Giotto Il Contadino Che Ha Colorato San Francesco
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DOMENICA AGORÀDOMENICA 7 MARZO 2010 3 ARTE «Volse la pittura di greco che in pochissimi anni seppe Cimabue, a un realismo in latino»: così si diceva passare dalla scuola ancora tridimensionale e drammatico del sommo pittore toscano, «bizantina» del suo maestro Due grandi mostre ad Assisi Il contadino che ha colorato Giotto san Francesco di Marco Bussagli sorprendente come, talvolta, come sta scritto nel celebre Cantico. La piccoli dettagli, a prima vista scena riprende quasi alla lettera il testo insignificanti, possano celare della Legenda major scritta da san Èdietro di loro interi universi Bonaventura da Bagnoregio, ma culturali e addirittura cambiamenti omettendo il riferimento geografico al epocali. Ce ne renderemo conto viaggio verso Bevagna, ne fa paragonando la mano del Crocifisso di un’immagine universale dell’amore verso Cimabue di San Domenico ad Arezzo o il mondo che, per potenza e intensità, ha quello di Santa Croce a Firenze, con lo corrispettivo solo nei versi dello stesso stesso particolare della Croce dipinta da Francesco che recita: «Laudato si’, mi’ Giotto per Santa Maria Novella. Il lasso Signore, per sora nostra matre Terra, / la di tempo che separa le tre opere è di quale ne sustenta et governa, / et pochi anni: quelle di Cimabue sono produce diversi fructi con coloriti fiori et databili rispettivamente al 1268-1271 e herba». Si pone allora qui un’altra fra il 1287 e il 1288, mentre il dipinto di questione, ovvero quella del rispetto Giotto fu realizzato nel decennio che va del pensiero religioso originario di dal 1290 al 1300; dunque una Francesco. Dopo la morte del differenza che oscilla da un minimo santo, infatti, l’ordine di due ad un massimo di 32 anni, monastico da lui fondato fu secondo le datazioni e i sottoposto a un processo di capolavori che prendiamo in revisione. Chiara Frugoni considerazione. Un periodo ha ben spiegato questo piuttosto breve, rispetto percorso dettato alle grandi differenze di dall’impossibilità di mentalità e di Nell’affresco della «Predica agli Biagiotto), imitare alla sensibilità che si figlio di Bondone lettera il Santo. celano dietro le uccelli» il santo non sta al centro della scena «lavoratore di terra e I motivi erano, scelte stilistiche I protagonisti sono i volatili che saltellano verso naturale persona», come da una parte, riflesse nelle mani scriveva Vasari, contribuirono a nel bisogno di del Cristo dipinte il Poverello, il cielo sullo sfondo e l’albero sulla destra: questa consonanza. Certo è che il pittore addolcire dai due artisti. è come un’illustrazione del «Cantico delle Creature» del Mugello finì per divenire l’araldo del aspetti che Quella di Cimabue cristianesimo illuminato dal sole di avrebbero (qualunque se ne Francesco. Ad Assisi, racconta sempre impedito la scelga) è quasi un Vasari, nella seconda edizione delle sue sua stessa fiore aperto sul Vite, l’artista giunse «…essendovi sopravvivenza fondo scuro della chiamato da fra’ Gioanni di Muro della dell’Ordine, croce. Il maestro si preoccupa di Marca allora Generale de’ Frati di San come la condizione di povertà assoluta; dipingerla distesa, come se si dovesse far Francesco, dove nella chiesa di sopra dall’altra nell’episodio delle stimmate, vedere per forza il chiodo che la sta dipinse a fresco, sotto il corridore che rivisto da san Bonaventura rispetto al martoriando. Anche il sangue scende attraversa le finestre, dai due lati della resoconto di Tommaso da Celano e verso il basso con un rivolo «educato», chiesa, trentadue storie della vita e fatti tradotto in figura proprio da Giotto. San senza sbavature. La mano del Crocifisso di di San Francesco, cioè sedici per facciata, Francesco diveniva un modello Giotto, invece, è collocata nello spazio, tanto perfettamente che ne acquistò irraggiungibile e l’azione dei suoi in prospettiva. Le dita flesse verso il grandissima fama». Gli storici dell’arte seguaci servì ad evitare sterili palmo e il pollice che vi si oppone, ancora si dibattono sulla correttezza emulazioni. Scrive la Frugoni: «…frati e creano un volume sconosciuto dell’attribuzione del Vasari, che non trova devoti poterono continuare a venerarlo all’immagine piatta di Cimabue. Anche il altri riscontri documentali. Il fatto è che ma non dovettero più prenderlo a rigagnolo di sangue non è più così la chiesa superiore di Assisi, ultimata nel inquietante modello di vita esemplare, convenzionale: scorre ancora e imbratta 1252 da frate Elia, era divenuta il volgendosi piuttosto ad altri santi tutto. Le sue diverse scolature danno cantiere più importante d’Italia, dove era innovatori che intanto l’Ordine aveva conto dei movimenti del Cristo nella sua giunto Cimabue fra il 1280 e il ’90 e poi acquisito fra le sue file». Questo, però, agonia. Il primo dipinto è figlio della altri pittori di cui come Torriti, Rusuti e non vuol dire che Giotto non avesse tradizione di Bisanzio, ancora legato a Cavallini. Giotto fu una delle voci del compreso il significato profondo del soluzioni stereotipate come quelle di coro, ma poi divenne l’albero che copre pensiero di Francesco, ma neppure che Coppo di Marcovaldo, Giunta Pisano, la foresta anche perché, probabilmente, Giotto fosse un asceta di Cristo. Delle Margaritone d’Arezzo; il secondo, invece, più degli altri, aveva compreso il sue origini contadine, infatti, l’artista è preso dalla realtà, forse basato sullo messaggio di Francesco. Si guardi, per non mantenne solo la capacità di studio dei cadaveri, certo su quello della esempio, alla Predica agli uccelli, un apprezzare le cose semplici, ma pure figura vera, di carne e di sangue. Questo affresco concordemente attribuito. Il «l’occhio aguzzo» per il commercio, è il significato della frase che Cennino santo non sta al centro della scena, come come dice Dante dei contadini. Giotto Cennini scrisse nel suo Libro dell’arte o ci si sarebbe potuti aspettare, ma a era un ottimo imprenditore di se stesso, Trattato della pittura: «Volse la pittura di sinistra. I protagonisti sono gli uccelli ma «scarpe grosse e cervello fino» non greco in latino». Non si tratta, però, di che volano o saltellano verso il Poverello significa sordità alla spiritualità di sterili innovazioni stilistiche o di trovate d’Assisi, il cielo che sta sullo sfondo e il Francesco, adesso interpretata con geniali: dietro queste scelte c’è il grande albero sulla destra che pare strumenti stilistici innovativi, gli unici pensiero di san Francesco. Non è qui instaurare un muto dialogo con Francesco in grado di tradurre in immagine il possibile fare la storia del Crocifisso (né considerato – anche visivamente – una nuovo senso religioso che proveniva e è questo il tema), ma l’opinione degli delle «creature» che lodano Dio, così proviene dal francescanesimo. studiosi (ricorderemo solo Michele Dolz e il suo delizioso libretto sulla Crocifissione) è quella che vede, nella A fianco «La predica progressiva umanizzazione del Crocifisso agli uccelli» di Giotto (raffigurato come «trionfante», ossia con nella Basilica superiore gli occhi aperti e il capo dritto, fino al di San Francesco EVENTI XIII secolo), l’influsso della religiosità di Assisi. In alto francescana. Del resto, l’interesse di «Allegoria della povertà», Giotto per l’uomo e la natura aveva affresco della Basilica Gli affreschi visti da vicinissimo rispondenza nell’amore di Francesco inferiore Apre il 10 aprile «I colori di Giotto. La Basilica di Assisi d’Assisi per la persona e il creato. di Assisi attribuito tra restauro e restituzione virtuale», una grande mostra Probabilmente anche le umili origini di al «Maestro che propone la visione dei restauri degli affreschi dopo Giotto (forse diminutivo di Ambrogio o di delle vele» (Fototeca). il terremoto. Tra la Basilica assisate e Palazzo del Monte Frumentario fino al 5 settembre sarà infatti possibile, grazie alle più moderne tecnologie, osservare aspetti finora ignoti della pittura di Giotto, oltre a rivederli in MA IN QUELLA BASILICA HANNO LAVORATO MOLTE MANI forma virtuale dove non è stato possibile il recupero. I visitatori potranno anche salire sui ponteggi per ammirare da vicino «i colori di Giotto». L’evento fa parte del programma triennale promosso dal Comune per n un’intervista di tanto tempo fa (1988) particolare riguardo alle Storie Bibliche per le quali, contrario del Thode (1885) che riteneva quelle celebrare l’VIII centenario della fondazione dell’Ordine Giuliano Briganti, insigne storico dell’arte, infatti, proposte affascinanti vennero da studiose storie assolutamente autografe. La pubblicazione francescano e in prospettiva per la candidatura di Assisi paragonava il difficile problema come Angiola Maria Romanini. La grande medievista, di un lungo e serio studio di Zanardi (Giotto e come Capitale europea della Cultura nel 2019. dell’attribuzione a Giotto degli affreschi della proprio sugli studi di Gnudi, nel 1987, ipotizzò la Pietro Cavallini, Milano 2002) indicò le consonanze Nell’ambito delle stesse manifestazioni è previsto un I secondo appuntamento nella primavera 2011 su «Giotto Basilica superiore di Assisi alla questione omerica. presenza ad Assisi di un Arnolfo di Cambio pittore stilistiche con Cavallini. L’approccio di Zanardi La faccenda era sul tavolo degli studiosi almeno (prima che architetto) al quale andrebbero attribuite (che ora insegna all’Università di Urbino) è quello e Assisi. Il cantiere della Basilica e l’arte in Umbria tra dagli anni Sessanta del secolo scorso, quando le scene in genere considerate del cosiddetto del restauratore, di chi conosce come si realizza un Duecento e Trecento». Roberto Salvini (Giotto: gli affreschi di Assisi, Firenze Maestro d’Isacco. Domenica 16 febbraio 1997, affresco e sa osservare piccoli ma significativi 1965) considerava Giotto sempre meno presente sull’inserto del Sole 24 ore, apparve un lungo ritorni stilistici, come per esempio la resa da parte nelle ultime specchiature del ciclo pittorico articolo di Federico Zeri e Bruno Zanardi che – con di Cavallini delle orecchie che compaiono anche ad assisiate. Fu, però, Cesare Gnudi (Giotto, Milano accenti scandalistici – asserivano che gli affreschi di Assisi.