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lunedì 27 ottobre 2003 in scena 19 LA VITA DI RINO GAETANO DIVENTERÀ UNA FICTION CHE MAGNIFICO MUSORGSKIJ QUANDO, A UDINE, HA I COLORI DI KANDINSKIJ La vita di Rino Gaetano diventerà Paolo Petazzi una fiction. A produrla sarà la «Ciao Ragazzi», la società presieduta da La musica dei Quadri di una esposizione di Musor- Quadri di una esposizione di Musorgskij. La prima ro pianistico, Quadri di una esposizione, ispirando- due figure femminili (affini a quelle del Balletto Claudia Mori, che renderà omaggio gskij e le forme geometriche astratte, i colori, le luci ebbe luogo il 4 aprile 1928; assistente alla regia fu il si, come il titolo sottolinea esplicitamente, ad una triadico di Oskar Schlemmer) compiono una azione ad uno dei cantautori italiani più della geniale messa in scena di Kandinskij offrono figlio di Paul Klee, Felix, i cui minuziosi appunti mostra dedicata all'amico prematuramente scompar- stilizzata. Le altre azioni sono quelle delle forme geo- amati degli ultimi anni, ancora al uno spettacolo di straordinario fascino, di freschezza consentono di ricostruire lo spettacolo, insieme con i so Viktor Gartmann. I titoli dei pezzi rimandano a metriche che uscendo dal buio si mostrano con luci centro di rivisitazioni e tributi. Con e attualità sorprendenti, che ha aperto con grande bellissimi bozzetti e i dettagliati testi di Kandinskij. immagini di Gartmann (che conosciamo solo in par- diverse e spesso compongono a poco a poco immagini la consulenza di Anna Gaetano, la successo la stagione del Teatro Nuovo Giovanni da Nel 1984 si vide anche in Italia (a Monfalcone, Ferra- te); ma l'originalità e verità espressiva della musica più complesse, talvolta evocando figure, come nella sorella del cantautore calabrese, la Udine. Indiscutibile il rilievo storico-culturale della ra e Roma) una bella ricostruzione realizzata da trascendono ogni pretesto figurativo. Non è quindi conclusiva Grande porta di Kiev, dal carattere davve- fiction è in cantiere da un anno. proposta: si tratta dell'unico spettacolo di teatro musi- studenti e insegnanti dell'Università delle Arti di paradossale che Kandinskij sulle note di Musorgskij ro «russo». Con mezzi tecnologicamente elementari «Poi - spiega la Mori - c'è stata una cale che Kandinskij potè realizzare, di un momento Berlino sotto la guida di Horst Birr: agli stessi artefici abbia creato uno spettacolo quasi completamente si crea uno spettacolo di straordinaria bellezza. grande riscoperta della sua musica memorabile nella storia dell'artista russo e delle espe- si è rivolto Carlo De Incontrera (che li aveva ospitati astratto, lavorando sulla «forma puramente musica- Da citare il bravo Davide Franceschetti, interprete e abbiamo deciso di accelerare i rienze teatrali del Bauhaus. Kandinskij non riuscì a a Monfalcone) per riproporne ora a Udine un allesti- le» senza concessioni illustrative, per raggiungere una dei Quadri al pianoforte; in precedenza si era molto tempi. È una storia ancora attuale, e vedere rappresentato nessuno dei suoi progetti teatra- mento italiano (coinvolgendo in un laboratorio stu- nuova sintesi tra musica, forme geometriche, luci e ammirato il dotatissimo direttore olandese Micha rappresenta uno spaccato musicale li; ma nel 1928 a Dessau, dove lavorava al Bauhaus, denti friulani), uno spettacolo che sarebbe doveroso colori. Solo in Samuel Goldenberg e Schmuyle appa- Hamel che ha guidato la giovane Orchestra del Friuli moderno». Il progetto userà anche accettò la proposta del sovrintendente del Friedri- far girare anche in altre città. iono entro rettangoli le silhouettes riconoscibili del Venezia Giulia nella famosa trascrizione di Ravel dei cantautori alcuni brani inediti di Gaetano. classica ch-Theater, che lo invitò a creare uno spettacolo sui Musorgskij compose nel 1874 il suo isolato capolavo- ricco e del povero ebreo, e nel Mercato di Limoges Quadri. Ben Harper, il santone rock ci dà i brividi Nei progetti vuole strafare, la fama lo condiziona, ma dal vivo, a Roma, toglie sempre il respiro Silvia Boschero rock ROMA Sei anni fa Ben Harper calava sul palco come impossessato dallo spirito ini- ziatore di Jimi Hendrix: i suoi live erano pura distorsione divina mescolata a mo- Gabriel, grandi messaggi e cd: menti di calma celestiale, acustica. Erano tempi in cui girava come spalla di una Pj Harvey più famosa di lui e chi ancora non anche le star si contraddicono lo conosceva raccontava il giorno dopo di aver visto un nuovo messia della slide gui- tar. Oggi un palazzetto dello sport ha rim- Personaggio simpatico Peter Gabriel: fa car- «Up», «Long walk home», «Passion», bombato per oltre due ore solo per lui (a te false per realizzare i suoi costosissimi spet- «Ovo», e dai primi tre album omonimi. Roma), gridando, sudando e cantando a tacoli avveniristici in giro per il mondo e poi Parla di Internet come unica piattaforma memoria tutte le sue canzoni, vecchie (po- passa mesi e mesi a cercare di trovare i soldi per lo sviluppo della musica e di tecnologia, che, purtroppo) e nuove. per risanare le sue casse. Una volta furono i della necessità di abbandonare la dimensio- Ci siamo voltati un momento e Ben, vecchi amici Genesis a finanziarlo per l’ini- ne fisica della musica per pensarla in manie- l’afroamericano nipote di un chitarrista zio dell’avventura del festival Womad, sta- ra digitale e poi butta sul mercato oltre al lituano, è diventato una star di enorme volta è lui a darsi una mano per ripartire best, anche un dvd («Growing up live»), successo, sia per il riscontro di pubblico nelle sue avventure digitali. «Voglio conti- con i due concerti di quest’estate a Milano. (sold out in quasi tutta Europa, duecento- nuare ad andare avanti, a sperimentare Comportamento decisamente contradditto- mila dischi venduti in Italia e il primo nuove cose, fare canzoni di altri autori, pro- rio, ma anche questo è concesso al padre posto in classifica), sia per la qualità della vare con nuove lingue», ha ribadito ieri ai della Real World che, tra l’altro, non manca sua musica. C’è chi lo rimpiange ai vecchi giornalisti romani accorsi alla presentazio- di commentare: «Sono scioccato da quello tempi, quelli di Welcome to the cruel world ne dell’ultimo cd. Già, ma queste nuove che è successo l'11 settembre, ma mi sono e del seguente Fight for your mind, quan- cose sono possibili solo grazie al fatto che il vergognato per la decisione del mio Paese, la do cantava: «Credo in poche cose: Dio, il nuovo cd altro non è che una raccolta dop- Gran Bretagna, di andare in guerra contro Diavolo e l’Amore / Perché ho guardato pia, un meglio del suo passato con trenta l'Iraq». Il rocker Ben Harper dal fondo e ho cominciato a risalire verso brani tratti da «Shaking the tree», «Us», si.bo. l’alto». Quando era politicamente più di- retto e musicalmente aveva uno stile ben definito, un carattere limpido assoluta- è ritagliato un profilo da rockstar senza di Gaye, eppure Ben ci improvvisa sopra enorme e bradipesco, passa con disinvol- cio come aveva fatto durante Diamonds ora il suo successo reggae With my own mente riconoscibile. Oggi vuole strafare; doversi minimamente vergognare di co- una preghiera, un lamento, un’invocazio- tura dalla voce bianca a quella baritonale on the inside, la canzone che da il titolo al two hands Ben torna al suo originario mi- prima del concerto romano ha dichiarato me è arrivato nell’empireo dei famosi. E ne che lascia i brividi sulla pelle, con la e la canzone quasi diventa un gospel, su disco nuovo e anche una delle meglio riu- sticismo. In un attimo è Bob Marley, il che di dischi in ponte ne ha ben sei: uno se è vero che le ultime canzoni del suo band che potrebbe chiamarsi Tempta- Burn one down (da Fight for your mind)il scite. È strano, ma interessante, anche suo inglese si storpia in patois dall’accen- funk, uno acustico, uno solo con la slide album Diamonds on the inside rappresen- tions e la musica che potrebbe dilatarsi percussionista Leon Lewis Mobley, minu- quando Ben (l’uomo che possiede tremila to giamaicano e la canzone, già di per se guitar, uno con la band della Motown, tano una sorta di raccolta di cover (c’è per quindici minuti. to e incendiario, si scatena e scatena il chitarre, non sappiamo sinceramente do- splendida dichiarazione d’intenti per la uno rock e uno alla Marvin Gaye. Ha Marley, c’è Marvin Gaye, ci sono i Led Nelle quasi due ore e mezza di concer- pubblico in un’ovazione e Harper ci gioca ve trovi il posto per stiparle), si mette a costruzione di un mondo migliore, diven- detto che da tutti questi macrogeneri vuo- Zeppelin e Prince), è altrettanto vero che to romano c’è stato spazio per il funk, il in un «call and responce» da far invidia al fare l’accompagnamento e lascia gli assoli ta invocazione di pace e abbraccio di giu- le estrarre un suono nuovo, definitivo, e quelle canzoni dal vivo lui le stravolge, le rock duro, il raggae, la ballata romantica maestro James Brown. Tutto il palazzetto al suo chitarrista dal suono pulito e dal bilo. che solo lui è capace di farlo. dilata, le impreziosisce, le prende in giro, anni Cinquanta (qui sembra Prince che risponde in un grido impressionante. sapore del blues bianco, anche se lui su È il Ben Harper che abbiamo sempre Esagerato? Forse. Cambiato? Sicura- le rende grandiose. Chi se non lui potreb- incontra Elvis Presley), e per una band Spazio anche per allentare la tensione, quella sei corde che cambia di continuo, conosciuto, un po’ più ambizioso di un mente. Ma quanto sarebbe stato credibile be glorificare un pezzo della storia del straordinaria, quella dei fidi Innocent rilasciare gli animi sulle note del brano rimane tutta un’altra storia.