Cinquant'anni Di Storia Atletica Veliterna

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Cinquant'anni Di Storia Atletica Veliterna Cinquant’anni di Storia Atletica Veliterna (1948 - 1998) PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint 2 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint PREFAZIONE Nessun avvenimento umano può prescindere dalla sua memoria scritta, ancor meno può permetterselo lo sport che vive di grandi e piccole storie personali e di risultati ad esse collegati. Noi dell’atletica abbiamo un grande rispetto per le nostre memorie che intendiamo, non come sterili resoconti, ma come solida base per costruire il futuro. Tanto più importante è questo concetto quanto più esso è legato alla storia di una società, quel complesso microcosmo sul quale fonda le sue radici la nostra Federazione. Franco Lazzari, che ci aveva già regalato un commosso ricordo di quel grande e inespresso talento che è stato Giovanni Scavo, si è rimesso con rinnovata lena alla tastiera del suo computer ed ha raccontato gli ultimi cinquant’anni del Movimento Atletico Veliterno. Una storia che accompagna il crescere e il divenire di chi ha creduto nel nostro sport, operando prima nella “ACLI Velletri” e poi nella “Atletica Giovanni Scavo” e nel “Club Atletico Velletri”. Cinquant’anni di storie, di uomini, di amicizia, di tensioni, di affermazioni, di delusioni. Mai di sconfitte, perchè gli uomini che credono nello sport, ed in particolare nell’atletica, non perdono mai. Gianni Gola 3 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint INTRODUZIONE Fare storia è una esigenza antica e ineludibile nell’uomo il quale, una volta acquisita consapevolezza di sé, ambisce focalizzare il ricordo delle sue origini, della sua vita e di quella di quanti lo hanno preceduto, attraverso i progressi, più o meno lenti, dei successi e delle sconfitte che hanno tratteggiato l’esistenza sua e dei suoi predecessori. Dando libero sfogo a questa esigenza, sono andato alla ricerca delle vicissitudini del movimento atletico veliterno degli ultimi cinquant’anni, gran parte delle quali sovrapposte a quelle della società sportiva ‘Giovanni Scavo’. Il libro racconta di persone accomunate dalla stessa passione che, seppur nel medesimo ambiente, per ognuna di loro si traduce in un’esperienza unica e differente da quella degli “altri”. L’atletica veliterna in tutto questo periodo non è assurta, se non attraverso qualche singolo elemento, ai vertici nazionali, rappresentando però, sempre e comunque, lo specchio della società civile. Le pagine che seguono, non raccontano perciò di grandi prestazioni cronometriche, ma di atleti di cuore grandissimo che hanno fatto la storia sportiva veliterna e alle cui figure, mi auguro, possano riferirsi le nuove generazioni, come esempi, in parte da imitare e, in ogni caso, da cui imparare. Esse sono un percorso che partono dall’immediato dopoguerra quando alcuni pionieri come Fabio Lunatici tra gli atleti e Aldo Mammucari tra i dirigenti, danno il primo impulso alla nascita del movimento atletico veliterno, e seguono il trascorrere di quegli eventi che vedranno 4 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint assurgere alla carica di campione quel Giovanni Scavo, al cui nome sarà esclusivamente legata l’attività agonistica degli anni sessanta e settanta prima che una dolorosa separazione vedrà nascere, da un costato della società ‘Giovanni Scavo’, una nuova società nata come ‘U.S. Atletica Velletri’, oggi ‘Club Atletico Velletri’ che, negli anni ottanta, quelli dell’eclissi della ‘Giovanni Scavo’ ha continuato a tenere vivo l’interesse per l’atletica leggera nell’ambiente cittadino. Due società sportive che hanno camminato parallelamente negli ultimi dieci anni, anche tra screzi e dissapori che sarebbe (stato) opportuno mettere da parte nell’interesse dell’atletica veliterna. Un’atletica che mi piacerebbe vedere unita nel nome di Giovanni Scavo, un patrimonio di tutta la Velletri sportiva, in un’attività di alto livello nel panorama atletico italiano del nuovo millennio. Riconoscimenti. Tra tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo mio viaggio, desidero ringraziare in particolar modo Guido Di Vito per aver messo a disposizione il suo archivio personale. Franco Lazzari Velletri, dicembre 1997 5 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint Anni cinquanta. I pionieri Un cumulo di macerie, questa l’immagine emblematica che Velletri presenta dopo i devastanti bombardamenti bellici: l’immagine di una città senza futuro. La forte volontà dei ferrigni contadini velletrani riesce invece, in breve tempo, a farla risorgere come novella fenice. Grande è il contributo dell’ambiente ecclesiastico in questa fase di ricostruzione, dove le ACLI giocano un ruolo primario, dando voce a quell’esigenza di correre lontano dal recente triste passato, verso il sogno di un avvenire migliore. Il lavoro della sezione ACLI di Velletri è reso visibile dall’apertura della sede di Via Guido Nati, acquistata grazie ad un contributo personale dell’allora papa Pio XII; quegli stessi locali che divennero poi la sede del Partito Comunista Italiano prima e del Partito Democratico della Sinistra poi. Nei circoli italiani delle ACLI, per volontà di mons. Castellani, si vanno costituendo i gruppi sportivi; il circolo di Velletri trova terreno fertile nell’opera di Aldo Mammucari il quale si fa promotore di molte attività sportive e ricreative. Grazie all’interessamento di Ercole Tudoni, che a Roma ha già costituito la sezione ACLI ATAC, anche Velletri ha la sua squadra di atletica, un gruppo di persone ben amalgamate che ben presto primeggia in tutte le dure gare regionali su strada di quel periodo. 6 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint La gara di corsa su strada più blasonata che si svolge nel territorio di Velletri, è organizzata dal locale dopolavoro ferroviario, la cui prima edizione vede la luce nell’autunno del 1951. La gara prevedeva la distanza di 1500 metri riservata ai ferrovieri e ai figli di ferrovieri, e una di 5000 metri aperta a tutti dove s’impone, per tre anni consecutivi, Fabio Lunatici. È questi l’atleta carismatico intorno al quale si coagula il gruppo di atleti. Fabio Lunatici era arrivato a Velletri nel 1945, quando aveva raggiunto la famiglia dalla provincia di Lucca dove il padre lo aveva inviato per tenerlo lontano dalla linea di guerra. Proprio dal padre aveva ereditato la passione per la corsa. Onesto Lunatici detto ‘veloce’ era stato fin dagli anni venti un instancabile macinatore di chilometri quando, come allenamento, da Pieve Posciana (Lucca) si recava di corsa a Fornaci di Barca, distante venti chilometri e dove lavorava come operaio metallurgico presso la SMI. Prima della guerra, Onesto Lunatici si trasferisce a Colleferro dove presta la sua opera presso la BPD e poi, come abbiamo visto, finito il conflitto mondiale è a Velletri dove lavora nel mulino di Via Fontana delle Fosse vicino Porta Napoletana. Il gruppo di atleti sotto la guida di Fabio Lunatici partecipa compatto alle sedute bisettimanali di allenamento, spesso incontrandosi con la mitica figura del lanuvino Egilberto Martufi, olimpionico di maratona a Helsinki nel 1952; così come è compatto quando partecipa a tutte le gare domenicali: su strada, nel periodo estivo, e sui prati romani, nelle campestri del periodo invernale. In una di queste ultime, nel 1952, si mette in evidenza Eligio Leoni che corre come ‘libero’ vale a dire non tesserato FIDAL, tra le fila della ‘Lib. Giammei’ di Peppino Tartaglia, vincendo nettamente già al suo esordio. È un periodo che vede fiorire un’innumerevole serie di corse su strada. A Velletri ogni contrada organizza la 7 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint propria, in occasione della festa locale: Colle Ottone, Acqua Palomba, Casale... Proprio quest’ultima vede l’inizio dell’avventura podistica di Fiorenzo Bartolucci. È il mese di maggio del 1953. Fiorenzo vede arrivare, presso la dispensa Priori, tutto il nugolo di corridori che allora si davano battaglia e si dividevano i premi in palio. Ad accompagnarli la fama di ‘campione’ che tra loro si era già guadagnato Eligio Leoni. Fiorenzo che aveva avuto modo di correre in precedenti occasioni, mai misurandosi però con gli atleti che andavano per la maggiore, chiede di partecipare alla gara anche se, non essendo preparato a quell’evenienza, non aveva né gli indumenti né le scarpe adatte. Dopo quello slancio iniziale, quando era già scalzo, pronto alla partenza, è assalito dal dubbio di non poter reggere il confronto. E’ incoraggiato a partecipare da Italo Maggiori: «non preoccuparti; ti seguo con la bicicletta, se rimani indietro esausto ti carico io». La gara si svolge sul percorso che vede partenza e arrivo alla dispensa Priori, passando per il casello di Catalini e ponte Casale. Come tutte le favole a lieto fine che si rispettino, Fiorenzo Bartolucci termina prima degli altri la sua fatica, ricevendo così i complimenti di Eligio Leoni e Aldo Mammucari i quali lo invitano a ‘provare’ l’atletica nella neonata società dell’‘ACLI Velletri’, che vanta nel suo organico già una decina di elementi. Nei due anni che seguirono, fino all’ottobre del 1954, quando parte militare, Fiorenzo partecipa insieme ai compagni di squadra Adriano Costantini, Cirillo Priori, Rino Rossi (il marchigiano) che provengono dalle terre di Giuliano, Mario Taddei, Riziero Montagna e Masi da Colle Ottone, oltre a Tartaglia, Candidi, Ruggero Roccasecca, Magni, Cipriani, Manlio Zaccari, a tutte le gare su strada della regione, da Alatri a Latina, da Anzio a Viterbo. Le gare su strada, anche due ogni settimana, erano il loro allenamento. Questi infaticabili macinatori di chilometri non disdegnano però neanche la pista. La presenza del nome 8 PDF creato con FinePrint pdfFactory Pro versione dimostrativa http://www.secom.re.it/fineprint ‘ACLI Velletri’ nelle graduatorie regionali FIDAL di quel periodo, non è dunque un fatto occasionale dovuto solamente alla grandezza dell’atleta Giovanni Scavo, chiamato dai tecnici federali a scendere in pista al termine di un raduno collegiale.
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