LANUVIO, TUSCOLO E GENZANO: AREE ARCHEOLOGICHE NEL DIMENTICATOIO

Maurizio Costa

Castelli Romani – L’Italia possiede il patrimonio archeologico più importante e più grande del mondo. Non fanno eccezione i Castelli Romani, che possono vantare numerosi siti e musei da fare invidia a molte altre regioni della penisola italiana. Spesso però questo patrimonio della collettività viene ignorato, dimenticato e scartato per la troppa burocrazia e per la mancanza di fondi. Dei numerosi siti inagibili o non ancora attivi al cento per cento, ne abbiamo scelti tre, importantissimi anche a livello mondiale per la qualità e la quantità di reperti archeologici e culturali.

Lanuvio – Il Tempio di Giunone Sospita, risalente al VII secolo a.C., è stato uno dei santuari più ricchi e più frequentati del mondo antico. Costruito in età etrusca, fu poi restaurato successivamente dai romani, che lo utilizzarono come luogo di culto per adorare la Dea Giunone. I primi scavi cominciarono nel 1914 e portarono alla luce questa meraviglia. Negli ultimi anni però quest’area è stata abbandonata a se stessa: erba alta e percorsi chiusi privavano l’accesso a chi avesse voluto visitare il tempio. Sebbene oggi una parte del sito archeologico sia visitabile, numerose file di transenne ostacolano l’accesso al resto dell’area. La mancanza di pannelli informativi o di cartelli divulgativi non permettono al visitatore di comprendere cosa stia osservando. Il direttore del Museo Civico di Lanuvio, Luca Attenni, è stato molto chiaro: “L’area del tempio di Giunone Sospita è visitabile – ha dichiarato a L’osservatore laziale – anche perché negli ultimi mesi abbiamo pulito e bonificato il sito, rendendolo agibile. Come è documentabile dal nostro sito, la Provincia di Roma e il di Lanuvio hanno stanziato ben 271.970,28 euro per riqualificare e valorizzare l’area.” Questi fondi dovrebbero rendere il tempio un vero e proprio museo a cielo aperto, sebbene adesso non si avvicini neanche lontanamente allo scopo finale. La promessa di Attenni è chiara: “Entro un anno apriremo anche l’interno del santuario, adesso inagibile per problemi strutturali.”

Tuscolo – Il Parco Archeologico presenta sulla sua sommità molti resti di età etrusca e romana di grande valore; basti pensare al teatro che si trova al centro del foro tuscolano oppure ai rinvenimenti recenti di edifici romani che presentano al loro interno mosaici di rara bellezza e manufatti preziosi. Quest’area archeologica, immersa in un territorio ameno dei Castelli Romani, rischia però il degrado e l’incuria, dovuti soprattutto ad atti vandalici e comportamenti scorretti. Spesso l’area è disseminata di rifiuti e le erbacce crescono incolte in varie parti del sito archeologico. L’area del foro e del teatro è circondata interamente da transenne molto alte, che non permettono la vista e l’entrata. L’accesso al sito è possibile solamente il sabato e la domenica, dalle dieci fino al tramonto, e il resto della settimana non si può visitare il foro, se non su richiesta esplicita di scolaresche o gruppi di studio. La situazione ci è stata spiegata dal Presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani, Giuseppe De Righi: “Tutto ciò che appartiene alla Comunità Montana in questo momento mi sembra che sia in condizioni buone. Occorrerebbero delle iniziative di carattere più incisivo per estirpare l’erba con un trattamento diserbante in modo da non rovinare i monumenti. I comuni dovrebbero anche imporre ai proprietari privati di alcune zone del Tuscolo di provvedere alla pulizia e alla cura di queste aree.” Riguardo alle transenne che circondano il foro ha così continuato il Presidente: “Non possono essere tolte per tre ragioni: prima di tutto la soprintendenza ci impone di tutelare i rinvenimenti; secondo, anche per l’incolumità personale del visitatore che potrebbe rischiare di farsi male; infine non credo sia bello lasciare aperto tutta l’area con il rischio di atti vandalici.” I programmi per il prossimo anno sono chiari: “Abbiamo affidato con un bando pubblico la gestione del parco ad alcune associazioni che provvederanno all’accoglienza dei visitatori. Tutto questo comincerà la prossima primavera, adesso è tutto in fase di stallo. Riguardo agli scavi che devono essere ancora effettuati posso dire che andranno avanti compatibilmente con le risorse che ci verranno affidate.”

Genzano – La Villa degli Antonini è forse una delle più imponenti opere romane situate nei Castelli Romani e, probabilmente, quella che versa in una condizione di degrado più elevata. In questa villa nacquero Antonino Pio e Commodo ed è situata tra il VIII ed il XIX miglio della via Appia Antica. Grazie al ritrovamento di numerosi ritratti, si può affermare con certezza che appartenesse agli Imperatori di Roma. Gli scavi cominciarono nel 1989 e ancora non sono terminati; infatti, nei pressi della villa, è stato rinvenuto recentemente un “piccolo Colosseo”, un anfiteatro, che probabilmente aveva le stesse funzioni ludiche del più famoso monumento del mondo. Potrebbe essere un sito di notevole importanza ma sono tanti i fattori che lo emarginano e lo hanno reso un rudere inaccessibile. Prima di tutto non ci sono indicazioni stradali che permettano di recarsi al sito: infatti la villa è per lo più sconosciuta. Tra l’altro non si può accedere al suo interno, visto che l’intera area è transennata da anni e inondata da un’altissima vegetazione, che non permette nessun tipo di avvicinamento. Non solo: nel 2004 è stata approvata l’edificabilità dell’area circostante, satura ormai di abitazioni, che rovina questo importantissimo patrimonio. Infine i resti di immondizia e di scarti di edifici rendono il tutto un vero scempio. Ne abbiamo parlato con l’Assessore ai beni culturali di Genzano, Virginio Melaranci, che ha dichiarato: “La Villa degli Antonini, in prospettiva, è uno dei siti archeologici più importanti e monumentali del nostro comune. Negli ultimi anni non sono stati fatti progetti di rivalutazione per mancanza di strumenti gestionali e economici. Quattro anni fa abbiamo intrapreso una collaborazione con l’Università del New Jersey, che ha permesso di rinvenire molte altre parti della villa ad un costo minore di gestione.” Melaranci, riguardo la possibilità di aprire l’area al pubblico, ha così continuato: “I progetti di apertura sono stati fatti ma senza finanziamenti adeguati. Il costo dell’impresa non è alla portata del nostro comune, quindi abbiamo chiesto dei soldi che però non sono mai arrivati. Essendo un’area molto estesa (si tratta di 500 metri lineari), si spenderebbero 60.000 Euro per recintare la zona, portare l’elettricità e la videosorveglianza.” L’Assessore non è molto ottimista: “Adesso il comune deve affrontare problemi più importanti (buche e fognature) ma entro un anno proveremo a trovare fondi, mediante donazioni e sottoscrizioni, per recintare l’area e cominciare a scavare sul serio.”

Come abbiamo visto la situazione è molto complicata. Il problema maggiore è la mancanza di fondi, che non permette al cittadino di fruire di opere maestose, che in altre zone del mondo verrebbero mantenute sicuramente meglio. Speriamo che le promesse vengano mantenute, e che tra “un anno”, riusciremo a visitare queste aree senza fare lo slalom tra rifiuti e sterpaglie.

Nota: Articolo pubblicato anche sull'edizione sfogliabile de L'osservatore laziale del 10 ottobre 2013. Per leggere andare su www.osservatorelaziale.com e scegliere edizione del 10/10/2013 a pagina 3

LANUVIO, 60 MILA EURO ALL'ASP: SOLDI SPESI MALE?

Nazareno Ferrazza – coordinatore Castelli Romani del Partito Liberale Italiano.

È dal 2001 e precisamente dal 28/09/2001 che il Comune di Lanuvio versa la quota associativa al fondo consortile dell’Agenzia Sviluppo Provincia. Nel 2013 la quota è stata di ben 5.197 euro. In 12 anni sono stati spesi più di 60.000 euro, ma le attività locali non hanno avuto nessun beneficio. È il caso dell’ex Consorzio Agrario di Campoleone, che nell’intenzione di un imprenditore deve essere trasformato in un centro commerciale. L’altro insediamento è un centro commerciale, con annessa area artigianale posta al bivio di Campoleone, entrambi, non riescono a partire. L’Agenzia di Sviluppo della Provincia di Roma per le Colline Romane aveva il compito di coordinare ogni intervento per ridurre al minimo i tempi burocratici, ma questi non sono stati ridotti, sono passati nel frattempo ben dieci anni. Vediamo insieme i due interventi: l'ex Consorzio Agrario di Campoleone al km 15,400 della Via Nettunense, dove si nota il cantiere fermo, si è sostituito il tetto in eternit, un po' di pulizia annuale, ed è fermo da anni. Da quest’intervento di 11394 mq poteva arrivare lavoro per un milione d’euro, ce da costruire per il locale commerciale di 1302 mq, il magazzino di 394 mq, una banca di 264 mq, altri 1000 mq per una palestra, ma la cosa più importante per i cittadini residenti nel Comune di Lanuvio è di 377 mq d’immobile che è a disposizione del Comune di Lanuvio, si parla di spostamento della farmacia comunale, inoltre saranno a disposizione dei cittadini 3580 mq tra aree verdi, percorsi pedonali e parcheggi pubblici. Non meno importante è l'intervento denominato Parco Artigianale Commerciale al bivio di Campoleone (davanti la rotatoria se si proviene da Aprilia) proposto da molti commercianti e artigiani locali, nel progetto sono previsti edifici commerciali per 21868 mq e 14272 mq di capannoni artigianali, quindi un intervento edilizio che supera abbondantemente i due milioni d’euro, per costruire le strutture ecc. inoltre come per l'altro intervento sono a disposizione dell'Amministrazione Comunale 195 mq per un ambulatorio medico e la delegazione comunale, inoltre sono messe a disposizione del Comune due ampie aree per la realizzazione di servizi d’interesse pubblico, quali verde pubblico, autoparco e qualsiasi altra destinazione. Nell’accordo di programma sottoscritto tra Regione , Provincia di Roma e Comune di Lanuvio si legge: “Che in data 4 novembre 2002 la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed altri soggetti hanno siglato il protocollo d’intesa del “Patto Territoriale delle Colline Romane “; che il medesimo prevede l’impegno, da parte della Regione Lazio, ad accelerare tutte le procedure legate agli investimenti produttivi del Patto, attraverso l’esami fuori protocollo, le corsie preferenziali, nonché gli eventuale Accordi di Programma”. Dal sito delle Colline Romane si legge: “Il patto territoriale ha avviato un processo di crescita socioeconomica nelle Colline Romane, che ha raggiunto in pochi anni, risultati di grande rilievo in termini di numero di progetti imprenditoriali presentati ed “attivati” che procedono cioè nell’iter amministrativo e, soprattutto, in termini di investimenti ed impatto occupazionale per il territorio. I progetti fanno riferimento a due tipi di avvisi: quelli “amministrativi”, aventi come beneficio un pacchetto completo di agevolazioni (essenzialmente iter accelerato per l’ottenimento di varianti e/o autorizzazioni) a seguito di un iter istruttorio modulato su quello standard previsto a livello nazionale per i patti territoriali “con finanza”; ”. Tutti si sono impegnati a ridurre l’iter e sono passati 10 anni, pensate senza che questo accadesse. Noi liberali siamo da sempre per l’abolizione degli enti inutili, con l’abolizione delle Province togliamo tutta la burocrazia di quest’ente inutile, in più togliamo l’Agenzia di Sviluppo della Provincia e le altre strutture create da quest’ente, in un baleno abbiamo risparmiato un bel po’ di soldi, che possiamo utilizzare per altri treni oppure per dare credito o fondi alle imprese che vogliono investire. La Regione Lazio ha già un ente che svolge quest’attività si chiama Sviluppo Lazio. Intanto il Comune di Lanuvio tolga questa spesa inutile dal bilancio, le dia a chi è in difficoltà e ne ha veramente bisogno.

CASTELLI ROMANI / ARDEA: E' NECESSARIO CHE ENTRI IN AZIONE IL DEPURATORE INTERCOMUNALE

Redazione

Castelli Romani / Ardea (RM) – I Sindaci dei Castelli Romani trovano unità sul tema del depuratore intercomunale di Ardea che sarebbe dovuto entrare in funzione prima entro il mese di luglio 2013, poi entro quello di settembre. Si tratta di un’opera molto importante, a livello sanitario, ambientale e, non ultimo, di sviluppo del territorio e delle attività produttive. Nei comuni interessati dal depuratore di Ardea (, Nemi, , Albano e Lanuvio) è stata infatti disposta la sospensione dei nulla osta per gli allacci in pubblica fognatura, creando importanti criticità che ad oggi continuano a limitare l’azione amministrativa degli uffici attività produttive e urbanistica.

Viste le difficoltà nell’avvio del depuratore, Gabbarini, Bertucci, Cianfanelli, Marini e Galieti hanno inviato, lunedì 23 settembre, una nota indirizzata al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, alla Direzione regionale infrastrutture, ambiente e politiche abitative e, per conoscenza, alla Segreteria tecnico operativa dell’autorità Ato2 e al gestore del Servizio idrico integrato Acea Ato2, manifestando collegialmente “l’urgenza di avviare tale impianto di depurazione e di conoscere la data in cui lo stesso verrà definitivamente messo in esercizio”.

LANUVIO, "ANTENNE DI QUARTIERE": PIU' SINERGIA TRA CITTADINI E AMMINISTRAZIONE

Redazione

Lanuvio – Cittadini e Amministratori insieme per migliorare la qualità dei servizi e rendere ancora più decoroso il luogo in cui si vive. E’ questo il senso del progetto avviato dall’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Lanuvio che dal mese di Ottobre attiverà le “Antenne di Quartiere”. Alla base di questa iniziativa c’è la volontà dell’Amministrazione di confrontarsi quotidianamente con il territorio mettendo a disposizione dei cittadini dei punti di riferimento ancora più diretti e vicini in grado di rapportarsi in tempo reale con il Comune. Per far parte del progetto e diventare una “ Antenna di Quartiere” bisogna avere tre piccoli, ma importantissimi requisiti: radicamento territoriale, conoscenza reale dei problemi del Paese, coscienza civica e predisposizione al volontariato. Con l’aiuto della Comunità lanuvina gli Amministratori puntano in breve tempo ad instaurare un rapporto più diretto con i cittadini, a snellire i tempi e le procedure di intervento della manutenzioni, ad eliminare il degrado. Le “Antenne di Quartiere” non si sostituiranno all’Amministrazione, ma avranno il compito di contribuire alla vigilanza dei luoghi pubblici, al monitoraggio dell’ambiente, alle segnalazioni sull’abusivismo edilizio e al miglioramento del servizio di raccolta differenziata. “ Abbiamo voluto fortemente questo progetto, dichiara l’Assessore ai Lavori Pubblici Andrea Volpi, per riallacciare i rapporti con la Comunità lanuvina e metterci direttamente in discussione nella risoluzione dei problemi che riguardano il quotidiano”. “La crisi economica e i tagli del Governo centrale, continua Andrea Volpi, stanno mettendo gli Enti Locali in ginocchio e i primi a risentirne sono i cittadini che vedono scadere la qualità dei servizi primari”. “Per questo, conclude l’Assessore ai Lavori Pubblici, vogliamo gestire insieme ai cittadini il nostro vasto territorio e rimboccarci le maniche laddove con l’utilizzo di risorse comunali non riusciamo ad arrivare”. L’appuntamento di presentazione per la partenza del progetto “Antenne di Quartiere” è fissato per Venerdì 11 Ottobre ore 18 presso l’ Aula Consiliare del Comune di Lanuvio.

LANUVIO: SALVI 24 MILA REPERTI ARCHEOLOGICI

Redazione

Lanuvio (RM) – I “tombaroli” hanno definitivamente perso il loro ricco tesoro di beni archeologici di inestimabile valore, custoditi in un sito archeologico a Lanuvio, vicino al santuario di Giunone Sospitia. Ad ottobre dello scorso anno, quattro tombaroli attrezzati fino al collo hanno dato vita ad uno scavo clandestino. Con loro avevano il metal detector, il geo-radar, le idropompe, i generatori di elettricità, badili e picconi. I finanzieri del gruppo tutela patrimonio archeologico del nucleo polizia tributaria di Roma hanno sorpreso i cinque furfanti, tutti italiani, mentre erano intenti alla profanazione di un santuario pieno di centinaia di manufatti e statue di dimensioni reali, correlate all'apparato devozionale di Giunone. I quattro sono stati denunciati e quasi contemporaneamente sono scattate le perquisizioni domiciliari nei loro confronti. Nelle loro case hanno recuperato altro materiale storico-archeologico proveniente anche da altri siti sepolcrali di ambiente etrusco che avrebbero alimentato il circuito del collezionismo internazionale. Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, a sventare la definitiva sottrazione al demanio dello Stato di numerosi manufatti portati alla luce dai ladri di reperti archeologici, tra cui monete e strutture di edifici di età romana, 5 elementi architettonici in marmo e oltre 24 mila frammenti di terracotta, nonché un sofisticato metal detector, apparecchi ricetrasmittenti, vanghe, badili. Il sito archeologico è stato finora sconosciuto ai mappali della soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Nel corso dell'operazione, ribattezzata "Giunone", le fiamme gialle del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria di Roma hanno anche sequestrato il fondo agricolo interessato dallo scavo, grande circa 17 mila metri quadrati, sul quale si trovano diverse strutture murarie monumentali "in opus reticulatum ed incertum" risalenti all'epoca tardo-repubblicana ed imperiale, riportate alla luce dai "tombaroli" in corso di scavo e subito messe in sicurezza dai militari. Soddisfatto il sindaco di Lanuvio, Luigi Galieti il quale si complimenta con tutte le forze dell’ordine per l’operazione: “Un’operazione brillante – ha detto Galieti – avviata grazie ad costante monitoraggio del territorio da parte dei militari, con appostamenti notturni e l'utilizzo di sofisticati dispositivi tecnologici”. All'interessante scoperta si è giunti a seguito degli accertamenti svolti nel corso di quattro distinte operazioni, dirette e coordinate dalle Procure della Repubblica di Roma e di Velletri, che, nei mesi scorsi, avevano portato al sequestro di oltre 500 opere. La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio ha attribuito grande rilevanza scientifica al sito ed ai reperti sequestrati, legata allo stato di conservazione ed alle dimensioni.

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CASTELLI ROMANI, I LIBERALI CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DI ACEA ATO 2 Nazareno Ferrazza – coordinatore dei Castelli Romani del Partito Liberale Italiano

Castelli Romani – I liberali chiedono le dimissioni del presidente di Acea Ato 2, per l’acqua a singhiozzo. Durante questi mesi estivi, ogni settimana si sono veri ficate delle mancanze di acqua per giornate intere. I cittadini sono esasperati, almeno l'Acea Ato 2 avesse l'accortezza di avvisare. Ci troviamo nella situazione che non possiamo cambiare operatore come accade con il nostro telefonino con cui variamo gestore quando abbiamo dei disservizi.

Purtroppo se si dà disdetta ad Acea Ato 2, dobbiamo prendere l'acqua dalle fontane pubbliche perché non abbiamo un concorrente a cui rivolgersi e così siamo obbligati a restare con questa società. I cittadini stanno cercando in tutti i modi di risolvere il problema dei disservizi Acea effettuando la raccolta di firme presso delle attività commerciali o con lamentele e proteste anche eclatanti, come il bagno nella fontana degli scogli a Lanuvio ed il lavaggio dei piatti sempre nella medesima.

Anche le istituzioni si sono mosse con la denuncia di interruzione di pubblico servizio. Tutte queste azioni non funzionano, anzi più si va avanti e più aumentano i disagi e purtroppo la convenzione con Acea durerà 30 anni. Dobbiamo fare delle azioni che mirano a far cambiare il consiglio di amministrazione di Acea.

D'altronde prima di Acea, Lanuvio non aveva problemi di mancanza di acqua, addirittura l'ex Sindaco di Lanuvio, Rossano De Santis, diede la parte di acqua proveniente dal Sembrivio al Comune di Albano che aveva problemi idrici. Se Lanuvio aveva 5 pozzi attivi ora con Acea ne ha solo tre attivi che erogano acqua senza arsenico e gli altri pozzi sono chiusi per la presenza di questa sostanza. Avvisando la cittadinanza non sarebbe meglio erogare acqua da tutti i pozzi esistenti per avere almeno un utilizzo domestico e non alimentare dell’acqua?

La società Acqua Latina ha adottato questo sistema per il proprio territorio per ovviare il problema della carenza idrica.Gli antichi romani riuscivano a portare l’acqua ovunque senza l’ausilio di motori elettrici. Dopo duemila anni la situazione è peggiorata invece che migliorata e la colpa di questo arretramento è da attribuire all’attuale consiglio di Amministrazione di Acea Ato 2.

Visto che noi non avevamo grossi problemi idrici la responsabilità di un inefficiente servizio che fa “acqua da tutte le parti”, è da attribuire all'attuale consiglio di amministrazione con a capo il suo Presidente Sandro Cecili.

Il sottoscritto Nazareno Ferrazza coordinatore dei Castelli Romani del Partito Liberale Italiano, chiede le dimissioni dell'attuale Consiglio di Amministrazione di Acea Ato 2, chiedendo agli organi regionali, provinciali e comunali di attivarsi presso le sedi competenti per nominare i nuovi consiglieri e il nuovo presidente.

ALBANO: LIBERA PARTECIPERA' ALL'INCONTRO CON ANTONIO INGROIA SU "LEGALITA' E TRATTATIVA STATO-MAFIA"

Redazione Albano (RM) – Nell'ambito della Festa dell'Unità di Albano, Libera Castelli Romani, presidio territoriale di “LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, su invito dei Giovani Democratici, parteciperà all'incontro con Antonio Ingroia ad Albano sabato 31 Agosto; il dibattito verterà su legalità e trattativa Stato-mafia. Interverranno anche Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, politico italiano ucciso il 30 Aprile 1982 per mano mafiosa, e Silvia Barbieri, coordinatrice del presidio castellano di Libera.

L'appuntamento è alle 18:30 a Villa Ferrajoli presso l'anfiteatro del Museo Civico. Nel corso della serata i volontari del presidio dei Castelli Romani saranno presenti con il proprio banchetto a disposizione dei cittadini per informarli circa l’importante attività che Libera Castelli Romani svolge sul territorio. Ci sarà inoltre la possibilità di acquistare i gadget dell’associazione e i prodotti di Libera Terra, dalle cooperative che lavorano sui beni e con gli impianti confiscati alle mafie. Il banchetto sarà presente alla Festa dell'Unità di Albano anche il 3, il 5 e il 6 Settembre, dal tardo pomeriggio a sera. Nelle serate dal 6 all'8 Settembre poi il presidio sarà anche a Lanuvio nell'ambito della sesta edizione della manifestazione "Castelli in Africa" presso Villa Sforza Cesarini.

LANUVIO: "CASTELLI IN AFRICA" SCALDA I MOTORI

Redazione

Lanuvio (RM) – Torna anche quest’anno, per la sua sesta edizione, Il Festival internazionale Castelli in Africa con il suo carico di allegria, buona musica, ma anche di impegno sociale e civico. Nella suggestiva location di Villa Sforza Cesarini a Lanuvio (Roma) dal 6 all’8 settembre una tre giorni di eventi, dibattiti, concerti e buona cucina all’insegna dello spirito di integrazione tra l’Africa e il Mediterraneo dove la musica è il principale volano di sonorità e cultura comuni.

Si inizia venerdì 6 con l’apertura ufficiale del Festival e i concerti in sonorità reggae degli IBRAHIM DRABO E I DANKAN e i TRAIN TO ROOTS. Da Sabato 7 settembre spazio all’arte e ai dibattiti: nel pomeriggio verrà inaugurata la mostra pittorica “I Colori della Natura” degli allievi di Patrizia Gentili, a cura dell’Ass. “L’Arte nelle Mani”. E ancora laboratori per i più piccoli, seminari di percussioni tradizionali africane e uno sguardo alle tematiche ambientali con i due dibattiti e proiezioni di documentari sullo stato della qualità dell’acqua nei Castelli Romani e il nuovo sfruttamento delle energie a biogas a cura a cura dell’Osservatorio sulla Qualità dell’Acqua Pubblica” di Lanuvio – QAP – e del Comitato Acqua Pubblica di Velletri e del Comitato No Inc di Albano. Dopo le lezioni di capoeira spazio alla musica con i gruppi RAWUELGUE e SOSSIO BANDA.

Giornata di chiusura domenica 8 settembre con uno sguardo all’attualità e parlando di cultura dell’accoglienza dell’Africa e del Mediterraneo non si poteva non parlare dello status giuridico delle seconde generazioni di immigrati. “Più che un’urgenza: la questione delle seconde generazioni di immigrati nati in Italia ed il diritto di cittadinanza”questo il titolo del dibattito con il Dott. Mario Contini Junior dell’associazione Culturale “Pontum” e l’Onorevole Khalid Chaouki. L’ultima serata del Festival è tutta incentrata sul tema dell’integrazione e quindi la chiusura musicale è affidata ai KARAMA KONKOBAe alla PICCOLA ORCHESTRA DI TOR PIGNATTARA che sulla scia dell’orchestra di Piazza Vittorio mette insieme i giovani immigrati nati e cresciuti in Italia.

Castelli in Africa è organizzato come ogni anno dalla Comunità Giovanile Zampanò con il patrocinio del Comune di Lanuvio:"Da sempre Zampanò porta avanti una politica di collaborazione ed apertura verso altre associazioni ed organizzazioni dei Castelli Romani – dichiara la presidente Emanuela Mannoni – e non, ma mai come quest'anno la risposta e la propositività dall'esterno per il festival sono state cosìgrandi.

"Castelli in Africa è uno spazio aperto, un'opportunità ed un luogo da sfruttare per il cambiamento. L'interculturalità, la lotta all'intolleranza e al razzismo, una seria pratica dell'integrazione e del rispetto (per l'uomo, per l'ambiente), passano prima di tutto attraverso l'apertura nei confronti di chi ci è più vicino. Con tutti i mezzi a disposizione di Zampanò e grazie a questa rete collaborativa, Castelli in Africa 2013 sarà più che mai una sfida alla cultura della diffidenza e del sospetto".

Come ogni anno sarà allestita un’area camping e un’area fieristica dove, come ogni anno, esporranno banchi di artigianato e associazioni di volontariato con progetti di solidarietà internazionale. La cucina locale sarà ancora una volta gestita dalla Onlus “Chiara per i Bambini del Mondo” ed il ricavato andrà devoluto al loro progetto di costruzione di una scuola in Congo. La sera sarà aperta anche la cucina africana, con specialità dall’Eritrea.

GENZANO, ARICCIA, LANUVIO, VELLETRI, NEMI, : CONCLUSO IL TAVOLO CON I VERTICI ACEA

Angelo Parca

Genzano / Ariccia / Lanuvio / Velletri / Nemi / Castel Gandolfo (RM) – Nella ricetta per arginare la grave emergenza idrica che attanaglia i Comuni dei Castelli Romani ci sono milioni di euro di investimenti Acea in circolazione per lavori infrastrutturali e una proposta che tra qualche ora verrà firmata congiuntamente dai sindaci che sostanzialmente chiedono più acqua e più autonomia. Amministratori di Genzano, Ariccia, Lanuvio, Velletri, Nemi e Castel Gandolfo hanno partecipato al tavolo del 9 agosto 2013 a Genzano con il presidente Acea Ato2, Sandro Cecili, convocato per cercare una soluzione definitiva rispetto ai gravi disservizi idrici che continuano a verificarsi nel bacino sud castellano.

Il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli ha proposto di abbandonare la logica dei pozzi favorendo l’ipotesi di avere più acqua dal Pertuso, quasi il doppio della portata odierna, con l’assenso del presidente della Regione LazioNicola Zingaretti: “Attraverso l’unione dei Comuni – ha detto Cianfanelli – chiederemo congiuntamente un sub ambito Acea a Genzano. In poche parole un reale centro operativo con una propria autonomia e budget per gli interventi più urgenti che possa dare delle risposte immediate al territorio”. Questo centro, spiega il primo cittadino ariccino, dovrà essere fornito di ingegneri che possano dare risposte in merito allo stato delle reti dei Comuni interessati e quindi programmare interventi risolutivi. Per quanto riguarda l’aumento d’acqua da prendere dall’acquedotto del Peschiera o dal Pertuso si potrà chiedere a condizione che i sindaci firmatari si impegnino al blocco dei Piani regolatori e quindi permettano solo la crescita fisiologica degli abitanti senza sovraccaricare il territorio con una crescita esponenziale dei residenti. “Io sono disposto – conclude Cianfanelli – ad approvare l’aumento in bolletta per avere sia il servizio che l’acqua di qualità, bisogna vedere se saranno tutti dello stesso parere e disposti a bloccare i piani regolatori”.

Il sindaco di Genzano Flavio Gabbarini ha giudicato positivo il superamento dei campanilismi e ribadito con fermezza che Acea deve dare delle risposte immediate alla cittadinanza. Nell’immediato, per quanto riguarda il Comune di Genzano di Roma, è stato programmato un intervento di manutenzione straordinaria al pozzo Le Piagge che consentirà una migliore erogazione in tutta la parte alta della cittadina oltre all’attivazione del nuovo impianto di potabilizzazione presso il serbatoio La Villa che consentirà di migliorare notevolmente l’alimentazione idrica della zona artigianale, in quella di Montecagnoletto e in parte di via Selva di Piammarano nel Comune di Lanuvio (intervento, questo, programmato per lunedì 12 e martedì 13 agosto e che verrà tamponato grazie alla presenza di quattro autobotti di Acea che stazioneranno nelle zone interessate dal fuori servizio).

Per quanto riguarda gli interventi a medio termine, che saranno realizzati entro la prossima primavera-estate, va certamente menzionata la nuova condotta idrica dal serbatoio Le Piagge che permetterà di razionalizzare e migliorare la gestione della rete operando una separazione tra la parte alta di Genzano e quella bassa.

All’incontro, durato oltre cinque ore nell’aula consiliare del Comune di Genzano di Roma, erano presenti: Il Sindaco e il Vicesindaco di Genzano, i Sindaci di Ariccia e Lanuvio, l’Assessore ai beni comuni di Velletri, il vicesindaco di Nemi, il Consigliere delegato ai rapporti con il Gestore del S.I.I. di Castel Gandolfo, il Presidente di Acea Ato2 Sandro Cecili coadiuvato dall’Ing. Lucio Bignami (staff), il Responsabile del bacino Sud Luca Matrecano, il Responsabile di zona del settore servizio idricoMarco Di Felice e il Responsabile della Segreteria tecnico-operativa dell’Ato2 ing. Alessandro Piotti.

Oltre agli interventi di carattere strutturale, il Gestore si è inoltre impegnato a valutare la revisione del modello organizzativo che Acea ha pianificato finora per i Castelli Romani. L’obiettivo è avvicinarsi alle esigenze dei cittadini attraverso nuove sedi tecnico-operative e commerciali: presa in considerazione la necessità dell’apertura di uno sportello utenti a Genzano di Roma, come peraltro già richiesto un anno fa dal Sindaco Gabbarini e dai comuni di Albano, Ariccia, Nemi e Lanuvio, che andrebbe a sommarsi a quelli già presenti a Velletri e così da dare una migliore risposta ai cittadini della parte centrale dei Castelli Romani.

È stata inoltre accolta dal Gestore la necessità di assumere a suo carico delle professionalità, da integrare a quelle già presenti, che lavoreranno direttamente sul territorio per elaborare lo stato e le criticità della rete e che fungeranno da ufficiali di collegamento tra i Comuni e Acea Ato2. Infine, i Sindaci hanno concordato di confrontarsi e comunicare a breve ad Acea i nuovi interventi strutturali da programmare nel territorio ritenendo necessario coinvolgere nel prossimo incontro anche la Regione Lazio nelle persone del Presidente Nicola Zingaretti, dell’Assessore Refrigeri e del Garante del Servizio idrico integrato.

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Chiara Rai

Castelli Romani – I sindaci di Genzano, Ariccia, Lanuvio e Velletri si riuniranno attorno ad un tavolo convocato per venerdì 9 agosto con il presidente Acea Ato2, Sandro Cecili per cercare una soluzione definitiva rispetto ai gravi disservizi idrici che continuano a verificarsi nel bacino sud dei Castelli Romani.

Furiosi, i primi cittadini, costretti quotidianamente a far fronte alle emergenze e alle comprensibili lamentele da parte dei cittadini senz’acqua, si aspettano che nell’incontro vengano affrontate tutte le problematiche: “Non si può paralizzare la vita dei cittadini sottraendo loro il diritto all’acqua – tuonano i sindaci – né può diventare accettabile che l’emergenza diventi la questione quotidiana. Chiediamo al gestore di garantire un maggiore flusso idrico, il rispetto della turnazione laddove prevista, un maggior numero di investimenti sulla rete e interventi più tempestivi nei casi di criticità”.

Inoltre i sindaci dei quattro Comuni castellani ribadiscono la necessità di portare a termine l’iter di adozione e approvazione del nuovo regolamento d’utenza e della carta dei servizi, consegnati dal Comune di Genzano a nome di ben quindici sindaci dell’Ato2 nel mese di agosto 2012.

La situazione, nell'hinterland è veramente d'emergenza: A fine giugno circa tremila residenti di Velletri sono stati oltre due settimane senz’acqua. Qui, in un Comune che conta oltre 53 mila residenti l’acqua viene erogata a turnazione: 3 o 4 ore di erogazione ogni 24 ore. Sono avvenute circa 400 riparazioni in due mesi e svariate volte sempre negli stessi punti: “Dopo questo bollettino di guerra – dice il sindaco di Velletri Fausto Servadio – che dovremmo aspettarci da Acea. Sono 5 anni di incontri. Le denunce in Procura le ho fatte.Ogni riparazione viene addebitata ai cittadini in bolletta. La popolazione paga a peso d’oro un servizio che non ha”. Intanto i disagi, soprattutto nei fine settimana, sono all’ordine del giorno a Lanuvio, ad , a Genzano, a Nemi e Ariccia. In molte zone di Lanuvio e Genzano, sabato e domenica scorsi, è mancata l’acqua per oltre 40 ore.

A Lanuvio la situazione si è registrata molto critica in via delle Selve e vie limitrofe dove per cucinare un piatto di pasta i residente hanno riempito le pentole alla fontana e vi sono poi tornati per pulire i piatti sporchi. Dalla notte di martedì 30 luglio nella zona Artigiana a Genzano e mancata l'acqua fino a domenica. Nel frattempo l’Acea si dice pronta all’incontro con i sindaci, soprattutto per mettere sul piatto gli investimenti da farsi per gli interventi infrastrutturali necessari ad adeguare la rete idrica. Ad Aprile scorso a Genzano e Lanuvio sono stati chiusi dei pozzi inquinati e adesso, sostengono i vertici Acea, si deve decidere insieme alle amministrazioni come e in che misura intervenire sulla rete.

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Angelo Parca

Castelli Romani – A Lanuvio disagi, ad Albano laziale disagi, a Genzano disagi di mancanza d’acqua e/o diminuzione di pressione. Al numero verde Acea, sia che si digiti il codice di avviamento postale di Nemi, che Genzano, Lanuvio, o anche Albano c’è sempre un ripetitore con le scuse per il disservizio.

Abbiamo avuto delle segnalazioni da una cittadina di Lanuvio che asserisce addirittura che alcuni tecnici Acea in zona artigianale a Genzano avrebbero riferito che sarebbero stati chiusi una serie di pozzi perché con alto tasso di arsenico.

Si possono conoscere le ultime analisi sull’acqua? Si può avere una spiegazione da Acea? A Lanuvio intanto, residenti lavano i piatti alle fontane come si faceva tempo fa anche con il bucato.

A Nemi, nella zona Parco dei Lecci, via dei Corsi è totalmente a secco, senz’acqua da ieri sera (sabato 3 agosto). Una grande perdita d’acqua persiste alle Colombe in piazza de Sanctis, più o meno sempre al solito punto.

Non si contano più le riparazioni avvenute in quel punto. Inoltre, poco tempo fa, è stata chiusa la fontanella delle Colombe, si vociferava di un presunto inquinamento dell’acqua, pochi giorni dopo è stata riaperta. Ma i residenti possono bere tranquillamente quell’acqua? E’ sicura o presenta inquinamento?

Soltanto il 13 luglio, sempre a Nemi, ci sono stati lavori alla pompa del Calvarione e oggi ancora persiste un disservizio. Perché c’è diminuzione di pressione e assenza d’acqua quando la pompa è stata riparata pochi giorni fa?

Ci si aspettano azioni molto incisive da parte delle amministrazioni castellane che, a questo punto, con tutti questi disservizi, non possono limitarsi soltanto ad alzare la voce. Cittadini e amministrazioni devono fare fronte comune e pensare ad una azione collettiva rispetto a questi continui disservizi.

D’estate, senz’acqua con 38 gradi e senza autobotti di rifornimento (Almeno a Nemi e Lanuvio non ci sono state fino alle ore 17:47 di domenica 4 agosto).

Il nostro quotidiano si farà promotore di una raccolta firme per istruire una azione legale contro i continui e inaspettati disservizi da parte di Acea. Intanto abbiamo verificato che alle ore 18:30 circa del 4 agosto 2013, dopo numerosi nostri solleciti una squadra Acea di pronto intervento è arrivata a Nemi in piazza De Sanctis e un tecnico ha testè dichiarato che il problema purtroppo anche questa volta non verrà definitivamente risolto ma "tamponato". La squadra metterà un "cravatta" anzichè sostituire la tubazione che non è più in grado di sostenere il flusso di acqua. Infatti l'ultimo pronto intervento sarebbe avvenuto addirittura ieri sera 3 agosto. In piazza De Sanctis gli interventi non si contano più per questo intendiamo tirare dritto con la convinzione di promuovere una class action. Con tutta probabilità da domani sul sito del nostro quotidiano sarà possibile firmare per aderire all'iniziativa.

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