Parrocchia di San Nicolò in . Inventario dell'archivio storico (1444 - 1985)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici

2011

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Elena Bertagnolli, Cinzia Groff, Ornella Bolognese e Francesca Tecilla socie della cooperativa Koinè e ultimata nell'ottobre 2011.

L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del . Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006. Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte.

In particolare per i registri:

- in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro.

Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del , dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore.

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

ADT Archivio Diocesano Tridentino

Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi graffe, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

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Sommario Parrocchia di San Nicolò in Castelfondo, 1444 - 1985 ...... 6

Parrocchia di San Nicolò...... 10 Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 1564 - 1985 ...... 15 Registri dei nati e battezzati e dei matrimoni, 1567 - 1641 ...... 16 Registri dei nati e battezzati, 1641 - 1973...... 18 Registri dei matrimoni e dei morti, 1641 - 1835...... 21 Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti, 1784 - 1838...... 23 Registri dei matrimoni, 1837 - 1962...... 26 Registri dei morti, 1837 - 1970...... 28 Registri dei cresimati, 1825 - 1985...... 30 Stati delle anime, [1912]...... 31 Registri degli sponsali, 1912 - 1929 ...... 32 Atti matrimoniali, 1836 - 1961 ...... 33 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1695 - 1960 ...... 35 Registri dei nati e battezzati fuori parrocchia, sec. XX prima metà...... 36 Diari delle messe avventizie, 1931 - 1957 ...... 37 Registri dei legati, 1667 - 1835...... 38 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1913 - 1975...... 39 Registri delle elemosine e offerte, 1910 - 1966 ...... 40 Urbari generali, 1753 - 1913...... 42 Partitari generali, 1936 - 1969 ...... 44 Registri degli iscritti al Sacro Cuore di Gesù, 1889 - 1915 ...... 45 Direttori delle funzioni parrocchiali, [1931]...... 46 Protocolli degli esibiti, 1927 - 1957...... 47 Carteggio e atti, 1564 - 1958 ...... 48 "Atti d'ufficio", 1889 - 1911 ...... 51

Beneficio parrocchiale di San Nicolò ...... 52 Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 1547 (copia) - 1948 ...... 55 Urbari, 1678 - 1911...... 56 Carteggio e atti, 1547 (copia) - 1948 ...... 58

Chiesa di San Nicolò...... 59 Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, 1507 - 1985 ...... 62 Urbari, 1509 - 1772...... 63 Urbari e registri delle rese di conto dei sindaci, 1546 - 1667...... 66 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1667 - 1834 ...... 67 Registri di cassa, 1904 - 1969...... 68 Resoconti, 1838 - 1985...... 69 Carteggio e atti, 1507 - 1964 ...... 71

Chiesa di Sant'Antonio...... 72 Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, 1548 - 1837 ...... 75 Urbari e registri delle rese di conto dei sindaci, 1548 - 1837...... 76 Urbari, 1753 - 1821...... 77 Carteggio e atti, 1692 - 1826 ...... 78

Beneficio di Santa Caterina...... 79 Beneficio di Santa Caterina in Castelfondo, 1585 - 1764 ...... 81 Urbari, 1585 - 1764...... 82 Carteggio e atti, 1628 - 1869 ...... 84

Beneficio Campi ...... 85 Beneficio Campi in Castelfondo, 1763 - 1985 ...... 87 Registri di cassa, 1897 - 1911...... 88 Resoconti, 1885 - 1985...... 89 Carteggio e atti, 1763 - 1945 ...... 90 3

Confraternita del Santissimo Sacramento ...... 91 Confraternita del Santissimo Sacramento in Castelfondo, 1814 - 1957 ...... 93 Registri degli iscritti, 1814 - 1937 ...... 94 Registri delle rese di conto e dei verbali delle riunioni, 1875 - 1957 ...... 95 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1939 - 1957...... 96 Carteggio e atti, 1868 - 1935 ...... 97

Confraternita della Dottrina Cristiana...... 98 Confraternita della Dottrina Cristiana in Castelfondo, 1696 - 1829 ...... 99 Registri degli iscritti, 1696 - 1829 ...... 100 Carteggio e atti, 1696 - 1750 ...... 101

Paternoster, Giovanni Battista...... 102 Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista Paternoster, 1824 - 1878 ...... 103 Scritti e appunti, 1824 - 1878...... 104

Clementi, Giovanni Battista...... 105 Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista Clementi, 1804 - 1830 ...... 106 Scritti e carteggio, 1804 - 1830...... 107

Clementi, Giovanni Battista...... 108 Documentazione dell'archivio privato del dott. Giovanni Battista Clementi, 1825 - 1842 ...... 109 Scritti e appunti, 1825 - 1842...... 110

Comunità di Castelfondo ...... 111 Documentazione dell'archivio della comunità di Castelfondo, 1474 - 1808 ...... 113 Carte di regola, 1736 - 1772 ...... 114 Registri delle rese di conto, 1772 - 1808 ...... 115 Carteggio e atti, 1474 - 1792 ...... 116

Comune di Brez ...... 117 Documentazione dell'archivio del di Brez, 1832 ...... 118 Catasti, 1832 ...... 119

Pergamene dell'archivio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 1444 - 1670 ...... 120

Indici ...... 131

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Albero dei soggetti produttori

Parrocchia di San Nicolò, Castelfondo, sec. XIII - Assorbe : Chiesa di San Nicolò, Castelfondo, sec. XV - 1987 gennaio 24

Beneficio parrocchiale di San Nicolò, Castelfondo, sec. XIII- 1987 gennaio 24

Chiesa di San Nicolò, Castelfondo, sec. XV - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Nicolò, Castelfondo, sec. XIII - E' matrice di : Chiesa di Sant'Antonio, Dovena (Castelfondo), [1428] - 1987 gennaio 24

Chiesa di Sant'Antonio, Dovena (Castelfondo), [1428] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Sant'Antonio, Dovena (Castelfondo), 1961 marzo 9 - E' filiale di : Chiesa di San Nicolò, Castelfondo, sec. XV - 1987 gennaio 24

Beneficio di Santa Caterina, Castelfondo, 1517 ottobre 16 - 1987 gennaio 24 Successori: Beneficio parrocchiale di Sant'Antonio, Dovena (Castelfondo), 1830 - 1987 gennaio 24

Beneficio Campi, Castelfondo, 1766 aprile 28 - 1987 gennaio 24

Confraternita del Santissimo Sacramento, Castelfondo, [1766] - ante 2004

Confraternita della Dottrina Cristiana, Castelfondo, 1696 aprile 11 - [1829]

Paternoster, Giovanni Battista, , 1802 gennaio 20 - Castelfondo, 1884 luglio 13

Clementi, Giovanni Battista, Raina (Castelfondo), 1785 febbraio 15 - , 1830 settembre 18

Clementi, Giovanni Battista, Castelfondo, 1803 ottobre 8 - Castelfondo, 1846 luglio 28

Comunità di Castelfondo, Castelfondo, sec. XIV - [1810]

Comune di Brez, Brez, 1818 - 1923

5 superfondo Parrocchia di San Nicolò in Castelfondo, 1444 - 1985 {1}

registri 62, quaderni 12, buste 9, fascicoli 36, pergamene 30; metri lineari 6.0

Storia archivistica L'archivio storico della parrocchia di Castelfondo si trovava, al momento del presente intervento di riordino, depositato al piano terra della canonica del paese, attualmente disabitata. La documentazione di Castelfondo era conservato in un armadio di metallo chiuso a chiave e collocato in una sala utilizzata per attività parrocchiali. Era sommariamente separata da quella della parrocchia di Dovena, anch'essa conservata in quella sede. I registri anagrafici più recenti si trovavano nella canonica di Brez dove risiedeva il parroco responsabile sia della cura d'anime di Castelfondo che di quella di Dovena. Gran parte della documentazione era ripiegata e raccolta in mazzi, apparentemente suddivisa per argomento. In realtà questo "ordine apparente" celava una situazione del tutto diversa. Spesso infatti nello stesso mazzo erano conservati documenti prodotti da enti o da amministrazioni diverse, le pratiche non si presentavano omogenee né per argomento né per tipologia. Gli atti matrimoniali, anch'essi conservati in mazzi, avevano al loro interno molta documentazione non attinente, come circolari, quietanze e carteggio vario. Tracciando la storia dell'archivio si trova notizia, riportata anche da Albino Casetti, di un ordinamento che doveva essere stato fatto nei primi decenni dell'Ottocento dal dottor Giovanni Battista Clementi che si era occupato di storia locale (1). Egli aveva anche ordinato l'archivio comunale di Castelfondo e compilato un elenco dettagliato dei documenti. Per quanto riguarda l'archivio parrocchiale invece non rimane traccia di questo intervento. Si conservano invece in un fondo apposito gli appunti storici e le trascrizioni di antichi documenti effettuati dal Clementi e da lui donati alla canonica nel 1846 (2). Si trova in archivio un inventario del gennaio 1836, di cui non si conosce il compilatore, che descrive la documentazione che era raccolta in "plichi" accorpati per argomento, ad esempio "Istrumenti della canonica", "Istrumenti della chiesa parrocchiale" e così via. Una parte della documentazione era inoltre raccolta in "fascicoli di esibiti dall'anno 1771, anno per anno sino al 1825" (3). Decisamente in archivio rimane documentato il passaggio del parroco don Giovanni Battista Paternoster che rimase a Castelfondo dal 1835 al 1883: infatti si trovano su quasi ogni documento e talvolta anche su qualche registro antico i suoi appunti, le sue chiose e le sue note redatte con una scrittura nitida e regolare. Molti mazzi rinvenuti nel presente intervento di riordino sono stati preparati da questo sacerdote anche se non tutti, come accennato prima, omogenei per argomento. Anche di don Paternoster si conservano in archivio gli appunti e gli scritti (4). Un tentativo di ordinamento si ha invece con don Alessandro Delama (1889-1912) il quale raccolse la documentazione dell'ufficio parrocchiale in mazzetti annuali titolandoli "Atti d'ufficio" o "Atti ufficiosi" (5). Infine, durante la prima guerra mondiale, il professor Luigi Onestinghel (6) di Trento profugo a Cloz esaminò l'archivio parrocchiale e ne stese un inventario. Copia di questo lavoro fatta dal cooperatore parrocchiale don Nicolò Gilli si trova oggi conservata in archivio (7). Questo inventario è molto dettagliato e contiene anche i regesti delle pergamene presenti in canonica. In esso si trova anche il regesto di una pergamena datata 10 settembre 1400 che purtroppo attualmente non si trova in archivio. Ugualmente non si trova in archivio l'"Urbario canonicale antiquissimuum" datato 1428 segnalato da questo inventario (8) e dal Casetti. 6

Si segnala comunque la presenza di un fondo pergamenaceo che raccoglie 30 pergamene prodotte tra il 1444 e il 1670. Si tratta prevalentemente di documenti appartenenti a privati come compravendite, locazioni, permute e costituzioni di censo. Alcuni documenti si riferiscono ad affari della comunità di Castelfondo. Di questa comunità si conservano inoltre dei registri e dei documenti (9).

Lingua Italiano; latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Castelfondo ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, poiché gli inventari rinvenuti non permettono il loro utilizzo, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano Tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio Diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale.

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Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali. Codice in materia di protezione dei dati personali, D. L. 30 giugno 2003, n. 196

Norme o convenzion i La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

Note (1) Cfr. CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, pp. 155-156. (2) Cfr. Documentazione dell'archivio privato del dott. Giovanni Battista Clementi, Scritti e appunti. (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 12. (4) Cfr. Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista Paternoster, Scritti e appunti. (5) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, "Atti d'ufficio". (6) Fondatore della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche. (7) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 16. (8) Si legge nell'inventario: "'Urbarium canonicale antiquissimuum', così determinato dal parroco G.B. Paternoster che crede di poterlo identificare con quello una volta esistente dell'anno 1428. E' un codicetto cartaceo acefalo di fogli 30 di cm 22x17, scritto in un'ibrida mescolanza di tedesco e latino, contenente l'elenco dei fondi canonicali, delle decime e degli anniversari. A c. 1-2 è menzione della guerra di Federico Tascavuota contro Enrico di Rottemburgo e delle soverchierie di Ulrico Eysenhofer capitano di Castelfondo (1424-1436) a danno dei parroci. A c. 81 sono nominati i

8 pievani Federico [1383-1396] e Giovanni", cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 16. (9) Cfr. Documentazione dell'archivio della comunità di Castelfondo.

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Ente Parrocchia di San Nicolò {2} sec. XIII -

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 01/01/1564 - 31/12/1985

Storia Castelfondo, in antichità, non indicava il paese che oggi ne porta il nome ma il territorio della comunità che era composta dai villaggi di Melango, Raina e Dovena. La comunità cristiana di Castelfondo ha origini molto antiche tanto da essere considerata pieve "ab immemorabili". La prima testimonianza scritta che menziona espressamente la "plebs Castrifundi" si trova nell'elenco delle pievi che costituivano l'arcipresbiterato d'Anaunia (1272 e 1284) (1). Il primo pievano di cui è rimasto nome è un certo "Ropertus" che pagò la decima papale nel 1295 (2). La chiesa battesimale era anticamente dedicata a Santa Maria, detta anche Santa Maria "sul dosso", che si trovava presso il castello di Castelfondo. In seguito al danneggiamento del castello all'inizio del XV secolo, la sede pievana fu trasferita a Melango nella chiesa di San Nicolò che risultava in posizione migliore per gli abitanti delle altre due ville. La scelta del patrono fu forse influenzata dai rapporti con la popolazione di lingua tedesca: infatti il paese fu sottoposto per molti secoli al potere civile del conte del Tirolo che lo amministrò direttamente o tramite i feudatari conti Thun. Il culto di San Nicolò era praticato in Germania ancora prima della traslazione a Bari delle reliquie del santo (1087). L'influenza tedesca si nota anche scorrendo i nomi e la provenienza di molti sacerdoti che ressero la pieve fino all'inizio del Cinquecento. Il sacerdote era nominato dal vescovo di Trento e aveva a disposizione per il suo mantenimento una dotazione formata nel corso degli anni da lasciti e da legati. Alloggiava nella canonica messa a disposizione dalla comunità. Nel Cinquecento il parroco venne affiancato da un altro sacerdote investito del beneficio di Santa Caterina fondato nel 1517 da don Guglielmo Calovetti (3) che, oltre alla celebrazione delle messe legatarie, aiutava il titolare nella cura d'anime. Il parroco di Castelfondo aveva anche l'obbligo della celebrazione di alcune messe nella chiesa filiale di Sant'Antonio di Dovena, e riceveva per questo una lira l'anno da ogni famiglia della frazione. Nel 1766 si aggiunse anche la presenza di un altro sacerdote, investito del beneficio Campi istituito quell'anno (4). Con il passare del tempo la comunità dei fedeli di Dovena ottenne il distacco dalla matrice di Castelfondo. La parrocchia di Castelfondo fece parte del decanato di Fondo fino al 1964, anno in cui passò nel decanato di Cloz. Negli anni 2000 viene inserita nel neo costituito decanato di -Cloz; dal 2011 fa parte dell'Unità pastorale di Fondo che comprende, oltre a Fondo, Castelfondo, Dovena, e Tret. Con decreto ministeriale del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia di San Nicolò con sede a Castelfondo è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 251).

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PARROCI DI CASTELFONDO

1295 Ropertus 1331-1340 Simone da Trento 1376-1382 Nicolò fu Pancrazio da Melango 1383-1397 Federico "Alemanno", cappellano della Cattedrale di Trento 1405 Corrado 1420-1433 Michele "de Alemannia", mansionario del Duomo 1462 Giovanni "de Alemannia", cappellano della Cattedrale 1480-1492 Pietro Michele 1497-1507 Martino Doll da Strasburgo 1507-1508 Girolamo "Polsterl", canonico di Bressanone 1508-1544 Giovanni da Melango 1544-1565 Giovanni Bevilacqua 1566-1578 Bartolomeo Tibaldi 1578-1583 Ognibene Tigrani da Presson 1584-1598 Pietro Sparapan 1598-1600 Giorgio Marchetti - vicario 1600-1634 Bartolomeo Patini 1635-1638 Nicolò Gezzi 1639-1641 Nicolò Sparapani 1641-1660 Simone Bertolasi 1660-1666 - vicari - 1666-1703 Giovanni de Angelis 1703-1737 Udalrico Barbacovi 1737-1755 Pietro Antonio Ravina 1755-1772 Giovanni Antonio Bertagnolli 1773-1807 Michele Antonio Gottardi 1808-1817 Giacomo Covi 1817-1835 Giovanni Antonio Canestrini 1835-1883 Giovanni Battista Paternoster 1884-1888 Andrea Dusini 1889-1912 Alessandro Delama 1912-1934 Luigi Clauser 1935-1956 Giuseppe Ruchelli 1957-1969 Bruno Marini 1969-1975 Paolo Giuseppe Gius 1975-1986 Luigi Riz 1986-2006 Tullio Stocis (con Dovena) 2006-2011 Emilio Paternoster (con Dovena e Brez) 2011- Dario Pret

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Condizione giuridica Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto

Funzioni, occupazioni e attività Le chiese esistenti sul territorio con origini più antiche vengono denominate pievi ("pluif" in celtico, "plou" in bretone, "plêf" in ladino-friulano, "plaif" in engadinese, "ploâh" in ladino della Val di Non). L'origine del termine, lungi dall'essere stato studiato nella sua complessità, è però molto difficile da definire. L'esigenza di garantire al popolo cristiano e in special modo a coloro che vivevano lontano dalle sedi vescovili quell'insieme di servizi sacramentali e pastorali che va sotto il termine generico di "cura d'anime" rese presto necessario l'invio di ecclesiastici nella campagne per annunciare il Vangelo anche lontano dalle mura cittadine (5). In Occidente ciò accadde a partire dalla seconda metà del IV secolo. Buona parte della storiografia chiama "pievi" i centri di cura d'anime sorti nel territorio extraurbano fin dal IV-V secolo ma è solo a partire dall'VIII secolo che il termine "plebs" cominciò a significare non solo la comunità cristiana ma anche il territorio in cui tale comunità risiedeva e l'edificio sacro al quale essa faceva riferimento. A una stabile suddivisione territoriale delle diocesi in circoscrizioni minori si giunse con la legislazione carolingia all'inizio del IX secolo. Questa estese anche all'Italia centro-settentrionale le norme che rendevano obbligatorio il pagamento della decima e precisò che gli introiti provenienti da tale pagamento dovevano essere destinati solo alle chiese battesimali. "Nacque in questo modo il "sistema" pievano, nel quale la realtà vivente (l'insieme del clero e del "popolo di Dio"), la realtà di pietra (il complesso degli edifici) e la realtà giurisdizionale (l'ambito territoriale di esercizio della giurisdizione spirituale, dal quale l'ente otteneva anche il suo sostentamento) assumevano significativamente lo stesso nome: plebs, pieve" (6). Da questo momento si viene a creare una completa ripartizione del territorio diocesano in distretti ecclesiastici minori, che riproducevano strutture civili preesistenti o rispettavano determinati confini naturali. In seguito i mutamenti demografici spinsero alla formazione di nuove pievi, ma il "sistema pievano" non fu per questo scardinato mantenendosi stabile fino alla fine del XIII secolo. Non è possibile attestare, dall'esame dei documenti pervenuti, se nel territorio trentino prima del 1000 il termine pieve fosse utilizzato nell'accezione sopra descritta (cioè indicante la triplice realtà istituzionale, edilizia e territoriale), per questo è necessario rivolgersi a fonti del XII secolo. Se ci si limita a prendere in considerazione le 68 circoscrizioni pievane della diocesi di Trento esistenti alla fine del XIII secolo si scopre che ben 33 di esse sono attestate prima del 1200 e altre 25 compaiono nella prima metà del XIII secolo (7).

Il termine "parrocchia" (8) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e

12 l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Fondo fino al 1964 Decanato di Cloz fino al 2011 Decanato di Fondo

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie ADT, Libro B ADT, Investiture Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765

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Castelfondo e la sua storia, a cura Pro loco di Castelfondo, 1973, Trento COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 INAMA V., Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino dalle origini fino al secolo XVI, Trento, 1905 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. II: I decanati di Cles e di Fondo, Trento, 1937 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Cfr. CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origine al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna 1999, p. 172. (2) Ibidem. (3) Cfr. Beneficio Santa Caterina in Castelfondo. (4) Cfr. Beneficio Campi in Castelfondo. (5) Cfr. CURZEL E., op. cit., p. 5 e segg. Si rimanda alla ricca bibliografia contenuta nel volume. (6) Ibidem, p. 7. (7) Ibidem, p. 29 e tabelle riprodotte. (8) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'Enciclopedia del diritto, Giuffré, Varese, 1958-1995

14 fondo A Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 1564 - 1985 {3}

registri 39, quaderni 5, buste 6, fascicoli 19

Soggetti produttori Parrocchia di San Nicolò, sec. XIII -

Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 15 dicembre 1993 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Italiano; latino; tedesco; inglese

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo.

Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'Archivio Diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

15 serie A 1 Registri dei nati e battezzati e dei matrimoni, 1567 - 1641 {4}

registri 2

Contenuto La serie raccoglie due registri, uno originale e l'altro copia ottocentesca dello stesso. La copia venne infatti eseguita dal parroco Giovanni Antonio Canestrini che rimase a Castelfondo dal 1817 al 1835. Egli trascrisse le registrazioni dei nati e dei matrimoni che aveva trovato su carte sparse e in disordine (male habitis corrosisque). I nati comprendono il periodo che va dal 1567 al 1641, i matrimoni dal 1585 al 1626: si tratta quindi di registrazioni molto antiche, effettuate in seguito alle disposizioni conciliari. Il registro originale si trova in stato di conservazione precario: è sfascicolato, il supporto è fragile e presenta macchie e lacerazioni. Il registro ottocentesco riporta inoltre la copia degli atti di un processo intentato nel 1547 dall'allora pievano di Castelfondo Giovanni Bevilacqua in merito alla formazione dell'urbario della pieve; l'originale di questa causa si trova conservato in questo archivio in Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 1. Le registrazioni sono redatte in lingua latina e italiana e in forma discorsiva, con l'indicazione per i nati della data del battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini e per i matrimoni della data della celebrazione, dei nomi degli sposi, del sacerdote e dei testimoni.

Bibliografia INAMA V., Processo per la formazione dell'urbario della chiesa parrocchiale di Castelfondo nella Valle di Non nell'anno 1567, IN "Archivio Trentino", XXIV (1909), Trento, pp. 171-183

A 1.1 {5} Registro dei nati e battezzati e dei matrimoni 1567 gennaio 4 - 1641 febbraio 23 cc. 1-79: registro dei nati e battezzati, 1567 gennaio 4-1641 febbraio 23; cc. 1-17: registro dei matrimoni, 1585 aprile 30-1626 novembre 24 Italiano, latino Registro; carta, senza coperta, cc. 79, 17 sfascicolato, macchie, fragilità di supporto

A 1.1 {6} Registro dei nati e battezzati e dei matrimoni 1567 gennaio 4 (copia) - 1641 febbraio 23 (copia) cc. 1-60: "Haec quae sequntur nomina baptizatorum, hanc parvo labore a me paroco Canestrini fideliter colecta fuerunt ex quibusdam male habiti corrosisque fragmentis quapropter defectus papiri, vel atramenti punctis cogor indicare", registro dei nati e battezzati, 1567 gennaio 4-1641 febbraio 23 (copia);

16 cc. 61-73: "Quo invenire potuerunt ex quibusdam seiunctis paginis Matrimonia hic colecta a me paroco Ioanne Antonio Canestrini fideliter describuntur ita tamen ut defectus corosi papiri punctulis indicabuntur", registro dei matrimoni, 1585 aprile 30-1626 novembre 24 (copia). Alle cc. 74-85: atti del processo intentato dal pievano di Castelfondo Giovanni Bevilacqua contro la comunità di Castelfondo in merito alla formazione dell'urbario dei beni della pieve e della canonica, 1547 giugno 23-1554 febbraio 12 (copia). Italiano, latino Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 85 Segnature precedenti: 1 B

17 serie A 2 Registri dei nati e battezzati, 1641 - 1973 {7}

registri 6

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Le registrazioni continuano in parrocchia ma con il solo valore ecclesiastico.

La serie è formata da sei registri che riportano le registrazioni dei nati e battezzati di Castelfondo a partire dal 1641. Le registrazioni più antiche, dal 1567 al 1641, si trovano in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati e dei matrimoni. La lacuna delle registrazioni del 1836 presente in questa serie è colmata, sempre in questo archivio, nell'ultimo registro della serie Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti. I registri più antichi sono redatti in lingua latina e in forma discorsiva, con registrazione delle date di nascita e di battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. Gli altri registri sono strutturati a tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. Alcuni registri riportano inoltre il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto. Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo.

Vedi anche: Serie Registri dei cresimati.

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A 2.1 {8} "Liber in quo describentur nomina baptizatorum in Ecclesia Sancti Nicolai de Castrofondo sub Simone Bertolasio de Burgo Clesii plebano ibidem. Si quis autem voluerit sive cognomina matrimoniorum inspiciat librum matrimoniorum et aquiescat" (tit. int.) 1641 aprile 14 - 1724 aprile 2 All'interno dei piatti: annotazioni di alcuni nati con l'indicazione delle pagine del registro, sec. XVIII. Latino Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 338 Segnature precedenti: 2 B

A 2.2 {9} "Baptizatorum 1724-1780" (tit. dorso) 1724 gennaio 10 (1) - 1780 dicembre 19 Altre denominazioni: "Catalogus sacro baptismatis Fonte renatorum parochiae Castrifundi ab anno 1724" (tit. int.) Alla fine, dopo l'indice: elenco dei cresimati, 1766 agosto 12. Latino Registro; carta, legatura in pelle, pp. 334, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 3 B Note (1) I battezzati dal 10 gennaio al 2 aprile 1724 si trovano anche sul registro precedente.

A 2.3 {10} "Liber baptizatorum Castrifundi ab anno MDCCCXXXI" 1781 gennaio 12 - 1835 dicembre 31 Altre denominazioni: "Liber baptizatorum Ecclesiae parrochialis Sancti Nicolai Castrifundi ab anno 1781" (tit. int.) Alla fine, prima dell'indice: elenco dei cresimati, 1785 luglio 10; 1798 agosto 28; dopo l'indice: elenco dei predicatori quaresimali e del loro compenso, 1821-1847. Latino Registro; carta, legatura in pelle, pp. 311, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 4 B

A 2.4 {11} Registro dei nati e battezzati 1837 gennaio 3 (1) - 1874 dicembre 18 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 235, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. compilato nel 1917 dal cooperatore parrocchiale Nicolò Gilli Segnature precedenti: 6 B Note (1) Le registrazioni dal 6 gennaio 1824 al 23 gennaio 1838 si trovano anche in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti, reg. 6.

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A 2.5 {12} Registro dei nati e battezzati 1875 gennaio 5 - 1909 dicembre 31 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 156, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 2.6 {13} "Registro nati e battezzati Castelfondo dal 1910 al 1973" 1910 gennaio 3 - 1973 marzo 25 All'inizio: cronaca della requisizione delle campane di Castelfondo, 1916 luglio 7-1918 gennaio 1. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 186, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: n. 8

20 serie A 3 Registri dei matrimoni e dei morti, 1641 - 1835 {14}

registri 2

Contenuto La serie si compone di due registri che riportano le registrazioni dei matrimoni celebrati a Castelfondo e dei morti della parrocchia a partire dal 1641. Per quanto riguarda i morti queste sono le prime registrazioni, mentre per i matrimoni si possono trovare delle registrazioni più antiche, per il periodo che va dal 1585 al 1626, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati e dei matrimoni. Le registrazioni sono redatte in lingua latina e riportano, in forma discorsiva, per i matrimoni la data del matrimonio, i nomi degli sposi, del ministro celebrante e dei testimoni, per i morti la data del decesso, il nome del defunto, il luogo di sepoltura. A partire dal 1784 le stesse registrazioni si trovano, in lingua italiana con i dati inseriti secondo le disposizioni governative, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti.

A 3.1 {15} "Liber defunctorum ab hunc anno 1641 usque ad annum 1758 inclusive a simul matrimoniorum ab eodem parite anno" (tit. int.) 1641 maggio 28 - 1758 novembre 21 Altre denominazioni: "Liber in quo matrimonia describentur usque ad medium, post vero medium describentur nomina illorum qui decesserint ex hac vita sub Simone Bertholasio de Burgo Clesii parocho Castri Fundi" (a c. 2) cc. 3-84: registro dei matrimoni, 1641 giugno 11-1758 novembre 21; cc. 87-181, 183, 185v-192: registro dei morti, 1641 maggio 28-1758 novembre 17; cc. 182, 184-185: registro dei bambini morti, 1750-1755. Alla fine: elenco di nomi, sec. XVIII. Latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 192 Segnature precedenti: 1 Ma

A 3.2 {16} "Liber defunctorum et matrimoniorum describentur usque ad medium volumen nomina defunctorum incipiendo ab anno 1759. Post medium vero volumen sequentur nomina matrimoniorum qua contracta fuerunt in parochia Castrifundi ab anno 1759 (...)" (tit. int.) 1758 dicembre 13 - 1835 dicembre 16 pp. 1-292: registro dei morti, 1758 dicembre 13-1835 dicembre 16 (1); pp. 1-154: registro dei matrimoni, 1759 gennaio 27-1835 agosto 19 (2). All'interno del piatto posteriore: numero degli abitanti della pieve di Castelfondo, 1760. Latino Registro; carta, legatura in pelle, con appiglio, pp. 292, 154, con indice alfabetico a rubrica n.n. alla fine di ogni parte 21

Segnature precedenti: 2 Ma Note (1) Le registrazioni dal 2 gennaio 1824 al 16 dicembre 1835 si trovano anche, in italiano, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registro dei nati, dei matrimoni e dei morti, reg. 6, pp. 39-86. (2) Le registrazioni dal 28 febbraio 1824 al 19 agosto 1835 si trovano anche, in italiano, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registro dei nati, dei matrimoni e dei morti, reg. 6, cc. sd 87-103.

22 serie A 4 Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti, 1784 - 1838 {17}

registri 4, quaderni 2

Contenuto La serie si compone di quattro registri e due quaderni riportanti le registrazioni dei nati, dei matrimoni e dei morti della parrocchia di Castelfondo a partire dal 1784, anno in cui vennero estese le disposizioni riguardanti i registri anagrafici da parte del governo austriaco. Infatti l'autorità politica austriaca si era interessata ai libri parrocchiali nella circolare del primo maggio 1781 con la quale essi venivano considerati documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse le formule per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Le registrazioni su questi registri sono strutturate a tabella nelle cui colonne si inseriscono i dati stabiliti per ogni celebrazione. Per i matrimoni si segnala la data della celebrazione, i nomi degli sposi con i dati relativi alla loro religione, all'età e allo stato sociale, i nomi dei testimoni e la loro condizione sociale. Per i nati si trova la data di nascita, l'indirizzo, il nome del nato, il sesso, la condizione di legittimo o illegittimo, il nome dei genitori e quello dei padrini. Infine, per i morti, si segnala la data e l'ora del decesso, la data e il luogo di sepoltura, il nome, la condizione sociale, la religione, lo stato civile e l'età del defunto, la causa di morte con il medico che ne ha attestato la morte e il nome del parroco che ha celebrato il funerale. Le registrazioni si trovano anche, in latino e in forma discorsiva, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registro dei nati e battezzati e Ibidem, Registri dei matrimoni e dei morti.

A 4.1 {18} "Castelfondo. Matrimoni, battezzati, morti 1784" 1784 maggio 2 - 1807 gennaio 24 cc. 1-3: registro dei matrimoni, 1784 agosto 28-1805 novembre 5 (1); cc. 6-11v: registro dei nati, 1784 maggio 2-1786 maggio 15 (2); cc. 12-18v: registro dei morti, 1784 maggio 15-1807 gennaio 24 (3). Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 18 (bianche le cc. 4-5) Note (1) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2. (2) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati, reg. 3. (3) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2.

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A 4.2 {19} "Raina. Matrimoni, battezzati e morti 1784" 1785 febbraio 28 - 1806 dicembre 18 cc. 1-4: registro dei nati nella villa di Raina, 1785 febbraio 28-1806 dicembre 18 (1); cc. 5-6: registro dei morti nella villa di Raina, 1785 marzo 5-1806 luglio 30 (2). Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 6 Note (1) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati, reg. 3. (2) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2.

A 4.3 {20} "1807. Libro de' morti nella parrochia di Castelfondo" 1807 gennaio 6 - 1815 aprile 19 (1) Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. sd 14 Note (1) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2.

A 4.4 {21} "Registro dei matrimoni, nati e morti nella parrocchia di Castelfondo dall'anno 1807 fino al 1819" 1807 gennaio 15 - 1818 dicembre 31 cc. sd 1-7: registro dei matrimoni, 1807 febbraio 8-1818 dicembre 31 (1); cc. sd 8-32: registro dei nati, 1807 gennaio 15-1818 dicembre 29 (2); cc. 34-49: registro dei morti, 1807 gennaio 5-1818 novembre 15 (3). Italiano Registro; carta, legatura in pelle, con appigli, cc. sd 49 Note (1) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2. (2) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati, reg. 3. (3) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2.

A 4.5 {22} Registro dei nati, dei matrimoni e dei morti 1819 gennaio 9 - 1824 gennaio 29 cc. 1-15: registro dei nati e battezzati, 1819 gennaio 9-1824 gennaio 29 (1); cc. 17-20: registro dei matrimoni, 1819 aprile 24-1823 settembre 5 (2); cc. 29v-34: registro dei morti, 1819 gennaio 9-1824 gennaio 16 (3).

24

Alle cc. 23-24v: registro dei consensi paterni, 1819 aprile 22-1824 giugno 25. Italiano Registro; carta, senza coperta, con tracce di appigli, cc. 34 (bianche le cc. 21-22bis, 25-29r) Note (1) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati, reg. 3. (2) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2. (3) Le registrazioni si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2.

A 4.6 {23} "1824 Registro dei nati, morti e matrimoni dai 1824 a tutto il 1836" 1824 gennaio 2 - 1838 gennaio 23 cc. sd 1-38: registro dei nati e battezzati, 1824 gennaio 6 (1)-1838 gennaio 23 (2); pp. 39-86: registro dei morti, 1824 gennaio 2 (3)-1838 gennaio 20; cc. sd 87-103: registro dei matrimoni, 1824 febbraio 28 (4)-1836 giugno 18. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, con appigli, cc. sd 38, pp. 39-86, cc. sd 87-103, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 5 B Note (1) Le registrazioni dal 6 gennaio 1824 al 31 dicembre 1835 si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati, reg. 3. (2) Le registrazioni dal 3 gennaio 1837 al 23 gennaio 1838 si trovano anche in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati, reg. 4. (3) Le registrazioni dal 2 gennaio 1824 al 16 dicembre 1835 si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2 e dal 3 gennaio 1837 al 20 gennaio 1838 in Ibidem, Registri dei morti, reg. 1. (4) Le registrazioni dal 28 febbraio 1824 al 19 agosto 1835 si trovano anche, in lingua latina, in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 2.

25 serie A 5 Registri dei matrimoni, 1837 - 1962 {24}

registri 3

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da tre registri strutturati a tabella prestampata che riportano, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. L'ultimo registro è compilato secondo le norme concordatarie. Le registrazioni precedenti, dal 1585 al 1836, si trovano in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati e dei matrimoni, Ibidem, Registri dei matrimoni e dei morti e Ibidem, Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti.

26

A 5.1 {25} "Liber matrimoniorum a die I. febbruarii anni 1837 ad annum 1884 inclusive" 1837 febbraio 1 - 1884 settembre 20 Alla fine, prima dell'indice: comunicazione al decano di Fondo da parte del Capitanato distrettuale di Cles in merito ai permessi politici per i matrimoni, 1884 maggio 20 (copia); all'interno del piatto posteriore, incollato: fax-simile dell'esame relativo allo stato libero per i matrimoni, [1868]. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 56, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 3 Ma

A 5.2 {26} "Liber matrimoniorum inclusive ab anno 1885-***" 1885 gennaio 7 - 1933 giugno 10 (1) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 85, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 4 Ma Note (1) Dopo il 1929 sono registrati solo due matrimoni celebrati il 26 dicembre 1931 e il 10 giugno 1933 che non sono registrati sul registro seguente.

A 5.3 {27} "Registro dei matrimoni" 1930 gennaio 15 - 1962 novembre 21 Altre denominazioni: "Libro dei matrimoni della chiesa parrocchiale di Castelfondo incominciato il 15 gennaio 1930 chiuso il 21 novembre 1962" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 177, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

27 serie A 6 Registri dei morti, 1837 - 1970 {28}

registri 2

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § "Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur"). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Le registrazioni continuano in parrocchia ma con solo valore ecclesiastico.

La serie si compone di due registri che riportano le registrazioni dei morti della parrocchia di Castelfondo a partire dal 1837. Le registrazioni precedenti, dal 1641 al 1838 si trovano in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei matrimoni e dei morti e Ibidem, Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti.

A 6.1 {29} Registro dei morti 1837 gennaio 3 (1) - 1916 dicembre 25 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 347 (bianche le pp. 128-135), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 3 M Note (1) Le registrazioni dal 3 gennaio 1837 al 20 gennaio 1838 si trovano anche in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati, dei matrimoni e dei morti, reg. 6.

28

A 6.2 {30} "Morti nella parochia di Castelfondo dal 1 gennaio 1917 al ***" 1917 febbraio 26 - 1970 gennaio 26 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 200, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: 4 def.

29 serie A 7 Registri dei cresimati, 1825 - 1985 {31}

registri 1

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § "Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur"). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

Vedi anche: Serie Registri dei nati e battezzati.

A 7.1 {32} "Registro dei cresimati dai 25 aprile 1825" 1825 agosto 25 - 1985 maggio 12 Italiano Registro a rubrica; carta, legatura in carta, cc. 68 n.n.

30 serie A 8 Stati delle anime, [1912] {33}

registri 1

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; il vescovo Celestino Endrici in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 52 Codice di diritto canonico, Roma, 1984, can. 440 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII (1905), p. 239 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319

A 8.1 {34} "Anagrafe della parrocchia di Castelfondo" [1912] (con annotazioni fino al 1975) Anagrafe della popolazione della parrocchia di Castelfondo iniziata dal parroco Alessandro Delama. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 280 (bianche alcune pp.), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

31 serie A 9 Registri degli sponsali, 1912 - 1929 {35}

registri 1

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere" stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale né a contrarre il matrimonio né a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

Bibliografia Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, n. III (1908)

A 9.1 {36} "Registro sponsali" 1912 novembre 9 - 1929 maggio 6 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 84, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. parzialmente compilato

32 serie A 10 Atti matrimoniali, 1836 - 1961 {37}

buste 6

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can. 1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

La serie è composta da sei buste che raccolgono, in fascicoli annuali, le pratiche per la celebrazione dei matrimoni nella parrocchia di Castelfondo. Prima dell'intervento di riordino gli atti si presentavano piegati in mazzi e suddivisi sommariamente per anno: alcuni di questi mazzi però contenevano anche altra documentazione per esempio fatture della chiesa e del beneficio, circolari, appunti e annotazioni del parroco Giovanni Battista Paternoster. Quest'ultimo, durante il suo lungo periodo di permanenza a Castelfondo, spesso utilizzò le pratiche matrimoniali per apporvi pensieri personali, commenti sulle persone che intendevano contrarre matrimonio, alberi genealogici di varie famiglie, promesse matrimoniali riferibili a più coppie e annotazioni di ogni tipo. Per effettuare l'ordinamento si sono aperti i mazzi con le pratiche, si è effettuato il controllo dell'avvenuta registrazione del matrimonio sul registro corrispondente e si è apposto, sul recto delle pratiche, il numero attribuito all'atto della registrazione. Alla fine dei fascicoli annuali si può trovare documentazione relativa a promesse di matrimonio pervenute a Castelfondo o comunicazioni di pubblicazioni in altre parrocchie.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 174-175

A 10.1 b. 1 {38} Atti matrimoniali 1836 - 1850 Italiano, latino, tedesco Busta; carta, cc. 559 n.n.

33

A 10.2 b. 2 {39} Atti matrimoniali 1851 - 1868 Italiano, latino, tedesco Busta; carta, cc. 610 n.n.

A 10.3 b. 3 {40} Atti matrimoniali 1869 - 1884 Italiano, latino, tedesco Busta; carta, cc. 753 n.n.

A 10.4 b. 4 {41} Atti matrimoniali 1885 - 1929 Italiano, latino, tedesco Busta; carta, cc. 539 n.n.

A 10.5 b. 5 {42} Atti matrimoniali 1930 - 1946 Italiano, latino, tedesco Busta; carta, cc. 701 n.n.

A 10.6 b. 6 {43} Atti matrimoniali 1947 - 1961 Italiano, latino, tedesco Busta; carta, cc. 640 n.n.

34 serie A 11 Carteggio e atti attinenti all'anagrafe, 1695 - 1960 {44}

fascicoli 2

A 11.1 b. 1 {45} Carteggio e atti 1695 - 1960 Elenchi di cresimati (1695-1865); "Ordinazioni concernenti i matrimoni" (1781-1868); "Dispense matrimoniali": permessi politici, civili ed ecclesiastici (1807-1834); sponsali, alberi di parentela, ricerche inerenti a casi di consanguineità (1830-1884); richieste di certificati, matrimoni non celebrati, tabelle statistiche, annullamento di promesse di matrimonio, ecc. (1835-1952); pratiche di matrimonio (1858); elenchi di nati e battezzati (1859); liste di coscrizione (1860-1870); promesse di matrimonio (1861); tabella statistica sul movimento della popolazione (1875-1876); esposti (1875-1895), ecc. Italiano, latino, tedesco, inglese Fascicolo; carta, cc. 731

A 11.2 b. 2 {46} Nati, matrimoni e morti fuori parrocchia 1821 - 1914 "Attestati di matrimonio (1821-1914); "Attestati di morte esteri" (1840-1921); "Attestati di nascita dei nati fuori paese" (1871-1913). Italiano, ungherese, latino, tedesco, inglese Fascicolo; carta, cc. 342

35 serie A 12 Registri dei nati e battezzati fuori parrocchia, sec. XX prima metà {47}

registri 1

A 12.1 {48} "Registro nati e battezzati fuori della parrocchia di Castelfondo" sec. XX prima metà Registro dei nati fuori parrocchia dal 20 maggio 1868 al 9 luglio 1953 compilato secondo certificati pervenuti all'ufficio parrocchiale. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 14 n.n. (1) Note (1) Alcune carte sono sciolte.

36 serie A 13 Diari delle messe avventizie, 1931 - 1957 {49}

registri 2

Contenuto L'autorità ecclesiastica centrale predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386

A 13.1 {50} "Diarium missarum" 1931 novembre 1 - 1939 marzo 26 Latino Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 70 n.n.

A 13.2 {51} "Diario delle messe celebrate nella chiesa parrocchiale di San Nicolò Castelfondo dal 1.XI.1946" 1946 novembre 1 - 1957 marzo 30 Alla fine: elenco offerte per l'acquisto del tabernacolo e per l'altare di San Giuseppe, 1953 giugno 16-novembre 17. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 22 n.n.

37 serie A 14 Registri dei legati, 1667 - 1835 {52}

registri 3

Contenuto La serie è formata da tre registri sui quali sono annotate le disposizioni testamentarie o di fondazione di legati missari temporali, perpetui o di carità lasciati alla parrocchia di Castelfondo.

A 14.1 {53} "Libellus legatorum ad pias causas relictorum in parochia Castri Fundi extra testamentum domino parocho sive alii confessario nominatorum incoando anno Domini 1667 sub regimine Ioannis de Angelis juris utroque doctoris parochi Castri Fundi" [1667] - 1690 aprile 15 Altre denominazioni: "Registro de legati del parroco Angeli" Registro dei legati missari testamentari. Italiano, latino Registro; carta, senza coperta, cc. 29 n.n.

A 14.2 {54} "Libro de legati" 1719 - 1769 (con annotazioni fino al 1795) Altre denominazioni: "Liber piorum legatorum conditorum a parochialis plebis Castrifundi sub presbitero Udalrico Barbacovi parocho et beneficiario ad Dominam Catharinam quae in hunc librum redacta et comportata sunt MDCCXXX sub me quoque presbitero Petro Antonio Ravina parocho anno 1737" (tit. int.) Registro dei legati pii. Italiano, latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 138, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

A 14.3 {55} "Liber legatorum parochiae Castrifundi ab anno 1763. Parocho Ioanne Antonio Bertagnoli" 1763 - 1835 cc. 1-136: registro dei legati pii. Alle pp. 1-15: memoria dei lavori eseguiti nella chiesa di Dovena, nella chiesa parrocchiale, nel cimitero, nella canonica, di acquisto di arredi sacri, ecc. a cura dei parroci don Alessandro Delama, don Luigi Clauser e don Giuseppe Ruchelli, 1889-1957; alla fine, prima dell'indice: registro di cassa della cassa dei poveri, 1821 dicembre 13-1824 novembre 7. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, con tracce di lacci in pelle, cc. 136, pp. 15, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

38 serie A 15 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1913 - 1975 {56}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati gli adempimenti degli oneri missari dei legati perpetui e temporanei. Esso fu iniziato nel 1913 dal parroco don Luigi Clauser.

A 15.1 {57} "Urbario delle messe legatarie" 1913 - 1975 Registro delle soddisfazioni degli oneri missari a carico della chiesa, dei benefici parrocchiale e Campi. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 55

39 serie A 16 Registri delle elemosine e offerte, 1910 - 1966 {58}

registri 4, quaderni 2

Contenuto La serie è formata da quattro registri e due quaderni sui quali sono annotate le offerte e le elemosine devolute a favore di opere diocesane o pontificie, dei poveri e di devozioni varie.

A 16.1 {59} "Cappella Gilli" 1910 gennaio 1 - 1914 dicembre 31 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 5 n.n.

A 16.2 {60} "Fondo missioni entrate ed uscite annue 7.6.1912 fino a ***" 1912 marzo 20 - 1941 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 12 n.n.

A 16.3 {61} "Elemosine Sante Anime. Entrata-uscita 7.6.1912-1945" 1912 - 1945 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 34 n.n.

A 16.4 {62} "Registro pel lascito fu Maria Turri" (1) 1928 giugno 2 - 1965 dicembre 31 All'inizio: storia del lascito, 1928 luglio 12 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 24 n.n. Note (1) Maria figlia di Giuseppe Turri e di Barbara Paternoster (1846-1928), nipote del parroco Giovanni Battista Paternoster, lasciò con testamento del 30 marzo 1912 al parroco pro tempore di Castelfondo alcuni beni affinché venissero devoluti in beneficenza.

40

A 16.5 {63} "Registro dei denari raccolti per le missioni" 1931 gennaio 6 - 1956 dicembre 10 Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

A 16.6 {64} Registro delle offerte 1957 marzo 16 - 1966 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 17 n.n.

41 serie A 17 Urbari generali, 1753 - 1913 {65}

registri 3

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie si compone di tre registri che riportano la situazione patrimoniale degli enti ecclesiastici di Castelfondo. Il primo registro descrive i beni della chiesa parrocchiale, della confraternita del Santissimo Rosario, del beneficio parrocchiale e della chiesa di Sant'Antonio di Dovena. Il registro venne redatto su iniziativa del parroco Pietro Antonio Ravina che era stato nominato commissario per l'attuazione degli urbari. Il registro è sfascicolato ed è stato riportato alla situazione originaria durante il presente intervento di riordino: infatti i vari pezzi che lo compongono erano sparsi tra le carte d'archivio. Con ogni probabilità si tratta di una prima redazione, poiché sia le chiese sia il beneficio parrocchiale conservano degli urbari simili, cfr. Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, Urbari, reg. 7, Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, Urbari, reg. 1 e Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, reg. 2. Gli altri due registri sono più recenti, sono stati impostati dal parroco don Luigi Clauser nel 1913 e riportano la descrizione dei capitali e dei fondi della chiesa parrocchiale, dei benefici parrocchiale e Campi.

Vedi anche: Serie Urbari. Serie Urbari. Serie Urbari. Fondo Beneficio Campi in Castelfondo.

A 17.1 {66} "Urbarium novum Ecclesiae parochialis Sancti Nicolai Castri Fundi. Sanctissimi Rosarii. Più urbario della canonica e di Sancto Antonio di Dovena da essere conservati in chiesa nel cassabanco ad ogni sinistro evenimento che venisseron mancati li nuovi e recenti urbari formati da me parroco Bertagnolli li quali presentemente con tutte le fondazioni ed instrumenti autentici e investiture si ritrovano nella cassa chiusa a due chiavi delle quali l'una secondo li ordini degli dicasteri s'aspetta al signor parroco e l'altra al sindaco" 1753 giugno 19 (con annotazioni fino al 21 febbraio 1762) - Urbario dei beni della chiesa parrocchiale, 1753 giugno 19 (con annotazioni fino al 16 novembre 1759); - urbario dei beni della confraternita del Santissimo Rosario, 1753 giugno 20 (con annotazioni fino al 25 febbraio 1755); - urbario del beneficio parrocchiale, [1753]; - urbario dei beni della chiesa di Sant'Antonio di Dovena, 1753 giugno 20 (con annotazioni fino al 21 febbraio 1762).

42

All'inizio, incollata: richiesta del parroco Pietro Antonio Ravina di essere nominato commissario nella redazione dell'urbario, 1751 luglio 16. Latino Registro; carta, senza coperta, cc. 115 n.n. sfascicolato

A 17.2 {67} "Urbario capitali chiesa, beneficio parrocchiale, beneficio Campi, ricreatorio" 1913 (con annotazioni fino al 1932) Urbario dei capitali del beneficio parrocchiale, del beneficio Campi, della chiesa parrocchiale, del fondo per le campane, del fondo missioni, dell'asilo-ricreatorio Cologna e di fondazioni missarie. A p. 75: notizie relativa all'acquisto dell'altare e del presepio, [1925]; alle pp. 79-80: notizie relativa alla fusione delle campane, [1926]. Italiano Registro; carta, legatura in tela, pp. 105 (bianche alcune pp.), con indice delle parti all'inizio sulla carta di guardia

A 17.3 {68} "Registro realità del beneficio parrocchiale, beneficio Campi e chiesa parrochiale" (tit. int.) 1913 (con annotazioni fino al 1951) Urbario dei fondi del benefico parrocchiale, del beneficio Campi e della chiesa parrocchiale. Italiano Registro; carta, legatura in tela, pp. 56 (bianche alcune pp.), con indice delle parti all'inizio sulla carta di guardia

43 serie A 18 Partitari generali, 1936 - 1969 {69}

registri 1

Contenuto Il partitario, o libro maestro, è un registro suddiviso in tante partite distinte quante sono le persone con le quali subentra un rapporto di interesse. Una parte delle registrazioni è relativa alla descrizione del credito e un'altra alla registrazione degli acconti e/o saldi a mano a mano che avvengono i versamenti da parte del debitore.

Vedi anche: Fondo Beneficio Campi in Castelfondo. Fondo Chiesa di San Nicolò in Castelfondo. Fondo Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo.

A 18.1 {70} "Partitario beneficio parrocchiale, beneficio Campi, chiesa parrocchiale" 1936 - 1969 - Partitario dei capitali e dei fondi del beneficio parrocchiale, del beneficio Campi e della chiesa parrocchiale, 1936-1969; - registro di cassa del beneficio parrocchiale e del beneficio Campi, 1957-1969. Alla fine: registrazioni di entrate dall'affitto di fondi, 1942-1968 (1). Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 68 n.n. (numerazione originale incompleta) Note (1) Non in ordine cronologico.

44 serie A 19 Registri degli iscritti al Sacro Cuore di Gesù, 1889 - 1915 {71}

registri 1

Contenuto La serie è composta da un registro che riporta gli iscritti alla confraternita del Sacro Cuore di Gesù eretta il 26 giugno 1870 nella parrocchia di Castelfondo e nello stesso anno aggregata all'Arciconfraternita madre di Roma. Era un'associazione di devoti il cui scopo dichiarato consisteva nel "condurre le anime al un vero amore di Dio e ad una tenera divozione verso il Santissimo Sacramento dell'Eucarestia, come pure di aiutarle a custodire la bella virtù della purità e dell'innocenza, specialmente nella gioventù dell'uno e dell'altro sesso" (1). Il parroco aveva il ruolo di direttore del sodalizio mentre il cappellano ne faceva le veci. L'attività era rivolta alla Comunione durante alcune festività prestabilite e alla recita della "Coroncina del Sacro Cuore di Gesù".

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 10.

A 19.1 {72} "Registro degli ascritti alla Confraternita del Sacro Cuore di Gesù eretta in questa parochia di Castelfondo l'anno 1870" (tit. int.) 1889 luglio 7 - 1915 marzo 30 Registro degli iscritti e delle iscritte in ordine alfabetico. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, con appigli, cc. 15 n.n.

45 serie A 20 Direttori delle funzioni parrocchiali, [1931] {73}

registri 1

Contenuto Il "Manuale d'ufficio per il clero curato" consigliava ai curatori d'anime la compilazione di un registro chiamato "Direttorio per le funzioni parrocchiali" sul quale annotare e fissare un ordine, stabilito da prescrizioni o da consuetudini locali, da mantenere nelle funzioni del servizio divino. Con tale registro il sacerdote aveva a disposizione una guida sicura per sé e per i suoi successori delle funzioni quotidiane (in uso nei paesi con i rispettivi orari), settimanali, mensili ed annuali, nonché a quelle straordinarie. Egli era così in grado di avere ben chiaro l'ordine delle funzioni nell'arco dell'anno con l'orario, le prediche che si usavano tenere, le preghiere d'uso, i canti, le processioni, le devozioni della comunità, ecc.

La serie si compone di un registro redatto da don Luigi Clauser.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, p. 62

A 20.1 {74} "Descrizione delle costumanze del pane in riguardo alle funzione di chiesa" 1931 ante (1) (con annotazioni fino al 1936) Direttorio delle funzioni parrocchiali. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 18 n.n. Note (1) Nel 1931 venne vistato dal decano durante la visita.

46 serie A 21 Protocolli degli esibiti, 1927 - 1957 {75}

registri 1

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica, sia da quella ecclesiastica.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 120-121

A 21.1 {76} "Protocollo degli esibiti parrocchia di Castelfondo. 1927" 1927 gennaio 13 - 1957 luglio 26 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 94 n.n.

47 serie A 22 Carteggio e atti, 1564 - 1958 {77}

fascicoli 16

Contenuto La serie raccoglie, in 16 fascicoli, la documentazione prodotta o ricevuta dai parroci di Castelfondo relativa alla gestione dell'ufficio parrocchiale.

A 22.1 b. 1 {78} "Legati pii" 1564 (copia) - 1912 Carteggio e atti relativi alla fondazione di legati missari, di legati di carità, prospetti delle messe legatarie (1781-[1912]). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 451

A 22.2 b. 1 {79} Legati 1648 (copia); 1680 (copia) - 1919 Carteggio e atti relativi allo stipendio fondato da Giacomo Golla (1648 copia; 1865-1867); al legato di carità di pane detto "Tronde" (1680 copia-1908); al legato di Giovanni Francesco Turri detto "legato d'Olanda" (1800-1845); al lascito alla biblioteca parrocchiale di don Giovanni Battista Clementi (1827-1832); al legato per l'asilo e il ricreatorio di Giovanni Battista Cologna (1906-1912). Italiano, olandese, latino Fascicolo; carta, cc. 96

A 22.3 b. 2 {80} Circolari ecclesiastiche 1675 - 1888; 1901 - 1910 Circolari, ordini, decreti provenienti da autorità ecclesiastiche. Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 703

A 22.4 b. 3 {81} Miscellanea 1678 - 1911 Atti di privati: cause, contratto di locazione (1678-1785); discorsi, appunti, prediche (sec. XIX-XX); carteggio indirizzato a don Alessandro Delama in qualità di liquidatore della Cassa rurale di Castelfondo (1911 con n. 20 libretti di risparmio). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 157

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A 22.5 b.3 {82} Atti visitali 1695 - 1909 Decreti visitali (1695, 1710, 1742, 1751, 1766, 1825), carteggio in preparazione alla visita (1749, 1766, 1838, 1909). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 35

A 22.6 b. 4 {83} Circolari civili 1717 - 1894; 1916 - 1918 Circolari, disposizioni e ordini provenienti da autorità politiche e civili. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 442

A 22.7 b. 5 {84} Autentiche di reliquie 1720 - 1956 Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 13

A 22.8 b. 5 {85} Carteggio e atti 1724 - 1958 Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 340

A 22.9 b. 5 {86} Dovena 1725 - 1895 Carteggio e atti ricevuti dal parroco di Castelfondo relativi alla cura di Dovena: richiesta degli abitanti di avere un sacerdote per la prima messa, capitoli per il cappellano, carteggio relativo alla fondazione della cura, nomine di sacerdoti, corrispondenza con i sacerdoti, celebrazioni di messe, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 146

A 22.10 b. 6 {87} Confraternite 1763; 1870 - 1875 Diploma di altare privilegiato alla confraternita del Santissimo Rosario (1763); carteggio e atti relativi alla confraternita del Sacro Cuore (1870-1875). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 44

49

A 22.11 b. 6 {88} Scuole 1824 - 1887 Carteggio e atti relativi alle scuole di Castelfondo, carteggio con il decano, elenco di frequentanti, circolari, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 37

A 22.12 b. 6 {89} Consegne e riconsegne 1836 - 1957 Italiano Fascicolo, cc. 71

A 22.13 b.6 {90} "Quaresimalista" 1839 - 1914 Carteggio e atti relativi ai predicatori quaresimali. Italiano Fascicolo; carta, cc. 61

A 22.14 b. 6 {91} Fondo pro missioni di Castelfondo 1869 - 1922 Carteggio e atti relativi alla organizzazione delle missioni. Italiano Fascicolo; carta, cc. 41

A 22.15 b. 6 {92} "Incendio di Dovena scoppiato alle 6 pomeridiane del 13 febbraio 1875. Distrutte (incenerite) 14 case con famiglie 36. Salvate case 3 e con famiglie numero 7" 1875 Ricevute di offerte in denaro, cibo, vestiti in soccorso degli incendiati di Dovena. Italiano Fascicolo; carta, cc. 90

A 22.16 b. 6 {93} "Inventario dell'archivio parrocchiale di Castelfondo" 1918 Inventario dell'archivio compilato dal prof. Luigi Onestinghel di Trento profugo a Cloz durante la guerra (copia del cooperatore Nicolò Gilli) Italiano Fascicolo; carta, cc. 18

50 serie A 23 "Atti d'ufficio", 1889 - 1911 {94}

fascicoli 1

Contenuto La serie raccoglie i mazzi originali, suddivisi ora in fascicoli annuali, formati da don Alessandro Delama durante la sua permanenza a Castelfondo (1889-1912). In essi il parroco raccolse il carteggio e gli atti relativi alla gestione dell'ufficio parrocchiale e all'amministrazione degli enti sottoposti al suo controllo. Si può quindi trovare qui conservata la corrispondenza, le richieste e i rilasci di certificati anagrafici, il carteggio relativo ai lavori per la chiesa, ai legati ecc.

A 23.1 b.1 {95} "Atti d'ufficio" 1889 - 1911 Italiano, tedesco, inglese Fascicolo; carta, cc. 886

51

Ente Beneficio parrocchiale di San Nicolò {96} sec. XIII - 1987 gennaio 24

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 01/01/1547 - 31/12/1948

Storia La prima notizia documentata della presenza di un sacerdote a Castelfondo risale al 1295: si tratta di un certo "Ropertus" che pagò la decima papale in quell'anno (1). I redditi della pieve erano modesti: sei marche all'anno nel 1309 (2). In seguito la dotazione del beneficio aumentò anche grazie a legati e lasciti di benefattori. L'esigenza di un controllo sui beni a disposizione del pievano si tramutò in una causa intentata nel 1547 da don Giovanni Bevilacqua contro i possessori dei terreni che avevano degli obblighi verso il beneficio. Poiché questi non si presentarono per la revisione dell'urbario il pievano li citò in giudizio (3). Non si conosce l'esito di tale processo, l'urbario più antico presente in archivio risale infatti al 1678 (4). In esso si certifica che il parroco aveva a disposizione la canonica con un orto, diversi appezzamenti di terreno, il diritto di riscuotere la decima sul territorio di Dovena e la "primizia" su tutto il territorio della pieve; alcuni capitali con interessi annui e dei livelli nella pieve di Arsio. I vicini di Dovena dovevano dare al parroco il Sabato Santo una lira per famiglia. Il parroco era tenuto a celebrare delle messe legatarie, delle messe nella chiesa di Sant'Antonio di Dovena e, alla vigilia di Natale, distribuire ai vicini di Castelfondo, Raina e Dovena circa tre libbre di incenso benedetto. Due secoli più tardi, nel 1848, il Governo austriaco emanò una legge che trasformava gli antichi oneri di decima e di livelli in contribuzioni in denaro: anche il beneficio parrocchiale di Castelfondo dovette sottostare a tale ordine (5). Ancora più tardi il governo contribuì alla congrua del sacerdote integrandola attraverso il Fondo di religione (6). Il parroco era assistito da alcuni sacerdoti il cui numero variava a secondo dei periodi. Un cooperatore era presente fin dal 1641, come dimostrano i registri parrocchiale di anagrafe, a questo si aggiungeva il beneficiato di Santa Caterina, che fino al 1830 doveva risiedere a Castelfondo, e il beneficiato Campi che dagli inizi dell'Ottocento ricopriva anche il ruolo di maestro di scuola. Con il passare del tempo si rese necessario il riconoscimento, da parte delle autorità, del posto di cooperatore di Castelfondo, così i beni del beneficio Campi vennero utilizzati per formare il fondo del primissario-cooperatore in seguito al decreto di "sistemizzazione del posto di sacerdote ausiliario presso la parrocchia" del 25 gennaio 1907. Da quel momento le rendite del beneficio furono assunte nella fassione del parroco (7). Nel 1929, in seguito al Concordato, venne steso un inventario riportante lo stato patrimoniale del beneficio nel quale risultava una dotazione consistente in capitali, dieci appezzamenti di terreno, l'usufrutto della canonica di proprietà del Comune, oltre ai mobili della canonica. Le spese fisse annue consistevano nella celebrazione di messe, nel pagamento delle imposte.

52

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo ha perso la personalità giuridica civile.

Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

Contesto generale Diocesi di Trento

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Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie ADT, Libro B

Note (1) Cfr. CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazione e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo, (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999, p. 172. (2) Ibidem. (3) Cfr. Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 1. (4) Ibidem, Urbari, reg. 1. (5) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 2. (6) Ibidem, fasc, 3. (7) Cfr. ADT, Parrocchie e curazie, "Castelfondo"

54 fondo B Beneficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 1547 (copia) - 1948 {97}

registri 3, fascicoli 3

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di San Nicolò, sec. XIII - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; latino; tedesco

Vedi anche: Serie Partitari generali.

55 serie B 1 Urbari, 1678 - 1911 {98}

registri 3

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è composta da tre registri che riportano la situazione patrimoniale del beneficio.

Vedi anche: Serie Urbari generali.

B 1.1 {99} "Antiquum urbarium domus canonicae Sancti Nicolai ex quo desunta fuit renovatio urbarii novi facta anno 1753" 1678 dicembre 31 (con annotazioni fino al 1782) cc. 1-17: urbario dei beni mobili, immobili e degli oneri e diritti spettanti al beneficio parrocchiale, 1678 dicembre 31 (con annotazioni fino al 1782). Alle cc. 1-66: locazioni dei beni canonicali, 1604 maggio 4 (copia)-1679 dicembre 18 (con annotazioni fino al 16 febbraio 1752); alle cc. 67-74: annotazioni relative alle variazioni negli anni del valore dei beni canonicali e dei lasciti in suo favore, 1704 agosto 3- 1742. Latino Registro; carta, legatura in mezza pergamena, cc. 17, 74

B 1.2 {100} "Novum urbarium continens iura domus canonica Castrifundi a reverendissimo domino Petro Antonio Ravina sanctissimae theologiae licentiato parocho loci ac pro renovatione urbariorum huius parochia comisario specialiter deputato compillatum et ex antiquis urbarii, ac documentis authenticis sincere et accurate desumptum per me Ioannem Iacobum Piazzi notarium publicum Castrifundi accurate descriptum anno 1753 et anno 1754" 1753 giugno 10 - 1757 marzo 10 (con annotazioni fino all'11febbraio 1761) Urbario dei beni immobili, dei diritti di decima, dei beni mobili, dei legati e degli oneri del beneficio parrocchiale. Alla fine: inventario degli arredi della canonica, [1772]; descrizione di don Antonio Gottardi dello stato della canonica, sec. XVIII. Latino Registro; carta, senza coperta, con appigli, cc. 85 n.n. (numerazione originale incompleta), con indici dei beni immobili e dei legati alla fine delle rispettive parti

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B 1.3 {101} "Beneficio parochiale di Castelfondo" 1890 ottobre 16 - 1911 Urbario dei capitali e dei fondi con annotazione dei pagamenti degli interessi e degli affitti annui. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 23 n.n.

57 serie B 2 Carteggio e atti, 1547 (copia) - 1948 {102}

fascicoli 3

B 2.1 b. 1 {103} "Memorie antiche per la canonica" 1547 (copia) - 1820 Atti della causa intentata dal pievano Giovanni Bevilacqua per la formazione dell'urbario dei beni della canonica (1547-1554 copia) (1); elenco di debitori (1560), elenco dei sottoposti alla decima (sec. XVI), 'instrumenta' del beneficio parrocchiale, spese effettuate per il restauro della canonica, elenco delle entrate/uscite (1779), ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 107 Bibliografia INAMA V., Processo per la formazione dell'urbario della chiesa parrocchiale di Castelfondo nella Valle di Non nell'anno 1567, IN "Archivio Trentino", XXIV (1909), Trento, pp. 171-183 Note (1) Cfr. la trascrizione a cura del parroco don Giovanni Antonio Canestrini in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registri dei nati e battezzati e dei matrimoni, reg. 2.

B 2.2 b. 1 {104} "Beneficio parrocchiale" 1822 - 1948 Carteggio e atti relativi all'amministrazione dei beni del beneficio parrocchiale, documentazione relativa al restauro della canonica (1822-1836), conto intercalare (1835), capitali, carteggio relativo ai fondi, alle operazioni di svincolamento delle servitù sui terreni, al pagamento delle imposte, ai contratti d'affitto, inventari (1898, 1929), ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 440

B 2.3 b. 2 {105} Fassioni 1825 - 1943 Documentazione relativa alla presentazione delle fassioni del beneficio parrocchiale. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 231

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Ente Chiesa di San Nicolò {106} sec. XV - 1987 gennaio24

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, 01/01/1507 - 31/12/1985

Storia Anticamente la chiesa battesimale di Castelfondo si trovava presso il castello ed era dedicata a Santa Maria, detta anche Santa Maria "del dosso". In seguito al danneggiamento del castello all'inizio del XV secolo, la sede pievana venne trasferita nella frazione di Melango (antica denominazione di Castelfondo) nella chiesa di San Nicolò. La nuova sede era anche più vicina ai villaggi di Raina e Dovena che costituivano la comunità di Castelfondo (1). Nel 1421 gli abitanti di Melango ottennero il permesso di ampliare la cappella di San Nicolò; i lavori si protrassero fino circa al 1430, quando fu consacrata. All'inizio del XVI secolo si decise di riedificarla, utilizzando per il pagamento dell'opera parte dell'eredità del parroco Martino Doll da Strasburgo che, con testamento del 16 maggio 1507, aveva lasciato i suoi beni alla chiesa (2). I lavori vennero affidati al maestro muratore Pietro Carlon originario dalla Valle d'Intelvi (3) che si assunse anche l'impegno della costruzione della parte principale del campanile, opera portata a termine nel 1551 da Giovanni fu Domenico Varenino, altro mastro muratore comasco (4). In occasione della visita pastorale del 1537, i visitatori segnalarono che i lavori erano per gran parte ultimati, mancavano ancora alcune parti che sarebbero state eseguite con il contributo del dinasta Bernardino Thun (5). Nella visita successiva del 1579 si segnalò la presenza all'interno della chiesa di tre altari: il maggiore dedicato a San Nicolò e i due laterati dedicati alla Madonna e a Santa Caterina, quest'ultimo consacrato nel 1517 e presso il quale era fondato un beneficio (6). Un ulteriore intervento, questa volta di ampliamento, si ebbe nel 1873 con l'allungamento della navata di due arcate. Il patrono della chiesa era il Comune che concorreva alle spese per il restauro, per la manutenzione straordinaria e per l'assicurazione. Infatti, anticamente, esisteva uno stretto legame tra la chiesa e la comunità: erano gli uomini di Castelfondo che si impegnavano per la manutenzione esterna e per quella degli arredi sacri. Il legame tra la comunità e la chiesa si esplicava anche nell'amministrazione dei suoi beni: essa era infatti affidata a dei sindaci, chiamati anche fabbricieri a seconda del periodo storico, eletti dalla comunità e approvati dal sacerdote. Gli incaricati presentavano le rese di conto del loro operato annuale, per riceverne l'approvazione, al parroco e ai rappresentanti della comunità, detti "regolani" (7). All'inizio dell'Ottocento la chiesa aveva come dotazione dei capitali, degli appezzamenti di terreno e il diritto alla riscossione delle decime (8). L'inventario redatto nel 1894 descrive il patrimonio della chiesa che consisteva in capitali investiti presso privati, in sette campi e prati, oltre agli arredi, ai paramenti sacri e ai mobili (9). Le spese fisse annuali consistevano nel pagamento delle messe legatarie, del salario al sacrestano, al coro e agli amministratori, delle imposte. 59

Nel 1929, in seguito a Concordato, l'amministrazione della chiesa passò nelle mani esclusive del parroco. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di San Nicolò in Castelfondo è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Nicolò con sede in Castelfondo.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento

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Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie ADT, Miscellanea ADT, Libro B Bibliografia Castelfondo e la sua storia, a cura Pro loco di Castelfondo, 1973, Trento WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. II: I decanati di Cles e di Fondo, Trento, 1937

Note (1) Cfr. WEBER S., Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte. Vol. II: I decanati di Cles e Fondo, Mori, 1992 (ristampa anastatica), p. 140. (2) Cfr. Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, Urbari, reg. 1. (3) Provincia di Como. (4) Cfr. Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, Urbari e registri delle rese di conto dei sindaci, reg. 1, cc. 23-25. (5) Cfr. ADT, Atti Visitali, n. 1, c. 101. (6) Ibidem, n. 3, c. 241. (7) Cfr. Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, Registri delle rese di conto dei sindaci. (8) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 1.

61 fondo C Chiesa di San Nicolò in Castelfondo, 1507 - 1985 {107}

registri 9, quaderni 3, buste 2, fascicoli 2

Soggetti produttori Chiesa di San Nicolò, sec. XV - 1987 gennaio24

Lingua Italiano; latino; tedesco

Vedi anche: Serie Partitari generali.

62 serie C 1 Urbari, 1509 - 1772 {108}

registri 4, quaderni 3

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie si compone di quattro registri e tre quaderni che riportano la situazione patrimoniale della chiesa parrocchiale in diversi periodi. Il primo quaderno contiene l'elenco dei beni lasciati alla chiesa da Martino Doll, pievano di Castelfondo, nel 1509. Egli incaricò Bernardino Thun e i suoi eredi del controllo del suo lascito che prevedeva anche la celebrazione di alcune messe. L'urbario del 1597 venne compilato in seguito a un decreto visitale che imponeva il controllo sulla dotazione della chiesa; quelli del 1678 vennero formati dal parroco don Giovanni de Angelis con l'apporto dei sindaci della chiesa; infine l'ultimo urbario, del 1753, venne formato durante il mandato di don Pietro Antonio Ravina e comprende anche la descrizione del patrimonio della confraternita del Santissimo Rosario. Di questo registro esiste in archivio un altro esemplare in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Urbari generali, reg. 1.

Vedi anche: Serie Urbari. Serie Urbari generali.

C 1.1 {109} "Di San Nicolò 1507" 1509 ottobre 15 - 1513 (con annotazione del 26 settembre 1856) Urbario dei beni lasciati alla chiesa di San Nicolò dal pievano Martino Doll. Alla fine, cassate: dichiarazioni degli amministratori della chiesa, 1515 dicembre 30-1520 marzo 4. Latino Quaderno; carta, senza coperta, cc. 11 n.n. mutilo

C 1.2 {110} "Inventario osii urbario de beni di San Nicolò" 1597 marzo 15 (con integrazioni fino al 26novembre 1622) Altre denominazioni: "Inventarium omnium bonorum et affictum ac livellorum spectantium ad Ecclesiam Sancti Nicolai plebis Castrifundi" (tit. int.)

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All'inizio: notizia della formazione di un altro urbario, 1622 dicembre 4. Italiano, latino Registro; carta, legatura in mezza pergamena, cc. 15, con indice dei debitori a c. 15

C 1.3 {111} "Inventarium omnium bonorum et affictuum ac livellorum spectantium ad Ecclesiam Sancti Nicolai plebis Castrifundi" (tit. int.) 1622 dicembre 3 - 1630 novembre 7 cc. 1-7: urbario dei beni della chiesa di San Nicolò, 1622 dicembre 3-1623 febbraio 19; cc.8-12: elenco dei beni comunali destinati al mantenimento della chiesa, 1627 novembre 6-1630 novembre 7. Alle cc. 13-14: registro di legati missari e di carità a favore della chiesa, 1633 dicembre 20-1641 novembre 3. Latino Quaderno; carta, legatura in mezza pergamena, cc. 14

C 1.4 {112} "Anticho urbario di San Nicolò. 1678" 1678 gennaio 13 - 1678 dicembre 31 Urbario dei beni della chiesa di San Nicolò. Alla fine: annotazioni relative al contenuto del registro di don Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX Latino Registro; carta, legatura in carta, con ribaltina, pp. 63

C 1.5 {113} "1678. Antiquum urbarium ecclesia parochialis Sancti Nicolai ex quo facta fuit renovatio urbarii novi 1753" 1678 gennaio 13 - 1678 dicembre 31 (con annotazioni fino all'8 dicembre 1782) Altre denominazioni: "Urbarium reddituum ecclesia parochialis Sancti Nicolai" (tit. int.) Urbario dei beni mobili e immobili e dei legati della chiesa. Alle cc. 67-68: due censi a favore della chiesa, 1738 gennaio 11-1744 marzo 13; alla fine: annotazioni sul contenuto del registro di don Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX Italiano, latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 68

C 1.6 {114} "1682. Inventario" 1682 aprile 26 - 1737 Altre denominazioni: "Inventario de suppellettili e mobili aspettanti alla chiesa parochiale di San Nicolò di Castelfondo renovato d'ordine del molto illustre reverendo ed eccellentissimo signor don Giovan de Angeli pievano l'anno del Signore1682 indizione quinta il giorno di domenica li 26 aprille" (tit. int.) Urbario degli arredi sacri della chiesa di San Nicolò e, per il 1737, anche della chiesa di Sant'Antonio di Dovena. Italiano, latino Quaderno; carta, legatura in carta, cc.14 n.n.

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C 1.7 {115} "Novum urbarium reddituum ecclesiae Sancti Nicolai Castrifundi parocho Ioanne Antonio Bertagnolli. Anno 1764" 1753 giugno 20 - 1772 (con annotazioni fino al 21 ottobre 1883) pp. 1-291: urbario dei beni mobili e immobili della chiesa parrocchiale, 1753 giugno 20-1772 (con annotazioni fino al 21 ottobre 1883); pp. 333-356: urbario dei beni della confraternita del Santissimo Rosario, 1753 giugno 20-1772 dicembre 10. Alle pp. 457-461: documento di fondazione di una cappellania a Castelfondo, 1510 ottobre 16 (copia); alle pp. 494-495: notizie relative a lavori e all'acquisto di arredi, 1885-1888 novembre 11; alle pp. 496-497: elenco degli oneri della chiesa, sec. XIX; a p. 500: elenco dei contribuenti per gli oli santi, sec. XVIII Latino Registro; carta, legatura in pelle, con lacci in pelle e appigli, pp. 500 (bianche alcune pp.), con indici alle pp. 471-479 e 483-484

65 serie C 2 Urbari e registri delle rese di conto dei sindaci, 1546 - 1667 {116}

registri 1

Contenuto La serie conserva un registro che contiene le rese conto dei sindaci della chiesa, presentate annualmente in canonica alla presenza del parroco e dei regolani della comunità, e l'urbario dei beni della chiesa compilato in diversi momenti.

C 2.1 {117} "Urbarium antiquum Sancti Nicolai" 1546 - 1667 dicembre 31 cc. 1-22, 25v-26, 29, 33v-34, 50, 57, 59v-61, 75-87: urbario dei beni della chiesa, [1550]-1588; 1593 (con annotazione del 1737); cc. 27-31v, 38-59, 61-74, 92-111: registro delle rese di conto dei sindaci della chiesa, 1546 (1)-1667 dicembre 31. All'interno del piatto anteriore: annotazioni sul contenuto del registro di don Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX; alle cc. 23v-25: contratto per la costruzione del campanile e altri lavori per la chiesa, 1551 marzo 7; a c. 32: contratto per il tetto della chiesa e del campanile, 1563 marzo; a c. 48v: notizia di una visita pastorale, [1552]; a c. 74v: accordo con gli abitanti dei masi di Senale per il pagamento delle spese per la chiesa, 1592 dicembre 26; alle cc. 89-90 (incollate anche 5 cc.): notizia di legati fondati a favore della chiesa, 1657 agosto 25-1682 ottobre 19. Italiano, latino, volgare Registro; carta, legatura in carta, cc. 111 (bianche alcune cc.), con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Note (1) Le rese di conto non sono in ordine cronologico.

66 serie C 3 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1667 - 1834 {118}

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali i sindaci della chiesa di San Nicolò, eletti dalla comunità, registravano le entrate e le uscite relative all'amministrazione della chiesa e le rese di conto annuali del loro operato. Il saldo veniva presentato e sottoscritto dal parroco alla presenza dei vicini.

Caratteristiche materiali registri 2

C 3.1 {119} "Libro de conti della chiesa parochiale di Sancto Nicolò di Castelfondo principiando l'anno 1667 sino all'anno 1748 sotto l'amministracione di me parroco Raina. Li conti del 1749 sono trasportati in un altro nuovo libro" (tit. int.) 1667 dicembre 13 - 1748 All'inizio: annotazioni relative al contenuto del registro di don Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 175 n.n.

C 3.2 {120} "Libro di conti della chiesa parrochiale di San Nicolò principiando l'anno 1749" (tit. int.) 1749 - 1834 Tra la resa di conto del 1800 e quella del 1801: elenco dei capitali della chiesa, 1800-1802; all'interno del piatto anteriore: annotazioni relative al contenuto del registro di don Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX; alla fine: resa di conto per la visita pastorale di 1825, [1825]; informazioni sulla chiesa ed elenco degli arredi sacri in occasione della visita pastorale del 1751, [1751]; resoconto delle spese sostenute per il restauro della casa beneficiale Campi ad uso canonica, 1824 novembre 19 (con annotazione del 1831); contratto per la doratura dell'altare maggiore, resoconto dei lavori di restauro e degli acquisti di arredi, 1756 aprile 26-1819 maggio 23; annotazioni di entrate e di uscite, 1821 gennaio 7-1835 luglio 11; elenco di entrate della chiesa, 1768. Italiano, latino Registro; carta, legatura in mezza pelle, con traccia di lacci in pelle, cc. 226 n.n. (numerazione originale incompleta)

67 serie C 4 Registri di cassa, 1904 - 1969 {121}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio.

C 4.1 {122} "Conto annuale della chiesa parrochiale e Beneficio Campi" 1904 - 1906 marzo 2 Elenco dei debitori e degli affittuari della chiesa e del beneficio Campi con registrazione dei pagamenti degli interessi e degli affitti. Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 3 n.n.

C 4.2 {123} "Partitario delle entrate e uscite della chiesa parrocchiale di Castelfondo dal gennaio 1926" 1926 [gennaio 1] - 1969 dicembre 30 Registro di cassa. Alla fine: elenco di diverse entrate, s.d. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 92 n.n.

68 serie C 5 Resoconti, 1838 - 1985 {124}

buste 2

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un resoconto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime compilare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e Chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e Chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

C 5.1 b. 1 {125} Resoconti 1838 - 1900 Nn. 1-36 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Mancano i resoconti per gli anni 1842, 1844, 1847-1848, 1865. Per gli anni 1849/1851-1858, 1866-1876, 1882 solo lettera di evasione al conto. Per gli anni 1856-1857 solo quietanze. Italiano Busta; carta, cc. 498 n.n.

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C 5.2 b. 2 {126} Resoconti 1901 - 1985 Nn. 37-85 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Italiano Busta; carta, cc. 630 n.n.

70 serie C 6 Carteggio e atti, 1507 - 1964 {127}

fascicoli 2

C 6.1 b. 1 {128} "Chiesa parrocchiale" 1507; 1678 - 1953 Lascito del pievano Martino Doll in favore della chiesa (1507); carteggio e atti relativi all'amministrazione dei beni della chiesa: 'instrumenta', contratto per i sacrestani (1762), quietanze, comunicazioni da autorità civili, carteggio relativo ai sindaci della chiesa, contratti d'affitto, mutui, diffide di pagamento, inventari (1894, 1929), polizze d'assicurazione, ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 358

C 6.2 b. 2 {129} Lavori chiesa e sacri arredi 1551 (copia); 1696 - 1964 Contratto per la costruzione del campanile (1551 copia); doratura dell'altare maggiore (1756), carteggio e atti relativi ai restauri dell'edificio (sec. XVIII), alla realizzazione, restauro e spostamento degli altari laterali (1759-1882), a lavori e restauri al cimitero (1838-1858), alle statue, all'acquisto di arredi (calici, turibolo, ecc.), alle spese per abbellimento della chiesa, al restauro dell'altare maggiore (1903-1907), alle campane, al riscaldamento, alla nuova cantoria, ecc. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 301

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Ente Chiesa di Sant'Antonio {130} [1428] - 1987 gennaio 24

Luoghi Dovena (Castelfondo, TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, 01/01/1548 - 31/12/1837 Fondo Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, 01/01/1837 - 31/12/1985

Storia Sembra che già dal 1428 esistesse in Dovena una piccola cappella, detta di San Giorgio, eretta dai primi abitanti del villaggio (1). La titolazione a Sant'Antonio abate si andrà affermando dopo il 1537, poichè ancora sugli atti visitali di quell'anno essa è designata come cappella di San Giorgio (2). Nel 1580 la chiesa aveva due altari in legno: il maggiore, dedicato al titolare, e un altro dedicato a San Lorenzo. I suoi arredi erano poveri, ma sufficienti per il culto; nel corso del XVII secolo si provvide ad alcune decorazioni. Nel 1742 la cappella era custodita da un eremita, Nicolò Marchetti da Castelfondo, che per 30 anni era stato sacrestano della parrocchiale di San Nicolò di Castelfondo (3). Nella chiesa si officiava alcune volte l'anno, ma solo dal 1830 Dovena godette di un sacerdote stabile. Diventata insufficiente a contenere la popolazione, venne demolita per far posto alla nuova costruzione la cui prima pietra fu benedetta nel 1890; la fabbrica si concluse nel 1892. Il 21 agosto 1909, in occasione della visita pastorale, il vescovo Celestino Endrici la consacrò insieme all'altare in marmo dedicato a Sant'Antonio. Le spese per l'erezione della nuova chiesa furono sostenute in gran parte con il patrimonio della chiesa stessa, mentre il comune di Castelfondo fornì gratuitamente tutti i legnami per costruzione e gli abitanti contribuirono con le loro offerte. I disegni della chiesa furono eseguiti dall'architetto Giuseppe Überbacher di Bolzano, mentre i lavori vennero affidati all'impresa dei fratelli Scanzoni di Fondo (4). Anticamente la chiesa era amministrata da sindaci eletti dalla comunità che rendevano conto del loro operato al parroco di Castelfondo; del suo patrimonio si fa menzione per la prima volta nell'urbario formato dal parroco Giovanni Bevilacqua (5): le rendite consistevano prevalentemente da interessi di capitali. Sulle risposte rese al questionario per la visita del 1925 si legge che l'amministrazione era tenuta dal curato locale con due fabbricieri, ma sul questionario per la visita del 1948 il curato Angelo Busetti dichiarò, relativamente al patrimonio, che la chiesa non aveva più niente (6). Le entrate erano infatti ormai costituite dalle poche rendite derivanti dai titoli di stato depositate su libretti bancari, da elemosine, offerte e questue.

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di Sant'Antonio di Dovena è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di Sant'Antonio in Dovena.

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Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983) Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi" Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile

73 da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Parrocchie e curazie ADT, Atti visitali Bibliografia Castelfondo e la sua storia, a cura Pro loco di Castelfondo, 1973, Trento, pp. 92-93 WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. II: I decanati di Cles e di Fondo, Trento, 1937

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Sant'Antonio in Dovena, Carteggio e atti, fasc. 5. (2) Cfr. ADT, Atti visitali, 1. (3) Cfr. Castelfondo e la sua storia, a cura Pro loco di Castelfondo, 1973, Trento, pp. 92-93. (4) Cfr. Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, Carteggio e atti, fasc. 2. (5) Cfr. Parrocchia di San Nicolò in Castelfondo. Inventario dell'archivio storico (1444-1985), a cura della Cooperativa Koinè, Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, Urbari e registri delle rese di conto dei sindaci, reg. 1. (6) Cfr. Ufficio parrocchiale di Sant'Antonio in Dovena, Carteggio e atti, fasc. 5.

74 fondo D Chiesa di Sant'Antonio in Dovena, 1548 - 1837 {131}

registri 3, fascicoli 1

Soggetti produttori Chiesa di Sant'Antonio, [1428] - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; latino

75 serie D 1 Urbari e registri delle rese di conto dei sindaci, 1548 - 1837 {132}

registri 2

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è formata da due registri che contengono gli urbari della chiesa filiale di Sant'Antonio di Dovena redatti in diversi momenti e le rese di conto dei sindaci della chiesa, eletti dalla comunità, che annotavano le entrate e le uscite relative all'amministrazione del patrimonio della chiesa e rendevano annualmente conto del loro operato al parroco e al rappresentante della comunità di Dovena.

D 1.1 {133} Urbario e registro delle rese di conto dei sindaci 1548 gennaio 21 - 1677 giugno 11 cc. 1-23r, 40v-55: urbario dei beni della chiesa di Sant'Antonio di Dovena, 1548 gennaio 21-1616 febbraio 21 (con annotazioni fino al 20 gennaio 1619); cc. 23v-40, 90-130: registro delle rese di conto dei sindaci, 1550-1575 gennaio 29; 1585 febbraio 4-1677 giugno 11. A c. 131v: annotazioni di cassa, 1601 febbraio 2-1615 gennaio 18. Italiano, latino Registro; carta, legatura in pergamena, con traccia di lacci in pelle, cc. 55, 90-131, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

D 1.2 {134} "1679. Libro de conti della chiesa figliale di Sant'Antonio di Dovena legato nel 1807" (tit. int.) 1679 aprile 8 - 1837 gennaio 26 - Urbario dei beni della chiesa, 1691 febbraio 21-1691 febbraio 24; - registro delle rese di conto dei sindaci per gli anni 1677/1679-1835/1836. All'inizio delle rese di conto: regolamento per la presentazione dei conti, sec. XVII; tra le rese di conto del 1800 e del 1801: elenco dei capitali della chiesa, [1801]; alla fine: notizia di una donazione alla chiesa, 1827 ottobre 23. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, cc. 293 n.n.

76 serie D 2 Urbari, 1753 - 1821 {135}

registri 1

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie si compone di un registro. In archivio si trova un altro esemplare in Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Urbari generali, reg. 1

Vedi anche: Serie Urbari. Serie Urbari generali.

D 2.1 {136} "Novum urbarium reddituum ecclesiae filialis Sancti Antonii Abbatis Ovena parocho Ioanne Antonio Bertagnolli sacrae theologiae doctore anno Domini 1764" (tit. int.) 1753 giugno 20 - 1821 maggio 22 Urbario dei beni della chiesa di Dovena. Italiano, latino Registro; carta, legatura in pelle, pp. 150, cc.27-40, con indice alla fine n.n.

77 serie D 3 Carteggio e atti, 1692 - 1826 {137}

fascicoli 1

D 3.1 b.1 {138} Carteggio e atti 1692 - 1826 Carteggio e atti relativi all'amministrazione dei beni della chiesa: registrazioni di entrate, costituzioni di censo. Italiano Fascicolo; carta, cc. 44

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Ente Beneficio di Santa Caterina {139} 1517 ottobre 16 - 1987 gennaio 24

Luoghi Castelfondo (TN) Dovena (Castelfondo, TN)

Altre Forme autorizzate del nome Beneficio Calovetti

Archivi prodotti Fondo Beneficio di Santa Caterina in Castelfondo, 01/01/1585 - 31/12/1764

Storia Guglielmo fu Nicolò Calovetti da Melango (Castelfondo), pievano di Fondo, istituì nel suo testamento redatto il 16 ottobre 1517 una cappellania nella chiesa di Castelfondo all'altare di Santa Caterina, destinando alla sua dotazione tutti i suoi beni situati nel territorio di Castelfondo. Il fondatore dispose inoltre che il diritto di presentazione del sacerdote venisse affidato alla famiglia Thun che aveva anche l'onere del controllo sul buon funzionamento dell'istituzione. Il vescovo di Trento Bernardo Cles confermò la cappellania in seguito all'interessamento dell'esecutore testamentario, Bernardino Thun. Il beneficiato aveva l'obbligo di celebrare ogni settimana delle messe all'altare di Santa Caterina (ridotte a due nel sec. XVIII) e di mantenere in buono stato la casa beneficiale in dotazione; doveva versare annualmente alla chiesa di San Nicolò una "quarta" di segale e pagare le imposte sul patrimonio. La dotazione era consistente: oltre alla casa beneficiale "volgarmente detta La Capella", c'erano l'orto attiguo, numerosi appezzamenti di terreno e diversi censi. L'ultimo beneficiato fu Francesco Dalpiaz investito nel 1764 e morto nel 1825 a Fondo dove risiedeva e dove celebrava le messe, senza così adempire le disposizioni del fondatore che indicavano come luogo di celebrazione Castelfondo. In seguito alla morte di don Dalpiaz i rappresentanti della villa di Dovena chiesero alle autorità competenti che il beneficio venisse loro assegnato, visto che a Castelfondo comunque era assicurata la presenza di un altro sacerdote investito del beneficio primissariale. A Dovena inoltre c'era una chiesa corredata per il culto e la comunità si impegnava a consegnare al beneficiato un'abitazione decorosa e a provvedere alla eventuale deficienza di salario nel caso il sacerdote si assumesse anche l'onere dell'insegnamento scolastico e della dottrina cristiana. Il 21 ottobre 1826 il Capitanato Circolare di Trento comunicò l'approvazione da parte della Cancelleria aulica del passaggio a Dovena del beneficio a condizione che fosse soggetto al parroco di Castelfondo, nella cui chiesa si doveva continuare a celebrare presso l'altare di Santa Caterina, e che la comunità di Dovena si obbligasse al suo mantenimento e alla costruzione di una casa beneficiale. Nonostante ciò, il beneficiato non venne subito eletto, tanto che per alcuni anni, dal 1826 al 1829, l'amministrazione venne resa da laici.

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Finalmente nel 1830, in seguito alla costruzione di una casa beneficiale, venne destinato a Dovena don Antonio Covi, già cooperatore di Verla. Nel frattempo si sollecitavano le pratiche per la stesura del documento di fondazione di una cappellania esposta a Dovena. Da quel momento in poi il beneficio venne utilizzato per il mantenimento del curato di Dovena. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio Santa Caterina in Dovena ha perso la personalità giuridica civile.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Libro B ADT, Investiture

80 fondo E Beneficio di Santa Caterina in Castelfondo, 1585 - 1764 {140}

quaderni 3, fascicoli 1

Soggetti produttori Beneficio di Santa Caterina, 1517 ottobre 16 - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; latino

81 serie E 1 Urbari, 1585 - 1764 {141}

quaderni 3

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

E 1.1 {142} "Desumptus. Urbarium seu repertorium omnium bonorum stabilium et prediorum que quondam venerabilis et devotus dominus presbiter Gulielmus de Calovetis plebis Castrifundi tunc plebanus Fundi reliquit et dedicavit altari modo consecrato in honorem Dei et Divae Virginis Catharinae erecto in Ecclesia parochiali Sancti Nicolai Castrifundi, quod beneficium modo nominatur La Cappella da Castelfondo cuius ius patronatus commissit et legavit magnificis et illustrissibus dominis de Thono et primo domino Bernardino et omnibus haeredibus successoribus suis de prole Thoni" (tit. int.) 1585 febbraio 5 Alle cc. 6-8: estratto dal testamento del fondatore, 1517 ottobre 16 (copia). Latino Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 9

E 1.2 {143} "Urbarium seu repertorium omnium bonorum stabilium et prediorum que quondam venerabilis et devotus dominus presbiter Gulielmus de Calovetis plebis Castrifundi tunc plebanus Fundi reliquit et dedicavit altari modo consecrato in honorem Dei et Divae Virginis Catharinae erecto in Ecclesia parochiali Sancti Nicolai Castrifundi, quod beneficium modo nominatur La Cappella da Castelfondo cuius ius patronatus commissit et legavit magnificis et illustrissibus dominis de Thono et primo domino Bernardino et omnibus haeredibus successoribus suis de prole Thoni" (tit. int.) 1597 febbraio 25 Alle cc. 10-13: estratto dal testamento del fondatore, 1517 ottobre 16 (copia); alle cc. 17v-18 e all'inizio: annotazioni relative al contenuto del registro ed elenco dei beneficiati redatto da don Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX. Latino Quaderno; carta, legatura in mezza pergamena, cc. 18

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E 1.3 {144} "Urbarium bonorum spectantium ad beneficium Sanctae Chatarine Virginis et Martiris cuius patronatus spectat ad eccellentissimam familiam de Thun" (1) [1715 post]; 1764 (con annotazione del 16 settembre 1794) Italiano Quaderno; carta, senza coperta, cc. 8 n.n. Note (1) Segue annotazione relativa alla storia del beneficio redatta da Giovanni Battista Paternoster, sec. XIX

83 serie E 2 Carteggio e atti, 1628 - 1869 {145}

fascicoli 1

E 2.1 b. 1 {146} Beneficio Santa Caterina 1628 (copia) - 1840; 1868 - 1869 Decreto che riduce il numero di messe (1628 copia); carteggio amministrativo, elenco dei beni, carteggio e atti relativi ai beneficiati, fassioni, consegna al nuovo amministratore, rese di conto dell'amministratore per gli anni 1826/1827-1828/1829; carteggio con il parroco relativo alla rinuncia dell'amministratore (1868-1869), ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 100

84

Ente Beneficio Campi {147} 1766 aprile 28 - 1987 gennaio 24

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio Campi in Castelfondo, 01/01/1763 - 31/12/1985

Storia Floriano Lorenzo Campi con suo testamento redatto il 20 giugno 1763 istituiva a Castelfondo un beneficio con l'onere di tre messe settimanali. La fondazione venne eretta il 28 aprile 1766 (1). Altri oneri del beneficiato, oltre alla celebrazione delle tre messe settimanali a favore del fondatore, erano la recita quotidiana del Rosario, la celebrazione giornaliera della prima messa e la cooperazione alla cura d'anime con l'ascolto delle confessioni, l'assistenza ai malati e la spiegazione della dottrina cristiana. I beni assegnati al beneficio erano la casa del testatore situata a Castelfondo, la metà di un prato e un fondo situati nel territorio di Castelfondo e un censo. Floriano Campi affidò l'amministrazione e il diritto di presentazione dei sacerdoti ai discendenti di Antonio Bonaventura Barbacovi da Taio, suo nipote. All'inizio dell'Ottocento a questo beneficio venne incorporato il beneficio primissariale fondato dal comune di Castelfondo. Con questo aumento di dotazione il beneficiato Campi si assumeva anche il compito di maestro di scuola "normale" per i ragazzi. Nel 1821 il Comune vendette al beneficio una casa comunale, ad eccezione di una camera posta al secondo piano che sarebbe stata riservata alla scuola per i ragazzi. Questa casa venne poi rivenduta nel 1904. L'amministrazione del beneficio era tenuta da un laico che presentava i resoconti assieme al parroco alle autorità competenti. Dal 1902 i conti vennero presentati all'Ordinariato solo dal parroco di Castelfondo. Con il passare del tempo si rese necessario il riconoscimento, da parte delle autorità, di un posto di cooperatore di Castelfondo, così i beni del beneficio primissariale Campi vennero utilizzati per formare il fondo del primissario cooperatore col decreto di "sistemizzazione del posto di sacerdote ausiliario" presso la parrocchia datato 25 gennaio 1907. Da quel momento le rendite del beneficio furono assunte nella fassione del parroco. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio Campi in Castelfondo ha perso la personalità giuridica civile.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

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Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Libro B ADT, Investiture ADT, Benefici

Note (1) Cfr. Beneficio Campi in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 1.

86 fondo F Beneficio Campi in Castelfondo, 1763 - 1985 {148}

registri 1, buste 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Beneficio Campi, 1766 aprile 28 - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; latino

Vedi anche: Serie Partitari generali. Serie Urbari generali.

87 serie F 1 Registri di cassa, 1897 - 1911 {149}

registri 1

F 1.1 {150} "Beneficio Campi parochia di Castelfondo" 1897 novembre 25 - 1911 ottobre 14 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 20 n.n.

88 serie F 2 Resoconti, 1885 - 1985 {151}

buste 1

Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e Chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e Chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

F 2.1 b. 1 {152} Resoconti 1885 - 1985 Nn. 1-60 Resoconti e parziale documentazione di corredo. Italiano Busta; carta, cc. 672 n.n.

89 serie F 3 Carteggio e atti, 1763 - 1945 {153}

fascicoli 1

F 3.1 b. 1 {154} "Beneficio Campi" 1763 (copia) - 1945 Testamento del fondatore (1763 copia), documento di fondazione (1766 copia), carteggio e atti relativi all'amministrazione del beneficio, nomina di beneficiati, descrizione della dotazione, contratti con il Comune, atti di locazione, consegne, inventari, fogli di possesso fondiario, fassioni, ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 231

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Ente Confraternita del Santissimo Sacramento {155} [1766] - ante 2004

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Castelfondo, 01/01/1814 - 31/12/1957

Storia Notizie dell'esistenza di una antica confraternita del Santissimo Sacramento fondata a Castelfondo si trovano nei verbali della visita pastorale del 1766 (1). Unica testimonianza presente in archivio parrocchiale è relativa a una costituzione di censo prodotta dai suoi rappresentanti nel 1772 (2). Venne rieretta in seguito ad ordine napoleonico il 17 aprile 1814 (3). Dello statuto e dei capitoli stilati in occasione della rierezione non rimane attualmente alcuna testimonianza. Il 30 giugno 1870 la compagnia venne rinnovata e migliorata "essendo gli antichi statuti assai imperfetti ed in qualche parte anche impraticabili" (4), ottenendo l'approvazione vescovile il 10 aprile 1871. Scopo della confraternita era promuovere la frequenza alle celebrazioni religiose e la partecipazione alla Comunione, curare il decoro del Santissimo nella chiesa parrocchiale e nelle processioni infine portare il Viatico agli ammalati. Era amministrata da un priore, affiancato da un segretario e da un cassiere, da quattro consiglieri e "rascossori" delle tasse e da una priora con due assistenti. Tutti i confratelli erano tenuti ad indossare "vesti dello stesso taglio" munite di cappuccio; le consorelle avevano l'obbligo di portare sul capo un velo bianco. Una volta all'anno, in occasione della festività dell'Ascensione, veniva convocato un consiglio generale di tutti i confratelli. Le tasse di iscrizione rappresentavano le entrate del sodalizio e venivano impiegate per la celebrazione delle messe in suffragio dei confratelli defunti e per l'acquisto di cera e paramenti per la chiesa di San Nicolò. In occasione della stesura dei nuovi capitoli del 1 agosto 1919 venne specificato che i membri della confraternita non detenevano alcun diritto sui proventi ricavati dalle tasse di iscrizione che altresì dovevano servire per gli arredi, per le funzioni, per le spese di culto straordinarie e per le messe. Eventuali doni, legati o proventi straordinari dovevano essere capitalizzati e la chiesa parrocchiale doveva rappresentare l'unica proprietaria degli apparati e mobili ad uso della confraternita. Si stabilì inoltre che tutti i beni e diritti ad essa spettanti venissero "amalgamati" al patrimonio della chiesa (5). L'attività della confraternita è testimoniata in archivio fino al 1957. Nel 2004 un decreto vescovile soppresse tutte le confraternite ancora attive nella diocesi: fra queste non rientrava però la confraternita del Santissimo Sacramento di Castelfondo, che dunque doveva essere già estinta.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse 91 un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1810 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. In seguito al Concordato le confraternite che avevano scopo esclusivo o prevalente di culto passarono alla dipendenza dell'autorità ecclesiastica per quanto riguardava il funzionamento e l'amministrazione.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Libro B

Note (1) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 61. (2) Cfr. Confraternita del Santissimo Sacramento in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 1. (3) Ibidem, Registri degli iscritti, reg. 1. (4) Ibidem, Registri delle rese di conto e dei verbali delle riunioni, reg. 1. (5) Ibidem, Carteggio e atti, c. 11.

92 fondo G Confraternita del Santissimo Sacramento in Castelfondo, 1814 - 1957 {156}

registri 3, quaderni 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, [1766] - ante 2004

Lingua Italiano

93 serie G 1 Registri degli iscritti, 1814 - 1937 {157}

registri 2

G 1.1 {158} "Libro de' Con[fra]telli e consore[lle] Santissimo Sacramento" [1814 aprile 17] - 1846 febbraio 15 Altre denominazioni: "Registro della Compagia (sic) del Santissimo Sacramento nuovamente ereta in grazia d'un ordine spedito da Napolione imperatore della Francia Re d'Italia nel qualle è registrato tutti gli confratelli e consorelle viventi dal principio di questa compagnia con in seguito tutti quelli che si ascriverano per l'avenire, come tutti gli ufficianti, quando fu ereta con anche il registro de morti con decreto e capitoli ..." (tit. int.) Registro degli iscritti e delle iscritte in ordine alfabetico e suddiviso per località. Alle pp. 458-463: registro di cassa, 1820-1838 gennaio 10; a p. 468: elenco delle quote d'iscrizione annuale, 1814-1834. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, con appigli, pp. 468 (bianche molte pp.), con indice incompleto alle pp. 465-467

G 1.2 {159} "Registro degli ascritti alla confraternita del Santissimo Sacramento di Castelfondo" 1889 - 1937 Registro degli iscritti e delle iscritte in ordine alfabetico. All'inizio: elenco delle quote d'iscrizione annuali, [1889 maggio 30] Italiano Registro; carta, legatura in tela, con appigli, cc. 19 n.n.

94 serie G 2 Registri delle rese di conto e dei verbali delle riunioni, 1875 - 1957 {160}

registri 1

G 2.1 {161} "Capitoli della confraternita del Santissimo Sacramento 1871" 1875 maggio 30 - 1957 Registro delle rese di conto con verbali delle riunioni, 1875 maggio 30-1875 giugno 13; 1884 ottobre 11-1957. All'inizio: capitoli della confraternita, 1870 giugno 20 (copia)-1871 aprile 10 (copia). Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 116 n.n.

95 serie G 3 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1939 - 1957 {162}

quaderni 1

G 3.1 {163} "Confratelli del Santissimo di Castelfondo colomello di sotto" (1) 1939 - 1957 All'inizio: elenco delle quote d'iscrizione annuali, s.d. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 32 n.n. Note (1) "sotto" soprascritto a "sopra".

96 serie G 4 Carteggio e atti, 1868 - 1935 {164}

fascicoli 1

G 4.1 b. 1 {165} Confraternita del Santissimo Sacramento 1868 - 1935 (con documento del 1772) Costituzione di censo (1772); capitoli della confraternita (1870), statuto (1909), regolamento, libretto di risparmio (1925-1936). Italiano Fascicolo; carta, cc. 31

97

Ente Confraternita della Dottrina Cristiana {166} 1696 aprile 11 - [1829]

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita della Dottrina Cristiana in Castelfondo, 01/01/1696 - 31/12/1829

Storia La confraternita della Dottrina Cristiana di Castelfondo fu istituita l'11 aprile 1696 dal vicario generale del Capitolo di Trento Carlo Emanuele Voltolini che la aggregò all'Arciconfraternita della Dottrina Cristiana presente nella cattedrale di Trento (1). La sua costituzione ebbe impulso probabilmente in seguito alle esortazioni date dal vescovo dopo la visita pastorale del 1695 che auspicava l'erezione di questa confraternita in tutte le parrocchie della diocesi al fine di migliorare e incrementare l'esercizio della dottrina cristiana tra la popolazione e contrastare ed arginare il diffondersi delle dottrine protestanti. Scopo principale degli iscritti alla confraternita era quello di coadiuvare il parroco nell'insegnamento ai fanciulli della dottrina, di scegliere i maestri e di contribuire al loro salario nel caso il parroco avesse bisogno di aiuto. Il parroco ricopriva la carica di priore della confraternita, doveva procedere all'elezione degli "officiali", dei ministri e dei maestri. La documentazione prodotta dalla confraternita di Castelfondo presente in archivio si ferma al 1829: si tratta della registrazione di due iscritti (2). Dopo tale data si presume che l'attività del sodalizio si sia interrotta.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali

Note (1) Cfr. Confraternita della Dottrina Cristiana in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Ibidem, Registri degli iscritti, reg. 1

98 fondo H Confraternita della Dottrina Cristiana in Castelfondo, 1696 - 1829 {167}

quaderni 1, fascicoli 1

Soggetti produttori Confraternita della Dottrina Cristiana, 1696 aprile 11 - [1829]

Lingua Italiano; latino

99 serie H 1 Registri degli iscritti, 1696 - 1829 {168}

quaderni 1

H 1.1 {169} "Libro della Congregazione della Dottrina Christiana" [1696] - 1829 luglio 19 Altre denominazioni: "Libro delli nomi de confratelli e consorelle della Congregazione della Dottrina Christiana erretta nella parochiale di San Nicolò di Castelfondo l'anno 1696" (tit. int.) Registro degli iscritti. Italiano Quaderno; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

100 serie H 2 Carteggio e atti, 1696 - 1750 {170}

fascicoli 1

H 2.1 b. 1 {171} Dottrina Cristiana 1696; 1750 Documento di erezione della confraternita (1696); elenco delle indulgenze (1750). Latino Fascicolo; carta, cc. 3

101

Persona Paternoster, Giovanni Battista {172} 1802 gennaio 20 - 1884 luglio 13

Luoghi Cloz Castelfondo

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista Paternoster, 01/01/1824 - 31/12/1878

Storia Giovanni Battista Paternoster nacque a Cloz il 20 gennaio 1802. Concluse gli studi nel seminario di Trento e fu ordinato sacerdote il 24 luglio 1825. Dopo essere stato cooperatore a dal 1825 e curato di Nomi dal 1831, nel 1835 venne nominato parroco di Castelfondo, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1884. Nel lungo periodo di reggenza della parrocchia egli lasciò un ricordo profondo nei sui parrocchiani e una traccia visibile nell'archivio parrocchiale. Infatti si trova spesso la sua scrittura nitida e regolare che chiosa con appunti, riflessioni e commenti molta documentazione antica. Appassionato di storia locale trascrisse molti documenti antichi, scrisse composizioni poetiche di vario tipo e si interessò di biografie compilando alberi genealogici. Sul registro dei morti di Castelfondo si legge: "Molto reverendo Giovanni Battista Paternoster di Cloz, parroco di Castelfondo che colle esimie sue virtù e coll'alto suo ingegno diresse questa popolazione per ben quarantotto anni e mezzo, amato e benvisto da tutti, spirava col sorriso dei giusti il giorno 13 luglio 1884 e fu sepolto il 15 in Castelfondo" (1).

Contesto generale Diocesi di Trento

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Registro dei morti, reg. 1.

102 fondo I Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista {173} Paternoster, 1824 - 1878

fascicoli 1

Soggetti produttori Paternoster, Giovanni Battista, 1802 gennaio 20 - 1884 luglio 13

Storia archivistica Il fondo raccoglie gli scritti, le trascrizioni di documenti e gli appunti storici prodotti da don Giovanni Battista Paternoster e rinvenuti in archivio parrocchiale di Castelfondo durante l'intervento di riordino.

Lingua Italiano; latino

103 serie I Scritti e appunti, 1824 - 1878 {174}

fascicoli 1

I 1.1 b. 1 {175} "Manoscritti di don Giovanni Battista Paternoster" 1824 - 1878 Trascrizioni di antichi documenti (1507 copia-1712 copia), appunti, scritti, copie di documenti (1824-1878), composizioni poetiche (1838-1866), appunti per ricerche biografiche (1846-1860). Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 299

104

Persona Clementi, Giovanni Battista {176} 1785 febbraio 15 - 1830 settembre 18

Luoghi Castelfondo (TN) Avio Trento Pomarolo

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista Clementi, 01/01/1804 - 31/12/1830

Storia Giovanni Battista Clementi nacque a Raina, frazione di Castelfondo, il 15 febbraio 1785. Nel 1804 entrò nel Seminario di Trento dove concluse brillantemente gli studi teologici. Fu ordinato il 14 gennaio 1809, cooperatore a Avio e nel 1821 nominato attuario della Curia vescovile. Nel 1829 fu vicario parrocchiale di Pomarolo, dove morì il 18 settembre 1830. Dispose di lasciare alla canonica di Castelfondo la sua biblioteca e i suoi manoscritti inerenti a materie teologiche (1).

Contesto generale Diocesi di Trento

Note (1) Elenco del lascito (113 libri e un fascicolo di manoscritti) si trova conservato in archivio parrocchiale: cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc. 2.

105 fondo J Documentazione dell'archivio privato di don Giovanni Battista {177} Clementi, 1804 - 1830

fascicoli 2

Soggetti produttori Clementi, Giovanni Battista, 1785 febbraio 15 - 1830 settembre 18

Storia archivistica Il fondo raccoglie una parte della documentazione privata di don Giovanni Battista Clementi e un fascicolo di manoscritti di carattere morale e religioso che il sacerdote aveva legato alla canonica di Castelfondo.

Lingua Italiano; latino

106 serie J 1 Scritti e carteggio, 1804 - 1830 {178}

fascicoli 2

J 1.1 b. 1 {179} "Carte ufficiali e lettere relativa a don G.B. Clementi fondatore della biblioteca" 1804 - 1830 Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 81

J 1.2 b. 1 {180} "Prediche, panegirici e discorsi manoscritti di don G. Battista Clementi" sec. XIX prima metà Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 185

107

Persona Clementi, Giovanni Battista {181} 1803 ottobre 3 - 1846 luglio 28

Luoghi Castelfondo

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio privato del dott. Giovanni Battista Clementi, 01/01/1825 - 31/12/1842

Storia Giovanni Battista Clementi nacque a Castelfondo l'8 ottobre 1803; era nipote di don Giovanni Battista Clementi, attuario della Curia vescovile di Trento. Seguendo l'esempio dello zio lasciò alla canonica di Castelfondo i suoi manoscritti e i suoi appunti di storia locale. Tra il 1820 e il 1840 riordinò l'archivio parrocchiale e quello comunale del quale compilò un inventario di 346 numeri, comprendendo documenti dal 1345 fino al 1827 che venne utilizzato anche da Vigilio Inama per le sue pubblicazioni (1). Morì a Castelfondo il 28 luglio 1846. "Concittadino illustre, erudito, storico dilettante e ricercatore appassionato, fu uno dei pochi, se non il solo, che ben meritarono del paese natio, proponendo, attraverso la sua opera, umile e modesta ma preziosa, il suo nome all'attenzione degli studiosi e agli amatori delle patrie storie" (2).

Note (1) Cfr. INAMA V., Il castello e la giurisdizione di Castelfondo nella Valle di Non, IN "Archivio Trentino", XV (1900), pp. 135-184. (2) Cfr. Castelfondo e la sua storia, a cura della Pro Loco di Castelfondo, Trento, 1973, p. 63

108 fondo K Documentazione dell'archivio privato del dott. Giovanni Battista {182} Clementi, 1825 - 1842

fascicoli 3

Soggetti produttori Clementi, Giovanni Battista, 1803 ottobre 3 - 1846 luglio 28

Storia archivistica Il fondo raccoglie la documentazione prodotta dal dott. Giovanni Battista Clementi che la donò alla canonica di Castelfondo nel 1846, seguendo l'esempio dello zio don Giovanni Battista Clementi. Egli consegnò anche della documentazione antica appartenente alla comunità di Castelfondo che aveva salvato dalla dispersione.

Lingua Italiano; latino; tedesco

109 serie K 1 Scritti e appunti, 1825 - 1842 {183}

fascicoli 3

K 1.1 b. 1 {184} "Fragmenta historica" [1825] Nn. 8 quadernetti di appunti sulla storia trentina. Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 264

K 1.2 b. 1 {185} Scritti vari 1825 - 1841 Composizioni poetiche, discorso per l'inaugurazione di un monumento, appunti, ricerche genealogiche. Italiano Fascicolo; carta, cc. 98

K 1.3 b. 1 {186} Appunti di storia di Castelfondo e della Val di Non 1836 - 1842 Appunti sulla storia di Castelfondo, copie di documenti spettanti al comune di Castelfondo (1345 copia-1842), annotazioni storico statistiche sul Giudizio di Fondo (1836), appunti sulla storia religiosa della Val di Non (1838), elenco di cognomi antichi, ecc. Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 261

110

Ente Comunità di Castelfondo {187} sec. XIV - [1810]

Luoghi Castelfondo (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della comunità di Castelfondo, 01/01/1474 - 31/12/1808

Storia La comunità di Castelfondo ha origini antiche. Era compresa nella giurisdizione del castello di Castelfondo. A capo della comunità c'era il "gastaldo" il cui ufficio aveva durata annuale (1). Accanto al gastaldo c'erano i "regolani", anch'essi in carica un anno, rappresentanti delle ville che costituivano la comunità (Raina, Melango e Dovena). I regolani assieme ad alcuni uomini detti "giurati" formavano il nucleo che doveva amministrare la comunità. Le norme che la regolavano, riguardanti soprattutto l'uso dei boschi e dei pascoli comunali, la manutenzione delle strade, dei confini, dei canali d'acqua erano raccolte nella Carta di Regola. Sede di pieve, la giurisdizione di Castelfondo comprendeva oltre a Castelfondo anche i vicini Senale, San Felice, Brez, Don, Amblàr, Ruffré, Tavon: cinque anni su sei veniva esercitata la giustizia anche sulla vicina Contea di Arsio. L'amministrazione della giustizia spettava in prima istanza al vicario - giudice civile e criminale - ed in seconda istanza al capitano. Solo nel 1810, con l'annessione al Regno italico, venne abolito l'ufficio vicariale e capitaniale di Castelfondo, aggregato alla Giudicatura di pace di Fondo; nel 1816 invece il governo austriaco ripristinò il Giudizio distrettuale patrimoniale dei conti Thun di Castelfondo, cessato definitivamente nel 1822 ed incorporato al Giudizio distrettuale di Fondo.

Funzioni, occupazioni e attività Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle Regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa. Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo degli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano - le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali proibendo la convocazione delle regole generali, abolendo le regolanie maggiore e minore. Con la secolarizzazione del principato, sancita dal trattato di Parigi del 26 dicembre 1802, l'equilibrio fra subordinazione all'autorità centrale e autonomia amministrativa si infranse sotto il tentativo di centralizzare la frammentata 111 amministrazione dell'ex principato. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810 venne sancita la divisione del Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e la loro ulteriore suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale del 23 agosto dello stesso anno furono estesi al Dipartimento le leggi e i decreti riguardanti l'amministrazione del Regno (2).

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia INAMA V., Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino dalle origini fino al secolo XVI, Trento, 1905

Note (1) Cfr. INAMA V., Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino dalle origini fino al secolo XVI, Trento, 1905, p. 299. (2) Le presenti note sono tratte dalla scheda-soggetto redatta a cura del Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, alla quale si rimanda per ulteriori approfondimenti e per la bibliografia.

112 fondo L Documentazione dell'archivio della comunità di Castelfondo, 1474 - 1808 {188}

registri 2, fascicoli 1

Soggetti produttori Comunità di Castelfondo, sec. XIV - [1810]

Storia archivistica Il fondo raccoglie parte della documentazione prodotta dalla comunità di Castelfondo e depositata dal dott. Giovanni Battista Clementi nell'archivio parrocchiale al fine di salvarla dalla dispersione. Egli aveva ordinato i documenti dell'archivio comunale nei primi decenni del XIX secolo, compilando un inventario di 346 numeri. I due registri conservati in parrocchia riportano una segnatura che probabilmente è riconducibile all'organizzazione dell'archivio comunale.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 154 INAMA V., Il castello e la giurisdizione di Castelfondo nellaValla di Non, IN "Archivio Trentino", XV (1900), pp. 142-164

113 serie L 1 Carte di regola, 1736 - 1772 {189}

registri 1

Contenuto La Carta di regola è uno strumento scritto di contenuto normativo che regola la civile convivenza entro il territorio della comunità, stabilendo i diritti e i doveri dei vicini, le competenze e la durata dei vari uffici comunitari, i criteri per la più opportuna fruizione dei beni comuni e le pene cui vanno soggetti coloro che hanno violato le disposizioni contenute nella carta stessa. Probabilmente la carta di regola deriva da più antiche consuetudini che disciplinavano le comunità su base orale. Essa viene redatta dagli ufficiali comunitari più importanti con l'assistenza di un notaio, oppure da alcune persone appositamente delegate dalla regola maggiore. In seguito è presentata al principe vescovo di Trento che provvede alla sua approvazione dopo avervi apportato eventuali modifiche. L'approvazione vescovile non aveva però valore illimitato e doveva essere rinnovata di volta in volta dal nuovo vescovo.

La serie si compone di un registro che riporta le disposizioni comunitarie in merito alla gestione delle montagne, delle campagne e i compiti del gastaldo con le relative modifiche.

L 1.1 {190} Carta di regola 1736 febbraio 8 - 1772 luglio 3 Carta di regola della comunità di Castelfondo con successive modifiche e conferme imperiali. Italiano, latino, tedesco Registro; carta, legatura in pelle, cc. 30 Segnature precedenti: n. 226

114 serie L 2 Registri delle rese di conto, 1772 - 1808 {191}

registri 1

Contenuto La serie è composta da un registro che riporta le rese di conto dell'amministrazione della Comunità da parte del gastaldo. Le rese di conto si presentavano in casa del gastaldo in seguito alla convocazione della pubblica Regola.

L 2.1 {192} "Libro de' conti del Comune dal 1771 al 1807" 1772 ottobre 25 - 1808 settembre Registro delle rese di conto della comunità di Castelfondo per gli anni 1771-1808. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 8-226 (mancano le cc. 1-7)

115 serie L 3 Carteggio e atti, 1474 - 1792 {193}

fascicoli 1

L 3.1 b. 1 {194} Carteggio e atti 1474 - 1792 Documenti, comunicazioni, transazioni, richieste prodotte dalla comunità di Castelfondo. Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 30

116

Ente Comune di Brez {195} 1818 - 1923

Luoghi Brez

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio del comune di Brez, 01/01/1832 - 31/12/1832

117 fondo M Documentazione dell'archivio del comune di Brez, 1832 {196}

registri 1

Soggetti produttori Comune di Brez, 1818 - 1923

118 serie M 1 Catasti, 1832 {197}

registri 1

M 1.1 {198} "Libro di evidenza ossia trasporto sopra il catasto rusticale del comune di ***" [1832] (con annotazioni fino al 17 aprile 1860) Catasto del comune di Brez. Italiano Registro; carta, senza coperta, cc. sd 433-498 frammento di registro

119 fondo N Pergamene dell'archivio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, 1444 {199} - 1670

pergamene 30

Storia archivistica Il fondo raccoglie 30 pergamene conservate presso l'archivio storico della parrocchia di San Nicolò di Castelfondo. Gli atti spaziano dal 1444 al 1670; essi sono in prevalenza documenti di privati: si trovano infatti compravendite, locazioni, permute e costituzioni di censo. Alcuni documenti si riferiscono ad affari della comunità di Castelfondo. Purtroppo non è stata rinvenuta la pergamena datata 10 settembre 1400 che era elencata nell'inventario dell'archivio parrocchiale redatto nel 1918 e da Albino Casetti (1). Per quanto riguarda i regesti, si segnala inoltre che la data topica "Melango" indica l'antica denominazione, in uso fino al XVI secolo, di Castelfondo.

Lingua Latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è identificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento; - si sono riportate la data cronica completa (2) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla

120 tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da imbreviatura' o 'copia autentica'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da imbreviatura di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica.

Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SN Signum notarii Segno del notaio

Bibliografia LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003 LECCISOTTI T., AVAGLIANO F. (a cura di), Abbazia di Montecassino. I regesti dell'archivio, vol. XI, Roma, 1977 (Ministero per i Beni culturali e ambientali. Pubblicazione degli Archivi di Stato) NICOLAO F., I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934 QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col Trentino. Istituto per la collaborazione culturale Venezia - Roma, Firenze, 1964 STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di San Nicolò in Castelfondo, Carteggio e atti, fasc.16 e CASETTI A., Guida storico- archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 156. (2) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno al 25 dicembre.

N 1 b. 1 {200} Compravendita 1444 novembre 25 , Revò Giovanni fu "Digo" da Melango, "presbiter", vende a Leonardo fu Nicolò da Carnalez un fondo situato nel territorio di Castelfondo in località "Su i Plani da Vigna", per il prezzo di 40 lire. Notaio: Antonio fu Bertoldo da Brez (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 260 x 170, sul verso note di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 156 (regesto)

121

N 2 b. 1 {201} Deposizione di testimoni e autorizzazione alla copia di documento 1453 giugno 29; 1556 giugno 9 - 1556 agosto 3 Originale, atto notarile; latino, tedesco Documento singolo; pergamena, mm 790 (680) x 400, sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: 139

N 2.1 {202} Autorizzazione alla copia di documento 1556 giugno 9 - 1556 agosto 3 , Melango Davanti a Pietro Inama da Fondo, vicario e giudice di Castelfondo e Arsio per i signori Thun, Sebastiano Genetti, notaio da Melango, e Antonio fu Giovanni Marchetti, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, chiedono che il notaio Cristoforo Manincor da Casez venga autorizzato alla trascrizione di un antico documento riguardante una causa intercorsa tra gli abitanti dei masi "Negroni" in Val d'Ultimo e la comunità di Castelfondo in merito al diritto di pascolo sul monte Luco; in seguito a tre pubblicazioni della richiesta e constatata la contumacia della parte degli abitanti dei masi il vicario autorizza la copia. Contiene: lettera di avvertimento agli abitanti dei masi di Val d'Ultimo, 1556 luglio 16 (copia in tedesco) Notaio: Giovanni fu Giovanni Battista del fu Giacomo Buffetti da Rallo (SN) Gaspare fu Giorgio Bonelli da (SN) Cristoforo Manincor da Casez (SN) Originale, atto notarile, latino, tedesco Documento singolo, pergamena

N 2.2 {203} Deposizione di testimoni 1453 giugno 29 , Monte Luco Giovanni Ronsperger, capitano di Castefondo per "Dagen" Fux di Appiano, su richiesta di "Sixt" Kolinpeck, vicario di Val d'Ultimo e rappresentante degli abitanti dei masi "Negroni", chiama a deporre in qualità di testimoni Odorico figlio di Ancio "a Poza" e Iachlio "Polsaris" da Senale nella causa intercorsa tra i suddetti abitanti dei masi e la comunità di Castelfondo in merito al diritto di pascolo sul monte Luco. Notaio: Antonio fu Bertoldo da Brez Copia autentica dei notai Giovanni fu Giovanni Battista del fu Giacomo Buffetti da Rallo (SN) Gaspare fu Giorgio Bonelli da Nanno (SN) Cristoforo Manincor da Casez (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena

N 3 b.1 {204} Deposizione di testimoni e autorizzazione alla copia di documento 1453 giugno 29; 1556 giugno 9 - 1556 agosto 3 , Melango Originale, atto notarile; latino, tedesco Documento singolo; pergamena, formata da due fogli cuciti insieme, mm 940 x 350, sul verso note di contenuto e nota archivistica macchiata, inchiostro sbiadito Segnature precedenti: 140

122

N 3.1 {205} Autorizzazione alla copia di documento 1556 giugno 9 - 1556 agosto 3 , Melango Davanti a Pietro Inama da Fondo, vicario e giudice di Castelfondo e Arsio per i signori Thun, Sebastiano Genetti, notaio da Melango, e Antonio fu Giovanni Marchetti, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, chiedono che il notaio Cristoforo Manincor da Casez venga autorizzato alla trascrizione di un antico documento riguardante una causa intercorsa tra gli abitanti dei masi "Negroni" in Val d'Ultimo e la comunità di Castelfondo in merito al diritto di pascolo sul monte Luco; in seguito a tre pubblicazioni della richiesta e constatata la contumacia della parte degli abitanti dei masi il vicario autorizza la copia. Contiene: lettera di avvertimento agli abitanti dei masi di Val d'Ultimo, 1556 luglio 16 copia in tedesco Notaio: Giovanni fu Giovanni Battista del fu Giacomo Buffetti da Rallo (SN) Gaspare fu Giorgio Bonelli da Nanno (SN) Cristoforo Manincor da Casez (SN) Originale, atto notarile, latino, tedesco Documento singolo, pergamena

N 3.2 {206} Deposizione di testimoni 1453 giugno 29 , Monte Luco Giovanni Ronsperger, capitano di Castefondo per "Dagen" Fux di Appiano, su richiesta di "Sixt" Kolinpeck, vicario di Val d'Ultimo e rappresentante degli abitanti dei masi "Negroni", chiama a deporre in qualità di testimoni Odorico figlio di Ancio "a Poza" e Iachlio "Polsaris" da Senale nella causa intercorsa tra i suddetti abitanti dei masi e la comunità di Castelfondo in merito al diritto di pascolo sul monte Luco. Notaio: Antonio fu Bertoldo da Brez Copia autentica dei notai Giovanni fu Giovanni Battista del fu Giacomo Buffetti da Rallo (SN) Gaspare fu Giorgio Bonelli da Nanno (SN) Cristoforo Manincor da Casez (SN), atto notarile, latino Documento singolo, pergamena

N 4 b. 1 {207} Compravendita 1472 febbraio 17 , Trento Guglielmo "Cemadom", in qualità di sindaco della comunità di Vigolo Baselga, e Giovanni Guarneri, in qualità di sindaco della chiesa di San Leonardo di Vigolo Baselga, vendono a Domenico fu Giovanni Fanti da abitante a Vigolo Baselga un bosco situato nel territorio di Vigolo in località "ala Val", per il prezzo di sei lire. Notaio: Andrea fu Giovanni Galli da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 470 x 200, sul verso note di contenuto macchiata, rosicata, inchiostro sbiadito Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 156 (regesto)

123

N 5 b. 1 {208} Lodo arbitrale 1476 maggio 5 , Melango Giacomo Benedetti da Caldaro, luogotenente di Simone di Castel Thun capitano del castello di Castelfondo e gli arbitri eletti emettono sentenza nella causa intercorsa tra Giovanni Filippi da , in qualità di procuratore della moglie Antonia fu "Vernardo" da Raina, da una parte, e Antonio Ianes da Raina, in qualità di ex procuratore della suddetta Antonia, dall'altra, in merito al pagamento di un debito. Notaio: Antonio fu Bertoldo da Brez (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 485 x 165, sul verso nota di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 156 (regesto)

N 6 b. 1 {209} Sentenza 1513 dicembre 4 , Castelfondo Bernardino Thun capitano di Castelfondo emette sentenza nella causa intercorsa tra Valentino Antonio Ianes da Raina, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, con alcune persone elette dalla suddetta comunità, da una parte, e alcuni abitanti di Cloz in merito al pagamento di imposte su dei beni situati a Cloz di proprietà di Castelfondo. Notaio: Giacomo figlio di Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 280 x 190, sul verso note di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 156 (regesto)

N 7 b. 1 {210} Sentenza 1513 dicembre 4 , Castelfondo Bernardino Thun capitano di Castelfondo emette sentenza nella causa intercorsa tra Valentino Antonio Ianes da Raina, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, con alcune persone elette dalla suddetta comunità, da una parte, e alcuni abitanti di Cloz in merito al pagamento di imposte su dei beni situati a Cloz di proprietà di Castelfondo. Notaio: Giacomo figlio di Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 500 x 140 (120), sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: 64 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 156 (regesto)

N 8 b. 1 {211} Compromesso e nomina di arbitri 1518 novembre 27 , Castelfondo Davanti a Bernardino Thun capitano di Castelfondo, "Harardus" da Dovena, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, con alcune persone della suddetta comunità e Gottardo fu Giorgio "Mastro Petri" da Raina, a nome anche dei suoi fratelli, nominano degli

124 arbitri per la soluzione di una causa tra loro intercorsa in merito al passaggio delle greggi sul territorio di Castelfondo e al diritto di pascolo. Notaio: Giacomo figlio di Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 285 x 235, sul verso note di contenuto e nota archivistica rosicata lungo il lato destro Segnature precedenti: 73

N 9 b. 1 {212} Sentenza arbitrale 1519 maggio 8 , Melango Bernardino Thun, capitano di Castelfondo, e gli arbitri eletti emettono sentenza nella causa intercorsa tra "Harardus" da Dovena, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, da una parte, e i fratelli Gottardo e Pietro figli del fu Giorgio "Mastro Petri" da Raina, dall'altra, in merito al passaggio delle greggi sul territorio di Castelfondo e al diritto di pascolo. Notaio: Giacomo fu Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 430 x 240 (230), sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: 74

N 10 b. 1 {213} Dazione in pagamento 1523 febbraio 26 , Melango Davanti a Nicolò notaio da Dermulo e abitante a Fondo, vicario della contea di Castelfondo e Arsio per il capitano Bernardino Thun, donna Anna fu Paolo "Moledinatoris" vedova di Pietro "de Valle" da Melango e Lorenzino "dei Gabenlis" da abitante a Melango, in qualità di tutore degli eredi del suddetto Pietro, danno in pagamento a Leonardo "Lentor" da "Portis Chirchen" nella diocesi di Friburgo, famulo di Castelfondo, un fondo vignato situato nel territorio di Castelfondo in località "a Pont", del valore di 26 ragnesi. Notaio: Giacomo fu Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 620 x 140 (130)

N 11 b. 1 {214} Locazione 1523 agosto 10 , San Lorenzo () Giovanni, mugnaio, fu Giovanni, sarto, detto "Genet" da Melango dà in locazione rinnovabile dopo 19 anni a Antonio fu Stefano "Zal" da un prato con viti e alberi situato nella villa di Romallo, dietro pagamento annuo di cinque orne di vino brascato. Notaio: Giacomo fu Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 405 x 130 (125), sul verso note di contenuto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961, p. 156 (regesto)

125

N 12 b. 1 {215} Locazione 1527 novembre 10 , Melango Gottardo fu Giorgio "Magister Petri" da Raina e Giorgio Genetti da Melango, in qualità di rappresentanti della comunità di Castelfondo, danno in locazione per quattro anni a Leonardo Menghini da Traversara e a Antonio fabbro detto "Selmotius" da Rivo (1) il diritto di fare legna su una parte del monte di Castelfondo detto "Plazo Montagno", dietro pagamento annuo di 15 ragnesi. Notaio: Giacomo fu Antonio Menghini da Traversara (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 335 (300) x 150 (125), sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: 77 Note (1) Frazione di Arsio.

N 13 b. 1 {216} Compravendita 1535 novembre 2 , Romallo Matteo fu Stefano "Zal" da Romallo vende a Giovanni detto "Onz" mugnaio da Melango un fondo arativo situato nel territorio di Romallo in località "Alagra", per il prezzo di 38 ragnesi. Notaio: [...] [Originale], atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 370 x 145 (115), sul verso note di contenuto mutila della parte inferiore

N 14 b. 1 {217} Dote e controdote 1549 giugno 3 , Melango Antonio fu Nicolò Antonio Ianes da Raina riceve a titolo di dote dalla moglie Ursula fu Giovanni Simeoni da Romallo, vedova di Nicolò da Melango, 14 marche di Merano; lo stesso, a titolo di "donatio propter nuptias", dona alla moglie sette marche assicurandole sui suoi beni mobili e immobili. Notaio: Nicolò fu "Ianesio" "de Notaris" da Fondo [SN] Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 335 x 150 (140), sul verso nota di contenuto macchiata, inchiostro sbiadito, Signum del notaio tagliato

N 15 b.1 {218} Decisione 1550 febbraio 16 , Castello di Castelfondo Sigismondo Thun per il signore di Castelfondo decide in merito alla controversia intercorsa tra Leonardo "da La Plaza" da Dovena, in qualità di gastaldo della comunità di Castelfondo, assistito dai fratelli Sebastiano e Giorgio Genetti, in qualità di rappresentanti dei vicini di Castelfondo, e Giovanni Bevilacqua, pievano di Castelfondo, in merito al pagamento di tasse e del contributo per la dotazione di una cappella. Notaio: Cristoforo Manincor da Casez (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 390 x 100 (75), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

126

N 16 b.1 {219} Compravendita 1561 settembre 7 , Melango Giacomo fu Giovanni Genetti da Castelfondo vende ai fratelli Giovanni e Giorgio mugnai figli del fu Giovanni Genetti da Castelfondo un fondo arativo con tre "stregle" (1) situato nel territorio di Castelfondo in località "a Vigna", per il prezzo di 23 ragnesi. Notaio: Nicolò figlio di "Ianesio" "de Notaris" da Fondo (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 415 x 125 (105), sul verso nota di contenuto macchiata, inchiostro sbiadito Note (1) Cfr. QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col Trentino. Istituto per la collaborazione culturale Venezia - Roma, Firenze, 1964, sub voce 'stegla'

N 17 b.1 {220} Permuta e in parte compravendita 15[8]6 ottobre 9 , Melango Giovanni fu Sebastiano Runer da Castelfondo permuta, e in parte vende, con Giovanni fu Pietro Cologna da Castelfondo una casa e un campo, situato nel territorio di Raina in località "alle Fasse" detto "il Grez" con alberi da frutto, sul quale grava un censo in natura e denaro a favore della chiesa di San Nicolò di Castelfondo, con un'altra casa situata a Melango in località "al Plaz" e un campo situato nel territorio di Raina in località "il Campo dal Pont" e riceve 50 ragnesi per la differenza di valore dei beni permutati. Notaio: Leonardo Antonio Perizalli da (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 370 x 205, sul verso note di contenuto e nota archivistica macchiata, forata in alcuni punti Segnature precedenti: 4

N 18 b. 1 {221} Donazione "inter vivos" con costituzione di legato 158[9] novembre 19 , Castello di Castellano Brighitta moglie di Filippo Thun a titolo di donazione "inter vivos" dà a Pietro Calovi da Dovena, sindaco della chiesa di San Nicolò di Castelfondo, alla presenza del pievano Pietro Sparapani e di alcuni rappresentanti della comunità di Castelfondo, un censo annuo di cinque ragnesi costituito precedentemente con Pietro "Fogel" dalla Germania abitante a Fondo; Brighitta in cambio ordina al pievano che le siano celebrate in perpetuo alcune messe annue in canto. Notaio: Tomeo fu Giovanni "Fattor" da Romeno (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 510 x 180 (90), sul verso note di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: sacra 12. n. 12

127

N 19 b. 1 {222} Cessione di censi 1594 gennaio 17 , Magras Bartolomeo Felice Bevilacqua [da Malé] cede ai fratelli Simone e Bartolomeo [figli del fu Melchiorre] Ramponi da Magras alcuni censi costituiti precedentemente, del valore complessivo di 747 ragnesi da corrispondere in denaro e in natura. Notaio: Vittore Boccia da Malé (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 320 x 250 (170), sul recto nota di contenuto; sul verso note di contenuto

N 20 b. 1 {223} Compravendita con fideiussione 1594 marzo 10 , Malé Bartolomeo fu Giovanni Felice Bevilacqua da Malé vende a Simone fu Melchiorre Ramponi da Magras un maso e alcuni fondi situati nel territorio della Valle di Rabbi in località "alle Plazze", per il prezzo di 385 ragnesi; Sigismondo Felice [Ramponi], fratello dell'acquirente, si costituisce fideiussore dando in garanzia una sua casa con prato, orto e alberi situata a Malé. Notaio: Lorenzo Campi [da ] Originale da imbreviatura del notaio Lorenzo Campi redatto dal notaio Giovanni Giacomo fu Lorenzo Campi da Denno (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 380 x 295 (235), sul verso note di contenuto

20 {224} Costituzione di censo 1599 ottobre 14 , Castello di Castelfondo Giovanni fu Pietro Cologna da Castelfondo costituisce a favore di Giovanni Cipriano Thun un censo annuo di 36 staia di segale assicurato su un campo situato nel territorio di Raina in località "alle Fasse", per un capitale di 180 ragnesi. Notaio: Leonardo Antonio Perizalli da Romeno (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 350 x 150 (145), sul verso note di contenuto

N 22 b.1 {225} Testamento sec. XVI ultimo quarto , Cognola Zaneto [figlio di Giacomo ](1) [da Cognola] dispone le sue ultime volontà. Notaio: Antonio fu Aldrighetto Gislimberti da Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 270 (240) x 140, sul verso nota di contenuto Note (1) Nome desunto dalla nota sul verso.

N 23 b. 1 {226} Compravendita 1602 marzo 14 , Melango di Castelfondo Simone Puller da Castelfondo vende a Pietro Antonio Ceschi "dal Plaz" un fondo arativo in parte prato situato nel territorio di Castelfondo in località "in Fass", per il prezzo di 125 ragnesi. 128

Notaio: Simone Borzaga da (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 300 (230) x 185 (145), sul verso nota di contenuto in parte sbiadita

N 24 b.1 {227} Permuta 1613 dicembre 9 , Trento Castello del Buonconsiglio Kaspar Siessmair, parroco di Termeno, permuta con Nicolò, sacerdote di Caldaro, alcuni beni situati nel territorio di Caldaro. Originale, documento di cancelleria vescovile; tedesco Documento singolo; pergamena, mm 290 x 560 con plica inferiore di mm 50, sul recto sottoscrizione del cancelliere vescovile, sul verso note di contenuto, note archivistiche e annotazione del 1649, sigillo pendente di cera in mezza teca lignea inchiostro sbiadito Segnature precedenti: 14; 72

N 25 b. 1 {228} Dote e controdote 1630 aprile 22 , Trento contrada Santa Maria Maggiore Matteo "Parthiani" da riceve a titolo di dote dalla sposa Dorotea fu Giacomo Zini da Seregnano 320 ragnesi, parte in beni immobili e parte in denaro; nello stesso momento Matteo dà garanzia alla moglie su tutti i suoi beni. Notaio: Giovanni Patrizio Trent Turcati cittadino di Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 450 x 110 (105), sul verso nota di contenuto sbiadita

N 26 b. 1 {229} Testamento 1630 luglio 2 , Cavareno Pietro fu Nicolò "Coloni" da Dovena dispone le sue ultime volontà. Notaio: Giovanni Leonardo Zini "de [...]" da Cavareno (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 560 x 160 (140), sul verso note di contenuto sbiadite formata da due fogli cuciti insieme

N 27 b. 1 {230} Costituzione di censo 1640 gennaio 11 , Rivo [d'Arsio] Giacomo "Pichenstain" da Castelfondo costituisce a favore di Ferdinando Campi dallo stesso luogo, a nome di suo figlio Giovanni Battista, un censo annuo redimibile di 20 staia di segale assicurato su un frutteto situato nel territorio di Castelfondo in località "alle Vernare", per un capitale di 100 ragnesi. Notaio: Ruffino Ruffini [senior] da Rivo [d'Arsio] (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 290 x 170, sul verso note di contenuto in parte sbiadite

129

N 28 b. 1 {231} Costituzione di censo 1652 febbraio 22 , Castello di Castelfondo Giovanni fu Pietro Cologna, a nome anche di suo fratello, costituisce a favore di Giovanni Battista Campi, capitano di Castelfondo, un censo annuo redimibile di 16 staia e mezzo di frumento assicurato su un fondo arativo situato nel territorio di Castelfondo in località "alla Grava", per un capitale di 50 ragnesi. Notaio: Cristoforo Aliprandini [da Varollo] (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 315 x 135 (125), sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: 7

N 29 b. 1 {232} Dazione in pagamento 1663 febbraio 3 , Trento Giovanni fu Odorico Donzella da abitante a Trento, a nome anche di suo fratello Lorenzo, dà in pagamento ad Antonio fu Nicolò Sosi un fondo arativo e vignato situato nel territorio di Padergnone in località "alli Pradi" e dodici ragnesi, a completa estinzione di un debito contratto precedentemente ammontante a 100 ragnesi. Notaio: Lodovico Travaioni [senior notaio del Collegio di Trento] (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 465 (380) x 160 (120), sul verso nota di contenuto sbiadita

N 30 b. 1 {233} Locazione 1670 febbraio 1 , Trento Giacomo fu Massimiliano "a Petraplana", cittadino di Trento, concede in locazione perpetua da rinnovarsi ogni 19 anni a Pietro figlio di Antonio "de Blasiis" da Bosco di a nome della moglie Caterina fu Domenico "de Cescois" da Lona, un fondo arativo, vignato e boschivo situato nel territorio di Lona in località "sora Fontana", dietro pagamento annuo di uno staio e mezzo di frumento. Notaio: Marsilio Mersi notaio del Collegio di Trento Originale da imbreviatura del notaio Marsilio Mersi redatto dal notaio Camillo Dema del Collegio di Trento (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 295 x 135, sul verso note di contenuto

130

INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI Altare di Santa Caterina di Castelfondo 106, 139, 142, 143

Altari 51, 106, 120, 129, 130, 130

Archivio comunale di Castelfondo 1, 181, 188

Arredi sacri 51, 55, 67, 115, 120, 129, 130

Atti di consegna 89

Atti visitali 82

Campane 13, 67, 129

Campanile 106, 117, 129

Canonica 1, 2, 55, 96, 99, 103, 104, 120, 176, 177, 181, 182

Cantoria 129

Cappella Gilli di Castelfondo 59

Casa beneficiale Campi di Castelfondo 120

Cimitero 55, 129

Consacrazioni di chiesa e di altare 130

Cronache e memorie 13, 120

Fondo Sante Anime di Castelfondo 61

Incendi 92

Indulgenze 171

Inventari 93, 100, 104, 114, 128, 154

Lavori chiesa 55, 106, 117, 129, 130

Legato alla biblioteca canonicale di Giovanni Battista 79, 176 Clementi di Castelfondo

Reliquie 2, 84

Restauri 103, 104, 120, 129

Sacrestano 128

Statue 129

Stipendio Giacomo Golla 79

Visite pastorali 106, 117, 120, 130, 155, 166

131

INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI Archivio Diocesano Tridentino di Trento 1

Archivio provinciale di Trento 1

Arciconfraternita della Dottrina Cristiana di Trento 166

Arcipresbiterato d'Anaunia 2

Asilo-ricreatorio Cologna di Castelfondo 67, 79

Beneficio Campi di Castelfondo 2, 57, 65, 67, 68, 70, 96, 120, 122, 147, 150, 154

Beneficio parrocchiale di San Nicolò di Castelfondo 57, 65, 66, 67, 68, 70, 96, 97, 99, 100, 101, 104, 105

Beneficio Santa Caterina di Castelfondo 2, 54, 96, 139, 140, 142, 143, 144, 146

Cancelleria aulica di Trento 139

Cancelleria aulica di Vienna 37

Capitanato circolare di Trento 139

Capitanato distrettuale di Cles 25

Cassa Rurale di Castelfondo 81

Chiesa di San Giorgio di Dovena 130, 130

Chiesa di San Nicolò di Castelfondo 2, 8, 27, 51, 55, 57, 65, 66, 67, 68, 70, 106, 107, 109, 110, 111, 112, 113, 114, 115, 117, 118, 119, 120, 122, 123, 128, 130, 130, 139, 142, 143, 220

Chiesa di Santa Maria di Castelfondo 2, 106

Chiesa di Sant'Antonio di Dovena 2, 55, 65, 66, 96, 114, 130, 130, 131, 132, 133, 134, 136, 139

Commissione aulica centrale d'organizzazione, Vienna 7, 24, 28

Comune di Brez 195, 196, 198

Comune di Castelfondo 130, 130, 147, 186

Comunità di Castelfondo 1, 106, 182, 187, 188, 190, 192, 194, 199, 202, 203, 205, 206, 209, 210, 221

Comunità di Dovena 2, 96, 130, 132, 139

Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Castelfondo 71, 72, 87

Confraternita del Santissimo Rosario di Castelfondo 65, 66, 87, 108, 115

Confraternita del Santissimo Sacramento di Castelfondo 155, 156, 158, 159, 161, 163, 165

132

Confraternita della Dottrina Cristiana di Castelfondo 166, 167, 169, 171

Curazia di Sant'Antonio di Dovena 86

Curia arcivescovile di Trento 181

Decanato di Cles 25

Decanato di Cles-Cloz 2

Decanato di Cloz 2

Decanato di Fondo 2

Diocesi di Trento 7, 24, 28, 31, 33, 106

Fondo Missioni di Castelfondo 60, 67, 91

Giudicatura di Pace di Fondo 187

Giudizio distrettuale di Fondo 186, 187

Giudizio distrettuale patrimoniale dei conti Thun di 187 Castelfondo

Giunta provinciale di Trento 1, 199

Giurisdizione di Castelfondo 187

Governo per il Tirolo e Vorarlberg 124

Impresa fratelli Scanzoni da Fondo, impresa edile 130

Legato Giovanni Francesco Turri detto 'Legato d'Olanda' di 79 Castelfondo

Legato 'Tronde' di carità di pane di Castelfondo 79

Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di 1, 199 Stato

Ordinariato vescovile di Trento 1, 147

Parrocchia di San Nicolò di Castelfondo 1, 2, 7, 14, 16, 17, 20, 21, 28, 30, 34, 37, 48, 52, 53, 55, 72, 76, 199

Parrocchia di Sant'Antonio di Dovena 1, 130

Pieve di Arsio 96

Pieve di Castelfondo 2

Primissaria di Castelfondo 147

Provincia autonoma di Trento, Commissione beni culturali 3

Regno d'Italia 24

Regno d'Italia, Ministero per il culto 124

Regno Italico 187

133

Seminario maggiore, Trento 176

Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici 1 della Provincia autonoma di Trento

Ufficio amministrativo diocesano di Trento 124, 151

Ufficio vicariale e capitaniale di Castelfondo 187

134

INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA a Poza Odorico figlio di Ancio 203, 206

Aliprandini Cristoforo, notaio 231

Anna fu Paolo 'Moledinatoris' vedova di Pietro "de Valle" da 213 Melango

Antonio fabbro detto "Selmotius" da Rivo 215

Antonio fu Bertoldo da Brez, notaio 200, 203, 206, 208

Barbacovi Antonio Bonaventura da Taio 147

Barbacovi Udalrico, parroco di Castelfondo 2, 54

Benedetti Giacomo da Caldaro, luogotenente del capitano del 208 castello di Castelfondo

Bertagnolli Giovanni Antonio, parroco di Castelfondo 2, 55, 66, 115, 136

Bertolasi Simone, parroco di Castelfondo 2, 8, 15

Bevilacqua Bartolomeo Felice da Malé 222

Bevilacqua Bartolomeo fu Giovanni Felice da Malé 223

Bevilacqua Giovanni, parroco di Castelfondo 2, 4, 96, 103, 130, 130, 218

Boccia Vittore da Malé, notaio 222

Bonelli Gaspare fu Giorgio da Nanno, notaio 202, 203, 205, 206

Borzaga Simone da Cavareno, notaio 226

Buffetti Giovanni fu Giovanni Battista del fu Giacomo da 202, 203, 205, 206 Rallo, notaio

Busetti Angelo, curato di Dovena 130, 130

Calovetti Guglielmo da Castelfondo, parroco di Fondo e 2, 139, 142, 143 fondatore del beneficio di Santa Caterina di Castelfondo

Calovi Pietro da Dovena, sindaco della chiesa di San Nicolò 221 di Castelfondo

Campi Ferdinando da Castelfondo 230

Campi Floriano Lorenzo, fondatore del beneficio Campi di 147 Castelfondo

Campi Giovanni Battista, capitano di Castelfondo 231

Campi Giovanni Battista figlio di Ferdinando da Castelfondo 230

Campi Giovanni Giacomo fu Lorenzo da Denno, notaio 223

Campi Lorenzo da Denno, notaio 223

135

Canestrini Giovanni Antonio, parroco di Castelfondo 2, 4, 103

Carlon Pietro originario dalla Valle d'Intelvi, maestro 106 muratore

Casetti Albino 1

Cemadom Guglielmo, sindaco della comunità di Vigolo 207 Baselga

Ceschi dal Plaz Pietro Antonio 226

Clauser Leone, curato di Dovena 130

Clauser Luigi, parroco di Castelfondo 2, 55, 56, 65, 73

Clemente VIII, papa 155

Clementi Giovanni Battista da Castelfondo, studioso 1, 181, 182, 188

Clementi Giovanni Battista, sacerdote 176, 177, 179, 180, 181, 182

Cles Bernardo, principe vescovo di Trento 139

Cologna Giovanni Battista da Castelfondo, fondatore 79 dell'asilo-ricreatorio di Castelfondo

Cologna Giovanni fu Pietro da Castelfondo 220, 224, 231

Coloni Pietro fu Nicolò da Dovena 229

Conti del Tirolo 2

Covi Antonio, curato di Dovena 139

Covi Giacomo, parroco di Castelfondo 2 da La Plaza Leonardo da Dovena, gastaldo della comunità di 218 Castelfondo

Dalpiaz Francesco, beneficiato di Santa Caterina di 139 Castelfondo de Angelis Giovanni, parroco di Castelfondo 2, 53, 108 de Blasiis Pietro figlio di Antonio da Bosco di Civezzano 233 de Cescois Caterina fu Domenico da Lona 233

Delama Alessandro, parroco di Castelfondo 1, 2, 34, 55, 81, 94

Dema Camillo, notaio del Collegio di Trento 233

Doll Martino da Strasburgo, parroco di Castelfondo 2, 106, 108, 109, 128

Donzella Giovanni fu Odorico da Padergnone abitante a 232 Trento

Donzella Lorenzo fu Odorico da Padergnone abitante a 232 Trento

136

Dusini Andrea, parroco di Castelfondo 2

Endrici Celestino, vescovo di Trento 33, 130, 130

Enrico di Rottemburgo 1

Eysenhofer Ulrico, capitano di Castelfondo 1

Fanti Domenico fu Giovanni da Terlago abitante a Vigolo 207 Baselga

Fattor Tomeo fu Giovanni da Romeno, notaio 221

Federico alemanno, cappellano della Cattedrale di Trento e 2 parroco di Castelfondo

Federico Tascavuota 1

Filippi Antonia fu Venardo da Raina, moglie di Giovanni 208

Filippi Giovanni da Tuenno 208

Fogel Pietro dalla Germania abitante a Fondo 221

Gabenlis (dei) Lorenzino da Bresimo abitante a Melango 213

Gallo Andrea fu Giovanni da Trento, notaio 207

Genet Giovanni fu Giovanni sarto da Melango 214

Genetti Giacomo fu Giovanni da Castelfondo 219

Genetti Giorgio da Melango, rappresentante della comunità 215, 218 di Castelfondo

Genetti Giorgio fu Giovanni da Castelfondo, mugnaio 219

Genetti Giovanni fu Giovanni da Castelfondo, mugnaio 219

Genetti Sebastiano da Melango, notaio 202, 205

Genetti Sebastiano da Melango, rappresentante della 218 comunità di Castelfondo

Gezzi Nicolò, parroco di Castelfondo 2

Gilli Nicolò, cooperatore di Castelfondo 1, 93

Giovanni de Alemannia, cappellano della Cattedrale di 2 Trento e parroco di Castelfondo

Giovanni detto 'Onz' da Melango, mugnaio 216

Giovanni fu 'Digo' da Melango, sacerdote 200

Gislimberti Antonio fu Aldrighetto da Trento, notaio 225

Gius Paolo Giuseppe, parroco di Castelfondo 2

Gottardi Michele Antonio, parroco di Castelfondo 2, 100

137

Guarneri Giovanni, sindaco della chiesa di San Leonardo di 207 Vigolo Baselga

Harardus da Dovena, gastaldo della comunità di Castelfondo 211, 212

Ianes Antonio da Raina 208

Ianes Antonio fu Nicolò Antonio da Raina 217

Ianes Valentino Antonio da Raina, gastaldo della comunità di 209, 210 Castelfondo

Inama Pietro da Fondo, vicario e giudice di Castelfondo e 202, 205 Arsio per i signori Thun

Inama Vigilio, studioso 181

Kolinpeck Sixt, vicario di Val d'Ultimo e rappresentante degli 203, 206 abitanti dei Masi Negroni

Lentor Leonardo da "Portis Chirchen" nella diocesi di 213 Friburgo, famulo di Castelfondo

Leonardo fu Nicolò da Carnalez 200

Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento 49

Magister Petri Gottardo fu Giorgio da Raina, rappresentante 215 della comunità di Castelfondo

Manincor Cristoforo da Casez, notaio 202, 203, 205, 206, 218

Marchetti Antonio fu Giovanni, gastaldo della comunità di 202, 205 Castelfondo

Marchetti Nicolò da Castelfondo, eremita 130, 130

Marini Bruno, parroco di Castelfondo 2

Mastro Petri Gottardo fu Giorgio da Raina 211, 212

Mastro Petri Pietro fu Giorgio da Raina 212

Menghini Giacomo fu Antonio da Traversara, notaio 209, 210, 211, 212, 213, 214, 215

Menghini Leonardo da Traversara 215

Mersi Marsilio cittadino di Trento, notaio 233

Michele de Alemannia, mansionario del Duomo di Trento e 2 parroco di Castelfondo

Napoleone, re d'Italia 158

Nicolò da Dermulo e abitante a Fondo, notaio e vicario della 213 contea di Castelfondo e Arsio per il capitano Bernardino Thun

Nicolò fu Pancrazio da Melango, parroco di Castelfondo 2

138

Nicolò, sacerdote di Caldaro 227

Notaris (de) Nicolò fu Ianesio da Fondo, notaio 217, 219

Onestinghel Luigi 1, 93

Paolo V, papa 7, 24, 28, 31, 33

Parthiani Matteo da Fornace 228

Paternoster Emilio, parroco di Castelfondo, Dovena e Brez 2

Paternoster Giovanni Battista, parroco di Castelfondo 1, 2, 37, 62, 112, 113, 117, 119, 120, 143, 144, 172, 173, 175

Patini Bartolomeo, parroco di Castelfondo 2

Perizalli Leonardo Antonio da Romeno, notaio 220, 224

Petraplana (a) Giacomo fu Massimiliano cittadino di Trento 233

Piazzi Giovanni Giacomo, notaio 100

Pichenstain Giacomo da Castelfondo 230

Pio X, papa 35

Polsaris Iachlio da Senale 203, 206

Polsterl Girolamo, canonico di Bressanone e parroco di 2 Castelfondo

Pret Dario, parroco di Castelfondo e Dovena 2

Puller Simone da Castelfondo 226

Ramponi Bartolomeo fu Melchiorre da Magras 222

Ramponi Sigismondo Felice da Magras 223

Ramponi Simone fu Melchiorre da Magras 222, 223

Ravina Pietro Antonio, parroco di Castelfondo 2, 54, 65, 66, 100, 108, 119

Riz Luigi, parroco di Castelfondo 2

Ronsperger Giovanni, capitano di Castefondo 203, 206

Ropertus, pievano di Castelfondo 2, 96

Ruchelli Giuseppe, parroco di Castelfondo 2, 55

Ruffini Ruffino senior da Rivo d'Arsio, notaio 230

Runer Giovanni fu Sebastiano da Castelfondo 220

Siessmair Kaspar, parroco di Termeno 227

Simeoni Ianes Ursula fu Giovanni da Romallo, vedova di 217 Nicolò da Melango

139

Simone da Trento, parroco di Castelfondo 2

Sosi Antonio fu Nicolò 232

Sparapani Nicolò, parroco di Castelfondo 2

Sparapani Pietro, parroco di Castelfondo 2, 221

Stocis Tullio, parroco di Castelfondo e Dovena 2

Thun Bernardino, capitano di Castelfondo 209, 210, 211, 212

Thun Bernardino di Castelfondo 106, 108, 139, 142, 143

Thun Brighitta moglie di Filippo 221

Thun, conti di Castelfondo 2, 139, 144

Thun Giovanni Cipriano 224

Thun Sigismondo da Castelfondo 218

Tibaldi Bartolomeo, parroco di Castelfondo 2

Tigrani Ognibene da Pressano, parroco di Castelfondo 2

Travaioni Lodovico, notaio 232

Trent Turcato Giovanni Patrizio fu Giovanni cittadino di 228 Trento, notaio

Turri Maria fu Giuseppe da Castelfondo, benefattrice di 62 Castelfondo

Überbacher Giuseppe da Bolzano, architetto 130

Varenino Giovanni fu Domenico da Como, mastro muratore 106

Voltolini Carlo Emanuele, vicario generale del vescovo di 166 Trento

Zal Antonio fu Stefano da Romallo 214

Zal Matteo fu Stefano da Romallo 216

Zambaiti Simone Albano, vicario generale del vescovo di 49 Trento

Zaneto figlio di Giacomo [da Cognola] 225

Zini Giovanni Leonardo da Cavareno, notaio 229

Zini Parthiani Dorotea fu Giacomo da Seregnano 228

140

INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Alagra, località di Romallo 216

Amblar 187

Arsio 215

Avio 176

Bari 2

Brez 1, 2, 187

Caldaro 227

Campo (il) dal Pont, località di Raina 220

Castelfondo 1, 2, 4, 10, 13, 14, 18, 37, 88, 94, 96, 115, 147, 172, 181, 186, 187, 211, 212

Castello di Castelfondo 2, 106

Cloz 93, 172, 209, 210

Contea d'Arsio 187

Don 187

Dovena, frazione di Castelfondo 1, 2, 86, 92, 96, 130, 130, 139, 187

Fass (in), località di Castelfondo 226

Fasse (alle), località di Raina 220, 224

Fondo 139

Grava (alla), località di Castelfondo 231

Grez (il), località di Raina 220

Malé 223

Malosco 2

Masi del Senale 117

Masi Negroni in Val d'Ultimo 202, 205

Melango Vedi Castelfondo

Monte Luco, località di Castelfondo 202, 203, 205, 206

Plaz (al), località di Melango 220

Plazo Montagno, località di Castelfondo 215

Plazze (alle), località della Valle di Rabbi 223

141

Pomarolo 176

Pont (a), località di Castelfondo 213

Pradi (alli), località di Padergnone 232

Raina, frazione di Castelfondo 2, 19, 96, 176, 187

Romallo 214

Ruffré 187

San Felice 187

Senale 117, 187

Sora Fontana, località di Lona 233

Su i plani da Vigna, località di Castelfondo 200

Tavon 187

Tirolo 37

Trento 124

Val (ala), località di Vigolo Baselga 207

Valle di Non 186

Vernare (alle), località di Castelfondo 230

Vigna (a), località di Castelfondo 219

142