Acta Ordinis Fratrum Minorum Vel Ad Ordinem Quoquo Modo Pertinentia
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ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA IUSSU ET AUCTORITATE Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM IN LUCEM AEDITA Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15). Peculiari prorsus laude dignum putavimus, dilecte Fili, consilium quo horum Actorum collectio atque editio suscepta est. (Ex Epist. LEONIS PP. XIII ad Min. Gen.) ROMA CURIA GENERALIS ORDINIS CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen. Fr. LUIGI PERUGINI Director Fr. GIANPAOLO MASOTTI Director responsabilis Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965 Impaginazione e grafica John Abela per l’Ufficio Comunicazioni OFM – Roma Stampato dalla TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma) nel mese di settembre dell’anno 2010 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. Discorso all’Udienza Generale del Mer� Cari fratelli e sorelle, questo fatto ci invita a coledì: Beato Giovanni Duns Scoto ricordare quante volte, nella storia della Chie- Piazza S. Pietro, 07.07.2010 sa, i credenti hanno incontrato ostilità e subito perfino persecuzioni a causa della loro fedeltà IL POPOLO DI DIO È MAGISTERO e della loro devozione a Cristo, alla Chiesa e CHE PRECEDE LA TEOLOGIA al Papa. Noi tutti guardiamo con ammirazione a questi cristiani, che ci insegnano a custodire Cari fratelli e sorelle, come un bene prezioso la fede in Cristo e la questa mattina – dopo alcune catechesi su comunione con il Successore di Pietro e, così, diversi grandi teologi – voglio presentarvi con la Chiesa universale. un’altra figura importante nella storia della te- Tuttavia, i rapporti fra il re di Francia e il ologia: si tratta del beato Giovanni Duns Sco- successore di Bonifacio VIII ritornarono ben to, vissuto alla fine del secolo XIII. Un’antica presto amichevoli, e nel 1305 Duns Scoto po- iscrizione sulla sua tomba riassume le coordi- té rientrare a Parigi per insegnarvi la teologia nate geografiche della sua biografia: «l’Inghil- con il titolo di Magister regens, oggi si direbbe terra lo accolse; la Francia lo istruì; Colonia, professore ordinario. Successivamente, i Su- in Germania, ne conserva i resti; in Scozia egli periori lo inviarono a Colonia come professo- nacque». Non possiamo trascurare queste in- re dello Studio teologico francescano, ma egli formazioni, anche perché possediamo ben po- morì l’8 novembre del 1308, a soli 43 anni di che notizie sulla vita di Duns Scoto. Egli nac- età, lasciando, comunque, un numero rilevante que probabilmente nel 1266 in un villaggio, di opere. che si chiamava proprio Duns, nei pressi di A motivo della fama di santità di cui gode- Edimburgo. Attratto dal carisma di san Fran- va, il suo culto si diffuse ben presto nell’Ordi- cesco d’Assisi, entrò nella Famiglia dei Frati ne francescano e il Venerabile Papa Giovanni minori, e nel 1291, fu ordinato sacerdote. Do- Paolo II volle confermarlo solennemente bea- tato di un’intelligenza brillante e portata alla to il 20 Marzo 1993, definendolo «cantore del speculazione – quell’intelligenza che gli me- Verbo incarnato e difensore dell’Immacolata ritò dalla tradizione il titolo di Doctor subtilis, Concezione». In questa espressione è sintetiz- “Dottore sottile”– Duns Scoto fu indirizzato zato il grande contributo che Duns Scoto ha agli studi di filosofia e di teologia presso le offerto alla storia della teologia. celebri Università di Oxford e di Parigi. Con- Anzitutto, egli ha meditato sul Mistero clusa con successo la formazione, intraprese dell’Incarnazione e, a differenza di molti pen- l’insegnamento della teologia nelle Universi- satori cristiani del tempo, ha sostenuto che il tà di Oxford e di Cambridge, e poi di Parigi, Figlio di Dio si sarebbe fatto uomo anche se iniziando a commentare, come tutti i Maestri l’umanità non avesse peccato. Egli afferma del tempo, le Sentenze di Pietro Lombardo. nella “Reportata Parisiensa”: «Pensare che Le opere principali di Duns Scoto rappresenta- Dio avrebbe rinunciato a tale opera se Adamo no appunto il frutto maturo di queste lezioni, e non avesse peccato sarebbe del tutto irragio- prendono il titolo dai luoghi in cui egli insegnò: nevole! Dico dunque che la caduta non è stata Opus Oxoniense (Oxford), Reportatio Cambri- la causa della predestinazione di Cristo, e che gensis (Cambridge), Reportata Parisiensia (Pa- – anche se nessuno fosse caduto, né l’angelo rigi). Da Parigi si allontanò quando, scoppiato né l’uomo – in questa ipotesi Cristo sarebbe un grave conflitto tra il re Filippo IV il Bello e il stato ancora predestinato nella stessa maniera» Papa Bonifacio VIII, Duns Scoto preferì l’esilio (in III Sent., d. 7, 4). Questo pensiero, forse un volontario, piuttosto che firmare un documen- po’ sorprendente, nasce perché per Duns Sco- to ostile al Sommo Pontefice, come il re aveva to l’Incarnazione del Figlio di Dio, progettata imposto a tutti i religiosi. Così – per amore alla sin dall’eternità da parte di Dio Padre nel suo Sede di Pietro –, insieme ai Frati francescani, piano di amore, è compimento della creazione, abbandonò il Paese. e rende possibile ad ogni creatura, in Cristo e 196 AN. CXXIX – MAII-AUGUSTI 2010 – N. 2 per mezzo di Lui, di essere colmata di grazia, redenzione. Perciò i teologi si opponevano a e dare lode e gloria a Dio nell’eternità. Duns questa tesi. Duns Scoto, allora, per far capi- Scoto, pur consapevole che, in realtà, a causa re questa preservazione dal peccato originale, del peccato originale, Cristo ci ha redenti con sviluppò un argomento che verrà poi adottato la sua Passione, Morte e Risurrezione, ribadi- anche dal beato Papa Pio IX nel 1854, quando sce che l’Incarnazione è l’opera più grande e definì solennemente il dogma dell’Immacolata più bella di tutta la storia della salvezza, e che Concezione di Maria. E questo argomento è essa non è condizionata da nessun fatto con- quello della “Redenzione preventiva”, secon- tingente, ma è l’idea originale di Dio di unire do cui l’Immacolata Concezione rappresenta finalmente tutto il creato con se stesso nella il capolavoro della Redenzione operata da Cri- persona e nella carne del Figlio. sto, perché proprio la potenza del suo amore e Fedele discepolo di san Francesco, Duns della sua mediazione ha ottenuto che la Madre Scoto amava contemplare e predicare il Miste- fosse preservata dal peccato originale. Quindi ro della Passione salvifica di Cristo, espressio- Maria è totalmente redenta da Cristo, ma già ne dell’amore immenso di Dio, il Quale co- prima della concezione. I Francescani, suoi munica con grandissima generosità al di fuori confratelli, accolsero e diffusero con entusia- di sé i raggi della Sua bontà e del Suo amore smo questa dottrina, e altri teologi – spesso (cfr Tractatus de primo principio, c. 4). E que- con solenne giuramento – si impegnarono a sto amore non si rivela solo sul Calvario, ma difenderla e a perfezionarla. anche nella Santissima Eucaristia, della quale A questo riguardo, vorrei mettere in evi- Duns Scoto era devotissimo e che vedeva co- denza un dato, che mi pare importante. Teolo- me il Sacramento della presenza reale di Gesù gi di valore, come Duns Scoto circa la dottrina e come il Sacramento dell’unità e della comu- sull’Immacolata Concezione, hanno arricchito nione che induce ad amarci gli uni gli altri e con il loro specifico contributo di pensiero ciò ad amare Dio come il Sommo Bene comune che il Popolo di Dio credeva già spontanea- (cfr Reportata Parisiensia, in IV Sent., d. 8, q. mente sulla Beata Vergine, e manifestava ne- 1, n. 3). gli atti di pietà, nelle espressioni dell’arte e, in Cari fratelli e sorelle, questa visione teolo- genere, nel vissuto cristiano. Così la fede sia gica, fortemente “cristocentrica”, ci apre alla nell’Immacolata Concezione, sia nell’Assun- contemplazione, allo stupore e alla gratitudi- zione corporale della Vergine era già presente ne: Cristo è il centro della storia e del cosmo, è nel Popolo di Dio, mentre la teologia non ave- Colui che dà senso, dignità e valore alla nostra va ancora trovato la chiave per interpretarla vita! Come a Manila il Papa Paolo VI, anch’io nella totalità della dottrina della fede. Quindi oggi vorrei gridare al mondo: «[Cristo] è il il Popolo di Dio precede i teologi e tutto questo rivelatore del Dio invisibile, è il primogenito grazie a quel soprannaturale sensus fidei, cioè di ogni creatura, è il fondamento di ogni cosa; a quella capacità infusa dallo Spirito Santo, Egli è il Maestro dell’umanità, è il Redentore; che abilita ad abbracciare la realtà della fede, Egli è nato, è morto, è risorto per noi; Egli è il con l’umiltà del cuore e della mente. In questo centro della storia e del mondo; Egli è Colui senso, il Popolo di Dio è “magistero che pre- che ci conosce e che ci ama; Egli è il compa- cede”, e che poi deve essere approfondito e in- gno e l’amico della nostra vita… Io non finirei tellettualmente accolto dalla teologia. Possano più di parlare di Lui» (Omelia, 29 novembre sempre i teologi mettersi in ascolto di questa 1970). sorgente della fede e conservare l’umiltà e la Non solo il ruolo di Cristo nella storia della semplicità dei piccoli! L’avevo ricordato qual- salvezza, ma anche quello di Maria è oggetto che mese fa dicendo: «Ci sono grandi dotti, della riflessione del Doctor subtilis. Ai tempi grandi specialisti, grandi teologi, maestri della di Duns Scoto la maggior parte dei teologi op- fede, che ci hanno insegnato molte cose. Sono poneva un’obiezione, che sembrava insormon- penetrati nei dettagli della Sacra Scrittura… tabile, alla dottrina secondo cui Maria Santis- ma non hanno potuto vedere il mistero stesso, sima fu esente dal peccato originale sin dal il vero nucleo… L’essenziale è rimasto nasco- primo istante del suo concepimento: di fatto, sto! Invece, ci sono anche nel nostro tempo l’universalità della Redenzione operata da Cri- i piccoli che hanno conosciuto tale mistero.