Bosa, Planargia E Montiferru
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A.D. MDLXII UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANISTICHE E SOCIALI ___________________________ SCUOLA DI DOTTORATO IN SCIENZE UMANISTICHE E SOCIALI CICLO XXVIII Bosa, Planargia e Montiferru: storia e istituzioni, geografia e toponomastica Relatore: Prof. ANGELO CASTELLACCIO Direttore della Scuola: Prof. MASSIMO ONOFRI Dottorando: CINZIO CUBEDDU ANNO ACCADEMICO 2012/2013 INDICE LA GEOGRAFIA p. 1 Il territorio della Planargia p. 1 Gli insediamenti p. 5 La cartografia p. 5 Le dinamiche insediative p. 8 TOPONOMASTICA MEDIEVALE DI BOSA p. 10 Toponomastica urbana p. 10 Toponomastica extraurbana p. 17 Bainas p. 17 Calameda p. 18 Campu de mare p. 19 Sa Sea p. 21 Castangias p. 22 Querquetannos p. 23 Sierra Ispinas p. 24 S’istagnone p. 24 Toponomastica costiera p. 26 Cala Fenuggiu p. 26 Cala de Moro p. 26 Castillo Barisone p. 27 Columbargia p. 27 Cumpoltittu p. 29 Isola Rossa p. 29 Marrargiu p. 31 Monte Mandrone p. 32 Punta Argentina p. 33 Il territorio del Montiferru p. 34 Il paesaggio p. 34 I fiumi p. 37 LA STORIA p. 38 Le vicende storiche: dalle invasioni arabe ai regni giudicali fino al 1317 p. 38 Gli Arabi e la Sardegna p.38 L’origine dei Regni giudicali p. 45 I Regni giudicali p. 47 Caratteri generali dei Regni giudicali p. 48 Le chiese in Planargia p. 50 Le chiese di Bosa p. 50 San Pietro Apostolo p. 50 San Giovanni Battista p. 53 Sant’Antonio Abate p. 55 Cattedrale della Beata Vergine Maria Immacolata p. 57 N. S. de Regnos Altos p. 60 Santa Maria Caravetta p. 64 Santa Maria Salvada p. 65 Le altre chiese in Planargia p. 67 Sindia: Santa Maria di Corte p. 67 Sagama: San Gabriele Arcangelo p. 70 Magomadas: San Giovanni Battista p. 71 Flussio: San Bartolomeo p. 72 Suni: Santa Maria della Neve p. 73 Tresnuraghes: Sant’Antonio da Padova p. 74 Modolo: Sant’Andrea Apostolo p. 76 Le origini della “nuova Bosa” p. 77 La curatorìa p. 82 Fine del Regno di Torres p. 88 I Malaspina p.89 La Corona d’Aragona p. 96 La Corona d’Aragona e la Sardegna p. 98 Bosa arborense p. 100 Bosa nel “Proceso contra los Arborea” p. 114 La rivolta di settembre 1353 p. 114 Eleonora d’Arborea p. 125 La pace del 1388 p. 128 Morte di Eleonora d’Arborea p. 133 Bosa nel quattrocento p. 134 1 LA GEOGRAFIA Il Territorio della Planargia. La Planargia è tra le sub regioni più conosciute della Sardegna. Il suo territorio, che si estende nella parte nord occidentale dell’isola, occupa una superficie di 331 kmq, racchiusa fra l'altopiano basaltico del Marghine a Est, i rilievi vulcanici del Montiferru a Sud, le colline, i prati del Logudoro ed incantevoli spiagge a Ovest, grotte e falesie costiere della Nurra a nord. Comprende i comuni di Bosa, Montresta, Modolo, Suni, Sindia, Sagama, Tinnura, Flussio, Magomadas e Tresnuraghes, ed è abitata da poco più di tredicimila persone1. Figura 1 - Le curatorie in Sardegna con la Planargia in evidenza Capoluogo della regione è Bosa. Parlare della Planargia significa quasi esclusivamente riferirsi, sia dal punto di vista geografico che storico, alla città di Bosa. La Planargia racchiude in pochi chilometri quadrati ben 10 comuni dove Montresta, con il suo ristretto territorio, si distanzia 14 chilometri da Bosa. Gli altri insediamenti sembrano formare un tutt’uno, tant’è che 170 anni fa Vittorio Angius scrisse, nel Dizionario del Casalis: “In un piccolo spazio sono villaggi così addossati uno all’altro che paion rioni di un solo comune”2. La parte occidentale della regione confina col mare, che appare quasi come una barriera. La linea di costa si sviluppa per circa 40 km 1 T. OPPES, I sentieri dello sviluppo, in Planargia, a cura di T. Oppes e N. Marras, Edisar, Cagliari 1994, p. 18. 2 G. CASALIS, Dizionario geografico degli Stati Sardi, Forni Editore, Torino marzo 1977, vol. III, p. 232. Cinzio Cubeddu: Bosa, Planargia e Montiferru: storia e istituzioni, geografia e toponomastica. Tesi di Dottorato in Scienze Umanistiche e Sociali - Università degli Studi di Sassari 2 dal Rio Mannu, nel comune di Tresnuraghes, a Sud, a Porto Tangone, che delimita il confine nord occidentale della Planargia e di Bosa. Uno degli spettacoli più affascinanti si può ammirare percorrendo la strada panoramica che da Bosa porta ad Alghero. Una delle caratteristiche storico-geografiche della regione è costituita dal fiume Temo, che attraversa la città di Bosa, col quale sembra esistere uno stretto rapporto di amore- odio; al Temo la città deve infatti la sua agiata condizione economica, ma purtroppo spesso il fiume, sin dal più lontano passato e non certo per sua colpa, a seguito di alluvioni è causa di rovine. Il tratto più noto del fiume costeggia la città odierna là dove si specchia il borgo medievale. Il Temo nasce alle pendici del Monte Pedra Ettori, vicino al mare, e in dipendenza della conformazione ’ del terreno si dirige verso nord-ovest, immettendosi nel lago di Villanova chiamato Lago delle Ninfe. Dopo un’ampia curva verso sud il fiume accede alla Planargia poco oltre Ponte Mannu, presso la strada Padria-Montresta, ricevendo sulla destra le acque del Riu Sa Entale, del Riu Mannu-Badu Crabolu sulla sinistra. Da qui in avanti scorre tra pareti di roccia più o meno verticali che raggiungono le massime altezze tra il Monte Navrino e la Costa Barasumene3. Figura 2 - Foto di Bosa 3 G. MELE, Il territorio, in “Planargia”, a cura di T. Oppes e N. Marras, Edisar, Cagliari 1994, p. 29. Cinzio Cubeddu: Bosa, Planargia e Montiferru: storia e istituzioni, geografia e toponomastica. Tesi di Dottorato in Scienze Umanistiche e Sociali - Università degli Studi di Sassari 3 In questo tratto il Temo forma un’ampia ansa, isolando un piccolo altopiano nel quale si trova il vecchio ovile di Barasumene. Di fronte si scorgono il Monte Navrino e il fitto bosco di Silva Manna, mentre a destra lo costeggiano le pareti rocciose di Barasumene; sullo sfondo si intravedono i monti di Padria e di Pozzomaggiore. Dall’altopiano il fiume comincia la discesa formando, soprattutto quando è in piena, delle cascate che scavano nella roccia buche profonde diversi metri4. Il fiume compie poi un’altra ampia curva passando nell’area di Calchettannos, dove accoglie, tra rapide e piccole cascate, le acque di diversi ruscelli provenienti dai monti di Montresta. Da qua in poi è caratterizzato, sulla sponda sinistra, dalla presenza delle pareti rocciose di Su Tippiri, dominate a loro volta dal Monte Pedru, mentre più a valle il corso d’acqua si allarga nell’area conosciuta come Campu Mazzone, chiusa dal “lago fantasma” generato dalla diga di Monte Crispu, mai entrata a regime in quanto non collaudata. Questo tratto del corso del fiume è visibile dalla strada che dalla statale Suni-Padria porta a Santa Rita ed a Barasumene. Il corso inferiore può essere comodamente osservato dalla strada che da Bosa, percorrendo la sponda destra del fiume, porta alla diga. Superata la diga, la portata del Temo inizia a crescere, lasciandosi dietro le pareti rocciose di Tazzola e Costa Cappello. Successivamente costeggia, sulla sinistra, i rilievi di Monte Mele e Monte Pramma, sulla destra Punta Minerva, per poi svoltare sulla destra arrivando a Rocca Piscinale5. Da qui diventa navigabile (unico fiume della Sardegna ad esserlo), e si possono scorgono lungo le sponde orti e piccoli approdi fino alla cattedrale di San Pietro, dove si respira un’atmosfera di tempi lontani, conservata nelle memorie dell’acqua e della terra, che da secoli sembrano quasi farle compagnia. Superato San Pietro il fiume arriva a Bosa, da dove percorre circa due chilometri prima di sfociare in mare, a pochi metri dalla torre aragonese. Chi arriva a Bosa scendendo dall’altopiano di Suni rimane incantato dallo spettacolo del paesaggio, costituito da montagne che circondano la valle fluviale e la città, “sorvegliata” dal castello dei Malaspina. 4 G. MELE, Il territorio, p. 29. 5 G. MELE, Il territorio, pp. 29-32. Cinzio Cubeddu: Bosa, Planargia e Montiferru: storia e istituzioni, geografia e toponomastica. Tesi di Dottorato in Scienze Umanistiche e Sociali - Università degli Studi di Sassari 4 La Planargia offre motivi di grande interesse ambientale, storico e culturale, ma è il mare l’elemento principale intorno al quale ruotano le speranze di crescita della regione, che può tuttora vantare una costa in parte intatta, non sacrificata al cemento. Cinzio Cubeddu: Bosa, Planargia e Montiferru: storia e istituzioni, geografia e toponomastica. Tesi di Dottorato in Scienze Umanistiche e Sociali - Università degli Studi di Sassari 5 Gli Insediamenti. Uno studio sui processi insediativi medievali in Sardegna non può prescindere dall’analisi del fenomeno dei villaggi abbandonati. L’esame della documentazione scritta evidenzia subito come la Planargia mantenga tuttora pressoché interamente il quadro insediativo medievale 6 ; se nelle altre regioni della Sardegna si rileva un abbandono di circa il 60% dei villaggi, nella Planargia la percentuale non supera il 25%7. Qui il mantenimento del quadro insediativo è ascrivibile all’equilibrio tra la presenza umana e le risorse presenti nell’area. La ricchezza delle risorse primarie crea infatti le motivazioni fondamentali per la nascita di un insediamento e la sua sopravvivenza. In questo senso è essenziale, soprattutto nei secc. X-XV, la nascita e lo sviluppo di castelli e monasteri, che rappresentano una novità nel quadro insediativo isolano coevo e che, con la loro presenza, esaltano le caratteristiche che favoriscono l’habitat. La cartografia. In questo quadro il contributo fornito della cartografia storica risulta essenziale nell’evidenziare il ruolo funzionale dell’insediamento. Le carte esaminate, anche se prodotte nei secoli successivi al periodo medievale, mettono in risalto le concrete possibilità di sfruttamento delle risorse presenti nel territorio.