30 Martedì 11 settembre 2018

SABATO 15 A FIRENZE Si terrà sabato 15 settembre al Grand Hotel Baglioni di Firenze la dodicesima edizione del Memorial . Il Memo- Un Memorial e un convegno rial è dedicato alla vita di Oriana, colei che, secondo l’amico Album Franco Zeffirelli, è stata «la Donna più importante che Firenze per celebrare Oriana Fallaci ha avuto nel secolo scorso, la Giornalista più amata, la più conosciuta e la più odiata dagli inutili idioti. Lo Scrittore che ha

TRAVOLTI DALLA STORIA Sconfitti, isolati e dimenticati Ecco la voce dei ragazzi di Salò Sergio Tau ha raccolto in un volume le testimonianze dei giovani che restarono, fino all’ultimo, fedeli al Duce

Matteo Sacchi ciali che si toglievano i gradi; lenzio. Per contrastarlo i fedelis- gente che cercava abiti civili. simi urlarono: “Duce! Duce!”. più lo capirono subito di Queste scene mi convinsero Tacquero e riprovarono. L’ar- non avere una buona stel- che bisognava, in un certo sen- mata Liguria restò immobile e la. Ma decisero, comun- so, per lo meno salvare l’onore muta. Allora il Duce risalì pesan- I que, che quella stella era Racconto dell’Italia. Ecco ho detto onore temente i quattro gradini del la loro. Del resto la stella dei vin- per la prima volta». E onore tor- palco e disse “Vogliate almeno ti buona non lo è mai. Quella na ripetutamente in moltissime ripetere all’appello Italia! Ita- corale dei vinti della Repubblica socia- testimonianze. Per altri quello lia!”. “Italia!” rispondemmo». le italiana, quella degli ultimi fa- che stava succedendo risultò in- Anche peggio al rientro, dove scisti, fu particolarmente catti- comprensibile, piombò sui rap- molti che volevano combattere va. Lo racconta bene, anzi se lo porti personali. E come capì, in gli angloamericani si videro re- fa raccontare, Sergio Tau nel li- ritardo, qualche intellettuale, legare in una guerra fratricida, bro appena pubblicato da Mar- decenni dopo, il personale è po- sanguinosa e strisciante. Molti silio: La repubblica dei vinti litico. Così nel ricordo di Giulio come Donatello Mancini (Divi- (pagg. 352, euro 18, con una pre- Togni (divisione San Marco, sione San Marco) sognavano fazione di Pietrangelo Buttafuo- classe 1910): «Perché sono pas- «di partecipare con una grande co). Tau, che di mestiere fa il sato alla Repubblica sociale ita- unità a quella che noi riteneva- regista, ha raccolto nel corso liana? Non mi sentivo di tradire mo essenziale, cioè la guerra del tempo - a partire dalla realiz- - come ci hanno tradito i nostri agli angloamericani, che stava- zazione di una trasmissione per grandi capi - i tedeschi, che era- no risalendo la penisola. Ma al- Rai Radio 2 negli anni ’90 - un no lì e che a un bel momento si trettanto grande è stata la delu- numero impressionante di testi- sono trovati l’alleato contro! E sione nel vederci inchiodati in monianze dirette di chi tra l’8 io avrei dovuto sparare al capita- una zona travagliata dai mille settembre 1943 e il 25 aprile no e mio amico Kammerer per- episodi della guerra civile e che È in libreria il volume cu- 1945 ha militato dalla parte sba- ché era diventato in quel mo- non ci permetteva di realizzare rato da Sergio Tau «La re- gliata della Guerra civile. mento un nemico?». quello che era il nostro sogno». pubblica dei vinti» pubbli- Il volume di Tau, che è il risul- Ecco, in un’Italia spezzata in Il sogno era diventato un incu- cato da Marsilio (pagg. tato di un lavoro davvero lungo due, per molti la parte perdente bo, almeno secondo Giulio Set- 352, euro 18, prefazione e meritorio di raccolta, è pura è l’unica possibile per motivi th - «Non c’è stata un’escalation di Pietrangelo Buttafuo- memoria, testimonianza. Qual- morali. Per altri nemmeno è dell’odio: appena arrivati ci han- co). Sergio Tau, regista di che vestale del politicamente una scelta, ma questo non gli no subito odiati. Subito. Sem- documentari Rai, raccol- corretto, c’è da scommetterci risparmierà la tragedia. I tede- pre. Tu stavi lì, e loro ti odiava- se nel documentario ra- mugugnerà comunque, ma dav- schi li trascinano in Germania e no. Non c’è stato niente da fa- diofonico Rai «Le voci dei vero il libro è essenzialmente gli rendono ben chiaro per chi re» - o Osvaldo Magnaghi: «Era vinti» (1997)le testimo- documentale. Contiene la ver- devono combattere: «Fui anche una popolazione non tutta at- nianze di quanti, dopo la sione dei «ragazzi» e delle «ra- invitato ad assistere alla fucila- taccata al movimento partigia- caduta di Mussolini ade- gazze» di Salò ed è, quasi sem- zione di cinque nostri ragazzi no, ma era una popolazione rirono alla Repubblica di pre, una versione senza acrimo- che avevano tentato di evadere stanca, delusa, che vedeva in Salò. La trasmissione nia, un semplice «siamo esistiti per la seconda volta... Mi ricor- noi le persone che protraevano provocò grande dibatti- anche noi e questa è la nostra do ancora uno che implorava: la guerra». to. Da allora Tau ha conti- storia». Come spiega bene Pie- “Sono giovane! Non posso, non Solo pochi, come l’orientali- nuato a raccogliere sto- trangelo Buttafuoco nella prefa- voglio morire!”... E questo fu an- sta Pio Filippani Ronconi, riusci- rie e testimonianze che zione: «Formati ad una certa che un ammonimento per quel- rono davvero a battersi contro oggi fanno di questo li- idea della vita, gli italiani di le che avrebbero potuto essere gli americani ad Anzio: «Erava- bro uno strumento pre- quella guerra - quelli di tutto le nostre scelte future». Persino mo seicentocinquantatré volon- zioso per comprendere quel grande torto - sono come chi restò fedele alla causa dovet- tari, compresi i ragazzini che da speranze e delusioni di gli eroi di Eschilo... Il sentimen- te subire le umiliazioni dei tede- tutte le parti si intrufolarono chi perse la guerra e poi to diffuso li vuole estranei e co- schi. Anche durante la visita di per venire a fare la guerra assie- venne condannato munque espunti da ogni edifi- Mussolini ai reparti in addestra- me a noi. Ritornammo in cento- all’oblio da una nazione cante narrazione. La loro me- mento. Eccole nelle parole di Al- quarantasei». Poi le storie di tut- che per molti motivi vole- moria neppure tra le mura do- ceste Brogioni: «Un’ora prima ti furono travolte dalla sconfitta. va dimenticare. Senza al- mestiche - nella cerchia dei fa- ci avevano perquisito dalla te- Spesso la resa coincise col lin- cuna apologia il volume miliari - può custodirsi. Nel ma- sta ai piedi. Ma nessuno aveva ciaggio. Sempre con l’oblio di ci restituisce un pezzo di re magno di tutti i torti, il loro un proiettilino, neanche tipo ac- cui ricorda Luigi Farina: «Quan- memoria. grande, pazzo maledetto epos cendino. Eravamo tutti armati, do è finita la guerra e siamo tor- non reclama di una sola ragio- ma con le armi scariche... Men- nati a casa pensavamo di ripren- ne». Pretende semmai il sempli- tre i tedeschi vicino a noi erano dere la vita normale. Mi sono ce ascolto. E allora ascoltiamoli tutti armati di Maschinepistole». accorto invece che nella consi- RECLUTAMENTO questi ragazzi del «credere, ob- Abbastanza per gettare lo scora- derazione generale noi erava- In alto, uomini bedire e combattere» travolti mento anche tra chi era rima- mo dei lebbrosi. Non potevamo della Xª Flottiglia MAS, dalla storia. sto fedele, parola di Giancarlo avere contatti, eravamo sempre corpo militare C’è chi come Edoardo Sala Leonardi: «Il discorso (del Duce accusati di cose che noi non indipendente, (comandante del reggimento ndr) cadde nel più profondo si- avevamo nemmeno pensa- ufficialmente di fanteria paracadutisti Folgore, classe to...». della marina della 1913) difronte al crollo dell’8 set- Ora forse è tempo di ascolta- VOCI DIMENTICATE Repubblica Sociale tembre 1943 non ebbe un solo re le voci di chi scelse (o si tro- Italiana; accanto, dubbio. «Si vedevano dei solda- Parlano militari, ausiliarie vò) dalla parte sbagliata perché un manifesto ti che si toglievano le uniformi, e volontari che per decenni anche questi uomini, e donne, di arruolamento uscivano dalle caserme con un sono la nostra storia. E questo della Rsi, fagotto e se ne andavano; uffi- hanno dovuto tacere non glielo si può togliere. nata nel settembre ’43 Martedì 11 settembre 2018 il Giornale ALBUM 31

fatto paura al mondo, che ha fatto chiasso nel mondo sempre della giornata: alle 16 la visita al Cimitero Evangelico agli ne di Firenze, la cerimonia di consegna del Premio Oriana con il suo fiorentinismo». Il Memorial, promosso da Armando Allori per un omaggio; dalle 18.30 inizieranno le celebrazioni Fallaci a Marcello Foa. «Il mio impegno – spiega l’organizzato- Manocchia, ripercorre le tappe fondamentali della vita di Oria- al Grand Hotel Baglioni. Prima il convegno in ricordo di Oriana re Armando Manocchia - è scevro da intenti celebrativi e apolo- na Fallaci, celebrando le sue opere: ciascuno dei suoi libri dal titolo: «L’Europa che non vogliamo», al quale interverranno getici, e soprattutto, dai pregiudizi culturali nei suoi infatti è stato un successo e, soprattutto dopo l’11 settembre, politici, scrittori, giornalisti e blogger; alle 21.30, al termine confronti determinati dalle sue posizioni a favore della nostra un caso editoriale nel panorama italiano. Questo il programma del convegno, con la spettacolare vista panoramica sullo skyli- Cultura». (Info e accrediti: [email protected]).

CINEMA&STORIA DEI VINTI «Rosso Istria», un film ricorda L’ANTEPRIMA le vittime «Quando i partigiani della follia titina Fausto Biloslavo ed land, rosso Istria è un film dalla parte di mi hanno rapata in piazza» R Norma Cossetto e di tutte le vittime delle foibe, che ti colpisce al cuore. Ci sono vo- luti più di settant’anni per ri- Nel suo nuovo romanzo «La repubblichina» cordare con un’opera cruda e reale la «martire» della violen- Giampaolo Pansa racconta le donne del fascismo za anti italiana dei partigiani di Tito. Norma era una giova- Pubblichiamo, per gentile concessione dell’editore Rizzoli, un brano dal primo ne studentessa universitaria, capitolo del nuovo libro di Giampaolo Pansa, La repubblichina (pagg. 240, euro che non aveva mai fatto del 20), in libreria da oggi. La nuova opera dell’autore di Il sangue dei vinti è un male a una mosca, «colpevo- romanzo, che ha per protagoniste le donne del fascismo, le «repubblichine» le», però, di essere la figlia di come Teresa, la giovane maestra rapata in piazza, che nel brano qui sotto parla un podestà nel cuore Protagoniste in prima persona. Un personaggio ispirato a Pansa da quello di una maestra dell’Istria. Gli aguzzini con la vera, di soli vent’anni, della sua cittadina, . stella rossa l’hanno stuprata ri- poco note petutamente per poi scaraven- tarla in una foiba nella prima di Giampaolo Pansa tosatura era la mia punizione. E questo solo ondata di pulizia etnica dopo fatto doveva consolarmi. Parecchi dei miei l’8 settembre 1943. stata la pipì ad avvisarmi che era camerati li avevano condotti sulla riva del Il film è stato presentato sa- tutto vero e non si trattava soltanto Po rinchiusi in gabbioni di legno. E lì erano bato nello spazio della regio- di un incubo. Di solito non mi scap- stati uccisi uno dopo l’altro con colpi di rivol- ne Veneto alla Mostra del cine- È pava mai, il mio sistema idraulico, ma di Venezia, che ovviamen- tella alla nuca. Dunque potevo ritenermi for- lo chiamerò così, era robusto e molto giova- tunata. Mentre vedevo cadere sulle assi te l’ha snobbato. Selene Gan- ne. Del resto, avevo appena ventuno anni e sconnesse del palco le ciocche dei miei ca- dini interpreta in maniera ra- mi ero sempre curata di fare molta attività pelli, mi domandai: «Perché sono qui? Che diosa la giovane Norma, fisica. Ma alla fine di aprile del 1945 non fui cosa ho fatto per meritarmi questa punizio- amante della vita e della sua capace di trattenerla, la maledetta pipì. Mi ne e le urla rabbiose della gente che gode terra, rossa come il sangue. inondò le mutandine e poi iniziò a scendere nell’assistere al nostro supplizio?». In fondo, «La tragedia delle foibe la co- lungo le gambe. E quella sensazione calda, ero soltanto una maestra elementare, con nosco da sempre - racconta di bagnato che mi sporcava, è rimasta incan- l’unica colpa di aver preso la tessera del Par- l’attrice - Mia nonna che non cellabile per un tempo infinito. Della faccen- tito fascista repubblicano, un obbligo per po- c’è più, dalmata d’origine, ave- È in libreria da oggi, per da si accorse subito il partigiano incaricato ter avere una supplenza in qualche scuola va una taglia dei titini sulla te- Rizzoli come sempre, il di raparmi. Ringhiò: «Vedo che hai paura, di periferia e iniziare a insegnare. sta perché scriveva “Viva l’Ita- nuovo volume di Giam- troia fascista. Te la sei fatta addosso, come Io, Teresa Bianchi, detta Tere, classe 1924, lia” sui muri di Gorizia». Il paolo Pansa, «La repub- se tu fossi una vecchia puttana rimasta al una ragazza di appena ventuno anni, non film si apre e chiude con la blichina. Memorie di servizio di Mussolini. Ma non devi temere avevo mai combattuto per la Repubblica so- drammatica immagine delle una ragazza fascista» nulla. Non ci metterò molto a tagliarti i ca- ciale. Mi ero limitata a fare il mio dovere di mani di Norma legate con il (pagg. 240, euro 20). In pelli. E poi, vedo che li hai corti. Invece le maestra elementare. E quando il nuovo regi- filo di ferro e insanguinate nel questo nuovo libro dedi- altre fasciste sul palco insieme a te hanno me di Mussolini stava per crollare sotto buio della foiba. cato alla storia della delle capigliature da dive del cinema. Con l’avanzata degli americani e degli inglesi, «Dopo tanti anni è venuto il guerra civile italiana, loro l’affare sarà più complicato e mi pren- avevo deciso di nascondermi. Dunque non momento di alzare il sipario Pansa racconta, in for- derò delle belle soddisfazioni!». avrei dovuto essere messa in prigione e poi su una pagina strappata della ma di romanzo, il desti- Fu allora che mi resi conto di stare in piaz- su quel palco. Ma adesso c’ero e non potevo nostra storia», spiega il giova- no di alcune protagoni- za del Cavallo, nel centro della mia città, sfuggire al castigo deciso dai vincitori. ne regista Maximiliano Her- ste di solito trascurate Casale Monferrato. Insieme ad altre sette Prima di venire rapata, mi era rimasto il nando Bruno. Geraldine, una dalla narrazione «main- donne, mi avevano spinta su una specie di tempo di dare un’occhiata alla folla che cir- delle figlie di Chaplin, dà il via stream» del conflitto: le palcoscenico costruito alla buona: quattro condava l’impalcatura del nostro supplizio. alla storia di Norma, amica donne e le ragazze fasci- assi di legno e quattro cavalletti che reggeva- E riconobbi qualcuno dei tanti che inveiva- d’infanzia. Franco Nero è ma- ste, sostenitrici di Mus- no a fatica i nostri corpi. E la folla raccolta no contro di noi. In gran parte erano maschi gistrale quando viene trascina- solini anche dopo l’8 set- intorno era lì per godersi lo spettacolo della non più giovanissimi, quarantenni o cin- to davanti al comandate parti- tembre del ’43. Alla fine nostra punizione. quantenni. Vidi un giocatore professionale giano che ha occupato Visina- della Seconda guerra Un pensiero mi colpì. Duro come uno di bocce che frequentava il dopolavoro da. Romeo Grebensek, un at- mondiale, anche queste schiaffo in piena faccia. Quante madri e dell’Eternit ed era sempre stato un fascista tore sloveno veste con grande donne, come i moltissi- quanti padri dei miei alunni mi stavano convinto. Accanto a lui stava un portalettere bravura i panni di Mate, il bo- mi altri «vinti» raccontati guardando? Come avrei potuto tornare a delle Poste centrali, un altro tifoso di Musso- ia titino. da Pansa, pagarono scuola e riprendere a insegnare dopo quello lini. Infine una sarta al di là dei quaranta, Il film prodotto da Venice spesso un prezzo molto che mi stavano facendo? E così, mentre ai con la fama di essere una lesbica senza pu- film verrà proiettato in antepri- alto per la loro posizio- miei piedi si era formata una piccola pozzan- dore. Aveva tentato di mettere le mani ad- ma il 6 novembre a Roma. Rai ne e la loro «fedeltà». La ghera di pipì, anche i miei occhi si inondaro- dosso anche a me. Spasimava di avermi nel cinema dovrebbe mandarlo protagonista di questo no di lacrime. Era il 2 maggio 1945, il fasci- suo letto. Una volta mi aveva fermata pro- in onda il 10 febbraio 2019, romanzo è Teresa, ispira- smo repubblicano aveva perso la guerra, prio in piazza del Cavallo. Per dirmi, senza giorno del ricordo dell’esodo ta a una donna vera. Mussolini era stato assassinato, in compa- ritegno: «Tere, bella gioia, perché non provi e delle foibe. gnia della sua morosa, la Claretta Petacci. I il piacere di coricarti con un’altra femmi- Dopo anni di vulgata resi- gerarchi più importanti, a cominciare dal na?». Nel frattempo, il partigiano tosatore stenziale il primo film dalla segretario del partito, Alessandro Pavolini, li concluse il suo lavoro, tra le urla di giubilo parte di Norma Cossetto, me- DETERMINAZIONE avevano fucilati tutti insieme nei dintorni di di chi apprezzava lo spettacolo. Chiesi a me daglia d’oro della Repubblica Qui a sinistra, dall’alto: Como. Adesso era venuto il momento di ri- stessa come mi sentivo. Ma a parte la pipì e italiana, scatenerà i negazioni- Pio Filippani-Ronconi farsi sui repubblichini senza importanza e il bruciore delle ferite sulla testa, non senti- sti orfani di Tito. Antonio Bal- (1920-2010), volontario soprattutto sulle repubblichine come la sot- vo niente. Non provavo paura perché sape- larin, presidente della Federa- nella Legione SS italiana, toscritta. vo di non aver fatto nulla che comportasse zione degli esuli è convinto formazione appartenente Il partigiano che doveva raparmi fu di pa- la pena di morte. Anzi, mi scoprivo calma e che «Norma per il nostro mon- alle Waffen SS europee; rola e non ci mise molto. Lavorava con un pensavo: «Prima o poi i tuoi capelli cresce- do equivale ad Anna Frank il conte Carlo Federigo rasoio vecchio come il cucco e con una mac- ranno di nuovo e sarai la bella ragazza di per la Shoa. Ad oltre 70 anni degli Oddi (al centro) chinetta per tosare le pecore. Non era di sempre». Uno dei vantaggi di avere ventuno di distanza questo film raccon- assieme a ufficiali certo un barbiere professionale. Mi procurò anni è proprio questo. ta una tragedia dimenticata delle SS italiane; uomini sulla nuca qualche ferita che iniziò a sangui- Finalmente lo spettacolo terminò. E noi, con un solo obiettivo: che non schierati della Milizia nare. Fu il sangue, insieme alle lacrime e donnacce del fascio, ci riportarono al carce- succeda mai più». Portuaria della Rsi alla pipì, a obbligarmi ad aprire gli occhi. La re di via Leardi.