Verso La Modernità Giuridica Della Chiesa Giovanni Francesco Pavini (Ca
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Online-Schrifen des DHI Rom Neue Reihe Pubblicazioni online del DHI Roma Nuova serie Band Volume 2 Silvia Di Paolo Verso la modernità giuridica della Chiesa Giovanni Francesco Pavini (ca. 1424–1485): la stampa, le decisiones, le extravagantes e la disciplina amministrativa www.dhi-roma.it Lizenzhinweis: Diese Publikation unterliegt der Creative-Commons-Lizenz Namensnennung – Keine kommerzielle Nutzung – Keine Bearbeitung (CC BY-NC-ND 2.0), darf also unter diesen Bedingungen elektronisch benutzt, übermittelt, ausgedruckt und zum Download bereitgestellt werden. Den Text der Lizenz erreichen Sie hier: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/legalcode ISBN 978-3-944097-09-1 ISBN-A 10.978.3944097/091 © 2018 Deutsches Historisches Institut in Rom Istituto Storico Germanico di Roma Via Aurelia Antica, 391 I-00165 Roma http://www.dhi-roma.it Das DHI Rom ist Teil der Max Weber Stiftung – Deutsche Geisteswissenschaftliche Institute im Ausland, einer bundesunmittelbaren Stiftung des öffentlichen Rechts, die vom Bundesministerium für Bildung und Forschung (BMBF) gefördert wird. Satz: werksatz ∙ Büro für Typografie und Buchgestaltung, Berlin a Emanuele Conte Indice sommario Ringraziamenti 7 Introduzione 8 1 Padova, Ferrara, Ravenna, Roma: luoghi di incontro con la cultura canonistica 11 1.1 La formazione in diritto e teologia nelle Università di Padova e Ferrara 11 1.2 Le relazioni ecclesiastiche e cittadine a Padova e Ravenna 15 1.3 La nomina a uditore della Sacra Rota Romana 18 1.4 L’attività giudiziaria durante i pontificati di Paolo II e Sisto IV 20 2 La produzione e l’amor in libris imprimendis a Roma 24 2.1 Gli interessi dottrinali ed editoriali 24 2.2 Opere ed editiones principes 26 2.3 Testimonianze di opere ad oggi perdute 28 2.4 False attribuzioni 31 3 Una lettura moderna delle fonti del diritto della Chiesa 34 3.1 Una proposta di gerarchia delle fonti ante litteram (1478) 34 3.2 Autenticità delle decretales extravagantes 36 3.3 La canonistica intorno alla decretale Pastoralis di Innocenzo III 39 3.4 “Extravagantes qualiter et ubi debent produci si de eis dubitatur?” 44 3.5 “Regulae cancellariae quam vim habent?” 46 3.6 “Numquid regulae istae universaliter ligent omnes etiam extram Curiam?” 49 3.6.1 “Pro parte negativa, videlicet, quod regulae non ligent universaliter omnes” 49 3.6.2 “Pro parte afirmativa, videlicet, quod regulae istae faciant ius generale” 51 3.7 Il valore delle Decisiones Rotae dentro e fuori la Curia 56 4 La legislazione canonica extravagans 61 4.1 Le decretales extravagantes e la loro esegesi 61 4.1.1 La tradizione manoscritta 61 4.1.2 La tradizione incunabola 63 4.2 La editio princeps delle extravagantes communes cum glossis (1475) 65 4.3 La decretale Unam Sanctam e la sua esegesi 68 4.4 Il Commentario alla Bolla Unam Sanctam (1478) 70 4.5 La editio princeps delle Extravagantes Iohannis XXII (1478) 72 4.6 Le Decretales Extravagantes Communes nel Corpus Iuris Canonici 74 4.7 Le glosse alle extravagantes dal manoscritto alla stampa 76 Indice sommario 5 La giurisprudenza della Sacra Rota Romana 81 5.1 Il valore e la circolazione delle decisiones nei manoscritti 81 5.2 Il passaggio a stampa delle decisiones 84 5.3 Il contributo di Pavini alla circolazione della giurisprudenza rotale (1475) 85 5.4 Le Decisiones Novae e le Decisiones Antiquae 87 5.5 Le Decisiones di Thomas Fastolf e le Decisiones Antiquiores 88 5.6 L’operazione editoriale di Pavini sulle decretales e sulle decisiones 89 6 La dottrina consiliare e la stampa 91 6.1 La perizia tecnica di Pavini al servizio della Chiesa 91 6.2 La prima consultatio contra Iudaeos Tridentinos (1478) 92 6.3 La seconda consultatio contra Iudaeos Tridentinos (1478) 98 6.3.1 Il mandato al commissario pontificio 98 6.3.2 La condanna dell’operato del commissario pontificio 99 6.4 Le conclusioni sul processo trentino 102 6.5 L’introduzione della stampa a Trento come strumento di propaganda antiebraica 103 6.6 La difusione a stampa delle due consultationes 104 6.7 La seconda edizione dei Consilia di Oldrado da Ponte (1478) 105 7 La ordinaria amministrazione del prelato 108 7.1 Il Tractatus de visitatione praelatorum (1475) 108 7.2 Il procedimento di visita 112 7.3 Il visitatore, i visitati e i capitula di inchiesta 118 7.4 La remunerazione del visitatore 123 7.5 La visita nella canonistica quattrocentesca 129 7.6 La circolazione del Tractatus de visitatione praelatorum 131 8 La ordinaria amministrazione del capitolo sede vacante 133 8.1 Il Tractatus de oficio et potestate capituli sede vacante (1481) 133 8.2 Il capitolo e la vacanza della sede vescovile 135 8.3 “An capituli iurisdictio sede vacante in spiritualibus et temporalibus sit ordinaria in omnes” 140 8.4 “An capitulum sede vacante succedat in iurisdictione prelato defuncto a iure vel ab homine delegata” 146 8.5 La difusione del Tractatus de oficio et potestate capituli sede vacante 149 Conclusioni 151 5 Indice sommario Abbreviazioni 153 Fonti 154 Fonti manoscritte 154 Fonti edite 156 Cataloghi 158 Cataloghi dei manoscritti 158 Cataloghi degli incunaboli 160 Edizioni antiche 161 Edizioni di opere di Giovanni Francesco Pavini fino ai Tractatus Universi Iuris 161 Editiones principes curate da Giovanni Francesco Pavini 162 Altre edizioni antiche 163 Bibliografia 170 6 Ringraziamenti La mia più profonda riconoscenza va a Emanuele Conte per avermi avvicinato alla storia del diritto e non aver mai smesso di guidarmi con straordinaria disponibilità e generosità di insegnamento. A Martin Bertram rivolgo il mio grazie infinite per avermi accompagnato nella stesura di questo testo con la sua sapienza e il suo rigore scientifico, che sono stati per me uno stimolo costante a migliorare. Ad Andreas Meyer (†) va il mio ricordo afettuoso e grato per la sua amicizia, i preziosi consigli e le piacevoli conversazioni, che hanno costituito un contributo di enorme valore alla definizione di questo studio. A Orazio Condorelli e Antonia Fiori il mio grazie di cuore per avermi oferto continui stimoli e occasioni di confronto e crescita sin dagli studi dottorali. Per avermi onorata, negli anni, della loro attenzione, desidero ringraziare Paolo Alvazzi Del Frate, Italo Birocchi, Ennio Cortese, Carlo Fantappiè, Dolores Freda, Luca Loschiavo, Marta Madero, Paola Mafei, Sara Menzinger, Paolo Napoli e Beatrice Pasciuta. Al Deutsches Historisches Institut in Rom, e in special modo a Kordula Wolf, esprimo la mia più sincera gratitudine per aver accolto questo lavoro con cordialissima professionalità e un eccezionale spirito di collaborazione. Ringrazio Alessandra Casamassima per la costante disponibilità e tutto il personale della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” e ancora il Max-Planck-Institut für europäische Rechtsgeschichte di Francoforte e i suoi direttori Michael Stolleis, Marie Theres Fögen (†) e Thomas Duve per la prolungata ospitalità. A Francesco Haass, mio marito, un immenso grazie di cuore per essermi stato sempre vicino. A Sveva Del Gatto, Leo Piccinini e Sheena Isobel Wilson, un grazie sincero per la preziosa amicizia. 7 Introduzione “At tu non in multis tantum sed in omnibus eundem te praestas, omnia rimaris, omnia vides, omnia in- telligis, nichil est quod non veniat in mentem tanquam ea que ceteros latere solent … Magna industria in perquirendo si quid in causa latet abstrusum doli, acre ingenium in convincendis argumentatio- num sophismatibus, subtile acumen in invenienda et ad lucem deducenda veritate, disputas subtiliter, graviter, ornate et frequenter ultro poscis controversias, in pugnam rediens assurgis vehementer iam igitur incipis statim omnia, occursant verba et qualia quesita et exculta”. Con queste parole colme di ammirazione e di esuberante retorica secondo lo stile elogiativo del tempo, nel 1475, l’avvocato concistoriale Giovanni Luigi Toscani espresse la considerazione altissima di cui l’uditore Giovanni Francesco Pavini godeva all’interno del tribunale della Sacra Rota Romana per le sue spiccate doti di analisi, discernimento e argomentazione giuridica.¹ Benché fosse ormai anziano e debilitato nel corpo, egli era ancora straordinariamente dedito al proprio uficio giudiziario al servizio del pontefice Sisto IV. L’occasione di queste note celebrative, espresse in forma epistolare, si presentò quando Pavini curò l’edizione incunabola di un volume che riuniva per la prima volta le collezioni trecentesche di Deci- siones della Rota Romana. L’imponente volume fu stampato nel 1475, a Roma, dal tipografo tedesco Georgius Lauer² e al suo interno trovò posto la testimonianza del Toscani, che oggi costituisce un prezioso ritratto della figura di Pavini uditore. Alla città papale si legò la seconda parte della vita di Pavini, interamente spesa nella magistratura e nell’impegno scientifico ed editoriale, mentre la sua formazione accademica ed ecclesiastica si snodò tra Padova, Ferrara e Ravenna, città nelle quali trascorse all’incirca i primi quarant’anni. Frequentò tutti gli ambienti dell’Accademia padovana: insegnò presso le facoltà dei teologi e dei giuristi divenendo membro dei rispettivi collegi, coltivò contatti con le arti e la medicina. Sempre in questa città conobbe da vicino il funzionamento dell’amministrazione diocesana – dapprima nella veste di vicario capitolare negli anni del vescovo Fantino Dandolo (1448–1459), più tardi di vicario generale del vescovo Iacopo Zeno (1460–1481) – maturando un’esperienza giuridico-pastorale che riversò poi nelle sue opere principali: il Tractatus de visitatione praelatorum (1475) e il Tractatus de oficio et potestate capituli sede vacante (1481). La sua produzione³ abbraccia la legislazione papale, la giurisprudenza rotale, la dottrina consiliare, l’amministrazione della Chiesa e altresì i processi di canonizzazione, lasciando intravedere il pro- gressivo afermarsi di un nuovo equilibrio tra le diverse componenti dell’ordinamento canonico.⁴ L’arrivo precoce della stampa a Roma, che presto rese visibile la diferenza fra due universi culturali e 1 La citazione è tratta da una lunga epistola di Giovanni Luigi Toscani a Giovanni Francesco Pavini contenuta nell’edizione delle Decisiones Rotae Romanae stampata a Roma nel 1475 da Georgius Lauer.