DI Provincia di

VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

Deliberazione n. 18 del 21/02/2018

OGGETTO: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE

L’anno duemiladiciotto addì ventuno del mese di febbraio alle ore 18:30 nella Casa Comunale, previa l’osservanza di tutte le formalità prescritte dalla vigente legge comunale e provinciale, vennero oggi convocati a seduta i componenti la Giunta Comunale, che nelle persone seguenti risultano presenti alla trattazione della proposta di deliberazione in oggetto:

MURATORI EMILIA SINDACO Presente GALLI GIOVANNI VICE SINDACO Presente RONDELLI MAURO ASSESSORE Presente DANI ELIO ASSESSORE Presente ZANANTONI RITA ASSESSORE Presente

Presenti n. 5 Assenti n. 0

Partecipa il SEGRETARIO COMUNALE MARTINI MARGHERITA che provvede alla redazione del presente verbale.

Presiede la seduta, nella sua qualità di SINDACO, il Sig. MURATORI EMILIA che dichiara aperta la trattazione dell'oggetto sopra indicato.

copia informatica per consultazione Deliberazione n. 18 del 21/02/2018

OGGETTO: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE

LA GIUNTA COMUNALE

PREMESSO CHE: - con Legge 24 Febbraio 1992, n.225, è stato istituito il Servizio di Protezione Civile al fine di tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi; - ai sensi dell’art. 3, comma 1, della medesima legge sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi calamitosi; - dal combinato disposto dell’art. 108 del Decreto Legislativo n.112 del 31 Marzo 1998 - concernete il conferimento di funzioni in materia di protezione civile agli enti locali, dell’art.15 “ Competenze del comune ed attribuzioni del sindaco” della legge n.225 del 24 Febbraio 1992 e dell’art. 6 “Funzioni e compiti dei comuni e delle comunità Montane” della Legge Regionale n.1/2007, nonché dal metodo “Augustus” predisposto dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile del Ministero dell’Interno, si evince che il Sindaco è autorità locale di Protezione Civile ed è tenuto ad istituire il Servizio Comunale di Protezione Civile, dotandolo di mezzi, di risorse finanziare e di personale, nonché di predisporre una struttura operativa locale denominata COC (Centro Operativo Comunale); - il COC (Centro Operativo Comunale) è la struttura della quale si avvale il Sindaco, in qualità di autorità comunale di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione nell’ambito del territorio comunale, segnala alle autorità competenti l’evolversi degli eventi e delle necessità, coordina gli interventi delle squadre operative comunali e dei volontari, informa la popolazione; CONSIDERATO CHE: - le funzioni di supporto ascritte al COC (Centro Operativo Comunale) dal metodo “Augustus” sono le seguenti: • Tecnico Scientifica - Pianificazione; • Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria; • Volontariato; • Attività scolastica • Censimento danni • Strutture operative locali e viabilità; • Telecomunicazioni; • Assistenza alla popolazione; • Amministrativo contabile • Comunicazione informazione - il COC (Centro Operativo Comunale) si compone di undici funzioni di supporto a cui devono corrispondere altrettanti referenti, oltre il Sindaco in qualità di autorità locale di protezione civile, da individuarsi preferibilmente all’interno della struttura comunale, già abitualmente impiegati nella gestione dei servizi connessi; - per il funzionale svolgimento delle operazioni di piano e di quelle connesse all’emergenza, il COC (Centro Operativo Comunale) deve essere dotato di una sede propria ubicata in un edificio non vulnerabile e in un’area di facile accesso; RICHIAMATA la Delibera di Consiglio Comunale n.36 del 30 Luglio 2008, con la quale è stato approvato il Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile; RICHIAMATA inoltre la Delibera di Giunta Comunale n.43 del 12 Maggio 2008, con la quale è stata approvata la costituzione del Centro Operativo Comunale (COC) di protezione civile; DATO ATTO CHE si è dovuto provvedere all’aggiornamento della composizione del Centro Operativo Comunale (COC) e del Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile, in quanto

copia informatica per consultazione sono state apportate modifiche alle schede 3, 8, e 13 a seguito della modifica del sistema di allertamento regionale; CONSIDERATO CHE il presente provvedimento contiene ogni elemento essenziale del procedimento richiesto dalle vigenti disposizioni in materia; DATO ATTO CHE, sulla proposta del presente atto deliberativo, ai sensi dell'art. 49, comma 1, del D.Lgs.vo 267/2000, ha espresso parere favorevole il responsabile del servizio interessato, Ing. Enrico Campioni; VISTO lo Statuto Comunale; Con voti favorevoli unanimi, espressi per alzata di mano ed accertati nei modi e nelle forme di legge; DELIBERA 1) Di aggiornare, per quanto in premessa richiamato, la composizione del Centro Operativo Comunale (COC) di Protezione Civile, come indicato nella scheda 3; 2) Contestualmente di aggiornare il Piano relativamente alle schede 8 per le nuove criticità e scenari di evento e la scheda 13 a seguito delle modifiche del nuovo metodo di monitoraggio allerta meteo; 3) Di confermare che la sede del Centro Operativo Comunale (COC) di Protezione Civile del Comune di Marano sul Panaro è localizzata presso il Municipio, Piano Terra, stabile destinato ad Ufficio Tecnico; 4) Di dare atto che il Responsabile del Centro Operativo Comunale potrà avvalersi a supporto delle funzioni sopracitate, attivandosi nelle forme di legge, di altri dipendenti comunali; INDI Stante l'urgenza di predisporre per tempo le incombenze burocratiche afferenti, per i motivi esposti in narrativa, con voto favorevole unanime DELIBERA di dichiarare la presente deliberazione urgente e quindi immediatamente eseguibile, ai sensi e per gli effetti di cui al 4°comma dell'art. 134 del D. Lgs.vo n. 267/2000.

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COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Letto, approvato e sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs n 82/2005 e s.m.i.

IL SINDACO IL SEGRETARIO COMUNALE MURATORI EMILIA MARTINI MARGHERITA

copia informatica per consultazione DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

N. 43 del 12.05.2008

OGGETTO: COSTITUZIONE DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE (COC) DI PROTEZIONE CIVILE: FUNZIONI, COMPOSIZIONE E SEDE - APPROVAZIONE.

LA GIUNTA COMUNALE

PREMESSO CHE: - con legge 24 febbraio 1992, n. 225, è stato istituito il Servizio di Protezione Civile al fine di tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi; - ai sensi dell’art. 3, comma 1, della medesima legge sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi calamitosi; - dal combinato disposto dell’art. 108 del Decreto Legislativo n. 112 del 31.03.1998 – concernete il conferimento di funzioni in materia di protezione civile agli enti locali, dell’art.15 “ Competenze del comune ed attribuzioni del sindaco” della legge n.225 del 24.02.1992 e dell’art. 6 “Funzioni e compiti dei comuni e delle comunità Montane” della Legge Regionale n. 1/2007, nonché dal metodo “Augustus” predisposto dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile del Ministero dell’Interno, si evince che il Sindaco è autorità locale di Protezione Civile ed è tenuto ad istituire il Servizio Comunale di Protezione Civile, dotandolo di mezzi, di risorse finanziare e di personale, nonché di predisporre una struttura operativa locale denominata COC (Centro Operativo Comunale); - il COC (Centro Operativo Comunale) è la struttura della quale si avvale il Sindaco, in qualità di autorità comunale di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione nell’ambito del territorio comunale, segnala alle autorità competenti l’evolversi degli eventi e delle necessità, coordina gli interventi delle squadre operative comunali e dei volontari, informa la popolazione; CONSIDERATO CHE: - le funzioni di supporto ascritte al COC (Centro Operativo Comunale) dal metodo “Augustus” sono le seguenti: a) Tecnico Scientifica – Pianificazione; b) Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria; c) Volontariato; d) Materiali e mezzi e risorse umane; e) Servizi essenziali e attività scolastica; f) Censimento danni a persone e cose; g) Strutture operative locali e viabilità; h) Telecomunicazioni; i) Assistenza alla popolazione; - il COC (Centro Operativo Comunale) si compone di nove funzioni di supporto a cui devono corrispondere altrettanti referenti, oltre il Sindaco in qualità di autorità locale di protezione civile, da individuarsi preferibilmente all’interno della struttura comunale, già abitualmente impiegati nella gestione dei servizi connessi; - per il funzionale svolgimento delle operazioni di piano e di quelle connesse all’emergenza, il COC (Centro Operativo Comunale) deve essere dotato di una sede propria ubicata in un edificio non vulnerabile e in un’area di facile accesso;

copia informatica per consultazione CONSIDERATO CHE, occorre procedere alla costituzione del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile ed alla individuazione della sede operativa; ACCERTATO CHE, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 49 del Decreto Legislativo 18/8/2000, n. 267, è stato richiesto, in merito al presente provvedimento, il parere del responsabile del servizio interessato al provvedimento in ordine alla regolarità tecnica; CONSIDERATO CHE, detto parere, riprodotto nell'allegato, è favorevole, per cui, per quanto attiene la normativa citata, il presente provvedimento contiene ogni elemento essenziale del procedimento richiesto dalle vigenti disposizioni in materia; DATO ATTO che, sulla proposta del presente atto deliberativo, ai sensi dell'art. 49, comma 1, del D.Lgs.vo 267/2000, ha espresso parere favorevole il responsabile del servizio interessato, Ing. Germano Caroli, in ordine alla regolarità tecnica e contabile; VISTO lo Statuto Comunale; Con voti favorevoli unanimi, espressi per alzata di mano ed accertati nei modi e nelle forme di legge; DELIBERA

1) di costituire, per quanto in premessa richiamato, il CENTRO OPERATIVO COMUNALE (COC) di Protezione Civile, nella seguente composizione: - Sindaco Responsabile del COC in qualità di autorità locale di Protezione Civile; - Segretario Generale o Direttore Generale: Martini Margherita; - Referenti e sostituti delle 9 funzioni di supporto come da tabella seguente;

Funzioni Compiti Referente Sostituto Tecnico Scientifica e compiti di coordinamento tra le Caroli Germano Campioni Enrico Pianificazione varie componenti scientifiche e tecniche, anche in fase di pianificazione Sanità, Assistenza Sociale e coordinamento degli interventi di Manzini Elisabetta Pelloni Ada Veterinaria natura sanitaria e di gestione dell’organizzazione dei materiali, mezzi e personale sanitario Volontariato coordinamento e rappresentanza Salici Mauro Caroli Germano delle associazioni di volontariato locale Materiali e mezzi e risorse umane gestione e coordinamento delle Guidotti Primo Nobili Bruno attività connesse al censimento, all’impiego e alla distribuzione dei materiali e dei mezzi appartenenti agli enti locali, volontariato Servizi essenziali e attività monitoraggio delle reti idriche, Guidotti Primo Campioni Enrico scolastica elettriche, fognarie, gas, ecc.. Censimento danni a persone e cose censimento, al verificarsi Campioni Enrico Guidotti Primo dell’evento calamitoso, dei danni a persone, edifici pubblici, edifici privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnia Strutture operative locali e viabilità coordinamento delle attività delle Nobili Bruno Guidotti Primo varie strutture locali preposte alle attività ricognitive dell’area colpita, nonché di controllo della viabilità, di definizione degli itinerari di sgombero, ecc. Telecomunicazioni verifica dell’efficienza della rete Manzini Elisabetta Campioni Enrico delle telecomunicazioni ed informatiche, in costante contatto

copia informatica per consultazione con i gestori della telefonia fissa e mobile, con le organizzazioni dei radioamatori Assistenza alla popolazione censimento e aggiornamento delle Pelloni Ada Salici Mauro disponibilità di alloggiamento

2) Stabilire che la sede del Centro Operativo Comunale (COC) di Protezione Civile del Comune di Marano sul Panaro è localizzata presso il Municipio; 3) Di disporre che la presente deliberazione venga comunicata, contestualmente all'affissione, ai capigruppo consiliari, a norma dell'art. 125, del Decreto Legislativo 18/8/2000, n. 267; 4) Di dare atto che il Responsabile del Centro Operativo Comunale potrà avvalersi a supporto delle funzioni sopracitate, attivandosi nelle forme di legge, di altri dipendenti comunali; 5) Di darsi, altresì, atto che la presente deliberazione verrà trasmessa alla Provincia ed alla Prefettura di Modena; INDI

- Stante l'urgenza di predisporre per tempo le incombenze burocratiche afferenti, per i motivi esposti in narrativa, con voto favorevole unanime

DELIBERA

- di dichiarare la presente deliberazione urgente e quindi immediatamente eseguibile, ai sensi e per gli effetti di cui al 4°comma dell'art. 134 del D. Lgs.vo n. 267/2000.

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COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

Piano Comunale di emergenza L.225/1992 D. Lgs. 112/98 L.R. 1/2005

Inquadramento territoriale

copia informatica per consultazione Marano sul Panaro si situa sulla riva sinistra del fiume Panaro, a circa 27 chilometri da Modena capoluogo della provincia ed a 37 chilometri da capoluogo della regione Emilia Romagna. Esso gode di una posizione privilegiata; luogo di incontro e di passaggio tra la pianura e la montagna, porta di accesso all’alta Valle del Panaro. Per questa sua caratteristica di essere l’ultimo Comune della pianura ed il primo della montagna, Marano sul Panaro è stato definito “la porta dell’Appennino”. Questa caratteristica rappresenta un fattore di forza dello sviluppo del paese in quanto ha consentito, da un lato, di raggiungere i livelli di sviluppo economico e sociale propri della pianura e, dall’altro, allo stesso tempo, di conservare le bellezze naturali e l’economia rurale tipiche delle zone collinari. Il territorio copre una superficie di circa 40 km quadrati. Negli ultimi anni il paese ha conosciuto grande sviluppo soprattutto grazie all’allargamento della strada di fondovalle ed al miglioramento di tutta la rete viaria che ha favorito gli scambi fra pianura e montagna ed alla creazione di vari insediamenti industriali (Tragnolo, Case Bonettini e Casona), con lo sviluppo di varie attività economiche quali la meccanica di precisione, l’industria della plastica, del marmo, dei laterizi e della lavorazione della carne suina per insaccati. Sono state inoltre favorite le varie attività commerciali che, approfittando del turismo di passaggio e locale, hanno costruito i loro insediamenti in prossimità della strada di fondovalle. La popolazione attuale del Comune di Marano s.P. è di 4376 unità. Il nostro territorio, è suddiviso parte in zona collinare boschiva, circa il 70%, e il restante in zona pianeggiante. Il comune di Marano s.P. comprende le frazioni di Casona, Casa Bonettini, Festà, Ospitaletto, Rodiano, Denzano e Villabianca. Nel territorio, dal punto di vista ambientale, sono presenti il Parco faunistico di Festà, il Parco fluviale, il Percorso Natura ed il Parco delle Cince, oltre ad una piccola parte del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina. Dal punto di vista della sismicità, il nostro territorio è classificato con grado 3. Inoltre, i principali rischi a cui è soggetto, consistono in quello idrogeologico (frane ecc..) idraulico (alluvioni), di incendio boschivo ed appunto sismico.

2 copia informatica per consultazione

Provincia di Modena

Gruppo di lavoro

U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo Comuni di Carpi, , Bomporto, Novi, , , COM di Pavullo, COM Modena Est

Piano Comunale di emergenza L.225/1992 D. Lgs. 112/98 L.R. 1/2005

Estratto procedure dei piani

provinciali di emergenza

copia informatica per consultazione Il piano interno per la gestione delle comunicazioni e delle emergenze deve basarsi sui compiti che la pianificazione provinciale attribuisce ai comuni relativamente alle diverse tipologie di rischio. Di seguito si riporta un estratto dei modelli di intervento dei piani provinciali.

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copia informatica per consultazione RISCHIO IDRAULICO

FASE DI ATTENZIONE

La fase di attenzione viene attivata, ad evento previsto, con l’emissione dell’Allerta di Protezione Civile da parte dell’Agenzia regionale. La Prefettura U.T.G., avvalendosi anche del sistema di reidirizzamento provinciale, fisicamente dislocato presso l’U.O. di Protezione Civile della provincia di Modena e presso le 9 sedi dei Centri Operativi Misti (C.O.M.), inoltra l’Allerta a tutti gli Enti e le Strutture Operative presenti sul territorio provinciale. La fase di attenzione comporta l’attivazione di servizi di reperibilità e, se del caso, di servizi h24 da parte degli Enti preposti al presidio territoriale idraulico. Rispetto al precedente modello di intervento si ritiene opportuno considerare un secondo livello di attenzione. Ad evento iniziato, al superamento, in determinate sezioni di riferimento, delle soglie idro-pluviometriche corrispondenti al livello di pericolosità moderata (vedi Allegato 1), gli enti preposti al presidio territoriale idraulico (AIPo, STB, Consorzi di Bonifica, Provincia) ricevono il bollettino di monitoraggio, organizzano le attività di rilevamento strumentale dei livelli idrometrici, verificano lo stato del territorio e la presenza di eventuali criticità locali (es.: cantieri in alveo, sezioni idrauliche insufficienti, inefficienza di alcune opere idrauliche) e operano le manovre idrauliche necessarie, dandone comunicazione all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo che informerà Prefettura e Agenzia regionale di Protezione Civile. Nel caso di azioni o manovre idrauliche che possono avere ripercussioni sul reticolo idrografico di competenza di altri enti, la comunicazione delle attività in essere deve pervenire a tutti i soggetti potenzialmente coinvolti. La fase di attenzione ha termine allo scadere del periodo di validità dell’Allerta di Protezione Civile o quando si passa alla successiva fase di preallarme. AMMINISTRAZIONI COMUNALI

. Ricevono dalla Prefettura l’Allerta di Protezione Civile che attiva la fase di attenzione; . Secondo il proprio piano interno di distribuzione delle comunicazioni, ed avvalendosi del sistema di reindirizzamento installato presso la sede del COM di appartenenza,

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copia informatica per consultazione l’Allerta di Protezione Civile viene trasmessa, via fax, SMS ed e-mail, alle strutture comunali di protezione civile, in particolare il Corpo della Polizia municipale ed i tecnici comunali;

ad evento iniziato

 All’attivazione del presidio territoriale idraulico da parte dell’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo (lettura in tempo reale dei dati pluviometrici e idrometrici a seguito del superamento di uno o più livelli di pericolosità ordinaria) ricevono una comunicazione in merito all’evoluzione dell’evento in atto per il tramite dei reperibili;  Se la gravità delle previsioni e della loro tendenza lo necessitano predispongono una: - immediata ricognizione da parte del Corpo della Polizia municipale e del personale tecnico del Comune nelle zone potenzialmente inondabili, al fine di localizzare tutte le situazioni che potrebbero determinare incremento di danno, in particolare: cantieri in alveo e in zone prospicienti, scavi in area urbana e qualunque situazione di impedimento al libero deflusso delle acque; - verifica finalizzata all'identificazione di manifestazioni che comportino una concentrazione straordinaria di popolazione nelle 48 ore successive; - lettura delle aste idrometriche nelle sezioni nelle quali non ci sono strumenti in telemisura su richiesta dell’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo; Trasmettono ogni segnalazione, informazione e valutazione sulle condizioni del territorio all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo e a STB, AIPo e Consorzi di Bonifica in merito a criticità riscontrate nei tratti di loro competenza;  Se la gravità delle previsioni e della loro tendenza lo necessitano, verificano l'organizzazione del COC e la sua modalità di reperimento;  Attivano, per la gestione delle attività di competenza, il proprio gruppo comunale, dandone comunicazione all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo e alla Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile per il tramite del referente GOE (Gestione Operativa Emergenze) o della Sala Operativa del volontariato;  Richiedono all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo e alla Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile il concorso del volontariato a supporto del proprio gruppo comunale o delle strutture tecniche del comune stesso preposte alle attività di presidio territoriale;

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copia informatica per consultazione  L’amministrazione comunale terrà periodicamente informata la sala operativa del volontariato se attivata o l’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo della Provincia di Modena relativamente alle attività svolte dal proprio gruppo comunale al fine di un miglior coordinamento nel caso di evoluzione della situazione emergenziale in atto;  Predispone una verifica delle attività operative da svolgere nelle fasi successive e di seguito descritte.

FASE DI PREALLARME

In fase di attenzione, al superamento, in determinate sezioni di riferimento, delle soglie idro-pluviometriche corrispondenti al livello di pericolosità elevata (vedi Allegato 1), il C.F. ARPA-SIM elabora un bollettino di monitoraggio, previa consultazione con l’Agenzia regionale di Protezione Civile e con l’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo Provincia di Modena al fine di individuare le criticità presenti sul territorio provinciale. Se il bollettino di monitoraggio prevede una criticità elevata, viene trasmesso dal C.F. ARPA-SIM all’Agenzia regionale di Protezione Civile, all’Amministrazione provinciale ed ai soggetti localmente deputati alle attività di presidio territoriale idraulico. Ricevuto il bollettino di monitoraggio di criticità elevata o nel caso in cui siano riscontrate criticità localizzate su alcuni comuni, l’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo richiede alla Prefettura l’attivazione della fase di preallarme. Di conseguenza la Prefettura, verificati i presupposti, attiva la fase di preallarme, sulla base della richiesta e dell’indicazione fornita dall’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo in merito ai comuni interessati ed ai relativi tempi di attivazione. L’attivazione di questa fase può comportare la convocazione in composizione ristretta degli organismi di coordinamento dei soccorsi (CCS – COM – COC), e l’adozione di misure di preparazione ad una possibile emergenza. In particolare: . L’entrata in azione, se non precedentemente attivato, del Servizio di Piena (disciplinato dal R.D. n. 2669/1937, che riguarda i tronchi fluviali classificati di I e II categoria). . Nei tronchi ove non è previsto il Servizio di Piena, analoghe funzioni sono svolte dal servizio di vigilanza a cura di AIPo e del Servizio Tecnico dei Bacini Enza, Panaro e Secchia, dal Consorzio di Bonifica Burana – Leo – Scotenna – Panaro, dal Consorzio di Bonifica Reno - Palata, dal Consorzio di Bonifica Parmigiana – Moglia - Secchia nei tratti di competenza.

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copia informatica per consultazione . La verifica delle infrastrutture che possono creare barriere pericolose (es. ponti con luci ridotte, cantieri o opere in costruzione in alveo, ecc..), delle eventuali criticità permanenti (tratti critici degli argini, zone storicamente inondate, organi meccanici di manovra, ecc..) o momentanee (cantieri in opera, criticità localizzate, situazione di impedimento al libero deflusso delle acque ecc..); . L'inizio del presidio territoriale idraulico della Provincia, in termini di rilevamento strumentale continuo dei livelli idrometrici, e l’apertura della Sala Operativa, se non già precedentemente attivati; . L'invio, da parte dei comuni, delle letture idrometriche, per le sezioni fluviali non in telemisura, alla Sala Operativa della Provincia; . La trasmissione via e-mail fatta dall’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo ad un indirizzario prestabilito (COC, AIPo, Prefettura, Agenzia regionale di Protezione Civile ecc..), di tabulati riassuntivi delle letture idrometriche relative alle principali sezioni di Secchia, Panaro e Naviglio; . La richiesta di attivazione del volontariato da parte degli enti preposti al presidio territoriale idraulico; In fase di pre-allarme il C.F. ARPA-SIM continua ad elaborare bollettini di monitoraggio. All’emissione del bollettino di monitoraggio da parte del CF ARPA-SIM con livelli idrometrici di allarme e considerazioni sul fenomeno meteo associato o quando dall’osservazione diretta si verifica che l’evento (sormonto, rottura arginale, ecc.) è in atto o ha elevate probabilità di verificarsi, previa consultazione con il Centro Operativo Regionale di Protezione Civile e con tutti gli enti che fanno presidio territoriale idraulico, l’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo richiede alla Prefettura l’attivazione della fase di allarme. La fase di preallarme ha termine quando la Prefettura comunica la cessazione della fase stessa o il passaggio alla successiva fase di allarme. L’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo, insieme agli enti preposti al presidio territoriale idraulico, invia alla Prefettura il tabulato per la chiusura della fase di preallarme con l’elenco dei comuni interessati e l’ora prevista di cessazione della fase stessa o la richiesta di attivazione della fase di allarme. La fine della fase di preallarme deve essere comunicata dalla Prefettura con le stesse modalità con cui è stata data l’attivazione.

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copia informatica per consultazione AMMINISTRAZIONI COMUNALI

. Ricevuta dal Prefetto la segnalazione dell’inizio della fase di preallarme la trasmette ai propri servizi di vigilanza, secondo il proprio piano interno, prendendo atto del tempo previsto di inizio della fase di preallarme per il proprio territorio comunale; . I comuni preallertati possono ricevere aggiornamenti in merito all’ora di attivazione della fase di preallarme da parte della Prefettura e dell’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo per il tramite dei reperibili; . A partire dall’inizio della fase di preallarme attiva il COC, anche in composizione ristretta, per garantire le attività di sua competenza e ricevere tutte le informazioni e gli aggiornamenti in merito all’evoluzione della situazione in essere; . Può avvalersi, per le attività di sua competenza del proprio gruppo comunale di protezione civile; . Il comune o il COC riceve dall’AIPo, per il tramite della Prefettura la richiesta di personale per la lettura a vista degli idrometri e/o per collaborare al controllo delle arginature; . Tali letture verranno effettuate ogni ora o ogni mezz’ora e comunicate all’U.O. di Protezione Civile, che provvederà a registrarle e ad inviarle agli Enti; . Le letture delle aste idrometriche avverranno a carico dei comuni e non comporteranno oneri per l’ AIPo; . Il Comune svolgerà tale azione in conformità alle proprie competenze di previsione e prevenzione di protezione civile, così come indicate all'art. 108, comma 1 lettera c) punto 1 del Dlgs. 112/1998; . Trasmettono ogni segnalazione, informazione e valutazione sulle condizioni del territorio alla Prefettura, all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo e a STB, AIPo e Consorzi di Bonifica in merito a criticità riscontrate nei tratti di loro competenza; . Se la situazione lo richiede, il Sindaco attiva le funzioni di supporto che ritiene necessarie in relazione alla gravità della situazione meteorologica o del livello dei fiumi (es. F1 tecnica e pianificazione, F3 volontariato, F4 materiali e mezzi, F7 strutture operative locali, viabilità) o comunque attiva la reperibilità dei relativi responsabili di funzione; . Riceve via mail, secondo l’indirizzario di cui all’allegato 3 e con cadenza di ogni mezz’ora salvo diversa comunicazione, il tabulato predisposto dall’U.O. Protezione Civile con le letture idrometriche delle principali stazioni strumentate;

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copia informatica per consultazione . Presso il COC, per il tramite del responsabile di protezione civile (o sostituto) vengono controllati i dati idrometrici dei tabulati inoltrati dall’U.O. di Protezione Civile o direttamente i dati che provengono dal collegamento remoto con il sistema MIPROC; . Verifica lo stato della viabilità comunale e dei ponti, provvedendo all'eventuale chiusura degli stessi qualora ritenuto necessario. A tale chiusura deve seguire la predisposizione di adeguata segnaletica e comunicazione immediata alla Prefettura, all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo o alla SOP se costituita. Nel caso in cui l’Ente proprietario della strada non sia reperibile, il Sindaco del Comune in cui si trova il ponte o la viabilità a rischio o il Prefetto provvederanno alla chiusura del ponte o della strada comunicando l’avvenuta disposizione alla SOP e/o all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo, che a sua volta ne dà notizia all’Ente proprietario, ai Vigili del Fuoco, alle Forze dell’Ordine e alla centrale operativa del 118; . Se necessario garantisce all’interno della struttura comunale l’adeguata informazione sia verso le strutture operative dislocate sul territorio che verso la popolazione relativamente alle condizioni della viabilità e delle criticità presenti sul territorio; . Predispone ogni attività necessaria per avvisare le popolazioni residenti in aree golenali dell’imminente pericolo e per ordinare loro un eventuale sgombero; . Verifica la preparazione e la disponibilità di personale per affrontare le eventuali attività descritte nella fase di allarme; . Comunica alla Prefettura, all’U.O. Protezione Civile e Difesa del Suolo o alla SOP se costituita, la disponibilità e l’ubicazione di attrezzature (es. sacchetti già riempiti di sabbia ) o ad essa ne fa richiesta nel caso in cui non ne disponga; . Se sede di COM verifica la disponibilità della sala destinata ad ospitare il COM e il buon funzionamento delle comunicazioni nella sala del COM; . Verifica l’agibilità delle aree di attesa, di accoglienza e di ammassamento se sede di COM; . Notifica, se necessario, alle strutture sanitarie comunali, alle strutture scolastiche comunali e alle principali aziende poste nelle zone a rischio la possibilità di allagamenti; . Comunica alla popolazione, se lo ritiene necessario o se esplicitamente comunicatogli dalla Prefettura, il verificarsi o l’attesa di un evento di piena (per mezzo ad es. di altoparlanti): es. probabile pericolo, spostarsi ai piani alti delle abitazioni, evacuazione, ecc o semplicemente comunica il messaggio di prestare attenzione ad eventuali comunicazioni successive della protezione civile; . Predispone la messa in sicurezza delle persone disabili;

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copia informatica per consultazione . Contatta, se necessario, gli allevamenti a rischio di allagamento (ed eventualmente verifica la disponibilità di aree di raccolta bestiame); . Attiva altri provvedimenti preventivi che si rendono necessari; . Riceve la chiusura della fase di preallarme secondo lo stesso automatismo usato per l’attivazione della fase stessa.

FASE DI ALLARME

La fase di allarme viene attivata dalla Prefettura, verificati i presupposti, su richiesta dell’U.O. di Protezione Civile, all’emissione del bollettino di monitoraggio da parte del CF ARPA-SIM con livelli idrometrici di allarme e considerazioni sul fenomeno meteo associato o quando dall’osservazione diretta si verifica che l’evento (sormonto, rottura arginale, ecc.) è in atto o ha elevate probabilità di verificarsi e quindi occorre attivare tutte le necessarie misure di salvaguardia preventiva delle persone e delle cose. In questa fase permane il presidio territoriale idraulico per controllare l’evoluzione dell’evento in atto, mentre il servizio di piena deve assicurare anche il pronto intervento ed il ripristino delle opere danneggiate. In tale situazione potrebbe essere necessario avere contemporaneamente attivi tutti i centri provinciali di comando e controllo: COC, COM, SOP e CCS. La fase di allarme ha termine quando la Prefettura comunica la cessazione della fase stessa.

AMMINISTRAZIONI COMUNALI

. Il Sindaco riceve da parte della Prefettura il messaggio di attivazione della fase di allarme e lo trasmette ai propri servizi di vigilanza e di salvaguardia; . Se ancora non è stato fatto procede a fornire comunicazione alle persone presenti nelle abitazioni che potranno essere coinvolte dall’evento; . Si mantiene in costante contatto con la SOP; . Attiva eventualmente altre funzioni di supporto del COC ed i relativi responsabili rispetto alla fase precedente (es. F9 Assistenza alla popolazione); . Partecipa con un proprio rappresentante al COM e al CCS; . Mette a disposizione le proprie risorse ed eventualmente le chiede ad altri enti (tramite il COM o la SOP);

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copia informatica per consultazione . Posiziona i cancelli, ovvero punti peculiari del sistema viario di collegamento, che durante l’emergenza hanno lo scopo di limitare il passaggio dei mezzi all’interno della zona colpita (sarà consentita solo l'uscita e non l’ingresso, ad eccezione dei mezzi impegnati nell’emergenza). Il Sindaco in accordo con la SOP dovrà pertanto predisporre dei percorsi alternativi; . Predispone la messa in sicurezza delle persone disabili; . Predispone la limitazione dei parcheggi per le auto private lungo le strade principali; . Emette se necessario l'ordinanza cautelativa di chiusura delle scuole presenti sul territorio comunale; . Notifica ai direttori lavori o a chi per essi la situazione di possibile pericolo richiamandoli ad eseguire la messa in sicurezza dei relativi cantieri individuati come a rischio durante la ricognizione fatta nella fase precedente; . Notifica alle principali industrie o fabbriche poste in prossimità dell'alveo la possibilità di pericolo. Questo messaggio ha lo scopo di attivare gli eventuali Piani interni propri di ogni singola struttura; . Ordina l’annullamento di tutte le manifestazioni di carattere pubblico; . Ordina la chiusura delle strutture a fruizione pubblica a rischio di allagamento; . Ordina la chiusura al transito delle strade che possono essere coinvolte dall’evento, o già coinvolte e la chiusura di tutte le strade con sottopassi. In generale verifica tutte le situazioni a rischio presenti nelle prima cella idraulica individuata nel programma di previsione e prevenzione di protezione civile; . Informa la SOP delle sopraindicate attività; . Comunica alla SOP e al COM di appartenenza, se già costituto, le reti di servizio e di comunicazione che possono essere interessate dall’evento; . Se l’evento è in corso, attiva sul proprio territorio le attività del Piano di soccorso comunale dandone informazione alla SOP o al COM di appartenenza, se costituito, e chiedendo supporto alla SOP o al COM se attivato; . Durante la fase di soccorso attiva i controlli, il ripristino e mantiene sempre un quadro aggiornato su: viabilità e servizi primari (energia elettrica, gas, comunicazioni telefoniche, acqua, sanità e assistenza alla popolazione); . La chiusura della fase di allarme viene comunicata secondo lo stesso automatismo usato per l’attivazione della fase stessa.

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copia informatica per consultazione RISCHIO IDROGEOLOGICO

FASE ATTENZIONE

AMMINISTRAZIONI COMUNALI

. Ricevono dalla Prefettura l’avviso di inizio della fase di attenzione e il bollettino di condizioni meteo avverse; . ricevono dalla Provincia l’eventuale analisi dettagliata della situazione meteo, nel caso si riscontrassero rilevanti variazioni al bollettino emesso, secondo la collaborazione fornita dall'ARPA SMR; . se la gravità delle previsioni e della loro tendenza lo necessitano (intensificazione), verificano la possibilità di predisporre una ricognizione da parte dei vigili urbani e del personale tecnico del Comune delle situazioni di dissesto presenti nel comune con particolare riguardo all’eventuale coinvolgimento della viabilità ed in generale di infrastrutture e unità abitative; . se necessario, in relazione al fatto che durante la fase di attenzione si sono verificati fenomeni di piovosità intensi e localizzati, allertano gli enti gestori della viabilità, allorquando siano diversi dal Comune di particolari situazioni presenti nel territorio comunale; . verificano la disponibilità dei mezzi privati e/o pubblici, per fronteggiare un possibile evento, e della strumentazione necessaria (cartelli segnalatori, transenne, ecc.) per intervenire sulla viabilità qualora risultasse necessario; . nel caso risulti necessario, a seguito del peggioramento delle condizioni durante la fase di attenzione, verificano l'organizzazione del COC e la sua modalità di reperimento; predispongono una verifica dei sistemi di comunicazione sia interni al comune stesso sia di interfaccia con strutture ed Enti esterni; . predispongono una verifica delle attività operative da svolgere nelle fasi successive; . nel caso si verifichino condizioni di piovosità particolarmente critiche e localizzate durante la fase di attenzione, attivano un sopralluogo sulle aree a rischio e nel caso vengano osservate situazioni di pericolo potenziale, ne viene data comunicazione al Servizio Tecnico Bacini che provvederà ad avvisare la Prefettura per l’eventuale attivazione della fase di preallarme; al fine di svolgere questa attività di monitoraggio diretta, resa necessaria dall’aggravarsi repentino della situazione, possono avvalersi della collaborazione del personale del Corpo Forestale dello Stato del distaccamento di competenza sul proprio territorio come definito nella relativa convenzione; . informano i Comandi Stazione del Corpo forestale dello Stato di particolari situazioni di criticità in termini di vulnerabilità o pericolosità su cui fare sopralluoghi nel caso in cui si verifichino anche già durante la fase di attenzione situazioni di particolare piovosità locale.

FASE DI PREALLARME

L’attivazione della fase di preallarme nasce da un’analisi di diversi elementi sia di tipo meteorologico sia di tipo ambientale che possono costituire la causa scatenante l’evento ma anche le condizioni al contorno createsi in tempi lunghi predisponesti l’innescarsi dell’evento. Questa analisi viene compiuta dal Servizio Tecnico Bacini avvalendosi della collaborazione dell’ufficio protezione civile della Provincia e considerando eventuali segnalazioni che pervengono dai Comuni o dagli enti con presidi sul territorio.

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copia informatica per consultazione In generale gli elementi che vanno analizzati in modo separato, ma anche e soprattutto, incrociandone le risultanze e le eventuali conseguenze sono:  il verificarsi di quelle condizioni avverse che nella fase di attenzione sono state solo previste: il peggioramento delle condizioni climatiche, con precipitazioni maggiori di 50 mm nell’arco di 24 ore,  condizioni di vento di scirocco durante il periodo invernale con rapido scioglimento del manto nevoso,  particolari situazioni di imbibizione del terreno dovute a lunghi periodi di piovosità,  l’analisi della piovosità del periodo, nonché della stagione e di particolari condizioni di rischio dovute alla natura del territorio; A questi fattori predisponenti il dissesto idrogeologico e dalla cui analisi nonché sovrapposizione deve scaturire la necessità di dare l’attivazione della fase del preallarme si aggiungono segnalazioni che arrivano direttamente dal territorio e che anche in assenza della fase di attenzione devono portare ad attivare la fase di preallarme. Poiché gli studi sul rischio idrogeologico di tipo quantitativo, anche sul nostro Appennino, sono ancora in fase di elaborazione, ed essendo i fenomeni di natura idrogeologica assai complessi ed estremamente differenti l’uno dall’altro, anche sullo stesso territorio e comunque legati a situazioni locali, non è possibile fissare parametri precisi da considerare come precursori di evento in maniera certa e determinata. Costituisce comunque riferimento la previsione del superamento dei 50 mm di pioggia quale limite per l’attivazione del livello di attenzione. Si ritiene, però, necessario ed utile elencare alcune delle condizioni al contorno che possono costituire le principali concause del verificarsi di eventi pericolosi, da considerarsi come fattori da tenere sotto controllo e verificare da parte degli organismi preposti. Nel caso specifico, da parte del Servizio Tecnico Bacini e della Provincia – ufficio protezione civile, per quanto riguarda le analisi di tipo tecnico-scientifico dei dati raccolti relativamente a piogge e portate idrauliche dei sistema fluviale sia in tempo reale che relativamente alle serie dei dati mensili del periodo, da parte degli enti con competenza di intervento e monitoraggio sul territorio, quali i Comuni, il Corpo Forestale dello Stato, il Servizio Tecnico Bacini per quanto riguarda particolari segni premonitori rilevabili sul territorio. Vengono di seguito elencati alcuni fenomeni che possono costituire concause e/o segni premonitori del verificarsi di eventi di natura idrogeologica e/o che possono essere contemporanei o immediatamente conseguenti nel tempo ad un evento meteorico estremo o ad un periodo di intensa piovosità: o innalzamento del livello di imbibizione del terreno: una pioggia prolungata, anche non troppo intensa, può far aumentare il contenuto d’acqua del suolo fino a causare il raggiungimento della saturazione. Per avere un riscontro anche quantitativo di questa situazione può essere utile procedere ad un controllo dei livelli di pioggia cumulata registrata dai pluviometri in un periodo di tempo definito; o fenomeni di erosione dei versanti: un repentino aumento della portata e quindi erosione delle sponde dei torrenti, può causare lo scivolamento di masse instabili con conseguenze, ad esempio, sui rilevati stradali realizzati in prossimità o comunque nei fondo valle dei corsi d’acqua; o rottura dell’equilibrio idraulico di un versante: tra le cause possono esserci ad esempio, movimenti tellurici, anche precedenti nel tempo, che modificano le normali vie di scolo delle acque aumentando il contenuto idrico nel sottosuolo. Questi sono fenomeni piuttosto lenti che possono dare segni premonitori, dalle modifiche al consueto regime idraulico superficiale alla rottura di tubazioni e conseguente intorbidimento acque. La segnalazione di questi fenomeni, che generalmente si presentano con tempi lunghi, avviene generalmente a carico del comune che

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copia informatica per consultazione quotidianamente ha la capacità di osservare o di ricevere segnalazioni rispetto ad anomalie del territorio. o trasporto di materiale naturale trascinato da scorrimento superficiale: un evento pluviometrico estremo può causare il trascinamento di detriti vegetazionali nel letto dei versanti che possono costituire ostacolo al normale scorrimento delle acque con conseguente formazione di piccoli invasi. o verificarsi di anomalie sul territorio: presenza di fessure o lesioni sulle strade, variazioni delle superficie topografica ecc.

Il verificarsi di una o più delle condizioni citate può costituire elemento di analisi e se ritenuto necessario il Servizio Tecnico Bacini attraverso la valutazione delle informazioni ricevute fa scattare, sempre attraverso la Prefettura, la dichiarazione della fase di preallarme e, in alcuni casi critici, direttamente la fase di allarme. Sarà inoltre necessario procedere all’attivazione del preallarme  a seguito di specifiche segnalazioni da parte dei singoli comuni, del Corpo Forestale dello Stato, della Provincia, dei Consorzi di Bonifica di situazioni di criticità dell’alveo o nel bacino quali livelli idrometrici o pluviometrici elevati raggiunti in un breve lasso di tempo, presenza di ostruzioni in alveo pericolose, presenza di fenomeni erosivi pericolosi e localizzati in corrispondenza di aree ad elevata vulnerabilità. Tali segnalazioni verranno fatte dai citati enti alla Prefettura che confrontandosi con il Servizio Tecnico Bacini deciderà l’inizio della fase del preallarme;  a seguito di segnalazione da osservazioni dirette o dai sistemi di monitoraggio di sintomi connessi a movimenti di un’area franosa, da parte dei Comuni, del Corpo Forestale dello Stato, della Provincia con il presidio sulla viabilità e i vigili provinciali, dei Consorzi di Bonifica.Tali segnalazioni verranno fatte dai citati enti alla Prefettura che confrontandosi con il Servizio Tecnico Bacini deciderà l’inizio della fase del preallarme;

In questi due ultimi casi il preallarme scatterà solo per i Comuni interessati da piovosità intensa o dove siano state individuate situazioni di rischio. Evento predisponente il verificarsi di fenomeni franosi anche di dimensioni notevoli con profondità dei piani di scivolamento anche elevate può essere un evento sismico. Per cui sarà possibile attivare la fase del preallarme da parte della Prefettura anche  al verificarsi di un evento sismico significativo o di un suo risentimento nelle aree ritenute a rischio. Anche in questo caso il preallarme scatterà solo per i Comuni in cui vi è stato risentimento e comunque sarà sempre necessario effettuare, ad evento sismico avvenuto o risentito un sopralluogo sulle aree a rischio per verificare la reale necessità di dichiarare attivata la fase del preallarme. L’inizio della fase di preallarme viene sancito da un apposito messaggio inviato dalla Prefettura a tutti gli enti coinvolti. L’attivazione di questa fase comporta l’inizio del Servizio di Sorveglianza Strumentale in modo continuo da parte del Servizio Tecnico Bacini e della Provincia, dei sopralluoghi nelle zone ritenute critiche, da parte del personale dei Comuni coinvolti con l’ausilio del Corpo Forestale dello Stato, e il controllo della rete idrica interessata da parte dei Comuni, del Corpo forestale dello Stato.In caso di situazioni di pericolo il Servizio Tecnico Bacini anche in accordo con il Servizio regionale di protezione civile, deve attivare immediato sopralluogo per la verifica degli interventi necessari nonché per la valutazione dello stato di pericolosità presente

Ad un avviso di preallarme segue in ogni caso un successivo messaggio, inviato dalla Prefettura, che può essere di terminazione della fase di preallarme oppure di allarme

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copia informatica per consultazione secondo lo sviluppo della situazione; ciò implica che i destinatari del messaggio di preallarme devono mettersi nella condizione di ricevere successive comunicazioni e, comunque, di operare all’unisono con gli altri enti coinvolti.

AMMINISTRAZIONI COMUNALI

. Ricevono l’attivazione dell’inizio della fase di preallarme dalla Prefettura, via fax negli orari d’ufficio, telefonicamente e via fax sul numero di reperibilità al di fuori degli orari di servizio, ne dà comunicazione ai propri servizi di vigilanza, secondo il proprio piano interno; . comunicano alla Prefettura e alla Provincia l’effettiva attivazione in loco dello stato di preallarme; . attivano il COC con le funzioni di supporto ritenute necessarie in relazione alla gravità della situazione meteorologica o delle rilevazioni dal territorio o comunque attiva la reperibilità dei relativi responsabili di funzione; . ricevono dalla Provincia il tabulato dei dati idrometrici e pluviometrici relativi alla lettura di MIPROC; . mantengono i collegamenti con il Servizio Tecnico Bacini e con la Provincia – ufficio di protezione civile per l’analisi dei dati idrometeorologici; . predispongono, o continuano se già attivata, la ricognizione relativamente al rischio da frana e di tutte le aree potenzialmente interessate dai fenomeni previsti o segnalati in frana ed in particolare sui punti critici del territorio (centri abitati e viabilità) sul proprio territorio e secondo le modalità concordate nel presente piano provinciale con il Corpo forestale dello Stato. . Tale ricognizione da parte del Corpo forestale dello Stato, in accordo con il Comune, sarà repentina nell’immediatezza del verificarsi di un evento sismico. Se ritenuto necessario il risultato della ricognizione verrà comunicato alla Prefettura se esiste un imminente pericolo o Servizio Tecnico Bacini per l’eventuale richiesta di sopralluoghi ulteriori; . nel caso lo ritengano necessario provvederanno ad organizzare il presidio del corpo di frana con la collaborazione del Corpo forestale dello Stato e del volontariato, previa consultazione con il Servizio Tecnico Bacini. Devono assicurare un costante controllo sul territorio verificando tutte le segnalazioni pervenute e ponendo particolare attenzione a quei fattori che possono costituire segni premonitori al realizzarsi di un evento; . dispongono l’attivazione del volontariato locale per utilizzarlo come supporto nelle attività di ricognizione a fianco dei tecnici comunali e per il presidio delle aree critiche, dandone comunicazione alla Consulta, cui può essere richiesto un eventuale supporto in caso di carenza di volontariato locale, e alla Regione Emilia Romagna – Servizio Protezione Civile; . allertano, se necessario gli enti gestori della viabilità, allorquando diversi dal comune, di situazioni critiche o che necessitano di particolari presidi; tali enti terranno costantemente informato il comune e la Prefettura sullo stato della viabilità di competenza;

In relazione all’aggravarsi dell’evento atteso:

. provvedono all’aggiornamento dello scenario sulla base dei dati acquisiti nelle attività di cui ai punti precedenti e definiscono la popolazione a rischio e che

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copia informatica per consultazione potrebbe essere evacuata, in accordo con Prefettura, Servizio Tecnico Bacini e Provincia; . predispongono, in accordo con la Prefettura o la SOP se costituita, per la possibile attuazione delle procedure di comunicazione alla popolazione dell'allarme, valutandone la necessità; . allertano, se ritenuto necessario in accordo con la SOP, la popolazione, le aziende, le strutture pubbliche ubicate nelle aree a rischio, sull'evento atteso e sulle misure di salvaguardia da adottare, o comunicando semplicemente il messaggio di prestare attenzione ad eventuali comunicazioni successive della protezione civile; . cominciano a predisporre le attività per la messa in sicurezza delle persone disabili e per l’eventuale evacuazione della popolazione a rischio; contattano, se necessario, gli allevamenti a rischio di smottamenti ed eventualmente verificano la disponibilità di aree di raccolta bestiame; . se sede di COM verificano la disponibilità della sala destinata ad ospitare il COM ed il buon funzionamento del sistema di comunicazioni; . verificano la disponibilità e soprattutto la funzionalità delle aree di attesa coperte e scoperte, di ammassamento se sede di COM; . verificano la disponibilità dei mezzi comunali e/o privati necessari per fronteggiare un possibile evento assicurandosi comunque di contattare il Servizio Tecnico Bacini nel caso di intervento per la pubblica incolumità. e sentito il Consorzio di Bonifica di competenza e il proprietario nel caso l’intervento riguardi poderi privati, strade vicinali; ne danno comunicazione alla Prefettura o ne fanno richiesta nel caso in cui non ne dispongano; . allertano, se necessario per il ripristino della viabilità comunale, le imprese preventivamente individuate (ditte movimento terra e imprese di trasporto persone); . controllano la presenza di lifelines di servizi essenziali presenti nell’area a rischio e nel caso in cui il preallarme sia stato attivato in relazione alla presa visione di indizi di movimento del corpo franoso da parte del comune, si preoccupano che vengano salvaguardate le lifelines presenti con particolare riguardo per tubazioni del metano, prese ed opere connesse all’acquedotto, rete elettrica; . nel caso in cui si presentino delle variazioni dello scenario viabilità di competenza comunale e comunque in generale di viabilità presente nel territorio comunale dovute all’interruzione di strade o al crearsi di sensi unici anche comunicati da enti gestori diversi dal comune, forniscono in modo tempestivo, il quadro aggiornato relativamente alla viabilità indicando anche le viabilità alternativa, alla Prefettura; . provvedono alla chiusura di tratti stradali comunali ritenuti a rischio, e si accordano con gli enti competenti su quelli che non sono di propria competenza, assicurandosi anche della predisposizione di adeguata segnaletica stradale e dell’immediata comunicazione alla Prefettura; . attivano altri provvedimenti preventivi che si rendono necessari; . tengono costantemente aggiornata la Prefettura e la Provincia ufficio-protezione civile sulle attività che vengono svolte in ambito comunale; . nel caso in cui la situazione non evolva verso lo stato di allarme ricevono dalla Prefettura la chiusura dello stato di preallarme; . ricevuta dalla Prefettura la chiusura dello stato di preallarme comunicano alla Prefettura e alla Provincia l’avvenuta chiusura anche presso il comune a conferma della risoluzione dei problemi locali

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copia informatica per consultazione FASE DI ALLARME

Viene attivata dalla Prefettura allorquando viene segnalata alla SOP, sulla base di osservazioni dirette e/o strumentali, dal Servizio Tecnico Bacini in contatto con comuni, provincia e consorzi di bonifica, la presenza di evidenze connesse ad eventuali movimenti del corpo di frana e comunque quando la frana è in movimento con il coinvolgimento di strutture ed infrastrutture, oppure quando i dati pluviometrici ed idrometrici inducano a prevedere il probabile verificarsi di pericolose portate nella rete idrografica non arginata cui possono conseguire esondazioni; oppure a seguito del verificarsi di un evento sismico nell’area a rischio. E’ la fase in cui occorre attivare tutte le misure necessarie per la preventiva salvaguardia della popolazione. L’inizio della fase di allarme viene sancita dall’invio, da parte della Prefettura, di un apposito messaggio di allarme a tutti gli enti preallertati. In questa fase gli enti coinvolti dovranno assicurare il continuo monitoraggio del territorio e contestualmente il pronto intervento nelle zone interessate dall’evento in atto. In tale situazione, potrebbe risultare necessario organizzare uno o più COM nelle aree interessate da maggior pericolo o dall’alta probabilità di verifica del fenomeno atteso. Occorre tener presente che l’inizio della fase di allarme non è sempre preceduto dal susseguirsi delle fasi precedenti. Questo è dovuto all’estrema complessità dei fenomeni idrogeologici: per quanto riguarda i movimenti franosi, infatti, spesso, non esiste nell’innescarsi del fenomeno una consequenzialità temporale immediata all’evento piovoso intenso, in quanto causati dalla consequenzialità di cause differenti (evento sismico o stagione piovosa con imbibizione del terreno) che determinano l’innescarsi del fenomeno in tempi lunghi. Per quanto riguarda i fenomeni di natura idraulica nei tratti non arginati, spesso accade che i tempi di reazione di un bacino saturo o di una rete idrografica non in condizioni ottimali per ricevere portate d’acqua eccessive (ostruzione del letto dei torrenti per effetto della vegetazione o livelli idrici già alti), siano rapidissimi, e facciano scattare in tempi non predefinibili la fase di allarme (caso più tipico degli scenari 1 e 2 analizzati separatamente).

AMMINISTRAZIONI COMUNALI

. Ricevono l’avviso di inizio della fase di allarme da parte della Prefettura. Tale comunicazione avverrà via fax ma anche telefonicamente al numero di reperibilità; . convocano ed attivano tutte le funzioni del C.O.C. se ancora non è stato fatto; . assicurano il rapido svolgimento delle attività preparatorie, ritenute essenziali, previste nelle fase di preallarme se la gravità dell’evento ha costretto al repentino inizio della fase di allarme senza lo svolgimento delle precedenti; . mobilitano le imprese (ditte movimento terra e imprese di trasporto persone) preventivamente individuate per assicurare gli interventi di somma urgenza, assicurandosi comunque di consultare il Servizio Tecnico Bacini nel caso di intervento per la pubblica incolumità; . si tengono costantemente in contatto con il Servizio Tecnico Bacini e con il Corpo forestale dello stato per il coordinamento del controllo dell’evento in atto e tutti gli interventi necessari sul corpo in frana e nei tratti della rete idrica a rischio; . mettono in contatto la Comunità Montana cui afferiscono per richiedere eventualmente supporto nel reperimento di materiali e mezzi; . inviano un proprio rappresentante al COM di appartenenza, se necessario; . mantengono costantemente i contatti con il COM di appartenenza; . mantengono i contatti con gli Enti gestori delle reti di monitoraggio e ne valutano le informazioni;

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copia informatica per consultazione . chiedono al COM di appartenenza, qualora necessario, di essere coadiuvati dalle forze dell'ordine per l'attuazione dei provvedimenti previsti nel piano di emergenza; . assicurano la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti delle lifelines e in particolare la loro funzionalità nei centri di accoglienza; . predispongono le attivazioni necessarie alle verifiche dei danni che saranno determinati dall’evento atteso; . Si occupano di tutti i provvedimenti necessari per fronteggiare l’evento: . provvedono all’aggiornamento dello scenario di danno e circoscrivono l’area a rischio; . coordinano l'impiego dei mezzi comunali necessari allo svolgimento delle operazioni; . comunicano in tempo utile alla popolazione tramite le strutture comunali a disposizione, ivi compreso il volontariato, la necessità di mettere in atto misure di autoprotezione e assicurarsi che tutti gli abitanti degli stabili in aree a rischio siano al corrente della situazione; . informano la popolazione e dispongono l’allontanamento preventivo della popolazione dalle zone a rischio ("ordinanza di sgombero"). Mettono in atto i provvedimenti per la salvaguardia delle persone e dei beni, in accordo con la Prefettura; . attivano, contestualmente all’inizio dell’evacuazione, il presidio delle aree di attesa e l’attivazione delle strutture di accoglienza e ricovero; . posizionano i cancelli per controllare e filtrare l'afflusso alle zone a rischio e assicurare flussi ordinati dei cittadini evacuati verso le aree di attesa; . dispongono la chiusura delle strade e delle strutture pubbliche o di funzioni pubbliche interessate dall'evento in atto; . verificano l'effettivo dispiegamento sul territorio delle strutture operative previste per le operazioni di evacuazione; . garantiscono l’assistenza alla popolazione nelle aree di attesa, durante il trasporto e nei centri di accoglienza; attivano le famiglie che hanno dato disponibilità ad ospitare persone; . inviano i materiali e i mezzi necessari ad assicurare l’assistenza alla popolazione; . organizzano la raccolta dei mezzi di soccorso presso l’area di ammassamento individuata dal COM di appartenenza o se è necessario organizza in territorio Comunale una temporanea area di ammassamento ad es. presso un parcheggio; . dispongono l'impiego delle proprie risorse per svolgere le attività sopra indicate ed eventualmente ne chiede ulteriori, tramite il C.O.M. se istituito, o la Prefettura; . assicurano i collegamenti attivati in fase di preallarme; . assicurano i collegamenti TLC con le aree di accoglienza; . coordinano le squadre di volontari inviati lungo le vie di fuga e nelle aree di attesa per l’assistenza alla popolazione durante l’evacuazione; . coordinano presso i centri di accoglienza il personale inviato per assicurare l’assistenza alla popolazione; . coordinano le squadre di volontari presso le abitazioni di persone non autosufficienti e/o bisognose di assistenza; . assicurano l’apertura di una farmacia e mantengono i collegamenti con il 118 per le eventuali emergenze sanitarie; . proseguono ed intensificano l'attività delle proprie strutture preposte al controllo dell’evento in corso (ufficio tecnico e volontariato); . ricevono l’avviso di cessazione della fase di allarme dalla Prefettura in conseguenza dell'evoluzione del fenomeno;

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copia informatica per consultazione RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

In fase di pianificazione:

. I Sindaci forniscono il numero di reperibilità al C.O.P., alla Provincia e alla Prefettura affinché possano essere allertati nel caso in cui si verifichi un incendio nel proprio territorio; . partecipa alle attività informative così come delineate all'art.6 della Legge 353/2001; . redigono il piano comunale di emergenza relativo agli incendi boschivi, sulla base delle procedure delineate nel presente atto e nel Piano provinciale relativo agli incendi boschivi censendo i dati di propria competenza con il coordinamento della Provincia. . possono stipulare accordi con gli enti parco presenti sul territorio comunale in particolare per le attività di prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi.

In fase di emergenza:

. Se arriva una segnalazione al comune questo provvederà a darne immediata comunicazione al C.O.P. chiedendo al segnalante: a. località dove si trova il segnalante, b. nominativo e numero telefonico del segnalante, c. ubicazione dell'evento e qualsiasi informazione utile per localizzare con la massima precisione possibile l'incendio, d. una valutazione sulla gravità dell'evento ( natura de estensione dell'incendio, altezza delle fiamme, presenza di abitazioni minacciate, ecc ), e. possibili strade di accesso, f. eventuale presenza sul posto di mezzi o persone in attività di repressione; . mette a disposizione del C.O.P. personale per eventuale sopralluogo e segnalazione delle dimensioni dell'incendio; . mette a disposizione del C.O.P. o dei Vigili del fuoco personale della Polizia municipale per regolare il traffico ed eventualmente mettere in sicurezza la popolazione; . organizzano in generale con le strutture comunali o altro volontariato locale, ogni attività che si rendesse necessaria per coadiuvare le operazioni A.I.B. e assistere quanti coinvolti dall’evento ai sensi della Legge n°225/92.

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copia informatica per consultazione

FASE DI PREALLARME

L'attivazione della fase di preallarme è dichiarata dalla Regione Emilia Romagna ed in particolare coincide con l’attivazione della sala operativa unificata (SOUP) Le strutture tecniche, gli Enti e il volontariato intensificano la vigilanza e adottano tutte le precauzioni e i provvedimenti di prevenzione.

FASE DI ALLARME

La fase di allarme si attiva al momento della segnalazione di avvistamento di un incendio boschivo e cessa nel momento in cui avviene l’intervento effettivo delle strutture operative; tale intervento può essere di spegnimento, nel caso in cui si ravvisi la presenza effettiva del fuoco, o di altra natura (comunicazione di cessato allarme, provvedimento sanzionatorio per comportamento non lecito etc.). La fase di allarme può essere attivata in qualunque momento dell’anno.

Gli obiettivi prioritari di questa fase sono: - il ricevimento delle segnalazioni pervenute in maniera tale da poter trarre il maggior numero di informazioni utili possibili; - la verifica dell’attendibilità della segnalazione anche in base alle comunicazioni di abbruciamenti controllati del materiale di risulta dei lavori forestali regolarmente pervenute al Corpo Forestale dello Stato. - la valutazione delle segnalazioni pervenute per l’invio di personale qualificato e mezzi idonei in grado di raggiungere, nel minor tempo possibile, il luogo dell’evento segnalato. - la gestione delle comunicazioni di preallarme da inoltrare alle strutture operative e alle componenti istituzionali coinvolte.

La gestione di questa fase del modello di intervento spetta al Corpo Forestale dello Stato – Coordinamento Provinciale di Modena che è sede del Centro Operativo Provinciale A.I.B. (C.O.P.) Se invece l’incendio boschivo comporta, sulla base degli elementi forniti nella segnalazione, immediato pericolo per l’incolumità di persone e/o edifici in tale ipotesi l’incarico della valutazione delle forze da inviare per la protezione delle persone e degli immobili spetta al Comando Provinciale di Modena dei Vigili del Fuoco in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato. Il C.O.P. è gestito dal Corpo Forestale dello Stato e opera di norma per mezzo di comunicazioni telefoniche con tutti gli altri Enti coinvolti (SOUP-COR, Vigili del Fuoco, Associazioni di Volontariato, etc.) e opera con comunicazioni radio durante le operazioni di spegnimento. In caso di eventi di particolare gravità o in periodi di rischio molto elevato di incendi boschivi, il C.O.P. può operare coinvolgendo e chiedendo la presenza presso la sala operativa, di Provincia, dei Vigili del Fuoco, del volontariato e puo’ chiedere la collaborazione della Prefettura per la gestione dell’emergenza ed il coordinamento delle forze dell’ordine ai sensi della Legge 225/1992 e del Decreto legislativo 112/1998. Durante tale fase il C.O.P. fornisce all’ufficio stampa della Provincia tutte le informazioni necessarie per la stesura dei comunicati stampa ufficiali ed unici relativi all’evento in corso. Allorquando perciò le testate giornalistiche contattano direttamente gli enti coinvolti nell’evento questi rimanderanno per ogni informazione all’ufficio stampa, che emetterà comunicati ufficiali concordati con il C.O.P. e Prefettura.

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copia informatica per consultazione FASE DI SPEGNIMENTO

La fase di spegnimento ha inizio nel momento in cui il personale delle strutture operative inviato sul luogo dell’incendio dal C.F.S.-C.O.P. si inizia ad occupare della sua estinzione. Lo spegnimento può avvenire mediante esclusivo intervento delle squadre a terra oppure mediante intervento congiunto di squadre a terra e mezzo aereo, per azione diretta sulle fiamme o indiretta sul materiale combustibile non ancora raggiunto dal fuoco allo scopo di realizzare fronti di arresto delle fiamme e isolare l’evento. La fase di spegnimento può essere attivata in qualunque momento dell’anno e segue la fase di allarme.

In questa fase del modello di intervento gli obiettivi principali sono: - la tempestiva valutazione del grado di pericolosità e di controllabilità dell’incendio (scenario del rischio) con lo scopo di adottare i metodi di lotta più idonei; - l’organizzazione delle attività di spegnimento in maniera da ridurre al massimo i rischi per le squadre di spegnimento che devono operare in sicurezza. - la rapida estinzione delle fiamme per la salvaguardia degli ambienti forestali e prioritariamente delle eventuali abitazioni o infrastrutture presenti. - l’esecuzione delle operazioni di bonifica e di monitoraggio dell’area percorsa dal fuoco con lo scopo di evitare il ritorno delle fiamme. - la descrizione dell’incendio e delle sue cause, i rilievi statistici, le indagini di P.G. per i previsti adempimenti di legge.

Nel caso in cui l’incendio boschivo non presenti requisiti di immediata pericolosità per l’incolumità di persone e edifici, il Corpo Forestale dello Stato assume la direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi concordando le procedure e il tipo di intervento più appropriato con il responsabile dei Vigili del Fuoco e coinvolgendo nelle operazioni di spegnimento il proprio personale, il personale dei Vigili del Fuoco, le squadre di volontari eventualmente presenti, le squadre A.I.B. dei vigili provinciali e altro personale che si rendesse necessario utilizzare per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Nel caso in cui l’incendio si mostri immediatamente pericoloso per l’incolumità di persone e edifici, la direzione tecnica delle operazioni a terra viene assunta dal responsabile dei Vigili del Fuoco che concorda le procedure e le modalità di intervento con il responsabile del Corpo Forestale dello Stato coordinando il volontariato e l’altro personale. In caso di spegnimento con mezzi aerei la direzione delle operazioni compete al personale del Corpo Forestale dello Stato che si occuperà di gestire le comunicazioni con gli aeromobili presenti e con le squadre a terra. Al C.O.P. gestito dal Corpo Forestale dello Stato competono la valutazione della situazione AIB a livello provinciale e le decisioni in relazione alle forze rese disponibili dalle strutture operative da inviare sugli incendi. Al C.O.P viene inoltre affidata la gestione delle comunicazioni con le autorità di Protezione Civile relative all’evoluzione dell’evento e la redazione dell’eventuale richiesta, alla Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.), di intervento del mezzo aereo o di altre squadre provenienti dalle province vicine. Nel caso in cui l’incendio si mostri immediatamente pericoloso per l’incolumità di persone e edifici, le funzioni sopra descritte vengono assunte dai Vigili del Fuoco e dalla Sala Operativa dei Vigili del Fuoco che opera in concorso con il C.O.P. – C.F.S.. Il C.O.P.- C.F.S. durante l’incendio mantiene i contatti con il personale del C.F.S. che assume di norma la direzione delle operazioni di spegnimento; in tal senso valuta le richieste provenienti dal direttore delle operazioni di spegnimento e le trasmette agli altri enti coinvolti o al CCS nel caso in cui sia stato convocato. (richiesta di disattivazione di elettrodotti, richiesta di ordinanza del sindaco, richiesta di interruzione del passaggio di

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copia informatica per consultazione treni, chiusura di strade, richieste di potere attingere alle fonti di approvvigionamento idrico etc.). In caso di necessità il COP richiede il contributo delle squadre AIB del volontariato e procede direttamente e telefonicamente all'attivazione del personale volontario per il tramite della Consulta provinciale del volontariato inviando inoltre tale attivazione via fax alla Consulta stessa e all’Amministrazione provinciale che provvederà poi all’espletamento delle pratiche amministrative connesse a tale attivazione.Il COP può chiedere il contributo delle squadre A.I.B. vigili provinciali contattando il coordinatore al numero di telefono in allegato. Anche nel caso in cui l’incendio di bosco mostri pericolosità per l’incolumità di cose e persone e cioè anche nel caso in cui la direzione dello spegnimento dell’incendio viene assunta dai vigili del fuoco l’attivazione del volontariato avviene per il tramite del Corpo forestale dello Stato incaricato dalla Provincia per lo svolgimento di tale compito. Il personale del CFS impegnato, per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, utilizza le qualifiche di sostituto ufficiale/agente di P.S. che detiene. In caso di incendio boschivo, al C.F.S. competono i compiti relativi alla descrizione dell’incendio e delle sue cause, i rilievi statistici, e, fatte salve le competenze di altri Enti, le indagini di P.G. e quanto previsto per i vari adempimenti di legge. Al C.O.P. compete inoltre la gestione delle informazioni sull’incendio boschivo nel rapporto con l’ufficio stampa della Provincia nel rispetto della riservatezza imposta dalle eventuali indagini di P.G. e dalle normative vigenti sul diritto alla privacy. L’ufficio stampa della Provincia manterrà questo rapporto privilegiato con COP fintanto che la situazione per caratteristiche e proporzioni non evolva in evento ceh richieda la convocazione del Centro Coordinamento soccorsi da parte della Prefettura , che potrà avvalersi del proprio ufficio stampa.

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copia informatica per consultazione RISCHIO INDUSTRIALE

Comuni – Sindaci e Polizie Locali Poiché il presente piano prende in considerazione scenari incidentali che coinvolgono diverse amministrazioni locali, ogni riferimento all'Autorità Locale di protezione civile è da intendersi rivolto ai sindaci di tutti i comuni il cui territorio possa essere oggetto di un evento incidentale. I compiti del Sindaco sono, in estrema sintesi, i seguenti:

In fase preventiva  vigilanza sull’attività urbanistica al fine di assicurare la compatibilità tra le attività a rischio di incidente rilevante e le altre forme di utilizzo del territorio;  informazione preventiva della popolazione, mediante la distribuzione di appositi opuscoli, circa la presenza di rischi industriali sul territorio;  informazione preventiva della popolazione in ordine alle procedure da adottare per tutelare la propria incolumità in caso di incidente;  adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale;  collaborazione con le altre autorità di protezione civile in ogni attività finalizzata all'elaborazione ed all'attuazione della pianificazione di emergenza, assicurando la disponibilità di tutto il personale dipendente con particolare riguardo a quello espressamente incaricato degli interventi operativi;  predisposizione di un piano comunale di protezione civile generale che, per quanto concerne il rischio industriale (relativamente alle aziende soggette all’art. 8 del D.Lgs. 334/99), in armonia con il Piano di Emergenza Esterna, preveda le “procedure interne” di attivazione e di intervento, nonché ogni aspetto di dettaglio non espressamente pianificato nel PEE.

In fase di emergenza  attivazione, secondo il PEE, dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza;  allertamento della popolazione in ordine agli eventi incidentali;  adozione di ordinanze contingibili ed urgenti per la tutela della pubblica incolumità;  vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti previsti dal PEE e quelli comunque necessari in relazione al caso concreto;  attivazione, impiego e coordinamento del volontariato di protezione civile locale;  disporre affinché l’Ufficio Tecnico, la Polizia Municipale ed il volontariato locale cooperino con le altre strutture operative nell'attuazione del PEE;  dirigere e coordinare i primi soccorsi alla popolazione locale a mezzo del COC; qualora Comune sede di COM provvedere a coordinare i soccorsi fino all’arrivo, presso il medesimo organismo, del funzionario prefettizio a ciò delegato;  in caso di evento incidentale, rapportarsi tempestivamente e costantemente con gli altri organi di protezione civile.

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copia informatica per consultazione

La Polizia Locale rappresenta il braccio operativo dell'Autorità Locale di protezione civile.

In fase di prevenzione La Polizia Locale collabora:  alla stesura del Piano di Emergenza Esterna (ove richiesto) e del Piano Comunale di protezione civile;  alle attività di informazione preventiva della popolazione in merito ai rischi industriali del territorio;  alle attività di monitoraggio del territorio al fine di individuare fattori di potenziale rischio per la pubblica incolumità.

In fase emergenziale La Polizia Locale effettua, nell'ambito territoriale di competenza, gli interventi previsti dal presente piano e, compatibilmente con questo, quelli previsti dal piano comunale ed, in particolare:  in caso di incidente (attuale o solo potenziale) collabora, ove necessario, alle attività di informazione della popolazione;  fornisce alla popolazione utili indicazioni sulle misure di sicurezza da adottare;  effettua i prioritari interventi di prevenzione di competenza mirati a tutelare la pubblica incolumità (predisposizione di transenne e di idonea segnaletica stradale, regolamentazione dell'accesso alla zone "a rischio");  realizza, ove necessario, i posti di blocco previsti dal presente piano ovvero da quello comunale;  vigila sulle operazioni di evacuazione affinché le stesse avvengano in modo corretto ed ordinato;  accede, previo nulla-osta da parte dei VV.F. e se provvista di adeguati sistemi di protezione, nell'area di rischio e coopera, se possibile, alle operazioni di soccorso. Fino all’arrivo del funzionario di Polizia gli interventi tecnici-operativi affidati alle cure della P.L. sono coordinati dal Comandante della P.M. d’intesa con l’autorità locale di protezione civile.

Lo “Stato di allarme esterno”

Generalmente gli eventi iniziatori di un incidente rilevante a sviluppo istantaneo non offrono tempi idonei per consentire al gestore aziendale di svolgere, nei confronti degli organi di protezione civile, un’azione di informazione preventiva. Non può escludersi a priori che un dato evento, con possibilità di sviluppo anche molto veloce, sia anticipatamente comunicato agli organi predetti.

Al riguardo, si ritiene che, benché si fronteggi un evento incidentale potenziale - del quale si percepirà l’effettiva gravità solo successivamente – l’eventuale preventiva segnalazione da parte del gestore aziendale deve dare luogo alle prime azioni, sia per il contenimento dell’incidente (all’interno ed all’esterno dello stabilimento), che per la protezione della popolazione potenzialmente interessata dal medesimo.

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copia informatica per consultazione In tale ottica, è previsto che in caso di comunicazione preventiva da parte del gestore aziendale in ordine ad un evento incidentale (ad esempio un incidente rilevante istantaneo che genera uno stato di allarme esterno), il Sindaco deve attivare immediatamente tutte le procedure relative allo “stato di allarme esterno” coinvolgendo l’intero sistema provinciale di protezione civile. In tale contesto, si intuisce che uno dei compiti primari del gestore aziendale e dei diversi organi che concorrono al sistema dei soccorsi - ed “in primis” i Vigili del Fuoco – è quello di acquisire e fornire a chi di competenza, e con la dovuta tempestività, ogni utile elemento informativo in ordine all’effettiva tipologia e gravità della situazione riscontrata.

Seguono le schede procedurali per la gestione della fase di allarme esterno. L’organizzazione delle schede in cui sono individuati i compiti operativi di ogni Ente/Struttura è la seguente:

L- SINDACO E STRUTTURE COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE (Polizia locale e COC)

PRIMA FASE Ove i tempi di sviluppo dell’evento lo consentano e comunque anche in caso di evento a rapida propagazione ed evoluzione, il Sindaco, ricevuta la comunicazione dell’evento dal Gestore dell’azienda o dalla Prefettura, nel caso in cui il gestore non sia riuscito a reperire tempestivamente il Sindaco stesso,

- verifica la classe di appartenenza dell’azienda e l’eventuale presenza delle relative schede all’interno della pianificazione di emergenza; - convoca il COC (Centro Operativo Comunale) e avvalendosi di questo procede alla successive operazioni: - verifica che siano state attivate le strutture di soccorso urgente (Vigili del Fuoco e 118) e si tiene in costante contatto con queste; - si mette in immediato contatto con la Prefettura per concordare le azioni relative allo stato di allarme; - attiva le strutture comunali di protezione civile (Polizia Locale, Ufficio Tecnico, cantonieri, ecc.); - informa le Forze dell’Ordine competenti per territorio dandone comunicazione alla Prefettura; - avvisa i Sindaci dei comuni limitrofi dandone comunicazione alla Prefettura; - fornisce agli organi di soccorso indicazioni generali circa il luogo esterno all’area di rischio ove eventualmente far confluire i mezzi di soccorso (aree di protezione civile individuate in fase di pianificazione o altre zone più idonee all’emergenza in corso); - presi i necessari contatti con i Vigili del Fuoco, il 118 – Modena Soccorso e le Forze di Polizia assume il coordinamento generale dei primi soccorsi; - attiva le verifiche necessarie per quanto riguarda la funzionalità o compromissione dei servizi essenziali per mezzo di proprio personale (se gestiti in economia) o contattando l’Azienda di gestione responsabile del territorio coinvolto; - attiva il piano dei posti di blocco.

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copia informatica per consultazione i Sindaci dei comuni limitrofi, salvo diverso avviso: - convocano, se necessario, il COC; - si conformeranno alle misure disposte all’interno del Comune sede dell’azienda. - si terranno costantemente in contatto con il Sindaco del Comune Sede dell’azienda recandosi (personalmente o a mezzo di delegato) presso il COM qualora attivato; - informeranno costantemente la Sala Operativa della Prefettura circa le misure adottate e le difficoltà eventualmente riscontrate.

Polizia Locale - concorre alla realizzazione del piano dei posti di blocco seguendo le istruzioni del piano o quelle eventualmente fornite dal Sindaco; - concorre all’attuazione delle misure di soccorso disposte dal Sindaco.

SECONDA FASE Sindaco / COC - stabilisce, sulla scorta delle indicazioni generali fornite dal gestore aziendale, dai Vigili del fuoco, dalla Prefettura e dalla pianificazione dell’emergenza le misure di protezione da adottare a tutela della popolazione; - attiva il sistema di allertamento della popolazione dandone comunicazione alla Prefettura; - verifica l’attivazione e l’operatività dei diversi componenti il COC; - attiva, ove necessario, il volontariato di protezione civile comunale perché fornisca supporto alle attività del COC, alle attività di soccorso e a quelle attinenti alla gestione delle viabilità; - assicura la funzionalità di un numero telefonico del Comune affinché la popolazione possa essere edotta in modo puntuale della situazione in atto; - assume la direzione del COM fino all’arrivo del Rappresentante della Prefettura; - all’arrivo di un rappresentante della Prefettura nomina un proprio rappresentante al COM; - dispone, se del caso, l’apertura dei centri di raccolta temporanea; - informa costantemente la Prefettura / CCS e il COM circa l’evoluzione della situazione e le misure adottate a tutela della popolazione;

Polizia Locale - favorisce l’afflusso dei mezzi di soccorso assumendo ogni iniziativa utile allo scopo; - favorisce l’allestimento e la funzionalità dei centri di raccolta.

TERZA FASE Sindaco / COC - se necessario, ordina la sospensione dell’erogazione dei servizi essenziali (luce, acqua e gas); - se l’evolversi della situazione lo richiede, in conformità alle indicazioni del COM, dispone che la popolazione evacuata si raduni presso i centri di raccolta temporanea; - dispone l’organizzazione dell’attività di anti-sciacallaggio se ritenuto necessario; - segue l’evolversi della situazione e, se ricorrono i presupposti, sulla base delle indicazioni del COM, comunica al Prefetto la cessazione dello stato di allarme,

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copia informatica per consultazione informandone la popolazione; - in tale ultimo caso, segue le operazioni per l’ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni evacuate. - informa la popolazione in ordine all’evento ed alle eventuali ulteriori misure da adottare.

Lo “Stato di POST EMERGENZA”

Lo “stato post-emergenza” è la situazione in cui, pur essendosi verificatosi un incidente avente rilevanza esterna, non si ha motivo di temere l’ulteriore espandersi dello scenario incidentale. È la fase in cui tutte le strutture operative coinvolte nella gestione dell’emergenza verificano l’idoneità delle misure adottate e l’eventuale necessità di altri interventi atti alla salvaguardia della popolazione ed al ripristino delle condizioni di sicurezza, provvedendo alla bonifica dei territori coinvolti. Le strutture operative CCS/SO, COM e COC continuano ad operare per verificare gli interventi adottati e produrre i rapporti finali sull’evento fino alla cessazione dello stato di post-emergenza ed al ritorno delle condizioni ordinarie. Seguono le schede procedurali per la gestione della fase di post- emergenza.

L 1 - SINDACO E STRUTTURE COMUNALI (polizia locale e COC)

Il/I Sindaco/i responsabili del COC: ricevuta comunicazione della cessazione dello stato di emergenza e conseguente avvio dello stato di post emergenza dalla Prefettura o dal CCS

- dopo aver disposto un sopralluogo da parte della Polizia Locale e dei relativi Uffici Tecnici, adotta/no tutti gli ulteriori provvedimenti del caso al fine di assicurare la tutela della pubblica e privata incolumità; - effettua/no una ricognizione delle aree colpite, se possibile, ed un primo censimento delle persone coinvolte; - conducono un primo accertamento sul patrimonio edilizio eventualmente danneggiato e valutano l’opportunità di mantenere in vigore le misure gia predisposte a tutela della pubblica incolumità e, se del caso, le revocano informando il COM e il Centro Coordinamento Soccorsi. Il/i Sindaco/i valutano, inoltre, l’opportunità di: - sospendere il piano dei posti di blocco; - riattivare i servizi essenziali eventualmente interrotti (luce, acqua, gas ecc.); - invitare la popolazione a rientrare nelle proprie abitazioni; - sospendere, l’attività anti-sciacallaggio.

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copia informatica per consultazione RISCHIO SISMICO

Premessa Le attività connesse al rischio sismico ed afferenti all’ambito della pianificazione dell’emergenza di protezione civile, si possono suddividere in attività ordinarie e attività connesse alla gestione dell’emergenza. Il periodo ordinario è caratterizzato da attività di routine, tra cui la sorveglianza sismica, che per quanto riguarda la pericolosità sismica è svolta, anche per il territorio provinciale di Modena, dall’INGV, ente competente della rete sismica nazionale (alcune stazioni di tale rete sono installate anche sul nostro territorio). Per quanto riguarda il periodo connesso alla gestione dell’emergenza, vi è da considerare che per le sue caratteristiche di imprevedibilità ed incertezza non è possibile individuare fattori che possano costituire precursori di evento indicativi ai fini dell’allarme sismico. L’unica valutazione che può essere fatta è che a seguito di una scossa di magnitudo elevata (> 4 Richter) possono verificarsi a distanza più o meno ravvicinata (alcune ore, giorni e perfino mesi dalla scossa principale) altre scosse, che nella consuetudine vanno sotto il nome di “sciame sismico”. Per le caratteristiche proprie di questa tipologia di rischio non è possibile scandire gli interventi secondo la suddivisione in fasi di attenzione, preallarme ed allarme, in relazione ai diversi livelli di criticità, come solitamente avviene per altre tipologie di rischio affrontate nella pianificazione dell’emergenza per il territorio della Provincia di Modena. Per questo la struttura del modello di intervento è costituita da un’unica fase di Allarme - Emergenza. In caso di evento sismico si entra immediatamente in fase di allarme (non è prevista la dichiarazione dello stato di allarme da parte dell’Ufficio Territoriale di Governo). Ogni ente, ad evento avvertito o in ogni caso una volta allertato in relazione ad un evento sismico accaduto nel territorio provinciale o con possibilità di coinvolgimento della Provincia di Modena, attua tutte le procedure connesse alla gestione dell’allarme. In primo luogo sono attivate le comunicazioni con gli altri enti secondo le modalità e nelle forme delineate nel modello di intervento. Sempre in fase di allarme l’INGV fornisce i parametri del sisma, sono eseguiti interventi di primo soccorso (sanitari, di ordine pubblico, tecnici ecc.) necessari per la tutela dell’incolumità delle persone e viene tracciato un primo rapporto informativo dello stato di fatto partendo dai rapporti raccolti da ciascun ente e dai sopralluoghi sul territorio. Successivamente possiamo avere un ritorno alla fase di normalità, avendo accertato che l’evento sismico non ha causato danni a persone o cose, o rimanere nella fase di allarme e, su comunicazione della Prefettura, dimensionare le attività sulla base dei diversi scenari di evento verificatisi. In particolare nel modello di intervento vengono considerati due scenari di riferimento (individuati sulla base del possibile risentimento del sisma sul territorio), tuttavia tale suddivisione non è certo rigorosa, ma viene utilizzata al fine di

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copia informatica per consultazione individuare il progressivo coinvolgimento delle diverse strutture che operano in emergenza in relazione alla gravità del sisma. Il primo scenario corrispondente ad un sisma di primo livello (eventi con intensità dal V al VI/ VII grado della scala Mercalli) per il quale potrebbe non essere necessaria la convocazione di C.C.S., S.O.P. e C.O.M.. Tutti gli enti continuano ad operare rimanendo in contatto tra loro fino al ripristino della normalità, il Sindaco può decidere di convocare il C.O.C. per gestire le attività che in questa fase gli competono. Al C.O.R. spetta il compito di coordinare con la Provincia - U.O. di Protezione Civile ed i singoli comuni direttamente coinvolti dal sisma le eventuali attività di censimento danni - verifiche di agibilità. Il secondo scenario corrispondente ad un sisma di secondo livello (intensità maggiore o uguale al VII/ VIII grado scala Mercalli) che per la gravità delle conseguenze implica un coordinamento più ampio delle attività di soccorso ed emergenza. In questo caso dopo le attività previste nella fase di allarme la Prefettura convoca C.O.M., C.C.S. e S.O.P.. I Sindaci dei comuni interessati dal sisma convocheranno il C.O.C.. Saranno queste strutture, una volta attivate, a coordinare tutti gli interventi secondo quanto previsto dal presente piano. E’ importante ripetere come quella appena fatta sia una suddivisione teorica e didascalica, in realtà potrebbe succedere che per un sisma secondo livello non sia necessaria la convocazione dei C.O.M. o viceversa che per sisma di primo livello sia utile un coordinamento unitario dei comuni con conseguente convocazione del C.C.S. e/o della Sala Operativa e/o di alcuni C.O.M.. Spetterà alla Prefettura, “dimensionato” l’evento nella fase di allarme, specificare contemporaneamente al passaggio alla fase di emergenza attraverso quali centri e sale operative gestirla. Per questa ragione le disposizioni presenti nel modello di intervento relativamente agli scenari proposti sono suddivise in scenario I (proprie di un sisma di primo livello) e scenario II (proprie di un sisma di secondo livello) ma sono da leggere in modo unitario e al tempo stesso flessibile. Talvolta la stessa suddivisione viene omessa se le attività dell’ente in esame sono le medesime nei due casi o se la gestione della fase di allarme - emergenza si debba considerare come una fase unica che prevede un progressivo aumento e coinvolgimento delle forze in campo. Infine occorre ricordare che questo modello di intervento prende in considerazione solo azioni strettamente connesse agli enti direttamente coinvolti nella gestione di un evento di natura sismica. E’ evidente che qualora questo costituisse causa o concausa dello scatenarsi di eventi legati ad altre tipologie di rischio (idraulico, idrogeologico, industriale) andranno attivate tutte le procedure relative al nuovo evento calamitoso, secondo le modalità descritte nei corrispondenti piani stralcio provinciali.

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copia informatica per consultazione

EVENTO SISMICO

FASE ALLARME - EMERGENZA

 Attivazione delle comunicazioni

 Trasmissione dei parametri del sisma forniti dall’INGV

 Interventi di emergenza: - Sanitari - Tecnici - Ordine Pubblico - Viabilità

 Raccolta di tutte le informazioni possibili per un corretto dimensionamento dell’evento

 Scenario di evento stimato prodotto dall’Ufficio Servizio Sismico Nazionale su dati ISTAT

 Verifica della situazione ed eventuale attivazione delle strutture operative

Scenario I Scenario II Fase Normalità Sisma di primo livello Sisma di secondo livello

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copia informatica per consultazione PRIMO SCENARIO

Sisma di I livello (intensità dal V al VI/ VII grado della scala Mercalli). Questo livello configura terremoti che possono essere avvertiti in modo diverso dalla popolazione e possono provocare casi di panico, in determinate persone, in determinate zone del territorio e in determinate circostanze. In particolare si potranno verificare scuotimenti e oscillazioni di oggetti all'interno delle case, caduta di calcinacci all'esterno, e spavento nella popolazione che in parte si riverserà all'esterno. Indicativamente sono gli eventi con magnitudo compresa tra 3.7 e 5.0 della scala Richter a determinare scenari di primo livello (corrispondenza tra scala Richter e scala Mercalli secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Conoscere il terremoto”, 1999). Per questi tipi di terremoto è in ogni caso generalmente ipotizzabile il seguente quadro: - normale funzionamento dei servizi di emergenza; - temporaneo congestionamento delle reti di traffico e telefoniche che potranno tornare a funzionare normalmente nel giro di 30-60 minuti, non essendosi verificate interruzioni nelle reti; - ridotto numero di feriti, determinato da cadute di oggetti, infarti, incidenti causati dalla fuga dalle abitazioni; - porte ed imposte sbattono; i vetri delle finestre potrebbero infrangersi. Quasi tutti i dormienti si svegliano. Sporadici gruppi di persone fuggono all’aperto; - lesioni limitate e sporadici crolli, che interessano costruzioni già in difficoltà statiche prima del sisma; - lesioni di diversa entità in edifici pubblici caratterizzati in genere da ampi volumi; - vengono organizzate verifiche di agibilità coordinate dalla funzione “censimento danni” attiva presso il C.O.R. regionale, fermo restando le competenze istituzionale del Comando Provinciale VV.F. in relazione alle segnalazioni di situazioni di pericolo pervenute; - Verificata la situazione sul territorio la Prefettura deciderà come gestire l’evento, convocando, se necessario C.C.S., S.O.P. e COM. La popolazione in strada, una volta tranquillizzata dalle strutture di protezione civile sulle conseguenze del sisma, potrebbe tornare nelle proprie abitazioni nel giro di qualche ora al massimo.

SECONDO SCENARIO

Sisma di II livello (intensità maggiore o uguale al VII/ VIII grado scala Mercalli). Tali eventi procurano danni a persone e/o cose.

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copia informatica per consultazione Indicativamente sono gli eventi con magnitudo superiore a 5 della scala Richter a determinare scenari di primo livello (corrispondenza tra scala Richter e scala Mercalli secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Conoscere il terremoto”, 1999). Per questi tipi di terremoto si può ipotizzare il seguente scenario che può essere in parte catastrofico secondo l’effettiva intensità associata allo stesso: - temporanea difficoltà dei sistemi di emergenza causati da intasamento o guasto delle comunicazioni e dalla necessità di riorganizzare il personale interno che in ogni caso è spaventato dal sisma; - problemi alle linee di collegamento viario per intasamenti o danneggiamenti; - danni delle reti idriche, elettriche, fognarie e del gas; - lesioni notevoli vengono provocate ad oggetti di arredamento anche di gran peso, rovesciandoli e frantumandoli; - possono registrarsi feriti e decessi in relazione all’entità del sisma, crolli e danneggiamenti alle strutture; - nei casi più gravi un quarto circa delle case è gravemente leso, alcune crollano, molte divengono inabitabili. Occorre predisporre servizi di assistenza alla popolazione ospitando gli evacuati nelle aree di accoglienza; - è necessario attivare un’articolata analisi di agibilità di edifici pubblici e privati e delle infrastrutture con un coordinamento dei soggetti competenti; - è necessaria l’attivazione delle strutture operative provinciali e sovra-comunali delle aree colpite dall’evento.

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copia informatica per consultazione 2.2) Principali attività per gestire l’evento

Attivare le prime comunicazioni

Ogni ente appena avvertito o venuto a conoscenza di un sisma che ha coinvolto il territorio provinciale, se sono interrotti gli ordinari sistemi di comunicazione, deve attivare il sistema di comunicazione radio provinciale per ricevere informazioni in merito ai parametri dell’evento. Con il supporto dei radioamatori si cerca di avere una comunicazione efficace ed alternativa tra tutti gli enti e le strutture coinvolte. L’U.O. di Protezione Civile, in collaborazione con la Prefettura, verifica immediatamente, qualora si verificassero guasti o intasamenti alle comunicazioni telefoniche, l’utilizzo da parte di tutti gli enti dell’attivazione del sistema radio per mantenere attivi i contatti con gli Enti locali e le altre strutture che operano in protezione civile. La Consulta contatta i radioamatori e ne disporre la dislocazione sul territorio a supporto delle sale operative comunali e provinciali nel caso risultino necessarie ad integrazione del sistema radio provinciale.

Rapporti informativi

L’INGV fornisce alla Regione - Servizio di Protezione Civile e alla Provincia - U.O. di Protezione Civile i dati relativi a tempo di origine, epicentro, magnitudo, durata e profondità del sisma. La Provincia trasmette questi dati al 118 Modena Soccorso e alla Consulta Provinciale per il Volontariato di Protezione Civile. L’Ufficio Servizio Sismico Nazionale fornisce alla Regione i parametri accelerometrici dell’evento sismico. La Regione d’intesa con l’USSN e con la collaborazione del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli, elabora la proiezione del danno possibile e trasmette le informazioni alla Prefettura, alla Provincia, al Servizio Tecnico di Bacino Panaro e destra Secchia, ai Sindaci dei comuni coinvolti, al comando provinciale dei VV.F. e al Coordinamento provinciale del Volontariato di Protezione Civile. Provincia e Prefettura provvederanno a loro volta a far girare le comunicazioni ricevute a tutto il sistema locale di Protezione Civile secondo quanto indicato nel presente piano. Il Sindaco raccoglie le segnalazioni relative allo stato delle costruzioni (lesioni ad edifici pubblici, privati e chiese), della viabilità (danneggiamenti e/o intasamenti dovuti alla congestione del traffico) e del territorio in genere (frane, servizi essenziali, incidenti industriali) che gli vengono fornite dalla polizia municipale, dai tecnici comunali e direttamente dai cittadini. Il Sindaco cerca di stimare le ripercussioni del sisma a partire dagli elementi ritenuti più vulnerabili: aree maggiormente urbanizzate (centri storici),

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copia informatica per consultazione edifici più vulnerabili dal punto di vista strutturale e di destinazione d’uso (scuole, chiese, ospedali, centri commerciali o con numerosa frequentazione di popolazione, ecc.), viabilità. Il Sindaco assicura un flusso continuo di informazioni verso la S.P.C. – C.O.R. e la Prefettura. Entro 30 minuti dall’evento il Coordinamento Provinciale del Corpo Forestale dello Stato ed i Carabinieri (secondo una prestabilita suddivisione territoriale) comunicano tutte le informazioni ricavate da una prima ricognizione dell’area colpita segnalando eventuali danni e criticità. Per terremoti di magnitudo superiori a 4.5, l’Ufficio Servizio Sismico Nazionale produce ed invia alla Provincia di Modena U.O. di Protezione Civile lo scenario di evento stimato (proiezione del possibile scenario di danno), valutando l’impatto del terremoto sul territorio in termini di abitazioni e popolazione colpita (i calcoli sono basati su dati ISTAT). Tutti gli enti e le strutture operative che operano sul territorio (118, VV.F, forze dell’ordine, comuni ecc.) tengono continuamente informata di ogni attività e delle situazioni maggiormente critiche la Prefettura. La Provincia, U.O. di Protezione Civile si relazionerà con Viabilità Provinciale, Vigili Provinciali, Comuni interessati dal sisma e Consulta per raccogliere ulteriori informazioni e necessità di intervento. Se l’entità del sisma lo richiede, entro le prime 12 ore successive all’evento viene organizzato un gruppo di esperti per il rilievo macrosismico col quale viene assegnata un’intensità ai siti colpiti (nel giro di 1-2 giorni). La Prefettura in collaborazione con l’amministrazione Provinciale U.O. di Protezione Civile, redige un rapporto tecnico scientifico sulla base dei rapporti di VV.F., 118, Corpo Forestale dello Stato e forze dell’ordine in generale, dei quadri ricevuti sulla viabilità, sulla corretta funzionalità dei servizi essenziali, delle reti di telefonia e sui resoconti dei Comuni.

Interventi di assistenza / soccorso / ripristino

Se arrivano delle richieste di intervento da parte di privati o enti ai VV.F., il Capo Turno coordinerà l’invio delle squadre sia dalla Sede Centrale sia eventualmente dai Distaccamenti di VV.F. permanenti e volontari. La Centrale Operativa 118 Modena Soccorso riceve tutte le richieste di soccorso sanitario e coordina tutti gli interventi di emergenza - urgenza nel territorio provinciale e, per richiesta delle altre centrali operative regionali, collabora anche in territorio extraprovinciale. Come sistema integrato il 118 Modena Soccorso, per l’espletamento dei servizi, si avvale di mezzi propri e di quelli messi a disposizione da Associazioni/Enti convenzionati (es. ANPAS, CRI…). Il 118 ha il compito di attivare la propria organizzazione interna per far fronte alle maxiemergenze ed informare dell’allerta ricevuta le Direzioni Sanitarie dell’AUSL e

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copia informatica per consultazione dell’Azienda Ospedaliera Policlinico, i Pronto Soccorso e il Dipartimento di Sanità Pubblica. Tali strutture poi attiveranno le procedure previste dal loro piano interno. Il 118 esercita anche una funzione a supporto dell’unità di crisi sanità collocata in seno alla SOP. In particolare s’interfaccia, secondo il piano interno delle aziende sanitarie modenesi, con le strutture periferiche, allo scopo di raccogliere le informazioni previste dal “cruscotto d’emergenza”, (ampliamento ad hoc della funzione già oggi garantita dalla centrale operativa Modena Soccorso). Per espletare questa funzione il 118 s’interfaccia con le strutture provinciali (PS, PPI e Ospedali Azienda USL e Ospedaliera) e la S.O.P. al fine di garantire una tempestiva ed automatica acquisizione delle informazioni sullo stato delle strutture provinciali (panel di informazioni ed indicatori di cui al piano interno). Il flusso informativo è garantito secondo un automatismo nel quale le strutture periferiche procedono alla raccolta ed all’invio delle informazioni previste dal “cruscotto dell’emergenza“ nel rispetto anche di una cadenza temporale (e di priorità) precodificata. Il 118 dovrà poi trasferire tali informazioni alla S.O.P. – Prefettura. La funzione F2 della S.O.P. sulla scorta delle informazioni ricevute individuerà, in una logica di programmazione provinciale coordinata degli interventi sanitari, le soluzioni e le azioni utili per il superamento delle criticità evidenziate. Il settore viabilità della Provincia invia il proprio personale nell’area colpita dall’evento affinché, coordinandosi con i VVF, siano attuate tutte le misura ritenute idonee in materia di viabilità sulla rete stradale di competenza (deviazioni, transennamenti, puntelli, rimozioni, ecc.). Polizia Municipale, Forze dell’ordine e Polizia Provinciale, dopo i primi sopralluoghi, si coordineranno per gestire la viabilità, predisponendo cancelli ai nodi di accesso alla località colpita e organizzando le attività anti-sciacallaggio. Il Sindaco invia squadre di tecnici comunali a prestare assistenza immediata alle persone che si sono raccolte nelle aree di attesa, allontanandosi preventivamente dalle abitazioni. I competenti enti gestori delle principali reti di servizi (acqua, gas, elettricità, telecomunicazioni, ecc.) coordinati dal sindaco (che si potrà avvalere dei responsabili delle funzioni del C.O.C. una volta che questo è stato attivato) ed in collaborazione con i tecnici comunali devono rilevare i danni e tutti gli eventuali mal funzionamenti, intervenendo tempestivamente in fase di allarme a risolvere le situazioni più critiche, fino al ripristino della normalità.

Attività di Censimento danni

Il Sindaco coadiuvato dal proprio ufficio tecnico o dal C.O.C., se costituito, svolge l’insostituibile azione di filtro raccogliendo le richieste di sopralluogo, sulla base delle istanze presentate dai cittadini e secondo le segnalazioni dei tecnici comunali e della polizia municipale. Devono essere valutate le esigenze di urgenza espresse nelle richieste

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copia informatica per consultazione per dare la priorità alle verifiche di agibilità più necessarie che possono esser fatte dai VV.F.. Le risultanze dei sopralluoghi devono essere sempre comunicate anche al Sindaco che con apposita ordinanza può sancire inagibili gli edifici eventualmente lesionati o prevedere interventi di rimozione, puntellamento, riorganizzazione della viabilità. Il Corpo Forestale dello Stato, attraverso i comandi stazione, fornisce supporto ai Comuni, per effettuare sopralluoghi nei punti critici del territorio, mettendosi a disposizione del C.O.C.. La Consulta Provinciale del Volontariato mette a disposizione personale volontario per affiancare i Comuni e il CFS per effettuare sopralluoghi in punti critici qualora venisse ritenuto necessario. Il Sindaco comunicherà all’U.O. di Protezione Civile e al C.O.R. (centro operativo regionale) l’eventuale necessità di collaborazione sull’attività di verifica dell’agibilità degli edifici. La Regione – Servizio di Protezione Civile attiva presso il C.O.R. la funzione censimento danni coordinando le relative attività e mettendo quindi a disposizione dei C.O.M., se costituiti, le squadre del “Nucleo Regionale di Valutazione per il censimento dell’agibilità degli edifici” (Nucleo Regionale di Valutazione) ricevendo supporto tecnico dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli e dall’Ufficio Servizio Sismico Nazionale. L’U.O. di Protezione Civile si mette in contatto con la Regione – C.O.R. per la verifica dell’organizzazione dei sopraluoghi dei tecnici agibilitatori. Le attività di censimento danni sono gestite dal C.O.M. (se costituito) secondo quanto prescritto dal Manuale per la gestione dell’attività di C.O.M. realizzato dall’Ufficio Servizio Sismico Nazionale. Successivamente iniziano le attività di censimento danni, le verifiche di agibilità sugli edifici lesionati dal sisma (pubblici, privati e chiese), i controlli sulle aree interessate da fenomeni franosi riattivati e gli eventuali sopralluoghi congiunti (riguardano in particolare viabilità ed attività produttive) . Nel caso in cui i VV.F. effettuino verifiche di agibilità di edifici (generalmente quelle individuate come maggiormente urgenti) si coordinano con i C.O.M. (se costituiti) e nei casi di limitata o totale inagibilità trasmettono le risultanze delle predette verifiche all’Amministrazione Provinciale che provvederà a inoltrarli alla Regione - Servizio di Protezione Civile che ha attiva preso il C.O.R. la funzione censimento danni; Qualora un edificio risulti danneggiato ed inagibile dai sopralluoghi effettuati dal personale inviato dal Nucleo Regionale di Valutazione, l’amministrazione comunale prepara ordinanza di sgombero dello stesso, occupandosi di predisporre alloggio sostitutivo, se si tratta di abitazione, ed avvalendosi del supporto delle strutture provinciali qualora risulti necessario allestire campi di accoglienza.

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copia informatica per consultazione Sistema di Comando e Controllo: C.O.C., C.O.M., C.C.S., S.O.P.

Il sistema di comando e controllo rappresenta la struttura organizzativa attraverso la quale si esercita la direzione unitaria dei servizi di emergenza e soccorso. Non appena risentito del sisma, il Sindaco, assicura un flusso continuo di informazioni verso la Regione – Servizio di Protezione Civile e la Prefettura. Provvede, se necessario, alla convocazione del C.O.C. (configurato secondo la pianificazione comunale di emergenza) attivando tutte o alcune delle nove funzioni previste dal metodo Augustus. Il C.O.C. deve coordinare gli interventi di competenza comunale assicurando il duplice collegamento tra cittadini e Sindaco, e tra Sindaco ed Enti. Una volta dichiarata la fase di emergenza la Prefettura può decidere l’immediata costituzione dei C.O.M. presso le sedi stabilite, in relazione agli ambiti territoriali di risentimento dell’evento sismico, per assicurare una migliore gestione e un migliore coordinamento locale degli interventi di soccorso alla popolazione e delle successive fasi di verifica di stabilità e censimento danni. I Sindaci o un loro delegato per i comuni sede di C.O.M. (Modena, Carpi, , , Vignola, Sassuolo) o i Presidenti delle Comunità Montane nel caso dei C.O.M. di Pavullo, e assumono il comando del C.O.M. (eventualmente coadiuvati dal personale tecnico competente in materia di protezione civile dell’ente stesso) fino all’arrivo di un responsabile designato dalla Prefettura. Sempre in fase di emergenza la Prefettura può predisporre l’immediata convocazione della S.O.P. e del C.C.S. presso la sede della Prefettura o presso sede alternativa se inagibile la sede della Prefettura. Queste strutture, generalmente sempre presenti per un sisma di secondo livello, potrebbero essere attivate anche per un sisma di primo livello nel caso in cui sia valutato che il risentimento sul territorio sia stato tale da richiedere un coordinamento più generale dei vari enti che stanno operando separatamente sul territorio.

MassMedia – Informazione

La Provincia appena ricevuti dall’INGV i dati ufficiali relativi alle caratteristiche del sisma li comunica agli organi di informazione. La Prefettura, in collaborazione con la Provincia, provvederà a fornire un comunicato contenente dati più aggiornati sull’evento accorso ed informazioni relative alla situazione delle comunicazioni, della viabilità e dei primi interventi di emergenza effettuati sul territorio provinciale.

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copia informatica per consultazione Nel caso si passi dalla fase di allarme alla fase di allarme – emergenza, la Prefettura, in collaborazione con la Provincia, prepara periodici comunicati ufficiali da inviare a tutti i possibili canali di comunicazione e all’ufficio stampa della Provincia per informare sul reale stato della situazione, segnalando le zone maggiormente critiche e gli eventuali provvedimenti presi. Se è operativa la funzione F3 all’interno della SOP saranno i rappresentanti designati a curare la redazione di periodici comunicati stampa ufficiali da diramare alla popolazione, secondo i più usuali strumenti di comunicazione (stampa, radio, televisioni, web), contenenti i parametri dell'evento e il quadro generale della situazione.

Allarme

 A seconda dell’entità del fenomeno e della sua dislocazione territoriale il Sindaco può percepire direttamente il sisma oppure venirne a conoscenza attraverso la comunicazione di cittadini, tecnici comunali o Polizia Municipale;  Il Sindaco, verificata rapidamente la fondatezza delle comunicazioni ricevute, allerta la Prefettura e l’U.O. di Protezione Civile;  Successivamente provvederà ad attivare le reperibilità dei tecnici comunali al fine di poter rendere disponibili squadre per effettuare i primi speditivi sopralluoghi;  Sentita la scossa di terremoto, nel caso siano interrotte le comunicazioni telefoniche, i tecnici comunali, anche senza aver ricevuto l’allerta del sindaco, si metteranno a sua disposizione secondo quanto stabilito dal piano di emergenza comunale;  Sindaci e tecnici comunali, verificato che il sisma sul loro territorio non ha provocato danni, forniranno un supporto ai comuni confinanti. In particolare, se necessario, si sostituiranno a Sindaco e tecnici nel caso in cui questi siano stati coinvolti direttamente dal terremoto e siano impossibilitati ad agire. Anche in questa situazione, per quanto possibile, devono essere attuate tutte le azioni previste dal presente piano;  In comune viene attivato ed utilizzato il sistema radio provinciale di protezione civile per far fronte a danneggiamenti o intasamenti delle usuali linee telefoniche e mantenere i contatti con gli altri enti;  Se necessario può avvalersi del supporto dei radioamatori per avere una comunicazione efficace ed alternativa con la Prefettura e gli altri enti coinvolti;  Contatta il referente del gruppo comunale di volontariato, ove presente, per chiedere ed eventualmente avvalersi della disponibilità di volontari;  Il Comune o il gruppo comunale comunicano il numero di volontari a disposizione alla Provincia U.O. di Protezione Civile e alla Consulta Provinciale del volontariato;  I gruppi comunali rimarranno in costante contatto con la Consulta provinciale fornendo indicazioni in merito alle aree di intervento, ai volontari impiegati e a quelli disponibili;  Comuni che non hanno un gruppo comunale possono richiedere supporto alla U.O. di Protezione Civile e alla Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile;  Riceve dal Servizio Regionale di Protezione Civile una comunicazione contenente le caratteristiche tecniche dell’evento accaduto;  Invia personale volontario e/o tecnici comunali nelle aree di attesa;  Predispone immediati sopralluoghi dei propri tecnici, per stimare le ripercussioni del sisma a partire dagli elementi ritenuti più vulnerabili: aree maggiormente urbanizzate (centri storici), edifici più vulnerabili dal punto di vista strutturale e di destinazione d’uso (ospedali, scuole, chiese, centri commerciali o con numerosa frequentazione di

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copia informatica per consultazione popolazione, ecc.). Tali speditivi sopralluoghi verranno svolti congiuntamente a Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri e altre forze dell’ordine, in relazione alla loro presenza sul territorio comunale;  Riceve dai privati cittadini o dal proprio personale le prime segnalazioni in merito all’evento;  Predispone immediato sopralluogo della viabilità ordinaria (comunale, provinciale e statale) per mezzo della Polizia Municipale al fine di individuare eventuali danneggiamenti o intasamenti dovuti a traffico intenso, che potrebbero rallentare eventuali soccorsi;  Comunica alla Prefettura il risentimento del sisma nel proprio territorio comunale, evidenziando se si riscontrino particolari danni a persone e/o cose, la situazione della viabilità e le eventuali zone critiche;  Il Sindaco, se necessario, convoca il C.O.C. al fine di poter organizzare la fase di emergenza ed in particolare ulteriori sopralluoghi, eventuali soccorsi, interventi di ripristino e messa in sicurezza, verifiche di stabilità e censimento danni, assistenza alla popolazione;  Il Sindaco direttamente o tramite il C.O.C. mantiene un continuo flusso di informazioni verso la Regione Emilia Romagna – Servizio di Protezione Civile (C.O.R.) e l’Amministrazione Provinciale, U.O. di Protezione Civile segnalando le necessità cui non riesce a far fronte con le sole risorse comunali;  Riceve della Prefettura la comunicazione che è cessata la fase di allarme e si rientra in una fase di normalità o che dalla fase di allarme si passa alla fase di emergenza, lo scenario di riferimento e quali centri (C.C.S. , C.O.M.) e sale operative (S.O.P. presso prefettura o presso altra sede) saranno attivate per gestire l’evento;

Scenario I

 Invia a far parte dei centri e delle sale operative eventualmente attivati per gestire l’evento, i propri rappresentanti, così come definito nel presente piano;  Avvalendosi del gruppo comunale di protezione civile o in collaborazione della Consulta provinciale per la protezione civile il comune organizzerà le prime attività di assistenza alla popolazione e fornirà supporto agli enti impegnati a censire ed individuare tutte le criticità del territorio;  I tecnici comunali coordinati dal sindaco o dalla funzione F1 attiva presso il C.O.C., in collaborazione con i competenti enti gestori delle principali reti di servizi (acqua, gas, elettricità, telecomunicazioni, ecc..) devono rilevare i danni e tutti gli eventuali mal funzionamenti, intervenendo tempestivamente a risolvere le situazioni più critiche;  Qualora riceva notizia di apparenti lesioni ad edifici nel proprio territorio comunale, predispone congiuntamente ai VV.F. e alle forze dell’ordine il preventivo allontanamento della popolazione, informa la Prefettura e segnala alla Regione – Servizio di Protezione Civile la necessità di collaborazione sull’attività di verifica dell’agibilità degli edifici;  Qualora risulti necessario, predispone immediati interventi sulla viabilità di propria competenza e non solo, informando l’ente responsabile, al fine di ripristinare il normale traffico veicolare;  I comuni mantengono i contatti con i gestori dei servizi essenziali riferiti al proprio territorio;  Il Sindaco si mantiene in contatto con l’Amministrazione Provinciale per ricevere supporto ed ulteriori informazioni di natura tecnica;  Il Sindaco raccoglie le istanze dei cittadini e le segnalazioni dei propri tecnici comunali per organizzare sopralluoghi di agibilità;

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copia informatica per consultazione  Comunica le segnalazioni ricevute all’U.O. Protezione Civile e al C.O.R. che, coordinandosi con i VV.F, forniranno tutto il supporto necessario per le verifiche di agibilità agli edifici;  Qualora un edificio risulti danneggiato ed inagibile dai sopralluoghi effettuati prepara ordinanza di sgombero dello stesso, occupandosi di predisporre alloggio sostitutivo, se si tratta di abitazione, ed avvalendosi del supporto delle strutture provinciali qualora risulti necessario;

Scenario II

 Invia a far parte dei centri e delle sale operative attivati per gestire l’evento i propri rappresentanti così come definito nel presente piano;  Tramite i rappresentanti delle varie funzioni attive presso il C.O.C. il Sindaco dovrà garantire gli interventi di emergenza sulle reti dei servizi essenziali, richiedendo eventualmente collaborazioni a ditte private;  Sentita la Provincia, U.O. di Protezione Civile, verrà individuata l’area di ammassamento più idonea ad ospitare i mezzi di soccorso e le colonne mobili integrate provenienti da fuori provincia;  Il Sindaco, anche tramite alcune funzioni attive presso il C.O.C. dopo aver assistito ed informato la popolazione radunatasi nelle aree di attesa deve allestire punti di raccolta e segretariato sociale;  Avvalendosi del gruppo comunale di protezione civile o in collaborazione della Consulta provinciale per la protezione civile il comune organizzerà le prime attività di assistenza alla popolazione e fornirà supporto agli enti impegnati a censire ed individuare tutte le criticità del territorio;  Il Sindaco segnalerà al C.O.M. ogni necessità ed ogni problema non risolvibile tramite l’intervento del C.O.C. e farà a lui riferimento per ogni attività di censimento danni e verifiche di agibilità;  Avvalendosi della funzione F6 il sindaco dovrà raccoglie le istanze dei cittadini e le segnalazioni dei propri tecnici comunali responsabili dei sopralluoghi attraverso i modelli (riportati nell’allegato 3 del presente documento) R1 (edifici privati), R2 (edifici pubblici), R3 (Monumenti e Chiese), R4 (fenomeni franosi), R5 (Sopralluogo congiunto), che devono esser fatti pervenire al C.O.M.;  Qualora riceva notizia di apparenti lesioni ad edifici nel proprio territorio comunale, predispone congiuntamente a VV.F. e alle forze dell’ordine il preventivo allontanamento della popolazione, informa la Prefettura e segnala al C.O.M. la necessità di collaborazione sull’attività di verifica dell’agibilità degli edifici;  Il Sindaco riceverà dal C.O.M. i risultati dei sopralluoghi effettuati e li farà pervenire ai cittadini o agli enti coinvolti;  Qualora un edificio risulti danneggiato ed inagibile dai sopralluoghi effettuati dal personale inviato dal “Nucleo Regionale di tecnici…” prepara ordinanza di sgombero dello stesso, occupandosi di predisporre alloggio sostitutivo, se si tratta di abitazione, ed avvalendosi del supporto delle strutture provinciali qualora risulti necessario;  Adotta ordinanze urgenti ai sensi del d.lgs. n° 267/2000;  Attraverso il gruppo comunale di protezione civile, Consulta provinciale e CRI, il comune allestirà aree di accoglienza e provvederà all’assistenza degli sfollati;  In ragione degli sviluppi della situazione emana tutti i provvedimenti urgenti volti a tutelare la pubblica incolumità, la salvaguardia dei beni pubblici e privati;  Secondo le necessità ed in funzione dell’evoluzione dell’evento provvedono ad informare la popolazione.

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copia informatica per consultazione

Dati di base Abitanti 5026

Superficie 45,138 kmq

Altitudine 200 msl

Flussi turistici Periodo N. orientativo di turisti Note estivo 200

Frazioni Nome Abitanti Distanza dal capoluogo Villa bianca 161 5 km Festà 201 20 km Casona 230 8 km ospitaletto 199 10 km

Distretto sanitario Vignola

Strutture operative Carabinieri

Volontariato Avap

Gestori Tipologia Gestore Note HERA Acqua Luce Gas

Viabilità principale di Strada Provinciale n.4 Fondovalle Panaro, Strada Provinciale 463 per accesso

Elisuperficie No

COC di Marano sul Panaro Indirizzo: SPOGLIATOI CAMPO SPORTIVO presso il centro sportivo “Fornacione” via Gramsci Tel. 059705750 Fax. 059705158 Mail. [email protected]

Dotazioni Presenti: Apparato Radio Portatile TETRA

Dotazioni di prima necessità presenti: PC, Plotter, Stampanti,Generatore elettrico

Sede Municipale

Municipio - Indirizzo: Piazza Matteotti 17

Tel. 059705711 Fax. 059705158 mail: [email protected]

Dotazioni Presenti: Apparato Radio Portatile TETRA

copia informatica per consultazione Nome Tel/Cell Mail Sindaco Emilia muratori 3292109130 [email protected] Referente PC Unione terre di castelli Referente attività di Pelloni Ada 3292109135 [email protected] Assistenza alla Popolazione Referente attività Enrico Campioni 3398453370 [email protected] Tecnico - Amministrativa

Aree di emergenza NOME AREA INDIRIZZO LOCALITÀ TIPOLOGIA MONOG NOTE AFFERENTI RAFIA Palestra “Fredda” Via Gramsci Marano s.p., Casona, Area coperta Fornacione 2 , Villabianca (Palestra con Spogliatoi e Campo sportivo struttura tubolare), Spogliatoi con Uffici e area scoperta (campo sportivo) per tendopoli Campo sportivo S.P. Via Ospitaletto Ospitaletto e Area scoperta Ospitaletto con Denzano per tendopoli ed Centro Civico edificio Centro Civico Campo sportivo S.P. Festà Festà Area scoperta Festà per tendopoli

Pazienti in assistenza domiciliare

Fascia Età 3-6 23-64 65-84 85-105 TOTALE 0 1 4 3 8

Strutture socio Sanitarie

Nome Indirizzo Contatti Note Villa Sorriso Via Gramsci 149 059 793222

copia informatica per consultazione

COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

Piano Comunale di emergenza L.225/1992 D. Lgs. 112/98 L.R. 1/2005

Piano Interno per la gestione

delle comunicazioni e delle

emergenze

Scheda 3

copia informatica per consultazione Comune di Marano sul Panaro

STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE

Sindaco Assessore alla Prot Civ Nome: Emilia______Nome: Emilia______

Cognome: Muratori_____ Cognome: Muratori_____ Tel: 059705711______Tel: 059705711______Cell: 3292109130____ Cell: 3292109130____

E-mail: E-mail: [email protected] [email protected] ______

Segretario Comunale / direttore generale

Nome: Margherita ___ Cognome: Martini ______Tel: 059705711______Cell: 3293191431______E-mail:

Dirigente del servizio [email protected]. it Nome: Enrico______Cognome: Campioni_____ Tel: 059705751______Cell: 3398453370______

E-mail: [email protected]

PRESIDIO PRESIDIO OPERATIVO TERRITORIALE

Referente di Prot Civ Referente 1 Referente 2 Composizione: Composizione: Nome: Enrico______Nome: ______Nome:______

Cognome: Campioni_____ Cognome:______Cognome:______Dirigente PC Polizia Municipale Tel: 059705751______Tel:______Tel:______Cell: 3398453370______Cell:______Cell:______Referente PC Squadra Operai

E-mail: E-mail:______E-mail:______…

[email protected] Volontariato PC

….

copia informatica per consultazione STRUTTURA DEL COC (Centro Operativo Comunale)

SEDE DEL COC (scheda 5) Sindaco / Assessore Delegato Indirizzo: Piazza Matteotti 17______Nome: Emilia______Tel: 059705751______Cognome: Muratori _____ Cell: 3398453370______Tel: 059705711______E-mail: [email protected] Cell: 3292109130 ____ E-mail: [email protected] o.it Dirigente del servizio Referente di Prot Civ Nome: Enrico______Nome: Enrico______

Cognome: Campioni_____ Cognome: Campioni_____ Tel: 059705751______Tel: 059705751______Cell: 3398453370______Cell: 3398453370______

E-mail: E-mail: [email protected] [email protected]

F1 F2 F3 F4 F5 F6 F7 F8 F9 F10 F11 Tecnico Sanità Volontariato Materiali e Attività Censimento Strutture Telecomunicaz Assistenza alla Amministrativo Comunicazione Scientifica e assistenza mezzi e scolastica danni operative ioni popolazione contabile informazione Pianificazione sociale e Servizi locali e veterinaria essenziali viabilità

Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Responsabile: Campioni Enrico Manzini elisabetta Campioni Enrico Campioni Enrico Pelloni Ada Campioni Enrico Leonardi Walter Manzini Elisabetta Pelloni Ada Zanni Patrizia Pelloni Ada

Tel 059705751 Tel.059705711 Tel.059705711 Tel.059705750 Tel 059705770 Tel.059705750 Tel.059705760 Tel.059705711 Tel.059705711 Tel.059705741 Tel.059705711 Cell 3398453370 Cell: 3292109130 Cell: 3292109130 Cell: 3292109136 Cell 3292109135_ Cell: 3292109136 Cell: 3240498532 Cell: 3292109133 Cell: 3292109135 Cell: 3346828541 Cell: 3292109135

E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail E-mail enrico.campioni@ emilia.muratori@c emilia.muratori@c enrico.campioni@ ada.pelloni@comu enrico.campioni@ walter.leonardi@t elisabetta.manzini ada.pelloni@comu patrizia.zanni@com ada.pelloni@comu comune.marano.m omune.marano.m omune.marano.m comune.marano.m ne.marano.mo.it comune.marano.m erredicastelli.mo.it @comune.marano ne.marano.mo.it une.marano.mo.it ne.marano.mo.it o.it o.it o.it o.it o.it .mo.it Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Collaboratori Campioni Enrico Collaboratori Manzini Elisabetta Manzini Elisabetta Manzini Elisabetta Leonardi Walter Pelloni Ada Luca tenuta Leonardi Walter Manzini Elisabetta Leonardi Walter Campioni Enrico

copia informatica per consultazione

1 - PIANO INTERNO PER EVENTI CON PREANNUNCIO

Tipologia evento Strumenti e/o Piani di Riferimento

Criticità Idraulica Piano Provinciale Rischio Idraulico

Criticità Idrogeologica Piano Provinciale Rischio Idrogeologico

Criticità Idrogeologica per temporali Piano Provinciale Rischio Idrogeologico

Vento

Temperature estreme

Neve

Ghiaccio e pioggia che gela

copia informatica per consultazione FASE PREVISIONALE

Supporto Quando Azioni Referente (Schede Come riferimento) Nome: campioni Attraverso la notifica di SMS e di Mail e la successiva visualizzazione del Sito WEB Chi riceve l’allerta Scheda n.6 enrico https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/ Chi è il referente del presidio operativo che si informa sui Nome: campioni Attraverso la visualizzazione del Sito WEB fenomeni previsti dall’allerta e consulta gli scenari di Scheda n.8 enrico https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/ ed il contatto riferimento Nome: campioni Verifica arrivo allerta a tutti i soggetti, sulla base dei enrico contenuti verifica organizzazione della struttura Comunale di Nome Manzini Scheda 6 protezione civile compreso il Volontariato, allertano le Elisabetta Scheda 11 strutture tecniche e di polizia urbana anche al fine del Nome: Leonardi concorso all’attività del presidio territoriale Walter Al ricevimento Nome: campioni Attraverso l’utilizzo del portale allerta meteo Emilia Romagna

dell’allerta Informazione alla popolazione sull’allerta in atto e modalità enrico Attraverso la pubblicazione dell’allerta e sul sito web del Comune Scheda 13 codice colore: di autoprotezione per i fenomeni previsti. Nome Ada Pelloni Attraverso la diffusione su social ufficiale dell’ente. ….. - GIALLA GIALLA Nome: campioni - ARANCIONE Sulla base dell’evento previsto verifica eventuali criticità enrico Scheda 8 Direttamente oppure tramite: - ROSSA (anche temporanee) sul territorio comunale. Nome: Leonardi Walter Nome: campioni

ARANCIONE Scheda 8 enrico

In caso di neve Scheda 13 Pianificazione specifica - Azioni specifiche di prevenzione e informazione alla popolazione Nome: Leonardi Scheda 17 Walter

ROSSO Nome: campioni enrico Scheda 8 In caso di pioggia o ghiaccio che gela… Azioni specifiche di prevenzione e informazione alla popolazione Nome: Leonardi Scheda 13 Walter

Al ricevimento Verifica la funzionalità della sede del COC in relazione all’ Nome: campioni Scheda 5 Direttamente oppure tramite: dell’allerta evento previsto enrico codice colore: Verifica aree – mezzi – attrezzature in relazione all’evento Nome: campioni Scheda 10 Direttamente oppure tramite: - ARANCIONE previsto enrico - ROSSA Valuta eventuale attivazione del COC in relazione all’evento Nome: campioni Scheda 5 Ordinanza/Decreto apertura COC Anche in forma ridotta previsto enrico Scheda 12 In AGGIUNTA Nome: campioni Scheda 8 alle azioni In caso di temperature estreme rigide… Azioni specifiche di prevenzione e informazione alla popolazione enrico Scheda 17 precedenti Al ricevimento dell’allerta codice colore: Attiva, anche in forma ridotta, il COC in relazione all’evento Nome: campioni Scheda 5 Ordinanza/Decreto apertura COC Anche in forma ridotta - ROSSA previsto enrico Scheda 12

In AGGIUNTA Scheda 8 Nome: campioni alle azioni Per temperature estreme elevate… Scheda 13 Azioni specifiche di prevenzione e informazione alla popolazione enrico precedenti Scheda 17

copia informatica per consultazione IN CORSO DI EVENTO

Quando Azioni Referente Supporto (Schede riferimento) Come Attraverso la visualizzazione del Sito WEB Chi è il referente del presidio operativo reperibile che si tiene aggiornato sull’evoluzione della situazione in Nome: campioni Scheda 6 https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/ e il atto enrico contatto con ....

Attraverso contatto telefonico Sala Operativa: Chi è il referente del presidio operativo reperibile che mantiene i contatti con la Prefettura e con il Servizio Nome: campioni 059/200200 Scheda 4 territoriale dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile (CUP di Marzaglia) enrico Reperibile: 335/6115823 Rete Radio TETRA digitale Direttamente oppure tramite: Verifica le aree critiche e le criticità temporanee anche attivando in forma ridotta il presidio territoriale - Supporto del Volontariato (necessario Nome: campioni Scheda 8 comunale per monitoraggi fissi/periodici informando il Servizio territoriale dell’Agenzia regionale per la comunicare eventuale attivazione) enrico Scheda 19 sicurezza territoriale e la protezione civile - Attivazione volontariato AD EVENTO - Approfondimento INIZIATO Comunica al Servizio territoriale dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile Nome: campioni con SCENARI Scheda 11 l’eventuale attivazione del volontariato locale di protezione civile enrico corrispondenti Mantiene un flusso di comunicazioni con la Prefettura e il Servizio territoriale dell’Agenzia regionale per la Nome: campioni ad un’allerta sicurezza territoriale e la protezione civile in relazione all’evolversi dell’evento in atto e alle condizioni del enrico Scheda 4 codice colore territorio segnalando tempestivamente l’insorgenza di eventuali criticità GIALLO SCENARIO GIALLO Attraverso l’utilizzo del portale allerta meteo Emilia ARANCIONE Nome Ada Pelloni Romagna ROSSO Comunica se ritenuto necessario alla popolazione aggiornamenti sull’evento in atto e modalità di Nome Manzini Scheda 13 Attraverso la pubblicazione dell’allerta e sul sito web autoprotezione per i fenomeni previsti. Elisabetta del Comune Attraverso la diffusione su social ufficiale dell’ente. Nome: campioni Chi compila e trasmette la scheda segnalazione enrico Scheda 12

SCENARIO ROSSOE/O IDRO LIVELLO E/O 3 PLUVIO 70 mm/3h CENARIO ARANCIONEE/O IDRO LIVELLO E/O 2 PLUVIO 30 mm/h S Nome: campioni Scheda 5 Ordinanza/Decreto apertura COC Anche in forma Valuta attivazione del COC enrico Scheda 12 ridotta

Nome: campioni Attraverso la notifica di SMS e di e-mail e la Riceve notifica dell’eventuale emissione di documenti di monitoraggio meteo idrologico e idraulico ad enrico Scheda 6 successiva visualizzazione del Sito WEB intervalli di tempo definiti in funzione dell’evento in atto In AGGIUNTA https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/ alle azioni Nome: campioni Riceve il superamento delle soglie pluviometriche (30 mm/h) e/o del livello 2 relativamente a tutti gli Scheda 6 precedenti enrico strumenti di monitoraggio associati al Comune Scheda 8

AD EVENTO Nome: campioni Scheda 6 Alla ricezione del superamento delle soglie pluviometriche (30 mm/ora) e/o alla ricezione del livello 2 a INIZIATO enrico Scheda 8 PONTE SAMONE attivano il COC e il presidio territoriale con SCENARI Scheda 5 corrispondenti Comunica al Servizio territoriale dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile Nome: campioni Scheda 11 ad un’allerta l’eventuale attivazione del volontariato locale di protezione civile enrico codice colore Se non fatto precedentemente attivano il COC e il presidio territoriale, anche con il supporto del ARANCIONE volontariato per: ROSSO - il monitoraggio, la sorveglianza dei punti critici e l’assistenza alla popolazione - il monitoraggio dei corsi d’acqua non arginati in accordo con il Servizio territoriale dell’Agenzia Nome: campioni Scheda 8 e/o regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile enrico Scheda 11 - il monitoraggio dei corsi d’acqua arginati e/o del reticolo artificiale di pianura a supporto delle alla notifica del autorità idrauliche competenti superamento coordinandosi e tenendo aggiornato il Servizio territoriale dell’Agenzia regionale per la sicurezza Soglia 2 territoriale e la protezione civile dell’idrometro Scheda 8 Coordina l’attuazione delle misure necessarie a fronteggiare l’evento in atto e attiva tempestivamente le Nome: campioni di riferimento Scheda 10 Volontariato azioni di contrasto enrico o della soglia Scheda 17 30 mm/h del Adottano misure necessarie a fronteggiare l’evento in atto (Ordinanze, provvedimenti amministrativi, Nome: campioni Ordinanze contingibili ed urgenti finalizzate alla Scheda 12 pluviometro di chiusure, somme urgenze, ecc…) enrico salvaguardia della popolazione e/o alla rimozione

copia informatica per consultazione riferimento degli stati di pericolo/rischio residuo.

Verifica lo stato della viabilità comunale e dei ponti di propria competenza provvedendo all’eventuale Nome: Leonardi Scheda 8

chiusura degli stessi qualora ritenuto necessario Walter Scheda 12 Verifica elementi sensibili: Attraverso sopralluogo diretto e contatto telefonico - Edifici in aree a rischio Nome: campioni con i referenti delle strutture. Scheda 7 - Soggetti fragili enrico Supporto degli operatori dei servizi sociali e del Scheda 9 - Lifelines (Servizi essenziali) Nome: Leonardi volontariato Scheda 19 - Scuole, strutture pubbliche Walter Elementi esposti a rischio - Allevamenti, Attività produttive Elenco fragili Mantiene un flusso di comunicazioni con il Servizio Territoriale dell’Agenzia regionale per la sicurezza Nome: campioni territoriale e la protezione civile in relazione all’evolversi dell’evento in atto e alle condizioni del territorio enrico Scheda 4 segnalando tempestivamente agli stessi e alle Prefetture l’insorgenza di eventuali criticità e dando

comunicazione delle misure adottate per fronteggiare l’evento in atto Nome: campioni Si raccorda con le altre strutture di coordinamento eventualmente attivate Scheda 4 enrico Nome: campioni enrico Scheda 4 Chiede il supporto di risorse (Uomini – Mezzi – Attrezzature) Richiesta alla sala Operativa del CUP Nome: Leonardi Scheda 10 Walter Nome Ada Pelloni Comunica alla popolazione l’aggiornamento sull’ evento in atto e l’eventuale insorgenza di condizioni Nome Manzini Scheda 13 critiche sul territorio Elisabetta Comunica ai residenti e a chi svolge attività in aree a rischio le necessarie misure di salvaguardia da Nome: Leonardi Scheda 13 adottare Walter

Nome: campioni Riceve notifica dell’eventuale emissione di documenti di monitoraggio meteo idrologico e idraulico ad enrico Scheda 6 intervalli di tempo definiti in funzione dell’evento in atto In AGGIUNTA

Nome: campioni alle azioni Riceve il superamento delle soglie pluviometriche (70 mm in 3 ore) e/o del livello 3 relativamente a tutti gli Scheda 6 enrico precedenti strumenti di monitoraggio associati al Comune Scheda 8

AD EVENTO Alla ricezione del superamento delle soglie pluviometriche (70 mm in 3 ore) e/o alla ricezione del livello 3 a Nome: campioni INIZIATO PONTE SAMONE garantiscono il raccordo con le altre strutture di coordinamento attivate, rafforzano tutte enrico Scheda 6 on SCENARI le misure in atto dalle fasi precedenti e rafforzano l’impiego delle risorse del volontariato e della propria Nome: Leonardi Scheda 8 corrispondenti struttura per eventuali attività di presidio territoriale, presidio delle vie di deflusso, pronto intervento e Walter ad un’allerta assistenza alla popolazione codice colore Per tutti gli eventi per i quali non è prevista notifica di superamento di soglie/livelli: Scheda 5 Nome: campioni ROSSO - attivano il COC se non già precedentemente attivato Scheda 10 Ordinanza/Decreto apertura COC enrico attivano il presidio territoriale garantendo il raccordo con le altre strutture di coordinamento Scheda 12 e/o Mantiene un flusso di comunicazioni con il Servizio Territoriale dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile in relazione all’evolversi dell’evento in atto e alle condizioni del territorio Nome: campioni Scheda 4 alla notifica del segnalando tempestivamente al Servizio e alla Prefettura l’insorgenza di eventuali criticità e dando enrico superamento comunicazione delle misure adottate per fronteggiare l’evento in atto Soglia 3 Nome: campioni dell’idrometro enrico Valuta attivazione e presidio delle aree di emergenza Scheda 10 di riferimento Nome: Leonardi o della soglia Walter >30 mm/h o Nome: campioni 70 mm in 3 ore enrico del Nome Ada Pelloni Scheda 7 pluviometro di Gestione eventuali evacuazioni (anche complesse) ed attività di assistenza alla popolazione Nome: Manzini Scheda 9 riferimento Elisabetta Nome: Leonardi SCENARIO ROSSOE/O IDRO LIVELLO E/O 3 PLUVIO >30mm/h o 70 mm/3h Walter Nome Ada Pelloni Comunica alla popolazione l’aggiornamento sull’ evento in atto e l’eventuale insorgenza di condizioni Nome: Leonardi Scheda 13 critiche sul territorio Walter

copia informatica per consultazione Nome: campioni enrico Comunica ai residenti e a chi svolge attività in aree a rischio le necessarie misure di salvaguardia da Nome Ada Pelloni Scheda 13 adottare Nome: Leonardi Walter Nome: campioni enrico Attività speditiva di censimento danni Scheda 16 Nome: Leonardi Walter

copia informatica per consultazione 2 - PIANO INTERNO PER EVENTI SENZA PREANNUNCIO

Tipologia evento Strumenti e/o Piani di Riferimento

Sismico Valutazione vulnerabilità edifici Industriale - Incidente rilevante Piani di emergenza esterni Mobilità (emergenza viabilità – trasporti)

Supporto Quando Azioni Referente (Schede Come Note riferimento) Comunicazione da parte di: - Autoattivazione Sindaco/Referenti di - Cittadini Chi riceve la comunicazione COC/Uffici Comunali - Forze dell’ordine presenti sul territorio - Gestore (per rischio industriale) - Comuni Limitrofi Valutazione attraverso: - Sopralluogo Valutazione diretta e primi Sindaco/Referenti di - Contatto col gestore interventi COC/Uffici Comunali - Contatto con VV.F - Contatto con A.USL 118 Ogni funzione inizia ad operare secondo le proprie competenze, in particolare - Funzione strutture operative, viabilità (si reca sul posto, prende i contatti con le strutture operative che stanno operando, tiene costantemente informato il Sindaco e Nome: campioni il COC, attiva il piano dei posti di blocco e la Autoattivazione delle funzioni di enrico gestione della viabilità) COC Nome Muratori - Telecomunicazioni (verifica dei sistemi di Emilia comunicazione, attivazione dei presidi radio) - Tecnico scientifica e pianificazione ( apertura della sede di COC, verifica attivazione delle procedure del piano d’emergenza e in particolare contatto con i Comuni Limitrofi) Valutazione e scenario attraverso: Nome: campioni Valutazione indiretta e - Contatto con Provincia enrico Utilizzo del sistema radio Provinciale di Protezione Civile attraverso i radioamatori coordinamento - Contatto con Prefettura

Nome: campioni enrico Decreto apertura COC e convocazione delle Funzioni Attivazione COC Scheda n.5 Nome Muratori Emilia

Referente per: Nome: campioni - COM enrico - SOP

- CCS

copia informatica per consultazione Supporto Quando Azioni Referente (Schede Come Note riferimento)

Attraverso il referente del Gruppo Comunale o delle associazioni convenzionate. Nome: campioni Comunicare l’attivazione a: Se Attivazione del volontariato enrico - Provincia necessario Il gruppo Comunale e/o le associazioni - Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile convenzionate attivate rimangono in contatto con il coordinamento Provinciale Contatto con: Nome: campioni Richiesta di supporto alle - Provincia enrico strutture Provinciali e Regionali di - Consulta Provinciale del Volontariato per la Nome: Muratori Protezione Civile Protezione Civile Emilia - COR ( Centro Operativo Regionale) Assistenza alla popolazione Nome: Pelloni Ada Presidio aree attesa - punti di prima assistenza Nome: Campioni Verifica la funzionalità o la compromissione dei Enrico servizi essenziali ( luce- acqua- gas- telefonia fissa e Valutazione servizi essenziali Nome: Elisabetta mobile) per mezzo di proprio personale o Manzini contattando l’ente gestore Sopralluoghi, verifiche speditive anche in collaborazione con le forze dell’ordine circa: - Viabilità - Aree maggiormente urbanizzate e centri storici Nome Campioni - Edifici più vulnerabili Attività speditiva di censimento Enrico (strutturale/destinazione d’uso) danni Nome: Leonardi - Scuole Walter - Ospedali e affini - Chiese - Centri commerciali - Etc

Nome Campioni Supporto al COC da altri I Tecnici dei Comuni limitrofi o dei COM si recano Enrico Comuni/Enti presso il COC del Comune colpito

Comunicazione dell’evento delle misure di Informazione alla popolazione Nome Ada Pelloni emergenza adottate e dei comportamenti da tenere Attivazione numero telefonico per Nome Manzini

informazioni Elisabetta Nome Ada Pelloni Attivazione di un punto Utilizzando strutture esistenti o allestite Nome Manzini informazioni sul territorio all’occorrenza Elisabetta A partire dall’elenco dei danni registrati, in Verifica di stabilità/agibilità degli Nome Campioni collaborazione con: Verificare partecipazione dei Tecnici Comunali a Corsi Regionali edifici strategici Enrico - VV.F - Nuclei di Valutazione Regionale Nome Walter Attraverso l’utilizzo di mezzi propri o convenzionati Immediati interventi sulla viabilità Leonardi o di mezzi degli organi di soccorso Tutte le comunicazioni devono essere fatte a:

Nome Manzini Comunicazioni dal COC - Provincia ( se non attivata SOP) Elisabetta - Prefettura (se non attivata SOP) - SOP (se attivata) Gestione anagrafe ed Nome Manzini informazioni riguardo la Elisabetta popolazione

copia informatica per consultazione Supporto Quando Azioni Referente (Schede Come Note riferimento)

Sanità (patologie nella Nome Ada Pelloni popolazione/ stati di disagio, stato

dei ricoveri/dispersi

Numero Persone Ospiti Presso 0-10 Alloggio sostitutivo 10-50 Alloggio/strutt.coperta 50-100 Area accoglienza Gestione evacuazione/assistenza Nome Pelloni Ada Schede 9 e 10 coperta alla popolazione 100-300 Aree accoglienza coperta

Tenere presente Malati/disabili (vedi scheda 10) Tramite:  ______Organizzazione attività Nome Leonardi  ______antisciacallaggio Walter  ______

Nome Campioni Ordinanze, provvedimenti Enrico

amministrativi, chiusure Nome Manzini Elisabetta Nome Campioni Ind. Valutazione cessazione allarme Enrico

Nome Pelloni Ada Informazione alla popolazione Nome Manzini Elisabetta Nome Pelloni Ada Chiusura centri prima accoglienza Nome Manzini Elisabetta Nome Campioni Censimento danni (persone – Enrico

cose) Nome Leonardi Walter Attraverso Nome Campioni - Bonifica della zona interessata dall’evento Ulteriori interventi finalizzati al Enrico - Opere provvisionali superamento dell’emergenza Nome Leonardi - Ripristino servizi essenziali Walter - Ripristino viabilità

copia informatica per consultazione 3 - PIANO INTERNO PER INCENDI BOSCHIVI

Supporto Quando Azioni Referente (Schede Come Note riferimento) Informazione alla popolazione sulla prevenzione Nome Campioni incendi, norme e divieti Enrico Nome Leonardi Walter Verifica pianificazione rispetto ad incendi interfaccia Nome Campioni Al ricevimento dello Enrico stato allerta per

incendi boschivi

Verifica Sistemi approvvigionamento idrico per Nome Campioni attività AIB Enrico Nome Leonardi Walter

Censimento/aggiornamento Nome Campioni Enrico

Informazione alla popolazione sulla prevenzione Nome Pelloni Ada incendi, norme e divieti

Al ricevimento

dell’attivazione del

Preallarme – Periodo di massima pericolosità

A seguito della Chi riceve la comunicazione dell’incendio boschivo Nome Campioni Scheda 6 comunicazione di un Enrico incendio Nome Muratori Emilia Si informa sulla situazione in atto e sulla possibile Nome Campioni Scheda 6 evoluzione Enrico

Convocazione COC ed attività di assistenza alla Nome Campioni popolazione Enrico

Redige il Catasto dell’area percorsa dal fuoco Nome Campioni Scheda 17 Enrico

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

RUBRICA DI PROTEZIONE CIVILE [email protected]

ENTE FUNZIONE MAIL TELEFONO FAX Assessore - Stefano Vaccari [email protected] 059/209401 059/209409 Dirigente Protezione Civile – [email protected] 059/209429 Rita Nicolini 059/200200 – Centro Unificato Provinciale - Protezione Civile 059/200211 Provincia di Francesco Gelmuzzi [email protected] 059/200210 Modena 059/200240 Chiara Bezzi [email protected] 059/200213 Silvia Pellati [email protected] 059/200211 Matteo Virga [email protected] 059/200209 Luca Ricci [email protected] 059/200214

Prefettura Modena [email protected] 059/410411 059/410666 Volontariato Unione Terre di Castelli Luca tenuta locale di protezione civile Avap Vignola Volontariato Protezione civile Dellacasa Lorenzo 059 77 55 88 [email protected] VVF Sede di Vignola 059/764222 Comando stazione Comando Zocca 059/987600 CFS 118 – Modena [email protected] 118 Soccorso AUSL Vignola 059/777041

copia informatica per consultazione Ospedali Ospedale di Vignola 059/777811 AIPO Modena 059/235222 Consorzio di Modena [email protected] 059/416511 Bonifica Servizio Tecnico di Bologna [email protected] 059/248713 059/248750 Bacino ARPA Sez. Sassuolo – Vignola 0536/930511 0536/930500 Ente gestore HERA 059/407111 059/407040

Vigili Municipali [email protected] 059/705760

COC Responsabile Emilia Muratori [email protected] 059/705711 Tecnico Scientifico Campioni Enrico [email protected] 059/705751 Pianificazione Sanità Assistenza Manzini Elisabetta [email protected] 059/705720 soc. Veterinaria Volontariato Materiali e Mezzi Campioni Enrico [email protected] 059/705751 Censimento danni Campioni Enrico [email protected] 059/705751 a Persone e Cose Strutture Walter Leonardi [email protected] 059/705760 operative locali, viabilità Telecomunicazioni Manzini Elisabetta [email protected] 059/705720 Assistenza alla Pelloni Ada [email protected] 059/705770 popolazione Reperibile Operaio UTC Magazzino 059/793477 Comunale

copia informatica per consultazione

COMUNE DI MARANO SUL PANARO PROVINCIA DI MODENA

CENTRO OPERATIVO COMUNALE PROTEZIONE CIVILE

Marano s.p., li

Alla Provincia di Modena U.O. Protezione Civile

OGGETTO: Comunicazione apertura C.O.C.

Si comunica con la presente che oggi ______alle ore ______presso il Comune di MARANO SUL PANARO visto lo stato di emergenza per “______” che interessa il territorio comunale precisamente in Via Fondovalle, si apre ufficialmente il C.O.C. per la pronta gestione e il coordinamento dell'evento. Si attivano le funzioni relative alle strutture operative locali /materiali e mezzi.

F.to IL SINDACO

______

IL TECNICO

______

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione Documenti e strumentazioni tecnologiche di cui occorre verificare la presenza e il funzionamento nella sede del Centro Operativo Comunale:

SPAZI E ARREDI IDONEI

DOCUMENTI

PIANO COMUNALE DI EMERGENZA

PROGRAMMA PROVINCIALE DI PREVISIONE E PREVENZIONE

PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA STRALCIO RISCHIO:

IDRAULICO IDROGEOLOGICO INCENDI BOSCHIVI INDUSTRIALE SISMICO MOBILITA’

PIANI SPECIFICI DI EMERGENZA DEL COMUNE O DI ALTRI ENTI COMPETENTI (es. Prefettura)

CARTOGRAFIE

PROGETTI E DETTAGLI DELLE AREE DI EMERGENZA

MODULISTICA E MANUALI (Azimut, ecc..)

STRUMENTAZIONI TECNOLOGICHE

SISTEMA DI ALLERTAMENTO

SIT (AZIMUT, NET ATLANTE, DB RISORSE, …)

SISTEMI DI MONITORAGGIO

SISTEMI DI COMUNICAZIONE RADIO

MAIL E NUMERO DI TELEFONO DEDICATO PER LA POPOLAZIONE

GENERATORI PER L’EMERGENZA

CHIAVI PER ACCESSO AD AREE EMERGENZA, MAGAZZINI E PUNTI SENSIBILI

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Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

RUBRICA ALLERTAMENTO PER COM (chi riceve i messaggi di allerta che determinano l’attivazione della fase di attenzione)

COMUNE NOME COGNOME FUNZIONE FAX MAIL CELLULARE CELLULARE SMS T MAIL Marano Emilia Muratori Responsabile 059705158 [email protected] Campioni Enrico Tecnico 059705158 [email protected] Scientifico Pianificazione Leonardi Walter Polizia 059705158 [email protected] Municipale

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

Schede Comunali

Cod FUNZIONI AUGUSTUS CODICE DENOMINAZIONE SCHEDA N° DATA COMUNALI SCHEDA SCHEDE AGG. F1 TECNICA E DI CL1 Enti Locali 2001 PIANIFICAZIONE CL1-A Enti Locali - strutture periferiche CL1-B Comune – inquadramento territoriale – numeri utili 1 CK1 Attività produttive 1 CK2 Punti approvvigionamento idrico CK3 Punti di avvistamento CZ2 Stabilimenti Industriali F2 SANITA’ – ASSISTENZA CB1-B Servizio di continuità assistenziale 2001 SOCIALE E VETERINARIA CB1-C Ambulatori e poliambulatori specialistici CB1-D Farmacie/depositi farmaceutici 1 CB1-E Laboratori di analisi CB3 Allevamenti zootecnici 1 CB4 Portatori di handicap CB5 Aree cimiteriali F3 VOLONTARIATO CD1 Organizzazioni di volontariato e gruppi comunali F4 MATERIALI E MEZZI CH1 Risorse umane CH2 Mezzi CH3 Materiali F5 SERVIZI ESSENZIALI CP1 Complessi scolastici F6 CENSIMENTO DANNI CN1 Complessi edilizi scolastici CN3 Ambulatori e poliambulatori specialistici CN4 Alberghi, case di riposo, monasteri, case di cura CN5 Cinema, teatri, centro congressi – commerciale CN6 Case circondariali CN7 Militari o assimilabili CN8 Enti locali CN9 Edifici di culto, musei, edifici monumentali CN10 Strutture mobilità e trasporto CN00 Complessi edilizi privati CN00-A Complessi edilizi privati – nuclei familiari F7 STRUTTURE OPERATIVE CE1 Enti gestori viabilità e trasporti LOCALI, VIABILITA’ CE6 Aeroporto – aviosuperficie – eliporto – elisuperficie CE7 Autoporto – interporto – stazione ferroviaria – porto CE8 Tratti critici sistema viario CE9 Gallerie CE10 Ponti CI1 Strutture operative CI1-A Strutture operative – sedi periferiche F8 TELECOMUNICAZIONI CF1 Enti gestori F9 ASSISTENZA ALLA CM1 Aree di accoglienza 1 2001 POPOLAZIONE CM2 Aree di accoglienza coperta 1 CM3 Deposito/magazzino 1 CM4 Aree di attesa 1 CM5 Aree di ammassamento 1 CM6 Aree di attesa coperta COC COC Centro operative comunale 1 2001 COC-A Centro operative comunale – funzioni 1 COC-B Centro operativo comunale – funzioni aggiuntive 1 COC-C Centro operativo comunale – comuni afferenti COM COM Centro operative misto COM-A Centro operative misto – componenti COM-B Centro operative misto – componenti COM-C Centro operative misto – comuni afferenti

copia informatica per consultazione IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELLA PROVINCIA DI MODENA

Il sistema informativo territoriale di protezione civile della Provincia di Modena, dei comuni e delle Comunità Montane è costituito da 4 programmi informatici che consentono di censire e visualizzare tutti i dati utili per la pianificazione e la gestione delle emergenze. Ogni referente di protezione civile, ogni centro operativo comunale e ogni centro operativo misto devono avere installati sui computer di protezione civile questi 4 programmi:

Db Risorse E’ il programma che permette di censire in apposite schede, organizzate secondo le funzioni di supporto del metodo “Augustus”, tutti i dati utili per la pianificazione e la gestione delle emergenze comunali e provinciali. I dati vengono inseriti attraverso il suddetto programma in un database. Ogni ente dovrà aver cura di conservare il database con i dati salvati. I programmi e i loro aggiornamenti possono essere re installati, il data base invece è un file che non deve essere smarrito o cancellato.

Map Viewer

E’ il programma che consente di visualizzare e ubicare su carte tecniche regionali (CTR) i dati da censire così da geo-referire (attribuirgli coordinate cartografiche) il dato.

Net Atlante E’ il programma che consente lo scambio dei dati tra comuni, comunità montane e provincia. In particolare:

- tramite la sezione “scambio dati” sono scambiati i dati censiti nei data base; - tramite la sezione documenti sono disponibili tutti i documenti di riferimento per la protezione civile: programma provinciale di previsione e prevenzione, piano di emergenza provinciale, piani di emergenza comunali, ecc.. - tramite la sezione cartografie possono essere scaricati tutti gli shape file e le cartografie in formato .pdf dei piani di emergenza comunali e provinciali.

Schede dati E’ il programma che consente di visualizzare le singole schede per i censimenti e la spiegazione di come devono essere censiti i dati.

copia informatica per consultazione Principali tematismi e cartografie del Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione e dei diversi stralci del Piano Provinciale di Emergenza

Tematismi e Cartografie del Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione e del Piano Provinciale di Emergenza

Rischio Idraulico Tematismi importanti

- Censimento degli eventi di esondazione interessanti la Provincia di Modena nel periodo 1839-1944 (DC/381/1998) - Censimento delle reti di monitoraggio idrometriche e pluviometriche (DC/381/1998 – aggiornato 2006) - Tratti critici del sistema idraulico regionale: la Provincia di Modena (DC/381/1998 – aggiornato DC/18/2007) - Piano nazionale di emergenza Bacino del Po D.M. 650/1995 (DC/381/1998) - Censimento degli elementi morfologici che influenzano il propagarsi delle acque di esondazione fluviale (DC/381/1998: Alvei, argini e aree golenali, aree depresse, celle idrauliche, linee di deflusso, dossi, punti di discontinuità e discontinuità non chiudibile – aggiornato DC/18/2007 relativamente a rilevati, ostacoli, dossi) - Allagamenti localizzati (shape realizzato nel 2006) - Piastrini (aggiornamento 2006)

Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione (DC/381/1998 e DC/18/2007)

Carta (DC/381/1998) delle aree inondate per rotta del fiume Po in Provincia di Modena nel periodo 1839-1944 - scala 1:50.000 Tematismi caratteristici  Eventi di esondazione interessanti la Provincia di Modena nel periodo 1839-1944 (DC/381/1998)

Carta (DC/381/1998) dei tratti critici e delle arginature di fiumi e canali con l’ubicazione dei pilastrini - scala 1:10.000 Tematismi caratteristici  Tratti critici del sistema idraulico regionale – (DC/381/1998 - aggiornato DC/18/2007)  Pilastrini – (aggiornato 2006)  Aree golenali – (DC/381/1998)  Linee di flusso – (DC/381/1998)

1 copia informatica per consultazione Principali tematismi e cartografie del Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione e dei diversi stralci del Piano Provinciale di Emergenza

Carta (DC/381/1998) degli elementi morfologici che influenzano il propagarsi delle acque di esondazione fluviale (carta idromorfologica) - scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Elementi morfologici che influenzano il propagarsi delle acque di esondazione fluviale (DC/381/1998: Alvei, argini e aree golenali, aree depresse, celle idrauliche, linee di deflusso, dossi, punti di discontinuità e discontinuità non chiudibile – aggiornato DC/18/2007 relativamente a rilevati e ostacoli, dossi)

Carta (DC/381/1998) dei rilevati stradali e ferroviari - scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Rilevati stradali e ferroviari (aggiornato DC/18/2007 shape rilevati_ostacoli e dossi)

Carta (DC/381/1998) delle arginature - scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Alvei, argini e aree golenali

Carta idromorfologica (DC/19/2007) – scala 1:50.000 Tematismi caratteristici  Rilevati e ostacoli – (aggiornato DC/18/2007)  Dossi – (aggiornato DC/18/2007)  Pilastrini – (aggiornamento 2006)  Aree golenali – (aggiornamento 2006)  Linee di flusso (DC/381/1998)  Litologia di superficie – banca dati geognostica RER

Carta dei territori di competenza dei consorzi di bonifica (DC/19/2007) – scala 1:50.000 Tematismi caratteristici  Territori di competenza dei consorzi di bonifica

Carta dei tratti critici (DC/19/2007) – scala 1:50.000 Tematismi caratteristici  Tratti critici – (aggiornato DC/18/2007)  Pilastrini – (aggiornamento 2006)  Aree golenali – (aggiornamento 2006)

2 copia informatica per consultazione Principali tematismi e cartografie del Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione e dei diversi stralci del Piano Provinciale di Emergenza

 Allagamenti localizzati - (shape realizzato nel 2006)

Piano Provinciale di Emergenza – stralcio rischio idraulico (DC/19/2007)

Carta di C.O.C. (DC/19/2007) – scala 1:10.000 Tematismi caratteristici  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi)  Elementi sensibili (alberghi, scuole, allevamenti, aziende, edifici di culto, discariche)  Sanità e strutture operative  Tratti critici del sistema idraulico – (aggiornato con DC/18/2007)  Pilastrini – (aggiornamento 2006)  Allagamenti localizzati – (shape realizzato nel 2006)

Carta di C.O.M. (DC/19/2007) – scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi)  Sanità e strutture operative  Rilevati e ostacoli – (aggiornato con DC/18/2007)  Alvei e aree golenali – (DC/381/1998)  Dossi – (aggiornato DC/18/2007)  Idrometri – (aggiornato 2006)

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Rischio Idrogeologico

Tematismi importanti

- Carta geologica - Siti a rischio frana relativi alle schede monografiche – (DC/381/1998) - Shape della carta inventario dissesto regionale (DC/95/2005 e DGR 803/2004) – (in continuo aggiornamento presso RER) - Shape della carta inventario del dissesto variante al PTCP (DC/107/2006) - Inventario Fenomeni Franosi d’Italia (IFFI) - Aree 267 - Aree 445 - Catasto storico segnalazioni di Brunamonte - Shape Segnalazioni (2004 – 2006) - Shape Catasto opere idrauliche e shape catasto opere consolidamento versanti (giugno 2007, dati dal 2000 al 2006) - Shape Monitoraggio (2004)

Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione (DC/381/1998 e DC/95/2005)

Carta (DC/381/1998) di criticità da frana (RER) – scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Classi di pericolosità – RER  Morfometria – RER

Carta inventario del dissesto (DC/95/2005) – scala 1:10.000 Tematismi caratteristici  Shape carta inventario dissesto regionale – (in continuo aggiornamento presso RER)

Carta inventario del dissesto variante al PTCP (DC/107/2006) TAV. 3 e 4 – scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Shape della carta inventario del dissesto variante al PTCP (DC/107/2006)

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Piano Provinciale di Emergenza – stralcio rischio idrogeologico (DC/149/2002)

Carta di C.O.C. – scala 1:10.000; Carta di C.O.M. – scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Rete di monitoraggio idropluviometrico in teletrasmissione – (aggiornato al 2002)  Rete elettrica alta e media tensione – (catasto provinciale aggiornato al 2000)  Carta inventario del dissesto – PTCP – (Tav. 3 aggiornata al 1998)  Zone di tutela dei corpi idrici e sorgenti – PTCP (Tav. 1 e 7, aggiornata al 1998)  Tratti critici del sistema idraulico regionale – (DC/381/1998)  Aree a rischio idrogeologico elevato e molto elevato - (PS 267/98)  Area inondabile integrata con fascia di incertezza – (DC/381/1998)  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi) – (dato aggiornato al 2002)  Elementi sensibili (popolazione esposta al rischio, scuole, allevamenti, att. Produttive, alberghi, edifici di culto) – (dato aggiornato al 2002)  Sanità e strutture operative – (dato del 2002, in aggiornamento 2007/2008)

Piano Provinciale di Emergenza – stralcio rischio idrogeologico elevato e molto elevato (DC/37/2002)

Carta di C.O.C. – scala 1:10.000; - Carta di C.O.M. – scala 1:50.000 Tematismi caratteristici  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi) – (dato aggiornato al 2001)  Elementi sensibili (popolazione esposta al rischio, scuole, allevamenti, att. Produttive, alberghi, edifici di culto) – (dato aggiornato al 2001)  Aree a rischio idrogeologico elevato e molto elevato (PS 267/98)  Aree 445

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Rischio Incendi Boschivi

Tematismi importanti - Principali incendi dal 1987 al 1997 (DC/381/1998) - Principali incendi dal 1987 al 1997 (DC/381/1998 – integrato con i dati 2002 – 2007) - Shape “Dighe e sbarramenti / invasi” (DC/171/2003) - Shape elisuperfici (DC/171/2003) - Grafici relativi ai profili morfometrici dei punti di avvistamento (DC/171/2003) - Punti di avvistamento – (shape aggiornato 2007) - Punti di approvvigionamento idrico – (shape aggiornato 2005) - Viabilità di accesso alle aree boscate – (shape aggiornato 2005) - Potenziale pirologico – (shape aggiornato 2006) - Carta copertura forestale (DC/381/1998) - Carta forestale aggiornata 2007

Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione (DC/381/1998)

Carta dei principali incendi boschivi della provincia di Modena dal 1987 al 1997 Tematismi caratteristici  Principali incendi dal 1987 al 1997 (DC/381/1998)

Carta forestale della provincia di Modena Tematismi caratteristici  Copertura forestale – (DC/381/1998)

Carta dei punti di avvistamento della provincia di Modena (DC/171/2003) Tematismi caratteristici  Punti di avvistamento  Grafici dei profili morfologici dei punti di avvistamento (DC/171/2003)

Carta dei punti di avvistamento della provincia di Modena (2007) Tematismi caratteristici  Punti di avvistamento

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 Grafici dei profili morfologici dei punti di avvistamento

Carta degli obiettivi prioritari da difendere (2007) Tematismi caratteristici  Alberi monumentali  Aree di protezione totale dei parchi  Aree naturali protette  Territorio antropizzato a meno di 50 metri da aree ad elevato rischio di incendi  Boschi di conifere a meno di 200 a territorio antropizzato  Viabilità di accesso alle aree forestali (dicembre 2005)

Piano Provinciale di Emergenza – stralcio rischio incendi boschivi (DG 323/2002, mai andato in consiglio)

Carta di C.O.C. – scala 1:10.000 (DC 171/2003); Carta di C.O.M. – scala 1:25.000 Tematismi caratteristici  Potenziale pirologico 1998  Punti di approvvigionamento idrico – (DC/171/2003)  Punti di innesco degli incendi boschivi – CFS 1991 –2002  Punti di avvistamento – (DC/171/2003)  Viabilità di accesso alle aree boscate (dato aggiornato al 2003)  Rete elettrica alta e media tensione – (catasto provinciale aggiornato al 2000)  Strutture operative – (aggiornate al 2003)

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Rischio Industriale

Tematismi importanti - Aziende a rischio 2002 - Stabilimenti RIR (DC/48/2004: variante al PTCP inerente zone interessate da stabilimenti RIR) - Perimetri Aziende RIR (DC/48/2004: variante al PTCP inerente zone interessate da stabilimenti RIR) - Scenari di evento di 16 aziende RIR (DC/48/2004: variante al PTCP inerente zone interessate da stabilimenti RIR)

Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione

Carta delle aziende a rischio della Provincia di Modena – scala 1:10.000 (DC/381/1998) Tematismi caratteristici  Aziende a rischio (DC/381/1998)

Carta delle aziende a rischio di incidente rilevante della Provincia di Modena – scala 1:10.000 (DC/381/1998) Tematismi caratteristici  Aziende a rischio di incidente rilevante (centri e perimetri)  Scenari di evento

Carta della vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento – scala 1:25.000 (DC/381/1998) Tematismi caratteristici  Vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento - PTCP

Piano Provinciale di Emergenza – stralcio rischio industriale incidente rilevante (DC/134/2004)

Carta degli scenari di danneggiamento delle aziende a rischio di incidente rilevante (DC/134/2004) Tematismi caratteristici  Pertinenze aziendali - (DC/48/2004)  Sorgenti di evento - (DC/48/2004)  Aree di danno e relativi inviluppi – (DC/48/2004)  Rete elettrica alta e media tensione – (catasto provinciale aggiornamento del 2000)  Rete fognaria

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 Rete acquedottistica  Zone di tutela dei corpi idrici e sorgenti – PTCP 1998, Tav. 1 e 7

Carta di C.O.M. – scala 1:25.000 (DC/134/2004) Tematismi caratteristici  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi) – (aggiornamenti del 2004)  Sanità e strutture operative – (aggiornamenti del 2004)  Rete elettrica alta e media tensione – (catasto provinciale aggiornamento del 2000)  Zone di tutela dei corpi idrici e sorgenti – PTCP 1998, Tav. 1 e 7

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Rischio Sismico

Tematismi importanti - Censimento dei principali eventi sismici dall’anno 1000 ad oggi (DC/381/1998) - Effetti di sito – (variante generale al PTCP 2007 - 2008) - Carta litotecnica - Studio geostrutturale

Programma Provinciale di Previsione e Prevenzione

Carta degli epicentri della provincia di Modena dall’anno 1000 all’anno 1996 – scala 1:10.000 (DC/381/1998) Tematismi caratteristici  Epicentri storici

Piano Provinciale di Emergenza – stralcio rischio Sismico (DC/114/2005)

Carta di C.O.C. – scala 1:10.000 (DC/114/2005) Tematismi caratteristici  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi) – (aggiornate al 2004)  Elementi sensibili (alberghi, scuole, allevamenti, aziende, edifici di culto, discariche) – (aggiornate al 2004)  Sanità e strutture operative – (aggiornate al 2004)  Carta inventario del dissesto regionale – (DGR 803/04)

Carta di C.O.M. – scala 1:25.000 (DC/114/2005) Tematismi caratteristici  Risorse di Protezione Civile (aree di protezione civile, centri operativi) – (aggiornate al 2004)  Sanità e strutture operative – (aggiornati al 2004)  Tratti critici stradali – (aggiornati al 2001)

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Emergenze Mobilità

Piano Provinciale di Emergenza

Carta dei punti critici: emergenza neve Tematismi caratteristici  Punti critici del sistema viario per neve – (aggiornati al 2006)  Presidi – (aggiornati al 2006)

11 copia informatica per consultazione

COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piano Comunale di Emergenza

Criticità e scenari di evento

Anno 2017

SCHEDA 8

copia informatica per consultazione 1. EVENTI CON PREANNUNCIO

Le tipologie di fenomeni oggetto del sistema di allertamento sono: 1. criticità idraulica 2. criticità idrogeologica 3. criticità idrogeologica per temporali 4. vento 5. temperature estreme 6. neve 7. ghiaccio e pioggia che gela

1.1. CRITICITÀ IDRAULICA - EFFETTI AL SUOLO Vengono valutate le criticità sul territorio connesse al passaggio di piene fluviali, generate da piogge abbondanti o intense, che interessano i corsi d’acqua maggiori ed il reticolo di bonifica, per i quali è possibile effettuare una previsione dell'evoluzione a breve termine in fase di evento, sulla base del monitoraggio strumentale dei livelli idrometrici. La valutazione della criticità idraulica in fase di previsione è articolata in quattro codici colore dal verde al rosso; gli scenari di evento ed i possibili effetti e danni corrispondenti, sono riassunti nella Tabella seguente.

CRITICITA’ IDRAULICA CODICE SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI SCENARI SPECIFICI COLORE Occasionale pericolo per la sicurezza delle Si possono verificare fenomeni localizzati di incremento dei persone con possibile perdita di vite umane livelli idrometrici nei corsi d’acqua maggiori e nei canali di per cause incidentali. bonifica, al di sopra della soglia 1.

Si possono verificare innalzamenti dei livelli idrometrici nei - Limitati danni alle opere idrauliche e di canali di bonifica. difesa delle sponde, alle attività agricole, ai Anche in assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi

GIALLO cantieri, agli insediamenti civili e industriali nei corsi d’acqua principali può determinare criticità in alveo e/o in prossimità della rete di idraulica. bonifica.

copia informatica per consultazione CRITICITA’ IDRAULICA CODICE SCENARIO DI EVENTO POSSIBILI EFFETTI E DANNI SCENARI SPECIFICI COLORE Si possono verificare fenomeni diffusi di: Pericolo per la sicurezza delle persone con Rio Piccolo - innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua possibili perdite di vite umane nelle zone maggiori, al di sopra della soglia 2, con inondazione inondate o prossime ai corsi d’acqua. Lago via Villabianca Proprietà delle aree limitrofe e delle zone golenali ed interessamento

degli argini; Uguzzoni Nelle zone inondate o prossime ai corsi - innalzamenti dei livelli idrometrici nella rete di bonifica, d’acqua: Lago via Villabianca Proprietà con difficoltà di smaltimento delle acque, con inondazione - Danni alle opere di contenimento, Roli Romolo delle aree limitrofe; regimazione e attraversamento dei corsi - fenomeni di erosione delle sponde, trasporto solido, Lago via Caduti sul Lavoro d’acqua. divagazione dell’alveo; - Danni a infrastrutture, edifici e attività Proprietà Chiletti Savigni - occlusioni, parziali o totali, delle luci dei ponti dei corsi ARANCIONE agricole, cantieri, insediamenti civili e Rio Faellano d’acqua maggiori. industriali situati in aree golenali o in aree Fiume Panaro Anche in assenza di precipitazioni, il transito di piene inondabili e/o in prossimità della rete di fluviali nei corsi d’acqua maggiori può determinare bonifica. criticità. Si possono verificare numerosi e/o estesi fenomeni, quali: Rio Piccolo - Piene fluviali dei corsi d’acqua maggiori con superamenti Grave pericolo per la sicurezza delle persone della soglia 3 con estesi fenomeni di inondazione anche con possibili perdite di vite umane nelle zone Lago via Villabianca Proprietà di aree distanti dal fiume, diffusi fenomeni di erosione

inondate o prossime ai corsi d’acqua. delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo. Uguzzoni

- Possibili fenomeni di tracimazione della rete di bonifica. Lago via Villabianca Proprietà Nelle zone inondate o prossime ai corsi - Fenomeni di sormonto, sifonamento, cedimento degli d’acqua e/o alla rete di bonifica: Roli Romolo argini, fontanazzi, sormonto dei ponti e altre opere di - Danni parziali o totali di argini, ponti e altre Lago via Caduti sul Lavoro ROSSO attraversamento, nonché salti di meandro. opere idrauliche, di infrastrutture - Occlusioni, parziali o totali, delle luci dei ponti dei corsi Proprietà Chiletti Savigni ferroviarie e stradali; d’acqua maggiori. Rio Faellano - Danni a beni e servizi. Anche in assenza di precipitazioni, il transito dei deflussi Fiume Panaro nei corsi d’acqua maggiori può determinare criticità.

copia informatica per consultazione 1.2. CRITICITÀ IDROGEOLOGICA – EFFETTI AL SUOLO Vengono valutate le criticità sul territorio connesse a: - fenomeni misti idrogeologici-idraulici che interessano il reticolo idrografico minore collinare-montano: rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici (flash flood) nei corsi d’acqua a regime torrentizio con tempi di corrivazione brevi, scorrimenti superficiali delle acque, sovralluvionamenti, erosioni spondali; - allagamenti connessi all’incapacità di smaltimento delle reti fognarie urbane. La valutazione della criticità idrogeologica in fase di previsione viene effettuata sulle otto zone di allerta (vedi Allegato 1 di cui alla DGR 417/2017), valutando: 1. la pioggia prevista, in termini di pioggia media areale nelle 24 ore che, fornita in input a modelli statistici in uso presso il Centro Funzionale ARPAE-SIMC, tarati sugli eventi avvenuti in passato, legano il superamento di determinate soglie di pioggia alla probabilità del verificarsi di frane, flash flood, erosioni o allagamenti nel reticolo idrografico minore; 2. lo stato di saturazione dei suoli mediante l’analisi delle quantità di precipitazioni o fusione di neve avvenute nel periodo precedente, la diffusione di eventuali fenomeni franosi già in atto sul territorio, la presenza di livelli idrometrici sostenuti nel reticolo idrografico minore.

1.3. CRITICITÀ IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI – EFFETTI AL SUOLO Vengono valutate le criticità sul territorio connesse a fenomeni di pioggia molto intensa a carattere temporalesco, alla quale si associano forti raffiche di vento ed eventuali trombe d’aria (tornado), grandine e fulminazioni. Non si tratta quindi di temporali isolati, bensì di temporali organizzati in strutture di grandi dimensioni (di almeno una decina di kmq), con caratteristiche rilevanti in termini di durata, area interessata e intensità dei fenomeni, per cui si parla più in generale di sistemi convettivi. I fenomeni temporaleschi sono classificati in base all’intensità in: · Rovesci/temporali brevi: intensità < 30 mm/h, durata inferiore all’ora. · Temporale forte: intensità: > 30 mm/h, durata inferiore all’ora. · Temporale forte e persistente: > 30 mm/h o 70 mm/3h, durata superiore all’ora.

copia informatica per consultazione CRITICITA’ IDROGEOLOGICA E CRITICITA’ IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI CODICE SCENARIO DI EVENTO EFFETTI E DANNI SCENARI SPECIFICI COLORE Assenza di fenomeni significativi prevedibili, anche se non è possibile escludere a livello locale: - in caso di rovesci e temporali: fulminazioni localizzate, grandinate e isolate raffiche di vento, allagamenti localizzati dovuti a difficoltà dei Non prevedibili, non si escludono eventuali danni puntuali. sistemi di smaltimento delle acque meteoriche e piccoli

VERDE smottamenti; - nei giorni successivi a eventi meteo già terminati: rare frane (scivolamenti o locali cadute massi) Si possono verificare fenomeni localizzati di: - erosione, frane e colate rapide di detriti o di fango in bacini di dimensioni limitate; - caduta massi e scivolamenti di roccia e detrito - smottamenti su Occasionale pericolo per la sicurezza delle persone con possibile pareti di controripa stradale e cedimenti su sottoscarpa stradali; perdita di vite umane per cause incidentali. - ruscellamenti superficiali con possibili fenomeni di trasporto di materiale; - innalzamento dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua minori e nei - Localizzati allagamenti di locali interrati e di quelli posti al piano canali di bonifica, con inondazioni delle aree limitrofe, anche per terreno lungo vie potenzialmente interessate da deflussi idrici. effetto di criticità locali (tombature, restringimenti, occlusioni delle - Danni localizzati a infrastrutture, edifici e attività agricole, Via Rio Torto luci dei ponti, cantieri, insediamenti civili e industriali interessati da frane, colate Casona etc); rapide o dallo scorrimento superficiale delle acque. - Temporanee interruzioni della rete stradale e/o ferroviaria in Borgo Fontana - Area

- scorrimento superficiale delle acque nelle strade e possibili fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque prossimità di impluvi, canali, zone depresse (sottopassi, tunnel, Fosso Matteazzi piovane con avvallamenti stradali, ecc.) e a valle di Ospitaletto porzioni di versante interessate da fenomeni franosi. tracimazione e coinvolgimento delle aree urbane in particolare di Casa Bonettini quelle depresse.

GIALLO Ulteriori effetti in caso di fenomeni temporaleschi Via Rivara Nel caso di fusione della neve, anche in assenza di precipitazioni, - Danni alle coperture e alle strutture provvisorie con trasporto di Marano zona Castello si possono verificare occasionali fenomeni franosi anche rapidi materiali a causa di forti raffiche di vento. Via Villabianca - Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, legati a condizioni idrogeologiche particolarmente fragili, per Via Bressola effetto della saturazione dei suoli. segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi (in particolare telefonia, elettricità). Nel caso di temporali forti lo scenario è caratterizzato da elevata - Danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli incertezza previsionale ed i fenomeni sopra descritti sono automezzi a causa di grandinate. caratterizzati da una maggiore intensità puntuale e rapidità di - Innesco di incendi e lesioni da fulminazione. evoluzione.

Si possono verificare ulteriori effetti dovuti a possibili fulminazioni, grandinate, forti raffiche di vento.

copia informatica per consultazione CRITICITA’ IDROGEOLOGICA E CRITICITA’ IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI CODICE SCENARIO DI EVENTO EFFETTI E DANNI SCENARI SPECIFICI COLORE Si possono verificare fenomeni diffusi di instabilità di versante, localmente anche profonda, in contesti geologici particolarmente critici: - frane di scivolamento in roccia e detrito, colate rapide di detriti o Pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite di fango, frane complesse; umane. - smottamenti su pareti di controripa stradale e cedimenti su sottoscarpa stradali; Effetti diffusi: - significativi ruscellamenti superficiali, anche con trasporto di - Allagamenti di locali interrati e di quelli posti al piano terreno materiale, possibili voragini per fenomeni di erosione; lungo vie potenzialmente interessate da deflussi idrici. Via Rio Torto - innalzamento dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua minori e nei - Danni e allagamenti a centri abitati, infrastrutture, edifici e

canali di bonifica con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, attività agricole, cantieri, insediamenti civili e industriali Casona

anche per effetto di criticità locali (tombinature, restringimenti, interessati da frane o da colate rapide. Borgo Fontana - Area occlusioni delle luci dei ponti, etc.); - Interruzioni della rete stradale e/o ferroviaria in prossimità di Fosso Matteazzi - scorrimento superficiale delle acque nelle strade e fenomeni di impluvi e a valle di frane e colate di detriti o in zone depresse in Ospitaletto rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque piovane con prossimità del reticolo idrografico minore. tracimazione e coinvolgimento delle aree urbane; Casa Bonettini - caduta massi in più punti del territorio. Ulteriori effetti in caso di fenomeni temporaleschi: Via Rivara

ARANCIONE - Danni alle coperture e alle strutture provvisorie con trasporto di Marano zona Castello Nel caso di assenza di precipitazioni, si possono verificare materiali a causa di forti raffiche di vento. Via Villabianca significativi fenomeni franosi anche rapidi legati a condizioni - Rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento di pali, Via Bressola idrogeologiche particolarmente fragili, per effetto della saturazione segnaletica e impalcature con conseguenti effetti sulla dei suoli. viabilità e sulle reti aeree di comunicazione e di distribuzione di servizi. Nel caso di temporali forti diffusi e persistenti lo scenario è - Danni alle colture agricole, alle coperture di edifici e agli caratterizzato da elevata incertezza previsionale. I fenomeni sopra automezzi a causa di grandinate; descritti sono caratterizzati da una maggiore intensità puntuale e - Innesco di incendi e lesioni da fulminazione. rapidità di evoluzione. Si possono verificare ulteriori effetti dovuti a possibili fulminazioni, grandinate, forti raffiche di vento e/o trombe d’aria.

copia informatica per consultazione CRITICITA’ IDROGEOLOGICA E CRITICITA’ IDROGEOLOGICA PER TEMPORALI CODICE SCENARIO DI EVENTO EFFETTI E DANNI SCENARI SPECIFICI COLORE Si possono verificare numerosi, ingenti e/o estesi fenomeni di: Via Rio Torto - instabilità di versante, anche profonda e anche di grandi Grave pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite dimensioni: frane di scivolamento in roccia e detrito, colate rapide Casona di vite umane. di detriti o di fango, frane complesse; Borgo Fontana - Area

Effetti ingenti ed estesi:

* - smottamenti di materiale roccioso su pareti di controripa stradale - Danni a edifici e centri abitati, alle attività e colture agricole, ai Fosso Matteazzi e cedimenti su sottoscarpa stradale; cantieri e agli insediamenti civili e industriali, sia vicini che distanti Ospitaletto - ingenti ruscellamenti superficiali con diffusi fenomeni di trasporto dai corsi d’acqua, per allagamenti o coinvolti da frane o da colate di materiale, possibili voragini per fenomeni di erosione; Casa Bonettini rapide. ROSSO - rilevanti innalzamenti dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua Via Rivara - Danni o distruzione di infrastrutture ferroviarie e stradali, di minori, con estesi fenomeni di inondazione; argini, ponti e altre opere idrauliche. Marano zona Castello - occlusioni parziali o totali delle luci dei ponti dei corsi d’acqua - Danni a beni e servizi. Via Villabianca minori; Via Bressola - caduta massi in più punti del territorio. * Lo scenario con codice colore ROSSO è previsto per la sola CRITICITÀ IDROGEOLOGICA

copia informatica per consultazione 1.4. SOGLIE DI ALLERTAMENTO PER ALTRI EVENTI CON PREANNUNCIO

Di seguito sono riportate le soglie corrispondenti alle fasi di allertamento previste per gli altri fenomeni meteo oggetto di allertamento.

Zone e Criticità Indicatore GIALLO ARANCIONE ROSSO sottozone Intensità > B7 (28-33 > B8-B9 (34- > B10 (48-55 Vento Scala Beaufort E2 nodi o 50-61 47 nodi o 62- nodi o 89-102 (nodi o km/h) km/h) 88 km/h) km/h) DI=25°C o DI>25°C o Thom Temperature almeno 3 almeno 3 Discomfort estreme E2 DI=24°C giorni giorni Index elevate consecutivi a consecutivi a (°C) DI=24°C DI=25°C Temperature Tmin e Tmed Tmin<-8 °C o Tmin<-12 °C o Tmin<-20 °C o estreme E2 (°C) Tmed < 0°C Tmed<-3°C Tmed<-8°C rigide Accumulo Neve E2 10-30 cm 30-60 cm >60 cm (cm) Estesa formazione di Elevata Pioggia che Ghiaccio e ghiaccio o probabilità di gela diffusa e pioggia che E2 possibili pioggia che persistente gela episodi di gela (> 10 mm) pioggia che gela

copia informatica per consultazione 1.5. NOTIFICHE In corso di evento vengono notificate tramite sms ed e-mail ai Comuni, agli enti e alle strutture operative territorialmente interessate:  il superamento di soglie pluviometriche,  i superamenti di soglie idrometriche 2 e 3, rilevate attraverso la rete regionale di monitoraggio pluvio-idrometrica in telemisura

COMUNE PLUVIOMETRI IDROMETRI (CORSI D’ACQUA) GUIGLIA, PONTE MARANO SUL SAMONE, SAVIGNANO PONTE SAMONE (PANARO) PANARO SUL PANARO

Le soglie pluviometriche individuate, sono considerate corrispondenti alla evidenza in atto di un temporale forte e persistente e sono pari a 30mm/h e 70mm/3h di pioggia cumulata. PLUVIOMETRI ASSOCIATI: GUIGLIA, PONTE SAMONE, .

Le soglie idrometriche costituiscono un indicatore della pericolosità della piena in atto nelle sezioni idrometriche del tratto arginato di valle del corso d’acqua; nelle sezioni idrometriche del tratto montano possono assumere anche un significato di preannuncio da monte verso valle lungo uno stesso corso d’acqua, in quanto spesso rispondono ad una correlazione monte-valle per le tipologie di piene più frequenti. Si presume infatti che il livello idrometrico nel corso d’acqua sia un indicatore proporzionale alla gravità degli effetti indotti dalla piena sui territori circostanti: è infatti impossibile conoscere e prevedere su scala regionale le eventuali criticità della rete idrografica e dei territori attraversati che possono manifestarsi durante l’evento, riscontrabili solo su scala locale. In linea generale le soglie idrometriche nelle sezioni strumentate, sono così definite: · Soglia 1: livelli idrometrici corrispondenti alla completa occupazione dell’alveo di magra, sensibilmente al di sotto del piano di campagna. Indica il passaggio di una piena poco significativa, che potrebbe però necessitare di alcune manovre idrauliche o azioni preventive sui corsi d’acqua. · Soglia 2: livelli idrometrici corrispondenti all’occupazione delle aree golenali o di espansione del corso d’acqua, che possono superare il piano di campagna, con interessamento degli argini. Indica il passaggio di una piena significativa, con diffusi fenomeni di erosione e trasporto solido. · Soglia 3: livelli idrometrici corrispondenti all’occupazione dell’intera sezione fluviale, prossimi ai massimi registrati o al franco arginale. Indica il passaggio di una piena eccezionale, con ingenti ed estesi fenomeni di erosione e trasporto solido. IDROMETRO CORSO D’ACQUA SOGLIA 1 SOGLIA 2 SOGLIA 3 PONTE SAMONE PANARO 1.00 1.60 2.00

copia informatica per consultazione 1.6. CRITICITA’ E SCENARI DI EVENTO PERIODICAMENTE AGGIORNATI DAL COMUNE E DA VERIFICARE IN CASO DI EMERGENZA

SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO IDRAULICO TIPOLOGIA DOVE NOTE Allagamenti Rio Piccolo Esondazione della zona artigianale, localizzati urbani dell’area campi sportivi Fornacione Lago via Villabianca Proprietà Esondazione lungo via Villabianca Uguzzoni fuori confine capoluogo Lago via Villabianca Proprietà Esondazione edifici lungo via Roli Romolo Villabianca zona capoluogo Fornacione Lago via Caduti sul Lavoro Esondazione edifici lungo via Proprietà Chiletti Savigni Fontanaccia Rio Faellano Esondazione della zona artigianale, ed area agricola capoluogo Fiume Panaro Esondazione area parco fluviale ed edifici nelle vicinanze del fiume a Marano e Casona

SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO IDROGEOLOGICO TIPOLOGIA DOVE NOTE Frane Via Rio Torto Non sono presenti edifici civili nella zona, Casona creata viabilità secondaria Borgo Fontana - Area Presente il Borgo “Fontana”. Edifici civili. Fosso Matteazzi Ospitaletto Casa Bonettini Presenti edifici produttivi, sono stati realizzati interventi di sostegno al terreno che hanno fermato il movimento franoso Via Rivara Viabiltà continuamente soggetta a movimenti, non sono presenti edifici civili, esistono viabilità alternative Marano zona Castello Area che a seguito di lavorazioni, manifesta alcuni movimenti a seguito di pioggie, dovute alla forte pendenza del terreno. Non sono registrate frane attive o quiescenti, si tratta di terreni superficiali. Presenza di edifici civili a valle (via Fontanaccia) Via Villabianca Presso il centro abitato frequenti frane della strada Via Bressola Frana in movimento sulla strada

copia informatica per consultazione SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO IDROGEOLOGICO PER TEMPORALI TIPOLOGIA DOVE NOTE Marano zona Castello Area che a seguito di lavorazioni, manifesta alcuni movimenti a seguito di pioggie, dovute alla forte pendenza del terreno. Non sono registrate frane attive o quiescenti, si tratta di terreni superficiali. Presenza di edifici civili a valle (via Fontanaccia) Rio Piccolo Esondazione della zona artigianale, dell’area campi sportivi Fornacione Rio Faellano Esondazione della zona artigianale, ed area agricola capoluogo

SCENARIO DI EVENTO – CRITICITÁ VENTO TIPOLOGIA DOVE NOTE Capoluogo Possibili cadute di cartelli

SCENARIO DI EVENTO – CRITICITÁ TEMPERATURE ESTREME TIPOLOGIA DOVE NOTE

SCENARIO DI EVENTO – CRITICITÁ NEVE TIPOLOGIA DOVE NOTE Frazioni e centro abitato del capoluogo

SCENARIO DI EVENTO – CRITICITÁ GHIACCIO E PIOGGIA CHE GELA TIPOLOGIA DOVE NOTE

copia informatica per consultazione

2. EVENTI SENZA PREANNUNCIO

SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO SISMICO TIPOLOGIA DOVE NOTE Capoluogo Scuole Elementari

SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO INDUSTRIALE TIPOLOGIA DOVE NOTE

SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO MOBILITÁ TIPOLOGIA DOVE NOTE Fondovalle Panaro di collegamento tra i vari capoluoghi

3. INCENDI BOSCHIVI

SCENARIO DI EVENTO – RISCHIO INCENDI BOSCHIVI TIPOLOGIA DOVE NOTE Zona soggetta a Asse Casona Rischio di incendio sterpaglie a fianco della frequenti incendi Fondovalle fondovalle Zona soggetta a Asse Casona Rischio di incendio sterpaglie a fianco della frequenti incendi Fondovalle fondovalle

copia informatica per consultazione ! T. H GU 7#ER R I 64 O L BACINI IDROGRAFICI E IDROGRAFIA SUPERFICIALE O A R L ATLANTE DEL RISCHIOA IDRAULICO E IDROGEOLOGICOO - AREA PEDECOLLINA V S IA S H E O AtlanteMO_pedecollina_AreaC 10 R idrografia naturtale R S B R UE . G O TINO I O TRA R I Rete di bonifica RIO R R IO

AREA 10: MESSA IN SICUREZZA DEL COMUNE DI MARANO SUL PANARO VIGNOLA V A L L E VIGNOLA CASTELVETRO DI MODENA

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Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

Schede Comunali

Cod FUNZIONI AUGUSTUS CODICE DENOMINAZIONE SCHEDA N° DATA COMUNALI SCHEDA SCHEDE AGG. F1 TECNICA E DI CL1 Enti Locali 2001 PIANIFICAZIONE CL1-A Enti Locali - strutture periferiche CL1-B Comune – inquadramento territoriale – numeri utili 1 CK1 Attività produttive 1 CK2 Punti approvvigionamento idrico CK3 Punti di avvistamento CZ2 Stabilimenti Industriali F2 SANITA’ – ASSISTENZA CB1-B Servizio di continuità assistenziale SOCIALE E VETERINARIA CB1-C Ambulatori e poliambulatori specialistici CB1-D Farmacie/depositi farmaceutici 1 CB1-E Laboratori di analisi CB3 Allevamenti zootecnici 1 CB4 Portatori di handicap CB5 Aree cimiteriali F3 VOLONTARIATO CD1 Organizzazioni di volontariato e gruppi comunali F4 MATERIALI E MEZZI CH1 Risorse umane CH2 Mezzi CH3 Materiali F5 SERVIZI ESSENZIALI E CP1 Complessi scolastici ATTIVITA’ SCOLASTICA F6 CENSIMENTO DANNI CN1 Complessi edilizi scolastici CN3 Ambulatori e poliambulatori specialistici CN4 Alberghi, case di riposo, monasteri, case di cura CN5 Cinema, teatri, centro congressi – commerciale CN6 Case circondariali CN7 Militari o assimilabili CN8 Enti locali CN9 Edifici di culto, musei, edifici monumentali CN10 Strutture mobilità e trasporto CN00 Complessi edilizi privati CN00-A Complessi edilizi privati – nuclei familiari F7 STRUTTURE OPERATIVE CE1 Enti gestori viabilità e trasporti LOCALI, VIABILITA’ CE6 Aeroporto – aviosuperficie – eliporto – elisuperficie CE7 Autoporto – interporto – stazione ferroviaria – porto CE8 Tratti critici sistema viario CE9 Gallerie CE10 Ponti CI1 Strutture operative CI1-A Strutture operative – sedi periferiche F8 TELECOMUNICAZIONI CF1 Enti gestori F9 ASSISTENZA ALLA CM1 Aree di accoglienza 1 POPOLAZIONE CM2 Aree di accoglienza coperta 1 CM3 Deposito/magazzino 1 CM4 Aree di attesa 1 CM5 Aree di ammassamento 1 CM6 Aree di attesa coperta COC COC Centro operative comunale 1 COC-A Centro operative comunale – funzioni 1 COC-B Centro operativo comunale – funzioni aggiuntive 1 COC-C Centro operativo comunale – comuni afferenti COM COM Centro operative misto COM-A Centro operative misto – componenti COM-B Centro operative misto – componenti COM-C Centro operative misto – comuni afferenti

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO PROVINCIA DI MODENA AREE DI EMERGENZA

MARANO SUL PANARO OSPITALETTO 268 337 323 258 327 254244 5 313 7

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21 i 13 8 384 34 V 386 70 11 78 396 15 128 Via Dante Alighieri 380 13 8 76 404 75 48 22 i 10 n 18 70 46 e 20 V o 17 n 22 22 22 i z 5599 o a r 24 i 127 e 51 G 215 z 26 II . u a I r 18 X P 235 213 170 211 213 12 G X 19 e 10 ni V u 154 i n b a 61 c 205 v i i 12 o g i 70 a c 237 18 14 G 88 25 i 14 ia M i L

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280 282 573 298 260 274 300 278

800 294 copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 Elenco gestione aree di emergenza

N. Area di attesa Luogo/indirizzo Referente per l’attivazione dell’area ( Recapito Note Classificazione chi ha le chiavi) Parcheggio Centro sportivo CM1 – CM4 – 1 Via Gramsci Area aperta Piazza Matteotti 17 “Fornacione” CM5 2 Piazzale scuola elementare Via I Maggio Area aperta Piazza Matteotti 17 CM4 3 Piazzale scuole medie Via Liberazione Area aperta Piazza Matteotti 17 CM4 4 Campo sportivo Ospitaletto Via Ospitaletto Area aperta Via Fondovalle 3486 CM1 – CM4 5 Campo sportivo Festà S.P. via Festà Casolari Ulderico CM1 – CM4 Referente per l’attivazione dell’area ( N. Area di accoglienza coperta Luogo/indirizzo Recapito chi ha le chiavi) CM2 – CM3 1 Spogliatoi Fornacione 2 (COC 2) Via Gramsci Ufficio Tecnico/Polisportiva Marano Piazza Matteotti 17 CM5 – CM6 CM2 – CM3 2 Palestra “Fredda” Fornacione 2 Via Gramsci Ufficio Tecnico/Polisportiva Marano Piazza Matteotti 17 CM5 – CM6 3 Palestra Comunale Via I Maggio Ufficio Tecnico/Polisportiva Marano Piazza Matteotti 17 CM2- CM6 4 Centro Culturale Via I Maggio Ufficio Tecnico Piazza Matteotti 17 CM2- CM6 5 Scuola Media Via Roma Ufficio Tecnico Piazza Matteotti 17 CM2- CM6 6 Scuola elementare Via I Maggio Ufficio Tecnico Piazza Matteotti 17 CM2- CM6 7 Scuola Materna Via Collodi Ufficio Tecnico Piazza Matteotti 17 CM2- CM6 8 Centro Civico Ospitaletto S.P. via Ospitaletto Bar ristorante CM2- CM6 Referente per l’attivazione dell’area ( N. Area di accoglienza scoperta Luogo/indirizzo Recapito chi ha le chiavi) Ufficio Tecnico/Venturelli CM1 – CM4 – 3 Campo sportivo Fornacione Via Gramsci Via Fondovalle 3486 Ferruccio/Casolari Ulderico CM5 2 Piazzale Palestra Comunale Via I Maggio Ufficio Tecnico/Polisportiva Marano Piazza Matteotti 17 CM1 – CM4 2 Campo sportivo Ospitaletto S.P. Via Ospitaletto Bar ristorante CM1 – CM4 4 Campo sportivo Festà S.P. Festà Casolari Ulderico CM1 – CM4 Referente per l’attivazione dell’area ( N. Area di ammassamento Luogo/indirizzo Recapito chi ha le chiavi) CM1 - CM2 - 1 Centro sportivo “Fornacione” Via Gramsci Direttore Calcio – Venturelli Ferruccio Via Fondovalle 3486 CM4 – CM5 - CM6 Referente per l’attivazione dell’area ( N. Area di deposito Luogo/indirizzo Recapito chi ha le chiavi) 1 Magazzino Comunale Via Gramsci 1229 Ufficio Tecnico Piazza Matteotti 17 CM3 2 Centro sportivo “Fornacione” Via Gramsci Direttore Calcio – Venturelli Ferruccio Via Fondovalle 3486 CM3

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COMUNE DI MARANO SUL PANARO PROVINCIA DI MODENA

CENTRO OPERATIVO COMUNALE PROTEZIONE CIVILE

OGGETTO: Piano Comunale di Protezione Civile – Richiesta dati

Il Sindaco, in caso di calamità è autorità di Protezione Civile, in base al disposto art.15 della L. 225/92, assume il coordinamento dei servizi di soccorso e assistenza alla popolazione nonché di salvaguardia del sistema produttivo, per l’esecuzione degli interventi necessari ha la possibilità di provvedere anche mediante ditte private.

I Rischi e i modelli d’intervento sono descritto nel Piano Comunale di Protezione Civile del Comune di Marano sul Panaro, in questo momento risulta opportuno predisporre un archivio delle imprese presenti sul territorio con l’elenco dei mezzi, la loro tipologia e delle eventuali attrezzature da cantiere in loro possesso, nonché dei NUMERI TELEFONICI DI RIFERIMENTO e i luoghi di reperibilità per eventuali chiamate al di fuori dell’orario di lavoro.

Considerata l’assoluta importanza e l’alto valore, anche morale, delle attività di Protezione Civile negli eventi calamitosi, si chiede a codesta Spett.le Ditta la disponibilità ad essere inserita nell’archivio suddetto, così da poter garantire, in caso di calamità e/o di emergenza in generale, interventi puntuali ed efficienti di notevole importanza per l’interesse della collettività.

In tal caso è necessario che codesta Ditta fornisca i dati suddetti relativi alla reperibilità dei referenti dell’impresa stessa ( telefono fisso e cellulare) nonché al parco macchine, con particolare riferimento a:

 Macchine operatrici: Tipo, modello, caratteristiche ingombri, attrezzature correlate  Mezzi di Trasporto: Tipo, modello, portata, ingombri  Attrezzature da cantiere: Compressori, demolitori, argani, martinetti, idropulitrici, motosaldatrici, nastri trasportatori, ponteggi, etc  Pompe/idrovore: Tipo, modello, caratteristiche, prevalenza  Attrezzature specifiche non elencate, ma di possibile utilizzo in caso di emergenza: con indicazione del numero dei mezzi e di altre notizie utili per l’utilizzo degli stessi.

All’uopo si allega copia della scheda informativa da compilare e ritornare all’ ufficio di Protezione Civile del Comune di Marano sul Panaro sito presso l’Ufficio Tecnico – Edilizia Privata, referente Ing. Campioni Enrico, Piazza Matteotti 17, Tel. 059705751 fax 059705158.

Sarà cura dell’ufficio trattare i dati forniti come strettamente riservati, da utilizzare solamente ai fini di Protezione Civile, nonché curarne l’aggiornamento periodico.

Si ringrazia della Vs. disponibilità e per la preziosa collaborazione in proposito.

Cordiali Saluti

IL SINDACO

______

1 copia informatica per consultazione SCHEDA INFORMATIVA Ditta: Indirizzo: Tel. Ufficio: Fax. Ufficio: E-mail: Cell: Titolare: Tel (abitazione e/o luogo reperibile): Cell: E-mail: Altro:

Macchine operatrici

Quantità Modello Caratteristiche Ingombri Note

Mezzi di Trasporto

Quantità Modello Caratteristiche Portata Note

Attrezzature da Cantiere (Compressori, demolitori, idropulitrici, argani, martinetti, nastri trasportatori, motosaldatrici, ponteggi, trivelle, pompe, idrovore, gruppi elettrogeni, altre attrezzature specifiche non elencate ma di possibile utilizzo in caso di emergenza. – Di ogni attrezzatura si prega fornire quantità, tipo, modello, caratteristiche)

Quantità Tipo Modello Caratteristiche Note

IL SOTTOSCRITTO______TITOLARE/REFERENTE DELLA DITTA______ESPRIME IL PROPRIO CONSENSO AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI PER FINI DI PROTEZIONE CIVILE.

FIRMA______

2 copia informatica per consultazione Categoria Modello N. Carattersitiche Ditta/detentore Referente Indirizzo Fax trattore fiat om 850dt 1 trattore 95 cv bernabei guido bernabei guido via villabianca 3743 spartineve 1 3,10 m. bernabei guido bernabei guido via villabianca 3743 rimorchio botte rem 1 3,4 q.li, 4,80 m. bernabei guido bernabei guido via villabianca 3743 trattore utb fiat r450 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fiat 605 cm1 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fiat 600 dt 12 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fiat 250 dt 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fiat 4206 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore new holland f1 f115dt4 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fiat 420 dt6 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fiat 540 dts12 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese carro galli rmp 60scm 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese autobotte rem rb40j 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore fendt fwa278 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese trattore lamborghini 355rdt 1 az. Agricola cà bocchi pelloni marta via vignolese ciclomotore ape piaggio 50 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 motocarro apecar piaggio 2 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 motocarro apepoker piaggio 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 terna fai 90 cdt 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 macchina operatrice fai 90 cdt 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 autocarro trasportatore alfa romeo 35 ar 8b 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 autocarro trasportatore fiat iveco 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 autocarro con gru fiat 30 om 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 autocarro fiat fiorino 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 quadriciclo piaggio poker 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 motocarro piaggio car p3 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 autocarro fiat fiorino 1 Comune di Marano s.p. campioni enrico p.zza Matteotti 17 059-70-5158 autocarro iveco eurocargo 1 boni carlo apicoltura boni carlo via zenzano 856 059-79-3118 autotreno scania 143 h 1 rastelli lodovico rastelli lodovico via fondovalle 4756 semirimorchio b.bianchi 3a93p/37 10 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 semirimorchio anteo st36nc 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 trattore volvo fh12 460 4x2 14 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 pala volvo volvo l180 c 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 escavatore cat 229 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 semirimorchio minerva euro 200gl 3 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 pala caterpillar 966d 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 semirimorchio adige 36s9e/7.5 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 semirimorchio de angelis 3s361p 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 autocarro fiat iveco magirus 2 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 pala hannomag 55d 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 autocarro volvo fl 12420 8x4 2 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 pala volvo bn l150 3 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 copia informatica per consultazione escavatore fiat itaci 300.2 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 autocarro volvo n12 33 6x4 a40 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 autocarro volvo f12 6x4 a 34 1 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090 escavatore caterpillar 350 lme 2 frantoio fondovalle srl stefano lucchi via provinciale 700 059-70-3090

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Provincia di Modena Consulta Provinciale del Volontariato Servizio Pianificazione per la Protezione Civile Ambientale

COME PROCEDERE PER COSTITUIRE UN GRUPPO COMUNALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE

 Indire un’assemblea pubblica per pubblicizzare l’intenzione dell’Amministrazione Comunale di costituire un Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile;

 Pubblicizzare Corsi di Formazione per volontari eventualmente avviati nel frattempo sul territorio provinciale (generalmente da Provincia e Consulta Provinciale);

 Individuare un nucleo di 15/20 volontari disponibili a costituirsi “Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile”;

 Stesura dell’Atto Costitutivo e del Regolamento;

 Assicurare il Gruppo Comunale;

 Presentazione del Gruppo e del relativo Regolamento in Consiglio Comunale, il quale attraverso una delibera ne riconosce la costituzione e ne approva il regolamento.

 Iscrizione del Gruppo al Dipartimento di Protezione Civile nell’apposito elenco o nel costituendo Albo regionale, tramite una comunicazione del Comune a cui devono essere allegati copia della delibera e una scheda informativa del Gruppo;

 Adesione del Gruppo alla Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile, indicando i 3 referenti cui far pervenire tutte le comunicazioni, il numero di volontari con le loro caratteristiche e i mezzi a disposizione (tramite la compilazione delle schede associazione, volontario, materiali e mezzi).

COSA DEVE FARE UN GRUPPO COMUNALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE ISCRITTO ALLA CONSULTA  Nominare tre referenti che ricevano le comunicazione ed uno che partecipi ai direttivi della Consulta Provinciale del Volontariato e sia da tramite tra il livello provinciale e quello locale;  Partecipare a Corsi di Formazione, Aggiornamenti ed Esercitazioni di Protezione Civile organizzati dal Coordinamento Provinciale;  Comunicare tutte le attività/iniziative autonomamente organizzate;  Comunicare a Provincia e Consulta se si sta operando su emergenze locali per le quali si è attivati direttamente dal comune;  Mettersi a disposizione, in base alle disponibilità e alle competenze acquisite, in occasione di emergenze provinciali, regionali, nazionali ed internazionali di protezione civile.

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Bozza di Regolamento

Regolamento Comunale di volontari di Protezione Civile

Art.1

(Oggetto e Finalità)

Oggetto del presente Regolamento è la costituzione e l’organizzazione di una struttura comunale permanente e volontaria di Protezione Civile in grado di far fronte alle attività ed ai compiti di protezione civile così come definiti dall’art.3 della legge n°225/92. E’ costituito presso la Sede Municipale (o altro luogo a ciò deputato) il Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile, al quale possono aderire cittadini di ambo i sessi, che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Nel gruppo sono ammessi cittadini residenti nel Comune e non residenti ma che manifestano interesse a svolgere la loro attività a vantaggio della cittadinanza locale, allo scopo di prestare la loro opera – senza fini di lucro o vantaggi personali – nell’ambito della protezione civile, in attività di previsione, prevenzione, soccorso in caso di calamità, di superamento dell’emergenza e di formazione nella materia suddetta.

Art.2

(Ammissione)

L’ammissione al gruppo è subordinata alla presentazione di apposita domanda e all’accettazione della stessa da parte del Sindaco. Il Comune individuerà le forme più opportune per dare adeguata informazione e per incentivare l’adesione dei cittadini all’iniziativa. I volontari ammessi saranno muniti di apposito tesserino di riconoscimento – rilasciato dall’amministrazione stessa - che ne certifichi le generalità, l’appartenenza al gruppo e la qualifica o eventuale specializzazione. Tale tesserino di riconoscimento dovrà essere posto obbligatoriamente in vista sull’equipaggiamento utilizzato dal volontario durante l’intervento. All’atto della domanda di iscrizione al Gruppo il Volontario dovrà compilare la “scheda volontario” e dichiarare esplicitamente se intende svolgere la propria attività solo nell’ambito comunale o anche provinciale, regionale e naizonale, come specificato all’Art.6.

Art.3

(Il Responsabile)

Il Sindaco, ai sensi dell’art.15 della Legge n°225/92, è autorità comunale di protezione civile e assume, al verificarsi dell’emergenza nel territorio comunale, la direzione e il

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coordinamento dei servizi di soccorso e assistenza alla popolazione. Il Sindaco è il responsabile unico del gruppo comunale di protezione civile e può nominare fra i componenti dello stesso un Coordinatore, con compiti di indirizzo e di raccordo tra il Sindaco e il gruppo stesso, per le attività di protezione civile.

Art.4

(Attività)

Il Sindaco, con l’eventuale supporto del Coordinatore del Gruppo comunale, predispone e attua, in prima approssimazione, le seguenti azioni: - Assicura la partecipazione del gruppo alle attività di protezione civile (previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza); - Predispone e aggiorna:  Le schede con i nominativi dei volontari iscritti solo al gruppo comunale, dei volontari iscritti anche ad un’altra organizzazione di volontariato di protezione civile e dei volontari disponibili per emergenze al di fuori del territorio comunale;  La scheda relativa alla singola associazione;  Le schede relative ai materiali e mezzi a disposizione per l’attività di protezione civile; - Garantisce turni di reperibilità propri, dell’Ente e degli aderenti al gruppo comunale, indicando inoltre capacità e tempi di mobilitazione; - Cura l’informazione e la formazione del gruppo sia attraverso addestramenti interni sia favorendo la partecipazione, secondo i programmi formativi degli enti competenti, ai corsi di formazione finalizzati a favorire la costituzione di squadre specializzate in relazione ai principali rischi presenti sul territorio; - Collabora con il comune e con gli enti competenti per l’organizzazione di esercitazioni; - Collabora con il comune per l’attività di informazione alla popolazione per migliorare il livello di sensibilità in materia di protezione civile; - Sviluppa ogni altra attività ritenuta utile ai fini della protezione civile.

Art.5

(Attivazione)

Il gruppo comunale di protezione civile, in emergenza, opera alle dipendenze del Sindaco, quale autorità comunale di Protezione Civile, e degli organi preposti alla direzione e al coordinamento degli interventi previsti dalle leggi vigenti. Il coordinatore del gruppo, nel corso di attività di protezione civile (ordinarie e straordinarie), svolge compiti di indirizzo e raccordo tra il sindaco e il gruppo comunale. Le modalità di attivazione del gruppo comunale dei volontari di protezione civile, agli effetti del loro impiego, fanno riferimento alle procedure contenute nel piano provinciale e comunale di emergenza e comunque secondo quanto definito, in materia di volontariato, dal sistema legislativo vigente.

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Art.6

(Modalità organizzative)

Al verificarsi di emergenze sul territorio comunale, provinciale, regionale o nazionale, in relazione a quanto previsto nel Piano Comunale di Protezione Civile, il volontario del gruppo comunale deve rispondere alle autorità preposte secondo le modalità di seguito delineate: Quando l’emergenza si verifica sul territorio comunale tutto il gruppo risponde al Sindaco, in quanto autorità comunale di Protezione Civile; Quando l’emergenza si verifica sul territorio provinciale i volontari del gruppo comunale iscritti anche ad un’altra Associazione di volontari di Protezione Civile rispondono al coordinamento provinciale dell’Associazione di appartenenza; i volontari del gruppo comunale iscritti solo al gruppo in oggetto, rispondono direttamente al Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile (Consulta), a cui il gruppo aderisce; Quando l’emergenza si verifica fuori dal territorio provinciale vale la modalità delineata al punto precedente

Al fine dello svolgimento delle attività, secondo le modalità sopra citate, il Gruppo Comunale intende aderire al Coordinamento Provinciale di Volontariato di Protezione Civile.

Art.7

(Doveri del Volontario)

Il volontario che aderisce al gruppo comunale è tenuto a partecipare alle attività menzionate agli art. 4, con impegno, lealtà, senso di responsabilità e spirito di collaborazione. Essi non possono svolgere, nelle vesti di volontari di protezione civile, alcuna attività contrastante con le finalità indicate, né tanto meno sostituirsi in nessuna occasione agli organi preposti alla direzione e al coordinamento degli interventi nelle attività di protezione civile né svolgere attività e compiti propri di altri enti che concorrono alle operazioni di intervento (previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza) . Il volontario si impegna ad osservare in ogni sua parte il presente Regolamento.

Art.8

(Diritti del Volontario)

Ai sensi dell’art.9, D.P.R. 8 febbraio 2001, n°194 e comunque nel rispetto della legislazione vigente in materia, ai volontari appartenenti al gruppo comunale di protezione civile – purché il Gruppo Comunale sia regolarmente iscritto nell’apposito registro nazionale del

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volontariato di protezione civile presso il Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri – saranno garantiti - nell’ambito delle attività di protezione civile tra cui quelle di soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica, debitamente autorizzate dal Dipartimento della Protezione Civile - i seguenti benefici:  mantenimento del posto di lavoro pubblico e privato;  il mantenimento del trattamento economico e previdenziale da parte del datore di lavoro pubblico o privato;  la copertura assicurativa secondo le modalità previste dall’articolo 4 della legge 11 agosto 1991, n°266 e successivi decreti ministeriali di attuazione o altri provvedimenti legislativi in materia;  il rimborso delle spese sostenute, in conformità all’art.10 DPR 194/2001 - nelle attività di protezione civile, tra cui quelle di soccorso, simulazione, emergenza e formazione teorico-pratica, suddivise in:  spese carburante consumato dagli automezzi utilizzati, sulla base del chilometraggio effettivamente percorso e su presentazione di idonea documentazione;  reintegro di attrezzature e mezzi perduti o danneggiati nello svolgimento di attività autorizzate con esclusione dei casi di dolo o colpa grave;  altre necessità che possono sopravvenire, comunque connesse alle attività o interventi autorizzati;  ai datori di lavoro pubblici o privati dei volontari, che ne facciano richiesta (secondo le modalità delineate nel DPR194/2001, art.9, comma 9) viene rimborsato l’equivalente degli emolumenti versati al lavoratore;  ai volontari lavoratori autonomi, che ne facciano richiesta, viene corrisposto il rimborso per il mancato guadagno (DPR.194/2001, art.9, comma10);

Al gruppo comunale potranno inoltre essere concessi contributi per il potenziamento delle attrezzature e dei mezzi (art.3 DPR194/2001), per il miglioramento della preparazione tecnica e per la formazione dei cittadini (art.4 DPR194/2001).

Art.9

(Addestramento)

I volontari si impegnano a frequentare corsi di formazione organizzati dagli Enti preposti con il supporto di tecnici qualificati appartenenti a Istituzioni o Enti che, per i compiti istituzionali cui attendono, siano ritenuti idonei.

Art.10

(Equipaggiamento)

Per le attività di cui all’artt. 1 e 4 i volontari del Gruppo usufruiscono degli equipaggiamenti messi a disposizione dal Comune o dalla Consulta Provinciale del Volontariato.

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Art.11

(Garanzie)

Il Sindaco è garante del rispetto e dell’osservanza del presente regolamento.

Art.12

(Assicurazione)

Per le attività di cui all’art. 1 i volontari del Gruppo Comunale – ai sensi dell’art.4 della Legge 266/91 - sono coperti da apposita polizza assicurativa contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso terzi. Tale polizza è a carico dell’Amministrazione Comunale e integra la copertura assicurativa prevista dal Dipartimento di Protezione Civile in caso di impiego in emergenza o in occasione di esercitazioni preventivamente autorizzate, come previsto nella Circolare 16 Novembre 1994, per le organizzazioni iscritte nell’elenco del Dipartimento di Protezione Civile.

Art.13

(Accettazione Regolamento)

L’accettazione e il rispetto del presente regolamento, da parte dei volontari del gruppo comunale di protezione civile, condizionano l’appartenenza al gruppo. Le infrazioni o l’inosservanza delle condizioni riportate nel presente regolamento possono comportare la sospensione temporanea - in via precauzionale - attuata dal Sindaco, sentito il parere non vincolante del Coordinatore del gruppo comunale e - ad insindacabile giudizio del Sindaco medesimo – l’eventuale esclusione del volontario dal gruppo comunale di protezione civile.

Art.14

(Norme di rinvio)

Per quanto non previsto dal presente Regolamento, si fa riferimento alle vigenti disposizioni legislative in materia.

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Bozza Delibera

per l’ istituzione del Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile e l’approvazione del relativo Regolamento.

Deliberazione del Consiglio Comunale n. …….del……..

OGGETTO: GRUPPO COMUNALE VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE – ISTITUZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE, APPROVAZIONE DELL’ATTO COSTITUTIVO E DEL RELATIVO REGOLAMENTO.

Vista la Legge 24 febbraio 1992, n° 225 che istituisce il Servizio Nazionale di Protezione Civile; Vista la Circolare del Dipartimento di Protezione del 16 novembre 1994, n°01768 U.L. che istituisce l’elenco delle associazioni, organizzazioni e gruppi di volontariato di protezione civile; Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 8 febbraio 2001, n°194 che reca la nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile; Vista la Legge Regionale n.1/2007, che all’art. 5 indica tra le funzioni e i compiti del comune la “predisposizione di misure atte a favorire la costituzione e lo sviluppo, sul proprio territorio, dei gruppi comunali e delle associazioni di volontariato di protezione civile”.

Premesso - Che il D.Lgs. n°267, 18 agosto 2000, “Testo Unico delle Leggi sull’ordinamento degli enti locali” individua nel comune il rappresentante della comunità locale, dei suoi interessi nonché il promotore del suo sviluppo; - Che la L.225/92 “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile” prevede che “…ogni comune può dotarsi di una struttura di Protezione Civile” ed assegna al Sindaco il ruolo di autorità comunale di Protezione Civile con compiti di “direzione e coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite”.

Considerato - Che le attività dirette a formare nei cittadini la consapevolezza dei problemi connessi alla Protezione Civile ed a diffondere adeguata conoscenza dei rischi che esistono nel territorio comunale e del modo di prevenirli assumono sempre più rilevanza tra quelle di competenza del Comune;

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- che le leggi vigenti prevedono un forte ruolo di coordinamento degli Enti Locali per l’attività di Protezione Civile svolta dai volontari;

Ritenuto - necessario che il comune disponga di un Gruppo Comunale di Volontari di Protezione Civile anche per garantire la più ampia partecipazione ai cittadini che vogliano prestare la loro opera a favore del comune senza fini di lucro; - che il Gruppo Comunale debba essere parte integrante del Centro Operativo Comunale (C.O.C) e dove richiesto del Centro Operativo Misto (C.O.M) di…...; - che il Gruppo Comunale debba collaborare fattivamente con il Comune nella predisposizione e attuazione del Piano Comunale di Protezione Civile, secondo le vigenti disposizioni di legge; - che il Gruppo Comunale debba aderire alla Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile, usufruendo in tal modo dei mezzi e delle attrezzature in dotazione alla Consulta e delle opportunità formative in programma, potendo inoltre mettere a diposizione le proprie risorse umane anche oltre il territorio comunale;

Preso atto che in data…….si è costituito il Gruppo Comunale Volontari di Protezione

Delibera

- di riconoscere l’organizzazione denominata “Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile”, come costituita da verbale del ……………. alla presente allegato, quale gruppo di volontari di Protezione Civile di questo Comune; - di approvare il Regolamento del gruppo allegato all’atto costitutivo che definisce gli scopi, le modalità di collaborazione, attivazione e di intervento in attività di previsione, prevenzione e soccorso in occasione di calamità naturali, incluse le attività formative inerenti; - di riconoscere quali aderenti al Gruppo gli iscritti alla data odierna nell’elenco ufficiale redatto ai sensi dell’art4 del Regolamento; - di disporre l’invio di questi atti costitutivi, inclusa la Scheda Informativa dell’Organizzazione, alla Provincia e alla Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile oltre che al Dipartimento Nazionale di Protezione Civile per il riconoscimento e l’iscrizione nell’elenco dei Gruppi Comunali Volontari, onde attivare anche le linee di finanziamento previste, ai sensi della Circolare 16/11/1994 – 01768 U.L. e per gli effetti del D.P.R. 8 febbraio 2001, n°194; - ….

8 copia informatica per consultazione CONSULTA PROVINCIALE del VOLONTARIATO per la PROTEZIONE CIVILE Presso ASSESSORATO AMBIENTE e DIFESA DEL SUOLO della Provincia di Modena V.le Jacopo Barozzi, 318 - 41100 Modena - Tel. 059 209435/209436 - Fax. 059 209436 Email: [email protected] - Sito web: http://www.cpvpc.it

SCHEDA ASSOCIAZIONE

Nome Sigla Indirizzo Località CAP Comune Provincia Telefono Cellulare Fax Codice fiscale Partita IVA Sito web Email Numero totale iscritti Numero iscritti Protezione Civile Note

Referente 1

Ruolo Cognome Nome Indirizzo Località CAP Comune Provincia Telefono casa Cellulare

Telefono lavoro Fax Email Altra Email

Referente 1

Ruolo Cognome Nome Indirizzo Località CAP Comune Provincia Telefono casa Cellulare

Telefono lavoro Fax Email Altra Email

Referente 1

Ruolo Cognome Nome Indirizzo Località CAP Comune Provincia Telefono casa Cellulare

Telefono lavoro Fax Email Altra Email

A cura della segreteria CPVPC

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Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

Il Centro operativo Comunale (COC) del Comune di Marano sul Panaro si trova presso il Municipio, piazza Matteotti 17, piano terra, cortile sul retro dell’edificio, all’interno dell’Ufficio Tecnico.

Per le attività di COC sono presenti le seguenti attrezzature:

 N.1 pc fisso  N. 1 pc portatile  N.1 stampante  N. 1 Plotter  N.1 fax  N.1 fotocopiatrice  Sistema Azimut  N. 1 Telefono

Sono inoltre presenti i seguenti documenti di interesse per la Protezione Civile:

 Programma Provinciale di Previsione e prevenzione  Piano Provinciale Stralcio Rischio Idrogeologico  Piano Provinciale Stralcio Rischio Sismico  Piano Provinciale Stralcio Rischio Incendi Boschivi  Piano Neve  Cartografia  Bacheca con chiavi accesso punti sensibili e/o di interesse per la Protezione Civile

copia informatica per consultazione CONSULTA PROVINCIALE del VOLONTARIATO per la PROTEZIONE CIVILE Presso ASSESSORATO AMBIENTE e DIFESA DEL SUOLO della Provincia di Modena V.le Jacopo Barozzi, 318 - 41100 Modena - Tel. 059 209435/209436 - Fax. 059 209436 Email: [email protected] - Sito web: http://www.cpvpc.it

SCHEDA VOLONTARIO

Cognome #Nome? Nome #Nome?

Indirizzo #Nome?

CAP #Nome? Comune #Nome? Provincia #Nome?

Telefono casa #Nome? Telefono lavoro #Nome? Fax #Nome?

Cellulare #Nome? Altro cellulare #Nome?

Email #Nome? Altra Email #Nome?

Nato a #Nome? Provincia #Nome? Data di nascita #Nome?

Patente #Nome?A #Nome?B #Nome?C #Nome?D #Nome?BE #Nome?CE #Nome?DE

Titolo di studio #Nome?Laurea #Nome?Diploma Universitario #Nome?Media Superiore #Nome?Media Inferiore #Nome?Elementari #Nome?Nessuno

Professione #Nome?

Condizione lav. #Nome?Dipendente #Nome?Pensionato #Nome?Studente #Nome?Autonomo #Nome?Disoccupato #Nome?Inabile #Nome?Stagionale #Nome?Precario

Azienda / ente #Nome?

Indirizzo #Nome?

CAP #Nome? Comune #Nome? Provincia #Nome?

Associazione #Nome?

Carica in associazione #Nome?

Reperibilità #Nome?Sì #Nome?No Ambito operativo #Nome?Locale #Nome?Nazionale #Nome?Internazionale

Tempo reperibilità #Nome?< 1 ora #Nome?1-6 ore #Nome?6-12 ore #Nome?> 12 ore

Note #Nome?

La legge 675/96 (legge sulla privacy) vuole garantire che il trattamento dei dati della persona si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali con particolare riferimento all’identità personale e alla riservatezza. Con il Suo consenso La informiamo che, da oggi, i Suoi dati verranno utilizzati ai fini della iniziativa per cui Lei ha dato la Sua disponibilità.

Io sottoscritto, autorizzo la Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile di Modena a raccogliere ed ordinare i miei dati per esercitare le attività previste nello statuto della Consulta.

Data Firma

A cura della segreteria CPVPC Ins: #Nome? Mod: #Nome? copia informatica per consultazione SPECIALIZZAZIONI o Medici o Chirurgo Generico o Anestesista - Rianimazione o Traumatologo o Generico o Igienista o Ginecologo o Pediatra o Psichiatra o Veterinario o Altro Personale Sanitario o Generico o Professionale o Assistente Visit. o Ostetrica o Tecnico Rx o Vigile Sanitario o Tecnico d’igiene o Soccorritore Certificato o Corpo Infermiere Volontarie o Conducenti o Conducente Moto o Autista Patente B o Autista Patente BE o Autista Patente C o Autista Patente CE o Autista Patente D o Autista Patente DE o Autista Patente E o Brevetto Aereo o Brevetto Elicottero o Patente Nautica o Mezzi Movimentazione Terra o Attestato Volo Ultraleggero o Operatori Tecnici o Falegname o Segreteria o Necroforo o Videoterminalista o Usciere o Idraulico o Elettricista o Magazziniere o Guardia Ecologica o Muratore o Carpentiere o Meccanico o Cuoco o Aiuto Cuoco o Operatori Sociali o Insegnanti Asili Nido o Insegnanti Scuole Materne o Insegnanti Scuole Elementare o Insegnanti Scuole Medie o Animatori o Assistenti Sociali o Psicologi o Sociologi o Specialisti o Alpinisti o Vigili Del Fuoco o Sciatori o Logistici o Fuoristradisti o Vigili Urbani o Sommozzatori o Speleologi o Paracadutisti o Radio Cb o Radioamatori o Archeologi o Restauratori o Conduttori Cani o Brevetto AIB o Coordinatore o Aiuto Coordinatore o Tecnici Professionali o Ingegneri o Geologi o Architetti o Geometri o Chimici o Biologi o Informatici o Bibliotecari o Operatori Pubblici o Coadiutore o Collaboratore o Esecutore o Funzionario Direttivo o Istruttore Amministrativo o Istruttore Direttivo o Istruttore Economo o Ragioniere comunale o Responsabile settore

LINGUE STRANIERE Francese o Ottimo o Buono o Discreto o Sufficiente o Scarso o Nullo Inglese o Ottimo o Buono o Discreto o Sufficiente o Scarso o Nullo Spagnolo o Ottimo o Buono o Discreto o Sufficiente o Scarso o Nullo Tedesco o Ottimo o Buono o Discreto o Sufficiente o Scarso o Nullo

CORSI o Vigilanza Idraulica e Volontariato o Guida Fuoristrada o Cartografia o Utilizzo radio o Coordinatori di gruppo o Volontari Competenti o Animatori o Tecniche di comunicazione o Volontari di Protezione Civile (Base) o Cucina o Anti Incendio Boschivo (A.I.B.) o Primo Soccorso o Altri (specificare) ......

......

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CENTRO OPERATIVO COMUNALE PROTEZIONE CIVILE

Servizio Tecnico dei Bacini degli affluenti del Po Fax. 059/248750

Provincia di Modena Assessorato Ambiente, difesa del suolo, protezione civile e politiche faunistiche Fax. 059/209464

AGGIUNDERE ALTRI ENTI INTERESSATI IN QUANTO COMPETENTI O PER CONOSCENZA (Comunità Montana, Consorzi di Bonifica, A.I.Po, ecc..)

OGGETTO: segnalazione danni

Con la presente siamo a segnalarvi

1. Evento: (indicare l’evento che ha determinato il danno o i danni che si vogliono segnalare, specificando data e orario, se disponibile, dell’evento)

2. Danni: (indicare cose e persone danneggiate dall’evento, precisando la localizzazione del danno)

3. Localizzazione: (allegare o inoltrare per e-mail stralcio di CRT con la localizzazione dell’area o delle aree interessate)

4. Provvedimenti adottati: (indicare eventuali provvedimenti adottati per gestire l’evento in atto: sopralluogo urgente, ordinanze, attivazione del volontariato, ecc..)

5. Si richiede:

 sopralluogo urgente

 sopralluogo urgente ai sensi della DGR 1565/2005 (fondo regionale)

 finanziamento in somma urgenza ai sensi dell’art 10 L.R. 1/2005, per un importo stimato in …

 finanziamento in somma urgenza ai sensi del d.lgs. 1010/1948, per un importo stimato in …

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione

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Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione

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Prot. n° Ordinanza n°

ORDINANZA PER LA MESSA IN SICUREZZA DELL’EDIFICIO SITO IN VIA XXXXXXXXX CENSITO CATASTALMENTE AL FOGLIO XXX MAPPALE XXX DI PROPRIETA’ XXXXXXXXX

IL SINDACO RILEVATO che in conseguenza del recente evento ______verificatosi in data ______, che ha colpito il territorio comunale in località ______si è determinata una situazione di grave pericolo per la popolazione ivi residente, causata dalla lesione e dal danneggiamento di infrastrutture pubbliche e di fabbricati privati situati nel territorio interessato, che comportano un consistente rischio di distacchi e/o di crolli sulle aree pubbliche o private con pericolo di compromissione della pubblica incolumità;

PRESO ATTO Delle segnalazioni ricevute da proprietari e cittadini, riguardanti una situazione di particolare rischio di crollo localizzata presso il fabbricato posto al n. civico ___ di via ______, contraddistinto catastalmente al Fg. ___ Mp.___, di proprietà del sigg. ______, nato a ______il ______e residente in ______;

VISTA la relazione appositamente redatta dai tecnici incaricati/vigili del fuoco della verifica delle condizioni statiche e di sicurezza strutturale e degli impianti, relativi all’immobile interessato dall'evento e oggetto delle segnalazioni di pericolo, e le relative conclusioni in ordine ai provvedimenti ritenuti più idonei ai fini della prevenzione, da attuarsi a carico del (di alcune parti del) fabbricato;

RAVVISATA l'opportunità e l'urgenza di provvedere in merito, anche e soprattutto al fine di scongiurare evidenti pericoli per la circolazione e l'incolumità dei passanti, mediante il transennamento e l'abbattimento d'ufficio e senza spese a carico dei proprietari dei seguenti immobili, per i quali, alla luce delle verifiche attuate, resta esclusa qualsivoglia possibilità di ripristino.

VISTO il vigente piano comunale di protezione civile

VISTI gli articoli n. ______dell'Ordinanza n. , emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data ______;

VISTI  l'articolo 15 della legge 24.2.1992, n. 225  l'articolo 54 comma 2 del D.Lgs. 18.8.2000 n. 267

ORDINA

1) Il transennamento immediato e l'abbattimento d'ufficio, senza spesa alcuna a carico degli interessati, dei sopraelencati immobili di proprietà delle persone ivi indicate e per le finalità sopra descritte, da effettuarsi a cura di Vigili del Fuoco / U.T.C. / Ditta Incaricata

2) All’Ufficio Tecnico di procedere all’esecuzione della presente ordinanza secondo la seguente procedura:

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione

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a) Redazione immediata di un verbale con lo stato di consistenza del manufatto da demolire, corredato da fotografie e da una relazione tecnica che indichi e precisi se del caso le singole parti di edificio da demolire. b) Convocazione tempestiva del proprietario sul luogo della demolizione, per l’assistenza alla redazione del verbale stesso e alla conseguente attività di demolizione c) In caso di eventuale assenza del proprietario, la redazione del verbale di consistenza di fronte a due testimoni, e la immediata conseguente demolizione.

3) L’U.T.C. è incaricato della immediata esecuzione della presente Ordinanza. Il Comando di Polizia Municipale è incaricato della notificazione

4) Responsabile dei procedimento è il Sig. ______presso l’Ufficio Tecnico Comunale.

DISPONE

La notifica della presente Ordinanza ai Sigg.:

in qualità di proprietari.

Contro il presente provvedimento è ammesso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale competente per territorio (T.A.R. per l'Emilia Romagna - Sede di Bologna) entro 60 gg. dalla notificazione e da depositarsi presso la Segreteria del Tribunale medesimo entro i successivi trenta giorni con l'atto impugnato e la prova dell'avvenuta modifica, ai sensi dell'art. 21 della Legge 6.12.1971, n. 1304, o, in alternativa, ricorso straordinario al Capo dello Stato. Il ricorso non sospende però l’esecuzione dell’Ordinanza.

Dalla Casa Comunale, li ______

IL SINDACO

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VERBALE DI ACCERTAMENTO SOMMA URGENZA Art. 147 del d.p.r. 554/99

Il giorno ______alle ore______a seguito della segnalazione avuta da______il sottoscritto ______si è recato in sopralluogo accertando che il dissesto ______, a seguito degli eventi calamitosi ______.

CONSIDERATO:  Che permane una condizione di ______;  Che necessita intervenire a salvaguardia della pubblica incolumità ______;  Che le opere dovranno avere immediato avvio.

Tutto quanto sopra considerato, il sottoscritto dichiara che i lavori medesimi rivestono carattere di SOMMA URGENZA, per cui redige il presente

VERBALE ai sensi dell’art. 147 del Regolamento 21/12/1999, n. 554, con riserva di compilare la perizia giustificante la spesa per l’esecuzione dei lavori stessi.

______Lì, ______

IL TECNICO ______

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione

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Lavori di pronto intervento per ______

ORDINE DI SERVIZIO

Per l’affidamento dei lavori di somma urgenza, ai sensi del comma 1 dell'art. 147 del Regolamento D.p.r. 554/99

PREMESSO:

- Che a seguito dell’evento calamitoso______verificatosi in data______nel Comune di______, che ha causato ______; - Che in data ______si e provveduto ad effettuare un sopralluogo; - Si è accertata la presenza dei seguenti danni______;

CONSIDERATO:

- Che tale circostanza determina pericolo per la pubblica incolumità;

- Che necessita procedere all’esecuzione di urgenti opere di ripristino;

- Che ricorrono pertanto le premesse di cui al comma 1 dell'art. 147 del Regolamento D.p.r. 554/99, come da verbale di somma urgenza redatto in pari data;

- Che sul luogo è presente con uomini e mezzi l'Impresa ______di ______P.I. ______;

- Che, a seguito di un esame generale dei luoghi e dei danni, seduta stante si è formulato un preventivo di massima (vedi tabella sottostante) dei lavori necessari da eseguirsi in economia e/o a misura ed il relativo elenco dei prezzi;

- Che la durata dei lavori sarà di giorni ______;

VOCI ELEMENTARI QUANTITA’ IMPORTI UNITARI IMPORTO VOCE Es. scavo di fondazione 320.00 7.80 2496.00

Oneri sicurezza non soggetti a ribasso Euro______

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione Come primo canale di comunicazione per l’ informazione preventiva si è pensato ad un “opuscolo informativo” da distribuire:

 Alle famiglie

 Presso i luoghi pubblici

Tale opuscolo dovrà poi proposto come manifesto da affiggere in vari luoghi del Comune per rendere accessibile l’informazione anche a coloro che, seppur non risiedendo nel Comune/zona/quartiere interessata dal rischio, possono trovarsi coinvolti in quanto visitatori o lavoratori.

 La brochure dovrà conterrà le seguenti informazioni:

 come comportarsi, prima, durante e dopo l'evento; (norme di Comportamento)

 Chi , con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed allarmi ( sistema di allertamento della popolazione)

 le figure coinvolte

 la mappa dell’area con evidenziate le zone di attesa e la viabilità in caso di evacuazione

ESEMPIO DI BROCHURE

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PROVINCIA DI MODENA La prima azione per salvaguardare la Se hai bisogno di aiuto ricordati di fornire sempre queste semplici informazioni. tua sopravvivenza è quella di  Sono……………….(nome e cognome). prepararti prima che l’evento accada.  Telefono da …………(indicare località, via, numero civico e telefonico.).  Si è verificato….(descrizione sintetica della situazione). Tieni in casa, in un luogo noto a tutti i  Sono coinvolte……(indicare eventuali persone componenti della famiglia gli oggetti utili che coinvolte). devi portare con te in caso di emergenza:  E- La zona e’ raggiungibile con…….(indicare

eventuali difficoltà d’accesso).  Torcia Elettrica e Coltello Multiuso.  Fiammiferi, Carta e Penna.  Kit di Pronto Soccorso, Acqua Potabile ed eventuali Medicinali Specifici. Il Comune di ______ha predisposto, per  Vestiario Pesante e Impermeabile. l’evento ______, un PIANO DI EMERGENZA  Telefono Cellulare e Documento d’Identità che prevede quale “Segnale di Allarme” per  Radio a pile e relative pile di riserva l’Evacuazione delle zone a rischio______Le Questo materiale dovrebbe essere tenuto a persone evacuate devono raggiungere i luoghi sicuri disposizione in uno Zainetto, di attesa.

In caso di pioggia non spaventarti alle prime Dove andare: pioggie insistenti, ti sei già preparato per l’emergenza? Segui le informazioni meteo e il Inserire aree emergenza e relative zone di afferenza. sito del Comune all’indirizzo www.______.it Ad esempio:  Frazione Case basse ( scuola elementare Carducci) etc In caso di Allagamento in casa   Mantieni la Calma  Prendi gli oggetti preparati per l’emergenza  Chiudi i Rubinetti dei Servizi (gas, acqua, energia elettrica  Non bere l’acqua del rubinetto potrebbe essere inquinata  Non utilizzare l’ascensore  Esci e raggiungi a piedi le aree di emergenza ( vedi schema e mappa)  Se non puoi uscire rifugiati ai piani alti dell’abitazione  Non intasare le linee telefoniche possono servire per l’emergenza Dopo l’allagamento  Presta attenzione ai comunicati e alle indicazioni fornite dagli addetti alle  Non utilizzare l’acqua finchè non viene attività di soccorso dichiarata di nuovo potabile  Non consumare gli alimenti che sono venuti in contatto con l’acqua  Non rimettere subito in funzione gli In caso di Allagamento fuori casa apparecchi elettrici, falli asciugare, potrebbe  Mantieni la Calma verificarsi un corto circuito  Non utilizzare l’automobile, potrebbe  Presta attenzione alle indicazioni fornite dagli essere pericoloso e potresti intasare le addetti alle attività di soccorso vie di comunicazione che devono  Prima di lasciare l’area di emergenza essere libere per i mezzi di soccorso assicurati che sia stato ufficialmente  Se sei in automobile parcheggiala e dichiarato lo stato di cessato allarme cerca di raggiungere a piedi l’area di emergenza più vicina a te in quel momento Numeri Utili  Non sostare o transitare presso argini, ponti passerelle e sottopassaggi,  Protezione civile locale allontanati dall’area allagata andando  VV.F sempre verso i luoghi più elevati, non  118 andare MAI verso il basso  Polizia  Segui le informazioni sulle chiusure  Carabinieri delle strade fornite dagli addetti alle  Etc attività di soccorso

Ricorda di aiutare sempre chi ha bisogno e se non ce la fai segnala il problema copia informatica per consultazione

COMUNE DI MARANO SUL PANARO PROVINCIA DI MODENA

Il Nostro Comune di è dotato di un Servizio di Protezione Civile che si trova presso la sede municipale in Piazza Matteotti 17, nella struttura adibita all’Ufficio Tecnico Comunale; telefono 059705751.

La protezione civile un sistema complesso ed interdisciplinare, costituito da enti, istituzioni, aziende ed organizzazioni (componenti), operanti ciascuno nel campo di propria competenza, ma tutti insieme garantiscono un’azione completa per il soccorso in caso di evento calamitoso e finalizzata al superamento dell’emergenza, il tutto a livello Comunale sotto la direzione ed il coordinamento del Sindaco, quale autorità di protezione civile.

Per far fronte a situazioni di pericolo quali il rischio idrogeologico, il rischio Idraulico, il rischio sismico, il rischio incendi boschivi, il Servizio di Protezione Civile del Comune ha elaborato un Piano Comunale di Emergenza che se ben attuato può mitigare gli eventuali effetti che potrebbero verificarsi a seguito di un evento.

Per far si che il Piano funzioni è necessaria la collaborazione di tutti i cittadini, in quanto, i comportamenti della popolazione interessata da calamità naturali devono essere ricondotti a quella che si definisce “Cultura di Protezione Civile” o di “Autoprotezione”, infatti una adeguata conoscenza e “preparazione” permette ad ognuno di noi, quando ci troviamo in situazioni a rischio, di affrontarle nel modo più adeguato.

Il Sindaco

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PICCOLO MANUALE DI PROTEZIONE CIVILE Rischio alluvione, terremoto, incendi, frane e chimico industriale

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Manuale di Protezione Civile

Conoscere di più la natura di rischi potenziali o in atto sul territorio può consentire una sempre più incisiva azione di prevenzione e diviene condizione imprescindibile per raggiungere una maggiore capacità di difesa, sia individuale che collettiva, nei confronti degli eventi calamitosi che da questi possono derivare.

Vediamo adesso i più comuni eventi calamitosi (alluvioni, terremoti, rischi di incendi, rischi di frane, rischio chimico industriale ecc. ).

ALLUVIONI

Per alluvione si intende lo straripamento di una piena relativamente elevata al di sopra degli argini naturali o artificiali di un tratto qualsiasi di un corso d’acqua. COME DIFENDERCI: poiché le piene sono direttamente connesse con gli eventi meteorologici, occorre una accurata rilevazione delle entità delle precipitazioni e della loro distribuzione nel corso dell’anno, in particolare occorre tenere puliti gli alvei fluviali.

DURANTE: se durante l’ondata di piena ci si trova in casa, se si hanno delle colline o delle montagne vicine e la via è libera dall’acqua è opportuno raggiungerle; in caso contrario è bene cercare di salire ai piani superiori e magari sul tetto di casa. Se il fenomeno alluvione è caratterizzato da trasporto solido (terra, alberi ecc.) e il fabbricato si trova vicino al corso d’acqua in zona montana rimanere in casa può risultare pericoloso è quindi necessario individuare una zona o altro fabbricato che si trovi in zona vicina. L’individuazione del posto dove rifugiarsi in caso di evento deve essere fatto preventivamente in “tempo di pace”. Occorre inoltre ricordarsi di togliere la corrente elettrica, di interrompere l’erogazione del gas e di chiudere porte e finestre. Se si stà viaggiando in macchina e l’acqua a già cominciato ad invadere la sede stradale è necessario rallentare, evitando di fermarsi perché si corre il rischio di non ripartire più. E’ opportuno evitare di attraversare ponti sopra fiumi in piena. Se l’auto è travolta dall’acqua e cade nel fiume bisogna chiudere i finestrini e le prese d’aria ed aspettare che essa sia del tutto sommersa; solo allora sarà il momento adatto per uscire dall’abitacolo. A questo scopo, non bisogna tentare di aprire la portiera, perché risulterebbe molto

copia informatica per consultazione difficile per la pressione opposta dall’acqua, ma abbassare i finestrini, e uscire dall’abitacolo attraverso di essi, nel caso in cui non ci si riesca va spinto con forza con i piedi verso l’esterno il vetro anteriore o quello posteriore.

DOPO: rientrando in casa è necessario ricordarsi di non usare l’energia elettrica, anche se il pavimento è asciutto. Non vanno utilizzati cibi e viveri che siano stati a contatto con l’acqua, prima di usare l’acqua dei rubinetti occorre accertarsi che i tecnici dell’acquedotto e dell’Ufficio di Igiene ne abbiano verificato la potabilità.

I TERREMOTI

I terremoti sono dovuti ai lentissimi movimenti delle zolle che provocano forti compressioni e grossi sforzi di taglio nelle rocce. COME DIFENDERCI: Soprattutto nelle aree a rischio sismico è necessario che la popolazione adotti misure preventive e norme di comportamento adeguate.

PRIMA DEL SISMA: Informarsi e verificare presso le proprie Autorità locali se esistono piani di prevenzione e di intervento. In presenza di questi piani bisognerà conoscerne le modalità di attuazione; in caso negativo, invece, è opportuno sollecitare la loro predisposizione da parte delle Autorità medesime. Occorre inoltre:  controllare che la propria abitazione corrisponda alle normative antisismiche;  verificare il funzionamento degli interruttori di luce, gas e acqua così da poterli disattivare in caso di un possibile evento sismico;  accertarsi che mobili, elettrodomestici ed oggetti pesanti siano ben fissati alle pareti per diminuire il rischio di cadute o rovesciamenti;  preparare e verificare periodicamente le scorte di viveri e di acqua potabile per l’emergenza;  tenere sempre pronti oggetti di emergenza (torce elettriche, radio portatili, attrezzatura di pronto soccorso);  stabilire luoghi di rifugio in caso di emergenza;  conoscere l’ubicazione degli ospedali ed i percorsi migliori per raggiungerli;  partecipare alle esercitazioni della Protezione Civile organizzate dalle autorità locali.

DURANTE IL SISMA: Il terremoto può cogliervi in casa, al lavoro, per strada, mentre viaggiate in auto; la regola principale è quella di mantenere la calma evitando manifestazioni di panico.

copia informatica per consultazione IN CASA: rifugiatevi nei punti più solidi dell’edificio (pareti portanti, architravi, vani nelle porte ) oppure nell’impossibilità di raggiungere tali strutture, si può trovare rifugio sotto mobilia resistente (letto, tavolo ) ; in ogni caso lontano da mobili od oggetti che possono cadere, da vetri che possono rompersi, da impianti elettrici volanti. Non accendete fiammiferi, candele ne utilizzate fiamme libere. ALL’APERTO: il pericolo maggiore è costituito dai crolli, per cui allontanatevi dagli edifici e dai cavi elettrici, evitate vie strette e dirigetevi verso luoghi spaziosi a meno che non si tratti di una spiaggia in quanto un terremoto può provocare onde marine molto alte. SE SIETE IN AUTO: non transitare mai sopra ponti o cavalcavia o luoghi franosi, restare in auto e raggiungere un luogo aperto senza intralciare la circolazione. DOPO IL SISMA: spegnere i fuochi accesi e non accendere fiammiferi o candele potrebbero esserci fughe di gas, chiudi i rubinetti dell’acqua, del gas e della corrente elettrica, controlla che non vi siano persone ferite e se qualcuno ha bisogno di aiuto presta il soccorso necessario, non fare uso dell’acqua potrebbe essere stata inquinata, non tenere occupate le linee telefoniche, non rientrare mai negli edifici se non ne è stata accertata la sicurezza, ogni nucleo dovrebbe stabilire in precedenza un possibile luogo idoneo per ritrovarsi.

RISCHI DI INCENDI

Il rischio di fuoco può derivare da molteplici fattori:  incendi boschivi  incendi o esplosioni di fabbricati civili o industriali  incendi in insediamenti che prevedono un alto coefficiente di pericolo  incidenti conseguenti al trasporto di sostanze pericolose  incendi determinati da atti vandalici

DURANTE: la sicurezza delle persone, nel momento in cui si verifichi un incendio di una certa dimensione, si basa sull’esodo ordinato. Il panico, infatti, rende vano ogni piano di emergenza e di prevenzione, provoca la fuga disordinata, ostacolando gli interventi di protezione e causando un aumento del pericolo. Se si rimane coinvolti nell’incendio di un edificio civile o un edificio industriale, che non sia una semplice casa di abitazione, la prima cosa da fare è individuare le uscite di sicurezza che sono sempre segnalate, gli estintori e le manichette antincendio, le scale esterne. Se l’edificio è costruito su un unico piano occorre uscire in modo ordinato dalle scale esterne. Se ci si trova in un complesso a più piani e l’incendio

copia informatica per consultazione è scoppiato sotto di noi, in assenza di scale esterne, si deve salire ai piani superiori o sulle terrazze in attesa dell’arrivo dei soccorsi aerei. In nessun caso si deve far ricorso agli ascensori che potrebbero essere raggiunti dalle fiamme e bloccarsi. Se ci si trova a dover usare una manichetta antincendio bisogna prima srotolarla e avvitare la lancia, si deve inoltre fare attenzione all’uscita dell’acqua la cui forte pressione potrebbe strappare dalle mani la manichetta; bisogna orientare il getto dell’acqua in modo da creare una zona bagnata, quindi dirigere il getto sulle fiamma evitando quadri elettrici e parti elettriche. Poiché il fumo aggredisce le vie respiratorie bisogna coprirsi il naso e la bocca con un fazzoletto bagnato. Se l’incendio riguarda un appartamento bisogna avvisare i VV.F. e prima di uscire chiudere la porta della stanza dove divampa il fuoco, cercando di sigillarla anche con panni bagnati. Occorre inoltre staccare gli interruttori di luce e gas. Se non si riesce a lasciare l’appartamento, in attesa dei soccorsi, per evitare il fumo ci si dovrà sdraiare per terra e avvolgersi in coperte di lana.

INCENDI BOSCHIVI (come difenderci):

Nel nostro paese gli incendi dei boschi sono molto frequenti e disastrosi, nonostante la creazione di un servizio nazionale antincendi boschivi (il COAU, coordinato dal Dipartimento Nazionale alla Protezione Civile) e l'impegno crescente di numerose associazioni di volontariato. Oltre che nelle condizioni climatiche delle ultime estati (caratterizzate da una siccità inconsueta, alta temperatura e forte vento), le cause sono da ricercare principalmente:  nell'aumento degli atti di vandalismo  nella crescente presenza dell'uomo nei boschi  nell'abbandono delle campagne con il conseguente aumento della vegetazione incolta, facilmente aggredibile dal fuoco.

PRIMA: Una delle misure di prevenzione più valide è l’educazione alla cura del bosco, i modi tecnici per arrivare a questo, cioè per educare a prevenire gli incendi possono essere:  ripulitura periodica del sottobosco;  ripulitura in prossimità di strade o sentieri;  predisposizione di strade frangifuoco per frenare la propagazione degli incendi;  installare posti di avvistamento;  stimolare il sorgere di squadre di volontari che lavorino con i forestali;  controllo dei fuochi fatti dai contadini;  promuovere costruzione di vasche dove i mezzi aerei per lo spegnimento (elicotteri) possano attingere l’acqua.

copia informatica per consultazione Per prevenire i danni causati dagli incendi boschivi è opportuno sapere che la propagazione dell'incendio dipende principalmente dall'orografia del suolo dove cresce il bosco; il fuoco, infatti, tendendo a muoversi verso l'alto, si propaga più velocemente lungo un pendio che su un terreno pianeggiante. Anche il vento influisce sugli sviluppi di un incendio, potendo trasportare a notevole distanza gas caldi, tizzoni e braci. Un incendio, al pari di una qualsiasi combustione, per svilupparsi ha bisogno di tre elementi fondamentali, costituenti il cosiddetto "triangolo del fuoco": il combustibile (il legno, nel caso degli incendi boschivi), il comburente (ossigeno) e la temperatura. Se uno solo di questi tre e elementi manca, la combustione non può svilupparsi. Per questo tutte le tecniche antincendio si basano sull'eliminazione di uno di questi tre elementi.

DURANTE:  non correre distrattamente in discesa in terreni accidentati;  non mettersi mai a scappare davanti al fuoco in salita, non c’è speranza di salvarsi, perché l’avanzata delle fiamme può essere molto rapida specialmente lungo burroni o avvallamenti che funzionano come camini;  evitare l’impianto di linee di difesa a mezza costa contro un fuoco che sale rapidamente; posizione migliore dietro la cresta del pendio;  quando si rischia di essere raggiunti dal fuoco, cercare di aggirarlo nei fianchi e passare nella zona già bruciata;  non cercate mai rifugio dentro grotte o caverne;  dove è possibile, buttarsi a terra distesi, dove c’è meno combustibile e cercare di bagnarsi in un impluvio o coprirsi di terra;  si tenga presente che le fiamme bruciano solo pochi minuti nello stesso posto e quindi ci sono speranze di salvarsi;  evitare di inalare fumo, respirando attraverso un fazzoletto, possibilmente umido, altrimenti si può distendersi pancia a terra e respirare tenendo il naso a livello del terreno. Anche nel caso di un incendio in un’abitazione circondata da un bosco la prima misura da eseguire è quella di mantenere la calma cercando se i collegamenti non sono interrotti, di mettersi in contatto con le Autorità più vicine. La disponibilità di acqua è essenziale per salvarsi dall’incendio, con l’acqua si dovrà bagnare il più possibile l’esterno della casa (tettoie, porte, finestre ecc.).

RISCHI DI FRANE

copia informatica per consultazione La frana è il distacco da un pendio di una massa di terreno o roccia che precipita a valle.

COME DIFENDERCI: è necessario realizzare uno studio geologico del territorio, al fine di classificare le zone instabili ed agire di conseguenza, realizzando opere di risanamento e pianificando un uso del territorio in base ad una corretta e sicura pianificazione ambientale.

PRIMA: Si possono individuare i segni che preannunciano una frana esaminando le fenditure e le crepe che si aprono nel terreno, la presenza di eventuali cedimenti della sede stradale, o la presenza di massi che tendono a rotolare verso valle; in questi casi è necessario informare gli enti di Protezione Civile che possono valutare se questi fenomeni possano essere effettivamente i segni premonitori di una frana.

DURANTE E DOPO: In caso di pericolo imminente è necessario allontanarsi dalla frana e munirsi di tutto ciò che può essere utile; prima di uscire di casa bisogna chiudere il rubinetto del gas e togliere l’energia elettrica. Non bisogna fumare o utilizzare fiamme libere e dobbiamo evitare di addensarci nell’area colpita, in quanto le strutture rimaste potrebbero cadere; se siamo a conoscenza del coinvolgimento di persone nel fenomeno franoso, è necessario segnalare la posizione. Se siamo in auto al momento della frana, dobbiamo sbarrare la strada ed avvisare le autorità competenti; nelle operazioni di soccorso a persone sepolte dal fango o dai detriti, è necessario liberare il volto in modo da permettere la respirazione. Se possibile, è bene astenersi dall’operare da soli e cercare l’aiuto di persone esperte.

RISCHI CHIMICO INDUSTRIALE

Il rischio industriale è un’emissione, un incendio o un’esplosione di rilievo, connesso ad uno sviluppo incontrollato di una attività industriale , che dà luogo ad un pericolo grave, immediato o differito per l’uomo, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e/o per l’ambiente e che comporta l’uso di una o più sostanze pericolose.

COME DIFENDERCI:

PRIMA: Per creare un efficace sistema di previsione e prevenzione è necessario un adeguato censimento degli impianti, dei sistemi di sicurezza ed eventualmente degli impianti civili adiacenti, al fine di

copia informatica per consultazione accertare le zone potenzialmente pericolose; data la quasi impossibilità di fornire istruzioni valide per ogni situazione, uno dei metodi migliori per tentare di limitare i danni è quella di stabilire un sistema di allarme che consenta una tempestiva informazioni ( sirene, automezzi con altoparlante, notiziari radio e televisivi ).

DURANTE: se ci troviamo all’aperto dobbiamo coprirci il naso e la bocca con un fazzoletto per non respirare i vapori tossici, tornare a casa e fare una doccia avendo ben cura di lavare bene viso, occhi e parti esposte; i vestiti contaminati devono essere eliminati e deve essere praticata la respirazione artificiale a coloro che mostrano segni di asfissia.

DOPO: dopo il cessato allarme dobbiamo evitare di mangiare frutta e verdura, nonché prodotti esposti all’aria, mentre sarebbe consigliabile consumare alimenti confezionati sotto vuoto, e bere acqua da bottiglie sigillate; per un determinato periodo (stabilito dalle Autorità Sanitarie) sarebbe bene non consumare carne e prodotti derivati da animali allevati nelle zone contaminate.

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COMUNE DI MARANO SUL PANARO PROVINCIA DI MODENA

In stato di emergenza chi ha la responsabilità delle comunicazioni stampa deve:

 preparare messaggi essenziali da diffondere anche attraverso i media con l’obiettivo di rassicurare la popolazione e di evitare il sorgere del panico che provoca comportamenti irrazionali e spesso controproducenti;  diffondere le informazioni essenziali sui punti e sui fattori di prevenzione fornendo nel contempo suggerimenti ed indicazioni sulle azioni da adottare per superare le situazioni di rischio e, possibilmente, per evitarle;  diffondere in maniera corretta informazioni sulla struttura della Protezione Civile e su come opera;  comunicare i fatti, ovvero cosa è accaduto, quale è la situazione, quale è il quadro attuale degli eventi e cosa è prevedibile che accada.  comunicare che cosa si sta facendo, come si sta operando, di quali risorse si dispone, quali sono gli interventi previsti a livello immediato e a breve e medio termine;  comunicare cosa deve fare la popolazione;  informare la popolazione sull’evolversi della situazione, insistendo principalmente su due fronti: evoluzione dell’evento che ha scatenato la crisi e risultati ottenuti con gli interventi posti in essere;

Per un maggiore dettaglio è bene ricordare:

 specificare il luogo con precisione;  specificare il tipo di calamità;  dare notizie sullo stato delle abitazioni e sulle persone;  specificare la situazione dei soccorsi.

Come principio generale, va comunque precisato che in stato di crisi è importante comunicare le direttive alla popolazione con immediatezza, appena la macchina organizzativa è funzionante, utilizzando tutti i mezzi disponibili in quel preciso momento.

Tutto quanto sopra indicato deve essere concordato con il responsabile del servizio e il Sindaco ed inoltre devono essere concordati modi e tempi di divulgazioni.

N.B. Le informazioni alla popolazione e ai mass-media devono essere date esclusivamente dal personale incaricato, è assolutamente vietato per tutti gli altri soggetti componenti del sistema di protezione civile ( volontariato, operatori, personale vario etc) diffondere notizie a chiunque.

Le modalità di diffusione dei messaggi alla popolazione può avvenire con l’ausilio dei seguenti supporti:

 Impianti audio, megafoni  Telefoni fissi, cellulari  Volantinaggio e affissione di locandine  Rete web, SMS  Radio e TV locali

Per le attività di diffusione delle informazioni a livello locale potranno essere impegnate quote di personale della Polizia Municipale, dell’Ufficio Tecnico e del Volontariato di Protezione Civile.

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Modulo A (informazione generica)

Centro Operativo Comunale di Protezione Civile

AVVISO ALLA POPOLAZIONE DEL ______

In riferimento all’appello della ______diramato anche dai telegiornali locali nelle ultime ore, considerate le avverse condizioni meteorologiche che interessano diverse zone della provincia di Modena, si ricorda che per l’area di interesse comunale è sempre attivo un servizio di Protezione Civile.

Nonostante la situazione critica che attualmente interessa la provincia, si rassicura la popolazione che le condizioni meteorologiche nel comune sono ancora di assoluta sicurezza; nel caso venissero osservati livelli di pericolosità per il nostro territorio, verrà applicato il piano di Protezione Civile.

Per trasmettere aggiornamenti sull’evolversi della situazione e per diffondere i comunicati del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, verranno realizzati:

 Volantini informativi  Comunicati stampa  Trasmissioni radio  Avvisi alla popolazione mediante l’utilizzo di personale volontario e con l’ausilio di megafoni

Per qualsiasi informazione o emergenza telefonare al Centro Comunale di Protezione Civile al numero:

059______

Dal Centro Operativo Comunale di Protezione Civile,

li,______

IL SINDACO

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Modulo B (inizio fase preallarme)

Centro Operativo Comunale di Protezione Civile

AVVISO ALLA POPOLAZIONE DEL______

ATTENZIONE!!!

Le abbondanti piogge delle ultime ore hanno determinato il raggiungimento della soglia di preallarme. Il Sindaco ha quindi disposto

L'INIZIO DELLA FASE DI PREALLARME

Si invitano pertanto tutti i cittadini residenti nelle abitazioni a rischio delle frazioni di ______a prestare la massima attenzione e ad eseguire tutte le istruzioni che da ora in poi verranno diramate per conto del Sindaco da pubbliche autorità e volontari.

Si consiglia di raggruppare fin da ora gli effetti personali più importanti che potranno poi servire in caso di evacuazione (chiavi di casa, soldi e preziosi, carta di identità, impermeabili e vestiario di ricambio, bottiglia d'acqua, torcia, ecc.).

Si raccomanda inoltre di chiudere le utenze di gas, luce e acqua.

Si ricorda che se dovesse essere disposta l'evacuazione per le aree/abitazioni a rischio, il segnale di allarme sarà dato da ______(sirena a suono continuo, campana, megafoni, etc.).

Per qualsiasi informazione o emergenza telefonare al Centro Comunale di Protezione Civile al numero 059/______.

dal Centro Comunale di Protezione Civile

li ______

IL SINDACO

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Modulo C (cessazione evento)

Centro Operativo Comunale di Protezione Civile

AVVISO ALLA POPOLAZIONE DEL______

ATTENZIONE!!!

A seguito del miglioramento delle condizioni meteorologiche il Sindaco ha disposto

LA CESSAZIONE DELLA FASE DI PREALLARME

Si informa pertanto tutta la cittadinanza che possono essere riprese tutte le normali attività della popolazione, essendo venute meno le condizioni di pericolo temute.

Per ulteriori informazioni e richieste telefonare al Centro Comunale di Protezione Civile al numero 059______

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.

Dal centro Comunale di protezione civile

Li,______

IL SINDACO

copia informatica per consultazione STRUMENTI DI INFORMAZIONE UTILIZZATI

invio sms cittadini invio messaggio Contatto aggiornamento sito CRITICITA' ALLERTA informazione informazione tramite software vocale tramite telefonico a informazi suono suono Punto di Pannelli a comunicato regione su sito web tramite canali dedicato software dedicato seguito di one porta delle delle informazione info stampa web-allerte - breaking comunale social (alert-systrem, web- (alert-system o censimento a porta sirene campane in loco variabile news allerte, ..) altri) puntuale

Gialla

Arancione Idraulica x x Rossa x x x x x

Gialla

Idrogeologica Arancione x x

Rossa x x x x x

Gialla Idrogeologica per Arancione temporali x x Rossa x x x x x

Gialla

Vento Arancione x x Rossa x x x x x

Gialla Temperature Arancione estreme x x

Rossa x x x x x FASE PREVISIONALE FASE Gialla Neve Arancione x x Rossa x x x x x

Gialla x x Ghiaccio e pioggia Arancione che gela x x Rossa x x x x x

Gialla Stato del mare al Arancione largo Rossa

Gialla Costiera Arancione Rossa

Gialla Valanghe Arancione Rossa copia informatica per consultazione STRUMENTI DI INFORMAZIONE UTILIZZATI invio sms cittadini invio messaggio Contatto CRITICITA' ALLERTA informazione su informazione aggiornamento sito tramite software vocale tramite telefonico a informazio suono suono Punto di Pannelli a comunicato sito web tramite canali regione web-allerte - dedicato software dedicato seguito di ne porta a delle delle informazione info stampa comune social breaking news (alert-systrem, web- (alert-system o censimento porta sirene campane in loco variabile allerte, ..) altri) puntuale Gialla

Arancione Idraulica x x Rossa x x x

Gialla

Idrogeologica Arancione x x

Rossa x x x

Gialla Idrogeologica per Arancione temporali x x Rossa x x x

Pre-allerta

Dighe - Vigilanza rinforzata Rischio Diga Pericolo

Collasso

Dighe - Pre-allerta Rischio Idraulico a valle Allerta

Gialla

Vento Arancione x x Rossa x x x

Gialla

AD EVENTO IN CORSO IN ADEVENTO Temperature Arancione estreme x x Rossa x x x

Gialla Neve Arancione x x Rossa x x x

Gialla x x Ghiaccio e pioggia Arancione che gela x x Rossa x x x

Gialla Stato del mare al Arancione largo copia informatica per consultazione AD EVENTO IN CORSO IN ADEVENTO

Stato del mare al largo Rossa

Gialla Costiera Arancione Rossa

Gialla Valanghe Arancione Rossa

fase di attenzione Incidente fase di pre-allarme rilevante fase di allarme fase di cessato allarme

copia informatica per consultazione PROGRAMMA PROVINCIALE DELLA FORMAZIONE

Provincia di Modena, Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile e Amministrazioni Comunali pianificano diverse tipologie di attività formative (corsi, esercitazioni, ecc..) per il volontariato di Protezione Civile e per gli operatori del sistema provinciale di Protezione Civile. Il programma vuole fare sintesi di tutti i principali corsi / attività formative che Provincia, Consulta e Comuni intendono realizzare nel corso dell’anno, con un’indicazione di massima relativamente al tema trattato ed al periodo di svolgimento del corso, al fine di avere una pianificazione quanto più razionale delle tante attività rivolte a enti, volontari, organizzazioni e gruppi comunali.

Il Programma Provinciale viene elaborato entro il mese di febbraio di ogni anno e inoltrato a tutti i comuni e a tutte le organizzazioni di volontariato. Per questa ragione ogni iniziativa programmata da comuni, gruppi comunali ed associazioni di volontariato deve essere comunicata all’ufficio di protezione civile della provincia entro il mese di febbraio di ogni anno.

In particolare il programma provinciale della formazione è costituito da tre sezioni:

 Programma corsi ed esercitazioni livello provinciale – Volontariato Consultabile sul sito www.cpvpc.it

 Programma corsi ed esercitazioni livello comunale – Volontariato Consultabile sul sito www.cpvpc.it

 Programma corsi per operatori del sistema provinciale di Protezione Civile Consultabili sul sito della Provincia www.provincia.modena.it alla sezione protezione civile. I corsi per operatori di protezione civile vengono comunicati anche direttamente ai comuni e alle comunità montane.

copia informatica per consultazione DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE

N. 29 del 07/04/08

OGGETTO: ISTITUZIONE DEL CATASTO DELLE AREE PERCORSE DAL FUOCO.

LA GIUNTA COMUNALE

PREMESSO CHE la Legge 21 novembre 2000, n. 353 “Legge quadro in materia di incendi boschivi”, dispone circa la conservazione e la difesa dagli incendi del patrimonio boschivo quale bene insostituibile per la qualità della vita, ed impone agli enti competenti compiti di previsione, prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi; CONSIDERATO CHE la succitata normativa prescrive in particolare all’art 10, comma 1 e art. 10 comma 2):

1. Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio per almeno quindici anni. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell'atto. E' inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l'incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell'Ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia.

2. I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell’articolo 3, a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L’elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.

RICHIAMATA la Delibera di Consiglio Regionale n°114/2007 con la quale è stato approvato il “Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi ex. legge 21 novembre 2000, n. 353 (legge quadro in materia di incendi boschivi). Periodo 2007 - 2011”;

copia informatica per consultazione RICHIAMATA l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n°3624 del 22 ottobre 2007, pubblicata in G.U. n° 253 del 30 ottobre 2007, in merito a disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo stato di emergenza in atto nei territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Sardegna ed Umbria, in relazione ad eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi e fenomeni di combustione, RICHIAMATO il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 ottobre 2007, pubblicato in G.U. n°2253 del 30 Ottobre 2007 che ha prorogato lo stato di emergenza in relazione agli eventi calamitosi dovuti alla diffusione di incendi e fenomeni di combustione nelle regioni dell’Italia centro – meridionale; RICHIAMATA la nota con cui la Regione Emilia Romagna con successiva lettera prot. 6846 del 21 Novembre 2007 ha dettato i tempi per gli adempimenti relativamente alla attivazione delle procedure di cui all’art.10 comma 2 della L. n°353/2000 e fornito un facsimile della scheda “Catasto aree percorse dal fuoco” allegata alla presente; CONSIDERATO che a norma di quanto previsto dai suddetti commi 1 e 2 dell’art. 10 della Legge 21 novembre 2000, n. 353, i Comuni devono provvedere direttamente alla perimetrazione delle zone boscate e dei pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco, avvalendosi come livello conoscitivo di base dei rilievi effettuati dal Corpo Forestale dello Stato, ed in particolare delle schede AIB – FN (foglio notizie) e dei rilievi dell’area percorsa dal fuoco con rappresentazione grafica effettuata all’interno del SIM/RAPF (sistema informativo della montagna/rilievo area percorsa dal fuoco), quale indispensabile supporto alla stesura del catasto comunale ed all’applicazione dei vincoli e delle sanzioni imposte dalla Legge 353/2000. RITENUTO pertanto necessario istituire, a mente delle predetta Legge 353/2000, il catasto del censimento della aree percorse dal fuoco, da perimetrare al fine dell’applicazione dei previsti vincoli, e di implementare lo stesso; VISTO lo Statuto Comunale; Con voti favorevoli unanimi, espressi per alzata di mano ed accertati nei modi e nelle forme di legge;

D E L I B E R A

 Di istituire il Catasto del censimento delle aree percorse dal fuoco, sulle quali graveranno i divieti e le prescrizioni di cui alla legge vigente, ai sensi della Legge 21 novembre 2000, n. 353;  Di demandare al responsabile del Settore Assetto Territorio, Servizi Tecnologici, Patrimonio, Demanio l’adozione di tutti gli atti connessi e consequenziali al presente deliberato ed in particolare a:  censire l’elenco dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio;  aggiornare annualmente l’elenco dei soprassuoli percorsi dal fuoco;  Di avvalersi delle schede cartacee AIB – FN (fogli notizie) e dei rilievi delle aree percorse dal fuoco con rappresentazione grafica effettuate all’interno del SIM/RAPF (sistema informativo della montagna/rilievo area percorsa dal fuoco) come livello conoscitivo di base per la perimetrazione delle aree, boscate e non, percorse dal fuoco nell’ultimo quinquennio e per l’aggiornamento annuale del catasto;  Di rimandare a successivi atti l’approvazione dei suddetti elenchi e la loro esposizione per trenta giorni all'albo pretorio comunale per eventuali osservazioni;  Di rimandare a successivi atti la valutazione delle osservazioni presentate e l’approvazione entro i successivi sessanta giorni degli elenchi definitivi e delle relative perimetrazione;  Di dichiarare la presente delibera immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 134, comma 4° - T.U. d.lgs. n° 267/00;

copia informatica per consultazione  Di trasmettere la presente delibera alla Provincia – Servizio di Pianificazione Ambientale e alla Regione Emilia Romagna – Servizio Parchi e Risorse Forestali ed Agenzia Regionale di Protezione Civile. INDI - Stante l'urgenza di predisporre per tempo le incombenze burocratiche afferenti, per i motivi esposti in narrativa, con voto favorevole unanime

DELIBERA

- di dichiarare la presente deliberazione urgente e quindi immediatamente eseguibile, ai sensi e per gli effetti di cui al 4°comma dell'art. 134 del D. Lgs.vo n. 267/2000.

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO S.P.

Data evento Tipologia evento Zona interessata ( località, via, area, fiume, altro) Danni (si-no) Tipologia danni Causa danni Persone coinvolte (si-no) Provvedimenti attivati Note ott-02 frana Via Rio Torto - Casona - Borgo Fontana - Area si distruzione sede frana no rifacimento nuova Fosso Matteazzi stradale e strada e abitazioni private consolidamento case private

giu-08 allagamento zona industriale del capoluogo, fornacione si allagamento acqua no nessuno, risolto in strade, strutture modo naturale sportive

copia informatica per consultazione copia informatica per consultazione Provincia di Modena

U.O. PROTEZIONE CIVILE E DIFESA DEL SUOLO

PIANO PROVINCIALE DI EMERGENZA

STRALCIO RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

“PROTOCOLLO DI INTESA PER LA DEFINIZIONE DEGLI

IMPEGNI DEGLI ENTI CON COMPETENZA IN MATERIA

DI INCENDI BOSCHIVI E PER LA DEFINIZIONE DEL

MODELLO DI INTERVENTO”

AGGIORNAMENTO GIUGNO 2007

1 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

ALLEGATO 1

PROCEDURE OPERATIVE IN CASO DI INCENDI BOSCHIVI IN PROVINCIA DI MODENA

Fase di attenzione - preallarme Fase di allarme Fase di spegnimento e bonifica

2 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

FASE DI ATTENZIONE E PREALLARME

L'attivazione della fase di attenzione corrisponde indicativamente con i periodi compresi da febbraio ad aprile e da giugno a settembre. L’attivazione della fase di preallarme è dichiarata dalla Regione Emilia Romagna ed in particolare coincide con l’attivazione della sala operativa unificata (SOUP) Le strutture tecniche, gli Enti e il volontariato intensificano la vigilanza e adottano tutte le precauzioni e i provvedimenti di prevenzione.

FASE DI ALLARME

La fase di allarme si attiva al momento della segnalazione di avvistamento di un incendio boschivo e cessa nel momento in cui avviene l’intervento effettivo delle strutture operative; tale intervento può essere di spegnimento, nel caso in cui si ravvisi la presenza effettiva del fuoco, o di altra natura (comunicazione di cessato allarme, provvedimento sanzionatorio per comportamento non lecito etc.). La fase di allarme può essere attivata in qualunque momento dell’anno.

Gli obiettivi prioritari di questa fase sono: - il ricevimento delle segnalazioni pervenute in maniera tale da poter trarre il maggior numero di informazioni utili possibili; - la verifica dell’attendibilità della segnalazione anche in base alle comunicazioni di abbruciamenti controllati del materiale di risulta dei lavori forestali regolarmente pervenute al Corpo Forestale dello Stato. - la valutazione delle segnalazioni pervenute per l’invio di personale qualificato e mezzi idonei in grado di raggiungere, nel minor tempo possibile, il luogo dell’evento segnalato. - la gestione delle comunicazioni di preallarme da inoltrare alle strutture operative e alle componenti istituzionali coinvolte.

La gestione di questa fase del modello di intervento spetta al Corpo Forestale dello Stato – Coordinamento Provinciale di Modena che è sede del Centro Operativo Provinciale A.I.B. (C.O.P.) Se invece l’incendio boschivo comporta, sulla base degli elementi forniti nella segnalazione, immediato pericolo per l’incolumità di persone e/o edifici in tale ipotesi l’incarico della valutazione delle forze da inviare per la protezione delle persone e degli immobili spetta al Comando Provinciale di Modena dei Vigili del Fuoco in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato. Il C.O.P. è gestito dal Corpo Forestale dello Stato e opera di norma per mezzo di comunicazioni telefoniche con tutti gli altri Enti coinvolti (SOUP-COR, Vigili del Fuoco, Associazioni di Volontariato, Centro Funzionale, etc.) e opera con comunicazioni radio durante le operazioni di spegnimento. In caso di eventi di particolare gravità o in periodi di rischio molto elevato di incendi boschivi, il C.O.P. può operare coinvolgendo e chiedendo la presenza presso la sala operativa, di Provincia, dei Vigili del Fuoco, del volontariato e può chiedere la collaborazione della Prefettura per la gestione dell’emergenza ed il coordinamento delle forze dell’ordine ai sensi della Legge 225/1992 e del Decreto legislativo 112/1998. Durante tale fase il C.O.P. fornisce all’ufficio stampa della Provincia tutte le informazioni necessarie per la stesura dei comunicati stampa ufficiali ed unici relativi all’evento in corso. Allorquando perciò le testate giornalistiche contattano direttamente gli enti coinvolti nell’evento questi rimanderanno per ogni informazione all’ufficio stampa, che emetterà comunicati ufficiali concordati con il C.O.P. e Prefettura.

3 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

PROCEDURE OPERATIVE E COMPITI

1)RICEVIMENTO DELLA SEGNALAZIONE e VERIFICA DELL'ATTENDIBILITA': Chiunque (popolazione, personale comunale, volontari etc.) avvista personalmente o riceve segnalazione di un incendio boschivo ne dà immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato chiamando il 1515 oppure ai Vigili del Fuoco chiamando il 115. Se il Corpo Forestale dello Stato, “struttura operativa” di protezione civile ai sensi della L.24/2/1992 n. 225, viene allertato o avvista direttamente un incendio boschivo, né da immediata comunicazione ai Vigili del Fuoco (n. tel. 115) e alla Prefettura. Se i Vigili del Fuoco, “struttura operativa” di protezione civile ai sensi della L. 24/2/1992 n. 225, vengono allertati o avvistano direttamente un incendio boschivo, ne danno immediata comunicazione al Corpo Forestale dello Stato (ad uno dei seguenti numeri telefonici: 1515, 800841051) e alla Prefettura. Il Coordinamento Provinciale del C.F.S. di Modena comunicherà ai Vigili del Fuoco il numero su cui effettuare prioritariamente le chiamate nei diversi periodi dell'anno. A tal proposito le due strutture si impegnano a fornire le opportune informazioni sulle rispettive organizzazioni e tutti gli aggiornamenti necessari. Nel caso in cui l'informazione di un incendio giunga alla Provincia o al Comune sarà necessario che l'operatore chieda le seguenti informazioni e poi le comunichi con immediatezza al COP:

 località dove si trova il segnalante,  nominativo e numero telefonico del segnalante,  ubicazione dell'evento e qualsiasi informazione utile per localizzare con la massima precisione possibile l'incendio,  una valutazione sulla gravità dell'evento ( natura de estensione dell'incendio, altezza delle fiamme, presenza di abitazioni minacciate, ecc ),  possibili strade di accesso,  eventuale presenza sul posto di mezzi o persone in attività di repressione,

COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI Segnalano al 1515 o al 115 la - Riceve le segnalazioni di - Ricevono le segnalazioni di Segnalano al 1515 o al 115 la presenza di incendi boschivi incendi boschivi pervenute al n. incendi boschivi pervenute al n. presenza di incendi boschivi fornendo il maggior numero di 1515 o direttamente dai reparti 115 o direttamente dai reparti fornendo il maggior numero di indicazioni possibili periferici. periferici. indicazioni possibili - Verifica l’attendibilità delle - Verificano l’attendibilità delle segnalazioni e annota tutte le segnalazioni e annotano tutte le informazioni che sono state informazioni che sono state fornite. fornite. - Informa immediatamente i - Informano immediatamente il Vigili del Fuoco (115) di quanto Corpo Forestale dello Stato segnalato. (1115, 800841051) sede del C.O.P..

2)LA VALUTAZIONE DELLA SEGNALAZIONE E L’INVIO DEL PERSONALE

Le segnalazioni di incendio boschivo pervenute (direttamente al n. 1515 e/o al n. 800841051 o indirettamente al n. 115) al Corpo Forestale dello Stato, responsabile del C.O.P., vengono valutate dal personale del C.F.S. presente sulle base delle informazioni fornite dai chiamanti, delle componenti orografiche e forestali dell’area oggetto di segnalazione, dello stato delle condizioni climatiche esistenti; verificando inoltre che l’evento segnalato non risulti in realtà un abbruciamento controllato del materiale di risulta del lavori forestali regolarmente comunicato. Sulla base delle valutazioni sopra descritte il Corpo Forestale dello Stato dispone immediatamente l’invio sul posto di proprio personale disponibile avvisando e/o chiedendo il concorso dei Vigili del

4 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

Fuoco; può anche disporre l’intervento delle squadre di Volontari A.I.B. che attiverà in nome dell'Amministrazione Provinciale secondo quanto delineato in tale protocollo. Per l'attività di controllo delle caratteristiche dell'incendio il COP può richiedere un sopralluogo da parte dei tecnici comunali che immediatamente si recheranno sul luogo fornendo il maggior numero di informazioni utili anche per dimensionare l’intervento. Se ritenuto necessario può essere richiesta alla Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.) l’attivazione della ricognizione con elicottero eventualmente disponibile. Una volta inviato il personale sul posto il C.O.P.-C.F.S. rimane in attesa di verificare l’entità dell’incendio boschivo sulla base delle informazioni che giungono direttamente dal personale del Corpo Forestale dello Stato o indirettamente dalla Sala Operativa dei Vigili del Fuoco.

COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI SALA OPERATIVA UNIFICATA - Valuta le segnalazioni di - Ricevono la richiesta di - Ricevono la richiesta di PERMANENTE incendi boschivi pervenute sulla concorso da parte del C.O.P. – intervento da parte del C.F.S- che riceve la richiesta di base delle informazioni fornite C.F.S. e inviano sul posto le C.O.P. e sentita la Prefettura e ricognizione con elicottero dal dai chiamanti e sulla base dei squadre di spegnimento per il tramite del Coordinatore S.O.U.P. e ne autorizza l’utilizzo. dati territoriali e climatici in disponibili sulla base delle Provinciale del Volontariato di possesso. richieste formulate. Indicano al Protezione Civile o di suo - Verifica che la segnalazione C.O.P. – C.F.S. il numero di delegato intervengono con le non sia relativa ad un componenti della squadra squadre AIB richieste dal abbruciamento controllato inviata, il responsabile e i mezzi C.O.P..- Comunicano al C.O.P – regolarmente comunicato. e le attrezzature inviate. C.F.S.., tramite il Coordinatore - Dispone l’invio immediato sul - La Sala Operativa mantiene i Provinciale del Volontariato di posto di proprio personale contatti con il personale inviato Protezione Civile o suo delegato, avvisando e/o chiedendo il e fa da tramite con il C.O.P. – il numero dei componenti della concorso dei Vigili del Fuoco. C.F.S.. squadra di volontari A.I.B. - Può disporre l’invio delle eventualmente inviata, il squadre di Volontari A.I.B., nominativo del responsabile attivando direttamente il della squadra e le attrezzature in volontariato a nome dotazione. dell'Amministrazione provinciale avvisando il Coordinatore Provinciale del Volontariato di Protezione Civile o di suo delegato. - Può richiedere alla S.O.U.P. l’attivazione della ricognizione con elicottero eventualmente disponibile. - Invia il proprio personale disponibile sul luogo dell’incendio sulla base delle indicazioni del responsabile del S.O.U.P..-C.F.S.. - Mantiene i contatti in maniera diretta e indiretta, attraverso la Sala Operativa dei Vigili del Fuoco e con il Coordinatore Provinciale del Volontariato o suo delegato, con il personale inviato annottando le informazioni ulteriori pervenute.

3) LA COMUNICAZIONE PREVENTIVA DI ALLARME AD ALTRI ENTI COINVOLTI E LA RACCOLTA DEI DATI.

In attesa di avere la conferma dell’incendio boschivo e di avere maggiori informazioni dal personale inviato sul posto, il C.O.P. – C.F.S. informa preventivamente il Sindaco del Comune sul cui territorio è avvenuto l’incendio per le funzioni di cui alla L. 225/92, il 118-Modena Soccorso, la Sala Unificata Operativa Permanente (S.O.U.P.). Nel caso in cui le informazioni in possesso facciano presumere la presenza di un incendio boschivo di proporzioni rilevanti, Il C.O.P informa la

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Prefettura, la Consulta Provinciale per il Volontariato di Protezione Civile che verifica l'organizzazione e la reperibilità delle squadre A.I.B., la Provincia per l'eventuale organizzazione delle squadre A.I.B vigili provinciali. Il C.O.P.–C.F.S. raccoglie il materiale cartografico dell’area e tutte le altre informazioni territoriali (presenza di infrastrutture, viabilità, laghetti ecc) che possono essere utili al direttore delle squadre di spegnimento A.I.B. anche consultando le banche dati cartografiche create dalla Provincia e afferenti al Programma di previsione e prevenzione e al piano di emergenza di protezione civile. Nel caso in cui il personale intervenuto confermi la presenza dell’incendio si passa alla successiva fase di spegnimento; in caso contrario il C.O.P. – C.F.S. dispone il rientro del personale inviato e comunica il cessato allarme al Sindaco, al 118, alla S.O.U.P. e alla Prefettura se precedentemente informata.

COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI I SINDACI dei COMUNI - Mette in preallarme il Sindaco - La Sala Operativa aggiorna il Viene informata dal COP-C.F.S interessati dall’incendio del comune sul cui territorio è C.O.P. – C: F.S. su eventuali che verifica l'organizzazione ricevono la comunicazione di stato segnalato l’incendio. nuove informazioni pervenute al delle proprie squadre A.I.B. preallarme dal C.O.P.-C.F.S.; - Mette in preallarme il 118 per n. 115. mettono in preallarme le un eventuale successivo - Su richiesta del C.O.P. – C.F.S. strutture comunali o altro intervento. procede ad effettuare le volontariato locale per - Mette in preallarme la segnalazioni di preallarme ai coadiuvare le operazioni A.I.B. e S.O.U.P. Sindaci, alla S.O.U.P., al 118, assistere quanti coinvolti - Qualora l’incendio sembri di alla Prefettura. nell’incendio. proporzioni rilevanti, dalle Il 118 riceve la chiamata di informazioni in possesso, mette preallarme e organizza in preallarme la Prefettura. l’eventuale intervento se - Raccoglie il materiale richiesto. cartografico e tecnico relativo La SALA OPERATIVA all’area oggetto di segnalazione. UNIFICATA PERMANENTE viene messa in preallarme in servizio h12, con reperibilità h24, con la presenza di funzionari della SPC, del CFS, dei VVF e di Volontari di Protezione Civile. La PREFETTURA viene messa in preallarme nel caso in cui il C.O.P. - C.F.S. ritenga presumibile la presenza di un incendio di proporzioni rilevanti

4) COMUNICAZIONI AGLI ORGANI DI STAMPA

L’ufficio stampa della Provincia è incaricato di elaborare le informazioni ufficiali relativamente all’incendio fintanto che la situazione per caratteristiche e proporzioni non evolva in evento che richieda la convocazione del Centro Coordinamento soccorsi da parte della Prefettura, che potrà avvalersi del proprio ufficio stampa. In particolare allorquando il C.O.P. avviserà l’ufficio protezione civile della Provincia dell’incendio in corso, sarà compito di tale ufficio allertare l’ufficio stampa afinchè questo si metta in contatto con il C.O.P. per l’elaborazione dei comunicati stampa per le diverse testate giornalistiche. In particolare se gli enti coinvolti dall’evento venissero contattati dagli organi di stampa dovranno rimandare per eventuali informazioni all’ufficio stampa della Provincia che emetterà I comunicati stampa ufficiali relativi all’evento. Il C.O.P. e/o I Vigili del Fuoco si renderanno pertanto disponibili a fornire all’ufficio stampa della Provincia tutte quelle informazioni necessarie all’elaborazione dei comunicati. L’ufficio stampa provinciale si impegna altresì a concordare con il C.O.P. e con la Prefettura il contenuto di tali comunicati. I comunicati dovranno assolutamente rispettare la riservatezza imposta dalle eventuali indagini di P.G. e le normative vigenti sul diritto alla privacy.

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5) INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

Nel caso in cui l’evento assuma proporzioni tali da richiedere per l’avacuazione e l’allertamento il coordinamento della Prefettura –CCS, eventuali avvisi saranno emanati previa intesa tra Comuni interessati COP , Prefettura-CCS. Se l’evento comporta l’allontanamento di poche unità di persone dalle proprie abitazioni a carattere cautelativo il comune interessato dall’evento si occuperà dell’informazione dandone comunicazione a COP e Prefettura.

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FASE DI SPEGNIMENTO E BONIFICA

La fase di spegnimento e bonifica ha inizio nel momento in cui il personale delle strutture operative inviato sul luogo dell’incendio dal C.F.S.-C.O.P. si inizia ad occupare della sua estinzione. Lo spegnimento può avvenire mediante esclusivo intervento delle squadre a terra oppure mediante intervento congiunto di squadre a terra e mezzo aereo, per azione diretta sulle fiamme o indiretta sul materiale combustibile non ancora raggiunto dal fuoco allo scopo di realizzare fronti di arresto delle fiamme e isolare l’evento. La fase di spegnimento può essere attivata in qualunque momento dell’anno e segue la fase di allarme.

In questa fase del modello di intervento gli obiettivi principali sono: - la tempestiva valutazione del grado di pericolosità e di controllabilità dell’incendio (scenario del rischio) con lo scopo di adottare i metodi di lotta più idonei; - l’organizzazione delle attività di spegnimento in maniera da ridurre al massimo i rischi per le squadre di spegnimento che devono operare in sicurezza. - la rapida estinzione delle fiamme per la salvaguardia degli ambienti forestali e prioritariamente delle eventuali abitazioni o infrastrutture presenti. - l’esecuzione delle operazioni di bonifica e di monitoraggio dell’area percorsa dal fuoco con lo scopo di evitare il ritorno delle fiamme. - la descrizione dell’incendio e delle sue cause, i rilievi statistici, le indagini di P.G. per i previsti adempimenti di legge.

Nel caso in cui l’incendio boschivo non presenti requisiti di immediata pericolosità per l’incolumità di persone e edifici, il Corpo Forestale dello Stato assume la direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi concordando le procedure e il tipo di intervento più appropriato con il responsabile dei Vigili del Fuoco e coinvolgendo nelle operazioni di spegnimento il proprio personale, il personale dei Vigili del Fuoco, le squadre di volontari eventualmente presenti, le squadre A.I.B. dei vigili provinciali e altro personale che si rendesse necessario utilizzare per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Nel caso in cui l’incendio si mostri immediatamente pericoloso per l’incolumità di persone e edifici, la direzione tecnica delle operazioni a terra viene assunta dal responsabile dei Vigili del Fuoco che concorda le procedure e le modalità di intervento con il responsabile del Corpo Forestale dello Stato coordinando il volontariato e l’altro personale. In caso di spegnimento con mezzi aerei la direzione delle operazioni compete al personale del Corpo Forestale dello Stato che si occuperà di gestire le comunicazioni con gli aeromobili presenti e con le squadre a terra. Al C.O.P. gestito dal Corpo Forestale dello Stato competono la valutazione della situazione AIB a livello provinciale e le decisioni in relazione alle forze rese disponibili dalle strutture operative da inviare sugli incendi. Al C.O.P viene inoltre affidata la gestione delle comunicazioni con le autorità di Protezione Civile relative all’evoluzione dell’evento e la redazione dell’eventuale richiesta, alla Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.), di intervento del mezzo aereo o di altre squadre provenienti dalle province vicine. Nel caso in cui l’incendio si mostri immediatamente pericoloso per l’incolumità di persone e edifici, le funzioni sopra descritte vengono assunte dai Vigili del Fuoco e dalla Sala Operativa dei Vigili del Fuoco che opera in concorso con il C.O.P. – C.F.S.. Il C.O.P.- C.F.S. durante l’incendio mantiene i contatti con il personale del C.F.S. che assume di norma la direzione delle operazioni di spegnimento; in tal senso valuta le richieste provenienti dal direttore delle operazioni di spegnimento e le trasmette agli altri enti coinvolti o al CCS nel caso in cui sia stato convocato. (richiesta di disattivazione di elettrodotti, richiesta di ordinanza del sindaco, richiesta di interruzione del passaggio di treni, chiusura di strade, richieste di potere attingere alle fonti di approvvigionamento idrico etc.). In caso di necessità il COP richiede il contributo delle squadre AIB del volontariato e procede direttamente e telefonicamente all'attivazione del personale volontario per il tramite della Consulta provinciale del volontariato inviando inoltre tale attivazione via fax alla Consulta stessa e all’Amministrazione provinciale che provvederà poi all’espletamento delle pratiche amministrative

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connesse a tale attivazione.Il COP può chiedere il contributo delle squadre A.I.B. vigili provinciali contattando il coordinatore al numero di telefono in allegato. Anche nel caso in cui l’incendio di bosco mostri pericolosità per l’incolumità di cose e persone e cioè anche nel caso in cui la direzione dello spegnimento dell’incendio viene assunta dai Vigili del Fuoco l’attivazione del volontariato avviene per il tramite del Corpo forestale dello Stato incaricato dalla Provincia per lo svolgimento di tale compito. Il personale del CFS impegnato, per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, utilizza le qualifiche di sostituto ufficiale/agente di P.S. che detiene. In caso di incendio boschivo, al C.F.S. competono i compiti relativi alla descrizione dell’incendio e delle sue cause, i rilievi statistici, e, fatte salve le competenze di altri Enti, le indagini di P.G. e quanto previsto per i vari adempimenti di legge. Al C.O.P. compete inoltre la gestione delle informazioni sull’incendio boschivo nel rapporto con l’ufficio stampa della Provincia nel rispetto della riservatezza imposta dalle eventuali indagini di P.G. e dalle normative vigenti sul diritto alla privacy. L’ufficio stampa della Provincia manterrà questo rapporto privilegiato con COP fintanto che la situazione per caratteristiche e proporzioni non evolva in evento che richieda la convocazione del Centro Coordinamento soccorsi da parte della Prefettura, che potrà avvalersi del proprio ufficio stampa.

PROCEDURE OPERATIVE E COMPITI

1) LA VALUTAZIONE DELLA CONTROLLABILITA’ DELL’INCENDIO BOSCHIVO:

Il Corpo Forestale dello Stato, che assume la direzione delle operazioni di spegnimento (qualora l’incendio non presenti pericolo immediato per l’incolumità delle persone e degli edifici), deve provvedere ad una rapida valutazione della potenziale evoluzione (in rapporto alla situazione territoriale e climatica esistente) e della controllabilità (in rapporto alle forze presenti o già inviate) dell’incendio boschivo (scenario del rischio A.I.B.). Svolta con immediatezza tale valutazione il direttore delle operazioni di spegnimento ne dà immediata comunicazione al C.O.P.-C.F.S. e trasmette ad esso eventuali richieste di ulteriori squadre di spegnimento a terra o di intervento aereo. Nell’ambito dell’attività di gestione del C.O.P., il C.F.S. provvede alla gestione delle comunicazioni con il direttore dello spegnimento. In tal senso valuta e dà esecuzione alle richieste del direttore di spegnimento nell’ambito di una valutazione complessiva della situazione A.I.B. a livello provinciale. Il C.O.P.- C.F.S. attiva, se necessario, le procedure di richiesta di intervento aereo alla S.O.U.P., così come previsto dalle direttive PRO.CIV. e dal Piano regionale AIB, o effettua alla S.O.U.P., la richiesta di ulteriori squadre di spegnimento a terra provenienti da altre province della regione; il C.O.P. – C.F.S. può richiedere alla S.O.U.P., di poter disporre della ricognizione dell’elicottero eventualmente disponibile. Nel caso in cui i Vigili del Fuoco giungano preventivamente sull’incendio o assumano la direzione delle operazioni in caso di immediato pericolo per le persone e gli edifici, il responsabile della squadra dei VV.FF. informerà il C.O.P.- C.F.S. attraverso la Sala Operativa del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco sulle caratteristiche dell’incendio in corso. In caso di eventi che comportino l’immediato pericolo per persone e edifici, le funzioni relative alla gestione delle comunicazioni con il direttore dello spegnimento e alla valutazione delle forze da inviare per fronteggiare l’incendio, competono alla sala Operativa dei Vigili del Fuoco. Nel caso in cui le squadre A.I.B. di volontari giungano preventivamente sul luogo dell’intervento informeranno sulle caratteristiche dell’incendio il C.O.P.–C.F.S. per il tramite del Coordinatore Provinciale del Volontariato di Protezione Civile o di un suo delegato Il direttore dello spegnimento trasmette al C.O.P.-C.F.S. la richiesta di intervento del 118 per l’eventuale soccorso del personale intervenuto o di chiunque altro coinvolto nell’incendio. Il C.O.P. – C.F.S. trasmette la richiesta al 118 che invia i soccorsi preventivi. Il C.O.P -C.F.S, in tale caso tiene costantemente aggiornata la Prefettura sulla gestione e le modalità di organizzazione dei soccorsi che interverrà secondo le necessità che si manifestano all'evolversi dell'evento.

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COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI - Provvedono a dare esito alle - Assume la direzione delle - Qualora l’incendio presenti Nel caso in cui le squadre per lo richieste provenienti dal C.O.P. operazioni di spegnimento pericolo immediato per spegnimento A.I.B. giungano – C.F.S. (qualora l’incendio non presenti l’incolumità delle persone e preventivamente sul luogo - Il 118 su richiesta del C.O.P. – pericolo immediato per degli edifici assumono la dell’intervento informeranno il C.F.S. invia i soccorsi richiesti. l’incolumità delle persone e direzione delle operazioni di C.O.P. – C.F.S. sulle degli edifici). spegnimento e provvedono ad caratteristiche dell’incendio per - Provvede ad una rapida una rapida valutazione delle il tramite del Coordinatore valutazione della potenziale forze necessarie per la Provinciale del Volontariato di evoluzione dell’evento (in salvaguardia di persone e Protezione Civile o di un suo rapporto alla situazione edifici. delegato territoriale e climatica esistente) - Qualora l’incendio presenti Riceve l'attivazione per i e della controllabilità (in pericolo immediato per benefici di Legge da parte del rapporto alle forze presenti o già l’incolumità delle persone e COP-C.F.S. inviate) dell’incendio boschivo. degli edifici assumono, - Nell’ambito del C.O.P. attraverso la Sala Operativa provvede alla gestione delle provinciale, le funzioni relative comunicazioni con il direttore alla gestione delle dello spegnimento del C.F.S. o, comunicazioni con il direttore nei casi previsti, di altra dello spegnimento e alla struttura operativa. In tal senso valutazione delle forze da valuta e dà esecuzione alle inviare per fronteggiare richieste del Direttore di l’incendio. spegnimento nell’ambito di una - Nel caso in cui giungano valutazione complessiva della preventivamente sull’intervento situazione AIB a livello assumono la direzione delle provinciale operazioni di spegnimento e - Nell’ambito della gestione del riferiscono al C.O.P. – C.F.S. in C.O.P., trasmette alla S.O.U.P la merito alle caratteristiche richiesta di intervento aereo dell’incendio e alla sua nelle procedure previste dalla evoluzione. Direttiva PRO.CIV e dal Piano regionale AIB, o effettua al S.O.U.P. la richiesta di ulteriori squadre di spegnimento a terra provenienti da altre province della regione. - Richiede per mezzo del C.O.P. – C.F.S. l’intervento del 118. - Procede all'attivazione del volontariato

2) L’ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI ESTINZIONE CON MEZZI A TERRA

Il direttore dello spegnimento, di norma individuato nel rappresentante del C.F.S. presente sul posto o, nei casi di immediato pericolo per le persone e gli edifici, nel rappresentante dei Vigili del Fuoco, assume le funzioni di coordinamento e direzione delle squadre di spegnimento a terra presenti. In tal senso il direttore coinvolge il personale del C.F.S., il personale dei Vigili del Fuoco, il volontariato qualificato per le operazioni di spegnimento A.I.B. e/o altro personale che si rendesse necessario per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il direttore dello spegnimento, collaborando con i responsabili delle squadre a terra presenti, dispone le modalità dell’intervento e la divisione dei compiti assicurandosi che il personale inviato possa essere raggiunto via radio per ogni eventuale successiva comunicazione di servizio. Al direttore dello spegnimento spetta il compito di gestire le comunicazioni con il C.O.P.–C.F.S. e di formulare ad esso le richieste ritenute necessarie. Il personale dei Vigili del Fuoco costituisce il nucleo di riferimento che, fatte salve le prioritarie esigenze del servizio di soccorso urgente, interviene nello spegnimento degli incendi boschivi qualora richiesto dal C.O.P. e sulla base alle indicazioni del Direttore dello spegnimento. Le squadre di spegnimento A.I.B. composte da volontari si pongono al servizio del direttore dello spegnimento e partecipano alle operazioni A.I.B. Ogni squadra avrà al suo interno un responsabile

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che si preoccuperà della gestione delle comunicazioni con il responsabile dello spegnimento e che avrà la responsabilità del coordinamento dei volontari appartenenti alla squadra. Il C.O.P. – C.F.S. si occupa della gestione delle comunicazioni con il direttore dello spegnimento; in tal senso valuta le richieste pervenute e richiede l’adozione, alle autorità di protezione civile e a tutti gli Enti e le strutture coinvolte, dei provvedimento ritenuti opportuni.

COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI - Provvedono a dare esito alle - Assume di norma la direzione dello - Costituiscono il nucleo di - Intervengono nelle richieste provenienti dal spegnimento fatti salvi i casi di riferimento che, fatte salve le operazioni di spegnimento C.O.P. – C.F.S. ; immediato pericolo per le persone e prioritarie esigenze del servizio ponendosi al servizio del - Il 118 interviene sul luogo per gli edifici (caso in cui la direzione di soccorso urgente, interviene direttore dello spegnimento. dell’incendio ponendosi al spetta al rappresentante dei Vigili del nello spegnimento degli servizio del Direttore dello Fuoco). incendi boschivi qualora spegnimento. - Interviene nelle operazioni di richiesto dal C.O.P. – C.F.S. e spegnimento. in base alle indicazioni del - Nell’ambito dei compiti affidati al Direttore dello spegnimento. C.O.P., assume la gestione delle - In caso di immediato pericolo comunicazioni con il direttore dello per le persone e per gli edifici spegnimento e ne recepisce e valuta le assumono la direzione delle richieste. operazioni di spegnimento; in - Nell’ambito delle funzioni affidate al tal caso si occupa in C.O.P, dispone l’invio di altre squadre collaborazione con il disponibili per lo spegnimento a terra rappresentante del C.F.S. delle e trasmette gli aggiornamenti del caso comunicazioni al C.O.P. – alle autorità di protezione civile e ad C.F.S. . altri Enti coinvolti. Nell’ambito delle funzioni affidate al C.O.P, richiede, alle autorità di protezione civile e a tutti gli Enti e le strutture coinvolte, l’adozione dei provvedimenti ritenuti opportuni

3) L’ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI ESTINZIONE CON MEZZI AEREI

Nel caso in cui le operazioni di spegnimento coinvolgano mezzi aerei il C.F.S. assume, attraverso un suo rappresentante, tutte le funzioni di direzione delle squadre a terra e di coordinamento dell’attività di spegnimento dei mezzi aerei. I responsabili delle squadre a terra comunque composte devono assicurarsi che il direttore di spegnimento possa essere continuamente aggiornato in merito alla loro posizione. Il direttore dello spegnimento comunica al C.O.P.–C.F.S. lo stato delle operazioni. Il C.O.P.–C.F.S. si occupa della gestione delle comunicazioni con la Sala Operativa di Roma del C.O.A.U. che avvengono attraverso la S.O.U.P.

COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI . – Provvedono a dare esito alle - Assume, nei casi di intervento - Intervengono nelle operazioni - Intervengono nelle operazioni richieste provenienti dal C.O.P. di aeromobili, tutte le funzioni di spegnimento sotto la di spegnimento sotto la – C.F.S. di direzione delle squadre a direzione del C.F.S.; si direzione del C.F.S.; si - Ia S.O.U.P si preoccupa di terra e di coordinamento preoccupano di fornire, in preoccupano di fornire, in ricevere dal C.O.P. i dati relativi dell’attività di spegnimento dei maniera continuativa, al maniera continuativa, al alle operazioni di spegnimento e mezzi aerei coinvolti. direttore dello spegnimento, la direttore dello spegnimento, la di gestire le comunicazioni con - Si occupa delle comunicazioni posizione delle squadre a terra posizione delle squadre a terra il COAU di Roma. relative allo stato delle coinvolte. coinvolte operazioni di spegnimento che il direttore comunica, per il tramite del C.O.P. , la S.O.U.P. .

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4) RACCOLTA DATI E GESTIONE DELLE INFORMAZIONI SULL’EVENTO.

In caso di incendio di bosco e in generale di ambienti naturali (pascoli, incolti, arbusteti, terreni saldi, terreni coltivati etc. ) il C.F.S. si occupa, per quanto previsto dagli adempimenti di legge, dei compiti connessi alle indagini di P.G., alla descrizione dell’incendio e delle sue cause, al rilievo dei dati statistici (ettari bruciati, vegetazione coinvolta, personale intervenuto, mezzi aerei intervenuti e lanci effettuati, etc.). I rilievi vengono effettuati dal personale del C.F.S. intervenuto sull’incendio. Qualora l’incendio venga spento senza l’intervento del C.F.S., del fatto deve essere data comunque comunicazione circostanziata al C.O.P. – C.F.S. che si occuperà della predisposizione degli adempimenti previsti. Il C.O.P., fatti salvi gli adempimenti amministrativi interni alle amministrazioni coinvolte, rappresenta l’unica struttura che può fornire, nel rispetto della riservatezza imposta dalle eventuali indagini di P.G. e dalle normative vigenti sul diritto alla privacy, i dati statistici “ufficiali” relativi all’incendio (identificazione geografica e ambientale, orari, personale intervenuto, cause, danni, etc.) alla Autorità Giudiziaria, alla Autorità di P.S. e di Protezione Civile, agli Enti Locali, agli altri Enti pubblici richiedenti, ai privati e ai mass media.

COMPONENTI CORPO FORESTALE VIGILI DEL FUOCO ASSOCIAZIONI DI ISTITUZIONALI E DELLO STATO (COMANDO VOLONTARIATO ALTRI SOGGETTI (C.O.P.) PROVINCIALE) COINVOLTI - Provvedono all’espletamento - Effettua tutti i rilievi necessari - Si preoccupano di fornire al - Si preoccupano di fornire al degli adempimenti di legge per la predisposizione degli rappresentante del C.F.S. se rappresentante del C.F.S. se previsti in base ai dati ufficiali adempimenti di legge previsti di presente o, in caso di sua presente o, in caso di sua rilasciati dal C.O.P. – C.F.S. natura penale e amministrativa assenza, al C.O.P. – C.F.S., tutti assenza, al C.O.P. – C.F.S., tutti - Nell’ambito dei compiti svolti i dati in possesso relativamente i dati in possesso relativamente dal C.O.P. fornisce i dati alle operazioni di spegnimento alle operazioni di spegnimento statistici “ufficiali” dell’incendio di incendi di bosco e/o di di incendi di bosco e/o di ai richiedenti pubblici e privati. ambienti naturali in senso ambienti naturali in senso generale. generale. .

5) COMUNICAZIONI AGLI ORGANI DI STAMPA

L’ufficio stampa della Provincia è incaricato di elaborare le informazioni ufficiali relativamente all’incendio anche durante le fasi di spegnimento fintanto che la situazione per caratteristiche e proporzioni non evolva in evento che richieda la convocazione del Centro Coordinamento Soccorsi da parte della Prefettura, che potrà avvalersi del proprio ufficio stampa. In particolare verranno fornite all’ufficio stampa della Provincia quelle informazioni sull’andamento dell’evento necessarie alla formulazione di comunicati stampa. In particolare se gli enti coinvolti dall’evento venissero contattati dagli organi di stampa dovranno rimandare per eventuali informazioni all’ufficio stampa della Provincia che emetterà I comunicati stampa ufficiali relativi all’evento. Il C.O.P. e/o I Vigili del Fuoco si renderanno pertanto disponibili a fornire all’ufficio stampa della Provincia tutte quelle informazioni necessarie all’elaborazione dei comunicati. L’ufficio stampa provinciale si impegna altresì a concordare con il C.O.P. e con la Prefettura il contenuto di tali comunicati. I comunicati dovranno assolutamente rispettare la riservatezza imposta dalle eventuali indagini di P.G. e le normative vigenti sul diritto alla privacy.

6) INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

Nel caso in cui l’evento assuma proporzioni tali da richiedere per l’avacuazione e l’allertamento il coordinamento della Prefettura–CCS, eventuali avvisi saranno emanati previa intesa tra Comuni interessati COP, Prefettura-CCS. Se l’evento comporta l’allontanamento di poche unità di persone dalle proprie abitazioni a carattere cautelativo il comune interessato dall’evento si occuperà dell’informazione dandone comunicazione a COP e Prefettura

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NUMERI TELEFONICI DI RIFERIMENTO

1515 CORPO FORESTALE DELLO STATO

Numero telefonico d’emergenza ambientale del Corpo Forestale dello Stato al quale poter segnalare ogni incendio boschivo. Risponde un operatore del Corpo Forestale dello Stato h. 24 ogni giorno della settimana.

8008-41051 NUMERO VERDE ISTITUITO DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

Per favorire la campagna antincendi boschivi. Risponde il Centro Operativo Provinciale (C.O.P.) e/o Regionale (S.O.U.P.) tutti i giorni della settimana dalle 7,50 alle 20,10.

115 VIGILI DEL FUOCO

Numero telefonico dei Vigili del Fuoco. Risponde il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco h. 24 ogni giorno della settimana.

051 284200 / 051 284440 SALA OPERATIVA UNIFICATA PERMANENTE (S.O.U.P.)

051 284829 FAX

Risponde la Sala Operativa Unificata Permanente dalle ore 8,00 alle ore 20,00 di tutti i giorni della settimana, solo durante il periodo di massima pericolosità, così come dichiarato dalla Regione Emilia Romagna. Sono rappresentati in esso i rappresentanti dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato, del volontariato regionale di protezione civile.

PROTEZIONE CIVILE PROVINCIA tel. 059/209469 cell. 3357174161 Fax. 059/209464

COORDINATORE VOLONTARI A.I.B. tel. 3385605431 VICE COORDINATORE A.I.B. tel. 3206039614

FAX PER ATTIVAZIONE VOLONTARIATO fax. 059209436

PRESIDENTE CONSULTA VOLONTARIATO tel. 3202518217 tel.3483664029

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REPERIBILITA’ SINDACI COMUNI

TELEFONO TELEFONO COMUNE SINDACO CASA LAVORO CASTELVETRO MALETI ROBERTO 329 7504699

FANANO CORSINI ALESSANDRO 329 2506660

FIORANO MODENESE PISTONI CLAUDIO 348 0067107 NARDINI NARDO 335 7568688 NORBERTO PIERAZZI ELIO 338 7378312

GUIGLIA PASINI ANGELO 059 709999 329 3191418

LAMA MOCOGNO SERRI LUCIANA 320 4386140

MARANELLO BURSI LUCIA 329 2103878

MARANO S.P. SALICI MAURO 320 9242599 329 8076025 BECCATI LUCIANO 059 761169 329 2109138 0536 884212 MONTEFIORINO PALLADINI MAURIZIO 0536 965244 335 7016142 CASTAGNOLI CARLO 329 2505071 0536-961534/522 GALVANI PAOLO 0536-961592 338 5314755 ROMANO CANOVI 3480196879 329 3814888 MORDINI LUCA 335 6384892 MARASTI MARA 329 6605236

PRIGNANO S.S. FANTINI MAURO 348 8440050

RIOLUNATO CARGIOLI GIANCARLO 3202389279

SASSUOLO PATTUZZI GRAZIANO 335 6109679 348 8013008 SAVIGNANO S.P. FORNARI CATIA 329 9052552 0536 954454 RALENTI LUIGI 0536 952742 335 6891683 MARCO BONUCCHI 3357189206

VIGNOLA ADANI ROBERTO 329 2103777

ZOCCA CARLO LEONELLI 348 7315831

14 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

ALLEGATO 2

MODULISTICA PER ATTIVAZIONE VOLONTARIATO

CORPO FORESTALE DELLO STATO COMANDO PROVINCIALE DI MODENA

TELEGRAMMA VIA FAX

ALLA CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO PER LA PROTEZIONE CIVILE FAX 059 209436

e p.c. ALL’UFFICIO PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI MODENA FAX 059 209464

ALLA PREFETTURA DI MODENA FAX 059 410666

LO SCRIVENTE CORPO FORESTALE DELLO STATO – COMANDO PROVINCIALE DI MODENA – QUALE REFERENTE DELLA PROVINCIA DI MODENA INCARICATO DELL’ATTIVAZIONE FORMALE DEL VOLONTARIATO A.I.B. IN OSSERVANZA A QUANTO DISPOSTO DAL “PROTOCOLLO D’INTESA PER LA DEFINIZIONE DEGLI IMPEGNI DEGLI ENTI CON COMPETENZA IN MATERIA DI INCENDI BOSCHIVI E PER LA DEFINIZIONE DEL MODELLO DI INTERVENTO NELLE EMERGENZE CONNESSE AL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI – ANNO 2002”. DISPONE:

IMMEDIATO IMPIEGO DI N. ______SQUADRE DI VOLONTARI A.I.B. PER INTERVENTO IN LOCALITA’ ______IN COMUNE DI ______. I VOLONTARI DOVRANNO METTERSI A DISPOSIZIONE DI ______RESPONSABILE DELLA DIREZIONE DELLE OPERAZIONI DI SPEGNIMENTO DELL’INCENDIO BOSCHIVO E SUCCESSIVA BONIFICA.

TANTO COMUNICASI ANCHE AI FINI APPLICAZIONE BENEFICI NORMATIVI AI SENSI ART. 9 D.P.R. 194/2001.

MARCHETTINI, COMANDANTE PROVINCIALE C.F.S. MODENA.

15 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

ALLEGATO 3

SQUADRE DI VOLONTARIATO A.I.B. CONSULTA PROVINCILAE DEL VOLONTARIATO PER LA PROTEZIONE CIVILE

 PROCEDURE DI ATTIVAZIONE DEL VOLONTARIATO  NUMERI DI REPERIBILITA’

Secondo quanto stabilito dal protocollo d’intesa sottoscritto dagli Enti interessati, col quale sono state definite le competenze di intervento, il coordinamento delle emergenze e l’attivazione del “Volontariato” si precisa quanto segue: I Volontari A.I.B. saranno chiamati ad intervenire nello spegnimento e nella bonifica degli incendi boschivi sul territorio “provinciale”, solo ed unicamente dal CORPO FORESTALE DELLO STATO e DAI VIGILI DEL FUOCO, i quali provvederanno a telefonare ad uno dei numeri dei responsabili delle emergenze A.I.B. sotto riportati, direttamente o per il tramite della Provincia.

FANGAREGGI Roberto Coordinatore emergenze A.I.B. 338 5605431

FRANCESCA PISTONE Vice Coordinatore

3206039614

FRANCESCHINI Gianni Vice Coordinatore

3408272256

In alternativa: GOLDONI Umberto Referente A.R.I. Zona Nord 348 3664028 gestione emergenze attivo h24 338 4939334 Personale attivo h24 N.B.: Il Coordinatore di emergenza A.I.B. provvederà ad attivare la/e Squadra/e necessarie, contattando i Capi Squadra o i Vice di competenza.

16 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 1

Territorio di pertinenza: Fanano

Compreso fra le località: Acquaria-Casine-Rocchetta S.Trignano-Capanna Tassoni-Fellicarolo-M.Cimone- Cimoncino-Roncoscaglia-Castellaro

GALLETTI Pasquale Responsabile del Distretto FERRARI Bruno Capo Squadra

Casa Ass. Cellulare/Lavoro GALLETTI Pasquale 0536 67551 G.E.V. 3339951055 GALLETTI Katia 0536 67551 G.E.V. 3383451621 CORSINI Fabrizio 0536 68890 G.E.V. 339 7081779

I seguenti volontari sono in possesso della vecchia abilitazione

FERRARI Bruno° 0536 67274 338 1709467 / 0536 20355 RICCI Pietro° 0536 62500 3336019354 BERNARDINI Giorgio° 0536 68469 333 1133837 BERRI Erio° 0536 67262 338 2172390 BONUCCHI LUCIANA° Avap Sestola 338 5436466 GALLI TEODORICO Avap Sestol 3396383183

Mezzi e attrezzature in dotazione:

N° 1 Fuoristrada Mitsubishi, L200 BN823SD, 4 posti, con modulo lt. 400 – Motosoffiatori –Atomizzatori –Pale battifuoco – Badili – Motoseghe – Decespugliatore – Flabelli – Rastrelli – Pennati – Automezzi personali.

° Volontari da impiegare solo per attività di supporto

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VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 2 PIEVEPELAGO –

Territorio di pertinenza: Lama Mocogno, Pievepelago,

Riolunato, Fiumalbo

Compreso fra le località: Dogana N.-Lago Santo-S.Anna Pelago-Piandelagotti-Riccovolto-Cargedolo-Boccassuolo- -Serpiano-Castellino - Lama Mocogno.

LANDI Flavia Responsabile del Distretto LANDI Flavia Capo Squadra RONCARATI Paolo Vice Capo Squadra

Casa Ass. Cellulare/ Lavoro CRISCUOLI Marcello 0536 74053 G.E.V. 339 8638526 LANDI Flavia 0536 72115 G.E.V. 338 7421613 PIGHETTI Emiliano 0536 71897 G.E.V. 339 4221162 RONCARATI Paolo 0536 75242 G.E.V. 338 3724852 / 0536 20212

Mezzi e attrezzature a disposizione:

Fuoristrada LAND ROVER DEFENDER 130, ZA356LK, 5 posti, con Modulo da Lt. 600–Motosoffiatori-Atomizzatori-Pale battifuoco – Badili - Flabelli- Decespugliatore-Motosega- Eventuale mezzo fuoristrada personale.

18 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 3 Lama Mocogno

Territorio di pertinenza : Lama Mocogno –Pavullo – Polinago -Montecreto

BALLOTTI Aristide Capo Squadra BERTUGLI Romano Vice Capo Squadra

Casa Cellulare / Lavoro BALLOTTI Aristide° A.N.A. 053645160 BALLOTTI Fabio A.N.A. 053645160/ 3397381680 BERTUGLI Romano A.N.A. 05364262 CASTELLI P.Alberto A.N.A. 053645260/ 3391081428 NIZZI P.Giovanni A.N.A. 0536324204 ORTOLANI Sergio° A.N.A. 329409183

STAINE Mario G.E.V. 3385645068 CHESI Roberto G.E.V. 3392802178 TORELLI Donato G.E.V. 3392306457

Mezzi e attrezzature a disposizione:

Fuoristrada LAND ROVER DEFENDER 130, ZA356LK, 5 posti, con Modulo da Lt. 600–Motosoffiatori-Atomizzatori-Pale battifuoco – Badili - Flabelli- Decespugliatore-Motosega- Eventuale mezzo fuoristrada personale.

° Volontari da impiegare solo per attività di supporto

19 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 4 SERRAMAZZONI - PAVULLO Territorio di pertinenza : Serramazzoni-Pavullo Polinago-Palagano

Compreso fra le località: Sassostorno-Barigazzo-Palagano-Savoniero-Costrignano-Gombola-Montebonello-Benedello- Castagneto-Verica-Gaiato-Serramazzoni.

ALBERTINI Romano Responsabile del Distretto BARACCHI Davide Capo Squadra GUALMINI Silvano Capo Squadra

Casa Ass. Cellulare/ Lavoro ALBERTINI Romano G.E.V. 338 7423172 BARACCHI Davide 0536 324412 G.E.V. 338 9250646 VANGELISTI Erio° G.E.V. 339 2797216 GUALMINI Silvano 0536 955289 G.E.V. 339 8851572 PISTONE Francesca 059 353660 G.E.V. 320 6039614 ZACCHI Enrico 0536 955367 G.E.V. 339 1109725 FILETTO Paolo 059 209581 G.E.V. 339 5910874 VACCARI Barbara° 0536 957210 G.E.V. 338 3833849 BIOLCHINI Mirko G.E.V. 3477002535 BORTOLOTTI Silvano G.E.V. 3355979926 RONCONI Sergio G.E.V. 3476461043

Mezzi e attrezzature in dotazione:

Fuoristrada LAND ROVER DEFENDER 130, ZA356LK, 5 posti, con Modulo da Lt. 600–Motosoffiatori-Atomizzatori-Pale battifuoco – Badili - Flabelli- Decespugliatore-Motosega- Eventuale mezzo fuoristrada personale.

° Volontari da impiegare per attività di supporto.

20 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 5 GUIGLIA

Territorio di pertinenza: Comunità Montana Modena Est

FRANCESCHINI Gianni Responsabile Distretto MARTINELLI Andrea Capo Squadra BONACCORSI Roberto Referente Zocca

Casa Ass. Cellulare / Lavoro FRANCESCHINI Gianni 059 700218 G.C. Guiglia 340 8272256 MARTINELLI Andrea 059 795995 G.C. Guiglia 340 6280887 CARLINI Loris 059 792896 G.C. Guiglia 348 2258661 GARULLI Marcella G.C. Guiglia 3293191432 PETRAROLO Oronzo G.C. Guiglia 3471400390 BENASSATI Ermanno G.E.V. 3387171088 BURGONI Maurizio G.E.V. 3398041832 MAINI Luciano G.E.V. 3356064455 BARBIERI Giuseppe G.C. Vignola 3485561595 VALERIO Laura (Modena) G.C. Guiglia 3492331911 BELLEI Maurizio GFZ 3392168494 BONACCORSI Roberto° GFZ 3482262207 PIOMBI Alex° GFZ 3473532152 GENESTRETI Giulia G.E.V. 3393290655 PEDRETTI Patrizio G.E.V. 3386722530

Mezzi e attrezzature in dotazione:

Mezzo Fuoristrada gruppo comunale Guiglia, ZA151BJ, carrellato con modulo Lt. 600 - Motosoffiatori--Motoseghe-Pale battifuoco-Badili-Flabelli

° Volontari da impiegare solo per attività di supporto

21 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 6 SASSUOLO

Territorio di pertinenza: Comunità Montana Modena OVEST.

LO PRESTI Gaetano Capo Squadra GABRIELLI Daniele Vice Capo Squadra

Casa Ass. Cellulare / Lavoro LO PRESTI Gaetano ANC Sassuolo 3293053370 BERTOLINI Giorgio ANC Sassuolo 3334394238 LONARDI Maino ANC Sassuolo 3358359085 MARCHETTI Massimo ANC Sassuolo 3477307311 FERRETTI Fabio G.E.V. 3385284578 GABRIELLI Daniele G.E.V. 3388829277 GIACOBAZZI Giacomo G.E.V. 3292257770 LIBBRA Giorgio G.E.V. 3384078203 CASTELLARI Luigi CRI Prignano 3357051147

Mezzi e attrezzature in dotazione: Nissan Pick-up, RE566952, 2 posti, con modulo da 300 lt.– Motosoffiatori- Atomizzatori - Badili - Motoseghe-Pale battifuoco - Decespugliatore - Flabelli-Pennati-Automezzi personali.

° Volontari da impiegare per attività di supporto

22 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 7 MODENA 1

 Le Squadre appartenenti a questo “Distretto” vengono mantenute in costante fase di attenzione, partecipano alle attività di avvistamento mobile e vanno a supporto delle squadre già presenti in montagna.

CONGIU Giulio Capo Squadra BOLELLI Abele Vice Capo Squadra

Casa Ass. Cellulare / Lavoro PARADISI Irene 059 301996 G.E.V. 3339373217 BOLELLI Abele 059 526203 G.E.V. 339 7523257 TIRELLI M. Cristina 059 351567 G.E.V. 348 1520153 / 059 211092 MAGNANI Omar 059 355948 G.E.V. 347 4848987 BACILIERI Laura 059 281402 G.E.V. 349 6105494 CONGIU Giulio 059 938448 G.E.V. 3487436576 FERRARI Simona 059 358923 G.E.V. 347 8670326 MONTORSI Matteo° 059 233949 A.G.E.S.C.I. 349 4476492 IGNARRA Vincenzo A.G.E.S.C.I. 333 3551239 ZANIBONI Tomas 0535 93224 G.C. Finale 380 4101135 ZANIBONI Viliam 0535 93224 G.C. Finale 339 3875895 GIORGOLO Arno G.E.V. 3382140273

Mezzi e attrezzature a disposizione:

N° 1 Defender 110, ZA899PL, 5 posti, con modulo Lt. 300 N° 1 Defender 90, ZA307RZ, 5 posti, con modulo Lt. 300 -Motosoffiatori-Atomizzatori-Motoseghe-Palebattifuoco-Badili-Flabelli- Decespugliatori-Motofari spalleggiati.

° Volontari da impiegare per attività di supporto

23 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

VOLONTARI DELLE SQUADRE A.I.B. NUMERI DI REPERIBILITA’

SQUADRA 8 MODENA 2

 Le Squadre appartenenti a questo “Distretto” vengono mantenute in costante fase di attenzione, partecipano alle attività di avvistamento mobile e vanno a supporto delle squadre già presenti in montagna.

RUBBIANI Marco Capo Squadra FERRARI Roberto Vice Capo Squadra

Casa Ass. Cellulare / Lavoro BERNI Giorgio 059 828426 G.C. Modena 348 3302110 BROGNA Emilio 059 698700 G.C. Modena 338 4535564 FERRARI Luca 059 826068 G.C. Modena 349 1857543 FERRARI Mario 0535 56464 G.C. Modena 339 2391474 FERRARI Roberto 059 851341 G.C. Modena 329 2104020 MORANDI Fabrizio G.C. Modena 338 2567785 NOTARI Kristina 059 848429 G.C. Modena 347 0365429 PEDRAZZI Iris° 059 848137 G.C. Modena 338 7240492 PEDRONI Andrea 059 526821 G.C. Modena 338 4904889 RUBBIANI Marco G.C. Modena 348 2665972 SASSI Marco 059 331065 G.C. Modena 348 2715052

Mezzi e attrezzature a disposizione: N° 1 Defender 110, ZA899PL, 5 posti, con modulo Lt. 300 N° 1 Defender 90, ZA307RZ, 5 posti, con modulo Lt. 300 -Motosoffiatori-Atomizzatori-Motoseghe-Palebattifuoco-Badili-Flabelli- Decespugliatori-Motofari spalleggiati.

° Volontari da impiegare per attività di supporto

SQUADRA A.I.B.

24 copia informatica per consultazione Piano Provinciale di Emergenza – Stralcio Rischio Incendi Boschivi – Aggiornamento Giugno 2007

POLIZIA PROVINCIALE

SQUADRA

 MODALITA’ DI ATTIVAZIONE……

Capo Squadra Vice Capo Squadra

Ambito Territoriale

Mezzi e attrezzature in dotazione:

° Volontari da impiegare per attività di supporto

25 copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

CATASTO AREE PERCORSE DAL FUOCO - Anno 2008 Art. 10 della Legge 353/2000

SCHEDA INCENDIO N. ____

Data dell'incendio Località

ELENCO TERRENI: rilievo rilievo bosco pascolo altro dati dati altre Foglio particella Note Sup. Sup. Sup. Sup. Sup. Sup. CFS comune rilevazioni catastale incendiata catastale incendiata catastale incendiata (1) (2) (3)

Totali Sup. totale incendio

(1) validazione da dati CFS; (2) validazione da dati comune; (3) validazione da altri dati

CARTOGRAFIA CATASTALE: (esempi)

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364

ALLEGARE EVENTUALI PIANIFICAZIONI SPECIFICHE DI EMERGENZA

In questa scheda dovranno essere predisposti eventuali piani speditivi d’emergenza per determinate aree particolarmente a rischio all’interno del territorio Comunale o pianificazioni tipicamente di competenza comunale (es. piano neve)

 Piani speditivi e locali di emergenza/evacuazione con cartografie specifiche e dati di base

 Piano neve

 Piani di evacuazione di edifici (pubblici, scuole, ecc..)

copia informatica per consultazione

Provincia di Modena Comune di …………..

Piano Comunale di emergenza L.225/1992 D. Lgs. 112/98 L.R. 1/2005

Normativa nazionale e

regionale

Scheda 18

copia informatica per consultazione Riferimenti normativi Nazionali

 Legge 24.2.1992 n. 225 “Istituzione del servizio nazionale della protezione civile”  Decreto Legislativo 31.3.1998 n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59  Legge 3.8.1998 n. 267 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania"  Legge 9.11.2001 n. 401 “Conversione in legge del D.L. 7.9.2001 n. 343 recante disposizioni urgenti per assicurare il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile".  DPR 194/2001 “Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle organizzazioni di volontariato nelle attività di protezione civile”  Legge 27.12.2002 n. 286 “"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto- legge 4 novembre 2002, n. 245, recante interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dalle calamità naturali nelle regioni Molise e Sicilia, nonché ulteriori disposizioni in materia di protezione civile"  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”  Ordinanza Presidente Consiglio Ministri 20.3.2004 n. 3274 “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zone sismiche”  Direttiva del Presidente Consiglio dei Ministri 27.2.2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 giugno 2006 “Criteri di massima sugli interventi psico-sociali da attuare nelle catastrofi”  Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 6.4.2006 “Coordinamento delle iniziative e delle misure finalizzate a disciplinare gli interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione in occasione di incidenti stradali, ferroviari, aerei ed in mare, di esplosioni e crolli di strutture e di incidenti con presenza di sostanze pericolose"

Riferimenti normativi Regionali

 L.R. 1/2005 “Norme in materia di protezione civile e volontariato. istituzione dell’agenzia regionale di protezione civile”  DGR 1565/2004 “Procedure per gestione fondo regionale di protezione civile art.138, c.16, L.388/00. Approvazione delle direttive e relativa modulistica in ordine alla concessione ed erogazione di finanziamenti e contributi al settore pubblico e privato danneggiati da eventi calamitosi di cui all'art.2, c.1 lett.b, L.225/92”  DGR 1166/2004 “Approvazione del protocollo d’intesa e delle linee guida regionali per la pianificazione di emergenza in materia di protezione civile”  DGR 1445/2007 “Adozione del nuovo stemma di protezione civile regionale ed approvazione di un sistema unificato regionale di segnaletica esterna ed interna della protezione civile regionale”

2 copia informatica per consultazione

Provincia di Modena Comune di …………..

Piano Comunale di emergenza L.225/1992 D. Lgs. 112/98 L.R. 1/2005

Scheda di Aggiornamento e

Controllo

Scheda 20

copia informatica per consultazione

Provincia di Modena Comune di …………..

Piano Comunale di emergenza L.225/1992 D. Lgs. 112/98 L.R. 1/2005

Glossario

Scheda 19

copia informatica per consultazione GLOSSARIO DI PROTEZIONE CIVILE

Accensione E’ la temperatura alla quale il combustibile prende fuoco; al di sotto di tale temperatura il medesimo non può accendersi.

Aerofotogrammetria Rilievo topografico della superficie terrestre eseguito mediante aerofotogrammi.

Alea Dicesi del rischio e/o dell’eventualità; correre l’alea, sta per tentare la sorte, affrontare il rischio.

Allarme Scatta al verificarsi dell’evento calamitoso od anche nell’ipotesi del pericolo grave ed imminente per l’incolumità delle persone, di danni gravi ed irreparabili agli abitati nonché a strutture ed impianti di prima necessità o che, se danneggiati, possono costituire fonte di ulteriori e più gravi conseguenze dannose; consiste nel darne immediata notizia all’autorità competente per territorio. Allerta di Protezione Civile Le Allerta di Protezione Civile sono diramate dall’Agenzia regionale di Protezione Civile a Prefettura – Ufficio Territoriale di Governo e Provincia. Successivamente, per il tramite del sistema di reindirizzamento provinciale l’Allerta viene inoltrata a tutti gli enti e le strutture operative presenti sul territorio della provincia di Modena. Le Allerta, oltre a contenere gli esiti degli avvisi meteo e/o di criticità, indicano, quando ritenuto necessario, azioni specifiche da mettere in campo da parte delle componenti e delle strutture operative di protezione civile e consigli per il comportamento individuale, da diramare ai cittadini delle zone interessate dai fenomeni segnalati.

Alluvione Eccesso di acqua dovuto a piogge abbondanti, a straripamento di corsi d’acqua, di bacini. Deposito di detriti trasportati da un corso d'acqua. Porzione di terreno che, a causa dei depositi fluviali, si aggiunge ad un fondo agricolo rivierasco e che per legge appartiene al proprietario del fondo stesso.

Antropiche Di calamità dove si evidenzia l’intervento dell’uomo nella determinazione dell’ordine fisico dell'ambiente naturale.

Antropizzazione Opera di modificazione e trasformazione dell'ambiente naturale attuata dall’uomo per soddisfare le proprie esigenze e migliorare la qualità della vita, spesso, però, a scapito dell’equilibrio ecologico e dell’incolumità stessa dell’uomo.

Area di raccolta Area localizzata nell’area di sicurezza, destinata al concentramento delle vittime. Corrisponde al posto medico avanzato (PMA) nei casi in cui non sia disponibile una struttura dedicata (tende o containers).

Area di sicurezza Zona immediatamente circostante l’area dell’evento, di dimensioni commisurate all’entità del pericolo residuo, da mantenersi sgombra.

Area mezzi di soccorso Area adiacente al posto medico avanzato (PMA) od all’area di raccolta riservata all’afflusso, alla sosta ed al deflusso delle ambulanze e degli altri mezzi di soccorso.

Aree ammassamento soccorritori e risorse Luoghi, non soggetti a rischi ambientali, dove dovranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza. Tali aree dovranno essere ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed avere possibilità di smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza di tali aree sarà compreso tra poche settimane e qualche mese.

Aree attesa della popolazione Luoghi, non soggetti a rischi ambientali, di ricongiungimento dei nuclei familiari e di prima accoglienza. In tali aree la popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento ed i primi generi di conforto. Il periodo di permanenza di tali aree sarà compreso tra poche ore e qualche giorno.

Aree di emergenza Aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. In particolare le aree di attesa sono luoghi di prima accoglienza per la popolazione immediatamente dopo l’evento; le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi per il soccorso della popolazione; le aree di ricovero della popolazione sono i luoghi in cui saranno istallati i primi insediamenti abitativi o le strutture in cui si potrà alloggiare la popolazione colpita.

2 copia informatica per consultazione

Aree funzionali Trattasi di aree comuni a tutti i tipi di rischio e che individuano le funzioni fondamentali che consentono, una volta confrontate con gli organismi, di risolvere i problemi di coordinamento e di indirizzo; queste sono: la tecnico- scientifica, l’informativa, la sanitaria, delle relazioni esterne, dei trasporti mezzi e materiali, delle telecomunicazioni, del volontariato, dei servizi supplementari, della cooperazione internazionale.

Aree ricovero della popolazione Luoghi, non soggetti a rischi ambientali, in cui saranno installati i primi insediamenti abitativi. Tali aree dovranno essere ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed avere possibilità di smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza di tali aree sarà compreso tra pochi mesi e qualche anno.

Argano Macchina per sollevare o spostare pesi formata da un tamburo in metallo o legno , sul quale si avvolge la fune a cui è legato il carico. Verricello.

Attivazioni in emergenza Rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere attivate dai centri operativi.

Attività addestrativa La formazione degli operatori di protezione civile e della popolazione tramite corsi ed esercitazioni.

Attività di protezione civile Le attività volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza connessa agli eventi calamitosi.

Augustus Il metodo Augustus consiste in linee guida per la pianificazione di emergenza, varate per uniformare gli indirizzi, i protocolli ed i termini, di guisa da rendere più efficaci i soccorsi che si pongono in essere in un sistema complesso. Deriva la denominazione dall’imperatore Ottaviano Augusto che, duemila anni fa, ebbe ad affermare che “il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato delle cose”, una frase che raccoglieva una visione del mondo unitaria fra il percorso della natura e la gestione della cosa pubblica; in buona sostanza, Augusto coglieva pienamente l’essenza della moderna pianificazione di emergenza che si impernia proprio su concetti come semplicità e flessibilità.

Avvisi di criticità idraulica Regionale Emesso l’Avviso meteo regionale, il Centro Funzionale ARPA – SIM valuta gli scenari di rischio probabili e si esprime sui livelli di criticità, raggiungibili in ciascuna delle 8 zone di allertamento in cui è suddiviso il territorio regionale, anche rispetto al rischio idraulico. Il Centro Funzionale ARPA – SIM e l’Agenzia regionale di Protezione Civile dichiarano poi le proprie valutazioni in un Avviso di criticità idraulica regionale, in cui si riporta per ciascuna zona di allertamento il tipo di rischio, il livello di criticità, nonché, se possibile, le previsioni sintetiche relative ad alcuni indicatori di criticità e lo scenario di evento atteso per le successive 24-36 ore.

Avvisi meteo Nazionali e Regionali Il Dipartimento di Protezione Civile, per il tramite della Veglia Meteo, predispone ed emette il Bollettino di vigilanza meteorologica giornaliera nazionale (Bollettino di Vigilanza Meteo) sulla base delle previsioni meteorologiche a scala sinottica.

Il Centro Funzionale ARPA - SIM predispone ed adotta l’ Avviso di avverse condizioni meteorologiche regionale (Avvisi meteo regionali), che contiene le previsioni meteorologiche a scala sinottica relative alle 24 – 36 ore successive alla data di emissione dello stesso.

Azimut Angolo formato dal piano verticale passante per un astro con il piano meridiano del luogo d’osservazione. Bacino

Bacino idroelettrico, lago sorto da una diga e utilizzato per produrre energia elettrica. Bacino idrografico o imbrifero o di raccolta,territorio delimitato da linee di spartiacque che raccoglie le acque di precipitazione facendole confluire in uno stesso corso d’acqua. Bacino orografico, porzione di superficie terrestre, per lo più alluvionale, compresa tra rilievi. Bacino montano, tratto superiore del corso di fiumi e torrenti e dei loro affluenti.

Bailey

Ponte di rapida montatura, costituito di elementi metallici congiungibili in modo da formare una struttura prefabbricata, usato per attraversare fiumi o riaprire altre vie di comunicazione interrotte per diverse cause.

Bioclastico

Del sedimento formato da resti organici (gusci, scheletri di animali, piante); anche, del processo di corrosione e

3 copia informatica per consultazione disgregazione delle rocce ad opera di organismi animali o vegetali.

Black out

Interruzione, in genere imprevista e imposta dall’emergenza, nell’erogazione di energia elettrica; blocco di un impianto o di un servizio: blackout elettrico, blackout telefonico, blackout televisivo.

Board games

Sono “giochi da tavolo” che simulano i problemi che verrebbero a configurarsi nel corso di una reale emergenza.

Bocca di presa

Punto di utilizzo degli idranti stradali. Ai sensi dell’art. 27 della legge 27 dicembre 1941, n. 1570, le Amministrazioni comunali sono tenute a provvedere alla istallazione ed alla manutenzione delle bocche da incendio stradali, secondo le possibilità dei rispettivi acquedotti.

Borro

Canalone torrentizio prodotto dallo scorrimento delle acque di superficie su una parete ripida; canale di scolo di una palude: canale che raccoglie le acque di scolo dei campi.

Bradisismo

Innalzamento o abbassamento regolare e lento della crosta terrestre con conseguente modificazione della linea di costa.

Brain storming

E’ una tecnica utilizzata nella redazione dei programmi di previsione e prevenzione e dei piani di emergenza, nonché nelle simulazioni ed esercitazioni; consiste nell’ipotizzare scenari catastrofici probabili su un dato territorio, area di teatro, in relazione ai quali si decidono gli interventi necessari, fingendo di utilizzare le risorse disponibili, le funzioni operative in attività di soccorso, il tutto coordinato in ambiti di competenza normativamente previsti.

Briefing

Insieme di istruzioni che un gruppo di lavoro da ad altri collaboratori affidandoli degli incarichi ben precisi. Riunione di gruppo in cui un incaricato del gruppo da istruzioni e informazioni a diversi collaboratori.

Bunker

Costruzione difensiva semi sotterranea in cemento armato con feritoie per sparare; luogo difeso con eccezionali misure di sicurezza.

By-pass

Qualunque deviazione di un condotto o circuito principale che ne escluda un tratto; conduttura secondaria; deviazione stradale temporanea che permette di superare un tratto ostruito. Cablaggio

Complesso dei cavi che collegano le varie parti di impianti o apparecchiature elettriche ed elettroniche; la loro messa in opera.

Calamità

Si evidenzia in ogni fatto (evento, accadimento) dal quale conseguono effetti dannosi per una pluralità di persone, con riferimento alla loro vita ed ai loro beni.

Calamità antropica

E’ quella che trova nell’uomo l’agente provocatore, che può essere consapevole od inconsapevole, per commissione od omissione di attività, di calamità.

Calamità naturale

E’ quella dovuta a cause insite strutturalmente in natura (es. terremoto, tsunami, alluvione, nubifragio, tifone, ciclone, bufera, mareggiata, nevicata, ecc.) che per intensità ed estensione può richiedere di essere fronteggiata con

4 copia informatica per consultazione mezzi e poteri straordinari.

Canadair

E’ un velivolo anfibio, bimotore, progettato e costruito dalla ditta Bombardier per essere impiegato nella lotta agli incendi boschivi.

Cancelli

Punti obbligati di passaggio per ogni mezzo di soccorso, particolarmente se provenienti da territori confinanti, per la verifica dell’equipaggiamento e l’assegnazione della zona di operazioni. Sono presidiati preferibilmente da uomini delle forze di polizia (municipale o dello Stato) eventualmente insieme ad operatori del sistema di soccorso sanitario, ma comunque in collegamento con le Centrali Operative 118 o le strutture di coordinamento della protezione civile attivate localmente (C.C.S., C.O.M., C.O.C.).

Cantiere

Area che costituisce l’unità elementare di intervento, individuata, a seconda dei casi, sulla base di criteri topografici o funzionali in modo da consentire una ottimale distribuzione delle squadre di soccorso (Es. le macerie di uno stabile crollato, un troncone di fusoliera di un aeromobile precipitato, una carrozza ferroviaria di un convoglio deragliato, un piano di uno stabile incendiato, ecc.). Più cantieri possono essere raggruppati in un unico settore.

Capacità antincendio

Quantità di acqua disponibile al punto di presa sufficiente a far fronte alla necessità antincendio senza dover ricorrere a vasche di riserva.

9 Capo del Dipartimento della protezione civile

Dirige il Dipartimento della protezione civile; assicura l'indirizzo, il coordinamento e il controllo delle attività del medesimo; ha funzioni di vicepresidente, che sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento, in seno alla Commissione nazionale per la previsione e prevenzione; presiede il Comitato operativo della protezione civile; secondo le direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero del Ministro dell'interno da lui delegato, il Capo del Dipartimento della protezione civile rivolge alle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente nel territorio nazionale, le indicazioni necessarie al raggiungimento delle finalità di coordinamento operativo in materia di protezione civile. Alle dirette dipendenze del capo Dipartimento operano: il consigliere giuridico; il Servizio di segreteria, relazioni con il pubblico ed organi collegiali, di livello dirigenziale; il Servizio ordinanze, di livello dirigenziale; il Servizio piani d'emergenza e incarichi speciali, di livello dirigenziale; due consulenti, dirigenti generali di prima fascia, per lo svolgimento di attività di studio. I prefetti, per assumere in relazione alle situazioni di emergenza le determinazioni di competenza in materia di ordine e sicurezza pubblica, ove necessario, invitano il Capo del Dipartimento della protezione civile, ovvero un suo delegato, alle riunioni dei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica.

10 Catastrofe

Evento che per intensità ed estensione è tale da dover essere fronteggiato con mezzi e poteri straordinari (legge n. 225/92 art. 2 lett. c). Coinvolge un numero elevato di vittime e le infrastrutture di un determinato territorio, producendo una improvvisa e grave sproporzione tra richieste di soccorso e risorse disponibili, destinata a perdurare nel tempo (oltre 12 ore).

11 Catastrofi naturali

Sono eventi meteorologici quali: nubifragi, nevicate, grandinate, siccità (grave riduzione delle scorte idriche e perciò delle possibilità di approvvigionamento sia per i centri abitati che per le attività produttive, quali l’agricoltura e l’industria) e trombe d’aria. Sono eventi geologici ed idrogeologici quali: terremoti, frane e smottamenti con coinvolgimento di centri abitati e/o infrastrutture importanti, quali dighe e bacini artificiali. Sono catastrofi biologiche quali: inquinamenti marini, epidemie umane (influenza, diffusione di malattie infettive determinata dalla riduzione o dalla alterazione temporanea delle condizioni igienico–sanitarie delle nostre città, ad es.: contaminazione accidentale delle acque della rete di distribuzione idrica cittadina, distribuzione accidentale o dolosa di alimenti contaminati, riduzione delle condizioni igieniche conseguente ad altro evento straordinario, ecc.), epidemie animali: con o senza rischio di trasmissione della malattia infettiva all’uomo (si tratta di situazioni dove vi è comunque la necessità di interventi straordinari di polizia veterinaria e di esecuzione di provvedimenti eccezionali di sanità pubblica) ed invasioni di cavallette o altri insetti potenzialmente dannosi per la collettività a causa degli ingenti danni che risultano capaci di procurare alle attività agricole.

12 Catastrofi sociologiche

5 copia informatica per consultazione Sono atti terroristici (da prevedere in occasioni di particolari congiunture socio-politiche nazionali ed internazionali), ricadute sul territorio di conflitti internazionali, migrazioni di massa di profughi, rifugiati o immigrati irregolari, incidenti durante spettacoli, feste e manifestazioni sportive ed accoglienza straordinaria di cittadini italiani evacuati da territori sinistrati (es. applicazione del Piano Vesuvio ed altre situazioni similari).

13 Catastrofi tecnologiche

Sono incidenti rilevanti in attività industriali, quali: - incendi; - esplosioni; - rilascio di sostanze inquinanti o tossiche; - rilascio di radioattività con limitati rischi di irraggiamento diretto ed indiretto ma con considerevole pericolo per i più probabili fenomeni di contaminazione diretta ed indiretta di cose e persone. Sono incidenti nei trasporti, quali: - Incidenti aerei - Incidenti ferroviari - Incidenti marittimi - Incidenti stradali rilevanti per l'entità dei danni agli uomini ed alle persone - Rilascio di sostanze tossiche o infiammabili e pericolose in conseguenza di incidenti nei trasporti. Sono il collasso di sistemi tecnologici, quali: - Black-out elettrico; - Black-out informatico (millennium bug); - Interruzione dei rifornimenti idrici a causa di guasti importanti sulla rete idraulica; - Interruzione dei rifornimenti di gas ed oleodotti. Sono gli incendi: - Boschivi; - Urbani (immobili ed infrastrutture). Sono inoltre i crolli di immobili in centri abitati, per cedimenti strutturali od altre cause.

14 Catena dei soccorsi

E’ la sequenza di dispositivi, funzionali e strutturali, che consentono la gestione del complesso dei sinistrati. Consiste nell’identificazione, delimitazione e coordinamento di vari settori d’intervento per il salvataggio delle vittime, l’allestimento di una noria di salvataggio tra il luogo dell’evento ed il PMA e l’allestimento di una noria d’evacuazione tra il PMA egli ospedali.

15 Catena straordinaria dei soccorsi

E’ una catena di soccorsi più complessa per via delle dimensioni dell’evento o per alcune particolari caratteristiche ambientali; si differenzia per l’interposizione di uno o più centri medici d’evacuazione (CME) lungo la noria d’evacuazione. Sinonimi od equivalenti funzionali dei CME sono gli ospedali da campo, le navi ospedale, le unità mobili medico-chirurgiche.

16 Centrale operativa 118

E’ la centrale operativa del servizio urgenza ed emergenza medica 118 istituita a livello regionale.

17 Centro Applicazione e Studi Informatici (CASI)

Fa patte del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e cura la gestione dei collegamenti via terminale di banche dati necessarie ad affrontare efficacemente eventi calamitosi.

18 Centro Assistenziale di Pronto Intervento (CAPI)

Consiste in un deposito di materiale vario da utilizzarsi in caso di calamità. Ve ne sono 14 in tutta Italia e fanno capo alle seguenti prefetture: Alessandria, Ancona, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Catanzaro, Firenze, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Terni e Trieste.

19 Centro Coordinamento Soccorsi (CCS)

Viene costituito presso ogni Ufficio Territoriale del Governo (ex prefetture) una volta accertata la sussistenza di una situazione di pubblica calamità. Rappresenta il massimo organo di coordinamento delle attività di protezione civile a livello provinciale: Insediato in una sala attrezzata con apparecchi telefonici, telematici e radio ricetrasmittenti sintonizzabili su frequenze utili, è composto dai responsabili di tutte le strutture operative presenti sul territorio provinciale. I compiti del CCS consistono nell’individuazione delle strategie e delle operatività di intervento necessarie al superamento dell’emergenza attraverso il coordinamento dei COM.

20 Centro medico di evacuazione

6 copia informatica per consultazione Dispositivo strutturale di trattamento sanitario delle vittime che in genere viene attivato in caso di catastrofi coinvolgenti un territorio particolarmente esteso. E’ localizzato lungo il percorso della noria di evacuazione per permettere di stabilizzare il trattamento dei feriti ed ottimizzare su più ampia scala, l’utilizzazione delle risorse di trasporto sanitario e quelle di cura definitiva. Ad uno stesso CME possono afferire più PMA. E’ sinonimo di ospedale da campo.

21 Centro operativo

E’ in emergenza l’organo di coordinamento delle strutture di protezione civile sul territorio colpito, ed è costituito da un’Area Strategia, nella quale afferiscono i soggetti preposti a prendere decisioni, e da una Sala Operativa, strutturata in funzioni di supporto. La DI.COMA.C. (Direzione Comando e Controllo) esercita sul luogo dell’evento il coordinamento nazionale; il C.C.S. (Centro Coordinamento Soccorsi) gestisce gli interventi a livello provinciale attraverso il coordinamento dei C.O.M. (Centro Operativo Misto) che operano sul territorio di uno o più Comuni in supporto all’attività dei Sindaci; il C.O.C. (Centro Operativo Comunale), presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione dei soccorsi e dell’assistenza della popolazione del comune.

22 Centro Operativo Aereo Unificato (COAU)

Fa parte del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e svolge l’attività di coordinamento operativo essenzialmente in missioni di volo per la lotta agli incendi boschivi, a favore delle regioni.

23 Centro Operativo Combinato

E’ costituito a livello centrale presso il Ministro per il coordinamento della p.c., per la direzione ed il coordinamento in emergenza degli interventi di p.c..

24 Centro Operativo Comunale (COC)

Centro operativo a supporto del Sindaco per la direzione ed il coordinamento degli interventi di soccorso in emergenza.

25 Centro Operativo Emergenze in Mare (COEM)

E’ organico al Ministero dell’Ambiente e tutela del territorio nell’ambito del quale si occupa della lotta e prevenzione dell’inquinamento marino principalmente da idrocarburi; fa parte inoltre del Centro Situazioni Unificato del Dipartimento della Protezione Civile - Ufficio II - Gestione delle emergenze (DPCM 12/12/2001) unitamente al CE.SI. ed al C.O.A.U..

26 Centro Operativo Interforze (COI)

E’ costituito presso lo stato maggiore dell’esercito per la pianificazione ed il coordinamento specifico degli interventi delle forze armate in concorso.

27 Centro Operativo Locale (COL)

E’ una struttura costituita localmente (stazione del Corpo Forestale dello Stato o Carabinieri) nell’ambito del sistema integrato di lotta agli incendi boschivi; controlla un’area più o meno estesa del territorio comunale od intercomunale; ad esso sono collegate diverse stazioni fisse di rilevamento ed é predisposto a ricevere comunicazioni (AIB) da aerei, finalizzate all’avvistamento.

28 Centro Operativo Misto (COM)

Può essere istituito presso i comuni a cura del prefetto competente per territorio per la gestione ed il coordinamento degli interventi esecutivi di p.c. in sede locale, intercomunale o comunale; i COM fanno capo al CCS.

29 Centro Operativo Provinciale (COP)

E’ una struttura costituita a livello provinciale nell’ambito del sistema integrato di lotta agli incendi boschivi; provvede al coordinamento dell’attività di tutti i COL di competenza, al controllo ed alla gestione dell’intervento e delle risorse a livello provinciale, al collegamento operativo con il COR.

30 Centro Operativo Regionale (COR)

E’ una struttura costituita a livello regionale nell’ambito del sistema integrato di lotta agli incendi boschivi; provvede al coordinamento di tutte le attività in materia.

31 Centro Polifunzionale della protezione civile

7 copia informatica per consultazione E’ una struttura di supporto ad ogni attività di p.c.; trovasi in Castelnuovo di Porto (Roma) e dipende dal Servizio Emergenze del Dipartimento di p.c..

32 Centro Situazioni (CESI)

Fa parte del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e funziona ininterrottamente per qualsiasi evenienza o segnale di emergenza; provvede agli interventi più importanti ed immediati.

33 Centro Telecomunicazioni (CT)

Fa parte del servizio emergenze del Dipartimento della p.c. e si occupa delle telecomunicazioni in emergenza.

34 Ciclone

Spostamento di masse d'aria che convergono verso un punto di pressione minima. Vortice di masse d'aria accompagnato da piogge torrenziali; è detto anche uragano o tifone.

35 Claudius

E’ il modello per la valutazione dei contratti di assicurazione territoriale (CAT).

36 Comburente

E' la sostanza che mantiene la combustione ovverosia, l’ossigeno e l’aria.

37 Combustibile

E’ la sostanza capace di bruciare in combinazione con l’ossigeno e di sviluppare energia termica; si distinguono combustibili solidi naturali, da solidi artificiali, da liquidi naturali, da liquidi artificiali, da gassosi naturali, da gassosi artificiali.La bontà della combustione è direttamente proporzionale alla migliore mescolanza con l’aria, che avviene benissimo con i gas.

38 Combustione

Reazione tra un combustibile e un comburente con produzione di energia termica e luce: combustione del carbone, del legno, della benzina. Combustione lenta: quella che si verifica senza sviluppo di calore e di luce. Combustione spontanea: autocombustione. Incendio.

39 Comitato Controllo Emergenza (CCE)

Ha il compito di assistere e coadiuvare il prefetto nella prima emergenza; dà altresì indicazioni per la costituzione del CCS suggerendone l’articolazione ritenuta più adatta all’emergenza da fronteggiare.

40 Comitato nazionale di volontariato

Istituito dall’art. 12 del D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194, impone un rappresentante in seno alla Commissione nazionale per la previsione e prevenzione dei grandi rischi ed un rappresentante in seno al Comitato operativo della protezione civile, nominati entrambi con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

41 Comitato Operativo della protezione civile

Il Comitato operativo della protezione civile, che si riunisce presso il Dipartimento della protezione civile, assicura la direzione unitaria e il coordinamento delle attività di emergenza, stabilendo gli interventi di tutte le amministrazioni ed enti interessati al soccorso. E' presieduto dal Capo del Dipartimento della protezione civile ed è composto da tre rappresentanti del Dipartimento stesso, da un rappresentante per ciascuna delle strutture operative nazionali di cui all'articolo 11 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, non confluite nel Dipartimento e che sono tenute a concorrere all'opera di soccorso, e da due rappresentanti designati dalle regioni, nonché da un rappresentante del Comitato nazionale di volontariato di protezione civile, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Alle riunioni del Comitato possono essere invitate autorità regionali e locali di protezione civile interessate a specifiche emergenze, nonché rappresentanti di altri enti o amministrazioni. I componenti del Comitato rappresentanti dei Ministeri, su delega dei rispettivi Ministri, riassumono ed esplicano con poteri decisionali, ciascuno nell'ambito delle amministrazioni di appartenenza ed altresì nei confronti di enti, aziende autonome ed amministrazioni controllati o vigilati, tutte le facoltà e competenze in ordine all'azione da svolgere ai fini di protezione civile e rappresentano, in seno al Comitato, l'amministrazione di appartenenza nel suo complesso. Opera nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è costituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero del Ministro dell'interno da lui delegato; con il medesimo decreto sono stabilite le relative modalità organizzative e di funzionamento.

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42 Comitato Operativo per l’Emergenza (EMERCOM)

E’ un organo collegiale interdisciplinare che affronta problemi organizzativi e si riunisce in sede operativa presso il Dipartimento della P.C. in occasione delle emergenze. Vi fanno parte i rappresentanti delle seguenti amministrazioni: interno, difesa, sanità, lavori pubblici, trasporti e marina mercantile, risorse agricole alimentari e forestali, poste e telecomunicazioni, C.R.I..

43 Comitato paritetico Stato-regioni-enti locali

Per la determinazione delle politiche di protezione civile, di promozione ed il coordinamento delle attività delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale, finalizzate alla tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi o da altri grandi eventi, che determinino situazioni di grave rischio, è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Comitato paritetico Stato-regioni-enti locali, nel cui ambito la Conferenza unificata, istituita dal decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, designa i propri rappresentanti. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono emanate le norme per la composizione e il funzionamento del Comitato medesimo.

44 Comitato Provinciale di protezione civile

E’ istituito in ogni capoluogo di provincia, presieduto dal presidente dell’amministrazione provinciale o da un suo delegato; dello stesso fa parte un rappresentante del prefetto competente per territorio.

45 Comitato Regionale di protezione civile

Viene istituito affinché la regione se ne avvalga per assicurare lo svolgimento delle attività in materia di p.c..

46 Commissario Delegato

E’ un organo straordinario nominato dal Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero dal Ministro per il coordinamento della p.c. per l’attuazione degli interventi necessari e conseguenti alla dichiarazione dello “stato di emergenza”.

47 Commissione Nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi

La Commissione nazionale per la previsione e prevenzione dei grandi rischi, che si riunisce presso il Dipartimento della protezione civile, è articolata in sezioni e svolge attività consultiva tecnico-scientifica e propositiva in materia di previsione e prevenzione delle varie situazioni di rischio; è presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero dal Ministro dell'interno da lui delegato ovvero, in mancanza, da un delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri ed è composta dal Capo del Dipartimento della protezione civile, con funzioni di vicepresidente, che sostituisce il Presidente in caso di assenza o impedimento, da un esperto in problemi di protezione civile, da esperti nei vari settori di rischio, da due esperti designati dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici e da due esperti designati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nonché da un rappresentante del Comitato nazionale di volontariato di protezione civile, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Opera nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è costituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero del Ministro dell'interno da lui delegato; con il medesimo decreto sono stabilite le relative modalità organizzative e di funzionamento.

48 Componenti del Servizio Nazionale della protezione civile

Sono le amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni e le comunità montane che, secondo i rispettivi ordinamenti e le rispettive competenze, provvedono all’attuazione delle attività di protezione civile.

49 Comune

Ente locale territoriale che può dotarsi o meno di una struttura di p.c.; resta componente comunque del S.N.P.C. dovendo provvedere all’attuazione delle relative attività. Sono attribuite ai comuni le funzioni relative: 1) all'attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali; 2) all'adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla preparazione all'emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale; 3) alla predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione previste dal Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e, in ambito montano, tramite le comunità montane, e alla cura della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali; 4) all'attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi urgenti necessari a fronteggiare l'emergenza; 5) alla vigilanza sull'attuazione, da parte delle strutture locali di protezione civile, dei servizi urgenti; 6) all'utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.

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50 Comunità montana

E’ una componente del S.N.P.C. e provvede in base al proprio ordinamento ed in funzione delle proprie competenze all’attuazione delle attività di p.c..

51 Consiglio dei Ministri (o Governo)

E’ un organo collegiale costituzionale complesso costituito dal Presidente del Consiglio e da tutti i Ministri; rappresenta il potere esecutivo che formula ed attua l’indirizzo politico è responsabile nei confronti del Parlamento di cui deve godere la fiducia. E’ competente su proposta del Presidente del Consiglio o per sua delega, del Ministro dell’interno, a deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale ed a revocarlo al venire meno dei relativi presupposti.

52 Continuità amministrativa

Il mantenimento delle attività amministrative fondamentali volto a garantire l’organizzazione sociale in situazioni di emergenza.

53 Coordinamento operativo

E’ la direzione unitaria delle risposte operative a livello nazionale, provinciale e comunale.

54 Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Trae origine dai corpi comunali dei pompieri; venne istituito con legge 27 dicembre 1941, n. 1570 e posto alle dipendenze del Ministero dell’interno presso cui vi è la direzione generale della p.c. e dei servizi antincendi. Nell’ambito delle strutture operative nazionali del servizio della p.c. è componente fondamentale.

55 Corrente ignea

Trasmissione di calore e/o dell’incendio da un fabbricato o da una parte dello stesso, ad un altro, per effetto dell’irraggiamento termico.

56 Crushing

E’ la sindrome da schiacciamento legata al seppellimento a seguito di crolli di edifici, esplosioni, valanghe, intrappolamenti tra rottami ecc.. Consiste in lesioni da compressione compatibili con la sopravvivenza, escluse le lesioni irreversibilmente mortali. In base alla durata del seppellimento od intrappolamento, si distinguono: - Forme lievi - inferiori a 4 ore di seppellimento; - Forme medie - tra le 4 e le 8 ore di seppellimento; - Forme gravi - superiori alle 9 ore di seppellimento. Detta sindrome comporta che le parti contuse divengano ematosi, compaia oligo - anuria, le urine assumano un colore bruno per la presenza di mioglobina liberata dai muscoli, aumenti l’azotemia, la potassemia ed il quadro clinico evolva poi verso l’insufficienza renale acuta, l’acidosi metabolica e lo stato di shock. 1 Dichiarazione dei grandi eventi

Le disposizioni di cui all'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, si applicano anche con riferimento alla dichiarazione dei grandi eventi rientranti nella competenza del Dipartimento della protezione civile e diversi da quelli per i quali si rende necessaria la delibera dello stato di emergenza.

2 Dichiarazione dello stato di emergenza

Interviene successivamente alla deliberazione dello stato di emergenza da parte del Governo, con provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri.

3 Difesa civile

E’ il complesso delle attività rivolte a garantire la continuità, a livello centrale e periferico, dell’azione di governo, a salvaguardare e mobilitare l’apparato finanziario, economico-produttivo e logistico della Nazione, ad assicurare la protezione e la capacità di resistenza della popolazione, a dare sostegno alla difesa militare; unitamente a quest’ultima costituisce la difesa nazionale. La p.c. è parte della difesa civile. Al Ministero dell’interno sono attribuite le funzioni di difesa civile, nel cui settore è autorizzato a varare un piano straordinario di interventi per la manutenzione straordinaria degli edifici sede delle attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle strutture afferenti alla difesa civile.

4 Difesa nazionale

10 copia informatica per consultazione E , il complesso delle predisposizioni, misure ed azioni, militari e civili, che consentono alla Nazione di prevenire e fronteggiare situazioni di crisi e di emergenza, interne ed internazionali, nonché di conflitto armato. Essa si articola in difesa militare e difesa civile.

5 Dipartimento della protezione civile

Venne istituito nel 1982 nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stata l’organizzazione amministrativa di cui si avvalso il Capo del Governo o per sua delega il Ministro dell’interno, per lo svolgimento dell’attività richiesta dall’esercizio della funzione di p.c.. Il Dipartimento della protezione civile, nell'ambito degli indirizzi dettati dal Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero dal Ministro dell'interno da lui delegato, esercita le funzioni allo stesso attribuite dal decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401, e dalla vigente normativa in materia di protezione civile. Il Dipartimento della Protezione civile provvede inoltre: a) ad organizzare e coordinare al proprio interno tutte le attività già di competenza del Servizio sismico nazionale; b) a garantire il supporto alle attività della Commissione nazionale per la previsione e prevenzione dei grandi rischi, del Comitato operativo della protezione civile nonché del Comitato paritetico Stato-regioni-enti locali; c) a curare le attività concernenti il volontariato di protezione civile; d) a sviluppare e mantenere relazioni con tutti gli organismi istituzionali e scientifici internazionali operanti nel campo della protezione civile, partecipando attivamente a progetti di collaborazione internazionale. Il Dipartimento della protezione civile si avvale, per i propri compiti, della collaborazione dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici sulla base di apposito accordo

6 Dipartimento di emergenza

Aggregazione funzionale di diverse unità operative ospedaliere, deputate alla gestione dei pazienti con patologie acute in grado di provocare una minaccia per la sopravvivenza. Spesso comprende la centrale operativa 118 ed il servizio di urgenza ed emergenza medica. Può fornire uomini e mezzi per integrare le risorse dei servizi di soccorso medico, in particolare per quanto riguarda il direttore dei soccorsi sanitari.

7 Direttore al trasporto

Infermiere od operatore tecnico incaricato di gestire la movimentazione dei mezzi di trasporto sanitario in funzione delle priorità emerse durante le operazioni di triade. Si rapporta al direttore del triage.

8 Direttore dei soccorsi sanitari

Medico appartenente ad una unità operativa afferente al dipartimento di emergenza (non necessariamente alla centrale operativa 118) con esperienza e formazione adeguata, presente in zona operazioni e responsabile della gestione in loco di tutto il dispositivo di intervento sanitario. Opera in collegamento con il medico coordinatore della centrale operativa 118. Si coordina con il referente sul campo del soccorso tecnico (VV.F.) e con quello delle forze di polizia.

9 Direttore del triage

Medico od in sua assenza infermiere incaricato di coordinare le operazioni di triade sulle vittime a livello del PMA. Si rapporta al direttore dei soccorsi sanitari.

10 Direzione Comando e Controllo (DICOMAC)

Rappresenta l’organo di coordinamento nazionale delle strutture di protezione civile nell’area colpita. Viene attivato dal Dipartimento della protezione civile in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza.

11 Direzione Generale della protezione civile e dei servizi antincendi

Trovasi presso il Ministero dell’Interno ed ha inglobato il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Concorreva: alla redazione dei piani di emergenza; al coordinamento degli interventi di p.c.; alla tutela ecologica e dell’ambiente; ai comitati regionali ed agli uffici regionali della p.c.; all’unità di soccorso; alle unità ausiliarie e volontarie di p.c.; alla protezione radiologica: ricoveri e sistemi di allarme; ai rapporti con organizzazioni di p.c. ed antincendi.

12 Direzione Generale XI (U.E.)

E’ la direzione generale che nell’ambito dell’Unione Europea si occupa di protezione civile e di sicurezza.

13 Disaster management

E’ una disciplina che si occupa prevalentemente della pianificazione delle emergenze provocate da calamità naturali od antropiche.

11 copia informatica per consultazione 14 Disaster manager

E’ un esperto “direttore delle emergenze”, deputato alla gestione delle crisi da calamità, a cui provvede coordinando i soccorsi direttamente o fornendo una consulenza in tempo reale alle autorità chiamate all’intervento.

15 Disastro

Effetto dannoso che interessa più persone e deriva da un evento di non comune gravità, idoneo a costituire pericolo per l’incolumità pubblica ma non danno rilevante o morte o lesione di persone, suscitando pubblica commozione.

16 Dispositivi di protezione individuale

Sono attrezzature che servono a proteggere i soccorritori, dagli eventi incidentali che si possono verificare nelle emergenze. Tali dispositivi devono essere contrassegnati da marchi di omologazione.

17 Dispositivo di intervento

Complesso di risorse umane e materiali utilizzate globalmente per la risposta all’evento. 1 Ecologia

Scienza che ha per oggetto di studio i rapporti intercorrenti tra gli esseri viventi e l’ambiente. Nel linguaggio odierno, indica anche, sia pure impropriamente, la necessità di difendere la natura, la sensibilità per i problemi dell'ambiente.

2 Elenco delle associazioni di volontariato presso il Dipartimento della protezione civile

E’ istituito presso il Dipartimento della p.c. per consentire al Ministro di avvalersi delle prestazioni di uno o più gruppi associati all’attività di previsione, prevenzione (formazione, addestramento ed esercitazioni) e soccorso.

3 Emergenza

Ogni attività di soccorso posta in essere al verificarsi di eventi calamitosi e finalizzata al loro contenimento. Lo stato di emergenza è deliberato dal Consiglio dei Ministri che ne determina durata ed estensione territoriale.

4 Endogeno

Che ha la sua genesi o che si sviluppa all’interno di qualcosa. Termine geologico o geografico: che ha origine o si trova nelle zone profonde della Terra; che ha origine internamente alla crosta terrestre ma produce effetti rilevabili in superficie. Forze endogene: quelle che causano i terremoti, i bradisismi, il vulcanismo, i movimenti orogenetici.

5 Environment

Termine inglese che sta ad indicare l’ambiente.

6 Epicentro

E’ la proiezione verticale dell'ipocentro sulla superficie terrestre interessata dall’evento sismico (area del cratere). E’ all’origine di un incidente di tipo antropico, che può evolvere in maniera più o meno grave in funzione dell’energia mobilitata, del numero di persone e cose coinvolte, dei tempi di percezione dei premonitori dell’evento, della prontezza di risposta del dispositivo d'intervento.

7 Erosione

Sgretolamento della superficie terrestre emersa dovuta ad agenti fisici, disgregazione, corrosione. Azione abrasiva delle acque di scorrimento superficiale, come i fiumi e simili.

8 Esercitazioni

Sono disposte dal Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero dal Ministro dell'interno da lui delegato; ci si avvale del Dipartimento della protezione civile che promuove, altresì, esecuzioni periodiche, di intesa con le regioni e gli enti locali, al fine di consentire verifiche della efficienza dei programmi nazionali di previsione e prevenzione in relazione alle varie ipotesi di rischio, dei programmi nazionali di soccorso, e dei piani per l’attuazione delle conseguenti misure di emergenza.

9 Esogeno

Che ha origine all'esterno, che proviene da fuori. Di forze, fenomeni, agenti che operano o si verificano sulla superficie terrestre provocando trasformazioni chimiche, meccaniche.

12 copia informatica per consultazione

10 Esondazione

Il traboccare, lo straripare soprattutto dell'acqua dei fiumi o dei torrenti.

11 Evento

Fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini dell’attività di protezione civile, si distinguono in: a) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; b) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti e amministrazioni competenti in via ordinaria; c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari (art. 2, L.225/92).

12 Evento atteso

Rappresenta l’evento, in tutte le sue caratteristiche (intensità, durata ecc.), che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione di territorio, entro un determinato periodo di tempo.

13 Evento non prevedibile

L’avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da alcun fenomeno (indicatore di evento) che consenta la previsione.

14 Evento prevedibile

Un evento si definisce prevedibile quando è preceduto da fenomeni precursori. 1 Fasi operative

E’ l’insieme delle azioni di protezione civile centrali e periferiche da intraprendere prima (per i rischi prevedibili), durante e dopo l’evento; le attivazioni delle fasi precedenti all’evento sono legate ai livelli di allerta (attenzione, preallarme, allarme).

2 Fatal Accident Frequency Rate

E’ l’indice di misura del rischio calcolato in base al numero di vittime per ore di esposizione a ciascun rischio. Detto indice é il dato di supporto necessario ad individuare i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) indispensabili.

3 Fondo per la protezione civile

Il fondo per la protezione civile venne istituito con l'articolo 2 del decreto-legge 10 luglio 1982, n. 428, convertito con modificazioni, dalla legge 12 agosto 1982, n. 547, abrogato poi dall’art. 13 della legge 21 novembre 2000, n. 353, reintrodotto dalla legge 9 novembre 2001, n. 401.

4 Fotogrammetria

Riproduzione della dimensione di una zona per mezzo di fotografie da diverse prospettive.

5 Fotointerpretazione

Tecnica di interpretazione delle immagini fotografiche mediante speciali strumenti; è applicata soprattutto per scopi militari.

6 Fronte dell’evento

Zona estesa comprendente più aree anche non contigue, su cui si è manifestato l’evento.

7 Funzioni di supporto

Costituiscono l’organizzazione delle risposte, distinte per settori di attività e di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all’aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa. Attivate in emergenza ed organizzate già in fase di pianificazione a supporto del S.N.P.C., le funzioni di supporto sono attualmente 14: 1) Tecnico scientifica - Pianificazione; 2) Sanità, assistenza sociale; 3) Mass media ed informazione;

13 copia informatica per consultazione 4) Volontariato; 5) Materiali e mezzi; 6) Trasporti e circolazione - viabilità; 7) Telecomunicazioni; 8) Servizi essenziali; 9) Censimento danni, persone e cose; 10) Strutture operative S.A.R.; 11) Enti locali; 12) Materiali pericolosi; 13) Logistica evacuati - zone ospitanti; 14) Coordinamento centri operativi.

8 Fuoco

E' una reazione chimica che comporta emissioni che possono essere tossiche ed addirittura letali. La reazione avviene quando si combinano il combustibile, il comburente e la temperatura di accensione, elementi che costituiscono il triangolo del fuoco, che altro non è se non una reazione chimica di ossidazione. 1 Gateway

Nel linguaggio informatico, sistema telematico che consente ad un utente di connettere le proprie banche dati a una banca dati centrale.

2 Gaussiano

Del matematico K.F.Gauss (1777-1855). Curva gaussiana: curva a forma di campana, detta anche curva degli errori o distribuzione normale; costituisce la più comune distribuzione di probabilità.

3 Generatore

Apparecchio o macchina in grado di generare energia utilizzando energia di altra natura: generatore elettrico, di corrente, di suono, di segnali, di corrente alternata (alternatore), di corrente continua (dinamo), di vapore (caldaia).

4 Geodesia

Scienza che studia la conformazione e le dimensioni del globo terrestre e ne cura la rappresentazione grafica.

5 Geodinamica

Studio degli agenti naturali, esogeni ed endogeni, che modificano continuamente la crosta terrestre.

6 Geofisica

Scienza che si occupa dei vari fenomeni fisici che si verificano sulla Terra e nell’atmosfera terrestre; è detta anche fisica terrestre.

7 Geofotogrammetria

Studio geologico di una zona geografica per mezzo di fotografie prese dall’aereo e osservate mediante la tecnica della stereoscopia.

8 Geoide

Solido ideale, la cui superficie risulta in ogni punto perpendicolare alla direzione della gravità; la sua forma corrisponde a quella che avrebbe la Terra se fosse priva di rilievi montuosi.

9 Geologia

Scienza che studia l’origine, la morfologia, la costituzione della Terra e le trasformazioni in essa avvenute.

10 Geomorfologia

Scienza che studia la forma della superficie terrestre in rapporto all’azione di forze esogene.

11 Geomorfosi

Il cambiamento della forma e della disposizione interna di un organo vegetale determinata dalla forza di gravitazione terrestre.

14 copia informatica per consultazione 12 Geoscopio

Strumento ottico per l’ispezione della superficie terrestre da un aeromobile.

13 Geosinclinale

Grande depressione del fondo marino, allungata e instabile, in vicinanza dei continenti, in cui si è avuta un’intensa sedimentazione; per deformazione e corrugamento da origine a una catena montuosa.

14 Geotecnica

Studio delle caratteristiche del suolo e del sottosuolo soprattutto in funzione della possibilità di realizzare opere edilizie.

15 Gestione dell’emergenza

Consiste nell’attivazione del modello d'intervento, messo a punto nell'attività di pianificazione che ne stabilisce linguaggi e procedure, che assicurano l'impiego coordinato delle risorse effettivamente disponibili sul territorio.

16 Gestore di impianto

E’ la persona fisica o giuridica che detiene o gestisce uno stabilimento od un impianto.

17 GIS

Geographical Information System (Sistema Informativo Territoriale). Sistema che identifica le tecnologie informatiche per l'elaborazione di dati geografici.

18 Glaciologia

Settore della geofisica che studia i ghiacciai, la loro formazione e l’influenza che esercitano sul clima e sulla morfologia della superficie terrestre.

19 Gruppi Nazionali di ricerca scientifica

Sono gruppi del CNR che attraverso la loro opera, supportano il S.N.P.C. nel perseguimento delle finalità in materia di previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio; si occupano in particolare dei rischi: chimico-industriale, idrogeologico, nucleare, sismico e vulcanico. 1 Habitat

Complesso delle condizioni ambientali in cui vive l’uomo in maniera congeniale, mutate dall’evento calamitoso e che si tendono a ripristinare superando l’emergenza.

2 Hacker

Dilettante appassionato di informatica, che usa la sua competenza soprattutto in modo improprio e illegale, introducendo anche virus capaci di danneggiare o distruggere la memoria del computer cui accede. Pirata informatico.

3 Handicap

Condizione di svantaggio cui può andar soggetta una popolazione ed un territorio colpiti da un evento calamitoso.

4 Handout

Testo, appunti, ciclostilati diffusi in occasione di convegni, conferenze stampa per favorire la miglior comprensione di un intervento, di un annuncio.

5 Hangar

Capannone per il ricovero di aeromobili. Aviorimessa.

6 Hardware

La macchina, i componenti elettronici, i dispositivi, la struttura rigida di un elaboratore o di un personal computer (si contrappone al software).

15 copia informatica per consultazione 7 Hertz

Unità di misura della frequenza, simbolo Hz, corrispondente ad un ciclo al secondo.

8 Hinterland

Regione alle spalle di un grande porto, dai cui traffici trae beneficio l’intera area. Territorio che economicamente, socialmente, culturalmente è collegato a una metropoli, a un centro di cui subisce l’influenza.

9 Humus

Terreno molto fertile, contenente sostanze organiche formatesi in seguito alla decomposizione di esseri animali o vegetali.

1 Idrante antincendio

Attacco unificato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete idrica. Un idrante può essere a muro, a colonna soprasuolo oppure sottosuolo.

2 Idraulica

Scienza che studia teoricamente e sperimentalmente i fenomeni inerenti al moto e all'equilibrio dei liquidi e in particolare dell’acqua.

3 Idrocarburo

Composto costituente solo da carbonio e idrogeno, solido, liquido o gassoso, generalmente incolore e insolubile in acqua, usato come combustibile, carburante, solvente e come materia prima in numerose sintesi industriali.

4 Idrodinamica

Ramo dell’idraulica che studia il moto dei liquidi e in particolare dell’acqua.

5 Idrogeologia

Branca della geologia che studia le caratteristiche fisiche e chimiche delle acque profonde e di superficie in relazione ai fenomeni geologici.

6 Idrografia

Branca della geografia fisica che studia l’origine e l’evoluzione delle acque superficiali delle terre emerse e la loro azione sul paesaggio terrestre: idrografia marina, idrografia fluviale, idrografia lacustre. Rappresentazione cartografica delle acque marine e terrestri.

7 Idrologia

Scienza che studia le proprietà chimiche e fisiche delle acque.

8 Idromeccanica

Settore della meccanica che studia i liquidi.

9 Idroplano

Tipo di carena che sfrutta la reazione dell’acqua come sostentazione, riducendo, insieme con l’immersione, la resistenza al moto / alette idroplano: superfici alari immerse, grazie alle quali lo scafo riceve una spinta verticale. Qualsiasi imbarcazione dotata di carena o alette del tipo suddetto che le consentono di sollevarsi sulla superficie dell’acqua.

10 Idropneumatico

Dispositivo o congegno messo in azione dal contatto tra due fluidi, uno dei quali liquido, l'altro aeriforme.

11 Idrorepellente

Che non assorbe acqua o che conferisce tale caratteristica. Idrofugo.

16 copia informatica per consultazione 12 Idrovia

Seguito di corsi d'acqua, bacini, opportunamente collegati e predisposti per la navigazione.

13 Idrovolante

Velivolo a motore capace di decollare e ammarare sull’acqua grazie ad appositi galleggianti e alla forma a carena della fusoliera.

14 Idrovora

Macchina atta a sollevare e aspirare acqua grazie a un sistema di pompe, usata, tra l’altro, nelle opere di bonifica.

15 Impianto

Un’unità tecnica all’interno di uno stabilimento, in cui sono prodotte, utilizzate, manipolate o depositate sostanze pericolose. Comprende tutte le apparecchiature, le strutture, le condotte, i macchinari, gli utensili, le diramazioni ferroviarie particolari, le banchine, i pontili che servono l'impianto, i moli, i magazzini e le strutture analoghe, galleggianti o meno, necessari per il funzionamento dell'impianto.

16 Incendio

Consta di 4 fasi: ignizione, propagazione (falsh–over), incendio generalizzato, estinzione.

17 Incidente maggiore

Incidente che coinvolge un numero elevato di vittime in uno spazio confinato, con infrastrutture circostanti conservate. Sinonimo di catastrofe ad effetto limitato.

18 Incidente rilevante

Un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento di cui all'articolo 2, comma 1, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose.

19 Indicatore di evento

E’ l’insieme dei fenomeni precursori e dei dati di monitoraggio che permettono di prevedere il possibile verificarsi di un evento.

20 Indicatori di rischio

Sono i segnali premonitori che informano dell’approssimarsi di un evento calamitoso.

21 Infiammabilità

E' definita come la minima temperatura alla quale i combustibili liquidi emettono vapori infiammabili, è inoltre una caratteristica dei liquidi infiammabili.

22 Infiltrazione

Lenta e costante penetrazione di un fluido attraverso un mezzo permeabile. Acque d'infiltrazione: acque presenti nel sottosuolo, che provengono dalla superficie attraverso strati permeabili.

23 Informatica

Scienza applicata che studia le modalità di raccolta, di trattamento e di trasmissione delle informazioni mediante elaboratori elettronici.

24 Infortunio

Si ha quando effetti dannosi derivanti da evento grave investono singoli individui, nella loro vita o nelle loro capacità.

25 Infrastruttura

17 copia informatica per consultazione Impianti che costituiscono la base indispensabile per l’abitabilità di un luogo; in particolare l’insieme dei servizi pubblici (rete stradale o ferroviaria, scuole, acquedotti. Infrastrutture urbane.

26 Inondazione

Afflusso strabocchevole di acqua in un luogo, dovuto a straripamento di corsi d'acqua o a intenzionale allagamento. Alluvione, piena.

27 Inquinamento

Alterazione e contaminazione di un ambiente, di una sostanza, indotte da cause esterne, specialmente dall'opera dell’uomo: inquinamento atmosferico, delle acque, del suolo. Inquinamento acustico: eccessiva rumorosità che danneggia l’udito. Inquinamento radioattivo: diffusione di radiazioni dovuta a esplosioni o a guasti di impianti nucleari.

28 Intensità sismica

E’ la misura degli effetti che il terremoto ha prodotto sull'uomo, sugli edifici insistenti nell'area colpita dal sisma e sull'ambiente; la misurazione avviene di solito attraverso l’utilizzazione della nuova scala Mercalli.

29 Ipocentro

Punto sottomesso alla crosta terrestre da cui ha origine il terremoto; è un punto di debolezza, dal quale inizia la nuclearizzazione della frattura.

30 Ipogeo

Sotterraneo. Essere vivente che vive anche solo periodicamente sotto terra o in caverne o nel terreno. Di vano o ambiente che si trova sotto terra.

31 Irraggiamento

Trasmissione del calore prodotto da un incendio nell’ambiente circostante.

32 Isobara

In geofisica e cartografia, linea che unisce tutti i punti a quota prefissata aventi in un dato momento uguale pressione atmosferica.

33 Isostatico

Che presenta sollecitazioni statiche di uguale valore. Nella scienza delle costruzioni, che possiede i vincoli necessari a garantire l’equilibrio.

34 Isotopo

Riferito ad atomi di un elemento che hanno lo stesso numero atomico ma diverso numero di massa atomica; occupano lo stesso posto nel sistema periodico degli elementi. Isotopo radioattivo. Jeep

Camionetta fuoristrada molto solida e resistente, a quattro ruote motrici, adatta a percorsi su terreni difficili e impervi.

2 Joule

Fenomeno per cui, quando una corrente elettrica percorre un conduttore, si ha la trasformazione di una parte dell’energia elettrica fornita dal generatore in energia termica. 1 Kelvin

Unità di misura della temperatura; è pari a 1 grado centigrado ma il suo zero è - 273,14 gradi, cioè lo zero assoluto. Dal nome del fisico irlandese W. Thomson (1824-1907), noto come lord Kelvin.

2 Knock out (KO)

Situazione riferita ad una popolazione colpita da una calamità che la privi di qualsiasi capacità di reazione. 1 Land use planning

18 copia informatica per consultazione Indica uno strumento di programmazione e pianificazione territoriale; dal medesimo si traggono le coordinate nell’utilizzazione del territorio, ovverosia la politica del territorio che tiene conto dei rischi esistenti, sia dal punto di vista propositivo (Enti Locali con l’attività di pianificazione), sia dal punto di vista ispettivo (controllo e vigilanza sui luoghi da parte delle Istituzioni centrali).

2 Lineamenti della pianificazione

Individuano gli obiettivi da conseguire per dare una adeguata risposta di protezione civile ad una qualsiasi situazione di emergenza e le competenze dei soggetti che vi partecipano.

3 Livelli di allerta

Scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori o, in alcuni casi, a valori soglia. Vengono stabiliti dalla Comunità Scientifica. Ad essi corrispondono delle fasi operative.

4 Livello di allarme 0 (zero)

E’ il normale livello di funzionamento della centrale operativa; sono attivate le risorse ordinarie e si utilizzano le normali procedure di gestione.

5 Livello di allarme 1 (uno)

Il livello è attivato quando sono in corso situazioni di rischio prevedibili, quali gare automobilistiche, concerti, manifestazioni sportive, manifestazioni con notevole affluenza. E’ attivato in loco un dispositivo di assistenza, dimensionato sulla base delle esigenze ed in adesione a quanto previsto da specifici piani di intervento. La centrale operativa dispone di tutte le informazioni relative al dispositivo, monitorizza l’evento ed è in grado di coordinare l’intervento.

6 Livello di allarme 2 (due)

Viene attivato quando vi è la possibilità che si verifichino eventi preceduti da fenomeni precursori, quali ad esempio: allagamenti, frane, ecc.. Le risorse aggiuntive vengono messe in preallarme, in modo che possano essere pronte a muovere entro 15 minuti dall’eventuale allarme. Il medico coordinatore della centrale operativa può disporre eventualmente l’invio di mezzi sul posto per monitoraggio o per assistenza preventiva.

7 Livello di allarme 3 (tre)

Viene attivato quando è presente una situazione di maxiemergenza. Il dispositivo di intervento più appropriato viene inviato sul posto e vengono attivate le procedure per la richiesta ed il coordinamento di risorse aggiuntive anche sovraterritoriali.

8 Livello di allarme centrale 118

E’ lo stato di allertamento della centrale operativa 118. Il livello di allarme è lo stato di attivazione delle risorse aggiuntive rispetto a quelle ordinarie. Si possono distinguere 4 livelli di allarme.

9 Logistica

E’ una attività che pone in essere tutti i provvedimenti idonei a rendere possibili la vita ed i movimenti delle popolazioni colpite da eventi calamitosi. Le attività logistiche sono l’approvvigionamento, il rifornimento, il mantenimento (inteso come manutenzione e riparazione di mezzi e materiali, cura per gli uomini) ed i trasporti.

1 Macroemergenza

E’ quell’evento naturale o connesso con l’attività dell’uomo che per natura ed estensione comporta l’intervento coordinato di più enti od amministrazioni competenti in via ordinaria e che non necessita per essere fronteggiato, di mezzi e poteri straordinari (legge n. 225/92 art. 2 lett. b).

2 Magma

Massa costituita da silicati completamente o parzialmente allo stato fuso e a temperatura elevatissima, situata nelle zone profonde della crosta terrestre; se si solidifica all’interno della Terra genera le rocce intrusive, se si solidifica sulla superficie terrestre genera invece le rocce effusive.

3 Magnete

Corpo in grado di generare, in forma permanente o temporanea, un campo magnetico. Calamita. Magnete

19 copia informatica per consultazione d’accensione: generatore di corrente elettrica alternata usato per alimentare il circuito di accensione di un motore a combustione. Magnete volano: sui motori dei motocicli, quello che, oltre a regolarizzare il moto, fornisce la tensione per la scintilla di avvio e per le esigenze elettriche dell’impianto.

4 Magnitudo

Parametro che si utilizza per misurare l'intensità della sorgente sismica da un lato strumentale oggettivo ed indipendente dalla presenza o meno di persone e strutture; la misurazione avviene di solito attraverso l’utilizzazione della scala Richter.

5 Mappa

Rappresentazione grafica in dettaglio di una zona di terreno; carta topografica, pianta, carta geografica. Mappa catastale: quella in cui sono riportati i confini delle proprietà fondiarie e il valore fiscale delle stesse proprietà. Fogli di mappa: quelli che riproducono le piantine degli immobili registrati al catasto. Descrizione dettagliata di una determinata realtà in seguito a minute ricerche.

6 Mareografo

Strumento atto alla registrazione delle variazioni del livello del mare in rapporto alle maree.

7 Mass-media

L’insieme dei mezzi di comunicazione e di divulgazione (televisione, cinema, radio, giornali, manifesti) che informano il vasto pubblico. Mezzi di comunicazione di massa: il condizionamento dei mass media.

8 Maxwell

Unità di misura, simbolo Mx, del flusso di un campo uniforme di induzione magnetica nel sistema CGS. J.C.Maxwell 1831-1879. Oggi è detta anche abweber (sinbolo: abWb).

9 Mayday

In radiotelefonia, segnale internazionale con cui si chiede soccorso, equivalente al SOS in telegrafia; richiesta di assistenza.

10 Metal detector

Rilevatore di metalli. Particolare congegno elettromagnetico usato in alcuni luoghi pubblici (aeroporti, banche, tribunali) per segnalare gli oggetti metallici nascosti nelle valigie, borse o su persone.

11 Metamorfismo

L’insieme dei mutamenti di minerali e rocce causati da azioni chimiche, dal calore e dalla pressione.

12 Meteorologia

Scienza che ha per oggetto di studio l'atmosfera terrestre e i fenomeni ad essa legati.

13 Microemergenza

E’ quell’evento naturale o connesso con l’attività dell’uomo che riguarda una parte limitata del territorio comunale e che può essere fronteggiata mediante interventi attuabili dai singoli enti ed amministrazioni competenti in via ordinaria (legge n 225/92 art. 2 lett. a).

14 Ministro dell’Interno

Il Ministro dell'Interno si avvale del Dipartimento della protezione civile: per le attività di cui all'articolo 107, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Al Ministero dell'interno sono attribuite le funzioni ed i compiti spettanti allo Stato in materia di garanzia della regolare costituzione e del funzionamento degli organi degli enti locali e le funzioni statali esercitate dagli enti locali, tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, difesa civile, politiche di protezione civile e prevenzione incendi, salve le specifiche competenze in materia del Presidente del Consiglio dei Ministri, tutela dei diritti civili, cittadinanza, immigrazione, asilo e soccorso pubblico. Per consentire una più adeguata organizzazione strumentale, finalizzata all'accrescimento della capacità operativa, anche nel settore della difesa civile, il Ministero dell'interno è autorizzato a varare un piano straordinario di interventi per la manutenzione straordinaria degli edifici sede delle attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle strutture afferenti alla difesa civile.

20 copia informatica per consultazione 15 Modello di intervento

Consiste nell’assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile, nell’utilizzazione delle risorse in maniera razionale. Rappresenta il coordinamento di tutti i centri operativi dislocati sul territorio.

16 Modello integrato

E’ l’individuazione preventiva sul territorio dei centri operativi e delle aree di emergenza e la relativa rappresentazione su cartografia, e/o immagini fotografiche e/o da satellite. Per ogni centro operativo i dati relativi all’area amministrativa di pertinenza, alla sede, ai responsabili del centro e delle funzioni di supporto sono riportati in banche-dati.

17 Modem

Nella tecnica delle telecomunicazioni, dispositivo che converte i segnali digitali di un computer in segnali atti a essere trasmessi su una normale linea telefonica e viceversa.

18 Modulistica

Schede tecniche, su carta e su supporto informatico, finalizzate alla raccolta e all’organizzazione dei dati per le attività addestrative, di pianificazione e di gestione delle emergenze.

19 Modulo di intervento

Struttura organizzativa composta da uomini e mezzi con una specifica funzione, che costituisce un elemento attivabile per la formazione del dispositivo di intervento.

20 Movimento sismico

E’ il prodotto di tre termini: lo scorrimento della faglia, l'area interessata dalla frattura e la rigidità delle rocce lungo la faglia.

21 Multiprocessing

Modo di funzionamento contemporaneo di più unità su parti diverse di uno stesso processo di elaborazione. 1 Naspo

Attrezzatura antincendio costituita da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad un'estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante dall'altra estremità con una lancia erogatrice.

2 Naufragio

Disastro marittimo che si verifica quando per un qualsiasi motivo una nave affonda o va completamente distrutta, riducendosi a relitto. Affondamento.

3 Network

Rete di stazioni emittenti radiotelevisive che operano in collaborazione tra loro; in Italia indica per lo più le reti radiotelevisive private.

4 Noria di evacuazione

Movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal PMA agli ospedali e viceversa al fine dell’ospedalizzazione delle vittime.

5 Noria di salvataggio

Insieme delle operazioni effettuate da personale tecnico, anche sanitario, volte al trasporto di feriti dal luogo dell’evento al PMA e viceversa.

6 Nosocomio

In usi letterari o burocratici, ospedale (disporre il ricovero presso il nosocomio provinciale).

21 copia informatica per consultazione 7 Nucleare

Che riguarda il nucleo dell’atomo. Chimica nucleare:settore della chimica che si occupa dello studio della struttura del nucleo atomico e delle sue trasformazioni. Fisica nucleare: settore della fisica che si occupa del nucleo dell'atomo. Energia nucleare: l'energia liberata dalle reazioni di fusione e fissione del nucleo atomico (sommergibili, navi a energia nucleare). Che produce, usa e sviluppa energia nucleare: centrale, impianto nucleare; armi nucleari, esperimento nucleare.

8 Nursing

La professione di infermiere e l'assistenza prestata da chi è abilitato a svolgere tale professione.

9 Nylon

Denominazione commerciale, che costituisce marchio registrato, di una fibra sintetica e del tessuto che se ne ricava, di largo impiego, nell’industria: calze, corda di nylon.

1 Onlus

Acronimo (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) utilizzato per indicare le associazioni appartenenti al "terzo settore" (detto non-profit), ovverosia forze sociali "non istituzionali".

2 Ordinanza

E’ uno strumento giuridico che viene utilizzato in caso di azioni indifferibili ed urgenti da porsi in essere anche in deroga a norme di legge, ma nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Ove emanata per l’attuazione degli interventi conseguenti alla dichiarazione dello stato di emergenza, è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e trasmessa ai Sindaci interessati per la pubblicazione negli Albi Pretori dei Comuni.

3 Organizzazione di volontariato di protezione civile

Ogni organismo liberamente costituito, senza fini di lucro, ivi inclusi i gruppi comunali di protezione civile, che svolge e promuove, avvalendosi prevalentemente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti, attività di previsione, prevenzione e soccorso in vista od in occasione di calamità, nonché attività di formazione ed addestramento, nella stessa materia.

4 Orogenesi

Insieme dei processi che determinano la formazione delle catene montuose e dei rilievi.

5 Orografia

Settore della geografia che studia i rilievi del terreno (colline, montagne, sistemi montuosi). Insieme di rilievi montuosi in una determinata zona terrestre e, anche, la relativa descrizione e rappresentazione cartografica.

6 Osmosi inversa

Principio fisico di desalinizzazione dell’acqua, che permette, in particolari impianti di potabilizzazione, di ridurre composti inquinanti quali nitrati e cromo.

7 Ospedale

Istituto pubblico o privato destinato all’assistenza sanitaria, nel quale si provvede al ricovero e alla cura dei malati: ospedale civile, ospedale militare, ospedale psichiatrico.

8 Ospedali da campo

Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensivistica protratta per più ore e degenza di osservazione clinica. Sono sinonimi del centro medico di evacuazione (CME).

9 Osservatorio

Costruzione, luogo attrezzato per l’osservazione a distanza, di tipo scientifico o militare: osservatorio astronomico, astrofisico, meteorologico. Posizione privilegiata, istituzione apposita per l’osservazione di fenomeni di vario tipo: osservatorio dei prezzi, dei comportamenti umani.

22 copia informatica per consultazione 1 Pack

Insieme di grandi lastre di ghiaccio che si sono staccate dalla banchisa polare e che galleggiano sul mare.

2 Palificazione

Insieme dei pali, lignei o di altro materiale, che sostengono le fondamenta di un edificio o di altra costruzione. Palificata. Operazione consistente nella posa di pali. Insieme dei pali che sostengono linee telefoniche o elettriche sospese.

3 Paraffina

Miscela di idrocarburi saturi, costituente una sostanza bianca, grassa e solida, combustibile, presente nei petroli grezzi, negli oli di scisto e nel catrame di lignite bituminosa; viene utilizzata nella produzione di candele, fiammiferi e detersivi, in cosmetica, per l'apprettatura dei tessuti, per la preparazione di cere da scarpe. Prova del guanto di paraffina: mezzo di accertamento usato dalla polizia per rilevare eventuali tracce di polvere da sparo sulle mani degli indiziati. Olio di paraffina: miscela di idrocarburi liquida e oleosa, utilizzata come lubrificante, riscaldante e per la preparazione di unguenti e vaseline. Ogni idrocarburo saturo della serie del metano; deve il suo nome alla scarsa reattività ai comuni reagenti chimici.

4 Paravalanghe

Struttura di sostegno o galleria artificiale che serve a proteggere strade o ferrovie da valanghe o slavine.

5 Parte generale

E’ la raccolta di tutte le informazioni relative alla conoscenza del territorio e ai rischi che incombono su di esso, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari.

6 Password

Serie di caratteri alfanumerici che costituisce la parola d'ordine, il codice di accesso ai programmi di un computer.

7 Pericolo

E’ la proprietà intrinseca di una sostanza detta pericolosa o della situazione fisica esistente in uno stabilimento atta a provocare danni alla salute umana od all'ambiente.

8 Pericolosità (H)

E’ data dalla imprevedibilità e dall’indomabilità da parte dell’uomo dell’evento calamitoso ipotizzato. E’ la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità (I) si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area.

9 Piani nazionali di emergenza

Sono predisposti dal Dipartimento nazionale di p.c. per far fronte ai rischi che per le modalità del loro verificarsi possono interessare il territorio nazionale, ovvero fasce territoriali di limitata estensione ed omogenee per categoria di rischio.

10 Pianificazione d’emergenza

L’attività di pianificazione consiste nell’elaborazione coordinata delle procedure operative d’intervento da attuarsi nel caso si verifichi l’evento atteso contemplato in un apposito scenario. I piani di emergenza devono recepire i programmi di previsione e prevenzione.

11 Pianificazione per livelli organizzativi

Pianificazione a livello personale: organizzazione di comportamenti improntati alla tutela personale; Pianificazione a livello familiare: organizzazione di comportamenti improntati alla tutela del proprio nucleo familiare; Pianificazione a livello di aggregati umani: organizzazione di comportamenti improntati alla cooperazione all’interno del gruppo; Pianificazione a livello sociale: organizzazione di comportamenti improntati alla cooperazione tra i gruppi; Pianificazione a livello globale: organizzazione di comportamenti improntati alla cooperazione tra diversi gruppi.

12 Piano comunale di protezione civile

E’ redatto a cura dei comuni allo scopo di gestire adeguatamente l’emergenza ipotizzata per il territorio considerato in relazione ai vari scenari; questi ultimi dovrebbero essere ricavati dai rischi considerati nell’ambito dei pertinenti

23 copia informatica per consultazione programmi di previsione e prevenzione di livello provinciale c regionale.

13 Piano di bacino

E’ lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione del suolo, all’utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio.

14 Piano per fronteggiare l’emergenza sul territorio della provincia

E’ predisposto e curato dal Presidente della giunta provinciale per tutto il territorio della provincia di competenza, sulla base del programma provinciale di previsione e prevenzione.

15 Piano straordinario degli interventi di difesa civile

Per consentire una più adeguata organizzazione strumentale, finalizzata all'accrescimento della capacità operativa nel settore della difesa civile, il Ministero dell'interno è autorizzato a varare un piano straordinario di interventi per la manutenzione straordinaria degli edifici sede delle attività del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle strutture afferenti alla difesa civile.

16 Pick-up

Camioncino, perlopiù fuoristrada, con cassone scoperto, sponde laterali fisse e posteriore ribaltabile, per il trasporto leggero e rapido.

17 Piena

Aumento della portata di un corso d’acqua rispetto alla media annuale, dovuto alle piogge abbondanti o al discioglimento delle nevi e dei ghiacciai. Inondazione, alluvione.

18 Piezometrico

Relativo alla pressione in un punto generico di una massa fluida: carico, pozzo piezometrico, linea, pendenza, torre piezometrica. Altezza, colonna, quota piezometrica, altezza che una colonna liquida dovrebbe raggiungere per esercitare, in condizione di stasi, una pressione pari a quella esistente nel punto del fluido considerato.

19 Pluretano

Materia plastica ottenuta per poliaddizione di isocianati con alcoli polivalenti che, per la sua resistenza agli agenti esogeni e le sue buone qualità fisiche chimiche, viene usata nella fabbricazione di vernici, adesivi o rivestimenti protettivi. Poliuretano espanso: solido a struttura spugnosa, usato come isolante termico o acustico e per gli imballaggi; più comunemente è detto polistirolo espanso.

20 Plutonio

Elemento chimico transuranico (simbolo Pu), chimicamente molto affine all'uranio, prodotto nei reattori nucleari; particolarmente adatto come materiale fissile, viene usato nelle armi termonucleari e come combustibile per i reattori nucleari.

21 Poliammide

Polimero la cui molecola contiene gruppi ammidici, impiegato, per la sua elasticità, intaccabilità e resistenza, nella fabbricazione di fibre sintetiche speciali, come quelle usate per tute antincendio, giubbotti antiproiettile, elmetti. La più nota è il nylon.

22 Pollution

E’ un termine inglese che sta ad indicare l’inquinamento e/o la contaminazione.

23 Pompa

Apparecchiatura utilizzata per sollevare o trasferire fluidi.

24 Pompa centrifuga

Particolare tipo di pompa presente sui mezzi di soccorso che consente di erogare acqua aumentando notevolmente la pressione tra il punto di presa e il punto di utilizzo.

24 copia informatica per consultazione 25 Portata

Quantità di liquido che attraversa una sezione nell’unità di tempo.

26 Poseidon

E’ un sistema finalizzato alla sorveglianza sismica sui terremoti e sui vulcani della Sicilia orientale ed alla ricerca dei relativi precursori. E’ uno strumento per misure, in tempo reale, dei fenomeni geologici di detta regione.

27 Posto comando soccorso sanitario

Struttura mobile che consente al direttore dei soccorsi sanitari di coordinare l’attività del dispositivo di intervento e di mantenere i contatti con la centrale operativa 118.

28 Posto Medico Avanzato (PMA)

Dispositivo funzionale di selezione e trattamento sanitario delle vittime, localizzato ai margini esterni dell’area di sicurezza o in una zona centrale rispetto al fronte dell’evento. Può essere sia una struttura (tende, containers), sia un’area funzionalmente deputata al compito di radunare le vittime, concentrare le risorse di primo trattamento ed organizzare l’evacuazione sanitaria dei feriti.

29 Preallarme

Si realizza attraverso l’attivazione di un ufficio competente in relazione al tipo di evento calamitoso, per fornire tutte le indicazioni e valutazioni di carattere tecnico, necessarie a seguire l’insorgere e l’evolversi del fenomeno che interessa la p.c..

30 Precauzione

Il principio è stato introdotto dal trattato di Maastricht e consiste nel dovere di ridurre le emissioni inquinanti alla fonte indipendentemente dall’accertamento della sussistenza di un effetto ambientale negativo e cioè anche in assenza di prove sufficienti a dimostrare l’esistenza di un nesso causale tra le emissioni e gli effetti negativi.

31 Prefetto

E’ autorità di livello provinciale in emergenze di p.c.; al verificarsi di eventi calamitosi rilevanti o gravi: informa il Dipartimento della protezione civile, il presidente della giunta regionale e la direzione generale della protezione civile e dei servizi antincendi del Ministero dell’interno; assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello provinciale, coordinandoli con gli interventi dei sindaci dei comuni interessati; adotta tutti i provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi; vigila sull’attuazione, da parte delle strutture provinciali di p.c., dei servizi urgenti, anche di natura tecnica. A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza, opera quale delegato del Presidente del Consiglio dei Ministri.

32 Presidente del Consiglio dei Ministri

Nominato con decreto del Presidente della Repubblica è Capo del Governo ed ha poteri di direzione e vigilanza sui singoli Ministri; per il conseguimento delle finalità del S.N.P.C., promuove e coordina le attività delle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche delle regioni, delle province, dei comuni, degli enti pubblici nazionali e territoriali e di ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale; per lo svolgimento di dette finalità si avvale del Dipartimento della p.c.. Al fine di consentire opportune verifiche della efficienza dei programmi e dei piani nazionali, dispone l’esecuzione di periodiche esercitazioni, promuove, d’intesa con il Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica, studi sulla previsione e prevenzione delle calamità naturali e delle catastrofi ed impartisce indirizzi ed orientamenti per l’organizzazione e l’utilizzazione del volontariato. Nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri operano il Servizio sismico nazionale, la Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi ed il Comitato operativo della protezione civile. E’ istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri un Comitato paritetico Stato-regioni-enti locali, nel cui ambito la Conferenza unificata, istituita dal decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, designa i propri rappresentanti. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sono emanate le norme per la composizione e il funzionamento del citato Comitato.

Presidio Territoriale Idraluilco Il presidio territoriale idraulico consiste in attività di:  rilevamento, a scadenze prestabilite, dei livelli idrometrici del corso d'acqua agli idrometri regolatori, al fine di rilevare il livello di criticità dell'evento di piena in atto;  osservazione e controllo dello stato delle arginature e ricognizione delle aree potenzialmente inondabili, soprattutto nei punti definiti preventivamente "idraulicamente critici", anche al fine di rilevare situazioni di impedimento al libero deflusso delle acque;  pronto intervento idraulico ai sensi del R.D. n. 523/1904 e primi interventi urgenti ai sensi della legge n. 225/1992, tra cui la rimozione degli ostacoli, anche causati da movimenti franosi, smottamenti spondali,

25 copia informatica per consultazione accumuli detritici, che possono impedire il rapido defluire delle acque, la salvaguardia delle arginature e la messa in sicurezza delle opere idrauliche danneggiate. I soggetti preposti al presidio territoriale idraulico sono la Provincia, il Servizio Tecnico Bacini Enza Secchia e Panaro, A.I.Po ed i Consorzi di Bonifica.

33 Pressione

Grandezza fisica normalmente individuata per stabilire il dislivello che può superare una certa quantità di acqua.

34 Prevalenza

Dislivello tra il pelo dell'acqua di aspirazione e quello di mandata.

35 Prevenzione

Consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la probabilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione. E’ la seconda attività di p.c..

36 Previsione

Consiste nelle attività dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi ed alla individuazione delle zone del territorio soggette ai rischi stessi. E’ la prima attività di p.c..

37 Procedure operative

E’ l’insieme delle attivazioni-azioni, organizzate in sequenza logica e temporale, che si effettuano nella gestione di un’emergenza. Sono stabilite nella pianificazione e sono distinte per tipologia di rischio.

38 Progetto “Mercurio”

E’ una raccolta di dati conoscitivi di strutture e mezzi pubblici e privati, operata sul territorio dalle prefetture tramite i comuni e rimessa poi dalle stesse al superiore Ministero dell’interno che lo detiene e ne promuove periodicamente l’aggiornamento.

39 Programma provinciale di previsione e prevenzione

E’ redatto a cura delle amministrazioni provinciali partendo dalla ricognizione delle problematiche afferenti il territorio provinciale e prevedendo l’individuazione delle possibili soluzioni alle prefigurate calamità, con specifico riferimento ai tempi ed alle risorse disponibili; è posto dai prefetti a base del piano per fronteggiare l’emergenza su tutto il territorio della provincia.

40 Programma regionale di previsione e prevenzione

E’ redatto a cura delle regioni e rappresenta il punto di riferimento per la determinazione delle priorità e delle gradualità temporali in attuazione degli interventi di p.c., in funzione della pericolosità dell’evento calamitoso, della vulnerabilità del territorio, nonché delle disponibilità finanziarie.

41 Programmazione

L’attività di programmazione è afferente alla fase di previsione dell’evento, intesa come conoscenza tecnico scientifica dei rischi che insistono sul territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi. Il risultato dell’attività di programmazione sono i programmi di previsione e prevenzione che costituiscono il presupposto per la pianificazione d’emergenza.

42 Protezione civile

Politica dei pubblici poteri finalizzata alla tutela dell’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente, dai danni o dal pericolo di danni, derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.

43 Provincia

Ente locale territoriale che rileva nella protezione civile quale componente del Servizio nazionale, partecipando all’organizzazione ed attuazione del medesimo ed assicurando lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta ed alla elaborazione dei dati interessanti la p.c.; predispone il programma provinciale di previsione e

26 copia informatica per consultazione prevenzione ed il piano di emergenza. Sono attribuite alle province le funzioni relative: 1) all'attuazione, in ambito provinciale, delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani regionali, con l'adozione dei connessi provvedimenti amministrativi; 2) alla predisposizione dei piani provinciali di emergenza sulla base degli indirizzi regionali; 3) alla vigilanza sulla predisposizione da parte delle strutture provinciali di protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, da attivare in caso di eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b) della legge 24 febbraio 1992, n. 225.

44 Psicosi delle catastrofi

Panico, forte paura, di carattere collettivo, conseguente al manifestarsi di eventi calamitosi.

1 Qualificazione

Caratterizzazione in base a precise qualità; in particolare conseguimento di requisiti, attribuzione di titoli, che rivelano o riconoscono in qualcuno una speciale qualità, una specializzazione professionale, una qualifica: conseguire una buona qualifica; mancanza di qualifica. Corsi di qualifica professionale: per la preparazione tecnica dei lavoratori che opereranno in uno specifico settore.

2 Quanto

Valore minimo, finito e indivisibile, di grandezze variabili solo in modo discontinuo, secondo i propri multipli: quanto di energia. Teoria dei quanti: la teoria formulata da M. Planck secondo cui le grandezze fisiche possono assumere un numero discreto di valori. Quanto di luce: il fotone.

3 Quark

Ognuno dei vari possibili costituenti fondamentali della materia.

4 Quarzo

Minerale molto diffuso costituito da biossido di silicio, presente in natura sia come cristallo allo stato puro, incolore e trasparente (cristallo di roccia), sia in diverse aggregazioni di varia colorazione causata dalla presenza di impurità (quarzo rosa, affumicato, ametista, rubino). Il quarzo è uno dei componenti essenziali di molte rocce eruttive, metamorfiche e sedimentarie; viene largamente utilizzato per la fabbricazione del vetro, dei materiali refrattari e degli abrasivi; trova largo impiego nell'industria elettrotecnica e radiotecnica e, per le sue proprietà piezoelettriche, in orologeria.

5 Quorum

Numero legalmente necessario perché sia valida l’adunanza di un qualsiasi organo collegiale di protezione civile. 1 Radar

Strumento radio usato per localizzare oggetti mobili o fissi, basato sulla proprietà di emettere radioonde e di riceverle dopo che sono state riflesse dall’oggetto ricercato. Radar nautico: utilizzato dalle navi per la navigazione notturna o in casi di scarsa visibilità per evitare collisioni. Radar ottico: che impiega un fascio di raggi laser. Radio detection and ranging: voce inglese rilevamento e localizzazione (per mezzo di) onde radio.

2 Radarmeteorologia

Utilizzazione di apparecchiature radar per rilievi e misurazioni meteorologiche.

3 Radiazione

Emissione e propagazione di energia sotto forma di onde elettromagnetiche o di particelle che si propagano lungo traiettorie ad andamento rettilineo; l’insieme degli elementi irradiati: radiazioni nucleari, radiazioni alfa, radiazioni beta, radiazioni gamma, radiazioni elettromagnetiche, radiazioni luminose, radiazioni termiche, radiazioni sonore, radiazioni solari, radiazioni cosmiche. Radiazione ionizzante : quella di energia sufficiente a ionizzare la materia che attraversa.

4 Radioattività

Emissione di radiazioni da parte dei nuclei atomici; proprietà di alcune sostanze di emettere radiazioni; nel linguaggio comune la quantità di radiazioni presente nell’aria, nell’acqua e in generale in un corpo che ha subito contaminazione radioattiva.

5 Radiocollegamento

27 copia informatica per consultazione Collegamento tra due punti distanti per mezzo di onde radio, detto anche collegamento radio.

6 Radiocomunicazione

Sistema di comunicazione a distanza per mezzo di onde hertziane o radioonde.

7 Radiometro

Strumento per il rilevamento di radiazioni, in particolare di microonde.

8 Radiomicrofono

Microfono collegato con una radiotrasmittente tascabile che permette di evitare l’uso del cavo di collegamento.

9 Radiomobile

Veicolo dotato di una radio ricetrasmittente. Autoradio. Reparto radiomobile della Polizia.

10 Radioonda

Onda elettromagnetica con frequenza compresa fra 10 Kilohertz e 300 Megahertz usata per le radiotrasmissioni.

11 Radon

Elemento chimico radioattivo dal simbolo Rn, appartenente al gruppo dei gas nobili; si forma per disintegrazione del radio e trova applicazione in medicina.

12 Rapporto di sicurezza

E’ un elaborato trasmesso dalle aziende industriali a rischio, alla regione nel cui territorio l’opificio ricade, affinché si provveda alla vigilanza sullo svolgimento dell’attività ed al prefetto competente, per la predisposizione del piano di emergenza esterna all’impianto (da redigersi sulla base delle conclusioni dei ministri dell’ambiente e della sanità) per l’opportuna informazione da dare alla popolazione, attraverso il sindaco.

13 Raz

Corrente marina particolarmente violenta che si forma negli stretti o è causata dalla marea. Ondata che si alza all’improvviso in mare aperto risultando particolarmente pericolosa per le piccole imbarcazioni.

14 Real time

Simultaneità con cui i dati immessi nel computer vengono immediatamente elaborati; in tempo reale.

15 Regione

Ente locale territoriale costituzionale; partecipa all’organizzazione ed all’attuazione delle attività di p.c., assicurando, nei limiti delle competenze proprie o delegate dallo Stato e nel rispetto dei principi stabiliti dalla legge n.225/92, lo svolgimento delle attività di p.c.; provvede all’ordinamento degli uffici ed all’approntamento delle strutture e dei mezzi necessari per l’espletamento delle attività di p.c., avvalendosi di un apposito Comitato Regionale di p.c.. Favorisce nei modi e con le forme ritenuti opportuni, l’organizzazione di strutture comunali di p.c.. Sono attribuite alle regioni le funzioni relative: 1) alla predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, sulla base degli indirizzi nazionali; 2) all'attuazione di interventi urgenti in caso di crisi determinata dal verificarsi o dall'imminenza di eventi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, avvalendosi anche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; 3) agli indirizzi per la predisposizione dei piani provinciali di emergenza in caso di eventi calamitosi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge n. 225 del 1992; 4) all'attuazione degli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi; 5) allo spegnimento degli incendi boschivi, fatto salvo quanto stabilito al punto 3) della lettera f) del comma 1 dell'articolo 107; 6) alla dichiarazione dell'esistenza di eccezionale calamità o avversità atmosferica, ivi compresa l'individuazione dei territori danneggiati e delle provvidenze di cui alla legge 14 febbraio 1992, n. 185; 7) agli interventi per l'organizzazione e l'utilizzo del volontariato.

16 Regolamento delle ispezioni e delle verifiche

Disciplina il sistema di ispezioni sugli atti e di verifiche delle procedure poste in essere per l’attuazione delle attività

28 copia informatica per consultazione amministrative relative agli interventi di emergenza. E’ stato emanato con DPR 30 gennaio 1993, n. 51.

17 Relief plan

E’ un piano di emergenza redatto per soccorrere popolazioni e realtà esterne al territorio di competenza.

18 Remotizzazione eventi incidentali

Rappresenta uno degli obiettivi della pianificazione di emergenza nei luoghi di lavoro; consiste nel dilatare l’intervallo degli incidenti sul lavoro, attraverso la formazione e l’informazione del personale addetto al processo produttivo, la conoscenza delle procedure di funzionamento dell’impianto, delle procedure operative e dei rischi della lavorazione. Attiene alla sicurezza degli ambienti di lavoro.

19 Ricerca operativa

Disciplina che studia le conseguenze delle decisioni; ottimizza la “corsa contro il tempo” che caratterizza la gestione di ogni emergenza.

20 Rischio ( R )

Si intende in qualsiasi evento il rapporto fra pericolosità e salvaguardia; una maggiore salvaguardia fa diminuire il rischio in un determinato territorio. E’ il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alle proprietà e delle perturbazioni alle attività economiche dovuti al verificarsi di un particolare fenomeno di una data intensità. Il rischio totale è associato ad un particolare elemento a rischio E e ad una data intensità I è il prodotto: R (E;I) = H (I) V (I;E) W(E). Gli eventi che determinano i rischi si suddividono in prevedibili (idrogeologico, vulcanico) e non prevedibili (sismico, chimico-industriale, incendi boschivi).

21 Risposta operativa

E’ l’insieme delle attività di protezione civile in risposta a situazioni di emergenza determinate dall’avvicinarsi o dal verificarsi di un evento calamitoso.

22 Role playing

E’ un gioco in cui si simula uno scenario calamitoso ipotetico in un dato territorio; i partecipanti devono assumere un ruolo ed una nuova identità ed agire in modo conseguente, come meglio possono.

23 Rovina

Effetto dannoso che pregiudica parzialmente o totalmente una costruzione, senza incidere su persone, altrimenti sarebbe un “disastro”.

24 Ruolino dei volontari

E’ istituito su base provinciale presso ogni prefettura per iscrivervi nominativamente cittadini volontari che chiedano di essere inseriti in interventi di p.c..

1 Safety

Cercar scampo nella fuga. Sicurezza, salvezza. Dispositivo di sicurezza.

2 Safety engineer

Responsabile della sicurezza sul lavoro.

3 Sala operativa

E’ l’area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui partono tutte le operazioni di intervento, soccorso e assistenza nel territorio colpito dall’evento secondo quanto deciso nell’Area Strategia.

4 Salvaguardia

L’insieme delle misure volte a tutelare l’incolumità della popolazione, la continuità del sistema produttivo e la conservazione dei beni culturali.

5 Salvataggio

29 copia informatica per consultazione Operazione di soccorso a persone, animali o cose, in occasione di incidenti, naufragi o disastri naturali.

6 Salvavita

Che può salvare dalla morte. Cani sottoposti a uno speciale addestramento per la ricerca di persone ancora vive tra le macerie di edifici crollati. Denominazione commerciale, che costituisce marchio registrato, di un dispositivo automatico di sicurezza applicato agli impianti elettrici; è in grado di interrompere istantaneamente l’erogazione di energia in caso di pericolo.

7 Saturo

Che ha raggiunto il punto di saturazione; in particolare di soluzione che ha raggiunto il massimo grado di concentrazione; di composto organico in cui gli atomi di carbonio sono uniti agli atomi con un solo legame; di vapore quando è in equilibrio con la fase liquida. Che contenere altro; che è eccessivamente pieno di qualche cosa. Impregnato, pieno, carico: terreno saturo d’acqua; stanza satura di fumo; aria satura di umidità. Atmosfera , ambiente saturo di elettricità.

8 Scala Mercalli

E’ una scala di misurazione dei danni causati da un terremoto, legata all'intensità ovverosia alla misurazione degli effetti sull'area, sulle persone, alle strutture ed all’ambiente colpiti da un evento tellurico.

Scala Richter

E’ una delle scale di misurazione della magnitudo ovverosia dell'intensità della sorgente sismica indipendente dalla presenza o meno di persone e strutture.

Scenario dell’evento atteso

E’ la valutazione preventiva del danno a persone e cose che si avrebbe al verificarsi dell’evento atteso.

Scuola sicura

E’ il primo progetto educativo e culturale sulla sicurezza finalizzato a difendersi dai rischi nella scuola, a casa e sul territorio nel quale si vive; coinvolge Uffici territoriali del Governo, Provveditorati agli studi, Comandi Provinciali dei VV.F., CRI, amministrazioni locali, organizzazioni di volontariato di P.C., e tende alla diffusione della cultura di protezione civile e della sicurezza nell’ambito delle istituzioni scolastiche. Nasce a seguito del D.M. 26/08/1992 riguardante le "norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica" e del D.lgs. n. 626/94. Obiettivi del progetto sono: - Osservazione e conoscenza dell’ambiente scolastico; - Conoscenza e rispetto delle regole; - Acquisizione degli strumenti di prevenzione.

Self safety plan

E’ un piano di autoprotezione che tiene conto delle difficoltà di attivazione della macchina dei soccorsi coinvolgendo unità colpite dall’evento medesimo.

Servizio di Piena e Pronto Intervento Idraulico

Il servizio di piena consiste nell’attività di monitoraggio non strumentale in tempo reale dei corsi d’acqua, nonché nelle attività di contrasto della pericolosità e degli effetti conseguenti al manifestarsi di un evento di piena.

Le norme che regolano ancora oggi il servizio di piena sono contenute nel R.D. 6 Dicembre 1937, n. 2669 “Regolamento sulla tutela delle opere idrauliche di prima e seconda categoria e delle opere di bonifica”, ove l’ambito di applicazione di tale servizio è individuato nei tronchi di corsi d’acqua classificati di 2° categoria (vedi R.D. n. 523/1904) e la competenza spetta allo Stato, il quale la esercita tramite l’A.I.Po.

La Direttiva regionale approvata con deliberazione della Giunta n. 2096 del 18 Novembre 1997 ha esteso il servizio di piena anche ai tratti di corsi d’acqua non classificati ma di fatto soggetti a condizioni di rischio equivalenti.

Inoltre, ai sensi del D.Lgs. 112/98, la competenza sulle prime tre categorie di tronchi di corsi d’acqua è passata dallo Stato alle Regioni. Di conseguenza il servizio di piena, così come quello di pronto intervento, è trasferito alle Regioni. In Emilia Romagna la competenza è esercitata tramite A.I.Po e Servizi Tecnici di Bacino per quel che riguarda i tratti di III categoria (Determina del direttore generale Ambiente e Difesa del Suolo n.10211 del 26/07/2004).

In sede locale gli Uffici periferici di A.I.Po dispongono del collegamento alla rete centrale di monitoraggio in tempo

30 copia informatica per consultazione reale e in stretto contatto con l’Ufficio Coordinamento Servizio di Piena attivano all’occorrenza il servizio di reperibilità e, al raggiungimento di determinate soglie idrometriche, il Servizio di Piena. Tale servizio viene espletato direttamente sul territorio, utilizzando e coordinando per le attività d’ispezione e di realizzazione di opere provvisionali anche il personale fornito da altri enti e strutture operative. Nel corso degli eventi, in conseguenza dei possibili dissesti verificatisi sulle opere idrauliche, vengono disposte le necessarie attività di pronto intervento.

Servizi tecnici nazionali

Istituiti nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri in apposito dipartimento, i servizi tecnici nazionali sono quattro: sismico, idrografico e mareografico, geologico, dighe. Il servizio sismico nazionale opera nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre gli altri sono stati trasferiti all’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici.

Servizio nazionale della protezione civile

Già istituito al fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente da danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.

Sicurezza

Prevenzione, eliminazione parziale o totale dei danni, pericoli, rischi; condizione di essere al sicuro: osservare le norme di sicurezza stradale; dare garanzie di sicurezza. Sicurezza pubblica: tutela dell’ordine pubblico e dei diritti dei cittadini.

Sifonamento

Complesso delle opere idrauliche poste in atto per incanalare l’acqua nel sottosuolo di una città. Infiltrazione d’acqua alla base di una costruzione o di un terrapieno, che può causare frane o smottamenti.

Sindaco

E’ autorità comunale di p.c.; al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e provvede agli interventi necessari, dandone immediata comunicazione al prefetto ed al presidente della giunta regionale. Chiede l’intervento di altre forze e strutture quando la calamità o l’evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune. In caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, le ordinanze con tingibili ed urgenti sono adottate dal Sindaco quale rappresentante della comunità locale. In caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ogni Sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti.

Sinistro

Termine genericamente usato per indicare un grave incidente.

Sistema di comando e controllo

E’ il sistema per esercitare la direzione unitaria dei servizi di emergenza a livello nazionale, provinciale e comunale e si caratterizza con i seguenti centri operativi: DI.COMA.C., C.C.S., C.O.M. e C.O.C..

Smottamento

Scivolamento verso il basso di terreni imbevuti d’acqua. Smossa, cedimento, frana: zona soggetta a smottamenti.

Soccorso

Consiste nell’attuazione degli interventi diretti ad assicurare alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi ogni forma di prima assistenza. E’ la terza attività di p.c..

Software

Insieme dei programmi e delle procedure che fanno funzionare un computer. Software di base è dato dai programmi fondamentali (sistema operativo e programmi di utilità) che consentono all’utente di utilizzare l’hardware del sistema. Software applicativo è dato dai programmi per il computer che servono ad automatizzare la gestione di uno specifico problema o settore.

Soglia

E’ il valore del/i parametro/i monitorato/i al raggiungimento del quale scatta un livello di allerta.

31 copia informatica per consultazione

Sostanze pericolose

Sono le sostanze, le miscele ed i preparati pericolosi, che sono presenti sul territorio come materie prime, prodotti, sottoprodotti, residui o prodotti intermedi, ivi compresi quelli che possono ragionevolmente ritenersi generati in caso di incidente.

Squadre di soccorso

Unità comprendenti operatori sanitari che provvedono alla gestione delle vittime sul luogo dell’evento ed al loro trasporto fino al posto medico avanzato (P.M.A.).

Squadre sanitarie

Unità comprendenti personale sanitario e mezzi che operano all’interno del posto medico avanzato (P.M.A.) e seguono il paziente sino al suo ricovero in ospedale.

Stabilimento

Tutta l'area sottoposta al controllo di un gestore di impianto, nella quale sono presenti sostanze pericolose all'interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture o le attività comuni o connesse.

Stato di calamità

Prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento, alle attività produttive e commerciali.

Stato di emergenza

E’ deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del suo Presidente o del Ministro per il coordinamento della p.c. al verificarsi di calamità naturali, catastrofi od altri eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. Allo stesso organo compete la revoca al venire meno dei presupposti citati. Tale stato prevede la nomina di un Commissario delegato con potere di ordinanza.

Straripamento

Riferito a fiumi, atto di traboccare oltre le rive o gli argini. Tracimazione, alluvione, inondazione.

Struttura comunale di protezione civile

E’ data da un ufficio di coordinamento capace di coinvolgere l’intero organico comunale o parte di esso, sia in attività poste in essere a scopo preventivo, sia in attività di soccorso; rientra nel potere di autorganizzazione dell’ente locale cui è riconosciuta una potestà statutaria ed una regolamentare verso i propri uffici in modo da rispondere alle esigenze della comunità, ivi comprese quelle di tutela da eventi calamitosi.

Strutture effimere

Edifici presso i quali di regola si svolgono attività ordinarie (scuole, palestre ecc.), mentre in emergenza diventano sede di centri operativi.

Strutture Operative del servizio nazionale della protezione civile

Svolgono, a richiesta del Dipartimento omologo, le attività previste dalla legge n. 225/92 nonché compiti di supporto e consulenza per tutte le amministrazioni componenti il S.N.P.C.. Costituiscono strutture operative: a) il Corpo nazionale dei vigili del fuoco (componente fondamentale); b) le Forze armate; c) le Forze di polizia; d) il Corpo forestale dello Stato; e) i Servizi tecnici nazionali; f) i gruppi nazionali di ricerca scientifica di cui all’art. 17 della legge n.225/92 l’istituto nazionale di geofisica ed altre istituzioni di ricerca; g) la Croce Rossa Italiana; h) le strutture del Servizio sanitario nazionale; i) le organizzazioni di volontariato; j) il Corpo nazionale soccorso alpino – C.N.S.A. (C.A.I.).

Superamento dell’emergenza

Consiste nell’attuazione, coordinata con gli organi istituzionali competenti, delle iniziative necessarie ed

32 copia informatica per consultazione indilazionabili volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. E’ la quarta attività di p.c..

Sussidiarietà

Il principio è stato introdotto dall’Atto unico europeo nell’ordinamento comunitario in riferimento all’ambiente, in seguito è divenuto principio generale con l’art. 3B del trattato di Maastricht. L’azione comunitaria viene dunque configurata come l’eccezione rispetto alla regola costituita dall’azione dei singoli Stati: l’azione comunitaria interviene però quando la singola azione non sia adeguatamente realizzabile a livello nazionale e sia effettivamente realizzabile in modo adeguato a livello comunitario. 1 Task force

Formazione navale in grado di compiere azioni belliche in piena autonomia operativa; unità militare o di polizia preparata a intervenire in situazioni d'emergenza. Gruppo di esperti e tecnici costituito per prendere decisioni di tipo operativo in campo economico, industriale e politico.

2 Tecnica del Delfi

Consiste nel selezionare un gruppo di esperti in varie discipline che sono di volta in volta consultati separatamente sulla credibilità di scenari ad essi prospettati e sulle eventuali modifiche da apportare al piano sottoposto al loro vaglio.

3 Telerilevamento

Misurazione a distanza dell’energia elettromagnetica emessa dagli oggetti. Analisi della configurazione della superficie terrestre o della situazione meteorologica, compiuta per mezzo di particolari satelliti.

4 Tettonica

Trattasi di un’ipotesi scientifica che spiega il movimento tra i grandi blocchi continentali (detti “zolle”), causa di terremoti.

5 Tracimazione

Straripamento di corsi e masse d’acqua: tracimazione del fiume in piena.

6 Triage

E’ una tecnica organizzativa utilizzata in medicina dei disastri, nata per ottimizzare le operazioni di carattere sanitario. Il termine e di derivazione francese e si traduce “scelta”.

7 Tsunami

Onda anomala di maremoto (nami = onda / tsu = sul porto); termine di origine giapponese mutuato nel linguaggio tecnico dell’emergenza.

1 Uffici e servizi del Dipartimento di p.c.

Il Dipartimento della protezione civile si articola in non più di otto uffici, di livello dirigenziale generale, e non più di quarantatre servizi, di livello dirigenziale. Il Dipartimento comprende i seguenti uffici, di livello dirigenziale generale: Ufficio pianificazione, valutazione e prevenzione dei rischi; Ufficio gestione delle emergenze; Ufficio grandi eventi, infrastrutture e logistica; Ufficio interventi strutturali ed opere di emergenza; Ufficio servizio sismico nazionale; Ufficio volontariato e relazioni istituzionali; Ufficio amministrazione e finanza; Ufficio organizzazione ed attuazione. A) L'Ufficio pianificazione, valutazione e prevenzione dei rischi si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: a1) Servizio metodologie di pianificazione e previsione; a2) Servizio rischio vulcanico; a3) Servizio rischio idrogeologico e idrico; a4) Servizio rischio incendi boschivi; a5) Servizio rischio industriale e nucleare; a6) Servizio rischio ambientale e sanitario; a7) Servizio rischio trasporti e attività civili. B) L'Ufficio gestione delle emergenze si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: b1) Servizio unità di crisi; b2) Servizio organizzazione nuclei operativi emergenza; b3) Servizio coordinamento impiego mezzi e materiali;

33 copia informatica per consultazione b4) Servizio centro situazioni unificato; nell'ambito di tale servizio operano il servizio COAU ed il servizio COEM. C) L'Ufficio grandi eventi, infrastrutture e logistica si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: c1) Servizio linee guida e progettazione grandi eventi; c2) Servizio pianificazione e gestione grandi eventi; c3) Servizio telecomunicazioni; c4) Servizio sistema informatico centrale; c5) Servizio centro polifunzionale. D) L'Ufficio interventi strutturali ed opere di emergenza si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: d1) Servizio eventi sismici e vulcanici; d2) Servizio dissesti idrogeologici; d3) Servizio gestione crisi idriche; d4) Servizio calamità meteorologiche. E) L'Ufficio servizio sismico nazionale si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: e1) Servizio sismogenesi e vulnerabilità ambiente fisico; e2) Servizio di vulnerabilità delle costruzioni e delle infrastrutture; e3) Servizio vulnerabilità dei sistemi antropizzati; e4) Servizio dinamica delle costruzioni; e5) Servizio sistemi di monitoraggio; e6) Servizio indirizzi classificazione sismica e normativa. F) L'Ufficio volontariato e relazioni istituzionali si articola nei seguenti servizi di livello dirigenziale: f1) Servizio volontariato; f2) Servizio formazione; f3) Servizio rapporti con le autonomie; f4) Servizio relazioni internazionali; f5) Servizio informazione e diffusione dati; f6) Servizio studi, ricerche e statistiche. G) L'Ufficio amministrazione e finanza si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: g1) Servizio politiche contrattuali; g2) Servizio affari amministrativi; g3) Servizio affari finanziari; g4) Servizio contenzioso. H) L'Ufficio organizzazione ed attuazione si articola nei seguenti servizi, di livello dirigenziale: h1) Servizio gestione del personale e organizzazione; h2) Servizio coordinamento monitoraggio e attuazione; h3) Servizio ispettivo; h4) Servizio controllo interno.

2 Ufficio Territoriale del Governo

Denominazione che sta ad indicare gli uffici che a livello provinciale supportano i prefetti.

3 Unità di crisi

Ove introdotta od istituzionalizzata, consiste in uno staff di consulenti che nell’emergenza supporta il decision maker (Presidente del Consiglio, Commissario delegato, Sindaco, ecc.) nelle scelte più rischiose.

4 Unità mobili di soccorso

Struttura mobile con caratteristiche di mobilitazione immediata, attrezzata per funzionare come posto medico avanzato (PMA), comprendente 2 (massimo 3) tende pneumatiche; barelle leggere per 50 feriti; generatori di energia (elettricità e gas compresso); materiale sanitario suddiviso in casse di colore corrispondente alla destinazione d’uso: - rosso infusioni - giallo materiale non sanitario - verde medicazione/immobilizzazione - blu ventilazione.

5 Unità mobili medico-chirurgiche

Dispositivi di intervento composti da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime della catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso ed il trattamento definitivo. Offrono la possibilità di effettuare interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensivistica protratta per più ore e degenza di osservazione clinica.

6 Uragano

Ciclone tipico del Mar delle Antille, delle zone costiere degli Stati Uniti Meridionale e dell'Australia, detto anche ciclone tropicale. Vento di fortissima intensità, corrispondente al massimo grado della scala Beaufort; anche, nel linguaggio corrente, tempesta molto violenta con vento e pioggia.

34 copia informatica per consultazione 7 Uranio

Elemento chimico dal simbolo U, appartenente alla famiglia degli attinidi; è radioattivo e ha proprietà metalliche ed elevata densità; gli isotopi a peso atomico 235 e 233 sono fissili e possono essere impiegati direttamente come combustibili nucleari, mentre l’isotopo più abbondante, a peso atomico 238, deve essere trasformato preventivamente in plutonio 239.

1 Valanga

Massa di neve che scende precipitosamente per un pendio, aumentando progressivamente di dimensioni e trascinando con se quanto incontra sul cammino; cane da valanga: addestrato per la ricerca delle persone travolte da valanghe. Con specificazione di ciò che cade, massa imponente, straripante che, precipitando, fa danni; valanga d’acqua, di pietre, di terra; una valanga di fango.

2 Valore esposto (W)

Rappresenta il valore economico o il numero di unità relative ad ognuno degli elementi a rischio in una data area. Il valore è in funzione del tipo di elemento a rischio: W = W (E).

3 Verricello

Macchina per sollevare pesanti carichi, simile ad un piccolo argano, costituita da un cilindro orizzontale rotante, attorno a cui si avvolge, mediante una manovella, la fune legata al peso.

4 Vice Capo Dipartimento

Il vice capo Dipartimento coadiuva il capo Dipartimento nello svolgimento delle sue funzioni e lo sostituisce in tutti i suoi compiti e responsabilità in caso di vacanza, assenza od impedimento di qualsiasi natura e durata. Con apposito decreto ministeriale ne verrà istituito il relativo ufficio.

5 Vigilpro

E’ un metodo di elaborazione e di costruzione di ipotesi e sinergie operative, che si propone come obiettivo principale quello di dare impulso all’integrazione del sistema di protezione civile, attraverso anche il necessario coinvolgimento del Corpo Nazionale dei VV.F. nella programmazione e pianificazione.

6 Viscosa

Soluzione fluida di cellulosa in soda caustica, dall’aspetto simile alla seta, utilizzata per la preparazione di tessuti artificiali come il rayon, anche, tessuto ottenuto sottoponendo tale soluzione a vari procedimenti chimici.

7 Vittima

Persona coinvolta nell’evento. Comprende: feriti, illesi e deceduti.

8 Volontariato

E’ costituito da cittadini che sono dediti a prestazioni aliene e gratuite e che in genere si organizzano in associazioni.

9 Vulcano

Fenditura profonda della crosta terrestre, in comunicazione con depositi di magma situati nella litosfera, dalla quale fuoriescono lava, lapilli, ceneri, acque, vapori e gas ad alta temperatura: vulcano attivo, in eruzione, quiescente, spento. Nel linguaggio comune il cono vulcanico, la montagna costituita dai detriti vulcanici solidificati.

10 Vulnerabilità (V)

E’ il grado di perdita prodotto su un certo elemento o gruppo di elementi esposti a rischio risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data intensità. È espressa in scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale) ed è in funzione dell'intensità del fenomeno e della tipologia di elemento a rischio: V = V (I; E).

11 Vulnerabilità socio-sistemica

E’ data dal carente dominio degli eventi che alterano il raggiunto equilibrio del sistema socio-ambientale-territoriale. 1 Walkie - talkie

Apparecchio di comunicazione radio a due vie utilizzato frequentemente in emergenze di p.c..

35 copia informatica per consultazione

1 Xenobio

Elemento estraneo ad un determinato ambiente nel quale si è insediato, trasportato da altro luogo.

2 Xerografia

Procedimento di stampa a secco, con speciali macchine fotoelettriche, per riprodurre documenti, disegni e simili su carta speciale.

3 Xilene

Idrocarburo aromatico ottenuto dal benzene per sostituzione di due atomi di idrogeno con due gruppi metilici, usato come solvente o nella sintesi di varie resine e materie plastiche.

1 Yard

Unità di misura lineare inglese, suddivisa in 3 Feet e 36 inches ed equivalente a mt. 0,914.

1 Zenit

Punto di intersezione con la sfera terrestre con la perpendicolare passante per il luogo di osservazione posto sulla superficie terrestre (si contrappone al nadir): sole sullo zenit, direttamente sopra la testa dell’osservatore.

2 Zinco

Elemento chimico dal simbolo Zn; è un metallo presente in natura nei suoi minerali (silicati, blenda, calamine), duttile e malleabile, trova largo impiego industriale per rivestire superfici e oggetti metallici contro la corrosione, per la tecnica della zincografia e per la preparazione di molte leghe, tra cui l’ottone.

3 Zolfo

Elemento chimico, dal simbolo S; è un metalloide solido presente in natura allo stato puro, dal colore giallo intenso, o combinato in minerali quali i solfati e i solfuri, o nelle acque sulfuree e in alcune sostanze organiche; bruciando all’aria emana un caratteristico odore molto acre, dovuto alla formazione del biossido di zolfo; viene largamente utilizzato nell’industria chimica per la produzione di acido solforico, nell'industria di coloranti e dei fiammiferi, in agricoltura per ricavarne antiparassitari e fertilizzanti, nella vulcanizzazione della gomma e in medicina per la cura della pelle.

4 Zonizzazione

In pianificazione per l’emergenza è la suddivisione in zone del territorio osservato, soggetto ad eventi calamitosi, tenendo conto dei rischi e della loro maggiore o minore incidenza. In attività di soccorso la zonizzazione del territorio cittadino può costituire variante urbanistica.

36 copia informatica per consultazione

COMUNE DI MARANO SUL PANARO PROVINCIA DI MODENA

UFFICIO TECNICO PROTEZIONE CIVILE – CENTRO OPERATIVO COMUNALE

Marano s.P. 31/08/16

Alla Provincia di Modena U.O. Protezione Civile Fax 059/209464

Alla Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile Fax 059/209436

Oggetto: Richiesta di supporto al volontariato locale di protezione civile.

Visto (specificare il tipo di emergenza / evento o attività per cui si richiede un supporto)

Si comunica che si è provveduto ad attivare (il gruppo comunale di volontariato o l’associazione di protezione civile convenzionata con il comune…)

Si richiede tuttavia un supporto per (esplicitare la richiesta: attivazione colonna mobile provinciale, volontari per monitoraggio o interventi urgenti, materiali o mezzi, ecc…)

Cordiali saluti.

Il responsabile del Settore Ing. Campioni Enrico

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione

COMUNE DI MARANO SUL PANARO PROVINCIA DI MODENA

UFFICIO TECNICO PROTEZIONE CIVILE – CENTRO OPERATIVO COMUNALE

Marano s.P. 31/08/16

Alla Provincia di Modena U.O. Protezione Civile Fax 059/209464

Alla Consulta provinciale del volontariato per la protezione civile Fax 059/209436

Oggetto: Comunicazione dell’attivazione del volontariato locale di protezione civile.

Visto (specificare il tipo di emergenza / evento o attività per cui si deve attivare il volontariato locale di protezione civile)

Si comunica che si è provveduto / si provvederà ad attivare ( indicare se si è attivato il gruppo comunale di volontariato o l’associazione di protezione civile convenzionata con il comune…)

Si stima che saranno necessari (indicare il numero di volontari che si stima saranno impiegati)

Si richiede l’attivazione dei benefici derivanti dagli artt. 9 - 10 DPR 194/2001 solo per gli eventuali volontari che ne dovessero avere la necessità.

Sarà nostra cura, ad avvenuta cessazione dell’emergenza, elaborare e fornirvi il quadro riepilogativo contenente i nominativi dei volontari attivati ed il numero di coloro per i quali si rendono necessari i benefici di cui all’artt. 9 – 10 del DPR 194/2001.

Cordiali saluti.

Il responsabile del Settore Ing. Campioni Enrico

Piazza Matteotti, n.17 C.A.P. 41054 – Tel. 059-705.711 – Fax 059-705.158 – Cod. Fisc. / P. IVA 00675950364 e.mail: [email protected] copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena ******

Proposta N. 2018 / 87 UNITA' PROPONENTE Urbanistica - Edilizia Privata - Ambiente - SUAP

OGGETTO: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE

PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA’ TECNICA

Per i fini previsti dall'art. 49 del D. Lgs 18.08.2000 n° 267, si esprime sulla proposta di deliberazione in oggetto parere FAVOREVOLE in merito alla regolarità tecnica.

Marano sul Panaro, 19/02/2018 IL RESPONSABILE DI SETTORE CAMPIONI ENRICO (Sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs n 82/2005 e s.m.i.)

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Proposta N. 2018 / 87 UNITA' PROPONENTE Urbanistica - Edilizia Privata - Ambiente - SUAP

OGGETTO: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE

PARERE IN ORDINE ALLA REGOLARITA’ CONTABILE

Il sottoscritto, in qualità di Responsabile del Settore Economico Finanziario, ai sensi dell’art. 49, comma 1 e dell’art. 147-bis, comma 1, D.Lgs 267/2000, esprime sulla proposta di deliberazione in oggetto parere NON APPOSTO in merito alla regolarità contabile.

Marano sul Panaro, 21/02/2018 IL RESPONSABILE DI SETTORE ZANNI PATRIZIA (Sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs n 82/2005 e s.m.i.)

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena ******

Certificato di Pubblicazione

Deliberazione di Giunta Comunale N. 18 del 21/02/2018

Urbanistica - Edilizia Privata - Ambiente - SUAP

Oggetto: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE.

Ai sensi per gli effetti di cui all'art. 124 del D.Lgs 18.8.2000, n. 267 copia della presente deliberazione viene pubblicata, mediante affissione all'Albo Pretorio, per 15 giorni consecutivi dal 28/02/2018.

Marano sul Panaro, 28/02/2018 L’INCARICATO DELLA PUBBLICAZIONE MARTINI MARGHERITA (Sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs. n. 82/2005 e s.m.i.)

copia informatica per consultazione COMUNE DI MARANO SUL PANARO Provincia di Modena ******

Certificato di Esecutività

Deliberazione di Giunta Comunale N. 18 del 21/02/2018

Urbanistica - Edilizia Privata - Ambiente - SUAP

Oggetto: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE.

Si dichiara che la presente deliberazione è divenuta esecutiva decorsi 10 giorni dall'inizio della pubblicazione all’Albo Pretorio on-line di questo Comune.

Marano sul Panaro, 12/03/2018 L’INCARICATO DELLA PUBBLICAZIONE MARTINI MARGHERITA (Sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs. n. 82/2005 e s.m.i.)

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Certificato di Avvenuta Pubblicazione

Deliberazione di Giunta Comunale N. 18 del 21/02/2018

Oggetto: AGGIORNAMENTO DEL PIANO COMUNALE DI EMERGENZA DI PROTEZIONE CIVILE - APPROVAZIONE.

Si dichiara l’avvenuta regolare pubblicazione della presente deliberazione all’Albo Pretorio on-line di questo Comune a partire dal 28/02/2018 per 15 giorni consecutivi, ai sensi dell’art 124 del D.lgs 18.08.2000, n. 267 e la contestuale comunicazione ai capigruppo consiliari ai sensi dell’art. 125 del D.lgs 18.08.2000, n. 267.

Marano sul Panaro, 19/03/2018 L’INCARICATO DELLA PUBBLICAZIONE MARTINI MARGHERITA (Sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs. n. 82/2005 e s.m.i.)

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