Nazioni E Regioni 4/2014
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ISSN: 2282-5681 Nazioni Regionie Studi e ricerche sulla comunità immaginata (4)2014 CARATTERI ( )e MOBILI Direzione Dario Ansel, Fabio De Leonardis, Andrea Geniola Caporedattrice Francesca Zantedeschi Redazione Adriano Cirulli, Arcangelo Licinio, Marco Pérez, Paolo Perri, Gianluca Scroccu, Marco Stolfo Contatti [email protected] / www.nazionieregioni.it Comitato scientifico Joseba Agirreazkuenaga (Euskal Herriko Unibertsitatea), Ferran Archilés (Universitat de València), Alfonso Botti (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia), Jordi Canal (École des Hautes Études en Sciences Sociales - Paris), Guido Franzinetti (Università del Piemonte Orientale), Maarten Van Ginderachter (Universiteit Antwerpen), José Luis de la Granja Sainz (Euskal Herriko Unibertsitatea), Miroslav Hroch (Univerzita Karlova v Praze), Michel Huysseune (Vesalius College - Vrije Universiteit Brussel), James Kennedy (University of Edinburgh), Juan Carlos Moreno Cabrera (Universidad Autónoma de Madrid), Xosé Manoel Núñez Seixas (Universidade de Santiago de Compostela/Ludwig- Maximilians-Universität München), Rolf Petri (Università “Ca’ Foscari” Venezia), Daniele Petrosino (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), Ilaria Porciani (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna), Anne-Marie Thiesse (École Normale Supérieure - Paris), Stuart Woolf (Università “Ca’ Foscari” Venezia), Pere Ysàs (Universitat Autònoma de Barcelona) Comitato editoriale Alex Amaya Quer (CEFID - Universitat Autònoma de Barcelona), Leyre Arrieta (Deustuko Unibertsitatea), Gevorg Avetikyan (ǞǭǺǷǿ-ǜDzǿDzǽǮȀǽǰǾǷǵǶ ǰǻǾȀDZǭǽǾǿǯDzǺǺȈǶ ȀǺǵǯDzǽǾǵǿDzǿ - Università Statale di San Pietroburgo), Xacobe Bastida (Universidad de Oviedo), Giovanni Cattini (Universitat de Barcelona), Uxío-Breogán Diéguez Cequiel (Universidade da Coruña), Marta García Carrión (Universitat de València), Arnau Gonzàlez Vilalta (Universitat Autònoma de Barcelona), Tudi Kernalegenn (Université de Rennes 1), Emilio Majuelo (Nafarroako Unibertsitate Publikoa), Isidoro Davide Mortellaro (Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), Carlo Pala (Università degli Studi di Sassari), Francesco Sedda (Università di Roma “Tor Vergata”) La rivista Nazioni e Regioni è patrocinata dal Dipartimento di Filosofia, Letteratura, Storia e Scienze Sociali e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Caratteri Mobili sas Redazione: via Cardassi 85/87, Bari Sede legale: via Maggio 1648 n.32/a, Altamura (BA) [email protected] / www.caratterimobili.it ISSN: 2282-5681 Nazioni e Regioni 4/2014 INDICE Studi 3ɇ Sergej Abašin, Nazioni e postcolonialismo in Asia Centrale vent’anni dopo: ripensare le categorie di analisi e le categorie della prassi 17ɇ Leyre Arrieta Alberdi, Radio Euzkadi, l’emittente clandestina basca 37ɇ Moira Hulme – Rob Hulme – Keith Faulks, La politica del locale. Valori nazio- nali e politica sociale in Scozia 55ɇ 'DULXV6WDOLşQDV, La trasformazione di una città multietnica nella capitale di una na- zione: i lituani e Vilnius nella Russia tardoimperiale 71ɇ Margherita Sulas, La rivolta della bandiera: gli incidenti per Trieste italiana del no- vembre 1953 Rassegne 89ɇ Andrea Geniola, Lo studio e l’interpretazione del regionalismo franchista. Un settore di ricerca in progress (2013-2014) 99ɇ Recensioni 129ɇ Abstracts 133ɇ Note biografiche sugli autori e le autrici ISSN: 2282-5681 Nazioni e Regioni 4/2014 ISSN: 2282-5681 _____________________________________________________________________________ Sergej Abašin NAZIONI E POSTCOLONIALISMO IN ASIA CENTRALE VENT’ANNI DOPO: RIPENSARE LE CATEGORIE DI ANALISI E LE CATEGORIE DELLA PRASSI* Il caso ha voluto che il 21 agosto 1991, mentre a Mosca veniva messo in atto il colpo di sta- to, mi trovassi su un volo diretto in Uzbekistan, dove avrei dovuto continuare le mie ricer- che sul campo in uno dei villaggi della Valle di Ferghana. Sarei tornato solo l’11 settembre. Di tutto quello che avvenne in quei giorni – la morte di tre difensori della Casa Bianca1, il ULWRUQRGL*RUEDÿsYGD)RURVODEDQGLHUDWULFRORUHUXVVDFKHYLHQHLVVDWDVXO3DOD]]RGHL 6RYLHWORVPDQWHOODPHQWRGHOPRQXPHQWRD']HUæLQVNLMORVFLRJOLPHQWRGLIDWWRGHO3&86 il suicidio di alcuni alti funzionari e così via – venni a conoscenza solo tramite i frammenti di trasmissioni televisive che riuscii a vedere mentre ero ospite dei miei informatori uzBeki, impegnato a raccogliere informazioni sulla vita del kolchoz locale. Ricordo i volti perplessi delle persone con cui parlavo, le quali non riuscivano assolutamente a capire cosa stesse ac- cadendo a Mosca e non percepivano quei fatti come segni di una catastrofe o di una rivolu- zione, laddove per me in quanto moscovita erano invece densi di significato e difficili da credere. La loro vita andava avanti seguendo il proprio corso, gli abitanti del kišlak2 erano preoccupati piuttosto dall’avvicinarsi del periodo della raccolta del cotone, nonché dalla mancanza di merci e dalla difficoltà di trovare i soldi per la stagione dei matrimoni, i quali vengono celebrati nel periodo che va dalla fine dei lavori agricoli estivi all’inizio di quelli au- tunnali. Il 31 agosto in Uzbekistan fu approvata la dichiarazione di indipendenza3, avveni- mento che, sebbene oggi venga celebrato annualmente con grande pompa, allora non fu neppure notato dalla maggior parte della società uzbeka, immersa nelle difficoltà e nelle gioie della vita quotidiana. * 9HUVLRQHLWDOLDQDGHOO·DUWLFROR©1DFLLLSRVWNRORQLDOL]PY&HQWUDO·QRM$]LLGYDGFDW·OHWVSXVWMDSHUHRVP\VOLYDMD kategorii analiza/praktiki», Ab Imperio, n. 3, 2011, pp. 193-210. Si ringrazia la rivista Ab Imperio per la gentile concessione. Traduzione dal russo di FaBio De Leonardis. 1 1RPHSRSRODUPHQWHDWWULEXLWRDO3DOD]]RGHL6RYLHWGHOOD5HSXEEOLFD6RFLDOLVWD)HGHUDWLYD6RYLHWLFD5XVVD oggi sede del governo della Federazione Russa [N.d.T.]. 2 Villaggio uzBeko [N.d.T.]. 3 Nello stesso giorno proclamò l’indipendenza la Kirghisia; il 9 settembre seguì il Tagikistan, il 27 ottoBre fu la volta del Turkmenistan e il 16 dicemBre del Kazakistan. Nazioni e Regioni. Studi e ricerche sulla comunità immaginata. 4/2014: 3-16 6HUJHM$EDäLQ _____________________________________________________________________________ Come vediamo la disintegrazione dell’URSS? La fortuita coincidenza tra il mio viaggio di ricerca e il colpo di stato ha lasciato per sempre nella mia memoria una grande lacuna nell’esperienza della «rivoluzione democratica». Non ho sperimentato quelle impressioni e sensazioni che hanno invece provato molti miei colle- ghi e amici a Mosca. Ma allo stesso tempo questa combinazione mi ha dato la possibilità di guardare all’agosto del 1991 non dal punto di vista per me abituale, ma dalla prospettiva di quei cittadini e cittadine sovietici che vivevano nella provincia più estrema dell’URSS, i qua- li vedevano quanto stava accadendo in maniera diversa. Mi sono convinto che la disintegra- zione dell’URSS, come siamo soliti chiamarla, abbia avuto una storia, una valutazione e un’interpretazione diverse a seconda di chi guarda a questi avvenimenti. Va da sé che in- tendo qui la posizione politica e sociale che in quel momento occupava l’osservatore, si trattasse di un lavoratore del kolchoz, di un funzionario o di un insegnante di un istituto uni- YHUVLWDULR$TXHVWDSRVL]LRQHVLSRVVRQRDJJLXQJHUHDQFRUDODFROORFD]Lone culturale e, in una certa misura, l’ubicazione geografica (centro-periferia, e così via). Le interpretazioni so- no dipese da concezioni, aspettative, interessi e strategie formatesi attraverso la combina- zione di tutte queste posizioni, il che significa che se vogliamo capire quale sia stato il corso dei camBiamenti successivi alla disintegrazione dell’URSS, dobbiamo tener conto delle po- sizioni più diverse esistenti nell’URSS di allora e di quelle esistenti ancora oggi. Questo testo è un tentativo di rievocare la disintegrazione dell’URSS attraverso il pri- sma analitico GHOOHWUDVIRUPD]LRQLFKHDGHVVDVRQRVHJXLWH LQ$VLD&HQWUDOH&HUWDPHQWH O·©$VLD&HQWUDOHªqXQDSRVL]LRQHUHODWLYDODVLSXzULGXUUHVPHPEUDUHLQSDUWLSLSLFFROH (ad esempio, la «Valle di Fergana», il «3DPLU», l’«$UDO», ecc.), oppure, al contrario, espander- la e cambiarne le coordinate, ottenendo come risultato una diversa configurazione analitica SHUHVHPSLR©OHUHJLRQLLVODPLFKHGHOO·8566ª 1RQGLPHQRKRVFHOWRO·©$VLD&HQWUDOHª in quanto luogo noto alla maggior parte dei lettori provenienti dalla Russia e dotato ai loro occhi di un insieme di tratti, anche se solo immaginari (cfr. $EDäLQS., 2008)$OOHSersone con un vissuto nell’URSS essa è nota con ODIRUPXOD©$VLD&HQWUDOHH Kazakistan» [Srednjaja Azija i Kazachstan]4, territorio amministrativamente definito dalle cinque repubbliche sovie- tiche «asiatiche», a suo modo costituente un «alterità» interna, al tempo stesso «esotica» e «arretrata». 3RLFKp O·©$VLD&HQWUDOHª>Srednjaja Azija] era l’«altro», non di rado non rientrava, e tuttora non rientra, nelle discussioni sull’Impero Russo, l’URSS e il periodo postsovietico che facciamo noi (nel senso di «noi che veniamo dalla Russia» [rossijskich]). «Da lì» arrivano sino a noi solo sparute voci, e in generale la regione resta un «luogo» (post)sovietico remoto sul quale raramente ci soffermiamo, e comunque mai a lungo5. Tale omissione è ancora un’altra particolarità che ci permette di parlare di un’immaginaria unità di questa regione, 4 /·$XWRUH utilizza l’espressione Central’naja Azija >´$VLD&HQWUDOHµ@PHQWUHODIRUPXODVRYLHWLFDFXLqui si fa riferimento era Srednjaja Azija >´$VLDGL0H]]Rµ@ODTXDOHqVROLWDPHQWHUHVDanch’essa LQLWDOLDQRFRQ´$VLD &HQWUDOHµ>N.d.T.]. 5 Va ricordato che nel 1989 il territorio e la