Roberto Longhi E Giulio Carlo Argan. Un Confronto Intellettuale Luiz Marques Universidade Estadual De Campinas - UNICAMP
NUMERO EDITORIALE ARCHIVIO REDAZIONE CONTATTI HOME ATTUALE Roberto Longhi e Giulio Carlo Argan. Un confronto intellettuale Luiz Marques Universidade Estadual de Campinas - UNICAMP 1. Nel marzo del 2012 ha avuto luogo a Roma, all’Accademia dei Lincei e a Villa Medici, un Convegno sul tema: “Lo storico dell’arte intellettuale e politico. Il ruolo degli storici dell’arte nelle politiche culturali francesi e italiane”[1]. L’iniziativa celebrava il centenario della nascita di Giulio Carlo Argan (1909) e di André Chastel (1912), sottolineando l’importanza di queste due grandi figure della storiografia artistica italiana e francese del XX secolo. La celebrazione fornisce l’occasione per proporsi di fare, in modo molto modesto, un confronto intellettuale tra Roberto Longhi (1890-1970)[2] e Giulio Carlo Argan (1909-1992)[3], confronto che, a quanto ne so, non ha finora tentato gli studiosi. Solo Claudio Gamba allude, di passaggio, nel suo profilo biografico di Argan, al fatto che questo è “uno dei classici della critica del Novecento, per le sue indubitabili doti di scrittore, così lucidamente razionale e consapevolmente contrapposto alla seduttrice prosa di Roberto Longhi”[4]. Un contrappunto, per quello che si dice, poco più che di “stile”, e nient’altro. E ciò non sorprende. Di fatto, se ogni contrappunto pressuppone logicamente un denominatore comune, un avvicinamento tra i due grandi storici dell’arte pare – almeno a prima vista – scoraggiante, tale è la diversità di generazioni, di linguaggi, di metodi e, soprattutto, delle scelte e delle predilezioni che li hanno mossi. Inoltre, Argan è stato notoriamente il grande discepolo e successore all’Università di Roma ‘La Sapienza’ di Lionello Venturi (1885-1961), il cui percorso fu contrassegnato da conflitti con quello di Longhi[5].
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