Fratrum Minorum Vel Ad Ordinem Quoquo Modo Pertinentia
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Acta_Ordinis_3_2010:Layout 1 23-02-2011 11:22 Pagina 353 ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA IUSSU ET AUCTORITATE Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM IN LUCEM AEDITA Veritatem facientes in caritate (Eph. 4, 15). Peculiari prorsus laude dignum putavimus, dilecte Fili, consilium quo horum Actorum collectio atque editio suscepta est. (Ex Epist. LEONIS PP. XIII ad Min. Gen.) ROMA CURIA GENERALIS ORDINIS Acta_Ordinis_3_2010:Layout 1 23-02-2011 11:22 Pagina 354 CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA Fr. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen. Fr. LUIGI PERUGINI Director Fr. GIANPAOLO MASOTTI Director responsabilis Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965 Impaginazione Ingegno Grafico • Subiaco (Roma) Stampato dalla TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma) nel mese di febbraio dell’anno 2011 Acta_Ordinis_3_2010:Layout 1 23-02-2011 11:22 Pagina 355 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. Udienza generale del mercoledì: santa merevoli donne nel corso della storia sono sta- Chiara d’Assisi te affascinate dall’amore per Cristo che, nella bellezza della sua Divina Persona, riempie il Aula Paolo VI, 15.09. 2010 loro cuore. E la Chiesa tutta, per mezzo della mistica vocazione nuziale delle vergini consa- LA CHIESA crate, appare ciò che sarà per sempre: la Spo- DEVE MOLTO ALLE DONNE sa bella e pura di Cristo. In una delle quattro lettere che Chiara inviò Cari fratelli e sorelle, a sant’Agnese di Praga, la figlia del re di Boe- una delle Sante più amate è senz’altro san- mia, che volle seguirne le orme, parla di Cri- ta Chiara d’Assisi, vissuta nel XIII secolo, con- sto, suo diletto Sposo, con espressioni nunzia- temporanea di san Francesco. La sua testimo- li, che possono stupire, ma che commuovono: nianza ci mostra quanto la Chiesa tutta sia de- “Amandolo, siete casta, toccandolo, sarete più bitrice a donne coraggiose e ricche di fede co- pura, lasciandovi possedere da lui siete vergi- me lei, capaci di dare un decisivo impulso per ne. La sua potenza è più forte, la sua generosi- il rinnovamento della Chiesa. tà più elevata, il suo aspetto più bello, l’amore Chi era dunque Chiara d’Assisi? Per rispon- più soave e ogni grazia più fine. Ormai siete dere a questa domanda possediamo fonti sicu- stretta nell’abbraccio di lui, che ha ornato il vo- re: non solo le antiche biografie, come quella stro petto di pietre preziose... e vi ha incorona- di Tommaso da Celano, ma anche gli Atti del ta con una corona d’oro incisa con il segno del- processo di canonizzazione promosso dal Papa la santità” (Lettera prima: FF, 2862). solo pochi mesi dopo la morte di Chiara e che Soprattutto al principio della sua esperien- contiene le testimonianze di coloro che vissero za religiosa, Chiara ebbe in Francesco d’Assi- accanto a lei per molto tempo. si non solo un maestro di cui seguire gli inse- Nata nel 1193, Chiara apparteneva ad una gnamenti, ma anche un amico fraterno. L’ami- famiglia aristocratica e ricca. Rinunciò a no- cizia tra questi due santi costituisce un aspetto biltà e a ricchezza per vivere umile e povera, molto bello e importante. Infatti, quando due adottando la forma di vita che Francesco d’As- anime pure ed infiammate dallo stesso amore sisi proponeva. Anche se i suoi parenti, come per Dio si incontrano, esse traggono dalla re- accadeva allora, stavano progettando un ma- ciproca amicizia uno stimolo fortissimo per trimonio con qualche personaggio di rilievo, percorrere la via della perfezione. L’amicizia Chiara, a 18 anni, con un gesto audace ispira- è uno dei sentimenti umani più nobili ed ele- to dal profondo desiderio di seguire Cristo e vati che la Grazia divina purifica e trasfigura. dall’ammirazione per Francesco, lasciò la ca- Come san Francesco e santa Chiara, anche al- sa paterna e, in compagnia di una sua amica, tri santi hanno vissuto una profonda amicizia Bona di Guelfuccio, raggiunse segretamente i nel cammino verso la perfezione cristiana, co- frati minori presso la piccola chiesa della Por- me san Francesco di Sales e santa Giovanna ziuncola. Era la sera della Domenica delle Pal- Francesca di Chantal. Ed è proprio san Fran- me del 1211. Nella commozione generale, fu cesco di Sales che scrive: “È bello poter ama- compiuto un gesto altamente simbolico: men- re sulla terra come si ama in cielo, e imparare tre i suoi compagni tenevano in mano torce ac- a volersi bene in questo mondo come faremo cese, Francesco le tagliò i capelli e Chiara in- eternamente nell’altro. Non parlo qui del sem- dossò un rozzo abito penitenziale. Da quel mo- plice amore di carità, perché quello dobbiamo mento era diventata la vergine sposa di Cristo, averlo per tutti gli uomini; parlo dell’amicizia umile e povero, e a Lui totalmente si consa- spirituale, nell’ambito della quale, due, tre o crava. Come Chiara e le sue compagne, innu- più persone si scambiano la devozione, gli af- Acta_Ordinis_3_2010:Layout 1 23-02-2011 11:22 Pagina 356 356 AN. CXXIX – SEPTEMBRIS-DECEMBRIS 2010 – N. 3 fetti spirituali e diventano realmente un solo fosse conservato in tutte le comunità femmini- spirito” (Introduzione alla vita devota III, 19). li che si andavano stabilendo numerose già ai Dopo aver trascorso un periodo di qualche suoi tempi e che desideravano ispirarsi al- mese presso altre comunità monastiche, resi- l’esempio di Francesco e di Chiara. stendo alle pressioni dei suoi familiari che ini- Nel convento di san Damiano Chiara prati- zialmente non approvarono la sua scelta, Chia- cò in modo eroico le virtù che dovrebbero con- ra si stabilì con le prime compagne nella chie- traddistinguere ogni cristiano: l’umiltà, lo spi- sa di san Damiano dove i frati minori avevano rito di pietà e di penitenza, la carità. Pur essen- sistemato un piccolo convento per loro. In quel do la superiora, ella voleva servire in prima per- monastero visse per oltre quarant’anni fino al- sona le suore malate, assoggettandosi anche a la morte, avvenuta nel 1253. Ci è pervenuta compiti umilissimi: la carità, infatti, supera una descrizione di prima mano di come vive- ogni resistenza e chi ama compie ogni sacrifi- vano queste donne in quegli anni, agli inizi del cio con letizia. La sua fede nella presenza rea- movimento francescano. Si tratta della rela- le dell’Eucaristia era talmente grande che, per zione ammirata di un vescovo fiammingo in due volte, si verificò un fatto prodigioso. Solo visita in Italia, Giacomo di Vitry, il quale af- con l’ostensione del Santissimo Sacramento, ferma di aver trovato un grande numero di uo- allontanò i soldati mercenari saraceni, che era- mini e donne, di qualunque ceto sociale che no sul punto di aggredire il convento di san Da- “lasciata ogni cosa per Cristo, fuggivano il miano e di devastare la città di Assisi. mondo. Si chiamavano frati minori e sorelle Anche questi episodi, come altri miracoli, minori e sono tenuti in grande considerazione di cui si conservava la memoria, spinsero il Pa- dal signor papa e dai cardinali... Le donne... di- pa Alessandro IV a canonizzarla solo due anni morano insieme in diversi ospizi non lontani dopo la morte, nel 1255, tracciandone un elo- dalle città. Nulla ricevono, ma vivono del la- gio nella Bolla di canonizzazione in cui leg- voro delle proprie mani. E sono grandemente giamo: “Quanto è vivida la potenza di questa addolorate e turbate, perché vengono onorate luce e quanto forte è il chiarore di questa fon- più che non vorrebbero, da chierici e laici” te luminosa. Invero, questa luce si teneva chiu- (Lettera dell’ottobre 1216: FF, 2205.2207). sa nel nascondimento della vita claustrale e Giacomo di Vitry aveva colto con perspica- fuori irradiava bagliori luminosi; si raccoglie- cia un tratto caratteristico della spiritualità va in un angusto monastero, e fuori si spande- francescana cui Chiara fu molto sensibile: la va quanto è vasto il mondo. Si custodiva den- radicalità della povertà associata alla fiducia tro e si diffondeva fuori. Chiara infatti si na- totale nella Provvidenza divina. Per questo scondeva; ma la sua vita era rivelata a tutti. motivo, ella agì con grande determinazione, Chiara taceva, ma la sua fama gridava” (FF, ottenendo dal Papa Gregorio IX o, probabil- 3284). Ed è proprio così, cari amici: sono i san- mente, già dal papa Innocenzo III, il cosiddet- ti coloro che cambiano il mondo in meglio, lo to Privilegium Paupertatis (cfr. FF, 3279). In trasformano in modo duraturo, immettendo le base ad esso, Chiara e le sue compagne di san energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo Damiano non potevano possedere nessuna pro- può suscitare. I santi sono i grandi benefattori prietà materiale. Si trattava di un’eccezione ve- dell’umanità! ramente straordinaria rispetto al diritto cano- La spiritualità di santa Chiara, la sintesi del- nico vigente e le autorità ecclesiastiche di quel la sua proposta di santità è raccolta nella quar- tempo lo concessero apprezzando i frutti di ta lettera a Sant’Agnese da Praga. Santa Chia- santità evangelica che riconoscevano nel mo- ra adopera un’immagine molto diffusa nel Me- do di vivere di Chiara e delle sue sorelle. Ciò dioevo, di ascendenze patristiche, lo specchio. mostra come anche nei secoli del Medioevo, il Ed invita la sua amica di Praga a riflettersi in ruolo delle donne non era secondario, ma con- quello specchio di perfezione di ogni virtù che siderevole. A questo proposito, giova ricorda- è il Signore stesso. Ella scrive: “Felice certa- re che Chiara è stata la prima donna nella sto- mente colei a cui è dato godere di questo sacro ria della Chiesa che abbia composto una Re- connubio, per aderire con il profondo del cuo- gola scritta, sottoposta all’approvazione del re [a Cristo], a colui la cui bellezza ammirano Papa, perché il carisma di Francesco d’Assisi incessantemente tutte le beate schiere dei cieli, Acta_Ordinis_3_2010:Layout 1 23-02-2011 11:22 Pagina 357 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 357 il cui affetto appassiona, la cui contemplazione e il lungo cammino che l’ha condotta dal pun- ristora, la cui benignità sazia, la cui soavità ri- to di partenza, il «grande timore dell’inferno», colma, il cui ricordo risplende soavemente, al fino al traguardo, l’unione totale con la Trini- cui profumo i morti torneranno in vita e la cui tà.