D1 Relazione Sui Beni Storico Culturali.Pdf

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D1 Relazione Sui Beni Storico Culturali.Pdf ELEMENTI METODOLOGICI Per la valutazione di cui alla presente indagine si è proceduto secondo le metodolo- gie in uso nella ricerca archeologica, comunemente accettate in ambito scientifico e in accordo con le Linee guida per l’adeguamento dei Piani Urbanistici Comunali al PPR e al PAI – Prima fase – Riordino delle conoscenze: Assetto storico culturale , relative al Piano Paesaggistico Regionale (L.R. 25 novembre 2004, n. 8). Le procedure seguite si inseriscono, come detto, nella prassi dell'indagine archeolo- gica così come codificata, ormai in modo condiviso, in ambito nazionale e interna- zionale. Lo scopo è quello di indagare tutte le fonti possibili, a qualsiasi livello di approfondimento e da qualsiasi sorgente utile; sia che si tratti di fonti pregresse (dati di letteratura, d’archivio o fonti orali, vecchie indagini sul terreno) che di fonti derivanti da indagini sul terreno realizzate per il presente lavoro. Indagine che si estrinseca nel trattamento secondo le procedure di validazione e nell’analisi secondo le metodologie specifiche alla tipologia di fonte e l’inserimento in modelli di valuta- zione specifici. ANALISI DELLE CONOSCENZE PREGRESSE La fase preparatoria prevede l’analisi delle conoscenze pregresse e di una serie di strumenti utili quali le foto e le carte. Questa fase è particolarmente importante per una pluralità di motivi: - in primo luogo permette di avere un primo quadro articolato del territo- rio oggetto di indagine, tanto più credibile quanto più ampie e circostan- ziate sono state le indagini nel passato. - In secondo luogo permette di valutare siti di interesse archeologico che oggi non sono più esistenti o la cui visibilità è scarsa o nulla rispetto al passato. A parte i casi di distruzione completa, sono presenti aree ar- cheologiche oggi non leggibili per le modifiche avvenute nel terreno do- vute a cambi di destinazione d’uso (urbanizzazione o formazione di co- pertura vegetale tale da comprometterne la leggibilità) oppure per il fe- nomeno, noto in letteratura, dei “siti semaforo”, siti caratterizzati da a- ree di dispersione di materiali in superficie, la cui visibilità non è costan- te nel tempo; in questo caso è altamente probabile che durante le perlu- strazioni effettuate per la realizzazione di Piani urbanistici o valutazioni di impatto archeologico tali siti non siano visti. La menzione in letteratu- ra o in archivio (o per fonte orale) resta così l’unico dato utilizzabile per la definizione di un’area di rischio che eviti, nel caso di lavori particolar- mente invasivi, la definitiva scomparsa del bene. RACCOLTA DEI DATI DI ARCHIVIO E BIBLIOGRAFICI Per quanto riguarda gli archivi, l'indagine ha riguardato quello della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano e gli Archivi di Stato di Oristano e Cagliari. La ricerca ha riguardato l'esistenza di indicazioni specifiche sulla presenza di rinvenimenti archeologici attestati da documenti ufficiali dell'Ente competente per 1 la tutela sul territorio, la Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano. Per i dati di letteratura l'indagine si è svolta presso le principali biblioteche speciali- stiche per il settore archeologico, dotate dei testi necessari, comprendendo sia testi scientifici sia divulgativi, al fine di assumere tutte le informazioni anche non suppor- tate da specifiche validazioni scientifiche; notizie verificate, ovviamente, in fase successiva. Le Biblioteche nelle quali sono state effettuate le indagini sono quelle della Soprin- tendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano, del Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche (ora dipartimento di storia, beni culturali e territorio) e della Scuola di Specializzazione in Studi Sardi dell'Università degli Studi di Cagliari, la Biblioteca Universitaria di Cagliari, con le quali si ritiene di aver compiuto uno spoglio esaustivo di quanto edito. Ai due luoghi si affianca un’altra fonte importante quella orale, dovuta alla presenza di informatori locali competenti e la cui conoscenza del terreno, frutto di una plurali- tà di anni di percorrenza, è insostituibile. SCAVI ARCHEOLOGICI Per alcune aree è stato possibile disporre di dati provenienti da scavi archeologici effettuati dalla Soprintendenza archeologica e dal Comune di San Vero Milis, sia di tipo programmato ( s’Urachi e Su Pallosu ) sia a seguito di lavori di trasformazione territoriale, in particolare condotte idriche (necropoli di Punta Zinnigas e di Perd’e Cresia ), dia a seguito di interventi d’urgenza. FOTOINTERPRETAZIONE Si è provveduto all'analisi delle fotografie aeree esistenti e all'analisi di immagini di satellite. L'indagine, dato lo stato del terreno, ha permesso l’individuazione di ele- mente peculiari che hanno permesso una migliore definizione delle ricerche a terra. LETTURA GEOMORFOLOGICA DEL TERRITORIO La lettura geomorfologica del territorio è stata utilizzata per individuare eventuali anomalie o segni lasciati sul terreno da resti archeologici ovvero per individuare costanti geografiche nella disposizione dell'insediamento umano, tali da evidenziare le potenzialità insediative. La lettura è stata realizzata sia con l'indagine visiva sui luoghi sia attraverso il ricorso alle carte tematiche (geologiche, geopedologiche, uso del suolo) esistenti. PROSPEZIONI DI SUPERFICIE Sono state svolte con il classico metodo del field-walking , consistente nel cammina- re lungo le aree oggetto di indagine e rilevare autopticamente gli indicatori sia visivi sia materiali che permettano di indiziare la presenza di elementi di interesse ar- cheologico, quali resti di edifici o reperti archeologici affioranti sul terreno. Durante 2 le prospezioni si è provveduto a documentare l’eventuale presenza di reperti dia- gnostici per la determinazione della qualità cronologica e culturale del sito. PARAMETRI DI VALUTAZIONE Per poter effettuare una valutazione dei dati raccolti, secondo le modalità su de- scritte è necessario rifarsi a dei parametri che permettano di distinguere il grado di conoscenza raggiunto per ciascun sito analizzato. Il territorio di San Vero Milis pre- senta un complesso sistema di criticità archeologiche che rendono necessaria l’attenta valutazione degli interventi che nel tempo vengono proposti nell’evoluzione territoriale. Per tale motivo è importante definire quale sia il grado di conoscenza sulla base del quale viene effettuta la valutazione. Come è detto l’estensione del rischio che ogni singolo sito corre può essere esplicitato cartograficamente solo in modo parziale, trattandosi di beni non facilmente individuabili sul terreno, salvo casi rari di monu- mentalizzazione che ha resistito allo spoglio sistematico iniziato subito dopo l’abbandono del bene e proseguito sino ai giorni nostri. Ciò significa che la ricerca non è un dato fissato una volta per tutte ma che si trova in costante aggiornamen- to. Allo stato attuale è possibile attivare una conoscenza condivisa (tramite gli stru- menti della cartografia e del database) su tre livelli di completezza: 1. Individuazione presumibile sulla base dei parametri insediamentali noti per questo territorio, ma non definibile con dati materiali 2. Individuazione generica , non definibile nella sua reale estensione nel terre- no e, conseguentemente, cartografica e parzialmente analitica 3. Individuazione puntuale , sul terreno, cartografica e analitica Per quanto riguarda i parametri di valutazione del grado di rischio archeologico si è fatto riferimento alla presente scala elaborata dallo scrivente: Grado 1 l'area indagata presenta elementi morfologici tipici dei parametri = insediativi noti nella zona senza che in superficie vi siano evidenti tracce culturali tali da permettere l'identificazione puntuale; Grado 2 l'area indagata è segnalata da fonti orali o scritte non verificabili in = modo più approfondito, senza che in superficie vi siano evidenti tracce culturali tali da permettere l'identificazione puntuale; Grado 3 l'area indagata è segnalata da fonti orali o scritte di carattere scien- = tifico o comunque di provenienza verificata, senza che in superficie vi siano evidenti tracce culturali tali da permettere l'identificazione puntuale; Grado 4 l'area indagata è segnalata dalla presenza di tracce culturali sul ter- = reno tali da indiziare l'esistenza di un Bene Culturale sebbene in modo generico in assenza di sondaggi o scavi archeologici; Grado 5 l'area indagata è segnalata dalla presenza di strutture o di elementi = in grado di permettere una definizione puntuale del Bene Culturale 3 CARTE Le carte prodotte a seguito delle indagini compiute per il presente lavoro sono fatte di tanti punti formalizzati che indicano le presenze archeologiche accertate. Dal punto di vista metodologico, ogni carta archeologica ha una valenza diversa a se- conda dell’uso che ne dobbiamo fare. Se lo scopo è quello della ricostruzione dei paesaggi la carta andrà sequenziata cronologicamente, in modo tanto più raffinato quanto è possibile sulla base del progresso della ricerca. Altro è l’uso urbanistico nel quale la carta si trasforma in strumento di tutela che, in prospettiva, dovrebbe tra- sformarsi in vera e propria carta del rischio. In entrambi i casi le carte prodotte non sono significative per le assenze, ma il loro valore è tale solo per le presenze archeologiche indicate. Ciò significa che i vuoti non sono di per sé vuoti di testimonianze ma possono derivare più semplicemente da fattori non dipendenti direttamente dalle indagini qui effettuate. In particolare si fa riferimento: - Alla scarsa
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