con il patrocinio

COMUNE DI BOTTICINO C Provincia di Brescia U CROSS R BOTTICINO JAZZ II Centro Lucia E 30-31 Ottobre 2009 N in collaborazione con T CrossCurrent BOTTICINO JAZZ II Produzione: Comune di Botticino, Botticino Servizi s.r.l. e Associazione Culturale Crosscurrent Direttore Artistico: Luigi Settala Direttore Esecutivo: Mariateresa Porteri Organizzazione: Mario Fava, Cesare Magagna, Davide Lorenzon Fotografo ufficiale: Luciano Rossetti Fonica: Zanetti Audio Artwork: Carlo Majorani Progetto grafico e realizzazione: La Grafica Webmaster: Alessandro Camanini Il festival è patrocinato dal Settore Turismo di Regione Lombardia e Provincia di Brescia e dalla SIdMA - Società Italiana di Musicologia Afroamericana

Biglietti: 20 e serata, 35 e abbonamento Prevendita on-line Informazioni: Ufficio Cultura Comune di Botticino tel. 0302197460

con il patrocinio COMUNE DI BOTTICINO Provincia di Brescia CrossCurrent BOTTICINO JAZZ II

30/31 OTTOBRE 2009 centro Lucia Botticino (BS)

I lusinghieri risultati ottenuti nella prima edizione di Botticino Jazz (dal 27 al 29 ottobre 2008) sono riassunti nel tutto esaurito che si è registrato in ognuna delle tre serate di un festival al debutto. Il quartetto del pianista e compositore Corrado Guarino, il quartetto di Amiri Baraka, il trio Burrell, Conquest e Barnes, il quartetto di improvvisazione Parker, Drake, Mateen e Wilkes, il duo Puglisi, Drake e in particolar modo l’ensemble di William Parker “The inside songs of Curtis Mayfield”, hanno riscosso da un pubblico composto prevalentemente da neofiti un successo ben oltre le aspettative. Il festival si terrà venerdì 30 e sabato 31 ottobre e da quest’anno viene chiamato Crosscurrent per sottolineare la direzione controcorrente della manifestazione e le benefiche tendenze conflittuali generatesi nella musica jazz dopo la rivoluzione del free. Anthony Davis è indiscutibilmente un nome di punta dell’avanguardia jazz degli anni Ottanta, da radicale esponente del free ha via via inserito elementi compositivi dalla musica ripetitiva, gamelan indonesiani e musica colta europea, senza mai allontanarsi definitivamente dal materiale jazzistico. Defilatosi progressivamente dall’attività concertistica, negli ultimi 20 anni si è dedicato prevalentemente all’insegnamento (presso la prestigiosa University of California) e alla scrittura di opere di grande interesse come la celeberrima “X, The Life and Times of Malcolm X”, primo esempio di opera jazz di contenuto politico contemporaneo che gli valse una nomination ai Grammy Awards per la migliore opera di musica contemporanea. L’esibizione a Botticino in solo con la nuova composizione “Letters from Lincoln”, basata sulla corrispondenza di Abraham Lincoln dal 1840 al 1863 e l’anteprima mondiale del nuovo quintetto Episteme, segna il ritorno in grande stile del pianista del New Jersey con una formazione capace di eccitare la fantasia in uno degli eventi più importanti della stagione. Il concerto sarà diffuso in diretta da RAI Radio 3. Doppia fatica anche per il chitarrista James Emery che si esibirà in solo e con il suo quartetto con il quale incise Standing on a whale fishing for minnows nel 1997. Virtuoso del suo strumento tale da essere definito il “Segovia del jazz”, si trova a proprio agio sia nell’improvvisazione che nella composizione. La caratteristica che fa di Emery un’eccezione nel jazz d’avanguardia è l’utilizzo della chitarra acustica, interpretando lo strumento con originalità e totale comprensione del linguaggio creativo. Le sue capacità di compositore sono altrettanto ragguardevoli: in esse si fondono con equilibrio il suo virtuosismo di strumentista e la modernità della scrittura sia colta che jazzistica, creando una sintesi sorprendentemente gradevole capace di attrarre un ampio pubblico. Il quartetto si presenterà a Botticino per la prima volta in Europa. Il trio di Mary Halvorson, Jessica Pavone e Taylor Ho Bynum è un progetto originale della rassegna e pertanto si esibirà per la prima volta a Botticino in un concerto di musica totalmente improvvisata. I tre giovanissimi musicisti sono la crema della nuova scena creativa newyorchese e si stanno imponendo prepotentemente come stelle nascenti del firmamento jazzistico internazionale. Accomunati dai preziosi insegnamenti di ed esposti al grande pubblico internazionale per aver iniziato la carriera in formazioni del maestro, si sono prontamente rivelati la forza trainante della nuova interessante scena avant-jazz di Brooklyn. Il trio di chitarra elettrica, viola e cornetta non mancherà di affascinare il pubblico e non solo grazie all’estremamente insolito melange di colore. Dinamitri Jazz Folklore è una formazione con base a Livorno, capitanata dal sassofonista Dimitri Grechi Espinoza. Presenteranno una selezione delle composizioni realizzate nella loro storia decennale ed, in particolare, il loro ultimo lavoro Akendengue Suite che ha costituito la prova della definitiva maturazione di una delle migliori band italiane, composta da alcune delle più fulgide promesse del panorama creativo nostrano. Anthony Davis: “Letters from Lincoln” Anthony Davis piano Anteprima europea Anthony Davis è nato nel 1951 a Paterson nel New Jersey. Iniziò a studiare il pianoforte in tenera età e proseguì la sua formazione al Wesleyan Institute ed a Yale, dove ottenne la laurea nel 1975. Nel 1977 si trasferì a New York dove divenne in breve tempo uno dei principali pianisti della scena d’avanguardia, collaborando con Oliver Lake, Anthony Braxton, Chico Freeman, George Lewis, , James Newton e Abdul Wadud, solo per citarne i più significativi. Oltre all’attività propriamente di carattere jazz, nel corso della sua carriera di musicista si è imposto tra i maggiori compositori contemporanei, realizzando un opus che include musica sinfonica, musica da camera, musica corale e opera lirica contemporanea. I lavori in solo di Anthony Davis sono una costante che ha caratterizzato tutto il corso della sua attività di compositore. In effetti, la sua prima incisione discografica è Past Lives, pubblicata nel 1978 ed è considerata da molti critici il migliore esempio del suo solismo pianistico. Nel 1980 incide Lady of the mirrors che consolida la sua posizione tra i più complessi ed affascinanti interpreti dello strumento, tributando la splendida composizione Man on a turquoise cloud ad una delle sue principali influenze stilistiche: Duke Ellington. Il suo terzo lavoro in solo è Middle Passage del 1984 che introduce elementi di musica elettronica. Letters from Lincoln è la sua ultima composizione pianistica. L’opera è ispirata alla corrispondenza del XVI presidente degli Stati Uniti d’America Abraham Lincoln, ed è divisa in quattro movimenti, corrispondenti ad altrettante fasi della sua esistenza negli anni dal 1840 al 1863. E’ stata eseguita per la prima volta nel febbraio - 19.00 30 ottobre Venerdì di quest’anno a Seattle nel corso dei festeggiamenti per il bicentenario di Lincoln. James Emery solo James Emery chitarra acustica James Emery è nato nel 1951 a Youngstown in Ohio. All’età di 6 anni inizia a prendere lezioni di organo ed a 10 passa definitivamente alla chitarra. Prosegue la formazione alla Cleveland State University e la completa al City College di New York, dove si trasferisce nel 1974. Studia chitarra classica, composizione, orchestrazione e teoria della musica. La sua attività di musicista jazz e contemporaneo inizia nel 1975 a New York entrando in contatto con la comunità free e musicisti del calibro di e John Lindberg, con i quali costituisce il primissimo nucleo dello storico , tuttora la sua formazione più conosciuta. Negli anni ha costituito diverse formazioni quali il trio, il quartetto, il sestetto, il settetto, per le quali ha scritto appositi materiali, adattandoli alle caratteristiche dei singoli musicisti utilizzati. È solito esibirsi anche in solo, alternando improvvisazione a composizioni realizzate per la chitarra acustica. In questa veste solistica, negli anni ottanta incise due registrazioni, Artlife ed Exo Eso, che pochi hanno avuto la fortuna di ascoltare essendo state pubblicate in quantità limitata. Motivo in più per non perdere la sua esibizione a Botticino ed assaporare la sua strabiliante tecnica strumentale nella forma meno diluita.

Discografia James Emery solo: Artlife (Lumina, 1983) Exo Eso (FMP, 1987) Venerdì 30 ottobre - 21.15 30 ottobre Venerdì

Anthony Davis: “Letters from Lincoln” James Emery solo Anthony Davis Quintet “Episteme” Anthony Davis piano J.D. Parran clarinetto, clarinetto basso e flauto violino Lisle Ellis contrabbasso - batteria Anteprima mondiale trasmesso in diretta da

Episteme è il marchio di fabbrica dell’Anthony Davis più legato a modalità e strutture tipiche del jazz contemporaneo. L’ensemble è costituito nel 1981, inizialmente con il proposito di sperimentare collettivamente con differenti generi musicali. Ben presto Episteme si è esclusivamente dedicato all’esecuzione delle composizioni di Davis che con il sapiente utilizzo di parti improvvisate all’interno di forme annotate e lo spregiudicato uso di materiali eterogenei, quali jazz, musica gamelan indonesiana, musica ripetitiva americana e classica contemporanea, si è imposto come uno dei più importanti compositori degli ultimi trent’anni. Con questa formazione sono stati pubblicati diversi lavori a partire dall’omonimo Episteme del 1981 e molti dei nomi di spicco dell’avanguardia vi hanno partecipato. Pheeroan AkLaff, Abdul Wadud, Rick Rozie, Mark Helias, Dave Samuels, Jay Hoggard, Warren Smith, George Lewis, Shem Guibbory, David Miller, Eugene Friesen, Dwight Andrews, , ed i musicisti presenti a Botticino, costituiscono un impressionante veicolo per la trasmissione delle personalissime idee operative di Davis, per certi versi vagamente accomunabili al lavoro svolto da e .

La formazione attuale si esibirà per la prima volta nella nostra rassegna - 22.30 30 ottobre Venerdì e la curiosità per ciò che è unanimemente considerato uno degli eventi maggiori della stagione, è elevatissima.

Discografia Anthony Davis “Episteme”: Episteme (Gramavision, 1981) Variations in dreamtime (India Navigation, 1982) Hemispheres (Gramavision, 1983) Undine (Gramavision, 1986) Halvorson/Pavone/Bynum Taylor Ho Bynum - cornetta Jessica Pavone - viola Mary Halvorson chitarra elettrica Progetto originale Mary Halvorson (1980), Jessica Pavone (1976) e Taylor Ho Bynum (1975) sono musicisti dall’imbarazzante carta d’identità, almeno per noi maturi ascoltatori del jazz contemporaneo. Ciò non significa che gli allievi del maestro Anthony Braxton non abbiano già raggiunto una ragguardevole maturità espressiva. A ciò si deve aggiungere che i tre rappresentano la forza trainante dell’interessantissima nuova scena di Brooklyn, legata all’esplosione di nuovi locali, etichette discografiche ed attività che implicano l’interazione con diverse forme di espressione artistica. Le collaborazioni tra i tre musicisti sono incestuose: Pavone e Halvorson hanno costituito un duo che ha già all’attivo tre lavori discografici di rara bellezza e fanno parte della band Jason Cady & the Artificials, Halvorson e Bynum accompagnano Anthony Braxton nel Diamond Curtain Wall Trio, la Halvorson è membro del Taylor Ho Bynum Trio e Sextet e tutti e tre hanno inciso nella formazione The Thirteenth Assembly con il batterista Tomas Fujiwara. A Botticino si esibiranno per la prima volta in questo trio, anche se, evidentemente, il livello di interazione tra i giovani musicisti non potrà che essere elevatissimo. Particolare attenzione dovrà essere riservata all’insolito melange di colori sonori, segno e conseguenza dell’apertura mentale trasmessa loro dal fondamentale esempio dei tre grandi santi patroni del jazz creativo: Muhal Richard Abrams, Henry Threadgill e Anthony Braxton. Sabato 31 ottobre - ore 19.00 - ore 31 ottobre Sabato

Anthony Davis Quintet “Episteme” Halvorson/Pavone/Bynum Dinamitri Jazz Folklore Dimitri Grechi Espinoza sax alto Beppe Scardino sax baritono Emanuele Parrini violino Gabrio Baldacci chitarra elettrica Pee Wee Durante organo Hammond e Fender Rhodes Andrea Melani batteria Simone Padovani - percussioni “Noi abbiamo la consapevolezza che la tradizione jazzistica, come tutti i fenomeni ciclici umani, stia degenerando inesorabilmente in una semplice forma di superstizione (termine che nella sua etimologia designa una cosa che sopravvive a se stessa, anche quando ha ormai perduto la sua vera ragione d’essere). Perciò suoniamo per chi è interessato al contenuto spirituale che ancora oggi il jazz, essendo un “linguaggio”, è in grado di veicolare, e non per chi si interessa all’intrattenimento musicale sotto le spoglie del jazz. Suoniamo il suono/ritmo “Africano” che è un’arte fatta di sensibilità (e comprensione) ai (dei) principi che regolano la creazione del nostro Mondo. Suoniamo, infine, con la consapevolezza che il culto dell’individualità è una menzogna, e chiunque alimenti questa illusione, contribuisce alla decadenza sua personale e a quella della comunità alla quale appartiene. Abbiamo iniziato quest’anno l’approfondimento della relazione esistente tra maschere e gesto musicale. Nella cultura Africana le maschere simboleggiano (esteriorizzano) altri stati non umani, che appartengono all’individuo che le indossa. Esse rivelano la dimensione non visibile e sono uno stato più vero che quello della modalità corporea, in quanto è dal mondo sottile che il mondo corporeo secondo tale tradizione trae la sua realtà. Infatti il sacro inizia a manifestarsi quando la coscienza dell’artista si apre alla conoscenza dei gradi del Cosmo.” Dinamitri Sabato 31 ottobre - ore 21.15 - ore 31 ottobre Sabato Discografia Dinamitri Jazz Folklore: Vita nova (Philology, 2000) Folklore in black (Caligola, 2003) Congo Evidence (Caligola, 2007) Akendengue Suite (Raitrade, 2008) James Emery Quartet James Emery - chitarra acustica Marty Ehrlich - saxofoni e clarinetto - contrabbasso Gerry Hemingway - batteria Anteprima europea “Lavora su te stesso, non imitare mai. Il tuo personale talento sarà sempre presente assieme alla forza generata dalla dedizione di un’intera esistenza, a differenza del temporaneo e parziale possesso della creatività di un altro” Ralph Waldo Emerson Self Reliance, 1841 Questa dichiarazione di intenti del trascendentalista americano Emerson, racchiude l’ideale che ha guidato la mia espressione di musicista sin da quando ero adolescente. Avere il senso dell’importanza dell’espressione individuale è fondamentale sebbene non possa portare a risultati tangibili in mancanza di una ricerca continua ed assoluta. Ognuno di noi è un essere unico, ognuno ha la possibilità di creare qualcosa di straordinario e di universale. In questi tempi cruciali di disordine e cambiamento, io percepisco che ognuno di noi, a suo modo, ha la possibilità di contribuire alla salvaguardia dell’umanità e del pianeta che abitiamo. Negli ultimi vent’anni ho rivolto tutta la mia energia ed attenzione in questa direzione. Molti lavori che avrete la possibilità di ascoltare a Botticino contengono un approccio multitematico che combina le idee annotate dal compositore (composizione) con un elevato grado di libertà espressiva per ogni interprete (improvvisazione), cosi come la struttura e l’ispirazione delle opere suggeriscono. Nel tentativo di costituire un equilibrio tra improvvisazione e composizione, si possono sviluppare interessanti movimenti attrattivi tra le polarità che si informano ed influenzano reciprocamente. Nei lavori meglio concepiti, questa dualità

svanisce dando forma ad una nuova sensibilità. In questa zona rarefatta, 22.30 - ore 31 ottobre Sabato il confine tra ordine e caos scompare, le forme composte assumono le sembianze dell’improvvisazione e le parti improvvisate conquistano l’integrità della composizione. Questo approccio permette di esplorare anche un’altra forma di dualismo: combinare l’inventiva, l’umore, il fuoco e la spontaneità della musica improvvisata con la sensibilità della musica da camera, nella quale le sonorità di insieme, l’interazione, la dinamica e la precisione del fraseggio sono di massima importanza … ed è cosi che la dichiarazione di intenti dell’individuo si fonde con quella del gruppo. James Emery Discografia James Emery Quartet: Standing on a whale fishing for minnows (Enja, 1997) Dinamitri Jazz Folklore James Emery Quartet come arrivare centro lucia via Mazzini Da Milano/Brescia uscita Autostrada Brescia Centro via Cavour tangenziale Lago di Garda Da Brescia via Mazzini via Longhetta uscita Sant’Eufemia, via S. Eufemia direzione Rezzato, Caionvico seguire direzione Botticino indicazioni Centro Polivalente Lucia

Da Verona uscita Autostrada Brescia Est, seguire direzione Rezzato e Botticino, via Garibaldi Dalla S.S.11 indicazioni Centro Polivalente Lucia da Brescia o Verona

Centro Lucia via Longhetta - BOTTICINO (BS) www.botticinojazz.it

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