Trasformazione pista di cantiere in pista poderale trattorabile a Grand Haury

REGIONE AUTONOMA VALLE D’

COMUNE DI ARVIER

TRASFORMAZIONE PISTA DI CANTIERE IN PISTA PODERALE TRATTORABILE

In Loc. Grand Haury

- RELAZIONE GEOLOGICA - STUDIO DI COMPATIBILITA’

Geologo

Dott. Ivan Pervier Fraz. Moulin, 10 11023 (AO) Tel 3478523500 Email [email protected]

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Indice

1. GENERALITÀ ...... 3

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ...... 4

3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO ...... 6

4. DESCRIZIONE DELL’OPERA ...... 9

5. DESCRIZIONE DEL CONTESTO GEOLOGICO DEL SITO ...... 11

7. STUDIO DI COMPATIBILITÀ ...... 14 7.1 Individuazione della classificazione urbanistico-edilizia ...... 14 7.2 Caratterizzazione dei vincoli presenti ...... 14 7.3 Pericolosità dei fenomeni che caratterizzano il vincolo e compatibilità con l’intervento ...... 15 Vincolo forestale ...... 19 7.4 Valutazione della vulnerabilità dell’opera ...... 20 7.5 Interventi di protezione adottati per ridurre la vulnerabilità dell’opera ...... 20 7.6 Conclusioni sulla compatibilità dell’intervento ...... 21

8. PRESCRIZIONI DA ADOTTARE NELLA FASE DI CANTIERE...... 22

9. CONCLUSIONI ...... 22

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1. GENERALITÀ

Lo scrivente ha condotto un’indagine geologica a supporto della trasformazione di una pista di cantiere, necessaria per realizzare i lavori di costruzione di un impianto idroelettrico, in pista poderale trattorabile in loc. Grand Haury di Arvier (AO). Lo studio eseguito si è basato su di una campagna di rilievi, sull’analisi delle fotografie aeree disponibili e lo studio della letteratura esistente sul sito in oggetto. La pista di cantiere è stata autorizzata con provvedimento AU n.1996 del 6/12/2013 e in seguito son state prodotte documentazioni relative a Sistemazioni ed adeguamento di alcuni tratti stradali in loc. Grand Haury e Verifica di assoggettabilità pista poderale in loc. Grand Haury. Entrambi i documenti sono stati redatti dall’ing. Alessandro Mosso con studio in loc. Grande Charrère n. 64 – 11020 Saint Christophe, al quale si rimanda per delucidazioni di natura progettuale.

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2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO

Il sito in oggetto si trova nei pressi del villaggio di Grand Haury, a sud ovest rispetto al capoluogo e situato all’imbocco della . La pista di cantiere, nata per bypassare il villaggio, si sviluppa da una quota minima di circa 1150 m s.l.m. fino ad una quota massima di circa 1200 m s.l.m. come mostrato in figura 1. I mappali interessati, essendo una struttura lineare dallo sviluppo di circa 885 m, sono molteplici. In figura 2 si riporta un estratto della planimetria catastale.

Figura 1: Corografia; Il cerchio rosso e il puntino rosso indicano il sito d’intervento (fonte RAVA).

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Figura 2: Tracciato in evidenza rispetto alla cartografia catastale (fonte EnergyLab Engineering SRL)).

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3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

Il settore indagato, nei documenti presentati dall’ing. Mosso e menzionati nella premessa, è già stato ampiamente inquadrato da un punto di vista geologico e geomorfologico, al quale si rimanda per approfondimenti specifici (capitolo 4 – Caratterizzazione geologica – Sistemazione ed adeguamento di alcuni tratti stradali in loc. Grand Haury). Si riporta in seguito una descrizione delle litologie e dei depositi attraversati dalla pista di cantiere, avvalendosi della carta CARG a scala 1:10000 e relativa legenda riportate in figure 3 e 4. I settori oggetto del tracciati della pista di cantiere interessano prevalentemente del deposito alluvionale (azzurrino in carta – b) del torrente Arcaou (prima t. Bioley) e di numerosi impluvi senza nome con direzione N-S. In particolare vi sono alcuni piccoli conoidi torrentizi che collegano il versante con la zona sub-pianeggiante di origine glaciale. Tra di essi è visibile il modesto apparato del torrente Bioley, che si sviluppa maggiormente in destra idrografica (NE). I depositi torrentizi sono formati da ghiaie sabbiose stratificate, con ciottoli e blocchi arrotondati o solo smussati, a volte embriciati a contatto tra di loro e inframezzati da una matrice sabbiosa grossolana. A monte del villaggio di Grand Haury si hanno diversi settori con depositi glaciali sia di ablazione che indifferenziato (grigio). A valle e ad sud-ovest vi sono molte zone con una coltre detritico colluviale (giallo) che ha rielaborato, grazie all’acqua ruscellante, i depositi glaciali e quanto si stacca dalle pareti rocciose affioranti e sub affioranti. La geologia prevalente è legata ai micascisti fengitici a granato e cloritoide (marroncino) e a calcescisti (bluetto).

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Figura 3: Carta geologica a scala 1:5000. In rosso è segnato il sito oggetto d’intervento mentre in blu l’andamento della pista (fonte RAVA).

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Figura 4: Legenda della carta geologica (fonte RAVA).

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4. DESCRIZIONE DELL’OPERA

L’opera in progetto riguarda la trasformazione della pista di cantiere (figura 5) in strada poderale trattorabile per poter accedere facilmente ad alcune aree bonificate durante i lavori di realizzazione di un impianto idroelettrico. L’opera viaria si estende per circa 885 m e da dove si origina fino a dove termina compie un dislivello di circa 50 m con una prima parte sub-pianeggiante ed una parte terminale con pendenze medie oltre il 20%. La larghezza, da progetto, risulta di 3 m e durante il suo tragitto si incontrano dei tratti in scavo, in riporto e a mezza costa (figura 6). Le trasformazioni principali saranno incentrati sull’inerbimento delle scarpate, il livellamento dl piano stradale con del misto stabilizzato, la realizzazione di canalette di raccolta delle acque superficiali e la realizzazione di alcuni brevi tratti di muretti in pietra a secco di altezza inferiore a 1,5 m. La presente descrizione è per lo più finalizzata all’indagine geologica e allo Studio di compatibilità, per delucidazioni tecniche e approfondimenti si rimanda agli elaborati dell’ing. Mosso.

Figura 6: Fotografia della pista di cantiere esistente e da trasformare (fonte ing. Mosso).

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Figura 7: Profilo longitudinale e altimetrico della pista di cantiere da trasformare. Si riportano anche delle sezioni trasversali (fonte EnergyLab Engineering SRL).

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5. DESCRIZIONE DEL CONTESTO GEOLOGICO DEL SITO

Il contesto geologico (figure 8 e 9) evidenzia come quanto indicato nell’inquadramento sia sottolineato dalla morfologia. Grazie all’azione glaciale e al susseguirsi di eventi alluvionali, il territorio è divenuto poco acclive e abbastanza regolare, considerando una scala locale. Il settore dove inizia la pista di cantiere appare lavorato e coltivato a foraggio, aspetto che ha selezionato certamente il terreno visibile con le normali pratiche agricole come spietramento e la concimazione. Ciò è facilmente realizzabile in settori dove i depositi sono per lo più fini come i detriti torrentizi e alluvionali ai quali si aggiunge una componente detritico colluviale trasportata dai depositi glaciali presenti a monte. Ciò è imputabile ai numerosi impluvi provenienti dal bois d’Haury, che hanno contribuito alla geomorfologia del settore orientale rispetto al villaggio di G. Haury. Sono visibili a nord inoltre alcuni dossi montonati formati da micascisti di Leverogne, segno che il substrato roccioso non è molto lontano dalla superficie e che tali forme siano di origine glaciale. Proseguendo lungo la pista si attraversano delle zone non più coltivate e ora invase da specie vegetali caducifoglie aventi alcune decine di anni, la cui escavazione del materiale ha portato alla luce dei suoli ricchi di materia organica visto il colore particolarmente scuro. Ciò può essere anche sintomo di una zona che in passato era caratterizzata da ristagni d’acqua e con zone paludose. Verso il termine della pista il tracciato si avvicina all’attuale corso del torrente Bioley e quindi è possibile riscontrare maggiormente depositi a grande pezzatura data la prossimità del torrente e la conseguente alta energia di deposizione caratterizzante anche le colate detritiche che possono seguire l’alveo del torrente .

Figura 8: Parte finale della pista di cantiere che conduce al piazzale dove è stata montata la TBM. Tale tratto è posto in sx idrografica rispetto al torrente Bioley nell’inverno 2017-2018 (fonte ing. Mosso)

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Figura 9: Parte intermedia della pista con evidenza il materiale escavato (nero) e il materiale di riporto chiaro (fonte ing. Mosso).

Le tipologie di depositi presenti sono essenzialmente 2: - Il deposito alluvionale torrentizio, che si incontra per buona parte del tracciato , presenta determinate caratteristiche geotecniche (riportate in tabella), riscontrabili in base all’esperienza dello scrivente in siti con analoga tipologia di deposito e da dati di letteratura, come coesione nulla, angolo di attrito interno di 30-40° e peso di volume di 1,8-1,8 t/m3. - Il terreno di riporto genericamente risulta poco compattato e dai dati di letteratura si evince come tale tipologia di depositi sia piuttosto scadente con valori di angolo attrito interno di picco di 27-29°, densità di 1,6-1,9 t/m3 e coesione nulla. Generalmente si tende ad attribuire una coesione solamente in terreni sabbioso-limosi e argillosi, quindi per terreni granulari con ciottoli e blocchi è sostanzialmente corretto pensare che una volta rimaneggiati questi siano privi di coesione. La realtà è invece diversa, infatti i depositi alluvionali-torrentizi, una volta scavati mostrerebbero delle pareti stabili con angoli maggiori rispetto ai 30-40° indicati dalla letteratura. Ciò è sicuramente dovuto ad una pseudo-coesione presente nei depositi (dovuta sia ai pochi fini rinvenibili, sia ad una cementazione della matrice, sia ad un buon costipamento naturale) solitamente i primi tempi di apertura dello scavo. Il detrito colluviale dovrebbe presentare un valore di c’= 0,1-0,2 kg/cm2, mentre il riporto è caratterizzato da c’ = 0 kg/cm2. Il valori sono stati stimati da osservazioni di terreno in siti con

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Trasformazione pista di cantiere in pista poderale trattorabile a Grand Haury analoghe tipologie di deposito, dove è facile vedere che qualsiasi scavo mostra segni di stabilità teporaea che superao gradeete i valori di φ teorici (tale valore risulta verosiile se si cosidera il terreno asportato e rimaneggiato). Ai fini progettuali è però opportuno considerare il valore della coesione che si avrebbe anche dopo un lungo periodo di tempo, per tale motivo si tende a segnalare un valore di c’ = 0 KPa. Le caratteristiche geotecniche sopra enunciate, presentano valori di carico ammissibile discreti- buoni, non avendo però effettuato studi specifici (come la capacità portante del terreno sotto il piano di fondazione dipendente dalle dimensioni della platea e dalle eccentricità dei carichi) in sito è consigliato attenersi a valori di progetto di 1,5-2,5 daN/cm2.

Tipo γ t/m3) Φ ° C’(KPa)

Depositi torrente e conoide 1,8-2,0 30-40 0-20

Depositi di riporto 1,6-1,9 27-29 0

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7. STUDIO DI COMPATIBILITÀ

Lo studio di compatibilità ai sensi della DGR 2939/2008 è articolato secondo i seguenti punti:

7.1 Individuazione della classificazione urbanistico-edilizia

La classificazione urbanistico-edilizia contenuta nel DGR 2939/2008, facente riferimento alla DGR 2515/1999 e alla L.R. 11/1998, pone gli interventi da realizzarsi per trasformare la pista di cantiere in strada poderale come una infrastruttura lineare.

7.2 Caratterizzazione dei vincoli presenti

Dopo l’analisi del materiale presente sul sito RAVA sono stati individuati i vincoli presenti in base alla L.R. 11/1998 e alle norme di tutela del paesaggio:

Vincolo Dettaglio Riferimenti normativi Approfondimento necessario Ambiti inedificabili Aree boscate L.R. 11/1998 art. 33 No, già affrontato in sede di AU Ambiti inedificabili Frana L.R. 11/1998 art. 35 Si Ambiti inedificabili Inondazioni L.R: 11/1998 art. 36 Si Vincoli paesaggistici Bosco di tutela D.L.G.S. 42/2004 NO, già affrontato in sede di AU Vincoli forestali Legge Castagno R.D.3917/1877 Si, anche se già affrontato in sede di AU

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7.3 Pericolosità dei fenomeni che caratterizzano il vincolo e compatibilità con l’intervento

Ambiti inedificabili – art 35 Il sito in esame, vista la lunghezza e la peculiarità, ricade in una zona a vincolo per frana F2 (media pericolosità) nella parte iniziale, per poi essere maggiormente presente in una zona F3 (bassa pericolosità), mentre nella parte terminale entra a far parte di una zona con retino F1 (alta pericolosità). La distinzione di pericolosità tra le varie zone è specificato nell’art 35 comma 1 (L.R. 11/1998). Lo stralcio della cartografia viene riportato in figura 10.

Figura 10: Ambiti inedificabili per frana (art. 35) del di Arvier (fonte RAVA).

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Consultando poi il catasto dissesti (figura 11) per verificare la storicità di eventi di tipo franoso, si è potuto constatare che sull’area di Grand Haury non grava alcun tipo di frana censito nel catasto regionale. Le caratteristiche degli impluvi a monte del villaggio e soprattutto l’attività del torrente Bioley fanno propendere per attribuire una certa pericolosità globale, anche se non propriamente pertinente con l’attività di tipo franoso. Tale status quo è comunque compatibile con la trasformazione in progetto, vista la natura dell’opera.

Figura 11: Carta dei dissesti di Arvier dove non si nota nessun dissesto storico nelle aree intorno a Grand Haury (fonte RAVA).

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Ambiti inedificabili – art 36 Il sito in esame, vista la lunghezza e la peculiarità, ricade in alcune zone interessate dall’azione del torrente Bioley e dall’azione di 4 torrenti senza nome provenienti dal pendio a sud della frazione. Anche in questo caso, come per l’art. 35, vi è la presenza delle fasce A (piena ordinaria e di alta pericolosità ), B (zona esterna alla fascia A, media pericolosità) e C (piena catastrofica e bassa pericolosità). La distinzione tra le varie zone è specificato nell’art 36 (L.R. 11/1998 e s.m.i.) , mentre lo stralcio della cartografia dedicata viene riportato in figura 12.

Figura 12: Ambiti inedificabili per inondazione (art. 36) del comune di Arvier (fonte RAVA).

Gli effetti delle acque sulla zona studiata sembrerebbero importanti nelle zone FA, soprattutto la parte vicina all’alveo del torrente Bioley che durante la sua dinamica evolutiva potrebbe interessare la pista sopracitata causando danni importanti (conoide asimmetrico che si sviluppa maggiormente in destra idrografica). La parte più sensibile, come spesso accade, risulta essere l’attraversamento sul torrente Bioley. A tal proposito è bene valutare le indicazioni fornite dal dot. for. Bovard Eugenio (Studio per la delimitazione degli ambiti inedificabili di cui al titolo V della L.R. 11/1998) e al quale si rimanda per delucidazioni. In tale lavoro si segnala che (estratto da Sistemazioni ed adeguamento di alcuni tratti stradali in loc. Grand Haury):

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- dagli esiti della verifica idraulica condotta in corrispondenza del ponte ubicato in apice del conoide, sono emerse alcune criticità riferite allo smaltimento delle portate solide, con tempi di ritorno centennali e duecentennali; - Sulla base delle testimonianze orali raccolte in sito dai professionisti incaricati dal Comune durante la redazione dello studio degli ambiti inedificabili, è emerso che, nel 1977, l’esondazione del torrente Bioley ha provocato l’alluvionamento dell’area a debole inclinazione presente in sinistra idrografica del torrente, tra le quote 1200 m e 1150 m. IN destra idrografica, l’esondazione ha raggiunto il vecchio mulino, producendo inoltre, una piccola colata di ghiaia che ha lambito il settore occidentale del villaggio di Grand Haury. Nella relazione si segnala inoltre che durante la realizzazione di un parcheggio sul lato ovest del villaggio è stato rinvenuto un muretto di contenimento stradale a circa 2-3 m di profondità. I 4 impluvi sopracitati sembrerebbero in grado di generare eventi di colate detritiche, ma rispetto alla pista in questione non destano particolari perplessità. L’opera in progetto è compatibile con tale tipologia di vincolo dato che non avrebbe molta influenza sul tragitto delle acque e comunque non presenta un ostacolo per il deflusso a valle dove non vi sono zone abitate.

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Vincolo forestale

Il vincolo presente è riferito alla Legge Castagno (R.D. 3917/1877) ed è assoggettabile ad un vincolo idrogeologico (figura 13) e quindi riguarda tutti i terreni che subendo denudazione possano perdere stabilità e turbare il regime delle acque.

Figura 13: Vincolo forestale con in evidenza la legge Castagno del comune di Arvier (fonte RAVA).

Nel caso specifico il sito si trova in un area già disboscata, dove gli interventi necessari a realizzare la pista di cantiere hanno apportato modifiche alla morfologia locale. L’intervento di trasformazione di pista in poderale trattorabile completa l’opera cambiandone connotazione da provvisoria a definitiva, migliorandone di fatto le attuali condizioni di stabilità raccogliendo e veicolando le acque ruscellanti. Tale intervento risulta compatibile con il presente vincolo.

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7.4 Valutazione della vulnerabilità dell’opera

In base alle dinamiche geologiche presenti relative alle dinamiche dei terreni sedi di frane è necessario segnalare che le problematiche principali derivano dall’attività del torrente Bioley e alcuni suoi affluenti provenienti da impluvi posti a sud e tali attività riguardano maggiormente le colate detritiche e per le quali è da considerare un’ elevata vulnerabilità della strada (art. 35). Considerando l’inondazione (art 36), si ritiene che la vulnerabilità dell’opera sia egualmente elevata. In particolare è da segnalare che la dinamica del torrente Bioley è potenzialmente lesiva alle funzionalità della futura strada trattorabile , soprattutto in base alle criticità delle portate smaltibili (Tr 100 e 200 anni) dall’alveo del torrente. La possibilità che la luce del ponte, situato nei pressi della parte alta della pista, si ostruisca è da prendere in considerazione. L’attività degli altri impluvi segnalati rimane marginale rispetto alla strada in progetto non influenzando di molto il grado di vulnerabilità dell’opera. A proposito del vincolo idrogeologico è da segnalare che i riporti, gli scavi necessari a realizzare la pista e il disboscamento effettuato, necessitano di tempo per stabilizzarsi. In tale ottica risulta che la vulnerabilità è moderata, soprattutto nella parte terminale della pista che è caratterizzata da maggiore pendenza (Legge Castagno). Tutte le condizioni di vulnerabilità sopra espresse risultano però legate a tratti limitati della pista che possono essere facilmente riparati in caso di calamità e con un esborso relativamente contenuto. Ciò determina un abbassamento della vulnerabilità globale della futura strada poderale che complessivamente risulta moderata, anche in funzione dei tempi di ritorno utili alla progettazione di opere di questa tipologia.

7.5 Interventi di protezione adottati per ridurre la vulnerabilità dell’opera

Analizzando il progetto di trasformazione della pista bisogna concordare che l’opera diverrà a servizio della comunità locale e dei gestori dell’impianto idroelettrico solamente per poter accedere con trattori e fuoristrada ad aree bonificate altrimenti accessibili a piedi e dalla strada che transita nei pressi del vecchio mulino. Al fine di ridurre la vulnerabilità dalle problematiche sopracitate (art. 35 - art.36) si potrebbero intraprendere diversi interventi, come il rifacimento del ponte sul t. Bioley e la regimazione idraulica dello stesso, ma a mio modesto parere risultano sproporzionati se si pensa alle funzionalità della pista che deve rimanere un semplice accesso trattorabile ai fondi dei proprietari locali. In caso di calamità si ripristinerà la porzione di strada poderale danneggiata. Al fine di ridurre invece la vulnerabilità moderata legata al vincolo Legge Castagno si segnala che in progetto vi è l’inerbimento delle scarpate, la regimazione delle acque ruscellanti, la stabilizzazione del Geologo Ivan Pervier - Fraz. Moulin 10 - 11023 Chambave PI 01196860074 - Cell 3478523500 Pag. 20

Trasformazione pista di cantiere in pista poderale trattorabile a Grand Haury manto stradale e la realizzazione di tratti di muri a secco. Tutte le operazioni sopracitate garantiscono una riduzione di vulnerabilità apprezzabile stabilizzando le aree movimentate dai lavori di realizzazione della pista di cantiere.

7.6 Conclusioni sulla compatibilità dell’intervento

Analizzando le voci precedenti è opportuno pensare che le opere di trasformazione di pista di cantiere in strada poderale trattorabile risultino compatibili con le condizioni di pericolosità indicate dalla cartografia degli ambiti ai sensi della L.R. 11/1998. Ciò si evince non tanto dalle problematiche geologiche, ma dalla natura dell’opera che è di per sé poco vulnerabile perché una strada poderale è facilmente riparabile. Ipotizzandone l’utilizzo, la probabilità che in caso di eventi calamitosi si abbiano dei veicoli in transito lungo la strada è alquanto remota visto l’accesso consentito ai soli proprietari terrieri e ciò determina un valore esposto molto basso giocando a favore sulle condizioni di rischio residuo caratterizzanti l’opera e la sua fruibilità.

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8. PRESCRIZIONI DA ADOTTARE NELLA FASE DI CANTIERE

Per quanto riguarda la fase di cantiere occorre segnalare i seguenti elementi:  durante la fase di scavo, nel caso si verificassero piccoli cedimenti lungo le scarpate, effettuare la sbadacchiatura delle stesse;  aprire gradualmente gli scavi in periodi non immediatamente successivi ad intense precipitazioni o in periodi di forte fusione dell’eventuale manto nevoso; Se durante gli scavi ci dovessero essere delle discrepanze da quanto descritto nella presente relazione, bisognerà procedere con l’esecuzione di indagini geognostiche. Si prega pertanto il Direttore dei Lavori di aggiornare il sottoscritto sull’andamento degli stessi.

9. CONCLUSIONI

L’indagine condotta non ha evidenziato controindicazioni di tipo geologico alla realizzazione ed alla stabilità nel tempo dell’opera in progetto.

Chambave, marzo 2018

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