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Inquadramento storico dell’area archeologica di in

I rinvenimenti archeologici nei Comuni di Mondragone e , in Campania, hanno consentito di stabilire l’importanza dell’area di Sinuessa, località costiera abitata stabilmente fin dall’età del bronzo: nascita, sviluppo e declino della cittadina dalla conquista romana ai saccheggi dei Visigoti e dei Vandali

DOI 10.12910/EAI2016-055

di Sergio Cascella, Archeologo, e Maria Grazia Ruggi d’Aragona, Soprintendenza Archeologia della Campania

recenti rinvenimenti archeologi- di selvaggina [1]. [3] attestino che anche quest’area fu ci effettuati nel Comune di Mon- Ritrovamenti di utensili litici e in qualche modo frequentata. Tut- dragone (Caserta), presso Roccia frammenti ceramici attestano che tavia, lo stato attuale delle ricerche San Sebastiano, attestano che tra nel periodo compreso tra l’età del non consente di chiarire gli aspetti I50.000 e 25.000 anni fa, gruppi di Bronzo e quella arcaica [2], questi caratterizzanti di questi stanzia- uomini di Neanderthal, prima e di stessi rilievi montuosi furono abi- menti, per il momento testimoniati Homo sapiens, poi, trovarono ripari tati da gruppi umani la cui facies unicamente da affioramenti super- stagionali sui monti Petrino e Mas- culturale rientra nel più vasto pa- ficiali. sico i cui versanti si affacciavano su norama della Cultura cosiddetta A cominciare dalla fine del II mil- un paesaggio ricoperto da un fitto Appenninica. lennio a.C., questo sostrato di po- manto vegetazionale e caratteriz- Contrariamente e per diverse ra- polazioni autoctone che durante zato da abbondanti riserve idriche gioni, legate sia alla natura dei luo- tutta l’età del Bronzo (XVI-IX sec. costituite dai corsi dei fiumi Gari- ghi che all’incipiente antropizza- a.C.) aveva occupato le coste e l’im- gliano e Savone, le cui foci, lungo zione, questa fase è quasi del tutto mediato retroterra campano, forse le dune costiere, formavano ampi sconosciuta nell’area pedemontana, anche con l’apporto culturale di specchi lacustri e paludosi, ricchi sebbene alcuni recenti ritrovamenti genti allogene, assunse una distinta

42 Energia, ambiente e innovazione | 4/2016 connotazione culturale che gli sto- rici antichi e moderni identificano con un vero e proprio ethnos. Si tratta di agricoltori Italici, noti con il nome di Ausoni- [4], caratterizzati da una cultura emi- nentemente pastorale e arcaica che gradualmente occuparono il basso e la Campania settentrionale. Ciò che conosciamo degli Ausoni è molto confuso tanto che spesso la loro origine e la loro storia sfuma nel mito. Quale fosse l’organizza- zione sociale degli Ausoni nel ter- ritorio in questione, è tutt’oggi og- getto di discussione tra gli studiosi giacché la scarsezza di dati, dovuta alla cronica mancanza di ricerche e rinvenimenti, spesso non consente di avere un quadro sufficientemen- te chiaro delle loro dinamiche inse- diative. La moderna ricerca archeologica può oggi affermare che queste po- polazioni erano riunite in villaggi di tipo pseudo urbano sparsi su tutto il territorio. Tra questi, alcu- ni insediamenti, che la tradizione identifica con i siti diMinturnae, Sinuessa, Suessa, e , ebbero un ruolo più rilevante. Pur- troppo, nessuno di questi centri è mai stato oggetto di un’indagine archeologica sistematica che ri- guardasse le fasi storiche che hanno Fig. 1 Ex voto, frammentato, rappresentante un volto maschile. Da Falciano del Massico (Caserta) preceduto l’età romana. A tutt’oggi, l’unico scavo di un abitato ausone è quello effettuato verso la metà de- che invece fu delegato ai luoghi di I principali santuari erano disposti gli anni 80 del Novecento nei pressi culto sparsi nel territorio. sulla costa, lungo una via litoranea del Ponte Ronaco a Sessa Aurunca La natura federale dei santuari au- che in seguito divenne la via Appia; [5]. Questo sito ha rivelato il fon- soni operò quindi da fulcro politico precisamente a nord è collocato il do di una capanna formata da uno e culturale coagulante per un po- santuario della dea Marica, vicino a zoccolo di fondazione su cui era polo che, come detto, abitava la re- e a sud quello in località fissata una palizzata di tronchi di gione secondo un modo che gli stu- Panetelle, presso Mondragone, lun- legno che reggeva il soffitto. Si trat- diosi identificano con l’espressione go il corso del fiume Savone, l’anti- ta quindi di un insediamento stabi- “per pagi e vici” cioè, per insedia- co Savo [6]. A questi santuari, che le, ma che non può certo definirsi menti di tipo rurale cui sembra non costituivano un presidio per il con- “città” e che quindi ebbe un ruolo potersi attribuire un’autonomia trollo del territorio sia da un punto “politico” limitato, compito questo, amministrativa. di vista militare che commerciale,

4/2016 | Energia, ambiente e innovazione 43 data la loro posizione alle foci dei a.C. quando gli Ausoni si trasfor- (340-338 a.C.) e in quelle scara- fiumi Garigliano e Savone, si devo- marono in Aurunci, uniformandosi mucce che si conclusero nel 314 no associare una miriade di centri gradatamente agli usi e costumi dei a.C. quando le terre degli Aurun- cultuali minori localizzati lungo le popoli campani che comunemente ci divennero Ager Publicus Populi principali direttrici viarie che dalla chiamiamo . Ciò è testimonia- Romani, territorio di Roma, che costa risalivano verso l’interno e la to dalle iscrizioni che ci sono giun- vi fondò, nel 313 a.C., una colonia pianura campana (Figura 1). te, che attestano l’uso della lingua di diritto latino che prese il nome Le divinità venerate erano fem- osca, dal rituale funerario e dalla di Suessa. Il processo di romaniz- minili, principalmente legate alla tipologia delle tombe che sostan- zazione del territorio fu rapido e sfera della fecondità e al mondo zialmente è simile a quella presente profondo, attuandosi nel 312 a.C. ctonio, come attestano i molti ex nelle comunità campane limitro- con la decisione di costruire la via voto anatomici trovati nelle stipi di Appia che avrebbe collegato Roma Panetelle. con Capua e con la deduzione, Tra di esse spiccava la ninfa Marica, nel 296 a.C., delle colonie romane signora della natura selvaggia e pro- gemelle di Sinuessa e Minturnae. tettrice dei neonati, caratteristiche, Queste ultime due città avevano queste, che la assimilano al proto- lo scopo di difendere il territorio tipo della dea Diana dei romani e, da poco annesso, l’accesso costiero al pari di questa, aveva sulla sponda alla pianura campana, il passaggio sinistra (Baia Domizia - Caserta) al adjectum e il tracciato di del Garigliano, l’antico , il suo questa grande via di comunicazio- bosco sacro (Lucus). ne commerciale e militare che, ap- La cultura materiale degli Ausoni è punto, fu la via Appia. documentata proprio dai materiali Per quel che riguarda Sinuessa, la votivi poiché i rinvenimenti riferi- mancanza di fonti storiche e ar- bili ai contesti tombali sono assai cheologiche non ci permette di scarsi. Le recenti analisi tipologi- conoscere molto sui primi decen- che e cronologiche di questi oggetti ni di vita della città le cui vicende tracciano un quadro culturale degli storiche sono, per noi, abbastanza Ausoni piuttosto arretrato rispetto oscure. Certamente un duro colpo al fermento che contrariamente ca- Sinuessa lo ricevette con l’assedio ratterizza le colonie greche del Gol- che le fu posto nel 217 a.C. dalla ca- fo di Napoli e la pianura campana, valleria di Annibale, che saccheggiò ove gli Etruschi avevano fondato tutto l’agro circostante provocando diversi insediamenti tra cui Capua. vittime ed enormi danni1. La ripre- Proprio con quest’ultima area i rap- sa economica e sociale fu lenta ma porti sembrano essere più intensi costante tanto che l’abitato di Si- com’è testimoniato dalla famosa nuessa crebbe anche al di fuori del Kore o Afrodite di Sessa (Figura 2), Fig. 2 Kore di Sessa, databile al 480 a.C. ca. perimetro delle fortificazioni e, nel Fonte: U. Zannini (ed.), Isti (Aurunci) graece oggi conservata al British Museum, nominantur, Atti del Convegno 174 a.C., si rese necessario da parte che costituisce uno dei miglio- Sessa Aurunca, Marina di Minturno 2012, p. dei censori Aulo Postumio Albino ri esempi di bronzistica votiva di 170, fig. 1 e Quinto Fulvio Flacco, ampliare stile tardo arcaico rappresentante le mura e ristrutturare il Foro, cen- una giovane offerente, vestita con fe determinando così una sorta di tro pulsante della vita commerciale un chitone aderente, opera proba- koinè culturale. della città2. bilmente di un artigiano etrusco di Alla fine del IV sec. a.C. gli Au- L’importanza di Sinuessa nasceva Capua. runci vennero inevitabilmente tra- non solo dalla sua strategica posi- Rilevanti cambiamenti culturali in- volti dall’espansionismo romano zione geografica, ma anche dal ric- tervengono nel corso del V e IV sec. che culminò con la guerra latina co retroterra agricolo che fu sfrut-

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tato intensivamente. Nacque in Falerno che proprio dalla data delle lungo la costa a nord e a sud della questo periodo un enorme nume- ristrutturazioni operate dai censori città. Ovviamente una produzione ro di aziende agricole (le cd. villae del 174. a.C. vide una significativa vinicola, cerealicola e artigianale rusticae) destinate principalmente crescita di produzione. così massiccia, prevedeva l’impiego alla produzione vinicola. La pianu- Questo vitigno, famosissimo in tut- di una notevole massa di manodo- ra che si stende ai piedi del vulcano to il mondo romano, era conservato pera formata da migliaia di schia- spento di Roccamonfina e del mas- ed esportato in anfore vinarie del vi, concentrati nelle mani di pochi siccio calcareo del Massico era, ed tipo Dressel 1 e 2/4, prodotte in un facoltosi appartenenti sia all’ari- è, formato da terreni impregnati di grande numero di fornaci disposte stocrazia locale, ma soprattutto ai materiale vulcanico che rendono i sia nelle aziende agricole, ove si grandi proprietari terrieri prove- suoli particolarmente fertili e adatti produceva il vino, che in un vero è nienti da Roma. La localizzazione alla produzione del celebrato vino proprio quartiere artigianale posto di un così gran numero di persone ridotte in schiavitù, in un territorio relativamente ristretto, produsse non poche tensioni sociali che, nel 133 a.C., sfociarono in una sangui- nosa rivolta, domata da Roma con l’invio di una legione: furono cattu- rati 4000 rivoltosi in seguito giusti- ziati con la crocefissione3. Con la Pax Augusta inizia il periodo maggior splendore per Sinuessa che entrò a far parte della Regio I La- tium et Campania. La città sotto di- venne famosissima, oltre che per la produzione del Falerno, anche per le numerose ville che l’aristocrazia romana possedeva lungo la costa. Durante il periodo degli impera- tori Flavi, l’economia di Sinuessa si avvantaggiò anche del passaggio della via Domitiana che dal 95 d.C. collegò la città con il grande porto commerciale di Puteoli (l’odierna ). Questo momento feli- ce continuò ininterrotto sino al II sec. d.C. quando Sinuessa fu spesso visitata dai componenti della casa imperiale Antonina tra cui Mati- dia Minore, cognata dell’imperato- re Adriano, che si rese benemerita verso i cittadini che le fecero delle pubbliche dediche4. Il lungo e inesorabile declino iniziò del III sec. d.C. sino al saccheggio da parte dei Visigoti di Alarico all’inizio del V sec. d.C.. L’ulteriore saccheggio del 455 d.C., questa volta ad opera dei Vandali, dette il colpo di grazia a

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Sinuessa che fu completamente e de- Sul periodo antico di Sinuessa scese Dragonis, il futuro abitato di Mon- finitivamente abbandonata come il il buio sino al XII secolo, quando dragone. suo territorio che, disabitato, venne documenti scritti e tracce archeolo- rapidamente occupato dalla selva e giche testimoniano la ripresa della per saperne di più: dalle paludi che resero impraticabili vita civile in un piccolo villaggio mariagrazia.ruggidaragona@beni- sia l’Appia sia la Domiziana. medievale chiamato Rocca Montis culturali.it

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1 Liv., XXII, 13, 6-10 2 Liv., XLI, 27, 11-13 3 Orosio, V, 9. 4 Cil. X, 3833

BIBLIOGRAFIA

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