essere stato allontanato dal sindacato e mandato in una cooperativa di ex malati mentali appena dimessi dai manicomi per la legge Basaglia, si ritrova così in una realtà di “picchiatelli” che non sanno fare nulla, e vivono di lavori assistenziali. Ma lui crede nella dignità del lavoro e, scovate in ognuno di loro delle potenzialità, decide di umanizzarli coinvolgendoli in un lavoro di squadra, riuscendo anche a ridurre quegli psicofarmaci che li intontiscono. I malati si lanciano così nell’avventura della normalità con un’ingenua ebbrezza che intenerisce, scoprendo desideri ai loro occhi “rivoluzionari”: una casa, un amore, il sesso. La follia è una condizione umana dichiarava Basaglia, in noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Prima dell’introduzione in Italia della “legge 180/78”, detta anche legge Basaglia, i manicomi erano spazi di contenimento fisico dove venivano utilizzati metodi sperimentali di ogni tipo, dall’elettroshock alla malarioterapia. Il film di Manfredonia si colloca esattamente negli anni in cui venivano chiusi i primi ospedali psichiatrici, prendendo in carico la narrazione di un mondo che il cinema raramente frequenta, cioè il tema dei confini allargati di una società impreparata ad accogliere alcune categorie sociali. Il risultato è una commedia umana, ridente e a tratti comica, che allontanandosi da una spettacolarizzazione del dramma, offre un interessante spunto di riflessione su un tema delicato. Arioso ed entusiasmante. L’onda di dennis gansel con Jürgen vogel, frederick lau, max riemelt, Jennifer ulrich, christiane paul, elyas m’barek, cristina do rego, Jacob matschenz, maximilian vollmar, max mauff soggetto todd strasser sceneggiatura dennis gansel, peter thorwarth germania, 2008

Teatri di Vita, domenica 9 maggio 2010, ore 17

Rainer Wenger, un professore universitario, tiene per una settimana a scuola un corso sull’autocrazia, instaurando un governo totalitarista nel microcosmo della classe: il gruppo si chiama L’onda , ed è provvisto di “divisa” (una camicia bianca per tutti) e saluto riconoscibile. Gli esiti del pioneristico stile del docente sono però inaspettati e soprattutto incontrollabili. Giorno dopo giorno l’insegnante e i suoi studenti si rendono conto di come sia semplice avviare una dittatura, sia dentro le mura di una scuola che nel mondo esterno. Ispirato ad un’incredibile storia vera, Die Welle è stato uno dei film più acclamati al 26° Torino Film Festival e colpisce per la sua pungente riflessione sulla società contemporanea e sulle contraddizioni in essa evidenti, sottolineando come il carattere manipolabile e standardizzato di una realtà capitalista possa essere il punto di partenza per il sorgere di nuove politiche dittatoriali. Le basi teoriche alle quali devono attenersi i ragazzi nel film di Dennis Gansel, sono la disciplina, l’unità di gruppo e la partecipazione ad azioni comuni. Il labile confine tra esemplificazione propedeutica e realtà e l’assunzione di simboli comuni consolida la convinzione degli studenti di riconoscersi in qualcosa di superiore alla loro singola individualità. Ogni singolo alunno perde il suo carattere di specificità al cospetto dell’entità superiore ed imprescindibile costituita dal gruppo, nato per volontà dell’insieme di ognuno di essi ma che ingloba le componenti individuali. La trasformazione però travolge anche l’artefice stesso del radicale cambiamento di mentalità dei ragazzi, che diventa una sorta di nuovo Führer suggestionato dall’entusiasta reazione degli studenti. Storia conturbante e impegnativa, L’Onda è tratto dal romanzo omonimo The Wave di Peter Thorwarth, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti nel 1969 in una scuola superiore di Palo Alto in California. Inquietante e attuale. domenica 15 novembre 2009 ore 17 Pa-ra-da (2008) di marco pontecorvo Lo strano circo del giovane clown Miloud salva la vita di centinaia di ragazzini romeni che vivono in miseria nei sotterranei di Bucarest. Una storia vera tra risate, partecipazione e impegno civile. Divertente ed emozionante. d omenica 13 dicembre 2009 ore 17 Inkheart La Leggenda dI cuore d'InchIostro (2008) di iain softley Un libro speciale racchiude un mondo fantastico ma anche terrificante, in cui il protagonista sprofonda. Fiabesco e sorprendente. domenica 10 gennaio 2010 ore 17 LInha de Passe (2008) di Walter salles e daniela thomas Tra campi di calcio e corse in moto attraverso un colorato Brasile, quattro fratelli tra malavita e disperazione, alla ricerca di una via d’uscita ai bordi di una metropoli tentacolare e frenetica. Avvincente e sconvolgente. domenica 7 febbraio 2010 ore 17 Jestem (2005) di dorota kedzierzawska Abbandonato a sé stesso dalla madre, si rifugia in un barcone e osserva il mondo da un oblò, sprofondando nella solitudine. Finché lentamente scopre l'amicizia grazie a una ragazza. Profondo e suggestivo. domenica 7 marzo 2010 ore 17 ember IL mIsterodeLLa cIttà dI Luce (2008) di gil kenan Una città sotterranea verso l'apocalisse, due ragazzi che disobbediscono per salvarla. Spettacolare e mozzafiato. domenica 11 aprile 2010 ore 17 sI Può Fare (2008) di giulio manfredonia Sindacalista nella Milano degli Anni Ottanta si ritrova in una cooperativa di giovani ex malati mentali, e contro il parere degli psichiatri insegna loro a lavorare infondendo una nuova fiducia. Arioso ed entusiasmante. domenica 9 maggio 2010 ore 17 L'onda (2008) di dennis gansel Un immaginario esperimento educativo in classe sul potere si trasforma in un vero incubo in cui i giovani creano uno spietato e violento movimento di ispirazione totalitaria che rievoca quello nazista. Inquietante e attuale.

Biglietto unico : 5 euro - Abbonamento : 15 euro 051.566330 - www.teatridivita.it