ISSN 1126-7798 49

Caterina BARILARO, Aree marginali e sviluppo locale. Il ruolo del Parco Regionale delle Serre dell’Emilia (Bo) Carmen BIZZARRI, La co-produzione nelle aree marine protett e per una gesti one sostenibile Marco BROGNA, Francesco Maria OLIVIERI, Aree protett e, turismo e forme di ricetti vità: il caso del Lazio Arianna BUZZELLI, Le Aree Protett e e le opportunità di sviluppo in Spagna. Il caso del Parco de L’Albufera Lina Maria CALANDRA, Governo partecipati vo delle aree protett e e sviluppo locale sostenibile. Il caso del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Giuseppe CALIGNANO, Alessandra MICCOLI, Liberata NICOLETTI, Turismo e sviluppo locale sostenibile: il Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase nella Macroregione Adriati co-Ionica Bernardo CARDINALE, La Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree marine protett e: la prima esperien- za dell’Area Marina Protett a “Torre del Cerrano” Bernardo CARDINALE, Marina FUSCHI, La protezione ambientale in Abruzzo: tra immaginario e realtà Igor JELEN, Alen CARLI, Paesaggi, risorse naturali e patrimonio etnografi co: strategie di sviluppo per le valli delle Alpi Giulie Giacomo CAVUTA, Dante DI MATTEO, Il Parco Nazionale del Gargano: la protezione della diversità dei paesaggi Mario CIPOLLONE, Alberto MICCADEI, Francesco VERROCCHIO, Consolidamento dell’identi tà del luogo ed ecoturismo: il blog “Noi Cerrano” Germana CITARELLA, Valorizzazione turisti ca dei territori creati vi protetti Elena DAI PRÀ, Anna Maria PIOLETTI, Alessandro RICCI, A ovest e a est: analisi delle politi che di valorizzazione delle aree naturali protett e in Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento 4499 Barbara DELLE DONNE, Il turismo intorno al Vesuvio tra diffi coltà congenite ed esperienze di valorizzazione Domenico DE VINCENZO, L’impronta ecologica quale indicatore di sostenibilità in ambito turisti co. Il caso del- embre/dicembre 2015 - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Poste DL 353/2003 S.p.A. - Sped. in Abb. Poste Italiane 2015 - Poste embre/dicembre l’area Parco Naturale “Riviera di Ulisse” tt Raff aele DI MARCELLO, Mobilità dolce e turismo sostenibile. Il ruolo della biciclett a nelle aree protett e AAREEREE NNATURALIATURALI PPROTETTE,ROTETTE, TTURISMOURISMO E Claudio GAMBINO, La rete dei parchi regionali siciliani come modello di valorizzazione turisti ca integrata Sonia GAMBINO, Risorse naturali e capacità di att razione turisti ca: l’esempio della Riserva Naturale dello Zingaro SSVILUPPOVILUPPO LOCALELOCALE SOSTENIBILESOSTENIBILE Dino GAVINELLI, Giacomo ZANOLIN, Buone prati che nel Parque Nacional de Doñana: preservazione, fruizione e turismo sostenibile Alessandra GIANNELLI, Aree protett e e turismo sostenibile: il Gargano e le Isole Tremiti a cura di Rosalina GRUMO, L’ecoturismo nel Mediterraneo e l’Area Marina Protett a Torre Guaceto: salvaguardia e sviluppo Enrica LEMMI, Hervé MAMBOUENIMBOUMBA, Aree protett e e turismo: fra approccio “neoliberista” e soste- Bernardo Cardinale Rosy Scarlata nibilità. Il modello delle Cinque Terre Luigi MASTRONARDI, Maria Carla DE FRANCESCO, Agosti no GIANNELLI, Angela STANISCI, Biodiversità e turismo nella costa teati na: confl itt o o complementarietà? Geotema - Riv. Quadrimestrale - Anno XIX n. 3 se Quadrimestrale - Riv. Geotema Marta MELGIOVANNI, Giuseppe PICCIOLI RESTA, Il turismo subacqueo a Torre Cerrano: prospetti ve di sviluppo - 40057 Granarolo Inferiore - Via Badini 12 Quarto Editore in Legge 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1) - CN/BO Pàtron (conv. Roberto MOREA, Il turismo sostenibile nel Salento: il caso del Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Pa- lude del Capitano Enrico NICOSIA, Carmelo Maria PORTO, Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’ecoturismo un fatt ore di sviluppo trainante? Maria Laura PAPPALARDO, Le aree naturali “minori” del Veneto, un esempio di recupero responsabile Astrid PELLICANO, Montecristo e Punta della Campanella tra protezione ambientale e sviluppo turisti co Emilia SARNO, La cooperazione transfrontaliera per le aree protett e nell’Eurodistrett o Adriati co G. Alessio SCARALE, Turismo e Sviluppo locale sostenibile nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: Progett o MaP Rosy SCARLATA, Aree naturali protett e, biodiversità e reti ecologiche: un approccio paradigmati co Stefano SORIANI, Marco TONINO, La diffi cile traduzione dei principi della Gesti one Integrata delle Zone Costi ere nella gesti one delle Aree Marine Protett e: il caso del Nord Adriati co Francesca SORRENTINI, La valorizzazione del turismo enogastronomico nelle aree protett e della Giusti no VALLESE, Il paesaggio delle “diverse acque”, dalle aree naturali protett e ai corridoi ecologici fl uviali. geotema Strategie progett uali per la valorizzazione paesaggisti ca e turisti ca dell’entroterra e del litorale turisti co teramano geotema

Organo uffi ciale dell’Associazione Geografi Italiani PPàtronàtron EEditoreditore

ddefinitivo_geotemaefinitivo_geotema 49_2015.indd49_2015.indd 1 114/12/20154/12/2015 13.04.0113.04.01 AGEI - Geotema, 49 Anno XIX 2015 settembre-dicembre

Direttore Franco Farinelli (Direttore Responsabile) Uffi cio di Redazione Carlo Pongetti Andrea Riggio

Aree naturali protette, turismo e sviluppo locale sostenibile a cura di Bernardo Cardinale, Rosy Scarlata

Caterina Barilaro Aree marginali e sviluppo locale. Il ruolo del Parco Regionale delle Serre 5 Carmen Bizzarri La co-produzione nelle aree marine protette per una gestione sostenibile 10 Marco Brogna, Aree protette, turismo e forme di ricettività: il caso del Lazio 15 Francesco Maria Olivieri Arianna Buzzelli Le Aree Protette e le opportunità di sviluppo in Spagna. Il caso del Parco de L’Albufera 24 Lina Maria Calandra Governo partecipativo delle aree protette e sviluppo locale sostenibile. Il caso del Parco 29 Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Giuseppe Calignano, Turismo e sviluppo locale sostenibile: il Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Ma- 35 Alessandra Miccoli, ria di Leuca e Bosco di Tricase nella Macroregione Adriatico-Ionica Liberata Nicoletti Bernardo Cardinale La Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree marine protette: la prima esperienza 43 dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” Bernardo Cardinale, La protezione ambientale in Abruzzo: tra immaginario e realtà 49 Marina Fuschi Alen Carli, Igor Jelen Paesaggi, risorse naturali e patrimonio etnografi co: strategie di sviluppo per le valli delle 55 Alpi Giulie Giacomo Cavuta, Dante Di Matteo Il Parco Nazionale del Gargano: la protezione della diversità dei paesaggi 62 Mario Cipollone, Alberto Miccadei, Consolidamento dell’identità del luogo ed ecoturismo: il blog “Noi Cerrano” 69 Francesco Verrocchio Germana Citarella Valorizzazione turistica dei territori creativi protetti 73 Elena Dai Prà, Anna Maria A ovest e a est: analisi delle politiche di valorizzazione delle aree naturali protette in Valle 79 Pioletti, Alessandro Ricci d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento Barbara Delle Donne Il turismo intorno al Vesuvio tra diffi coltà congenite ed esperienze di valorizzazione 85 Domenico de Vincenzo L’impronta ecologica quale indicatore di sostenibilità in ambito turistico. Il caso dell’area 90 Parco Naturale “Riviera di Ulisse” Raffaele Di Marcello Mobilità dolce e turismo sostenibile. Il ruolo della bicicletta nelle aree protette 95 Claudio Gambino La rete dei parchi regionali siciliani come modello di valorizzazione turistica integrata 100 Sonia Gambino Risorse naturali e capacità di attrazione turistica: l’esempio della Riserva Naturale dello 105 Zingaro Dino Gavinelli, Giacomo Zanolin Buone pratiche nel Parque Nacional de Doñana: preservazione, fruizione e turismo sostenibile 111 Alessandra Giannelli Aree protette e turismo sostenibile: il Gargano e le Isole Tremiti 116 Rosalina Grumo L’ecoturismo nel Mediterraneo e l’Area Marina Protetta Torre Guaceto: salvaguardia e 121 sviluppo Enrica Lemmi, Aree protette e turismo: fra approccio “neoliberista” e sostenibilità. Il modello delle Cinque 126 Hervé Mamboueni-Mboumba Terre Luigi Mastronardi, Biodiversità e turismo nella costa teatina: confl itto o complementarietà? 131 Maria Carla de Francesco, Agostino Giannelli, Angela Stanisci Marta Melgiovanni, Il turismo subacqueo a Torre Cerrano: prospettive di sviluppo 137 Giuseppe Piccioli Resta Roberto Morea Il turismo sostenibile nel Salento: il caso del Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e 142 Palude del Capitano Enrico Nicosia, Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’ecoturismo un fattore di sviluppo trainante? 147 Carmelo Maria Porto Maria Laura Pappalardo Le aree naturali “minori” del Veneto, un esempio di recupero responsabile 159 Astrid Pellicano Montecristo e Punta della Campanella tra protezione ambientale e sviluppo turistico 165 Emilia Sarno La cooperazione transfrontaliera per le aree protette nell’Eurodistretto Adriatico 174 G. Alessio Scarale Turismo e Sviluppo locale sostenibile nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e 178 Alburni: Progetto MaP Rosy Scarlata Aree naturali protette, biodiversità e reti ecologiche: un approccio paradigmatico 183 Stefano Soriani, Marco Tonino La diffi cile traduzione dei principi della Gestione Integrata delle Zone Costiere nella 190 gestione delle Aree Marine Protette: il caso del Nord Adriatico Francesca Sorrentini La valorizzazione del turismo enogastronomico nelle aree protette della Campania 195 Giustino Vallese Il paesaggio delle “diverse acque”, dalle aree naturali protette ai corridoi ecologici fl uviali. 200 Strategie progettuali per la valorizzazione paesaggistica e turistica dell’entroterra e del litorale turistico teramano

000_INDICE.indd0_INDICE.indd 1 005/01/20165/01/2016 13:17:5913:17:59 AGEI - Geotema, 49 Anno XIX 2015 settembre-dicembre

EDITORIAL BOARD

John Agnew Maria Paradiso (UCLA - University of California - Los Angeles - USA) (Università del Sannio - Benevento) Vincent Berdoulay Petros Petsimeris (Universitè de Pau - FR) (Universitè de la Sorbonne - Paris - FR) Giuseppe Campione Chris Philo (Università di Messina) (University of Glasgow - Scotland - UK) Claudio Cerreti Claude Raffestin (Università Roma 3 - Roma) (Universitè de Géneve - CH) Beatrice Collignon Franco Salvatori (Universitè de Bordeaux - France) (Università Tor Vergata - Roma) Sergio Conti Lidia Scarpelli (Università di Torino) (Università Sapienza - Roma) Gino De Vecchis Ola Söderstrom (Università Sapienza - Roma) (Universitè de Neuchatel - CH) Elena dell’Agnese Jean-François Staszak (Università Bicocca - Milano) (Univeritè de Géneve - CH) Giuseppe Dematteis Ulf Strohmayer (Politecnico di Torino) (National University of Ireland - Galway - Ireland - UK) Nick Entrikin Angelo Turco (University de Notre Dame - Indiana - USA) ( IULM - Milano) Claudio Minca Michael Watts (Wageningen Universiteit - NL) (University of Berkeley - CA - USA) Anssi Paasi Benno Werlen (University of Oulu - FI) (Universitat Jena - DE)

Per eventuali indicazioni di carattere editoriale preghiamo di rivolgersi al Prof. Franco Farinelli, Dipartimento di Comunicazione, Università di Bologna, via Azzogardino 23, Bologna, tel. 051 - 2092229/303. A richiesta potranno essere forniti estratti a pagamento. Gli articoli vanno forniti su fi le, con qualsiasi programma. Le referenze vanno indicate in note fi nali, numerate nell'ordine nel quale appaiono nel testo e dovrebbero obbedire ai seguenti modelli: Bateson G., Verso un'ecologia della mente, Milano, Adelphi, 1976, pp. 439-515. Ricci G., Città murata e illusione olografi ca. Bologna e altri luoghi (secoli XVI-XVIII) in C. De Seta, J. Le Goff (a cura di), La città e le mura Roma-Bari, Laterza, 1989, pp. 265-290. Cosgrove D., Environmental thought and action: pre-modern and post-modern, Institute of British Geographers 15 (1990), pp. 344-358.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2 110/12/20150/12/2015 18:17:1618:17:16 Editoriale

In un libro tanto suggestivo quanto infondato si riserva di far valere per intero la sua protezio- concepito un secolo fa ma ancora ben presente ne e la propria potestà nei confronti della con- ai geografi italiani, La Terra e l’evoluzione umana correnza degli interessi stranieri rappresentati di Lucien Febvre, compare una fulminante im- da altri stati o dai sempre più pervasivi soggetti magine: quella di certe pitture cinesi in cui gli economici multinazionali. Sotto tal profi lo il pre- edifi ci sembrano poggiare non sulla terra ma sente numero di Geotema fa da pendant a quello direttamente sul bianco cioè sul vuoto della pa- precedente, dedicato al rapporto tra sviluppo e gina, quasi galleggiassero nell’aria senza alcun cooperazione internazionale: in questo si trattava fondamento o radicamento al suolo. È un’imma- della produzione del territorio attraverso l’espor- gine che spesso torna alla mente nel leggere la tazione di tecniche, pratiche e modi da un paese maggior parte delle contemporanee analisi di e da un continente all’altro; nel presente numero carattere storico, sociologico e (con ancor più della nostra rivista vengono invece messe a tema frequenza) economico sullo stato del nostro Pa- i moduli e le possibilità dello sviluppo endogeno ese e sulla condizione dei suoi abitanti: analisi degli stati europei, seppure in rapporto al deli- quasi sempre costruite su dati e rilevazioni mol- cato aspetto della mobilità internazionale che va to grossolanamente contestualizzati, prive cioè sotto il nome di turismo. In tal modo la microfi - di precisi riferimenti territoriali. Si sconta in tal sica delle forme di sviluppo territoriale si articola caso l’aspetto debole della “svolta spaziale” che secondo un inventario il cui minuto carattere è la negli ultimi tempi ha interessato il complesso del- miglior garanzia delle forme di generalizzazione le scienze sociali, insito appunto nella genericità analitica di cui siamo ancora in attesa, ma la cui dello stesso concetto di spazio assunto: un limi- plausibilità dipende dalla coerenza e dal rigore te che certo non riguarda la generalità dei saggi con cui l’esame dei singoli casi di studio viene ap- che seguono, tutti puntualmente riferiti a defi - punto condotto. Torna in mente il vecchio motto niti ambiti geografi ci e a specifi che modalità di romantico: “cento anni d’analisi per un attimo di estrazione di valore dal territorio. Nel complesso sintesi”. Da quest’ultimo siamo ancora lontani ma essi riguardano quasi senza eccezione aree natu- la strada è quella giusta, ed è la strada in grado di rali sottoposte a differenti gradi e modi di tute- restituire alla geografi a il posto che le compete, la, vale a dire (a farvi caso) le uniche zone sulle anche nel nostro Paese, all’interno del ventaglio quali lo stato nazionale territoriale centralizzato delle scienze umane. moderno, come lo defi niva Carl Schmitt, ancora Il Direttore

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001_INTRODUZIONE1_INTRODUZIONE - BARILAROBARILARO 2 ccolonneolonne concon editoriale.inddeditoriale.indd 3 005/01/20165/01/2016 13:19:4213:19:42 1 Introduzione

Le aree naturali protette possono assumere un governance territoriale e integrata delle Aree Protet- ruolo centrale per lo sviluppo del territorio sia in te Marine e Costiere dell’Adriatico e Ionio promuo- relazione alla protezione dell’ambiente, degli ecosi- vendo la condivisione dei benefi ci ambientali e socio stemi e degli habitat maggiormente vulnerabili, sia economici); d) Risorse economiche (incrementare in merito alla progettazione di iniziative in grado la destinazione di risorse fi nanziarie per mantenere di sostenere lo sviluppo delle attività economiche una rete ecologica di Aree Protette Marine e Costie- locali, secondo stretti requisiti di sostenibilità am- re gestita effi cacemente). bientale. In particolare, all’interno di tale iniziativa, la sud- In particolare, la ricchezza e l’eterogeneità dei detta Cattedra di Geografi a del Turismo dell’Uni- valori naturali e socio-culturali di un’area naturale versità degli Studi di Teramo si è fatta parte attiva protetta possono essere considerati come una risorsa per l’organizzazione di una sessione riservata alla integrata fortemente attrattiva per il settore turistico rifl essione geografi ca dal titolo “Aree protette, turi- e capace di rispondere positivamente ad una parti- smo e sviluppo sostenibile”, per la quale ha ottenuto colare tipologia di domanda turistica, sempre più il patrocinio dell’Associazione dei Geografi Italiani, sensibile alle tematiche dello sviluppo sostenibile ed della Società Geografi ca Italiana di Roma, della So- orientata verso un’offerta turistica ambientale e cul- cietà degli Studi Geografi ci di Firenze e dell’Asso- turale, oltre che balneare e montana. ciazione Italiana degli Insegnanti di Geografi a. Al riguardo, una forma di turismo che risponde Il presente numero della rivista accoglie proprio i a tali nuove esigenze è rappresentata dal turismo so- risultati della sessione riservata ai contributi di ma- stenibile. Il turismo sostenibile o eco-turismo è una trice prevalentemente geografi ca, dove non sono peculiare forma di attività turistica che, applicando mancati, tuttavia, apporti di matrice disciplinare il concetto di sostenibilità, ha l’obiettivo di rispetta- affi ne per la condivisione degli interessi di studio. re e preservare nel lungo periodo le risorse naturali, Le specifi che interpretazioni degli spunti di ri- culturali, artistiche e sociali, contribuendo in ma- fl essione proposti nella call for papers sono state la- niera positiva ed equa al miglioramento della quali- sciate alla valutazione dei singoli Autori, che hanno tà della vita e allo sviluppo di altre attività sociali ed proposto, infatti, un ampio e variegato ventaglio di economiche dell’area. temi di studio. Le relazioni pervenute hanno dato Su queste tematiche è incentrata la rifl essione origine a tre sessioni di lavoro susseguitesi nei gior- all’interno del meeting ADRIAPAN, l’evento con- ni di martedì 3 giugno e mercoledì 4 giugno, ri- clusivo del progetto PANforAMAR (Protected Areas spettivamente coordinate da Bernardo Cardinale, Network for Adriatic and Ionian Macro Region) dal tito- Stefano Soriani e Igor Jelen, che i curatori del vo- lo “Verso il 2020. Adriatico e Ionio e gli ‘Obiettivi di lume desiderano ringraziare insieme a tutti quelli Aichi’ ”, che si è svolto a Pineto (TE), presso la sede che hanno contribuito alla riuscita del Convegno dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” dal 2 ed alla pubblicazione degli Atti. al 4 giugno 2014. In particolare, un vivo ringraziamento va ai nu- Le Giornate di studio, sotto l’egida dell’Inizia- merosi Colleghi che hanno presentato relazioni e tiva Adriatico Ionica e promosse dall’Area Marina comunicazioni, all’AGEI, nella persona del Presi- Protetta “Torre del Cerrano” con la collaborazione dente Franco Farinelli per aver accolto i risultati dei della Cattedra di Geografi a del Turismo dell’Uni- lavori nel presente numero della rivista GEOTEMA, versità degli Studi di Teramo, hanno rappresentato e al Comitato Scientifi co dell’iniziativa composto, un’occasione per avviare un ricco confronto inter- oltre che da Bernardo Cardinale, da Piergiorgio nazionale tra mondo accademico geografi co, istitu- Landini e Marina Fuschi. zioni, esperti, operatori del settore, per conoscere e Ancora, a Benigno D’Orazio e Fabio Vallarola, discutere le politiche per la valorizzazione della bio- rispettivamente Presidente e Direttore dell’Area Ma- diversità, l’attuazione degli indirizzi comunitari, le rina Protetta “Torre del Cerrano”, un sentito grazie migliori pratiche fi nora sviluppate, con l’obiettivo di per il coinvolgimento, l’accoglienza e il sostegno puntare al rilancio delle economie locali, riparten- fi nalizzato alla partecipazione della comunità dei do dall’immenso capitale naturale che caratterizza geografi . i territori. BERNARDO CARDINALE - ROSY SCARLATA A tal fi ne, durante i tre giorni sono stati previ- sti eventi, gruppi di lavoro e discussioni riguardo i seguenti argomenti: a) Reti ecologiche (creare una Note rete ecologica rappresentativa e connessa, di Aree 1 Pur nella impostazione generale comune ad entrambi gli Au- Protette Marine e Costiere in Adriatico e Ionio; b) tori, occorre notare che la curatela dei contributi da pagina 5 Sviluppo sostenibile (raggiungere un’effi cace, effi - a pag. 104 è da attribuire a Bernardo Cardinale, mentre quella ciente e sostenibile gestione e buona governance nelle da pagina 105 a 206 pagina a Rosy Scarlata; l’introduzione è Aree Protette); c) Benefi ci condivisi (sviluppare una in comune.

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001_INTRODUZIONE1_INTRODUZIONE - BARILAROBARILARO 2 ccolonneolonne concon editoriale.inddeditoriale.indd 4 005/01/20165/01/2016 13:19:4313:19:43 Caterina Barilaro

Aree marginali e sviluppo locale. Il ruolo del Parco Regionale delle Serre

“[…] Mi accinsi quindi all’ascesa della catena montuosa rivestita di maestose querce, di faggi e di lugubri abeti che avevano sfi dato le bufere di molti inverni. Ad ogni passo scoprivo bellezze nuove […] Vi era qualcosa di tanto selvaggio e di tanto tenebroso in quelle montagne, dai boschi fi tti ed oscuri, da soggiogare la mente. Tutto era silenzio, solo in lontananza si udiva, di tanto in tanto, il frastuono di qualche cascata, o il gemito sommesso della brezza attraverso l’antica foresta”. (Craufurd Tait Ramage, Viaggio nel Regno delle Due Sicilie)

Summary: MARGINAL AREAS AND LOCAL DEVELOPMENT. SERRE REGIONAL PARK’S ROLE

The Serre Park was founded with Regional Law n. 48 issued in 5/5/1990 and delimitated with Government act of Ca- labria President n. 138 issued in 16/12/2003, is the fi rst Regional Natural Park instituted in Calabria. This protected area, icon of a landscape that is an unicum, is set in the Calabrian Serre, one of the most beautiful mountain in the Mediterranean area, but less known. This Park has a natural and cultural heritage composite, even if underestimated and often lethargic. The Serre area – peripheral zone as the whole Region – is set on in the land isolated by roughness of nature and the connected historical events. A land with historical unclear traditions, but also charming landscapes, that transforms this geographical site in place of the soul. The Serre Park, with other area’s natural resources, is able to turn into a systemic action and synergistic, virtuous processes of local development, in terms of tourism, economic and cultural; this is possible because the area draws the uniqueness of the place, with their identity, the unmistakable physiognomy rich in natural, historical and cultural values.

Keywords: Calabria, Serre Regional Park, local development.

1. Introduzione la loro identità, la loro inconfondibile fi sionomia ricca di valori naturalistici, storici e culturali, il Paesaggio unico e dal fascino selvaggio, sincre- Parco delle Serre, insieme alle altre risorse pre- tismo di natura e storia, le Serre calabresi appar- senti nell’area, è certamente soggetto privilegiato, tengono a quella teoria di territori condannati e con una notevole forza di attrazione, idoneo ad all’isolamento dalla fi sicità della natura e dagli attivare in un’azione sistemica e sinergica proces- intrecci che su di essa ha costruito la storia. Una si economici e culturali in grado di rilanciare il terra gravata da rappresentazioni stereotipate che territorio. hanno impedito la comprensione della sua realtà, con un patrimonio naturale e culturale composi- to, poco valorizzato e, spesso, letargico e con pe- 2. Il Parco Naturale Regionale delle Serre. culiarità paesaggistiche spesso annunciate e rara- Un’area protetta tra due mari mente indagate. Elemento dominante del paesaggio è il bosco, Incastonato nelle Serre calabresi, che costitu- contraddistinto da maestosi abeti bianchi e impo- iscono uno tra i gruppi montuosi meno cono- nenti faggi che, intersecati da ruscelli e ammassi sciuti ma anche più belli dell’intero bacino del di rocce granitiche, sono lì da anni interminabili Mediterraneo, il Parco Naturale Regionale delle a sfi dare rigidi inverni, piogge scroscianti, estati Serre – il primo parco regionale in Calabria – roventi, a formare ombrose gallerie che fi ancheg- viene istituito con la Legge Regionale n. 48 del giano le strade che si sgrovigliano fra le monta- 5/5/1990 e defi nito nei suoi confi ni con il Decre- gne. to del Presidente della Regione Calabria n. 138 In una trama che disegna l’unicità dei luoghi, del 16/12/2003.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5 110/12/20150/12/2015 18:17:1818:17:18 L’area protetta, la cui estensione è di 17.687 essa non è consentita la trasformazione del ettari, ingloba le due Riserve Naturali dello Stato territorio, ma possono essere praticate le tra- Cropani-Micone (237 ha) e Marchesale (1.257 ha), dizionali attività agro-silvo-pastorali. nonché l’Oasi Naturalistica (Lago) dell’Angitola – Zona C (area di protezione), con una super- (875 ha), zona umida di valore internazionale ai fi cie di 12.142 ha (68,67% della superfi cie sensi della Convenzione di Ramsar (30/9/1985), totale del parco), comprende le proprietà anche se posta fuori dalla continuità territoriale demaniali comunali e/o altri demani e le dell’area del Parco. proprietà agricole private. In essa si possono Appartengono al Parco delle Serre ventisei co- praticare le attività agricole secondo gli usi muni, i cui territori ricadono nelle province di tradizionali o con sistema biologico, le attività Catanzaro (7) 1 , Vibo Valentia (17) 2 e Reggio Calabria silvo-pastorali, l’artigianato e la raccolta dei (2) 3 , nelle ex-comunità montane 4 Serre Calabre, prodotti naturali. Alto Mesima, del Versante Jonico, Stilaro-Allaro e nelle – Zona D (area di sviluppo), dove maggiore è regioni agrarie 1 - Montagna di Serra San Bruno, 2 la presenza dell’uomo, interessa una super- - Colline Occidentali del Mesima e 3 - Colline Orientali fi cie di 50 ha (0,28% della superfi cie totale del Mesima e dell’Angitola (provincia di Vibo Valen- del parco). In essa ricadono le aree urbane, tia); Regione agraria n. 7 (provincia di Reggio Cala- periurbane, di espansione e quelle limitrofe, bria); 4 - Montagna di Soverato e 10 - Colline Litoranee e le aree destinate a insediamenti turistici e di Soverato (provincia di Catanzaro). produttivi. In questa zona sono consentite at- Dalla individuazione dei valori del territorio tività fi nalizzate al miglioramento socio-cultu- derivano gli indirizzi di tutela e controllo, gli usi rale delle comunità locali, salvo le indicazioni vietati e quelli ammessi attraverso la zonizzazione: contenute negli strumenti urbanistici. – Zona A (riserva integrale), con una superfi - – Oasi (Lago) Angitola, (4,95% della superfi - cie di 236 ha (1,33% della superfi cie totale cie totale del parco), comprende l’omonimo del parco), racchiude i più elevati valori na- lago e le fasce con termini di rispetto. turalistici: parte del SIC Bosco Archiforo, il Nell’area del parco, insistono quattro SIC che Bosco di Santa Maria e Monte Pecoraro. occupano il 37,08% della superfi cie totale del par- – Zona B (riserva generale orientata), regime co: il Bosco di Santa Maria, la pianura della Laci- di tutela che comprende le foreste regionali na con l’omonimo lago, il Bosco Stilo-Archiforo e e le fasce perimetrali contigue alla zona A. In l’Oasi naturalistica del Lago Angitola.

Fig. 1. Il Parco Naturale Regionale delle Serre. Fonte: www.parks.it/parco.serre.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6 110/12/20150/12/2015 18:17:1818:17:18 3. Il paesaggio delle Serre terra misto al sapore umido dell’erba – lo stormire delle fronde al soffi o del vento, lo scroscio dell’ac- Icona di un paesaggio che costituisce un unicum, qua dei torrenti che ruzzola sulle pietre, tutto con- il Parco delle Serre è caratterizzato da alcune pecu- tribuisce a tessere un mosaico smeraldo che fa da liarità geologiche che adornano l’ambiente natu- sfondo al silenzio e all’armonia della natura. rale: gli aridi calanchi argillosi che solcano soprat- Impreziosiscono il paesaggio aree di particolare tutto il versante settentrionale e quello orientale; interesse naturalistico: il Bosco Archiforo, alle pen- gli isolati ammassi granitici che spuntano dalla fi tta dici occidentali dei monti Pietra del Caricatore e foresta, come a Monte Pietra del Caricatore; le de- Pecoraro, raro esempio di formazione naturale di pressioni lacustri del pleistocene, incastonate tra i antichissime origini dominato da maestosi abeti monti nel settore centrale del massiccio; l’ampio e bianchi e imponenti faggi e intersecato da una rete lungo terrazzamento marino del settore occiden- di sentieri naturalistici, di cui il più noto è il per- tale; i corsi delle fi umare orientali caratterizzati da corso che, passando vicino al ciclopico masso gra- strette forre e da larghi letti nelle parti terminali. nitico della Pietra dell’Ammienzu, raggiunge la vetta I fi anchi spioventi dei versanti montuosi risulta- del monte Pietra del Caricatore (1.414 m); il Bosco no incisi dai solchi vallivi dei numerosi corsi idri- di Santa Maria, in prossimità di Serra San Bruno, ci che si dipartono dal lungo rilievo delle Serre, che prende il nome dalla Chiesa di Santa Maria assumendo due diverse connotazioni: l’Ancinale del Bosco dove San Bruno, fondatore dell’ordine rappresenta l’asse di struttura longitudinale (sud- certosino, faceva penitenza e pregava; le Riserve nord) del doppio sistema delle Serre; mentre Assi, Biogenetiche del Marchesale e di Cropani Micone 5, che Stilaro e Allaro scendono più acclivi verso le ondu- costituiscono insieme agli altri boschi calabresi un lazioni della costa ionica, dove l’altopiano si pre- patrimonio di notevole valore biogeografi co; la senta con una forte scarpata. Pianura della Lacina 6; l’Oasi dell’Angitola 7. Il Mésima, con i suoi 800 kmq di bacino, è il Il paesaggio costruito presenta un’articolazione fi ume più rilevante del versante occidentale cala- territoriale frammentata in piccoli contesti inse- brese; in esso confl uisce il fi ume Marepotamo, che diativi, in cui l’azione di modellamento urbano trascina con sé le acque di un reticolo di alvei tor- risulta plasmata da vincoli storico-ambientali e da rentizi che discendono dai terrazzi posti al di sotto percorsi culturali ed economici. L’organizzazione dell’altipiano. Meno ampio il bacino del Petrace. In degli spazi abitativi ha risentito soprattutto delle direzione sud-est scorre il fi ume Angitola, che sfo- caratteristiche altimetriche, dei connotati morfo- cia sul confi ne meridionale del Golfo di Sant’Eu- logici e della confi gurazione fi sica del territorio, femia. Di particolare rilievo per le caratteristiche che ha determinato uno schema d’insediamento naturalistiche e ambientali è la fi umara dello Sti- a pettine modellato dal sistema idrografi co che si laro che dà vita alle spettacolari Cascate del Mar- sviluppa in percorsi paralleli e ravvicinati (Baldac- marico che, con circa 100 m di dislivello, sono le ci, 1954, pp. 5-7). più grandi e imponenti di tutta la Calabria e tra Un ruolo signifi cativo nella distribuzione de- le maggiori dell’Appennino meridionale. Esigue, mografi ca hanno avuto i movimenti religiosi. Il ma non meno suggestive, sono le cascate di Pietra monachesimo orientale ha favorito la risalita della Cupa lungo la fi umara Assi. popolazione verso le cimose ioniche delle Serre e Il Parco è caratterizzato da spettacolari e va- la formazione di importanti centri, in particolare riegati paesaggi, con scenari che stringono in un nella vallata dello Stilaro culla della cultura bizan- unico abbraccio zone di natura selvaggia e piccoli tina: Stilo, con la nota “Cattolica”, Bivongi, con il borghi stretti tra le rocce o rannicchiati intorno al Sacro Monastero di San Giovanni Theristis, Pazza- proprio maniero o gruppi di case rarefatte, sui cui no con l’eremo della Madonna della Stella. Il mo- muri è scolpita la storia. Pur non raggiungendo nachesimo occidentale ha contribuito, invece, al notevoli altitudini, le aspre montagne racchiudo- popolamento della parte centrale dell’altopiano e no l’oceano di verde dei lussureggianti boschi di i luoghi di culto favoriti da Cistercensi e Certosini faggi, abeti bianchi, querce e castagni che sembra- sono stati elemento di induzione di nuovi processi no quasi contendersi lo spazio con i centri aggru- insediativi. Emblematico è l’esempio di Serra San mati sulle alture, in una stretta simbiosi tra archi- Bruno, la cui storia è strettamente legata al fonda- tettura e natura. tore dell’ordine dei Certosini, il monaco Bruno- Le forme, gli intensi colori, i diversi aromi che ne di Colonia, che nel 1091 costruì la Certosa di invadono l’aria – da quello acre e forte degli ulti- Santo Stefano del Bosco, primo monastero certo- mi “scarazzi” fumanti, a quello mordace dei funghi sino in Italia e secondo in Europa dopo la grande che fanno capolino nel sottobosco, all’odore della Chartreuse di Grenoble.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7 110/12/20150/12/2015 18:17:2018:17:20 La presenza dei Domenicani in Calabria ha se- peculiari del territorio e, di conseguenza, in essi gnato culturalmente il territorio di Soriano Calabro, sono riconoscibili alcune sezioni tematiche: centro delle falde orientali delle Serre, dove per- – turistico-ambientale: a carattere naturalistico, mangono le imponenti rovine cinquecentesche di con particolare riguardo al Bosco Archiforo, un santuario e di un convento distrutti dal sisma al Bosco di Santa Maria, alle Riserve Bioge- del 1783, oggi trasformati in museo. netiche del Marchesale e di Cropani-Mico- Qui e là punteggiano il paesaggio brandelli di ne, a Villa Vittoria a Mongiana; antichi mulini sepolti dalla vegetazione e brani di – idrologica: fi umare, gole fl uviali, cascate, con vecchi palmenti e frantoi che, con le loro valenze particolare attenzione alle Cascate del Mar- culturali, testimoniano la storia sedimentata sul marico, di Pietra Cupa e dell’Alaca, alla Pia- territorio. Emergono prepotenti anche gli ulti- nura della Lacina, all’Oasi dell’Angitola; mi scorci di un frammento di Calabria con i suoi – turistico-culturale: beni demoetnoantropolo- castelli, le sue torri e tonnare, con le sue “piane” gici, siti di interesse pastorale, strutture e intessute di oliveti e agrumeti, con i suoi centri attrezzature legate alle attività agricole tra- rurali vivifi cati dall’operosità contadina, con i ma- dizionali (mulini, palmenti, frantoi, cantine, nufatti che testimoniano l’acculturazione storica terrazzamenti ecc.), beni monumentali in- del territorio, come la Ferdinandea, le Regie Ferriere dividuali, emergenze archeologiche (come sparse lungo il corso dello Stilaro e del Ruggero i megaliti di Nardodipace, sito archeologico e la Fabbrica d’Armi, emblema di un’economia mi- preistorico databile tra l’età del bronzo e neraria che ha costituito una importante fonte di quella del ferro), emergenze architettoni- reddito per tutta l’area. Anche i centri adagiati che fortifi cate e religiose (monasteri bizan- nelle pianure costiere, nonostante siano stati più tini come la Cattolica di Stilo, San Giovanni facilmente contaminati dalle note fenomenologie Theristis a Bivongi, l’Eremo Madonna della delle trasformazioni urbanistiche, hanno conser- Stella a Pazzano; la Certosa di Serra San Bru- vato alcuni punti di riferimento. Il tutto assume no; il Santuario e il Convento domenicano a nell’unità di paesaggio storico-ambientale un “va- Soriano), elementi di archeologia industria- lore corale” che dà forma a una realtà armoniosa. le (il vasto complesso della Ferdinandea, le Regie Ferriere e la Fabbrica d’Armi a Mon- giana), piccoli centri storici, musei del terri- 4. Gli itinerari del Parco torio; – agrituristica e turistico-rurale: con particolare Il Parco delle Serre è interessato da numerosi riguardo agli insediamenti rurali. percorsi e sentieri, che strutturano diversi itinera- ri tematici che intersecano l’area protetta. Sono itinerari che attraversano aree a forte valenza na- 5. Il Parco delle Serre: il valore ambientale per turalistica e culturale, lì dove ecosistemi naturali, uno sviluppo sostenibile culture, antropologie, si contaminano da millenni, dando forma a linguaggi e alfabeti unici: 1) Cer- L’area che il Parco delle Serre racchiude pos- tosa - Colla del Monaco; 2) Colle d’Arena Ariola - siede una vocazione turistica che affonda le sue ra- Vecchio Mulino; 3) Croce Ferrata - Colla del Mo- dici nella grande ricchezza dei valori naturali del naco; 4) Bosco Archiforo - Pietra del Caricatore; 5) paesaggio e nel patrimonio culturale. Diga Alaca - Monte Trematerra; 6) Edifi cio Anas In questo segmento della Calabria avvinghiato (Serra S. Bruno) - Monte Pecoraro; 7) Faggio del in una soffocante marginalità, cristallizzato in una Re; 8) Ferdinandea - Cascate del Marmarico; 9) rigida arretratezza economica e culturale, affl itto Gole d’Assi - Cascate di Pietra Cupa; 10) Sentie- da problematiche sociali, il Parco potrebbe svol- ro Frassati; 11) Lacina - Colle dei Pecorai; 12) Lu gere un’importante funzione di valorizzazione Bellu - Pietra L’Ammienzu; 13) Mongiana - Can- turistica del territorio, proponendosi come vero toniera di Monte Pecoraro; 14) Monte Tramazza - “catalizzatore economico” dell’area. La sua realiz- Lago Alaca; 15) Parco Nicholas Green - Bagni di zazione ha già attivato fl ussi turistici provenienti Guida; 16) Rosarella - Lu Bellu; 17) Santa Maria - oltre che dalla stessa Calabria, da varie parti d’Ita- Lu Guttazzu; 18) Sentiero Archiforo; 19) Sentiero lia (in particolare centro-sud) e dall’Europa (pre- Castagnare - Cascate dell’Alaca; 20) Monte Trema- valentemente turisti tedeschi e francesi). Tuttavia, terra - Castello della Baronessa; 21) Triarie - Fag- si tratta per la maggior parte di un turismo di gio di Ceronte; 22) Triarie - Sant’Antonio. transito, o per meglio dire di “prossimità”, di visi- Gli itinerari sono strutturati sugli elementi tatori che, trovandosi in vicine località di consoli-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8 110/12/20150/12/2015 18:17:2118:17:21 data tradizione turistico-balneare (come Tropea, Luzzana Caraci I., Il turismo in Calabria. Note geografi che, in Capo Vaticano, Soverato, Copanello), scelgono di «Boll. Soc. Geogr. Ital.», 1972, S. X, Vol. I, Fasc. 10-12, pp. 661-705. integrare il soggiorno marino con escursioni gior- Manzi E., Ruggiero V., La casa rurale nella Calabria, Firenze, Ol- naliere nelle aree montane. Un tipo di turismo schki, 1987. che, naturalmente, lascia scarso valore aggiun- Meyriat J. (a cura di), La Calabria, Milano, Lerici, 1961. to sul territorio e contribuisce ancora in misura Viganoni L., Una regione tra vincoli, ritardi e ipotesi di cambiamen- to: la Calabria, in Viganoni L. (a cura di), Temi e problemi di modesta alla crescita dell’economia. Uno svilup- geografi a. In memoria di Pietro Mario Mura, Roma, Gangemi, po avviato, dunque, ma inferiore alle potenzia- 1998, pp. 219-223. lità offerte dal territorio e rallentato dai vincoli dell’ambiente naturale e dalle carenze strutturali e infrastrutturali. Note Obiettivo primario, di conseguenza, deve esse- re una strategia condivisa per incentivare i fl ussi 1 Badolato, Cardinale, Davoli, Guardavalle, San Sostene, Santa turistici e per trattenerli, realizzando sistemi locali Caterina dello Ionio, Satriano. di offerta turistica (SLOT), dove si possa integrare 2 Acquaro, Arena, Brognaturo, Fabrizia, Francavilla Angitola, il sistema ricettivo con le attività commerciali e i Gerocarne, Maierato, Mongiana, Monterosso Calabro, Nardo- servizi e con le altre risorse e opportunità presen- dipace, Pizzo Calabro, Pizzoni, Polia, Serra San Bruno, Simba- rio, Sorianello, Spadola. ti nell’area, in un nuovo “sapere territoriale” che 3 Bivongi, Stilo. metta in circuito i valori economici che si compon- 4 Le comunità montane della Calabria sono state soppresse gono con le culture dei luoghi. con Legge Regionale 16 maggio 2013, n. 25 e le funzioni tra- Ma il Parco può diventare elemento di sviluppo sferite alla Regione ed esercitate in forma unitaria dall’Azienda solo se diventa fi lo conduttore di un sistema inter- Calabria Verde, istituita dalla stessa Legge. 5 Le due riserve sono state istituite con Decreto ministeriale relato di risorse, in grado di enfatizzare le presen- del 13 luglio 1977. La Riserva Naturale Biogenetica Statale ze ambientali, le persistenze culturali e le funzioni Marchesale (1.257 ha) si estende dall’alta valle del fi ume Mesi- locali. Una tale impostazione sarebbe l’approccio ma alle pendici montuose del Monte Arrugiato, da dove degra- meglio defi nito non solo per la “promozione” del da dolcemente verso il fondo valle. Ricca di sorgenti e coperta territorio, ma anche per la “riaffermazione” dell’i- da rigogliose foreste di faggio e abete bianco che hanno anche colonizzato terreni un tempo coltivati, la riserva è un sito d’im- dentità di una comunità che vuole costruire le portanza comunitaria (SIC). La Riserva Naturale Biogenetica nuove geometrie del locale. Statale Cropani Micone (235 ha) ricade nel bacino del torren- te Allaro, nel territorio del comune di Mongiana (VV), dove è presente “Villa Vittoria”, Centro Polifunzionale del Corpo Forestale dello Stato, che ha realizzato all’interno della riserva Bibliografi a diversi percorsi naturalistici: il sentiero delle piante offi cinali, il sentiero geologico, il sentiero dei frutti perduti, l’orto botani- Baldacci O., La Serra. Monografi a antropogeografi ca, in «Memorie co, il sentiero faunistico. L’area protetta, di inestimabile valore di Geografi a Antropica», 1954, vol. 9, Fasc. 1°. naturalistico, è coperta da castagno e faggio, con una impor- Barilaro C., Centri storici minori e valori ambientali e culturali dif- tante presenza di abete bianco. fusi. Serra San Bruno, la Certosa e la sua nuova identità, in P. 6 La Pianura della Lacina (342 ha) è una delle poche zone Persi (a cura di), “Recondita armonia. Il paesaggio tra progetto e umide montane meridionali ad alta concentrazione di specie governo del territorio”., Istituto Interfacoltà di Geografi a - Uni- rare e a elevata ricchezza di habitat. Importante sito di versità degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, 2007, pp. 561-572. importanza comunitaria (SIC), dal punto di vista idrologico Barilaro C., Per una geografi a dell’anima. Immagini della Calabria l’area nasce dal bacino del torrente Alaco ed è ciò che ri- nell’interpretazione fi lmica, in Persi P. (a cura di), Territori mane di un ambiente più esteso, a causa della costruzione emotivi. Geografi e emozionali. Genti e luoghi: sensi, sentimenti ed della diga. emozioni, Fano (PU), Istituto di Geografi a - Università degli 7 Oasi di Protezione Regionale istituita con D.P.G.R. 12 mag- Studi di Urbino “Carlo Bo”, 2010, pp. 73-82. gio 1975 n. 552; Area umida di importanza internazionale Citarella F., Parchi e riserve naturali come strumenti di tutela del (Ramsar) istituita con D.M.A.F. 30.9.85; Oasi WWF Italia dal territorio e valorizzazione delle risorse delle aree montane, in Mau- 1987; Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) della Rete Natu- tone M. (a cura di), Giornata di studio in onore di Mario Fondi, ra 2000 (Codice IT9340086). L’Oasi Lago dell’Angitola, tra le I, Scritti geografi ci, Napoli, Guida, 1997, pp. 501-516. riserve più importanti del Mediterraneo, si trova sul versante Gambi L., Calabria, Torino, Utet, 1965 (collana «Le regioni tirrenico della Calabria all’estremità meridionale della Piana d’Italia»). di Sant’Eufemia. Ha un’estensione di 875 ettari, di cui 196 Lacquaniti L., Morfologia ed evoluzione dei centri abitati della Ca- (quando il livello è massimo) occupati dal bacino artifi ciale labria: considerazioni ed esempi, in «Boll. Soc. Geogr. Ital.», realizzato nel 1966 in seguito allo sbarramento del fi ume Angi- 1946, 1, pp. 31-37. tola, che separa per pochi chilometri il corso d’acqua dalla sua Landini P., Massimi G., Servizi metropolitani, integrazione geogra- foce naturale. Pur essendo stata riconosciuta la sua importanza fi co amministrativa e sviluppo in Calabria, in Viganoni L. (a internazionale, l’oasi non era rientrata nella L. 394/91 sulle cura di), Temi e problemi di geografi a. In memoria di Pietro Mario aree protette e, pertanto, è stata inglobata nel perimetro del Mura, Roma, Gangemi, 1998, pp. 123-132. Parco Naturale Regionale delle Serre.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9 110/12/20150/12/2015 18:17:2118:17:21 Carmen Bizzarri

La co-produzione nelle aree marine protette per una gestione sostenibile

Summary: THE CO-PRODUCTION IN MARINE PROTECTED AREAS FOR SUSTAINABLE TOURISM

Nowadays the co-production is the management method that relies on consumer responsibility for the service, becoming the recipient of the service and not its benefi ciary. Decline co-production in marine protected areas is to give a different interpretation to the already tested public-private partnership, as it becomes the new form of investment in the territory with the involvement of public actors, but also the local community and above all professional and trade associations. In the scientifi c literature, however, is known as the co-production applied in other services will have an extremely positive effi ciency and quality in the provision of services, a high degree of customer satisfaction and mutual commitment for both the producer and the customer. The contribution will therefore analyzed the co-production as a management tool applied to marine protected areas will be identifi ed and the consequences and possible strategies in an attempt to combine the protection of the environment to tourism development.

Keywords: co-production, sustainable tourism in marine protected areas, management of marine protected areas.

1. Le caratteristiche economiche, ambientali e portamento degli utenti del servizio riducendo la sociali della co-produzione dipendenza del cittadino verso i decisori politici. Nella co-produzione gli utenti, infatti, diventano La co-produzione può essere defi nita come co-produttori del sevizio in modo che, come han- quella modalità di produzione di servizi pubblici no sottolineato Bovaird e Loeffl er (2012), utilizza- per la quale si instaura una equa e reciproca re- no in maniera più consapevole le risorse, si miglio- lazione tra ente pubblico e i suoi utenti (Ostrom, rano le performance e si evolvono continuamente 1996, p. 1074). La necessità di modifi care la ge- grazie proprio ai contributi degli utenti. stione dei servizi pubblici deriva dal loro falli- Affi nché l’utente del servizio, che poi non è al- mento sia nei confronti del cittadino che della tro che un normale cittadino, possa intervenire pubblica amministrazione. Il cittadino ha da un in maniera determinante sulla qualità e sull’ero- lato verifi cato come il servizio pubblico nel tem- gazione del servizio, è necessario che si avvii un po è risultato sempre più scadente sotto il profi lo nuovo processo bidirezionale orizzontale: il deci- quantitativo e qualitativo, dall’altro la pubblica sore pubblico divenga un facilitatore del servizio, amministrazione ha trovato sempre più oneroso dall’altra l’utente cambi il proprio comportamen- offrire servizi per soddisfare le esigenze e i nuovi to, cercando nelle proprie capacità le modalità di bisogni dei cittadini. risoluzione dei problemi. In questa direzione si possono collocare, peral- Il processo si realizza solo quando le relazioni tro, tutte le forme di partecipazione che tendono divengono orizzontali ovvero quando la pubblica a coinvolgere i cittadini seguendo il principio della amministrazione coinvolge l’utente in maniera sussidiarietà, per il quale, i problemi sorti in una che vi sia una reciproco scambio offrendo anche collettività è preferibile che si risolvano all’interno una serie di incentivi a migliorare il servizio. Tale della comunità stessa. Partendo, infatti, dal coin- innovativa modalità di rapporto tra utente-citta- volgimento bottom down, sono state elaborate inno- dino e pubblica amministrazione genera, peral- vative modalità per la gestione dei servizi pubblici, tro, una rete tra pari grazie al trasferimento di co- modifi cando il sistema tradizionale basato sulla noscenze che utente-cittadino riversa nella produ- centralità delle decisioni e sull’organizzazione ge- zione del servizio. Come è stato più volte osserva- rarchica. Tra queste nuove forme, la co-produzio- to (Realpe e Wallace, 2010; Stephen, Ryan-Collins ne può essere riconosciuta come quella modalità e Boyle, 2008), la co-produzione, infatti, fonda la che, riconoscendo l’inseparabilità tra produzione sua operatività nel porre al centro del servizio le del servizio e sua erogazione, attiva un nuovo com- capacità degli utenti, in modo che partendo dal-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1100 110/12/20150/12/2015 18:17:2218:17:22 le sue competenze e dalle sue abilità è possibile 4. Co-valutazione: la valutazione fi nale del ser- costruire un servizio effi ciente ed effi cace rispon- vizio erogato mediante focus-group nei quali dente alle reali esigenze del cittadino-utente. Per vengono intervistati gli utenti, i cittadini e attuare tale tipologia di prestazione l’ente non è l’ente pubblico. Una ulteriore modalità di più fornitore centrale del servizio, in quanto l’u- valutazione sul servizio può essere svolto tenza non è più passiva, ma assume un ruolo atti- mediante i social network e le community on vo di supporto tra pari. Il rapporto paritario tra line, nelle quali si scambiano le varie opi- fornitore del servizio e utente modifi ca il compor- nioni e giudizi sul servizio da parte degli tamento dell’ente pubblico che, apprezzando le utenti. esigenze degli utenti-cittadini, può affi dare l’ero- gazione della prestazione all’utenza stessa, anche se può avvenire su base volontaria, comunque, 2. Impatti sul territorio e le scale di riferimento non escludendone l’assunzione di responsabilità della co-produzione nello svolgimento del servizio. La co-produzione richiede, pertanto, un sistema ben organizzato La co-produzione è molto interessante sotto di co-governo e di co-gestione per il quale l’ente il profi lo geografi co in quanto l’erogazione del pubblico prima di tutto individua i possibili utenti servizio ha impatti sia orizzontalmente, ovvero da poter coinvolgere e con essi, poi, ne defi nisce all’interno degli utenti che lo utilizzano, ma an- la mappa del servizio dal suo concepimento fi no che verticalmente ovvero sul territorio nel quale alla sua erogazione, verifi candone in tutti i pas- il servizio viene erogato. Il riversare gli effetti del saggi i possibili ed eventuali miglioramenti. servizio sul territorio apre nuovi scenari sia a scala A tal fi ne oltre ad identifi care il responsabile locale, sia a scala regionale in quanto, una volta dell’ente, si individua un responsabile che possa verifi cata la qualità del servizio, sia i costi ma so- interpretare le esigenze dell’utenza, in modo che prattutto i benefi ci si espandono per allocare in questo sia riconoscibile ed autorevole di fronte a maniera ottimale le risorse. La progettazione e tutti gli utenti-cittadini. la gestione affi date alle competenze degli utenti I due responsabili, così, verifi cano le risorse determinano, infatti, la possibilità di conoscere le necessarie all’erogazione del servizio, ne valuta- esigenze dei fruitori del servizio e di conseguen- no la loro effi cienza e ne sviluppano i metodi per za l’elaborazione facilitata sia delle infrastrutture migliorare l’erogazione fi nale, grazie proprio alla da un punto di vista architettonico, sia dell’uso messa a disposizione delle abilità che l’utenza può effi ciente delle risorse sotto il profi lo organizzati- offrire. vo. La co-produzione, come è stato già descritto, Questo processo ha necessariamente bisogno infatti, ha inizio dalla fase di progettazione favo- di alcune fasi: rendo il dialogo tra ente pubblico, utenza e resi- 1. Co-commissioning: durante tale procedimento denti tanto da ampliare l’accesso ai servizi a tutte l’ente pubblico coinvolge gli utenti che, con le possibili categorie, diminuendo il divario tra ri- le loro capacità, possono individuare e svi- sorse e bisogni basandosi sulle reali esigenze del- luppare i metodi per migliorare e segmenta- le diverse comunità sulle quali la gestione ricade. re il servizio a seconda delle diverse esigenze Tale fase del processo è molto importante sotto il dei loro fruitori, nei quali si identifi cano. profi lo geografi co in quanto grazie allo scambio 2. Co-design: in questa fase l’utenza responsabile di idee tra i tre soggetti coinvolti, le infrastrutture della fase del co-commissioning esterna la pro- progettate saranno sicuramente in armonia con gettazione a tutti i possibili utenti, in modo il contesto paesistico e paesaggistico. Il coinvol- che questi possano incidere ed eventualmen- gimento della comunità locale e degli utenti per- te migliorare l’architettura del piano (siti web mette, infatti, di pianifi care strutture funzionali realizzati con il dialogo con gli utenti, proto- al servizio richiesto con una attento uso delle ri- tipi infrastrutturali da discutere). sorse locali, utilizzando le tecnologie appropria- 3. Co-consegna: in questa fase si realizza il ser- te, le più abbondanti nel territorio. Questa nuova vizio e si procede alla sua erogazione da modalità di gestione dei servizi, pertanto, ben si parte sia dell’utente che dell’ente pubblico. differenzia dalla tradizionale organizzazione fon- La produzione e il consumo di molti servizi, data sulla centralizzazione dei poteri, in quanto la peraltro, sono inseparabili e in questo caso co-produzione modella l’erogazione del servizio si rende necessario ridurre la dipendenza in base alle differenti esigenze locali. dell’utente responsabile del servizio con Questi vantaggi sono controbilanciati dai costi l’ente pubblico. (Bennetta e Deardenc, 2014, p. 98) che nel bre-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1111 110/12/20150/12/2015 18:17:2218:17:22 ve periodo in quanto il tempo di preparazione e è possibile conoscere le esigenze dell’utenza con le di progettazione sarà più lungo rispetto ai tempi sue specifi cità e far partecipare la relativa comuni- normali di pianifi cazione. Tali costi diminuiran- tà locale. Per attivare la co-produzione nelle aree no nel lungo periodo, quando, una volta che il protette marine italiane è basilare la comprensio- servizio viene prodotto ed erogato, sarà sempre ne del valore economico, sociale e ambientale del- più adeguato alle esigenze degli utenti con un uti- le aree protette sia da parte degli utenti e che dei lizzo di risorse sempre più effi ciente. cittadini residenti in tali parti pregiate. Superan- Tale nuova modalità di erogazione della presta- do le asimmetrie informative, infatti, si possono zione conferisce anche vantaggi sociali in quanto sicuramente attivare forme collaborative tra ente essendo coinvolta quella gran parte dell’utenza, parco, comunità locale e utenza. Per avviare tale che co-produce il servizio e risiede nel territorio, processo l’ente parco ha il compito di contattare contribuisce a diffondere un elevato senso di re- la comunità locale per individuare le possibili at- sponsabilità sociale e di cittadinanza con positivi tività e successivamente i possibili utenti. Da que- vantaggi sociali, tra i quali un ampliamento delle sto iniziale passo, si procede per la pianifi cazione possibilità di reti sociali. È proprio l’integrazione per lo svolgimento delle attività richiedendo agli tra utenti professionisti e cittadini, dove risiede il utenti le loro competenze per la progettazione di servizio, che sviluppa quell’empowerment indirizza- possibili infrastrutture richieste. La relazionalità to a verifi care le carenze del servizio e a risolvere tra i tre soggetti, come già evidenziato nelle pa- le problematicità a «monte» e a «valle», prevenen- gine precedenti, permette una progettazione so- do nella fase di pianifi cazione i possibili ostacoli. stenibile e inserita nel contesto territoriale senza Se durante la fase di progettazione vi è l’ap- peraltro, sovraccaricare il territorio con strutture proccio partecipativo, dove la partecipazione inutili ai fi ni prefi ssati. L’infrastrutturazione che coinvolge tre tipologie di soggetti, durante la fase sarà progettata, poi, andrà condivisa con gli uten- di erogazione del servizio la gestione risulterà ti e con la comunità locale e grazie alla co-valuta- sempre molto condivisa tra utenza e pubblica am- zione tutti gli utenti e la comunità locale possono, ministrazione. La pubblica amministrazione ne grazie alle loro capacità, individuare i punti critici fornisce gli indirizzi metodologici ed economici, e migliorarne gli aspetti negativi. Il ruolo dell’en- mentre l’utenza provvede a raggiungere gli obiet- te parco sarà fondamentale per dare concretezza tivi richiesti in modo che il servizio possa risulta- e per decidere in maniera condivisa tutti le pro- re trasparente, accurato, utile, legale, eticamente poste e le attività. Nelle aree marine protette ita- corretto, accessibile, comprensibile e allo stesso liane l’ente parco, ad esempio, potrebbe attivar- tempo sempre più specifi co, innovativo e di qua- si per incentivare le attività di snorkeling, ovvero lità. quelle attività di osservazione del mare con l’uso Tale nuova modalità di progettazione e gestio- di maschere e boccaglio e senza bombole, riunen- ne può sicuramente defi nirsi sostenibile in quan- do sia la comunità locale, per avere contezza delle to determina una qualità del servizio che sicura- risorse marine già presenti e molto utilizzate dai mente può durare nel lungo periodo con impatti pescatori, sia i rappresentanti delle associazioni ambientali, sociali ed economici positivi. di snorkeling, per elaborare attività interessanti per coloro che praticano tale sport. Dopo tale in- contro si avvia la fase di progettazione e pianifi ca- 3. La co-produzione nelle aree marine protette zione verifi cando, attraverso focus group locali e la in Italia diretta partecipazione di esperti e professionisti locali e del settore dello snorkeling, la possibilità La co-produzione pertanto, serve per attivare di creare delle infrastrutture per la pratica dello quel circolo virtuoso di utilizzo di risorse in ma- sport. La funzione dell’ente è quello di facilitato- niera effi ciente e funzionale alle reali esigenze re delle conseguenti pratiche burocratiche per la dell’utente, che mettendo a disposizione il suo realizzazione di quanto progettato, nonché di va- know-how, può migliorare con costi minori, mirati lutazione dei costi-opportunità derivati dalla rea- il servizio. Il processo di co-produzione può esse- lizzazione di tale servizio. La comunità locale e le re applicato in vari settori da quelli sanitari, così associazioni di categoria dello sport hanno inve- come è iniziato nel Regno Unito (http://www.scie. ce, la responsabilità dell’erogazione del servizio. org.uk), a quelli più specifi ci come nei servizi socia- Tale procedura impone sia alla comunità locale li. Un ulteriore campo dove può essere utilizzato che alle associazioni no profi t la ricerca di ulterio- tale innovativo sistema di gestione è quello della ri fondi, oltre quelli messi a disposizione dall’ente gestione nelle aree protette, in quanto in tali aree parco, da richiedere ad altre istituzioni o grandi

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1122 110/12/20150/12/2015 18:17:2318:17:23 imprese per la realizzazione dei progetti e la ricer- vilegiato non solo per la riproduzione per alcune ca di nuovi utenti, interessati a quella tipologia di tipologie di pesci, che rischiavano l’estinzione se sport. tale luogo non fosse stato protetto sia dai turisti I responsabili delle associazioni di snorkeling che dalla pesca, soprattuto quella di frodo. Tale possono a loro volta delegare le diverse funzioni, scoperta ha portato, il 18 maggio del 2000, il go- da quella di progettazione a quella dell’erogazio- verno del Belize a dichiarare il Gladden Spit & ne, agli aderenti che ne hanno le capacità, ovvero Silk Cayes Riserva Marina e ad affi dare la gestione che nel tempo hanno acquisito quel know-how ne- oltre al governo locale anche all’associazione de- cessario per l’ottimale allocazione delle risorse e gli abitanti, che a loro volta, vista la responsabilità, delle tecnologie per una qualità del servizio. Più hanno realizzato una rete con altre associazioni il servizio risponderà alle esigenze degli aderenti di protezione ambientali internazionali quali ad alla associazione, grazie alle competenze da essi esempio WWF. messi a disposizione, più risulterà richiesto non La protezione è stata, peraltro, determinata dai solo da coloro che aderiscono a quella associazio- sicuri benefi ci che a scala regionale si sarebbero ne, ma anche da tutti coloro che praticano quello determinati sotto il profi lo di biodiversità marina: sport, nonché dalla comunità locale che comun- se fosse diminuita la biodiversità marina a causa que si sente coinvolta in tale processo. della vendita dell’isola e del conseguente permes- Le attività proposte sono diversifi cate a secon- so di pesca alle grandi imprese internazionali, si da il servizio che viene richiesto dai partecipanti. sarebbe rischiato un grande movimento di squali Alcune sono rivolte a chi pratica per la prima volta per tutta la regione dal sud al nord dall’Honduras lo snorkeling, altre ancora di livello più elevato per al Messico in cerca di cibo e l’estinzione di alcune i più esperti, altre ancora coinvolgono le famiglie specie di pesci, che non deponevano più le uova e gli accompagnatori, che assistono i partecipanti. proprio nelle isole del Belize per la continua pe- La verifi ca della qualità del servizio viene at- sca. L’istituzione della riserva Marina, pertanto, testata sia dai un sondaggi distribuiti in loco, ma avrebbe avuto il compito principale di conservare soprattutto dalle discussione sul web mediante i tali pesci per permettere l’equilibrio ecosistemico social media, la community e il forum, nei quali gli marino e proteggere la stessa barriera corallina utenti sono democraticamente tutti eguali – sia i mesoamericana. soggetti proponenti che i fruitori del servizio – si Le associazioni locali sono state autorizzate a scambiano le informazioni e lasciano i commenti co-produrre la progettazione e la gestione dell’a- ritenuti necessari per migliorare il servizio. I com- rea marina, in quanto all’interno delle stesse Or- menti ricevuti sono, peraltro, elaborati dall’uten- ganizzazioni Non Goverantive erano presenti sia i za, responsabile del servizio, per apportare gli pescatori sia gli ambientalisti, le due categorie più opportuni correttivi, migliorando in maniera co- interessate in maniera antagonista, visto che i pe- stante e continua la prestazione. scatori avevano l’obiettivo di cercare modalità di prelievo di pesce, mentre gli ambientalisti ne pro- ponevano una riserva integrale senza possibilità 4. Il caso studio del Belize di pesca. Lavorando insieme, i pescatori si sono accorti, grazie alle continue ricerche sul campo, La possibile applicazione della co-produzione che i pescatori di frodo erano molto numerosi e nelle aree marine protette è derivata dall’espe- diffi cilmente da differenziare dai pescatori locali rienza realizzata nell’area marina Gladden Split e nuocevano moltissimo all’ecosistema soprattut- nel Belize, (Gray, 2008), dove nei primi anni No- to al livello regionale, più che locale. vanta, un piccolo gruppo di residenti, protestan- La co-produzione si sostanzia nella ricerca da do contro la vendita potenziale dell’isola Silk Ca- parte delle associazioni ambientaliste di verifi ca- yes ad un imprenditore privato, ha avuto il pieno re lo stato dell’ecosistema e soprattutto nell’appli- appoggio delle organizzazioni internazionali e un cazione delle leggi di limitazione della pesca: le fi nanziamento dall’UNDP/GEF per proteggere associazioni oltre scrivere i report sullo stato di l’isola, visto che era stata identifi cata come luo- qualità dell’ambiente marino e sullo stato dei pe- go di elevata biodiversità marina (UNEP, 2012, p. sci, di guidare i turisti nel parco, hanno il com- 322). pito di polizia nell’avvistamento e nella cattura Grazie a tale possibilità economica, gli abitanti dei pescatori. Tale attività, peraltro, in un primo si sono costituiti in associazione no-profi t e han- momento non molto accolta dai pescatori locali, no continuato a sviluppare ricerche sul campo successivamente, visto i positivi effetti di tale co- per identifi care come tale isola fosse il luogo pri- strizioni e limitazioni per la sicurezza che comun-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1133 110/12/20150/12/2015 18:17:2318:17:23 que si era realizzata, ne hanno approvato in pieno La co-produzione, quindi, genera un circo- la co-gestione. lo virtuoso di verifi ca continua sulla qualità del L’associazione ha un rapporto di piena autono- servizio in maniera pubblica e trasparente. Con- mia e di responsabilità nei suoi compiti e comuni- seguentemente la co-produzione può essere una ca costantemente le sue attività all’ente parco, an- modalità innovativa di erogazione di servizi pub- che ricercando i fi nanziamenti idonei a realizzare blici, ma si rendono ancora necessarie nuove ri- i progetti di ricerca, molto spesso elaborati anche cerche per verifi care le implicazioni giuridiche e grazie all’aiuto della rete internazionali delle as- gli effetti geografi ci ed economici che si possono sociazioni ambientaliste. Ad oggi la protezione di determinare. una area marina protetta viene co-gestita dall’en- te pubblico e dall’associazione ambientalista che ha il compito di: salvaguardare l’isola e sue acque Bibliografi a dagli effetti nocivi e inquinanti del turismo, mo- Bennetta N.J., Deardenc P., From measuring outcomes to provid- nitorare la pesca illegale con compiti di polizia e ing inputs: Governance, management, and local development for far rispettare i limiti imposti per la pesca dei loca- more effective marine protected areas, in «Marine Policy», 2014, li, effettuare studi scientifi ci sulla riproduzione e volume 50, Part A, December, pp. 96-110. Bovaird T., Loeffl er E., From engagement to co-production: how sulle abitudini dei pesci, ricercare nuovi fondi di users and communities contribute to public services, Abingdon, fi nanziamento per le attività di studio e arruolare Routledge, Taylor & Francis Group, 2012. e formare nuovi volontari come guide. Coote A., Co-production as a vehicle for sharing social responsibili- ties, in Council of Europe, Towards a Europe of Shared Social Responsibilities: Challenges and Strategies, Strasbourg, Council of Europe Publishing, 2011, pp. 291-308. 5. Conclusioni Gray N.J., Producing Success: Co-Management of a Marine Protected Area in Belize, Presented at Governing Shared Resources, In conclusione la co-produzione è una nuova Connecting Local Experience to Global Challenges, 12th modalità di progettazione, pianifi cazione e ge- Biennial Conference of the International Association for the Study of Commons, Cheltenham, England, July 14-18, stione dei servizi pubblici. Questa nuova modalità 2008. di condivisione del processo decisionale realizza il Löffl er E., A Future Research Agenda for Co-Production: Overview principio di sussidiarietà e una razionalizzazione Paper, in Local Authorities - Research Councils’ Initiative, dei costi e dei numerosi vantaggi sociali a livel- Co-production: A series of commissioned reports, Swindon, Re- search Councils UK, 2010. lo locale. Questi benefi ci si trasferiscono anche a McConney P., Pena M., Capacity for (Co)Management of Marine livello regionale, quando la valorizzazione delle Protected Areas in the Caribbean, in «Coastal Management», risorse, oltre a coinvolgere la comunità locale, au- 2012, 40, pp. 268-278. mentano l’accessibilità e la fruibilità delle attrat- Ostrom E., Crossing the Great Divide: Co-Production, Synergy and tive. Development, in «World Development», 1996, 24(6), pp. 1073-1087. La co-produzione, come si è dimostrato, è una Realpe A., Wallace L.M., What is Co-Production?, London, The forma di gestione sostenibile e ben si adatta ala Health Foundation, 2010. gestione delle aree marine protette in quanto Stephen L., Ryan-Collins J., Boyle D., Co-production - A Manifesto consente all’utenza, in condivisione con l’ente for Growing the Core Economy, New Economic Foundation, London, 2008. parco, di valorizzare le risorse pregiate dell’area UNEP, Global Environment Outlook 5, (2012), consultabile al senza oltrepassare i limiti della capacità di carico. link http://www.unep.org/geo/pdfs/geo5/GEO5_report_C12.pdf, Nella co-produzione, peraltro, le innovazioni, pp. 317-342 (accesso nel maggio 2014). volte alla riduzione dell’uso di risorse naturali grazie all’adozione di tecnologie appropriate, sono facilmente accettate in quanto vengono in Sitografi a un primo momento conosciute dall’utenza e poi http://www.scie.org.uk/publications/guides/guide51/what-is-copro- riversate nella gestione del servizio, essendo essi duction/economics-of-coproduction.asp, consultato nel maggio stessi i co-gestori. 2014. Il processo di diffusione delle informazioni http://www.aidea2013.it/docs/286_aidea2013_economia-azienda- le.docx, consultato nel maggio 2014. e delle innovazioni tra gli utenti è sicuramente https://www.dur.ac.uk/resources/geography/reframing_state/CCDi- molto facilitato dai social network e da tutti quegli scussionPaperDurose2etal.pdf, consutato nel maggio 2014. strumenti di comunicazione odierni e disponibili. http://www.birmingham.ac.uk/Documents/college-social-sciences/ L’ente parco, pertanto, si avvale di questi strumen- government-society/inlogov/discussion-papers/inlogov-co-pro- duction-chapter.pdf, consultato nel maggio 2014. ti per verifi care se l’utenza co-gestore sia in grado http://www.tr.undp.org/content/dam/turkey/docs/envenergydoc/ di offrire un servizio qualitativamente e quantita- L14%2021-%20Istanbul%20declaration%20fi nal.pdf, consul- tivamente effi ciente ed effi cace. tato nell’aprile 2014.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1144 110/12/20150/12/2015 18:17:2418:17:24 Marco Brogna, Francesco Maria Olivieri

Aree protette, turismo e forme di ricettività: 1 il caso del Lazio

Summary: PROTECTED AREAS, TOURISM AND ACCOMMODATION: THE CASE OF LAZIO

Tourism local economic development is related to its integration with other economic sectors. The sustainable tourism topic is an occasion to environmental valorisation on one hand and to sustain territorial growth and development on the other hand: specifi c to the Italian case about the distinctiveness of environmental heritage. The so called “green tourism” seems to be linked to other tourism typologies. The aim of this paper is to analyse the relationship between local development, sustainability and the accommodation system of Lazio. If the attention moves from the analysis of the Protected Areas of Lazio (par. 1), a special focus on the governance topic referred to the Protected Areas of Lazio, that seems to be a key factor, specially about the overlapping of the responsibilities (par. 2). Italian tourism is based on availability of accommodation knowledge. The second part of the paper investigates the factors to development of local tourism system based on the rela- tionship between environmental protection and accommodation capacity (par. 3). The fi nal point is referred to territorial determiners in order to the valorisation of the territorial touristic product and touristic added value by the investigated relationship: the promotion could be one of the most important about the destination certifi cation (par. 4). The destination image based on the environment and tourism synergy could be an occasion to territorial competitiveness (par. 5).

Keywords: Protected Area tourism, accommodation capacity, competitiveness, Systems approach.

1. Il sistema delle aree protette del Lazio del territorio; l’incremento registrato negli ultimi dieci anni è stato mediamente del 5% annuo, con Le aree protette potrebbero essere considerate l’istituzione di nuove aree con diversi provvedi- parte integrante del prodotto turistico di un si- menti legislativi e/o amministrativi regionali o stema territoriale, in quanto risorsa del territorio; nazionali e con l’ampliamento e riorganizzazione nella realtà esse appaiono non integrate con il re- di quelle esistenti. sto del territorio ai fi ni dell’attrazione turistica. In Il parco naturale è la prima tipologia consi- particolare è quello che accade nel sistema della derata. Nel caso dei parchi nazionali essi hanno Regione Lazio, una delle prime amministrazio- un ambito di gestione molto ampio e diversifi ca- ni locali in Italia ad operare in materia di aree to ed è istituito, e quindi dipende, dal Ministero naturali protette, approvando la L. R. n. 46/77 dell’Ambiente. Nel Lazio i tre Parchi Nazionali “Costituzione di un sistema di parchi regionali occupano 29.258 ettari, corrispondente al 12,5% e delle riserve naturali”; successivamente, con la della superfi cie regionale protetta: “Gran Sasso L.R. n. 29/97 “Norme in materia di aree naturali e Monti della Laga” in provincia di Rieti, “d’A- protette regionali”, si è dotata di un nuovo stru- bruzzo, Lazio e Molise” in provincia di Frosino- mento normativo allo scopo di recepire i conte- ne e “Circeo” in provincia di Latina; il loro ruolo nuti della Legge quadro nazionale n. 394/91 e, al è importante dal punto di vista sistemico per la contempo, di garantire e promuovere, in materia tipologia delle relazioni che si instaurano fra le unitaria ed in forma coordinata con lo Stato e gli diverse regioni: Lazio, Abruzzo e, in misura mi- Enti locali, la conservazione e la valorizzazione nore, Molise. I primi due hanno una signifi cativi- del proprio patrimonio naturale. Nel corso de- tà naturalistica; nel caso del parco Nazionale del gli ultimi anni, le aree protette hanno conosciu- Circeo la sua rilevanza è maggiormente legata al to una forte diffusione, che ne ha incrementato litorale meridionale della Regione. La normativa il numero e l’estensione territoriale e, nel Lazio, riconosce anche i parchi naturali a carattere re- quasi la metà dei comuni insiste su un territorio gionale e interregionale che nel Lazio sono quat- vincolato. In termini di estensione territoriale sui tordici e corrispondono al 56,9% della superfi cie 17.200 Kmq complessivi, la superfi cie di aree pro- protetta (133.798 ettari), e si estendono su tutto tette è di 235.305 ettari, corrispondente al 13,1% il territorio, con la sola eccezione della provincia

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1155 110/12/20150/12/2015 18:17:2418:17:24 di Rieti; in particolare nell’area romana ricadono classifi catorio identifi ca le altre aree naturali nove di queste aree, per una superfi cie comples- protette che non rientrano nelle precedenti fra siva di circa 60.000 ettari, due nella provincia di cui i monumenti naturali, altri parchi urbani e Latina, tre rispettivamente nelle province di Fro- provinciali, le oasi di associazioni ambientaliste sinone e Viterbo. In termini di estensione non Nel Lazio sono presenti ventidue aree protette di sono diversi dai nazionali, ma è differente l’Ente particolare prestigio e valore naturalistico, di cui gestore. La specifi cità turistica di queste realtà è sette in provincia di Roma (1.579 ettari - 34,3% caratterizzata dalla dimensione naturalistica in del totale), sei a Frosinone (1.624 ettari - 35,3%), senso ampio e dalle rilevanze di diversa natura: quattro a Latina (958 ettari - 20,8%), tre a Viter- il turismo lacuale e il ruolo delle risorse artistiche bo (373 ettari - 8,1%) ed una a Rieti (65 ettari - per “Bracciano e Martignano”; l’archeologia per 1,4%). “Appia Antica” e “Veio” (due parchi urbani del Comune di Roma); l’appartenenza ad uno dei ter- Tab. 1. Aree protette del Lazio per tipologia. ritori particolarmente rilevanti dal punto di vista enogastronomico – la regione storico geografi ca Area protetta Statale Regionale Totale della Sabina – per il “Parco Regionale dei Monti Parco naturale 3 16 19 Lucretili”; simile ma con una dimensione minore quelli dei “Castelli Romani”, legato alla tradizio- Riserva naturale 4 30 34 ne tipica romanesca, ai laghi detti omonimi e alla Area marina protetta 0 2 2 presenza della residenza estiva del Papa; il sistema Monumento naturale 0 22 22 balneare del sud della Regione per “Monti Ausoni e lago di Fondi”, prossimo al “Parco nazionale del Fonte: Ministero dell’Ambiente, 2014. Circeo”. Come i parchi naturali, le riserve naturali, la seconda tipologia di aree protette considerata, 2. Localizzazione, governance e sistema delle aree possono essere statali o regionali in base alla ri- protette del Lazio levanza degli elementi naturalistici, ma si divido- no anche in varie tipologie a seconda delle pri- Negli ultimi dieci anni si è assistito ad una orità protezionistiche: integrali, se rigorosamen- forte evoluzione delle aree protette della Regione te tutelate e con forti limitazioni della presenza (§ par. 1). Ciò ha comportato l’emergere di una umana, e biogenetiche, se volte alla tutela di aree serie di fattori in termini di criticità e vulnera- prioritarie del patrimonio genetico delle specie bilità e, in particolare, rispetto alla complessità animali e vegetali. Le riserve della Regione La- di gestione condivisa fra più livelli di governo, zio sono 34, di cui 4 statali e 30 regionali, che nel amministrativi (verticali) e gestionali (orizzonta- loro complesso corrispondono al 24% delle 146 li); ma anche a problematiche di carattere giuri- riserve italiane. La maggior parte ricadono nel dico ed amministrativo, che in alcuni casi sono territorio della provincia di Roma (42.107 ettari), sfociate in una situazione di confl ittualità aperta seguita da Viterbo (11.798 ettari), Rieti (10.381 sul territorio, con il coinvolgimento della popo- ettari); nettamente inferiore risulta la presenza lazione residente e, in taluni casi, si è giunti al delle riserve nelle altre due province: Frosinone commissariamento dell’ente gestionale. Il siste- (2.884 ettari) e Latina (174 ettari). Il 28,7% della ma di governance delle aree protette risente di superfi cie protetta della Regione è occupata da un elevato livello di complessità: la gestione av- riserve naturali regionali (67.344 ettari), la prima viene su più livelli orizzontali e verticali. Il livello istituita nel 1977 è stata quella di Nazzano-Tevere- centrale è caratterizzato dallo Stato (Ministero Farfa. dell’Ambiente e Rete Natura 2000); scendendo Il resto del sistema di protezione occupa il 2% a livello locale da una parte vi è un ruolo im- della superfi cie protetta (4.599 ettari): si tratta portante degli enti amministrativi (Regione in di aree marine protette e aree di particolare va- particolare) e degli enti specifi camente preposti; lore naturalistico. Le aree marine protette sono per il Lazio: Agenzia Regionale dei Parchi, Enti “Isola di Ventotene e Santo Stefano” (che è an- parco regionali, Ente Regionale Roma Natura che Riserva Naturale) e “Secche di Tor Paterno” (specifi co per la gestione delle quindici aree na- (gestita dall’Ente Roma Natura). Di particolare turali protette del comune di Roma), Ente parco importanza è la prima di queste due aree, per la Riviera di Ulisse (gestisce tre aree protette nella rilevanza balneare e l’importanza storica, luogo provincia di Latina). L’Agenzia Regionale Parchi, di confi no durante il fascismo. Infi ne, il sistema istituita del 1993 del Lazio è la prima realtà spe-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1166 110/12/20150/12/2015 18:17:2518:17:25 cifi camente dedicata alla gestione delle aree pro- ma anche la messa in atto della fruizione dello tette all’interno di un sistema regionale. Seppur stesso. Inoltre il livello regionale di gestione delle la sua istituzione risalga all’inizio degli anni No- aree protette risulta fortemente infl uenzato da vanta, solo con la L.R. 1/2008 e Reg. R. 6/2008 alternanti “desiderata” politici e dalla complessa è divenuta operativa e successivamente trasfor- burocrazia. L’azione della Regione non appare mata in Agenzia (ARP) direttamente dipendente quindi orientata alla risoluzione del confl itti ma dalla Regione. L’obiettivo primario è favorire la alla “tutela del patrimonio naturale e culturale gestione del sistema delle aree protette in modo e il continuo miglioramento della gestione del effi cace ed effi ciente, seguendo le linee guida del turismo nell’area protetta a favore dell’ambien- Sistema regionale (ARP e Regione). Questa pri- te, della popolazione locale, delle imprese e dei ma considerazione evidenzia immediatamente il visitatori” (Europarc Federation, 2010). livello di complessità in termini di governance, in particolare, se si considerano gli specifi ci obietti- Tab. 2. Comuni con area protetta per le province del Lazio. vi cui sono rivolti i livelli regionali: promozione d’iniziative per la tutela della biodiversità in un Provincia Comuni contesto di sviluppo sostenibile, conservazione di Frosinone 30 specie ed ecosistemi, recupero e valorizzazione Latina 20 dell’ambiente naturale e delle ricchezze storico culturali, favorire l’educazione ambientale, la Rieti 22 promozione del turismo naturalistico e didatti- Roma 62 co, l’agricoltura biologica, il recupero ed il rici- Viterbo 16 claggio dei rifi uti. Premesso che questi obiettivi sono condivisibili ancorché generici, appare diffi - Fonte: Elaborazione propria su varie fonti, 2014. coltoso capire come esattamente si concretizzino in azioni, iniziative e progetti considerando la Il secondo aspetto riguarda la presenza di ul- vastità del sistema delle aree protette. La classi- teriori e diversi livelli amministrativi e gestionali, ca dicotomia fra conservazione e valorizzazione oltre a Regione e ARP: Province, Comuni, enti appare infl uenzare le linee guida. Da una par- gestori di specifi che aree protette, da cui discen- te il paradigma della conservazione, basato su dono differenti livelli di governo con diffuse e diversi modelli ecologici di riferimento (Serie e dannose sovrapposizione di competenze. Il livel- successioni della vegetazione, Climax, Resilien- lo di complessità in termini di governance riguar- za degli ecosistemi, Ecologia anni Settanta) che da specifi camente il comune di Roma e l’Ente delinea quello che può essere defi nito approc- Roma Natura. Il comune di Roma Capitale è evi- cio protezionistico e vincolistico. Dall’altra un dentemente caratterizzato dalla pluralità di aree paradigma più vicino all’idea di valorizzazione protette, parchi e riserve gestite dall’Agenzia e basato su un approccio di natura gestiona- Regionale e dall’Ente Parco Roma Natura. Altra le e pianifi catorio delle aree protette, che non istituzione importante è l’Ente Parco Riviera di abbandona i diversi aspetti legati alla conser- Ulisse che insiste sulle realtà comunali di Min- vazione biologica e il cui modello ecologico di turno e Sperlonga, localizzate nella parte meri- riferimento può essere sinteticamente defi nito dionale del litorale della regione, al confi ne con Landscape ecology (Tallone, 2007). È necessario la Campania. in questo caso porre l’attenzione sul ruolo delle La localizzazione delle aree protette per co- aree protette in termini di sviluppo sostenibile mune favorisce un migliore inquadramento delle locale (Brogna, 2000b). Il secondo approccio ap- considerazioni fi nora riportate. Non ci sono nel pare più coerente con il paradigma sistemico, Lazio comuni caratterizzati dalla compresenza di come si vedrà anche successivamente (§. par. 4). una riserva naturale e di monumento naturale, In particolare in relazione agli aspetti legati alla siano essi a gestione statale o locale. L’unico co- tutela ambientale e alle politiche messe in atto mune caratterizzato dalla presenza di differenti alle diverse scale territoriali, sono spesso legate tipologie di area protetta è Fondi, anch’esso lo- ad un concetto, non chiaramente defi nito, di tu- calizzato nel settore meridionale; in questo caso rismo sostenibile; esso, introdotto nelle linee gui- nel comune insistono due parchi “Monti Ausoni de dalla Regione Lazio con esplicito ed esclusivo e di Lago di Fondi” e “Monti Aurunci” ed il mo- riferimento alla Carta del Turismo Sostenibile, numento naturale “Mola della Corte”. Sono due i non appare in grado di risolvere la dicotomia: comuni che hanno più di un monumento natura- l’obiettivo è il rispetto del patrimonio naturale le: Cisterna di Latina, localizzato nell’immediato

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1177 110/12/20150/12/2015 18:17:2518:17:25 entroterra della Provincia di Latina, “Giardini considerazioni, è riportato lo stesso fenomeno, di Ninfa” e “Torrecchia”, e il comune di Cori, evidenziando la tipologia delle aree protette per prossimo al comune di Cisterna, “Torrecchia” e comune (§ Fig. 1b): I) la presenza di parchi natu- “Lago di Giulianello”. Il comune con due riserve rali nazionali o regionali interessa l’area centrale naturali è Mentana, localizzato all’immediata pe- e meridionale litoranea della regione ed alcuni riferia orientale di Roma, in cui insistono le due comuni limitrofi all’Abruzzo ed al Molise; II) le riserve naturali “Gattaceca e Macchia del Barco” riserve naturali statali o regionali mostrano una e “Nomentum”, di minore estensione. Il comune maggiore concentrazione nell’area settentrionale Ventotene è l’unico con un’area marina protetta e orientale ed in misura minore nel resto della e l’omonima riserva naturale “Isola di Ventotene regione; III) infi ne, i monumenti naturali rileva- e Santo Stefano”. no una minore diffusione nei comuni della re- I comuni che insistono su una o più aree pro- gione. Alla luce delle considerazioni fi nora espo- tette sono evidenziate in scuro (§ Fig. 1a). La dif- ste, tenendo conto della signifi cativa diffusione fusione delle aree protette interessa la parte cen- delle aree protette nei comuni della Regione trale e meridionale della Regione Lazio; si rileva Lazio e il ruolo dei diversi Enti preposti alla ge- un’assenza di continuità dai comuni della bassa stione e alla Regione stessa, il fattore critico della Tuscia seguendo l’immediato entroterra attraver- sovrapposizione delle competenze appare emer- sando il comune di Roma e diversi comuni del gere come un fattore di rischio e di debolezza, suo hinterland per giungere a quella che può es- con diverse sfumature rispetto alle conseguenze: sere defi nita una della aree a maggiore vocazione la dicotomia conservazione-valorizzazione in re- della protezione ambientale, nella provincia di lazione la dicotomia sfruttamento-valorizzazione Latina verso la costa (§ par. 1). A sostegno di tali a fi ni turistici.

a) Aree Protette per comune. b) Aree Protette per tipologia.

Fig. 1. Aree protette del Lazio per comune. Fonte: Elaborazione propria su varie fonti, 2014.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1188 110/12/20150/12/2015 18:17:2618:17:26 3. Sistema ricettivo e Sistema Regionale delle ciano e Martignano e la Sabina); in misura mi- Aree protette del Lazio nore le aree all’interno dei due parchi nazionali del “Gran Sasso e dei Monti della Laga” e quello La seconda componente oggetto d’analisi è “d’Abruzzo, Lazio e Molise”. L’area dei Castelli legata all’integrazione del sistema delle aree romani, prossima a Roma, è caratterizzata dal- protette con l’economia locale, e in particolare la presenza, nei comuni che insistono sull’area con l’economia turistica. Dall’analisi condotta su protetta, di diverse strutture ricettive con dimen- diverse fonti (ARP, Istat, Ministero Ambiente, Re- sione media rilevante; quest’area, che spesso è ca- gione Lazio) non emerge una correlazione parti- ratterizzata da una forma di domanda turistica a colare fra le aree protette ed il sistema ricettivo carattere escursionistico e di prossimità (Roma), presente nei comuni della Regione Lazio. La di- registra un’offerta turistica relativamente com- stribuzione del sistema ricettivo su scala comunale plessa e caratterizzata dal legame fra ambiente riportata è riferita al totale degli esercizi ricettivi naturale (lago), turismo leisure (enogastronomico (§ Fig. 2a) e alla dimensione in termini di posti e in misura minore sportivo) e religioso (residen- letto (§ Fig. 2b). Tuttavia esistono alcune realtà za estiva del Papa), mentre appare marginale il interessanti, considerando le due variabili: totale turismo congressuale. delle strutture ricettive e dimensione in termini Il corridoio fra Viterbo e Roma, già caratte- di posti letto. Escludendo Roma Capitale causa rizzato da forme pioniere di turismo itinerante il suo effetto distorsivo, le aree individuate sono: (Via Francigena a nord di Roma) può essere rite- i Castelli romani, il corridoio Viterbo-Roma, il nuto particolarmente signifi cativo per la presen- litorale a nord di Roma, il litorale meridionale za di strutture ricettive, seppur particolarmente in provincia di Latina, alcune aree interne (Brac- orientate a forme di turismo tradizionale, che

a) Esercizi ricettivi (v.a.). b) Posti letto in esercizi ricettivi (v.a.).

Fig. 2. Sistema ricettivo e Aree Protette nei comuni del Lazio. Fonte: Elaborazione propria su varie fonti, 2014.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 1199 110/12/20150/12/2015 18:17:2818:17:28 suggeriscono l’integrazione turismo-ambiente Rispetto alla aree interne la situazione appare nell’area del “Parco Regionale di Bracciano e differenziata. Nel caso della Sabina e del “Parco Martignano”; per certi versi simile ai Castel- dei Monti Lucretili”, il sistema ricettivo appare li Romani, seppur con una rilevanza turistica di dimensioni inferiori e neppure la sinergia con superiore. Le aree protette localizzate lungo il le risorse artistiche ed enogastronomico sembra litorale e nell’immediato entroterra appaiono allo stato attuale offrire ulteriori elementi in ter- maggiormente servite dal sistema ricettivo, anche mini di maggiore attrazione della domanda turi- se la vocazione è quella del turismo balneare; stica. Un’area dove in termini di specializzazione nella parte meridionale della Regione, la rile- appare una tendenza differente è l’area a nord vanza di aree protette, oltre che maggiormente est Rieti e sud est della Regione, caratterizzata diffusa, mostra alcune relazioni sinergiche fra le rispettivamente dal “Parco Nazionale del Gran diverse risorse attrattive. Discorso a parte meri- Sasso e dei Monti della Laga” e dal “Parco Nazio- ta Tarquinia, località multifunzionale dal punto nale di Abruzzo Lazio e Molise” e da altre aree di vista turistico: mare, enogastronomia, arche- protette di minore dimensione, in prossimità dei ologia, area protetta (“Riserva naturale statale diversi comuni, fra cui Amatrice ed Accumoli. In della Saline di Tarquinia”). Il litorale a sud di questo caso, il sistema ricettivo è presente con Latina, fra Terracina e Fondi, è caratterizzato dimensioni medie rilevanti, seppur con alcune dalla presenza di aree protette rilevanti come il eccezioni. Le stesse considerazioni possono es- “Parco dei Monti Aurunci”, il “Parco Riviera di sere riportate anche rispetto alle specifi che for- Ulisse”, il “Parco Nazionale del Circeo”. Tuttavia me di offerta ricettiva e le aree protette, sempre la maggiore offerta ricettiva in termini di posti analizzate su scala comunale, del B&b e dell’a- letto risponde alla domanda di turismo balneare. griturismo (§ Fig. 3).

a) B&B (v.a.). b) Agriturismo (v.a.).

Fig. 3. Sistema ricettivo specifi co e Aree Protette nei comuni del Lazio. Fonte: Elaborazione propria su varie fonti, 2014.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2200 110/12/20150/12/2015 18:17:2918:17:29 4. La certifi cazione turistica nelle aree protette Regione Lazio. Gli itinerari già individuati ed in parte strutturati sono attualmente cinque: “La- A corredo dell’analisi fi nora esposta, emerge zio-Etrusco”, “Parchi Montani”, “Folle Etrusche” la possibilità di un’estensione delle rilevanze am- e “Valle del Tevere”, “Geologico Cimino-Vicano”, bientali, a fi ni turistici, nell’ottica dell’integra- “Salto Cicolano”. L’attuale struttura propone, in zione per la formazione di un’offerta turistica due casi, dei percorsi che prendono spunto dalle complessiva. Oltre alle forme tradizionali (arte, rilevanze archeologiche di una vasta area (Tu- religione, congressuale, mare e lago) e nuove scia e nord della provincia di Roma), già svi- (enogastronomia, wellness), si potrebbe tenere luppata dal punto di vista turistico, mettendo conto della specifi cità della forma di «turismo in secondo piano gli aspetti naturalistici. Negli verde» che, se da una parte può essere consi- altri tre casi la possibilità di itinerari primaria- derato sempre meno di nicchia, continua ad mente naturalistici coinvolge le aree interne che essere principalmente collegato alla personale registrano un ritardo in termini di sviluppo del sensibilità del turista piuttosto che alle sue mo- settore (§ Fig. 4b). Seconda ipotesi di azione, tivazioni di vacanza. Per questo motivo un’azione complementare alla tradizionale forma di inte- di valorizzazione potrebbe avere come punto di grazione e alla costruzione di itinerari natura- partenza una diversa strutturazione di prodotto listici, potrebbe trovare la leva in alcuni pun- turistico: un’offerta basata su specifi che forme ti di forza in termini di attrattività dipendenti di attrattività, piuttosto che su un’integrazione dalle attuali “certifi cazioni di qualità” esistenti di tutte le attività che costituiscono o possono nel territorio. In questo caso l’ipotesi suggerita costituire il prodotto turistico globale. La prima è quella di considerare due tipologie di queste ipotesi di azione riguarda, ad esempio, la costru- certifi cazioni: Borghi più belli d’Italia e Bandie- zione di itinerari naturalistici, già avviata nella re Arancioni TCI (§ Fig. 4a).

a) Comuni «certifi cati». b) Itinerari naturalistici.

Fig. 4. Certifi cazione «turistica» e itinerari naturalistici per comune della Regione Lazio. Fonte: Elaborazione propria su varie fonti, 2014.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2211 110/12/20150/12/2015 18:17:3118:17:31 5. Elementi per una nuova valorizzazione delle risorse, ma necessitano di un’alleanza transdisci- aree protette plinare Uomo-Ambiente che non potrà mai es- sere realizzata e, soprattutto, non produrrà mai Non esiste una correlazione fra sviluppo del tu- economie esterne, senza la ricerca scientifi ca (Za- rismo ed aree protette, con particolare riferimen- magni, 2013). La questione, quindi, riguarda il to al sistema ricettivo, tranne alcuni casi eccezio- signifi cato del termine transdisciplinare, del peso nali, ricollegabili alla presenza dei due principali delle diverse componenti e della loro modifi cazio- parchi nazionali. Alcune specifi che aree protette, ne del tempo. Ossia se rimane ancora condivisibi- come ad esempio i “Giardini di Ninfa”, si carat- le il concetto di sviluppo sostenibile del Rapporto terizzano per forme di valorizzazione più vicine Brundtland, secondo il quale è uno sviluppo in all’escursionismo. Lo stesso successo turistico di grado di soddisfare i bisogni del presente senza alcune realtà appare collegabile ad elementi stori- compromettere la capacità delle generazioni futu- ci ed artistici, se non archeologici. Secondo quanto re di soddisfare i propri o se è necessario riformu- riportano le principali Associazioni di categoria il lare il concetto stesso. Ovvero se, come riportato vincolo ambientale può essere un freno: la stessa più recentemente, la sostenibilità, in quanto ob- locuzione “Area Protetta” ha scarso valore in ter- bligazione morale e generica, e quindi non speci- mini di appeal turistico se confrontato agli altri fi ca, non si confi gura in un mero obbligo di pre- fattori attrattivi: risorse archeologiche, artistiche servare ma di conservare la capacità di benessere e gastronomiche e gli aspetti naturalistici tendono delle generazioni future (Solow, 1993). Un livello a ridursi alle aree balneabili costiere, a differenza di consumo sostenibile può essere assicurato, in di altre forme di turismo sostenibile, come la ri- linea di principio, tutte le volte in cui risulta tec- cettività in strutture ricettive “eco” (Federalber- nologicamente possibile garantire un grado suf- ghi, 2014). È evidente come la domanda turistica fi ciente di sostituibilità fra la risorsa naturale e il rivolta al territorio laziale possa non conoscere la capitale fi sico. I paesi del G77 nella Dichiarazione rilevanza ambientale, fi no a mostrare un disinte- di Pechino del 1991, pur condividendo i principi resse marcato verso di essa, in particolare rispetto dello sviluppo sostenibile dettati su scala globale, al “vincolo” ambientale. Come emerge dalle con- hanno trascurato la dimensione etica, ponendo siderazioni riportate nel presente contributo, que- come obiettivo prioritario il diritto alla crescita sto aspetto può essere legato alla governance del dei paesi in ritardo economico rispetto alla tutela sistema territoriale, che è al tempo stesso causa e ambientale. Tralasciando il giudizio di valore, gli conseguenza dell’assenza di una strategia globale attuali cento paesi in ritardo economico, che han- e condivisa in termini di promozione e comunica- no sottoscritto la Dichiarazione, percepiscono la zione del territorio. Allo stesso modo raramente difesa ecologica come un lusso per i paesi ad eco- le certifi cazioni delle produzioni agricole, se non nomia avanzata, fi nanco alla considerazione di con qualche eccezione, riescono a far identifi care una forma di oppressione economica. Tornando con un marchio le aree di origine (Olivieri, 2014). alla scala nazionale e locale, si pone la questione E non esiste un premio di mercato per queste pro- di come ci si possa permettere questo “lusso”. Se duzioni siano esse DOP, IGP o biologiche. Quello fossimo dalla parte dei “poveri” allora la politica che si genera dall’analisi condotta è l’esistenza di di conservazione e tutela delle aree protette do- un collo di bottiglia che dipende dallo stesso con- vrebbe essere necessariamente rivista e riscritta cetto di “area protetta”, costruito sulla base della puntando anche e soprattutto alla produttività ed forte convinzione in termini di tutela ambienta- al benessere, e quindi alla competitività territoria- le e della sostenibilità ambientale. Ci si domanda le; sviluppando attività a basso impatto ambien- quindi quanto questa impostazione sia ancora da tale, ma permettendo alle aree protette di essere considerarsi la migliore strada percorribile, e se economicamente autonome, fi no alla produzione lo sia stata, almeno in passato. La riduzione del di reddito. Promuovendo un’area a fi ni turistici, concetto di sviluppo sostenibile a mera tutela am- anche come immagine, paesaggio, pur nella con- bientale porta, rispetto agli attuali processi ammi- sapevolezza che quello specifi co territorio sarà nistrativi di gestione del territorio, a considerare solo in parte benefi ciato dagli incrementi dei fl us- gli aspetti economici e sociali un gradino più in si turistici, non si producono impatti ambientali. basso rispetto alle tematiche strettamente am- Con la protezione e la tutela ambientale, fi ttizia bientali. La problematica ecologica necessita di ed insostenibile per gli Enti Istituzionali, siano una visione olistica per comprendere che i temi essi centrali o locali, si giunge alle situazioni limi- “ambientali” non sono semplicisticamente riferi- te del Colosseo, del Foro Romano e della Domus bili al degrado ambientale o all’esaurimento delle Aurea e, fuori dai confi ni regionali, di Pompei. E

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2222 110/12/20150/12/2015 18:17:3218:17:32 quindi si giunge alla necessità di considerare gli Celant A., Ecosostenibilità e risorse competitive: le compatibilità ambi- aspetti di sostenibilità economica e fi nanziaria entali nei processi produttivi italiani, Roma, Società Geografi ca Italiana, 2000. delle aree protette, di cui non esistono dati certi, Conti S., Paesaggi italiani: emergenze senza bandiere, in «Bollettino e non è disponibile un costo standard per ettaro, della Società Geografi ca Italiana», Roma, Anno (XIII), V, a differenza di quello che accade per altri settori 879-896. della spesa pubblica come la sanità. La protezione EUROPARC Federation, Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette, EUROPARC Consulting, 2010. oltranzista non è valorizzazione e può portare al Federalberghi, Il barometro del turismo - Maggio 2014, Roma, Cen- fallimento, all’abbandono e al degrado, che si do- tro Studi Federalberghi, 2014. vrebbe invece evitare. La natura di bene pubblico Gemmiti R., Ambiente e geografi a economica. Un rapporto davvero relazionale, propria sia del turismo che dell’am- possibile?, in AA.VV., Le categorie geografi che di Giorgio Spinelli, biente, richiede una tipologia di azione oltre la Bologna, Pàtron Editore, 2014, pp. 21-32. Hall M., Page S.J., The Geography of Tourism and Recreation. Envi- semplice protezione ambientale e la regolazione roment, Place and Space, London-New York, Routledge, 2002 normativa, verso politiche di valorizzazione delle (3rd Ed.). esternalità che tale sinergia produce. Giungendo Meadows D.H., I limiti allo sviluppo, Milano, Mondadori, 1971. ad ipotizzare la “messa a reddito” a scapito di una Ielardi G., Parchi di Roma e del Lazio - Guida completa natura cul- parte minoritaria della tutela ambientale. Le po- tura turismo Regione Lazio, Firenze, Giunti, 2006. Olivieri F.M., Rural tourism and local development: typical produc- litiche di valorizzazione delle aree protette, a fi ni tions of Lazio. Turismo rurale e sviluppo locale: le produzioni turistici e non, rientrano in quelle relative alla tipiche del Lazio, «Almatourism», Vol. 5, n. 3, 2015, pp. gestione “sostenibile” dei sistemi territoriali. Lo 36-59. sforzo congiunto, sinergico, dei diversi livelli di Segre A., Dansero E., Politiche per l’ambiente: dalla natura al ter- ritorio, Milano, UTET, 1996. governo con l’applicazione di una corretta azione Solow R., An almost practical step toward sustainability, «Resources di governance territoriale può produrre la certifi - policy», Elsevier Vol. 19(3), 1993, pp. 162-172, Settembre. cazione ambientale di uno specifi co sistema terri- Sorrentini F., La certifi cazione ambientale del territorio per un tur- toriale: un sistema locale in grado di valorizzare ismo di qualità, in AA.VV., Le categorie geografi che di Giorgio Spi- le risorse economiche, naturali ed antropiche, e nelli, Bologna, Pàtron Editore, 2014, pp. 127-146. Spinelli G., Protected marine areas in Italy’s Sea. Problems and per- di avviare un sistema di politiche pubbliche con spectives, Special Issues in occasion of the IGU Regional il coinvolgimento del settore privato. Inoltre, lo Conference, Lisbona, Agosto 30-Settembre 2, Società Geo- sviluppo locale non si realizza con il solo interven- grafi ca Italiana, 1998. to dall’esterno, ma richiede il ruolo di centralità Tallone G., I parchi come sistema. Politiche e reti per un nuovo ruolo delle aree protette, Pisa, ETS, 2007. da parte del territorio stesso che deve farsi carico Tinacci Mossello M., Geografi a e ambiente: il ruolo del lavoro nella dell’adozione di questo di politiche e combinando costruzione di sistemi locali resilienti, in AA.VV., Le categorie geo- tra loro le componenti esogene ed endogene al grafi che di Giorgio Spinelli, Bologna, Pàtron Editore, 2014, pp. fi ne di attivare percorsi virtuosi di sviluppo (Sor- 147-166. rentini, 2014). Vallega A., Regione e territorio, Milano, Mursia, 1976. Wackernagel M., Rees W.E., L’impronta ecologica, Milano, Edizio- ne Ambiente, 2004. Zamagni S., Territorio, istituzioni, crescita: la ripresa dell’interesse Bibliografi a nella ricerca economica, in U. Fratesi, Pellegrini G. (a cura di), Territorio, istituzioni, crescita. Scienze regionali e sviluppo del Angel D.P., Enviromental innovation and regulation, in Clark G.L., paese, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 39-56. Feldman M.P., Gertler M., The Oxford handbook of economic geography, Oxford, Oxford University Press, 2000. Ardito S., Sentieri nei parchi del Lazio, Roma, Iter-ARP, 2003 (Col- lana «Guide Ier»). Sitografi a Brogna M., Responsible tourism in the Mediterranean; Current Threats and opportunities, Roma, WWF, 2000 (a). http://www.arpalazio.gov.it/ Brogna M., Nuove forme di competitività internazionale: la qualità http://www.bandierearancioni.it/ ambientale, Ecosostenibilità e risorse competitive: le com- http://www.borghitalia.it/ patibilità ambientali nei processi produttivi italiani, Roma, http://www.minambiente.it/ Società Geografi ca Italiana, 2000 (b). http://www.istat.it/it/ Cannas R., Solinas M. (a cura di), La qualità del turismo nelle aree http://dati.istat.it/ protette in Italia. Politiche Strumenti ed applicazioni nei parchi http://www.parchilazio.it/ nazionali, Roma, Quaderni Scientifi ci del CTS, Editur, 2004. http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/ Celant A., Sviluppo turistico e trasformazioni territoriali - Fattori di forza e fattori di vulnerabilità di un settore produttivo in Italia, in AA.VV., Scritti in onore di Manlio Resta, Padova, Cedam, Note 2010, pp. 89-119. Celant A., Ferri M.A., L’Italia. Il declino economico e la forza del 1 Sebbene l’articolo sia frutto di un lavoro comune, si devono turismo. Fattori di vulnerabilità e potenziale competitivo di un set- attribuire a Marco Brogna (primo autore) i parr. 3, 4 e 5; a tore strategico, Roma, Marchesi, 2009. Francesco Maria Olivieri (secondo autore) i parr. 1 e 2.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2233 110/12/20150/12/2015 18:17:3318:17:33 Arianna Buzzelli

Le Aree Protette e le opportunità di sviluppo in Spagna. Il caso del Parco de L’Albufera

Summary: PROTECTED AREAS AND DEVELOPMENT OPPORTUNITIES IN SPAIN. THE CASE OF THE NATURAL PARK OF «L’ALBUFERA»

Nowadays Protected Areas are an important reality for the whole society. They represent the central issue of national strate- gies for the conservation and they count the support of international governments and institutions. Spain has concretized worldwide recommendations, becoming a pioneer country in Europe and confi rming its leadership in terms of protection of the territory. In this context the Natural Park of L’Albufera has been analyzed as case of study. It represents the oldest protected area in the Comunidad Valenciana, confi rming the constant focus that the Valencian Government has shown in order to preserve and protect this iconic space for the Region.

Keywords: L’Albufera, park, development, protection, strategies.

Le Aree Protette, che comprendono i paesaggi garantire l’uso e la fruizione di essi da parte dei naturalistici e gli scenari più affascinanti del mon- cittadini. Attualmente, la Red de Parques Naciona- do, sono divenute una realtà sempre più impor- les, costituita da 15 aree, rappresenta un sistema tante non solo per coloro i quali mostrano una integrato di protezione e di gestione degli spazi certa sensibilità ambientale ma per l’intera socie- più importanti del patrimonio naturale spagnolo tà. Fino a qualche decennio fa, le Aree Protette (Mallarach Carrera, 2008). erano interpretate come una forte limitazione L’obiettivo fondamentale di tutti i Parchi Na- allo sviluppo, essendo nate essenzialmente con la zionali è quello di garantire la conservazione dei funzione di tutela; solo in un secondo momento, valori naturali. Si tratta di una fi gura di protezio- rivalutando a pieno le opportunità offerte, sono ne affi ancata da un regime giuridico speciale con diventate strumento di valorizzazione del territo- fi nalità di conservazione. rio. Esse rappresentano il nodo centrale delle stra- Tuttavia, non si può pensare che tutto può es- tegie nazionali e internazionali di conservazione sere dichiarato Parco Nazionale. Difatti, i Parchi e contano dell’appoggio di governi e istituzioni Nazionali sono aree uniche e rare. La loro missio- internazionali. ne prevede un intenso impegno per il presente e La Spagna, uno dei paesi pionieri in Europa il futuro delle Riserve della Biosfera, sia a livello nella protezione della natura, ha concretizzato nazionale sia internazionale, visto che questi spazi le raccomandazioni internazionali di proteggere sono considerati un chiaro riferimento di armo- almeno il 10% della superfi cie terrestre già nel nia tra conservazione della natura, sviluppo eco- 2005, anche se è ancora molto lontana nel rag- nomico e patrimonio culturale. Sono luoghi in giungere l’obiettivo per quanto riguarda la prote- cui il principio fondamentale è quello di consen- zione marina. tire l’evoluzione libera dei processi naturali. Nel 2013, in Spagna, la superfi cie terrestre In secondo luogo, i Parchi Nazionali sono al e marina protetta è pari al 27,9% del territorio; servizio della ricerca e per lo sviluppo delle cono- inoltre, considerando la Rete Natura 2000, si su- scenze scientifi che. perano i 14 milioni di ettari, inquadrandola come Il terzo obiettivo della Red de Parques Nacionales il Paese che esercita maggiore protezione nella è la conservazione compatibile con l’utilizzo e la rete europea (http://eldia.es/2014-07-23/sociedad/so- fruizione da parte dei cittadini dei valori natura- ciedad12prn.htm). li contenuti nei parchi (Lopez-Devalillo Larrera, La Spagna ha creato un organismo costituito 2014). dai Parchi Nazionali che prende il nome di Red de Coerentemente con quanto detto fi nora, i Par- Parques Nacionales. La sua fi nalità è quella di salva- chi Nazionali possono essere motore per lo svilup- guardare i processi naturali nei Parchi, nonché, po economico nelle aree in cui si trovano, fornen-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2244 110/12/20150/12/2015 18:17:3318:17:33 do un’offerta alternativa dell’utilizzo delle risorse, naturali, prodotti artigianali e attività turistiche coerente con un modello di qualità della vita che ottenuti ed elaborati all’interno dell’area sempre più sostiene il potenziamento della con- d’infl uenza socio-economica dei parchi della servazione della natura (Casas Grande, 2007). regione Valenziana. In questo contesto si è analizzato come caso di Le fi nalità del marchio sono: studio la Comunidad Valenciana ed in particolare il • promozione e valorizzazione di prodotti e Parco Naturale de L’Al b ufe ra . servizi realizzati all’interno del parco; La Comunidad Valenciana è una delle Comuni- • garanzia di qualità associata ai valori am- tà Autonome della Spagna orientale ed è tra le bientali e culturali contemplati nella fi losofi a prime regioni con i più alti livelli di protezione del parco; ambientale. • identifi cazione dei prodotti certifi cati come Il governo locale ha attuato un sistema di ge- autentici, sani, naturali e realizzati secondo tra- stione sostenibile, creando a sua volta spazi che dizioni (http://www.marcaparcsnaturalscv.gva. garantiscono e migliorano la qualità della vita dei es/es/%C2%BFqu%C3%A9-es-la-marca-parcs- cittadini, e assicura l’accessibilità fi sica e visiva a naturals). un paesaggio di qualità in tutti i settori dell’atti- Il marchio aggiunge, in questo modo, valore al vità umana. territorio, alle popolazioni locali, ai prodotti e ai L’obiettivo è quello di mantenere e migliorare servizi offerti. È uno strumento che aiuta a pre- la diversità, la qualità e l’accessibilità dei paesag- servare il modello di vita sviluppato nelle popola- gi della Regione, promuovendo e sostenendo lo zioni locali, garantendo così l’esistenza del Parco sviluppo sociale ed economico. Scopo della Comu- Naturale in sé, perché senza le persone, a medio e nidad Valenciana è creare una rete interconnessa, lungo termine non ci sarà nessuna area naturale composta dai paesaggi di maggiore valore am- da proteggere. bientale, culturale e visuale che diverrà la struttu- Dalla nascita del marchio si è registrato un ra basica ecologica della regione. signifi cativo aumento delle imprese aderenti Il valore aggiunto delle Aree Naturali è nel all’iniziativa; infatti, nel triennio 2011-2013 si è coinvolgimento della popolazione che si trova al riscontrato un incremento da 34 ad 84 aziende suo interno o nelle aree limitrofe; tale coinvolgi- partecipanti al marchio dei «Parques Naturales de mento comporta l’ottenimento di benefi ci eco- la Comunitat Valenciana». nomici, sociali, culturali e ambientali per la po- La Comunidad Valenciana ha una superfi cie di polazione. A tale scopo la Direzione Generale di 2.325.500 ettari e lo scopo della Politica del Pae- gestione delle Aree Naturali Valenciane ha messo saggio è quello di conservare e valorizzare la di- in atto un’azione di sviluppo sostenibile delle at- versità e la ricchezza del paesaggio in un periodo tività socio-economiche creando un importante di rapidi mutamenti economici, politici e sociali. strumento di promozione delle proprie risorse, La superfi cie protetta nel 2010 ricopre circa il riconosciuto con il Decreto 26/2011. 39% del territorio, rispetto al 27% del 2001, mo- Quest’ultimo permette l’utilizzo del marchio strando un incremento superiore al 30% in 10 dei «Parques Naturales de la Comunitat Valencia- anni, come si evidenzia nella Fig. 1. na» come elemento caratterizzante per prodotti La Comunidad Valenciana ha una vastissima bio-

913.356 1.000.000 876.248 800.000 700.638 645.274 645.338 673.124 600.000 700.429 636.849 645.274 666.414 400.000 200.000 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fig. 1. Incremento annuale della superfi cie protetta. Fonte: elaborazione personale su dati www.citma.gva.es/web/espacios-protegidos.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2255 110/12/20150/12/2015 18:17:3418:17:34 diversità con numerosi habitat anche di rilevanza conservazione della diversità genetica e il mante- extra-comunitaria. Inoltre queste varietà di habi- nimento di dinamiche e strutture dei loro ecosi- tat sono ben rappresentate nelle varie fi gure di stemi. protezione dichiarate. Le principali attività di questa zona umida che La regione conta, infatti, 22 Parchi Naturali, 70 sono sopravvissute e continuano tutt’oggi sono Paesaggi Naturali municipali, 8 Paesaggi Protetti, l’agricoltura, la caccia e la pesca. In passato veni- 306 Micro riserve e un Monumento naturale. Inol- vano effettuate altre attività come l’estrazione del tre, la Comunidad gode di 48 preziose zone umide sale, la fabbricazione di bottoni con le conchiglie protette di cui L’Al b ufe ra di Valencia rappresenta e costruzione di imbarcazioni. Recentemente in- l’area più grande e caratteristica per fauna e fl ora. vece, si sono aggiunte le attività industriali loca- Il Parco Naturale de L’Al b ufe ra , situato a sud lizzate soprattutto all’interno, mentre le attività della città, rappresenta l’area naturale protetta turistiche si sono incentrate nella zona costiera. più antica della Comunidad Valenciana, dichiarata Nel Parco de L’Al b ufe ra risultano di grande in- nel luglio 1986 a testimonianza della assidua pre- teresse le Zonas de Alta Afl uencia de Público, ovvero occupazione che il Governo Valenciano ha avuto una pluralità di infrastrutture ad uso pubblico nel preservare e proteggere questo spazio emble- che generano una precisa concentrazione di per- matico per la regione. sone. La sua origine geologica inizia migliaia di anni Le più rilevanti sono: fa in una zona depressa di un golfo marino isola- – Centro di Interpretazione Raco de l’Olla tosi dal Mar Mediterraneo in virtù dei sedimenti – Resorts dei fi umi Turia e Xúquer. – Poligoni di tiro Attualmente, L’Al b ufe ra conta di numerosi eco- – Aree ricreative situate nel Devesa sistemi protetti che sono inclusi nella Direttiva Ha- – Aree ricreative situate nella Muntanyeta dels bitat. Infatti, dal 1990, il Parco è inserito nell’elen- Sants co delle zone umide di importanza internazionale – Ristoranti per gli uccelli, secondo la Convenzione di Ramsar – Centri educativi. del 2 febbraio 1971; dal 1991 è incluso nelle aree Per quanto riguarda l’affl usso al parco, nel «ZPS» (Zona di Protezione Speciale per gli Uccel- 2012 si è rilevato un totale di circa 30 mila visita- li) e considerato un «SIC» (Sito di importanza co- tori; tuttavia si deve tener conto che a causa delle munitaria) (http://www.cma.gva.es/contenidoHtmlA- diverse vie di accessibilità al Parc Natural de L’Albu- rea/contenido/3811/cas/albufera_2008cas.pdf). fera il numero di visitatori è in genere superiore a L’Al b ufe ra si estende per una superfi cie di 21.120 quello registrato. ettari, di cui il 48% è occupata dal lago, destinan- Come dimostra l’andamento generale dei dati, do il resto dell’area ai campi di riso, alle canne e il fl usso annuale dei visitatori è in diminuzione alla linea di sabbia di El Saler e Devesa. registrando una fl essione del 25% rispetto al 2010 Gli obiettivi perseguiti dalla dichiarazione del dove si è raggiunta la cifra più alta. Parco Naturale sono preservare, proteggere e Questa diminuzione può essere valutata come valorizzare le risorse naturali, la vegetazione, la conseguenza immediata del contesto economico fl ora, la fauna, il suolo, l’acqua, il paesaggio, la e sociale che attraversa il Paese; ciò nonostante il

45.000 42.565 39.156 40.000 34.018 32.118 35.000 28.745 28.039 30.000 25.000 29.103 30.055 26.719 20.000 25.790 15.000 10.000 5.000 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Fig. 2. Flusso visitatori 2003-2012. Fonte: elaborazione personale su dati www.citma.gva.es/web/pn-l-albufera/centro-de-interpretacion-y-areas-recreativas.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2266 110/12/20150/12/2015 18:17:3418:17:34 Parco Naturale L’Al b ufe ra si converte in un’opzio- del parco, bisogna inglobare anche l’importante ne attraente e conveniente per lo sviluppo delle funzione educatrice nei confronti delle popola- attività educative e ricreative, tenendo presente zioni e dei visitatori. Esso educa l’uomo a cono- che l’accesso allo spazio naturale non ha alcun scere ed usufruire correttamente delle risorse di- costo. sponibili coinvolgendolo in una serie di attività al Essendo il Parco situato a soli 10 km da Valen- tempo stesso didattiche e ricreative con l’intento cia, il 63% dei visitatori proviene da zone limitro- di mostrare l’interesse, la ricchezza e la possibilità fe. Tuttavia sono importanti anche le percentuali di una fruizione compatibile con l’ambiente natu- dei visitatori che vengono dal resto della Spagna e rale protetto (Perez De Las Heras, 2003). dall’estero grazie anche all’esistenza di strutture Con una simile impostazione la fi sionomia del turistiche in prossimità della zona. L’affl usso mag- turista muterà in maniera radicale, convertendolo giore di visitatori si osserva prevalentemente du- in un attento fruitore delle risorse del territorio. rante i mesi di aprile-maggio e ottobre-novembre, Le fi nalità globali del Parco sono dunque con- dato che queste due stagioni sono caratterizzate servazione, tutela e ripristino degli ecosistemi da un clima mite e si adattano perfettamente al naturali; la promozione sociale, economica e cul- calendario scolastico. turale delle popolazioni; la ricerca scientifi ca con- Inoltre, la primavera, essendo la stagione del- tinua, multi e interdisciplinare; la didattica educa- la nidifi cazione degli uccelli e coincidendo con tiva e formativa; la fruizione ricreativa e turistica. le festività di Pasqua e Fallas (festa valenziana), Tutto ciò si traduce in una tutela del parco fo- rappresenta il periodo ottimale per l’osservazione calizzata all’evoluzione della natura, più che sulla ornitologica soprattutto da parte di appassionati conservazione statica dei suoi organismi. Rien- ed esperti. trano dunque tra le risorse da conservare anche Per quanto concerne il profi lo dei visitatori, la quelle derivanti da azioni antropiche, in quanto maggior parte corrisponde a famiglie formate da la natura non può essere scissa dalle espressioni individui di diverse età che visitano il Parc Natural umane. de L’Albufera per godere della natura e realizzare Il successo nel raggiungimento degli obiettivi escursioni. nelle aree naturali protette dipende da numerosi Si può evincere che il parco rappresenta un fattori, principalmente esterni al proprio sistema patrimonio naturale che la Comunidad Valenciana di conservazione della natura e collegati ad altre deve preservare e far conoscere in modo sosteni- realtà istituzionali e non. bile alle persone che lo visitano. Per questo mo- La governance (il sostegno politico, la legisla- tivo è stato messo in atto un programma di Pia- zione e la capacità di governo), il sostegno sociale nifi cazione e Gestione per l’Integrazione Socio- (coinvolgimento e sostegno della comunità locale, economica. i proprietari e altri gruppi sociali), gli strumenti di Questo programma è sviluppato per ampliare pianifi cazione (piani strategici, piani esecutivi) e e migliorare l’informazione che giunge ai visita- le risorse (umane, fi nanziarie, infrastrutture, co- tori, per far conoscere il Parco Naturale de L’Al - noscenza) giocano, quindi, un ruolo fondamenta- bufera, attraverso l’elaborazione di materiali di le e di primaria importanza per il conseguimento divulgazione, corsi di formazione e seminari che di risultati positivi e di rilievo. forniscono informazioni circa il signifi cato e le I Governi, la ricerca, la scuola, l’informazio- caratteristiche del Parco e far sì che i visitatori si ne quotidiana, sono chiamate a cooperare ad un sentano partecipi e acquisiscano un senso di ap- grande disegno di interesse locale, nazionale e partenenza all’area protetta. globale, non con una visione astratta ma fondata Con questo progetto di sensibilizzazione si pro- sulla logica dei sistemi aperti e della rete ininter- pone di rafforzare in tutti i cittadini e visitatori, la rotta di interrelazioni affi nché si possa godere di conoscenza e la sensibilità che assicura la conser- tutte le potenzialità del Parco. vazione dello spazio, promuovendo nel contempo, La chiave di tutto ciò è «pensare globalmente, una fruizione responsabile e sostenibile. In que- agire localmente» (Giacomini e Romani, 2002). sto contesto bisogna abbandonare la visione del Solo così il Parco può essere il protagonista di Parco come uno spazio vincolato, dove vengono una sperimentazione politico-amministrativa del- sottratti diritti e risorse ai cittadini, e prendere la gestione integrata. La fi nalità di quest’azione coscienza della necessità di avere un’ottica diversa è quella di creare una nuova civiltà, una morale in cui il Parco può essere inteso anche come occa- collettiva di sostenibilità. sione di lavoro, ricreazione e cultura. Sostenibilità intesa però, non solo come la frui- In questa nuova interpretazione della fi gura zione delle risorse per le generazioni future, bensì

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2277 110/12/20150/12/2015 18:17:3518:17:35 come la trasmissione di un insegnamento alla cor- delle aree protette e nella politica del territorio, Milano, Franco retta convivenza con la natura. Angeli, 2003. Herrero Corral G., Confi guración de la Red Natura 2000 en Es- «Allora il discorso sulla natura abbandonerà i paña, Análisis comparativo por Comunidades Autónomas, in territori, le leggi, le pianifi cazioni, la fauna e la «Anales de Geografía», Madrid, 2008, vol. 28, num. 2, pag. fl ora. E tornerà ad essere un dialogo degli uomini 85-109. e sugli uomini, un discorso fra uomini e parchi» Lopez-Devalillo Larrera J., Geografía regional de España, Madrid, Universidad Nacional de Educación a Distancia, 2014. (ibidem). Mallarach Carrera J.M., Protegits, de fet o de dret? Primera avaluació del sistema d’espais naturals protegits de Catalunya, Barcelona, ICHN (Institució Catalana d’Història Natural) Bibliografi a 2008.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2288 110/12/20150/12/2015 18:17:3618:17:36 Lina Maria Calandra

Governo partecipativo delle aree protette e sviluppo locale sostenibile. Il caso del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Summary: PARTICIPATORY GOVERNANCE OF PROTECTED AREAS AND LOCAL SUSTAINABLE DEVELOPMENT. THE CASE OF THE NATIONAL PARK OF GRAN SASSO AND MONTI DELLA LAGA

In the management of protected natural areas there often are gaps (or even clear contrasts) between environmental con- servation and local development. Sometimes this gaps turns into environmental or territorial tensions and confl icts which originate from fl awed or poor communication between the “expert knowledge” held by technicians or administrators and the “profane knowledge” of those working and living within the protected area. In this context, the participatory process started in 2009 by the National Park of Gran Sasso and Monti della Laga (PN-GSML) provides various elements of originality and critical refl ections over the topic of participation, as a method of territorial management centered on the democratization of the Park functioning. Drawn from the geographical concept of territoriality, it grew into a research in which participation represents a way of investigating; and, at the same time, it has functioned as a praxeological tool, i.e. as a communication platform and place for ethical discussions, able to catalyze political and social dynamics that are focused on giving back the ability of managing the territory to those who are daily engaged in its life and existence.

Keywords: territoriality, environmental protection, public participation, environmental confl ict, environmental decision- making.

1. Introduzione ministratori e i saperi “profani” di chi opera e vive nel territorio (Callon, Lascoumes e Barthe, 2001). La Legge Quadro n. 394/91 sulle aree protette Allora, nella prospettiva di praticare nuove forme sancisce di fatto, oltre che a livello istituzionale di governo può risultare effi cace il ricorso a meto- e normativo anche nel dibattito pubblico, che le dologie partecipative per la gestione della confl it- risorse da conservare e valorizzare nel seno delle tualità, per l’apertura di canali di comunicazione, aree naturali protette non siano solo quelle am- per la creazione di momenti di ascolto e dialogo. bientali in senso stretto, ma anche quelle socio- L’intento delle prossime pagine è di illustrare economiche e socio-territoriali. Ciononostante, la sperimentazione di un processo partecipativo sul piano delle scelte politiche, degli impianti pia- avviato nel 2009 dal Parco Nazionale del Gran nifi catori e delle prassi gestionali, spesso si regi- Sasso e Monti della Laga (PN-GSML) e orientato stra uno scarto (quando non una chiara contrap- a dare corpo, a lungo termine, ad una politica di posizione) tra conservazione e sviluppo locale. Il gestione della confl ittualità in grado di comporre superamento di tale scarto si rivela necessario al conservazione e sviluppo nel solco della sosteni- fi ne di una promozione e uno sviluppo auto-soste- bilità. nibile dei territori protetti; ma tale superamento implica il cambiamento delle forme di governo delle aree protette attraverso l’incorporazione 2. La cornice concettuale e i riferimenti meto- sistematica, nei processi cognitivi, normativi e dologici gestionali dell’istituzione Parco, del contributo conoscitivo ed esperienziale di chi abita il terri- La cornice concettuale entro la quale l’espe- torio. Infatti, non di rado, tale scarto affonda le rienza di partecipazione del PN-GSML va letta sue radici in “narrazioni” ambientali e territoriali è principalmente geografi ca in quanto disegna- apparentemente inconciliabili che vedono con- ta sull’idea di territorialità. Trattandosi di una trapporsi i saperi “esperti” dei tecnici o degli am- elaborazione rifl essiva, la territorialità si risolve

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 2299 110/12/20150/12/2015 18:17:3618:17:36 geografi camente nella narrazione che una collet- dersi come dispositivo prasseologico, ossia non un tività costruisce sul rapporto che la lega al suo mero apparato di tecniche e metodi, ma piuttosto territorio. In forza di questa costruzione discorsi- una piattaforma di comunicazione e spazio di ri- va, di questo racconto, si produce il senso di ap- fl essione etica in grado di catalizzare dinamiche partenenza, di identità, di topofi lia della comu- politiche e sociali orientate alla restituzione della nità. La territorialità, pertanto, è il senso che un capacità e della possibilità di governare il territo- gruppo sociale dà al suo legame con il territorio rio a chi lo vive (Calandra, 2012). Piuttosto che di nel mentre lo abita, lo trasforma, lo proietta nel assicurare o estendere la rappresentatività di que- futuro percependolo di volta in volta o al con- sto o di quel gruppo come categoria produttiva o tempo, come luogo, ambiente, paesaggio (Turco, sociale, essa mira a creare occasioni di dialogo, 2010a). Ora, quanto più le componenti territoria- aprire canali di comunicazione per defi nire i pro- li di un determinato contesto – siano esse sim- blemi, farsi carico dei confl itti e delle contraddi- boliche, materiali o organizzative – ricadono in zioni a partire dall’assunto che è impensabile po- un ambito di adeguatezza rispetto ai bisogni e terli gestire senza il protagonismo di coloro che li alle aspettative di chi in quel contesto vive e ope- vivono in prima persona (Duran, 2001). ra, tanto più quel contesto sarà caratterizzato da dinamiche sociali ed economiche auto-sostenibili e da una territorialità forte, positiva, motivante, 3. Il processo partecipativo del PN-GSML: tra creativa. Perciò, per una gestione del territorio grandi carnivori e praterie attraverso l’ascolto realmente interessata a conciliare, integrare, fon- dere sviluppo e conservazione, la presa in carico Nel seno del Progetto Life+ EX-TRA (LIFE- della territorialità rappresenta un passaggio ob- 07NAT/IT/000502) “Improving the conditions bligato tanto più se essa mostra segni di crisi. Ma for large carnivore conservation: a transfer of best questo è il punto: come si procede concretamente practices” (gennaio 2009-marzo 2013)1, il proces- per incorporare la territorialità, per esempio, in so partecipativo del PN-GSML prende le mosse un progetto, in un programma, in un piano di nel 2009 fi n dalla fase conoscitiva prevista dall’A- gestione? Come può la politica, nel governo di un zione A5 del progetto: Stakeholder analysis e analisi territorio, farsi carico – anche nella prospettiva di degli atteggiamenti dei gruppi di interesse nei confronti un suo cambiamento – della “narrazione” che su dei grandi carnivori. Questa, che in prospettiva par- di esso elabora chi vi opera e vive? tecipativa ha rappresentato il momento dell’ou- Una modalità può essere rappresentata dalla treach, era fi nalizzata all’identifi cazione degli sta- partecipazione da intendersi in una duplice ac- keholder e alla costruzione della mappa degli attori cezione (Calandra, 2015a). In primo luogo, come per l’elaborazione della descrizione e dell’analisi metodologia d’indagine che prevede, a monte del dei ruoli e delle attitudini riguardo alla conser- processo conoscitivo, il coinvolgimento di coloro vazione di lupo e orso. Di fatto, però, la ricerca che vivono il territorio quotidianamente ma non sul campo è andata oltre portando alla luce, in come “oggetti” di studio quanto piuttosto come maniera organica e complessiva, le principali pro- “soggetti” di conoscenza (Li e Marsh, 2008). Il go- blematiche e i maggiori punti di forza legati alla verno del territorio attraverso la partecipazione presenza del Parco sul territorio. In pratica, essa acquista, in altre parole, “una fi nalità di carattere ha reso espliciti i ruoli e le percezioni degli sta- eminentemente conoscitivo, in quanto volta a ri- keholder rispetto alla politica di conservazione del durre l’asimmetria del decisore pubblico attraver- Parco in generale e in rapporto alle aspettative e so l’utilizzo delle esperienze e competenze in pos- ai bisogni locali. Così, accanto a ragioni di consen- sesso dei destinatari della decisione: una funzione so, l’analisi ha messo in evidenza le varie tipologie conoscitiva peraltro teleologicamente orientata in di tensioni e confl itti in atto sul territorio e la loro quanto volta ad assicurare la qualità delle decisio- distribuzione spaziale (Fig. 1)2. Nel contempo, la ni alla luce di parametri di giustizia sociale e di in- ricerca ha permesso di ricostruire le “narrazioni clusione. A differenza delle forme di partecipazio- territoriali” più ricorrenti tra i vari soggetti strut- ne più squisitamente politica, che assumono carat- turate attorno ad alcuni atteggiamenti negativi di tere sostanzialmente negoziale, la partecipazione fondo come quelli legati, per esempio, a sentimen- a scopo conoscitivo non offre risposte immediate ti di delusione e amarezza per “le promesse non ma aspira piuttosto a divenire componente strut- mantenute”: dall’istituzione del Parco negli anni turale dei processi decisionali pubblici in tutte le Novanta ci si aspettava un grande impulso per lo loro fasi” (Valastro, 2010, p. 27). sviluppo del territorio e soprattutto per le attività In secondo luogo, la partecipazione è da inten- turistiche. Ciò non solo non si è verifi cato, ma ad-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3300 110/12/20150/12/2015 18:17:3718:17:37 dirittura – come risulta da varie narrazioni – in al- de cura del territorio, noi possiamo contribuire al suo cune aree si è registrato un progressivo abbando- controllo, intervenire per la manutenzione… E invece siamo condannati all’immobilismo; no del territorio e di attività che in passato erano Perché il Parco non chiede a noi su quali potenzialità state in grado di alimentare le economie locali. O vogliamo investire e a quali bisogni vogliamo rispondere narrazioni che rinviano ad atteggiamenti negativi prima di progettare interventi inutili? I progetti vanno di più o meno aperto antagonismo e contrapposi- pensati insieme al territorio, non semplicemente presen- zione legati, come per esempio nel caso degli ope- tati al territorio! ratori del settore zootecnico (e per certi aspetti Chiusa la fase della ricerca, sempre nell’am- anche del settore agricolo), a sentimenti di: bito dell’Azione A5 un ulteriore momento del – Insoddisfazione, per “l’impressione che il processo partecipativo è stato rappresentato dal- Parco dà di non fare abbastanza per limita- la restituzione dei risultati durante il percorso re i danni da fauna selvatica sul patrimonio di incontri territoriali denominato “Il Parco in zootecnico” e per “le diffi coltà a fare bene il ascolto” (16-18 novembre 2010). Condotti da un proprio lavoro”: facilitatore secondo la tecnica del world café, gli Ci sentiamo come degli animali in via di estinzione incontri vengono articolati in due momenti prin- che nessuno però si preoccupa di proteggere!; cipali: 1) l’illustrazione dei risultati tramite l’al- È una questione di dignità: non è dignitoso lavorare lestimento di un percorso espositivo di poster e sapendo che si riesce a campare solo grazie ai contributi una rapida presentazione di diapositive per una europei!; sintesi visuale dell’analisi quanti-qualitativa3; 2) la validazione pubblica e collettiva dei risultati – Ostilità, per “le diffi coltà di dialogo con il da parte dei partecipanti agli incontri (Tama- Parco”: gnini, 2010). Il Parco spesso sembra essere sordo perché persegue Il momento della restituzione ha avuto il me- una politica ambientalista integralista per cui nulla si rito di rendere esplicito come il mutuo e reci- tocca, tutto si protegge. Il Parco dice sempre no!; proco riconoscimento di posizioni e punti di vista diversi costituisca una pre-condizione della – Risentimento, per “la scarsa fi ducia da parte partecipazione. Inoltre, l’idea che si precisa e si del Parco nei confronti degli allevatori”: fa strada durante gli incontri è che “per la pri- Siamo noi che con il nostro lavoro, da sempre, ren- ma volta il Parco si pone in ascolto attivo, rico- diamo bella la montagna. Noi sappiamo come ci si pren- nosce pubblicamente la presenza di criticità sul

Fig. 1. Segnalazioni di consenso, tensioni e confl itti (Life+ EX-TRA, 2010).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3311 110/12/20150/12/2015 18:17:3718:17:37 territorio, mettendosi a disposizione come inter- naria (per rafforzare la conoscenza reciproca di locutore per far emergere percorsi di decisione ruoli, posizioni, competenze, linguaggi ma anche condivisa” (Turco, 2012, p. 52). Di fatto, con “Il temperamenti, atteggiamenti, suscettibilità), ha Parco in ascolto”, il PN-GSML fa sua la necessità coinvolto in media 30 partecipanti ad incontro di agire per “smussare il risentimento e l’ostilità con un buon livello di fi delizzazione al percorso reciproca” e prende atto della necessità di aprirsi da parte delle varie tipologie di soggetti: oltre al dialogo con il territorio. Così, all’Azione A5 agli allevatori e ai tecnici del Parco competenti in segue l’Azione C2 denominata Consultazione e materia, anche veterinari delle aziende sanitarie coinvolgimento degli stakeholders fi nalizzata alla re- locali, personale del Corpo forestale dello Stato, alizzazione di atelier partecipativi (17 maggio e rappresentanti di associazioni di categoria e di 13 dicembre 2011) che raggiungono l’obiettivo amministrazioni separate degli usi civici. di identifi care in maniera congiunta un primo Nell’immediato, l’impatto positivo del percor- ventaglio di azioni da intraprendere nel breve, so di partecipazione è subito evidente: per l’ap- medio e lungo periodo (Tab. 1). prezzamento manifestato dai partecipanti; per Nel 2012 si apre una nuova fase del processo. la dinamica, instauratasi durante gli incontri, di Per dare continuità al coinvolgimento, soprattutto auto-regolazione degli interventi puramente po- degli allevatori, avviato durante il Life+ EX-TRA, lemici; per il tipo di contributi emersi durante e per dare seguito ad alcune delle sollecitazioni le discussioni. Ma anche a più lungo termine, il emerse durante gli atelier riguardanti in partico- risultato è stato positivo per l’impegno assunto lare la problematica dei danni da fauna selvatica dal PN-GSML di verifi care partecipativamente al patrimonio zootecnico (Tab. 1), il PN-GSML l’effi cacia del nuovo disciplinare ad un anno stipula nel gennaio 2012 una convenzione con il dalla sua approvazione; impegno rispettato in Dipartimento di Scienze Umane dell’Università occasione di due incontri svoltisi tra maggio e dell’Aquila con l’obiettivo di realizzare la ricerca- giugno 2014 (Calandra, 2015b). azione “Il Parco in ascolto va avanti…”. Pensata al A questo punto, nel mentre hanno luogo altre fi ne di contribuire alla creazione delle condizioni azioni de Il Parco in ascolto va avanti...4, prende di ampliamento, rafforzamento e stabilizzazione il via anche il Progetto Life Praterie (LIFE11/ del processo partecipativo avviato, essa si propo- NAT/IT/234) “Azioni urgenti per la conservazio- ne di approfondire l’analisi delle dinamiche atto- ne delle praterie e dei pascoli nel territorio del riali, soprattutto in termini di cambiamento dei Gran Sasso e dei Monti della Laga” (2012-2017)5. ruoli e delle attitudini degli stakeholder nei con- Elaborato a partire da una delle richieste emerse fronti delle politiche di conservazione del Parco, durante gli atelier del Life+ EX-TRA (Tab. 1), esso a seguito del ricorso a metodologie partecipative prevede un percorso di partecipazione articolato per la gestione della confl ittualità tra le pratiche in tre fasi dal 2013 al 2016 e fi nalizzato all’ela- di conservazione e le attività produttive. Di fatto, borazione condivisa e all’adozione di Linee guida la ricerca-azione si pone quale momento di rac- per la regolamentazione dei pascoli. Dal punto di vi- cordo e di continuità tra le azioni già poste in es- sta del contributo conoscitivo ed esperienziale di sere e le azioni previste nel seno di altri progetti chi vive ed opera nel territorio protetto, la fase in corso o di prossima attivazione nel PN-GSML più delicata è rappresentata dalla prima, giunta (Calandra, 2013a). ormai quasi alla sua conclusione. Con l’obiettivo In questo contesto, come prima azione viene di raccogliere indicazioni e proposte per l’elabo- individuata la scrittura collaborativa del Discipli- razione delle Linee guida, in effetti, da novembre nare per l’indennizzo dei danni da fauna selvatica sul 2013 a giugno 2014 hanno avuto luogo diversi patrimonio zootecnico (dicembre 2012-aprile 2013) momenti partecipativi: un workshop introduttivo con il gruppo d’interesse degli allevatori. L’azio- (30 novembre 2013) per la presentazione degli ne, oltre al risultato concreto di pervenire all’e- obiettivi del Life Praterie e l’illustrazione del laborazione condivisa di un nuovo disciplinare (a percorso partecipativo fi nalizzato alla redazione dieci anni dal precedente), si prefi gge di consoli- delle Linee guida (Calandra, 2013b); due distinti dare la fi ducia tra operatori del territorio, tecnici cicli di quattro incontri (gennaio 2014 e marzo e responsabili del Parco e di attestare la volontà 2014) per, rispettivamente, una prima ricognizio- di proseguire, in maniera non saltuaria ed epi- ne di indicazioni e proposte e l’approfondimento sodica, sulla strada dell’ascolto e del dialogo al delle questioni emerse; un incontro con le ammi- di là del singolo progetto fi nanziato. La scrittura nistrazioni locali (25 febbraio 2014) per la condi- collaborativa, che ha avuto luogo in un ciclo di visione del percorso partecipativo attraverso l’as- incontri condotti da un facilitatore in seduta ple- sunzione di un impegno formale, ossia la stipula

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3322 110/12/20150/12/2015 18:17:3918:17:39 Tab. 1. Esempi di proposte da parte degli allevatori emerse durante gli atelier partecipativi (Life+ EX-TRA, Assergi, 17.05 e 13.12.2011).

PROPOSTE DEGLI ALLEVATORI SOLUZIONI O PROPOSTE DEL PARCO Fornire recinti per vitelli Bando in pubblicazione Ripristinare/creare punti di abbeverata, ALLO STUDIO - Individuazione di massimo 4 siti di ripristino; valutazione per la fontanili, ecc. creazione ex-novo di almeno un punto di abbeverata; valutazione nel dettaglio delle proposte (vedi Progetto Life Praterie) Realizzare riunioni periodiche Parco/ Programmazione di almeno 2 incontri annuali (vedi Il Parco in ascolto va avanti…) allevatori Modifi care il disciplinare per l’indenniz- Elaborazione di una nuova bozza del testo (vedi Il Parco in ascolto va avanti…) zo dei danni al patrimonio zootecnico Risolvere il problema dello smaltimento Messa a regime di un sistema di smaltimento con recupero da parte dell’ente carcassa e dei pochi resti Modifi care le lettere di richiesta inden- ALLO STUDIO - Modifi ca del modello di comunicazione nizzo Mettere a disposizione cani da guardia- IN FASE DI VALUTAZIONE - Sperimentazione in collaborazione con l’ACGA nia per bovini Ripristinare/creare ripari per i pastori IN FASE DI VALUTAZIONE - Valutazione di interventi puntuali con lo STUT e sulla base della disponibilità di fondi Provvedere alla manutenzione strade IN FASE DI VALUTAZIONE - Individuazione dei tracciati e valutazione della fattibi- per l’accesso ai pascoli lità dei lavori e della tipologia dei possibili interventi; valutazione di interventi pun- tuali con lo STUT e sulla base della disponibilità di fondi Migliorare i pascoli e ripristinare la NON DI IMMEDIATA ATTUAZIONE - Il ripristino della monticazione necessita di monticazione un percorso lungo. I differenti regolamenti comunali andrebbero condivisi e unifor- mati (vedi Progetto Life Praterie) Provvedere al pagamento degli animali NON FATTIBILE - Irregolarità contabile dispersi Concedere contributi in base ai capi NON FATTIBILE - Incompatibilità con altre misure posseduti

di un Protocollo d’intesa che impegni le parti ticolare geografi ca, che all’interfaccia tra società a recepire e applicare gli esiti del percorso; un e politica e con implicazioni sul piano etico (Bla- workshop conclusivo della prima fase (24 giugno ke, 2007; Cahill, 2007; Harvey, 1996), consente di 2014) per la restituzione della sintesi complessiva attribuire alla partecipazione, come si è detto, la del lavoro svolto dai vari territori, per un ulterio- duplice connotazione di metodologia di indagine re approfondimento delle questioni irrisolte, per e di dispositivo prasseologico. una valutazione in itinere sul processo partecipa- La strada, ovviamente, per il PN-GSML non tivo (Tamagnini, 2014)6. L’ultimo momento della è giunta a termine perché i risultati conseguiti, prima fase (programmato per settembre/ottobre che pure ci sono, non consentono ancora di defi - 2014) sarà, infi ne, rivolto soprattutto alle ammi- nire la partecipazione un elemento sistemico del nistrazioni locali per legittimare e condividere la governo del territorio protetto nella prospettiva prima bozza di Linee guida e arrivare così alla di una democratizzazione dell’istituzione Parco. defi nizione del testo da sperimentare nel corso Tuttavia, un dato risulta sicuramente acquisito di un anno. nella percezione e nella consapevolezza di mol- ti tra il personale del Parco e gli operatori del territorio: la partecipazione rappresenta una 4. Conclusioni conquista collettiva faticosa e impossibile da rag- giungere una volta per tutte. Essa non contempla Il processo in atto dal 2009 nel PN-GSML rap- la delega ma, al contrario, essa è frutto della presenta, come si è visto, una sperimentazione responsabilità di ognuno “a fare sempre meglio originale e innovativa della partecipazione come il proprio lavoro” ed è frutto di atteggiamenti metodo di governo del territorio di un’area pro- di fi ducia, disponibilità, apertura, collaborazione tetta sotto più punti di vista. Ma la nota di maggio- che richiedono perseveranza, coraggio e tanto re originalità è data dal ruolo della ricerca, in par- tanto tempo.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3333 110/12/20150/12/2015 18:17:4018:17:40 Bibliografi a Turco A., Confi gurazioni della territorialità, Milano, Franco An- geli, 2010a. Blake M.K., Formality and friendship: Research ethics review and Turco A., Grandi carnivori tra consenso e confl itti nei Parchi Appen- participatory action research, in «ACME: An International ninici, Human dimensions-Stakeholders analysis report, Assergi, E-Journal for Critical Geographies», 6, 3, 2007, pp. 411-421. Life+EX-TRA, Ottobre 2010b. Cahill C., Repositioning ethical commitments: participatory action re- Turco A., La Human Dimensions Experience nel Life+EX-TRA/gran- search as a relational praxis of social change, in «ACME: An In- di carnivori. Valutazioni e verifi che a posteriori, Life+EX-TRA, ternational E-Journal for Critical Geographies», 6, 3, 2007, Luglio 2012. pp. 360-373. Valastro A., Le regole della democrazia partecipativa. Itinerari per la Calandra L.M. (a cura di), Territorio e democrazia. Un laboratorio costruzione di un metodo di governo, Napoli, Jovene, 2010. di geografi a sociale nel doposisma aquilano, L’Aquila, L’Una, 2012. Calandra L.M., Il Parco in ascolto va avanti… Relazione intermedia, Note Assergi, luglio 2013a. 1 Per maggiori e più dettagliate informazioni si rimanda al sito o Calandra L.M., Report del 1 Workshop Partecipativo del 30/11/2013 del progetto www.lifextra.it. Per una sintesi veloce delle azioni a Camarda (AQ), Assergi, Life Praterie, 2013b. partecipative nelle tre componenti italiane del progetto (PN- Calandra L.M., Territorialità e processi di partecipazione: verso una GSML - project leader, Parco Nazionale dei Monti Sibillini e cultura della prevenzione, in Carnelli F., Ventura S. (a cura Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano) si veda Mer- di), Oltre il rischio sismico. Valutare, comunicare, decidere oggi, tens, Leone e Calandra (2014). Carocci, Roma, 2015a. 2 Nel PN-GSML, per l’Azione A5 sono state effettuate 218 in- Calandra L.M., Il Parco in ascolto ... Relazione fi nale, Assergi, mag- terviste dirette a rappresentanti istituzionali, allevatori, agricol- gio 2015b. tori, cacciatori ecc. distribuiti su tutto il territorio protetto. Si Callon M., Lascoumes P., Barthe Y., Agir dans un monde incer- rimanda al rapporto Turco 2010b. tain. Essai sur la démocratie technique, Paris, Le Seuil, 2001. 3 Sul sito del progetto www.lifextra.it alla sezione “documenti”, Duran P., Action publique, action politique, in Leresche J.-P. (a la presentazione Il Parco in ascolto fornisce una sintesi delle cura di), Governance locale, coopération et légitimité, Paris, Pé- analisi e delle tematizzazioni grafi che e cartografi che per i tre done, 2001. parchi nazionali italiani implicati nel progetto. Harvey D., Justice, nature & geography of difference, Oxford, Black- 4 Oltre alla scrittura collaborativa del Disciplinare per l’inden- well, 1996. nizzo dei danni da fauna selvatica sul patrimonio zootecnico, nella Li Y., Marsh D., New forms of political participation: searching for prospettiva di rendere la partecipazione una componente siste- expert citizens and everyday makers, in «British Journal of Po- mica del governo del territorio, nella ricerca-azione vengono litical Sciences», 38, 2, 2008, pp. 247-272. realizzate anche altre azioni quali un corso di formazione per Mertens A., Leone P., Calandra L.M., An Innovative Approach facilitatori, incontri di comunità e una nuova rilevazione sul to Mitigate the Confl ict between Large Carnivore Conservation campo tramite questionario (Calandra 2013a). and Local Communities, in «Carnivore Damage Prevention 5 Per maggiori e più dettagliate informazioni si rimanda al sito News», 10, 2014, pp. 36-46. del progetto www.lifextra.it; in particolare, alla sezione “pannel- Tamagnini D., Il Parco in ascolto. Report dei world café di restituzio- li” è disponibile una sintesi visuale del progetto. ne, Assergi, Novembre 2010. 6 I report degli incontri sono tutti scaricabili dal sito del pro- Tamagnini D., Report del 2° Workshop Partecipativo del 24/06/2014 getto www.lifepraterie.it alla sezione “report”; alla sezione “atti”, a Fonte Cerreto (AQ), Assergi, Life Praterie, 2014. invece, è disponibile la bozza del Protocollo d’intesa.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3344 110/12/20150/12/2015 18:17:4018:17:40 Giuseppe Calignano, Alessandra Miccoli, Liberata Nicoletti

Turismo e sviluppo locale sostenibile: il Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase nella Macroregione Adriatico-Ionica

Summary: TOURISM AND SUSTAINABLE LOCAL DEVELOPMENT IN THE “COSTA OTRANTO-SANTA MARIA DI LEUCA AND BOSCO DI TRICASE” REGIONAL NATURAL PARK IN THE ADRIATIC IONIAN MACROREGION

The “Costa Otranto-Santa Maria di Leuca and Bosco di Tricase” Regional Natural Park is the only coastal park in Apulia. The Park is a real point of reference for the sustainable tourism and, broadly speaking, for the sustainable local development perspectives of the area. Salento is renowned especially for its seas and beaches, but the real strong points of this area are its environmental and cultural elements. Moreover, the recent creation of the Ionian-Adriatic Macroregion offers a further precious contribution to strengthen both the ongoing actions and the future projects started by the Park and the promotion of the attractiveness of the entire area. Therefore, the aim of this paper is precisely to assess the strengths and weaknesses by means of reconstruction of the re- lationships between the Park and other private and public bodies since it was founded in 2006. Furthermore, the major actions carried out by the Park so far are analyzed and several development proposals are taken into consideration with the aim of enhancing the effectiveness of the previous actions and to verify the expected effects of the Macroregion strategy at a local level.

Keywords: Tourism, Salento, protected areas.

1. Introduzione sta conciliazione tra difesa delle proprie qualità territoriali ed esigenze di sviluppo della comunità La ricerca di cui si presentano i risultati in que- locale (AA.VV., 2013). sta sede costituisce il primo esito conoscitivo di L’indagine muove dalla necessità di conservare uno studio teorico-empirico sullo sviluppo locale e valorizzare le risorse mediante una oculata ge- del Salento con particolare attenzione alla valoriz- stione degli impatti generati dai fl ussi turistici se- zazione turistica delle aree protette presenti nella condo un modello di sviluppo eco-sostenibile ed compagine territoriale in esame. evidenzia l’esigenza di favorire, attraverso corret- L’idea di affrontare questo tema nasce dal te strategìe, la partecipazione della popolazione crescente interesse per le risorse turisticamente locale alla vita del Parco mediante un equilibrato rilevanti di tipo ambientale, nonché dalla consta- modo di vivere l’ambiente nel rispetto dell’auten- tazione della forte attrazione che le aree protette ticità dei luoghi e delle prospettive di crescita eco- esercitano nei confronti di una domanda di va- nomica. lori ambientali e culturali attualmente in gran- Lo studio – svolto principalmente sul cam- de espansione, ma anche dall’incidenza positiva po attraverso la somministrazione di questiona- dell’attività turistica sul territorio in termini di ri qualitativi – consente di tracciare, attraverso benefi ci sociali ed economici che è in grado di as- l’analisi sommaria dell’area, un quadro preli- sicurare alle comunità locali. minare della realtà del Parco e di coglierne le È stato condotto, in particolare, lo studio del principali caratteristiche utili per l’esame dei Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa rapporti tra i soggetti coinvolti, istituzionali e Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito da cir- non, che partecipano alla vita e alla progettua- ca un decennio per tutelare e recuperare la spe- lità dello stesso. cifi cità delle numerose risorse biologiche e pae- Ciò al fi ne di verifi care la portata dei benefi ci saggistiche all’interno di un territorio fortemente prodotti dalla partecipazione ai progetti di coope- antropizzato e ricco di un notevole patrimonio razione e quindi analizzare le ricadute territoriali storico-artistico e culturale che richiede una giu- sotto il profi lo economico, ambientale e sociocul-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3355 110/12/20150/12/2015 18:17:4118:17:41 turale derivanti dalle azioni svolte e dalla coope- collegamenti all’interno dello spazio macroregio- razione tra i vari soggetti. nale. La ricerca, che analizza ed approfondisce dun- Cogliere questa ulteriore occasione di sviluppo que fenomeni già in atto, ha una fi nalità pratico è fondamentale per il nostro territorio che offre empirica e si pone, inoltre, lo scopo di determi- un bacino di risorse ambientali e socio-culturali nare gli effetti attesi a livello territoriale dai vari particolarmente attrattivo per la recente crescen- interventi effettuati e/o da realizzare all’interno te domanda di mercato, sempre più attenta alle dell’area protetta in oggetto, ma soprattutto in- tematiche dello sviluppo sostenibile ed orientata tende proporre delle ipotesi di sviluppo realisti- alla promozione del territorio e ad un’offerta turi- che, attuabili e innovative per superare gli even- stica che coniughi ambiente naturale e culturale tuali punti di debolezza e potenziare conseguen- all’insegna della tipicità. temente le positive ricadute del Parco sull’intera compagine territoriale salentina. Il ricorso alle interviste dirette ed individuali 2. Il caso di studio ai componenti del Comitato Esecutivo del Parco e ai rappresentanti istituzionali delle dodici am- Il Parco Naturale Regionale Costa Otranto- ministrazioni comunali i cui territori ricadono Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito nel perimetro del Parco, permette di acquisire, con Legge Regionale n. 30 del 26 ottobre 2006, inoltre, utili conoscenze per arricchire il quadro nasce dalla forte volontà di tutelare il ricco patri- preliminare delle tematiche oggetto di indagine. monio naturalistico presente nell’area e di valo- Dall’elaborazione dei risultati ottenuti dalle in- rizzare l’intero territorio secondo un modello di terviste e, in particolare, dalle valutazioni espres- sviluppo ecosostenibile che garantisca la tutela se da questi testimoni qualifi cati sui vari aspetti della biodiversità e, nel contempo, promuova l’e- connessi al turismo nel Parco si attendono interes- conomia delle comunità di riferimento. santi risultati, utili a suggerire innovativi indirizzi Ha competenza su 3.227 ha e si sviluppa per cir- di sviluppo in vista delle eventuali ed auspicabili ca 57 Km lungo la fascia costiera orientale salenti- opportunità di cooperazione offerte dalle politi- na, a strapiombo sul mare, dal punto più orientale che comunitarie e dai relativi programmi opera- d’Italia, il faro di Punta Palascìa a Otranto, fi no a tivi regionali nel quadro della Programmazione Santa Maria di Leuca, estremo limite meridionale del- 2014-2020. la penisola. Rappresenta il più grande tra i parchi Inoltre, la lettura dei risultati in prospettiva regionali presenti nella provincia di Lecce al cui macroregionale per l’area Adriatico-Ionica (Be- interno ricadono interamente i suoi confi ni. rionni, 2012) offre ulteriori positivi stimoli per Nel suo perimetro include i comuni di Alessa- analisi innovative nel percorso di sviluppo locale no, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Cor- e turistico in chiave sostenibile (Jefferey, 2012). sano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, La strategia macroregionale, del resto, espri- Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase (Fig. 1) mendo l’evoluzione dei processi di cooperazione che costituiscono il sistema sociale di riferimento. interregionale e transnazionale, stimola la solida- Si sviluppa lungo un grande SIC (Sito di Inte- rietà tra regioni, accomunate da caratteristiche resse Comunitario) e si connette al suo interno comuni e da vicinanza geografi ca, con piani di ad altri quattro siti, perimetrati come SIC di par- intervento su problematiche condivise e con un ticolare rilevanza conservazionistica ai sensi della approccio integrato che permette di meglio coor- direttiva “Habitat” 92/43/CE. dinare le politiche già esistenti e/o programmate Al suo interno racchiude un patrimonio natu- e di utilizzare in modo più strategico le risorse ralistico di grande valore scientifi co e un patrimo- disponibilili. nio culturale di notevole pregio con ricchissime Lo sviluppo di una governance su problemi co- testimonianze storiche, artistiche ed archeologi- muni – come ambiente, energia, trasporti, pesca e che che è possibile apprezzare grazie al ripristino gestione costiera, sviluppo rurale, turismo, cultu- dei numerosi e differenziati percorsi di attraversa- ra e cooperazione universitaria, protezione civile mento, come i tipici sentieri delimitati dai carat- e cooperazione tra Piccole e Medie Imprese –, fa- teristici “muri a secco”, i canaloni trasversali alla vorisce il miglioramento della qualità ambientale linea di costa e le “vie del sale”, un tempo vecchi degli ecosistemi e la tutela della biodiversità, ma “tratturi” utilizzati dai contrabbandieri del sale anche l’attrattività turistica con azioni di suppor- per sfuggire al controllo dei doganieri e oggi a to dello sviluppo sostenibile del turismo costiero servizio degli escursionisti. e dell’entroterra e, infi ne, il rafforzamento dei Questi antichi percorsi si integrano con il si-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3366 110/12/20150/12/2015 18:17:4118:17:41 stema di sentieri realizzati dall’Ente Parco per amministrazioni comunali (sindaci, vicesindaci, assicurare un’agevole connessione tra la costa e assessori) i cui territori ricadono nel perimetro l’entroterra, tra le risorse naturalistiche e quelle del Parco1. storiche e in grado di consentire ai visitatori di Le informazioni raccolte ci hanno permesso, apprezzare i caratteristici paesaggi e le grotte car- inoltre, di valutare le ricadute territoriali sotto il siche, di cogliere la signifi cativa concentrazione di profi lo economico, ambientale e socio-culturale endemismi botanici di rara bellezza, ma anche di derivanti dalle azioni svolte e dalla cooperazio- fare tesoro delle testimonianze storiche ad opera ne tra i vari soggetti – istituzionali e non – che di comunità umane che sin dal paleolitico si sono partecipano alla vita e alla progettualità del Parco stratifi cate in questi luoghi e hanno impresso una dall’anno della sua istituzione ad oggi. forte caratterizzazione all’intero territorio. In particolare, il documento messo a disposi- L’area del Parco offre, pertanto, enormi op- zione dal Parco “Principali progettualità ed azio- portunità alle popolazioni locali che vengono ni messe in atto dal Comitato Esecutivo del Parco” coinvolte nella riscoperta del valore del proprio ci ha fornito preziose indicazioni sui principali ambiente attraverso forme di utilizzazione delle progetti, in corso e/o in attesa di un concreto e risorse locali attentamente valutate e valorizza- prossimo inizio, e sulle misure adottate dall’Ente te allo scopo di individuare e sviluppare tutte le Parco sotto il profi lo economico, ambientale e so- potenzialità culturali e ambientali senza compro- cioculturale. metterne l’integrità e la salvaguardia. Meritano una menzione particolare, per via La qualità dell’offerta ambientale e storico- dell’impatto atteso sul territorio e presso le comu- culturale di questa compagine territoriale si lega, nità locali, le iniziative che si stanno promuoven- poi, indissolubilmente anche alla qualità dei nu- do all’interno del territorio e che riguardano: merosi prodotti di eccellenza e delle tradizioni – i progetti fi nalizzati al recupero di manufatti enogastronomiche da cui si originano ulteriori edilizi da destinare alla fruizione e all’ospi- peculiari percorsi di promozione sinergica dei talità diffusa; prodotti locali e di valorizzazione delle risorse lo- – le progettualità relative alla tutela dei chirot- cali che si intrecciano, in un rapporto di recipro- teri di grotta e alla ridiffusione della Quercia cità e interdipendenza, con lo sviluppo turistico Vallonea, con l’avvio di lavori di ingegneria del territorio nel rispetto dell’identità territoriale naturalistica, studi, monitoraggi, rimboschi- e delle valenze ambientali. menti ed azioni espositivo-didattiche; Per lo studio dell’area fondamentali sono risul- – le azioni di tutela e valorizzazione del patri- tate la documentazione relativa ai progetti forni- monio culturale fi nalizzate alla diversifi ca- ta dall’Ente e le interviste qualitative ad uno dei zione dell’offerta turistica e alla destagiona- componenti del Comitato Esecutivo del Parco e lizzazione dei fl ussi; ai quattro rappresentanti istituzionali delle dodici – l’adozione di un Piano Triennale per l’Am-

Fig. 1. Comuni aderenti al Parco. Fonte: sito internet uffi ciale del Parco.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3377 110/12/20150/12/2015 18:17:4218:17:42 biente, fi nanziato dalla Provincia di Lecce, zione e sensibilizzazione dei visitatori nei confron- con l’obiettivo di defi nire percorsi fruibili an- ti dell’area protetta. che dai disabili, salvaguardare il paesaggio dagli incendi e promuovere la conoscenza del Parco attraverso la produzione editoriale 3. La rete di relazioni del Parco di una guida. Il Comitato Esecutivo del Parco, inoltre, ha ade- Nel corso delle interviste, allo scopo di cono- rito al progetto “La Carta Europea per il Turismo scere la rete di relazioni del Parco, è stato chiesto Sostenibile” (CETS), uno strumento di fondamen- al componente del Comitato Esecutivo di indicare tale importanza per lo sviluppo turistico locale i soggetti – istituzionali e non – con cui il Parco improntato ai criteri della sostenibilità, in grado ha intrattenuto rapporti di collaborazione e/o co- di assicurare la connessione dell’Ente Parco con operazione relativamente a due periodi distinti, gli operatori virtuosi allo scopo di favorire un 2006-2010 e 2011-2014. turismo pienamente sostenibile sia nelle diverse È stato anche chiesto di esplicitare brevemen- compagini comunali che compongono il Parco te le modalità attraverso cui le relazioni si sono che nelle aree limitrofe. espresse e di individuare, altresì, l’intensità di tali Particolare rilevanza presenta, inoltre, il “PWB relazioni attribuendo un punteggio da 1 a 52. – Parks Without Borders” (European Territorial Allo scopo di interpretare al meglio tali dina- Cooperation Programme – Greece-Italy 2007- miche relazionali si è costruita una matrice per 2013), una iniziativa, che ricollegandosi a progetti valutare l’evoluzione dei collegamenti che l’Ente di cui si è detto in precedenza, persegue il miglio- Parco ha stabilito con i soggetti – istituzionali e ramento dell’accessibilità nel Parco non soltanto non – coinvolti nelle azioni e nei progetti posti in dei disabili, ma anche degli anziani e dei bambini, essere nei due periodi indicati in precedenza. l’incremento dell’attività antincendio e la promo- Dall’esame della fi g. 2, in cui si evidenzia grafi -

Fig. 2. Evoluzione delle dinamiche relazio- nali del Parco (2006-2010 e 2011-2014). Fonte: Intervista al componente del Comi- tato Esecutivo.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3388 110/12/20150/12/2015 18:17:4318:17:43 Tab. 1. Caratteristiche e descrizione dell’intensità delle relazioni del Parco.

Intensità Soggetto Sede Caratteristiche [1-5] Descrizione dell’intensità della relazione 2006- 2011- 2010 2014 Comuni Alessano, Andrano, Ca- Parte integrante del 352006-2010 Riunioni statutarie e riunioni di strignano del Capo, Parco progettualità Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, 2011-2014 Riunioni statutarie e riunioni di Ortelle, Otranto, S. Ce- progettualità sarea Terme, Tiggiano, Tricase Provincia Lecce Parte del Consorzio 3 3 2006-2010 Riunioni statutarie e riunioni di progettualità 2011-2014 Riunioni statutarie e riunioni di progettualità Regione Bari Ruolo di controllo da 332006-2010 Riunioni per il controllo e la pro- parte della Regione gettualità 2011-2014 Riunioni per il controllo e la pro- gettualità; redazione del “Piano Territoriale del Parco” Rete dei Par- Provincia di Lecce Promozione e strategie 332006-2010 Incontri per la realizzazione del chi del Salen- comuni “Piano di Azione” to 2011-2014 Incontri per la realizzazione del “Piano di Azione” Imprese loca- Area locale Contatti informali e 242006-2010 Contratti di evidenza pubblica li contratti con imprese di ingegneria naturalistica 2011-2014 Contratti di evidenza pubblica e forestale Altri Parchi Grecia Scambi nati all’interno 112006-2010 Riunioni obbligatorie del progetto Interreg Grecia-Italia 2011-2014 Riunioni obbligatorie e incontri spontanei Liberi Profes- Area locale Scambi alimentati 352006-2010 Affi damento incarichi sionali dall’incremento dei progetti 2011-2014 Affi damento incarichi Imprenditori Area locale Costituzione di una rete 3 4 2006-2010 Riunioni, mercatini agricoli, mo- agricoli per la “Comunità del stre, contatti diretti nelle aziende cibo” del Parco 2011-2014 Riunioni, mercatini agricoli, mo- stre, contatti diretti nelle aziende Imprese del Area locale Contatti con li gestori di 222006-2010 Incontri in forum ed assemblee settore turi- lidi, stabilimenti, alber- programmate stico ghi. Criticità emerse: le imprese non sfruttano 2011-2014 Incontri in forum ed assemblee la leva della costituzio- programmate ne dell’area protetta e sono ancora fortemente orientate al turismo bal- neare di massa Operatori tu- Area locale Contatti con guide turi- 442006-2010 Riunioni programmate e inclusio- ristici stiche e centri di educa- ne nei progetti zione ambientale 2011-2014 Riunioni programmate e inclusio- ne nei progetti GAL Capo di Leuca (Trica- Attivazione di progetti 1 3 2006-2010 Riunioni programmate se, Le) e Terra d’Otan- to (Otranto, Le) 2011-2014 Riunioni programmate Scuole Varie Attivazione di progetti 2 3 2006-2010 Progetti di educazione ambientale 2011-2014 Progetti di educazione ambientale

Fonte: Intervista al componente del Comitato Esecutivo.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 3399 110/12/20150/12/2015 18:17:4318:17:43 camente la rappresentazione della rete egocentra- escursionistica di sentieri recuperati o parzial- ta del Parco e lo spessore delle linee che contrad- mente recuperati grazie anche a progettazioni so- distingue l’intensità di ciascun legame (Borgatti vracomunali realizzate in epoche precedenti alla e altri, 2002), emerge chiaramente come in molti defi nizione dell’area protetta. casi le relazioni tra il Parco e i soggetti con cui Un’altra importante azione promossa dal Par- esso ha intrattenuto rapporti di collaborazione o co riguarda l’istituzione – in collaborazione con cooperazione si siano intensifi cate e/o consolida- l’Università del Salento – di un laboratorio di bio- te prevalentemente nella transizione dal primo al logia marina a Tricase Porto che, in prospettiva secondo periodo essenzialmente per un maggiore futura, dovrebbe portare alla creazione di un Par- coinvolgimento dei soggetti menzionati nelle di- co Marino che affi anchi l’attuale Parco Costiero. namiche inerenti al Parco, ma anche, per l’attiva- Inoltre l’attivazione di uno Sportello Agricolo zione di un numero sempre crescente di progetti3. offre alla popolazione locale un prezioso rife- Nello specifi co (Tab. 1) ciò è accaduto per i co- rimento di consulenza a supporto delle attività muni – per i quali l’intensità dello scambio è pas- agro-forestali già avviate o da avviare in Area Par- sata da “periodica” ad “assidua” –, per le imprese co e in altre aree “cuscinetto” limitrofe. locali – da “saltuaria” a “frequente” –, per i libe- Dal punto di vista delle ricadute socioculturali ri professionisti e gli imprenditori agricoli – da il Parco ha operato nella direzione della valorizza- “periodica” a “frequente” –, per i GAL (Gruppi di zione dei centri storici e dei prodotti tipici locali, Azione Locale) – da “saltuaria” a “periodica” – e oltre che del recupero di antichi mestieri. infi ne per le scuole – da “occasionale” a “periodi- Punti di debolezza e maggiori problemi, al con- ca” –. trario, sono stati riscontrati per ciò che concerne Rimane, invece, invariata l’intensità delle rela- le ricadute economiche. zioni con gli altri soggetti indicati dal rappresen- Secondo l’opinione dei soggetti intervistati tante del Parco: “periodica” per quanto riguarda le ricadute economiche sul territorio risultano la Provincia di Lecce, la Regione Puglia, la Rete alquanto limitate per la carenza di strumenti di dei Parchi del Salento; “occasionale” per ciò che pianifi cazione e sviluppo che di fatto ha offerto concerne le imprese del settore turistico; “saltua- poche certezze ai diversi operatori economici sul- ri” con riferimento ai Parchi della Grecia coinvolti le potenzialità turistiche del Parco. nei progetti transnazionali fi nora attivati. Scarso è l’interesse nei confronti del Parco da parte delle imprese locali che operano nel settore turistico, le quali, pur nella consapevolezza della 4. Ricadute territoriali delle azioni e dei progetti necessità dell’integrazione delle risorse naturali con la realtà storico-culturale locale, rimangono Tutti gli intervistati hanno espresso piena sod- di fatto fortemente ancorate alla quasi esclusiva disfazione per le modalità di partecipazione alla promozione di un turismo balneare di massa, vita del Parco e per la qualità delle interazioni tra ostacolando in tal modo la qualifi cazione e diver- i vari soggetti che compongono l’Ente. sifi cazione dell’offerta turistica. I soggetti intervi- L’istituzione del Parco è stata fondamentale per stati lamentano una comunicazione insuffi ciente la protezione della varietà della fl ora e della fauna e scarsamente effi cace degli obiettivi del Parco e locale, per la tutela e la valorizzazione delle aree delle opportunità di sviluppo che esso offre; inol- che ricadono all’interno del suo perimetro attra- tre i proprietari dei terreni che ricadono all’inter- verso il ripristino e la salvaguardia degli antichi no dell’Area Parco si sentono “spogliati” della loro sentieri, per la prevenzione degli incendi, per l’in- legittima proprietà e continuano a considerare il centivazione della “mobilità lenta” in particolare Parco come un’ulteriore imposizione vincolistica nelle vie di accesso al Parco – stazioni ferroviarie e non come un concreto incentivo allo sviluppo di e bike-sharing – e, più in generale, per la grande nuove attività economiche e quindi di reddito per attenzione e la crescente sensibilità nei confronti la popolazione locale. delle problematiche ambientali. Tutti intravedono, però, buone prospettive per Le diverse azioni messe in campo dal Parco lo sviluppo del turismo sostenibile in ragione del- proprio sotto il profi lo ambientale, inoltre, han- le peculiari caratteristiche del tratto costiero inte- no consentito di facilitare ed accelerare le attività ressato e sono concordi nel riconoscere all’Ente preliminari – quali la realizzazione di segnaleti- Parco il merito di avere avuto accesso ad un co- ca e tabellonistica didattico-divulgativa e la ma- spicuo numero di fi nanziamenti per l’attivazione nutenzione ordinaria e straordinaria dei sentieri e il sostegno delle molteplici azioni intraprese. È – fondamentali per la piena fruizione della rete opinione unanime, infatti, che senza il Parco non

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4400 110/12/20150/12/2015 18:17:4418:17:44 sarebbe stato possibile intercettare tali forme di la riqualifi cazione professionale degli opera- fi nanziamento. tori di cooperative attive nel settore del turi- Ai soggetti intervistati è stato chiesto, inoltre, smo verde e per la realizzazione di una rete di formulare delle proposte di sviluppo ad inte- tra le stesse al fi ne di favorire lo sviluppo di grazione delle azioni esistenti e/o alternative, rea- un turismo sostenibile nel Parco; listiche, attuabili e innovative. – la creazione di “centri visita” distribuiti Tra queste, molte proposte sono rivolte essen- nell’ampio territorio del Parco, che possono zialmente al potenziamento della mobilità e, nel- rappresentare un valido strumento cultura- lo specifi co, alla creazione di una rete di collega- le e didattico per i visitatori e un’occasione mento realmente sostenibile con la creazione di di crescita culturale e di integrazione per le piste ciclo-pedonali di raccordo tra i centri storici scuole e per le associazioni locali; dei comuni e le aree costiere; al potenziamento – la predisposizione di un sostegno economi- e/o al ripristino delle “strade bianche” e dei “trat- co da parte delle istituzioni a favore di quei turi” per la fruizione pedonale della costa; ad un possessori di terreni che si trovano nell’Area ulteriore sviluppo della rete sentieristica, in modo Parco. da coniugare le diverse esigenze dei visitatori, da- Rispetto agli effetti attesi a seguito dell’adozio- gli escursionisti esperti ai diversamente abili; al ne della strategia macroregionale, le valutazioni potenziamento della mobilità via mare con battel- espresse dai soggetti intervistati hanno riguarda- li elettrici e nuovi ulteriori approdi (oltre a Otran- to vari aspetti connessi al turismo nel Parco con to, Marina di Andrano e Santa Maria di Leuca, particolare attenzione alle positive ricadute per già previsti da un progetto esistente); al migliora- il complessivo sviluppo dell’area compresa tra mento della segnaletica di rispetto ambientale e Otranto e Santa Maria di Leuca, contraddistinta dei confi ni del Parco, e l’attuazione di interventi da una forte diversifi cazione delle sue peculiari drastici sulla strada litoranea – limite di velocità risorse rispetto al resto delle aree costiere del Sa- non superiore ai 30 km/h – per la realizzazione lento votate ad un turismo prevalentemente bal- del progetto “l’Autostrada delle biciclette”, ancora neare e di massa. sulla carta. Le aspettative in tal senso sono molto alte e i Sotto il profi lo socioculturale ed economico, le soggetti intervistati auspicano che il Parco possa proposte emerse sono numerose e assai variegate diventare in breve tempo un autentico punto di e interessano: riferimento per lo sviluppo di un turismo real- – il sostegno e il potenziamento delle masse- mente sostenibile, innovativo e di qualità, attento rie, degli agriturismi e delle altre strutture alle esigenze di escursionisti, cicloturisti e amanti ricettive situate nel territorio del Parco; della natura. – la promozione della produzione dell’olio bio- logico da parte di giovani imprenditori e la creazione di un marchio per tutti i prodotti 5. Conclusioni delle imprese agricole operanti nel territorio del Parco che seguono buone pratiche agro- L’analisi condotta ci ha restituito una realtà nomiche e di coltivazione biologica; articolata e complessa che, se ci fa rifl ettere sul- – il sostegno alla piccola pesca e la ristruttura- le grandi potenzialità e sulla capacità di attrarre zione delle grotte (specialmente nella zona fl ussi turistici, mette in luce una compagine terri- di Tricase Porto) con l’obiettivo di esaltarne toriale nella quale alla qualità delle risorse spesso gli aspetti naturalistici e culturali; di grande interesse, si contrappone una scarsa si- – l’ulteriore valorizzazione dei centri storici nergia con il territorio circostante che impedisce volta alla creazione di una forma di acco- la costruzione di un sistema a livello territoriale e glienza diffusa a favore dei turisti e degli sul piano delle reti e delle fi liere di prodotti. Per- operatori locali; tanto, all’azione di salvaguardia e tutela degli eco- – l’organizzazione di un numero maggiore di sistemi pregiati sia dal punto di vista ambientale escursioni lungo il territorio del Parco per che storico-culturale si deve affi ancare anche la far conoscere ed apprezzare le tradizioni e la promozione dello sviluppo economico attraverso cultura del territorio; tutte quelle iniziative che possono consentire un – una maggiore incisività nell’incrementare miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita le attività di recupero dei manufatti edilizi delle popolazioni locali. (muretti a secco e pajare); Rispetto al rischio delle aree turistiche di ve- – l’organizzazione di corsi di formazione per dere aumentare considerevolmente la consisten-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4411 110/12/20150/12/2015 18:17:4418:17:44 za dei visitatori in particolari periodi, l’obiettivo Software for Social Network Analysis, Harvard, MA, Analytic principale a cui aspirano i soggetti aderenti al Technologies, 2002. Caciagli M., Regioni d’Europa. Devoluzioni, regionalismi, inte- Parco è la destagionalizzazione dell’offerta e dei grazione europea, Bologna, Il Mulino, 2006. fl ussi turistici, in linea con la domanda naziona- Caciagli M., Integrazione europea e identità regionali, Working Pa- le ed internazionale da estendersi all’intero arco per n. 1/2001, CIRES. dell’anno, ma anche con l’apertura del sistema Cappellin R., Transborder co-operation along the External Borders and the Turnabout of Regional Development Policies: a Mediter- territoriale pugliese alla competizione globale. ranean perspective, in Hedegaard & Lindström (eds), The Il raggiungimento di tale ambizioso obiettivo NEBI Yearbook, 1998, Springer, Berlin. può essere favorito proprio dalla recente istituzio- Dubois A., Hedin S., Schimtt P., Sterling J., EU macro-regions and ne della Macroregione Adriatico-Ionica che, assi- macro-regional strategies. A scoping study, Nordregio Working curando una priorità nell’accesso ai fondi comu- Paper 2009:4. European Commission, Macro-regional strategies in the European nitari, potrebbe, da una parte, assicurare nuova Union, Discussion paper, 11,2009. linfa alle economie locali e, dall’altra, consentire Ganzle S., Kern K., Macro-regional Strategies: a new mode of dif- il consolidamento della già avviata cooperazione ferentiated Integration in the European Union, Paper for CEPSA economica tra le regioni adriatico-ioniche e mi- Annual Conference, 2011. gliorare la qualità delle politiche comuni in setto- Jefferey C., Rowe C., Bringing the territory back in: toward a new understanding of the regional dimension of the EU, The Oxford ri di vitale importanza strategica. Handbook of the European Union, Chapter 52, Agoust La strategia macroregionale diventa decisiva 2012. soprattutto in chiave turistica. Infatti, senza tra- Margiotta S., Sansò P., The Geological Heritage of Otranto-Leuca lasciare le possibili ricadute positive in tema di Coast (Salento, Italy), in Geoheritage, 2014. Proto P. P., Indagini su Euroregioni e GECT: quali prospettive ambiente, politiche energetiche e sviluppo rura- per l’Area Adriatica?, CeSPI Working Papers 45/2008/IT, le, l’auspicio di tutti i soggetti intervistati è che la Settembre 2008. Macroregione Adriatico-Ionica possa rafforzare Stocchiero A., Macro-regioni Europee: del vino vecchio in una botte la cooperazione transnazionale in funzione della nuova?, CeSPI Working Papers 65/2010, Background Pa- defi nitiva affermazione di un turismo consapevo- per, Aprile (2010a). Stocchiero A., The external dimension of the European Union macro- le e sostenibile in grado di condurre fi nalmente regional strategies in the Mediterranean, CeSPI Working Papers ad una concreta e defi nitiva destagionalizzazione 77/2011, August 2011. dei fl ussi turistici. Stocchiero A., The geopolitical game of the European Union strategy Tale percorso sarà attuato mediante l’utilizzo for macro-regions: Where does the Mediterranean stand?, CeSPI dei fondi nazionali ed europei4, già destinati ai Working Papers 74/2010, Rome, July, 2010. settori in cui la macroregione interverrà e l’impe- gno condiviso può preparare la regione ad affron- Note tare con successo le sfi de e a cogliere le opportu- nità del mondo contemporaneo. 1 Nello specifi co, sono stati intervistati: il sindaco del comu- ne di Tiggiano, l’ex sindaco del comune di Corsano (in carica fi no a maggio 2014), la vicesindaco del comune di Andrano e l’assessore con deleghe alle Politiche del Lavoro, alla Cultura, Bibliografi a al Turismo, alla Valorizzazione e Salvaguardia dell’Ambiente e alle Politiche Giovanili del comune di Tricase. AA.VV., Itinerari naturalistici-turistici nel cuore del parco Otranto- 2 L’intensità della relazione è stata determinata con le seguen- Santa Maria di Leuca, a cura del CEA di Andrano, Quaderni ti modalità: 1. saltuaria; 2. occasionale; 3. periodica; 4. frequen- del CEA di Andrano, n. 1, 2009. te; 5. assidua. AA.VV., Atlante del Parco. Piano territoriale del Parco. Proposta di 3 Per il dettaglio relativo all’evoluzione delle dinamiche rela- piano. L. 394/1991 Lr 19/97 Lr 30/2006, Andrano, 2013. zionali tra il Parco e diversi soggetti con cui esso ha stabilito Angeleri E., Vesan P., Towards a New Territorial Cooperation in Eu- rapporti di collaborazione o cooperazione nei periodi 2006- rope, European Governance, Vol. 2 No. 1, March 2008, pp. 2010 e 2011-2014 si rimanda alla tab. 1. 23-26, URGE. 4 In particolare saranno utilizzati i fondi strutturali e di in- Berionni L., La strategia macroregionale come nuova modalità di vestimenti europei, lo strumento di assistenza preadesione cooperazione territoriale, Istituzioni del Federalismo, Note e 2014-2020, Orizzonte 2020, il programma LIFE per il terzo Commenti, 3.2012. pilastro e il programa COSME per le PMI nell’ambito del Borgatti S.P., Everett M.G., Freeman L.C., Ucinet for Windows: quarto pilastro.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4422 110/12/20150/12/2015 18:17:4518:17:45 Bernardo Cardinale

La Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree marine protette: la prima esperienza dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”

Summary: THE EUROPEAN CHARTER FOR SUSTAINABLE TOURISM IN PROTECTED AREAS: THE FIRST EXPERIENCE OF THE MARINE PROTECTED AREA “TORRE DEL CERRANO”

An important step towards meeting the goals of environmental protection and testing opportunities for sustainable deve- lopment is the adoption of the European Charter for Sustainable Tourism in Protected Areas (ECST), a methodological and certifi cation instrument that allows better management of protected areas to ensure that tourism contributes to sustainable economic, social and environmental balance of protected areas in Europe. The contribution proposes a critical analysis of the outcomes of the SWOT analysis produced by the heads of the AMP “Torre del Cerrano” and contained in the Document Strategy and Action Plan. The above critical analysis has been conducted by the author in order to arrive at a constructive dialogue to defi ne the factors that characterize the area under protection.

Keywords: Marine Protected Area, Sustainable Development, SWOT analysis.

1. Introduzione istituzione), ma anche a sperimentare diverse op- portunità di sviluppo. L’auspicato sviluppo turistico dei territori, visto Un passo importante verso la suddetta dire- come forma di sviluppo economico locale di più zione è rappresentato dall’adozione della Carta agevole realizzazione, ha evidenziato, nel tempo Europea per il Turismo Sostenibile (CETS)1: uno ed in misura crescente, taluni limiti legati ai suoi strumento metodologico e di certifi cazione che rifl essi negativi sugli equilibri degli ecosistemi na- permette una migliore gestione delle aree protet- turali, tanto da doversi prefi gurare l’esistenza di te per assicurare che il turismo contribuisca ad un rapporto problematico tra turismo e ambien- uno sviluppo economico, sociale e ambientale te. Tuttavia, in alcuni casi come in quello dell’i- equilibrato delle aree protette d’Europa. Infatti, stituzione di Aree Naturali Protette, nate per il l’elemento cardine della Carta è la collaborazione perseguimento degli obiettivi di tutela e preser- tra tutte le parti interessate al fi ne di sviluppare vazione delle risorse in aree geografi che a forte una strategia comune ed un piano d’azione per lo valenza naturalistica e ad alto potenziale turisti- sviluppo turistico, sulla base di un’analisi appro- co, tale problematicità sembra mancare o quan- fondita della situazione territoriale locale. L’obiet- tomeno attenuarsi, in virtù della loro capacità di tivo è la tutela del patrimonio naturale e cultura- risposta all’esigenza di promozione delle attività le e il continuo miglioramento della gestione del turistiche in un’ottica di sostenibilità. turismo nell’area protetta a favore dell’ambiente, La storia delle aree protette sta a dimostrare della popolazione locale, delle imprese e dei visi- come esse siano state fonte di scelte complesse, tatori. scaturite dalle tensioni contraddittorie esistenti tra le necessità del mondo naturale e quelle del- la sfera umana. Il passaggio culturale fondamen- 2. La Carta Europea per il Turismo Sostenibile tale per rispondere a tali tensioni si è avuto nel nelle Aree Protette momento in cui i parchi sono stati pensati come laboratori di un’economia non omologante ma at- La defi nizione delle procedure di certifi cazio- tenta alle peculiarità locali, strumenti di gestione ne previste dalla CETS è da ricondursi princi- del territorio, beni importanti ed irrinunciabili, palmente alle raccomandazioni rinvenibili nello idonei non solo a rispettare obiettivi di conserva- studio Loving Them to Death? Sustainable Tourism in zione (che rimane il motivo principale della loro Europe’s Nature and National Parks (EUROPARC,

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4433 110/12/20150/12/2015 18:17:4518:17:45 1993) e alle priorità contenute nelle raccomanda- naturali da preservare e delle azioni antropiche zioni dell’Agenda 21 e nel Sesto programma co- con quelli della sostenibilità, evitando la cosid- munitario di azione per l’ambiente intitolato Am- detta e non auspicabile “museifi cazione” dell’area biente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta. Inoltre, sottoposta a tutela ambientale attraverso l’azione il programma d’azione dell’UICN Parks for Life congiunta e coordinata dei vari attori interessati3. (1994) individua la stessa CETS come una delle Pertanto, un programma di collaborazione, tra la priorità per i parchi europei. CETS, come impegno reciproco tra i responsabi- La CETS ha fatto propri i principi delle Linee li dell’area protetta e ogni impresa, darà luogo a guida per il Turismo Sostenibile Internazionale della molti benefi ci reciproci. Infatti, le indicazioni del- Convenzione sulla Diversità Biologica, fornendo la CETS perseguono la collaborazione tra tutti i uno strumento pratico per la loro implementazio- soggetti coinvolti nello sviluppo e nella gestione ne nelle aree protette a livello locale (http://www. delle attività turistiche e mirano ad evitare che parks.it/federparchi/pagina.php?id=35) 2. i responsabili della gestione delle aree protette La stessa CETS è basata su dieci principi: agiscano in maniera isolata. Pertanto, i soggetti 1. “ Lavorare in Partnership: coinvolgere tutti fi rmatari della CETS scelgono l’adozione dei me- coloro che sono implicati nel settore turi- todi di lavoro basati sulla collaborazione che si stico dell’area protetta, per il suo sviluppo sostanzierà in ogni fase dell’implementazione, in- e la sua gestione. coraggiando la condivisione delle responsabilità 2. Elaborare una Strategia: predisporre e ren- e fi ssando gli impegni individuali e congiunti dei dere effettiva una strategia per il turismo gestori delle aree protette e dei restanti attori. Di sostenibile ed un piano d’azione per l’area conseguenza, appare necessario un monitoraggio protetta con la responsabilità di tutti gli at- ciclico dei risultati gestionali ottenuti nell’area, al tori coinvolti. fi ne di valutare l’apporto di modifi che ai processi 3. Tutelare e migliorare il patrimonio naturale e pianifi cati eventualmente necessarie al raggiungi- culturale: proteggere le risorse da un turi- mento degli obiettivi predefi niti. smo sconsiderato e ad alto impatto. 4. Qualità: garantire ai visitatori un elevato livello di qualità in tutte le fasi della loro 3. L’esperienza dell’Area Marina Protetta “Torre visita. del Cerrano” 5. Comunicazione: comunicare effi cacemente ai visitatori le caratteristiche proprie ed L’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” è uniche dell’area. stata istituita con decreto ministeriale del 21 ot- 6. Prodotti turistici specifi ci locali: incoraggiare tobre 2009 (codice EUAP 1226, estensione: 3.430 un turismo legato a specifi ci prodotti che ettari, costa interessata: 7.103 metri) ed ha un aiutino a conoscere e scoprire il territorio territorio ubicato nel tratto costiero teramano fra locale. i due comuni di Pineto e Silvi. Tale superfi cie è 7. Migliorare la conoscenza e la formazione: po- suddivisa in zone sottoposte a diverso regime di tenziare la conoscenza dell’area protetta e tutela, tenuto conto delle caratteristiche ambien- dei temi della sostenibilità tra tutti gli attori tali e della situazione socio-economica ivi presenti coinvolti nel settore turistico. (riportate nella rielaborazione grafi ca della carta 8. Qualità della vita dei residenti: assicurare che n. 34 dell’Istituto Idrografi co della Marina Mili- il sostegno al turismo non comporti altera- tare). Essa prevede una ristretta zona B (riserva zioni alla qualità della vita delle comunità generale), un quadrato di circa un km di lato di locali residenti. fronte a Torre Cerrano, una zona C (riserva par- 9. Benefi ci per l’economia: accrescere i benefi ci ziale) di 14 km quadrati, che si sviluppa per l’in- provenienti dal turismo per l’economia lo- tera estensione del fronte mare fi no a circa 2 km cale. dalla costa e un’ampia zona D (di protezione), di 10. Monitoraggio dei fl ussi, riduzione degli impatti: forma trapezoidale, di circa 22 km quadrati fi no monitorare i fl ussi di visitatori indirizzan- al limite delle tre miglia (Fig. 1). Le ragioni che doli verso una riduzione degli impatti ne- hanno portato all’istituzione di quest’area mari- gativi” (www.parks.it/federparchi, 2014). na protetta, sono diverse. Prima fra tutte la coesi- Appare evidente che la scelta di tali principi sia stenza di habitat differenti nello specchio d’acqua stata indotta dalla volontà di condurre gli attori dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano” delle aree protette ad una corretta gestione delle che “presenta due tipologie ambientali ben di- stesse aree, nell’intento di far coniugare i valori stinte e in stretta relazione tra esse: i tipici fondali

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4444 110/12/20150/12/2015 18:17:4618:17:46 sabbiosi adriatici, che caratterizzano la porzione inoltre presente una densa popolazione del raris- più estesa dell’area, e alcune parti di scogliere di simo Zafferanetto delle spiagge (Romulea rollii)” fondo, determinate sia dai massi semisommersi (Documento Strategia e Piano d’Azione - Delibe- dell’antico porto di Atri che dalle strutture som- ra n. 46 del 25/07/2013). merse dell’oasi di protezione marina provinciale, L’AMP Torre del Cerrano è la prima area ma- oltre che da alcuni affi oramenti di formazioni ge- rina protetta in Europa che si trova in fase con- ologiche conglomeratiche. clusiva per l’ottenimento della Carta Europea del Nell’area è presente un buon numero di spe- Turismo Sostenibile e che le consentirà di rap- cie animali marine, sia pelagiche, sia bentoniche presentare a livello europeo il modello di Parco e un piccolo ma nutrito contingente di specie ve- “sostenibile” ed effi ciente che persegue la tutela, getali. Oltre ai bellissimi esemplari di un piccolo la promozione e la valorizzazione del territorio, e raro Gasteropode dell’Adriatico, come la Trivia attraverso il coinvolgimento tutti gli attori presen- adriatica, e alle imponenti biocostruzioni della ti nel territorio stesso. Sabellaria halcocki, nell’ambiente subacqueo dell’a- Con riferimento al processo di costruzione rea protetta è facile imbattersi in svariate specie della Carta, esso si è realizzato attraverso un pro- di pesci e molluschi tra i quali spiccano gronchi, cesso partecipativo comune di tutti i portatori di spigole, sogliole e saraghi, che vivono a contatto interesse presenti sul territorio, al fi ne di adem- con i fondali sabbiosi caratterizzati da estesi e piere a quanto richiesto dalla Europarc Federa- importanti banchi di Chamelea gallina (vongola tion e Federparchi sui quattro punti fondamen- comune). L’Area è caratterizzata da ambienti di tali della CETS: “Accettare e rispettare i principi costa bassa e sabbiosa, tipici dell’Adriatico; l’A- dello Sviluppo Sostenibile enunciati dalla Carta; rea presenta un’importante vegetazione dunale Coinvolgere gli operatori turistici locali nello svi- psammofi la, con stupendi esemplari di Giglio luppo e gestione delle attività; Defi nire una stra- di mare (Pancratium maritimum), di Verbasco del tegia a medio termine (5 anni) per uno sviluppo Gargano (Verbascum niveum subsp. garganicum), di turistico sostenibile; Articolare una strategia con i Soldanella marittima (Calystegia soldanella) e di portatori di interesse per il raggiungimento degli Euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis). Nell’area obiettivi” (http://www.torredelcerrano.it/cerrano-torre- sud, a ridosso delle pinete a Pino da pinoli (Pi- deuropa.html). nus pinea) e a Pino d’aleppo (Pinus halepensis), è La sottoscrizione degli impegni della Carta si

Fig. 1. L’area marina protetta “Torre del Cerrano”.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4455 110/12/20150/12/2015 18:17:4718:17:47 è resa concreta nella convocazione dell’incontro attualmente più diffuse per l’analisi dei contesti plenario del forum 6 Dicembre 2013 a cui hanno economico-territoriali complessi, trattandosi di partecipato oltre cinquanta attori locali. uno strumento che guida nell’analisi critica di Le linee strategiche immediatamente ricon- informazioni differenti e complementari relative dotte ai dieci principi della CETS sono (AMP a un determinato contesto di riferimento e che Torre del Cerrano, Documento Strategia e Piano consente di trarre da tali informazioni delle indi- d’Azione - Delibera n. 46 del 25/07/2013): “a) la cazioni preziose per la defi nizione di opportune condivisione del Progetto di Sviluppo Turistico strategie di sviluppo e/o politiche di intervento” «Riviera dei Borghi Acquaviva», che sottolinea la (Scipioni e Mazzi, 2011, p. 75). necessità di fare sistema tra i diversi attori del ter- Le modalità attraverso le quali i fattori caratte- ritorio in cui l’AMP è chiamata a defi nirsi come rizzanti (punti di forza, debolezze, opportunità e elemento di riferimento e strumento animatore e rischi) vengono determinati sono sostanzialmen- catalizzatore di uno sviluppo turistico, sostenibi- te due: a tavolino (desktop) e con lavori di gruppo le, di area vasta. Questo al fi ne di evitare il perico- (partecipata). Nel primo è il ricercatore a formula- lo (avvertito) di chiusura in se stessi, di mancan- re, sulla base dei dati raccolti da “saperi esperti” za di dinamicità, di carenza di Vision d’area che in modo neutrale ed oggettivo, la previsione degli porta con sé inevitabilmente una scarsa capacità scenari. Nel secondo, invece, vengono sfruttate di essere competitivi all’interno di un mercato tu- tecniche partecipate per individuare scenari con- ristico in rapida evoluzione; b) la valorizzazione divisi con l’analisi congiunta tra esperti e stakehol- del «Protocollo di Intesa» per la caratterizzazione ders (Fera, 2008). ambientale degli stabilimenti balneari: centralità Di seguito, si propone un’analisi critica degli del turismo balneare nella strategia di sviluppo esiti dell’indagine SWOT prodotta dai responsa- del turismo sostenibile di un Area Marina Protet- bili dell’AMP “Torre del Cerrano” e contenuta nel ta; c) il riconoscimento delle potenzialità turisti- Documento Strategia e Piano d’Azione (Delibera che delle attività di conservazione della natura: n. 46 del 25/07/2013). La suddetta analisi critica esigenza di mantenere una qualità dell’ambiente è stata condotta dallo scrivente al fi ne di perveni- naturale integro accompagnando l’AMP nella sua re ad un confronto costruttivo per la defi nizione azione istituzionale di salvaguardia e protezione dei fattori caratterizzanti il territorio sottoposto a della natura (oltre che della cultura). Tale atten- tutela. I contenuti della prima indagine, cosiddet- zione mira anche a migliorare la qualità di vita ta partecipata, sono discesi dall’analisi territoriale dei residenti e la qualità della vacanza percepita dell’areale protetto e sono stati condivisi e appro- dai turisti, sempre più attenti alle questioni del fonditi con tutti i soggetti pubblici e privati ope- rispetto dell’ambiente e della sostenibilità della ranti sul territorio, grazie agli incontri collettivi loro esperienza di visitatori di luoghi di certifi cato e individuali appositamente organizzati. I fattori pregio ambientale”. caratterizzanti contenuti della seconda sono stati Le azioni conseguenti alla defi nizione della individuati attraverso una metodologia defi nibile strategia generale e dei tre punti strategici di cui a “A tavolino (desktop)”, che prevede la determina- sopra riportati sono state quindi ventotto e rap- zione del ricercatore sulla base dei dati di conte- presentano il contributo della CETS nel territorio sto (la previsione degli scenari si basa su “saperi del Parco che dovrà concretizzarsi nel quinquen- esperti” neutrali ed oggettivi). nio successivo all’adozione della carta. In estrema sintesi, le questioni poste in evi- denza hanno riguardato la posizione geografi ca, la qualità ambientale, gli aspetti della ricettività 4. L’analisi dei punti di forza e di debolezza alberghiera ed extralberghiera, i fattori dell’at- trazione turistica, la presenza imprenditoriale, i Tra le varie attività svolte dai tavoli tematici co- livelli della competitività territoriale. ordinati dall’ente gestore, si segnala quella attua- Tra i “punti di forza” si collocano principal- ta per la defi nizione di una prima vision comune mente: la favorevole ubicazione dell’area marina degli attori interessati ed intervenuti circa i punti protetta, la buona dotazione infrastrutturale, so- di forza e di debolezza, le opportunità e le minac- prattutto di carattere autostradale e ferroviario; la ce che il territorio presenta per lo sviluppo del numerosa presenza (vicinanza) di siti d’interesse turismo sostenibile sul territorio di riferimento culturale; la tradizione enogastronomica; il siste- dell’area marina protetta. Gli esiti di tale vision, ma ricettivo costiero, ben sviluppato e centrato sul sono serviti per andare ad eseguire un’analisi settore alberghiero, di livello qualitativo medio e SWOT4 che, com’è noto, “è una delle metodologie con un buon rapporto qualità/prezzo.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4466 110/12/20150/12/2015 18:17:4718:17:47 Con riferimento alle opportunità e alle minac- cali impegnati nella ricerca di percorsi di svilup- ce, le evidenze hanno riguardato soprattutto, per po virtuosi, grazie ad una valutazione equilibrata quanto concerne le prime, quelle che possono di tutti gli aspetti economici, ambientali e sociali scaturire dalle nuove tecnologie legate al web, che caratterizzano lo sviluppo locale. Parimenti, mentre in relazione alle seconde, quelle connesse occorre rilevare che le analisi di confronto pos- al condizionamento di modelli di sviluppo tipiche sibili, sia con la raccolta e l’elaborazione di dati e delle destinazioni “di massa” che potrebbero in- informazioni provenienti da fonti diverse, sia con durre nell’area comportamenti imitativi. l’analisi di tali informazioni in chiave strategica, D’altra parte, l’analisi “a tavolino” condotta dal- possono condurre profi cuamente alla defi nizione lo scrivente conferma nella buona sostanza le que- di azioni di sviluppo condivise da tutto il terri- stioni legate ai fattori caratterizzanti ed evidenzia- torio, come l’intera esperienza dettata dalle fasi te nelle rifl essioni dell’analisi “partecipata”, ma, procedurali di ottenimento della CETS ha dimo- con riferimento ai “punti di forza”, ne pone ulte- strato. riormente in evidenza alcuni altri come la vici- nanza delle strutture portuali di Giulianova, l’im- portante scalo peschereccio e turistico del medio Bibliografi a Adriatico, e quelle aeroportuali di Ancona, oltre a quelle di Pescara, già evidenziate; ma, soprattut- Agliata M., Cingolani V., Progetto e ambiente. La progettazione am- to, richiama l’attenzione sull’importante attraver- bientale e gli interventi nelle aree naturali protette, Roma, Caroc- samento ciclabile della Ciclovia Adriatica, nota ci Editore, 1998. Calcagno Maniglio A. (a cura di), Paesaggio costiero, sviluppo turi- anche con il termine “Corridoio Verde Adriatico”, stico sostenibile, Roma, Gangemi Editore, 2012. la pista che costeggia la riviera adriatica. La Re- Camuffo M., Soriani S., Zanetto G., The evolution of marine pro- gione Abruzzo, infatti, ha fi nanziato il completa- tected areas (MPAs): the North Adriatic case, in «Management of mento dell’intero tratto regionale di competenza Environmental Quality», 2011, 22, n. 1, pp. 59-71. avente un’estensione di ben 132 km, confi dando Cassola P., Turismo sostenibile ed aree protette; tra conservazione e valorizzazione socioeconomica, Pisa, ETS Editore, 2005. anche sulle importanti potenzialità del cicloturi- Comm. Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo, Our common smo. Anche per quanto concerne le “minacce”, ne future, London, Oxford University Press, 1987. prende in considerazione altre, rispetto all’analisi Europarc Federation, Loving Them to Death? Sustainable Tour- “partecipata”, come quelle che possono derivare ism in Europe’s Nature and National Parks, 1993, consultabile al link http://www.federparchi.it/PDF/Loving.them.to.death_ dai fenomeni erosivi (sia delle spiagge, sia dei ri- smalL. lievi collinari che si situano a ridosso del tratto Europarc Federation, La Carta, p. 6, consultabile al link costiero), dai livelli di inquinamento delle acque http//:european-charter.org/become-a-charter-area/the-charter- marine dell’Adriatico e dai rischi legati al supera- document). mento della capacità di carico turistico. Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Statali, Carta europea del turismo sostenibile nelle Aree Naturali Protette, 2000, pp. 3-7. Fera G., Comunità, urbanistica, partecipazione. Materiali per una 5. Rifl essioni conclusive pianifi cazione strategica comunitaria, Milano, FrancoAngeli, 2008. Gambino I. (a cura di), Turismo, ambiente e parchi naturali, in L’analisi proposta dallo scrivente, scaturita dal- «Geotema», 2001, 5, n. 15. la valutazione dello studio prodotto dai respon- Gambino R., Talamo D., Thomaset F., Parchi d’Europa. Verso una sabili dell’AMP “Torre del Cerrano”, raccolto nel politica europea per le aree protette, Pisa, ETS Editore, 2008. Documento Strategia e Piano d’Azione (Delibera IUCN, Action Plan for Protected Areas in Europe, IUCN Editore, n° 46 del 25/07/2013) appare confermare l’effi - Gland, 1994. IUCN (Commission on Natural Parks and Protected Areas), cacia di porre in relazione i diversi elementi che Parks for life, Action for protected areas in Europe, Gland, Swit- caratterizzano il territorio, creando una visione zerland, International Union for Conservation of nature di sintesi della realtà locale osservata, in manie- and natural resources, 1994. ra tale da mettere a disposizione dei diversi attori Landini P., Massimi G., Il sistema delle aree protette nelle regioni uno strumento che li agevoli nell’individuare le Abruzzo e Molise, in Brandis P. (a cura di), L’importanza sociale ed economica di un’effi ciente gestione del sistema dei parchi e delle strategie più opportune per uno sviluppo equili- aree protette. Atti della Conferenza Internazionale, Genova, brato del territorio. Brigati, 2001, pp. 169-178. Le analisi in questione, in particolare, confer- Marino D., Le aree marine protette italiane. Stato, politiche e gover- mano che uno studio approfondito del territorio nance, Milano, FrancoAngeli Editore, 2011. Moschini R. (a cura di), Aree protette e nautica sostenibile, Pisa, e delle sue caratteristiche possa rappresentare un ETS Editore, 2009. ausilio importante per i membri dell’organismo Moschini R., La crisi dei parchi e il governo del territorio, Pisa, ETS di gestione dell’AMP e di tutti gli stakeholder lo- Editore, 2009.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4477 110/12/20150/12/2015 18:17:4818:17:48 Quattrone G., La gestione partecipata delle aree protette, Milano, relativa metodologia sono il risultato della collaborazione dei FrancoAngeli, 2003. rappresentanti delle aree protette, dell’industria del turismo Rami Ceci L. (a cura di), Turismo e sostenibilità. Risorse locali e e dei loro partner, guidati dalla Federazione dei Parchi Na- promozione turistica come valore, Roma, Armando Editore, turali Regionali della Francia sotto l’egida della EUROPARC 2005. Federation, l’organizzazione pan-europea e non governativa a Scarlata R., Le aree marine protette tra obiettivi di conservazione ed protezione delle aree protette d’Europa che, con il sostegno effi cacia gestionale: applicazione di un modello di analisi, in Capi- delle sezioni nazionali della federazione, cura la gestione della neri C. e altri (a cura di), Oltre la Globalizzazione. Resilienza/ procedura di conferimento della stessa Carta alle aree protette Resilience, Firenze, Società di Studi Geografi ci, 2014, pp. e il coordinamento della rete delle aree certifi cate. 271-276 (coll. «Memorie Geografi che»). 2 Le aree protette che hanno ottenuto la Carta possono, a loro Scipioni A., Mazzi A., Gestire e promuovere un territorio. Linee gui- volta, decidere di implementare le FASI II e III (accordi e spe- da, strumenti operativi e casi di studio, Milano, FrancoAngeli, cifi ci piani d’azione con singole imprese e tour operator che 2011. hanno partecipato attivamente alla I fase). Tallone G. (a cura di), I parchi come sistema. Politiche e reti per un 3 Gli attori interessati agli effetti di una corretta gestione che nuovo ruolo delle aree protette, Pisa, ETS Editore, 2007. sia in grado di avere effetti positivi indotti sule aree in cui essi Todaro V., Reti ecologiche e governo del territorio, Milano, Franco stessi agiscono “hanno molteplici entità: la popolazione residente Angeli Editore, 2010. che attraverso la creazione di una micro-imprenditorialità in Vallarola F., Le aree marine protette, ETS Editore, Pisa, 2011. sintonia con le politiche di sviluppo sostenibile, può valorizza- Sgattoni M., Zanni Ulisse P. (a cura di), Cerrano ieri e oggi, Tera- re le ricchezze territoriali come colture e prodotti tipici; organi- mo, Amministrazione provinciale di Teramo, 1983. smi pubblici come l’Ente parco che attraverso il Piano del Parco Zoppi C., Aree protette marine e costiere. Questioni di pianifi cazione gestisce l’area protetta in materia di pesca, caccia, turismo; le del territorio, Roma, Gangemi, 1993. amministrazioni come consigli comunali o municipali che si oc- cupano delle risorse naturali nell’ambito del loro mandato; le industrie come operatori turistici e utilizzatori delle acque; le Note organizzazioni non governative, istituti di ricerca e università per i quali l’area protetta è al centro dei loro interessi professionali” 1 Si tratta di un accordo volontario teso al riconoscimento di (Quattrone, 2003, p. 95). quelle aree protette che adempiono positivamente ai requisiti 4 Notoriamente, l’acronimo si riferisce agli aspetti che l’anali- per l’adesione alla CETS, fi nalizzati allo sviluppo sostenibile e si SWOT va a esaminare: Strenghts (punti di forza), Weaknesses alla gestione del turismo, attraverso l’attuazione di buone prati- (punti di debolezza), Opportunities (opportunità), Threats (mi- che. Lo sviluppo dei contenuti della Carta e la defi nizione della nacce).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4488 110/12/20150/12/2015 18:17:4918:17:49 Bernardo Cardinale, Marina Fuschi

La protezione ambientale in Abruzzo: tra immaginario e realtà1

Summary: ENVIRONMENTAL PROTECTION IN ABRUZZO BETWEEN IMAGINATION AND REALITY

Environment has been particularly emphasized in the planning scheme of the Abruzzo region since its establishment, thus laying the foundations for a regional development programme that combines socio-economic growth and environmental protection within a policy of territorial re-balancing. This paper aims at making a comparison between the policy of en- vironmental protection implemented by the Abruzzo Region and built primarily by means of Parks and environmental vulnerability affecting Abruzzo’s territory for a long time and endangering the image and, even more, the very sense of environmental protection, if not tackled.

Keywords: environmental emergencies, protected areas, territorial planning.

1. La pianifi cazione ambientale: tra vincolismi, protette ricadenti in una casistica molto artico- buone intenzioni e scarsa territorializzazione lata”. Nel merito, la protezione ambientale in Abruz- L’attenzione all’ambiente rappresenta un ele- zo coinvolge circa il 32% del territorio regionale mento centrale dell’indirizzo programmatorio interessato da ben 3 Parchi Nazionali (d’Abruzzo, della regione Abruzzo sin dal momento della Lazio e Molise, del Gran Sasso-Monti della Laga, sua costituzione, laddove all’art. 4 dello Statuto della Majella), 1 Parco Regionale (del Sirente-Ve- si legge che “La Regione concorre alla tutela del lino), 14 Riserve Statali, 25 Riserve Regionali e 1 paesaggio storico e ne promuove la piena valo- Area Marina Protetta di recente istituzione (Torre rizzazione, riconoscendo questi valori tra i beni del Cerrano, Decreto Ministeriale del 2009), oltre essenziali dell’Abruzzo”, mentre il successivo Pro- ad altri ambiti di protezione tra i quali Oasi natu- gramma regionale per il triennio 1978-1980 fi s- ralistiche e Parchi Territoriali Attrezzati. Volendo, sava nel “quadro di riferimento territoriale” gli poi, considerare gli ambiti “contigui” – così come obiettivi di una politica che doveva basarsi, tra ipotizzato dalla stessa Regione in un documento l’altro, sulla ricognizione e delimitazione delle uffi ciale2 – la protezione coinvolgerebbe almeno aree di tutela ambientale e la salvaguardia dei il 50% del territorio abruzzese con un vincolismo valori paesistici. Si fi ssavano così le basi di un davvero esasperato per la provincia interna aqui- programma di sviluppo regionale attento a co- lana che vedrebbe solo in corrispondenza della niugare crescita socio-economica e protezione Conca Aquilana, del corridoio marsicano Avezza- ambientale nell’ambito di una politica di riequi- no-Carsoli, della Val Roveto, del comune setten- librio territoriale. In concreto, non sono mancati trionale di Montereale aree libere da qualsiasi Norme e Piani attuativi in tale direzione (a muo- tipo di limitazione d’uso. vere proprio dalla redazione del Piano Regiona- Da quanto perimetrato e alla luce degli obietti- le Paesistico, per arrivare alla cosiddetta Legge vi della politica di sviluppo regionale sopra richia- dei Parchi), sebbene come rilevato da Landini e mati, appare innegabile la scelta, almeno nelle Massimi (2001, p. 171) “La concreta attuazione di intenzioni, di voler coniugare il binomio uomo- questi indirizzi, condivisibili sul piano generale ambiente nell’ottica di un modello di sviluppo ma non sostenuti da studi preventivi, adeguati territoriale teso alla valorizzazione del patrimo- e completi sul piano interdisciplinare, e da cor- nio esistente attraverso progettualità integrate e rette campagne informative circa la consistenza multisettoriali da produrre con l’intento di far delle limitazioni, ha prodotto una proliferazione dialogare la dimensione economica, sociale e am- veramente indiscriminata di vincoli territoriali “a bientale. In tal senso, l’estesa e diversifi cata dispo- cascata”, infelici perimetrazioni e decine di aree nibilità di un patrimonio ambientale fi ssato sul

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 4499 110/12/20150/12/2015 18:17:4918:17:49 Fig. 1. Variazione di popolazione nella regione Abruzzo (1991-2014)3. Fonte : ns. elaborazione su dati ISTAT.

territorio dalla perimetrazione a Parco, ha fi nito nerabilità territoriali che interessano la regione per fagocitare molti entusiasmi intorno a proces- abruzzese. sualità di tipo turistico, laddove il turismo verde o ecoturismo rispondeva alla nuova tipologia della domanda, lontana da scelte di massa e vicina alla 2. Una Regione bifronte: tra vulnerabilità e dimensione esperienziale della fruizione. protezione ambientale I concetti di qualità, originalità, tipicità trove- ranno poi nell’esaltazione dei sapori e dei saperi L’immagine della “Regione Verde d’Europa” locali altrettante ipotesi strategiche di sviluppo, (ARVE) costruita e alimentata intorno alla politica mentre la Regione siglava la sua identità intorno dei Parchi, fortemente voluta e perseguita – come alla immagine della “Regione Verde d’Europa”. detto – dalle diverse Amministrazioni regionali, D’altro canto, però, lo strumento del Parco se si specchia, tuttavia, su una serie di vulnerabilità da una parte non ha prodotto – se non limitata- ambientali che interessano da tempo il territorio mente – quella territorializzazione compatibile abruzzese e che, laddove non affrontate, rischiano con la crescita e lo sviluppo socio economico delle di comprometterne l’immagine, ma ancor più, il aree interessate (così come segnalato ancora oggi, senso stesso della protezione ambientale. alla luce degli ultimi dati censuari, dalla costante Fra le più urgenti vulnerabilità, quella relativa emorragia demografi ca che continua a svuotare al dissesto idrogeologico4, laddove proprio lo svuota- le Aree interne (Fig. 1), unitamente alla scarsa mento demografi co progressivo delle aree inter- presa del turismo verde la cui vivacità si conferma ne, concorre (unitamente alla costituzione geoli- prevalentemente in corrispondenza dello storico tologica e ai caratteri geomorfologici) a denun- Parco d’Abruzzo) (Cresa, 2014, p. 55 e p. 108), ciare una severa numerosità di eventi franosi che dall’altra fi nisce per ridimensionare la sua stessa collocano l’Abruzzo al nono posto della classifi ca portata valoriale (quale primario strumento di delle regioni a più alto rischio e fra le prime in protezione ambientale) a fronte di pesanti vul- Italia per Indice di franosità5, con un valore pari

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5500 110/12/20150/12/2015 18:17:5018:17:50 all’11,5% rispetto al dato medio nazionale del 7% che pure denunciano, nella maggior parte del- (ISPRA, 2013). Decisamente meno incidente si le foci fl uviali, il superamento dei parametri di presenta il rischio idraulico (da alluvione)6 che pure legge, fi nendo per impattare pesantemente con coinvolge poco meno del 2% della popolazione l’economia turistico-balneare e, in via priorita- regionale (ISPRA, 2014), interessando particolar- ria, con la stessa qualità di vita della popolazio- mente i comuni della fascia costiera e quelli valli- ne residente – ma l’intero corso fl uviale a causa vi7, il tutto in un quadro d’insieme della criti- della eccessiva captazione delle acque per scopi cità idrogeologica che, a scala amministrativa industriali, irrigui e idroelettrici. A tal propo- locale, vede potenzialmente interessati a va- sito, il monitoraggio della qualità delle acque rio grado il 96% dei comuni abruzzesi con un condotto dall’ARTA per il 20119, restituisce tali coinvolgimento areale di circa 900 kmq, pari livelli di criticità10, con preoccupanti segnali di a oltre l’8% del territorio regionale8. scadimento anche nelle aree protette e nei siti Nello stesso tempo, la dinamica insediativa della Rete Natura 2000 (SIC, Siti di Interesse riversatasi, soprattutto a partire dal Secondo do- Comunitario e ZPS, Zone di Protezione Specia- poguerra, lungo la fascia costiera e nell’ultimo le) (tab. 1). In particolare, si evidenzia la condi- ventennio in quella collinare, oltre a tradursi in zione di criticità di molti fi umi che attraversano una eccessiva pressione antropica – rilevabile sia i Parchi, così come quelli – Piomba e Cerrano a livello di densità che di più ampia compromis- – che scorrono nel territorio tra Silvi e Pineto, sione paesaggistica (espressione, quest’ultima, ambito su cui insiste l’Area Marina Protetta del- della mancanza di pianifi cazione e di una “po- la Torre di Cerrano. litica” territoriale affi data alla mera logica dello Sempre con riferimento all’Area Marina Pro- spontaneismo guidata dalle sole regole della ren- tetta Torre del Cerrano, non può non segnalarsi dita fondiaria) – ha contribuito a pregiudicare l’elevato rischio di erosione costiera che interessa il la qualità del patrimonio fl uviale abruzzese, come litorale compreso tra i comuni di Silvi e Pine- rifl esso dell’intenso processo di edifi cazione ur- to, con un coinvolgimento di oltre 12 km di bana, degli scarichi illegali dei rifi uti oltre che costa su un totale di poco più di 1611. Quello della mancata o insuffi ciente depurazione degli dell’erosione costiera, peraltro, è una dinamica stessi. Ma la compromissione della qualità delle costante che interessa circa la metà del fronte acque non interessa solo i bacini di deiezione – litoraneo abruzzese (circa 57 km dei 115 di co-

Tab. 1. Aree in cui si sono verifi cati peggioramenti nella qualità delle acque nel 2011 rispetto al 2009.

Sito rete Natura 2000 Corsi d’acqua ZPS IT7110128 Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Vomano, Mavone e Aterno ZPS IT7140129 Parco della Majella Lavino ZPS IT7110130 Parco Sirente-Velino Aterno ZPS IT7120132 Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed aree limitrofe Sangro SIC IT7110097 Fiume Giardino-Sagittario-Aterno e Sorgenti del Pescara Sagittario SIC IT7120022 Fiume Mavone Mavone SIC IT7130105 Ripe di Turrivalignani e Fiume Pescara Pescara SIC IT7140107 Lecceta di Torino di Sangro Sangro SIC 7140112 Bosco di Mozzagrogna Sangro SIC IT7140215 Lago di Serranella Sangro SIC 7140111 Boschi ripariali del Fiume Osento Osento SIC 7140211 Monte Pallano e Lecceta d’Isca d’Archi Osento SIC IT7140109 Marina di Vasto Torrente Buonanotte SIC IT7120083 Calanchi di Atri Piomba SIC IT7120215 Torre del Cerrano Cerrano Fonte: De Sanctis, 2013, p. 4, con parziale adattamento.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5511 110/12/20150/12/2015 18:17:5118:17:51 sta, escludendo i tratti occupati dai porti)12 con non esaustiva per la complessità e il continuo un coinvolgimento particolarmente severo, ap- evolversi dei fenomeni indagati, restituisce un punto, della provincia di Teramo, la cui vocazio- quadro poco coerente della regione Abruzzo ri- ne turistica ha fi nito per tradursi in una elevata spetto all’immagine che la stessa si è costruita pressione antropico-insediativa con riguardo sia nel corso del tempo (Abruzzo Regione Verde alla fascia costiera che alla spiaggia emersa, ol- d’Europa - progetto ARVE; Abruzzo regione pi- tre a contabilizzare defi cit nei bilanci solidi dei lota progetto APE; Abruzzo: regione dei Parchi) corsi fl uviali, quale risposta agli eccessivi prelievi e, ancor più, rispetto al nutrito ed eterogeneo in bacino. regime normativo di cui si è dotata. Infatti, Altra vulnerabilità regionale attiene al rischio il carattere prevalentemente vincolistico della industriale, valutato tale laddove lo stabilimento pianifi cazione sovraordinata, articolata su vari produttivo è suscettibile di causare incidenti ri- strumenti (Piano Paesistico, Piano di Assetto velanti, ai sensi dell’art. 15, comma 4 del D.Lgs Idrogeologico, Piano di Sviluppo Rurale, Piano 334/1999: dall’Inventario Nazionale Ministeriale di Tutela delle acque) – unitamente a quella pro- (ISPRA, 2014), l’Abruzzo ne contabilizza ben 26 vinciale e comunale – non appare suffi ciente a distribuiti abbastanza equamente sul territorio, con salvaguardare e a riqualifi care il territorio. Anzi, punte di 8 unità rischiose nelle province più este- nella sua conformazione attuale, l’assetto proce- se di L’Aquila e Chieti, di 6 in quella di Pescara e durale rappresenta l’esito di azioni simultanee di 5 nella provincia di Teramo. Merceologicamen- sulle quali è diffi cile esercitare il controllo. Ad te le attività attengono, perlopiù, a deposito di gas esempio, gli strumenti volti all’individuazione e liquefatti, produzione e/o deposito di esplosivi, perimetrazione degli elementi di pericolosità e stoccaggi sotterranei, produzione petrolchimica e dei conseguenti livelli di rischio16 attualmente chimica, con riferimento alla quale non può non sono tesi ad individuare le aree soggette a studio citarsi il sito di Bussi sul Tirino13, la cui emergenza di compatibilità degli interventi, senza incidere ambientale valutata come “la più grande discari- effettivamente sulle operazioni di urgente attua- ca dei veleni d’Europa” è divenuta simbolo di una zione per la mitigazione del rischio a carico delle fase di giustizialismo territoriale fortemente sentito amministrazioni pubbliche. dalla intera Comunità Abruzzese14. Ma Bussi sul Più in generale, è da registrare il ritardo del Tirino, si offre, altresì, come luogo di contraddi- dibattito locale rispetto ai più ampi temi attinenti zione della “Regione Verde d’Europa”, per esse- l’uso delle risorse in chiave conservativa, laddo- re un comune “protetto” appartenente al Parco ve a livello europeo appare prioritaria la discus- Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga e terri- sione relativa al consumo del suolo, al recupero torialmente posizionato nel centro dell’Abruzzo, delle aree dismesse e alla rigenerazione urbana. all’incrocio di 3 Parchi naturali (oltre al succitato, Un dibattito – quello sulla tutela ambientale stret- il Parco Nazionale della Majella e il Parco Regio- tamente connesso a quello dello sviluppo territo- nale Sirente-Velino). Luogo bifronte, dunque, che riale – da affrontare seriamente e, per l’Abruzzo, riepiloga in sè le contraddizioni proprie di una certamente da riattualizzare. intera Regione chiamata a ripensare la progettua- lità del territorio in termini sistemici e con una ottica di lungo periodo, dimensioni, queste, che Bibliografi a sole consentono, almeno in parte, di ricomporre la vocazione ambientale con le tante vulnerabilità ARTA, La qualità delle acque superfi ciali e sotterranee nella valle del del territorio (tra cui, sebbene solo nominalmen- Tirino, 2014. ARTA, www.artaabruzzo.it. te, ricordiamo anche l’alta incidenza del rischio Cardinale B., Fuschi M., Environmental protection in Abruzzo, in sismico – come l’ultimo terremoto del 2009 tragi- Besana A. (a cura di), Urban and Regional Development in Italy camente ricorda15 – e non meno quello da incendi and in Poland, «8th Italian-Polish Seminar of Geography», la cui portata è fortemente invalidante per una Trento, Edizioni Colibrì, 1998, pp. 207-221. Regione la cui alta varietà di biodiversità vegetale Cardinale B., Tourism and Regionalisation. Environmental, Tourist and Cultural Districts in the Parco Gran Sasso-Monti della costituisce uno dei suoi patrimoni più importan- Laga, in «Analele Universitatii din Oradea», Seria Geo- ti) (Console, 2012). grafi e, Editura Universitatii din Oradea, TOM XVII, pp. 115-124. Commissione De Marchi, Commissione interministeriale per lo stu- dio della sistemazione idraulica e della difesa del suolo, Roma, 3. Rifl essioni conclusive 1970 (ristampa anastatica digitale a cura del CeNSU-Centro Nazionale di Studi Urbanistici). L’analisi condotta in questa sede, chiaramente Console C. (a cura di), La biodiversità vegetale in Abruzzo. Tutela

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007-BIS_CARDINALE-FUSCHI.indd7-BIS_CARDINALE-FUSCHI.indd 5252 111/12/20151/12/2015 18:03:2318:03:23 e conservazione del patrimonio vegetale abruzzese, L’Aquila, One Note Group Edizioni, Regione Abruzzo, 2012. CRESA, Il turismo in Abruzzo, L’Aquila, 2014. 1 Nella comune impostazione del contributo, il par. 1 si deve De Sanctis A., Dossier Fiumi 2013: in Abruzzo sempre peggio!, Rap- a Bernardo Cardinale, il par. 2 a Marina Fuschi. Le rifl essioni porto WWF su dati ARTA, Pescara, 2013. conclusive e la bibliografi a sono in comune. Fuschi M. (in coll.), Il prodotto “verde & parchi” nel settore turistico 2 Carta dei Parchi con la delimitazione delle aree contigue, abruzzese. Una verifi ca empirica, in Adamo F. (a cura di), Con- scala 1:100.000, L’Aquila, 1998. tributi alle Giornate del Turismo 2001/2002, Bologna, Pàtron, 3 La classifi cazione Natural Breaks si basa sul metodo di 2004, pp. 287-311. ottimizzazione di Jenks (George Frederick Jenks, cartografo Fuschi M., Environmental protection and social protection: the Sir- americano del 20mo secolo), che effettua una classifi cazione ente-Velino Regional Park, in Visconti G. e altri, Global Change ottimale per intervalli tale che la somma delle varianze dei va- and Protected Areas, Dordrecht, Kluwer Academic Publishers, lori del campo per le singole classi risulti minima. In pratica, si 2001, pp. 475-487. è di fronte ad un problema di ottimizzazione il cui obiettivo è Fuschi M., Le caratteristiche geografi che del sito, in Paolini G. e quello di trovare la classifi cazione degli oggetti della popolazio- Zaino M.P., Cento anni di chimica. I siti di Bussi e Piano d’Orta ne in n classi, tale che la somma delle deviazioni dalle medie in 1902-2002, L’Aquila, Ed. Qualevita, 2002, pp. 167-171. ogni classe sia minima, (Jenks, 1967). ISPRA, Annuario dei Dati Ambientali, Edizione 2013 (consulta- 4 Il dissesto idrogeologico è stato defi nito per la prima volta bile al link: www.isprambiente.gov.it). come l’insieme di “quei processi che vanno dalle erosioni con- ISPRA, Rapporto di sintesi sul dissesto idrogeologico in Italia 2014, tenute e lente alle forme più consistenti della degradazione novembre 2014 (consultabile al link: www.isprambiente.gov. superfi ciale e sottosuperfi ciale dei versanti fi no alle forme im- it). ponenti e gravi delle frane” (Commissione De Marchi, 1970). Jenks G.F., The Data Model Concept in Statistical Mapping, in «In- 5 Tale Indice esprime il rapporto tra l’area in frana e l’area ternational yearbook of Cartography», n. 7, 1967, pp. 186- totale (ISPRA, Annuario). 190. 6 Si ricorda che il rischio idraulico (da alluvione) e quello geo- Landini P., Massimi G., Il sistema delle aree protette nelle regioni morfologico (da frana) rappresentano le due categorie princi- Abruzzo e Molise, in Brandis P. (a cura di), “L’importanza so- pali del rischio idrogeologico. ciale ed economica di un’effi ciente gestione del sistema dei parchi e 7 A tal proposito, con riferimento agli ultimi eventi alluvionali, delle aree protette”. Atti della Conferenza Internazionale-Uni- si segnalano quelli di Pescara, Pineto, Tortoreto, Alba Adriatica versità di Sassari, Genova, Brigati, 2001, pp. 169-178. e della Val Vibrata. Landini P., Massimi G., Sismicità, insediamenti, economia. Analisi 8 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del geografi ca nelle aree del terremoto d’Abruzzo (2009), in «Bollet- Mare, Il Rischio idrogeologico in Italia, 2008 (www.minambiente.it). 9 tino della Società Geografi ca Italiana», Roma, 2010, pp. Il monitoraggio dei corsi d’acqua viene svolto dall’ARTA sin 287-339. dal 2004 attraverso la misura di una serie di parametri chimico- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del fi sici e microbiologici e unitamente allo studio di altri para- Mare, Il Rischio idrogeologico in Italia, 2008 (consultabile al metri ambientali defi niti secondo tecniche standardizzate a link: www.minambiente.it). livello nazionale. Per il 2011, l’ARTA ha pubblicato una clas- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del sifi cazione dei fi umi abruzzesi nelle 5 classi previste dal D.Lgs. 152/2006 (www.artaabruzzo.it). Mare, Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità 10 ambientale, 2013 (consultabile al link: www.minambiente.it). Confermati dai dati del Ministero della Salute nel Rapporto sulle acque di balneazione, 2013. Moschini R., La crisi dei parchi e il governo del territorio, Pisa, ETS 11 Elaborazione propria su dati Regione Abruzzo. Editore, 2009. 12 Regione Abruzzo, Task Force Autorità Ambientale Abruzzo, Moschini R., Parchi e politica, Pisa, ETS Editore, 2013. Rapporto Ambientale, 2011. Piccioni L., La natura come posta in gioco. La dialettica tutela ambi- 13 Bussi sul Tirino è un piccolo comune (2.636 ab., al censi- entale-sviluppo turistico nella storia della “regione dei parchi”, in mento 2011) in provincia di Pescara che, dagli inizi del No- Costantini M., Felice C. (a cura di), Storia d’Italia. Le regioni. vecento, vede associato il suo nome alla industria chimica Abruzzo, Einaudi, Torino, 2000, pp. 921-1074. (Montedison, Edison, Solvay) sia in termini di produzione che Piccioni L., Les Abruzzes, “région des parcs”. Coopération et consen- di studio e sperimentazione; in particolare, si ricorda che a sus dans la naissance et le développement du plus important sys- Bussi fu avviata, con tecnologia all’avanguardia per l’epoca, la tème italien d’espaces protégés, in Laslaz L. e altri (a cura di), produzione del ciclo cloro-soda, così come quella di sostanze Espaces protégés, acceptation sociale et confl its environnementaux, chimiche da destinare all’industria bellica (liprite). La combi- Actes du colloque international 16, 17 et 18 septembre - nata disponibilità di risorse naturali, la buona accessibilità, la Chambery, Le Bourget-du-Lac, Laboratoire EDYTEM, 2010 copiosa disponibilità di acque (rilevabile dallo stesso toponi- («Collection EDYTEM», vol. 10), pp. 79-88. mo) ne hanno giustifi cato la scelta del sito e favorito il successo Regione Abruzzo, Task Force Autorità Ambientale Abruzzo, Valuta- industriale, con apprezzabili risvolti sul piano sociale (Fuschi, zione Ambientale Strategica del Programma Attuativo Regionale 2002, pp. 167-171). Del Fondo Aree Sottoutilizzate 2007-2013 della Regione Abruzzo 14 Dai primi del Novecento, la produzione a ritmo continuo di (PAR FAS ABRUZZO), Rapporto Ambientale, Allegato B, Parte sostanze altamente inquinanti ha fi nito per impattare pesante- Prima, 2011. mente sul territorio determinando un severo disastro ambien- Regione Abruzzo, Carta dei Parchi con la delimitazione delle aree tale, così come scoperto nel marzo 2007 dagli Agenti del Corpo contigue 1:100.000, L’Aquila, 1998. Forestale. Una delle più grandi discariche nascoste di sostanze Regione Abruzzo, Gestione Integrata dell’area costiera. Piano or- tossiche e pericolose: per un totale di 500 mila tonnellate di ganico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità d’interventi rifi uti interrati nei pressi del polo chimico, in prossimità del di difesa e di gestione della fascia litoranea su scala regionale, Re- fi ume Pescara. Proprio il ruolo di snodo idrografi co dell’area lazione di sintesi dello studio, Del. CIPE 106/99. ha aggravato ulteriormente il danno ambientale, laddove le Salvatori F., Landini P. (a cura di), Abruzzo. Economia e territo- falde acquifere che attraversano il sito industriale alimentava- rio nel Nord del Mezzogiorno, Pescara, Libreria dell’Università no numerosi pozzi per l’acqua potabile realizzati a valle della Ed., 1993, pp. 133-149). discarica e destinati all’intera Val Pescara. Ad oggi, si conta-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5533 110/12/20150/12/2015 18:17:5218:17:52 bilizzano oltre al danno ambientale (stimato dall’Ispra, per Bacini Idrografi ci di Rilievo Regionale Abruzzesi e del Bacino conto dell’Avvocatura dello Stato, in 8,5 miliardi di Euro), una Interregionale del Fiume Sangro “Fenomeni Gravitativi e Pro- sentenza di assoluzione dei vertici industriali della Chimica e, cessi Erosivi” viene defi nito dal legislatore quale “strumento cosa ancor più grave, nessun avvio di operazione di bonifi ca conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale (www.corpoforestale.it). sono pianifi cate e programmate le azioni e le norme d’uso fi - 15 Per un approfondimento, si rinvia a Landini e Massimi nalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del (2009). suolo, sulla base delle caratteristiche fi siche ed ambientali del 16 Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico dei territorio interessato”.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5544 110/12/20150/12/2015 18:17:5318:17:53 Alen Carli, Igor Jelen

Paesaggi, risorse naturali e patrimonio etnografi co: strategie di sviluppo per le valli delle Alpi Giulie1

Summary: ETHNOGRAPHIC, NATURAL AND LANDSCAPE RESOURCES: DEVELOPMENT STRATEGIES FOR ALPI GIULIE VALLEYS

The transition to post modernity, with the overcome of a genre de vie crudely productivist, means the re-discover of a strata of landscapes, environments, ecosystems, signs’ systems, technologies, values, and simply objects, which belong to diverse epochs – the tradition – and which were sometimes obliterated by a layer of modernist ideology. The paper reports the case of the project Zbor-zbirk, collection of collections, in the frame of the natural and cultural preservation projects in the Julian Alps (Udine).

Keywords: alpine geography, Friuli, mountain ethnography.

1. La modernità nel Friuli montano per il Trentino, Belluno per il Cadore ecc.): Udi- ne e Pordenone, capoluoghi delle province che Il Friuli montano – tra alpi Carniche e Giulie comprendono la montagna friulana, con le loro – è l’area che per tutta la modernità ha sofferto zone industriali e commerciali, i centri culturali e maggiormente dei problemi che caratterizzano in i nodi di traffi co, sono già città di pianura e non genere le aree alpine in questo periodo: riescono mai a rappresentare adeguatamente gli interessi della montagna. “in nessun territorio della zona alpina il processo Circostanze cui si sommano ulteriori elementi di spopolamento è così incessante e così fortemen- sfavorevoli e a volte veri e propri errori di politica te radicato come nelle Alpi friulane, dove accanto regionale. In genere, la pianifi cazione che prevale ad [aree] abbandonat[e] si sono confi gurati luoghi completamente disabitati (ghost towns); luoghi, que- in questo periodo si ispira a un’idea di montagna sti, dove dunque sono fallite anche le [consuete] intesa come riserva di risorse materiali, o anche strategie di sviluppo economico e territoriale atte ad come semplice ostacolo per i traffi ci, piuttosto che arginare lo spopolamento” (Steinicke e altri, 2007). come luogo di opportunità per lo sviluppo. Le reti di infrastrutture e di servizi, e le opere pubbliche Un fatto che deriva da elementi diversi, da coin- costruite in quest’epoca, rifl ettono criteri discu- cidenze storiche e caratteristiche geografi che, tra tibili e sono di dubbia utilità per le popolazioni le quali prima di tutto un fattore di tipo geopoli- locali. tico, ovvero la contiguità con il confi ne orientale, Questo considerando accessibilità e integrazio- che per tutta la seconda metà del Novecento ha ne con viabilità e insediamenti dell’area montana, rappresentano un motivo di emarginazione e un nonché l’effetto “barriera” che le stesse infrastrut- freno allo sviluppo, a causa della militarizzazio- ture signifi cano per l’organizzazione della vita ru- ne di un territorio esposto sulla “cortina di ferro” rale. Si tratta di ferrovie ad “alta capacità”, strade (seppure nella variante jugoslava). ed autostrade, ma anche di condotte (gasdotti), Una circostanza cui si combina un fattore di elettrodotti, opere di contenimento idro-geologi- tipo geo-regionale, ovvero la contiguità alle città co, canalizzazioni e centrali idro-elettriche di alto e alle aree di pianura, molto vicine in questa parte impatto sul territorio, che provocano inoltre la di- delle Alpi alla montagna, e la forza di attrazione smissione di infrastrutture preesistenti: strade e che le stesse esercitano sulle valli montane del ferrovie di tipo locale, che nel nuovo contesto ven- Friuli. Un fatto complementare al mancato svilup- gono considerate semplicemente “rami secchi”, e po, all’interno della stessa area, di un centro di quindi tratturi, sentieri, sterrati e piste forestali amministrazione di tipo christalleriano, che po- che disegnavano una fi tta rete di collegamenti, tesse incentivare le funzioni di auto-governo e di che si sviluppavano dal fondovalle fi no a raggiun- sviluppo auto-centrato (così come per es. Trento gere, superando i versanti con caratteristiche ser-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5555 110/12/20150/12/2015 18:17:5318:17:53 pentine in leggera pendenza, i passi e i pascoli di si basano su un principio funzionale (non di recu- alta quota. pero fi lologico), e sulla riconversione indiscrimi- Itinerari predisposti per la mobilità tradiziona- nata di insediamenti e tipologie architettoniche, le (e il traino animale), che – se mantenuti in effi - creando le premesse per una perdita di valore cienza – sarebbero potuti diventare itinerari utili (per il paesaggio tradizionale, che di fatto spes- per attività turistiche non motorizzate (per es. so scompare) e anche di funzionalità (Cederna, ciclo-pedonale, di mountain bike e sci da fondo, 1975; Turri, 1979). per ippica, sleddog, e semplice escursionismo): Una ricostruzione che signifi ca l’allestimento attività che si sarebbero diffuse in epoche succes- di villaggi di prefabbricati, case a schiera e palaz- sive, e che verranno effettivamente apprezzate da zine di appartamenti, che prendono il posto di nuove fasce di turisti non pendolari, che abitual- borghi tradizionali, e che signifi ca l’imposizione mente raggiungono la località da lontano e dall’e- di un modello urbanistico invasivo: nuove infra- stero, con mezzi pubblici (treno, aereo ecc.). Turi- strutture occupano il prezioso e scarso spazio di sti che cercano e scelgono proprio le località che fondovalle con proliferazione di strade asfalta- abbiano mantenuto un aspetto tradizionale, con te, garage e parcheggi che prendono il posto di la “piazzetta” e la “passeggiata senza macchine”, il piazze lastricate, di muretti a secco, stalle, orti e sentiero verso le alte quote e la pista da fondo che costruzioni rurali, con cemento armato e asfalto si inoltra nel bosco. che si sostituiscono ovunque a manufatti di legno Tutto ciò viene ignorato dalle nuove infrastrut- e pietra scalpellinata. ture che letteralmente “saltano” tutta la zona pre- Opere necessarie ma svolte in modo spesso non alpina, contribuendo ad isolare, piuttosto che accurato – in parte giustifi cate da qualche situa- a connettere, quelle aree alla scala più vasta dei zione di emergenza –, quasi evidenziando una vo- fl ussi di economia e cultura. Infrastrutture piani- lontà di nascondere e di distruggere i segni della fi cate da amministrazioni estranee all’ambito cul- tradizione, che comportano una perdita irreversi- turale alpino, che hanno sede in città di pianura, bile per il paesaggio, sia in termini di riferimento che assumono la parte montana della provincia per l’identità, che in termini di asset per il turismo esclusivamente come un’area di passaggio verso il e per altre attività economiche (anche perché l’at- nord e verso l’est del continente (in particolare tività edilizia di tipo industriale sottrae l’iniziati- dopo le recenti aperture e gli “allargamenti” eu- va alle imprese locali e all’artigianato del legno e ropei). della pietra, a favore di grandi aziende specializ- Oltre a questi motivi, è da considerare una se- zate in costruzioni di serie). rie di eventi calamitosi che si susseguono negli Una situazione che, come effetto collaterale, ultimi decenni (inondazioni, movimenti franosi, induce uno sviluppo abnorme del settore delle co- incendi, oltre che, ancor prima, il disastro del Va- struzioni che sarà una causa della “bolla immobi- jont), che rendono evidente la fragilità nonché la liare”, oltre che della formazione di una lobby del situazione di carente manutenzione del territorio cemento e dell’asfalto, che continuerà nel tempo montano. Così infi ne per il terremoto del 1976, a produrre effetti negativi sulle politiche locali. un evento che segna nelle memorie individuali e Una ricostruzione quindi che, se nell’immediato collettive un riferimento indelebile, che provoca induce un certo sviluppo, negli anni non riesce a vittime e distruzioni in un’area già socialmente frenare lo spopolamento né la crisi (che anzi fi ni- debole. rà così per aggravare). Un evento che in realtà, ad un certo punto, con la conseguente ricostruzione (fi nanziata quasi esclusivamente dallo Stato, anche se organizzata 2. Una deriva territoriale per un territorio poco e pianifi cata localmente, tramite i Comuni), sem- friendly bra dare un certo impulso all’economia locale: un’operazione che, considerando la situazione di Un territorio che, alla fi ne del ciclo della mo- emergenza in cui si svolge e il carattere topogra- dernizzazione, mette in evidenza una serie di ef- fi camente accidentato dei luoghi, viene general- fetti paradossali, con villaggi perfettamente rico- mente considerata un successo, che tuttavia pro- struiti ma desolatamente vuoti, con infrastrutture voca effetti che nel lungo periodo provocheranno moderne (svincoli stradali e autostradali, barriere impatti anche negativi. paravalanghe, opere di assestamento idrogeologi- È il caso dei criteri di ricostruzione impiega- co) sotto-utilizzate o anche inutili o inutilizzabili, ti (e caratteristici di un periodo di modernismo e spesso paradossalmente dannose. “trionfante”, tra gli anni Settanta e Ottanta), che Elementi che inoltre frammentano il paesaggio

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5566 110/12/20150/12/2015 18:17:5418:17:54 locale (che perde la sua originaria uniformità), possibilità di “immedesimarsi” nel paesaggio con viadotti che letteralmente “nascondono il cie- tradizionale e nella vita locale. In genere un’or- lo” a intere borgate, con gallerie che “bypassano” ganizzazione del territorio scarsamente friendly interi sistemi di valli, con autostrade senza uscite sia per il turista “classico”, che si ferma in loco locali e ferrovie ad alta capacità senza stazioni o e che utilizza servizi e risorse locali, che per il con stazioni “fantasma” (come quella faraonica di residente, che tende a non riconoscersi più in un Tarvisio Boscoverde). ambiente e in un paesaggio sconvolti da trasfor- Tutto questo mentre le architetture preesisten- mazioni indiscriminate. ti, preziose testimonianze di generazioni di civiltà Quindi, l’area fi nisce per diventare sede di montana, restano in stato di abbandono: una si- strutture e usi residuali, di alto impatto e consu- tuazione che rende ancora più grave la situazione mo di suolo, di funzioni industriali e di servizi di crisi strutturale e demografi ca, e che inoltre per la manutenzione del territorio, di scali per diffonde una sensazione di esclusione e di isola- ferrovie “ad alta capacità”, cantieri per strade ed mento tra la popolazione locale. autostrade, di cave e depositi di materiale vario, Il risultato di tutto questo è un effetto di “de- di autoporti e parcheggi per mezzi pesanti ecc. riva” urbanistica, cui le comunità di valle – che e di altre strutture di questo tipo. Una situazio- ormai percepiscono se stesse come una sorta di ne che infi ne delinea anche il rischio per usi de- comunità “in estinzione”, rimaste ai margini del vianti del territorio che, spopolato, è soggetto a “progresso” – neppure si oppongono: un insieme manovre speculative come in genere le aree non di interventi che, alla fi ne, confi gurano un’area presidiate –, fi no a diventare sede di “cimiteri” funzionalmente ed esteticamente compromessa, di macchine, di depositi di rottami e di mate- con ulteriore spreco di suolo e di risorse. riale vario, di antenne e tralicci di elettrodotti, È il caso della proliferazione indiscriminata inceneritori e discariche (anche abusive): una (spesso presso i borghi tradizionali lasciati quasi sorta di “effetto pattumiera”, che porta a concen- simbolicamente in condizioni di degrado) di nuo- trare in quest’area strutture che da altre parti vi insediamenti di “seconde case”, che con il tem- nessun vuole. po assumono proporzioni abnormi, e che, piutto- sto che contribuire allo sviluppo, si rivelano essere semplicemente una pratica speculativa: di fatto, 3. Politiche possibili un modo per il “ceto medio” della tarda moder- nità urbana di investire i propri risparmi in “case Una situazione che richiede l’adattamento di montagna”, per le imprese di ottenere comoda- di scala delle politiche, ovvero l’elaborazione di mente crediti da banche e, per queste ultime, un un insieme di politiche sostenibili, che in queste modo per sviluppare facilmente gli impieghi da aree riguardano un repertorio di attività “peri- tutelare, a loro volta, accendendo ipoteche su que- feriche”, in grado di sfruttare economie di nic- gli stessi investimenti edilizi – un fatto che chiude chia (piuttosto che “di scala”), basate sullo sfrut- così il circolo vizioso della “bolla immobiliare”. tamento delle risorse che caratterizzano aree di Insediamenti che con il tempo assumono una insediamento disperso. È il caso di economie forma di tipo “lineare” (string streep development, di happiness e di amenity, di attività didattiche- riallineandosi lungo traffi cate strade statali), de- culturali, in genere di turismo in tutte le sue formando l’impianto originario per nuclei e bor- forme (ad esclusione di forme di turismo pen- ghi, piazze e itinerari pedonali, che si rivela essere dolare esclusivamente basato sull’automobile, di deleteria sia per attività di tipo turistico che per la tipo “mordi e fuggi”, che in un certo senso non è stessa popolazione che continua a risiedere nella neppure vero turismo). valle. Una “deriva” territoriale che delinea un’or- Ed è il caso – oltre che del turismo – di varie ganizzazione grezzamente modernista, fondata attività primarie ma riconsiderate alla luce delle sulla mobilità automobilistica, con strade senza evoluzioni di cultura e tecnologia: agricoltura e marciapiedi, “villaggi” turistici senza zone pedo- allevamento “di marchio”, produzioni alimenta- nali e paesi senza fermate di mezzi pubblici. ri certifi cate, artigianato tipico, e anche, entro Un’organizzazione che predispone a forme di certi limiti, produzione di materie prime e sfrut- economia a basso valore aggiunto, basate su tu- tamento di fonti energetiche (di tipo rinnova- rismo di passaggio, che invece dis-incentiva lo bile, come legname, biomassa, correnti idriche sviluppo di forme di turismo stanziale (sia estivo ecc.). che invernale, di “fi ne settimana”, stagionale e Attività che possono diventare la base sulla di qualsiasi tipo), che possono dare al turista la quale ricostruire un tessuto sociale (e una nuova

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5577 110/12/20150/12/2015 18:17:5418:17:54 imprenditoria locale), che, a ben guardare, oggi tale da permettere un’esperienza “autentica”), di rappresentano spesso i settori trainanti di siste- osservatori avi-faunistici, di percorsi guidati, car- mi sociali evoluti (in diverse regione europee ed tellonistica ecc., in genere di strutture che ren- extra-europee), che già da tempo si confrontano dano possibile una vera esperienza nel “parco”, con un paradigma post industriale e post pro- piuttosto che la semplice “osservazione” passiva, duttivista. Attività che coincidono con il recupe- dall’esterno. Così anche per servizi e funzioni di ro sia funzionale che estetico del genere di vita tipo diverso (guida naturalistica, organizzazione e del paesaggio tradizionale, da combinare con di eventi, di mobilità pubblica ecc.), che rendono una ristrutturazione qualitativa di servizi e infra- possibile un modo culturalmente più evoluto di strutture che, se devono essere utili per attirare il “vivere” e di offrire l’esperienza del parco. turista e il migrante di amenity, a maggior ragione Un lavoro che richiede un cambio di atteggia- possono essere utili per migliorare la qualità di mento e l’adeguamento delle strutture e – prima vita del residente. di tutto – un’attenta ricognizione dell’area di tute- Una sinergia – il cosiddetto effetto duale del la, con la mappatura della fl ora, la classifi cazione turismo – che può contribuire a fare di località in dei tipi di suolo, degli habitat delle varie specie, via di abbandono (nelle quali la modernità pro- degli itinerari della fauna ecc., in modo da poter duce un caratteristico “vuoto”) nuovamente delle permettere un approccio più “partecipato”. È il aree attrattive: una sorta di dilemma della politi- caso di attività di osservazione a distanza, di clas- ca delle aree periferiche, che deve individuare ed sifi cazione di volatili, ungulati, felini, dell’uso di elaborare strategie a basso impatto, che abbiano “trappole fotografi che”, di strumenti per visione nondimeno un effetto moltiplicatore nei confron- notturna, di web-camere ecc. ti di economia e società locali (quindi di tipo in- È il caso quindi dell’approntamento di stru- clusivo). menti adeguati per studio e informazione, e di Un elenco di interventi di tipo “minimalista” – conseguenti interventi di promozione socio-turi- spesso gli unici possibili al momento – da svolgere stica, dell’organizzazione di manifestazioni e di spesso, originariamente, in un contesto di volon- eventi promozionali, dell’allestimento di labora- tariato ed associazionismo, non esclusivamente di tori tradizionali (etno-gastronomia, falegname- tipo locale, per poi, dopo un certo avviamento, ria, ecc.), di rassegne ed esibizioni artistiche ecc., dare impulso a forme più redditizie di economia che abbiano come riferimento consuetudini e in stile aziendale. Interventi che vogliono riavvi- produzioni tipiche (piuttosto che ovviamente pro- cinare il visitatore alla natura, abbattendo le bar- duzioni importate o tradizioni “inventate”). riere costruite in epoca di modernità, per rende- Attività da organizzare in un contesto di con- re possibile un’esperienza più vissuta dell’area di tinua ricerca di sinergie con il turismo in tutte le tutela. forme, in particolare per le forme innovative e Un modo quindi per corrispondere alle nuo- non adeguatamente sfruttate (turismo di amenity, ve aspettative in fatto di fruizione dell’ambiente economie di happines, di “benessere”, culturale e naturale, quasi complementare all’evoluzione didattico, del tipo “settimana verde” o “nella natu- della vita di città (che comincia in questo stesso ra”, agrituristico ecc.). periodo ad essere percepita come “alienante”, fre- È il caso dell’incentivazione di forme di re- netica, caotica ecc., generando a volte una vera e migrazione (cioè “migrazione di ritorno”), che ri- propria contro-urbanizzazione). guarda a volte persone del posto precedentemen- Un’operazione non facile che può consistere te emigrate che, una volta in pensione, decidono nell’allestimento di nuovi modi e di nuovi stru- di rientrare (per ragioni soprattutto emozionali menti per la fruizione dell’ambiente naturale, ed affettive), a volte giovani che aspirano ad una senza provocare impatti ed effetti di disturbo su- vita indipendente e che si insediano in aree ab- gli ecosistemi; è il caso dell’allestimento di piccole bandonate, con l’intenzione di avviare attività di infrastrutture, sia internamente che esternamen- varia natura, in genere “a costo zero” o con inve- te alle aree di tutela, con l’applicazione di criteri stimenti molto contenuti. di bio-ingegneria (a “cemento zero”), sulla base Così anche per di imprenditori-pionieri che di tecnologie semplici, di carpenteria modulare, in genere provengono dalle città, in molti casi utilizzando elementi rimovibili e biodegradabili, dall’estero, alla ricerca di spazi incontaminati e di così come modi di costruzione e forme di archi- occasioni in una nuova prospettiva di economia tettura locale. “verde”: un movimento che consiste in numeri per È il caso di passerelle in legno, di centri di avvi- il momento abbastanza limitati, ma che è in co- stamento, percorsi “avventura” (allestiti in modo stante crescita, tanto che alcuni autori individua-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5588 110/12/20150/12/2015 18:17:5518:17:55 no in questa “migrazione” un possibile modo per 4. I “giacimenti” etnografi ci invertire la tendenza all’abbandono. È il caso inoltre delle già considerate attività In questa ricerca, la componente culturale gio- “di nicchia” che si sviluppano tipicamente in aree ca un ruolo essenziale, anche se a volte non op- periferiche, di insediamento disperso (come, ol- portunamente considerato. Si tratta di modi per tre che pesca e caccia, alpinismo, sport estremi, recuperare le dimensioni più autentiche della vita “torrentismo”, orienteering, ecc.) e apprezzate da locale e in particolare della cultura tradizionale, chi proviene da aree di forte urbanizzazione. È il rimasta a volte confi nata in fattorie abbandonate caso di attività che a volte è possibile defi nire di e villaggi in rovina, o anche in categorie stereoti- “neo-eremitaggio” (in tante forme, sportive, cul- pate di folklore, di gestualità artigianali, di rituali turali, escursionistiche ecc.) o tout court di turismo religiosi e comunitari che con il tempo rischiano religioso, del tutto caratteristiche di una nuova at- di perdere signifi cato. titudine post-moderna. Questo non tanto per il valore in sé degli ogget- Così, in particolare, per alcune comunità di ti – spesso non particolarmente elevato, che risal- religione buddista (a Savogna e Polava, in provin- gono a pochi decenni fa, di epoca “vintage”, a vol- cia di Udine) e di una sede di raduni di “scien- te contaminati dalle coeve tecnologie moderniste tology” (a Prossenicco), che hanno scelto queste –, ma per i signifi cati simbolici e per il potenziale valli proprio per le caratteristiche ambientali di recupero che essi rappresentano, se collocati e (carattere remoto, “solitudine”, “silenzio” ecc.): considerati in un insieme organico di cultura ma- comunità che curiosamente si intersecano con teriale e spirituale (ovvero se osservati nella loro le vie di pellegrinaggio verso gli antichi santuari dimensione originaria). mariani della zona (Lussari, Castelmonte, Maria Si tratta di testimonianze di letteratura e arte Luggau, nell’area di confi ne con Austria e Slo- popolare, di artigianato tradizionale, di arte sacra venia), quasi per confermare la vocazione spiri- e anche di modi di gestire l’economia e il territo- tuale dell’area. rio locale: un patrimonio di manufatti, valori, ri- È il caso inoltre di alcuni insediamenti di tipo tuali, stili di costruzione ed espressioni fi gurative più stravagante, ma nondimeno pionieristici, che confi gura una civiltà, che in poco tempo – al come nel caso del borgo disabitato di Topolò che pari delle strutture abbandonate in cui gli stessi è diventato negli ultimi anni sede di una comuni- oggetti sono compresi – rischia di andare irrime- tà di artisti, che organizzano festival piuttosto fre- diabilmente perduta. quentati, e che creano in certi periodi dell’anno, Un patrimonio che rappresenta inoltre un ri- paradossalmente, problemi di affollamento. Un’i- ferimento di tipo identitario per le popolazioni niziativa che, in quest’area di tradizionale mesco- locali (oltre che un valore culturale-didattico per lamento etno-linguistico, con minoranze diverse, le nuove generazioni, ed economico in genere, se romanzo-italiana (nelle diverse varianti friulana e si considera il potenziale in termini di visitatori e celto-carnica), slava-slovena e carinziano-tedesca, turisti), che coincide per es. con ricordi di infan- cui si aggiungono di recente gli immigrati della zia, memorie di eventi familiari, consuetudini di “globalizzazione”, trova un ambito ideale di svi- paese e rituali religiosi, dai quali è possibile rica- luppo. vare elementi di immedesimazione e motivazioni Tutto questo non può che realizzarsi in un con- di interesse di qualsiasi tipo (a questo riguardo testo di iniziative per incentivare il turismo stan- si veda il lavoro geniale e pionieristico di Ettore ziale, piuttosto che pendolare, per es. con l’alle- Guatelli (http://www.museoguatelli.it/). stimento di percorsi fruibili per mobilità sosteni- È il caso di collezioni private, di raccolte di bile (piste ciclo-pedonali, sentieri escursionistici strumenti relativi a certi mestieri, di laboratori e “ippo-vie” ecc.), collegati a itinerari di mobilità e magazzini che comprendono attrezzi, mobili, pubblica, nonché una rete di rifugi, foresterie e o anche costruzioni diroccate, laboratori, fale- strutture ricettive (albergo diffuso, b&b ecc.) ade- gnamerie e offi cine non più in uso, malghe e guate per i vari segmenti di mercato e per i vari caseifi ci, o edifi ci di uso promiscuo. Oggetti e usi. Un’esigenza che signifi ca la predisposizione ambienti spesso di proprietà privata, e che pos- di una rete di strutture in grado di favorire il sono essere resi accessibili tramite il lavoro di senso dell’immedesimazione del visitatore nel pa- associazioni locali, quindi di qualche insider alla esaggio, e non un turismo solo occasionale (che comunità che possa, ad esempio, convincere il non può essere la base per uno sviluppo duraturo, proprietario a mettere a disposizione le proprie seppure nell’immediato può apparire come una collezioni, che a volte si trovano in precario stato risorsa essenziale). di conservazione (l’esperienza insegna che l’hob-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 5599 110/12/20150/12/2015 18:17:5518:17:55 by del collezionismo è molto più frequente di 5. Il progetto “zborzbirk - raccolta di raccolte” quanto non si pensi, e che quasi tutti gli indivi- (http://zborzbirk.zrc-sazu.si/it-it/home.aspx) dui si dedicano a qualche attività di collezione o dispongono di qualche archivio, a volte senza Il progetto “zborzbirk - raccolta di raccolte” si- neppure rendersene conto). gnifi ca un esperimento in questo senso, e propo- Collezioni che le istituzioni pubbliche non ri- ne il recupero di una serie di giacimenti etnogra- escono a individuare né ad acquisire (a causa in fi ci “spontanei”, ovvero preesistenti e “sopravvis- genere delle diffi coltà che il “pubblico” incontra a suti” alle trasformazioni indotte dalla modernità, stabilire un dialogo con i privati, per questioni di in un’area di confi ne – tra Italia, Slovenia e Au- complessità della normativa, di carenza di fondi stria, tra Alpi orientali e Alto Adriatico – caratte- ecc.). E che possono essere valorizzate in musei o rizzata da interessanti particolarità. Si tratta un esposizioni temporanee, a volte con semplici ed patrimonio di conoscenza e di memoria rimasto a appropriati allestimenti, a volte semplicemente at- lungo ai margini di qualsiasi modello di sviluppo, trezzando cortili o edifi ci abbandonati che posso- tra ruderi materiali e culturali, tra codici lingui- no diventare, con qualche adattamento, “percorsi stici desueti e tecnologie obsolete che signifi cano etnografi ci”, “mostre a cielo aperto”, ecomusei, e un residuo di umanità che oggi, in un contesto altri modi per valorizzare risorse di tipo etnogra- di “vuoto” di territorio e di identità, può essere fi co (Cardinale e Scarlata, 2011). nuovamente utile. Iniziative che possono essere intraprese da Un progetto (cui si combinano altri progetti una qualsiasi associazione, anche in modo in- che riguardano altre aree e altre attività) che in- formale, semplicemente da un gruppo di appas- tende mettere in rete raccolte e collezioni che ap- sionati, senza particolari costi né impegni, che partengono a privati nell’area trans-confi naria tra in genere si sviluppano sulla base di uno studio Friuli montano e Slovenia occidentale (in partico- preliminare, della redazione di una “mappa di lare l’alta valle dell’Isonzo), che ha come obiettivi: comunità” o parish maps, di un catalogo o di un 1) raccogliere e conservare oggetti e testimo- “calendario ecologico” (AAVV, 2009). Iniziative nianze del passato che altrimenti rischiereb- che tendono di per sé a coinvolgere le persone bero di andare perdute; del luogo, che allora – una volta che il gruppo 2) rendere visitabili e accessibili collezioni et- sarà riconosciuto come il gruppo che in paese nografi che che altrimenti resterebbero con- raccoglie le rimanenze tradizionali e “organiz- fi nate in abitazioni private o in altri luoghi za il museo” – cominceranno spontaneamente a inaccessibili; “portare al museo” oggetti e strumenti di inte- 3) fornire ai collezionisti-dilettanti che lo ri- resse, che non saprebbero altrimenti come con- chiedano assistenza geo-etnografi ca pro- servare. fessionale e scientifi ca, nonché organizza- Oggetti, testimonianze e informazioni che al- tiva; questo per evitare che, in assenza di lora, combinate ad altre, presentate ed esposte istruzioni ed esperienza in questo campo, si nella loro collocazione originaria, dove si erano possano produrre dei danni alle stesse col- sedimentate nel tempo di generazioni, possono lezioni; rappresentare delle unità etnografi che di grande 4) realizzare un inventario valle per valle, bor- interesse, contribuendo così all’attrattività di una go per borgo, delle collezioni spontanee o certa location, potenzialmente suscettibili di svi- preesistenti e incustodite (laboratori abban- luppare sinergie con le attività ricettive. donati, fattorie diroccate, manufatti rurali Un’attività che soprattutto crea l’occasione di ecc.); tutelare e preservare un patrimonio di cultura: il 5) creare un insieme organico e suscettibile di passaggio alla post modernità signifi ca anche la essere valorizzato in termini di attrazione riscoperta di uno strato di paesaggi e di un siste- e di economia, gestendo in modo unitario ma di segni che appartengono ad un’altra epoca certe funzioni (es. promozione, sorveglian- – la tradizione –, e che a volte erano semplicemen- za, segreteria, assistenza alla visita, coordi- te rimasti nascosti dietro un “velo” di ideologia namento, organizzazione, amministrazione modernista. Tutto ciò oggi, in un contesto di cri- ecc.). si, prodotta da un progressivo movimento di de- Un modo quindi “a costo zero” o almeno low industrializzazione, e dallo scoppio di una serie cost per dare valore a un patrimonio di cultura, di “bolle” immobiliari, tecnologiche e culturali, sviluppando nel contempo ricadute in termini rappresenta non solo il residuo di un mondo pas- di economia turistica, di promozione locale e sato, ma anche un repertorio di idee. di occasioni culturali in genere. Uno strumento

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6600 110/12/20150/12/2015 18:17:5618:17:56 per implementare un modello di sviluppo inclu- periferiche delle Alpi. Il caso dell’area di confi ne tra Italia e Slove- sivo, compatibile e anzi sinergico con le politiche nia nelle Alpi Giulie, in «Rivista Geografi ca Italiana», 2014, 121, n. 1, pp. 1-20. di tutela e con altri strumenti di conservazione Steinicke E., Cirasuolo L., Cede P., Ghost towns» nelle Alpi Ori- ambientale, che in questo modo possono essere entali. Il fenomeno dello spopolamento nella zona montuosa del rilanciate, per dare senso alla stessa idea di patri- Friuli, in «Rivista Geografi ca Italiana», 2007, 114, pp. 549- monio culturale e naturale di una località. 570. Urbanc M., Boesch M., Jelen I., Kultura in regionalna politika: Kultura kot dejavnik regionalnega razvoja Alp, in «Geografski Vestnik», 2007, 79/1, pp. 39-48. Bibliografi a Turri E., 1979, Semiologia del paesaggio italiano, Milano, Longa- nesi. Beck U., Giddens A., Lash S., Modernizzazione Rifl essiva. Politica, Varotto M., Psenner R. (a cura di), Spopolamento montano: cause tradizione ed estetica nell‘ordine sociale della modernità, Trieste, ed effetti. Entvölkerung im Berggebiet: Urachen und Auswirkun- Asterios Editore, 1999. gen. Ursachen und Auswirkungen, Schriften der Tagung in Bel- Cederna A., La distruzione della natura in Italia, Torino, Einaudi, luno, Crepadona 13 Oktober 2001 und der Tagung in Innsbruck, 1975. Claudiana, 14-16 November 2002, Belluno/Innsbruck, 2003. CIPRA, Herausforderung Zweitwohnung. Viel Raum für wenig Nut- Weixlbaumer N., Gebietsschutz in Europa: Konzeption - Perzep tion - zen/Seconde case nello spazio alpino. Spreco di spazio per case Akzeptanz, Institut für Geographie der Universität Wien, vuote, in «CIPRA-Info», 2008, 87. 1988. Jelen I., Le calendrier écologique, fondement de la cohésion sociale des communautés alpines, in «Géographie et Cultures», 1996, 18, pp. 93-118. Löffl er R., Steinicke E., Counterurbanization and Its Socio-Econom- Note ic Effects in the High Mountain Areas of the Sierra Nevada (Cali- fornia/Nevada), in «Mountain Research and Development», 1 Il presente contributo è il risultato di un lavoro congiunto 2006, 26, 1, pp. 64-71. tra i due autori; tuttavia Igor Jelen ha redatto materialmente i Steinicke E., Cede P., Löffl er R., Jelen I., Newcomers nelle regioni paragrafi 1, 2 e 3; Alen Carli i paragrafi 4 e 5.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6611 110/12/20150/12/2015 18:17:5618:17:56 Giacomo Cavuta, Dante Di Matteo1

Il Parco Nazionale del Gargano: la protezione della diversità dei paesaggi

Summary: : THE PROTECTION OF LANDSCAPES DIVERSITY

In the past years, a lot of interpretations have been given in terms of sustainable development, sometimes paying more attention to the problem of non-renewable and renewable resources, sometimes with an emphasis on issues that are closely related to social and economic welfare; however, despite the different nuances in the keys of interpretation of the concept, all the defi nitions tend to converge in a unique way within the environmental debate and everything related to the ter- ritorial diversity protection. In these terms, even the Gargano National Park has moved in this direction, by promoting specifi c actions for the exploitation of natural resources and preparing the implementation of plans and programs for the territory development. Considering some data, it is obvious that the Park’s promotion policies are still fragmented and not particularly defi ned regarding the geographical area to which it belongs, carrying out internal imbalances generated by the excessive thrust on summer mass tourism type and by the lack of consideration of all other forms of potential tourism in the area, which would have helped to make desirable the process of diversifi cation of the offer – essential for those areas that today have different poles of attraction – and would undoubtedly slowed the increase of the seasonality problem. And it is just about the aspect of environmental sustainability that emerge the most critical points: the development of heterogeneous process, stimulated by the lack of cohesion between the structural and social organizations, to which the Gargano National Park moved, has contributed to accentuate one of the main problems of the area – the road network – which, through a net shift of the tourists axis toward the coast, has resulted in congestion of external road networks and lack in the internal networks. Therefore, although the tourism represents the largest source of actual and potential richness of the Gargano’s area, also taking into the fact that other sectors such as manufacturing and mechanical presenting percentages on aver- age much lower than the regional and national data, it still doesn’t reach the development levels desirable considering the signifi cant opportunities available over the region. In this work are underlined lights and shadows of the development process that has characterized the last two decades in Gargano National Park, marking the aspects related to tourism, the promotion and development of the territory, identifying the gaps and providing a key view about the possible construction of a real Local Tourist System for an area characterized by an important and attractive natural and cultural heritage.

Keywords: landscape, carrying capacity, tourism attractiveness.

1. Introduzione la capacità delle generazioni future di soddisfa- re i propri”. Un signifi cativo contributo alla sua I concetti di “Sostenibilità” e di “Sviluppo So- popolarità è stato poi dato, nel 1992, dal Summit stenibile” tendono a fornire le coordinate entro di Rio, in occasione del quale molto si è detto e cui tracciare le linee guida di intervento con un scritto in tema di sviluppo sostenibile. Già prima modello di crescita caratterizzato da obiettivi del Rapporto Brundtland, comunque, diversi altri eco-compatibili, che tendono a preservare l’am- documenti uffi ciali si erano occupati di sostenibi- biente naturale. Sono decenni ormai che si parla lità; in primo luogo, la Dichiarazione delle Nazio- diffusamente di sviluppo, ed è almeno da trenta ni Unite sull’Ambiente, prodotta a Stoccolma nel anni che si studiano le interrelazioni esistenti tra 1972, dalla quale traspare il concetto di “eco svi- ambiente e sviluppo, nella ricerca delle condizio- luppo”, e dove si afferma solennemente che l’uo- ni che consentano a questo ultimo di prodursi mo ha il diritto di disporre di un ambiente “la cui compatibilmente con il sistema naturale. In par- qualità gli permetta di vivere con dignità e benessere” e ticolare già nel 1987, grazie a un documento re- al tempo stesso il “dovere solenne di proteggere e mi- datto da un’apposita commissione delle Nazioni gliorare l’ambiente per le generazioni presenti e future”. Unite, il ben noto “Rapporto Brundtland”, è nata I documenti successivi al Rapporto Brundtland, uffi cialmente, almeno nella sua forma più com- primi fra tutti il Rapporto della Banca Mondia- piuta, l’espressione sviluppo sostenibile, defi nito le e la Dichiarazione di Rio, entrambi del 1992, puntualmente come “lo sviluppo capace di soddi- e il Secondo Rapporto Meadows del 1993, non sfare i bisogni del presente senza compromettere fanno sostanzialmente che sottoscrivere la defi ni-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6622 110/12/20150/12/2015 18:17:5718:17:57 zione di sviluppo sostenibile contenuta nel Rap- quarto verso le piane aride del Tavoliere, barriere porto Brundtland stesso, magari sottolineando, diffi cili da superare per molte forme viventi che talora vigorosamente, la portata rivoluzionaria determinano per queste ultime la condizione di della società sostenibile del nuovo Millennio; non vivere in una sorta di “isola” biologica. Il Parco, mancano però testi, come ad esempio il Secondo istituito con la Legge Quadro sulle aree protette Rapporto UNEP-IUCN-WWF del ’91, dove la no- (n° 394/91), ha come peculiarità una ricca varie- zione di sostenibilità pare essere intesa, laddove tà di ambienti che si susseguono nello spazio di si fa riferimento al rispetto della capacità di ca- pochi chilometri e che vanno dalle foreste (di cui rico (carrying capacity) dell’ambiente, in termini la più rilevante è la Foresta Umbra) alle praterie, strettamente ambientali e meno antropocentrici. dalle distese steppiche ai pianori carsici ricchi di La Carta di Aalborg del 1994, ossia la Carta del- doline, dalle paludi e lagune costiere alla macchia le città europee per uno sviluppo durevole e sostenibile, mediterranea. Il territorio del parco comprende fi rmata allo scopo di avviare una campagna d’a- anche i laghi costieri di Lesina e di Varano, un zione per la sostenibilità in ambito urbano, spiega tratto della fascia pedegarganica, i primi lembi l’idea della sostenibilità ambientale come il man- della zona umida costiera nei pressi di Manfredo- tenimento del capitale naturale: ciò signifi ca da un nia, la riserva marina dell’arcipelago delle Tremi- lato consumare le risorse rinnovabili non più di ti e otto riserve naturali gestite dal Corpo Fore- quanto esse si possano naturalmente ricostituire, stale dello Stato e altrettante oasi di protezione e le risorse non rinnovabili in modo da consentire faunistica istituite dalla Regione Puglia (Gismon- il graduale rimpiazzo di queste con fonti alternati- di e Russo, 2007). Il settore turistico ha assorbito, ve, ed emettere sostanze inquinanti in misura non negli ultimi anni, gran parte della domanda di superiore alla capacità naturale dell’ambiente di lavoro che si è progressivamente creata in seguito assorbirle e neutralizzarle. In particolare, il docu- al declino di molte attività tradizionali. L’inciden- mento (particolarmente importante anche per il za del turismo è particolarmente signifi cativa e il suo potenziale di operatività), sottolinea il carat- valore di PIL relativo alla categoria Commercio e tere dinamico e non statico dello sviluppo soste- Turismo, peraltro inferiore al dato nazionale e a nibile, che anzi è un “processo creativo, locale, alla quello regionale, è pari al 16% del PIL provincia- ricerca dell’equilibrio” tra le esigenze dello sviluppo le, a fronte del 21% del dato relativo alla Puglia umano e le caratteristiche dell’ambiente, nel ten- e del 19,6% del dato nazionale. L’a rea com i ncia tativo di sfuggire a giudizi troppo severi di econo- ad imporsi all’attenzione della grande domanda misti troppo rigidi o ambientalisti troppo accesi. turistica nazionale ed internazionale inizialmente Venendo ai nostri giorni, infi ne, possiamo come meta per il turismo balneare di soggiorno; riscontrare che l’eterogeneità socioeconomica attualmente, il promontorio del Gargano costitu- e culturale delle diverse visioni dello sviluppo isce un’attrattiva anche per altre tipologie di tu- ha però portato a molteplici e contrastanti defi - rismo: religioso, culturale, sportivo, naturalistico, nizioni dei termini di sviluppo sostenibile, non rurale e sanitario. Il rilancio dell’offerta turistica soltanto per i diversi approcci seguiti, ma anche del Gargano – tuttavia – sta avvenendo con len- per le contrastanti ideologie ambientali che ne tezza. In passato, la politica prevalente degli Enti costituiscono il fondamento, dal radicalismo del- locali ha favorito l’insediamento di impianti turi- la visione eco centrica ambientalista al minimali- stici lungo tutto il litorale a scapito dello sviluppo smo del pensiero liberista ortodosso che ipotizza dei centri storici delle zone interne e del patri- l’esistenza di un altissimo grado di sostituibilità monio ambientale e paesaggistico esistente. Tali tra tutte le forme di capitale (fi sico, umano e scelte hanno determinato un progressivo deterio- ambientale) e fa propria una visione di sosteni- ramento dell’immagine e dell’attrattiva turistica bilità forte. del Gargano, oltre che un’oggettiva e ragguarde- vole compromissione delle risorse paesaggistiche del promontorio. Inoltre, l’incentivazione di un 2. L’attività turistica nel Parco Nazionale del turismo esclusivamente estivo balneare ha avuto Gargano come conseguenza una forte stagionalizzazione delle presenze e ha generato squilibri in favore Il Parco ricade interamente nella Provincia dei centri del litorale, con un’espansione dell’ur- di Foggia e include, totalmente o parzialmente, banizzazione senza un’organizzazione e pianifi - nel suo perimetro 18 comuni: comprende gran cazione basata sullo sviluppo turistico sostenibile parte dell’omonimo promontorio, circondato (ad esempio una rete fognaria rimasta pressoché per tre lati dal mare Adriatico e digradante sul la stessa nel tempo con gravi problemi nei mesi

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6633 110/12/20150/12/2015 18:17:5718:17:57 estivi), creando un divario evidente rispetto alle per i mesi di luglio e agosto, si distribuiscono in zone interne (fa eccezione il comune di S. Giovan- maniera più equilibrata nel periodo che va da ni Rotondo). maggio a settembre. Dall’analisi delle presenze e Le strutture di servizio del parco, destinato degli arrivi per le strutture alberghiere, si evince a fl ussi turistici provenienti da altre regioni, do- come dal 1995 al 2012 gli arrivi dei turisti italia- vrebbero avere un doppio ruolo: servire le po- ni registrino un trend in aumento, anche se non polazioni residenti e i turisti che vi soggiornano. in maniera costante, con delle fl essioni signifi ca- Esse dovrebbero assolvere, nel comparto del tu- tive nel biennio 1998-99 e nel 2004. Di contro, rismo naturalistico, la funzione di divulgazione le presenze – nello stesso arco temporale – non delle informazioni sulle risorse presenti nel parco hanno subito signifi cative diminuzioni, eccezion e sulle modalità di fruizione turistica delle stes- fatta per lo stesso biennio 1998-1999 con circa se. L’offerta turistica garganica è essenzialmen- 50.000 presenze in meno rispetto al 1997. Glo- te riconducibile alle seguenti tipologie ricettive: balmente – per ciò che concerne gli arrivi – è alberghiera, 270 esercizi e una capacità ricettiva possibile affermare che sebbene si sia verifi cato pari a circa 21.500 posti letto, con una predomi- un fenomeno incrementativo globale, esso risul- nanza di alberghi a due e tre stelle (56 e 144 eser- ta essere lento e poco soddisfacente per la quan- cizi) e una buona dotazione di alberghi a 4 stelle tità di strutture ricettive disponibili. La perma- (32 esercizi) con solamente 2 alberghi a 5 stelle; nenza media si aggira intorno ai cinque giorni extralberghiera, 394 esercizi, con una capacità nei primi anni considerati, per poi aumentare ai ricettiva molto elevata (oltre 70.000 posti letto), sei/sette in media fi no alla metà degli anni 2000 rappresentati quasi esclusivamente da campeggi e ritornare – infi ne – alla situazione iniziale ne- e villaggi turistici, con una nota relativa alla na- gli ultimi anni. A proposito del fl usso turistico scita di numerosi b&b negli ultimi anni; di rile- straniero in arrivo è interessante osservare come vanza del tutto marginale sono le altre strutture esso si mantenga costante dal 1995 al 1999, con turistiche. La capacità ricettiva (numero di eser- un picco interessante nell’anno 2000 nel quale si cizi e di posti letto) si concentra prevalentemente assiste ad una forte crescita, logica conseguenza nei comuni costieri, dove si registra la presenza del Giubileo e del forte richiamo religioso avu- del 73% degli alberghi e dell’88% dei campeggi to dai comuni del Parco, in maniera particolare e villaggi turistici, cui corrisponde un’offerta in quello di San Giovanni Rotondo. Le strutture posti letto rispettivamente dell’82% e dell’88%. turistiche extralberghiere, in relazione ai turisti Tra i comuni dell’entroterra fa eccezione il Co- italiani, sembrano essere le soluzioni più gradi- mune di S. Giovanni Rotondo, che, grazie al polo te sia per quanto concerne gli arrivi e sia per le sanitario e al turismo religioso esploso negli ul- presenze; i fl ussi subiscono annualmente incre- timi vent’anni, confi gura un’offerta turistica che menti costanti, ottenendo un risultato soddisfa- costituisce il 15% circa degli alberghi presenti nel cente, anche in relazione al fatto che una parte Gargano, corrispondenti all’11% circa del totale signifi cativa dei dati risulta irreperibile, poiché posti letto. Comparando i dati relativi alla capa- non dichiarata alle fonti di riferimento. I gior- cità ricettiva totale delle strutture alberghiere e ni di permanenza media hanno subito, invece, di quelle extralberghiere, emerge come quest’ul- una lieve diminuzione, passando da dieci a nove tima componente superi di gran lunga il compar- circa. Il fl usso turistico straniero per le struttu- to alberghiero; tale dato conferma la tendenza re extra alberghiere mantiene un andamento all’incentivazione di uno sviluppo turistico di altalenante. Diminuzioni signifi cative negli arri- tipo quantitativo (turismo di massa) piuttosto che vi si registrano negli anni 1998 e 2001. Per ciò qualitativo (turismo selezionato e/o alternativo). che concerne le presenze, invece, negli ultimi Negli ultimi 15 anni si registra un forte aumento anni esse sono tornate ad aumentare in manie- delle presenze, attribuibile sia al turismo dome- ra sostanziale, registrando il picco più alto nel stico sia a quello internazionale. Il fl usso è do- 2012, con le sue 643mila presenze a fronte delle minato principalmente dai turisti italiani, l’81% 557mila del 2010. contro il 19% di stranieri; in particolare, le pre- Al fi ne di realizzare una lettura dei dati in senze si concentrano per l’83% nei mesi centrali maniera più approfondita, si è ritenuto oppor- dell’anno con un elevato grado di stagionalità; il tuno procedere alla costruzione di tre indici in valore massimo si registra nel mese di agosto, in grado di fornire un quadro interpretativo com- cui si raggiunge il 37% delle presenze, dovuto so- pleto della situazione turistica attuale all’interno prattutto al movimento di turisti italiani (88%); del Parco Nazionale del Gargano. Nello specifi - gli stranieri – invece – pur mostrando preferenze co, gli indici calcolati sono: l’indice di pressione

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6644 110/12/20150/12/2015 18:17:5818:17:58 turistica, il tasso di funzione ricettiva composto 3. Prospettive di organizzazione territoriale e l’indice di utilizzazione lordo. Il primo, detto anche indice di turisticità, misura l’infl uenza del La qualità dell’accoglienza e dell’informazione fl usso turistico sul territorio e sulla popolazio- turistica, insieme all’attività più generica di comu- ne ospitante; esso risulta opportuno anche per nicazione del territorio, rappresentano due tra gli la misurazione dell’intensità dei fl ussi turistici, elementi di manovra del marketing mix visti at- indipendentemente dalle dimensioni del territo- tualmente come punti di forza. Il maggiore punto rio. Nella fattispecie, dal grafi co 1 si evince come di debolezza emergente dalle risposte degli opera- nel comprensorio del Gargano siano quattro le tori riguarda le risorse economiche destinate ad località con valori elevati: Rodi Garganico con azioni di promozione turistica. Una larga quota un valore che si aggira intorno al 24, Peschici e di questo valore è attribuibile all’attività turistica Vieste con valori prossimi alle 40 unità e infi ne le svolta nell’area Garganica, che è generalmente in- Isole Tremiti, con un valore addirittura superiore dividuata come il principale polo turistico dell’in- alle 50 unità. Tutti gli altri comuni presentano tera Provincia dauna, considerato che la maggior valori estremamente inferiori, in alcuni casi vi- parte delle strutture ricettive alberghiere (circa il cini allo zero, che altro non fanno che confer- 68%) ed extralberghiere (circa il 90%) risulta ubi- mare l’enorme squilibrio territoriale presente tra cata nel Gargano. Tuttavia, sebbene il comparto i comuni del litorale e i comuni dell’entroterra. turistico nell’area della Comunità Montana del Il tasso di funzione ricettiva composto, invece, Gargano rappresenti un elemento centrale del misura il livello di ospitalità turistica della col- sistema economico locale, un suo consolidamen- lettività, tenendo conto dell’intensità ricettiva a to ed ulteriore sviluppo ne presupporrebbe una parità di estensione territoriale; dal grafi co 2 riqualifi cazione complessiva. Infatti, in presenza appare evidente come anche in questo caso sia dell’istituzione del Parco Nazionale del Garga- ricalcata la forte infl uenza del litorale, con lo- no, le modalità con cui il settore è cresciuto nel calità come Vieste e Peschici che presentano la tempo vanno riconsiderate ai fi ni di uno sviluppo migliore offerta ricettiva in termini quantitativi, sostenibile del territorio, che valorizzi l’ambiente oltre il comune di San Giovanni Rotondo, l’uni- naturale e pervenga al riequilibrio economico ter- ca eccezione dell’entroterra garganico. L’ultimo ritoriale tra le aree interne e la fascia costiera. Del strumento di valutazione considerato – l’indice resto, è comunemente noto come l’espansione del di utilizzazione lordo – misura in termini per- settore turistico nel Gargano abbia riguardato centuali quanto siano stati utilizzati i servizi e essenzialmente determinate zone e si sia imper- le strutture disponibili di una certa località tu- niato soprattutto sul turismo estivo e balneare di ristica, tenendo conto del dimensionamento dei massa, oltre che quello religioso legato al culto di servizi rispetto all’affl usso turistico; dal grafi co Padre Pio. Tale situazione ha contribuito ad ac- 3, all’interno del quale sono indicati tutti i co- crescere gli squilibri economico territoriali all’in- muni del comprensorio del Gargano sotto forma terno dell’area e, in alcuni casi, ha determinato di punti, emerge una ripartizione equilibrata al un forte impatto ambientale negativo sull’ecosi- di sopra e al di sotto del valore medio, con 8 stema Garganico. Il percorso di trasformazione comuni che superano il 10% di utilizzazione e la del Gargano da terra di pianure malariche e di restante parte collocata nell’estremità inferiore. pascoli faticosi a meta ambita dai turisti, fi no alle Tra i comuni con indice più alto ritornano quelli origini di una vera e propria industria turistica, di San Giovanni Rotondo e le Isole Tremiti, ai è strettamente legato alle sue caratteristiche am- quali si aggiungono Lesina e Manfredonia, lo- bientali. L’interesse ambientale, paesistico, arche- calità con un basso indice di pressione turistica ologico, religioso e mitologico di alcune aree del ma con una buona densità di utilizzazione (in promontorio stimolano sin dall’antichità degli questi casi non vi è saturazione del territorio, itinerari turistici di sproporzionata bellezza oltre ovvero i comuni in questione pongono in essere che a un grande interesse sociale e culturale. Al una buona gestione delle attrattività senza com- giorno d’oggi, possiamo riscontrare come su un promettere le risorse disponibili e riducendo al totale di 13 comuni solo 8 hanno come strumento minimo l’overcapacity); tra i comuni con indice urbanistico un piano regolatore generale mentre di utilizzazione più basso invece è possibile an- i restanti 5 comuni utilizzano come strumento noverare San Nicandro Garganico, Ischitella e 4 normativo un programma di fabbricazione, inclu- comuni dell’entroterra, questi ultimi raggruppa- dendo i due comuni più grandi del Gargano, San ti in un’unica variabile in quanto effettivamente Marco in Lamis e Sannicandro Garganico. Sebbe- privi di consistenza nei dati2. ne risulti veritiero il fatto che nell’evoluzione della

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6655 110/12/20150/12/2015 18:17:5818:17:58 Grafi co 1. Indice di pressione turistica.

Grafi co 2. Tasso di funzione ricettiva composto.

Grafi co 3. Indice di utilizzazione lordo.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6666 110/12/20150/12/2015 18:17:5918:17:59 legislazione urbanistica il piano di fabbricazione locali devono essere ripartiti nell’intera colletti- è equiparato al piano regolatore generale, esso vità nazionale. Il problema del free-rider, ovvero non svolge le stesse mansioni di pianifi cazione e la presenza di consumatori che approfi ttano di con segni di evidenti limitazioni: infatti, il solo co- consumi collettivi non partecipando adeguata- mune di San Marco in Lamis ha approvato ben mente al loro fi nanziamento e che conducono 18 varianti per la trasformazione territoriale. È ad un’offerta sub-ottimale del bene pubblico, anche utile ricordare che quei comuni che hanno è parzialmente risolto con l’istituzione di un redatto il piano regolatore generale sono riusciti parco, in quanto le risorse naturali diventano ad approvarlo originariamente negli anni Ottan- beni pubblici impuri (club goods), che costitui- ta e la sua entrata in vigore è avvenuta solo dopo scono una classe intermedia tra beni pubblici e molti anni, quando le realtà territoriali erano già beni privati. Si giustifi ca, pertanto, l’intervento variate, soprattutto in una fase storica che ha pro- da parte degli enti pubblici in ordine di regola- vocato cambiamenti radicali in alcune zone dato mentare l’utilizzo delle risorse naturali, al fi ne l’evento del Giubileo del 2000, in particolare per di evitare la “tragedia delle proprietà comuni” ciò che concerne le opere pubbliche e le struttu- (commons). Inoltre, dovrebbero essere incentivate re alberghiere che hanno interessato – se pur con le economie locali: un aspetto molto importante diversa intensità – i grandi centri del Gargano. è quello relativo all’autofi nanziamento, che deve La situazione che emerge dall’analisi socio-eco- affi ancare il fi nanziamento statale, perseguendo nomico-territoriale pone in evidenza le proble- un modello imprenditoriale di parco nazionale. matiche e le opportunità di cambiamento con le Anche in questo caso bisogna valutare i livelli quali gli organi competenti devono confrontarsi ottimali di fi nanziamento pubblico e la doman- per avviare la realizzazione di un Sistema Turisti- da potenziale dalla quale attingere risorse per co Locale, che fonda le sue basi sulla sostenibilità l’autofi nanziamento. La situazione del Parco Na- sociale e territoriale. Da questa analisi è possibile zionale del Gargano è esattamente la medesima, delineare i punti di debolezza, caratterizzati dalla laddove si riscontra un territorio molto vasto e mancanza sia di una rete interna, costituita cioè con varie problematiche riguardanti la sua ge- dall’articolazione dei gruppi sociali, delle struttu- stione, coordinazione e comunicazione. Possia- re e soprattutto degli interessi economici, ma an- mo affermare che si dovrebbe sempre prendere che di una rete esterna la quale deve fornire delle come punto di riferimento il principio che un relazioni con altri territori. Altro fattore di debo- parco debba essere istituito, pianifi cato e proget- lezza è il piano dei trasporti pubblici locali della tato per creare fonti di sviluppo socio-economico provincia ed in particolare la riorganizzazione del e per la valorizzazione del patrimonio naturale sistema di trasporto pubblico nel Parco: essi sono e storico-culturale, sempre nel rispetto del terri- del tutto al di fuori della logica della nuova fi liera torio circostante, promuovendo delle politiche di di trasporto al servizio di tutti i sistemi Drts (do- turismo sostenibile e non isolare intere parti del mand responsive trasport system), cioè trasporto a do- territorio dalla potenziale partecipazione attiva manda fl essibile, taxi bus, car sharing e car pooling. della popolazione. Un ulteriore sintomo di debolezza proviene dalla separazione tra i processi di pianifi cazione terri- toriale e i processi economici e sociali. Infi ne, ri- Bibliografi a sulta pressoché assente una pianifi cazione dell’e- cosistema costiero e dei bacini idrografi ci, eviden- Airaldi L., Beltram G. I, Pianifi cazione dell’ambiente e del paesaggio, ziato da uno squilibrio tra le aree forti, cioè tra i Milano, F. Angeli, 1987. AA.VV., Turismo sostenibile nelle aree protette: vincoli, risorse e op- territori ambientali e costieri. Ma, nonostante tali portunità nelle regioni Obiettivo 1, Roma, Gruppo INEA, Min- lacune, esistono iniziative per il coordinamento istero delle Attività Produttive-Direzione generale per il tra i soggetti istituzionali per la pianifi cazione del turismo, 2003. territorio e la realizzazione di un piano strategico Baldacci O., Puglia. Le regioni d’Italia vol. 14, Torino, UTET, per la creazione di un “Sistema Turistico Locale 1962. Becheri E., BARTOLINI C., Le componenti del mercato nazionale Sostenibile”; è presente un programma di recupe- regionale: l’offerta turistica, in AA.VV, Decimo rapporto sul tur- ro e riqualifi cazione del territorio e delle struttu- ismo italiano, Firenze, Mercuri, 2001, pp. 39-82. re ricettive, ed infi ne, esiste anche un piano di tra- Camera di Commercio di Foggia, Dal comune turistico al sistema sporto pubblico fl essibile per la mobilità nell’area. locale di offerta turistica per i comuni della provincia di Foggia, Milano, F. Angeli, 2004. In defi nitiva, è possibile affermare come l’isti- Canigiani F., La tutela dell’ambiente, in Corna Pellegrini G. (a tuzione di un parco nazionale implichi economie cura di), Aspetti e problemi della geografi a, Milano, Marzorati, e diseconomie di scala: i costi per le popolazioni 1987.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6677 110/12/20150/12/2015 18:18:0118:18:01 Caravita B., Diritto pubblico dell’ambiente, Bologna, Il Mulino, Sigismondi A., Tedesco N., Il Parco Nazionale del Gargano, Bari, 1990. M. Adda, 1995. Cardinale B., Cavuta G., Economia e territorio: il Parco nazionale del Varraso I., Turismo e dinamiche territoriali di sviluppo, valorizzazi- Gran Sasso e dei Monti della Laga, in «Notizie dell’economia», one delle risorse e organizzazione sistemica degli spazi garganici, Teramo, 1995, V-VI, pp. 63-78. INSERIRE LUOGO DI EDIZIONE, Edizioni Scientifi che Cavuta G., Parks Project and Compatible Development for the Abru- Italiane, 2004. zzo Mountains, in Scaramellini G. (a cura di), Sustainable De- velopment of Mountain Communities, Milano, Guerini e Ass., 1995, pp. 195-204. Cavuta G., Eco-turismo in Venezuela. Gestione e promozione di un Sitografi a turismo di nicchia, in «La geografi a delle sfi de e dei cambia- menti». Atti del XXVIII Congresso geografi co italiano (Roma, http://www.parcogargano.it 2000), Roma, EDIGEO, 2003, pp. 1111-1124. http://www.comunitamontanagargano.it Cavuta G., Protezione del paesaggio e pianifi cazione ambientale, in http://www.tuttogargano.com L’uUniverso, Istituto Geografi co Militare, LXXXIV, 2004, http://www.apat.gov.it III, pp. 318-339. http://www.emas-ecolabel.it Cavuta G., Il fenomeno turistico: staticità vs evoluzione, in Fuschi http://www.minambiente.it M. (a cura di), Per una regione medioadriatica. Città, territorio, http://www.ambiente.it economia, Milano, F. Angeli, 2006, pp. 205-229. http://www.garganoverde.com Costa A., Comunicare il parco: il piano di comunicazione per i parchi http://www.legambiente.com nazionali ed il caso Aspromonte, Roma, Gangemi, 2004. http://www.comunedivieste.it Gismondi R., Russo M. A. (a cura di), Il profi lo turistico dei co- muni del Parco Nazionale del Gargano, Milano, F. Angeli, 2007. Landini P., Leone V., Ipotesi di un parco naturale nella duna di Lesina. Un approccio interdisciplinare, in «Memorie della Soc. Note Geogr. Ital.», XXXIII, Pisa, Pacini, 1984. Lauriola P., Palmieri N., Parco Nazionale del Gargano, la foresta 1 Sebbene questo lavoro sia il risultato del pensiero co- umbra, le riserve naturali, le zone umide, le isole Tremiti, Foggia, mune, il Dott. Di Matteo può essere considerato autore Schena, 1996. del paragrafo 2 mentre il Prof. Cavuta è autore del para- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio-Feder- grafo 3; l’introduzione è comune. parchi, Terzo rapporto sul turismo dei Parchi di Compagnia dei 2 L’indice di pressione turistica, denominato anche tas- Parchi, Roma, 2006. so di funzione turistica o indice di turisticità è calcolato Osservatorio Nazionale sul Turismo Italiano (a cura di), Le va- attraverso il rapporto tra le presenze annue e la popola- canze italiane nel 2005 e le previsioni per l’estate, UNIONCAM- zione residente moltiplicato per i giorni dell’anno [(p/ ERE, ISNART, 2005. (pop*365))*100]; il tasso di funzione ricettiva compo- Ronchi E., Le aree naturali protette, in «L’ambiente in forma», sto è dato dal rapporto tra il numero di posti letto e Roma, anno I, II, pp. 1-29. la popolazione media, tenendo conto della superfi cie Russo M. A., Flussi turistici nella Comunità Montana del Gargano: del territorio [(L/pop*S)*100]; l’indice di utilizzazione caratteristiche ed indicatori statistici, Quaderno di ricerca XIV, lordo viene calcolato attraverso il rapporto tra le presen- Dipartimento di Economia, Matematica e Statistica, Univer- ze annue ed il numero di posti letto moltiplicato per i sità di Foggia, 2004. giorni dell’anno [(p/(L*365))*100].

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6688 110/12/20150/12/2015 18:18:0218:18:02 Mario Cipollone, Alberto Miccadei, Francesco Verrocchio

Consolidamento dell’identità del luogo ed ecoturismo: 1 il blog “Noi Cerrano”

Summary: CONSOLIDATION OF THE PLACE IDENTITY AND ECOTOURISM: THE BLOG “NOI CERRANO”

The Torre del Cerrano Marine Protected Area (MPA) is a fundamental part of a larger system: an indissoluble combina- tion of landscape, nature, history, art and architecture. It has an enormous cultural value to be known, protected and enhanced. For that reason, in the last years, the ambitious proposal of submitting a nomination of the Atri-Cerrano site for the UNESCO World Heritage List was moved. It is known that sustainable tourism has to be linked to the perception of a territorial identity, to the cultural values of a certain place (genius loci). The current globalization is forcing places lose their own identity. The experiment of the blog “Noi Cerrano” begins in order to make a small contribution, communicate values in a dynamic way and motivate the public to feel as a part of a territorial system with its own identity. We can read just in the mission that one of the goals of this blog is to have in the district of Cerrano a “cultural and environmental awareness for a truly sustainable future”. The purpose is to enhance the genius loci of Cerrano by three strategies: to experience the territory, divulge the values of the territory and propose projects compatible with those values. The very blog, intended as a diary, is already a testimony of experiencing the territory, in particular the Torre del Cerrano MPA. The documentary “Cerrano: Nature revealed” is a tangible example of divulgation. In a way never experienced in the context at issue, natural values – to which most of the local people have never paid enough attention – have been showed, though in their simplicity, arousing general curiosity and identifi cation in the community. Hikes to rediscover scenic views of the sea and the hills, the project of eco-holiday and the reclamation of wildlife corridors are only some of the proposals coming out from the experience of the blog. The Strategic Plan for Biodiversity 2011-2020 is also called “Live in harmony with nature”. This is the goal at which the community of Cerrano should aim, in order to give the territory an added value triggering a virtuous mechanism for sustainable tourism.

Keywords: blog, identity, nature, values, Cerrano.

1. Il contesto Regionale Oasi WWF dei Calanchi di Atri (Fig. 1). L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano può L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano rap- essere considerata un punto di forza del com- presenta uno degli elementi essenziali di un siste- prensorio per l’identità del luogo. L’ente gestore ma più ampio di aree protette, aree da proteggere dell’area protetta ha tra le sue funzioni statutarie e valori culturali: un contesto che si affaccia su quella di “perseguire la promozione dello svilup- questo lembo di mare protetto e in cui gravitano po sostenibile dell’area” e, cercando di adempie- diverse attività umane. Il territorio del Cerrano, re a ciò, esso può svolgere e sta già svolgendo un nel suo insieme indissolubile di paesaggio, natu- ruolo centrale. Sono da sottolineare: la condivi- ra, storia, arte e architettura, rappresenta un va- sione e la coesione create tra realtà istituzionali lore culturale immenso da conoscere, proteggere distinte che concorrono nella gestione formando e valorizzare. Per questo, negli scorsi anni, è stata un consorzio4; la cooperazione e l’identità raffor- anche avanzata la proposta di candidatura del sito zate dal ruolo importante svolto dall’ente quale Atri-Cerrano per l’iscrizione nella World Herita- incubatore di progetti; lo scambio di valore uma- ge List dell’UNESCO2: un progetto ambizioso e no, insieme alla fi delizzazione dei visitatori, nato forse molto diffi cile da perseguire che, per ora, dall’attività positiva sul territorio di fi gure specifi - ha almeno avuto la funzione di stimolo per contri- che formate e sensibilizzate, le guide del Cerrano. buire all’idea di tutela e di promozione in forma L’area protetta rappresenta la volontà di salvare unitaria dell’esteso territorio collinare-costiero- uno spazio naturale che i cittadini riconoscono marino compreso tra l’Area Marina Protetta Tor- come importante. Per esempio, ciò è dimostrato re del Cerrano, appunto, e la Riserva Naturale dal fatto che gli habitat naturali, come la duna e la

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 6699 110/12/20150/12/2015 18:18:0218:18:02 Fig. 1. Mappa di identifi cazione del comprensorio Atri-Cerrano descritto nella proposta di candidatura. Fonte: Tentative List Submission Format, allegato 1 - Base cartografi ca IGM 1:25000.

pineta, sono scelti spesso come sfondo per servizi do sempre più in un’area urbanizzata senza so- fotografi ci. luzione di continuità dove il paesaggio naturale, È fondamentale che si porti avanti un dialogo che una volta prevaleva, oggi è localizzato solo in continuo tra l’area protetta e il contesto, in modo brevi tratti se non è scomparso del tutto. Si può af- che la prima sia sempre più parte di un sistema fermare che la “progressiva trasformazione delle più ampio che la veda integrata e non isolata e che pianure e delle coste italiane in un’unica immen- i principi di tutela, conservazione e gestione soste- sa periferia”, non avverrebbe impunemente se vi nibile del territorio possano essere di esempio ed fosse nelle comunità che abitano i territori “una esportati nell’area di riferimento. chiara percezione del valore della risorsa e dell’ir- L’intero contesto territoriale del Cerrano è un reversibilità del suo consumo” (Settis, 2010). punto di forza per l’identità del luogo e, essendovi Nell’area del Cerrano, il paesaggio conserva riconoscibili molti valori legati alla natura, all’am- ancora i tratti originari, grazie a lungimiranti biente, alla storia e al paesaggio, non può non fare scelte del passato. Tuttavia, nemmeno questi luo- i conti con uno sviluppo sostenibile del turismo. ghi sono scampati del tutto alle conseguenze del Un turismo che sia sostenibile deve essere lega- progresso. L’impegno di una comunità consape- to alla percezione di un’identità territoriale, cioè vole è proprio quello di resistere alle omologa- alla consapevolezza dei valori culturali di un luo- zioni imposte dalla globalizzazione e tutelare le go (genius loci) (Cestari, 2007). Questo concetto proprie unicità. dovrebbe essere più che condiviso, soprattutto in un territorio in cui il turismo è una delle voci eco- nomiche più importanti. Ma per essere condiviso 2. La conoscenza, l’autenticità, la comunità è necessario che ci sia una consapevolezza diffusa dei valori, non solo da parte dei potenziali visita- Il rafforzamento dell’identità del luogo si ot- tori, ma, soprattutto, da parte dei residenti, di chi tiene innanzitutto attraverso la conoscenza. Il ri- vive quotidianamente il territorio in oggetto. L’o- schio per la società odierna è la graduale perdita dierna globalizzazione sta rischiando di far per- della conoscenza del territorio e della sua storia. È dere a ogni luogo la propria identità: la concor- quindi necessaria un’operazione di recupero del- renza darà sempre più spazio a un’omologazione la percezione reale del territorio. Gli ostacoli de- dei luoghi, facendo perdere a lungo termine tutti rivano tutti dal modo di vivere odierno: le infra- i valori locali. La costa adriatica si sta trasforman- strutture che segnano pesantemente il paesaggio,

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7700 110/12/20150/12/2015 18:18:0318:18:03 i principali modelli produttivi non sostenibili, la e ambiente naturale. La vita dell’uomo in questi maggior parte delle attività economiche estranee luoghi deve dimostrare che non c’è confl itto ma al territorio, gli stili di vita legati quasi sempre al compatibilità (Salvatore, 2007). Passata l’idea di consumismo. area protetta nata alla fi ne del XIX secolo come L’aumentare del rischio di omologazione dei area in cui l’uomo era allontanato, essendo con- luoghi e della perdita di valori va a minare l’au- siderato il male assoluto per la conservazione, tenticità, caratteristica fondamentale da salva- e non essendo il territorio in oggetto uno spa- guardare per rafforzare l’identità di un luogo zio completamente selvaggio dove la presenza (Cestari, 2007). I punti di debolezza esistenti sono dell’uomo è marginale, la conservazione e la tu- diversi. Uno è sicuramente la diffusione di centri tela dei luoghi passa necessariamente attraverso commerciali legati alla grande distribuzione ri- una partecipazione più attiva della società, in cui spetto al commercio locale. Un altro è il turismo essa si rende più consapevole e interprete genuina rivolto solo alla balneazione, con l’appiattimento del territorio. Si legge proprio nella nostra mission dell’offerta e quindi il rischio di crisi del settore. che uno dei desideri del blog è quello che si possa La tendenza è troppo spesso quella di nascondere avere per il comprensorio del Cerrano una “con- i valori locali autentici, anziché rivelarli. sapevolezza culturale e ambientale per un futuro La condivisione della conoscenza, legata all’au- che sia veramente sostenibile”. tenticità dei valori, porta al consolidamento di una comunità. Ed è la comunità un altro elemen- to importante da considerare per il rafforzamen- 3. La valorizzazione del genius loci to dell’identità del luogo. Spesso c’è il paradosso di avere un territorio di piccola estensione in cui Sono tre le strategie con cui il blog vuole cerca- ancora prevalgono i campanilismi, a spese di una re di valorizzare il genius loci del Cerrano: gestione unitaria dei beni e dei valori comuni. I – vivere il territorio; punti su cui è possibile fare forza sono: maggiori – divulgare i valori del territorio; ricerche, studi e interventi sul territorio; eventi e – proporre progetti attenti ai valori del terri- manifestazioni congiunte e condivise dalle realtà torio. locali; sinergie per l’accesso ai fondi comunitari. Il blog stesso, inteso come diario, è già una testi- L’esperimento del blog “Noi Cerrano”5 nasce monianza del vivere quotidianamente il territorio proprio per provare a dare un piccolo contributo e in particolare l’Area Marina Protetta Torre del per comunicare attivamente dei valori e stimola- Cerrano. Vivere vuol dire essere presenti e attenti re il pubblico che segue a sentirsi parte di un si- durante tutto l’anno e non soltanto nella stagione stema territoriale che ha una sua identità. Il blog balneare: quello che deve trasparire e contagiare nasce dall’attaccamento degli autori a una terra gli utenti è proprio il senso di appartenenza a un che è amata e dall’esperienza di Guide del Cer- luogo e di conseguenza il farsi comunità. rano, per cui si è sentito il bisogno di creare una Il vivere il territorio permette agli autori di es- piattaforma condivisa in cui collocare le comuni sere autentici e concreti anche nel divulgare. In- conoscenze, idee e attività. A questo si aggiunge fatti, tutte le attività nate attorno all’area protetta, la necessità per gli autori stessi di essere stimola- come visite guidate ed escursioni, e le altre inizia- ti a una maggiore consapevolezza delle ricchezze tive come lo stesso blog e il video-documentario del territorio in oggetto e quindi a un arricchi- “Cerrano: la natura si svela”6, possono avere un mento culturale che, attraverso la condivisione, grande valore di testimonianza di come vivere at- diventa, pezzo dopo pezzo, patrimonio comune. tivamente il territorio. Nell’odierna “società della condivisione” un blog Il documentario “Cerrano: la natura si svela” è o una pagina sui social network che rappresenti o un esempio concreto di divulgazione e, al tempo racconti un territorio ha un grande valore comu- stesso, di proposta. Infatti, in modo mai fatto pri- nicativo che può infl uire molto sul creare una co- ma nel contesto in oggetto, si sono rivelati valori munità e accrescere una consapevolezza autentica presenti nella natura, seppur nella loro semplici- e diffusa dei valori presenti. Il blog “Noi Cerrano” tà, che tutti hanno sempre trascurato pur aven- si inserisce in questo mondo cercando di portare doli quotidianamente sotto gli occhi, suscitando all’attenzione soprattutto quei temi ambientali e curiosità e identifi cazione collettiva nella comuni- culturali che effettivamente scarseggiano. tà. Le principali caratteristiche da evidenziare nel Un territorio come quello del Cerrano, che vo- fi lmato prodotto sono: glia conciliare protezione e sviluppo, deve basar- – l’autoproduzione, che non ne diminuisce il si su una complementarietà tra presenza umana valore, ma contribuisce all’idea di autenticità;

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7711 110/12/20150/12/2015 18:18:0418:18:04 – la discrezione usata nel racconto, che contri- “Noi Cerrano” e le attività che lo vanno nutrendo buisce all’idea di rivelare senza enfatizzare o potranno diventare uno stimolo e un punto di gonfi are; riferimento per importanti progetti da attivarsi in – l’uso delle immagini di qualità e alta defi ni- un prossimo futuro: è proprio a questo che una zione per dare la giusta importanza anche comunità come quella che vive il Cerrano deve alle cose semplici; puntare, affi nché il territorio abbia quel valore – la sceneggiatura che evita i luoghi comuni aggiunto che spinga molte persone a volerlo co- relativi alla percezione dell’area nell’imma- noscere, attivando un meccanismo virtuoso di tu- ginario dei residenti; rismo sostenibile. – il tentativo di trasmettere un’emozione attra- verso immagini e musiche originali appro- priate. Bibliografi a La proposta di itinerari che riscoprono gli scorci panoramici dalle colline verso il mare Cestari M., Genius Loci. La radice del turismo sostenibile, Firenze, sono un altro esempio di come valorizzare qual- Maschietto Editore, 2007. cosa che, in una città come Pineto, unica dal Cipollone M., Miccadei A., Verrocchio F., Mission del blog sul Cerrano, 2012 (consultabile al link: http://noicerrano.alterv- punto di vista paesaggistico, è fortemente iden- ista.org/blog-sul-cerrano/). tifi cativo del luogo, ma che rischia di perdersi e CNI UNESCO, Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mon- non essere apprezzato nella globalizzazione del diale, culturale e naturale dell’Umanità, 1972 (consultabile al turismo esclusivamente balneare. Su questa scia link: http://www.unesco.it/cni/index.php/convenzione). COGES AMP Torre Cerrano, Statuto, 2008 (consultabile al link: sono tante le proposte che possono stimolare il http://www.torredelcerrano.it/consorzio/il-consorzio-di-gestione- pubblico degli affezionati del blog e non a risco- dellarea-marina-protetta.html). prire aspetti nascosti del territorio e a guardarvi Latouche S., Breve trattato sulla decrescita serena, edizione italiana in modo diverso. Un esempio è il progetto di a cura di F. Grillenzoni, Torino, Bollati Boringhieri Editore, ecovacanza, che potrebbe nascere guardando 2008. Manucci V., Sito Unesco Atri-Cerrano, Tesi del Master GeSLoPAN, alla crescente richiesta da parte del pubblico di 2010 (consultabile al link: http://www.torredelcerrano.it/atti- vacanze che siano ecosostenibili, all’amore per vita/ricerche.html). la natura dei potenziali utenti e la necessità di Salvatore R., Dalla protezione della natura alla promozione della cul- conciliare lo sviluppo turistico con le esigenze di tura: l’esperienza dei parchi nazionali, in «Etnoantropologia», Bologna, 2007, 1, pp. 225-231. conservazione dell’ambiente naturale, soprattut- Settis S., Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente to in un ambito così antropizzato come quello contro il degrado civile, Torino, Einaudi, 2010. dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Il Vallarola F., Cerrano, terre da proteggere, Teramo, Ricerche & Re- progetto avrebbe come principale fi nalità la cre- dazioni, 2005. azione di una “coscienza ecologica attiva”, con Vallarola F., Adriatico protetto, Lulu edizioni, 2013. l’obiettivo di dimostrare che la conservazione della natura è una risorsa e che l’equivoco delle aree protette come territori sottoposti a vincoli, Note e pertanto contrari allo sviluppo, sia infondato. 1 Lo scopo del presente lavoro consiste nel tracciare le linee Un altro esempio è proporre azioni di coin- fondamentali che sono alla base della nascita e dello svilup- volgimento nella tutela del patrimonio naturali- po del blog dal titolo “Noi Cerrano”, sito internet dedicato al stico e spingere affi nché i luoghi signifi cativi del territorio del Cerrano, in Abruzzo, dato alla luce dagli autori comprensorio non siano snaturati del loro valore. del presente contributo. Pur nella comune impostazione e con- Purtroppo molti sono gli esempi negativi: tra i divisione dei contenuti qui riportati, il primo paragrafo è da attribuire a Francesco Verrocchio, il secondo ad Alberto Micca- tanti si pensi al “centro commerciale Universo” a dei e il terzo a Mario Cipollone. Silvi, che ignora completamente la storia del luo- 2 Alcune informazioni sulla proposta di candidatura sono re- go, essendo costruito in una posizione contraria peribili al link: http://www.noicerrano.altervista.org/la-candidatu- alle origini della civiltà che vi abita. Altre azioni ra-a-sito-unesco/. 3 sarebbero anche quelle di promuovere il recupero Ibidem. 4 Il consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta Torre del del rapporto tra mare e collina tramite i corridoi Cerrano è composto da: Comune di Pineto, Comune di Silvi, naturali che devono essere sempre più preservati Provincia di Teramo e Regione Abruzzo. come corridoi ecologici per la salvaguardia della 5 Sito internet del blog: www.noicerrano.com. 6 biodiversità. Cortometraggio realizzato nel 2013 della durata di 23 mi- nuti sulla natura della costa dell’Area Marina Protetta Torre Per concludere, in sintonia con il Piano Stra- del Cerrano, regia di Francesco Verrocchio, sceneggiatura di tegico per la Biodiversità 2011-2020, anche deno- Mario Cipollone. Documentario in programma al 1° Camogli minato “Vivere in armonia con la natura”, il blog International Marine Reserves Film Festival.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7722 110/12/20150/12/2015 18:18:0418:18:04 Germana Citarella

Valorizzazione turistica dei territori creativi protetti

Summary: TOURISM ENHANCEMENT OF CREATIVE PROTECTED AREAS

Nowadays protected natural areas represent one of the indispensable instruments for the defence of biodiversity. For a long time a conservative view has prevailed in Italy: the aim of the local political administration had to be the unaltered main- tenance of the aesthetic, historical, artistic value of the natural resources. Gradually we moved to consider the protected areas not as a limitation, as a constraint to the development of the area, but as a source of competitive advantage for the same. They are considered the keystone on which to build a model of territorial organization, able to balance the need for protection of biodiversity with that of socio-economic development and to provide local communities alternative sources of income (Marangon, Tempesta e Visentin, 2004). It is possible to argue that tourism plays a crucial role within the protected areas: this means investing more in form of tourism that could be called “alternative”. In particular, the creative tourism can be easily adapted to the physical and social structure of the areas: it is able to in- tegrate with the cultural reality of destinations, it does not alter the biodiversity and local identities and it can positively contribute to a healthy recovery of the customs, peculiarities and environmental values of protected natural areas. The spread of this important niche market represents a valuable opportunity to prevent the globalization and standardization of supply, trough building local capacity as a part of a development model in which the environmental, social and economic compatibility is determined to be the determining element for a balanced and productive with places. The present contribution aims to outline the main characteristics of creative tourism in protected natural areas. They may represent important levers of change for a local development, capable of ensuring the needs of various stakeholder, through the achievement of joint decisions based on the principles of sustainability and protection of biodiversity.

Keywords: protected area, ecosystem, biodiversity, creative tourism, sustainable development.

1. Aree protette e biodiversità quale “non si esaurisce nel campo naturalistico, ma ricomprende gli interessi del territorio inteso Il tema delle aree protette, quali strumenti es- come habitat delle popolazioni umane” (Giacomi- senziali per la conservazione dell’ecosistema, è ni e Romani, 1982, p. 14). stato ampiamente dibattuto sia tra i cultori delle Nel 1980, l’Unione Internazionale per la Con- discipline naturalistiche (Venturelli, 1989; Palla- servazione della Natura (UICN) in collaborazio- dino, 1991) sia nella comunità dei geografi (Gia- ne con l’UNEP e il WWF ha pubblicato un do- comini, 1977; De Vecchis, 1992; Pinna, 1995), fi no cumento-guida per la creazione di aree protette, a prefi gurare per il sistema dei parchi e delle ri- intitolato “Una strategia mondiale per la conser- serve una nuova visione di sviluppo territoriale, vazione delle risorse naturali e per uno sviluppo caratterizzata dalla riscoperta di antichi valori razionale e duraturo”, nel quale si è sancito il ambientali, sociali e culturali, nell’ambito della legame indissolubile tra salvaguardia della natu- suprema esigenza di tutela della biodiversità. ra e sviluppo sostenibile, al fi ne di minimizzare Il fenomeno ha assunto una certa rilevanza a il rischio di confl itto tra economia ed ecologia partire dagli anni Settanta, quando i mutamenti attraverso interazioni compatibili con i processi intervenuti negli stili di vita e nei modelli di con- naturali e soprattutto sinergiche. Tale strategia sumo della società contemporanea hanno deter- ha mirato ad una concezione volta a preservare minato una contestuale trasformazione dei biso- le risorse naturali (fl ora e fauna) e l’ambiente nel- gni dell’uomo, sempre più orientato alla ricerca di la sua globalità, attraverso una razionale pianifi - una migliore qualità della vita legata non soltanto cazione e gestione anche delle opere dell’uomo, alla crescita economica, ma anche alla necessità coinvolgendo le comunità locali in un’attiva par- di riconquistare una relazione con la natura. Tale tecipazione. Ciò ha determinato un ricco fermen- cambiamento è stato fortemente infl uenzato dal to di lavori scientifi ci orientati ad abbandonare diffondersi del concetto di sviluppo sostenibile, l’idea di conservazione (Calafati, 2002), in quan- che ha orientato le ricerche degli studiosi anche to contraria al ciclo della natura, per perseguire verso la problematica della qualità ambientale, la quella di protezione (AA.VV., 2004), che rinuncia

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7733 110/12/20150/12/2015 18:18:0518:18:05 alla pretesa di cristallizzare gli ecosistemi o alcu- cristallizzato è superata da quella di un sistema ne loro componenti, coordinando e coniugando dinamico che rispecchia la complessa trama di la difesa della natura con la pianifi cazione dello relazioni esistente tra i processi naturali e quelli sviluppo economico delle aree coinvolte. artifi ciali. Di conseguenza, l’area protetta non è Questa evoluzione ha comportato il passaggio più considerata come elemento negativo per lo da politiche tese a difendere il valore estetico, sto- sviluppo territoriale, ma al contrario, diviene nel rico, artistico o naturalistico delle aree protette, rispetto degli accordi internazionali e degli atti a quelle rivolte alla ricerca di percorsi coevoluti- comunitari, una valida alternativa per arginare vi dei sistemi economici ed ecologici e quindi di la perdita della biodiversità2 defi nita nella Con- forme innovative di interazione tra società ed am- venzione Internazionale sulla diversità biologica biente, intesi come entità strettamente interdipen- (CBD), in occasione dell’Earth Summit di Rio de denti e parti di una struttura in equilibrio dinami- Janeiro nel 1992, come la “variabilità degli orga- co (Ruocco, 1999; Norgaard, 1984), “che tende ad nismi viventi di qualsiasi fonte, inclusi, tra l’altro, accelerare i ritmi del cambiamento, accentuando gli ecosistemi terrestri, marini e gli altri ecosi- i fattori di stress e, allo stesso tempo, sollecitando stemi acquatici e i complessi ecologici dei quali in misura crescente non solo la resistenza e la sta- fanno parte. Essa, inoltre, comprende la diversi- bilità degli ecosistemi, ma anche e soprattutto la tà nell’ambito di ciascuna specie, tra le specie e loro resilienza, cioè la loro capacità di assorbire le nell’ambito degli ecosistemi”. La fi nalità insita in perturbazioni esterne senza troppi danni struttu- questa enunciazione è triplice: innanzitutto quel- rali” (Holling, 1986, p. 54). la della protezione della biodiversità3, in secondo Le aree protette diventano, secondo Gambino luogo l’uso sostenibile delle sue componenti e, in- (1997), punti di eccellenza e luoghi di sperimen- fi ne, la giusta ed equa divisione dei benefi ci che tazione permanente di nuovi legami tra uomo e provengono dall’impiego delle risorse. La CBD ha natura: in senso scientifi co, perché coinvolgono individuato, con una visone antropocentrica, altri tutte le discipline relative allo studio della terra; due livelli di biodiversità. Si tratta della diversità culturale, perché intendono armonizzare e acco- culturale e di quella del paesaggio, con le quali si munare le attività economiche necessarie ai biso- cerca di comprendere, attraverso lo studio delle gni dell’uomo con le funzioni di protezione degli differenti strutture sociali e produttive, come le ecosistemi; infi ne, sociale perché richiedono da interazioni dell’uomo con l’ambiente infl uenzino parte di ogni individuo una nuova consapevolezza in modo decisivo le condizioni e il rispetto delle dei problemi ambientali. risorse naturali. Al fi ne di contrastare la perdita In Italia, gli interventi giuridici relativi a tali di biodiversità, le aree protette sono considerate ambiti geografi ci hanno assunto una connotazio- la “pietra angolare” (cornerstone) del processo di ne sempre più distinta rispetto alla normativa sul- conservazione ecosistemico, nonché, investimenti la tutela ambientale, sino a giungere alla promul- strategici per le economie nazionali soprattutto se gazione della legge quadro del 6 dicembre 1991 n. inserite in una governance partecipativa in grado 3941, che sancisce l’importanza di realizzare una di produrre benefi ci che, a partire dalle comunità territorializzazione delle politiche, ossia di rap- locali, si traducano in vantaggi a livello nazionale portarle alle specifi che realtà locali per soddisfa- per ridurre la disoccupazione e favorire lo svilup- re le esigenze che le singole popolazioni matura- po sostenibile. no nel proprio contesto di riferimento. Tale rego- L’Italia, reputando quest’ultimo una scelta lamentazione intende sostenere e promuovere in prioritaria, nel 1994 ha ratifi cato la CBD e nel forma integrata e coordinata la custodia e la valo- 2010 ha approvato la Strategia Nazionale del- rizzazione del patrimonio naturale, contemplan- la Biodiversità (SNB), che integra le esigenze di do un profondo legame tra valori naturalistici ed custodia della diversità biologica con gli obiettivi antropici, ai fi ni della loro corretta integrazione. dello sviluppo ed ha attribuito alle aree protette4 Pertanto, la tutela conservativa degli ecosistemi il compito di coniugare il loro obiettivo primario cede il passo ad una visione ecologica globale, che ed irrinunciabile di laboratori per la conserva- considera l’area protetta come un luogo di conta- zione della biodiversità, con interventi aggiunti- minazione di saperi, in cui sono necessari inter- vi capaci di implementare attività sostenibili dal venti di pianifi cazione e gestione, che consentano punto di vista ambientale, economico e sociale. In il perpetuarsi delle risorse naturali, delle attività questo contesto, esse, in quanto istituzioni place- tradizionali e delle condizioni di vita rappresenta- based, mediante una corretta gestione, rappre- tive del luogo. sentano un importante vettore per lo sviluppo di La concezione di area protetta come ambiente un’economia “virtuosa”, ovvero la chiave di volta

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7744 110/12/20150/12/2015 18:18:0518:18:05 su cui costruire un nuovo modello di organizza- lo ha identifi cato come “un viaggio che vive pas- zione territoriale in grado di conciliare l’esigenza sando attraverso un coinvolgimento in esperienze di tutela ambientale con quella di sviluppo socio- autentiche e genuine, con un’interazione parte- economico fondato sulla valorizzazione di cultu- cipativa nei confronti delle espressioni artistiche, re, tradizioni, saperi, prodotti tipici locali anche del patrimonio o delle peculiarità espresse dal attraverso forme di turismo “alternative” defi nite territorio, oltre che contraddistinto dal contatto come “quelle modalità di fare turismo che sono con i residenti ed il fl usso creativo della cultura compatibili con i valori naturali, sociali e culturali vivente”. e che consentono sia agli ospiti che ai visitatori In altri termini, il turista creativo rifi uta il con- di trarre giovamento dall’interazione generata tatto di “superfi cie” con le destinazioni di viaggio, dall’esperienza della visita” (Smith e Eadington, mentre predilige relazioni profonde con i luoghi 1992, p. 15). e le persone capaci di accrescere il background di esperienze e stimolare nuove suggestioni. In que- sta visione assume un ruolo centrale anche l’os- 2. Turismo creativo e tutela della biodiversità servazione del consumatore; infatti, mediante lo sguardo, egli non si limita solo a raccogliere Il turismo, come sostiene la Commissione Eu- immagini ma entra in correlazione con la realtà ropea (1995) rappresenta una conquista sociale osservata (Urry, 1995). Di conseguenza, non vive irreversibile. Esso è un fattore di crescita econo- passivamente le esperienze in quanto è parte di mica, tuttavia l’impatto e la forte pressione eserci- un apprendimento continuo delle dinamiche cul- tata sull’ecosistema dalle stesse attività turistiche turali attraverso il contatto diretto con la comuni- hanno, non di rado, causato notevoli squilibri eco- tà ospitante, tanto da divenire co-attore e co-crea- logici e degrado territoriale. Negli ultimi decen- tore di eventi unici ed irripetibili (Richards, 2011). ni, i fl ussi turistici hanno mostrato una crescente Il turista creativo si compenetra nell’ambiente sensibilità per la diffusione dei problemi ambien- circostante, al fi ne di sviluppare nuove abilità e tali a scala mondiale, e questa si è rifl essa sulle conoscere il territorio, ad esempio partecipando trasformazioni dei modelli di fruizione, segnando a corsi pratici, frequentando laboratori culturali il passaggio dalla fi gura del turista-consumatore a o acquisendo competenze mediante l’interazione quella del turista-responsabile che non solo si pre- con le comunità locali, che sono chiamate a vigila- occupa di non deteriorare le risorse naturali, ma re sul corretto utilizzo delle risorse e a partecipare riconosce la centralità della comunità locale ospi- attivamente alla diffusione di un modello sosteni- tante e il suo diritto ad essere protagonista dello bile di sviluppo turistico, affi nché non insorgano sviluppo rispettoso del proprio territorio. processi di sradicamento e, al tempo stesso, non Nel panorama attuale, l’attività che si è affer- venga meno la solidarietà fra le generazioni. mata, così come testimoniato da un dinamico e Il turismo creativo offre l’occasione di non ca- positivo trend di crescita, è il cosiddetto turismo dere nel circolo vizioso del prodotto turistico di creativo. Quest’ultimo, defi nito come “quello che massa, in quanto le comunità locali non sono più offre ai visitatori l’opportunità di sviluppare il deputate solo ad essere sedi organizzative delle at- loro potenziale creativo attraverso l’attiva parte- tività ricettive, secondo schemi diffusi globalmen- cipazione a corsi ed esperienze di apprendimen- te, ma si pongono come soggetti attivi in grado di to che sono caratteristiche della meta turistica in presentare modelli culturali e comportamentali cui si trovano” (Richards e Raymond, 2000, p. 18) che attribuiscono alle risorse locali uno specifi co ricerca il contatto con l’ambiente, per conoscer- valore aggiunto, trasmettendo all’ospite una mag- lo e riscoprirlo, osservandolo e interpretandolo giore consapevolezza delle specifi cità presenti nel nella sua integrità, sia nelle componenti natura- territorio (Citarella e Maglio, 2013). La relazione li che in quelle socio-culturali, che si impegna a tra la popolazione indigena e il turista diviene il conservare e difendere, assicurando, in tal modo, vantaggio competitivo necessario per il persegui- benefi ci economici alle comunità d’accoglienza. mento dello sviluppo locale, in quanto costruito Esso, grazie alla sostenibilità delle sue pratiche, sull’irriproducibilità del contesto e del rapporto ha la capacità di rispondere ad una domanda tu- sociale: di conseguenza, il contatto diretto tra ristica che si orienta sempre più verso tipologie di turista e residente permette un confronto pro- fruizione meno massifi cate e più attente ai valori positivo, generando un rispetto reciproco per le della natura e alla tutela della biodiversità. Anche differenti culture (Bizzarri, 2013). L’utente deve l’UNESCO (2006, p. 2), nel redigere il Report sul- sentirsi parte attiva delle dinamiche endogene, le strategie per lo sviluppo del turismo creativo, come se fosse un abitante del luogo; solo in tal

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7755 110/12/20150/12/2015 18:18:0618:18:06 modo potrà sviluppare il proprio potenziale di complesso. In altri termini, la capacità ricettiva di fantasia e di creatività anche mediante la perso- un’area protetta deve essere rapportata alla capa- nalizzazione del soggiorno che risulterà diverso cità di assorbimento sia della componente natura- per ogni soggetto e più rispondente alle singole le che di quella antropica (carrying capacity). esigenze. Attraverso questa esperienza formativa, il turista creativo diviene il principale protagoni- sta dell’attività di conservazione dell’ecosistema, 3. Conclusioni realizzando in questo modo uno dei principi fon- damentali della sostenibilità: la partecipazione al L’istituzione di aree protette risponde alla ne- processo di conservazione della biodiversità. Su cessità di proporre un modello di sviluppo soste- queste considerazioni si può affermare che il tu- nibile che coniughi la tutela di tutti gli aspetti del- rismo creativo è compatibile con le esigenze e le la biodiversità con lo sviluppo socio-economico, specifi cità delle aree protette. fornendo alle comunità locali fonti di reddito Esso prevede modelli di fruizione tesi alla sal- alternative. Spesso si osserva che le comunità pre- vaguardia degli equilibri eco-sistemici, infatti: senti in aree di rilevante interesse naturalistico mira al recupero e alla valorizzazione delle risor- mostrano bassi livelli di sviluppo economico, a se naturali e nel contempo introduce meccanismi cui si cerca di far fronte con un impiego talvol- volti a proteggerle da una fruizione intensiva e de- ta eccesivo delle stesse risorse naturali; invece, le gradante; riduce al minimo l’impatto ambientale; aree protette possono fungere da punto di rife- non contribuisce alla perdita della biodiversità rimento di una comunità estesa, che intrattiene e non comporta modifi cazioni tali da ridurre il uno scambio interattivo con i suoi frequentatori, valore naturalistico, da un lato, e la capacità di promuovendo iniziative e manifestazioni al fi ne attrazione dall’altro delle aree protette. La soste- di consolidare la propria memoria (La Foresta, nibilità delle sue pratiche caratterizza tanto le re- 2009), e costituire ecosistemi forti e resilienti, de- lazioni verticali, ossia quelle che legano le attività terminanti per la collettività, per l’economia e per turistiche alle risorse naturali, quanto quelle oriz- la qualità della vita. zontali, che si instaurano tra le diverse compo- Sicuramente il turismo rappresenta un com- nenti dell’offerta turistica e che, tuttavia, possono parto profondamente legato alle aree protette: avere effetti negativi sulla perdita della biodiver- proprio perché trae valore dalla “relazione di sità. Il turismo creativo garantisce la presenza di reciprocità che lo connette al contesto geogra- chiare sinergie tra i tre pilastri della sostenibilità fi co in cui viene a manifestarsi” (Pollice, 2002, in quanto consente di coniugare: la conservazio- p. 145) e, allo stesso tempo, impiega le risorse ne delle qualità ambientali, che rappresentano naturali producendo impatti talvolta irreversibi- l’elemento ineludibile dello sviluppo turistico, li sul sistema ecologico di riferimento. Tuttavia, senza introdurre alterazioni nei processi ecologici tale vincolo è stato trascurato in quanto si è as- essenziali; la tutela dell’autenticità e della diversi- sociato il concetto di sviluppo turistico all’incre- tà socio-culturale delle comunità ospitanti, con- mento della capacità ricettiva, senza prevedere servando il loro patrimonio e contribuendo alla e prevenire gli effetti del fenomeno di massa tolleranza e alla comprensione tra i popoli; la cre- sulla perdita della biodiversità. Infatti, il sud- scita delle attività economiche nel lungo periodo detto comparto, essendo legato alle peculiarità con ricadute positive sull’intera comunità. ambientali, culturali e sociali delle aree protette Questa importante nicchia di mercato costitu- rischia – se non correttamente gestito – di dete- isce, pertanto, una preziosa risorsa per superare riorare le risorse sino a diventare insostenibile. la globalizzazione e la standardizzazione dell’of- Questo impone di implementare uno sviluppo ferta, attraverso la costruzione delle capacità lo- turistico attento al problema della riproducibilità cali, nel quadro di un modello di crescita, in cui delle risorse naturali e in grado di conciliare i la compatibilità ambientale, sociale ed economica sistemi produttivi con l’impiego ottimale delle è considerata un criterio guida per un rapporto potenzialità territoriali. corretto e produttivo con le aree protette, contri- Il turismo creativo rappresenta una forma pri- buendo positivamente ad un sano recupero delle vilegiata di turismo sostenibile, in quanto trova consuetudini, delle peculiarità e dei valori am- l’humus ideale all’interno del contesto ecologico bientali dei siti. D’altro canto, lo sviluppo turistico e culturale delle aree protette, preservandole e as- non deve condurre ad una dequalifi cazione dei sicurando il benessere delle popolazioni locali. In livelli di vita della popolazione locale ed è tenu- particolare, esso si adatta facilmente alla struttura to a rispettare l’integrità dell’ecosistema nel suo sociale del territorio, non altera gli ecosistemi na-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7766 110/12/20150/12/2015 18:18:0618:18:06 turali e le identità locali e può contribuire positi- lità della vita delle aree protette ma ciò richiede vamente ad un sano recupero delle consuetudini, necessariamente la partecipazione e il coinvolgi- delle peculiarità e dei valori ambientali dei siti. mento di tutti i soggetti che direttamente o in- Forti di questi caratteri e puntando, sia sul fa- direttamente partecipano al processo turistico e scino prodotto dalle risorse naturali del luogo, sia che in esso si identifi cano. sul modo di concepire la vacanza non più come mero momento di svago, ma come esperienza umana che consente al turista di prestare sempre Bibliografi a maggiore interesse al contesto paesaggistico, il tu- rismo creativo si pone in perfetta sintonia con l’e- AA.VV., Sistema delle aree protette, Firenze, Edizione Alinea, 2004. mergere di una domanda sempre più attenta alla Bizzari C., L’impatto di nuovi fl ussi turistici a scala globale: il caso della community delle Golf, in «Bollettino della Società Geo- tutela della biodiversità, desiderosa di maggiore grafi ca Italiana», Roma, 2013, VI, pp. 471-487. qualità e interessata a forme di turismo alternati- Calafati G., Conservazione e sviluppo locale nei parchi naturali: ve ed autentiche. un’agenda di ricerca, in «Quaderni di ricerca del Dipartimento Pertanto, con il turismo creativo si può perse- di Economia dell’Università di Ancona», 2002, 173. guire un modello di sviluppo in grado di miti- Citarella G., Maglio M., La sostenibilità e la responsabilità del turismo creativo, in La Torre M.A. (a cura di), “Dal turismo gare il rapporto confl ittuale fra turismo e biodi- sostenibile alla responsabilità sociale dell’impresa turistica”, Na- versità, considerando il primo non come fonte di poli, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, 2013, degrado del territorio e delle risorse, ma come pp 433-448. fattore di promozione dell’economia locale nel Commissione delle Comunità Europee, Il ruolo dell’Unione in materia di turismo: Libro verde della Commissione, Bruxelles, 4 rispetto delle ricchezze naturali, sociali e cultu- aprile 1995, Com (95) 97 def. rali. In questa prospettiva, le aree protette, oltre De Long D., Defi ning biodiversity, in «Wildlife Society Bulletin», alla conservazione della natura, possono contri- 1996, 24, 4, pp. 738-749. buire al recupero di un complesso patrimonio De Vecchis G., Interpretazioni geografi che del rapporto fra uomo e di risorse (tradizioni, storia, costumi, attività ar- natura, in: «Documenti del territorio», Roma, 1992, 25. Gambino R., Conservare innovare: paesaggio, ambiente, territorio, tigianali ecc.) da impiegare anche sul mercato Torino, UTET, 1997. turistico, salvandole dal rischio di una defi nitiva Giacomini V., Romani V., Uomini e parchi, Milano, Franco An- scomparsa. La possibilità che tali ambiti offrono geli, 1982. di innescare un processo espansivo dell’econo- Giacomini V., Evoluzione del concetto di parco nazionale, in «Atti del Convegno 10-12 giugno 1974», Roma, CNR, 1977. mia locale, è legata soprattutto alla capacità di Holling C.S., The resilience of Terrestrial: local surprise and global promuovere una tipologia di viaggio sostenibile change, in CLARCK W.C., Munn R.E. (a cura di), “Sustain- in grado di riconoscere e valorizzare le pecu- able Development of the Biosphere”, Cambridge, Cambridge liarità, collegandole a modelli di sviluppo che University Press, 1986. incoraggino la creazione di nuove opportunità IUCN, Convention on biological diversity, Rio de Janeiro, 5 giugno 1992. occupazionali e la promozione di attività econo- IUCN, UNEP, WWF, World Conservation Strategy of the Living miche compatibili con gli obiettivi di tutela della Natural Resources for a Sustainable Development, Gland, Swit- biodiversità. zerland, 1980. Proprio dal felice connubio, tra creatività e la foresta D., L’impatto dell’emozione: “leva” per la valorizzazione turismo, nascono processi di sviluppo sostenibili dello spazio turistico. L’esperienza dell’Historiale di Cassino, luogo della memoria, in «Turismo e Psicologia», 2009, 2, pp. 35-56. ed endogeni che salvaguardano le risorse pre- LEGGE del 9 dicembre 1998, n. 426, Nuovi interventi in campo senti nelle aree protette, in un’ottica integrata e ambientale, pubblicata nella Gazzetta Uffi ciale n. 291 del 14 multifunzionale. In defi nitiva il turismo creativo dicembre 1998. permette di: 1) minimizzare l’impatto che le atti- LEGGE QUADRO del 6 dicembre 1991, n. 394, Sulle aree pro- tette, pubblicata nella Gazzetta Uffi ciale n. 292 del 13 dicem- vità produttive possono avere sull’ecosistema; 2) bre 1991. promuovere prodotti turistici che rispettano l’am- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del biente e contribuiscono alla sua valorizzazione; 3) Mare, Strategia Nazionale per la Biodiversità, Roma, 2010. razionalizzare l’utilizzo delle risorse e incoraggia- Norgaard R.B., Co-evolutionary Development Potential, in «Land re l’adozione di modelli di fruizione degli spazi Economics», 1984, 60, pp. 160-172. palladino S., I parchi: dalla fi losofi a protezionista all’ecosviluppo, in turistici che non concorrono alla perdita della «Genio Rurale», 1991, 9, pp. 29-41. biodiversità; 4) sensibilizzare i turisti verso l’ado- Pinna S., La protezione dell’ambiente, Il contributo della fi losofi a, zione di comportamenti eco-compatibili. dell’economia e della geografi a, Milano, Franco Angeli, 1995. Il potenziamento dell’offerta turistico-creativa Pollice F., Territori del turismo, Milano, Franco Angeli, 2002. Richards G., Raymond C., Creative Tourism, Atlas News, 2000, offre rilevanti opportunità per orientare l’intero 23, pp. 16-20. comparto verso assetti più sostenibili e quindi Richards G., Creativity and tourism. The state of art, in «Annals of capaci di apportare reali miglioramenti alla qua- Tourism Research», 2011, 38, 4, pp. 1225-1253.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7777 110/12/20150/12/2015 18:18:0718:18:07 Ruocco D., Dal determinismo allo sviluppo sostenibile , in «Studi e e delle comunità locali in materia di valorizzazione dei beni Ricerche di Geografi a», Genova, 1999, pp. 49-73. culturali ed ambientali. SMITH V., Eadington W.R., Tourism Alternatives. Potentials and 2 Esiste una ricca letteratura su tale defi nizione. De Long Problems in the development of tourism, Chichester, Wiley, 1992. (1996) in uno specifi co studio ne ha individuate ben ottan- UNESCO, A Towards sustainable strategies for creative tourism. Dis- tacinque, ma una delle più autorevoli è quella prospettata cussion report of the planning meeting for 2008 international con- dall’entomologo americano Wilson che nel 1992 l’ha defi nita ference on creative tourism, Santa Fe, 2006. come: “la varietà degli organismi a tutti i livelli, da quello delle Urry J., Lo sguardo del turista. Il tempo libero e il viaggio nella società varianti genetiche appartenenti alla stessa specie fi no alla gam- contemporanea, Roma, Seam, 1995. ma delle varie specie, dei generi, delle famiglie sino ai livelli Venturelli R., La gestione delle risorse ambientali: strategie e metodi, tassonomici più alti. Comprende anche la varietà degli ecosi- Milano, Franco Angeli, 1989. stemi, ossia la varietà delle comunità degli organismi presenti Wilson E.O., La diversità della vita, Milano, Rizzoli, 1992. in un determinato habitat, e delle condizioni fi siche in presen- za delle quali essi vivono”. 3 Essa considera i tre livelli fondamentali di organizzazione biologica: 1) diversità genetica, si riferisce alla variabilità del Note patrimonio di una singola specie; 2) diversità di specie, intesa come l’insieme delle relazioni esistenti tra tutte le specie viven- 1 Essa, ispirandosi al principio di unitarietà e promuovendo ti; 3) diversità ecologica, considera tutti gli ecosistemi presenti la cooperazione tra i diversi livelli territoriali, uniforma com- sulla terra. petenze e strumenti operativi per la tutela delle aree protette 4 L’Italia è uno dei Paesi europei che ha istituito il maggior nazionali e regionali che perseguono le seguenti fi nalità: 1) numero di aree protette dall’entrata in vigore della legge qua- conservazione di specie animali o vegetali; 2) applicazione di dro del 6 dicembre 1991 n. 394. Infatti, secondo il VI Aggior- metodi di gestione o di restauro ambientale; 3) promozione namento dell’Elenco Uffi ciale delle Aree Protette (EUAP), al di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifi ca; 2010, esse sono 871 per una superfi cie pari a 3.163.591 ettari 4) difesa e ricostituzione degli equilibri idrogeologici. La suc- a terra (ossia il 10,4% del territorio nazionale) e di 2.853.034 cessiva legge del 9 dicembre 1998 n. 426, nonché, la riforma ettari a mare, con un incremento complessivo, rispetto al pre- del titolo V - Parte II - della Costituzione ha introdotto, per la cedente aggiornamento del 2003, di 99 aree. Inoltre, agli am- prima volta, nell’articolo 117 il riferimento esplicito alla “tutela biti territoriali rubricati nell’EUAP, si aggiungono 400 zone a dell’ecosistema” ed ha riconosciuto la centralità delle Regioni regime di protezione speciale.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7788 110/12/20150/12/2015 18:18:0718:18:07 Elena Dai Prà, Anna Maria Pioletti, Alessandro Ricci

A ovest e a est: analisi delle politiche di valorizzazione delle aree naturali protette in Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento1

Summary: IN THE WEST AND EAST: ANALYSIS OF THE POLICIES OF EXPLOITATION OF NATURAL PROTECTED AREAS IN VALLE D’AOSTA AND IN THE AUTONOMOUS PROVINCE OF TRENTO

The paper intends to implement a comparative reading of the policies of enhancement and protection of parks and reserves in a region with a special statute (Valle d’Aosta) and of an autonomous province (Trento). The peculiarity of statute and the specifi c morphological conditions have favored the preservation of biodiversity unit to a promotion and exploitation from the tourist point of view.

Keywords: protected areas, tourism, local sustainable development.

1. Introduzione degli individui (http://www.minambiente.it/pagina/ protocollo-di-nagoya-abs). L’ONU ha proclamato il 2010 Anno Internazio- Gli obiettivi strategici previsti mirano a affron- nale della Biodiversità. La defi nizione della Strate- tare le cause alla base della perdita di biodiversi- gia Nazionale per la Biodiversità ha messo in luce tà, infrangendo la biodiversità a livello politico e alcune criticità riconducibili ai seguenti ambiti: sociale, ridurre le pressioni dirette sulla biodiver- carenza di un approccio strategico che mina qua- sità e promuoverne l’uso sostenibile, migliorare lo lunque intervento di medio e lungo periodo, la status della biodiversità salvaguardando gli ecosi- mancanza di conoscenze naturalistiche ed econo- stemi, le specie e la diversità genetica, migliorare i miche adeguate per poter vagliare e individuare vantaggi per tutti derivanti dalla biodiversità. le potenzialità di sviluppo economico, la lentezza Il presente contributo intende effettuare una nell’approvazione di strumenti di pianifi cazione lettura comparativa delle politiche di valorizza- che permettano un’adeguata programmazione di zione e tutela delle aree protette attuate da una interventi di natura strutturale, la carenza di fi gu- regione a statuto speciale e da una provincia au- re professionali e tecniche adeguatamente prepa- tonoma. La peculiarità statuaria, le particolari rate e la carenza di fi nanziamenti adeguati (http:// condizioni morfologiche, la vocazione turistica www.cbd.int/2011-2020/default.shtml). hanno favorito la preservazione della biodiversità Il richiamo nella 65a sessione dell’Assemblea unita a una promozione e valorizzazione dal pun- Generale delle Nazioni Unite al periodo 2011- to di vista turistico. 2020 come «Decennio delle Nazioni Unite sulla Il lavoro svolto si articolerà nelle seguenti parti: Biodiversità» ha il pregio di contribuire all’attua- descrizione della metodologia utilizzata, descri- zione di un piano strategico comune per la bio- zione dei dati raccolti tenuto conto della diversa diversità (Risoluzione 65/161). Nel decennio in offerta di parchi e riserve presenti sui rispettivi questione si mira a sostenere e promuovere l’at- territori, conclusioni legate alla diversa organizza- tuazione degli obiettivi del Piano Strategico per la zione giuridica delle due realtà geografi che prese Biodiversità, i cosiddetti «Aichi Biodiversity Tar- in considerazione. Pur esistendo elementi di affi - gets». L’incontro di Nagoya (29 ottobre 2010), che nità persistono infatti diverse forme di gestione e ha dato origine ai target di Aichi, ha contributo a valorizzazione dal punto di vista turistico e am- defi nire la mission del nuovo piano basata su una bientale. effettiva e urgente azione volta a salvaguardare Nella prima fase è stata presa in considerazio- la perdita della biodiversità e a tutelare gli eco- ne la normativa regionale o provinciale che ri- sistemi che assicurano al pianeta la varietà delle sente della tradizione locale in materia di tutela forme viventi e che contribuiscono al benessere dell’ambiente oltre che del rispetto delle direttive

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 7799 110/12/20150/12/2015 18:18:0818:18:08 europee e della loro ricezione da parte della giuri- la riserva reale di caccia di Casa Savoia istituita sprudenza delle rispettive istituzioni amministra- nel 1856 da Vittorio Emanuele II e conseguente tive autonome. alle Regie Patenti del Cavalier Thaon di Revel si- Per il caso valdostano sono stati esaminati il glate nel 1821. Tale data sancisce anche da parte parco nazionale condiviso con la limitrofa Regio- del valdostano Joseph Delapierre la richiesta di ne Piemonte, un parco regionale di recente istitu- protezione dello stambecco in qualità di specie zione e le riserve naturali. Nella seconda parte si endemica. Nel 1919, agli albori delle rivendicazio- è considerato il caso della provincia autonoma di ni ambientaliste, la riserva fu donata da Vittorio Trento, a partire dai dati forniti dalla Provincia e Emanuele III allo Stato che con R.D.L. 3 dicem- presenti nei siti internet di riferimento2. bre 1922 n. 1584 lo eresse a Parco Nazionale con una superfi cie di 56.000 ettari, entro cui restava- no inclusi alcuni centri abitati. Il decreto autoriz- 2. Il caso della Valle d’Aosta zava l’azienda del demanio forestale ad acquistare ed a espropriare i terreni rientranti nel perimetro La mappatura del sistema delle aree protette dell’istituendo Parco Nazionale. in Valle d’Aosta rivela un sistema articolato costi- Nel 1979 il Parco Nazionale del Gran Paradiso tuito da: Parco nazionale Gran Paradiso, Parco fu protagonista di un nuovo ampliamento per una regionale del Mont Avic e dieci riserve naturali superfi cie complessiva di circa 70.000 ettari dan- (Côte de Gargantua - Lolair - Lago di Villa - do origine a una serie di problematiche ancora Les Iles - Marais di Morgex e La Salle - Mont molto sentite agli inizi degli anni Novanta (Pio- Mars - Stagno di Holay - Lago di Lozon - Tsatelet letti, 1992). Successivamente i confi ni sono stati Montagneyes)3. modifi cati come da D.P.R. 27 maggio 2009. Nella sua fase embrionale, l’area del Gran Para- Attualmente la gestione del Parco Nazionale del diso forma il primo nucleo di conservazione con Gran Paradiso si basa su strumenti di pianifi ca-

Fig. 1. Fonte : http://www.regione.vda.it/risorsenaturali/conservazione/parchi_riserve/default_i.asp.

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112_DAI2_DAI PRAPRA - PIOLETTIPIOLETTI - RRICCI.inddICCI.indd 8800 111/12/20151/12/2015 09:37:1409:37:14 zione territoriale (Piano del Parco, Regolamento, c) sviluppo sostenibile pensato insieme alle co- Piano di sviluppo socio economico), che tengono munità locali per favorire nuove opportuni- conto dell’analisi del contesto socio-economico e tà di lavoro e creazione di processi produtti- territoriale, del patrimonio culturale, del turismo vi e fi liere rispettosi dell’ambiente; e della fruizione basata su momenti di confronto d) mettere a disposizione dei turisti e della co- tra attori pubblici e privati. munità locale strumenti di conoscenza della Il Parco che si estende su un’area di 71.000 etta- complessità degli equilibri naturali; ri è ripartito in modo paritario tra Piemonte e Val- e) migliorare l’interazione del parco con i cit- le d’Aosta in cui si distingue il massiccio del Gran tadini. Paradiso (m 4061), ghiacciai, morene e prateria Tra gli strumenti di cui dispone il Parco è alpina. La zona è circondata da pascoli che sovra- opportuno ricordare il Piano Pluriennale Eco- stano estesi boschi di larice, abete rosso e pino nomico e Sociale (PPES). L’analisi del territorio cembro. Le condizioni del patrimonio presente attraverso l’ascolto della comunità locale ha per- nel parco offrono condizioni uniche per ricerche messo di individuare le criticità e i punti di forza scientifi che in condizione di vera wilderness. alla base dei cinque progetti strategici che sono Il paesaggio antropizzato presenta 222 nuclei stati individuati per lo sviluppo del Parco che (171 in Piemonte e 54 in Valle d’Aosta), 453 strut- fanno capo a tre assi di sviluppo: il primo asse ture di alpeggio, 850 km di sentieri e mulattiere, riguarda la conservazione delle risorse naturali segni del paesaggio agrario. Interessanti sono le e la valorizzazione dell’immagine del Parco e dei mulattiere e i sentieri testimoni dei vecchi sentie- caratteri di wilderness. Il secondo asse prevede il ri reali di caccia che costituiscono una dorsale di sostegno alle popolazioni locali per contrastare 150 km che collega le case di caccia con diverse le dinamiche di spopolamento attraverso il mi- derivazioni per 175 km verso casotti e postazioni glioramento dell’accessibilità a beni e servizi da venatorie. parte delle popolazioni, il potenziamento del ca- Il Parco si pone come obiettivo la protezio- pitale umano e sociale, le attività di formazione, ne della natura integrata con uno sviluppo eco- obiettivo che riteniamo Il terzo asse concerne un nomico sostenibile. In adesione e applicazione sistema di sviluppo della fruizione sociale e turi- dei principi della legge 3 dicembre 1991 n. 394 stica basato sulla valorizzazione del patrimonio (Legge quadro sulle aree protette) in particola- storico e paesistico e della cultura tradizionale, re l’articolo 12, lo Statuto del Parco Nazionale delle attività agro-pastorali e dell’artigianato e del Gran Paradiso approvato con D.M. DEC/ alla qualifi cazione delle forme di ricettività e DPN/2411 del 27 dicembre 2006 ribadisce la mis- accoglienza. sion del parco: l’Ente Parco persegue la fi nalità Il Parco naturale Mont Avic, istituito con leg- di tutela ambientale e di promozione economi- ge regionale nel 1989, è il primo parco in Europa co sociale delle popolazioni locali valorizzando registrato EMAS. La Legge Regionale 10 agosto e conservando le specifi che caratteristiche am- 2004 n. 16 prevede, tra gli strumenti per la piani- bientali del PNGP e dei territori rientranti nel fi cazione e la salvaguardia del parco, che la tutela perimetro del Parco. dei valori naturali ed ambientali sia perseguita Un secondo elemento da prendere in conside- attraverso lo strumento del Piano di Gestione ter- razione è il ruolo del Parco come ente sperimen- ritoriale. Il piano tiene conto dei vincoli paesag- tatore di pratiche volte al miglioramento delle gistici ed idrogeologici e la normativa regionale condizioni delle popolazioni che vivono all’inter- vigente in materia di pianifi cazione territoriale ed no dell’area (art. 3 dello Statuto). A tal fi ne l’Ente urbanistica e favorisce la salvaguardia del paesag- può promuovere anche nuove attività produttive gio e degli ambienti naturali tutelati. compatibili e salvaguarda i valori culturali tradi- Le dieci riserve naturali, quasi tutte di modesta zionali presenti nelle attività agro-silvopastorali, estensione, permettono la salvaguardia di biotopi nell’artigianato e nell’architettura locale tradi- di elevato valore naturalistico quali torbiere, aree zionale, anche attraverso specifi ci interventi di in- xerotermiche, laghi alpini e stagni. Tali aree, tute- centivazione. A tale scopo sono state individuate late ai sensi della legge regionale 30 luglio 1991, n. nel piano del Parco cinque aree strategiche: 30, rappresentano solo una parte del patrimonio a) un parco effi ciente e organizzato; naturale valdostano costituito dalle aree natura- b) missione biodiversità: proteggere, conosce- li protette (13.2%: cui nazionali: 11.4% regiona- re, conservare per promuovere una migliore li: 1.9%) e 30% della rete ecologica europea Natu- conoscenza della biodiversità e del territorio ra 2000 (http://www.isprambiente.gov.it/fi les/pubblica- dell’area protetta; zioni/statoambiente/tematiche2013/2_Biodiversit.pdf).

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112_DAI2_DAI PRAPRA - PIOLETTIPIOLETTI - RRICCI.inddICCI.indd 8811 111/12/20151/12/2015 09:37:1709:37:17 Fig. 2. Fonte : http://www.areeprotette. provincia.tn.it/binary/pat_ aree_protette/testo_home/aree_ protette_big.1384521746.jpg.

3. Il caso della Provincia Autonoma di Trento re le bellezze paesaggistiche e per promuovere il turismo. Nel territorio della Provincia Autonoma di Un metodo nuovo di valorizzazione delle aree Trento, che copre una superfi cie di poco superio- protette, utilizzato dagli stessi comuni che presen- re ai 6 mila km2, circa il 30% del suolo (più di tano interessanti risvolti naturalistici, ma anche 180 Comuni su 210 in totale) è soggetto al sistema scientifi ci e culturali, è rappresentato dalle Reti delle aree protette, che è comprensivo dei Parchi di riserve, che sono state istituite con la L.P. 11/07 – quello Nazionale dello Stelvio e quelli Naturali e che incarnano una visione protezionistica e di di Adamello Brenta (Festi e Prosser, 2008) e di Pa- tutela attivata direttamente dai soggetti comunali neveggio Pale di S. Martino (Re, 2010) – (Fronza interessati, che per primi hanno inteso tessere le- e Tamanini, 1997), delle Riserve naturali (Boato, gami stringenti per i beni ambientali comuni. Le Arrighetti e Osti, 1988) e dei biotopi provincia- Reti di riserve, per il completamento formale del- li, soggetti a tutela ambientale (e che rappresen- la loro istituzione e gestione, prevedono tre diffe- tano il 17% del territorio), da riserve locali e dai renti fasi: anzitutto, l’avvio del processo da parte SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e dalle ZPS dei Comuni con la richiesta di istituire la Rete di (Zone di Protezione Speciale)4. riserve; dopo che l’accordo di programma è stato I tre parchi hanno nella propria istituzione stipulato e la rete istituita, il secondo passaggio l’obiettivo prioritario di tutelare, promuovere e prevede poi l’attesa per la operatività del piano valorizzare compiutamente gli ecosistemi locali, di gestione e l’ultima fase garantisce l’avvio delle anche attraverso specifi ci studi e ricerche di ca- operazioni di governance e di pieno funzionamen- rattere scientifi co su di essi. I parchi di Adamello- to dei lavori. Brenta e di Panaveggio-Pale di S. Martino furono Le Reti della Provincia sono al momento sette: istituiti nel 1967 e videro un successivo amplia- il Parco Naturale Locale del Baldo, istituito come mento ventuno anni più tardi, mentre quello del- Rete di riserva nel 2008 e pienamente operativo lo Stelvio – che si pone tra Lombardia e Trentino dal 2009; la Rete di Riserve del Monte Bondone- Alto Adige – ha origine nel 1935, per «tutelare e Soprassasso, anch’essa istituita nel 2008 ma il cui migliorare la fl ora», oltre che per imprimere un piano di gestione, affi dato dal Comune di Trento importante incremento faunistico, per conserva- nel 2011, è ancora in fase di approvazione; la Rete

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8822 110/12/20150/12/2015 18:18:1018:18:10 di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio, il cui accor- partire dal XVIII secolo – forti interventi sui ter- do di programma è stato sottoscritto nel 2011 e il ritori, al fi ne di rendere pienamente funzionali le piano di gestione approvato defi nitivamente nel possibilità offerte dai bacini idrografi ci, segnan- 2013, per volontà di cinque Comuni: Grumes, Ca- do così anche degli incisivi segni paesaggistici. Al priana, Faver, Grauno e Valda; la Rete di Riserve fi ne di preservare la intrinseca ricchezza che i ba- del Basso Sarca, che ha visto invece la sottoscrizio- cini fl uviali offrono al territorio, e non solo, in ter- ne dell’accordo di programma nel settembre del mini di bellezza paesistica, sono state individuate, 2012 con la partecipazione di nove Comuni tra con la legge provinciale 7 del 7 agosto 2003, al- l’alto Sarca e la Valle dei Laghi; la Rete di Riserve cune aree di protezione fl uviali, corrispondenti a del Sarca – Medio e Alto Corso, che è stata isti- precisi ambiti entro i 150 metri dalle rive fl uviali, tuita nel 2013 e, assieme alla precedente Rete, in che a seconda delle condizioni possono rientrare futuro potrebbe costituire un’unica entità che an- nella categoria degli ambiti fl uviali idraulici, eco- drebbe sotto il nome di Parco Fluviale del Sarca; logici o paesaggistici, stabilite dal Piano generale un’ulteriore Rete di Riserve è quella relativa alle di utilizzazione delle acque pubbliche della Pro- Alpi Ledrensi, con il Comune di Comano Terme vincia, attivato nel 2006, che ha anche il compito a fare da capofi la e che visto stipulato l’accordo di individuare ulteriori ambiti fl uviali. di programma nel 2013. Questa Rete è stata can- Nel corso del tempo, la Provincia ha non solo didata come Riserva della Biosfera nel program- adottato forti e incisive politiche di implementa- ma MAB (Unesco); infi ne, vi è la Rete di Riserve zione ecologica, di protezione naturalistica e di Fiemme-Destra Avisio, voluta anzitutto da nove incentivo alla tutela ambientale, ma è riuscita an- Comuni della Val di Fiemme e avviata nel 2013, che a canalizzare fattivamente progetti europei e includendo nel suo territorio di oltre cinquemila locali nel tentativo di andare al di là della sempli- ettari anche diciotto riserve locali. Altre tre Reti ce «gestione passiva dei beni ambientali», attraver- sono in una fase preliminare, di studio: tra queste, so quattro progetti LIFE e altri due di «migliora- quella di Fassa, di Rovereto e Vallagarina e, infi - mento dell’ambiente e dello spazio rurale» (che ne, quella del Parco Fluviale del Noce. rientra nel cosiddetto «asse 2») e di attenzione Per quanto concerne le Riserve provinciali, alla qualità della vita nelle zone rurali e diversifi - queste vengono ordinariamente gestite con fun- cazione dell’economia (asse 3). zioni di tabellazione, che include la segnalazione dei confi ni delle stesse e con l’indicazione dei comportamenti da assumere durante le visite, 4. Breve confronto tra le due realtà geografi che e di sorveglianza, che possa garantire l’opportuno qualche ipotesi conclusiva controllo territoriale e di pulizia. L’attività di ri- naturalizzazione e di gestione attiva, invece, vie- La Provincia di Trento presenta una superfi cie ne condotta con specifi ci interventi che danno di circa 100 mila ettari di aree protette, di cui cir- quanto più vigore possibile alla tutela ambienta- ca 17 mila fanno parte di parchi nazionali, 81 mila le e sono mirati al ripristino naturalistico, allo di parchi naturali regionali e 2.800 tra riserve na- sviluppo ambientale con interventi straordinari turali regionali e altre aree protette regionali; la e all’attività ordinaria di miglioramento. Tra le Valle d’Aosta, invece, ha una superfi cie di aree azioni attuate, tre sono state fi nanziate dall’U- naturali protette di meno della metà rispetto alla nione Europea all’interno del fondo LIFE. A tali provincia trentina, con un totale pari a circa 43 procedure, ordinarie e di rinaturalizzazione, si mila ettari: di questi, poco più di 500 sono delle affi ancano poi gli studi e le ricerche che, sotto riserve naturali regionali, quasi 6 mila di parchi molteplici punti di vista, forniscono un quadro naturali regionali e 37 mila di parchi nazionali. conoscitivo essenziale alle pratiche da attuare Le differenti condizioni territoriali e giuridiche sul campo. Si tratta di studi di stampo geomorfo- comportano, chiaramente, un impatto diverso logico, idraulico e più in generale naturalistico, delle politiche adottate nei due contesti, sia per che restituiscono una conoscenza quanto più pro- quanto concerne la salvaguardia sia per quanto fonda del tessuto ambientale e territoriale delle riguarda le implementazioni naturalistiche locali. aree di riferimento, tale da essere uno strumento In sintesi possiamo concludere che entrambi indispensabile per la progettazione e le azioni di gli approcci per la valorizzazione delle aree pro- conservazione e sviluppo dei territori. tette sono estremamente effi caci ma potrebbero Le aree di protezione fl uviali si inseriscono in essere ulteriormente potenziati. un contesto, come quello trentino, che ha visto da Per creare un modello sperimentale innovati- sempre – e in misura particolarmente incisiva a vo sarebbe auspicabile coniugare l’approccio bot-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8833 110/12/20150/12/2015 18:18:1118:18:11 tom-up della Provincia Autonoma di Trento, che turistico a livello internazionale, che vede nella sollecita dal territorio l’individuazione delle aree popolazione residente uno degli attori principali, creando in questo modo un forte legame popo- al coinvolgimento attivo del turista nelle attività lazione-territorio, con la ricerca di integrazione locali come quelle agro-silvopastorali o l’artigia- di tipo economico e sociale proposta dalla Valle nato. d’Aosta che conferisce ai parchi un nuovo ruolo Unendo le politiche territoriali di entrambe le nell’economia locale. aree prese in esame sarebbe possibile creare una Integrando i due approcci si potrebbe costru- nuova progettualità volta alla promozione di pra- ire un sistema che conferirebbe ai territori inte- tiche turistiche ecosostenibili e alla valorizzazio- ressati una particolare rilevanza in termini eco- ne del legame con il territorio sia per quanto ri- ambientali e di biodiversità (Zanon, 1993) rappre- guarda la popolazione residente che per i turisti. sentando, al contempo, un importante vettore di sviluppo sostenibile e turistico che le due realtà geo-amministrative, attraverso specifi che azioni Bibliografi a e con l’attrazione di fondi europei, riuscirebbero ad attivare e a far funzionare appieno, secondo le Boato S., Arrighetti A., Osti F., Parchi e riserve naturali del Tren- potenzialità territoriali locali e nella logica della tino, Trento, Temi, 1988. Cerise I., La gestione del Parco Nazionale del Gran Paradiso, in «En- tutela e dello sviluppo ecologico e ambientale lo- vironnement», 2012, n. 58, pp. 47-48. cale (Leone, 1996; Segre e Dansero, 2008). Festi F., Prosser F., Flora del Parco Naturale Adamello Brenta, Rov- La Provincia di Trento ha rappresentato un ereto, Osiride, 2008. importante esempio di gestione non solo in sen- Framarin F., Il Parco Nazionale del Gran Paradiso a sessanta anni so conservativo, ma anche – e forse soprattutto – dalla nascita, in Pinna M. (a cura di), Atti del convegno sul tema: I parchi naturali e i parchi regionali in Italia, Roma, Mem- adottando una prospettiva propositiva, laddove il orie della Società Geografi ca Italiana, 1984, vol. XXXIII, rapporto delle popolazioni locali con il territorio pp. 129-140. si è rivelato particolarmente positivo e attivo. Tale Fronza F., Tamanini M., Nei parchi del Trentino. Guida naturalis- logica di relazione antropica con l’ambiente e le tica escursionistica alle aree protette, Trento, Panorama, 1997. Gambino R., Il Parco Nazionale del Gran Paradiso: pianifi cazione sue risorse, in effetti, è stata dettata non solo da e gestione delle risorse e dell’ambiente, in Conti S., Lusso G. (a esigenze geomorfologiche e legate alla volontà di cura di), Aree e problemi di una regione in transizione, Bologna, preservazione delle bellezze paesaggistiche, ma Patron, 1985, pp. 125-145. si è riscontrata fattivamente con interventi voluti Leone U., Una politica per l’ambiente, Roma, La Nuova Italia Sci- dalle autorità competenti, che hanno spesso visto entifi ca, 1966. Pioletti A. M., Un parco tra due regioni: il Gran Paradiso e i suoi – come nel caso delle Reti di riserve – un forte confi ni, in Manzi E. (a cura di), Regioni e regionalizzazioni incentivo delle popolazioni locali. La partecipa- d’Europa: oltre il 1993, Napoli, Infoter, 1992, pp. 89-96. zione e la cooperazione dei Comuni alle azioni di Re C., Il parco naturale di Paneveggio Pale di San Martino, Varese, tutela e salvaguardia ambientale, infatti, rappre- Macchione, 2010. sentano uno spirito particolarmente signifi cativo Segre A., Dansero E., Politiche per l’ambiente: dalla natura al ter- ritorio, Torino, Utet, 2008. di intervento condiviso tra gli organi locali e la Tutino S., Una riserva naturale integrale, «Environnement», stessa popolazione e un tratto distintivo delle poli- 2014, n. 63, pp. 38-40. tiche ambientali adottate nella Provincia di Tren- Zanon B., Pianifi cazione territoriale e gestione dell’ambiente in Tren- to, e pienamente esportabili. tino, Milano, Città Studi, 1993. Un ulteriore elemento da considerare volendo creare un progetto di salvaguardia delle aree pro- tette è l’utilizzo delle risorse europee, di cui già Note si usufruisce, poiché conferiscono ai progetti un 1 Sebbene frutto di rifl essioni comuni, il contributo si deve a più ampio respiro internazionale ormai necessa- Anna Maria Pioletti per i paragrafi 1e 2, a Elena Dai Prà per il rio nelle politiche turistiche moderne. paragrafo 4 e ad Alessandro Ricci per il paragrafo 3. Allo stesso tempo, al fi ne di applicare il para- 2 Sebbene non sempre aggiornati, costituiscono la fonte prin- digma dello sviluppo sostenibile nella sua interez- cipale per una ricognizione sulle aree protette del Trentino. 3 http://www.regione.vda.it/risorsenaturali/conservazione/natu- za sarà necessario implementare la salvaguardia ra2000/siti/default_i.aspx. delle attività tradizionali coniugando lo sviluppo 4 http://www.areeprotette.provincia.tn.it.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8844 110/12/20150/12/2015 18:18:1218:18:12 Barbara Delle Donne

Il turismo intorno al Vesuvio tra diffi coltà congenite ed esperienze di valorizzazione

Summary: TOURISM IN VESUVIUS AREA BETWEEN INNATE PROBLEMS AND EFFORTS OF ENHANCEMENT

The establishment of parks and protect areas is considered a way of land-use planning in line with sustainability aims. Act no 394 of 1991 and following laws on protecting have been developed believing it was possible to join nature, economy, society, tourism, culture, in keeping with integrated management. Twenty years after that implementation, the reality is far different, and many problems remain unresolved. A case in point is the Vesuvius National Park: here practical experiences of sustainable tourism have not been carried out, despite plentiful natural resources (the crater of Vesuvius Volcano, , naturalistic paths) and cultural resources (the Ruins of , the Ruins of , Vesuvian Villas- the Golden Mile, typical products, historical towns).

Keywords: national park, tourism, cultural heritage.

L’istituzione di parchi ed aree protette è da in ragione del doppio se, travalicando i ristretti anni considerata uno strumento di pianifi cazio- confi ni degli 8.482 ettari del Parco, si guarda l’a- ne del territorio in linea con gli obiettivi della rea nella sua interezza, costituita cioè dal versante sostenibilità. La volontà di conciliare nell’area che dalle pendici arriva fi no alla costa, dal versan- protetta natura, economia, società, turismo, cul- te rivolto verso l’agro sarnese-stabiese e da quello tura risponde ad un’ottica di gestione integrata, più interno e boschivo del Somma. La politica di che rivolge la propria attenzione non alla singola salvaguardia cui questo Parco è sottoposto ormai risorsa ma all’intero contesto; in altre parole, le da un ventennio è dunque forzosamente anomala, politiche settoriali cedono il passo alla governance poiché riguarda un perimetro che accoglie singo- affi nché gli interessi dei cittadini, delle istituzio- lari fenomeni geologici, un ricco ecosistema, una ni pubbliche e private possano essere soddisfatti pesante eredità storica, un rilevante patrimonio in maniera concertata. Questo ideale di virtuo- archeologico ed un’area suburbana di decentra- sa compresenza ha costituito la base concettua- mento demografi co e residenziale metropolitano le su cui sono state formulate la Legge quadro che, storicamente in assenza di un progetto orga- 394/1991 e le successive disposizioni in materia. nico, ha visto proliferare fenomeni assai gravi di Ma a più di venti anni dall’emanazione la realtà speculazione ed abusivismo edilizio. È anche per appare ben diversa: persistono situazioni carat- questo che, quando nel giugno del 1995 il Par- terizzate dalla presenza di una forte frammenta- co fu istituito, si credé che la tutela di un’entità rietà politico-amministrativa, dalla riluttanza ad territoriale tanto interessante e composita rap- affi dare potere agli organi locali, dalle diffi coltà presentasse, oltre che un’indubbia, diffi cile sfi da legate all’assenza di un vero consenso sociale, dal per tanti aspetti riguardanti natura, economia, ricorso ad interventi settoriali o d’emergenza. società, anche un’opportunità per promuovere in Non costituisce eccezione in questo senso, pur- forma sostenibile un tipo di turismo che rispet- troppo, il Parco Nazionale del Vesuvio. Molto nota tasse i ritmi di crescita dell’ecosistema naturale, è la complessità dell’area in cui ricade, dettata dal- salvaguardasse le attività tradizionali e garantisse la straordinaria compresenza di una componente le condizioni di vita proprie di culture e identità naturale minacciosa e di una antropica ingom- particolari (Vallerini, 1999), in rispetto di quanto brante: intorno all’impianto vulcanico “a recinto” sancito dalla Legge quadro, per la quale “i parchi distribuito su due macrosuperfi ci, il Monte Som- devono favorire l’integrazione tra uomo e natura ma (spento da tempo) e il Gran Cono (ancora at- mediante la salvaguardia dei valori antropologici, tivo), cui l’ultima eruzione avvenuta nel 1944 ha archeologici, storici, architettonici e delle attività conferito l’attuale riconoscibilissimo profi lo, vivo- agro-silvopastorali e tradizionali, oltre che con la no circa 400 mila persone che vanno considerate promozione di attività ecocompatibili agricole,

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8855 110/12/20150/12/2015 18:18:1218:18:12 produttive, educative, formative, ricreative e di ri- ricadute in termini di alto livello di ricettività, ri- cerca” (Repubblica Italiana, 1991, p. 1). dotto impatto ambientale, buona coesione sociale: Quel che in questa direzione è stato realizzato oltre alla mera permanenza, infatti, si offrirebbe possiede, purtroppo, carattere di episodicità e di- agli ospiti un assaggio di vita nei centri storici ve- sgiunzione da un progetto unitario di sviluppo tu- suviani, con alloggio in case e camere distanti non ristico, che avrebbe altrimenti consentito di con- più di 200 m dal cuore dell’albergo diffuso, ovvero certare la tutela con l’offerta, di rendere quantifi - dallo stabile nel quale sarebbero ubicati reception e cabili l’impatto e la ricaduta economica dei fl ussi ambienti comuni, usufruendo al contempo di tutti dei visitatori sulle emergenze naturali e culturali i tradizionali servizi alberghieri di accoglienza, as- da salvaguardare, di promuovere informazione e sistenza, ristorazione; inoltre, recuperando con la conoscenza di tutto quanto presente nell’area ve- ristrutturazione l’edilizia esistente, si perseguireb- suviana e non implicitamente noto. be un modello di sviluppo del territorio che non Innanzitutto, la marginalità del fenomeno produrrebbe impatto ambientale; infi ne, col suo turistico qui è posta in tutta la sua evidenza dal- essere così fortemente ancorato ai luoghi, l’alber- la tipologia di visitatore che tradizionalmente go diffuso si renderebbe motore di iniziative cul- giunge in questi luoghi, che è principalmente un turali con forte matrice identitaria che, realizzate escursionista, si trattiene il tempo necessario per dalla comunità di residenti e dai produttori locali, ascendere al vulcano (ore) e poi muove alla volta avrebbero il merito di trasformare il soggiorno de- di siti vicini e maggiormente ricettivi. Di certo co- gli ospiti in un’esperienza di vita in stile vesuviano, stituiscono un dato rilevante i 500 mila visitatori meglio riuscita perché tanto più autentica. È quan- che mediamente ogni anno salgono al cratere ma to suggerito, peraltro, nella Carta europea per il sono e restano visitatori che alimentano un feno- turismo sostenibile nelle aree protette (1991) che meno turistico “di passaggio”, transitando senza incoraggia la diffusione di un nuovo senso del pernottare. Potrebbero scegliere di farlo in una viaggio, spiritualmente più arricchente per chi delle venticinque strutture ricettive1 attualmente visita ma anche per chi accoglie. La letteratura in- presenti nel territorio dei tredici comuni che ri- dica la naturale collocazione dell’albergo diffuso cadono nel Parco2, ma alla esigua quantità che le nei piccoli centri storici, nei borghi e nuclei di an- caratterizza – se confrontata con le quarantanove tica formazione, negli insediamenti rurali o mon- presenti negli altri comuni vesuviani non inclusi tani8 che, nell’area vesuviana, potrebbero essere nell’area protetta –, si aggiunge anche la scarsa rappresentati dal borgo medioevale di Casamale a qualità dell’offerta alberghiera3 che, appoggian- , circondato ancora dalle mura dosi a strutture di categoria medio-bassa, non aragonesi; da , antico centro di epoca soltanto tradisce la ridotta capacità d’attrazione romana con le villae rusticae e riserva di caccia de- dell’area, ma di fatto delega l’onere dell’ospita- gli Angioini; dal borgo antico di , lità alla vicina Pompei, più matura da un punto i cui ulivi e contrade ispirarono a Donizetti le pri- di vista funzionale, e alle località turistiche più me note della sua celebre Lucia di Lammermoor; rinomate della Costiera Amalfi tana. Ad emerge- da , il “paese delle tre chiese”, porta d’in- re nella sua problematicità è chiaramente la que- gresso al vulcano con la strada Matrone. stione dell’incremento dell’offerta di ospitalità: se Il patrimonio di natura e cultura presente in altrove potrebbe essere avviata a risoluzione edifi - questi centri è la risorsa che qualifi cherebbe e ri- cando alberghi e nuove strutture, non altrettanto lancerebbe l’offerta turistica vesuviana, come è ac- è possibile fare in un perimetro in cui i vincoli det- caduto nelle Langhe o nel Chianti, casi esemplari tati dalla presenza dell’area protetta si sommano a di sviluppo territoriale integrato in cui l’abilità di quelli imposti dall’elevato tasso di rischio vulcani- interazione di livelli differenti di vita economica, co. Ugo Leone4 (2013) ravvisa quale unica oppor- sociale e culturale ha permesso di centrare molti tunità lo sfruttamento di edifi ci già esistenti, come obiettivi (produzione agricola di qualità, trasfor- masserie e dimore rurali5, presenti in gran nume- mazione industriale, espansione dei servizi, attrat- ro nell’area per la sua tradizione agricola e conta- tività turistica, valorizzazione del patrimonio loca- dina: suggerisce di perseguire, cioè, l’esperienza le)9. Sarebbe un’offerta destinata ad una domanda dell’ospitalità diffusa, già altrove intrapresa con sempre più attenta alla qualità dei luoghi, sempre successo6, secondo la quale abitazioni vuote e edi- più avida di conoscenza e desiderosa di “esperien- fi ci inutilizzati vengono ristrutturati e reimpiegati ze aggreganti, autentiche e formative” (Renzi, a fi ni turistici, nel rispetto dell’ambiente e piena- 2012, p. 6). Quel visitatore che si desidererebbe mente in sintonia coi dettami della sostenibilità . trasformare in turista, affi nché il semplice transi- Se realizzata, la proposta produrrebbe favorevoli to divenga un tour che dia il tempo di girare e ve-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8866 110/12/20150/12/2015 18:18:1318:18:13 dere, potrebbe in questo modo addirittura mutare ratterizzato da due evidenti condizioni. La prima: direttamente in “turista intelligente”, in un indivi- la sua unica vera risorsa è il Gran Cono, è la sola duo cioè che si serve di nuove chiavi di lettura per che risulti qualifi cabile come tale perché l’ascesa interpretare i patrimoni con cui entra in contatto, al cratere è legata all’accompagnamento obbliga- investendo il proprio tempo libero nella fruizione torio delle guide vulcanologiche11 per il quale c’è di tradizioni, saperi, abilità manifatturiere10, spazi da pagare un biglietto (intorno ai 10 euro) che conviviali, da cui è attratto perché informato (Le- rende, dunque, possibile quantifi care quei 500 one, 2013). Un ruolo fondamentale lo acquisisce mila visitatori che ogni anno giungono alla vetta, dunque l’informazione, ovvero la possibilità offer- anche se le numerose segnalazioni che arrivano ta all’utente di essere introdotto alla conoscenza al Parco di ingressi “autogestiti” dalle guide lasce- di patrimoni ingenti e stratifi cati: nel Parco del rebbero presupporre che il numero sia addirit- Vesuvio si offre informazione salvaguardando la tura maggiore12. La seconda: come in molte aree biodiversità culturale, rilanciando l’identità dei naturali protette, dove le presenze turistiche mal luoghi e promuovendo le tradizioni delle comu- si conciliano col rispetto della loro capacità di ca- nità che li abitano. Al recupero delle matrici agri- rico, anche nel Parco del Vesuvio la pressione è cole degli spazi rurali, per esempio, è accordata massima nel periodo che va da Pasqua ad inizio grande attenzione da parte dell’Ente Parco che autunno, quando le buone condizioni meteorolo- sostiene iniziative destinate alla valorizzazione giche incentivano l’affl uenza di turisti italiani e dei prodotti agricoli tipici dell’area vesuviana, ol- stranieri e di folte scolaresche. Oltre che per l’area tre che azioni di animazione e promozione delle del cratere, ciò accade per gli scavi archeologici di organizzazioni agricole locali, culminate nel rico- e di Pompei (250 mila visitatori all’anno noscimento di denominazione di origine protetta per i primi, 2 milioni e 300 mila per i secondi) (DOP) per produzioni del luogo quali, tra le altre, e per altri siti, come l’Osservatorio vesuviano, gli i pomodorini cosiddetti “del piennolo”, l’albicoc- scavi di Oplonti e l’Antiquarium di Boscoreale che, ca, i vini Lacryma Christi e Catalanesca. Anche la rappresentando mete “facili” soprattutto per le tutela dell’identità dei centri che cingono il vul- scolaresche, registrano due impennate nei perio- cano è un punto di forza per la diffusione della di di aprile/maggio e settembre/ottobre. È ovvia- conoscenza dei luoghi vesuviani. Si onorano tra- mente diffi cile ipotizzare una radicale riduzione dizioni che affondano le radici nel paganesimo e delle presenze con azioni coatte, ma se i comuni si rinnovano periodicamente nei riti delle stagioni stilassero tra loro accordi che consentissero di or- e dei santi, alimentate da feste e celebrazioni che ganizzare eventi coordinati di attrazione turistica si traducono in momenti collettivi di grande par- si potrebbe tendere all’ampliamento dell’offerta, tecipazione e forza emotiva: la Festa delle lucerne in modo da indurre i tour operators a frazionare di Somma Vesuviana, con cadenza quadriennale, il tradizionale pacchetto ed includervi attrazioni addobba i vicoli del borgo Casamale con centina- integrative o alternative (Leone, 2013). ia di lampade ad olio accese al tramonto; la Festa Una profi cua strategia di compensazione, che della Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, in cui incoraggi il turismo mitigando al contempo le religiosità e paganesimo si mescolano per esorciz- problematiche tradizionali che ne derivano, passa zare le forze del male distruttrici dei raccolti; il attraverso forme di collegamento tra le eccellenze Palio degli Asini di , un rito antico che presenti nell’area, rappresentate dal Gran Cono, fi no agli anni Trenta del Novecento ha rappre- dal complesso archeologico di Pompei e dalle ville sentato il più importante mercato di asini e muli del Miglio d’oro, disposte lungo la linea di costa ai dell’Italia meridionale; il Carnevale di e piedi del Vesuvio. Qui un tratto di fascia tirrenica la Rievocazione degli antichi mestieri nel Borgo tra Ercolano e , che per opportuni- Torretta di . L’informazione, infi ne, tà di promozione turistica e sviluppo territoriale, viaggia anche sulle note della musica: di essa il ha visto estendere il proprio toponimo ai comuni Parco, attraverso manifestazioni che qui conser- di Portici e San Giorgio a Cremano e ai quartieri vano una vitalità ed una forza evocativa altrove napoletani di San Giovanni a Teduccio e Barra, sopite, recupera le antiche espressioni, raccoglie si compone di una successione di ville e giardini, e cataloga le fonti, promuove e pubblica le forme alcune risalenti all’epoca romana, edifi cate dai recenti, nell’ambito del suo “Polo delle tradizioni” patrizi per godere delle bellezze naturali e dell’a- (tra le altre, i concerti di Pomigliano Jazz che, da meno clima del luogo, altre in stile rococò e neo- tre anni, si svolgono anche ad Ottaviano e Pollena classico, distribuite lungo l’ampio corso Resina di Trocchia) (D’Argenzio, 2008). Ercolano, concepito in età barocca per il passag- Al momento, però, il turismo nel Parco è ca- gio delle carrozze da diporto. Vulcano, scavi, ville:

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8877 110/12/20150/12/2015 18:18:1318:18:13 eccellenze che, nell’apparente molteplicità, avreb- equilibri ecologici esistenti e recuperare gli am- bero dovuto essere interpretate come un unicum, bienti degradati attraverso l’uso di avanzate tecni- per aggregare in modo permanente lo straordi- che di ingegneria naturalistica; furono impiegati nario elemento naturale a quello del ricco cultural i Lavoratori Socialmente Utili (LSU) ed utilizzati landscape presente. L’istituzione del Parco nel 1995 i fi nanziamenti erogati per l’impiego di questa e l’individuazione della Riserva MAB UNESCO categoria. Cinque sentieri hanno un tracciato cir- “Somma Vesuvio e Miglio d’oro” nel 1997 avreb- colare immerso nella natura (Valle dell’Inferno; bero potuto costituire un vicendevole traino di Monte Somma; Riserva Tirone; del fi ume di lava; sviluppo turistico, agricolo, enogastronomico, di dell’antico tracciato del trenino a cremagliera), ricerca scientifi ca. Il ricorrente uso del condizio- tre sono stati ideati per favorire il trekking in forma nale è d’obbligo di fronte l’effettiva impossibilità panoramica (Cognoli di Ottaviano sulle creste del di fruire della grande maggioranza delle cento- Monte Somma; il Gran Cono; della strada Matro- ventidue ville vesuviane: alcune appartengono ne, antica porta di accesso al cratere), infi ne, due a privati che le destinano all’organizzazione di sentieri, quello agricolo del vallone della Profi ca eventi (Villa Signorini; Villa Aprile), alcune sono Paliata e quello per disabili immerso nella pine- sedi di locali dello Stato (Villa Ruggiero con alcu- ta di Terzigno. Per questi percorsi sono necessari ni uffi ci del Comune di Ercolano; Villa Favorita, oggi interventi di manutenzione straordinaria ed proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia, con ordinaria che ne assicurino la praticabilità, visto la Scuola Superiore di Polizia Penitenziaria), altre che da quando è cessata per legge la possibilità alloggiano istituiti scolastici e di formazione (Villa di impiegare i LSU e, dunque, si sono esauriti i Bisignano; Villa Campolieto) o attività produttive fondi, la rete dei sentieri è stata progressivamen- (Villa Mennella, residenza privata, che destina il te abbandonata fi no al punto di renderli oggi piano inferiore ad attività di ristorazione), altre diffi cilmente percorribili. Poche sono poi le aree ancora non sono agibili a causa delle condizioni verdi attrezzate a disposizione delle famiglie, un di degrado ed abbandono in cui versano (Villa allestimento sottovalutato negli anni nonostante d’Elboeuf, la più antica tra quelle edifi cate lungo esse rappresentino uno strumento per incentivare il Miglio d’oro; Villa Lauro Lancellotti, addirittura una fruibilità assidua e locale del Parco, obiettivo crollata nel 2011 per la prolungata incuria). Non esplicitato fi n nell’atto istitutivo dell’area protetta. c’è da meravigliarsi che emergenze culturali, pur In una situazione irta di diffi coltà congenite realizzate da architetti come Vanvitelli, Vaccaro, ma aperta ad esperienze di valorizzazione, c’è da Fuga, Sanfelice, si allontanino sempre più dai fasti augurarsi che l’ambizione da più parti palesata del passato, se per prima è l’area archeologica più alla DOP – come uffi ciale riconoscimento dell’ap- nota al mondo, quella di Pompei, parte di questa partenenza al Vesuvio, perchè internazionalmen- terna eccezionale, a versare in un ingiustifi cabile te noto e preceduto ovunque dalla sua stessa fama e vergognoso oblio. L’ottusità della politica (na- – travalichi il citato comparto enogastronomico zionale, regionale, locale) trapela dalla caparbie- per estendersi alle comunità che vivono nel Parco, tà con cui occulta un gioiello senza eguali, man- alle forze sociali e politiche che le rappresentano, cando di segnalarne la direzione con indicazioni agli attori locali. Il sentimento di appartenenza stradali, se non quando già giunti a Pompei, si alla comune matrice vesuviana costituirebbe, an- legge nella negligenza con cui dimentica di alle- che in riferimento allo sviluppo territoriale, la stire in loco un sistema di cartellonistica che aiuti condizione irrinunciabile per riuscire ad allestire il turista a realizzare con cognizione quale calco forme di turismo sostenibile. Difatti, è vanamente di corpi, domus o affresco stia ammirando, si evin- illusorio per le comunità locali ritenere di avviare ce dalla miopia che la porta a bearsi di traguardi buone pratiche turistiche, che conducano a sod- minimi (apertura sette giorni su sette, pagamento disfacenti ricadute economiche, agendo ciascuna degli ingressi consentito anche con carta di credi- per proprio conto; piuttosto, ognuna dovrebbe to), mentre si sgretolano irrecuperabilmente muri collaborare sinergicamente con le altre, forte del- e dipinti perché – per esempio – si preferisce l’im- la consapevolezza d’essere una tessera imprescin- perizia di alcuni privati all’abilità delle maestran- dibile di un ricco mosaico (Leone, 2013), di cui si ze locali dell’arte del fi ssaggio che, perciò, stanno gioverebbero l’ospite, che praticherebbe un turi- scomparendo anche loro (Feltri, 2014). smo intelligente e sostenibile, le comunità locali, Non meno complicata è la fruizione delle ri- che si renderebbero interpreti del proprio terri- sorse naturali. Tra il 1998 e il 2001, il Parco ha torio risollevando al contempo l’economia locale, realizzato una rete di dieci sentieri per un cammi- e l’area intera, che si riqualifi cherebbe nell’esal- namento di 54 km, con l’obiettivo di rispettare gli tazione della propria identità storica e culturale.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8888 110/12/20150/12/2015 18:18:1418:18:14 Bibliografi a reale, Terzigno, , Ottaviano, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, Pollena Trocchia, Massa di Som- D’argenzio P., Feste e canti del Vesuvio, in Feste e canti del Vesuvio. Il ma, San Sebastiano al Vesuvio. racconto dell’identità di un popolo, Napoli, Parco Nazionale del 3 Soltanto sei sono gli alberghi di categoria 4 stelle. Vesuvio, 2008, pp. 9-16. 4 Già Presidente del Parco, oggi Commissario straordinario Dall’Ara G., Manuale dell’albergo diffuso, Milano, FrancoAngeli, per la seconda volta. 2010, pp. 13-31. 5 Una ricerca promossa dal MIBACT (Ministero dei beni e EUROPARC FEDERATION, La Carta europea per il turismo sos- delle attività culturali e del turismo) confl uita nel volume tenibile nelle aree protette, 1999 (consultabile al link: http:// “Architettura rurale nei Parchi Nazionali Cilento-Vallo di www. e-gazette.it/sites/default/fi les/approfondimenti/carta euro- Diano, Alburni e Vesuvio” (2011) descrive l’architettura ru- peadelturismosostenibilenelleareeprotetteeuroparc.pdf). rale presente nei parchi e allarga l’indagine all’ambito sto- Feltri M., Un giorno da turista a Pompei tra domus chiuse e cantieri rico-culturale ed alla genesi delle costruzioni, perché possa esterni. Scene di ordinario degrado, in «La Stampa», Torino, diffondersi la conoscenza dell’imponente patrimonio edilizio 6 marzo 2014. delle aree interne, da inserire in itinerari culturali proposti Leone U., Il turismo è intelligente se informato, in Colletta T. (a ad un pubblico di visitatori, spinti sia da interesse turistico cura di), Città storiche e turismo culturale. Città d’arte o città di che scientifi co. cultura? Marketing urban o o Turismo culturale?, Napoli, Gi- 6 Secondo l’ADI (Associazione italiana Alberghi Diffusi), annini Editore, 2013, pp. 123-130. dieci strutture nel Lazio, otto in Toscana, sette in Sardegna, Orpello P., Guida al Parco Nazionale del Vesuvio. La terra le parole Umbria e Marche, sei in Molise e Sicilia, quattro in Basilicata il fuoco, Napoli, Ente Parco Nazionale del Vesuvio, 2008, e Puglia, tre in Friuli ed Emilia Romagna, due in Piemonte, pp. 63-119. Liguria, Lombardia, Abruzzo e Campania, una in Trentino, Renzi F., Piccoli Comuni: cinque strategie per rafforzare l’Italia di Veneto e Calabria. qualità, in «Symbola», 2012 (consultabile al link: http:// 7 Il modello di “albergo diffuso” è stato ideato da Giancarlo www.symbola.net/din/adminphp/doc/PiccoliComuni.pdf). Dall’Ara, docente di marketing turistico, è stato riconosciuto REPUBBLICA ITALIANA, Legge quadro sulle aree protette, in formalmente per la prima volta in Sardegna con una norma- «Gazzetta Uffi ciale», 292 del 13 dicembre 1991, suppl. or- tiva specifi ca del 1998, e premiato a Budapest nel 2008 come dinario n. 83, p. 1. migliore pratica di crescita economica. Smeriglio B. e altri (a cura di), Architettura rurale nei Parchi Na- 8 Senza escludere soluzioni legate a singole presenze signifi - zionali Cilento-Vallo di Diano, Alburni e Vesuvio, Napoli, ATB cative in contesti diversamente urbanizzati. Consulting Editrice, 2011. 9 Con le riconosciute qualità dei vini locali, per esempio, l’e- Vallerini L., Finalità ed obiettivi per un’area protetta, in Migliorini noturismo sarebbe praticabile anche in area vesuviana, ma F., Moriani G., Vallerini L. (a cura di), Parchi naturali. Gui- qui una “strada del vino” non è mai stata tracciata. da alla pianifi cazione e alla gestione, Padova, Franco Muzzio 10 L’arte della lavorazione del corallo a Torre del Greco, del Editore, 1999, pp. 1-30. rame a Sant’Anastasia, della pietra lavica a Terzigno e Bosco- trecase, l’arte del ricamo e dei merletti a Somma Vesuviana, la fl oricoltura a Torre del Greco, la produzione dei confetti Note ad Ottaviano. 11 Legge regionale 11/1986. 1 Cinque agriturismi, cinque bed & breakfast, quindici alber- 12 Comunicato stampa “Parco nazionale del Vesuvio le tredici ghi. azioni da fare subito” del 10 dicembre 2013 (consultabile al 2 Ercolano, Torre del Greco, Trecase, Boscotrecase, Bosco- link: http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=7687).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 8899 110/12/20150/12/2015 18:18:1418:18:14 Domenico de Vincenzo

L’impronta ecologica quale indicatore di sostenibilità in ambito turistico. Il caso dell’area Parco Naturale “Riviera di Ulisse”

Summary: THE ECOLOGICAL FOOTPRINT AS TOURISTIC SUSTAINABILITY INDEX. THE CASE OF “RIVIERA DI ULISSE” NATURAL PARK REGION

The Ecological Footprint (EF), developed by Mathis Wackernagel and William Rees at the beginning of the Nineties of the past century, obtain an immediate success and wide diffusion. The EF measures the total amount of ecologically produc- tive land required to support the consumption of a given population in a sustainable manner. In this work we propose a practical application of EF to an area with an high tourist presence as the region of the Natural Park of Riviera di Ulisse, in an attempt to test this indicator especially in its territorial features. In particular, we will try to evaluate its ability to measure the environmental impact of tourism in the study area, with particular reference to the land use and cover.

Keywords: ecological footprint, tourism, environmental impact, natural parks.

1. L’Impronta ecologica impatto sulla terra, perché consumano prodotti e servizi della natura. L’impatto ecologico cor- 1.1 L’impronta ecologica, concetti di base risponde alla quota di natura che occupano per Il concetto alla base dell’Impronta ecologica vivere” (Wackernagel e altri, 1999). I consumi di non è nuovo, ma trae le sue origini dagli studi di una data popolazione sono convertiti in ettari di alcuni ecologi sulle relazioni tra lo sfruttamen- territorio secondo dei fattori di conversione. La to del territorio e la sopravvivenza dello stesso. somma delle quote di territorio occupato ci dà il Infatti, essa è legata profondamente al concetto valore dell’IE della popolazione sulla terra, indi- di carrying capacity1, ma mentre per capacità di pendentemente dal fatto che questo coincida con carico si intende la quantità di popolazione che il territorio su cui questa popolazione vive. un territorio è un grado di sostenere nel lungo periodo senza veder compromesso il proprio ha- 1.2 Il calcolo dell’Impronta ecologica bitat, nel calcolo dell’IE si inverte il concetto, e si calcola invece quanto territorio è necessario a La variabile chiave del calcolo dell’IE è il con- sostenere una data popolazione. L’idea di IE trova sumo pro-capite. Per quantifi carlo, Wackernagel fondamento in studi precedenti: ad esempio, già e Rees misurano il consumo netto medio di una nel 1967 Borgstrom elabora il concetto di super- data nazione nell’arco dell’anno e poi lo divi- fi cie fantasma, per descrivere “l’area necessaria a dono per la popolazione residente, ottenendo il sostenere un numero defi nito di persone con pro- valore pro-capite. Il consumo netto è calcolato dotti agricoli”; invece Odum nel 1975 parla di aree sommando alla produzione dei beni interna al d’ombra, intese come “quantità di area addizionale paese la quantità di beni importata meno quella necessaria alle città per la produzione d’energia”. esportata, in da modo valutare il contributo del L’IE si basa su una metodologia di calcolo commercio internazionale alla composizione del semplice e di facile comprensione. Essa “traccia consumo. il consumo di risorse delle economie nazionali e Nel calcolo dell’IE, i consumi sono classifi cati le traduce in aree ecologicamente produttive ne- utilizzando le tassonomie delle statistiche uffi cia- cessarie a produrre tali fl ussi. Inoltre, confronta li, nelle quali in consumo viene suddiviso in cin- il consumo di risorse naturali e di energia alla que grandi categorie: 1) alimenti, 2) abitazioni, 3) disponibilità ecologica del paese” (Wackernagel e trasporti, 4) beni di consumo, 5) servizi. altri, 1999). Per fare questo, Wackernagel e Rees La composizione delle prime tre categorie è partono dal presupposto che “tutti hanno un facilmente intuibile. Al contrario, è necessario

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9900 110/12/20150/12/2015 18:18:1518:18:15 spiegare come sono classifi cati i beni di consumo istituzionalmente un Ente (istituito con Legge re- e i servizi. Per la categoria beni di consumo, Wa- gionale nel 2003) con competenze su tre aree pro- ckernagel e Rees prendono in considerazione il tette distinte, tutte collocate all’interno del Golfo consumo di più di 100 categorie di prodotti com- di Gaeta, nella porzione meridionale della pro- mercializzati, ne calcolano l’energia inglobata2 vincia di Latina: il Parco di Gianola e del Monte e la convertono in contenuto di carbonio. Per il di Scauri nei comuni di Minturno e Formia (292 settore servizi si considera esclusivamente il con- ha di area protetta terrestre e 17 ha marina); il sumo di energia elettrica che viene inserito nella Parco di Monte Orlando a Gaeta (59 ha terrestri matrice del bilancio energetico. e 30 ha marini); il Monumento Naturale Villa di Come abbiamo già detto, l’idea dell’IE è quella Tiberio e Costa Torre Capovento a Sperlonga (82 di dare fi sicità al consumo, stabilire cioè una di- ha terrestri e 33 ha marini). Le diverse aree natu- retta corrispondenza tra bene consumato e terri- rali protette sono inserite all’interno di contesti torio utilizzato per la produzione del bene stesso. territoriali ampiamente urbanizzati, caratterizza- Per fare questo, è necessario classifi care il territo- ti – anche dal punto di vista insediativo – da un rio in base al suo valore d’utilizzo, mediante le ca- turismo balneare fortemente incentrato sulla ri- tegorie uffi ciali dell’Unione Mondiale per la Con- cettività complementare, basata sull’uso di abita- servazione della Natura (IUCN), che suddivide zioni private, utilizzate dai proprietari o affi ttate il territorio in cinque grandi classi ognuna delle a turisti stagionalmente. quali suddivisa in sub-categorie3: 1) territorio per Oltre alle aree protette della Riviera di Ulis- l’energia, 2) territorio edifi cato, 3) territorio uti- se, vi è anche la presenza del Parco Naturale dei lizzato continuativamente, 4) territorio ad utilizzo Monti Aurunci (de Vincenzo, 2002). Una grossa limitato, 5) mare. parte degli arrivi, nei comuni di Gaeta, Formia, Il territorio per l’energia identifi ca la porzio- Minturno e Scauri, si rivolge a strutture ricetti- ne di territorio necessaria all’assimilazione delle ve complementari, preferendo agli alberghi (126 emissioni di anidride carbonica, il territorio ad mila arrivi e 396mila presenze, nel 2001, anno di utilizzo limitato, invece, riguarda le riserve natu- riferimento per omogeneità con i dati del cen- rali e le foreste necessarie alla preservazione della simento disponibili per sezione) e ai camping biodiversità. (50mila arrivi e quasi 200mila) soprattutto le abi- L’impronta dell’energia è calcolata consideran- tazioni e gli alloggi privati non registrati (per cui do la quantità di energia consumata, espressa in si stimano circa 240mila arrivi e quasi 2 milioni Gj, e successivamente divisa per la capacità di un di presenze). ettaro di territorio di assimilare l’anidride car- L’impronta è stata calcolata secondo la metodo- bonica prodotta per effetto della combustione4 logia descritta in Wackernagel (1996) e Chambers (Wackernagel e Rees, 2000). La somma delle quo- e altri (2000) e ai quali, per brevità, si rinvia, tran- te di territorio è inserita nella categoria territorio ne che per l’edifi cato, per il quale è stato appron- per l’energia. Questa identifi ca il territorio teori- tato un calcolo specifi co per distinguere l’edifi ca- camente necessario ad assimilare le emissioni di to utilizzato dai residenti da quello utilizzato dai

CO2. Una volta calcolata l’IE, essa viene confron- turisti. Particolari calcoli sono stati effettuati per tata con il territorio disponibile o bio-capacità computare i trasporti e l’energia. produttiva della nazione. Per bio-capacità pro- duttiva si intende la quantità di territorio che una 2.1 Terra edifi cata data nazione possiede (o ha a disposizione). La classifi cazione del territorio è ovviamente identi- Uno dei calcoli, a nostro parere fondamentali, ca a quella dell’IE, per poter confrontare i valori nella costruzione dell’IE è quello relativo alla de- del territorio consumato. Se otteniamo un valo- fi nizione dell’area edifi cata. Relativamente all’IE re negativo, il paese sta utilizzando più risorse di turistica, non è possibile utilizzare il dato come quelle disponibili, se invece la differenza ci dà un desunto dal semplice computo delle aree edifi - valore positivo ci troveremo di fronte ad un sur- cate, ma deve essere distinta l’attribuzione delle plus di risorse a disposizione. aree residenti, da quella relativa ai turisti (o alle seconde case). Per l’analisi dell’uso del suolo urbano abbiamo 2. Impronta ecologica del turismo: il caso della utilizzato dati disaggregati a livello di sezione di Riviera di Ulisse censimento (cosa che ci permette di analizzare dettagliatamente le abitazioni e, indirettamente, Il Parco Regionale Riviera di Ulisse (PNRU) è l’edifi cato).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9911 110/12/20150/12/2015 18:18:1518:18:15 Il calcolo delle aree edifi cate e la loro attribu- Una semplice sovrapposizione delle curve di li- zione a turisti o residenti è stata effettuata attra- vello ai layer relativi alla densità di popolazione e, verso la seguente procedura. Innanzitutto è stato soprattutto, alla densità abitativa ci mostra chiara- individuato il numero di abitazioni potenzial- mente che la breve fascia costiera “pianeggiante”, mente utilizzato dai turisti, attraverso il numero al di sotto della curva di livello 100, è quasi com- di abitazioni non occupate. Tali abitazioni non pletamente coperta da abitazioni e costruzioni di occupate dovrebbero restituirci in maniera mol- varia natura. Le aree altimetricamente più rileva- to prossima le abitazioni utilizzate come seconda te, invece, sono prevalentemente a edifi cato “non casa per i residenti e, soprattutto, utilizzate come occupato”. Questa è una probabile conseguenza case di vacanze per i turisti provenienti dall’ester- dell’uso di abitazioni montane come seconda casa no dell’area. per i residenti. Questa operazione ci ha già permesso di evi- denziare nettamente la presenza di sezioni di censimento contigue con una prevalenza di abi- 3. Risultati e considerazioni conclusive tazioni non occupate e, dunque, potenzialmente destinabili ad alloggio per turisti. A confermare L’IE pro capite dei turisti appare di 3,56 ha, questa ipotesi è la scarsa presenza di residenti nel- mentre quella dei residenti è più elevata (4,19 ha). le sezioni di censimento a bassa intensità di abita- A dire il vero, con l’IE calcolata localmente, ci zioni occupate. Le aree con una prevalenza di abi- aspettavamo di trovare dei valori più elevati. In tazioni non occupate sono generalmente situate particolare, ci attendevamo dei risultati che faces- lungo la costa, relativamente distanti dalla parte sero emergere l’eccesso edifi catorio all’interno più antica del centro urbano. Questo fenomeno è dell’area di studio e la congestione del traffi co, particolarmente evidente a Minturno (in cui vi è entrambi derivati dalla presenza di una elevata stata una gemmazione “marina” del centro “inter- presenza turistica. In realtà, solo 1.871 ettari di IE no” di Minturno, che ha conurbato con l’abitato (su oltre 17.000) sono imputabili ai trasporti (tab. di Scauri, il quale ha subito un processo di espan- 3), con una impronta pro capite che tocca lo 0,4 sione proprio come conseguenza dello sviluppo ettari con gli escursionisti e solo 0,06 ettari con le turstico-balneare dell’area); ma anche a Gaeta, a altre tipologie di turisti. ovest del Monte Orlando, lungo la spiaggia di Se- L’IE per il territorio edifi cato dei turisti, inol- rapo; e a Formia, a ovest del centro urbano, nelle tre, è solo il 6% dell’IE totale relativa all’edifi cato. località di Santo Janni e Gianola, e a est del centro È importante però notare come tale percentuale urbano, lungo la spiaggia di Vindicio. cresce sensibilmente se il dato dell’edifi cato dei Poiché non tutte le sezioni di censimento sono turisti viene messo in rapporto con il valore ot- coperte nella loro interezza da edifi ci di varia na- tenuto in maniera omogenea con esso (0,02 ha/ tura, il passo successivo è stato quello di attribu- cap), in quanto sale al 32,54%, cioè 1/3 dell’edifi - ire alle singole sezioni di censimento una quota cato presente nell’area di studio è al servizio dei di edifi cato (dei residenti e dei turisti) pari alla turisti o, comunque, dei non residenti. Questo a estensione reale dell’edifi cato stesso. Per fare que- fronte di una percentuale di turisti (normalizzati sto, abbiamo utilizzato, contemporaneamente, su base annuale) rispetto al totale della popola- un metodo cartografi co e matematico, al tempo zione (residenti + turisti normalizzati su base an- stesso. Infatti, abbiamo individuato, attraverso la nuale) del 14,41%. carta CORINE della copertura del suolo quali fos- I campeggiatori (come ci aspettavamo, d’al- sero le aree considerate “edifi cato continuo”. Le tronde) risultano avere l’IE pro capite e totale più sezioni censuarie in corrispondenza areale con bassa di tutte le altre tipologie (rispettivamente, l’edifi cato continuo sono state prese in considerazio- 2,51 ha/cap e 397,1 ha), mentre quella più elevata ne per calcolare il valore medio della densità di risulta essere quella degli alloggi privati, ma non abitazioni (abitazioni/superfi cie) di ogni singola a causa dell’edifi cato, quanto a causa del (forse so- sezione di censimento. Tale valore (pari a 62,96 vradimensionato) consumo di energia. L’edifi ca- abitazioni/ha) e tutti i valori superiori sono stati to, relativamente agli alloggi privati, non emerge posti 100, e i valori restanti sono stati scalati pro- neanche con i valori totali dell’IE, in quanto risul- porzionalmente. A questo punto, è stata calcolata ta essere solo il 2,4% del totale dell’IE per questa l’estensione dell’area edifi cata, utilizzando tale tipologia ricettiva. valore per calcolare la quota di area coperta da Il perché di questo mancato riscontro tra l’IE edifi cato della sezione di censimento, sia per le per il turismo e l’esperienza “sul campo” effettua- abitazioni dei residenti che dei turisti. ta nei quattro comuni del Golfo di Gaeta presi in

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9922 110/12/20150/12/2015 18:18:1618:18:16 Tab. 1. Impronta ecologica nei comuni della Riviera di Ulisse (residenti e turisti). IE tur/ IE RESIDENTI IE TURISTI IE IE IE Tot CATEGORIE TURISTI* TOTALE [ha/cap] Totale [ha/cap] Totale % Territorio per l’energia 1,62 120.939,55 1,35 17.228,83 20.698,82 138.168,37 12,47 Territorio edifi cato 0,02** 1.736,53 0,10 837,53 297,21 2.574,05 32,54 Terra arabile 0,88 65.777,96 0,88 11.257,91 11.257,91 77.035,87 14,61 Pascolo 1,00 74.634,72 1,00 12.773,75 12.773,75 87.408,47 14,61 Foresta 0,29 21.512,67 - 0,00 - 21.512,67 0,00 Mare 0,23 16.940,93 0,23 2.899,44 2.899,44 19.840,37 14,61 Totale 4,19 312.351,18 3,56 44.997,45 51.609,03 346.539,80 12,98

* IE dei turisti calcolata in base all’IE pro capite dei residenti. In ‘totale A’ viene escluso dal computo il numero degli escursionisti che si suppone incidano in misura lieve sull’edifi cato e sui consumi alimentari e di beni: la loro incidenza è sensibile soprattutto per il trasporto. ** Il valore dell’IE residenti calcolato per l’Italia risulta essere molto più alta: 1,17 ha/cap. L’IE totale del territorio edifi cato, ottenuta con questo valore è di 12545,36 ha.

Tab. 2. L’impronta ecologica pro-capite dei turisti per tipologia.

Territorio per l’energia Territorio Terra Totale di cui, trasporti edifi cato arabile Pascolo Foresta Mare Totale Escursionisti 0,40 0,40 a) ** 0,88 1,00 - 0,23 2,51 Alloggi privati 1,68 0,06 * b) 0,10 0,88 1,00 - 0,23 3,95 Alberghi 1,26 0,06 b) ** 0,88 1,00 - 0,23 3,43 Camping 0,06 0,06 * b) 0,28 0,88 1,00 - 0,23 2,51 Totale pro-capite*** 1,35 0,10 0,88 1,00 - 0,23 3,56

Tab. 3. L’impronta ecologica totale dei turisti per tipologia.

Territorio per l’energia Territorio Terra Totale di cui, trasporti edifi cato arabile Pascolo Foresta Mare Totale Escursionisti 1.302,66 1.302,66 a) ** 2.899,31 3.289,69 - 746,71 9.541,03 Alloggi privati 14.861,75 512,33 * b) 794,51 7.525,87 8.539,20 - 1.938,27 34.171,93 Alberghi 1.045,85 47,41 b) ** 696,39 790,16 - 179,35 2759,16 Camping 18,56 9,28 * b) 43,02 136,34 154,70 - 35,11 397,01 Totale 17.228,83 1.871,68 837,53 11.257,91 12.773,75 - 2.899,44 46.869,13

* Energia come per i residenti, riportata nel valore non disaggregabile. ** Diffi coltà di calcolo e/o esiguità dell’estensione ci hanno indotto a trascurare l’entità dell’IE per questa categoria. *** Il totale pro-capite è ottenuto non con la sommatoria dei pro-capite, ma attraverso il rapporto tra impronta totale e turisti annualizzati. a) Il territorio per l’energia degli escursionisti è riferito al solo trasporto; b) Il territorio per l’energia di alberghi, camping e alloggi privati è ottenuto dal consumo di energia elettrica più il consumo di combustibile per il trasporto.

esame sta probabilmente nel fatto che l’edifi cato portando ancora in luce alcuni aspetti negativi e il traffi co veicolare si concentra lungo la ristret- propri dell’IE tout-court, tra i quali emerge per ta fascia costiera, corrispondente a circa 1/4 del importanza l’arbitrarietà dei calcoli (Migliorini, territorio totale, mentre la restante parte interna 2005), che, tra l’altro, semplifi cano eccessivamen- è accidentata e scarsamente popolata. te la realtà (resta il fatto che, più dettagliato è il In conclusione, il tentativo di sperimentare il calcolo dell’IE, maggiore risulta il suo valore). calcolo dell’IE turistica per l’area del Parco regio- L’IE turistica, poi, applicata per l’area di studio nale Riviera di Ulisse ha dato risultati deludenti, dà risultati deludenti e diffi cilmente leggibili se

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9933 110/12/20150/12/2015 18:18:1618:18:16 si trascura di valutare lo “stato di fatto”, cioè la senius Environmental Bulletin», Freising, Germania, 1992, lettura delle variabili territoriali presenti. In so- 1, pp. 306-311. Seidl A., Economic issues and the diet and the distribution of envi- stanza, nonostante le apparenze (l’IE trasforma ronmental impact, in «Ecological Economics», Amsterdam, gli impatti in ettari, cioè in territorio consumato), 2000, 34, pp. 5-8. se si vuole utilizzare l’IE – così come è stata creata Strangio D., Turismo e sviluppo economico. Latina e il suo territorio, – come un indicatore della sostenibilità del turi- Roma, Casa Editrice Università La Sapienza, 2008. Wackernagel M., The ecological footprint and appropriated carring smo su base “territoriale”, esso non è sicuramente capacity: A tool for planning toward sustainability, tesi di PhD, quello più corretto. Vancouver, University of British Columbia School of Com- munity and Regional Planning, 1994. Wackernagel M., Callejas Linares A. e altri, Ecological Footprints Bibliografi a of Nations. How Much Nature Do They Use? - How Much Nature Do They Have?, Xalapa, Centro de Estudios para la Sustenta- bilidad-Universidad Anáhuac, 1997. Borgstrom G., The Hungry Planet, New York, Macmillan, 1967. Wackernagel M., Onisto L., Bello P. e altri, National natural capi- Chambers N., Simmons C., Wackernagel M., Sharing Nature’s tal accounting with the ecological footprint concept, in «Ecologi- Interest. Ecological Footprint as an Idicator of Sustainability, Lon- cal Economics», Amsterdam, 1999, 29, pp. 375-390. don, Earthscan Publications, 2000 (trad. ital.: Manuale delle Wackernagel M., W. Rees, L’impronta ecologica: come ridurre Impronte ecologiche. Principi, applicazioni, esempi, Milano, Ed- l’impatto ambientale dell’uomo sulla terra, Milano, Edizioni Am- izioni Ambiente, 2002). biente, 2000. De Vincenzo D., Politiche di sviluppo e turismo sostenibile in Italia. Wackernagel M., Rees W. E., Perceptual structural barriers to in- Il caso del Lazio Meridionale, Cassino, Quaderni del Diparti- vesting in natural capital: Economics from an ecological footprint mento Economia e Territorio, 2002. perspective, in «Ecological Economics», Amsterdam, 1997, Gössling S., Borgström Hansson C., Hörstmeier O., Saggel S., 20, pp. 3-24. Ecological footprint analysis as a tool to assess tourism sustainabil- Wackernagel M., Yount D., Footprint for sustainability: the next ity, in «Ecological Economics», Amsterdam, 2002, 43, pp. steps, in «Environment, Development and Sustainability», 199-211. Berlino, 2000, 2, pp. 21-42. Hunter C., Sustainable tourism and the touristic ecological footprint, in «Environment, Development and Sustainability», Ber- lino, 2002, 4, pp. 7-20. Note Migliorini P., L’impronta ecologica: un indicatore suggestivo, ma discutibile, in AA.VV., Scritti in onore di Ricciarda Simoncelli. 1 In italiano, “capacità di carico” o, più propriamente, “capa- Categorie geografi che e problematiche di organizzazione territoriale, cità di portata”, è defi nita come il massimo di popolazione di Bologna, Pàtron, 2005. una certa specie che un determinato habitat può sopportare Odum E.P., Ecology: The Link Between the National and Social senza che venga permanentemente incrinata la produttività Science, Nee York, Holt-Saunders, 1975. dell’habitat stesso. Rees W., Ecological footprints and appropriated carring capacity: 2 Quantità di energia assimilata durante i processi di lavora- What urban economics leaves out, in «Environment and Urban- zione. ization», Thousand Oaks, California, 1992, 2, pp. 121-130. 3 Le otto principali categorie di territorio e di uso del terri- Rees W., Revisiting Carring Capacity: Area-Based Indicators of torio per la valutazione dell’IE: a) territorio appropriato per la

Sustainability, in «Population & Environment», Berlino, 3, produzione di energia o l’assorbimento di CO2; b) ambiente 1996. edifi cato; c) orti, serre; d) terreni arabili; e) terreni da pascolo; Rees W., Wackernagel M., Urban ecological footprints: why cities f) foreste gestite; g) foreste vergini; h) aree non produttive. cannot be sustainable - and why they are a key to sustainability, in 4 Un ettaro di territorio è in grado di assimilare l’anidride car- «Environmental Impact Assessement Review», Amsterdam, bonica, prodotta dalla combustione di 55 Gj di energia ricavata 1996, 16, pp. 223-248. dal carbone; se invece si usa il petrolio, un ettaro di territorio è Schmidt-Bleek F., MIPS. An universal ecological measure, in «Fre- in grado di assimilare 71 Gj.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9944 110/12/20150/12/2015 18:18:1718:18:17 Raffaele Di Marcello

Mobilità dolce e turismo sostenibile. Il ruolo della bicicletta nelle aree protette

Summary: SOFT MOBILITY AND SUSTAINABLE TOURISM. THE ROLE OF THE BICYCLE IN PROTECTED AREAS

In recent years cycling tourism has also developed in Italy. It is a sustainable tourism in the sense of the defi nition of World Tourism Organization (WTO), which states that it should make optimal use of environmental resources that constitute a key element in tourism development, maintaining essential ecological processes and helping to conserve natural heritage and biodiversity; respect the socio-cultural authenticity of host communities, conserve their built and living cultural heritage and traditional values, and contribute to inter-cultural understanding and tolerance; ensure viable, long-term economic operations, providing socio-economic benefi ts to all stakeholders that are fairly distributed, including stable employment and income-earning opportunities and social services to host communities, and contributing to poverty alleviation. The use of the bicycle for the practice Tourism, both for the characteristics of the medium (of itself non-polluting) that for the use made of it within the various types of tourism linked to it (active tourism, sports tourism, itinerant tourism, etc..), takes characters equal to the sustainability of tourism on foot, signifi cantly higher than other forms of tourism, ensuring full compliance with the principles established by the WTO. A number of projects to increase the use of bicycles in protected areas, both nationally and regionally; these projects are intended to decrease, especially in areas and environmentally sensitive landscapes, the negative impacts of the tourist ex- perience, while maximizing the benefi cial effects for the region and for the communities visited, maintaining at the same time, the possibility of moving within of the territory, in order to promote the knowledge and visibility.

Keywords: soft mobility, sustainable tourism, bicycling tourism, tourism, protected areas.

1. Turismo sostenibile e bicicletta un’area turistica per un tempo illimitato, non al- terano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) Il concetto di sviluppo sostenibile nasce negli e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di al- anni settanta dello scorso secolo a seguito della tre attività sociali ed economiche” (Di Marcello, crisi energetica dovuta al confl itto arabo-israelia- 2013, p. 460). no. Nel 1972 viene pubblicato il “Rapporto sui li- Dopo la Conferenza su Ambiente e Sviluppo miti dello sviluppo” (Meadows e altri, 2004), com- delle Nazioni Unite (UNCED - United Nations missionato al Massachusetts Institute of Techno- Conference on Environment and Development) logy (MIT) dal Club di Roma1. Nel 1987 la Com- di Rio de Janeiro, del 1992, su iniziativa dell’U- missione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo NEP (United Nations Environment Programme) (WCED), nel cosiddetto Rapporto Brundtland, e dell’UNWTO (United Nations World Tourism fornisce una delle defi nizioni di sviluppo sosteni- Organization) si avviano le consultazioni con gli bile più utilizzate: “lo sviluppo sostenibile non è stati membri dell’ONU, le organizzazione della uno stato fi sso di armonia, ma piuttosto un pro- società civile, le amministrazioni locali e le im- cesso di cambiamento nel quale lo sfruttamento prese per defi nire, nel 1995, la Agenda 21 per delle risorse, la direzione degli investimenti, l’o- l’industria del turismo: verso uno sviluppo so- rientamento dello sviluppo tecnologico e i cam- stenibile (WTTC e altri, 1995). Parallelamente biamenti istituzionali, sono fatti coerentemente le due organizzazioni arrivano alla redazione di con le esigenze future, nonché con le attuali” documenti fondamentali per il turismo sostenibi- (WCED, 1987, p. 14). le quali la “Carta di Lanzarote per un Turismo Nel 1998 l’Organizzazione Mondiale del Turi- Sostenibile”2 (1995), la “Carta di Berlino”3 (1997) smo (UNWTO), in analogia alla defi nizione di e la “Carta di Calvià”4 (1997). Questo insieme di sviluppo sostenibile del Rapporto Brundtaland, iniziative si consolida dapprima con la redazione elabora una defi nizione di turismo sostenibile: del “Codice mondiale di Etica del Turismo”5, da “Le attività turistiche sono sostenibili quando si parte dell’UNWTO, in occasione dell’Assemblea sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in Generale di Santiago del Cile (1999) e, successiva-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9955 110/12/20150/12/2015 18:18:1718:18:17 mente, nel 2002, in occasione del World Summit a ridurre le emissioni e a promuovere politiche di on Sustainable Development di Johannesburg, e sostenibilità. nel 2012 con il summit di Rio de Janeiro. In uno studio della Direzione Generale delle A livello europeo le rifl essioni su turismo e Politiche Interne del Parlamento Europeo (We- sostenibilità culminano nel 2001 con l’adozione, ston e altri, 2012) si stima che, in Europa, si effet- nel corso della Conferenza internazionale sul tuino circa 2.295 miliardi di viaggi in bicicletta turismo sostenibile tenutasi in Italia, a Rimini, (escursioni giornaliere e turismo vero e proprio, della “Carta di Rimini” (Provincia di Rimini con almeno un pernottamento fuori dalla resi- e Regione Emilia Romagna, 2001). Successiva- denza di origine) con un valore superiore a 44 mente la Commissione Europea (Commissione miliardi di euro ogni anno. Lo stesso studio evi- Europea, 2003), nella comunicazione “Orienta- denzia come l’utilizzo della bicicletta sia di per sé menti di base per la sostenibilità del turismo ecologico, essendo quasi libero da emissioni. europeo” sottolinea l’estrema importanza della Nell’indagine del Parlamento Europeo (ibidem) sostenibilità del turismo europeo, e nel 2006, si distinguono due tipologie di utilizzatori della in una Comunicazione dal titolo “Rinnovare la bicicletta per fi ni “turistici”: i ciclisti escursionisti, politica comunitaria per il turismo: una partner- che compiono escursioni giornaliere, ed i veri e ship più forte per il turismo europeo” (Commis- propri ciclisti turisti, che utilizzano la bicicletta sione Europea, 2006) lancia un Gruppo per la per le proprie vacanze, pernottando al di fuori sostenibilità del turismo (Tourism Sustainability del loro domicilio abituale. Lo studio evidenzia Group - TSG), composto dai rappresentanti del- come la maggior parte dei ciclisti escursionisti ini- le varie categorie interessate, con il compito di ziano il loro viaggio in bicicletta direttamente dal delineare un quadro d’azione particolareggiato proprio domicilio mentre i turisti ciclisti tendono che assegni attività specifi che alle singole parti ad usare i mezzi di trasporti più ecologici e a per- interessate e comprenda i tempi concordati per correre distanze più brevi per la loro destinazione l’attuazione. (vedi anche Di Marcello, 2012). Il TSG pubblica, nel febbraio 2007, un rappor- La bicicletta è di per sé un veicolo energetica- to sul tema “Azione per un turismo europeo più mente effi ciente contribuendo ad un consumo di sostenibile” (TSG, 2007), nel quale si defi niscono energia inferiore dell’andare a piedi (Sexl e altri, otto obiettivi chiave per la sostenibilità del turi- 1986), ma contribuisce anche alla riqualifi cazione smo europeo e si stabiliscono i meccanismi di at- dei territori (Lumsdon, 2000) alla riduzione del- tuazione per il raggiungimento di tali obiettivi. le emissioni (Formato, 2009) andando ad infl uire In uno di questi obiettivi (Affrontare l’impatto su uno dei dieci indicatori europei, quello relativo dei trasporti turistici, pag. 10) e in uno dei mec- a mobilità locale e trasporto passeggeri, utilizzati canismi consigliati (Turisti responsabili, pag. 26) per valutare la sostenibilità dello sviluppo delle de- si individua la bicicletta quale mezzo di trasporto stinazioni turistiche (Touring Club Italiano, 2005). sostenibile per fi ni turistici. Le ricadute positive dell’uso della bicicletta, Anche la “Carta Europea per il Turismo Soste- sia per gli spostamenti verso le località di desti- nibile nelle Aree Protette”, associazione volonta- nazione che all’interno delle stesse, si rilevano ria gestita dalla Federazione Europarc, che uni- immediatamente. Infatti, a parità di fl usso (come sce 107 aree protette di 13 Paesi Europei, prevede evidenzia Formato, 2009), una destinazione che che “i clienti saranno incoraggiati ad utilizzare presenta una connotazione cicloturistica può al massimo i trasporti collettivi o a scoprire l’a- generalmente vantare: la riduzione del traffi co rea protetta in bicicletta o a piedi o mediante altri veicolare, delle emissioni di anidride carbonica mezzi non inquinanti. Questa politica riguarderà e solforosa, e dell’inquinamento acustico; l’ab- sia l’accesso alla struttura turistica, sia gli sposta- bassamento dell’indice di affollamento turistico; menti nell’area protetta” (Petrosillo, 2010, p. 18), l’incremento delle aree e dunque della mobilità e ancora “Si realizzeranno attività di promozione pedonale, anche come effetto indiretto delle po- per incoraggiare l’utilizzo di trasporti collettivi, litiche connesse alla promozione dell’uso della sia per l’accesso all’area protetta, sia per gli spo- bicicletta; migliorando, di fatto, l’attrattività della stamenti entro i suoi confi ni. Ridurre la circola- destinazione stessa. zione di veicoli individuali costituirà una priorità, La diffusione dell’uso della bicicletta, se ade- così come promuovere l’uso di biciclette e gli spo- guatamente sostenuta da politiche locali e nazio- stamenti a piedi” (ibidem, p. 13). nali, migliora anche il livello complessivo della La bicicletta, quindi, viene riconosciuta come sicurezza stradale, riducendo i costi sociali corre- strumento di trasporto utile, nelle aree protette, lati al traffi co e alla incidentalità e non di meno

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9966 110/12/20150/12/2015 18:18:1818:18:18 importanza, l’impatto economico in termini di sostenibile, con particolare riguardo alle zone ad reddito generato sulle economie locali, regionali elevata naturalità, defi nendone le relazioni con le e nazionali sia in relazione alle infrastrutture (es. altre reti e servizi di trasporto, le modalità di inte- piste ciclabili), network (reti di percorsi ciclabili) grazione, i costi e le modalità di gestione”, rete poi e attività di promozione (Privitera, 2011). ripresa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela Non secondario l’apporto che l’’utilizzo della del Territorio che ha ideato un apposito studio di bicicletta fornisce al diffondersi del fenomeno che fattibilità (Gallimbeni e Pedroni, 2002). vede, come afferma Nocifora (2011), il turismo e La rete di BicItalia, per lo più ancora “virtuale”, la mobilità spaziale abbandonare progressiva- in quanto gli interventi sul territorio dei singoli mente il paradigma della velocità, per perseguir- Enti e/o amministrazioni risultano attualmente ne uno nuovo, orientato alla lentezza, facendo non legati da una visione d’insieme, porterebbe nascere il cosiddetto turismo lento, intendendo alla realizzazione di 18.000 km di itinerari per- come lentezza anche un impiego responsabile e corribili in bicicletta, sia in sede propria che su consapevole delle risorse turistiche in modo da strade aperte ad altre tipologie di traffi co (ma con trarne soddisfazione (Savoja, 2011). elementi di moderazione e messa in sicurezza per tutte le categorie di utilizzatori), portando, così, l’Italia al livello di altre nazioni europee dove il 2. Gli itinerari turistici ciclabili europei e italiani rapporto tra rete ciclabile e rete stradale naziona- le si attesta intorno al 5% (Passigato e altri, 2008). La Federazione europea dei ciclisti (Euro- Alcuni degli itinerari progettati, o oggetto di pean Cyclists’ Federation - ECF) nasce nel 1983 studi, mettono in luce il ruolo della mobilità ci- dall’unione di 12 associazioni, con l’obiettivo di clistica all’interno di aree protette o di partico- promuovere, in ambito europeo, l’utilizzo della lare interesse ambientale. È il caso del progetto bicicletta come mezzo di trasporto e svago. Attual- Ven.To. (www.progetto.vento.polimi.it), collegamento mente ha sede a Bruxelles, in Belgio, e rappresen- ciclabile tra Venezia e Torino, che nel suo itine- ta oltre 74 associazioni, in 20 paesi della UE, per rario incontra quarantatre aree protette, con un un totale di oltre 500.000 iscritti (www.ecf.com). totale di 264 km di percorso (pari al 40% del trac- In Italia la ECF è rappresentata dalla FIAB - ciato ciclabile progettato) all’interno di parchi Federazione Italiana Amici della Bicicletta (www. naturali. O ancora il progetto Ve.Le. (Di Marcel- fi ab-onlus.it), individuata con D.M. 28 maggio lo, 2014), che prevede la realizzazione di un itine- 2004 tra le associazioni di protezione ambientale. rario ciclabile tra Venezia e Lecce, lungo la costa Nel 1995 la ECF, insieme alla società danese De adriatica, che collega, con un tracciato di oltre Frie Fugle e alla società inglese Sunstrans, svilup- 1.000 km, quarantatre aree protette, tra cui tre pano l’idea di creare una rete di piste ciclabili in- Aree marine protette (Torre Cerrano in provincia ternazionali che coprano l’intera Europa. Nasce di Teramo, Torre Guaceto in provincia di Brindisi così Eurovelo (www.eurovelo.org) gestita unicamen- e Porto Cesareo in provincia di Lecce), un Parco te dall’ECF dal mese di agosto 2007, rete che at- nazionale (Gargano), nove Parchi regionali, venti tualmente conta 14 itinerari che interessano tutto Riserve statali, e dieci Riserve regionali. il continente Europeo. In Italia la rete Eurovelo Diversi sono i progetti, in ambito locale ed eu- prevede due itinerari, il numero 5 (Via Romea ropeo, che puntano a incrementare l’utilizzo del- Francigena: Londra-Roma) e il numero 7 (Middle la bicicletta in aree protette o di pregio ambienta- Europe Route: Capo Nord-Malta). le. Da segnalare, a livello locale, il progetto della La FIAB ha integrato la rete ciclabile Eurovelo, “Via Verde della Costa Teatina”, elaborato dalla ideando la rete nazionale BicItalia (www.bicitalia. Provincia di Chieti (www.provincia.chieti.it) per org) primo passo per la realizzazione della “rete recuperare il tracciato ferroviario costiero, attual- nazionale di percorribilità ciclistica” già prevista mente dismesso, e trasformarlo in un itinerario dalla delibera CIPE n. 1, del 1° Febbraio 2001 ciclabile che si inserisce all’interno del nascente (pubblicata in Gazzetta Uffi ciale n. 64/2001) Parco Nazionale della Costa Teatina. E ancora relativa al “Piano Generale dei trasporti e della il progetto della Regione Abruzzo (www.regione. logistica”, dove si impegnava il Ministro dell’allo- abruzzo.it) denominato “Bike to Coast”, che preve- ra dicastero dei Trasporti e della Navigazione “a de il completamento dei percorsi ciclabili costieri sviluppare e a sottoporre a questo Comitato un su tutti i 131 km della costa abruzzese, unendo apposito studio sulla fattibilità di una rete di per- aree antropizzate con aree naturali protette. Di corribilità ciclistica nazionale, fi nalizzata princi- particolare interesse, in ambito europeo, il pro- palmente all’incentivazione di forme di turismo getto predisposto dalla rete delle Aree Marine

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9977 110/12/20150/12/2015 18:18:1818:18:18 Protette dell’Adriatico - AdriaPan (www.adriapan. del Turismo Sostenibile di Europarc, nonché dal org), denominato “BySEAcle” che prevede una punto 8.4 “strategia per il controllo dei trasporti” rete di collegamenti integrati tramite bicicletta della Guida metodologica per l’attuazione del- e nave per unire, fi sicamente, le aree protette in la stessa Carta (vedi www.europarc.it/cartaeuropa. ambito adriatico. html). Alcuni studi peraltro assolvono i ciclisti Sempre in ambito regionale diverse regioni come elementi di disturbo per la natura conside- promuovono la mobilità ciclistica all’interno di rando ad esempio un lavoro scientifi co eseguito aree protette. La Regione Emilia Romagna pro- in Olanda i cui risultati sono riassunti nella se- muove le “Ciclovie dei Parchi”, itinerari ciclabili guente tabella (Passigato e altri, 2011, pag. 161). nelle aree protette, allo scopo, come si legge nel sito web dedicato di “promuovere la conservazio- ne della natura anche con lo sviluppo di forme di Tab. 1. Eventi disturbanti osservati in percentuale per ogni specie nella costa olandese. turismo sostenibile che valorizzano l’intero siste- ma regionale delle aree protette” (http://ambiente. regione.emilia-romagna.it/parchi-natura2000/fruizio- ne/ciclovie). Specie

In Lombardia esistono diversi percorsi ciclabili Elemento di disturbo Chiurlo Gabbiano Beccaccia di mare Pittima denominati “Ciclovia dei Parchi”, come la ciclovia Piccoli aeroplani 39 27 18 23 che collega il Parco del Lura e il Parco Nord Mi- Persone a piedi 31 17 65 32 lano, con un unico itinerario che attraversa il Par- Attività agricola 10 7 4 8 co delle Groane (www.lombardia.movimentolento.it/ Bovini 1 1 0 1 it/resource/track/sv02-la-ciclovia-dei-parchi) o la rete Ciclisti 0 0 0 1 di percorsi di oltre 270 chilometri che collega le Elementi naturali 11 24 0 16 otto aree protette del Sistema Parchi dell’Oltrepò Fattori sconosciuti 8 24 0 16 Mantovano (www.sipom.eu/la-ciclovia-dei-parchi). Da ultimo va citato Il progetto “CYRONMED - Fonte: Tensen e Van Zoest (1981) in Passigato e altri (2011). CYcle ROute Network of the MEDiterranean” (www. cyronmed.basilicatanet.it) che ha coinvolto quattro regioni dell’Italia meridionale (Puglia, Campa- 3. Conclusioni nia, Calabria e Basilicata), il Ministero dello Svi- luppo Urbano di Malta, le Municipalità greche di Il turismo in bicicletta rappresenta una forma Atene e Karditsa e l’Ente del Turismo di Cipro. di turismo sostenibile, sia per le caratteristiche Scopo del progetto era la realizzazione dello stu- del mezzo usato, che per le modalità di utilizzo dio di fattibilità di una Rete Ciclabile del Medi- da parte dei viaggiatori che lo scelgono per le loro terraneo costituita dagli itinerari di lunga percor- vacanza, qualsiasi siano le modalità (turismo iti- renza n. 5, 7, 8 e 11 della Rete Ciclabile Europea nerante con diverse località di destinazione, tu- EuroVelo e n. 6, 10, 14 della Rete Ciclabile Italiana rismi tradizionali con utilizzo della bicicletta per BicItalia; la formulazione di strategie per lo svi- spostarsi all’interno della destinazione ecc.). luppo del cicloturismo; l’elaborazione e pubblica- La realizzazione delle infrastrutture indispen- zione di un manuale tecnico per la realizzazione sabili per incentivare tale tipo di turismo, se in- della rete ciclabile. dirizzata al recupero e alla riconversione di infra- Il manuale costituisce un interessante esempio strutture esistenti (sedimi ferroviari dismessi, ar- di come realizzare e promuovere itinerari ciclabi- gini di fi umi, viabilità secondaria ecc.) è a impatto li, nell’ottica di una mobilità ed un turismo soste- quasi zero, contribuendo a creare quella rete di nibili. In particolare, nel capitolo dieci, si affronta vie verdi - green ways (vedi Toccolini e altri, 2004) la tematica dei percorsi ciclabili in aree naturali, che potrebbero incentivare la realizzazione di evidenziando come «le infrastrutture ciclabili, “infrastrutture verdi”, in linea con le indicazioni per quanto tra le meno impattanti fra tutte, sono della Commissione Europea, intese come “una comunque delle opere che alterano l’ambiente rete di aree naturali e seminaturali pianifi cata a e gli stessi ciclisti, per quanto attenti e rispettosi livello strategico con altri elementi ambientali, della natura, sono comunque destinati a lasciare progettata e gestita in maniera da fornire un am- un segno del loro passaggio. Va altresì sottolinea- pio spettro di servizi ecosistemici” (Commissione to che la bicicletta è considerata un mezzo racco- Europea, 2013, pag. 3). mandato dalle normative sulla sostenibilità nelle La complementarietà dell’utilizzo della bi- aree protette come si evince dalla Carta Europea cicletta a fi ni turistici con l’uso di altri mezzi a

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9988 110/12/20150/12/2015 18:18:1918:18:19 ridotto impatto ambientale (treno, barca ecc.) per l’area protetta e per le imprese, l’approccio regionale, Roma, potrebbe, inoltre, diminuire gli impatti sia nelle Federparchi-Europarc Italia, 2010. Privitera D., I Parchi e il cicloturismo: integrazione strategica per lo destinazioni turistiche che sulla rete stradale (di sviluppo locale, in «Agribusiness Paesaggio & Ambiente», collegamento con le destinazioni stesse e all’inter- marzo 2011, XIV, 3, pp. 184-190. no delle destinazioni, con una diversa defi nizione Provincia di Rimini e Regione Emilia Romagna, Atti della Con- della mobilità urbana, vedi ANPA, 2002) favoren- ferenza Internazionale sul Turismo sostenibile, Rimini, Provincia di Rimini, 2001. do il turismo di prossimità e in aree attualmente Savoja L., Turismo lento e turisti responsabili. Verso una nuova con- marginalizzate da un punto di vista turistico, pur cezione di consumo, in Nocifora E. e altri (a cura di), Territori essendo appetibili da un punto di vista naturalisti- lenti e turismo di qualità. Prospettive innovative per lo sviluppo di co e ambientale. un turismo sostenibile, Milano, Franco Angeli, 2011. Sexl R. e altri, Elementi di fi sica, Modena, Zanichelli, 1986. Toccolini A. e altri, Progettare i percorsi verdi. Manuale per la realiz- zazione di greenways, Sant’Arcangelo di Romagna, Maggioli, Bibliografi a 2004. Touring Club Italiano, Sviluppo sostenibile e competitività del set- ANPA - Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, tore turismo, Milano, Touring Club Italiano, 2005 (collana «I Mobilità ciclistica nelle aree urbane. Politiche per una mobilità sos- libri bianchi del Touring Club Italiano», 13). tenibile in Italia e in Europa, Roma, ANPA, 2002. TSG, Rapporto del Gruppo per la Sostenibilità del Turismo, Azione per Commissione Europea, COM (2003) 716 defi nitivo. Comunica- un turismo europeo più sostenibile, Bruxelles, Gruppo di lavoro zione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al per la Sostenibilità del Turismo, 2007. Comitato Economico e Sociale Europeo (e al Comitato delle Regio- WCED, Report of the World Commission on Environment and De- ni). Orientamenti di base per la sostenibilità del turismo europeo, velopment: Our Common Future Transmitted to the General Bruxelles, Commissione Europea, 2003. Assembly as an Annex to document A/42/427 - Develop- Commissione Europea, COM (2006) 134 defi nitivo Comunicazi- ment and International Co-operation, Environment - UN one della Commissione. Rinnovare la politica comunitaria per il Document, 1987. turismo: una partnership più forte per il turismo europeo, Brux- Weston R. e altri, The European Cycle Route Network Eurovelo, elles, Commissione Europea, 2006. Bruxelles, Unione Europea, 2012. Commissione Europea, COM (2013) 249 defi nitivo. Comunicazi- WTTC e altri, Agenda 21 for the Travel & Tourism Industry, Lon- one della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Co- dra-Madrid-San José de Costa Rica, 1995. mitato Economico e Sociale Europeo (e al Comitato delle Regioni). Infrastrutture verdi - Rafforzare il capitale naturale in Europa, Bruxelles, Commissione Europea, 2013. Note Di Marcello R., Turismo in bicicletta, opportunità per il territorio, in RUISI M., Picciotto L. (a cura di), Atti IV Riunione Scientifi ca 1 Il Club di Roma è una associazione non governativa, non- SISTUR (Società Italiana di Scienze del Turismo), Roma, Aracne profi t, di scienziati, economisti, uomini d’affari, attivisti dei di- editrice, 2012, pp. 147-159. ritti civili, alti dirigenti pubblici internazionali e capi di stato di Di Marcello R., La bicicletta come strumento per il turismo sostenibile. tutti e cinque i continenti. Fondato nell’aprile del 1968, la sua Il caso della Ciclovia Venezia-Lecce, in La Torre M.A. (a cura missione è di agire come catalizzatore dei cambiamenti globali, di), Dal turismo sostenibile alla responsabilità sociale d’impresa, individuando i principali problemi che l’umanità si troverà ad Napoli, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, 2013, affrontare, analizzandoli in un contesto mondiale e ricercando pp. 459-476. soluzioni alternative nei diversi scenari possibili. Di Marcello R., I percorsi ciclabili dell’Adriatico. Dalla rete ciclabile 2 Nell’aprile del 1995 la località di Lanzarote, nelle isole Cana- europea al progetto Ve.Le., Faenza, Homeless Book, 2014. rie, Spagna, ha ospitato la prima conferenza mondiale dedicata EUROPARC, Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Pro- interamente al turismo sostenibile. Il documento fi nale di tale tette, Ratisbona, Federazione Europarc, 1998, (consultabile conferenza è noto come “Carta di Lanzarote”. al link http://www.europarc.org). 3 Conferenza internazionale dei Ministri dell’Ambiente sulla Formato R., Cicloturismo. Strategie di sviluppo e benefi ci per le destin- Biodiversità e il Turismo, tenutasi a Berlino nel 1997. Il docu- azioni turistiche, Napoli, Edizioni Scientifi che Italiane, 2009. mento si intitola “Turismo durevole e Sviluppo Sostenibile”, Gallimbeni R., Pedroni C., La rete nazionale di percorribilità meglio conosciuto come “Dichiarazione di Berlino”. ciclistica. Studio di fattibilità e linee guida, Roma, Ministero 4 Nell’aprile del 1997 è tenuta a Calvià, in Spagna, la Confe- dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, 2002. renza Internazionale sul Turismo e lo Sviluppo Sostenibile del Lumsdon L., Transport and Tourism: Cycle Tourism: A Model for bacino del Mediterraneo. Il documento fi nale è conosciuto Sustainable Development?, in «Journal of Sustainable Tour- come “Carta di Calvià”. ism», 2000, 8, (5), pp. 361-373. 5 Il “Codice Mondiale di Etica del Turismo” è stato approvato Meadow D. e altri, The Limits to Growth. The 30 Year-Update, nell’ottobre del 1999 dall’Assemblea Generale dell’Organizza- White River Junction, Chelsea Green, 2004. zione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), Nocifora E., La costruzione sociale della qualità territoriale. Il tur- tenutasi a Santiago del Cile. Tale codice stabilisce un quadro di ismo della lentezza come conquista del turista esperto, in Nocifora riferimento per lo sviluppo sostenibile e responsabile del turi- E. e altri (a cura di), Territori lenti e turismo di qualità. Prospet- smo mondiale. È composto da dieci articoli e rappresenta uno tive innovative per lo sviluppo di un turismo sostenibile, Milano, strumento fondamentale per minimizzare gli impatti ambien- Franco Angeli, 2011. tali, sociali, culturali del turismo e per migliorare le condizioni Passigato M. e altri, Reti ciclabili in area mediterranea. Vademecum di vita dei residenti dei territori interessati dai fl ussi turistici. della ciclabilità, Bari, Regione Puglia, 2011. Il codice è stato successivamente adottato dalle Nazioni Unite Petrosillo S. (a cura di), La Carta Europea del Turismo Sostenibile attraverso la risoluzione del 19 novembre 2011 (De Marchi e nelle Aree Protette. La certifi cazione e la metodologia, i vantaggi altri, 2001).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 9999 110/12/20150/12/2015 18:18:1918:18:19 Claudio Gambino

La rete dei parchi regionali siciliani come modello di valorizzazione turistica integrata

Summary: THE NETWORK OF THE REGIONAL SICILIAN PARKS AS A MODEL OF INTEGRATED TOURISTIC IMPROVEMENT

Sicilian regional parks have a great potential for what concern environment and cultural resources, however, they seem not to able to attract a huge number of tourists. To achieve this, it is of vital importance to place these parks solely within one tourist network.

Keywords: Sicily, parks, tourism, network.

1. I parchi regionali siciliani: da “fortezze presentanti degli enti locali (Gambino, 1997, pp. ambientali assediate” a poli di attrazione inter- 36-37). nazionale I Comuni, fi no a poco tempo fa, consideravano i parchi regionali come un’“attrazione fatale”, nel La Regione Sicilia, nel recente passato, ha senso che il loro inserimento all’interno di questo espresso un notevole impegno per mettere in tipo di aree protette signifi cava una sorta di suici- atto delle azioni di tutela dei beni ambientali. La dio territoriale, in quanto, secondo molti sindaci, Legge Regionale 6 maggio 1981 n. 98, recante tale partecipazione avrebbe mummifi cato lo spa- “norme per l’istituzione nella regione siciliana di zio e avrebbe bloccato qualunque opportunità di parchi e riserve naturali”, ha dato l’avvio concreto sviluppo. alla politica regionale in materia di aree protette. Quella convinzione, oggi, è ormai superata e La successiva legge n. 14 del 9 agosto 1988 ha mo- i parchi regionali siciliani vengono considerati difi cato e integrato la 98/1981, introducendo più come un valore aggiunto, il mezzo per uno svilup- puntuali precisioni, snellimenti nelle procedure e po sostenibile con la salvaguardia dell’ambiente, accentuazioni negli aspetti organizzativi e di vigi- nell’ottica della valorizzazione dell’enogastrono- lanza con più autonoma confi gurazione. mia, dell’artigianato locale, della fruizione dei Sulla base della normativa siciliana, sono stati beni culturali, monumentali e delle tradizioni istituiti nel tempo cinque parchi regionali: il Par- religiose. co dell’Etna, il Parco delle Madonie, il Parco dei Un esempio di questa nuova forma mentis è dato Nebrodi, il Parco fl uviale dell’Alcantara e il Parco dal fatto che ventuno sindaci hanno costituito dei Monti Sicani. una ATS, Associazione Temporanea di Scopo, L’istituzione di un’area protetta, però, non si con la quale esprimono la volontà, già sancita con concretizza solo con l’emanazione di leggi o im- le delibere dei Consigli Comunali, di far parte a ponendo vincoli e divieti, indiscutibilmente ne- pieno titolo del Parco dei Nebrodi1. L’ingresso di cessari; l’ambiente naturale si difende tenendo questi Comuni con parte dei rispettivi territori ben presente che la storia dell’uomo e dell’abitare può portare a 45 i Comuni che rappresentano, di deve interagire con la natura in un rapporto pro- fatto, tutte le zone presenti nei Nebrodi. prio, logico anche se complesso. Ricercare, pro- Il mutamento nell’atteggiamento di questi Co- muovere e sostenere una convivenza compatibile muni è dovuto non solo a motivi ideali, vale a dire fra ecosistema naturale ed ecosistema antropico la maggiore sensibilità ecologica rispetto al pas- diviene, dunque, imperativo categorico nella ride- sato anche da parte dei rappresentanti degli enti fi nizione dei fi ni stessi di un’area protetta e nello locali, ma anche all’incidenza di altri signifi cati- specifi co di un Parco Naturale. vi fattori, quali le importanti e positive ricadute Sull’attuazione di questa convivenza in Sicilia in termini di immagine e visibilità dei parchi, il si è registrato, a lungo, un forte contrasto tra i vantaggio per gli enti pubblici e privati di parte- parchi regionali e un numero rilevante di rap- cipare a bandi regionali e comunitari che preve-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110000 110/12/20150/12/2015 18:18:2018:18:20 dono punteggi più alti per le aree naturalistiche cuni Comuni, e dalla prevalenza di escursionisti protette. giornalieri, anziché di veri turisti. Questi parchi, Questo nuovo atteggiamento di varie rappre- perciò, salvo qualche rara eccezione, costitui- sentanze della società civile nei riguardi dei par- scono ancora oggi un “vuoto” dal punto di vista chi regionali siciliani si spiega anche alla luce del- dell’attrazione di fl ussi turistici anche perché è la considerazione che queste aree protette – dopo mancata una strategia di interrelazione tra que- essere rimaste a lungo come “buro-parchi”, svol- sti parchi, ciascuno dei quali ha tentato una pro- gendo solo il ruolo di attori muti nel contesto ter- pria via al turismo che fi nora non si è dimostrata ritoriale dove si confi guravano soprattutto come vincente rispetto ad altri competitori. Occorre, “fortezze ambientali assediate” – nel corso degli perciò, un’inversione di tendenza rispetto a que- ultimi decenni, hanno effettuato un salto di qua- sta situazione, passando dal turismo monovalen- lità sul piano della capacità operativa. te a quello polivalente, comprensivo delle forme Questa capacità ha trovato una signifi cativa di turismo che possono trovare nei parchi forme conferma nella grande energia con cui il Parco adeguate di valorizzazione delle aree collinari e dell’Etna ha promosso il recente inserimento del montane, soprattutto mettendo in rete questi par- più alto vulcano d’Europa tra i siti del Patrimo- chi regionali. nio dell’Umanità dell’UNESCO, conseguendo un riconoscimento di altissimo prestigio internazio- nale che apre per quest’area nuovi orizzonti di 2. I parchi regionali come modello di rete promozione e di attrattività. turistico-territoriale L’impegno dei singoli Enti-Parco, fi nora, ha trovato riscontri positivi in riferimento alla con- Per implementare al massimo quest’opportuni- servazione dell’habitat naturale, dell’educazione tà nelle aree che costituiscono i parchi regionali ambientale e delle promozioni di ricerche scien- siciliani bisogna, però, agire sotto l’idea-forza del- tifi che, ma i rapporti tra turismo, sviluppo locale la concezione sistemica inserendo i parchi all’in- sostenibile e aree naturali protette in Sicilia costi- terno di un’unica rete, in modo da presentarsi tuiscono, ancora in gran parte, una terra incognita. con un più alto grado di competitività sul mercato Il turismo in questa grande isola, difatti, assor- turistico. be una quota irrisoria di fl ussi turistici che riguar- Un primo tentativo di considerare i parchi in dano l’Italia nel suo complesso (appena il 4%) e una concezione sistemica ha trovato riscontro in questa bassa incidenza è determinata anche dalla Sicilia nella normativa regionale sui “distretti tu- predominanza di un solo settore, quello balnea- ristici tematici”, nel cui ambito è stato istituito il re, sull’attrazione delle correnti turistiche, per cui distretto denominato “Ecosicily - Parchi, riserve e tutte le aree interne in cui ricade la quasi totali- terre normanne”. Tale distretto si basa sull’idea- tà dei parchi regionali siciliani, allo stato attuale, forza che i parchi possono e debbono svolgere un sono aree turisticamente invisibili. Difatti, fi nora ruolo prioritario nelle nuove forme di attrazione il turismo nei parchi regionali siciliani ha avuto turistica siciliana, che non possono prescindere un ruolo marginale e anche nel caso di Comuni dalla promozione dello sviluppo sostenibile. inseriti all’interno di queste aree protette, come L’adesione a tale distretto tematico, però, è sta- Taormina e Giardini Naxos, che occupano i primi ta sottoscritta solo dai parchi regionali dell’Etna, due posti nella graduatoria regionale di questo dell’Alcantara e dei Nebrodi mentre risultano as- settore, le motivazioni dell’attrazione non sono senti il Parco delle Madonie e quello dei Monti legate alla loro appartenenza al Parco fl uviale Sicani, per cui questo distretto non contempla la dell’Alcantara, ma alla grande tradizione di polo presenza di tutte le aree-parco regionali. Molti d’eccellenza artistico e paesaggistico che risale al Comuni delle aree-parco regionali siciliane sono, tempo del Grand Tour (nel caso di Taormina) e inoltre, inseriti in “distretti turistici territoriali” alla possibilità di fruizione del mare e della spiag- come il “Distretto Turistico Tirreno-Nebrodi”, il gia (nel caso di Giardini). Nel Parco dell’Etna una “Distretto Turistico di Cefalù e dei Parchi delle grande incidenza ha avuto soprattutto l’oppor- Madonie e di Himera”, il “Distretto Turistico dei tunità della fruizione delle strutture sciistiche e Monti Sicani e della Valle dei Platani” e il “Distret- solo più recentemente si è inserito l’ecoturismo. to Turistico Taormina-Etna”. Nel Parco dei Nebrodi, delle Madonie e dei Monti I Comuni aderenti ai parchi regionali siciliani Sicani non esistono Comuni prettamente turistici, non fanno parte, perciò, di un unico distretto ma come si può notare dal numero esiguo di struttu- sono dispersi in più distretti, il che impedisce di re ricettive, che risultano del tutto assenti in al- avere una programmazione ad hoc per aree che

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110101 110/12/20150/12/2015 18:18:2018:18:20 hanno un’accentuata specifi cità e che sono chia- È proprio questa una delle sfi de che deve vin- mate a rivestire un ruolo strategico per lo svilup- cere la pianifi cazione strategica affi nché possa po sostenibile della Sicilia. essere applicata valorizza tutte le potenzialità del Sulla base di questo stato di fatto, ho ritenuto territorio. opportuno elaborare le linee guida di un proget- Il territorio, però, non dovrà essere uno scena- to fi nalizzato a realizzare la “rete turistico-territo- rio, un panorama, ma il primo fattore di attrazio- riale dei parchi regionali siciliani”. ne, un nuovo soggetto di promozione, un motivo Di tale rete faranno parte i cinque parchi re- di integrazione, un modello di riferimento. gionali già citati (Etna, Nebrodi, Madonie, Alcan- Per competere con altre aree, non basta, però, tara e Monte Sicani). La superfi cie complessiva di disporre di risorse culturali e ambientali di pre- questi parchi è notevole (229.237 ha, pari all’8,9% gio, per cui la rete dei parchi regionali siciliani della superfi cie regionale) e si amplierà ulterior- dovrà qualifi carsi come un vero “prodotto turisti- mente non appena sarà istituito anche il Parco dei co”, defi nizione che, come è noto, oltre all’iden- Peloritani ed entreranno a far parte, come già sot- tità naturalistica e storica, deve comprendere an- tolineato, i Comuni che hanno fatto richiesta di che altri elementi di base: adesione ai parchi già esistenti. • Le attrattive, che possono essere fi siche, sto- Si tratta, perciò, di raccordare in un unicum riche, culturali, gastronomiche ecc. queste aree giuridicamente tutelate, mediante • I dintorni immediati, che costituiscono un la costituzione di tale rete, la quale è fi nalizzata importante complemento all’offerta di base. a conciliare attrazione turistica e conservazione • Le popolazioni locali, il cui comportamento, della biodiversità nel quadro di un governo soste- la cui cultura, il cui modo di essere, costitu- nibile del territorio. iscono un elemento fondamentale dell’offer- La rete turistica va integrata con la rete forma- ta. ta dall’armatura storica del territorio, dato che • L’animazione, intesa come offerta di eventi e esiste un’intima fusione tra patrimonio cultura- iniziative ecocompatibili. le e patrimonio ambientale nell’evoluzione con- • La presenza di servizi fondamentali, come, tinua del paesaggio: la rete agroecologica deve, ad esempio, le strutture ricettive. poi, costituire una sorta di trait d’union tra le due, • L’accessibilità dall’esterno e la presenza di in relazione alla diffusione del paesaggio agrario sentieri naturalistici. storico. • L’immagine, elemento intangibile ma fonda- Le tre reti sopracitate devono innescare feno- mentale per fare compiere una scelta (Ejar- meni produttivi ecocompatibili con particolare ri- que, 2009, p. 64). guardo alla costituzione di una rete turistica per la fruizione articolata e controllata del paesaggio. Questo prodotto turistico deve qualifi carsi con Non si può sottacere in un sistema reticolare così gli aspetti di eccellenza, quasi un DOC capace di delineato la complementarietà con la rete eco-in- assicurare un elevato livello qualitativo nei servizi frastrutturale, che deve portare anche al recupe- e immediatamente percepibile in termini di im- ro della sentieristica storico-naturale. magine come un tipico caso di italian style (Kra- Non si possono sottovalutare, inoltre, le inter- sna, 2011, p. 246). relazioni da promuovere anche con la rete eco- La valorizzazione dell’immagine del territorio, logica europea, promossa a livello internazionale attraverso la promozione di un unico marchio nel 1991 sulla base delle proposte del governo evocativo delle principali attrazioni dovrà costitu- olandese e dell’Institut pour une politique européèn- ire una priorità dell’ente di coordinamento della ne de l’environnement in collaborazione con altri rete dei parchi, rappresentando uno strumento istituti di ricerca europei. Essa riguarda la crea- fondamentale di promozione dell’area e dei suoi zione di un European ecological network denomina- prodotti. Il marchio d’area, perciò, dovrà fare to EECONET (Malcevschi, Bisogni e Garibaldi, emergere le identità che hanno reso queste aree 1996, p. 56). una realtà unica e ricca di potenzialità. In questa prospettiva fondamentale è la costru- La politica di promozione-commercializzazio- zione della governance, al riguardo non vi è dubbio ne del prodotto turistico, perciò, deve essere con- che bisogna operare pensando anche alle comu- dotta tenendo conto del rapporto tra domanda e nità locali, a quella “gente dei parchi” che rivaluta offerta per cui deve essere effettuata all’estero e la propria identità, la propria storia, i prodotti del in Italia, pubblicizzando le varie zone e le varie territorio e che trova e riscopre la cultura della imprese, in base alle loro effettive possibilità di montagna e dell’accoglienza (Vinci, 2007, p. 10). rispondere alle specifi che esigenze richieste dai

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110202 110/12/20150/12/2015 18:18:2118:18:21 vari target che possono inviare quote signifi cative ta dall’ecoturismo e legata anche alla sua capacità dei loro fl ussi turistici verso queste aree. di dare un contributo alla rivitalizzazione di aree Va sottolineato che l’avvento di Internet e la remote, storicamente trascurate dai programmi conseguente, inusitata, possibilità di scelta che di sviluppo. lo strumento ha fornito al turista hanno profon- Un altro tipo di turismo da incentivare nel- damente cambiato il suo modo di viaggiare e la la rete dei parchi regionali siciliani si basa sulle relativa domanda. L’odierno destination marketing, “vie della cultura e dell’arte”, ove si consideri, ad deve essere costruito tenendo in particolare ri- esempio, che proprio all’interno di queste aree lievo le logiche imposte dal world wide web, che è protette ricadono la maggior parte dei piccoli diventato il più potente mezzo di informazione e centri storici siciliani inseriti nell’Associazione “I di scambio di valutazione fra gli utenti (Ejarque, borghi più belli d’Italia”: possiamo citare gli esem- 2009, pp. 295-302). pi di Castiglione di Sicilia (Parco dell’Etna e Par- La “customer-satisfaction” può, perciò, costitui- co dell’Alcantara), Savoca, Novara e Castroreale re la base di riferimento delle politiche che la rete (istituendo Parco dei Peloritani), Gangi e Geraci dei parchi deve mettere in atto, da un lato, per Siculo (Parco delle Madonie), San Marco d’Alun- ridurre o eliminare le carenze che i visitatori per- zio (Parco dei Nebrodi) (ANCI, 2012). Ma nei par- cepiscono e, dall’altro, per inserire nel territorio chi rientrano, oltre a quelli citati, anche tanti altri quelle strutture ecocompatibili che possono esse- centri che si caratterizzano come borghi d’arte, re utilizzate sia dai turisti che dai residenti. come attesta il ruolo di poli d’eccellenza culturale La rete dei parchi regionali siciliani si presta svolto in riferimento alla preziosità del patrimo- perfettamente a operare come Club di Prodotto. nio storico. Il primo tipo di turismo da potenziare deve Un terzo tipo di turismo da incentivare si basa essere basato sulle “vie della natura”, ma, a tal sulle “vie del gusto”, tenuto conto che in Italia, riguardo, va sottolineato che la capacità dei par- secondo i dati del rapporto “Osservatorio del tu- chi siciliani di attrarre i fl ussi turistici è, nel com- rismo e del vino in Italia”, l’enoturismo cresce di plesso, ancora alla fase embrionale (Cannizzaro, anno in anno e nel 2010 ha fatto registrare un 2011, p. 76). giro d’affari tra i 3 e i 5 miliardi di euro. La carente capacità di attrazione da parte di Nel 2014, infatti, quasi 5 milioni di turisti han- questi parchi non è certamente ascrivibile alla no scelto il “bel paese” per vacanze enogastrono- mancanza di suggestività e di importanza dei miche all’insegna di prodotti tipici, ma anche di paesaggi (Cannizzaro e Gambino, 2013, p. 428), curiosità e occasioni: la gastronomia si intreccia se si tiene presente che il parco dell’Etna mostra sempre di più con l’arte, l’ambiente e il benessere. uno degli esempi più signifi cativi di splendor mun- L’enoturismo può agevolmente trovare riscon- di come paesaggio vulcanico (Pecora, 1968), che tro nella rete dei parchi regionali siciliani, tenu- l’istituendo Parco dei Peloritani costituisce una to conto che due “Strade del Vino” istituite dalla delle aree geologicamente più antiche d’Europa Regione Siciliana (cioè la “Strada dell’Etna” e la qualifi candosi anche come l’area italiana per an- “Strada del Vino e dei Sapori delle Madonie” sul tonomasia del paesaggio delle fi umare (Ursino, percorso della Targa Florio) operano nel territo- 1995, p. 3), che il Parco dei Nebrodi si contraddi- rio dei parchi omonimi (Nicosia e Porto, 2011, p. stingue come il polmone verde della Sicilia con le 105). Va considerato anche che il Parco dei Ne- meravigliose forme del bosco intorno a Cesarò e brodi ha promosso, come polo coordinatore del San Fratello (Giaimi, 1994, p. 8), che il Parco delle Distretto Turistico Rurale dei Nebrodi, il progetto Madonie s’incentra sul massiccio calcareo più im- “Strade dei Sapori dei Nebrodi” (Parco dei Nebro- portante dell’isola (Di Maggio, 1985, p. 24), che il di, 2006, p. 41). Ovviamente, oltre alle tipologie Parco fl uviale dell’Alcantara coniuga il paesaggio di turismo sopra indicate, il progetto strategico del fuoco (la lava etnea che forma, per esempio, è fi nalizzato a promuovere altra tipologie di turi- le rocce basaltiche delle “Gole”) con il paesaggio smo particolarmente idonee a inserirsi nella rete dell’acqua (Manitta-Maugeri, 2012, p. 36), che il dei parchi siciliani, come, ad esempio, il turismo Parco dei Monti Sicani costituisce una delle più sociale, l’agriturismo e il turismo scolastico. pregevoli aree calcaree della Sicilia occidentale È evidente che nella rete dei parchi regionali (Pecora, 1968, p. 19). siciliani l’ampliamento nell’attrazione dei fl ussi Bisogna, perciò, mettere in moto nuove azioni turistici dovrà rispondere alla necessità d’inseri- di marketing, integrate tra i parchi regionali si- mento di tutte le tipologie di turismo incentiva- ciliani, capaci di fare inserire questi parchi nella bili all’interno del turismo responsabile. Inoltre, macroscopica tendenza all’espansione manifesta- nel momento in cui aumenterà notevolmente il

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116_GAMBINO.indd6_GAMBINO.indd 103103 111/12/20151/12/2015 17:44:3317:44:33 numero dei visitatori, dovrà essere messo in moto Pàtron, 2013, pp. 427-440. lo strumento della valutazione della “carrying Di Maggio M.T., I Peloritani, i Nebrodi e le Madonie, in Guida d’Italia. Sicilia, Milano, Fabbri Editore, 1985. capacity” per evitare che un eccesso di pressione Ejarque J., Destination Marketing, Milano, Hoepli, 2009. antropica su aree fragili determini squilibri fra Gambino J., Ipotesi di sviluppo sostenibile per la Sicilia, Messina, crescita economica e salvaguardia ambientale. E.D.A.S., 1997. Per promuovere il turismo, la rete dei parchi re- Giaimi G., Il Parco dei Nebrodi. Ambiente, storia, economia, cultura e tradizioni, Palermo, Editrice Arbor, 1994. gionali siciliani, dovrà puntare su forme di strut- Krasna F., L’albergo diffuso come strumento di recupero e valorizzazi- ture ricettive ecocompatibili e, in questo senso, il one turistica, in Cannizzaro S. (2011), pp. 229-246. progetto strategico intende utilizzare al massimo Malcevschi S., Bisogni L.G., Garibaldi E., Reti ecologiche ed inter- le possibilità offerte dalla normativa della Regio- venti di miglioramento ambientale, Milano, Il Verde Ed., 1996. ne Siciliana sull’albergo diffuso, uno strumento Manitta A., Maugeri G., La valle dell’Alcantara dalla preistoria all’età contemporanea, Castiglione di Sicilia, Il Convivio, 2012. che prevede una sinergia tra la popolazione loca- Nicosia E., Porto C.M., Promozione turistica del territorio, il ruolo le e i turisti (Rocca, 2013, pp. 355-356). dell’ecoturismo in Sicilia, in S. Cannizzaro (2011), pp. 93-112. In defi nitiva, la rete dei parchi siciliani rappre- Parco dei Nebrodi, Nebrodi, invito al viaggio, Sant’Agata di Mi- senta una sfi da e un’opportunità importante per litello, 2006. l’intera regione, soprattutto per le giovani genera- Pecora A., Sicilia, in Le Regioni d’Italia, Torino, UTET, vol. XVII, 1968. zioni che possiedono la consapevolezza e la sensi- Rocca G., Dal prototurismo al turismo globale. Momenti, percorsi di bilità per valutare correttamente l’ambiente come ricerca, casi di studio, Torino, Giappichelli, 2013. una risorsa e non come un elemento da sfruttare Ursino G., Degrado ambientale, tutela e prospettive di valorizzazione e abbandonare al degrado. negli assi idrografi ci delle fi umare del messinese, in «Quaderni della Scuola di Statistica», Messina, Università di Messina, 1995, pp. 3-16. Vinci L. (a cura di), Piani e politiche territoriali in aree parco, Mi- Bibliografi a lano, Franco Angeli, 2007. ANCI, I borghi più belli d’Italia. Il fascino dell’Italia nascosta. Guida 2012, Roma, Società Editrice Romana, 2012. Cannizzaro S., L’Etna e la Riviera dei Ciclopi: spazio turistico po- Note livalente e multipolare, in S. Cannizzaro (a cura di), Per una geografi a del turismo. Ricerche e casi studio in Italia, Bologna, 1 A sottoscrivere l’atto sono stati i sindaci dei Comuni di Capri Pàtron, 2011, pp. 63-82. Leone, Castel di Lucio, Castell’Umberto, Ficarra, Francavilla Cannizzaro S., Gambino S., Il turismo naturalistico in Sicilia: valo- di Sicilia, Frazzanò, Gioiosa Marea, Librizzi, Malvagna, Mirto, rizzazione del patrimonio ambientale e i nuovi progetti di sviluppo Montagnareale, Montalbano Elicona, Motta d’Affermo, Petti- locale, in G. SCANU (a cura di), Paesaggi. Ambienti. Culture. neo, Reitano, San Piero Patti, Sinagra, San Salvatore di Fitalia, Economie. La Sardegna nel Mondo Mediterraneo, Bologna, Torrenova, Tripi e Tusa.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110404 110/12/20150/12/2015 18:18:2218:18:22 Sonia Gambino

Risorse naturali e capacità di attrazione turistica: l’esempio della Riserva Naturale dello Zingaro

Summary: NATURAL RESOURCES AND TOURIST ATTRACTION: THE ZINGARO NATURE RESERVE

The Gulf of Castellammare comprises one of the most beautiful places in Trapani province, and, above all, the Zingaro coastal stretch. The fi rst nature reserve set up in Sicily, the reserve area is also of major archaeological interest since in the grandiose Uzzo Grotte there was one of the fi rst prehistoric settlements in Sicily.

Keywords: Sustainable Development, Landscape, Tourist experiences.

1. Introduzione equa distribuzione dei benefi ci socio-economici, rispetto e salvaguardia della cultura tradizionale Il turismo nelle aree protette è ormai una real- delle popolazioni locali. Il turismo nelle aree pro- tà nel nostro Paese. Negli ultimi anni, il dibattito tette diventa, così, una forma altamente educati- scientifi co ha posto in evidenza l’opportunità che va, poiché induce alla fruizione delle bellezze na- l’istituzione di territori sottoposti a tutela possa turali così come sono. Il turismo natura, in questo creare processi di integrazione tra area protet- senso, rappresenta uno strumento fondamentale ta e tessuto sociale ed economico del territorio, in quelle destinazioni che presentano un limita- per evitare quella confl ittualità tra esigenze di to sfruttamento delle risorse naturali e tra que- tutela ambientale e sviluppo delle economie loca- ste ovviamente la posizione principale è occupata li (AA.VV., 1995, p. 7). In questo senso, oltre al dalle aree protette, le quali hanno visto ampliarsi patrimonio naturale, importantissimo valore as- i loro obiettivi tradizionali per favorire prodotti sumono anche il patrimonio storico e archeolo- turistici sostenibili, che agiscono in armonia con gico, nonché l’agricoltura e le produzioni tipiche l’ambiente, con la comunità e le culture locali, in di grande qualità; tutte ricchezze che si possono modo tale che questi territori siano i benefi ciari riscontrare all’interno delle aree protette. Infatti, e non le vittime dello sviluppo turistico (Cassola, se il turismo può essere considerato oggi l’attività 2005, p. 36). economica più rilevante a livello mondiale, così come un settore in continua espansione, qualche merito deve essere indubbiamente attribuito an- 2. Istituzione della Riserva dello Zingaro che alla crescente forza attrattiva esercitata da parchi e riserve naturali, che richiamano ogni La Riserva Naturale Orientata dello Zinga- anno un numero sempre maggiore di visitatori. ro, ubicata in provincia di Trapani, è collocata Oggi, è necessario considerare i luoghi come sistemi all’estremità occidentale della costa tirrenica integrati in cui risorse e attrattive giocano un ruo- siciliana, su un tratto di circa sette Km che si lo fondamentale nello sviluppo di un turismo di estende da Cala Mazza di Sciacca, alle porte di qualità, che è ancora problematico ma che è più Scopello, sino ad una parte del litorale compreso che mai una necessità. Infatti, anche se il settore tra Tonnarella dell’Uzzo e Calampiso, in territo- turistico risulta essere una delle voci principali rio di San Vito Lo Capo, ed è affacciata sul Golfo dell’economia italiana, è anche uno dei settori di Castellammare (Canzoneri, 1991, pag. 11). con maggiori impatti sull’ambiente. Si riscontra, Attrattiva turistica di rilievo, la Riserva dello pertanto, la necessità di riqualifi care l’offerta turisti- Zingaro è la prima riserva naturale istituita in Si- ca indirizzandola verso obiettivi e modalità di ge- cilia. A promuoverne la nascita fu una marcia di stione a minore impatto ambientale, economico protesta, promossa da associazioni ambientaliste e culturale rifacendosi ai principi del turismo so- e naturalistiche ed alla quale presero parte mi- stenibile quali: uso ottimale delle risorse naturali, gliaia di persone, tenutasi il 18 maggio 1980, con

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110505 110/12/20150/12/2015 18:18:2218:18:22 lo scopo di chiedere la sospensione dei lavori pre- grande emozione; qui natura, storia e tradizio- visti per la costruzione di una strada litoranea che ni popolari s’incontrano regalando al visitatore avrebbe dovuto collegare le cittadine di Scopello uno scenario unico. Lo Zingaro affascina per la e San Vito Lo Capo, distruggendo così uno dei sua bellezza aspra, per il colore del mare e delle pochissimi tratti di costa siciliana rimasti ancora sue calette, attrae il visitatore alla scoperta della intatti. Il risultato fu l’emanazione di una legge natura incontaminata, della fl ora e della fauna, da parte del Parlamento siciliano, che consentiva dove le tracce dell’interazione tra uomo e natu- all’Azienda Regionale Foreste Demaniali di espro- ra, ieri come oggi, sono più che evidenti. Questo priare il territorio messo in pericolo, insieme ad territorio così suggestivo, pur non essendo molto altri ambienti dell’isola di interesse naturalistico. esteso, presenta una notevole variabilità dal pun- Con la legge Regionale n° 98 del 6 maggio 1981, to di vista altimetrico. È, infatti, caratterizzato da la Regione Siciliana, mostrando grande sensibili- una fascia costiera prevalentemente rocciosa, da tà, istituì la Riserva, affi dandola in gestione alla rilievi collinari e montuosi (Nicotra e Falcone, stessa Azienda (Libertini, 1982, p. 102). L’esatta 2003, p. 72). La lunga costa è formata da calcari denominazione è Riserva Naturale Orientata del Mesozoico ed in essa si inseriscono candide “Lo Zingaro”; in questa categoria di aree protet- calette e piccole spiagge, che si rispecchiano in un te, l’indirizzo gestionale è volto ad una fruizione mare cristallino e puro, che non presenta alcuna controllata e proporzionata alle caratteristiche traccia di inquinamento. Al suo interno è tutto un ambientali del territorio. La riserva si estende su alternarsi di forme, paesaggi e colori: procedendo una superfi cie di 1.656,38 ettari, tutti concentrati dall’ingresso sud di Scopello, ad esempio, dopo in zona A. Qui sono messe in atto strategie di ge- aver attraversato il lungo tunnel roccioso, testi- stione fi nalizzate non solo alla conservazione ma monianza dei lavori di costruzione della strada anche allo sviluppo delle piene potenzialità natu- litoranea Scopello-San Vito Lo Capo fortunata- ralistiche del territorio; per questo l’Ente gestore mente non proseguiti, si passa improvvisamente potrà realizzare interventi quali rimboschimenti, da tratti di sentiero ripido e pietroso, quasi privo ripopolamenti, ed altro ancora. Vengono, inoltre, di qualsiasi attrattiva, all’inaspettata visione delle promossi programmi di educazione naturalistica acque azzurre e della bianchissima ghiaia di Cala per favorire forme di turismo compatibile più ri- della Capreria. Quest’ultima è solo una delle tan- spettose e consapevoli nei confronti dell’ambien- te spiaggette presenti nella Riserva: seguono Cala te. Tra le motivazioni istituzionali della Riserva del Varo, Cala della Disa, Cala Beretta, Cala Mari- rientrano, pertanto, la conservazione e valorizza- nella e le spiagge di Torre e Tonnarella dell’Uzzo. zione del patrimonio naturale, ambientale e pa- Partendo dal livello del mare e proseguendo in ri- esaggistico del territorio considerato, nonché la salita sino alle vette più alte, si incontrano diversi salvaguardia dei valori antropologici, della storia tipi di ecosistemi tutti estremamente signifi cativi. e delle sue memorie (AA.VV., 1993, p. 6). Qui vivono circa 600 specie vegetali, di cui ben 40 endemiche e nidifi cano 39 specie di uccelli, com- presa la ormai rara aquila del Bonelli. Notevole è 3. Il paesaggio ambientale e culturale come la valenza fl oristica e faunistica della riserva che attrattore turistico è stata ed è oggetto di studi da parte di numerosi ricercatori. Il paesaggio vegetazionale della riser- La Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, va presenta un’unicum prezioso: ancora oggi la pal- incantevole spazio naturale in cui il tempo sem- ma nana è il simbolo di questo territorio, mentre bra essersi fermato, simboleggia pienamente un nel limite ovest della Riserva è possibile osservare perfetto equilibrio uomo-natura. L’area protetta frammenti di sughereta, quest’ultima testimo- rappresenta un importantissimo valore non solo nianza di quella formazione forestale un tempo per la conservazione e la valorizzazione del patri- molto più estesa ed oramai quasi del tutto scom- monio naturale ma anche per la salvaguardia del parsa nella Sicilia Occidentale. patrimonio storico e archeologico, per il paesag- La terra e la natura hanno rivestito da sempre gio agrario e le produzioni tipiche; tutte ricchezze un ruolo primario nella vita degli abitanti dello che i turisti possono riscontrare all’interno del- Zingaro; dallo svolgimento delle attività pratica- la riserva. L’interesse naturalistico della riserva te, quali caccia di animali selvatici, pesca, pasto- è confermato anche dal fatto che risulta inserita rizia ma soprattutto agricoltura e lavorazione di nell’elenco dei SIC (Siti d’Importanza Comuni- fi bre vegetali, essi traevano tutto ciò che serviva taria) della Regione Sicilia. Visitare questi sette alla propria sopravvivenza. È affascinante pen- chilometri di costa incontaminata provoca una sare come l’uomo abbia continuato ad abitare in

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110606 110/12/20150/12/2015 18:18:2318:18:23 questi impervi e solitari territori e con uno stile alizzazione di utensili per la caccia e la raccolta di vita lontanissimo dal nostro, fi no ad oltre gli (Ampola, 2002, p. 36). Nella Grotta dell’Uzzo e anni Sessanta, così com’è stato ad esempio nel nelle case contadine adiacenti, è stato ricreato un piccolo borgo rurale Acci, posto a circa 500 m di laboratorio, dove anziani contadini si dedicano al altitudine ai piedi di Monte Passo del Lupo, dove lavoro d’intrecciatura delle fi bre vegetali che in una quindicina di famiglie aveva formato una co- passato ha costituito l’attività principale ed anche munità di pastori e contadini. La storia e le tra- quella più remunerativa per gli abitanti delle di- dizioni dello Zingaro non possono e non devono verse contrade dell’area. Ma usi, costumi, cultura essere dimenticate: per questo a Borgo Cusenza, dello Zingaro vanno anche ricercati nelle nume- ad esempio, da anni ormai si svolgono la semina rose tonnare sparse sul territorio trapanese, che e la raccolta del grano con metodi tradizionali, sono state le più attive e fi orenti del Mediterraneo. così come avveniva un tempo, attraverso l’utiliz- In particolar modo nell’area protetta, in seguito zo dell’aratro di legno tirato da muli e del tradi- all’acquisizione della stessa da parte dell’Azienda zionale mulino di pietra per macinare il grano; il Regionale Foreste Demaniali, è stata inglobata progetto di recupero integrale del “Baglio Cusen- la Tonnarella dell’Uzzo della quale resta oggi un za” (abbandonato dagli abitanti intorno al 1950), piccolo marfaraggio destinato all’alloggio della consentirà di conservare in loco le testimonianze ciurma durante il periodo della pesca. della cultura materiale dei contadini; a tal riguar- do sono stati ripristinati il vigneto e il frutteto e lungo le contrade del sentiero costiero gli oliveti; 4. I fl ussi turistici della Riserva dello Zingaro inoltre di grande prestigio è stata la rivalutazio- nel contesto territoriale di San Vito lo Capo e ne dei frassini da manna, che erano stati abban- Castellammare del Golfo donati negli anni Cinquanta e che, a partire dal 2000, sono stati ripresi e adesso vengono intaccati L’Ente di gestione della Riserva dello Zingaro, annualmente nel mese di agosto con una discreta sin dall’inizio, ha messo in campo molte attività produzione di manna. Sono stati, inoltre, riadat- per far sì che ogni tipo di visitatore si “accorga” tati e destinati all’escursionismo dieci fabbricati, di essere in un contesto naturale protetto. Per- in località Sughero, con vecchie tipologie e utiliz- fettamente organizzata dal punto di vista della zando materiale tradizionale. fruizione (sentieri segnalati, rifugi, aree attrezza- Nell’area della riserva, i turisti possono riscon- te, musei, parcheggi), la Riserva è visitabile sola- trare uno dei comprensori archeologici più sug- mente a piedi, non esistendo al suo interno strade gestivi di tutta l’isola; si tratta delle grotte che carrabili. Si può percorrere da un capo all’altro squarciano le grandi falesie calcarenitiche che grazie a comodi sentieri immersi nella macchia scendono a picco sul mare: la Grotta di Mastro mediterranea. Tre i percorsi più rappresentativi: Peppe Siino, probabilmente utilizzata un tempo il primo si snoda interamente lungo la costa, tra dai pastori come ricovero animali; la Grotta del l’ingresso sud-est (versante Scopello) e l’ingresso Sughero, ricca d’acqua e sfruttata per l’approv- nord (versante San Vito); il secondo si inoltra ver- vigionamento idrico e l’importantissima Grotta so le zone più alte dello Zingaro per poi scendere dell’Uzzo, vero e proprio monumento naturale verso il mare; il terzo, il più impegnativo, interessa utilizzato dall’uomo. Essa è considerata uno dei sia l’intero tratto costiero, sia la dorsale montuo- siti più affascinanti della preistoria mediterranea, sa della Riserva. Lo Zingaro ha accolto negli anni infatti, da scavi e ricerche condotte nel corso degli un numero crescente di visitatori, attratti non anni al suo interno, sono emerse testimonianze e solo dalla rilevante suggestività del paesaggio, ma ritrovamenti che hanno permesso di ricostruire anche dalla possibilità di visitare il Museo Natura- la vita dell’uomo nella Sicilia occidentale. Nella listico, il Museo della Civiltà Contadina, il Museo Grotta dell’Uzzo è stata, inoltre, rinvenuta una delle Attività Marinare e il Centro di Educazione delle necropoli mesolitiche più interessanti d’Ita- ed Interpretazione Ambientale “Terra Magica”, fi - lia; si tratta di una decina di sepolture di inumati nalizzato a promuovere la conoscenza del territo- lungo i bordi rocciosi della grotta, attorno al foco- rio, conservando intatto il suo patrimonio natura- lare utilizzato dalla comunità. Scavata tra la fi ne le e culturale, utilizzandolo al tempo stesso come degli anni Settanta e Ottanta dello scorso secolo, strumento di sviluppo locale. questa grotta, visibile anche dal mare, ha rivela- Meta ideale per tutti quelli che sognano una to tutta una serie di livelli abitativi, sia all’esterno vacanza diversa ed indimenticabile, la Riserva ha che all’interno, caratterizzati da aree destinate al ospitato negli anni un numero crescente di visita- trattamento delle sostanze alimentari ed alla re- tori. Nel ventennio 1988-2008 si è, infatti, passati

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110707 110/12/20150/12/2015 18:18:2318:18:23 da poco più di 90.000 presenze a quasi 165.000, origini, restano le caratteristiche tonnare, come rappresentate da Italiani e stranieri. Alla riserva quella del Secco, sull’omonimo Golfo, attiva fi no si accede solamente da due ingressi, posti uno a agli anni Settanta, e quella dell’Uzzo. Pittoresco nord (ingresso di San Vito) ed uno a sud (ingres- abitato, caratterizzato dallo stile arabo con case so di Castellammare) ed a seguito di pagamento basse bianche (Casano, 2000, p. 3), ornate da ma- di un biglietto di 5 euro. Entrambi gli accessi sono ioliche locali e da coloratissime buganvillee, oggi, molto utilizzati con una prevalenza dell’ingresso San Vito Lo Capo è celebre soprattutto per la sua del lato di Castellammare, probabilmente perché bianchissima spiaggia, cui è stato dato il nome di a questo ingresso confl uiscono gran parte dei vi- “Costa Gaia”, per il suo mare dall’aspetto carai- sitatori provenienti da Palermo. La Riserva dello bico, ed anche per le manifestazioni culturali ed Zingaro ha un proprio sito internet di promozio- enogastronomiche, sempre più numerose, che qui ne, che propone foto della riserva, attività e servi- hanno luogo. Nella lunga stagione turistica di San zi forniti. È attivo e monitorato dal 2005 e negli Vito si svolgono alcune manifestazioni religiose, ultimi anni il numero dei visitatori è raddoppia- ricreative e culturali che si sono dimostrate in gra- to, confermando la tendenza generale dell’uso do di richiamare quella quota di turisti che, oltre di internet per conoscere e scegliere i luoghi da alla spiaggia dorata e al mare pulito, ricercano visitare. Più di altre riserve e di altre zone della occasioni d’incontro e scambio culturale; alcuni Sicilia, lo Zingaro è riuscito a stemperare il pic- esempi sono: la rassegna “Libri, Autori e Bugan- co stagionale estivo, nonostante esso si presenti villee”, che permette ogni anno a giovani scrittori come un grande attrattore per la balneazione. Va italiani di presentare l’ultima opera realizzata; il sottolineato, peraltro, che esiste una fortissima “Summer Music Festival”, interamente dedicato correlazione tra la riserva e le località balneari alla musica; ancora, il “Siciliambiente Documen- ad essa adiacenti. Il territorio della Riserva ricade tary Film Festival”, realizzato per diffondere una principalmente nel Comune di San Vito Lo Capo cultura della sostenibilità. Tra le manifestazioni ed in misura minore in quello di Castellammare enogastronomiche, la più famosa è senza dubbio del Golfo. Non si può separare, perciò il tema del- il “Couscous Festival”, che dal 1998 si svolge ogni la Riserva da un’analisi di questi due Comuni. En- anno a San Vito Lo Capo e impegna grandi chef trambe le cittadine, difatti, nascono come piccoli provenienti dai paesi mediterranei in una grande borghi pescherecci ma oggi la loro importanza è gara per la preparazione di questo gustoso piatto, soprattutto legata alle attrattive ed alle bellezze in base alla propria tradizione. Divenuta ormai che offrono, che le fanno classifi care fra i più im- tra le più importanti manifestazioni gastrono- portanti centri turistici della Sicilia occidentale. miche d’Italia, questo evento è divenuto uno dei San Vito Lo Capo, oasi incontaminata della pro- simboli indiscussi del couscous, piatto della pace, vincia di Trapani, incastonato tra le riserve natu- in grado di far sedere, attorno allo stesso tavolo, rali dello Zingaro e di Monte Cofano, è situato a Cristiani, Ebrei e Musulmani senza tensione di ridosso della penisoletta di Capo San Vito, che alcun tipo. Nell’ultima settimana di settembre, chiude ad occidente il Golfo di Castellammare, e quando altrove è già autunno, San Vito accoglie si adagia al centro di una conca sabbiosa ai piedi turisti da tutto il mondo che affollano gli stand di del Monte Monaco. Sorge alla fi ne del Settecento questa località, che, attraverso la cultura del cibo, quando, attorno all’originaria cappella trecente- riesce ad affermare l’importanza dei rapporti tra sca dedicata al patrono del paese, San Vito marti- i popoli del Mediterraneo e della promozione dei re, ed alle piccolissime strutture nate per accoglie- prodotti tipici locali. Un altro evento è costituito re i fedeli qui giunti in pellegrinaggio, iniziarono da “Tempu Ri Capuna” che, con la degustazione a essere edifi cate le prime abitazioni. Per far fron- del pesce azzurro, permette di riscoprire la voca- te agli assalti dei pirati barbareschi che a quel tem- zione peschereccia degli antichi borghi trapanesi. po minacciavano costantemente le coste siciliane, Incastonata nel bellissimo golfo tra il litora- nell’area trapanese furono innalzate alcune torri le ed il monte Inici lussureggiante di vegetazio- di avvistamento, che rientravano in un ampio pro- ne, Castellammare del Golfo è una nota località getto di protezione dell’intera isola. A San Vito Lo balneare con magnifi che spiagge che ne fanno Capo la maggior parte di queste è tuttora visibile uno dei tratti più spettacolari della costa sicilia- e alcune sono anche state restaurate: fra le più na. L’antico abitato, sorto nel sito in cui si apri- importanti, Torre Isulidda, Uzzo, Cofano, ‘Sceri, va il porto di Segesta, prese nome da un castello ‘Mpisu e Torrazzo. Inoltre, a testimoniare l’antica aragonese edifi cato su un’isoletta collegata alla attività della pesca del tonno, che è stata la base terraferma da un ponte. Castellammare del Gol- della vita e dell’economia della città fi n dalle sue fo nasce, quindi, come emporio segestano, cioè

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110808 110/12/20150/12/2015 18:18:2418:18:24 Tab. 1. San Vito Lo Capo - Movimento turistico 2009-2012.

2009 2010 2011 2012 Var% 12/11 Var% 09/12 MOVIMENTO TURISTICO ARRIVI Totale 88.187 95.979 103.684 112.193 8,2 27,2 Alberghieri 46.723 49.847 48.354 52.079 7,7 11,5 Extralberghieri 41.464 46.132 55.330 60.114 8,6 45,0 Italiani 74.486 78.198 86.555 92.514 6,9 24,2 Stranieri 13.701 17.803 17.129 19.679 14,9 43,6 PRESENZE Totale 437.378 497.843 514.805 508.659 -1,19 16,3 Alberghieri 240.048 257.399 246.386 246.245 -0,1 2,6 Extralberghieri 197.330 240.444 268.419 262.414 -2,24 33,0 Italiani 370.495 398.695 433.034 426.962 -1,4 15,2 Stranieri 66.883 99.148 81.771 81.697 -0,1 22,1 % STRANIERI 15,3 19,9 15,9 6,1 1,1 5,0 PERMANENZA MEDIA Italiani 4,97 5,10 5,00 4,62 -7,8 -7,2 Stranieri 4,88 5,57 4,77 4,15 -13,0 -15,0 Totale 4,96 5,19 4,97 4,53 -8,7 -8,6 Fonte: Provincia Regionale di Trapani.

Tab. 2. Castellammare del Golfo - Movimento turistico 2009-2012.

2009 2010 2011 2012 Var% 12/11 Var% 09/12 MOVIMENTO TURISTICO ARRIVI Totale 31.250 33.814 36.666 37.703 2,8 20,6 Alberghieri 23.969 27.195 29.810 29.092 -2,4 21,4 Extralberghieri 7.281 6.619 6.856 8.611 25,6 18,3 Italiani 18.921 19.550 20.210 20.107 -0,5 6,3 Stranieri 12.329 14.264 16.456 17.596 6,9 42,7 PRESENZE Totale 90.001 96.756 107.219 113.757 6,10 26,4 Alberghieri 61.118 71.630 80.176 82.083 2,4 34,3 Extralberghieri 28.883 25.126 27.043 31.674 17,12 9,7 Italiani 53.328 56.195 60.753 61.958 2,0 16,2 Stranieri 36.673 40.561 46.466 51.799 11,5 41,2 % STRANIERI 40,7 41,9 43,3 45,5 5,1 11,7 PERMANENZA MEDIA Italiani 2,82 2,87 3,01 3,08 2,5 9.3 Stranieri 2,97 2,84 2,82 2,94 4,3 -1,0 Totale 2,88 2,86 2,92 3,02 3,2 4,8 Fonte: Provincia Regionale di Trapani.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 110909 110/12/20150/12/2015 18:18:2418:18:24 scalo marittimo dell’antica città di Segesta, proba- registrano al 2012, 112.193 arrivi e 508.659 pre- bilmente agli inizi del V sec a. C.; il maniero, rea- senze, mentre più limitato risulta l’interesse verso lizzato all’inizio dell’Ottocento dagli Arabi, subì, Castellammare del Golfo, dove al 2012 si registra- però, nei secoli vari adattamenti; fu, infatti, am- no 37.703 arrivi e 113.757 presenze. pliato dai Normanni e poi dagli Svevi, mentre si In questo sistema turistico s’inserisce la Riserva deve agli Aragonesi la defi nitiva sistemazione del- dello Zingaro: paesaggi totalmente diversi ed at- la costruzione. Oggi il castello rappresenta sicura- traenti creano, nell’incantevole unione di forme mente la più affascinante presenza architettonica; e colori, un paradiso naturale che regala all’osser- il monumento, simbolo storico dell’identità della vatore un’emozione unica. cittadina, è stato adibito alla conservazione e va- lorizzazione del patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della città e del suo territorio, Bibliografi a conservando ancora al suo interno tracce delle AA.VV., Lo Zingaro, Un laboratorio di Storia nella Natura, Palermo, antiche dominazioni. Il castello è stato adibito a Edizioni Guida, 1993. Polo museale “La Memoria del Mediterraneo” ed AA.VV., Aspetti economici e problematiche delle aree protette in Sicilia, è diviso in quattro sezioni: nel Museo delle Atti- Palermo, Arti Grafi che Siciliane, 1995. Ampola B., San Vito Lo Capo in tasca, Palermo, Dario Flaccovio vità Produttive ed in quello dell’Acqua e dei Mu- Editore, 2003. lini sono conservati ed illustrati oggetti d’uso, at- Canzoneri R., Lo Zingaro, Palermo, Editrice Arbor, 1991. trezzi e tecnologie legati alla tradizione agricola, Casano F., San Vito Lo Capo - Storia - Tradizioni - Gastronomia, artigianale ed ai modi di vivere degli abitanti del Paceco, Tiziana Casano Editore, 2000. territorio; il Museo Archeologico e quello delle Cassola P., Turismo sostenibile e aree naturali protette, Pisa, Edizioni ETS, 2005. Attività Marinare custodiscono, invece, la storia Cencini C., L’Italia protetta: la conservazione della natura e la politi- connessa al mare, all’esercizio delle tonnare ed ca dei parchi, in Gaddoni S. (a cura di), Italia Regione d’Euro- all’antico emporio segestano. pa, Bologna, Pàtron editore, 2007. Una piccola frazione di Castellammare del Gol- Cicerchia A., Risorse culturali e turismo sostenibile. Elementi di pia- nifi cazione strategica, Milano, Franco Angeli, 2009. fo è Scopello, piccolo borgo marinaro sorto attor- Coccia L., Architettura e turismo, Milano, Franco Angeli, 2012. no ad un “baglio” settecentesco che racchiude, Gambino S., L’ecoturismo come strumento di sviluppo delle aree mar- nelle sue esigue dimensioni, ricchezze e risorse ginali del Mezzogiorno d’Italia in Adamo F. (a cura di), Compe- incomparabili; dai suoi fondali spiccano, infatti, i tività e Sostenibilità - Tipi di turismo, strategie d’impresa e politiche meravigliosi , popolati da gabbiani, che del territorio, Bologna, Pàtron editore, 2005. La Duca R., La Tonnara di Scopello, Palermo, Edizioni Grifo, hanno fatto da sfondo a spot pubblicitari e fi lm, 1988. e di fronte ad essi si trova il complesso della sua Libertini M., La legge regionale siciliana sui parchi e le riserve natu- famosa Tonnara, la più importante della Sicilia rali, Milano, Giuffrè Editore, Milano, 1982. occidentale. Nicotra R., Falcone R., San Vito lo Capo-Custonaci-La riserva dello L’analisi dei dati statistici mette in rilievo che Zingaro-Scopello-Castellammare del Golfo, Messina, Edizioni Af- fi nità Elettive, 2003. la capacità di attrazione del movimento turistico Rami Ceci L., Turismo e Sostenibilità, risorse locali e promozione turi- è molto più ampia per San Vito Lo Capo, dove si stica come valore, Roma, Armando Editore, 2005.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111010 110/12/20150/12/2015 18:18:2518:18:25 Dino Gavinelli, Giacomo Zanolin

Buone pratiche nel Parque Nacional de Doñana: preservazione, fruizione e turismo sostenibile1

Summary: DOÑANA NATIONAL PARK, ANDALUCIA, PARK’S DEVELOPMENT

TThe Doñana National Park in Andalusia, is home to a variety of environments (terrestrial, fl uvial, coastal and transi- tion). It is in territorial contiguity and functional relationship with other Spanish protected areas of the Mediterranean. In addition to environmental features, the park’s development plan also promotes sustainable practices related to agriculture, livestock, fi sheries and tourism. Doñana appears therefore not just like a preservation area, but also like a place where local processes of sustainable development are experienced. This paper will analyze the envisaged development and the underway activities strictly related to the park’s policies.

Keywords: spanish protected areas; local sustainable improvement; ecological tourism.

1. Il Parque Nacional de Doñana, una componente sull’Oceano Atlantico di 4.000 ettari contigua al importante delle aree protette spagnole parco. Nel 1981 Doñana è anche diventato Ri- serva della Biosfera (MAB) e nel 1994 è stato ri- Gli oltre 54.000 ettari del Parque Nacional de conosciuto dall’UNESCO come Sito Patrimonio Doñana sono divisi tra le province spagnole di Mondiale dell’Umanità. Infi ne, dopo un ultimo Huelva e Sevilla. Il Parco è caratterizzato da un ampliamento dei limiti amministrativi nel 2004, ambiente promiscuo, fl uviale e costiero al tempo con il Real Decreto 712/2006, è stato avviato un stesso. Le peculiarità ambientali e la sua posi- processo di devoluzione della gestione del parco zione strategica (nel Golfo di Cadice, alla foce alla Comunità Autonoma dell’Andalucía, in linea del Guadalquivir e in prossimità del Nord Afri- con la Legge 42/2007 per il decentramento am- ca) sono all’origine di un antico popolamento ministrativo delle aree protette in Spagna. Tale e soprattutto di un interesse che fi n dal XVII norma regola il sistema della protezione spagnola secolo non è stato solo economico, ma anche nel suo insieme, mentre i Parchi Nazionali sono naturalistico. Il Parco e l’attigua area marina, si disciplinati dalla legge 5/2007 e sono da essa de- trovano in un rapporto di contiguità relazionale fi niti come “spazi naturali di alto signifi cato eco- e funzionale con le regioni del Mediterraneo, dal logico e culturale, scarsamente infl uenzati dall’at- punto di vista antropico, naturale e istituzionale, tività umana e che, in ragione della bellezza dei quasi una sorta di avamposto occidentale delle paesaggi, della rappresentatività degli ecosistemi numerose aree protette presenti in prossimità o della singolarità della fl ora, fauna, geologia o del Mare Nostrum. geomorfologia, possiedono particolare valore L’idea della protezione nell’area risale alla se- ecologico, estetico, culturale, educativo e scientifi - conda metà del XIX secolo e la precoce attenzio- co” (Tutinelli, 2013, p. 25). La protezione di livello ne verso i suoi pregi naturalistici ha consentito nazionale e regionale è pertanto destinata a beni la sopravvivenza di ecosistemi tanto importanti dotati di un alto valore naturale e culturale. La quanto fragili. L’istituzione della Riserva Biolo- normativa non dimentica di valorizzare anche le gica di Doñana è stata sostenuta dal WWF e ha aree circostanti i parchi che, pur meno dotate del portato poi alla nascita del Parco Nazionale il 16 carattere di eccezionalità, risultano fondamenta- Ottobre del 1969. La superfi cie protetta è stata li per l’ecosistema protetto. Allo stesso modo, si successivamente ampliata nel 1978, quando sono considerano anche gli esseri umani che abitano state create zone di protezione poste nell’area in prossimità: “ad ogni Parco Nazionale corri- prospiciente il parco vero e proprio per avviare sponde una “zona periferica di protezione”, che progetti di gestione delle attività agricole e turisti- confi na con il territorio del parco ed ha la fun- che compatibili con la preservazione della natu- zione di proiettare i suoi valori anche nelle zone ra. È stata inoltre creata un’area marina protetta circostanti e di ammortizzare l’impatto ecologico

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111111 110/12/20150/12/2015 18:18:2518:18:25 proveniente dall’esterno sul territorio del parco” adatto alla vita stanziale e all’insediamento tem- (ibidem). L’analisi di Doñana non può pertanto poraneo di numerose specie avicole migratorie essere svolta concentrando l’attenzione esclusi- che sostano e si alternano nel corso dell’anno. Ol- vamente all’interno dell’area defi nita, ma deve tre alle marismas, Doñana ospita uno dei maggiori prendere in considerazione anche la zona perife- sistemi dunali d’Europa, effetto dell’incontro tra rica di protezione (13.540 ha) e l’area di infl uenza le sabbie alzate dai venti atlantici e l’Asperillo, una socio-economica (200.331 ha), che comprende 4 sorta di falesia rocciosa posta a ridosso della spiag- comuni e circa 43.000 abitanti. Il parco, oltre ad gia, che porta alla formazione di dune alte fi no a essere dotato di specifi cità ambientali, naturalisti- 100 m. Tra la fascia costiera e la zona soggetta alle che e culturali eccezionali e di altissimo valore, è marismas, si trovano i cotos, zone di boschetti di dunque una porzione di territorio inserita in un tipo mediterraneo, e la vera, una fascia ristretta contesto più vasto, al centro di una rete ecologica caratterizzata da una grande ricchezza ecologica. molto ampia. Esso appare votato alla preserva- Tutti questi elementi e fenomeni naturali hanno zione integrale della natura, attorno al quale si assunto, in anni recenti, una nuova rilevanza per- perpetuano però anche pratiche legate all’agri- ché alimentano una fruizione turistica costante, coltura, all’allevamento e al turismo. Tali attività attirata non solo dalle suggestive valenze paesag- garantiscono principi di gestione e di relazione gistiche del sito ma anche dalle loro variabilità nei con l’ambiente naturale rispettosi dell’ecosistema diversi periodi dell’anno. Questo aiuta a preveni- e al tempo stesso promuovono una “narrazione” re la stagionalità, scongiurando il superamento includente il territorio nel suo insieme, che risulta della capacità di carico in alcuni mesi dell’anno attrattiva per stakeholders di varia natura, i quali e lo spopolamento nei restanti. Il parco riesce grazie alla loro presenza assicurano anche la so- così a distribuire i fl ussi turistici lungo gran parte stenibilità economica dell’area (Villa e Serveto i dell’anno e, talvolta, anche ad attirare numerosi Aguilò, 2013). escursionisti che, spinti dalla curiosità di vedere la profonda trasformazione del contesto naturale in seguito all’arrivo delle piogge, lo frequentano 2. Preservazione e fruizione per la sostenibilità in momenti diversi. La preservazione della natura di Doñana a Doñana è quindi legata in gran parte a una di- mensione pratica, volta alla conservazione di de- I principali interventi di tutela nel parco sono terminate specie e dei rispettivi habitat, ma anche legati all’eccezionalità e all’unicità dei suoi valo- alla gestione delle specie forestali e al recupero di ri naturali, riassumibili in vari sistemi ecologici aree degradate nel corso di fasi storiche di sfrutta- (la marisma, le spiagge, le dune mobili, i cotos e mento più intensivo. Tale dimensione non è però la vera) dai quali dipende anche la presenza delle l’unica. Allargando infatti lo sguardo al di fuori peculiari specie vegetali e animali. Tali elementi del Parco Nazionale e osservando la zona perife- vanno a comporre anche l’immagine turistica del rica di protezione e l’area di infl uenza socio-eco- parco, la quale trascende il mero signifi cato natu- nomica, possiamo riconoscere una dimensione ralistico della protezione e produce una narrazio- economica, volta alla produzione e allo sfrutta- ne attraente per visitatori e attori locali. Questi mento delle risorse ambientali. In linea con l’idea si identifi cano nello spirito del luogo e diventano spagnola di protezione della natura, il parco non agenti “attivi” perché assicurano la continuità dei è perciò una sorta di museo naturalistico: si incen- processi di territorializzazione, la valorizzazione tivano infatti forme di sfruttamento agricolo del degli elementi culturali ereditati dal passato e l’a- suolo in una vasta fascia; si sostiene l’allevamento, dattamento a nuove esigenze specifi che dell’epo- si promuovono forme di fruizione turistica diver- ca contemporanea. sifi cate che riguardano non solo i valori naturali, La maggior parte della superfi cie protetta è sot- bensì anche il patrimonio culturale materiale e toposta agli effetti delle marismas: le precipitazio- immateriale presente. Da tutto ciò si evince pure ni autunnali causano l’inondazione di gran par- la dimensione socio-politica del Parque Nacional te della vasta depressione circostante la foce del de Doñana, il quale diventa oggetto di una costru- Guadalquivir conferendole, per tutta la stagione zione “dinamica”, impregnata di rappresentazio- invernale e per gran parte di quella primaverile, ni e narrazioni relative all’uso sociale della natu- un aspetto lacustre. Nel corso della tarda primave- ra. Infi ne, in conseguenza di quanto detto fi nora, ra la superfi cie va pian piano asciugandosi, fi no a il parco assume anche una dimensione culturale risultare completamente secca nel periodo estivo. in quanto spazio identitario riconosciuto dalla po- In questo modo nel parco si è costituito un habitat polazione locale. Quest’ultima svolge un ruolo di

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111212 110/12/20150/12/2015 18:18:2618:18:26 primo piano nell’attivazione di pratiche sostenibi- mento polisensoriale della natura, arricchendo la li che permettono di mantenere, in giusto equili- loro esperienza all’interno del parco. brio, preservazione naturalistica e valorizzazione Forme di fruizione più libere sono possibi- economica (Ojeda Rivera, Gonzales Faraco e Lo- li all’interno di quei settori, disposti attorno al pez Ontiveros, 2006). Parco Nazionale, nei quali è possibile effettuare escursioni e seguire percorsi cicloturistici. Tali settori non svolgono solo una funzione di zona 3. La valorizzazione del Parco e del suo intorno cuscinetto ma sono dotati di proprie risorse, frut- to dell’interazione di una molteplicità di fattori di L’analisi della promozione turistica del parco origine naturale e antropica. può essere effettuata seguendo un doppio bina- Il parco non ha solo una vocazione conserva- rio che considera, da una parte, gli interventi zionista ed escludente rispetto alle attività umane all’interno dei suoi confi ni più stretti, dall’altra le ma può essere considerato portatore di un nuo- ripercussioni e le iniziative sulla più ampia area vo paradigma integratore, che tiene conto delle circostante. A tal proposito, si può notare come aspettative delle popolazioni locali residenti nelle numerosi interventi siano stati compiuti negli ulti- zone di transizione poste nel suo intorno. Gli ef- mi anni per incrementare il sistema produttivo lo- fetti positivi di politiche volte a questo fi ne sono cale. Tra di essi merita menzione il miglioramen- evidenti dall’analisi dei dati demografi ci relativi to delle attrezzature e delle infrastrutture, legate alla popolazione residente nell’area di infl uenza principalmente ai percorsi pedonali all’interno socio-economica. Quest’ultima ha conosciuto una del parco e alla peregrinazione verso la località di crescita costante negli ultimi venti anni, mante- El Rocío, che ogni anno accoglie grandi quantità nendo altresì uno dei tassi di invecchiamento del- di pellegrini provenienti da tutta Europa, in visita la popolazione tra i più bassi della rete delle aree all’Eremo dedicato alla Vergine. protette spagnole, sebbene sia aumentato legger- Le visite all’interno del Parco Nazionale sono mente nell’ultimo decennio; allo stesso modo, an- gestite in maniera molto controllata: l’accesso alle che il saldo migratorio è positivo. La presenza del zone di maggior pregio naturalistico è possibile parco è tutt’altro che secondaria in questo proces- solo attraverso tour organizzati da agenzie specia- so di sviluppo, come dimostra uno studio effettua- lizzate. Le guide descrivono dettagliatamente le to dal Organismo Autónomo des Parques Nacionales: i molte specie animali, osservabili solo in maniera locali, nonostante giudichino la normativa ecces- passiva e mediata attraverso i fi nestrini dei mez- sivamente restrittiva rispetto all’uso del territorio, zi motorizzati all’interno dei quali si compiono percepiscono la presenza del parco come positi- le visite. I visitatori entrano in contatto con gli va, in particolare ai fi ni della promozione e pro- elementi naturali solo sotto la stretta sorveglian- iezione sull’intera regione circostante, avvertono za delle guide: tale impostazione è chiaramente la notevole importanza di valori che consentono indispensabile per il raggiungimento degli scopi lo sviluppo turistico. Quest’ultimo contrasta la di- del parco, votato alla preservazione di una natura soccupazione e ha favorito un importante svilup- il più possibile intatta e separata dall’uomo, con- po dell’offerta di alloggi tra il 2007 e il 2010 (AA. siderato potenziale elemento di disturbo negli VV., 2012a). ecosistemi e nel paesaggio. Nel contempo tale im- postazione costituisce un signifi cativo limite alle possibilità di rafforzamento dei meccanismi di 4. Le sfi de di Doñana per la sostenibilità territorializzazione. Le visite iniziano dal Centro de Visitantes Jose Antonio Valverde o dagli altri centri La sola impostazione conservazionista porte- visita situati ai margini del Parco Nazionale (La rebbe a ottimi risultati dal punto di vista della Rocina, El Acebron, El Acebuche, La Fàbrica de Hielo). tutela del patrimonio naturale, ma implicherebbe Attorno a questi luoghi è possibile anche muover- pure una limitazione dei processi di territorializ- si a piedi, seguendo percorsi pedonali che si sno- zazione e dunque un indebolimento della relazio- dano all’interno dei boschi o lungo la spiaggia, ne tra territorio e abitanti (Gambino, Talamo e e che conducono verso zone rappresentative dei Thomasset, 2008). Questi ultimi, perdendo la fon- diversi ecosistemi, ben descritti attraverso cartelli damentale caratteristica di spontaneità, risultato illustrativi. In questo caso quindi è concesso un di una relazione intima con il luogo, rischierebbe- certo grado di margine di azione ai visitatori, che ro di diventare sterili o persino dannosi (Depraz, sono liberi di soffermarsi nei punti che ritengono 2008). Allo stesso modo, forme di valorizzazione di maggiore interesse e possono aprirsi a un godi- turistica fortemente controllate porterebbero a

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111313 110/12/20150/12/2015 18:18:2618:18:26 una fruizione passiva che escluderebbe la libera ire attorno a sé una rete naturale e umana in gra- iniziativa e l’interazione dei visitatori con l’am- do di attivare i virtuosi processi di relazione con biente. Questi si sentirebbero insoddisfatti e non il territorio nel quale è inserito. In tal modo lo riuscirebbero a creare un legame empatico con sviluppo promosso da questa area protetta, può i luoghi e il patrimonio presente nel parco (Lo- realmente essere considerato sostenibile, renden- ckerwood, Worboys e Kothari, 2006). La sola con- do disponibili le risorse anche per le generazio- servazione ridurrebbe pure la possibilità che il va- ni future. In questo processo di lungo periodo il lore dell’esperienza maturata nel parco raggiun- caso di El Rocío è particolarmente signifi cativo, ga la cerchia più o meno ampia dei conoscenti, dal momento che in maniera eclatante in questo limitando l’attivazione dei meccanismi di trasmis- villaggio si va raggiungendo un equilibrio tra sione, fondamentali quanto le campagne di mar- passato, presente e futuro attraverso la promo- keting nella promozione dell’immagine delle lo- zione di una forma di sviluppo locale basato su calità turistiche e funzionale all’implementazione pratiche tradizionali, legate alla terra e all’alleva- della loro valorizzazione (Aime e Papotti, 2012). mento, che però non dimentica di valorizzare tale Tali rischi potenziali non si verifi cano a Doñana patrimonio in chiave turistica, attivando un’indu- grazie alla presenza, accanto al parco, della zona stria in grado di garantire il giusto sostentamento periferica di protezione e dell’area di infl uenza economico per tutte le altre attività. socio-economica, all’interno delle quali i vincoli Per il Parque Nacional de Doñana si aprono sono assai meno stringenti e i processi territoriali pertanto scenari futuri auspicabilmente positivi, sono più dinamici. Grazie ad esse gli individui si in virtù delle buone pratiche territoriali avviate sentono investiti di un senso di responsabilità nel negli ultimi anni, in equilibrio tra protezione mantenimento degli equilibri naturali, realizzabi- della natura e sperimentazione di una gestione le attraverso il proprio agire economico. La nar- sociale del patrimonio ambientale. L’apertura razione volta a sottolineare l’alto valore non solo alla popolazione locale, attivamente coinvolta in naturalistico, bensì anche culturale della regione, attività collaterali alla protezione vera e propria, stimola in questo modo l’integrazione tra l’attivi- permette la realizzazione di un profi cuo lavoro tà antropica e la tutela dell’ambiente naturale. collettivo di accettazione sociale del parco e del- Tra le prossime sfi de che il Parque Nacional de la riserva, che assume a sua volta un ruolo at- Doñana dovrà affrontare, merita menzione la re- tivo nelle dinamiche di sviluppo locale (Villa e cente proposta dell’associazione Oceana di espan- Serveto i Aguilò, 2013). In questo modo riceve dere l’attuale area marina protetta a 80.000 ettari importanza il valore etico della protezione e il (Oceana, 2011). La proposta si allinea agli obiet- richiamo ai rapporti tra interessi collettivi e in- tivi formulati ad Antalya nel 2012, in particolare dividuali, da cui deriva una sorta di mediazione in relazione alla “creazione di una rete ecologica tra gli obiettivi scientifi ci di protezione della na- delle zone marine protette che sia rappresentati- tura e le aspettative delle popolazioni residenti va ed ecologicamente connessa” perché evidenzia intorno al parco. una visione sistemica del territorio, con una stret- ta connessione tra le dinamiche terrestri e quelle marine, una preoccupazione per i confl itti d’uso Bibliografi a (estrazione petrolifera, pesca, turismo), un’atten- zione alla tutela e alla valorizzazione di un’area AA.VV., Segundo Informe de Situación de la Red de Parques Naciona- strategica per la presenza di habitat marini molto les (2007-2010) - Parque Nacional de Doñana, Red de Parques importanti e potenzialmente produttiva (AA.VV., Nacionales, Ministerio de Agricultura, Alimentación y Me- dio Ambiente, Novembre 2012a. 2012b). Doñana, in virtù della complessità e dell’a- AA.VV., Antalya Declaration, 2012b, consultabile al link http:// pertura degli ecosistemi terracquei, rappresenta www.medmpaforum2012.org. infatti una sorta di primo tassello sull’Atlantico Aime M., Papotti D., L’altro e l’altrove. Antropologia, geografi a e di un sistema integrato di aree marine protette turismo, Torino, Einaudi, 2012. del Mediterraneo. Anche in relazione agli obiet- Depraz S., Géographie des espaces naturels protégés. Genèse, principes et enjeux territoriaux, Paris, Colin, 2008. tivi delle Nazioni Unite per il decennio 2011-2020 Gambino R., Talamo D., Thomasset F. (a cura di), Parchi d’Eu- (UNEP, 2013), la tutela delle acque della zona di ropa. Verso una politica europea delle aree protette, Pisa, Edizioni Doñana pare fondamentale anche per quelle del ETS, 2008. Mediterraneo, che vengono alimentate dall’Atlan- Lockewood M., Worboys G. G., Kothari A., Managing protected areas. A global guide, London, Earthscan publication, 2006. tico proprio attraverso il golfo di Cadice. OCEANA, Actividades humanas en el entorno marino de Doñana. Un’altra sfi da per il parco sarà di continuare Amenazas y propuesta de protección, 2011, consultabile al link ad essere un motore di sviluppo capace di costru- http://www.oceana.org.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111414 110/12/20150/12/2015 18:18:2718:18:27 Ojeda Rivera J.F., Gonzales Faraco J.C., Lopez Ontiveros A., Ministerio de Agricoltura, Alimentación y Medio Ambiente, Doñana en la cultura contemporanea, Madrid, Organismo 2013. Autónomo Parques Nacionales, 2006. Tutinelli R. (a cura di), La disciplina delle aree protette: Francia, Note Germania, Regno Unito e Spagna. Schede di sintesi e documenta- zione, Dossier del Servizio Studi del Senato, n. 69, Ottobre 1 La ricerca è stata svolta nell’ambito del PRIN 2009 “Svilup- 2013. po sostenibile e competitività degli spazi urbani e rurali: va- UNEP (United Nation Environment Program), Convention on lorizzazione delle aree naturali e delle identità territoriali” ed biological diversity. Aichi Biodiversity Targets, 2013, consultabile è frutto della collaborazione tra i due autori. Dino Gavinelli, al link http://www.cbd.int/sp/targets. Dipartimento di Scienze della Mediazione Linguistica e di Stu- UNESCO, Biosphere reserves: special places for people, Paris, UNE- di Interculturali, Università degli Studi di Milano, ha redatto i SCO, 2002. paragrafi 3-4; Giacomo Zanolin Dipartimento di Beni Culturali Villa J., Serveto I Aguiló P., Doñana, las otras huellas, Madrid, e Ambientali, Università degli Studi di Milano, i paragrafi 1-2.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111515 110/12/20150/12/2015 18:18:2718:18:27 Alessandra Giannelli

Aree protette e turismo sostenibile: il Gargano e le Isole Tremiti

Summary: PROTECTED AREAS AND SUSTAINABLE TOURISM: GARGANO AND TREMITI ISLANDS

Gargano National Park is a protected natural area 1.200 km large, instituted with the law 394/1991; it includes internal, coastal, and insular territories. Tremiti Islands are part of it and they are marine natural Reserve which were instituted with D.L. 14.07.1989. They are geographical spaces characterized by a weak economy, as their only source of subsistance is represented by tourism which is often a mass tourism, with a greatly seasonal characterization, vehicle for aggressive actions for the territory. It is clear that there is a need to safeguard territorial peculiarities, and guarantee a balanced course of economical development, feasible with the recognized forms of sustainable tourism, in the direction of a use of the geographical heritage in the full observance of its right evaluation.

Keywords: National Park, marine natural reserve, sustainable tourism, Gargano, Tremiti Islands.

1. Premessa la salvaguardia delle specifi cità riconoscendo al tempo stesso, laddove possibile, l’opportunità di Il presente contributo è una sintesi della re- un equilibrato percorso di sviluppo. lazione sul Parco nazionale del Gargano e sulla La stessa legge prevede una classifi cazione del- Riserva naturale marina delle Isole Tremiti (isti- le aree naturali protette in parchi nazionali, par- tuita precedentemente alla costituzione del Parco, chi naturali regionali e riserve naturali in virtù del quale fa parte la superfi cie emersa dell’arci- dell’importanza e della tipologia dei valori da sal- pelago), presentata durante il workshop sul tema vaguardare (art. 2). “Aree protette, turismo e sviluppo locale sosteni- bile”, nell’ambito del convegno “Towards 2020. Adriatic Sea, Ionian Sea and the ‘Aichi targets’” 2. Il Parco nazionale del Gargano (Silvi Marina, giugno 2014). Il provvedimento normativo di riferimento è in “I parchi nazionali sono costituiti da aree terre- Italia la legge n. 394 del 1991 (Legge quadro sulle stri, fl uviali, lacuali o marine che contengono uno aree protette), che detta principi fondamentali “al o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alte- fi ne di garantire e di promuovere, in forma co- rati da interventi antropici, una o più formazioni ordinata, la conservazione e la valorizzazione del fi siche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, patrimonio naturale del Paese” (art. 1) e defi nisce di rilievo internazionale o nazionale per valori na- le fi nalità da perseguire: conservazione di specie turalistici, scientifi ci, estetici, culturali, educativi, animali o vegetali, di singolarità geomorfologi- ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Sta- che e geologiche, di specifi cità paesaggistiche, di to ai fi ni della loro conservazione per le genera- equilibri idrogeologici ed ecologici; applicazione zioni presenti e future” (L. 394/1991, art. 2). di metodi di gestione o di restauro ambientale In Italia vi sono ventiquattro parchi nazionali; idonei a tutelare il corredo naturale garanten- quello del Gargano è nel primo “blocco” di istitu- do una sana integrazione nel rapporto uomo- zione (deliberato dalla legge su citata), quinto per ambiente; promozione di attività di ricerca e di estensione (118.144 ha) dopo i Parchi del Cilento formazione; difesa e ricostituzione degli equilibri e Vallo di Diano (178.172 ha), del Pollino (171.132 idraulici e idrogeologici (art. 3). Insieme con la ha), del Gran Sasso e Monti della Laga (141.341 consapevolezza dell’esigenza di proteggere il pa- ha) e dello Stelvio (130.734 ha). In Puglia dal 2004 trimonio territoriale, vi è l’apertura alla valoriz- vi è un secondo Parco nazionale, dell’Alta Murgia, zazione e sperimentazione di attività produttive con un’estensione di 68.033 ha. compatibili. L’ottica è dunque quella di garantire L’attuale perimetrazione del Parco nazionale

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111616 110/12/20150/12/2015 18:18:2818:18:28 del Gargano è defi nita dal D.P.R. 18.5.2001, ma bosco mediterraneo. In particolare, sono Vieste, dalla sua istituzione l’area ha subito numerose Peschici, Vico del Gargano, Monte Sant’Angelo nuove delimitazioni a seguito della valutazione di e Mattinata a comprendere nel loro territorio la richieste di inclusione od esclusione di porzioni di maggiore superfi cie boschiva. Il Parco del Garga- territorio da parte dei comuni interessati, diciot- no contiene un patrimonio naturalistico ricco di to in tutto, di cui sei interni (Apricena, Carpino, biodiversità (un terzo circa della fl ora presente in Rignano Garganico, San Giovanni Rotondo, San Italia e il 70% delle specie di avifauna censite a Marco in Lamis, Serracapriola), sei sviluppati ver- scala nazionale), tanto da rientrare nel progetto so l’interno ma con un piccolo tratto costiero (Ca- Natura 2000 (istituito dall’Unione Europea nel gnano Varano, Ischitella, Lesina, Monte Sant’An- 1992 e recepito in Italia nel 1997), una rete eco- gelo, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano), logica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, cinque costieri (Manfredonia, Mattinata, Peschi- con l’obiettivo di preservare la diversità biologica ci, Rodi Garganico e Vieste) e uno insulare (Isole di habitat naturali e seminaturali, fl ora e fauna Tremiti, già Riserva naturale marina dal 1989), selvatiche, minacciati o rari (www. minambiente.it). tutti in provincia di Foggia. L’Ente Parco naziona- Fanno parte del Parco nazionale del Gargano le del Gargano ha sede a Monte Sant’Angelo. anche siti di importanza preistorica (la grotta La zonizzazione del Parco prevede due tipolo- Paglicci in territorio di Rignano Garganico, con gie di aree: la zona 1 di rilevante interesse natu- pitture parietali neolitiche e numerosi graffi ti a ralistico, paesaggistico e culturale con limitato o testimonianza della presenza dell’homo sapiens, è inesistente grado di antropizzazione (vi rientrano una delle più importanti testimonianze di interes- le Isole Tremiti, la fascia costiera di Lesina e par- se paletnologico in Italia) (TCI, 2005, p. 229) e te di quella di Peschici e Vieste, la Foresta Umbra storica (si pensi, ad esempio, alla diffusa presenza ed altre aree meritevoli di un maggior margine di di castelli). tutela) e la zona 2, di valore naturalistico, paesag- Della varietà paesaggistica del Parco fa parte gistico e culturale con maggior grado di antropiz- anche la componente antropica costituita dall’esi- zazione. La maggior parte dei comuni ha aree ap- stenza di centri storici caratteristici per struttura partenenti ad entrambe le zone; fanno eccezione e/o posizione. Nell’area rientrano i centri abitati le Isole Tremiti, interamente nella prima e Apri- di Cagnano Varano, Carpino, Isole Tremiti, Matti- cena, Cagnano Varano, Rignano Garganico, Rodi nata, Monte Sant’Angelo, Peschici, Rodi Gargani- Garganico, Serracapriola, i cui territori sottoposti co, San Marco in Lamis, Vieste. Monte Sant’Ange- a vincolo sono esclusivamente nella seconda zona. lo, uno dei maggiori centri del Gargano, nonché Si tratta di uno spazio geografi co che presen- il più elevato (796 m s.l.m.), è ricco di emergenze ta una notevole varietà e qualità paesaggistica. Il architettoniche e opere d’arte, meta da secoli di promontorio del Gargano è infatti un mosaico pellegrinaggi in quanto sede del santuario di San territoriale le cui tessere sono aree montagnose Michele Arcangelo che dal 2011, insieme con sei (la cima più elevata è il Monte Calvo, 1.065 metri complessi architettonici fra monasteri, chiese e s.l.m.), terrazzi, una fascia costiera che si estende fortezze, fa parte del sito patrimonio Unesco Lon- per circa ottanta km, con coste alte rocciose e fra- gobardi in Italia. Luoghi di potere (www.unesco.it). stagliate alternate a distese sabbiose e presenza di Degni di nota sono anche i centri di Vieste e di morfosculture, un’idrografi a priva di corsi d’ac- Peschici, i cui nuclei storici strategicamente loca- qua perenni, con la presenza di due laghi costieri lizzati su un promontorio roccioso sono di origine (per l’esattezza lagune: Lesina e Varano, rispetti- medievale e il complesso fortifi cato dell’Isola di vamente con un’estensione di 51 e 60 kmq) e zone San Nicola delle Tremiti. umide. Il fenomeno del carsismo ha ampiamente segnato la morfologia del territorio, con diffuse manifestazioni quali numerose grotte, costiere ed 3. La Riserva naturale marina delle Isole Tremiti interne, presenza di polje e di doline (quella Poz- zatina, 5 km a sud di Sannicandro Garganico è L’arcipelago delle Tremiti è costituito da cin- una delle più grandi d’Italia, con una profondità que isole: San Domino (la più estesa), San Nico- di 104 m ed un perimetro di oltre 1.850 m) (Bis- la, Capraia, Cretaccio (poco più di un grande santi, 1991, p. 22). scoglio) e Pianosa (a 11 miglia da Capraia), per Buona parte del territorio del Parco è dotata un’estensione totale di 3,34 kmq; dista 12,5 miglia di un’ampia copertura vegetale, che trova la sua dalla località più vicina del Gargano (Torre Mi- massima espressione nella Foresta Umbra, una leto, frazione di Sannicandro Garganico). Come superfi cie di oltre 100 kmq di faggete, cerrete e anticipato, la superfi cie emersa dell’arcipelago

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111717 110/12/20150/12/2015 18:18:2818:18:28 fa parte del Parco nazionale del Gargano. Il mi- ti ha impiegato anni a “decollare” e superare la crosistema insulare delle Tremiti riproduce, in diffi denza dei residenti, che l’anno successivo alla scala, le varietà paesaggistiche del Promontorio. sua istituzione ne chiesero con una petizione po- Un “piccolo” patrimonio di elementi naturali (in- polare l’abolizione, senza alcun esito. La comuni- senature, grotte marine, scorci suggestivi, fondali tà locale vedeva minacciate le attività tradizionali di particolare interesse naturalistico e biologico, (turismo e pesca) che, fi nito nel 1946 il periodo di pineta) e antropici (archeologici: tombe greco-ro- confi no, dapprima penale e poi politico, che ave- mane e architettonici: il complesso monumentale va caratterizzato la vita delle isole, avevano risol- delle mura fortifi cate e dell’Abbazia di San Nico- levato le sorti dell’arcipelago proponendolo come la, sede di tre distinti ordini religiosi succedutisi meta turistica sempre più ambita. alla guida del Monastero dal 1000 al 1700). Le Isole Tremiti sono anche Riserva naturale marina, istituita con il Decreto interministeria- 4. Gargano e Isole Tremiti: prospettive di turismo le 14.07.1989. “Le Riserve naturali marine sono sostenibile costituite da ambienti marini dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che Gargano e Isole Tremiti sono spazi geografi ci presentano un rilevante interesse per le caratteri- per lo più caratterizzati da un’economia debo- stiche naturali, geomorfologiche, fi siche, biochi- le. Nel Gargano il progressivo passaggio da una miche, con particolare riguardo alla fl ora e alla compagine socio-economica prevalentemen- fauna marine e costiere, e per l’importanza scien- te agricola a una di tipo terziario è amplifi cato tifi ca, ecologica, culturale, educativa ed economi- dalla vocazione turistica, causa sempre più evi- ca che rivestono” (Legge n. 979/82 “Disposizioni dente degli squilibri economico-territoriali fra le sulla difesa del mare”). aree interne, che ad eccezione di San Giovanni Delle venti riserve marine previste dalla sud- Rotondo, assistono da anni a un abbandono pro- detta norma (prima legge specifi ca sulle aree ma- gressivo da parte dei residenti, e quelle costiere. rine protette), le Isole Tremiti sono state la terza, Attualmente prevale infatti il turismo balneare, dopo quelle di Miramare e Ustica (Varani, 2001, con una connotazione fortemente stagionale (im- p. 98). L’istituzione della Riserva ha come obiet- portante è anche il turismo religioso, concentrato tivi la protezione ambientale dell’area marina a San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo). Il interessata, la tutela, valorizzazione e osservazio- patrimonio paesaggistico è stato in alcuni punti ne per motivi di studio delle risorse biologiche, compromesso gravemente da strutture ricettive la promozione di uno sviluppo socio-economico e pararicettive e seconde case, causa a volte di compatibile con la rilevanza naturalistico-paesag- inquinamento idrico, abusivismo edilizio, incen- gistica dell’arcipelago (D.I. 14.7.1989). La Riserva di boschivi, dissesto idro-geologico ed erosione delimita un perimetro costiero di 20.410 metri costiera (fenomeno, quest’ultimo dal quale sono (Ente gestore è l’Ente Parco nazionale del Gar- vistosamente interessati i comuni di Rodi Garga- gano, Capitaneria di porto competente è quella nico, Peschici, Vieste, Monte Sant’Angelo e Matti- di Manfredonia) e si articola in tre zone: A di ri- nata) (Giannelli, 2004, pp. 374-375). serva integrale, che comprende il tratto di mare È evidente l’urgenza di tutelare le specifi ci- che circonda Pianosa, nel quale vige il divieto di tà territoriali naturali e antropiche insieme con balneazione e navigazione (se non autorizzate per quella di garantire un equilibrato percorso di motivi di studio), pesca e asportazione o altera- sviluppo economico, esigenze spesso confl ittua- zione degli elementi dell’ambiente geofi sico; B di li (“il dilemma fra conservazione dell’ambiente riserva generale, comprendente il tratto di mare e sviluppo del turismo diviene particolarmente circostante Capraia (ad eccezione di quello me- diffi cile da sciogliere quando l’ambito territoria- ridionale) e un breve tratto a SO di San Domino, le di riferimento è quello dei parchi naturali”) nei quali sono vietate pesca subacquea, pesca e (Mazzanti, 2001, p. 192); va sottolineato però che navigazione se non autorizzate; C di riserva par- la stessa legge 394/1991 prevede che “il regola- ziale, che comprende il residuo tratto di mare nel mento del Parco valorizzi altresì gli usi, i costu- quale è vietata la pesca professionale non autoriz- mi, le consuetudini e le attività tradizionali (…) zata. L’isobata di riferimento per la delimitazio- nonché le espressioni culturali proprie e caratte- ne delle acque della Riserva è quella dei settanta ristiche dell’identità delle comunità locali (art. metri, profondità raggiunta a poca distanza dalla 11)” e che “nel rispetto delle fi nalità del parco (…) costa a NE e a SO dell’arcipelago. la comunità del parco promuova le iniziative atte La Riserva naturale marina delle Isole Tremi- a favorire lo sviluppo economico e sociale delle

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111818 110/12/20150/12/2015 18:18:2918:18:29 collettività eventualmente residenti all’interno e che “l’Ente parco possa concedere a mezzo di spe- nei territori adiacenti. (…) Il piano del parco può cifi che convenzioni l’uso del proprio nome e del prevedere l’agevolazione o la promozione (…) di proprio emblema a servizi e prodotti locali che attività tradizionali artigianali, agro-silvo-pastora- presentino requisiti di qualità e che soddisfi no li, culturali, servizi sociali e biblioteche, restauro, le fi nalità del parco”, in un’ottica di promozione anche di beni culturali, e ogni altra iniziativa atta territoriale. a favorire, nel rispetto delle esigenze di conserva- Le attività indicate hanno una particolare va- zione del parco, lo sviluppo del turismo e delle lenza in quanto opportunità di valorizzazione del- attività locali connesse” (art. 14). Dunque uno le aree interne, radicamento della popolazione e spazio geografi co non “chiuso” sotto una campa- rafforzamento dell’identità locale, per di più lega- na di vetro, ed una comunità locale protagonista e te a un potenziale di domanda che non è stretta- responsabile del processo di valorizzazione identi- mente soggetto a vincoli di stagionalità. taria e gestione del territorio. Nel caso delle aree protette considerate, si ri- tengono compatibili (oltre che fortemente auspi- 5. Considerazioni fi nali e conclusioni cabili) con le peculiarità territoriali ed i vincoli correlati, tipologie di turismo sostenibile, espres- Dalla sua istituzione ad oggi l’Ente Parco ha sioni di quella concezione di turismo strettamente intrapreso diverse iniziative, fra cui quelle di fore- legata al concetto di “sviluppo sostenibile”, nella stazione e manutenzione dei boschi, di creazione consapevolezza che “anche per il turismo, esisto- di centri visita in strutture signifi cative per l’im- no i “limiti dello sviluppo”, superati i quali non portanza architettonica e ambientale, di recupe- potremmo lasciare le risorse su cui esso si fonda ro dei centri storici, di formazione professionale, alle generazioni future” (Girani e Varani, 2001, p. di promozione territoriale, ed anche la Riserva 227). Un turismo responsabile, consapevole dei li- naturale marina delle Isole Tremiti fa ormai re- miti delle risorse e rispettoso dell’identità del ter- gistrare buoni livelli di gestione. Pur in presen- ritorio, che ben si concilia con l’impegno di tute- za di determinazione nel perseguire gli obiettivi lare, valorizzare e promuovere attività esprimibili stabiliti, sono tuttora numerose le criticità, dal nel rispetto delle specifi cità del Parco, previsto mancato restauro di molte opere d’arte ed emer- dalla legge 394/1991. genze architettoniche alla chiusura di alcuni siti Più precisamente, valutando la situazione esi- monumentali ed archeologici, all’ancora scarsa stente, si ritiene siano espressioni di turismo preparazione professionale, ad un’attività di pro- sostenibile ed attività compatibili con gli spazi mozione del patrimonio geografi co non del tutto geografi ci considerati il turismo culturale per la effi cace ed alla mancanza di consapevolezza fra presenza di beni monumentali ed artistici, cen- gli attori delle comunità locali dell’importanza di tri storici, aree archeologiche, geositi (il Parco si fare sistema. Molti passi sono dunque stati effet- è candidato a far parte della rete dei Geoparchi tuati, ma il percorso da seguire richiede ancora italiani, a tutela e “promozione” del patrimonio impegno, perseveranza, responsabilità e capacità geologico); il turismo naturalistico, per la possibile di gestione di uno spazio geografi co custode di utilizzazione polifunzionale del patrimonio vege- un patrimonio fuori dal comune. tale, i percorsi con osservazione delle biodiversità, i fondali marini; l’agriturismo, come conciliazione di salvaguardia di tradizioni e modi di vita rurali, Bibliografi a esigenze di produzione agricola e coinvolgimento Bissanti A.A., Puglia geografi a attiva, Bari, Adda, 1991. turistico, nonché valorizzazione delle aree inter- D.I. 14 luglio 1989 Istituzione della Riserva naturale marina deno- ne (attualmente invece anche gli agriturismi sono minata “Isole Tremiti” nell’omonimo arcipelago. in gran parte localizzati in prossimità della costa); D.P.R. 18 maggio 2001 Nuova perimetrazione del Parco Nazionale l’albergo diffuso, nell’ottica di un’utilizzazione a del Gargano. fi ni ricettivi degli edifi ci di pregio rispettosa dei Gambino I. (a cura di), Turismo, ambiente e parchi naturali, in «Geotema», 15 (2001) (numero tematico). vincoli paesaggistici, di una riqualifi cazione dei Giannelli A., Il marketing territoriale per la Comunità Montana del centri storici e di una riscoperta degli stili di vita Gargano. Una prospettiva geografi ca, in Mastroberardino P. (a locali; l’agricoltura biologica e l’allevamento biologico, cura di), Contributi sul tema dei sistemi turistici locali. Rifl essio- in un percorso di sviluppo rurale; le produzioni ti- ni sull’area garganica, Napoli, ESI, 2004, pp. 363-384 e 444- 451. piche e l’artigianato, recupero di abilità e tradizioni Girani A., Varani N., Il parco regionale dell’Aveto. Problemi e prospet- specifi che e rafforzamento di identità territoriali. tive. L’eco-turismo come fattore di sviluppo trainante, in «Rivista L’art. 14 della legge 394/1991 prevede, peraltro, Geografi ca Italiana», 2001, pp. 227-246.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 111919 110/12/20150/12/2015 18:18:2918:18:29 Innocenti P., Geografi a del turismo, Roma, Carocci editore, 2012. Touring Club Italiano, Puglia, Milano, 2005. L. 31 dicembre 1982 n. 979 Disposizioni per la difesa del mare. Touring Club Italiano, Parchi e aree protette in Italia, Milano, TCI, L. 6 dicembre 1991, n. 394 Legge quadro sulle aree protette. 2003. L.R. 24 luglio 1997 n. 19 Norme per l’istituzione e la gestione delle Touring Club Italiano, Piccole città, borghi e villaggi. Sud, Milano, aree naturali protette nella Regione Puglia. TCI, 2008. Lemmi E., Dallo “spazio consumato” ai luoghi ritrovati. Verso una Varani N., La funzione delle aree marine protette nella gestione geografi a del turismo sostenibile, Milano, Franco Angeli, 2009. dell’ambiente costiero. Il caso ligure, in «Geotema», Bologna, Maestrelli S., I parchi: una risorsa nazionale per uno sviluppo di Pàtron, 2001, n. 3. qualità, in «Rivista Geografi ca Italiana», 2001, pp. 183-189. Varraso I., Turismo e dinamiche territoriali di sviluppo. Valorizza- Mazzanti R., Alcune rifl essioni sulla capacità di carico turistico zione delle risorse e organizzazione sistemica degli spazi garganici, all’interno dei parchi naturali, in «Rivista Geografi ca Italiana», Napoli, ESI, 2004. 2001, pp. 191-205. Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sitografi a Decreto 27 aprile 2010. Quaini M. (a cura di), Il paesaggio italiano, patrimonio, identità, www.minambiente.it gestione, Rapporto della Società Geografi ca Italiana, Roma, www.parcogargano.gov.it 1999. www.unesco.it

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112020 110/12/20150/12/2015 18:18:3018:18:30 Rosalina Grumo

L’ecoturismo nel Mediterraneo e l’Area Marina Protetta Torre Guaceto: salvaguardia e sviluppo

Summary: ECOTOURISM IN THE MEDITERRANEAN AND THE PROTECTED MARINE AREA OF TORRE GUACETO: SAFEGUARD AND DEVELOPMENT

The article focuses on the environment and tourism which nurture each other creating progressing or negative effects. The scenario where it develops is the Mediterranean area with its historical and cultural values, the presence of big towns and coastal places, the rich and beautiful nature. In the last years many plans and projects regarding the Mediterranean area came one after the other. The article deals mainly with the system for the protection of naturalistic areas and especially of the safeguarded marine areas. The case study described is the Protected Marina of Torre Guaceto (Brindisi) giving the chance to assess not only the environmental aspects and its protection but also to evaluate the acceptance to a shared mo- del for development by institutional authorities and private players who work for the territory in order to guarantee local economy improvements.

Keywords: ecotourism, Protected Marine Area, protection, development.

1. Premessa le destinazioni turistiche (DG Enterprise and In- dustry, 2013, pp. 7-8). Il turismo di natura e l’ecoturismo sono stret- Già dai primi anni del Duemila il turismo tamente collegati all’ambiente in quanto consen- di natura e in particolare quello riguardante i tono una fruizione controllata degli spazi natura- Parchi, le Aree Protette, le Oasi e le Riserve ha li e fungono da meccanismo di regolazione dove registrato una domanda sempre più consisten- siano presenti aspetti confl ittuali e distruttivi del te, non solo perché favorisce il contatto con la patrimonio naturale (Morazzoni, 2003, p. 94). natura e offre la possibilità di realizzare attività L’ecoturismo può essere metodologicamente all’aria aperta, ma anche perché consente la va- inquadrato nell’ambito delle forme di turismo lorizzazione del connubio natura/cultura e pro- orientate alla sostenibilità e alla responsabilità dotti tipici. Tale tendenza si è stabilizzata ed è sociale. Il turismo sostenibile ha conosciuto una cresciuta nel tempo (Osservatorio permanente signifi cativa diffusione negli ultimi decenni e si sul turismo natura, 2009; OMT, 2013). Accanto pone in chiara alternativa all’impostazione del alla salvaguardia e alla realizzazione di principi turismo di massa, poco attento alla conservazio- di equilibrio e sostenibilità si è sviluppata anche ne delle risorse naturali del territorio, avendo tra una politica attiva che potremmo defi nire “pro- gli obiettivi principali il controllo della capacità duttiva”, nella quale oltre alla regolamentazione di carico (carrying capacity) delle località (World e ai vincoli tesi alla conservazione si individuano Commission on Environment and Development, azioni non contrastanti che esaltino le attività 1987; Morandi, 2013, 17; Touring Club, 2005, economiche, compatibili con le aree da proteg- pp. 76-81). L’attività relativa all’ecoturismo tiene gere, in un’ottica di rivitalizzazione e sviluppo conto di alcuni elementi essenziali: sostenibili- dell’intero contesto territoriale (Leone, 2002, p. tà ambientale, culturale, sociale ed economica; 201). educazione ambientale; partecipazione effettiva Nel Mediterraneo il turismo é caratterizzato della comunità locale nella gestione dell’ecotu- da particolari elementi attrattivi: la presenza di rismo e accesso ai benefi ci economici materiali grandi città e di poli culturali e religiosi, la rile- da esso generati. Riguardo il primo elemento, vanza delle località costiere, dell’ambiente rurale in particolare, all’ecoturismo è riconosciuto in e dell’ambiente naturale. Quest’ultimo ricono- campo internazionale un ruolo pioneristico nel sciuto e apprezzato per la ricchezza e la varietà muovere l’industria turistica verso standard di dei paesaggi rappresenta in termini turistici un sostenibilità, divenuti sempre più importanti per segmento in continua ascesa al quale bisogna pre-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112121 110/12/20150/12/2015 18:18:3018:18:30 stare attenzione sia in termini di strategia che di zata come caso di studio, si inserisce nel sistema di sensibilità ed equilibrio. protezione speciale della Puglia che comprende La pratica dell’ecoturismo e del turismo soste- due Parchi nazionali (Gargano e Alta Murgia), nibile nel Mediterraneo è essenziale per superare nove Parchi regionali, ventitre Riserve naturali gli impatti a volte disastrosi, causati dal supera- regionali statali e tre Aree Marine Protette (Isole mento della capacità di carico, in quanto molte Tremiti, Porto Cesareo e Torre Guaceto) (Regio- destinazioni rappresentano la fase matura e di- ne Puglia, 2001). scendente dello sviluppo. In tal senso il contributo delle aree protette può risultare prezioso (Arlem, 2013, pp. 2-7). Il Mediterraneo è una meta turisti- 3. L’Area Marina Protetta Torre Guaceto ca tra le più richieste. Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, al 2012, un terzo dei fl ussi Il suo nome deriva dall’arabo al gaswit, luogo turistici mondiali ha interessato i Paesi che si af- dell’acqua dolce. Essa è situata a nord di Brindisi facciano sul Mediterraneo con circa 306 milioni da cui dista circa 20 km e a sud di Bari, capoluogo di turisti, ponendosi come prima destinazione tu- della Regione, da cui dista 99 km. L’Area è situa- ristica al mondo, nonostante la presenza dei paesi ta all’interno del sistema delle aree naturali pro- emergenti e le problematiche relative ai confl itti e tette della provincia di Brindisi, caratterizzato da alla sicurezza nel Sud dell’area del Mediterraneo due Zone di protezione speciale (Stagni e Saline (World Tourism Organization, 2012). Tuttavia ap- di Punta Contessa e Torre Guaceto) e nove Siti pare necessario cercare di fare sistema, praticare di Importanza Comunitaria (SIC) tra cui Murgia un modello di sviluppo ecoturistico e cooperare Sud Est e Murgia dei Trulli. attraverso la partecipazione a progetti strategici. L’uso del suolo è quasi esclusivamente destina- Un esempio è il programma MEET (Mediterrane- to all’agricoltura di terreni marginali, bonifi cati an Experience of Eco-Tourism) che vede coinvolte in parzialmente, sino ad occupare i lembi inter- rete venti Aree Protette del Mediterraneo (ENPI ni dell’area (Assessorato all’Ambiente Regione CBC MED, 2013). Puglia, 2008). Torre Guaceto si distingue per ricchezza e varietà di habitat, per specie di im- portanza comunitaria e una biodiversità elevata. 2. Le Aree Protette in Italia e in Puglia Considerata Zona umida e regolamentata nel 1971 dalla Convenzione di Ramsar è stata isti- Il sistema delle aree naturali protette è rego- tuita come Area Marina Protetta nel 1991 (legge lamentato con la legge quadro n. 394 del 1991. n. 394) e come Riserva naturale statale nel 2000. Nell’esperienza italiana si evidenziano elementi Nello stesso anno si costituisce il Consorzio di innovativi per quanto attiene la capacità di colle- gestione pubblico/privato di Torre Guaceto, un gare i parchi alle specifi cità territoriali e far di- raro esempio di Consorzio misto tra i Comuni di venire questi ultimi strumenti di conservazione, Brindisi e Carovigno, nel cui territorio è inserita ma anche di sviluppo locale. Dal 2010 la regola- l’Area del WWF. La Riserva terrestre è delimitata mentazione aggiornata della legge prevede la a nord dalla località denominata “Punta Penna presenza di 871 Aree naturali protette (Ministe- Grossa”, a sud dal Canale Reale e ad ovest dall’a- ro dell’Ambiente, Tutela de territorio e del mare, bitato di Serrannova, una frazione di Carovigno. 2014). Le Aree Marine Protette istituite dalla leg- L’Area si raggiunge in auto dalla Statale 379 Bari- ge n. 979 del 1982 trovano nella legge quadro del Brindisi-Lecce. L’accesso dal parcheggio segue 1991 una loro organicità. In Italia sono presenti l’attraversamento del magnifi co Parco degli ulivi ventisette Aree Marine, due Parchi sommersi e il secolari, all’interno della Strada del Parco agrario Santuario internazionale dei mammiferi marini. dell’Alto Salento. Al limite della Riserva terrestre La ricchezza e l’eterogeneità dei valori naturali e si segnala la presenza del Castello di Serranova socio culturali di un’Area marina possono essere dei Dentice di Frasso, ora acquistato dai Vallone. considerate come una risorsa integrata, fortemen- Torre Guaceto è un Parco marino e agricolo. te attrattiva per il settore turistico e in grado di Si tratta di un’area caratterizzata da 1.100 ettari rispondere positivamente ad una particolare tipo- a mare che rappresentano la Riserva marina in- logia di domanda turistica, sempre più sensibile tegrale e 2.200 ettari a terra, il 77% del territorio e ricettiva alle tematiche dell’ecoturismo e del è infatti riservato all’agricoltura. La parte marina turismo sostenibile e orientata verso un’offerta tu- comprende 8 km di costa sabbiosa e a tratti roc- ristica ambientale e culturale, oltre che balneare. ciosa bassa, non tutta balneabile. Nell’area non L’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, analiz- esiste un piano regolatore e vige la zonizzazione

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112222 110/12/20150/12/2015 18:18:3118:18:31 di seguito esposta. La Zona A è Riserva integrale settimana una pesca sostenibile, con rete a maglia con Zona umida e tratto costiero non balneabile. larga, per consentire il passaggio dei pesci e non In essa è ubicata la Torre Guaceto. La Zona B é interrompere il loro ciclo di vita. A tal proposito Riserva generale balneabile e in essa sono presenti è nato un Consorzio di pescatori (nove unità) che numerosi servizi quali: lido attrezzato, bar e par- pescano nell’Area e anche al di fuori con buoni cheggio, gestiti direttamente dal Consorzio e dalla vantaggi economici. Anche in questo settore si Cooperativa Thalassia Brindisi con servizi di guida registra la presenza di marchi: il marchio del fi - per turisti e per gruppi scolastici provenienti dalla letto di cefalo di Torre Guaceto e della bottarga Puglia e da fuori regione. La Zona C é Area marina di cefalo quando ha concluso il ciclo. In questo balneabile in cui si possono praticare attività di settore, come in quello agricolo dove tra l’altro snorkeling e stages di avvicinamento alla vela. non è consentita la vendita diretta dei prodotti, sa- L’attraversamento dell’Area avviene con percor- rebbe necessaria una maggiore sensibilizzazione si per cicloturisti, escursioni a piedi e un trenino e un coinvolgimento dei pescatori attraverso visi- che nel periodo estivo al tramonto si sposta dalla te guidate con proprie imbarcazioni per trasferire Spiaggia di Punta Penna Grossa al promontorio la loro competenza e farli divenire ambasciatori della Torre Guaceto. Tra i servizi di fondamenta- e attori di promozione per l’Area e il territorio. le importanza si segnala il Centro operativo, ubi- Il terziario è rappresentato dai servizi garantiti, cato nel Centro visite. Esso promuove e concorre alcuni già menzionati, oltre che dalla pulizia che alla scoperta di un mondo naturale e culturale si effettua a mano e dalla sicurezza, svolti dal Con- di grande rilievo che protegge tutte le specie. Un sorzio e da una Società interinale con dieci addet- esempio è la presenza di strutture dedicate come ti presenti tutto l’anno che diventano trenta nel la Casa per il recupero delle tartarughe marine e periodo estivo. In tale periodo gli introiti relativi la Casa delle tartarughe terrestri. alla spiaggia e al parcheggio consentono al parco Torre Guaceto oltre che essere un’oasi natura- di autofi nanziarsi. listica ha anche una funzione produttiva ed eco- Riguardo la fruizione turistica si può registrare nomica. Il Parco agricolo è caratterizzato dalla un numero elevato di fruitori nel periodo estivo, presenza di terreni, sia grandi appezzamenti che 131.400 nel 2014, il 63% solo nel mese di agosto, piccole e piccolissime proprietà (venti-trenta albe- ma si tratta soprattutto di visitatori ed escursioni- ri), la cui frammentazione produce confl ittualità sti date le caratteristiche del Parco e la sostenibili- e scarsa cooperazione, non consentendo la costi- tà richiesta. Per questo motivo la ricettività turisti- tuzione di una fi liera. I terreni sono parzialmen- ca si presenta esigua ed è legata ad una Masseria te a conduzione biologica ma si sta cercando di e qualche b&b, mentre la fruizione delle Case informare e sensibilizzare gli agricoltori in tal dell’Ente Riforma, consentirebbe di potenziare senso. Le colture più importanti sono i vitigni la ricettività evitando gli impatti e permettendo autoctoni (2/3 negroamaro e 1/3 susumariello), accoglienza secondo il modello dell’albergo diffu- l’olivo (leccina, cellina e ogliarola) e il pomodoro so. Le stesse Case del Parco vengono già in parte fi aschetto. La qualità di questi prodotti è garanti- utilizzate per realizzare spettacoli all’interno di ta dalla presenza di marchi: un olio dal marchio una Rete teatrale della Regione Puglia (Segrete- collettivo biologico denominato l’Oro del Parco ria Tecnica di Torre Guaceto, 2014). e il Marchio del pomodoro fi aschetto che rientra in un progetto di recupero, risultato di anni di lavoro dei tecnici della Riserva, di Slow Food e de- 4. Una pianifi cazione sostenibile per uno sviluppo gli agricoltori dell’Area. Nel Parco agricolo sono integrato. Alcune considerazioni conclusive presenti settanta casolari dell’Ente Riforma di cui venti utilizzati per l’agricoltura e seconde case e Alla luce di quanto detto ci si chiede quale sia cinquanta abbandonati, anche se si sta progettan- la strategia di Torre Guaceto per la salvaguardia do di valorizzarli con la costituzione di un piccolo e la valorizzazione produttiva di questo ambien- villaggio eco natura. te, anche rispetto al suo contesto territoriale. Si è La seconda dimensione economica del Parco, cercato di rispondere alle questioni avanzate già quella marina, è concentrata sull’attività della negli anni Ottanta riguardo la diffi coltà di pro- pesca. Quando è stata istituita l’Area la pesca era teggere un ambiente naturale in rapporto agli in- vietata per la presenza di fenomeni quali la pesca sediamenti urbani, industriali e turistici. Tra gli di frodo e il contrabbando. Il fermo ha causato elementi critici si sottolineava la presenza a forte un ripopolamento esponenziale e si è pensato, in impatto ambientale dell’allora Petrolchimico del- modo contingentato, di riprendere una volta alla la Montecatini, localizzato nelle saline di Brindisi,

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112323 110/12/20150/12/2015 18:18:3118:18:31 l’inclusione di centri di non rilevante dimensione artigianali locali coerenti con le fi nalità istituti- demografi ca i cui stabilimenti, ubicati nell’area, ve della Riserva. La concessione è stabilita da un provocavano tuttavia scarichi dannosi, una rura- regolamento che verifi chi il possesso di requisiti lità che doveva relazionarsi alla Riserva in modo di qualità che soddisfi no esigenze di sostenibilità più virtuoso e una terziarizzazione controllata de- ambientale, sociale ed economica (Riserva natu- gli insediamenti turistici costieri nella zona a nord rale di Torre Guaceto, 2012, pp. 1-8). di Brindisi. Inoltre ci si domandava se le attività Rilevante è anche l’aspetto della progettualità economiche attivate nella Riserva fossero in gra- e della costituzione di partenariati. Nel Mediter- do di entrare nel sistema economico-territoriale raneo ricordiamo il Progetto Live Your Tour (2012- della Puglia, attraverso una rete effi cace di rela- 2015), fi nanziato da ENPI CBC MED (European zioni (Landini e Mininno, 1983, pp. 319-342). Neighbourhood and Partnership Instrument for Cross La pianifi cazione attuale ha cercato di fornire Border Cooperation Mediterranean Sea) facente capo risposte sia in termini di sostenibilità che di atten- ad un gruppo di progetti sul turismo sostenibile zione allo sviluppo economico dell’intera area. in cooperazione tra Italia, Spagna, Libano e Tu- Dai primi anni del Duemila, partendo da un’a- nisia che ha l’obiettivo principale di favorire la nalisi puntuale del sistema della Riserva in termi- destagionalizzazione dei fl ussi turistici nelle aree ni naturalistici, si è dato rilievo all’economia del marginali. territorio e all’accessibilità, per giungere ad una In ultimo un’attenzione particolare è riservata promozione e una comunicazione effi cace. A tal alla comunicazione. La Fondazione Telecom ha proposito si sono valutati i punti di forza (il pro- fi nanziato un progetto per l’incremento dell’at- cesso virtuoso che ha condotto all’istituzione di trattività turistica del territorio attraverso la cre- una Riserva, la potenzialità per il settore turistico azione di un portale web. Il progetto denominato del segmento natura, l’opportunità per il settore Temp (Territorio, tecnologia e aree marine pro- dell’agricoltura, lo spirito di impresa delle comu- tette) coinvolge in maniera sinergica e coordinata nità locali) e i punti di debolezza (la crisi econo- i Consorzi di gestione delle Aree Marine Protette mica del contesto territoriale, la carenza di servi- di Torre Guaceto e Porto Cesareo e il Consorzio zi, la mancanza di sicurezza) e si sono proposte Nazionale Interuniversitario per le Scienze del azioni volte a rimuovere i defi cit strutturali. Mare. I piani di gestione più recenti hanno avuto Si può dunque concludere che negli ultimi come obiettivo la gestione integrata e sostenibile anni sono state realizzate linee strategiche che delle coste, data la posizione dell’area, stretta tra hanno consentito di superare alcuni punti di de- insediamenti industriali e turistici, per giungere bolezza iniziali. Tali linee hanno riguardato: azio- alla valorizzazione e fruizione completa della ri- ni sinergiche e strategiche per la difesa del patri- serva. In particolare quest’ultimo aspetto è ritenu- monio naturale e culturale sia attraverso attività to fondamentale al pari della conservazione delle interne che rivolte ad altre Aree marine Protette specie, della sperimentazione di un nuovo rappor- nazionali e internazionali; partecipazione della to uomo e ambiente e della promozione di atti- comunità locale (residenti e operatori) nella ge- vità di educazione ambientale (Ciccolella, 2001, stione e nell’accesso ai benefi ci economici mate- pp. 157-175; Consorzio di gestione Torre Guaceto, riali in funzione di una pianifi cazione effi cace; 2014, p. 19). educazione ambientale della popolazione locale Inoltre, riguardo la pianifi cazione integrata, e dei turisti. L’auspicio è che la fruizione turisti- Torre Guaceto è inserita nel Sistema Ambientale ca dell’Area che consente la destagionalizzazione e Culturale (SAC) la Via Traiana che mette in rete dei fl ussi resti nel periodo estivo entro i limiti con- beni ambientali, culturali, aree protette, bibliote- sentiti ad un’Area Protetta e che la pianifi cazione che e archivi. Il comune capofi la è Ostuni e gli costiera sia integrata e metta in equilibrio tutti i altri soggetti, oltre la Riserva Torre Guaceto, sono gli elementi (urbani, industriali e turistici), pre- i Comuni di Brindisi, Carovigno, Fasano, San Vito servando nel tempo un’area di così alto valore, dei Normanni, Ceglie Messapica e il Parco delle riconosciuta essenziale per il sistema naturalistico Dune costiere. ed economico di Brindisi e della Puglia. Un ulteriore punto chiave della strategia è co- stituito dalla qualità. La concessione d’uso del marchio della Riserva Naturale dello Stato si ri- Bibliografi a volge ad attività turistiche (attività ricettive e del- ARLEM, Euro-Mediterranean Regional and Local Assembly, la ristorazione) e del commercio al dettaglio di Relazione sul turismo sostenibile nel Mediterraneo, Bruxelles, prodotti agroalimentari con marchio, e prodotti 2013, pp. 2-7.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112424 110/12/20150/12/2015 18:18:3118:18:31 Assessorato All’ambiente Regione Puglia, Siti della Rete Natura tà ecoturistiche: principi ed esperienze, Milano, F. Angeli, 2003, 2000 in provincia di Brindisi, 2008. p. 17. Ciccolella A., La gestione integrata delle Zone umide. Modelli pilota Morazzoni M., Turismo, territorio e cultura, Torino, De Agostini, di gestione e sviluppo nella zona umida di Torre Guaceto, Brindi- 2003, p. 94. si, Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, 2001, pp. 157- Organisation Mondiale du Tourisme, Faits saillants OMT du tou- 175. risme, Madrid, OMT, 2013. Consorzio Di Gestione Torre Guaceto, Programma di gestione, Osservatorio Permanente sul Turismo Natura (a cura di), 6° Brindisi, 2014, p. 19. Rapporto sul turismo natura, Milano, Il Sole 24 Ore Edagri- DG Enterprise and Industry, European Tourism Indicator Sy- cole, 2009. stem, Toolkit for Sustainable Destinations, Bruxelles, European Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo Cultura e Turi- Union, 2013, pp. 7-8. smo, Aree Marine Protette. Puglia Storie di mare, Torre Guaceto, ENPI CBC MED, European Neighbourhood and Partnership In- Porto Cesareo, Isole Tremiti, Ceglie Messapica, 2011. strument for Cross Border Cooperation Mediterranean Sea, MEET Riserva Naturale Torre Guaceto, L’ospitalità e l’ambiente in un (Mediterranean Experience of Eco-Tourism), 2013. marchio, progetto pilota sul turismo sostenibile della riserva, Brin- Landini P., Mininno A., Le aree umide nel sistema geografi co-econo- disi, 2012, pp. 1-8. mico pugliese, in Pinna M. (a cura di), La protezione dei laghi e Touring Club, Libri Bianchi del Touring Club, Sviluppo sostenibi- delle zone umide in Italia, Roma, Società Geografi ca Italiana, le e competitività del settore turistico, Milano, Touring Editore, 1983, pp. 319-342. 2005, pp. 76-81. Leone U., Nuove politiche per l’ambiente, Roma, Carocci, 2009, World Commission on Environment and Development, Our p. 201. Common future, Oxford, Oxford University Press, 1987. Ministero dell’Ambiente, Tutela del territorio e del mare, 2014. World Tourism Organization, The future of tourism in the Medi- Morandi F. (a cura di), Organizzazione e pianifi cazione delle attivi- terranean, 2012.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112525 110/12/20150/12/2015 18:18:3218:18:32 Enrica Lemmi, Hervé Mamboueni-Mboumba

Aree protette e turismo: fra approccio “neoliberista” e sostenibilità. Il modello delle Cinque Terre1

Summary: PROTECTED AREAS AND TOURISM: BETWEEN NEOLIBERIST APPROACH AND SUSTAINABILITY. THE CINQUE TERRE MODEL

In the present situation marked by a strong economic instability and the relevant problem of unemployment, it becomes urgent the identifi cation of indicators able to highlight a wealth increase. This must be conceived as a result of the envi- ronmental improvement from a general point of view, that simultaneously underlines the social character of the production process. Italy may aim for the enhancement of its protected areas not only to develop a sustainable tourism but also to reduce unenmployment. The present paper, after a brief description of tourism as a mean to generate sustainability in the employment market, will focus on the economic development model followed in Cinque Terre, starting from a study carried out in 2010 by “Centro Studi e Ricerche della Fondazione Campus” in Lucca. In short, the present survey describes the transition from the liberist concept to sustainability, considering the contribution of local policies to the territorial promotion both referring to the Cinque Terre Natural Park and the whole tourist chain.

Keywords: neoliberism, sustainability, tourism, local development model, Cinque Terre Natural Park.

1. Rifl essione sui principali paradigmi dello questa prospettiva, quello che emerge è un con- sviluppo economico testo generale di instabilità e precarizzazione del lavoro. Finalità del presente lavoro è contribuire ad Per tutte queste motivazioni, il presente lavo- estendere il campo delle azioni praticabili contro ro parte dall’assunto che l’Italia di oggi appare la disoccupazione, un grave disequilibrio sociale caratterizzata da una domanda crescente di be- che non solo indebolisce il sistema democratico2, nessere diffuso nella società e di un maggiore ma che porta ad un progressivo degrado territo- progresso sociale, in un contesto sempre più se- riale. In un dibattito che sembrerebbe esclusiva- gnato non solo da un avanzamento della preca- mente economico, il contributo della geografi a rietà, ma anche della disoccupazione. Allo stesso si sostanzia nella necessità di analizzare l’alta tempo, tuttavia, dobbiamo con Fitoussi (2013, p. variabilità connessa alla presenza di realtà locali 216) valutare se “pensiamo veramente di risol- profondamente diverse le une dalle altre. Una va- vere il problema della disoccupazione moltipli- riabilità, quindi, che richiede una “mente locale” cando il numero dei salariati che in realtà non (La Cecla, 1993); una territorializzazione incen- possono più vivere del loro lavoro?”. Dietro la trata sul fatto che “i luoghi non esistono senza le situazione degli ultimi trent’anni, in cui il mon- pratiche sociali che li qualifi cano” (Ferrata, 2013, do è diventato più instabile perché è aumentata p. 37). la “precarietà del lavoro” (Chang, 2010, p. 68), si Più in dettaglio, il contributo economico del nasconde il pensiero economico dominante del territorio attraverso l’occupazione nel turismo neoliberismo3, l’applicazione del cui modello ha implica una forte criticità nel fenomeno dell’an- fortemente caratterizzato l’organizzazione dei si- damento stagionale del settore, che si confi gura stemi economici e la società nella seconda metà in realtà come un elemento intrinseco allo stes- del Novecento. so mercato del lavoro nel turismo, notoriamente È opportuno ricordare che l’inizio della svolta ad ampia fl essibilità. Tuttavia, il concetto della neoliberista può essere fatta risalire alla politica stagionalità nel turismo, che spesso viene vissuta economica degli Stati Uniti agli inizi degli anni come “fi siologica” per le relative attività lavorati- ’80, che in una prima fase si concretizzò essenzial- ve, comporta delle ricadute negative sul comparto mente come un’applicazione di politiche moneta- nel complesso, sia per le destinazioni turistiche rie restrittive4, per poi ampliarsi ad azioni ancora che per gli operatori e gli impiegati nel settore. In più massive, quali le cospicue riduzioni delle tas-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112626 110/12/20150/12/2015 18:18:3218:18:32 se sulle imprese o l’eliminazione dei controlli sui Questi dati rievocano, comunque, il concetto di movimenti di capitali (Arrighi e Zhang, 2010). A stagionalità richiamato in precedenza e sollevano livello delle imprese, fu proprio nel 1981 che Jack l’interrogativo, a partire dall’esperienza ligure, di Welch cominciò a sostenere e portare avanti il come poter invertire l’andamento del fenomeno, “principio della massimizzazione dello shareholder in virtù di un processo di destagionalizzazione value”. Welch sosteneva che i manager venissero che meglio distribuisca i fl ussi turistici in un arco remunerati a seconda di quanto erano in grado di temporale maggiore. offrire agli azionisti. Il massimo da offrire dipen- Come è noto, il turismo determina sempre deva ovviamente dalla massimizzazione degli utili più interazioni spaziali complesse e mobilità in- che, a loro volta, dipendevano da un taglio dra- ternazionale, facendo registrare un aumento del stico del costo del lavoro, degli investimenti, delle numero delle persone che apprezzano i paesaggi giacenze di magazzino, dei quadri intermedi, ecc. lontani. Già da questo punto di vista, le Cinque (Chang, 2010, p. 31). Terre, insieme al Cervino, la Patagonia, le isole Tale principio, che ha costituito il modello se- Svalbard ed altre affermate destinazioni, fanno guito da molti Paesi vicini alla cultura manageria- parte di quelle realtà turistiche che suscitano una le britannica e americana, si presenta come una domanda sociale di paesaggio elevata, oltre a cre- gestione dell’impresa a favore degli azionisti; di are immagini destinate ad attrarre imprese ed fatto, si tratta della creazione di un’alleanza fra investitori (Ferrata, 2013, p. 95). Le Cinque Terre manager professionisti e azionisti5. Notoriamente come area protetta, così come i Parchi nazionali questo modello ha dimostrato nel tempo i propri – in un contesto in cui il numero degli stessi in limiti in termini di crescita dello sviluppo e, di Italia risulta limitato –, rappresenta un’occasione fronte alla crisi dello spazio economico globale per dimostrare quanto il concetto di competi- degli ultimi anni, sono stati gli stessi economisti tività non sia solo applicabile alle aziende, ma ad ammettere che di fatto “eravamo smarriti in anche ai singoli territori. Ricordiamo a questo un universo parallelo irrigidito da altre dottrine, punto che il Parco Nazionale delle Cinque Terre altre metriche e altri sistemi politici, che molto è costituito dai cinque borghi di Riomaggiore, semplicemente non sono quelli che reggono l’uni- Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso al verso in cui viviamo” (Fitoussi, 2013, p. 218). Mare. Tali borghi si trovano immersi in un pa- Da questa breve disamina sui principali caratte- esaggio marino, dove falesie a picco sul mare si ri del modello neoliberistico, viene ripreso il tema alternano a baie, spiaggette, grotte ed anfratti di iniziale sulla capacità di creare lavoro e ricchezza questo tratto della costa ligure di Levante che si da parte del settore turistico, che ha contribuito estende per diciotto chilometri. Una costa roccio- per oltre il 10% al PIL dell’economia italiana nel sa, sovrastata da una catena di monti che corro- 2013. In particolare, viene messo in evidenza il no paralleli al litorale (www.cinqueterreriomaggiore. caso della Liguria, in cui il PIL determinato dal com/it/guida/cinque-terre). Dichiarate Patrimonio turismo costituiva (già nel 2012) il 5% del PIL Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997, regionale e veniva ripartito maggiormente alle le Cinque Terre possono essere considerate come famiglie sotto forma di reddito da lavoro sia au- il prodotto di un lavoro secolare di generazioni tonomo che dipendente. Sempre all’interno della che hanno trasformato un territorio inaccessibile stessa regione Liguria, viene poi affrontata la case in un paesaggio di singolare bellezza, di cui ne history rappresentata dal Parco delle Cinque Ter- è espressione tangibile la serie di terrazzamen- re, per esplorare azioni migliorative in chiave di ti agrari delimitati da antichi muretti a secco e performances del settore turistico sul piano occupa- coltivati a vite ed olivo. zionale e, di conseguenza, in direzione di un nuo- L’evoluzione del contesto territoriale origina- vo approccio allo sviluppo per frenare le derive rio in un modello di valorizzazione economica del modello shareholder value. rappresenta il risultato di politiche di sviluppo In effetti, i dati disponibili a livello regionale specifi che volte ad implementare le sinergie di un fanno registrare che mediamente “la spesa dei prodotto turistico incentrato sul concetto di rete, turisti in Liguria determina un’occupazione nella così come le azioni del marketing strategico e dei stessa stimata pari a 29.100 Unità di Lavoro (ricor- processi di governance fra gli attori locali; oltre che diamo che l’Unità di lavoro Annuo equivale alle il sistema delle relazioni a scala regionale e con ore di occupazione di una persona a tempo pieno ambiti esterni alla Liguria stessa. In effetti, le Cin- per un anno), pari al 4,5% dell’occupazione re- que Terre si confi gurano come una regione turisti- gionale e 83.150 nel resto d’Italia, pari allo 0,3% ca, un luogo in cui si assesta l’offerta turistica e sul totale della forza lavoro” (www.ilsole24ore.com). verso cui si rivolge la domanda (OMT, 1996); vale

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112727 110/12/20150/12/2015 18:18:3318:18:33 a dire, un territorio in cui è possibile riscontra- attività moltiplicatori dello sviluppo economico. re “una certa omogeneità di fondo nei caratteri L’analisi dell’offerta verosimilmente avrebbe po- e negli aspetti del fenomeno turistico, tanto nelle tuto dimostrare come, sulla base del “Metodo di forme paesaggistiche che in quelle relazionali” valutazione”, il cambiamento osservato sia attri- (Lemmi, 2009, p. 65). buibile in senso causale alla variabile-trattamento Un’area, inoltre, dove un’attenta pianifi cazione e, quindi, che l’effetto rappresenta il “contributo dello sviluppo turistico sulla base degli importan- netto” dato dalla politica al cambiamento osser- ti fl ussi di visitatori nazionali ed internazionali vato nella variabile-risultato; vale a dire quel- potrebbe favorire l’attivazione di molteplici servi- la parte del cambiamento causato interamente zi sul territorio; d’altro canto, ricordiamo che una dall’intervento pubblico. Per verifi care a livello delle defi nizioni maggiormente accreditate di re- empirico tale interpretazione, abbiamo dovuto gione turistica ne mette in risalto la dimensione procedere dal lato della domanda con la formu- economica in quanto territorio capace, per carat- lazione di alcune ipotesi, fi nalizzate ad esplorare teristiche naturali o antropiche, di attrarre fl ussi indirettamente il fenomeno dell’occupazione, di costanti o periodici di persone che vi spendono cui abbiamo purtroppo una conoscenza incom- una parte del loro tempo libero e del reddito pleta: percepito altrove (Corna Pellegrini, 2000). L’en- ipotesi 0: i turisti maggiormente soddisfatti tità, la tipologia dei consumi e l’organizzazione dell’offerta, ovvero delle attività condotte dall’en- dei servizi sul territorio ne risultano fortemente te/sistema gestore dell’area protetta, hanno una condizionati: in particolare, se ne registra un au- consapevolezza di un più elevato grado di svilup- mento quantitativo e qualitativo rispetto a quanto po turistico dell’area; richiesto dalla popolazione locale, con importanti ipotesi 1: le diverse opinioni sulle Cinque Ter- implicazioni sull’occupazione. re come “tourist destination” sono genericamente È necessario evidenziare che il sistema turisti- riconducibili ad altri fattori di contesto; co ligure è incentrato quasi esclusivamente sul ipotesi 2: l’estensione temporale della stagio- movimento costiero (oltre l’86% degli arrivi e ne turistica, ovvero una maggiore destagionaliz- delle presenze si registrano lungo i comuni della zazione, fonte principale della stabilità occupa- riviera di ponente e di levante), con conseguen- zionale nel settore turistico, richiede una riqua- te elevata pressione turistica, soprattutto nel pe- lifi cazione progressiva dell’area Cinque Terre riodo estivo. Al fi ne di superare le diffi coltà di mediante l’implementazione e il miglioramento concentrazione dei fl ussi e di gestione degli alti di attività adatte a tutte le categorie di potenziali impatti territoriali connaturati alla tipologia del turisti. turismo di massa, dovrebbe essere maggiormen- Per affrontare queste diverse ipotesi, l’attuale te implementata un’offerta di turismo alternati- lavoro prende le mosse da una ricerca applicata vo, che può essere rappresentato dalle aree pro- sulle Cinque Terre, realizzata dal Centro Studi e tette, e nel caso specifi co dal Parco delle Cinque Ricerche della Fondazione Campus nel periodo Terre, attraverso politiche territoriali compatibili compreso fra agosto e settembre del 2010 e ba- con il concetto di turismo sostenibile e secondo sata su un questionario6 (in italiano e in inglese) una programmazione territoriale volta a stimo- articolato in 42 domande, suddivise in 7 aree te- lare una domanda destagionalizzata di turismo matiche7. I soggetti intervistati sono stati 274, fra culturale o ambientale. singoli visitatori e gruppi, provenienti dall’Italia e dall’estero8. Le caratteristiche dei soggetti in- tervistati possono essere riassunte nei seguenti 4 2. Il modello delle Cinque Terre: un caso di punti: successo 1) una percentuale più alta di turisti stranieri nelle fasce d’età più giovani (fi no a 25 anni Dal punto di vista dell’offerta, passandone in e da 26 a 35 anni), a fronte di un valore mag- rassegna alcuni dei principali aspetti, il modello giore per i turisti italiani nelle fasce d’età di sviluppo delle Cinque Terre può illustrare il superiori a 36 anni; passaggio dal concetto liberista alla sostenibilità, 2) una prevalenza di persone coniugate (58%); come ben dimostra il contributo delle politiche dato che denota, considerato il periodo locali alla promozione territoriale, rivolta non estivo di rilevazione, un più elevato turi- soltanto al Parco turistico quanto all’intera fi liera smo “delle famiglie” rispetto a quello degli del turismo: ricordiamo, gli itinerari turistici, le escursionisti; produzioni tipiche, gli innumerevoli servizi e le 3) un titolo di istruzione elevata per la mag-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112828 110/12/20150/12/2015 18:18:3318:18:33 gior parte dei turisti; fenomeno particolar- 3. La correlazione fra il grado di istruzione e il mente signifi cativo fra i turisti stranieri che livello di soddisfazione sul soggiorno all’in- presentano per circa il 30% un titolo post- terno del Parco dimostra una progressiva laurea; sensibilizzazione sul concetto di sostenibili- 4) proporzionalmente ai dati relativi al livel- tà dello sviluppo, con un livello signifi cativo lo di istruzione, si registra una percentua- di concomitanza tra i diversi fattori di gra- le elevata di turisti stranieri che si dichia- dimento che giustifi cano anche il 67% delle rano “imprenditore, libero professionista, persone soddisfatte. L’ipotesi 2, così come in dirigente o quadro”. Tale categoria – che parte la 1, trovano in questo una risposta: costituisce la classe con maggiore capacità l’innovazione e la riqualifi cazione dell’area di spesa – si posiziona al secondo posto per dovranno valorizzare maggiormente l’effi - numerosità di soggetti intervistati anche fra cienza gestionale, l’autenticità e la qualità i turisti italiani. dell’ambiente e dei servizi nell’arco di tutto L’analisi dei risultati rispetto alle diverse ipotesi l’anno, al fi ne di garantire al fattore occupa- formulate e la letteratura di riferimento sui mo- zione le caratteristiche necessarie per avere delli di sviluppo economico richiamati in prece- un impatto maggiore nell’economia regio- denza, suggeriscono le seguenti osservazioni: nale. 1. La variabile dummy relativa al mezzo di cono- In sintesi, i dati a disposizione sono pochi per scenza della destinazione Cinque Terre po- avere un quadro preciso sulle Cinque Terre e sul trebbe già confermare la letteratura empiri- relativo impatto nell’ambito occupazionale della ca, che sostiene come la motivazione princi- regione Liguria; tuttavia il modello applicato nel- pale per il 50% dei viaggiatori (58% italiani) la tutela dell’ambiente si dimostra abbastanza effi - a ritornare in una stessa destinazione sia cace all’interno del dibattito sul rilancio dell’eco- legata all’ambiente. In effetti, dalle risposte nomia regionale. Ciò permette di affermare che degli intervistati, risulta che quasi il 60% è altre aree protette in Italia potrebbero prendere venuto a conoscenza della destinazione Cin- spunto da questa best practice per partecipare ef- que Terre attraverso “passaparola”, “amici”. fi cacemente alla lotta contro la disoccupazione Comportamento presente sia fra i turisti ita- nelle rispettive regioni di appartenenza. Il turi- liani sia fra i visitatori stranieri, che dimo- smo sostenibile, quindi, si candida quale fattore stra la maturità della destinazione Cinque chiave della ripresa economica e turistica in par- Terre sul mercato turistico internazionale e ticolare; ne discendono tuttavia i grandi interro- che conferma, in linea con la guida turistica gativi ancora aperti in tema di sostenibilità: quali di Rick Steven, un’ottima visibilità interna- scelte la società italiana dovrà fare per adattarsi zionale della destinazione stessa. In sintonia ai crescenti processi di globalizzazione economica con quanto già in precedenza affermato, si senza compromettere il proprio “capitale territo- denota uno sforzo collettivo per offrire un riale”? Come si possono fare queste scelte senza ambiente di qualità, lontano dalle derive che il progresso tecnologico escluda interi settori del modello shareholder value. Un esempio di della popolazione, con il conseguente fenomeno questo sforzo collettivo nell’offerta potrebbe di una società caratterizzata da forti confl itti per essere indicato dalla prevalenza di pernotta- la crescente disuguaglianza di ricchezza? (Brunel, menti effettuati in strutture non imprendi- 2008, p. 34). toriali: B&B e “altro alloggio, affi tto/amici”. Queste ultime voci fanno registrare, rispet- tivamente il 29,8% e il 26,5% dei pernotta- Bibliografi a menti. 2. Altre variabili di controllo (consumo dei pa- Amighini A., Giavazzi F., Macroeconomia: Una prospettiva europea, sti dentro il Parco, acquisto di prodotti tipi- Bologna, Il Mulino, 2010. ci, ecc.) testimoniano a favore della qualità Arrighi G., Zhang L., Dopo il neoliberismo. Il nuovo ruolo del Sud del mondo, in Shefner J., Fernàndez-Kelly P., Globalization and dei servizi offerti. Infatti la valutazione sulla Beyond: New Examinations of Global Power and its Alternatives, permanenza nel Parco Nazionale delle Cin- Penn State University Press, 2010. que Terre, effettuata sulla base di un giudi- Basu K., Oltre la mano invisibile: ripensare l’economia per una società zio – su una scala da 1 (negativo) a 6 (molto giusta, Roma, Editori Laterza, 2011. Brunel S., A qui profi te le développement durable ?, Parigi, Larous- positivo) – vede la netta prevalenza del pun- se, A dire vrai, 2008. teggio massimo (6); espresso dal 67% degli Chang H. J., 23 Cose che ti hanno mai detto sul capitalismo, Milano, intervistati. Il Saggiatore, 2010.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 112929 110/12/20150/12/2015 18:18:3418:18:34 Corna-Pellegrini G., Turisti Viaggiatori. Per una geografi a del tur- Sitografi a ismo sostenibile, Milano, Tramontana, 2000. Ferrata C., L’esperienza del paesaggio: vivere, comprendere e trasfor- www.ilsole24ore.com mare i luoghi, Roma, Carocci Editori, 2013. www.cinqueterreriomaggiore.com/it/guida/cinque-terre Fitoussi J. P., Phelps E., La crisi economica in Europa, Bologna, Il Mulino, 1989. Fitoussi J.P., Il teorema del lampione o come mettere fi ne alla sofferenza sociale, Torino, Einaudi, 2013. Note Friedman M., The role of monetary policy, in “American Economic Review”, LVIII, 1968, n. 1, pp. 1-17. 1 Per quanto il lavoro sia stato condotto congiuntamente dai IRPET, Rapporto sul turismo in Toscana: la congiuntura del 2012, due Autori, è da attribuirsi ad Enrica Lemmi il paragrafo 1 e a Firenze, IRPET, 2012. Hervé Mamboueni - Mboumba il paragrafo 2. La Cecla F., Mente locale. Per un’antropologia dell’abitare, Milan, 2 Nel senso di Amartya Sen, vale a dire non come un dispositi- Elèuthera, 1993. vo di governo, ma come un luogo simbolico di dialogo. Lemmi E., Dallo «spazio consumato» ai luoghi ritrovati, Milano, 3 Vedi gli sviluppi del dibattito all’interno della letteratura eco- FrancoAngeli, 2009. nomica (Arrighi & Zhang 2010; Fitoussi & Phelps 1989; Wlech OMT, Agenda 21 for the Travel & Tourism Industry. Towards Envi- 2005). ronmentally Sustainable Development, 1996. 4 Tradotte con una drastica contrazione dell’offerta di mo- Phelps E., Money-wage dynamics and labor market equilibrium, in neta, un altrettanto drastico incremento dei tassi di interesse, «Journal of Political Economy», LXXVI, 1968, n. 4, pp. 678- ecc.; il tutto per fare fronte alla crisi di fi ducia nel dollaro nata 711. negli anni Settanta da una politica monetaria permissiva. Roubini N., Mihm S., La crisi non è fi nita, Milano, Feltrinelli 5 Vedi Welch, 2005. Editore, 2013. 6 Realizzato con la collaborazione del personale del Parco Shefner J., Fernàndez-Kelly P., Globalization and Beyond: New nazionale e la distribuzione e raccolta dei questionari presso i Examinations of Global Power and its Alternatives, Penn State punti di accoglienza del Parco. University Press, 2010. 7 Scheda anagrafi ca; mobilità; il Parco nazionale delle cinque Stiglitz J. E., Sen A., Fitoussi J.P., La misura sbagliata delle nostre terre (immagine, valutazione, servizi); permanenza nel Parco e vite: Perché il PIL non basta più per valutare benessere e progresso alloggio; ristorazione; prodotti tipici a marchio del Parco e altri sociale, Milano, Rizzoli Etas, 2013. acquisti; spesa del turista. United Nations Offi ce at Geneva, The United Nations and part- 8 Fra gli stranieri c’è una percentuale elevata di Americani nership for peace, 42nd Geneva Graduate Study Programme, (17%), Australiani (9%), Inglesi (4%), Canadesi e Francesi (ri- 5-23 July 2004, Ginevra, Information service press and ex- spettivamente 3%). Invece fra gli Italiani, in virtù del fatto che ternal relations section, 2004. l’indagine ha evidenziato le province di provenienza, si nota Welch J., Winning, New York, Kindle Editor, 2005. una prevalenza dell’area settentrionale.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113030 110/12/20150/12/2015 18:18:3418:18:34 Luigi Mastronardi, Maria Carla de Francesco, Agostino Giannelli, Angela Stanisci

Biodiversità e turismo nella costa teatina: confl itto o complementarietà?1

Summary: BIODIVERSITY AND TOURISM ALONG THE COASTAL AREA OF CHIETI PROVINCE (ABRUZZO, ITALY): IMPACT OR CONVERGENCE?

This paper analyzes the relationship between tourism and natural areas in the coastal sector of Chieti province (Abruzzo-IT) and aims to evaluate if the local tourism supply and demand depend on natural protected areas distribution and biodiversity hot spots occurrence. In this research we develop a methodology for reading the interconnections between biodiversity, protected areas and local tourism supply and demand, in order to identify a set of indicators based on a multi-sector approach. The methodology used for data analysis is the Canonical Correlation Analysis. The work has highlighted the occurrence of a signifi cant complementarity between local tourism supply and demand and presence of areas of high naturalistic value in the case of Vasto municipality, even if this involves an environmental vulnerability due to the strong seasonality of the local tourism. On the other hand the complementarity is less confl icting for Rocca San Giovanni municipality for the occurrence of many accommodation structures at low environmental impact and for the low tourism seasonality.

Keywords: biodiversity, tourism, protected areas, indicators.

1. Introduzione parte dalla distribuzione delle risorse biologiche presenti nel territorio oggetto di studio. Il presente contributo analizza il rapporto che intercorre tra il turismo e la natura nella zona del- la Costa Teatina. 2. Metodologia Le aree costiere del Mediterraneo sono sotto- poste ad una serie di pressioni e ad una grave de- Lo studio si è avvalso di un set di indicatori gradazione delle sue risorse (Addis e altri, 2011), su base comunale che hanno permesso di veri- dovute principalmente ad un notevole e non co- fi care un approccio del tipo multi-settoriale, tali erente sviluppo urbano (Romano e Zullo, 2014), da riassumere le modalità di interazione tra i ma anche ad un consistente inquinamento di ori- fenomeni investigati e di rappresentarli in modo gine agricolo-industriale e ad attività quali il turi- adeguato. smo (UNEP, 2013; EC, 2013). Gli indicatori selezionati per l’analisi della Il turismo nelle aree protette costituisce, in ef- biodiversità per il turismo tengono conto rispet- fetti, di per sé un paradosso ambientale, poiché tivamente della diversità del paesaggio, dell’ab- contribuisce alla realizzazione di obiettivi socio- bondanza delle aree naturali e della ricchezza di economici e culturali attraverso la conservazione habitat e specie faunistiche. delle risorse naturali, ma può determinare un Tali indicatori sono di seguito riportati. degrado ambientale (Mastronardi e De Gregorio, 2012). In effetti, il legame che si instaura tra il tu- 1) Indice di diversità del paesaggio naturale (SEI) rismo e le risorse ambientali risulta confl ittuale, (Shannon Evenness Index): ௟௡ఝ ሻכ in quanto il turismo si sviluppa e si relaziona con σሺ೙ ఝ ܵܧܫ ൌ ೙ ೙ misura il grado di diversità di un l’ambiente, ma è da questo infl uenzato (Cooper e ௝ ௟௡ே altri, 2002): l’interrelazione tra queste componen- mosaico di elementi secondo una scala normalizzata [paesaggio omogeneo = 0; max eterogeneo = 1]; φn: ti è quindi complessa. frazione di superfi cie occupata dall’elemento n-esimo In questo scenario, si desidera valutare se il tu- al 3° liv. CLC; N: numero totale di elementi. rismo costiero è sensibile alla presenza di hot spots di biodiversità, ovvero se la distribuzione attuale 2) Indice di estensione delle aree naturali e semi- della domanda turistica è infl uenzata almeno in naturali (AN):

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113131 110/12/20150/12/2015 18:18:3518:18:35 ଵ ௜ ௜ሻesprime la consistenza (%) di superfi cie idonea per la specie s-esima nel sito݊ܽכ ௜݊ܣ௝ ൌ σሺܰܣ ௔௡೘ೌೣ m-esimo (eF : estensione di superfi cie idonea per la dell’area naturale (CLC gruppo 3 + CLC 243-244) s,m specie s-esima nel sito m-esimo; eF : estensione di nel comune j-esimo; an : attrattività turistica dell’area stot i superfi cie idonea per la specie s-esima nell’area); i-esima. ೖ σ ௔ுೖǡ೘௣௧ೖ ܸܪ௠ ൌ esprime il valore turistico-attratti- 3) Indice di estensione delle Aree sottoposte a σ ௣௧ೖ vo per l’insieme degli habitat nel sito m-esimo (ptk: Tutela (AT): attrattività turistica dell’habitat k-esimo). ଵ ௜ (%) ݐ௜ሻ esprime la dimensioneܽכ ݐ௜ܣ௝ ൌ σሺܶܣ ௔௧೘ೌೣ La scelta degli indicatori è stata orientata a in- dell’area protetta nel comune j-esimo; at : attrattività i tercettare la percezione soggettiva del paesaggio turistica dell’area i-esima. da parte dei fruitori e a misurarne il valore natu- 4) Concentrazione di Habitat di direttiva (CH): ralistico della presenza fl oristica e faunistica, uti- lizzando un criterio di ponderazione. Questi indi-

ܥܪ௠ ൌ ඥݎܪ௠ܸܪ௠ esprime al concentrazione di ha- catori sono stati messi in relazione con la doman- bitat di direttivaΤ nel sito m-esimo; da turistica nell’area di studio, espressa attraverso ݎܪ௠ ൌ݊ܪ௠Τܰܪ esprime la ricchezza relativa di habitat di direttiva nel sito m-esimo; i seguenti indicatori (anno 2012): I) arrivi turistici ܽܪ௞ǡ௠ ൌ݁ܪ௞ǡ௠Τ݁ܪ௞௧௢௧ esprime l’abbondanza relati- (ar); II) presenze turistiche (pr); III) presenze di

va dell’habitat k-esimo nel sito m-esimo (eHk,m: estensio- turisti stranieri (st); IV) densità turistica (dp). ne habitat k-esimo nel sito m-esimo; eH : estensione ktot Ai fi ni dello studio, il metodo utilizzato è quel- habitat k-esimo); ೖ lo dell’Analisi multivariata delle Correlazioni σ ௔ுೖǡ೘௣௧ೖ ܸܪ௠ ൌ esprime il valore turistico-attrat- σ ௣௧ೖ Canoniche (CCA) (Hotelling, 1936), avente per tivo per l’insieme degli habitat nel sito m-esimo (ptk: scopo l’analisi delle relazioni tra gruppi distinti di attrattività turistica dell’habitat k-esimo). variabili, rappresentate rispettivamente dagli in- 5) Indice di concentrazione della Fauna Protetta dicatori turistici e ambientali. Le variabili multi- (CF): dimensionali sono rappresentate in forma ridotta (bidimensionale CCA1 e CCA2). I punti vicini fra ܥܨ௠ ൌ ඥݎܨ௠ܸܨ௠ esprime la concentrazione di spe- loro lungo il medesimo asse sono positivamente cie faunistiche protette nel sito m-esimo; correlati e viceversa; l’intensità della correlazione ݎܨ௠ ൌ݊ܨ௠Τܰܨ esprime la ricchezza relativa di spe- cresce dal centro (origine degli assi) verso la pe- cie faunistiche protette nel sito m-esimo (nFm: numero di specie faunistiche nel sito m-esimo; NF: numero riferia della distribuzione. L’importanza relativa totale di specie faunistiche nell’area); di ciascun asse è data dalla sua percentuale di va- ܽܨ௦ǡ௠ ൌ݁ܨ௦ǡ௠Τ݁ܨ௦௧௢௧ esprime l’abbondanza relativa rianza spiegata.

Fig. 1. Collocazione geogra- fi ca dei comuni compresi lungo la costa teatina. Fonte: nostre elaborazioni su base cartografi ca pro- veniente dal Portale Car- tografi co Nazionale (Mini- stero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113232 110/12/20150/12/2015 18:18:3618:18:36 3. Inquadramento ambientale e naturalistico spp. endemici (habitat 1240) e la vegetazione du- nale ad Ammophila arenaria (habitat 2120) nelle L’area analizzata nel presente lavoro (Fig. 1), RNR di Punta Aderci-Punta Penna e di Marina di delimitata dai fi umi Foro e Trigno (Abruzzo me- Vasto. Il patrimonio faunistico annovera diverse ridionale), comprende le aree naturali e parte di specie di interesse conservazionistico, tra cui il alcuni dei maggiori corsi d’acqua facenti parte del fratino, che nidifi ca nelle RNR di Punta Aderci e Parco della Costa Teatina (Legge n°344/97, art. 4, Marina di Vasto, e la testuggine di terra presente comma 3). In questo tratto sono presenti sette Ri- in modo consistente nella lecceta di Torino di San- serve Naturali Regionali (RNR), sei Siti di Impor- gro. Gli ambienti umidi ripariali offrono inoltre tanza Comunitaria (SIC) e un Sito di Importanza rifugio al martin pescatore, al tarabusino e alla Regionale (SIR, Corridoio Verde, L.R. 5/2007), testuggine palustre, mentre le aree agroforestali con un’area complessiva di 29,7 kmq (Frattaroli e dell’entroterra offrono vaste superfi ci idonee per altri, 2007; Basti e altri, 2012). Se si considera che il gruccione e il nibbio bruno e numerose altre le RNR ricadono quasi interamente nei rispettivi specie faunistiche protette, divenute rare altrove. SIC, circa i 4/5 del territorio del Parco ricadono all’esterno del demanio pubblico, comprendendo principalmente territori rurali, centri abitati, aree 4. Scenario turistico industriali ed estrattive. Lungo il litorale è presente un settore di costa La costa teatina con 207 esercizi e 15.363 posti- alta e rocciosa lungo 26 Km (dal Fiume Foro a Va- letto rappresenta la principale destinazione turi- sto Marina) e un settore di costa bassa e sabbiosa stica della provincia di Chieti: circa il 60% della lungo 9 Km (da Vasto Marina al Fiume Trigno). capacità ricettiva della provincia si concentra La costa alta, o falesia, supera i 25 m di altezza negli otto comuni dell’area. All’opposto, la consi- ed è caratterizzata da scarpate in arretramento a stenza ricettiva dell’area risulta modesta, se messa seguito di processi franosi per crollo (Cancelli e a confronto con i posti-letto disponibili nelle lo- altri, 1984), fenomeni che si inquadrano nella cri- calità balneari abruzzesi e nella regione Abruzzo si erosiva che ha colpito gran parte delle spiagge nel suo complesso. In effetti, la densità ricettiva abruzzesi a partire dagli anni Settanta, a segui- dell’area pari a 50 letti/kmq, pur essendo in linea to di opere di captazione idrica ed estrazione di con il dato nazionale, risulta inferiore a quella inerti lungo i fi umi che hanno ridotto l’apporto che si registra nelle località balneari abruzzesi (70 sedimentario alle foci fl uviali (CNR, 1985). Nel letti/kmq). Ne esce, dunque, un quando che met- settore a costa bassa, le dune litoranee sono ben te in risalto una pressione sulle risorse territoriali conservate nel settore meridionale (Stanisci et al. piuttosto contenuta rispetto al panorama costiero 2014); mentre gran parte delle restanti zone du- regionale. nali è stata rimossa per le attività agricole o per L’offerta turistica si basa soprattutto sulle strut- strutture legate al turismo balneare (Parlagreco ture complementari, alle quali vanno ascritti il et al., 2011). Le aree a più elevata naturalità, rap- 65% degli esercizi e 70% dei posti-letto: si tratta presentate principalmente da querceti misti meso- principalmente di campeggi e villaggi turistici, fi li e boschi ripariali e da aree agricole con spazi mentre le strutture a basso impatto ambientale naturali, sono spesso separate tra loro da zone al- (agriturismi, B&B) sono piuttosto esigue. tamente sfruttate dall’uomo, con grande “effetto A livello comunale, si nota una chiara concen- margine” (Malavasi e altri, 2014). In questo conte- trazione degli esercizi ricettivi e dei posti-letto in sto, tuttavia, si ritrovano ancora habitat di interes- 4 comuni, che annoverano circa l’80% della capa- se comunitario di rilevante valore, quali i querceti cità ricettiva complessiva; la località di Vasto, che di rovere illirici (habitat 91L0), che caratterizza- cattura il 40% dei posti-letto complessivi, rappre- no soprattutto la RNR Grotta delle Farfalle, la più senta quella più importante, seguita da Ortona estesa dell’area di studio, ricadente nei comuni di (18% dei posti-letto), Torino di Sangro (15%) e Rocca San Giovanni e San Vito Chietino; i boschi Casalbordino (15%). Di conseguenza, la densità orientali di quercia bianca (habitat 91AA*), pre- ricettiva tocca valori massimi a Vasto (85 letti per senti nella RNR di Punta Aderci nel comune di kmq), Torino di Sangro (73 letti per kmq) e Casal- Vasto e in quella di Don Venanzio nel comune di bordino (49 letti per kmq), mentre valori minimi Pollutri; le foreste termofi le di sclerofi lle a Quercus si registrano a Fossacesia (12 letti per kmq), San ilex (habitat 9340) presso la RNR della Lecceta di Salvo (19 letti per kmq) e Rocca San Giovanni (24 Torino di Sangro; i boschi ripariali (habitat 92A0) letti per kmq). lungo i fi umi principali; le scogliere a Limonium Le strutture alberghiere sono presenti soprat-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113333 110/12/20150/12/2015 18:18:3818:18:38 tutto a Vasto (53% degli esercizi e 56% dei posti- di Fossacesia (37%), San Salvo (30%) e Rocca San letto) ed Ortona (12% degli esercizi e 15% dei po- Giovanni (20%), defi nite eco-compatibili e ritenu- sti-letto), mentre le strutture complementari sono te funzionali alla corretta fruizione delle aree a distribuite in maniera più uniforme tra quasi tutti elevata rilevanza natralistica. in comuni dell’area. Per quanto riguarda l’artico- L’analisi della domanda mette in luce come la lazione dell’offerta ricettiva basata sulle strutture densità turistica, pari a 2.042 presenze turistiche complementari, è di rilievo la presenza abbastan- per kmq, risulta abbastanza bassa e in ogni caso za signifi cativa di strutture ricettive del tipo allog- inferiore sia a quella delle località balneari italia- gi agro-turistici, country-houses, B&B, nei comuni ne (2.766 presenze/kmq), sia a quella delle loca-

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Casalbordino Fossacesia Ortona Rocca San Giovanni San Salvo San Vito Chietino Torino di Sangro Vasto

Fig. 2. Presenze turistiche per località e mese, anno 2012. Fonte: elaborazioni da dati forniti dalla Regione Abruzzo - Direzione Sviluppo Economico e del Turismo.

Tab. 1. Indicatori ambientali e turistici per comune (2012).

Comune Indicatori ambientali Indicatori turistici SEI AN AT CH CF ar pr st dp Casalbordino 0.290 9.15 2.29 0.067 0.159 10.2 80.5 4.03 1.75 Fossacesia 0.201 4.98 3.23 0.046 0.072 3.87 14.1 11.2 0.47 Ortona 0.289 11.3 0.30 0.106 0.008 19.6 86.7 10.5 1.22 Pollutri 0.218 2.24 1.43 0.084 0.036 0.00 0 0.00 0.00 Rocca San Giovanni 0.658 27.8 10.4 0.186 0.092 16.6 29.0 11.2 1.34 San Salvo 0.086 1.55 0.28 0.028 0.017 12.6 43.1 11.1 2.19 San Vito Chietino 0.513 20.2 2.96 0.041 0.020 6.43 33.3 8.30 1.96 Torino di Sangro 0.344 12.7 17.8 0.281 0.541 6.65 90.4 4.92 2.82 Vasto 0.077 1.56 5.55 0.500 0.333 61.3 311 6.64 4.37 Media 0.259 8.74 4.51 0.191 0.164 21.7 112 7.47 2.06

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113434 110/12/20150/12/2015 18:18:3818:18:38 Fig. 3. Analisi delle Correlazioni Canoniche (CCA) tra indicatori ambientali e turistici.

lità costiere abruzzesi (6.828 presenze/kmq). Ciò negativo (sinistro) spicca la correlazione tra il testimonia un impatto sociale del turismo nell’a- comune di Torino di Sangro e la densità di fauna rea alquanto contenuto. protetta CF che qui è massima (0,541 contro il L’analisi temporale del fl usso turistico mostra valore medio di 0,164) per la presenza della lec- che la domanda è prevalentemente balneare con ceta che offre ambienti forestali e umidi idonei picchi elevati nei mesi estivi (Fig. 2); questo feno- alla maggior parte delle specie faunistiche inve- meno (stagionalità) è fonte di problemi di carat- stigate. Lungo l’asse verticale si osserva infi ne tere ambientale, sociale ed economico che si ma- un associazione positiva tra densità di habitat di nifestano in modo differente nei vari comuni: si interesse comunitario (che raggiunge il valore rileva, infatti, una minore stagionalità a Fossace- massimo di 0,500 rispetto alla media di 0,191) sia, San Salvo e Rocca San Giovanni. e il comune di Vasto, nel quale ricadono le due più importati aree protette costiere della regione (Punta Aderci e Marina di Vasto). 5. Interdipendenze tra turismo e biodiversità L’analisi delle correlazioni canoniche confer- ma quanto emerso dalla precedente analisi: l’as- L’analisi dei dati ha permesso il calcolo degli sociazione più signifi cativa riguarda la località di indicatori ambientali e turistici che sono riportati Vasto tra numero di arrivi ar, presenze pr e densità in Tabella 1, da cui emerge uno scenario piuttosto turistica dp da un lato, e la concentrazione di habi- variegato. tat di interesse comunitario (CH) dall’altro. Altra L’a na l isi g r a fi ca delle correlazioni ottenute tra- correlazione positiva signifi cativa è quella che si mite il metodo CCA (Fig. 3) riporta un triplot riscontra a Fossacesia e Rocca San Giovanni tra gli formato dalle distribuzioni dei comuni oggetto indicatori turistici ar est e gli indicatori ambienta- dell’indagine relativamente variabili agli indi- li relativi alla diversità di paesaggi naturali e alla catori ambientali e turistici. L’asse orizzontale concentrazione di habitat di interesse comunita- (CCA1) spiega ben 9/10 della variabilità osserva- rio (SEI e CH). ta. La correlazione più forte ed evidente è quella tra le variabili SEI (diversità del paesaggio natu- rale) e AN (estensione delle aree naturali) che si 6. Conclusioni riscontra nel comune di Rocca San Giovanni, nel quale si registra la copertura più elevata di su- In questo contributo sono stati messi a pun- perfi cie protetta (circa il 28% contro una media to degli indicatori ambientali per la valutazione di quasi il 9% per l’intero comprensorio costie- delle interazioni tra turismo e aree di pregio na- ro) e la maggiore diversità di macchie naturali e turalistico, che possono fornire utili indicazioni seminaturali (0,658 contro una media generale in materia di conservazione, gestione e riqualifi - di 0,259), dovuta principalmente all’estensione cazione territoriale. Il territorio della costa teati- e alla varietà degli ambienti vegetazionali del- na è uno “scrigno” di biodiversità ad alto valore la RN Grotta delle Farfalle. Lungo il semiasse paesaggistico e naturalistico e le aree protette

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113535 110/12/20150/12/2015 18:18:3918:18:39 presenti rappresentano potenzialmente un forte Cancelli A. e altri, Incidenza delle frane sull’evoluzione della costa attrattore per il turismo, ma di fatto non riesco- adriatica da Pesaro a Vasto, in «Memorie Società Geologica Italiana», 1984, Vol. 27, pp. 555-568. no ad intercettare in maniera adeguata i fl ussi CNR, Atlante delle spiagge italiane, Firenze, 1985. turistici. Soltanto in qualche circostanza emer- Cooper C.P. e altri, Economia del turismo, teoria e pratica, Bologna, ge, in effetti, un rapporto di complementarie- Zanichelli, 2002. tà signifi cativa tra presenze turistiche e aree di European Commission, Establishing a framework for maritime spatial planning and integrated coastal management, Bruxelles, alto valore naturalistico, come nel comprensorio 2013. di Vasto, evidenziando però un’alta vulnerabilità Frattaroli A. e altri, Indagine sulla qualità ambientale della costa ambientale a causa della forte stagionalità. La dell’Abruzzo meridionale e del Molise (Adriatico centrale) su base complementarietà risulta meno confl ittuale, in- fl oristico-vegetazionale, in «Fitosociologia», 2007, Vol. 44, No. vece, nel caso del comune di Rocca San Giovan- 1, pp. 117-127. Hotelling H., Relations between two sets of variates, in «Biometri- ni dove prevalgono le strutture ricettive a basso ka», 1936, Vol. 28, No. 3-4, pp. 321-377. impatto ambientale e una minore stagionalità. Malavasi M. e altri, What was happened to coastal dunes in the half Risultano marginali le aree protette più interne, century? A multitemporal coastal landscape analysis in Central probabilmente a causa della mancanza di una Italy, in «Landscape and Urban Planning», 2014, Vol. 119, rete di sentieri e piste ciclabili che colleghino pp. 54-63. Mastronardi L., De Gregorio D., Il fenomeno della stagionalità e le le località balneari con l’immediato retroterra, conseguenze sull’ambiente, in Meini M. (a cura di), Il turismo al anche se per valutare la loro attrattività turistica plurale. Una lettura integrata del territorio per un’offerta turistica sarebbe necessario tenere conto del fl usso gior- sostenibile, Milano, Franco Angeli, 2012, pp. 162-180. naliero di visitatori. Senz’altro l’assenza di un Parlagreco L. e altri, Holocene relative sea level rise along the Abru- zzo coast (western central Adriatic), in «Quaternary Interna- ente gestore del Parco della Costa Teatina e di tional», 2011, Vol. 232, pp. 179-186. un’adeguata opera di promozione e sensibilizza- Romano B., Zullo F., The urban transformation of Italy’s Adriatic zione ambientale non favoriscono la complemen- coastal strip: Fifty years of unsustainability, in «Land Use Poli- tarietà tra turismo e aree protette, come sarebbe cy», 2014, Vol. 38, pp. 26-36. auspicabile per un armonioso sviluppo socio- Stanisci A. e altri, EU habitats monitoring along the coastal dunes of the LTER sites of Abruzzo and Molise (Italy). «Plant Sociology», culturale ed economico di questo territorio. 2014, Vol. 51(1): 51-56, DOI 10.7338/pls2014512S1/07. UNEP, Mediterranean Action Plan, Ecosystem Approach in the Medi- terranean, Paris, 2013. Bibliografi a

Addis D. e altri, La gestione integrata delle Zone Costiere: strumenti Note di governance per le Aree Marine Protette, in Marino D. (a cura di), Le aree marine protette in Italia, Milano, Franco Angeli, 1 Il presente lavoro nasce dalla collaborazione nell’attività di 2011, pp. 85-104. ricerca svolta da tutti gli autori indicati, sotto il coordinamento Basti G. e altri, La via verde della costa dei trabocchi, Pescara, Ed. scientifi co del prof. Luigi Mastronardi, il quale è anche primo Menabò, 2012. autore.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113636 110/12/20150/12/2015 18:18:4018:18:40 Marta Melgiovanni, Giuseppe Piccioli Resta

Il turismo subacqueo a Torre Cerrano: prospettive di sviluppo1

Summary: PROSPECTS FOR THE DEVELOPMENT OF DIVING TOURISM IN TORRE CERRANO

In a highly competitive global scenario natural reserves play a great role as tourists attractions according to their natural heritage. Ecotourism diver segment gives excellent performance: it is an interesting geographical research fi eld for the perspectives in areas where the potential is not fully expressed. Historically Southern Italy suffers more than others regions for its vocations unexpressed. The opportunity of Ecotourism diver changes the traditional touristic season adjusting touristic fl ow and stimulating local economic development. The Marine Protected Area of Torre Cerrano (TE) has an interesting naturalistic sea bottoms with a rich archaeological heritage that are not integrated into local tourist offer. The common idea that underwater visibility in diving experience is reduced should be changed, promoting this new opportunity. In the last decade the interest in the so-called “muck dives” has increased. The Torre Cerrano Marine area is becoming one of the most important hot spots all over the world for these dives made in special conditions of light and particular sea bottoms contexts. It is desirable, according with the other touristic players, the construction of a new sustainable and integrated local offer, which should be inserted into a wider regional eco-environment. Starting from this considerations it is strategic to include this important site in the Adriatic macro-region, rich of natural treasures partly known and partly yet undiscovered.

Keywords: diving tourism, muck dives, Torre Cerrano, natural heritage.

La valorizzazione delle risorse naturali è dive- da impatti multipli, alla cui radice vi è l’azione nuta ormai uno degli assi portanti delle politiche antropica, innescando dei processi virtuosi a li- di sviluppo locale ed è uno di quei fattori attraver- vello locale. Esse si confi gurano come soggetti so i quali si valuta la qualità delle politiche di go- di evoluzione territoriale in grado di modifi ca- verno del territorio, sia per le ricadute economiche re l’assetto relazionale e di evidenziare punti di e ambientali che questa valorizzazione comporta, forza e di debolezza del tessuto locale nel suo sia per la crescente attenzione che le comunità complesso, sollecitando la comunità a delineare attribuiscono alla preservazione dell’ambiente. processi di sviluppo endogeno che si ispirino ai Le pratiche di conservazione della natura nei principi della sostenibilità. paesi dell’Occidente si sono evolute grazie a spin- È possibile distinguere almeno tre tipologie te culturali, politiche ed economiche che nel tem- di benefi ci derivanti dalla messa a protezione po hanno mutato l’approccio assunto e gli obiet- di un’area naturale: biofi sici, socioculturali ed tivi perseguiti dagli attori locali2. Abbandonata la economici. Si tratta di ricadute non esclusiva- lunga stagione conservativo-vincolistica, soltanto mente materiali, quantifi cabili in termini mone- dalla seconda metà del Novecento le aree naturali tari, ma immateriali, più largamente riferibili ad protette, non più “isole di natura” non connesse aspetti qualitativi e intangibili che incidono sulla con l’intorno geografi co, divengono sistemi aper- qualità dell’ambiente e della vita, dunque sul be- ti3 in seguito inglobati in reti ecologiche più am- nessere della comunità. piamente intese4. Particolarmente interessante per una ricerca L’istituzione di aree naturali protette rap- di natura geografi ca è comprendere la portata presenta attualmente lo strumento più effi cace delle ricadute attinenti la dimensione economi- e diffuso a disposizione degli attori decisionali ca, in particolare la capacità di interagire con il per salvaguardare la biodiversità. In un conte- turismo quale settore dell’economia contempo- sto globale caratterizzato da stress ecosistemico ranea che determina insieme ad altri la compe- sempre più accentuato, le aree naturali protette titività territoriale su scala globale. Nel settore sono capaci di affrontare le minacce provocate del turismo è maggiormente evidente la necessità

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113737 110/12/20150/12/2015 18:18:4018:18:40 di conciliare sviluppo e ambiente: un ambiente in seguito a una disamina della letteratura dedi- degradato riduce la propria capacità di attrazio- cata all’argomento, è possibile constatare come ne turistica ma un patrimonio naturale intatto la produzione scientifi ca sia dominata dagli sforzi e valorizzato rappresenta una risorsa basilare intellettuali di studiosi provenienti dall’area del- per il turismo (Amato e Pollice, 2002, p. 505). le Scienze Naturali6, mentre assai meno rilevanti Pertanto, in uno scenario globale fortemen- sono i risultati scientifi ci prodotti dalle Scienze te competitivo che si evolve a ritmo sostenuto, le Geografi che. Tuttavia, lo sguardo interpretativo aree naturali protette possono rivestire un ruolo del geografo può sensibilmente arricchire la let- preponderante ma dovrebbero essere capaci di teratura scientifi ca in materia, orientando buone qualifi carsi come destinazioni turistiche, coglien- pratiche: il mare, infatti, deve essere inteso come do l’opportunità soprattutto in quei territori del territorio da valorizzare e quindi da gestire. Si deve Mezzogiorno d’Italia storicamente caratterizzati proprio alla rifl essione geografi ca il merito di aver da vocazioni inespresse. Se il turismo è stato defi - affermato l’importanza di attribuire un ruolo eco- nito come “il nuovo petrolio i cui giacimenti sono nomico alle aree protette (Trono e Rizzello, 2008). più equamente localizzati a livello planetario a Altri autori (Galli e Notarianni, 2002) hanno rile- vantaggio delle destinazioni minori” (Lozato- vato come la messa a protezione del patrimonio Giotart, 2006) e “se non si tratta di immettere lo naturale possa attrarre quel tipo di domanda la cui sviluppo turistico all’interno delle problematiche forte motivazione alla vacanza è data dal desiderio ambientali ma di integrare la questione ambien- di porsi a contatto con la natura, nell’ambito di un tale nelle politiche turistiche” (Adamo, 2004), le fenomeno turistico che va sempre più accentuan- aree naturali protette non possono dunque man- do il suo carattere esperenziale. care alla grande sfi da della costruzione di un turi- L’ecoturismo abbraccia vari segmenti, fra que- smo più responsabile, sostenibile, durevole. sti quello subacqueo mostra ottime prestazioni. Inoltre appare provvido sul piano scientifi co A titolo indicativo si può far riferimento all’espo- porre attenzione, data la varietà di classifi cazione nenziale aumento delle richieste di brevettazione delle aree soggette a protezione, al fenomeno delle per la principale didattica riconosciuta in seno Aree Marine Protette (AMP) non soltanto perché all’attività subacquea, proprio come evidenziato esse rivestono un ruolo importante nel panorama nella Fig. 1. italiano5 (Abdulla e altri, 2008) ma anche perché Il turismo subacqueo rappresenta una straordi-

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Fig. 1. Le certifi cazioni PADI in uno storico dal 1970 al 2010. Fonte: Global Certifi cation & Membership Statistics PADI 2010, consultabile al sito: http://www.padi.com/scuba/uploadedFi- les/2010%20WW%20Statistics.pdf.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113838 110/12/20150/12/2015 18:18:4118:18:41 naria opportunità per rinnovare e ampliare un’of- del comparto culturale e che in molte esperienze ferta che si possa defi nire: trascina l’economia turistica del territorio (Melot- – locale, perché ogni immersione rappresenta ti, 2007). di per sé un’esperienza unica, non replica- Con riferimento alla domanda, il turista in bile in altri luoghi in quanto ogni tratto di esame si confi gura come un soggetto tendenzial- costa, per la sua geomorfologia, storia e geo- mente colto e attento all’ambiente e all’identità grafi a si contraddistingue dagli altri e deter- dei luoghi che potrebbe qualifi care in prospettiva mina fondali particolari per tipo di fauna e ecologica l’intero settore economico. fl ora, paesaggi, profondità, presenza di cavi- Peraltro emerge recentemente una domanda tà e altre variabili; assimilabile a quella congressuale che si sposta – sostenibile, perché lega l’uomo alla natura per partecipare, ad esempio, ai concorsi di foto- in un’intesa che si basa sul rispetto e sulla grafi a subacquea e che si presenta alla costante conoscenza; ricerca di nuove destinazioni in cui effettuare le – integrata, perché al fi ne di effettuare in sicu- immersioni, quali esperienze polisensoriali da ri- rezza una immersione è necessario che essa cordare e raccontare in immagini. venga compiuta da sommozzatori autonomi Infi ne l’aspetto più interessante riguarda la ca- ben addestrati ovvero venga organizzata e pacità del segmento di destagionalizzare i fl ussi seguita da esperti del settore che, in un con- turistici in quanto è possibile effettuare le immer- testo dinamico, diventano nodi di una rete sioni tutto l’anno. A questo proposito il turismo ampia che coinvolge altri professionisti (ad subacqueo viene defi nito come “turismo alterna- esempio tour operators, responsabili di strut- tivo programmato” ad alta regolazione e bassa in- ture ricettive, ristoratori, titolari di esercizi tensità di fl ussi (Costa, 2005). commerciali, noleggiatori o venditori di at- Pertanto non può che essere molto opportuno, trezzature e mezzi). non solo sul piano scientifi co, individuare le pro- Peraltro il turismo subacqueo si confi gura spettive di sviluppo del turismo subacqueo in aree come forma di turismo mista, responsabile e ti- in cui l’attività subacquea non si esprime ancora pica di uno stile di vita contemplativo-rifl essivo in tutte le sue potenzialità come nel caso dell’AMP che può defi nirsi slow. Mista perché integra il Torre del Cerrano, già insignita della Carta Euro- segmento culturale, sportivo, ricreativo e bal- pea del Turismo Sostenibile. L’area infatti presen- neare. Responsabile perché praticata a basso o ta una considerevole ricchezza di beni sommersi nullo impatto ambientale, nel rispetto di regole sia di tipo naturalistico che di tipo archeologico. condivise di tutela delle risorse, tali da favorire Ivi si notano imponenti biocostruzioni di Sabella- una vera e propria educazione verso altri fruitori. ria halcocki, vasti banchi di Chamelea gallina e una Slow perché riavvicina chi la pratica a una dimen- grande varietà di specie pelagiche e bentoniche sione intima, spirituale, in quanto nel subacqueo fra le quali spicca la Trivia adriatica: gli sforzi di “il distacco dal mondo in cui vive avviene non protezione, infatti, in breve tempo hanno deter- appena calza le pinne e mette la maschera, an- minato il ripopolamento di talune specie e han- ticipando così l’emozione che sa di provare non no favorito l’avvistamento recente di pesci luna appena verrà in contatto con il mondo sottoma- (Mola mola) e delfi ni (Stenella coearuleoalba e Delphi- rino. È come se un sipario immaginario calasse nus delphis). Inoltre numerosi studi hanno indivi- fra lui e il mondo che sta per lasciare” (Venza e duato resti dell’antico porto di Hadria, datato in altri, 2006, p. 19). epoca romana, documentato dalle fonti storiche Il segmento si connota per l’elevato ritorno del Sorricchio, di Strabone e di Plinio che ne te- economico di cui benefi cia tutto il territorio: no- stimoniano l’intensa funzione commerciale in età nostante siano fortemente diminuiti i costi per romana, ridimensionatasi a partire dal medioevo l’acquisto o il noleggio delle attrezzature e dei (Angeletti, 2001). Nonostante alcuni resti siano mezzi necessari per effettuare una immersione, visibili in superfi cie, studi condotti negli anni Ot- le evidenze mostrano come il turista subacqueo tanta dello scorso secolo hanno documentato la si comporti come un soggetto economico che più presenza di grandi pietre a spigolo vivo, lastroni signifi cativamente di altri spende nelle località di pietra d’Istria ad L rovesciata, grandi costru- frequentate ed è per questo capace di stimolare le zioni murarie in mattoni, canaletta in calcare, sca- economie locali. lini, bitte, ormeggi alla profondità di 4,7 e 11 mt Il segmento, inoltre, consente di rigenerare i si- nonché la presenza di reperti archeologici quali stemi turistici locali: si pensi all’interesse per l’ar- anfore, mosaici ed altro. Tali risorse rappresen- cheologia sottomarina che rappresenta un fi lone tano dei potenziali elementi di attrazione per la

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 113939 110/12/20150/12/2015 18:18:4118:18:41 domanda subacquea interessata sia agli aspetti pa- comunitarie consenta le attività subacquee. L’U- esaggistico-naturalistici del luogo, sia agli aspetti niversità e i Centri di ricerca locale rappresen- storico-architettonici. tano attori indispensabili per implementare e Alla luce di queste considerazioni, non può che approfondire la conoscenza multidisciplinare dei essere auspicabile affi ancare alla tutela anche una beni sommersi presenti ma, insieme ai diving cen- valorizzazione turistica di tali beni quale patrimo- ters, possono concorrere all’elaborazione di mo- nio di valore culturale, economico, estetico, scien- delli di fruizione di tali beni che garantiscano i tifi co. Nella programmazione turistica della Regio- criteri della sicurezza, sostenibilità, accessibilità. ne Abruzzo manca tuttavia attenzione al segmento Inoltre i tour operators e gli altri soggetti locali at- subacqueo7 che invece potrebbe rendere più com- tivi nell’ambito della promozione turistica e del petitiva l’immagine del territorio, arricchendone marketing territoriale sono chiamati a valorizzare in termini quali-quantitativi il sistema locale di of- in senso turistico quei beni, inserendoli in circu- ferta. In particolare il segmento potrebbe raffor- iti promozionali più ampi. L’offerta turistica su- zare la già forte vocazione all’ecoturismo dovuta bacquea, non soltanto deve connettersi al sistema proprio al primato, rispetto alle altre regioni ita- locale di offerta turistica ma deve collocarsi in liane, conseguito per estensione totale della super- uno scenario ecoregionale più grande. A questo fi cie protetta. Inoltre esso potrebbe rivitalizzare il proposito si pensi alle ricadute in termini d’im- segmento culturale grazie ai resti dell’antico porto magine, di forza attrattiva e di propulsione dello che sono testimonianza della civiltà e della storia sviluppo territoriale che può derivare dall’inse- regionale, tracce sommerse strettamente connesse rimento del sito nell’ambito della Macroregione al patrimonio storico, culturale ed architettonico adriatica. Quest’ultima, infatti, rappresenta uno terrestre già conosciuto, fruito e valorizzato. spazio geografi co che nel Mediterraneo si conno- Tuttavia, secondo la percezione comune, il sito ta per la ricchezza di beni sommersi innanzitutto presenta dei limiti per le immersioni dovuti all’ec- di tipo archeologico, frutto delle numerose civil- cessiva presenza di microorganismi, ai fondali tà che in epoche diverse si sono riversate su quel- prevalentemente sabbiosi e alle basse profondi- le coste o ne hanno navigato le acque: si pensi tà che determinano particolari condizioni luce/ ad esempio ai relitti che testimoniano la potenza ambiente a ridotta visibilità. Questa percezione storica della Repubblica marinara di Venezia e come tale può essere migliorata e diffusa: è in- il suo dominio commerciale, o ai relitti di epoca fatti possibile effettuare discese subacquee anche romana e greca rinvenibili sia nell’Alto che nel in contesti non caratterizzati da acque limpide. Basso Adriatico. Recentemente è cresciuto l’interesse per le co- Per quanto concerne i beni sommersi di tipo siddette “muck dives” ovvero “immersioni lerce” naturalistico, sebbene l’Adriatico costituisca uno inserite a tutto diritto nei siti d’immersione più dei mari più colpiti dall’overfi shing e si registri una ambiti del pianeta sia nei mari freddi (Pacifi co ca- diminuzione del pescato rispetto a decenni e se- nadese, fi ordi norvegesi, cileni o della Columbia coli precedenti (Cautadella e Spagnolo, 2011, p. britannica), sia nelle acque calde ricche di polveri 292), ivi si inscrivono esperienze virtuose di AMP vulcaniche dello Stretto di Lembeh in Indonesia. come Torre del Cerrano e Torre Guaceto o di al- Simili condizioni ambiente/luce si riscontrano in tre riserve marine collegate nella rete Adriapan, alcuni siti italiani come nelle acque portuali di che hanno conseguito risultati positivi in segui- Gallipoli8 e ciò non sorprende se si considera che to allo sforzo di protezione in termini di tutela e “almost any under water location can be a diving incoraggiamento della biodiversità. Inoltre, parti- spot” (Lew, 2013, pp. 29-51). colari geomorfologie delle coste e dei fondali, fe- Al fi ne di attrarre la domanda subacquea è nomeni carsici peculiari determinano la presenza necessario che si strutturi un’offerta locale, so- di cavità e grotte sommerse ad esempio nelle Isole stenibile e integrata, capace di connettere in Vis della Croazia. modo virtuoso tutti i portatori di interesse. La Seguendo dunque la logica della progettazione progettazione partecipata rappresenta una tecni- partecipata, nell’ambito di una governance mul- ca di animazione sociale alla base delle scelte de- tilivello è possibile costruire un’offerta turistica cisionali che su piccola scala può facilitare la co- subacquea sostenibile in grado di presentarsi sul struzione di un percorso comune che porti alla mercato globale con un buon livello di competiti- realizzazione di obiettivi condivisi (Vanni, 2009). vità, valorizzando e mettendo in connessione in In via preliminare si rende indispensabile il con- itinerari subacquei i beni sommersi dell’Adriati- tributo legislativo degli Enti locali che in confor- co, tesori di natura in parte già conosciuti ma in mità con le disposizioni nazionali e le direttive parte ancora da scoprire.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114040 110/12/20150/12/2015 18:18:4218:18:42 Bibliografi a contribuire al public enjoyment. Essi precorrono e ispirano l’isti- tuzione dei parchi storici in Europa agli inizi del Novecento; in Abdulla A. e altri, Statut des Aires Marines protégés en Méditerranée, Italia in particolare la messa a protezione delle risorse naturali UICN, Malaga e WWF, Francia 2008 (consultabile al link: discende da due concezioni: quella animalista-specista e quella http://planbleu.org/sites/default/files/upload/files/mpa_fr_ paesaggistico-culturale. lr.pdf). 2 Un momento di rottura è dato dalla pubblicazione nel 1982 Adamo F., Contributi alle Giornate della Geografi a del Turismo 2001- della celebre opera Uomini e parchi scritta da Valerio Giacomi- 2002, in M. CASARI (a cura di), Turismo e Geografi a, Milano, ni e Valerio Romani. Essa veicola un pensiero rivoluzionario Hoepli, 2008, p. 170. dagli stessi autori defi nito “controrivoluzione tolemaica”: ivi Amato V., Pollice F., La certifi cazione ambientale nelle strategie di si abbracciano una visione olistica e una conoscenza sintetica sviluppo turistico, in Adamo F. (a cura di), Contributi alle Gior- che enfatizzano la centralità dell’uomo nella biosfera mentre nate della Geografi a del Turismo 2001-2002, Bologna, Pàtron, le aree naturali protette divengono sistemi aperti nell’ambito 2007, p. 501-512. di una conservazione dinamica. Angeletti G., Ricerche archeologiche nel Porto di Cerrano in Dalla 3 Gli studiosi italiani hanno a questo proposito rilevato un ap- Valle del Piomba alla valle del basso Pescara, Documenti dell’A- proccio urbanistico-territoriale e un approccio ecologico-fun- bruzzo Teramano, V,1, 2001, s.p. zionale. Altri studiosi hanno peraltro messo in evidenza come Cautadella S., Spagnolo M., Lo stato della pesca e dell’acquacoltura l’espressione rete ecologica abbia nel tempo assunto signifi cati nei mari italiani, Roma, Ministero delle Politiche Agricole diversi. Questo certamente non ha facilitato l’applicazione e Alimentari e Forestali, 2011, p. 292. non ha consentito l’uniformità delle pratiche su base locale. Costa N., I professionisti dello sviluppo turistico locale, Milano, Ho- La rete ecologica diventa nelle varie interpretazioni un sistema epli, 2005, s.p. interconnesso di habitat, un sistema di aree naturali protette, Galli P., Notarianni M., La sfi da dell’ecoturismo, Novara, De Ago- un sistema di unità di paesaggio fruibile, uno scenario ecosi- stini, 2002, s.p. stemico polivalente. Lew A. A., A world geography of recreational scuba diving, in G. 4 Nel Mediterraneo l’Italia vanta il maggior numero di AMP Musa, Dimock K. (a cura di), Scuba diving tourism, New York, istituite, seguita da Spagna e Turchia. Routledge, 2013, p. 29-51. 5 Ad esempio se ne sono occupate le seguenti riviste: Biological Lozato-Giotart J.P., Le chemin vers l’ecoturisme. Impact set enjieux Conservation; Current Biology; Conservation Biology; Ecological Eco- environnementaux du tourisme aujourd’hui, Parigi, Delachaux nomic; Ocean & Coastal Management. et Niestlé, 2006, s.p. 6 Il sito istituzionale www.abruzzoturismo.it non include nel Melotti M., Mediterraneo tra miti e turismo. Per una sociologia del percorso turistico denominato “Le vie dell’acqua e del sole” turismo archeologico, Milano, Cuem, Università degli Studi di la possibilità di effettuare immersioni nei fondali mentre il Milano, 2007, p. 53. sito istituzionale www.regione.abruzzo.it/xCultura/ non prevede Trono A., Rizzello K., Qualità ambientale e sviluppo economico re- nella denominata “Rete della cultura” i resti dell’antico porto gionale, Carmiano (LE), Lupo, 2008, s.p. romano prospiciente la Torre di Cerrano. Nemmeno nel pa- Vanni M., La progettazione partecipata di una candidatura ad un ragrafo 1.2.2 a p. 16 dedicato al turismo della bozza “Obiettivi fi nanziamento UE, in Vallarola F. (a cura di), “Aree protette co- e linee guida per la programmazione unitaria dei fondi co- stiere e marine. Pianifi cazione e forme di fi nanziamento”. Atti dei munitari 2014-2020” si fa cenno alla subacquea. Per ulteriori seminari AIDAP «Benvenuto Parco» (Torre Cerrano, 3-6 giugno osservazioni si rimanda al link: http://www.regione.abruzzo.it/ e 8 luglio 2008), Castellalto (TE), Editpress, 2009, pp. 45-52. xprogrammazione/docs/programmazione2014_2020/LineeGuidaeO- VENZA G. e altri, Psicologia e psicodinamica dell’immersione subac- biettivi_exDGR37_del_2014.pdf. quea, Milano, Franco Angeli, 2006, p. 19. 7 Proprio il porto di Gallipoli, previe opportune autorizzazioni preventive, ricrea delle condizioni molto simili alle muck dives e si offre come uno scenario per incontri eccezionali, tenendo Note anche conto della presenza di specie di acque profonde che vengono accidentalmente liberate dalle reti da pesca e trascor- 1 Nella comune impostazione del contributo, la parte introdut- rono le ultime fasi della vita in questo ambiente a visibilità mol- tiva dedicata alle aree protette è da attribuirsi a Melgiovanni to limitata. Queste condizioni possono anche attirare altre spe- mentre la parte dedicata al caso di Torre Cerrano a Piccioli. cie che le confondono con quelle del loro ambiente originario, Le conclusioni, la bibliografi a, così come la parte relativa al come è stato nel caso di un rarissimo esemplare di pesce nastro turismo subacqueo sono in comune. (Trachypterus trachypterus), specie mesopelagica, incontrata e fo- 1 I primi parchi stricto sensu sorgono negli Stati Uniti d’Ameri- tografata dagli autori in appena trenta centimetri di profondità ca nell’Ottocento con l’obiettivo di proteggere la wilderness e di nella primavera 2013.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114141 110/12/20150/12/2015 18:18:4218:18:42 Roberto Morea

Il turismo sostenibile nel Salento: il caso del Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Palude del Capitano

Summary: SUSTAINABLE TOURISM IN SALENTO: THE CASE OF “PORTOSELVAGGIO-PALUDE DEL CAPITANO” PARK

Is now well recognized Apulia’s strong tourist vocation, particularly the one in Salento, part of a region where substantial natural and environmental resources assume extremely different aspects and confi gurations among them, passing from the stocky Gargano Peninsula – the so-called “Italy’s Spur”, till reaching the very tip of the “boot”, commonly indicated also as “fi nis terrae”. This research retraces the slow and troubled journey that Porto Selvaggio’s Park has faced from a sustainable and environ- mental tourism perspective: in fact, for over twenty years, there has been a long season of lost hopes and vain expectations. Environmental protection, fundamental asset of the community, has in Apulia his initial legislative drafting in 1980, with the approval of the regional law n. 21 that triggered the Natural equipped Park of Porto Selvaggio-Torre-Uluzzo, in Nardò’s municipality (LE). It had to be wait however until 2006 when with the regional law n. 6, the park was expanded with the inclusion of the protected Palude del Capitano. Already identifi ed by the regional law n. 19/97, and it assumed its current name of “Regional Natural Park of Porto Selvaggio and Palude del Capitano”. Tourism is an essential opportunity for the Salento’s development but requires a careful strategy based on the principles of sustainability: in this perspective, the Lecce’s Province has fi nally embarked on a virtuous path with the creation of the Park System of Salento (consisting of 6 protected areas), the acceptance of the European Charter for Sustainable Tourism in Protected Areas and the certifi cation achievement by Europarc Federation. This initiative would allow the local tourism sector to fi nally break free from the marked seasonality which still continues to characterize it.

Keywords: Salento, sustainable tourism, environmental protection.

Il Salento leccese, come ampiamente noto, lare lungo la fascia costiera sono presenti numero- dispone di un ragguardevole patrimonio di ri- se aree naturali protette: dalle zone umide (Parco sorse turistiche tutte, potenzialmente, munite di Naturale Regionale “Bosco e Paludi di Rauccio”, spiccata capacità attrattiva: una porzione di ter- Parco Naturale Regionale “Portoselvaggio e Palu- ritorio connotato dalla presenza di incantevoli e de del Capitano”, Parco Naturale Regionale “Lito- suggestivi scorci paesaggistici e pregno di testi- rale di Ugento”) ai sistemi dunali tra i più “intat- monianze storiche, culturali ed architettoniche. ti” di tutta l’Italia meridionale (Riserva Naturale Resta comunque evidente, anche ai giorni nostri, Orientata Regionale “Palude del Conte e Duna l’egemonia del turismo balneare, come attestano Costiera - Porto Cesareo”, Parco Naturale Regio- i dati dei fl ussi turistici, non solo in ragione, a nale “Litorale di Ugento”, Parco Naturale Regio- mio sommesso giudizio, della presenza di litora- nale “Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo”). li dal fascino unico, dagli estesi e bianchi arenili Altra forte connotazione di questo territorio alle aspre scogliere che pullulano di cavità, e di è la presenza di un articolato sistema di torri co- un mare tra i più cristallini della nostra penisola stiere di avvistamento, componenti imprescindibi- ma anche di una, probabilmente, irrilevante of- li per la difesa dalle offensive saracene e turche ferta di “prodotti turistici” nelle stagioni dal clima (Cosi, 1989). Sotto la dominazione normanna, meno favorevole. infatti, il Salento vide la realizzazione di nume- Il territorio ospita svariate peculiarità di rile- rose opere architettoniche a vocazione difensiva, vante valore naturalistico e fornisce così un im- secondo le convinzioni strategiche di Federico II portante contributo alla sopravvivenza di habitat incentrate sulla costruzione di castelli fortifi cati quasi unici e di interesse comunitario. In partico- anche funzionali al controllo interno dei centri

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114242 110/12/20150/12/2015 18:18:4318:18:43 Fig. 1. Area di applicazione della CETS. Fonte: sistema Parchi del Salento.

urbani. Tale sistema difensivo venne successiva- Giorgi, 1960). Il comprensorio, un tempo partico- mente implementato con la costruzione di torri di larmente desolato e privo di vegetazione sponta- guardia e di avvistamento fatte erigere da Carlo V nea per gli effetti dell’azione dei venti e delle pre- lungo il perimetro costiero del Regno di Napoli. cipitazioni, è stato oggetto di un’attiva e costante Le torri costituiscono, quindi, una componente opera di rimboschimento, risalente alla metà de- fortemente caratterizzante il paesaggio costiero gli anni Cinquanta, incentrata sulla diffusione di salentino e proprio tra due torri, Torre Uluzzo e formazioni vegetali non autoctone – in particola- la Torre dell’Alto, trovava ubicazione il Parco di re con la messa a dimora di pini d’Aleppo, varietà Portoselvaggio-Torre Uluzzo. Il Parco di Porto estremamente adatta al ripopolamento boschivo Selvaggio-Torre Uluzzo – esempio non proprio delle zone aride dei litorali dove diffi cilmente si edifi cante di politica di preservazione e tutela sviluppa persino la macchia mediterranea per via delle risorse naturali, tenuto conto che è occorso dei prolungati periodi di siccità – che ha portato quasi un trentennio dalla legge istituiva alla sua all’attuale suggestiva vista di boschi, pinete e mac- concreta realizzazione – ha visto la luce nel 1980 chia mediterranea. con l’approvazione della legge regionale n. 21, il La pineta si estende su un’area di circa 200 ha primo intervento legislativo volto alla preservazio- nei versanti che digradano verso la costa, inoltre ne dell’ambiente della Regione Puglia, che preve- lungo i sentieri spartifuoco sono visibili alcuni deva l’attivazione del Parco naturale attrezzato di cipressi comuni mentre le acacie forniscono alla Portoselvaggio-Torre Uluzzo, ubicato per intero boscaglia un’effi cace protezione dalla salsedi- nel territorio comunale di Nardò ed esteso su una ne trasportata dagli intensi venti che alitano dal superfi cie complessiva di 424 ettari. mare, provenienti in prevalenza da SO e SE. Non La porzione di costa ricompresa nel perimetro fanno altresì mancare la loro presenza, a fare da del Parco costituisce, senza alcun dubbio, uno contrappunto ai coesi pini d’Aleppo, alcuni esem- dei tratti più suggestivi del Salento, laddove essa plari di pino domestico (Pinun pinea), eucalipto “da anfrattuosa e pianeggiante che era, si solle- (Eucalyptus globulus), tamarisco (Tamarix gallica) e va con rapido pendio sino alla serra di Nardò 50 leccio (Quercus ilex). m. sul mare sale, poi, quasi a picco sotto la Torre La macchia mediterranea è connotata da una dell’Alto (75 m); forma insenature nelle contrade fl ora estremamente eterogenea, composta da vege- Cenate, Santa Caterina e Fiume e, quindi, dove tali particolarmente resistenti ai lunghi periodi di la Torre di Alto ritorna ad essere pianeggiante o arsura estiva: tra le varietà di consociazioni arbusti- si incurva dolcemente verso ponente per formare ve sempre verdi spicca il mirto (Myrtus communis), il la costa boreale del promontorio gallipolino” (De lentisco (Pistacia lentiscus), l’olivastro (Olea oleaster)

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114343 110/12/20150/12/2015 18:18:4318:18:43 ed il cisto marino (Cystus incanus); il sottobosco si Bisogna, purtroppo, attendere quasi tre lustri, presenta ricco di intense essenze spontanee quali quando, con la legge regionale 19/1997 recante la salvia (Salvia glutinosa), la menta selvatica (Men- “nome per l’istituzione e la gestione delle aree tha silvestris), l’asparago selvatico (Asparagus offi ci- naturali protette nella regione Puglia” si ritorna nalis), il timo (thymus capitanus), e il luppolo (Hu- a parlare del parco di Portoselvaggio. Con tale in- mulus lupulus), i profumi del sottobosco, così inten- tervento normativo venivano individuate 32 aree si e diversi tra loro, che stimolano piacevolmente da sottoporre a protezione di cui ad oggi poco più l’olfatto, mentre la vista trova appagamento nelle della metà (18) hanno visto la luce, ad ulteriore sfumature di viola dell’iris (Iris aphilla) della mal- testimonianza della scarsa “sensibilità” a livello va (Malva silvestris) e dell’orchidea selvatica (Orchis centrale e locale sulle questioni della tutela am- maculata), nella luminosità della ginestra (Spartium bientale. junveum) e nel verde chiaro del mare della baia di Da ultimo, il 15 marzo 2006, con la L.R. n. 6, Portoselvaggio (Morea, 2000). viene istituito il Parco naturale regionale “Por- La baia di Uluzzo che assegnava anch’essa il toselvaggio e Palude del Capitano” che unisce il nome al Parco è rinomata tra gli studiosi per la Parco naturale attrezzato, già istituito nel 1980, e presenza di numerose grotte ricche di testimo- l’area naturale protetta della Palude del Capitano, nianze preistoriche. La “Grotta del cavallo” può già classifi cata dalla L.R. 19/1997. Il nuovo parco meglio illustrare l’evoluzione dell’area in esame: è collocato interamente nel territorio di Nardò e gli scavi effettuati nella cavità sotterranea hanno rappresenta uno dei principali polmoni verdi del- portato alla luce resti di animali, in buone condi- la provincia di Lecce. Si estende su 1.122 ha, dei zioni di conservazione, nonché tracce della pre- quali 300 di pineta, e 7 km di costa, sia alta che senza umana, risalenti ad oltre 35.000 anni ad- bassa. L’area comprende tre siti di interesse comu- dietro, attestate dai reperti archeologici attribuiti nitario (SIC) “Torre Uluzzo”, “Torre Inserraglio”, alla cultura Uluzziana. “Palude del Capitano”, e numerose aree di inte- Come in precedenza accennato l’azione legisla- resse archeologico e paleontologico. tiva rivolta alla creazione del parco di Portoselvag- L’area della Palude del Capitano si colloca gio non ha brillato né in effi cacia né in tempesti- all’interno della porzione di territorio nota come vità, mentre avrebbe potuto rappresentare il fi ore “Terra d’Arneo”, una zona che per lungo tempo è all’occhiello della Regione Puglia nel panorama stata completamente disabitata per la presenza di della tutela ambientale: il logorante percorso co- acquitrini causa di pericolose patologie come la mincia nel 1984, a quattro anni di distanza dalla malaria: soltanto nei primi anni dello scorso seco- legge istitutiva dello stesso, quando allo scopo di lo, sotto il periodo del fascismo, furono effettuati attingere ai fondi FIO (Fondo per gli Investimenti massicci interventi di bonifi ca che hanno reso l’a- e l’Occupazione) messi a disposizione dalla Co- rea salubre tanto da trasformarla in un rilevante munità Europea fu fatto predisporre il piano di centro di produzione di vino ed olio. La Palude utilizzo, riaprendo il dibattito sul parco, dopo di del Capitano si è formata per via del cedimento che, nell’assoluta indifferenza degli amministra- della volta di un’antica grotta causato dall’azione tori locali e regionali, lo stesso non ha più costitu- di erosione dei corsi di acqua sotterranei ed altro ito argomento di discussione. non è che un insieme di doline, tipiche manife- La realizzazione del parco avrebbe potuto con- stazioni del carsismo, che i locali usano chiamare sentire il raggiungimento di un duplice obiettivo: “spunnulate” (Marras, 1989) che letteralmente da un lato il risanamento di un habitat naturale sta a signifi care “sprofondate”: l’area, su cui pro- sempre più minacciato dall’aggressiva e spesso spera una vegetazione caratteristica ed unica, si inconsulta azione antropica di “cementifi cazio- presenta ricca di numerosi sorgenti e dal sotto- ne” (a tal proposito ritengo doveroso rivolgere un suolo percorso da una moltitudine di canali che omaggio alla memoria di Renata Fonte assessore mettono in comunicazione la palude con il mare e del comune di Nardò, tenace sostenitrice della consentono ad alcune specie ittiche, quali anguil- salvaguardia della costa neretina, assassinata nel le e cefali, di insediarsi nel piccolo lago di acqua 1984), dall’altro il perseguimento di fi nalità didat- salmastra; inoltre l’ambiente sottomarino dell’a- tiche – rivolte in particolare all’insegnamento del- rea pullula di cavità talvolta più grandi di quelle le cosiddette scienze naturali – ed al tempo stesso in superfi cie, tra le quali la Grotta delle Corvine, tempo di consentire la fruibilità di tale seducente la più affascinante per dimensioni e varietà di porzione di territorio per attività culturali, sporti- specie biologiche. ve e ricreative, attraverso la realizzazione di servi- Con la legge regionale 6/2006 si raggiunse, zi ed attrezzature. quindi, l’effettiva istituzione del Parco, la cui ge-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114444 110/12/20150/12/2015 18:18:4818:18:48 stione veniva provvisoriamente affi data al comu- tutto, il coinvolgimento di tutti i soggetti che sono ne di Nardò: al riguardo va stigmatizzata la cir- implicati nel settore turistico delle aree protette, costanza che il piano di gestione del parco è stato la predisposizione ed attuazione di una strategia predisposto soltanto nel maggio del 2013, a di- per il turismo sostenibile ed un piano d’azione stanza di ben 7 anni. Si può quindi ritenere quasi per le aree protette, la tutela ed il miglioramento un miracolo se nel mentre il parco non sia stato del patrimonio naturale e culturale delle aree, in irrimediabilmente compromesso dagli incendi o grado al contempo di proteggere le stesse da uno dall’abusivismo. sviluppo turistico inconsulto. Inoltre i principi del Oggi appare necessario avviare una seria pro- CETS contemplano un’adeguata informazione ai grammazione territoriale, che tenga conto del visitatori delle caratteristiche e peculiarità delle complesso e delle peculiarità dell’intero Salento aree protette sì da fornire loro una più approfon- leccese e che abbia quale obbiettivo la preserva- dita conoscenza del territorio ed un monitorag- zione delle biodiversità: attesa la spiccata vocazio- gio costante dei fl ussi di visitatori fi nalizzato ad ne turistica del territorio, il suo sviluppo sosteni- accrescere i benefi ci che il turismo può generare bile deve indispensabilmente trovare collocazione per l’economia locale evitando al contempo disa- nel complesso delle azioni prioritarie di politica gi per le comunità residenti. economica delle istituzioni. In tale direzione pare Per quanto attiene, poi, gli investimenti previ- essersi incamminata la Provincia di Lecce che at- sti per il quinquennio 2012-2016 sono state mes- traverso la creazione del Sistema dei Parchi del se a disposizione risorse fi nanziarie per circa Salento (costituito da 6 aree protette), con l’ade- 1.700.000 euro, prevalentemente provenienti da sione, nel dicembre del 2011, alla Carta Europea fondi dell’UE, ma anche regionali, provinciali e per il Turismo Sostenibile (CETS) nelle Aree Pro- comunali. In concreto allo stato sono già operati- tette e l’ottenimento della certifi cazione da parte vi o in avanzata fase di realizzazione una serie di di Europarc Federation ha fi nalmente intrapreso specifi ci interventi riguardanti il parco oggetto di quel percorso verso un turismo sostenibile neces- studio e fi nalizzati sia alla sua ottimale fruizione sario al Salento per svincolarsi, fi nalmente, dalla da parte dei visitatori sia ad accrescere la piena spiccata stagionalità legata al periodo della bal- conoscenza degli stessi degli aspetti naturali, cul- neazione. Il turismo rappresenta per la provincia turali ed enogastronomici che contraddistinguo- di Lecce una fondamentale occasione di sviluppo no il territorio. Tra questi si ritiene opportuno locale e, al tempo stesso, necessita di una mirata segnalare: strategia di sostenibilità. Nell’area di applicazione Andiamo nel Parco: l’azione si pone l’obiettivo della CETS nel 2011, come emerge dai dati con- di migliorare la fruizione del territorio del Par- tenuti nel progetto di adesione del “Sistema Par- co Naturale Regionale “Portoselvaggio e Palude chi del Salento”, gli arrivi sono stati 766.549, pari del Capitano”, attraverso la realizzazione di nuovi a circa l’84% del totale della provincia di Lecce, percorsi di accesso alle aree naturali e alle piccole mentre le presenze sono state 3.949.780, circa strutture ricettive, con la posa in opera di adegua- l’87,5% del complessivo registrato nella provincia. ta cartellonistica di indicazione ed informazione. Nonostante gli sforzi compiuti per promuovere il Verrà inoltre implementata la segnaletica stradale territorio anche nei mesi autunnali e primaverili, al fi ne di giungere ad una migliore individuazio- i fl ussi di visitatori continuano a concentrarsi nel ne di tutti i siti d’interesse turistico. L’intervento periodo che va da giugno a settembre: infatti circa sarà realizzato col sostegno del Gruppo di Azione il 62% degli arrivi ed il 74% delle presenze sono Locale “Terra d’Arneo”, con una spesa stimata at- espressione di un turismo ancora fortemente lega- torno ai 50.000 €. to al mare. I visitatori che frequentano il Sistema No barrier: attraverso questa azione il Parco Na- dei Parchi del Salento per una fruizione del tipo turale Regionale “Portoselvaggio e Palude del Ca- balneare molto spesso non hanno la consapevo- pitano” procederà all’adeguamento dei supporti lezza di trovarsi in un’area protetta ed esercitano informativi e divulgativi alle esigenze di fruizione una forte pressione sul territorio minacciando dei diversamente abili. È inoltre previsto l’acqui- i delicati equilibri degli ecosistemi costieri. Al sto di sedie JOB, che consentiranno ai portatori fi ne di sensibilizzare le istituzioni locali nonché di disabilità motorie di fare il bagno in autonomia i frequentatori, in questa prima fase del CETS, la e di muoversi sulla spiaggia senza bisogno di pas- cui durata è stata fi ssata in 5 anni, sono stati in- serelle. La spesa stimata per l’intervento si aggira dividuati 10 principi il cui rispetto è da ritenere attorno ai 50.000 €. indispensabile per la prosecuzione del cammino Tra natura e gusto: l’iniziativa consiste nella intrapreso. In sintesi il decalogo prevede, innanzi- promozione – nei mesi che vanno da settembre a

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114545 110/12/20150/12/2015 18:18:4918:18:49 giugno – di eventi ed iniziative fondate sull’inte- indagine si può sostenere che attualmente siano grazione tra aspetti naturali ed enogastronomici presenti tutte le condizioni per rendere piena- sia del Parco Naturale Regionale di “Portoselvag- mente operativo il Parco Naturale Regionale di gio e Palude del Capitano” che del Parco Naturale Portoselvaggio-Palude del Capitano, che attraver- Regionale di “Palude del Conte e Duna Costiera”. so il razionale impiego delle risorse complessiva- Verranno identifi cate e promosse proposte turi- mente a disposizione, tenuto conto che vi sareb- stiche che consentano una fruizione congiunta bero circa 3 milioni di euro da utilizzare, avrebbe del territorio delle due aree protette. Il proget- l’opportunità di attestarsi tra le eccellenze del to, dell’investimento complessivo di 20.000 € di patrimonio naturalistico e ambientale nazionale. provenienza comunitaria, vede anche il coinvol- Un’occasione, l’ennesima, da non lasciarsi sfug- gimento della Comunità del Cibo dei Produttori gire. del Parco Naturale Regionale “Portoselvaggio e Palude del Capitano” e del GAL “terra d’Arneo”. Sapori del Parco: l’intervento si pone quale obiet- Bibliografi a tivo l’organizzazione di due giornate di valorizza- Anelli F., Fenomeni paracarsici nei calcari grossolani terziari e qua- zione dei prodotti tipici della gastronomia locale, ternari delle Murge e del Salento in Puglia, Actes Third Interna- una nell’ambito della manifestazione “Salento nel tional Congress Wien, 1963, pp. 19-206. Parco” e l’altra in occasione della Giornata Mon- Boiardi R. (a cura di), Lecce e i suoi Comuni, Rieti, Herald Edi- tore, 1997. diale dei Parchi. Anche per questo intervento, per € Boenzi F., Caldara M., Appunti sul paesaggio carsico pugliese, Itin- cui è stata stimata una spesa di circa 20.000 , erari Speleologici, s. II, 4, 1990, 17-30. nutrita è la schiera dei soggetti coinvolti a vario Colamonico C., La piovosità della Terra d’Otranto, in Bollettino titolo dal GAL “Terra d’Arneo”, al Parco di Porto- della Società Geografi ca Italiana LI, 1917, 509-537. selvaggio e Palude del Capitano e quello Palude Cosi G., Torri marittime di Terre d’Otranto, Galatina (LE), Con- gedo Ed., 1989, p. 102. del Conte e Duna Costiera nonché l’associazione De Giorgi C., Descrizione fi sica, geologica e idrografi ca della provin- di produttori locali Comunità del Cibo, Slow Food. cia di Lecce, a cura di Vignola A. (antologia di scritti scelti) Fuori stagione: al fi ne di favorire la destagiona- Lecce, Centro Studi Salentini, 1960 p. 13. lizzazione turistica il progetto prevede l’ideazio- Leone V., Una Ipotesi sulla causa degli incendi boschivi in Puglia in «Notiziario Agricolo Regionale», 1986, 14, n. 10, pp. 25-30. ne e la promozione di soggiorni – della durata di Marras V., Nardò origini e toponomastica, Manduria (TA), Lacaita 3 giorni e da realizzare in primavera e autunno Ed, 1989, p. 121. – che contemplino visite ai centri storici ed agli Miali G., La pianifi cazione regionale e la strategia dello sviluppo elementi di rilevante interesse archeologico pre- sostenibile, Bari, Regione Puglia Assessorato all’Ambiente, senti nel Parco Naturale Regionale di Portoselvag- 1999. Morea R., Il Parco di Portoselvaggio-Torre Uluzzo venti anni dopo, in gio e nel Parco Palude del Capitano ed in quello Annali del Dipartimento di Scienze Storiche Filosofi che e Geogra- di Palude del Conte e Duna Costiera. Anche per fi che, Manduria (TA), Lacaita Ed, 2000, pp. 958-959. questo intervento è previsto il coinvolgimento del Novembre D., Osservazione sul paesaggio carsico nel Salento, in Atti GAL “Terra d’Arneo” mentre le risorse necessa- del XVIII Congresso Geografi co Italiano (Trieste, 4-9 Aprile 1961), rie ammontano a 20.000 € sempre di provenienza Trieste, Istituto di Geografi a dell’Università 1961, pp. 1-16. Regione Puglia, Uffi cio Parchi e tutela delle biodiversità. Siste- comunitaria. ma dei Parchi del Salento. Adesione alla Carta Europea per il Tur- Con ogni probabilità la concretizzazione del- ismo sostenibile. Strategia e piano di azione, 2011. le iniziative sinteticamente descritte contribuirà Sigismondi A., Tedesco N., La Puglia dei Parchi, Bari, Regione da un lato a destagionalizzare i fl ussi turistici e Puglia 1996. Sistema dei Parchi del Salento: adesione alla Carta europea per dall’altro di indirizzarsi verso un percorso di so- il turismo sostenibile nelle aree protette, 2011, http://www. stenibilità ambientale e non solo, ma certamente provincia.le.it/documents/10716/395032/Strategia_Pia- occorrerà dell’altro. In chiusura di questa breve no_Azioni_Parchi_Salento.pdf.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114646 110/12/20150/12/2015 18:18:4918:18:49 Enrico Nicosia, Carmelo Maria Porto

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’ecoturismo un fattore di sviluppo trainante?1

“[…] E che pensieri immensi, che dolci sogni mi spirò la vista di quel lontano mar, quei monti azzurri, […]” (Leopardi nelle Ricordanze, vv. 19-21, 1829)

Summary: THE NATIONAL PARK OF SIBILLINI MOUNTAINS. ECOTOURISM A DEVELOPMENT FACTOR DRIVING? This paper aims at analysing the tools and strategies to promote a balanced and integrated tourist development in Sibillini Mountains, whose geographical and historical specifi cities have contributed to build an immediately recognisable territorial image. Tourist proposals should be planned with the aim of supporting regeneration and sustainable development in Sibillini Mountains Park by involving different players (such as tourists, local communities, public actors, entrepreneurs) so that the area could take advantages from a development based on the preservation of the historical and environmental identity. Thus, the work is based on a SWOT Analysis aimed at representing the whole set of elements supporting local development or, on the contrary, contrasting it. Keywords: ecotourism, Sibillini Mountains, development.

1. Nuove forme di turismo. La sostenibilità Anche se il termine è utilizzato in letteratura ambientale nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini da alcuni decenni, il concetto e la pratica della salvaguardia, protezione e conservazione delle Le nuove forme di turismo emergenti si inte- aree naturali esiste da oltre un secolo, ossia dai grano sempre più con il concetto di sostenibilità primi viaggi “eco turistici” praticati per ammira- e con la necessità di tradurre in pratica operativa re le bellezze naturali dei parchi statunitensi isti- l’esigenza sociale di un maggior contenuto “ver- tuiti a partire dalla seconda meta dell’Ottocento de” per le attività turistiche. Oltre all’interesse (Da Pozzo, 2001; Gallie Notarianni, 2002; Madau, scientifi co di un confronto tra comportamenti 2013). “ego” o “eco” compatibili c’è n’è un altro di carat- L’ecot u r ismo s econdo l ’International Ecotourism tere misto tra scienza e pratica quotidiana. Society (1991) è un modo responsabile di viag- È sempre più diffusa l’idea che la crescita del giare in aree naturali, conservando l’ambiente e turismo sia una soluzione per la crescita socioeco- sostenendo il benessere delle popolazioni locali. nomica anche di zone fi nora poco battute dai per- Questa pratica turistica, come è evidenziato in corsi tradizionali2 e che nuove forme di turismo letteratura, è iniziata con l’istituzione del Parco consentano il passaggio allo sviluppo, garanten- di Yellowstone nel 1872 e si è sviluppata in modo do la sostenibilità e l’equità nell’uso delle risorse signifi cativo con l’affermazione del movimento naturali. La svolta culturale che ha caratterizzato ambientalista negli anni Settanta e Ottanta del il pensiero occidentale negli ultimi trent’anni, ha secolo scorso. infl uenzato in maniera determinante il turismo. In base a questa defi nizione l’Associazione Eco- Se si procede ad un’analisi diacronica dell’offerta turismo Italia, referente italiano dell’International turistica è possibile individuare i cambiamenti di Ecotourism Society, propone una sua defi nizione di paradigma che hanno determinato la produzione ecoturismo: “un modo di viaggiare responsabile della conoscenza. Con l’affermarsi del concetto di in aree naturali, conservando l’ambiente in cui la sostenibilità, ad esempio, sono andate costituen- comunità locale ospitante è direttamente coinvol- dosi nuove proposte turistiche centrate sulla pos- ta nel suo sviluppo e nella sua gestione, ed in cui sibilità di acquistare un’esperienza nature-based, la maggior parte dei benefi ci restano alla comu- environmentally educative e sustainably managed, ov- nità stessa”. vero di fare ecoturismo3. È quindi evidente che ecoturismo e sviluppo

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114747 110/12/20150/12/2015 18:18:5018:18:50 sostenibile sono termini che vanno incontro alla gestione, vengono reinvestiti in nuovi progetti di salvaguardia dell’ambiente per poi puntare su ciò salvaguardia ambientale. che possono essere gli sviluppi turistici e terri- La comprensione di come il turismo sia in ef- toriali della zona in cui si applica questo tipo di fetti il vero sostegno per l’avvio della crescita di “pratica” (Calafati, 1999). un territorio è compito multidisciplinare, per la L’ecoturismo in questa prospettiva è caratteriz- concomitanza di aspetti ambientalistici, socio- zato da alcuni aspetti peculiari: è mirato alla pro- culturali, economici e al contempo una sfi da di mozione di uno sviluppo sostenibile del settore confronto tra operatori turistici, amministratori turistico; non determina il degrado o l’esaurimen- e studiosi. to delle risorse; concentra l’attenzione sul valore Se consideriamo che per l’individuo postmo- intrinseco delle risorse naturali rispondendo ad derno, l’acquisto di un’esperienza turistica equi- una fi losofi a più biocentrica che antropocentri- vale all’acquisto di un bene qualunque e che ca; richiede all’ecoturista di accettare l’ambiente esso interviene nella formazione di quello che nella sua realtà senza pretendere di modifi carlo o Bourdieau chiama habitus, allora è possibile stu- adattarlo a sua convenienza; si fonda sull’incontro diare l’ecoturismo come rifl esso di un discorso diretto con l’ambiente e si ispira ad una dimensio- dominante e parte dei processi di formazione ne cognitiva diretta. dell’identità, non solo degli individui ma anche Secondo questa defi nizione, l’ecoturismo ha del territorio. una forte componente programmatica e descrive Nell’odierna competizione territoriale, quindi, non solo un determinato segmento della doman- per conquistare le preferenze di un turista sem- da, ma anche un insieme di risultati auspicabili, pre più attento e sensibile ai valori locali e alla che possono essere riassunti come segue: com- qualità dei servizi, i Sibillini possono contare su patibilità ambientale e socio-culturale come con- una riconoscibilità che deriva dalle loro peculiari- dizione fondamentale; apporto di benefi ci per i tà geo-ambientali e storico-artistiche. progetti di protezione dell’ambiente e per la po- polazione locale (partecipazione, creazione e am- pia distribuzione di reddito); accrescimento della 2. Il sistema regionale marchigiano dei parchi e consapevolezza ambientale e maggiore accetta- delle riserve naturali zione della conservazione della natura come uso del territorio profi cuo e adeguato (sia tra i turisti Il sistema regionale marchigiano dei parchi e che tra gli altri soggetti interessati allo sviluppo delle riserve naturali copre una superfi cie com- locale). plessiva di circa 89.557,32 ha, pari al 9,56% del Prova vivente della bontà di tale principio sono territorio ed è concentrato principalmente nella i parchi naturali, dove i proventi derivanti dalle zona meridionale comprendendo (v. tab. 1): 2 par- visite dei turisti, attraverso un’attenta politica di chi nazionali (Monti Sibillini e Gran Sasso e Mon-

Tab. 1. I parchi e le riserve naturali delle Marche.

Denominazione Superfi cie (ha) Anno di istituzione Parco Nazionale dei Monti Sibillini 51.473,98 1993 Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga 9.363,22 1995 Parco Naturale Regionale del Conero 5.982,74 1987 Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo 1.584,04 1994 Parco Naturale Interregionale del Sasso Simone e Simoncello 3.417,35 1996 Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi 10.026,53 1997 Riserva Naturale Statale Montagna di Torricchio 310,91 1977 Riserva Naturale Statale Abbadia di Fiastra 1.834,28 1984 Riserva Naturale Statale Gola del Furlo 3.626,94 2001 Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca 310,86 2003 Riserva Naturale Regionale Sentina 174,34 2004 Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e Monte Canfaito 1.452,13 2009 Fonte: elaborazione personale su dati del Ministero dell’Ambiente.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114848 110/12/20150/12/2015 18:18:5018:18:50 ti della Laga), 4 parchi regionali (Sasso Simone e ni con l’omonima riserva naturale toscana che Simoncello, Gola della Rossa e di Frasassi, Monte ricade nel comune di Sestino (AR); il paesaggio, San Bartolo e Monte Conero) e 6 riserve natura- collinare-montuoso, è interessato dai rilievi dei li (Abbadia di Fiastra, Montagna del Torrichio, Sassi Simone e Simoncello, Monte Canale, Monte Gola del Furlo, Ripa Bianca, Sentina e Monte San Palazzolo con quote comprese tra i 670 m s.l.m. Vicino e Monte Canfaito). La protezione riguar- e i 1.415 m s.l.m. del monte Carpegna, vetta del da gli aspetti naturali ed antropici, includendo parco e spartiacque tra la Valle del Foglia e la Val quella varietà di situazioni che è una caratteristi- Marecchia. ca fondamentale del territorio marchigiano inte- Il territorio di competenza ricade su sei comu- ressando il litorale, la collina litoranea, la collina ni: Carpegna (PU), Frontino (PU), Montecopiolo medio-alta e principalmente l’area montana. (PU), Piandimeleto (PU), Pietrarubbia (PU), Pen- I due Parchi Nazionali presenti nelle Marche nabilli (RN). hanno entrambi dimensione interregionale. Il Il Parco Naturale Regionale della Gola della Parco Nazionale dei Monti Sibillini estende il suo Rossa con i suoi 10.026 ha, che si dipanano lun- territorio anche in Umbria interessando la provin- go i comuni di Arcevia, Cerreto d’Esi, Fabriano, cia di Perugia oltre a quelle marchigiane di Mace- Genga, Serra S. Quirico è la più grande area pro- rata e Ascoli Piceno. Il Parco Nazionale del Gran tetta regionale, interessando una parte del versan- Sasso e Monti della Laga, invece, estende il suo te appenninico regionale rivolto all’Adriatico e territorio nella provincia di Ascoli Piceno oltre comprendente al suo interno il complesso ipogeo che nella provincia di Rieti nel Lazio e soprattutto delle Grotte di Frasassi. A parte le meraviglie dei in quelle abruzzesi di L’Aquila, Pescara e Teramo. fenomeni carsici, la zona è un gioiello di biodi- Borghi antichi, siti archeologici, castelli, santua- versità con le sue numerose specie di uccelli ni- ri, abbazie, chiesette rupestri, eremi e grotte ar- difi canti, di mammiferi, di rettili, anfi bi e specie ricchiscono i sorprendenti paesaggi montani del vegetali. Parco, una natura ricca di foreste, sorgenti, casca- Lo status di Riserva, posseduto da 6 aree pro- te, e impressionanti pareti rocciose. Questo par- tette nel territorio regionale, ha come obiettivi co rappresenta un’immensa risorsa, dove i segni principali la conservazione delle risorse ambien- della presenza dell’uomo (artigianato, produzioni tali e del patrimonio storico-culturale, la tutela tipiche, enogastronomia e folklore) risultano es- del tipico paesaggio agrario e il favorimento del- sere in armonia con la natura e rappresentano un lo sviluppo socio-economico a vantaggio della patrimonio da tutelare e valorizzare. popolazione residente. In particolar modo, sono I quattro parchi regionali, sono localizzati ricercate e applicate pratiche orientate allo svi- esclusivamente nella parte centro-settentrionale luppo sostenibile del territorio grazie all’utilizzo delle Marche. Il Parco Regionale Naturale del Co- di nuove tecniche di utilizzo del suolo al fi ne di nero è un palcoscenico di rara bellezza che com- non depauperarlo. Molto fervida è l’attività di prende un tratto di costa alta, oltre ad un’ ampia sperimentazione in ambito agricolo e di didattica fascia collinare interna, caratterizzati da notevo- ambientale rivolta alle scolaresche (Egidi, 2001). li scorci panoramici. Si estende su’area in totale La Riserva naturale di Torricchio esiste per ini- di 5.982,74 ha ricadenti nei territori di Ancona, ziativa dell’Istituto di Botanica di Camerino (ora Camerano, Numana e Sirolo. Il rilievo del Monte Dipartimento di Botanica ed Ecologia) e si esten- Conero (m. 572) protegge e valorizza un ambien- de su un’area di 317,12 ha sita nei comuni di Pie- te ricco di risorse naturalistiche e di centri abitati vetorina e Montecavallo in provincia di Macerata. ben conservati che rappresentano l’espressione di Fra gli obiettivi primari, individuati nell’ambito una civiltà al tempo stesso rurale e marinara. delle fi nalità della Riserva vi sono la cura e la con- Costituito nel 1994, il Parco del Monte San servazione dell’ambiente appenninico all’interno Bartolo comprende un territorio la cui super- dell’area e lo sviluppo di diverse iniziative atte al fi cie occupa circa 1.584,04 ha nella provincia di censimento, alla catalogazione ed al monitorag- Pesaro-Urbino, estendendosi lungo l’area costiera gio delle componenti del patrimonio naturale compresa tra i Comuni di Pesaro e Gabicce Mare. della stessa, connesse allo sviluppo di un data- Lo caratterizzano il tratto costiero a falesia, le base dedicato alla fruibilità tecnico/scientifi ca e colline litoranee ed una notevole ricchezza di siti divulgativa. archeologici. La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra si esten- Il Parco Naturale interregionale del Sasso Si- de per circa 1.800 ha nel territorio dei comuni mone e Simoncello, di 3.417,35 ha, è situato nelle di Tolentino e Urbisaglia nella fascia medio-col- Province di Pesaro-Urbino e di Rimini, ai confi - linare della provincia di Macerata fra i 130 ed i

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 114949 110/12/20150/12/2015 18:18:5018:18:50 306 m s.l.m. Attualmente la Riserva è gestita dalla una ricca e peculiare fl ora ormai scomparsa in Fondazione Giustiniani Bandini e con la collabo- quasi tutto il litorale adriatico devastato dall’an- razione di tutti gli Enti Locali interessati, ha come tropizzazione. Il paesaggio caratterizzante il terri- fi nalità sostanziali quelle di conservare la natura torio ha risentito delle attività antropiche e risulta e le sue risorse, di cui il territorio dell’Abbadia ormai ben lontano dall’ecosistema agrario prece- risulta particolarmente ricco, favorire lo sviluppo dente la meccanizzazione del settore agricolo. Le dell’attività agricola e salvaguardare l’antica Ab- siepi e i fi lari, che lo contrassegnavano, sono quasi bazia Cistercense, il palazzo principesco e tutte le del tutto scomparsi, la rotazione delle colture non altre preziose testimonianze storico-architettoni- viene più praticata e le tecniche agricole sono or- che del passato. Proprio per garantire che questi mai intensive. Il Piano di gestione dell’area protet- beni, secondo i principi della sostenibilità, possa- ta si prefi gge l’obiettivo ambizioso di provare ad no essere tramandati, alle future generazioni e, effettuare un ritorno al passato anche al fi ne di nel contempo, rispondere in modo adeguato alle supportare un elevato livello di biodiversità ani- esigenze di sviluppo socio-economico degli abi- male e vegetale. All’interno della Riserva Natura- tanti della zona, che il territorio dell’Abbadia è le Sentina è possibile praticare diverse attività tra stato suddiviso in tre aree omogenee (Riserva Na- cui il birdwatching grazie ad una serie di lavori di turale Orientata, Riserva Antropologica e zona di ripristino della zona umida. Protezione) per caratteristiche, vocazioni, in cui La Riserva Naturale Regionale del Monte San sono applicati criteri di gestione differenziati. Vicino e Monte Canfaito, infi ne, si estende su di La Riserva Naturale Statale della Gola del Fur- una superfi cie di 1.452,13 ha all’interno dei comu- lo, con la sua istituzione ha fatto salire a 10.200 ha ni di San Severino, Matelica, Apiro, Gagliole, in la superfi cie del territorio di Pesaro e Urbino mes- provincia di Macerata. La riserva è caratterizzata so sotto tutela. È la terza area protetta della pro- da formazioni di calcare e comprende oltre al M. vincia con i suoi 3.600 ha di boschi, pascoli e cime San Vicino (1.045 m) anche l’altipiano di Canfaito incontaminate. L’istituzione della riserva rappre- situato sulle pendici. Il suo valore è da ricollegarsi senta un riconoscimento delle particolarità am- alla presenza di una zona pianeggiante di cresta, bientali e naturalistiche della zona, già soggetta dalle relativamente vaste aree boschive, alternate a numerosi vincoli, che comporta il vantaggio di da pascoli, che costituiscono, nel loro insieme, un offrire al territorio maggiori opportunità di tute- paesaggio particolarmente armonioso, anche se la e salvaguardia, per esempio grazie ad interventi di origine antropica. Di rilievo i valori antropolo- di risanamento e restauro. Dalla riserva derivano gici e archeologici, ritrovati, dati da grotte, anfrat- non solo vantaggi economici per la valorizzazione ti e ripari sotto-roccia abitati sin dalla preistoria di tutta l’area (dalla fl ora, alla fauna, agli edifi ci (www.parks.it). rurali), ma anche una progettazione unitaria e maggiori controlli per la tutela del territorio. La Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca, 3. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini: ambiente, con i suoi 310,86 ha di estensione si colloca in ter- popolazione ed economia ritorio jesino, in provincia di Ancona e grazie alle sue notevoli valenze naturalistiche ed al contesto “[…] E che pensieri immensi, che dolci sogni fortemente antropizzato costituisce un laborato- mi spirò la vista di quel lontano mar, quei mon- rio sperimentale unico di gestione eco-sostenibile ti azzurri” (Leopardi nelle Ricordanze, vv. 19-21). del territorio fi nalizzato a conciliare la tutela e “Monti Azzurri”, così il grande poeta marchi- l’incremento della biodiversità con la presenza giano descrive nei suoi versi i Monti Sibillini, un delle attività umane. complesso montuoso dalle numerose evidenze Istituita nel dicembre 2004, la Riserva Natu- paesaggistiche. rale Regionale Sentina è la più piccola area pro- L’elogio di Leopardi è solo un frammento che tetta marchigiana, che si sviluppa per circa 180 si aggiunge alle numerose citazioni poetiche di ha all’interno del Comune di San Benedetto del questo territorio, d’altra parte già nel medioevo il Tronto, tra i centri abitati di Porto d’Ascoli a Nord sistema montuoso dei Sibillini era particolarmen- e il fi ume Tronto a Sud ed è caratterizzata da cir- te conosciuto in tutta Europa, non tanto per le ca 1.700 metri di costa lungo la quale si sviluppa sue specifi cità paesaggistiche ma per le numerose un piccolo sistema dunale con la presenza di ve- leggende circa la presenza di demoni, negromanti getazione spontanea. La Sentina è costituita da e fate. Tra tutte, le più famose sono certamente ambienti unici come cordoni sabbiosi, zone umi- quelle legate alla “Sibilla”, illustre profetessa che de retrodunali, e praterie salmastre che ospitano viveva in una grotta sita sull’omonimo monte e

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115050 110/12/20150/12/2015 18:18:5118:18:51 quella di “Pilato” secondo cui il corpo del celebre All’interno del Parco è anche presente un lago procuratore romano, il cui corpo fu trascinato denominato Fiastra, dall’omonimo centro abita- dai bufali nelle acque rosseggianti del “demonia- to, che nonostante la sua origine artifi ciale offre co” lago che porta il suo nome (Lussana Grasselli, uno scenario paesaggistico assai suggestivo. 1984). Risalendo lungo il fi ume, a monte del Lago di Situato tra le Marche e l’Umbria, il sistema Fiastra, si può raggiungere la valle dell’Acquasan- montuoso dei Monti Sibillini è parte di quello che ta con le sue splendide cascate e la Grotta dell’Or- comunemente viene defi nito Appennino umbro- so, toponimo che testimonia la passata presenza marchigiano e comprende 72 cime di cui venti di questa specie anche sui Sibillini. superano i 2.000 metri di altezza, tra queste spic- La vegetazione si caratterizza per la presenza di cano il Monte Vettore (2.476 m s.l.m.) e la cima estesi boschi di roverella, ampie faggete e praterie del Monte Redentore (2.448 m s.l.m.) le quali d’altitudine dove sono presenti rare specie fl ori- costituiscono le vette più elevate del complesso stiche come il giglio martagone, la stella alpina, montuoso, situate, rispettivamente in territorio l’uva orsina e il salice nano, considerato l’albero marchigiano e umbro. più piccolo al mondo. Dal punto di vista fauni- Dal 1993 il grande complesso montuoso è Par- stico i Sibillini sono particolarmente interessanti co Nazionale e comprende al suo interno 18 co- per la presenza del lupo, del gatto selvatico, del muni ricadenti per la maggior parte in territorio cervo (reintrodotto nel 2005), del cinghiale e del marchigiano e precisamente nelle provincie di camoscio appenninico, particolarmente apprez- Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, mentre la pro- zato per il suo mantello che com’è noto cambia vincia di Perugia accoglie quelli ricadenti in terri- colore secondo le stagioni. Rilevante è poi la pre- torio umbro (Regione Marche, 2013). senza di numerose specie di uccelli (circa 150) tra L’origine prevalentemente calcarea di que- cui l’aquila reale, il falco pellegrino, il gufo reale, sta catena montuosa, profondamente modellata l’astore (Vincenti, 2006). dall’azione dei ghiacciai del Quaternario, è leggi- Infi ne, non meno importanti per quantità e bile nelle numerose tracce presenti sul territorio pregio, sono le presenze di beni d’interesse sto- come gli splendidi circhi glaciali del Monte Vet- rico-culturale: il territorio del Parco ospita, in- tore, del Monte Bove, dell’alta Valle dell’Ambro, fatti, numerosi segni dell’antica antropizzazione, della Val di Tela (Monte Rotondo) e nelle valli castelli, torri di vedetta, borghi storici, chiese, ad “U” sottostanti. Sotto il Monte Vettore, a 1.940 pievi romaniche, affreschi e opere d’arte sono m., è presente il Lago di Pilato, l’unico di origine solo alcuni esempi della ricchezza artistica di naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi quest’area. In particolare da segnalare i cosiddet- glaciali di tipo alpino presenti sull’Appennino ti i luoghi dell’anima: santuari e monasteri sorti (Giovagnotti, 1975). in aree di grande bellezza e profonda spiritualità, Ecco perché, i Monti Sibillini restituiscono sce- come il Santuario di Macereto o il Santuario della nari paesaggistici di grande effetto, veri e propri Madonna dell’Ambro di Montefortino (Regione capolavori che la natura ha costruito nel corso dei Marche, 2013). millenni, altopiani, pareti di roccia, doline e in- Nonostante il forte calo demografi co degli ul- ghiottitoi, crinali di erba e di sassi, circhi glaciali timi decenni, ad oggi la popolazione del parco e forre profonde, sono solo alcuni degli elementi si è stabilizzata intorno alle 23.000 unità ed è di- più rilevanti del paesaggio naturale che si può os- stribuita su diciotto comuni4. Di questi solo tre, servare. Amandola e San Ginesio nel versante marchigia- Infatti, particolarmente evidenti sono anche i no e Norcia sul versante umbro superano le 3.500 fenomeni carsici chiaramente leggibili nei piani unità (v. Fig. 1). Peraltro il calo demografi co at- di Castelluccio e nelle numerose doline ubicate tribuibile all’invecchiamento della popolazione è nell’alta Val di Panico, in quella dell’Ambro, a Pa- certamente legato all’incapacità di questi territori lazzo Borghese oltre che nei solchi e nelle cavità di garantire alle giovani generazioni, che assicu- delle pareti rocciose delle valli principali dove af- rerebbero il naturale ricambio, le giuste opportu- fi ora il calcare massiccio, quali ad esempio la Val- nità di crescita professionale. Tale spopolamento le del Tenna e dell’Ambro. è anche dovuto ad una mancanza di servizi essen- Infi ne, una citazione particolare, per la forte ziali, specie nei piccoli comuni, che ha portato la valenza paesaggistica va fatta per la valle del Fia- popolazione a trasferirsi nei comuni più grandi, strone, forra scavata dalle acque in cui è ubicata dove l’offerta di servizi e infrastrutture è migliore. la Grotta dei Frati, antico e suggestivo eremo dei Questa lenta ma costante emigrazione, in par- monaci Clareni, dell’anno 1000. ticolare delle zone rurali, ha portato non poche

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115151 110/12/20150/12/2015 18:18:5118:18:51 Acquacanina Amandola Tronto Arquata del Bolognola Castelsantangelo sul Nera Cessapalombo Fiastra Fiordimonte Montefortino Montegallo Montemonaco Norcia Pievebovogliana Pieve Torina Preci San Ginesio Ussita Visso

Fig. 1. Andamento della popolazione nei Comuni del Parco dal 1991 al 2011. Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat, 2011.

conseguenze: una crescente diffusione di terreni possono esprimere i loro processi di auto-organiz- incolti, l’abbandono di molti edifi ci rurali, alcuni zazione attraverso nuovi livelli territoriali, come importanti sia sotto il profi lo storico sia architetto- le aggregazioni di comuni, sistemi locali che nico, che ne ha provocato il degrado poiché non funzionano come una città pur essendo solo reti più sottoposti a manutenzioni ordinarie. Anche localizzate, tali sistemi sono i nuovi nodi dell’arti- la pulizia di fossi, dei corsi d’acqua e delle zone colazione territoriale dei parchi naturali. In tale boschive ha risentito, in negativo, di questo spo- prospettiva, la formazione di tali livelli territoriali polamento. è stata determinante nel mantenere livelli di an- Aumentare l’attrattività per le nuove generazio- tropizzazione suffi cienti ai fi ni della conservazio- ni e fermare la costante emorragia di popolazioni ne del patrimonio naturale e culturale di alcune nei centri del parco signifi ca immaginare nuovi realtà territoriali: Amandola, Montefortino e percorsi di sviluppo in grado di garantire oppor- Montemonaco, nel Parco dei Monti Sibillini pos- tunità di crescita per questi territori nel rispetto sono essere considerati un chiaro esempio in tal dei vincoli che derivano dall’essere parte di un senso (Calafati, 2004). parco nazionale. La confi gurazione di tali sistemi territoriali, D’altra parte le comunità locali che vivono nei che normalmente esprimono relazioni di tipo parchi naturali italiani non sono diverse dalle bottom up, non sempre s’iscrivono pienamente nel altre comunità marginali in termini di aspet- perimetro dei Parchi, anche perché, almeno in tative di sviluppo economico, ecco perché rap- Italia, nessun Parco è modellato sulla base di rela- presentare i parchi come società locali implica zioni socio-territoriali esistenti e questa dicotomia che le politiche di conservazione del patrimonio tra il confi ne del Parco e i confi ni dei sistemi terri- culturale e naturale, che nella prospettiva delle toriali pertinenti può rappresentare un elemento comunità locali rappresentano anche il capitale di debolezza nella pianifi cazione dello sviluppo su cui esercitare i propri diritti, siano il risultato territoriale di queste aree marginali5 (Calafati, della negoziazione tra la comunità nazionali e le Mazzoni, 2002). comunità locali. In altri termini un progetto di Quanto detto non signifi ca che i sistemi terri- conservazione senza le comunità locali oltre che toriali contenuti nel perimetro del Parco segua- diffi cile da giustifi care sul piano etico è sostan- no processi “auto poietici” svincolati dalle strate- zialmente inattuabile. gie di sviluppo unitarie contenute nella mission Tali comunità, sebbene i comuni siano ancora dell’Ente e, in tal senso, il turismo rappresenta l’unità di base del processo di decisione politica, il settore economico che maggiormente esprime

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115252 110/12/20150/12/2015 18:18:5218:18:52 punti di contatto tra tutti i comuni coinvolti dalle nerato negli ultimi anni un consistente aumento attività del Parco. della capacità ricettiva del territorio. Pertanto, in un quadro socio-economico che, Ciò nonostante bisogna ancora fare molto per come già detto, si caratterizza per un elevato gra- trasformare il ricco patrimonio di attrattive (sia do di spopolamento del territorio, il Parco costi- naturali sia culturali) dei Monti Sibillini in un pa- tuisce una concreta occasione di crescita econo- trimonio di attrazioni fruibili, di risorse per la de- mica e di sviluppo dell’occupazione soprattutto stinazione turistica in grado di generare reddito. nel settore turistico, che per essere effi cace deve Solo se attorno ai siti naturalistici o culturali verrà necessariamente fare sistema con tutte quelle at- costituita una fi liera di servizi per la loro fruizio- tività ad esso complementari (agricoltura, setto- ne e questi entreranno nel processo produttivo, il re alimentare, settore del benessere, artigianato, Parco potrà essere considerato a pieno titolo una commerci). Per tale potenziale di turisticità, il ter- destinazione turistica. ritorio del Parco dei Monti Sibillini può diventare fortemente competitivo anche nei confronti di si- stemi consolidati come quelli delle aree turistiche 4. La Domanda e l’offerta di ecoturismo nel Parco dell’Italia centrale (Umbria, Toscana). dei Monti Sibillini Attualmente il sistema ricettivo del Parco si compone di diverse tipologie di esercizi che con- Oggi più che dalla domanda, è possibile trar- venzionalmente possiamo suddividere in due re utili indicazioni sul turismo nelle aree protette macro categorie: strutture alberghiere ed extra dall’analisi dell’offerta che si differenzia a secon- alberghiere. da del territorio che si prende in esame, riguar- Secondo i dati ISNART (2011) la prima tipo- dando sia l’articolazione e la distribuzione terri- logia che comprende gli alberghi in senso stret- toriale dei parchi, che le strutture ricettive al loro to, presenta un’offerta complessiva di oltre 1.500 interno e/o al loro servizio. posti letto, tale dato confrontato con quello del Parlando del Parco Nazionale dei Monti Sibil- 2004 (erano circa 2.400) evidenzia un forte arre- lini capiamo subito come, l’offerta turistica è in- tramento di questo format di ospitalità, mentre la centrata sulla scoperta e riscoperta del territorio seconda tipologia, che comprende agriturismi, ri- naturale. fugi, campeggi, country house, B&B e affi ttacame- Il territorio del Parco offre innumerevoli tipo- re, con una consistenza di oltre 7.500 posti letto logie di attività che consentono ai fruitori di am- (erano circa 3.000 nel 2004), mostra chiaramente mirare le bellezze naturalistiche presenti. L’offer- come l’offerta, nell’ultimo decennio, si è forte- ta turistica spazia da sentieri natura, con percorsi mente orientata a modelli che meglio esprimono che conducono all’interno dei piccoli borghi che le potenzialità e l’identità del Parco che ha sapu- caratterizzano il territorio, a percorsi escursioni- to veicolare opportune strategie di sviluppo turi- stici più impegnativi per i più esperti. Un appor- stico verso modelli a basso impatto ambientale e to fondamentale allo sviluppo dell’escursionismo paesaggistico, incoraggiando le comunità locali al lo ha dato la pastorizia. Questa antica arte pra- recupero e al riuso dell’esistente per offrire nuova ticata sui Sibillini ha fatto sì che si creasse una ospitalità. fi tta rete di sentieri che dai nuclei abitati porta- Tale processo di modifi cazione nella struttura no alle alte quote. Un esempio può essere il per- dell’offerta ben si coniuga con le modifi cazioni in- corso E15 che, come spiegato nel sito del Parco, tervenute nella domanda, dai dati in possesso del può essere percorso partendo da Forca di Presta Parco, la stima delle presenze per il periodo 2010- o da Colle di Montegallo ed ha come metà la 2011 sfi ora il milione e mezzo annuo e il dato più cima del Monte Vettore (2.476 m). Il percorso eclatante riguarda le presenze di visitatori stra- dura dalle 5 alle 6 ore. Altra attrazione turistica nieri, passati dal 5% del 2000 al 15% del 2010. Le sono i percorsi per le mountain bike che tocca- presenze di stranieri, infatti, sono in media più no le valli presenti nel territorio come la Valle lunghe e, soprattutto, non si concentrano nel solo del Chienti, San Liberato, Piani di Castelluccio. periodo di agosto quando, invece, nei Sibillini si Per gli amanti di questa disciplina sportiva viene registra il maggior numero di presenze dovuto al proposto il Grande Anello Mountain Bike che si “turismo di ritorno”. Questo “turismo” corrispon- sviluppa per tutta l’estensione del Parco naziona- de cioè ai proprietari di seconde case che ritor- le dei Monti Sibillini. È percorribile in mountain nano in loco per le vacanze. In questo territorio bike e nella sua versione trekking ed è diviso in sono stimati in circa 200 mila presenze. Un mo- nove tappe giornaliere (di circa 12 km in media) vimento in crescita quindi, che come detto ha ge- da compiere in successione. L’intero percorso è

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115353 110/12/20150/12/2015 18:18:5318:18:53 ϰϬ͕ϬϬй ϯϱ͕ϬϬй ϯϬ͕ϬϬй ϮϱϮϱ͕ϬϬй͕ϬϬй ϮϬ͕ϬϬй ϭϱ͕ϬϬйϭϱ ϬϬй ϭϬ͕ϬϬй ϱ͕ϬϬй Ϭ͕ϬϬй

Fig. 2. Attività praticate dai turisti nell’area Parco. Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2011.

segnalato da una cartellonistica dedicata e sono della risorse presenti in loco, che in defi nitiva cor- disponibili in commercio diverse guide e mappe risponde anche alla loro unicità. In defi nitiva, la con il tragitto per ciascuna tappa. L’ente parco capacità di attrazione delle diverse aree protette ha ristrutturato diversi rifugi lungo il sentiero, risulta commisurata alle loro caratteristiche, al che fungono da punti di ristoro e di pernotta- loro valore naturalistico e al loro ruolo sociale ed mento per gli escursionisti (v. fi g. 4). All’interno il suo incremento può essere perseguito e realiz- del parco sono presenti, infatti, 6 rifugi escursio- zato attraverso un miglioramento sostanziale del- nistici, otto agriturismi, due alberghi, otto B&B, la qualità della fruizione della risorsa naturalisti- due case vacanze, una country house, una casa per ferie e quattro ristoranti. L’offerta turistica del Parco si sviluppa grazie anche a dei percorsi, la Grande Via del Parco e 6 itinerari ad anello che consentono di scoprire i Sibillini anche in camper, in moto o in auto e che compongono una rete di 450 km, sviluppata sul- la viabilità già esistente. Di grande rilievo inoltre è la pratica del turismo ippico, infatti all’interno del Parco ci sono anche cinque maneggi che per- mettono al visitatore di immergersi appieno nel territorio circostante. Fermo restando l’obiettivo del mantenimento dell’integrità ecologica e quindi di un alto stan- dard di qualità ambientale, l’obiettivo fondamen- tale dell’ente è quello di accrescere la resa econo- mica del turismo puntando sull’incremento della spesa procapite dei visitatori (e quindi della resa economica complessiva), evitando contempora- neamente un eccessivo affollamento ed il conse- guente superamento della capacità di carico. A tale proposito risulta indispensabile diversifi care Fig. 3. Localizzazione dei centri visita, rifugi e strutture ed accrescere la capacità di attrazione delle aree ricettive presenti all’interno del Parco dei Monti Sibillini. protette che si fonda in primo luogo sulla qualità Fonte: www.parks.it/parco.nazionale.monti.sibillini.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115454 110/12/20150/12/2015 18:18:5318:18:53 Tab. 2. Misure per la valutazione dell’impatto socio-economico.

Costi Benefi ci Disturbo del ritmo di vita lavorativa della popolazione Creazione di nuovi posti di lavoro e attività collegate locale. all’ecoturismo. Alterazione del tradizionale uso dello spazio da parte della Miglioramento degli standard dei servizi sociali e della rete popolazione locale a causa degli itinerari frequentati dagli infrastrutturale. eco turisti. Alterazione delle abitudini alimentari della popolazione Incremento del grado di soddisfazione delle condizioni di locale a seguito del contatto con i fl ussi turistici. vita della popolazione locale grazie ai fl ussi turistici.

Fonte: Adattamento da WTO, 2002.

ca con particolare riferimento all’offerta ricettiva gistrarsi azioni di disturbo per gli equilibri delle ma con un contributo notevole che può scaturire comunità locali che possono comprometterne la dalla fornitura di servizi accessori e complemen- produzione di potenziali benefi ci economici (so- tari, dalla realizzazione di infrastrutture che favo- prattutto in termini di posti di lavoro) (v. Tab. 2). riscono una migliore accessibilità, dall’adozione L’analisi effettuata, per la realizzazione del di misure per il contenimento dell’impatto antro- presente lavoro è stata indirizzata verso la pro- pico (ad es. depuratori delle acque refl ue, racco- spettiva di uno sviluppo ecoturistico equilibrato, glitori di rifi uti differenziati ecc.) e dalla predi- integrato ed unitario del territorio oggetto di sposizione di strutture per la salvaguardia della indagine, cercando di individuare gli strumenti, fl ora e della fauna di particolar pregio (Mazzanti, come ad esempio la micro-ricettività, necessari 2011). per il raggiungimento di tale obiettivo. Le pro- poste turistiche, infatti, dovrebbero essere piani- fi cate dal punto di vista della sostenibilità, della 5. Costi e benefi ci degli impatti ecologici, diffusione dei benefi ci su tutto il territorio e nel- economici e socio-culturali sul Parco Nazionale la logica autopropulsiva con conseguente coinvol- dei Monti Sibillini gimento degli attori privilegiati (turisti, membri della comunità locale, amministratori pubblici, L’ecoturismo è un modo di fare turismo che imprenditori ecc.). In questo modo, le aree lo- rispetta i criteri della sostenibilità ambientale. Se- calizzate all’interno del Parco dei Monti Sibillini condo Ross e Wall (1999) le funzioni principali potrebbero giovarsi di una riqualifi cazione e di sono la salvaguardia delle aree naturali, la gene- un arricchimento in senso sostenibile dell’offerta razione di reddito, la qualità, educazione sociale sfruttando una potenziale occasione di sviluppo e il coinvolgimento locale. coerente con la propria identità storico-territoria- A tal proposito Murphy (1983) ha sottoline- le e non distruttiva dei delicati equilibri ambien- ato come la pianifi cazione “offered an interest- tali locali. A tal fi ne abbiamo utilizzato la SWOT ing perspective, viewing tourism ecologically as Analysis per rappresentare l’insieme di fattori che a community industry, as tourism thrives on a possono agevolare o, al contrario, ostacolare lo community’s resources, it must not simply exploit sviluppo locale. resources for its own development without con- L’elaborazione di un’analisi SWOT non è una sidering what can be returned back to the entire procedura semplice poiché non è facile individua- community”. Mentre Getz nel 1986 ha affermato re i punti di forza, le debolezze, le opportunità e le che l’attività di pianifi cazione e programmazione minacce di un prodotto turistico complesso com- turistica deve tener conto della necessità di assi- posto da fattori che possono agevolare o al con- curare il controllo della produzione di benefi ci trario ostacolare lo sviluppo del territorio e con- sociali alla comunità ospitante. testualmente soddisfare le richieste del mercato e Dal punto di vista ambientale, numerosi studi dei suoi potenziali fruitori. La tabella 3 propone e ricerche hanno messo in risalto gli impatti ne- un’analisi SWOT del Parco Nazionale dei Monti gativi come l’inquinamento del suolo, dell’aria, Sibillini, prendendo in considerazione le risorse dell’acqua, che possono essere generati in eco- economiche, culturali e ambientali del compren- sistemi delicati (Hvenegaard, 1994). Anche dal sorio. I suoi punti di forza mettono in evidenza le punto di vista sociale ed economico, possono re- diverse risorse materiali e immateriali che sono di-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115555 110/12/20150/12/2015 18:18:5418:18:54 Tab. 3. Analisi SWOT.

z Tipicità delle strutture, z Attenzione alla sostenibilità ambientale delle strutture ricettive z Qualità della ristorazione e dell’offerta enogastronomica z Buon rapporto qualità/prezzo Strengths z Disponibilità e cordialità del personale z Presenza di un notevole patrimonio edilizio rurale, storico e urbano (anche da recuperare) z Offerta culturale z Informazioni turistiche on line sul territorio z Scarsa fi delizzazione della clientela z Scarsa capacità di realizzare gestioni sistemiche a livello comprensoriale Weaknesses z Basso numero di posti letto rispetto al numero di abitanti (aree interne) z Sistema infrastrutturale connesso alla fruibilità del Parco z Aumento dei fl ussi turistici verso le aree rurali e per l’ecoturismo Opportunities z Enogastronomia e tradizioni locali z Finanziamenti pubblici per attività ricettive z Pressione di aree concorrenti (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) Threats z Alto tasso di invecchiamento della popolazione z Bassa capacità competitiva a livello di macro area Fonte: elaborazione personale.

ventate risorse turistiche e hanno contribuito alla stivo e completo; nella realtà, tutto ciò potrebbe, sua fama (tipicità delle strutture, attenzione alla però, determinare un eccesso di descrizione che sostenibilità ambientale delle strutture ricettive, rischia di offuscare i (pochi) fattori che con mag- qualità della ristorazione e dell’offerta enogastro- giore incisività di altri generano forza, debolezza, nomica, buon rapporto qualità/prezzo, presenza opportunità o minacce. di un notevole patrimonio edilizio rurale, storico e urbano anche da recuperare, offerta culturale ecc.) I punti di debolezza sono principalmente le- 6. L’ecoturismo nei Monti Sibillini come gati a iniziative politiche bloccate (scarsa capacità opportunità di sviluppo per i sistemi territoriali di realizzare gestioni sistemiche a livello compren- locali soriale, basso numero di posti letto rispetto al nu- mero di abitanti, sistema infrastrutturale connes- Lo studio del turismo è una delle porte d’in- so alla fruibilità del Parco non molto effi cace). Le gresso privilegiate per chiunque voglia dotarsi principali opportunità su cui si dovrebbe investire degli strumenti per comprendere la nostra socie- sono essenzialmente l’aumento dei fl ussi turistici tà, dal momento che si presenta come il rifl esso verso le aree rurali, l’eccellenza enogastronomica di importanti dinamiche culturali caratterizzanti e le tradizioni locali e l’utilizzo dei fi nanziamenti la contemporaneità. Il settore turistico, infatti, comunitari per le attività ricettive. Infi ne, le mi- basa la propria offerta su un complesso siste- nacce emerse durante il nostro lavoro di analisi ma di rappresentazioni che ne determinano, di riguardano principalmente la pressione di aree conseguenza, la domanda. Per questo motivo è concorrenti (Parco Nazionale del Gran Sasso e necessario analizzare, insieme alla sua dimensio- Monti della Laga), l’alto tasso di invecchiamento ne spaziale e concreta, anche il sistema di valori della popolazione e la bassa capacità competitiva e le narrazioni su cui viene costruito lo spazio a livello di macro area. d’incontro che il turismo determina e all’inter- A nostro avviso l’analisi SWOT è tanto più effi - no del quale interagiscono tutti gli attori in esso cace quanto più ridotto è il numero di fattori inse- implicati. riti nei quattro elementi costitutivi. Un elenco ec- Sebbene gli studi sull’ecoturismo si siano mol- cessivamente ampio è apparentemente più esau- tiplicati, l’articolazione tra le pratiche spaziali

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115656 110/12/20150/12/2015 18:18:5518:18:55 che lo caratterizzano e la qualità dello spazio – Far crescere una cultura turistica basata prodotto restano ancora da indagare ulterior- sull’integrazione delle procedure e delle mente. prassi. Ecco perché attraverso questo studio si è prova- – Sensibilizzare la popolazione sulle opportu- to a dimostrare come l’esperienza intrapresa dalle nità offerte dal turismo sostenibile nel creare comunità locali del Parco dei Monti Sibillini rap- benefi ci per la comunità locale. presenta un valido esempio di buone pratiche che – Incentivare la cultura dell’associazionismo ben sintetizzano la diffusione e il successo dell’e- tra gli operatori del settore e creare un siste- coturismo inteso come pratica socio-spaziale che ma reticolare locale. rappresentata uno dei più felici matrimoni tra so- – Conservare il patrimonio di risorse del Par- stenibilità e responsabilità individuale. co per le presenti e future generazioni ridu- L’ecoturismo, pertanto, può essere defi nito cendo eventuali impatti negativi causati dai come una pratica distinta dal turismo sostenibile visitatori. e dal turismo cosiddetto alternativo, una catego- – Caratterizzare il sistema turistico locale del ria che sintetizza queste forme di turismo attra- Parco come sistema turistico di valori. verso una lettura che pone l’uomo e l’ambiente – Mettere in grado tutti i visitatori (qualsiasi al centro del discorso turistico, restituendo una sia l’età, eventuale handicap e circostanze visione d’insieme che può essere declinata come personali) di accedere e di godere del Parco la condizione che permette il mantenimento del e dei suoi valori. legame tra ambiente e società, la conservazione – Adeguare la qualità dei servizi alle aspettati- del patrimonio naturale e l’educazione degli in- ve dei visitatori del terzo millennio. dividui. – Promuovere il Parco Nazionale dei Monti L’esperienza del Parco dei Monti sibillini bene Sibillini come destinazione speciale per esprime tali pratiche, fi n da subito, dopo la sua praticare l’ecoturismo nelle sue diverse for- costituzione, l’azione strategica è stata orientata me. verso modelli di sviluppo ecoturistici per almeno – Incrementare il livello di spesa pro capite dei quattro motivi: visitatori estendendo i benefi ci derivanti dal – È interesse delle comunità locali valorizzare turismo al sistema territoriale coinvolto. la vocazione turistica dell’area, capitalizzan- – Incrementare la fruibilità delle infrastruttu- do le opportunità derivanti da un incremen- re, delle strutture, delle attrezzature del siste- to dei fl ussi turistici specifi co delle aree a ri- ma turistico locale del Parco. levanza ambientale (Parchi e aree protette), – Investire nella formazione attraverso crea- senza compromettere l’integrità fi sica, socia- zione e la riqualifi cazione di fi gure profes- le e culturale delle località, attenendosi con sionali capaci di stimolare il sistema, di in- coerenza ai principi della Carta Europea del terpretare i bisogni del turista e rispondere Turismo Sostenibile già fatti propri. ai cambiamenti con prontezza ed effi cacia. – È in sintonia con le indicazioni emerse nella Tra queste fi gure professionali sono parti- fase di partecipazione che ha coinvolto Istitu- colarmente importanti quelle che devono zioni e operatori locali. essere in grado di trasmettere la cultura – In termini di costi benefi ci, questo scenario del territorio. è in grado di garantire un indotto positivo Una visione sistemica impone, però, una piani- senza incidere negativamente su ambiente, fi cazione strategica per questi territori che collo- società e cultura locale e, nel contempo, non chi il turismo in una posizione di complementa- necessita di disponibilità immediate d’ingen- rietà con gli altri settori economici e in particolar ti capitali. modo con quelli che più esprimono la cultura e – È coerente con la pianifi cazione in atto nel il milieu delle popolazioni coinvolte come l’agri- Parco. coltura e l’artigianato, senza dimenticare l’attuale Pertanto, anche alla luce dell’analisi SWOT struttura produttiva dei sistemi territoriali colle- sintetizzata nel paragrafo precedente, al fi ne di gati al Parco, molti dei quali, sono il risultato del- cogliere le opportunità di sviluppo che la pras- le relazioni socio economiche strutturatesi grazie si ecoturistica offre, bisogna orientare l’azione alla formazione di quei distretti industriali nati politica territoriale avendo sempre presente una negli anni ottanta del secolo scorso, che costitu- visione sistemica delle diverse realtà territoriali iscono ancora, nonostante la congiuntura eco- coinvolte che a nostro avviso possono essere così nomica negativa, l’ossatura portante del sistema declinate: produttivo marchigiano.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115757 110/12/20150/12/2015 18:18:5518:18:55 Bibliografi a of tourism development, in «Tourism Management», 1983, vol. 4, 3, pp. 180-193. Calafati A., Evoluzione dei sistemi locali e conservazione nei Parchi Regione Marche, Marche, le scoprirai all’infi nito; Parchi e Ri- naturali, Working Paper 116, Ancona, Università Politec- serve naturali nelle Marche, Ancona, Assessorato al turismo, nica delle Marche, Dipartimento di Scienze Economiche e 2013. Sociali, 1999. Ross S., Wall G., Ecotourism: Towards Congruence between Theory Calafati A., Conservazione e sviluppo locale nei parchi naturali: and Practice, in «Tourism Management», 1999, vol. 20, pp. un’agenda di ricerca, in «Rivista Geografi ca Italiana», 2004, 123-132. CXI, Fasc. 1, pp. 29-52. Vincenti S., Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Roma, Armando, Calafati A., Mazzoni F., Conservation Policies as development Poli- 2006. cies, the Case of the Italian National Parks, in «Scienze region- W.T.O., Ecotourism Market Report. Set of the Seven Reports, 2002. ali/Italian Journal of Regional Science», 2002, 3, pp. 51-72. Ceballos-Lascuráin H., Tourism, Ecotourism and Protected areas, in «Parks», November, 1991, vol II, 3, pp. 31-35. Sitografi a Da Pozzo C., I Parchi in Italia: realizzazione e gestione in «Rivista Geografi ca Italiana», 2001, CVIII, 2, pp. 165-182. www.parks.it Egidi B., Parchi ed aree protette nelle Marche, in Brandis P. (a cura di), L’importanza sociale ed economica di un’effi ciente gestione del sistema dei parchi e delle aree protette, Genova, Brigati, 2001, pp. 325-340. Note Galli P., Notarianni M., La sfi da dell’ecoturismo, Novara, De Agos- 1 Nonostante le comuni rifl essioni, sono da attribuire a Enrico Ni- tini, 2002. cosia i paragrafi 1,2,4,5 e a Carmelo Maria Porto i paragrafi 3 e 6. Galvani A., Ecoturismo, Bologna, Martina Editore, 2004. 2 Le mete ecoturistiche preferite, secondo un’indagine WTO Getz D., Models in Tourism Planning, in «Tourism Management», (2002), sono Paesi come il Costa Rica, l’Ecuador, il Messico, 1986, vol. 7, 1, pp. 21-32. il Brasile, il Kenya, la Namibia, la Thailandia, l’Indonesia e il Giovagnotti C., Lineamenti paleografi ci e geomorfologici dei Mon- Vietnam. ti Sibillini, in Atti della Sc. Ital. di Biogeografi a, N.S. Vol. VI, 3 La defi nizione di ecoturismo (contrazione delle parole turi- Roma, 1975, pp. 5-55. smo ecologico, in inglese ecological tourism) deriva dai princi- Hvenegaard G., Ecotouirsm: A Status Report and Conceptual Frame- pi dettati nella Dichiarazione di Quebec del 2002, dichiarato work, in «Journal of Tourism Studies», 1994, vol. 5, 2, pp. dalle Nazioni Unite anno internazionale dell’ecoturismo. In 24-35. questa occasione l’UNEP (Programma Ambiente delle Nazio- Leopardi G., Le Ricordanze, vv. 19-21, in Luperini R. e altri, “La ni Unite), l’UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) scrittura e l’interpretazione”. Storia e antologia della letteratura e l’International Ecotourism Society hanno organizzato il summit italiana nel quadro della civiltà europea (edizione rossa), Fi- mondiale dell’ecoturismo a Quebec al quale hanno partecipa- renze, Palumbo Editore, 2006, pp. 539. to 1.169 delegati da 132 diverse nazioni che hanno contribuito Lussana Grasselli E., Un progetto di parco per i Monti Sibillini, in alla stesura della Quebec Declaration on Ecotourism. M. Pinna (a cura di), “Atti del Convegno sul tema: I parchi 4 Acquacanina, Amandola, Arquata del Tronto, Bolognola, Ca- Nazionali e i Parchi Regionali in Italia”, Memorie della Società stelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Geografi ca Italiana, Vol. XXXIII, Roma, SGI, 1984, pp. 407- Montefortino, Montegallo, Montemonaco, Norcia (Umbria), 416. Pievebovogliana, Pieve Torina, Preci (Umbria), San Ginesio, Ussita, Visso. Madau C., L’ecoturismo tra esigenze di conservazione, sviluppo e pia- 5 Questi tre Comuni avrebbero avuto un declino economico nifi cazione, in Scanu G. (a cura di), Paesaggi, Ambienti, Cul- più accentuato se non si fossero integrati in un sistema che ture, Economie. La Sardegna nel Mondo Mediterraneo, Bologna, ha come centro di gravità industriale il Comune di Comunan- Pàtron Editore, 2013, pp. 219-232. za, piccolo centro urbano fuori dal perimetro del Parco, il cui Mazzanti R., Il turismo nei Parchi e riserve, in Adamo F. (a cura sviluppo economico, reso possibile dagli incentivi della cassa di), Qualità Italia. Contributi per l’analisi delle risorse turistiche», per il Mezzogiorno, ha favorito, a partire dagli anni ottanta Bologna, Pàtron Editore, 2011, pp. 191-204. del secolo scorso, la stabilizzazione economica dell’intera area Murphy P. E., Tourism as a community industry. An ecological model (Calafati, 2004).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115858 110/12/20150/12/2015 18:18:5618:18:56 Maria Laura Pappalardo

Le aree naturali “minori” del Veneto, un esempio di recupero responsabile

Summary: THE “MINOR” NATURAL AREAS IN THE VENETO REGION, AN EXAMPLE OF RESPONSIBLE RENEWAL

The “minor” natural areas in the Veneto region, often settled in heavily populated areas, are relics of wide natural biotypes that in the past characterized the Venetian territory, and that, as a result of urban, industry and agriculture development have declined dramatically in number and size. Their physiognomy, however, comes not only from natural logic, but also by decisions and activities made by man over the centuries. The teaching activity in these surviving environments has a high educational value as it captures the direct perception of what was the original reality of the territory, nearly disappeared in daily life, providing a valuable point of comparison between the starting and present conditions of a process. The visit of these environments, which are “inside” or “close” to the places where we live every day, becomes, therefore, an element of direct understanding of our environment and its knowledge may facilitate the development of constructive attitudes for its protection.

Keywords: Veneto, natural areas, biotypes, development, protection.

1. Alcune note introduttive Biodiversità. Ed è importante sottolineare come, per garantire il benessere umano e nel contempo Per avviare queste rifl essioni pare opportuno sostenere la ricca varietà di vita del pianeta, siano ricordare la frase di José Ortega Y Gasset: “io sono necessarie le azioni dei governi ma non debbano me più il mio ambiente e se non preservo quest’ulti- mancare quelle intraprese dai gruppi di interesse mo non preservo me stesso” e quindi soffermarsi, e dai singoli. se pur brevemente, sul signifi cato degli Obiettivi D’altra parte lo scopo degli Aichi Targets, i cin- di Aichi e su quello di paesaggio. que obiettivi strategici1 e i venti target da raggiun- È risaputo che nell’ottobre 2010, in Giappo- gere, è di stimolare un’azione di portata globale ne, i governanti del mondo hanno approvato il che, sostenendo la biodiversità in tutto il decen- Piano Strategico per la Biodiversità 2011-2020 e nio 2011-2020, promuova la conservazione della gli Obiettivi di Aichi, come base per arrestare e biodiversità, un suo uso sostenibile, una ripar- cercare di invertire la continua perdita di biodi- tizione giusta ed equa dei benefi ci che, derivati versità del pianeta. L’Assemblea Generale delle dall’uso delle risorse genetiche, incoraggi un’effi - Nazioni Unite, nella sua 65a sessione, per dare cace e coerente implementazione dei tre obiettivi maggior slancio a questo compito, ha dichiarato della Convenzione sulla Diversità Biologica. il periodo 2011-2020 “Decade delle Nazioni Unite Per quanto attiene il paesaggio, soprattutto noi per la Biodiversità con l’obiettivo di contribuire geografi abbiamo consapevolezza di come esso all’implementazione del Piano Strategico per la abbia acquisito, negli ultimi anni, una rilevante Biodiversità per il periodo 2011-2020” (Resolution visibilità come campo d’azione interdisciplinare 65/161). La Decade delle Nazioni Unite sulla Bio- con notevoli riscontri sia nel dibattito scientifi - diversità ha come obiettivi primari di sostenere co che nell’emanazione di strumenti mirati alla l’attuazione del Piano Strategico per la Biodiver- sua gestione e valorizzazione. Ciò scaturisce dalla sità nonché di promuovere la sua visione globale comprensione, non solo da parte delle comunità e di riuscire a realizzare un’esistenza in armonia ma anche dei vari operatori di settore, circa l’ap- con la natura. Per raggiungere ciò risulta indi- porto dato dal paesaggio nel creare le condizio- spensabile integrare la biodiversità a differenti ni di benessere e di soddisfazione degli individui livelli. Per tutta la Decade delle Nazioni Unite che vivono in un dato territorio. sulla Biodiversità, i governi mirano a sviluppare Azioni e strategie mirate alla conservazione e a comunicare i risultati delle strategie nazionali della biodiversità devono, quindi, necessariamen- per l’implementazione del Piano Strategico sulla te essere inquadrate nel contesto di ambiti paesi-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 115959 110/12/20150/12/2015 18:18:5618:18:56 stici potenzialmente omogenei (o eterogenei ma natura già allora in atto a livello internazionale. funzionalmente e morfologicamente omogenei) Nell’intento di arricchire la tutela dell’ambien- che possano essere identifi cati e cartografati me- te con lo sviluppo territoriale, sin dagli anni No- diante criteri scientifi camente stabiliti. vanta si sono avviate, a livello locale come a scala In particolare, per quanto attiene le azioni internazionale, diverse azioni volte della conser- compiute, a livello nazionale, per la conservazio- vazione degli ecosistemi naturali, della fl ora, della ne della natura, si deve purtroppo registrare, nel fauna. passato, la loro limitatezza, essendo state a lungo Indispensabile, per perseguire questi obiettivi, circoscritte alla sola istituzione dei quattro Parchi è stato il prodigarsi per favorire la conoscenza del Nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, d’A- territorio veneto, della sua varietà biologica, dei bruzzo e del Circeo. Si è dovuto, infatti, attende- suoi caratteri naturalistici e paesaggistici, cono- re il dopoguerra perché l’Azienda di Stato per le scenza non solo per quanto riguarda gli “addetti Foreste Demaniali avviasse la costituzione di una ai lavori”, ma soprattutto le comunità locali, gli rete di aree protette, soprattutto tra quelle di alto educatori e i ragazzi che sempre più sono chia- valore forestale. Un risoluto miglioramento, dopo mati a partecipare in termini propositivi e opera- il passaggio delle attribuzioni in materia alle Re- tivi all’attivazione di progetti fi nalizzati alla salva- gioni, si è registrato con l’istituzione del Ministe- guardia del patrimonio naturale. ro dell’Ambiente, grazie al quale sono state inne- Il “Censimento delle aree naturali minori” e il scate diverse iniziative che hanno permesso di re- volume “Guida agli ambienti del Veneto per realiz- cuperare gran parte del ritardo che l’Italia aveva zare attività educative” che contemporaneamente rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale. è stato realizzato, hanno inteso favorire il proces- Questo contesto ha tuttavia prodotto un sistema so di conoscenza non tanto del territorio veneto dei Parchi e delle Riserve non pianifi cato, nel nella sua complessità quanto, in particolare, di quale ancora oggi, ad esempio, si trova un siste- quei piccoli pezzi di ambiente naturale che, pur se ma ambientale, come quello montano, molto ben collocati in aree fortemente antropizzate, rappre- rappresentato nelle aree protette, mentre quello sentano preziosi elementi di continuità della rete costiero è scarsamente raffi gurato, nonostante sia naturalistica che si va formando a livello europeo. proprio sul sistema delle aree protette che si basa Si è voluto, in altri termini, giungere a individua- la “conservazione in situ”, una delle azioni essen- re le potenzialità educative che potevano derivare ziali per la conservazione della biodiversità, legata dalla fruizione di tutti quei siti del territorio vene- alla piena funzionalità dell’habitat e del paesag- to che, pur se di rilevante interesse naturalistico, gio2. non erano sottoposti a particolari forme di tutela. Esistono tuttavia altre realtà degne di essere Tali aree, spesso inserite in zone intensamente an- tutelate e valorizzate in quanto, pur non rien- tropizzate, sono relitti di vasti biotopi naturali che trando nell’elenco delle aree naturali protette in in passato caratterizzavano il territorio veneto e base alla legge 394/91, conservano al loro inter- che, in seguito allo sviluppo urbano prima e in- no componenti della fl ora e della fauna, aspetti dustriale poi, nonché grazie all’attività agricola, geomorfologici e paesaggistici di particolare pre- sono eccessivamente diminuiti sia di numero che gio o sono testimonianza di scelte ed attività più di estensione. Il tutto nella consapevolezza che la o meno consapevoli operate dall’uomo nel corso loro tipicità non provenga solo da logiche natura- dei secoli. Ecosistemi che, in defi nitiva, ritrovia- li, ma anche da scelte, più o meno consapevoli, ed mo come signifi cativi negli Obiettivi di Aichi. attività di diverso genere operate dall’uomo nel corso del tempo. Le 303 aree descritte sono sia veri e propri bio- 2. Le aree naturali “minori” della Regione Veneto topi che conservano particolari comunità vegetali ed animali di interesse naturalistico, sia realtà più L’ARPAV, Agenzia Regionale per la Prevenzio- complesse e ampie, ma pur sempre circoscritte ne e Protezione Ambientale del Veneto, nell’or- geografi camente, con peculiari caratteristiche mai lontano 2004 ha redatto il censimento di 303 (Tav. 1). Sono stati anche censiti agroecosistemi aree naturali minori del Veneto. di particolare valore storico e ambientale, locali- L’ ident i fi cazione e lo studio di queste aree ha tà soggette in passato all’attività estrattiva che col voluto essere l’apporto di ARPAV per accrescere passare del tempo hanno intrapreso, sovente in il processo di conoscenza e valorizzazione degli maniera spontanea, un processo di rinaturaliz- ambiti naturali della Regione, messo in relazio- zazione, nonché zone sottoposte ad interventi di ne con il grande disegno di conservazione della rimboschimento artifi ciale3.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116060 110/12/20150/12/2015 18:18:5718:18:57 Tav. 1. Aree naturali «minori» censite per provincia (schizzo). Ogni punto corrisponde ad un’area censita inclusa nei territori per i quali si aveva a disposizione la Carta Tecnica Regionale digitale in formato vettoriale della Regione Veneto. Non sono quindi state incluse 30 aree in provincia di Belluno, 2 aree in provincia di Treviso, 3 aree in provincia di Vicenza.

Fonte: ARPAV, Censimento delle aree «minori» del Veneto, Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, Padova, 2004.

Il censimento dell’ARPAV ha inteso rappre- a defi nire quali dovessero essere le informazioni sentare la risposta del Veneto alla sollecitazione da rilevare (descrizione area e sua localizzazio- pervenuta nel corso degli ultimi anni all’intero ne geo grafi ca, evidenza dei caratteri naturalisti- sistema nazionale delle agenzie per l’ambiente af- ci, ambientali, storico-culturali ecc.), allestendo fi nché si realizzasse una rete di rilevamento dei schede per il rilevamento, ma anche a riunire le dati ambientali in grado di accrescere i livelli di informazioni e a compilare le apposite schede at- conoscenza circa la ricchezza biologica e lo stato traverso l’analisi e l’integrazione delle fonti con di conservazione degli ecosistemi, ricercando e visite sul campo per il controllo e la verifi ca per promuovendo interventi in grado di generare pro- poter giungere alla stesura del rapporto. poste di soluzione ai maggiori fattori di pressione Per la realizzazione del Censimento, oltre ad per l’ambiente (Tav. 2). aver raccolto tutta la documentazione disponibile Nella prima fase del progetto si sono innanzi- si è effettuata infatti, per ogni territorio interes- tutto individuati e coinvolti i soggetti competenti sato, una vacazione sul campo sia per verifi care in materia (enti locali, associazioni ecc.), per poi la rispondenza tra le informazioni raccolte e la si- passare ad identifi care le aree oggetto dell’inda- tuazione reale, inserendo, quando necessario cor- gine mediante analisi delle fonti disponibili e ri- rezioni od integrazioni alle informazioni disponi- cerca bibliografi ca. Si è poi proceduto non solo bili, sia per compiere una maggiore identifi cazio-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116161 110/12/20150/12/2015 18:18:5718:18:57 Tav. 2. Le aree naturali «minori» del veronese (schizzo).

Fonte: ARPAV, Censimento delle aree «minori» del Veneto, Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, Padova, 2004.

ne degli elementi naturalistici presenti (Tav. 3). la sua posizione geografi ca e tutte le altre informa- Tutte le superfi ci cartografate sono state peri- zioni di attributo (provincia, comune, superfi cie, metrate utilizzando confi ni geografi ci facilmente breve descrizione, ecc). Per le porzioni di territorio riconoscibili (curve di livello, confi ni comunali, regionale non inserite nella Carta Tecnica Regio- alvei di corsi d’acqua ecc.) impiegando come base nale digitale in formato vettoriale, si è realizzata cartografi ca la Carta Tecnica Regionale della Re- una scansione delle CTR in formato cartaceo. gione Veneto in scala 1:5.000 e 1:10.000. Il progetto aveva come obiettivo quello di giun- La georeferenziazione è stata compiuta, per le gere a formulare diverse proposte di educazione aree ricadenti nei territori dei quali era disponibile ambientale in ambiti naturalistici del Veneto de- la Carta Tecnica Regionale digitale in formato vet- dicandosi, nella prima fase, alla ricognizione di toriale della Regione Veneto, con supporto infor- tutti i siti che, esclusi dal sistema regionale delle matico ArcView, software GIS (Sistema Informati- aree naturali protette, racchiudessero componen- vo Geografi co). Per ogni area è stato prodotto un ti naturali di particolare pregio o fossero il risul- database contenente l’informazione che riguarda tato di un armonico rapporto instauratosi nel

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116262 110/12/20150/12/2015 18:18:5918:18:59 Tav. 3. Esempio scheda provincia di Verona.

Zona umida ai Area totalmente sensi dell’art. o parzialmente 21 delle Norme coincidente con Siti tecniche di Natura 2000 attuazione del Codice sito Denominazione sito Sup. (Ha) Settore PTRC SIC ZPS VR010 PARCO ADIGE SUD 351 Planiziale x VR011 FONTANILI DI POVEGLIANO 75 Planiziale x x x VERONESE VR012 MONTE LUPPIA - P.TA SAN VIGILIO 393 Preaplino x x VR013 VAJO GALINA 25 Collinare x x VR014 VAL BORAGO 480 Collinare x VR015 SPONDA ORIENTALE FIUME 77 Collinare MINCIO A VALEGGIO VR016 PARCO “VALLE DEL MENAGO” 53 Planiziale VR001 PALUDE DEL BUSATELLO 73 Planiziale x x x VR002 LAGHETTO DEL FRASSINO 78 Collinare x x x VR003 PALUDE BRUSA’ - VALLETTE 171 Planiziale x x VR004 PALUDE PELLEGRINA 90 Planiziale x x x VR005 RISORGIVE DELLA BORA 1 Planiziale VR006 CAVE MONETA O DI BELFIORE 19 Planiziale x VR007 TERRENI PALUSTRI DI VACCALDO 15 Planiziale VR008 BOSCO DI SANTA LUCIA E ANSA 149 Collinare DEL TIONE VR009 PARCO DEI DUE TIONI 9 Planiziale Fonte: ARPAV, Censimento delle aree «minori» del Veneto, Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, Padova, 2004.

corso dei secoli fra l’ambiente naturale e l’attività presenti nei diversi ambienti, anche della loro mo- dell’uomo. dalità di fruizione in rapporto alla vulnerabilità L’attività didattica che è scaturita come obiet- dell’ambiente stesso e alle condizioni di sicurezza tivo dal progetto ha permesso agli utenti di cono- per i soggetti in visita. scere, attraverso un’esperienza diretta, il passato di un territorio, favorendo in tal modo il raffronto tra le peculiarità di partenza di un processo e le 3. Alcune rifl essioni conclusive caratteristiche attuali. La visita di questi ambienti, che sono near e spesso inside ai luoghi in cui si tra- L’iniziativa dell’ARPAV descritta nelle pagine scorrono le proprie giornate, è divenuta, di con- precedenti, conclusasi con la pubblicazione del seguenza un elemento esplicito di comprensione volume “Guida agli ambienti del Veneto per rea- e conoscenza del proprio ambiente stimolando lo lizzare attività educative”, ha raggiunto lo scopo sviluppo di atteggiamenti propositivi per la sua tu- di offrire, soprattutto agli educatori, interessan- tela e salvaguardia. ti spunti di rifl essione sul concetto di ambiente Questa seconda fase si è concretizzata nella re- e sulle tematiche ad esso collegate. Il territorio dazione di una guida didattico-scientifi ca rivolta veneto, infatti, viene presentato sia illustrando agli insegnanti e agli educatori ambientali affi n- i molteplici aspetti geologici presenti, e tra loro ché non solo potessero visitare e far visitare i vari fortemente interrelati, sia descrivendo le carat- ambienti della Regione ma anche potevano svol- teristiche di molte delle aree minori censite con gere attività didattiche durante le quali fossero in ulteriori approfondimenti per itinerari di visita. grado di fornirne corrette chiavi di lettura. In tale Tutte le iniziative descritte, dalle più semplici prospettiva le proposte di educazione ambientale alle più complesse, possono certamente essere an- riportate nel volume hanno tenuto conto, oltre noverate tra le attività da sviluppare per infondere che degli elementi naturalistici e storico-culturali un diverso vigore all’economia di queste aree mi-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116363 110/12/20150/12/2015 18:19:0018:19:00 nori; uno dei meriti del progetto risiede proprio ARPAV, Censimento delle aree naturali “minori” della Regione Veneto, nel fatto di essere riuscito a rendere queste realtà Padova, Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambien- tale del Veneto, 2004. un unicum da valorizzare, parti di una politica di ARPAV, Guida agli ambienti del Veneto per realizzare attività educa- sviluppo integrato che, attraverso iniziative com- tive, Padova, Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambi- plementari, attivate anche reciprocamente in ter- entale del Veneto, 2005. ritori contermini, offrono l’esempio di un’ottima ARPAV, Carta della natura del Veneto alla scala 1:50.000, Padova, strategia di marketing territoriale. Il censimento Agenzia per la Prevenzione e Protezione del Veneto, 2010. Augustoni A. (a cura di), Comunità. Ambiente e identità locali, Mi- prima e le proposte didattiche poi, ben organizza- lano, FrancoAngeli, 2005. ti e funzionali, consentono infatti la realizzazione Blasi C., La Vegetazione d’Italia, Roma, Palombi & Partner S.r.l., di azioni volte alla valorizzazione sia del “capita- 2010. le ambientale” che del “capitale umano” presenti Borghesi S., Vercelli A., La sostenibilità dello sviluppo globale, Roma, Carocci, 2005. in questi territori. Dalla lettura del testo emerge Buffa G., Lasen C., Atlante dei siti Natura 2000 del Veneto,Venezia, l’importanza di cooperare per lo sviluppo delle Regione del Veneto, Direzione Pianifi cazione Territoriale potenzialità delle aree minori coinvolgendo tutti i e Parchi, 2010. diversi soggetti per, anticipando Aichi, conservare Castiglioni B., Paesaggio e sostenibilità: alcuni riferimenti per la la biodiversità, permettere un uso sostenibile del- valutazione, in Castiglioni B., De Marchi M. (a cura di), Paesaggio, sostenibilità, valutazione, in «Quaderni del Dipar- la biodiversità stessa, ottenere una giusta ed equa timento di Geografi a», 2007, 24. ripartizione del benefi ci derivanti dall’utilizzo Celant A. (a cura di), Ecosostenibilità e risorse competitive: le compat- delle risorse energetiche affi nché questi territori ibilità ambientali nei processi produttivi italiani, Roma, Società non debbano in futuro far fronte a situazioni in Geografi ca Italiana, 2000. contrasto con le loro tipicità, siano esse espresse Cassola P., Turismo sostenibile e aree naturali protette. Concetti, stru- menti e azioni, Pisa, ETS, 2005. o inespresse. Ileardi G. (a cura di), Le buone pratiche dei parchi. Idee e progetti per Convinti che un’effi cace educazione ambien- l’Italia, Roma, Federparchi, 2005. tale, fondamentale per recepire valori in grado La Camera F., Sviluppo sostenibile. Origini, teoria e pratica, Roma, di suscitare atteggiamenti e comportamenti di Editori Riuniti, 2003. vera tutela e salvaguardia dell’ambiente, debba Marino D., Il nostro capitale. Per una contabilità ambientale dei Par- chi Nazionali italiani, Milano, FrancoAngeli, 2014. necessariamente essere avviata già nei primi anni Trisorio A., Povellato A., Borlizzi A., Agricoltura ad alto valore della scuola poiché gli studenti, per loro inclina- naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità, in «Agri- zione curiosi, sono spontaneamente attratti dal RegioniEuropa», 2010 (VI), 22, inserire pagine contributo. mondo naturale, attraverso la conoscenza diretta delle aree minori essi possano confrontarsi con il mondo reale e sviluppare attitudini positive verso Note l’ambiente, per diventare poi adulti rispettosi ed impegnati nella salvaguardia delle diverse pecu- 1 Obiettivo A: affrontare le cause alla base della perdita di liarità presenti nei territori. biodiversità con strategie di integrazione fra governi e socie- Le aree naturali minori del Veneto presentano tà. Obiettivo B: ridurre la pressione diretta sulla biodiversità ampi e diffusi aspetti naturali che permettono ar- e promuovere un uso sostenibile. Obiettivo C: migliorare lo ticolati programmi a base naturalistica in ambito stato della biodiversità salvaguardando gli ecosistemi, le specie e la diversità genetica. Obiettivo D: migliorare i benefi ci che scolastico offrendo una molteplicità di elementi derivano a tutti dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici. che certamente giustifi cano la protezione della Obiettivo E: migliorare l’attuazione attraverso la progettazio- biodiversità e incentivano strategie di conserva- ne partecipata, la gestione della conoscenza e lo sviluppo di zione della natura. In esse si trovano correlate capacità. emergenze naturali, beni culturali, insediamenti 2 Attualmente il sistema delle aree naturali protette interessa e infrastrutture a defi nire un paesaggio strumen- 1.748 comuni (il 22% dei comuni italiani) di cui il 68% con meno di 5.000 abitanti; 283 comunità montane (il 79% del to di lettura delle interazioni avvenute nel corso totale); 98 province (95% del totale) e tutte le regioni. del tempo tra ambiente e attività umane. 3 Dal punto di vista normativo la tutela di questi siti è nella maggior parte dei casi affi data ad un complesso regime di vin- coli – paesaggistici, idrogeologici, storici, artistici, norme del Bibliografi a Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, dei Piani Ter- ritoriali Provinciali, dei Piani d’Area, Rete Natura 2000, prov- ARPAV, A proposito di … conservazione della natura, Padova, vedimenti comunali ecc. –. Per alcune zone non esiste invece Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambientale del neanche una norma di carattere territoriale di indirizzo e co- Veneto, 2004. ordinamento che ne garantisca la tutela, anche solo parziale.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116464 110/12/20150/12/2015 18:19:0118:19:01 Astrid Pellicano

Montecristo e Punta della Campanella tra protezione ambientale e sviluppo turistico

Summary: ISLAND OF MONTECRISTO AND PUNTA CAMPANELLA: A MATTER OF ENVIRONMENTAL PROTECTION AND TOURIST DEVELOPMENT

The island of Montecristo (10.4 sq km) and Punta Campanella (15.4 sq km) are two protected areas established under the national laws 979/1982 and 394/1991 for combining tourism development with the protection and preservation of the natural beauty of the environment. They are two areas on which there are precise constraints imposed by the Ministry of the Environment and Protection of the Territory, because they give hospitality to natural goods and habitats of high conservation value that and require specifi c measures of protection. Montecristo is a biogenetic integral and natural State reserve, uninhabited, of the National Park of the Tuscan Archipelago, where only few guided tours are allowed and under certain conditions by the State Forestry Department. Instead, as western ramifi cation of the , Punta Campanella is a Specially Protected Area of Mediterra- nean Importance (SPAMI), established in 1997 is divided into three zones, to protect marine resources and the landscape between Massa Lubrense and Positano, which has an important activity as nautical and seaside resort.

Keywords: marine protected areas, Montecristo, Punta Campanella, sustainable tourism.

L’isola di Montecristo (10,4 kmq) e Punta della Annessa al territorio comunale di Portoferra- Campanella (15,4 kmq) sono due aree protette1 io (LI) nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano istituite ai sensi delle leggi 979/1982 (di difesa del (PNAT)6 Montecristo è fra le più meridionali isole mare) e 394/1991 (quadro sulle aree protette) per dell’Arcipelago Toscano. Il suo paesaggio è carat- coniugare lo sviluppo del turismo con la protezio- terizzato da grandi sferoidi e mammelloni gra- ne e conservazione delle bellezze naturali. Due nitici (originatisi tra i sette e i cinque milioni di ambiti su cui insistono vincoli precisi imposti dal anni fa), spesso sovrapposti in modo da sembrare Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Terri- scogliere ciclopiche; tre sono le vette principali: torio e del Mare perché ospitano beni e habitat Monte della Fortezza (645 m), Cima del Colle Fon- naturali di elevato valore conservazionistico e ri- do (621 m) e Coma dei Lecci (563 m) che scendo- chiedono specifi che misure di salvaguardia. La no ripidamente al mare, con poca vegetazione ed seconda, in particolare, perché fortemente inve- alcune vallate scavate dalla millenaria azione di stita dal turismo di massa2. piccoli corsi d’acqua dal regime stagionale (www. Montecristo, con uno sviluppo costiero di 16 islepark.it; www.parks.it; Mazzetti, 1999). La coper- km, è Riserva Naturale Integrale3 istituita con DM tura vegetale è rappresentata da una bassa mac- 04/03/1971 e Riserva Naturale Biogenetica diplo- chia mediterranea formata prevalentemente da mata dal Consiglio d’Europa dal 1988, nonché eriche, rosmarini e cisti (Baccetti, 1977). Vi sono Zona di Protezione Speciale degli uccelli (ZPS) ai anche poche piante di leccio raggruppate presso sensi della direttiva 79/409/CEE e Sito di Interes- l’omonima cima, mentre molto diffuso è l’ailanto, se Comunitario (SIC) insieme con lo Scoglio d’A- una specie aliena invasiva e pericolosa. Il Parco frica o Formica. Fa parte di “rete Natura 2000”4, il attraverso un progetto comunitario, “LIFE+ Mon- principale strumento della politica dell’UE per la tecristo 2010”7, ha avviato la sua eradicazione per conservazione della biodiversità5; una rete ecolo- salvaguardare la selvatica capra di Montecristo gica diffusa su tutto il territorio dell’Unione, isti- (importata forse da antichi navigatori). In seno al tuita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” progetto è stata promossa anche la soppressione per garantire il mantenimento a lungo termine del ratto nero (avvenuta con successo nel 2012) a degli habitat naturali e delle specie di fl ora e fau- tutela della Berta minore. Eliminato il pericolo, na minacciati o rari a livello comunitario. i tecnici Ispra hanno monitorato la nidifi cazione

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227_PELLICANO.indd7_PELLICANO.indd 165165 111/12/20151/12/2015 17:45:4317:45:43 di questo uccello marino in seno all’UNESCO delle capre selvatiche e nel 1971, come “Riserva 2011/2020 Decade on Biodiversity, accertando già Naturale”, all’Azienda di Stato per le Foreste De- dal 2012 un tasso di riproduzione annua di 0,9 maniali. Una coppia di custodi fi ssi e due agenti giovani per coppia (www.ispraambiente.gov.it; Le- del Corpo Forestale dello Stato (CFS), che ogni gambiente Onlus, 2014). quindici giorni si danno il cambio, sono preposti Questa piccola realtà insulare dell’arcipelago alla custodia del territorio; alloggiano nei pressi è rimasta per secoli disabitata e “selvaggia”, pro- della Villa Reale a Cala Maestra, dove si trova an- babilmente a causa della distanza notevole dalla che l’unico approdo dell’isola (Baccetti, 1977). terraferma. L’unica notizia di popolamento anti- L’isola può essere visitata solo a certe condi- co risale all’arrivo del vescovo di Palermo Mami- zioni predisposte dall’Uffi cio Territoriale per la liano, sfuggito a Gianserico re dei Vandali; rifu- Biodiversità (UTB) di Follonica8 secondo un rigi- giatosi sulla cima del monte più alto (detto allora do regolamento descritto nel documento “Carta Monte Giove) insieme a pochi compagni di viag- per Montecristo - Integrazione ai criteri e mo- gio, avviò nella “Grotta del Santo” una tradizione dalità per l’accesso alla riserva naturale isola di religiosa. Alla sua morte la grotta fu trasformata Montecristo per escursioni naturalistiche” (www. in cappella da una confraternita benedettina che, scuoladinatura.it/risorse/cartamontecristo%20(1).pdf ). sovvenzionata da Gregorio Magno, costruì il mo- Su questo documento è trascritto che l’accesso è nastero al centro dell’isola. Difesa dalla propria consentito solo in corrispondenza del porticciolo inaccessibilità naturale e dalla Repubblica Pisana di Cala Moresca a barche autorizzate e per una l’isola divenne colonia penale nel 1874 e nel 1889 escursione guidata limitata dal 1° aprile al 15 lu- col marchese Carlo Ginori, che vi costruì una vil- glio e dal 31 agosto al 31 ottobre per un massimo la, riserva di caccia in favore di Vittorio Emanue- di 1.000 visitatori l’anno di cui: 600 studenti e 400 le III. Nuovamente abbandonata, fu affi data nel adulti. La domanda va fatta al CFS-UTB di Follo- 1954 alla “Società per la valorizzazione dell’iso- nica entro il 31 gennaio di ogni anno. Viene data la di Montecristo” che avviò la prima protezione priorità alle scolaresche delle medie inferiori e

Fig. 1. Isola di Montecristo. Fonte: Archivio Parco Nazionale Arcipelago Toscano.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116666 110/12/20150/12/2015 18:19:0218:19:02 superiori fi no a 300 studenti e poi di Università, rica e culturale dei siti, dalla presenza di insedia- Scuole ed istituti di istruzione di altra provenien- menti a turismo maturo, da un artigianato agro- za; a seguire 100 permessi per gli abitanti del Co- alimentare e artistico, e da attività commerciali e mune di Portoferraio, dell’Elba e dell’Arcipelago servizi turistici di elevata qualità. È un paesaggio Toscano, previa iscrizione a un breve corso infor- con un assetto geomorfologico accidentato, dove mativo-formativo comprensivo di visita guidata versanti aridi e assolati si alternano a profondi dell’Isola, organizzato dall’Ente Parco e dal co- valloni, con ambienti umidi ove è possibile ritro- mune di Portoferraio una volta l’anno. È prevista vare il fenomeno dell’inversione vegetazionale e anche la richiesta di autorizzazione per l’accesso numerosi endemismi botanici (quali gariga; mir- all’isola senza escursione, possibile dal 1o aprile to, lentisco e ginepro; lecci) e faunistici. La costa al 31 ottobre, 30 giorni prima della data prescelta è caratterizzata da pareti calcaree a tratti ripide all’UTB del CFS di Follonica. È consentita la di- e accidentate, specie sul versante meridionale, o scesa a terra per la visita delle pertinenze di Cala dolcemente degradanti verso il mare e ricoperte Maestra e del Museo, ma è autorizzata una barca da materiale piroclastico. Per la natura calcarea al giorno con un massimo di 15 persone e con una sono molti i fenomeni carsici che hanno prodotto rotazione per uno stesso richiedente (imbarcazio- numerose cavità emerse, alcune divenute subac- ne) ogni 2 anni. A mare è fatto divieto totale di quee a seguito di movimenti tettonici e dell’in- balneazione, di pernotto in rada, di circumnavi- nalzamento del livello del mare12 (Ruocco, 1975; gazione dell’isola, di immersioni subacquee (ec- Pellicano, 2004). cetto quelle in deroga dall’Ente Parco per scopi Volendo essere più precisi, la penisola sorren- scientifi ci e cine-fotografi ci) nella fascia di mare tina è una dorsale carbonatica che si staglia sul di 1.000 metri dalla costa (www.islepark.it). La mare Tirreno a separare il golfo di Salerno da visita si svolge lungo tre sentieri: Cala Maestra, quello di Napoli. Tale dorsale è sviluppata in dire- Belvedere, Villa reale (2 km, grado di diffi coltà: zione NE-SO, e disposta trasversalmente alla cate- medio-facile, tempo di percorrenza 2 ore); Cala na appenninica e costituisce un rilievo strutturale Maestra, Grotta del Santo, Monastero, Villa reale che si interpone tra 2 ampie depressioni: la piana (3,6 km, grado di diffi coltà: impegnativo, tempo Campana e il golfo di Napoli a Nord, la Piana del di percorrenza 4 ore); Cala Maestra, Monastero, Sele e il Golfo di Salerno a Sud (Brancaccio e al- Villa reale (3,1 km, grado di diffi coltà: impegnati- tri, 1991). Entrambi i versanti della dorsale sono vo, tempo di percorrenza 3 ore). Come da indica- interessati da faglie che hanno dato luogo a ripide zioni del CFS, ad oggi sono molte le liste di attesa, superfi ci di origine strutturale, interrotte da inci- soprattutto per garantirsi il rinnovo del Diploma sioni fl uviali sul lato amalfi tano e da ampi terrazzi Europeo che avviene ogni cinque anni dopo una su quello sorrentino. Tra l’altro tale penisola con- severa istruttoria che deve verifi care il rispetto divide gli stessi lineamenti tettonici con la vicina delle raccomandazioni impartite al momento del isola di Capri, dalla quale è separata da un breve rilascio. Tra queste, la più dolorosa è la limitazio- tratto di mare – Bocca Piccola – ampio all’incirca ne ai mille visitatori l’anno. Limitazione che lo 5 km e profondo in media 70 m. La successione scorso anno si è attestata a 300 visite su 13.000 stratigrafi ca del promontorio è rappresentata da richieste (UTB)9. Ciò lascia presupporre che nel terreni carbonatici mesozoici in facies di piattafor- tempo lo sviluppo dovrebbe proseguire in modo ma, e, subordinatamente, da coperture terrigene sostenibile. mioceniche e da piroclastiti, ascrivibili ad attività Propaggine occidentale della penisola sorren- vulcanica del Somma-Vesuvio e dei Campi Flegrei tina, Punta della Campanella è invece un’Area (Perrone, 1988; Ruocco, 1975). Specialmente Protetta di Importanza Mediterra- L’ossatura della dorsale è costituita da una po- nea (ASPIM)10, individuata quale area di reperi- tente successione di rocce calcaree e dolomitiche mento nel 1982 (legge 979, art. 31) ma istituita nel tratto che va dalla Sella di Cava dei Tirreni solo nel 1997 (DMAMB 12 dicembre, modif. da fi no a Punta Scutolo e continuano ad affi orare D. 13/6/2000). L’approvazione del regolamento più oltre fi no a Punta Campanella su ripido ver- di esecuzione ed organizzazione dell’Area è avve- sante meridionale. Tali depositi oltre a formare nuta con D. 30/07/2010. l’ossatura dell’intera penisola formano anche L’ASPIM interessa uno spazio territoriale di sei numerosi scogli e piccole isole (Li Galli, Vetara, comuni (Massa Lubrense, Piano di Sorrento, Posi- Vervece, scoglio a Penna, etc) presenti sia lungo tano, Sant’Agnello, Sorrento, Vico Equense)11 ca- la fascia costiera sorrentina che amalfi tana. Sul ratterizzati da un’omogeneità paesaggistica e na- versante sorrentino si rinvengono terreni costitu- turalistica di rilevanza mondiale, dalla qualità sto- iti da arenarie e marne, e depositi di tufi e piro-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116767 110/12/20150/12/2015 18:19:2818:19:28 Fig. 2. L’Area Marina Protetta Punta Campanella - zonazione DM 13/06/2000. Fonte: www.puntacampanella.org; www.minambiente.it.

clastiti legati all’attività dei vicini centri vulcanici pesca, immersione. Sono ammesse ma previa au- campani (Ruocco, 1975). torizzazione le visite guidate subacquee. La zona La penisola sorrentina-amalfi tana si caratte- B di riserva generale riguarda l’area compresa tra rizza anche per l’ambiente marino ricco di fale- l’estremo sud della cala di Mitigliano e il lato nord sie calcaree e pianori sabbiosi e rocciosi popolati della punta di Montalto, inclusa l’area di Mortel- da Posidonia oceanica, alghe, coralli e pesci vari le; l’area compresa tra lo scoglio Scruopolo, isola (www.fondoambiente.it). di Isca inclusa, e la punta a ponente della Grotta Per tutelare le risorse naturali e promuovere Matera. In tale area sono previsti il corridoio 1), uno sviluppo sostenibile anche del turismo (attivi- delimitato dagli estremi a terra del fi ordo di Cra- tà economica prevalente), l’ASPIM, come tutte le polla, e il corridoio 2); l’area circostante le isole AMP (Kelleher e Kenchington, 1992), è stata sud- Li Galli, dove è previsto un corridoio di accesso. divisa in tre zone (A, B, C)13: la zona A comprende In tale area sono vietati la navigazione a motore le aree circostanti lo scoglio di Vetara e la secca non autorizzata, l’ancoraggio libero, le immersio- a ponente delle isole Li Galli; l’area circostante ni con apparecchi senza autorizzazione, la pesca lo scoglio Vervece14, dove sono vietati navigazione, subacquea e sportiva e la pesca professionale non accesso e sosta di navi e natanti ad eccezione di autorizzata. Sono consentiti l’accesso regolamen- quelli autorizzati per studio e ricerca, balneazione, tato, l’accesso libero ai natanti nei corridoi pre-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116868 110/12/20150/12/2015 18:19:2818:19:28 disposti, la balneazione, la fotografi a subacquea tirocini e stage (attualmente è attiva quella con il in apnea, le immersioni subacquee guidate, la pe- nostro Dipartimento di Lettere e Beni Culturali - sca regolamentata e autorizzata, l’ormeggio nel- DILBEC - della SUN). le zone predisposte e in numero stabilito. A pre- Qualche risultato è stato raggiunto per la baia scindere da motivi di sicurezza della navigazione, di Ieranto dove dal 2002 sono ammessi solo natan- nell’area compresa tra lo scoglio Scruopolo, e la ti a motore autorizzati, e per Campo delle Mortel- punta a ponente della Grotta Matera, è consentito le (zona B) dove da quest’anno è consentito l’or- il transito a velocità non superiore ai cinque nodi meggio solo alle boe (30) ancorate a poche cen- ai natanti aventi le dimensioni massime di 7,50 m, tinaia di metri da Marina del Cantone18 (Fig. 2). e di 10 m se a vela, autorizzati. La zona C di riser- Tali iniziative sono state necessarie perché il va parziale è l’area compresa tra capo Sorrento e turismo (alberghiero, di seconde case19, di cam- l’estremo sud della cala di Mitigliano, scoglio del ping, nautico, subacqueo) che ha fatto lievitare Vervece escluso; l’area compresa tra il lato nord redditi e consumi ed imposto miglioramenti nelle della Punta di Montalto, esclusa l’area di Mortelle dotazioni del territorio, ha generato non poche e lo scoglio Scruopolo; l’area compresa tra Grotta contropartite negative: un consumo derivante Matera e Punta Germano. In tali zone sono vieta- dall’urbanizzazione diffusa delle residenze secon- ti l’ancoraggio e l’ormeggio liberi, la pesca non darie e degli alberghi (molti abusivi), l’alterazione autorizzata; sono consentiti l’accesso libero a bar- dei valori paesistici, il diradamento dei mantelli che a motore autorizzate e con velocità non supe- boschivi e della macchia mediterranea, la portua- riore a dieci nodi per transito o per raggiungere lizzazione di tratti di costa per la nautica da dipor- zone di ormeggio predisposte, la balneazione, le to, l’inquinamento delle acque costiere (Mazzetti, immersioni subacquee guidate regolamentate, 1999). la pesca regolamentata e autorizzata (art. 3 DM Le esigenze di tutela del paesaggio terrestre e 13/6/2000 e Fig. 2)15. delle risorse marine sono da decenni ben presen- Dal 1998 il Ministero ha affi dato la gestione ti all’attenzione di organismi statali e internazio- dell’ASPIM al “Consorzio Riserva Naturale Ma- nali. Negli anni Settanta l’Unesco ha predisposto rina Punta Campanella”16 dei sei comuni di per- un progetto per lo studio delle isole minori del tinenza (con sede nel comune di Massa17), a cui Mediterraneo e la loro utilizzazione in modo spetta l’attuazione delle direttive del Ministero compatibile con le esigenze ecologiche. Le due dell’Ambiente per il perseguimento delle fi nalità leggi 979/1982 e 394/1991 che hanno vietato proprie dell’area marina protetta; in particolare, tutte le attività, salvo quelle che non provochino il responsabile cura la gestione amministrativa e rischi ambientali stanno incontrando ostilità da contabile dell’area medesima e organizza e disci- parte di alcune amministrazioni e comunità che plina, d’intesa con il Comitato tecnico-scientifi co, mal sopportano i vincoli imposti sui loro territo- le attività consentite nelle diverse zone di tutela. ri. Sul fronte opposto, associazioni ambientaliste Nel Consorzio è operativa una Commissione di ri- hanno più volte ritenuto inadeguate o erronee le serva che collabora con il Presidente e il Direttore politiche poste in essere dallo Stato e dalle Regio- per far rispettare le regole imposte dal Ministe- ni. È fi n troppo ovvio che il futuro dei paesaggi ro e per tutelare l’immenso patrimonio naturale sotto tutela è oggi strettamente legato al successo dell’Area. Il Consorzio si occupa anche di rilascia- maggiore o minore che avrà la ricerca di punti di re le autorizzazioni per la pesca sportiva, le im- equilibrio tra esigenze contrapposte che riguar- mersioni subacquee e le visite guidate. dano sia i territori che le popolazioni. Ma non è A partire dall’esercizio 2000, l’attività proget- un equilibrio facilmente raggiungibile. Esiste un tuale del Consorzio si è concentrata inizialmente problema di conservazione delle peculiarità natu- su azioni di tipo conoscitivo e di acquisizione di rali ed antropiche che caratterizzano e rendono dati e conoscenze inerenti l’AMP; ha fatto seguito pieni di fascino questi paesaggi della costiera; un una progettualità mirata su più fronti, con l’avvio problema di sostenibilità ambientale. Non è solo o la pianifi cazione di iniziative destinate a svilup- una questione di limiti alle attività edilizie, o di parsi su base pluriennale. Tra queste, la parteci- caratteristiche tipologiche ed estetiche da im- pazione al progetto BIT 2000; l’attivazione di un porre a nuove costruzioni o a ristrutturazioni. Il corso di biologia marina, del Centro di Educazio- discorso investe l’opportunità di realizzare o non ne Ambientale Punta Campanella (Russo, 2003; realizzare nuove infrastrutture, di controllare i Russo e Di Stefano, 2003) e del Centro di recupe- collegamenti marittimi durante la stagione estiva, ro tartarughe marine; nonché la promozione di attraverso una stretta collaborazione tra Stato, Re- Convenzioni con Enti e Istituzioni per attività di gioni, Comuni (Mazzetti, 1999).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 116969 110/12/20150/12/2015 18:19:3218:19:32 Dunque, sono indispensabili Istituzioni più mento tra competenze molteplici (Stato, Regioni, presenti e responsabili, e imprenditori più sagaci Province, Comuni) ed interessi difformi in mate- (Mazzetti, 2006); ma anche residenti più partecipi ria di urbanistica, collegamenti marittimi, conces- per una migliore gestione e fruizione dello spazio, sioni demaniali. che si traduce in migliore qualità dell’ambiente Un concreto programma articolato di sensibi- così come evidenziato in particolare alla Confe- lizzazione e di promozione economica e cultura- renza di Stoccolma sull’ambiente umano del 1972; le, non può non far raccogliere frutti promettenti dall’UNEP del 1996 e dalla Commissione Brunt- (Russo e Di Stefano, 2003). Per esempio attraver- land del 1987 (Bianchi e Morri, 2000); dalle Con- so il recupero di manufatti, l’implementazione venzioni di Montego Bay20 e di Ginevra del 1982, di itinerari naturalistici e di aree attrezzate (per e del protocollo di Barcellona del 199521 (queste campeggi, attività sportive o ludiche legate alla ultime due rappresentano i punti di riferimento natura), la costruzione di un “portafoglio” per l’a- specifi ci per le aree marine protette); dal vertice rea protetta. ONU sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg del 2002 e dal Piano strategico per la biodiversità sottoscritto nel 2010 ad Aichi durante la decima Bibliografi a conferenza delle parti dell’ONU (Legambiente Onlus, 2014). La crescita culturale riguardo l’am- Amodio T., La valorizzazione turistica nelle aree protette, Arzano, biente marino e l’area costiera in particolare sono Specialmente, 2001. Baccetti B., Montecristo: una riserva naturale scientifi ca, in «Qua- fondamentali. Il coinvolgere la comunità nell’in- derni de La Ricerca Scientifi ca», Parchi e Riserve; territori dividuare, gestire in maniera attiva aree sotto par- o popolazioni, Roma, 1977, 98, pp. 3-13. ticolare tutela non può che aumentarne lo svilup- Bianchi C.N., Morri C., Marine biodiversity of the Mediterranean po, superando contrapposizioni, spesso dovute Sea: situation, problems, and prospects for future research, in «Ma- rine Pollution Bullettin», Amsterdam, 2000, 40, pp. 367-376. solo a scarsa informazione, o strumentalizzate da Brancaccio L. ed altri, Geomorphology and neotectonic evolution of chi nutre interessi decisamente contrari allo svi- a sector of the Tyrrenian fl ank of the southern Appennines (region luppo sostenibile. of , Italy), Zeith. Geomorph. N.F., Suppl. Bd., 1991, Le maggiori e diversifi cate possibilità di frui- 82, pp. 47-58. zione dell’ambiente marino, l’aumento dell’inte- Bruntland G.H., Our Common Future, Oxford, World Commis- sion on the Environment and Development, 1987. resse per le immersioni, la vela e l’uso delle canoe, Carrada G.C., Coiro P., Russo G. (a cura di), Le Aree Marine fenomeni riscontrati in questi anni, hanno sicu- Protette del Mediterraneo, in «I Quaderni di uomo e Natura», ramente riacceso l’attenzione per il mare (Maz- Napoli, 2003, 1 (fascicolo monografi co). zetti, 2006), ma mancando un’adeguata cultura Cicogna F., Russo G.F., Il parco marino di Punta Campanella: una frequentemente hanno causato ulteriori proble- storia infi nita, in «I Quaderni di uomo e Natura», Napoli, 1996, 1, pp. 15-18. mi. A questi si aggiungono purtroppo le attività di Cicogna F., Russo G.F., Il parco marino di Punta Campanella: una pesca illegale altamente impattanti, come la pesca lunga storia ora realtà, in «I Quaderni di uomo e Natura», al dattero di mare e l’inquinamento provocato in Napoli, 1998, 8, pp. 10-15. buona parte dal fi ume Sarno, dagli scarichi delle Corsi M., Il territorio del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, 2012 acque refl ue e dall’incremento della nautica da (consultabile al link: www.islepark.it). Gambino J., Un modello innovative di politica ambientale europea: la diporto e delle compagnie di trasporto che solca- rete ecologica, in «Geotema», Bologna, 1998, 12, pp. 139-148. no questo spazio di mare (Mazzetti, 2006). Kelleher G., Kenchington R., Guidelines for Establishing Marine Particolarmente delicata risulta la situazione Protected Areas, Gland-Switzerland, IUCN, 1992. dell’ASPIM Punta della Campanella, che insiste Legambiente ONLUS (a cura di), Biodiversità a rischio, rap- su un’area fortemente edifi cata e a consumo tu- porto_biodiversita_2014_0.pdf (consultabile al link: www. legambientecatania.it/conservazionenatura/testi/pubblicazioni/ ristico balneo-nautico elevato. Il territorio ha una rapporto_biodiversita_2014_0.pdf). sua carrying capacity (Scanu e altri, 1995; Gambi- Mazzetti E., Vecchi problemi e nuove opportunità del Mezzogiorno nel no, 1998). Forte è il confl itto tra le esigenze di Mediterraneo, in «Geotema», Bologna, 1998, 12, pp. 86-89. conservazione e la volontà di sfruttamento del Mazzetti E., Capri Ischia e Procida. Dal mito alla metropoli, Napoli, territorio e delle sue risorse. Il punto d’incontro Electa, 1999. Mazzeti E., Mare, Napoli, Guida, 2006. sta nella economia turistica mediterranea da in- Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del centivare nella sostenibilità: la scelta va perseguita Mare e Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Carta per Mon- per quanto diffi cile possa risultare l’esercizio di tecristo. Integrazione ai criteri e modalità per l’accesso alla riserva equilibrare le ragioni dello sviluppo (con i con- naturale isola di Montecristo per escursioni naturalistiche, carta- montecristo.pdf (consultabile al link: www.scuoladinatura.it/ nessi incrementi di attrezzature ricettive, residen- risorse/cartamontecristo%20(1).pdf). ze affl ussi) e quelle della salvaguardia ambientale. Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Relazione sulla performance E per quanto diffi cile possa risultare il coordina- 2012-2014. Annualità 2012, 29 giugno 2013, PNAT_RP.pdf

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117070 110/12/20150/12/2015 18:19:3318:19:33 (consultabile al link: consultazionebanchedati.portaletrasparen- protette, i parchi sommersi e il santuario dei cetacei, Parchi za.it/performance/relazioni-performance/documento/19). naturali, Riserve naturali regionali per un totale di 3 ml/ha Pellicano A., Terre e confi ni del sud, Memorie della Società Geo- a terra e altrettanti a mare (www.legambiente.it; Legambiente grafi ca Italiana, Roma, 2004. Onlus, 2014). Perrone V., Carta geologica della Penisola Sorrentina. Note illustrati- 2 I comuni dell’area contano oltre 400 strutture ricettive per ve, in Atti del 74° Congresso Società Geologica Italiana, (Sorrento più di 20mila posti letto (Istat, 2009), conseguenza anche del- 13-17 sett. 1998), B, Sorrento, 1988, pp. 336-340. le modifi cazioni sostanziali delle strutture ricettive sia nella Regione Campania (a cura di), Primo Rapporto sul Turismo in composizione degli esercizi alberghieri ed extra alberghieri, Campania 2003. Le statistiche, i prodotti, le azioni, Salerno, Edi- sia nella distribuzione spaziale successive alla LQ sul turismo zioni Menabò Comunicazione, 2003. 135/2001. Gli arrivi sono stati 650mila per 2,5 ml di presenze, Ruocco D., Campania, Collez. Le Regioni d’Italia, Torino, con una permanenza media attestata sui 3-4 giorni. Buona par- UTET, 1975. te ha benefi ciato durante la stagione balneare di oltre una set- Russo G., La Riserva naturale marina di Punta Campanella, in tantina di stabilimenti balneari. “Sotto il profi lo competitivo, Carrada G.C., Coiro P., Russo G. (2003), pp. 55-60. la zona, per confi gurazione attrattiva e orientamento ricettivo, Russo G.F., Di Stefano F., Studi di fattibilità per l’istituzione di Aree si pone in concorrenza con sistemi locali di offerta posizionati marine protette: esperienze in Campania, in Carrada G.C., Coiro nella fascia “alta” del mercato turistico balneare quali: Riviera P., Russo G. (2003), p. 83-88. ligure di Levante, Taormina e Giardini di Naxos, Argentario” Scanu G. e altri, La nuova geografi a dei parchi e delle aree protette (Regione Campania, 2003, p. 174). Ben avviato è il turismo in Sardegna, in “La Sardegna nel mondo Mediterraneo”, I Parchi congressuale annuale, quello nautico per gli approdi e quello e le aree protette, IV Convegno di Studi, Bologna, Pàtron, 1995, enogastronomico grazie ai prodotti tipici: vino e olio DOP e 8, pp. 297-330. limoni IGP. Spadi F., Le aree marine protette nell’ordinamento internazionale, in 3 È la prima categoria di area protetta stabilita dall’Unione In- «Rivista giuridica dell’ambiente», Milano, 1998, 1, pp. 123- ternazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). 145. 4 Come ZPS dal DM 19/06/09 e come SIC, nel “Settimo elen- Stallworth H., The Economics of Sustainability, US Environmental co aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione Protection Agency, 1998. biogeografi ca mediterranea” redatto il 7/11/2013 (www.mi- UNEP, The status of the Marine and Coastal Environment in the nambiente.it; www.islepark.it). Mediterranean Region, in «MAP», Tecnichal Report Series, 5 Il termine biodiversità descrive la varietà di esseri viventi (ani- 1996, 10. mali, piante e microrganismi), così come li conosciamo oggi, e Zerbi M.C., Turismo sostenibile in ambienti fragili, Milano, Cisal- i naturali cicli naturali che regolano la vita sul nostro Pianeta. È pino, 1998. frutto dell’evoluzione naturale di 3,5 mld di anni e dell’azione dell’uomo. Nel 1992 la Convenzione per la Diversità Biologi- ca di Rio de Janeiro, ha dato una defi nizione del concetto di biodiversità: “L’espressione diversità biologica signifi ca la Sitografi a variabilità degli organismi viventi di ogni origine, compresi gli ecosistemi terrestri, marini ed altri sistemi acquatici, ed i www.islepark.it (Parco Nazionale Arcipelago Toscano) complessi ecologici di cui fanno parte; ciò include la diversità www.isprambiente.gov.it nell’ambito della specie, e tra le specie degli ecosistemi”. Com- www.istat.it prende vari livelli di diversità biologica: ecosistemica, di specie www.legambiente.it e genetica. In ambienti diversi come i deserti, le foreste, le zone www.minambiente.it umide, le montagne, i laghi o i fi umi, la vita è possibile grazie www.montecristo2010.it all’adattamento di determinate specie, incluso l’uomo, ad un www.parks.it particolare habitat. Il rapporto tra specie ed ecosistemi deter- www.puntacampanella.org (Consorzio AMP Punta della Campa- mina la diversità ecosistemica. Allo stesso modo, ci accorgiamo nella) facilmente che la vita si presenta in forme estremamente varie: www3.corpoforestale.it (Corpo Forestale dello Stato) dai batteri, all’erba, agli alberi, agli animali, agli altri uomini. La diversità di specie e genetica è nel corredo genetico di ogni essere vivente, che ci permette di distinguere specie tra loro Note diverse e, all’interno di queste, i singoli individui. Cromosomi, geni e il DNA sono fattori irripetibili che determinano l’unicità 1 Le aree naturali protette, chiamate anche oasi o parchi natu- di una specie dall’altra e, nell’ambito di essa, tra un individuo rali, sono porzioni di territorio che la legge tutela per il loro e l’altro. Nella realtà, questi tre livelli di diversità biologica particolare interesse naturalistico, ambientale o storico-cultu- sono tra loro strettamente correlati secondo un rapporto ge- rale. Aree che contengono ecosistemi prevalentemente o larga- rarchico: un’alterazione degli ambienti naturali, per effetto mente intatti, ambienti e paesaggi di rilievo tale da richiedere dell’inquinamento, di pratiche agricole intensive e per l’ecces- un intervento istituzionale per garantirne la conservazione alle siva pressione antropica, porterà ad una diminuzione di specie future generazioni. Il Summit mondiale per l’ambiente di Rio animali e vegetali, in pochi individui maggiormente resistenti, de Janeiro (1992) ha individuato proprio nei Parchi il princi- con conseguenze a lungo termine sulla diversità genetica. Il pale strumento di conservazione della biodiversità, minacciata cambiamento repentino degli ambienti naturali, perlopiù pro- dalle rapide trasformazioni ambientali, dalla frammentazione vocato dall’uomo, oggi non garantisce il normale “ricambio” di degli habitat e dall’inquinamento, ma anche fonte di oppor- specie. Pertanto, per il benessere stesso dell’umanità, sono sta- tunità economiche. Oggi i Parchi sono un fenomeno globa- te avviate diverse iniziative: in ambito comunitario, la campa- le, che interessa una superfi cie superiore all’11% delle terre gna “Countdown 2010”; a livello globale, la proclamazione del emerse (molto meno estese, invece, le aree marine). L’Italia 2010 come “Anno Internazionale della Biodiversità” (anche detiene il primato con 871 aree terrestri e marine, che copro- se purtroppo senza reali risultati - Legambiente Onlus, 2014). no oltre il 10% del territorio nazionale: Aree naturali protette, L’iniziativa si è presentata come una campagna mondiale di Parchi nazionali, Riserve naturali statali, Aree naturali marine sensibilizzazione e di informazione per promuovere la difesa

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117171 110/12/20150/12/2015 18:19:3318:19:33 della biodiversità e richiamare le autorità internazionali, la so- salute dei fondali, in particolare di verifi care il mantenimento cietà civile e i singoli ad adottare comportamenti maggiormen- di un elevato grado di biodiversità. Questa valutazione si ottie- te consapevoli dell’ambiente che ci circonda, per uno sviluppo ne attraverso la compilazione di elenchi faunistici e fl oristici più sostenibile (www3.corpoforestale.it). per classi e gruppi di specie, la cui redazione deve essere affi - 6 Il Parco, istituito con DPR 22/07/1996 (l’iter è partito con data a specialisti sistematici per il campionamento, la raccolta e la L 28/08/89 n. 305, i DD.MM. 21/07/89 e 29/08/90, a chiu- la classifi cazione dei dati (www.minambiente.it; Stallworth, 1998; dere il DM Amb 19/12/1997), si estende su 18.000 ha terrestri Spadi, 1998). e 60.000 ha marini. Comprende le sette isole dell’Arcipelago 11 Ricevono ulteriore tutela in quanto facenti parte anche Toscano che, come zattere disseminate nel Tirreno sono diven- del Parco Regionale dei Monti Lattari istituito con DPGR tate la culla di una grande varietà di ambienti naturali, ognuna 13/11/2003 n. 781. con un’identità unica e originale sia dal punto di vista geologi- 12 È un paesaggio dove predomina un’agricoltura promiscua co che faunistico e vegetale. Viene considerato il Parco marino con agrumeti sulle terrazze naturali e i pendii meno acclivi, viti più grande del Mediterraneo perché comprende sette isole, e olivi sui versanti più ripidi insieme ad alberi da frutta (Ruoc- numerosi isolotti e scogli che emergono in ampio tratto di Mar co, 1975). Tirreno nel cuore del grande Santuario dei Cetacei, Pelagos, 13 La legge 979/82 stabilisce “sono costituite da ambienti mari- istituto come area marina internazionale tutelata nel 1999. ni dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti L’Elba è l’isola maggiore per estensione (233,5 kmq) e nume- che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche na- ro di abitanti (> 30mila); seguono Giglio 21,2 kmq, Capraia turali, geomorfologiche, fi siche, biochimiche, con particolare 19,3 kmq, Montecristo, Pianosa 10,2 kmq, Giannutri 2,6 kmq e riguardo alla fl ora e alla fauna marine costiere e per l’impor- Gorgona 2,2 kmq, dove irrilevante è stato il popolamento. Le tanza scientifi ca, ecologica, culturale, educativa ed economica isole sono costituite da rocce magmatiche, lave e sedimenti che che rivestono” (art. 25); la LQ 394/91 ne defi nisce le fi nalità segnalano la complessa origine geologica che in fasi successive nelle seguenti attività: a. conservazione di specie animali o ve- ha portato alla formazione dell’Arcipelago. Riunisce numerosi getali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geolo- habitat terrestri e marini differenti con specie rare ed endemi- giche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, che di fl ora e fauna (Corsi, 2012; Mazzetti, 1999). di biotipi, di valori scenici o panoramici, di processi naturali, 7 LIFE+ Montecristo 2010 è un progetto promosso e ormai di equilibri idraulici, idrogeologici, ed ecologici; b. applica- quasi concluso per la “eradicazione di componenti fl oro-fau- zione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei nistiche aliene invasive a tutela di specie e habitat nell’Arcipe- a realizzare un’integrazione tra uomo e ambiente naturale, lago Toscano” e per favorire la realizzazione di aree recintate anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, arche- di 20-25 ha dove piantare specie arbustive/arboree rarissime. ologici, storici e architettonici e tradizionali; c. promozione di Il progetto è stato fi nanziato dall’UE e condotto in sinergia attività di educazione, formazione e ricerca scientifi ca, anche con gli Enti e le Istituzioni che hanno competenze nella gestio- interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili; d. ne delle aree protette e della protezione dell’ambiente: CFS, difesa e ricostruzione degli equilibri idraulici e idrogeologici. PNAT, ISPRA, Nature and Environment Management Opera- La legge quadro pone l’obiettivo di coniugare le esigenze di tors (Nemo) srl, ai quali si sono aggiunti la Regione Toscana conservazione e salvaguardia del patrimonio naturale con gli e la Provincia di Livorno come cofi nanziatori (www.montecri- interessi delle popolazioni locali attraverso l’avvio di forme di sto2010.it; www.isprambiente.gov.it). sviluppo sostenibile all’interno dell’area protetta e forme di 8 L’UTB è preposto alla tutela e salvaguardia delle riserve na- turismo ecocompatibili (Amodio, 2001; Zerbi, 1998). La zona turali statali riconosciute d’importanza nazionale e internazio- A per la protezione integrale, la zona B è di riserva generale nale. Istituito nel 2005, è l’erede dell’Azienda di Stato per le per la corretta gestione del territorio per la fruizione turistica foreste demaniali che nel 1910 avviò la sua storica azione di ge- ecocompatibile, la zona C è di riserva parziale per il manteni- stione dei beni demaniali per la conservazione di un patrimo- mento e lo sviluppo delle realtà economiche locali, coniugan- nio naturalistico fondamentale per la biodiversità nazionale. do la conservazione dei valori ambientali con l’uso sostenibile Tra i suoi compiti, anche la promozione della ricerca scientifi - dell’ambiente marino. Attualmente le AMPI sono 32 (www. ca e dei programmi fi nalizzati allo studio ed alla conservazione minambiente.it). della biodiversità; nonché educazione ambientale e comunica- 14 In questo punto il divieto di immersione è sospeso la pri- zione (www3.corpoforestale.it). ma domenica di settembre di ogni anno, per festività locale. 9 Non è stato possibile avere ulteriori dati dall’UTB perché ri- Il numero delle immersioni subacquee nella suddetta data è servati. autorizzato dall’ente gestore, compatibilmente con le esigenze 10 Le ASPIM o SPAMI (dall’acronimo inglese Specially Protected di tutela ambientale. Areas of Mediterranean Importance) sono state istituite al fi ne di 15 I comportamenti da adottare in seno all’area marina sono promuovere la cooperazione nella gestione e conservazione disciplinati nel Regolamento di esecuzione ed Organizzazione, delle aree naturali, così come nella protezione delle specie mi- pubblicato sulla GU n. 195 del 21/08/2010, dalle Ordinanze nacciate e dei loro habitat con il Protocollo relativo alle Aree della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia e dalle Specialmente Protette e la Biodiversità nel Mediterraneo del Leggi sulla pesca e sulla nautica (www.puntacampanella.org). 1995 (Protocollo ASP). L’allegato I del Protocollo stabilisce i 16 Va precisato che in realtà il Consorzio è l’unico del suo ge- criteri per l’istituzione delle ASPIM che possono essere indi- nere ad essere stato costituito ex art. 25 comma 7 L 142/1990, viduate nelle zone marine e costiere soggette alla sovranità o prima della L 09/12/1998 n. 426 che affi dava la gestione delle alla giurisdizione delle Parti e nelle zone situate in parte o to- AMP ad Enti pubblici, istituzioni scientifi che, associazioni rico- talmente in alto mare, in siti importanti per l’elevato grado di nosciute, lasciando alle Capitanerie di Porto la sola funzione biodiversità, per la peculiarità dell’habitat, per la presenza di di vigilanza. specie rare, minacciate o endemiche, o che rivestono un inte- 17 Massa possiede l’intero territorio costiero dell’AMP, pari resse speciale dal punto di vista scientifi co, estetico, culturale o all’85% dell’area stessa e detiene il 50% delle quote partecipa- educativo, e in cui sia in ogni caso assicurata capacità di gestio- tive (Russo, 2003). ne. Per ottenere e poi mantenere questo prestigioso e impor- 18 L’osservatorio Ambiente e Legalità nel 2008 ha rilevato tante status, bisogna costantemente promuovere iniziative di 104 illeciti per ancoraggio in zona vietata; la maggioranza a studio che permettano di monitorare annualmente lo stato di Le Mortelle (23,8%), Li Galli (13,3%), Scoglio Isca (12,7%);

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117272 110/12/20150/12/2015 18:19:3318:19:33 meno nella Baia di Ieranto (7,2%) (www.puntacampanella.org). rare tra loro e con le organizzazioni internazionali competenti. 19 Al 2001 su 30.320 abitazioni, 24.810 erano occupate da resi- 21 Protocollo sulle aree specialmente protette del Mediterra- denti; al 2011, 27.156 (Istat). neo (Ginevra, 3 aprile 1982); Protocollo sulle aree specialmen- 20 Obbliga gli stati a proteggere e preservare l’ambiente mari- te protette e la diversità biologica nel Mediterraneo (Barcello- no dall’inquinamento, e a tal fi ne impone agli stessi di coope- na, 10 giugno 1995).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117373 110/12/20150/12/2015 18:19:3418:19:34 Emilia Sarno

La cooperazione transfrontaliera per le aree protette nell’Eurodistretto Adriatico

Summary: THE CROSS-BORDER COOPERATION FOR PROTECTED AREAS IN ADRIATIC EURODISTRICT

In the last years, Molise, Albania and Montenegro are experimenting forms of cross-border cooperation for executing of Eurodistrict Adriatic and establishing common functional goals for socio-economic development, like building/organization of sustainable tourism. In this context, the municipalities participating to the Eurodistrict are interested in the establishment of marine and coastal protected areas. Then cross-border cooperation is focusing on following aspects: legislative recognition of unprotected areas, specifi c professional training, improvement of infrastructure networks and equipment and intangible assets, as well as the development of tourism supply.

Keywords: protected areas, cross-border cooperation, Adriatic Eurodistrict.

1. L’Eurodistretto Adriatico politico-economico nel quale sono protagonisti gli enti comunali, con un raggio d’azione più limi- Da alcuni anni, comuni del Molise, dell’Alba- tato rispetto all’Euroregione, ma con l’obiettivo, nia e del Montenegro stanno sperimentando for- sia pure a scala locale, di disseminare le relazio- me di cooperazione transfrontaliera per attuare ni transfrontaliere. Infatti, i responsabili si sono l’Eurodistretto Adriatico (EA), grazie alla con- rivolti principalmente agli imprenditori, offren- venzione1 stipulata a Termoli il 29 marzo 2008. do l’opportunità dell’internazionalizzazione delle Questo organismo è uno degli esiti della colla- aziende, e hanno considerato strategici i seguenti borazione tra paesi delle due sponde adriatiche, campi d’azione: promossa dalla scelta politica dell’UE di costitu- • Filiera della pesca ire gruppi di cooperazione (Wallace, Pollack e • Filiera agro-alimentare Young, 2010). Quest’ultima modalità regolamenta • Ambiente e turismo sostenibile le relazioni tra due o più stati membri dell’UE, • Trasporti, portualità turistica e cantieristica con la partecipazione anche di paesi non UE, e • Università, ricerca e cultura consente di associare enti di diversi stati senza la • Assistenza socio-sanitaria necessità di sottoscrivere dapprima un accordo in- • Good governance e cittadinanza europea. ternazionale, ratifi cato dai parlamenti nazionali2 La convenzione4 stabilisce obiettivi funzionali (Abbati, 2010). In questo scenario è stata istituita allo sviluppo socio-economico, in relazione alle nel 2006 l’Euroregione Adriatica, poi ampliatasi caratteristiche territoriali, così da sfruttare l’in- in Euroregione Adriatico-Ionica3. Il comitato del- tegrazione tra la vocazione rurale e quella marit- le regioni dell’UE ha accolto con favore tale deci- tima, potenziando processi sostenibili. La parola sione, ma ha evidenziato che “potrà dare buoni chiave è appunto ambiente, base primaria di un risultati soltanto se la leadership di questo processo rapporto equilibrato tra crescita e rispetto dell’e- di governance multilivello sarà condivisa con gli at- cosistema, ma anche prospettiva economica, poi- tori regionali e locali secondo il principio di sussi- ché i promotori considerano fondamentale, per le diarietà sancito dal Trattato di Lisbona” (Spacca, loro comunità, la costruzione/organizzazione di 2014, p. 3). L’indicazione è preziosa per i membri un turismo sostenibile. Peraltro, la valorizzazione dell’Euroregione, ma è la chiave di lettura dell’al- della problematica ambientale si pone in continu- tro processo coevo: la costituzione dell’Eurodi- ità con il programma IPA Adriatico5. stretto Adriatico. Infatti, quest’ultimo incentiva il Un altro tema affrontato è quello dei trasporti ruolo degli enti locali e delle piccole comunità, per migliorare le comunicazioni sia per terra sia mettendo in atto processi bottom up. per mare. Lo sviluppo e l’ampliamento degli scali L’Eurodistretto si propone come laboratorio sono considerati prioritari per cui si vuole poten-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117474 110/12/20150/12/2015 18:19:3418:19:34 ziare la portualità turistica e cantieristica, così da ambientale e culturale, oltre che balneare. In tal puntare sulla diffusione di barche e piccole navi senso, sono state istituite reti o piattaforme di la- da diporto. Non sono però tralasciati altri obiet- voro8, come MedPAN (Mediterranean Protected Are- tivi come la ricerca e la didattica coinvolgendo as Network) o ADRIAPAN9 (Adriatic Protected Areas università e enti di ricerca, con l’intento di raf- Network), costituite da associazioni ed organismi forzare, dal punto di vista politico, la costruzione di gestione di aree marine protette, per facilitar- della cittadinanza europea nel Mediterraneo e ne la conduzione e favorire la formazione di par- nei Balcani. tenariati (Spoto, 2009). L’Eurodistretto si propone quindi come un Ebbene, l’Eurodistretto vuole non solo amplia- laboratorio nel quale dialogano sindaci, ammi- re le relazioni orizzontali delle reti fi nora costi- nistratori locali, rappresentanti di aziende e di tuitesi coinvolgendo ambiti non tutelati, quanto associazioni, analisti territoriali, con l’intento di farne il volano dello sviluppo locale. promuovere lo sviluppo economico, turistico e Da un verso il problema emergente è rappre- culturale di comunità unite dallo stesso braccio sentato dall’Albania, che pur avendo un ricco di mare. patrimonio naturalistico, non riesce a tutelarlo adeguatamente, difatti solo di recente, in collabo- razione con l’Area Marina di Torre del Cerrano 2. Le aree protette costiere e marine e con l’Università di Teramo, è in fase di costitu- zione il primo parco marino di questo paese. Pa- Come si accennava, i comuni partecipanti rimenti il Montenegro, per ora, non pone vincoli all’Eurodistretto hanno posto al centro della loro alla fascia costiera, ma le intense funzioni portua- attenzione il territorio, in particolare il binomio li stanno, ad esempio, causando danni al litorale costa-mare. In quest’ottica, le aree protette trova- di Bar, mentre l’abusivismo edilizio e la presenza no la giusta valorizzazione. “Le criticità ambien- di discariche illegali stanno danneggiando inse- tali del Mediterraneo ed in particolare del Mare nature e calette, che rappresentano paesaggi di Adriatico, antropizzazione delle coste, apporto pregio da Budva a Ulcinj. Gli stessi rischi corre inquinante dai fi umi, prelievo eccessivo da par- la costa molisana, che “contiene aree litoranee di te dell’attività di pesca e diffi coltà nella gestione grande valenza naturalistica” ma “risulta attual- delle acque internazionali continuano a minare mente fortemente minacciata da una progressiva la salvaguardia di importanti risorse naturali. Le pressione antropica” (Stanisci e altri, 2012), tanto aree protette possono svolgere un ruolo guida che, per studiare possibili interventi, i comuni di nella gestione di tali beni, anche nel reperimento Petacciato e Campomarino hanno aderito al pro- ed utilizzazione di essenziali risorse economiche” getto Life Maestrale10. (Vallarola, 2009, p. 14). La normativa dell’UE, Pertanto, chi ha dato vita all’EA è impegnato ispirandosi a quella internazionale6, obbliga gli a salvaguardare patrimoni naturalistici di rilievo stati ad adottare misure sia per la protezione e la e ha compreso che la collaborazione transfronta- preservazione dell’ambiente marino sia per ridur- liera può essere di supporto per portare a sistema re e controllare l’inquinamento7. L’istituzione di iniziative e progetti, che altrimenti corrono il ri- aree costiere e marine è così fi nalizzata all’attiva- schio di rimanere locali e parziali. zione di organismi di gestione per la salvaguardia di particolari ecosistemi. Capofi la di questo percorso è il Montenegro, 3. Le forme di cooperazione primo stato ecologico al mondo, come sancisce la sua Costituzione, per l’esistenza di un’estesa bio- La cooperazione sta focalizzando i seguenti diversità, ma, in realtà, tutti gli aderenti all’EA aspetti: riconoscimento legislativo di aree fi nora sono interessati al rafforzamento della tutela lun- non protette, formazione di specifi che fi gure pro- go le coste. fessionali, miglioramento delle reti e delle infra- L’istituzione di tali aree protette è sostenuta da strutture materiali e immateriali, nonché lo svi- due fi nalità: la protezione dell’ambiente marino e luppo dell’offerta turistica. degli habitat costieri, nonché lo sviluppo di attivi- I comuni partecipanti all’Eurodistretto stanno tà economiche. Ciascuna area può essere, infatti, rifl ettendo innanzi tutto sull’evoluzione stessa del una risorsa fortemente attrattiva corrispondendo concetto di tutela, che non può essere inteso in ad una particolare tipologia di domanda turistica, modo statico, ma deve essere volto “attraverso una sempre più sensibile alle tematiche dello svilup- serie di interventi mirati ed integrati a creare una po sostenibile e interessata ad un’offerta turistica protezione che potremmo defi nire “dinamica”,

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117575 110/12/20150/12/2015 18:19:3518:19:35 la quale accanto ai valori più strettamente natu- la realizzazione di itinerari tematici “transfron- ralistici, tuteli quelli antropologici, archeologici, talieri”, che orientino il turista a sperimentare storici e architettonici” fi no a garantire il “diritto esperienze diverse ma complementari a contatto soggettivo dell’individuo al godimento dell’am- con la natura. L’abbinamento più accattivante ap- biente naturale, arricchendo così l’elenco dei di- pare turismo e sport non agonistici, per andare ritti dell’uomo” (Baseggio, 2007, p. 34). incontro alla visione della vacanza come tempo Un organismo bottom up può maggiormente di benessere psicofi sico, offrendo pacchetti diver- muoversi in tale ottica, rafforzando il diritto delle sifi cati sulla base del target (anziani, giovani e/o comunità locali a vivere positivamente la relazio- scolaresche, ecc.) e delle caratteristiche del luogo. ne con il proprio ambiente per poi condividere In tal senso, l’obiettivo, prima citato, dell’ EA di tale esperienza; inoltre, la visione dinamica con- sviluppare la portualità turistica e la diffusione di tribuisce a leggere con nuovi occhi la relazione tra barche e piccole navi da diporto diventa il fattore mare, costa ed entroterra e a costruire sinergie tra basilare per consentire, nel circuito adriatico, la attività come l’agricoltura, la pesca e il commer- conoscenza in tandem delle aree protette, marine cio. La collaborazione è mirata alle dinamiche e costiere. uomo-ambiente costiero, superando così imposta- Rimane comunque fondamentale il rispetto zioni generiche e attagliando le decisioni ai con- del “protocollo tecnico per la nautica sostenibile” testi reali. che “ha portato all’individuazione di nuove rego- In relazione a tale visione, diventa importante le per la fruizione delle aree marine protette da la formazione delle seguenti fi gure professionali parte della nautica da diporto e all’avvio di una specifi che: revisione complessiva dei regolamenti” (Contini, • promotore di sviluppo turistico sostenibile 2010, p. 75). Ma è altrettanto importante la rior- • guida ambientale turistica ganizzazione delle aree portuali attrezzandole di • progettista di manufatti edilizi a basso impat- quanto necessario per chi vi approda. Insomma, to ambientale la sostenibilità deve essere la chiave di volta per • esperto in valutazione del contesto ambienta- garantire l’integrità delle risorse naturali, ma an- le. che per creare le condizioni di benessere per chi Sono ormai indispensabili esperti che posseg- vive o soggiorna in un ambiente costiero (Demat- gano competenze tecniche, che sappiano pianifi - teis e altri, 2010). care interventi nell’ottica dello sviluppo sostenibi- In questo scenario diventa fondamentale la le, al fi ne di valorizzare e tutelare ciascuna zona cooperazione, ancor di più se decentrata, perché secondo un approccio sistemico, ma che soprat- “assume una dimensione concreta e misurabile, tutto siano capaci di promuovere l’innovazione. fatta di interazione, reciprocità, dialogo, collabo- Si sta quindi sperimentando, grazie a interazio- razione” (Pollice, 2013, p. 10). ni tra enti di ricerca, università e aziende, l’avvio L’obiettivo comune è dunque lo sviluppo socio- di percorsi di formazione, tirocini, stage. Appare economico di territori, dalle grandi potenzialità vantaggioso l’utilizzo della modalità e-learning per ancora inespresse, e il partenariato rappresenta il corsi teorici, mentre esperienze in situ consentono grimaldello per mettere in campo azioni comuni ai partecipanti di maturare competenze da spen- e condivise. Le autonomie locali così non si limi- dere nei territori di appartenenza, ma anche in tano a contribuire fi nanziariamente ai progetti di quelli coinvolti dalla cooperazione. cooperazione, ma assumono un ruolo politico e Peraltro, l’utilizzo dell’e-learning non deve es- pro-attivo (Stocchiero, 2007). sere un’esperienza isolata, ma parte integrante Azioni programmatiche devono quindi mirare dello sviluppo delle reti materiali e immateriali alla defi nizione/costituzione di aree protette ma- e principalmente di quella informatica, perché rine e costiere, nonché alla formazione di esperti quest’ultima consente di diffondere, in tempo che sappiano gestirne la funzionalità, costruendo reale e fondamentalmente senza costi, saperi ed le giuste sinergie tra le risorse ambientali, le in- esperienze; inoltre garantisce la creazione di una frastrutture e la pluralità della domanda turisti- rete sociale tra i partner dell’EA. ca (Prezioso, 2010). Inoltre, appare utile anche il Per quanto riguarda il settore turistico, gli in- coinvolgimento delle popolazioni locali predispo- terventi in corso, in linea con la letteratura più nendo laboratori permanenti per incontri e semi- aggiornata (Conrady e Buck, 2011), attenta alle nari, perché esse diventino comunità ospitanti e sfi de del turismo contemporaneo, prevedono sia capaci di condividere il loro territorio, rivolgen- ricerche e studi, utili allo sviluppo di offerte e di dosi così non a turisti distratti e desiderosi solo di servizi turistici adeguati, sia la progettazione e evadere dalla loro routine, ma a viaggiatori interes-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117676 110/12/20150/12/2015 18:19:3518:19:35 sati a conoscere e a scoprire. Vallarola F., La gestione delle risorse nel Mediterraneo e in Adriatico, Insomma, la cultura della cooperazione può es- in Vallarola F. (a cura di), “Aree Protette Costiere e Marine Piani- fi cazione e forme di fi nanziamento”. Atti dei seminari 2008 AIDAP sere fondamentale per la pianifi cazione di azioni in “Benvenuto Parco” Area Marina Protetta Torre del Cerrano, eco-turistiche, se essa è considerata la lente trami- Castellalto (TE), EDIT Press, 2009, pp. 15-27. te la quale far emergere più nettamente le poten- Wallace H., Pollack M. A., Young A. R., Policy-making in the Euro- zialità territoriali. pean Union, Oxford, University Press, 2010.

Bibliografi a Note

Abbati G., Gruppo Europeo Cooperazione Territoriale …macroregioni 1 Questo organismo è stato costituito, nel 2008, dalla città alba- e Mediterraneo, Comitato delle regioni UE, 2010, consulta- nese di Scutari, da cinque centri montenegrini – Budva, Her- bile al link: http//www.aiccre.it. ceg Novi, Kotor, Tivat e Ulcinj – e da sette comuni del Basso Baseggio C., La disciplina giuridica delle Aree Naturali Protette, tra Molise: Campomarino, Guglionesi, Larino, Petacciato, Porto- tutela dell’ambiente e governo del territorio, tesi di dottorato, cannone, San Martino in Pensilis e Ururi. È stata accolta nel Università di Bologna, 2007. 2009 l’adesione di altri quattro comuni, Bar (Montenegro), Cafaro S., L’Unione per il mediterraneo: storia di una stratifi cazione Kruja (Albania), Omis (Croazia) e Montenero di Bisaccia (Mo- normativa, in Ricciardelli A., Urso G. (a cura di), La Pug- lise). Per la convenzione dell’Eurodistretto cfr. http//www.regio- lia nel Mediterraneo Nuove prospettive per la cooperazione Euro- ne.molise.it. mediterranea, Lecce, Università del Salento - Coordinamento 2 È stato istituito uffi cialmente con l’atto N. 1082/2006 nel SIBA, 2013, pp. 21-42. Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 Conrady R., Buck M. (eds), Trends and Issues in Global Tourism luglio 2006. 2011, Berlin Heidelberg New York, Springer, 2011. 3 Per l’Euroregione Adriatica e Adriatico-Ionica si consultino Contini M. V., Nautica da diporto e portualità come elementi di gli statuti ai relativi link: http//www.adriaticeuroregion.org; http// qualifi cazione del turismo nautico nelle aree marine protette: il caso www.adriaticionianeuroregion.eu. dell’A.M.P. di Tavolara - Punta Coda Cavallo, tesi di dottorato, 4 “Il Basso Molise ospita storiche comunità croate, quali quelle Università di Sassari, 2010. di Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise, e Dematteis G. e altri, Geografi a dell’economia mondiale, Torino, le albanesi, quali quelle di Campomarino, Montecilfone, Por- UTET, 2010. tocannone e Ururi; e questo legame linguistico, etnico e cul- Pollice F., La Puglia nel Mediterraneo Il valore strategico della coo- turale costituisce uno stimolo all’intensifi carsi dei rapporti di perazione, in Ricciardelli A., Urso G. (a cura di), Nuove pros- cooperazione tra le collettività territoriali transfrontaliere che pettive per la cooperazione Euro-mediterranea, Lecce, Università si affacciano sull’Adriatico”. Cfr. Convenzione dell’Eurodistret- del Salento - Coordinamento SIBA, 2013, pp. 5-19. to del Basso Adriatico del 29 marzo 2008, p. 2, consultabile al Prezioso M., Progettare lo sviluppo turistico. Percorso di planning eco- link: http//www.regione.molise.it. nomico-territoriale in sostenibilità, in Paniccia P. e altri (a cura 5 Il Programma, realizzato negli anni 2007-2013, ha posto di), Economia e Management delle attività turistiche e culturali. come obiettivo prioritario lo sviluppo sostenibile; cfr. Romano, Destinazione, impresa, esperienza. Contributi di ricerca, Torino, 2011. Giappichelli, 2010, pp. 3-33. 6 Gli accordi internazionali più importanti per le zone marine Romano G., Progettare la natura: il programma IPA Adriatico ap- sono la Convenzione di Londra del 1954 e la Convenzione del- plicato alla salvaguardia di habitat e specie, tesi di master, Uni- le Nazioni Unite sul diritto del mare UNCLOS (Montego Bay versità di Teramo, 2011. 1982). Per la normativa cfr. Cafaro, 2013. Spacca G. M., Strategia dell’UE per la regione adriatica e ionica, Co- 7 Recenti provvedimenti sono: la Direttiva quadro sulla strategia mitato delle regioni UE, 2014, consultabile al link: http// per l’ambiente marino, pubblicata nel 2008 sulla Gazzetta UE e www.ec.europa.eu. la Convenzione sulla protezione dell’ambiente marino e del litorale del Spoto M., AdriaPAN: un nuovo progetto per le aree protette marine Mediterraneo, pubblicata nel 2010 sulla Gazzetta UE. Particolare e costiere dell’Adriatico, in Vallarola F. (a cura di), Aree Protette rilievo assume per l’Italia la Convenzione per la protezione dell’am- Costiere e Marine Pianifi cazione e forme di fi nanziamento. Atti dei biente marino e della regione costiera del Mediterraneo (Barcellona, seminari 2008 AIDAP in “Benvenuto Parco” Area Marina Pro- 1976-1995) con i suoi sette protocolli. tetta Torre del Cerrano, EDIT Press, Castellalto (TE), 2009, 8 Altra rete da richiamare è Natura 2000, uno strumento del- pp. 183-200. la politica dell’UE per la conservazione della biodiversità; cfr. Stanisci A. e altri, Studi preliminari e indicazioni tecniche per gli www.miniambiente.it. interventi previsti nell’ambito del progetto LIFE NAT/IT/000262 9 La rete ADRIAPAN è stata costituita da due aree marine ita- maestrale, 2012, consultabile al link: http//www.lifemaestrale. liane, Miramare e Torre del Cerrano. eu. 10 Il progetto, avviato da comuni costieri molisani e approvato Stocchiero A., I nodi dell’evoluzione della cooperazione decentrata dalla Commissione Europea, è curato da un gruppo di ricerca- italiana, Roma, Centro Studi di Politica Internazionale, tori coordinati dalla prof.ssa Stanisci dell’Università del Molise; 2007. cfr. Stanisci e altri, 2012.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117777 110/12/20150/12/2015 18:19:3618:19:36 G. Alessio Scarale

Turismo e Sviluppo locale sostenibile nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: Progetto MaP

Summary: POLYHEDRAL MAPS - A PROJECT ON SUSTAINABLE TOURISM AND LOCAL DEVELOPMENT IN CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI NATIONAL PARK

With the project MaP - Mappe Poliedriche (Polyhedral Maps) we want to offer a model of territorial development and revi- talization to support both the actions of environmental conservation/protection of the landscape on the one hand and, on the other, to promote and enhance the wealth of knowledge and traditions that contribute to the uniqueness of the National Park of Cilento, Vallo di Diano e Alburni. The project provides a general plan in adherence to common principles of sustainability and a number of specifi c micro- interventions that work in some key points of that system to connect the different areas and create a network of various individual actions. The goal is the creation of a Smart Park and to this end we try to encode a model of smartness that involves the entire structure of the Park and recognizes the signifi cant elements, in order to organize all services in an interactive and cen- tralized way. In particular, we choose to act both on natural environment (enhancement of natural sites and safeguarding of ecological corridors) and on man-made environment (energy effi ciency, integrated water resources management, sustainable mobility), then using a third dimension, a virtual one (polyhedral maps of use and management), to join the fi rst two and make them work together for the promotion of the local development in a sustainable way. The main idea is to optimize Cilento natural resources, as well as environmental, historical and cultural ones, through the adoption of an ‘integrated approach’ that provides a wide range of possibilities for tourist purposes, adaptable and easily editable according to the tastes and the specifi c interests of different users, in order to produce a wide range of solutions that can attract a broader range of tourist target reference and gain new uncharted market shares.

Keywords: maps, sustainable, tourism, development, smart.

1. Caratteristiche principali del progetto ness che coinvolga l’intera struttura del Parco e ne riconosca e funzionalizzi gli elementi notevoli. Con il progetto MaP - Mappe Poliedriche1 si punta Nello specifi co, si è scelto di intervenire sia ad offrire un modello di valorizzazione e riattiva- sull’ambiente naturale – valorizzazione dei siti natu- zione territoriale che da un lato sostenga le azioni ralistici, salvaguardia dei corridoi ecologici – sia di conservazione dell’ambiente/tutela del paesag- sull’ambiente antropizzato – effi cientamento energe- gio e dall’altro promuova e valorizzi il patrimonio tico degli edifi ci, gestione integrata delle risorse di conoscenze e tradizioni che contribuiscono a idriche, mobilità sostenibile – utilizzando poi una rendere l’unicità del Parco Nazionale del Cilento, terza dimensione, quella dell’ambiente virtuale – co- Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA). struzione delle Mappe Poliedriche di fruizione e L’idea complessiva prevede un Piano di ca- gestione – per mettere a sistema le prime due e rattere generale, relativamente all’adesione ai farle lavorare insieme per la promozione dello svi- principi comuni di sostenibilità, da condividere luppo locale in chiave sostenibile. con la popolazione e le Amministrazioni locali, La proposta di Business Innovation che si avan- quindi una serie di microinterventi puntuali che za, per lo sviluppo turistico sostenibile dell’area intervengano in maniera chirurgica in alcuni in questione, prevede dapprima lo sblocco dei punti-chiave del sistema per collegare i diversi potenziali economici esistenti per la creazione di settori dell’area-Parco e mettere in rete le singole nuove aziende e servizi, quindi la realizzazione iniziative. di un Sistema Smart in grado di organizzare tutti L’obiettivo è la realizzazione di uno Smart Park e i servizi del Parco e ad esso connessi in maniera a tal fi ne s’intende codifi care un modello di smart- interattiva e centralizzata.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117878 110/12/20150/12/2015 18:19:3618:19:36 Ci soffermeremo sul potenziale del risparmio, mio nel PNCVDA che realisticamente potrebbe mostrando come sia possibile utilizzarlo per fi - fi nanziare imprese e progetti sostenibili a livello nanziare nuove aziende e servizi (creazione di locale, prendendo come campione di riferimento offerta) e, parimenti, usare il Sistema Smart per la quello delle banche di credito cooperativo, gene- gestione intelligente del fl usso di utilizzatori in ticamente più sensibili alle problematiche del ter- entrata (creazione di domanda). ritorio, ed è emerso che il risparmio totale dei 95 comuni appartenenti al PNCVDA, compresi quelli dell’area contigua, ammonta a circa un Miliardo 2. Sblocco dei potenziali economici del Parco: il di Euro, tenendo conto dei depositi a risparmio risparmio e delle quote di fondi d’investimento. Adottando la nostra soluzione si riuscirebbero a sbloccare, Il risparmio può diventare un’importante risor- secondo una stima conservativa, circa 11 Milioni sa per l’autofi nanziamento di progetti e aziende di Euro come prima tranche, una somma che, se legati alla Green e Blue Economy; infatti, la capacità convogliata verso progetti solidi e sostenibili – ad di una comunità di perseguire uno sviluppo so- esempio progetti con fl ussi di cassa continui e fa- stenibile con mezzi e risorse proprie non riguarda cilmente calcolabili – può fungere da volano per soltanto le materie prime – come avviene per la creare un circolo virtuoso del risparmio. Il con- riqualifi cazione dei borghi – o la biomassa – per seguimento di risultati positivi porterebbe, come l’energia – ma anche e soprattutto il risparmio conseguenza diretta, alla destinazione di maggio- che la stessa ha accumulato nel tempo. Il rispar- ri risorse, in una seconda fase, per la realizzazio- mio non è altro che la cristallizzazione degli sfor- ne di progetti più complessi, quali gli interventi di zi dei cittadini che, se sbloccato, può rimettere in recupero ed effi cientamento dei borghi. moto quelle energie e diventare capitale, valore Infatti, l’acquisizione di una più alta consape- in movimento, creando così nuove opportunità e volezza fi nanziaria dei cittadini può innescare nuove energie. Troppo spesso il risparmio rimane quel processo di partecipazione dal basso con bloccato in prodotti fi nanziari che sovvenziona- mezzi propri. no aziende e progetti la cui ricaduta economica è lontana dall’area di riferimento, come succede ad esempio per la gran parte dei fondi azionari. 3. Sviluppo di un Sistema Smart per il turismo La soluzione, nel nostro caso, consiste nell’ac- corciare a tal punto il ciclo del capitale che la co- La logica di questa proposta nasce dalla ne- munità possa fi nanziarsi col proprio risparmio. cessità di “attrarre” clienti – turisti, amanti della Questo già succede in paesi “fi nanziariamente” natura, ricercatori ecc. – nel PNCVDA, che usu- avanzati e con alto senso della comunità, come ad fruiscano dei servizi realizzati con lo sblocco dei esempio la California, dove le soluzioni tecniche potenziali economici, poiché non è possibile e adottate per l’utilizzo “territoriale” del risparmio non ha senso slegare l’ammodernamento del Par- vanno più nell’ottica di un’architettura fi nanzia- co dalla sua capacità di “vendere” servizi. Infatti, ria che non di un’ingegneria fi nanziaria. in un’ottica economica di lungo periodo, solo un Nella nostra idea, crediamo fermamente che affl usso costante di turisti può garantire quei fl us- sia molto utile dotare il Parco di un’architettura si di cassa che consentano alle aziende di operare fi nanziaria innovativa che ricombini gli strumenti all’interno dell’area e di “impiegare” risorse di ca- esistenti in maniera funzionale per la comunità, pitale umano (occupazione). in modo da creare non un prodotto ma un pro- Il tipo di turismo cui si fa riferimento è il turi- cesso, seguendo tre passi fondamentali: il primo, smo natura, che nel 2012 ha fatto registrare in Ita- legato a un approccio dal basso verso l’alto, dialo- lia quasi 102 milioni di presenze – 61% italiani e gando con campioni di cittadini per comprender- 39% stranieri – con una crescita del 2% sull’anno ne la consapevolezza fi nanziaria; il secondo, orga- precedente, trend che si ripeterà prevedibilmente nizzando dei workshop durante i quali comunicare anche negli anni seguenti. i concetti e i vantaggi di un nuovo modo di inten- Il PNCVDA non fi gura nella top ten dei parchi dere il risparmio; il terzo, implementando un fon- più richiesti a livello nazionale, ma si piazza all’ot- do d’investimento per la gestione a ciclo corto del tavo posto, anche se a notevole distanza dai primi, risparmio o, in alternativa, utilizzando le nuove nella classifi ca dei parchi italiani più richiesti dai piattaforme di crowdfunding per la raccolta sicura Tour Operator internazionali. di fondi via Internet. I motivi che spingono generalmente i turisti, Si è condotta un’analisi sul potenziale di rispar- italiani e stranieri, a scegliere una vacanza in un

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 117979 110/12/20150/12/2015 18:19:3718:19:37 parco naturale dipendono per lo più dalla possi- to d’interesse da parte di nuovi fruitori. Su ogni bilità di praticare attività sportive, tra cui biking mappa, quindi, verrà “trasposta” la matrice di tut- (31%), escursionismo (21%), trekking (15%), animal te le informazioni raccolte, rappresentata da una watching (13%). L’esigenza che sale dal mercato di fi tta rete di veri e propri percorsi ibridi, organizza- un riordinamento della domanda, che pone il tu- ti secondo vari livelli di lettura e di interpretazio- rismo natura tra le tipologie più richieste, ci può ne, che consentano agli utenti fi nali di decidere indurre con questo progetto a fare del PNCVDA quali “tragitti mentali” scegliere, quali attivare un’area da percorrere essenzialmente a mobilità nella costruzione del proprio percorso, come in slow, per essere assaporata e vissuta dal di dentro. una tabella di marcia personale, programmata sulla base di quanto l’area offre, sulle modalità di accesso e relativi mezzi, sulle opportunità di 4. Un Sistema Smart a Mappe Poliedriche coniugare differenti interessi, sui tempi necessari, sull’onere economico ecc., che costituirà alla fi ne Come assecondare, dunque, la fruizione dei una sorta di diario di viaggio condiviso. servizi da parte di un cicloturista o di un turista Dalle Mappe così strutturate sarà possibile rica- più sedentario o di un diversamente abile? Come vare, secondo il proprio interesse specifi co, una gestire, con la stessa tecnologia, le diverse tipolo- serie di percorsi tematici, quali ad esempio per- gie di turisti? La soluzione proposta rimanda al corsi culturali, percorsi naturalistici, percorsi eno- concetto di Mappe Poliedriche, l’elemento fon- gastronomici, percorsi spirituali, percorsi etnoan- dante dell’intero progetto. tropologici, che saranno solo suggeriti all’utente Elaborate con la partecipazione di comunità lo- una volta acceso l’interesse attorno a quel tema, cali, frequentatori abituali e fruitori occasionali/ sia dai corrispondenti layer inseriti nelle Mappe turisti del Parco, sotto forma di inchiesta su come e sia dal sistema di individuazione riportato sugli viene percepito e vissuto l’ambiente naturale, sto- elementi distintivi e sui totem informativi disloca- rico, culturale delle aree in esame, le Mappe sa- ti lungo i percorsi stessi. ranno continuamente integrate da informazioni L’obiettivo principale delle Mappe Poliedriche e dati che costituiscono la base di uno “strumento è, dunque, quello di ottimizzare la valorizzazione poliedrico” volto alle varie forme e nature d’in- delle risorse naturali, ambientali e storico-cultu- terpretazione del paesaggio. Sulla sommatoria di rali del Cilento, per strutturare una vasta gamma dati e informazioni andrà ad innestarsi, secondo di possibilità di fruizione del territorio per fi nali- una logica di diffusione, un sistema ad elementi tà turistiche, facilmente adattabili e modifi cabili sparsi – Centri FARE Cilento e SMART Eco-lab, di secondo i gusti e gli interessi specifi ci dei diversi cui si dirà in seguito – sui diversi link territoriali, a utilizzatori, in modo da attrarre una più ampia fa- formare ulteriori nodi della rete, generando così scia del target turistico di riferimento e di guada- una rappresentazione ideale che potrà essere re- gnare nuove fette di mercato ad oggi inesplorate. almente restituita su mappe virtuali da consultare La soluzione proposta prevede lo sviluppo di online, anche con dispositivi portatili. un sistema di algoritmi che consentano di moni- Lo scopo sarà quello di individuare e di combi- torare il comportamento sia dei turisti che delle nare sotto i diversi aspetti tecnici, pur nel rispetto aziende che offrono servizi all’interno del Parco, delle specifi cità di ogni area, le informazioni de- al fi ne di creare un vero e proprio “sistema viven- rivanti dalle conoscenze dirette della popolazio- te” gestito dal sistema di algoritmi, un sistema in- ne locale e dei frequentatori abituali – cognizione telligente e real time. In sostanza, il sistema asse- dei luoghi, usanze, riti religiosi, tradizioni popola- gnerà un peso ad ogni servizio potenziale per il ri ecc. – con tutti quei fotogrammi percettivi, de- turista che terrà conto dei costi di gestione, delle rivanti dall’esperienza diretta dei fruitori occasio- tariffe di mercato e della qualità dei servizi stessi, nali dell’area, in particolar modo della categoria basandosi, anche e non solo, sui feedback dei clien- dei turisti responsabili. ti. Un percorso turistico, quindi, sarà la somma di Si prevede, quindi, di realizzare la mappatu- tutti i servizi di cui il turista usufruisce, dall’en- ra e la successiva rappresentazione di differenti trata fi no all’uscita, espressa in crediti Euro che tracciati “pluritematici” che mettano in luce le lo stesso acquisterà su un portale web del Parco. Il peculiarità dell’area in questione, con particola- sistema retrocederà alle aziende affi liate i crediti re attenzione alle eccellenze locali e agli elementi accumulati, in funzione dei pesi dei singoli servi- “identitari” del paesaggio e delle eredità cultura- zi, così come verranno utilizzati dai clienti. li, ma anche delle risorse non ancora valorizzate Ogni servizio sarà dotato di una macchina per e/o messe a sistema che possono diventare ogget- lettura badge e/o interattiva con smartphone, e ad

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118080 110/12/20150/12/2015 18:19:3718:19:37 ogni turista verrà fornito un badge elettronico o aree e macrofunzioni, caratterizzati dall’uso dei potrà scaricare un’applicazione per smartphone. più evoluti strumenti tecnologici per la ricerca Il sistema registra, in tempo reale, tutti i per- scientifi ca e per lo svolgimento di attività forma- corsi scelti dai turisti e li classifi ca per tipologie di tive e didattico-educative. Questi contribuiran- turista – nazionalità, età ecc. – in modo che, alla no in modo decisivo al sistema di monitoraggio prenotazione successiva, sarà in grado di offrire la ambientale delle risorse territoriali, concorrendo soluzione che massimizza il profi tto, in base alla a comporre il grande mosaico di informazioni tipologia del nuovo turista, tenendo conto del ra- necessarie alla redazione delle Mappe Poliedriche, ting dato dai precedenti fruitori del servizio. individuando e segnalando cioè le risorse territo- In tal modo ci sarebbero diversi vantaggi per il riali, materiali e immateriali, poi monitorandole, Parco, quali la governance trasparente delle attivi- quindi producendo materiali di ricerca per poter tà, la redistribuzione meritocratica dei proventi, continuamente aggiornare e implementare la l’innovazione dell’offerta di servizi turistici e so- massa di informazioni messe a disposizione, at- prattutto il collegamento smart delle realtà frasta- traverso un ciclo virtuoso di riscontro/selezione/ gliate dell’area. scelta/applicazione. Per quanto concerne imprenditorialità e inno- La proposta, in questo caso, mira alla creazio- vazione, è possibile legare al Sistema Smart una fi - ne di economie circolari all’interno del PNCVDA, scalità di vantaggio, da accordare ad esempio solo dove per economia circolare s’intende un sistema alle aziende e servizi che decidano di aderire al Si- che, partendo da un potenziale a monte, crea la- stema, che spingerebbe le stesse a diventare sem- voro ed attività a valle, chiudendo il ciclo. pre più competitive. Infatti, il prezzo da pagare Non appena uno SMART Eco-Lab e/o un Centro per una fi scalità di vantaggio sarà quello di offrire F.A.R.E. Cilento sarà in grado di trasformare la servizi migliori e in modo migliore, giacché la re- didattica in un servizio per il turista, tale ser- munerazione degli stessi dipenderà dal compor- vizio assumerà un peso all’interno del Sistema tamento dei gestori di servizi e dal conseguente Smart e gli verrà assegnato un certo numero di rating dei fruitori. crediti – con un equivalente in Euro – che va a coprire i costi per produrre quel servizio, più un margine di profi tto. Inoltre, l’interattività del 5. Esempi di applicazione del Sistema Smart sistema aggiorna e fornisce importanti informa- combinata all’utilizzo del risparmio: Centri FARE zioni su come migliorare il servizio – a valle – e Cilento e SMART Eco-lab eventualmente la didattica – a monte – favorendo anche lo scambio diretto delle best practices tra le I FARE (acronimo di Fari sulle Attività di Recu- varie realtà. pero delle Esperienze) Cilento sono vere e proprie L’importanza di tale processo è fondamentale offi cine in cui si eseguono attività pratiche, sotto ai fi ni della creazione di economie circolari e oc- la guida di istruttori e personale locale esperto, cupazione giovanile; infatti, l’investimento e l’im- riguardanti essenzialmente artigianato, cucina- plementazione di SMART Eco-Lab e Centri FARE dieta mediterranea, agricoltura, pesca, bioedili- Cilento assumono signifi cato economico quando zia, recupero, riciclo e riuso dei materiali, ed altre trasformano le competenze in servizi. legate al turismo. Nell’individuazione dei luoghi Il servizio diventa dunque lo strumento attra- fi sici che potranno accoglierli si è scelto di ricer- verso cui il personale qualifi cato che esce dagli care grandi strutture abbandonate o dismesse, da SMART Eco-Lab e dai Centri FARE Cilento trova recuperare secondo i canoni della bio-edilizia e lavoro e viene remunerato. Questo primo passo attraverso azioni sperimentali di auto-recupero e innesca l’economia che viene a chiudersi con un auto-costruzione, con l’obiettivo di trasformare sistema che, in maniera intelligente, porta il turi- quei “luoghi mancati” in centri vitali di produzio- sta a usufruire del servizio stesso, creando così un ne creativa e sostenibile, di lavoro, insediando al ciclo virtuoso in cui l’investimento iniziale viene loro interno dei Mini-Incubatori di Impresa, cioè ricompensato nel medio termine dalla remunera- luoghi protetti e attrezzati per accogliere iniziati- zione dei servizi conseguenti. ve imprenditoriali e supportarle dalla fase di start- Un’altra applicazione esemplare di risparmio up allo sviluppo, compreso l’accompagnamento sbloccato e Sistema Smart, con conseguente crea- alla fuoriuscita. zione di economie circolari, è la riqualifi cazione Gli SMART (acronimo di Sistema di Monitorag- energetica degli edifi ci privati nei centri urbani gio Ambientale delle Risorse Territoriali) Eco-lab sono con l’utilizzo di materiali autoctoni – legno, su- eco-laboratori territoriali, suddivisi per macro- ghero, argilla, calce, lana.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118181 110/12/20150/12/2015 18:19:3718:19:37 La politica di rigenerazione urbana della stra- derata la strettissima relazione che intercorre tra tegia Europa 2020, volta al raggiungimento di materiali da costruzione – ciclo di vita: produzio- obiettivi tematici legati alle politiche di riuso, ri- ne/dismissione/riciclaggio – uomo e ambiente. spetto dell’ambiente, riduzione delle emissioni di All’interno degli SMART Eco-Lab e dei Centri

CO2, innovazione tecnologica, può rappresentare FARE Cilento si creerebbero le fi gure professionali un’ottima metodologia di intervento sul costrui- necessarie, sia per i mestieri tradizionali che per to per i centri cilentani, anche in considerazione i profi li specialistici, e aziende idonee alla realiz- degli ingenti fondi previsti dalla programmazione zazione degli interventi previsti, capaci di essere 2014-20. competitive anche su mercati esogeni; una volta In tale ottica ci è apparso interessante indivi- effi cientati, parte degli edifi ci diverrebbero servi- duare una strategia per i borghi storici intelligenti zi – B&B, Centri conferenze ecc. – entrando così a cilentani, potendo prevedersi risultati di eccellen- far parte, con il “peso” loro assegnato, del Sistema za per i fabbricati con caratteristiche di valenza Smart. bioclimatica, oltre che di preservazione dei ca- Il modello complessivo prefi gurato conduce, ratteri di pregio dei borghi stessi, quale premessa dunque, al superamento dei limiti e delle criticità per una nuova identità costruita anche sulla cul- legate a una frammentarietà territoriale congeni- tura, sulla formazione, sulle energie alternative e ta attraverso nuovi collegamenti immateriali, ca- per una rinnovata competitività dell’intera offer- paci di generare sistemi economici evoluti e dina- ta del Cilento. Un piano unitario di recupero dei micamente adattabili al territorio stesso, nonché centri storici attraverso la riqualifi cazione del pa- di facilitare e rafforzare quegli scambi interperso- trimonio edilizio esistente in chiave bioclimatica, nali che sono alla base di qualunque crescita e di nella sua eccezionale forma di coinvolgimento di qualunque sviluppo. una così ampia gamma di comuni, potrebbe rap- presentare una grande possibilità di sviluppo di tutta la fi liera legata al settore – produzione dei Note materiali/formazione specialistica/ricerca – con conseguente sviluppo economico anche a breve 1 Scarale G. A. (capogruppo), Alberti V., Bello F., Caprodossi termine dell’intera area ed altresì l’occasione per R., Di Canosa E., Patregnani A., Pierantoni I., Ricciuti F., Russi A., Smaldone R., Menzione Speciale al “Concorso Internazionale una riqualifi cazione in termini qualitativi degli di Idee - La Città del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Dia- edifi ci, a cui va aggiunto il grande risultato di so- no e Alburni” bandito da Fondazione Alario per Elea Velia Onlus, stenibilità che tutto il sistema rappresenta, consi- 2013.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118282 110/12/20150/12/2015 18:19:3818:19:38 Rosy Scarlata

Aree naturali protette, biodiversità e reti ecologiche: un approccio paradigmatico

Summary: PROTECTED NATURAL AREAS, BIODIVERSITY AND ECOLOGICAL NETWORKS: A PARADIGMATIC APPROACH

The topic of safeguarding biodiversity is certainly of great interest from a scientifi c perspective. It has recently become clear that the most traditional policies for environmental protection, focussed on the creation of protected natural areas, despite being important instruments in the conservation of the species, are not suffi cient in stopping environmental fragmentation which is the main factor threatening biodiversity. Currently, Ecological Networks appear to be the most effective way of preserving animal and plant species and their corre- sponding ecosystems. The aim of this report is to describe the key steps in the adoption of the concept of Ecological Network, fi rst theoretically and then practically and to verify the actual feasibility of this concept, despite the many issues that could arise due to potential confl icts with the anthropic activities.

Keywords: protected natural areas, biodiversity, Ecological Network.

1. Introduzione lativi agli equilibri degli ecosistemi, specie quan- do le attività sociali ed economiche comportano Il tema della salvaguardia degli ecosistemi una accelerazione nei processi di frammentazio- e, più in generale, di ambienti di rilievo da un ne ambientale, per effetto dei quali gli ambienti punto di vista naturalistico, ambientale o storico- naturali si trovano ad essere porzioni residuali culturale è indubbiamente una questione di gran- di dimensioni via via decrescenti, segregati ed de interesse da un punto di vista scientifi co, che isolati all’interno di una matrice territoriale1 di vede impegnati diversi studiosi che si occupano origine antropica. Nel processo di frammentazio- di tale argomento partendo da differenti punti di ne, come è noto, le superfi ci caratterizzate da pro- vista e da altrettante ottiche disciplinari distinte. prie tipologie ecosistemiche tendono a contrarsi Tali conoscenze multidisciplinari hanno trovato o a scomparire del tutto, gli habitat e le specie progressivamente riscontro sia negli interventi vegetali ed animali subiscono la cosiddetta “in- di carattere istituzionale e normativo, sia, più re- sularizzazione” dovendosi riorganizzare in spazi centemente, in quelli che attengono propriamen- più limitati ed isolati, l’effetto margine2 aumenta te alla pianifi cazione del territorio. La crescente e, per contro, compaiono tipologie ecosistemiche preoccupazione nei confronti delle conseguenze di origine antropogenica (Battisti, 2004, p. 30). che a livello ecologico, ambientale, paesistico e A fronte della riduzione degli ambienti naturali territoriale possono verifi carsi a seguito dell’espli- e del loro progressivo isolamento, le popolazio- carsi delle attività antropiche, ha portato biologi ni biologiche sono costrette a modifi care i loro ed ecologi (ma anche studiosi di biogeografi a, di meccanismi naturali di dispersione ed adattarsi economia ecologica, di economia dell’ambiente) ad habitat qualitativamente non ottimali, essen- principalmente impegnati nella conservazione do perciò esposti ad un maggiore grado di mi- della biodiversità, a confrontarsi con altre disci- naccia3. Esiste, dunque, un diretto rapporto tra il pline che studiano sotto diversi aspetti il territorio fenomeno della frammentazione ambientale e le ed anche con le forze politiche e gli attori econo- alterazioni del paesaggio: in primo luogo, le più mici e sociali le cui scelte hanno indubbiamente recenti tendenze nell’organizzazione degli spazi risvolti determinanti ed infl uenzano le dinamiche urbani evidenziano una progressiva espansione di organizzazione e pianifi cazione. della superfi cie che può considerarsi “urbana”: il In effetti, anche quella parte di comunità scien- fenomeno denominato urban sprawl, caratterizza- tifi ca che ha come oggetto di studio il territorio to dalla riduzione della densità abitativa per un e la sua organizzazione, ormai da tempo appro- processo di maggiore diffusione verso un intorno fondisce ambiti tematici più specifi catamente re- periurbano molto esteso, porta con sé non soltan-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118383 110/12/20150/12/2015 18:19:3818:19:38 to una destrutturazione del tessuto insediativo do specifi catamente superfi ci più o meno vaste a (che diviene discontinuo e talvolta anche scarsa- determinismo naturale e seminaturale, in cui gli mente integrato), ma costituisce un elemento im- habitat da preservare siano ben rappresentati. portante per avviare la frammentazione ed il suc- Tuttavia, le misure di protezione che si poggiano cessivo isolamento di ambienti naturali. Accanto su singole aree protette non si sono dimostrate alle dinamiche propriamente insediative, inoltre, idonee a contrastare il degrado ambientale e, so- lo sviluppo diffuso dell’urbanizzazione senza una prattutto, a salvaguardare nel lungo periodo la logica di contiguità spaziale e l’attuale intensifi ca- biodiversità: gestire queste isole nettamente se- zione dei fl ussi di persone, di beni e di informa- parate tra di loro perché circondate da ambien- zioni su distanze ben superiori all’ambito locale si ti fortemente antropizzati non previene o non è poggia sulla creazione di grandi opere infrastrut- suffi ciente a contrastare l’estinzione di specie, in turali della mobilità e della tecnologia (si pensi, particolare se queste non sono di dimensioni suf- ad esempio, al trasporto di energia attraverso le fi cientemente ampie e quando non siano previste linee aeree, alle trasmissioni elettromagnetiche e idonee connessioni o “corridoi” (che non devono così via) che hanno anch’esse un loro peso nell’or- necessariamente corrispondere ad una contiguità ganizzazione o nella riorganizzazione degli spazi fi sica ma dovrebbero essere funzionali alla con- naturali. Infi ne, i fenomeni insediativi puntiformi nettività di ciascuna specie) con altri ambienti na- nel territorio e l’organizzazione nello spazio delle turali in modo da permettere l’espletamento dei attività economiche determinano una scomposi- processi ecologici ed il mantenimento della vitali- zione delle aree naturali libere e generano spesso tà delle specie. Assodato come il tradizionale ap- impatti signifi cativi sulle risorse naturali: la strut- proccio o paradigma “insulare” sia generalmente tura del paesaggio che ne risulta è quella dell’eco- ineffi cace, le politiche di conservazione della na- mosaico, inteso come un sistema costituito da una tura si sono mosse nella direzione di ampliare il matrice antropica che si è sostituita all’ambiente numero delle aree soggette a protezione ambien- naturale, da vari frammenti ambientali naturali tale, al fi ne di considerare superfi ci complessive residui e da ambienti di margine che rappresen- crescenti da sottoporre a tutela, quale condizione tano il territorio di contatto tra i primi due, nei necessaria per preservare le specie animali e ve- quali l’effetto dell’antropizzazione può già avver- getali insieme ai loro corrispondenti ecosistemi, tirsi ed amplifi care gli esiti della frammentazione, in un’ottica di maggiore continuità ambientale, che, a loro volta, accelerano i naturali processi di tenendo cioè conto delle dinamiche biologiche estinzione delle specie (Forman, 1995). anche al di là di precise aree delimitate nelle qua- A fronte di queste modifi cazioni incessanti del li la protezione è più incisiva. Si può riconoscere, paesaggio e del degrado degli ecosistemi, che infatti, come sia attualmente in atto una ricerca sembrano essere oggi un percorso inarrestabile, è verso un approccio globale con riferimento alla opportuno interrogarsi sul ruolo che la normativa conservazione, grazie a normative, programmi ed e gli strumenti di governo del territorio con parti- iniziative nazionali ed internazionali che tendono colare riferimento alla tutela ed alla gestione del- all’integrazione tra le singole azioni di conserva- le aree naturali sono chiamati a svolgere. Le più zione, in una prospettiva di sinergia e di coerenza, tradizionali politiche conservative, infatti, hanno richiamando perciò, nuovi paradigmi: fra questi, preso per lungo tempo in considerazione aree quello reticolare sembrerebbe rispondere meglio ben circoscritte da sottoporre a regime di prote- all’esigenza di mitigare il problema della fram- zione: le aree naturali protette, indubbiamente, mentazione ambientale e della costante perdita hanno rappresentato uno strumento di straor- di biodiversità a livello planetario (APAT-INU, dinaria importanza ai fi ni della conservazione 2003). della natura sin dalle epoche passate, come le Il concetto di “rete ecologica” assume un signi- numerose riserve reali ed imperiali dimostrano. fi cato diverso a seconda del contesto nel quale vie- Più recentemente, i parchi nazionali ed i grandi ne utilizzato o, più precisamente, in relazione alle parchi dell’Africa istituiti dalle potenze coloniali, funzioni che si intendono privilegiare per effetto ne hanno confermato la validità e tuttora, l’elenco della sua costituzione. In ecologia e in biologia delle aree protette istituite in ogni parte del mon- della conservazione – pertanto con riferimento ad do supera le 100.000 unità, coprendo una superfi - obiettivi primari legati alla tutela della biodiver- cie affatto trascurabile4. sità – la rete ecologica si compone di quattro ele- Il sistema delle aree naturali protette che nel menti fra loro interconnessi: a) aree centrali (core corso degli anni si è creato risponde ad una logica areas), ossia aree ad alta naturalità, di norma già di conservazione della natura in situ, individuan- soggette a regime di protezione; b) fasce di prote-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118484 110/12/20150/12/2015 18:19:3918:19:39 zione o zone di cuscinetto e di transizione (buffer (Direttiva 79/407/CEE)5, che costituisce tuttora zones), che sono situate attorno alle prime per assi- un riferimento essenziale per gli Stati membri in curare una forma di gradualità degli habitat natu- tema di conservazione della natura e che afferma rali; c) fasce di connessione (corridoi ecologici), rap- la necessità di proteggere habitat degradati che presentate da strutture lineari e continue del pae- pongono a loro volta a rischio di estinzione alcune saggio, dalle forme e dalle dimensioni più varie, specie di uccelli selvatici (specifi catamente men- che fungono da connessione tra le aree ad alta na- zionate) presenti nel territorio comunitario ovve- turalità nel senso di rendere possibile la mobilità ro che in esso transitano con regolarità durante il delle specie e l’interscambio genetico essenziale proprio percorso migratorio. La Direttiva delinea, al mantenimento della biodiversità; d) aree pun- in sostanza, un regime normativo che vieta quelle tiformi o sparse (stepping zones), anche di piccole pratiche che rappresentano una diretta minaccia dimensioni, non contigue alla struttura della rete o comunque un disturbo alla sopravvivenza delle ma indispensabili ai fi ni del transito delle specie specie e, nello stesso tempo, confi gura una rete di sul territorio oppure essenziali per il fatto di ospi- Zone di Protezione Speciale (ZPS) con la fi nalità tare particolari microambienti in territori critici di salvaguardare anche porzioni di territorio che per alcuni habitat naturali (Marino, 2011). Conce- risultano essere, per le specie medesime, habitat pire una rete con questo approccio disciplinare è naturali particolarmente adatti alla vita. cosa tutt’altro che agevole e presuppone, prima di Con la Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE) individuarne le varie componenti, la conoscenza l’Europa dispone di un ulteriore ampliamento delle dinamiche distributive delle diverse popola- degli obiettivi di conservazione, orientandosi ver- zioni nell’ottica di indagine propria della biogeo- so la tutela della biodiversità nel suo complesso, grafi a. Si tratta sicuramente di una prospettiva grazie al mantenimento e, ove necessario, al ripri- fortemente legata al territorio ma non generaliz- stino sia di habitat naturali e seminaturali, sia di zabile al complesso della biodiversità: la struttura specie fl oristiche e faunistiche selvatiche presenti di rete ipotizzabile è funzionale alla specie o al nel territorio comunitario. Per effetto di tale di- gruppo di specie che si intende mappare e tutto- sposizione, mutano alcuni strumenti per perse- ra il dibattito scientifi co è aperto sulla possibilità guire tali obiettivi, ed in particolare, la Direttiva o sull’impossibilità di limitare l’indagine ad un Habitat promuove la costituzione di un sistema numero circoscritto di popolazioni maggiormen- coerente di aree ai fi ni della conservazione della te rappresentative del grado di biodiversità, nella diversità biologica che si riscontra nel territorio reale impossibilità di prendere in considerazione dell’Unione che prende il nome di Rete Natura l’insieme delle specie nella sua interezza (Boitani, 2000, la quale consta di Zone Speciali di Con- 2011). Tuttavia, pur essendo questa diffi coltà un servazione6 e delle Zone di Protezione Speciale nodo cruciale ai fi ni dell’applicazione del model- di cui alla Direttiva Uccelli. La Direttiva Habitat lo reticolare alla realtà, a livello normativo ed isti- rappresenta, pertanto, un signifi cativo passo in tuzionale si è ormai compiuto il riconoscimento avanti negli orientamenti che animano il dibattito della rete ecologica come strumento concettuale e negli interventi normativi non soltanto a livello innovativo idoneo a caratterizzarsi quale paradig- internazionale: essa muove dalla consapevolezza ma per stimolare l’implementazione di politiche che in tema di conservazione della natura è ne- di conservazione della biodiversità maggiormente cessario superare la scala locale e guardare ai pro- effi caci. Tale riconoscimento si è prodotto gra- cessi tesi ad arginare il problema ambientale con dualmente nel tempo, in un percorso guidato da un’attenzione alla scala sovra-locale ed a quella convenzioni e accordi internazionali, da direttive sovra-nazionale. europee che hanno poi stimolato riscontri ed in- Nello scenario internazionale, contemporanea- terventi a carattere nazionale. mente all’emanazione della Direttiva Habitat, viene sottoscritta da 192 Paesi, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e 2. I percorsi istituzionali e normativi a tutela della sullo sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel mese biodiversità verso la rete ecologica di giugno 1992, la Convenzione Internazionale sulla Diversità Biologica (CBD). Per i paesi che A livello europeo, un momento importante nel hanno aderito, tale atto rappresenta un momento percorso di maturazione del pensiero concettuale decisivo per riconoscere la necessità di collabora- relativo alla questione ambientale e nell’ottica or re al fi ne di raggiungere tre obiettivi essenziali: ora esposta, risale alla fi ne degli anni Settanta e si la conservazione della diversità biologica (in ter- individua nell’emanazione della Direttiva Uccelli mini di geni, specie, comunità ed ecosistemi),

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118585 110/12/20150/12/2015 18:19:3918:19:39 l’utilizzazione sostenibile dei suoi elementi, una sto importante passo in avanti, l’Unione Europea equa ripartizione dei vantaggi che da essa deri- ha anche adottato una nuova Strategia dal titolo vano (richiamando chiaramente i principi fonda- “Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 mentali del Rapporto Brundtland dell’ONU del e oltre. Sostenere i servizi ecosistemici per il be- 1987), dando rilievo ad una concezione olistica nessere umano” (COM (2006) 216 def.), e l’enfasi del territorio, dove natura ed uomo possano con- è nuovamente posta non solo sull’insieme delle vivere in maniera armonica, come anche a stra- aree protette già esistenti, ma anche sull’urgen- tegie, programmi ed iniziative europee ed inter- za di prendere in considerazione aspetti quali la nazionali tesi a valorizzare e tutelare la diversità coerenza, la connettività, la resilienza fra queste biologica, in un’ottica di integrazione. Sia l’Italia, e di rafforzare i corridoi, le aree cuscinetto e le sia l’Unione Europea aderiscono alla Conven- aree di sosta temporanea delle specie in un’otti- zione: nel 1994, infatti, l’adesione italiana è rati- ca indubbiamente reticolare. In occasione, poi, fi cata mediante la legge n. 124 del 14 febbraio e dell’anno 2010, dichiarato dall’Assemblea delle gli impegni internazionali sottoscritti prendono nazioni Unite “Anno internazionale della biodi- forma con l’elaborazione e l’approvazione di una versità”, l’UE ha operato una revisione della sua specifi ca strategia nazionale per la biodiversità Strategia, dal titolo: “La nostra assicurazione sulla nel 2010 (in concomitanza con la decima Confe- vita, il nostro capitale naturale: strategia dell’UE renza tenutasi a Nagoya, in Giappone, nella quale sulla biodiversità fi no al 2020” (COM(2011) 244 si sono riuniti i paesi aderenti alla Convenzione def.). Nonostante le strategie comunitarie non sia- Internazionale sulla Diversità Biologica) risultato no direttamente vincolanti per gli Stati membri, di una intensa attività di concertazione tra il Mi- le Direttive che da esse promanano, impongono nistero dell’ambiente e le Regioni e Province Au- azioni specifi che da attuare con riferimento agli tonome di Trento e Bolzano, con l’intesa espressa obiettivi strategici. dalla Conferenza Permanente per i rapporti fra Anche la PEBLDS ha subito un positivo pro- lo Stato, le Regioni e le Province Autonome nella cesso di aggiornamento rispetto alla sua propo- seduta del 7 ottobre 2010. sizione originaria, il quale direttamente promana La risposta comunitaria, attraverso il Consiglio dalla seconda conferenza intergovernativa “Biodi- d’Europa, consiste invece nella Strategia Pan- versità in Europa”, tenutasi a Budapest nell’anno Europea per la diversità biologica e paesaggisti- 2002, al fi ne di stimolare ulteriormente l’inclu- ca (PEBLDS), con un impegno che si concretizza sione nelle politiche economiche, fi nanziarie e nei cinque Piani di Azione quadriennali per il di pianifi cazione, di quegli obiettivi e di quelle periodo 1996-2016 (Ferroni, 2010), tesi a supera- azioni strategiche che sono suscettibili di miglio- re quell’approccio al territorio nell’ottica di una rare la tutela della biodiversità. Lo sforzo degli parcellizzazione focalizzata su singole specie e Stati membri appare dunque senza soluzione di privilegiando tutte quelle pratiche afferenti alle continuità, con l’elaborazione di un Piano Strate- reti ecologiche, all’interno delle quali le aree pro- gico per la Conservazione della diversità e specifi - tette continuano a rivestire un ruolo importante ci Piani di Azione tematici, fra i quali assume un in quanto punti o nodi di una infrastruttura am- ruolo importante proprio quello per la creazione bientale molto più ampia. Con la strategia, che e la gestione effi cace di una Rete Ecologica Pan- va vista come un primo importante passo verso Europea (PEEN). un’azione unitaria europea, si ripercorrono i più La PEEN è una rete ecologica sotto diversi pro- salienti indirizzi strategici per la conservazio- fi li: da un lato si struttura inglobando una serie ne della biodiversità, che passano attraverso la di iniziative che rappresentano già ecosistemi, riduzione delle minacce all’ambiente naturale, habitat, specie e paesaggi che sono oggetto di l’aumento della resilienza della diversità biologi- protezione, come la rete Natura 2000, EECONET, ca, il rafforzamento della coesione ecologica in la Rete Smeraldo nonché reti in fase di sviluppo Europa e la piena partecipazione pubblica nelle a livello nazionale e regionale, dall’altro crea un iniziative riferite alla sua conservazione. A metà supporto più “formale” affi nché i soggetti partner degli anni Novanta, quando essa è stata conce- della strategia possano coordinare le proprie azio- pita, si presentava con tratti fortemente origina- ni e cooperare fra di loro. La PEEN ha in effetti li, perché spingeva tutte le iniziative nel campo stimolato il dibattito sulla opportunità/necessità della salvaguardia della biodiversità ad orientarsi di istituire reti ecologiche e la Rete Ecologica Na- verso una dimensione europea, nonostante un’a- zionale, introdotta dal Dipartimento di Biologia desione di tipo volontaristico alle linee d’azione Animale e dell’Uomo dell’Università di Roma La elaborate. Dopo circa 10 anni (nel 2006) da que- Sapienza, grazie ad un progetto fi nanziato dalla

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118686 110/12/20150/12/2015 18:19:4018:19:40 Direzione per la Protezione della Natura del Mi- ecologiche, non mancano esempi di riconosci- nistero dell’Ambiente, può considerarsi un’espe- mento concreto di questi concetti (in particolare rienza importante perché è il frutto di un grande di reticolarità ecologica e connessioni ambientali) lavoro scientifi co che mira ad integrare le esigen- nelle politiche di gestione e pianifi cazione dei ter- ze di conservazione di tutte le specie di vertebrati ritori: a livello europeo, esperienze pionieristiche in un’unica rete che abbia davvero una valenza risalgono alla metà degli anni Settanta ed ai primi ecologica e che trovi un reale riscontro territoria- anni Ottanta con progetti provenienti dall’Esto- le a livello nazionale. Il progetto scientifi co è di nia (Green Network) e dalla Lituania (Ecological valore: partendo dalle specie, che sono le unità Network). Anche Europa occidentale, Olanda, di riferimento della rete, grazie a banche dati che Danimarca, Svizzera e Germania, hanno già da siano in grado di documentare i comportamenti tempo avviato studi ed interventi in questo sen- ecologici dei vertebrati (posizione tassonomica, so, pensando ad una rete ecologica che abbia una struttura sociale, ritmi di attività, uso dello spazio, portata di carattere nazionale e quindi coinvolga fascia altitudinale di presenza, dipendenza dai aree vaste. L’esperienza della rete ecologica, tut- corsi d’acqua, habitat utilizzati) e di individuare tavia, ha una diffusione ancora più ampia: si con- i rispettivi areali di distribuzione, si sono creati tano numerosi progetti che hanno coinvolto l’A- dei modelli di idoneità ambientale per le specie merica Settentrionale, l’Australia, l’Asia e l’area e, con il supporto GIS ed indagini sul campo, si dell’Oceano Pacifi co, l’America Latina ed i Carai- è fi nalmente giunti a delimitare i territori fonda- bi, e, non ultimo, il continente africano (Bennet e mentali per sostenere la ricchezza delle specie in Mulongoy, 2006), con una netta prevalenza delle un’ottica di conservazione a scala nazionale, ge- reti ecologiche in ambienti terrestri piuttosto che stendo la naturalità diffusa al di fuori delle aree marini. protette e le corrispondenti aree di connessione Anche in Italia ci si sta muovendo in tale dire- (Boitani e altri, 2002). zione e certamente è in atto una fase di studio e Nell’ambito della decima Conferenza tenutasi di sperimentazione: il progetto di Rete Ecologica a Nagoya (Giappone), nel 2010, i paesi che hanno Nazionale (Boitani e altri, 2002), come è già sta- aderito alla Convenzione Internazionale sulla Di- to detto, rappresenta un importante momento di versità Biologica, hanno adottato un Piano Stra- rifl essione che ha prodotto un possibile percorso tegico per la Biodiversità 2011-2020, che svolge la per dare inizio ad un processo di integrazione funzione di quadro di riferimento fl essibile per della biodiversità negli ambiti della pianifi cazio- individuare obiettivi nazionali e regionali che sia- ne. Tuttavia, la reale funzionalità di questa rete no in armonia con quelli strategici del Piano e ecologica, e quindi la sua valutazione in termini con i suoi numerosi targets, noti come “obiettivi di effi cacia di risultati, è ancora incerta: secondo di Aichi”: si tratta, in realtà, di obiettivi quantifi - Ferroni e Romano (2010, p. 40), anzi, in genera- cati in termini di percentuali di perdita di habitat le l’integrazione nelle politiche delle tematiche naturali, da ridurre quanto più possibile, di per- relative alla biodiversità deve ancora prodursi centuali di recupero e di conservazione di aree realmente in Italia. In particolare, “valutare gli degradate da incrementare, destinando anche effetti della progettazione delle varie reti ecolo- le risorse fi nanziarie da investire per la realizza- giche, regionali, provinciali, comunali, e la loro zione degli scopi prefi ssati7. Il punto nodale delle integrazione nei diversi strumenti di governo del negoziazioni e delle decisioni in seno alla CBD, si territorio al fi ne della conservazione della biodi- incentra sui servizi ecosistemici, cioè quelle fun- versità non è ad oggi ancora possibile, non essen- zioni garantite dalla biodiversità per il soddisfa- do disponibile una serie storica di dati per indi- cimento, diretto od indiretto, dei bisogni umani: catori idonei a questo scopo. Non siamo quindi per questa ragione, i processi e le strutture di un nelle condizioni per valutare se l’integrazione ecosistema sono indubbiamente un valore (anche della rete ecologica nella pianifi cazione paesag- economico) da preservare e rappresentano altresì gistica o territoriale possa essere suffi ciente per l’elemento di congiunzione tra ecologia ed econo- arrestare, o anche solo ridurre in modo signi- mia (Marino, 2011, pp. 107-108). fi cativo, la perdita di biodiversità nel territorio interessato (regionale, provinciale o comunale). Non abbiamo allo stesso modo informazioni su 3. Gli ambiti applicativi delle reti ecologiche: come la struttura e funzionalità delle reti ecolo- osservazioni critiche di un percorso in itinere giche abbiano condizionato le prescrizioni e le previsioni dei diversi strumenti di pianifi cazione Guardando agli ambiti applicativi delle reti e governo del territorio”.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118787 110/12/20150/12/2015 18:19:4018:19:40 Non mancano interventi per sviluppare reti progetti ed interventi che mirano alla tutela della ecologiche anche a livello locale: in effetti si con- biodiversità attraverso la strutturazione nel terri- tano numerosi esempi di programmi regionali, torio di reti ecologiche non può che far ritenere come quelli avviati nel Regno Unito (Forest Ha- che il quadro paradigmatico reticolare ai fi ni del- bitat Network, Cheshire ECOnetwork), in Belgio la conservazione delle specie sia la strategia più (Flemish and Walloon Ecological Networks), in probabile per il tempo attuale e per il prossimo Germania (Ecological Networks in Schles wig- futuro. Insito nel concetto di rete ecologica non vi Holstein, Rhineland-Palatinate and Bavaria), fra è soltanto un mutamento nella scala geografi ca di Francia e Spagna (Cantabric-PyreneesAlps Great riferimento. Pensare ad una rete e renderla appli- Mountain Corridor), in Spagna (RENPA e Anda- cabile ad un territorio implica un cambiamento lusian Ecological Network), in Italia (il progetto di obiettivi in tema di conservazione, comporta Planeco, ossia Planning in Ecological Network ne- un coinvolgimento di conoscenze e di professio- gli Appennini centrali), solo per citare alcune fra nalità che provengono da diversi ambiti discipli- le esperienze più signifi cative. nari, richiede un’opera di sensibilizzazione sulle Anche le Regioni e le Province italiane stan- popolazioni residenti – affi nché la normativa che no portando avanti progetti importanti nell’ot- regola le attività consentite nei vari elementi strut- tica delle reti ecologiche: sarebbe molto diffi cile turali della rete sia innanzitutto compresa nelle enumerare i copiosi interventi a queste scale ge- sue più alte fi nalità e perciò rispettata – nonché ografi che, anche se alcuni progetti sembrerebbe- sollecita azioni concertate con tutti gli attori loca- ro emergere per importanza in Umbria, in Lom- li, cosicché si possano trovare idonee risorse per bardia, in Piemonte, nel Veneto, nelle Marche, in gestire anche da un punto di vista fi nanziario la Emilia Romagna e in Puglia (Battisti e Romano, rete ecologica in ogni sua fase, dagli studi prelimi- 2007; Ferroni e Romano, 2010). nari sulle specie, alla implementazione effettiva Nonostante questo, l’urgenza di produrre un nelle aree interessate. risvolto applicativo a progetti di rete ecologica È opportuno, infi ne, ricordare che esiste anche non è impresa facile. Ogni specie ha una sua rete un aspetto legato alla possibilità di fruire delle specifi ca, nella quale sviluppa ed esplica le pro- reti dei parchi e delle aree protette, nell’ottica di prie funzioni vitali. Se si considerano le specie un turismo sostenibile, ed allora emergono neces- nel loro complesso, è evidente come gli ambien- sità di creare infrastrutture di supporto (nel senso ti vitali vadano a ricomprendere la quasi totalità di disporre di una rete infrastrutturale e gestio- degli habitat esistenti, ivi inclusi quelli artifi ciali. nale), servizi da offrire in termini di accoglienza In via generale, le esperienze di reti ecologiche turistica, attività formative e ricreative; non appa- che si strutturano su core areas, corridoi, buffer zo- re scontato che vi sia perfetta coincidenza di inte- nes e stepping zones possono garantire la connetti- ressi con l’approccio più marcatamente ecologico vità funzionale ad alcune specie (in particolare a e di conservazione delle specie e degli ecosistemi, quelle che si sono scelte come prioritarie per la perciò ulteriori possibilità andranno studiate per tutela) e quindi rappresentano uno strumento individuare soluzioni di compromesso tra le varie di gestione semplifi cato rispetto alle necessità di priorità di intervento: conservazione della biodi- fenomeni ecologici davvero complessi. Probabil- versità e sviluppo dei territori. mente, nella consapevolezza di poter produrre solo piccoli risultati nel lungo percorso della tu- tela della biodiversità, ulteriori passi nella ricerca Bibliografi a vanno promossi per individuare basi teoriche utili per la progettazione effettiva sul territorio della APAT-INU, Gestione delle aree di collegamento ecologico funzio- rete, come sarebbe auspicabile disporre di basi di nale, Roma, APAT, 2003 (collana «Manuali e linee guida dati di tipo biologico in modo da monitorare l’ef- 26/2003»). fi cacia reale od eventuale di una rete. Battisti C., Frammentazione ambientale connettività reti ecologiche. A livello teorico “le reti ecologiche rimangono Un contributo teorico e metodologico con particolare riferimento alla fauna selvatica, Roma, Provincia di Roma-Assessorato alle comunque un buon paradigma per la biologia politiche ambientali-Agricoltura e protezione civile, 2004. della conservazione, un quadro concettuale per Battisti C., Romano B., Frammentazione e connettività. Dall’analisi studiare anche in termini sperimentali i temi del- ecologica alla pianifi cazione ambientale, Torino, Città Studi Ed- la frammentazione delle popolazioni e di loro ha- izioni, 2007. Bennet G., Mulongoy K.J., Review of Experience with Ecological bitat, obbligando a pensare i mosaici ambientali Network, Corridors and Buffer Zones, Montreal, Secretariat of in termini olistici” (Malcevschi, 2010, p. 87). the Convention on Biological Diversity, 2006 («Technical L’enorme e recente diffusione di programmi, Series» n. 23).

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118888 110/12/20150/12/2015 18:19:4118:19:41 Boitani L. e altri, Rete Ecologica Nazionale: il ruolo delle aree protette ciò che accade alle popolazioni ed alle comunità di specie vege- nella conservazione dei vertebrati, Roma, Dip. B.A.U.-Univer- tali ed animali nelle isole geografi che propriamente dette e nei sità di Roma «La Sapienza», Dir. Conservazione della Na- frammenti terrestri residui di ambienti naturali e seminaturali, tura-Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, ritenendo di poter applicare anche ai contesti terresti la teoria Istituto di Ecologia Applicata, 2002. della biogeografi a insulare di MacArthur e Wilson (MacArthur Boitani L., Le aree protette in cerca di una strategia, in «Ecosci- e Wilson, 1967; Diamond, 1975 in Battisti, 2004) per studia- enza», 2011, 4, pp. 50-51. re gli effetti che si producono sugli ecosistemi e per meglio Farina A., Ecologia del Paesaggio. Principi, metodi e applicazioni, comprendere le conseguenze della frammentazione: secondo Torino, UTET, 2001. questo fi lone di studi, non immune da critiche, in alcuni con- Ferroni F. (a cura di), Verso una rete ecologica. Modelli ed esperienze testi territoriali, le aree protette potrebbero essere considerate per la costruzione della Rete Ecologica in Italia, WWF Roma, Ser- delle isole ed il mare circostante sarebbe invece rappresentato vizi Editoriali WWF Italia, 2004. da ambienti profondamenti alterati dalle attività umane. Ferroni F., Romano B., Biodiversità, consumo di suolo e reti eco- 4 L’elenco aggiornato è predisposto dal World Database on logiche. La conservazione della natura nel governo del territorio, Protected Areas consultabile on line sul sito UNEP/WCMC WWF Italia-Ministero dell’Università e della Ricerca Scienti- (www.unep.wcmc.org). fi ca-Università degli Studi dell’Aquila, Cogecstre Ed., 2010. 5 La Direttiva del Consiglio del 2 aprile 1979 è stata abrogata e Forman R.T.T., Land mosaics. The ecology of landscapes and regions, sostituita integralmente dalla versione codifi cata della Direttiva Cambridge, Cambridge University Press, 1995. 2009/147/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 Guccione M., Schilleci F. (a cura di), Le reti ecologiche nella pia- novembre 2009. Le modifi che, tuttavia, sono puramente for- nifi cazione territoriale ordinaria. Primo censimento nazionale mali e non vanno ad interessare i contenuti. In Italia, il recepi- degli strumenti a scala locale, Roma, ISPRA, 2010 («Rapporti mento della Direttiva “UccelIi” avviene tramite la Legge n. 157 116/2010»). dell’11 febbraio 1992 e grazie ad un Regolamento che scaturi- Malcevschi S., Le reti ecologiche: categoria concettuale o progettuale?, sce dal D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, ivi incluse le successive in Ferroni F., Romano B. (2010), pp. 85-102. modifi che ed integrazioni. Marino D., Le aree marine protette italiane. Stato, politiche, gover- 6 Le zone di conservazione speciale sono siti di interesse co- nance, Milano, FrancoAngeli, 2011. munitario, ovvero siti selezionati e designati dagli Stati membri Romano B., Continuità ambientale. Pianifi care per il riassetto eco- mediante un atto regolamentare amministrativo e/o contrat- logico del territorio, Colledara (TE), Andromeda Editrice, tuale al fi ne di potervi applicare regimi di conservazione stante 2000. la loro rilevanza ai fi ni del mantenimento e del ripristino di ha- Todaro V., Reti ecologiche e governo del territorio, Milano, Fran- bitat naturali o di specie animali o vegetali presenti. Gli allegati coAngeli, 2010. I e II costituiscono il riferimento necessario per individuare sia gli habitat naturali di interesse comunitario sia le specie anima- li e vegetali di interesse comunitario (come specifi cato nella Direttiva) e che per questo richiedono la designazione di zone Note speciali di conservazione. 7 In occasione della dodicesima Conferenza della parti in seno 1 In ecologia del paesaggio, il termine “matrice” indica la co- alla Convenzione sulla Diversità Biologica (Corea del Sud, 6-17 pertura vegetale o di uso del suolo prevalente in una determi- ottobre 2014), il rapporto “Global Biodiversity Outlook - A nata area (Farina, 2001). mid-term assessment of progress towards the implementation 2 Per “effetto margine” (edge effect) si intende una serie di effet- of the Strategic Plan for Biodiversity 2011-2020” dà conto di ti fi sico-chimici ed ecologici riscontrabili nelle aree di contatto una diffi coltà nel raggiungere realmente gli obiettivi stabiliti a e limitrofe fra tipologie ambientali differenti (Battisti, 2004, p. Nagoya, segno del lungo percorso che è necessario intrapren- 71). dere per produrre reali benefi ci in termini di conservazione 3 Ecologi e biogeografi hanno rilevato interessanti analogie tra della biodiversità.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 118989 110/12/20150/12/2015 18:19:4118:19:41 Stefano Soriani, Marco Tonino

La diffi cile traduzione dei principi della Gestione Integra- ta delle Zone Costiere nella gestione delle Aree Marine Protette: il caso del Nord Adriatico

Summary: THE DIFFICULT LINK BETWEEN ICZM PRINCIPLES AND MARINE PROTECTED AREAS MANAGEMENT: THE NORTH ADRIATIC CASE

Marine Protected Areas (MPAs) can control and plan activities within their borders that often include both coastal zones and sea; at the same time MPAs are “islands of protection” surrounded by a context that can represent a continuous source of impacts for those resources meant to be protected. Integrated Coastal Zone Management (ICZM) is therefore a needed strategy to guarantee the effi ciency and the protection of MPAs while preventing surrounding economic activities to determine impacts on these areas. The North Adriatic sea represents a high productive fi shery basin and a harbor for high biodiversity ecosystems that is one of the most threatened in the Mediterranean. Despite such a sensitive and threatened environment, Italy, Slovenia and Croatia provide a protection for marine and coastal waters that cover less than the 0,5% of the Northern Adriatic sea surface: only 8 MPAs were identifi ed in the North Adriatic. This paper aims to understand if and how Integrated Coastal Zone Management (ICZM) principles, as described in the Protocol on ICZM for the protection in the Mediterranean of the Barcelona Convention, are implemented in the MPAs management and which is the perceived role of ICZM by MPAs stakeholders in supporting MPAs activities. The fi ndings of this study show that ICZM continues to be regarded as a set of principles and recommendations that are very diffi cult to be translated into practice; moreover, although some improvements have been recorded recently, the links between ICZM principles and MPAs management remain poorly developed.

Keywords: MPAs, ICZM, North Adriatic.

1. Introduzione realizzare l’area protetta in aree poco signifi cati- ve dal punto di vista ecosistemico; l’inadeguatezza Le Aree Marine Protette (AMP) sono sempre del piano di gestione ecc.). più considerate strumenti di sviluppo locale, an- In questa prospettiva, uno dei temi chiave per che all’interno di strategie di marketing territo- l’effi cacia ecologica delle AMP resta la relazione riale. Questa prospettiva non deve mettere in se- tra queste (molto spesso aree protette ma “asse- condo piano il loro obiettivo fondamentale, che diate” da usi insostenibili nelle aree limitrofe) resta la protezione e gestione sostenibile delle e il processo di gestione costiera e marina a più risorse biologiche e degli habitat costieri e mari- ampia scala. Considerare le relazioni tra AMP e ni. In questo senso, un’area marina protetta pur GIZC (Gestione Integrata delle Zone Costiere)1 importante come leva per nuove valorizzazioni è quindi di fondamentale importanza. Queste socio-economiche a maggiore compatibilità am- relazioni sono bi-direzionali: da un lato, le AMP bientale, o per il contributo che essa può dare al possono costituire un fondamentale “laboratorio” miglioramento dell’attrattività turistica di un’area per lo sviluppo di approcci e strumenti di GIZC; costiera, può dimostrarsi poco effi cace rispetto dall’altro, l’effi cacia stessa delle AMP, come strate- ad obiettivi ecosistemici (aumentare la produtti- gia di protezione, è fortemente condizionata dalla vità biologica, garantire la biodiversità, favorire qualità della gestione territoriale e ambientale ad processi di spill-over delle risorse biologiche nel- una scala più vasta, e quindi dalla capacità di pro- le aree circostanti ecc.), per vari motivi (tra i più muovere principi e approcci di GIZC. importanti, possono essere qui ricordati: la scarsa estensione dell’area protetta; la limitata estensio- ne della zona di riserva integrale; l’eccessiva di- 2. Le AMP, la GIZC e il Protocollo sulla GIZC stanza tra aree marine protette, che non favorisce la realizzazione di corridoi ecologici; la scelta di La GIZC è una strategia necessaria per garantire

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119090 110/12/20150/12/2015 18:19:4218:19:42 che una AMP possa raggiungere i propri obiettivi • i diversi settori economici, gli enti ammini- di conservazione delle risorse naturali, attraverso strativi e di governo, e gli stakeholder devono un sistema di gestione che possa garantirne i ser- essere coinvolti nella gestione dell’AMP e vizi ecologici, limitando per quanto possibile gli nelle iniziative di GIZC che la coinvolgono. impatti negativi prodotti dalle attività economiche Il Protocollo del 2008 sulla GIZC del Mediter- che insistono nelle aree (continentali o marine) raneo include diversi articoli particolarmente im- limitrofe (Agardy e altri, 2001 e 2003; Cicin-Sain e portanti per le AMP e per le relazioni tra AMP e Belfi ore, 2005). La GIZC può quindi contribuire a GIZC. Tra questi: l’art. 18, relativo alla necessità disegnare un quadro di governo volto a includere di defi nire strategie, piani e programmi per la le AMP in un sistema di protezione e gestione più gestione sostenibile delle risorse; l’art. 16, rela- ampio, fornendo al contempo metodi appropriati tivo alla qualità delle reti di monitoraggio; l’art. di coinvolgimento degli stakeholder (Salm e altri, 14, relativo alla necessità di avviare processi di 2000). Le AMP dovrebbero essere istituite e gestite partecipazione; l’art. 9, relativo alla necessità di tenendo presenti i seguenti principi: promuovere attività economiche sostenibili; l’art. • la pianifi cazione/programmazione delle AMP 15, relativo all’importanza della consapevolezza, deve garantire un’adeguata connettività tra dell’educazione, della formazione e della ricerca; loro (a livello ecologico, socio-economico, l’art. 28, relativo all’importanza della cooperazio- culturale ed istituzionale), in modo da defi - ne transfrontaliera. nire una rete; • grande attenzione deve essere prestata al sizing (cioè alla defi nizione dell’estensione 3. Il caso di studio e i risultati dell’indagine dell’area sulla quale istituire l’AMP) e allo zoning: molto spesso, infatti, le AMP hanno L’Adriatico Settentrionale costituisce, dal pun- un’estensione troppo limitata, oppure, lad- to di vista della gestione, uno dei bacini più com- dove l’estensione è adeguata, troppo limitata plessi del Mediterraneo, a motivo della sua vulne- è la zona destinata a riserva integrale, che è rabilità ambientale, della complessità del quadro quella più importante dal punto di vista eco- di usi (diretti ed indiretti) che vi insistono, della logico; frammentazione amministrativa che ne condizio- • sono necessarie risorse fi nanziarie dedicate, na il quadro di regolazione (Camuffo e altri, 2011; strumenti, linee guida e valutazioni periodi- Soriani, 2003; Turk e Odorico, 2009). Ad oggi, ri- che; sultano istituite dai tre paesi rivieraschi (Italia, • l’identifi cazione delle aree, se si vuole che Slovenia e Croazia) solo otto AMP (Tab. 1), per l’AMP sia effi cace dal punto di vista ecologi- una superfi cie di poco inferiore allo 0,5% dell’in- co, deve essere fatta con criteri ecosistemici, tera superfi cie del bacino2. diversamente da quanto molto spesso succe- Sono stati intervistati (gennaio-maggio 2013) de; 18 enti/organizzazioni (identifi cate con la tecni-

Tab. 1. Le AMP considerate nell’indagine.

Esten- Anno di Paese AMP Tipologia sione Ente di Gestione istituzione Italia Tegnùe di Chioggia Zona di tutela biologica 3 24 km2 ONG Tegnùe di Chioggia 2002 Tegnùe di Porto Fal- Zona di tutela biologica 6 km2 ONG Gruppo sommozzatori Caorle 2005 conera Miramare Riserva marina 1,2 km2 WWF Italia 1987 Slovenia Punta Grossa (Debeli Monumento naturale 0,24 Istituto sloveno per la conservazione 1991 Rtic) km2 della natura, Unità regionale di Pirano Capo Madonna Riserva naturale 0,13 Istituto sloveno per la conservazione 1990 (Cape Madona) km2 della natura, Unità regionale di Pirano Strugnano (Strunjan) Riserva naturale 0,9 km2 Istituto pubblico Landscape Park 1990 Strunjan Croazia Brioni (Brijuni) Parco naturale 26 km2 Istituto pubblico Brijuni National Park 1983 Institution Cherso-Lussino Riserva marina speciale 4 526 km2 Blue world Institute 2006 Fonte: nostra elaborazione.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119191 110/12/20150/12/2015 18:19:4218:19:42 Tab. 2. I portatori d’interesse coinvolti nell’indagine. di comunicazione e collaborazione; infi ne, l’ap- plicazione della GIZC è vista dagli enti coinvolti Categoria di ente/ Descrizione nell’indagine come una opportunità per far cre- organizzazione Ente/Organizzazione scere la rilevanza, in termini di potere politico e Ministeri dell’Ambiente Slovenia status, delle AMP nel quadro del sistema degli at- Gestori di AMP Tegnùe di Chioggia tori della politica ambientale. Tegnùe di Porto Falconera Agli enti di gestione delle AMP (Tab. 2) sono Miramare state rivolte specifi che domande sulla relazione Capo Grosso e Capo Madonna Strugnano tra GIZC e gestione delle AMP. Brioni Per quanto riguarda la redazione di piani di ge- Cherso-Lussino stione (come richiesto dall’art. 18 del Protocollo), Agenzia Nazionali SINP solo Miramare ha redatto e applicato un piano di gestione. Brioni e Strugnano lo stanno sviluppan- Agenzie Europee DG MARE do mentre Chioggia (pur non essendo obbligata a Organizzazioni Inter- SPA-RAC, PAP-RAC - Spalato farlo, in quanto formalmente Zona di tutela bio- nazionali logica, cfr. nota 3) ha sviluppato uno strumento ONG ambientaliste IUCN equivalente. Non ci sono piani di gestione o stru- WWF SUNCE menti assimilabili a Lussino, Falconera, Punta Morigenos Grossa e Capo Madonna. Ciò conferma la diffi - coltà di dar vita a processi di gestione effi caci. I Reti di gestori di AMP AdriaPan MedPan principali ostacoli che impediscono la redazione Federparchi dei piani sono la mancanza di risorse, sia umane sia fi nanziarie e la carenza di adeguata comunica- Fonte: nostra elaborazione. zione tra le autorità locali che hanno competenze in materia. ca di selezione dello snowball5) che svolgono im- Un altro aspetto importante riguarda il moni- portanti ruoli rispetto alla gestione delle AMP in toraggio delle attività condotte e la valutazione Nord Adriatico (Tab. 2). I risultati dell’indagine dei piani/politiche implementate (art. 16). L’im- riguardano due aspetti: la conoscenza e perce- portanza del monitoraggio e della valutazione zione della GIZC e la relazione tra principi della rispetto al tema dell’adaptive management e quin- GIZC e gestione delle AMP. di dell’implementazione dell’ecosystem approach è La maggioranza dei 18 intervistati (circa il ampiamente riconosciuta (Agardy e altri, 2001 e 60%) ritiene di conoscere “abbastanza” o “molto” 2003; Cicin-Sain e Belfi ore, 2005; Soriani e Toni- i principi generali della GIZC; valutazioni meno no, 2012). Solo l’AMP di Miramare valuta rego- positive (“conoscenza nella media” e “nessuna co- larmente le proprie attività, sulla base di quanto noscenza”) riguardano invece il tema della capa- previsto dal piano di gestione; nel caso della Zona cità dell’ente di tradurre concretamente i princi- di tutela biologica di Chioggia, l’ente gestore ha pi in orientamenti di management. Si conferma, nel passato avviato in modo episodico forme di quindi, come uno dei problemi essenziali della valutazione delle attività svolte. Nell’AMP di Brio- GIZC resti la mancanza di fi ducia nella reale ap- ni le attività di monitoraggio e valutazione delle plicabilità dei suoi principi, percepiti come com- attività sono previste nei prossimi anni. Nelle altre plicati e diffi cili da raggiungere. realtà non emergono iniziative in tale direzione. La GIZC è interpretata, soprattutto tra i gesto- La partecipazione (art. 14) è un elemento fon- ri delle AMP, come un insieme di principi e stru- damentale per il successo di una gestione di una menti volti principalmente a garantire l’effi cace AMP. Tutte le AMP del Nord Adriatico hanno protezione delle risorse marine e costiere: in so- condotto, durante la fase di istituzione o succes- stanza, si conferma come le dimensioni ambien- sivamente, un’analisi dei principali stakeholder da tali della gestione siano quelle valutate dai gestori coinvolgere nelle attività; si tratta di pescatori, delle AMP come le più importanti, rispetto a quel- municipalità locali, capitanerie di porto, club di le legate alla valorizzazione socio-economica. sommozzatori e gestori alberghieri. Tra gli altri Un altro elemento degno di nota è che la GIZC soggetti, citati con meno frequenza, vi sono ONG è considerata uno strumento chiave per favorire ambientaliste, banche locali, agenzie turistiche il coinvolgimento dei diversi portatori d’interesse e altri enti pubblici. Per quanto riguarda il tipo (enti pubblici, categorie economiche, ONG) nella di partecipazione, le AMP sono principalmente designazione e gestione delle AMP e nel processo coinvolte nell’organizzazione di campagne in-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119292 110/12/20150/12/2015 18:19:4218:19:42 formative per sensibilizzare il pubblico su tema- raggio e partecipazione a progetti congiunti, qua- tiche relative alla singola AMP: si tratta quindi si sempre di fonte comunitaria. di forme molto semplici di partecipazione. Gli Tutte le AMP contribuiscono, attraverso la par- strumenti chiave sono conferenze pubbliche e tecipazione a iniziative congiunte, forum, progetti attività di educazione ambientale. Per quanto ri- comunitari, alla redazione di piani, programmi e guarda il coinvolgimento degli stakeholder su temi strategie per lo sviluppo sostenibile, a scala sia lo- di particolare interesse (come le relazioni con la cale-regionale, sia nazionale. In generale, le AMP navigazione turistica e la pesca), il metodo parte- contribuiscono anche a progetti di cooperazione cipativo più utilizzato sono i focus group. Va tenuto transfrontaliera (art. 28), grazie al ruolo svolto presente però che si tratta molto spesso di azioni dai network degli enti di gestione (tab. 2). Mira- episodiche, legate a singole iniziative (o spesso, fi - mare svolge un ruolo chiave in questa direzione. nanziamenti comunitari). Processi e iniziative di A livello regionale, gli enti gestori di Chioggia e partecipazione sono valutati periodicamente solo Falconera sono inclusi nella Consulta del mare, da tre AMP, principalmente attraverso questiona- organo istituito dalla legge regionale del Veneto ri. In cinque enti di gestione su sette, c’è uno staff n. 12 del 2007 e deputato alla difesa, protezione competente in processi partecipativi formatosi sul e ripopolamento delle risorse ittiche attraverso la campo o attraverso corsi dedicati. defi nizione di azioni da intraprendere nei setto- Per quanto riguarda i rapporti con le attività ri della pesca e del turismo marittimo. Falconera economiche che insistono al di fuori dei confi ni ha collaborato con i Gruppi di Azione Costiera delle AMP, quelle considerate confl ittuali dai ge- (GAC)6 e ha ricoperto un ruolo di consulenza nel- stori delle AMP sono la pesca e il traffi co maritti- la designazione di una zona di tutela biologica. mo. In particolare la pesca artigianale e la nautica da diporto emergono come le due attività più pro- blematiche, anche per la diffi coltà di controllo. 4. Conclusioni È interessante notare come i gestori delle AMP confermino il crescente interesse degli operato- L’indagine conferma come la GIZC sia ancora ri turistici per le AMP, grazie al contributo che considerata come un insieme di principi e racco- queste possono dare all’attrattività dell’area e alla mandazioni “sulla carta” e di diffi cile traduzione diversifi cazione del settore. I gestori delle AMP operativa. Questo elemento condiziona la vita registrano un crescente interesse anche da parte delle AMP in due modi: da un lato, esse non sem- degli agricoltori coinvolti nell’agricoltura biologi- brano ancora costituire quei fondamentali “labo- ca e nei prodotti tipici. ratori” per la traduzione operativa degli approcci Se l’esistenza di un’AMP comincia ad essere vi- e degli strumenti di GIZC; dall’altro, l’assenza di sta dallo stesso settore turistico come una poten- coerenti politiche e iniziative di GIZC mina alla zialità (purché questa dosi con grande attenzione base la stessa effi cacia ambientale delle AMP. Le lo strumento della riserva integrale!), resta molto cause principali sono da ricondurre alla scarsità complesso il rapporto con la pesca: da un lato, di risorse con cui gli enti gestori si trovano a do- infatti, le AMP dovrebbero favorire il settore, at- ver fare i conti e all’assenza di piani di gestione traverso processi di spill-over e salvaguardia della nazionale per la zona costiera (strategie di GIZC) diversità biologica (aspetto, questo, confermato e per il mare (strategie di pianifi cazione maritti- dal fatto che i pescatori sportivi e la stessa pesca ma), che non aiuta la corretta contestualizzazione artigianale si spingono spesso più vicino possibile ambientale e territoriale delle strategie delle sin- ai confi ne delle AMP); dall’altro, la mancanza di gole AMP. dati affi dabili non consente di generalizzare. Le AMP nel Nord Adriatico sono poche, picco- Per quanto riguarda le attività di sensibilizza- le e con risorse limitate: questi elementi si tradu- zione e formazione (rivolte all’esterno), e ricerca cono in una mancanza di piani di gestione effi ca- (art. 15), queste sono presenti in quasi tutte le ci e in un basso coinvolgimento degli stakeholder. AMP. Tali attività sono prevalentemente portate In un periodo in cui i fi nanziamenti pubblici avanti attraverso audizioni pubbliche, distribu- vengono progressivamente meno, le AMP sono zione di materiale informativo e installazione di sempre più considerate elementi chiave della così cartellonistica dedicata. L’educazione ambientale detta Blue Growth Strategy, orientata ad integrare è condotta generalmente attraverso lezioni tenute sinergicamente protezione ambientale e turismo al di fuori dell’AMP e, solo in alcuni casi, anche e a garantire l’autosuffi cienza fi nanziaria delle all’interno. Per quanto riguarda la ricerca, questa AMP. Questa prospettiva rischia però di mettere si traduce prevalentemente in attività di monito- in secondo piano l’obiettivo fondamentale e prin-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119393 110/12/20150/12/2015 18:19:4318:19:43 cipale dell’istituzione di una AMP, vale a dire la stiero. Il caso dell’Alto Adriatico, Venezia, Cafoscarina ed., protezione e preservazione delle risorse naturali 2003. Soriani S., Tonino M., Approcci e strumenti della gestione integrata presenti al suo interno e, per questa via, degli eco- della zona costiera nel Mediterraneo, in R. Morri (a cura di), sistemi costieri e marini. Quelli ecologici devono «Paesaggi costieri e vocazioni marittime», Roma, Carocci, quindi rimanere i principali criteri per l’indivi- 2012, pp. 33-44. duazione e la gestione delle AMP. Turk R., Odorico R., Marine Protected Areas in the Northern Adria- Ciò richiede investimenti dedicati e una rifl es- tic, in «Varstvo Narave», 2009, 22, pp. 33-45. sione critica sulla natura e sul ruolo che le AMP possono e/o devono svolgere nella politica am- bientale italiana. In questa prospettiva, è assolu- Notes tamente lecito (e auspicabile) interpretare l’isti- 1 La GIZC può defi nirsi come un processo di cambiamento po- tuzione di una AMP come una possibile e impor- litico e organizzativo volto alla gestione sostenibile delle zone tante leva di sviluppo locale; ma bisogna anche costiere, che considera allo stesso tempo obiettivi ambientali, rispondere alla domanda se queste sono ancora economici, sociali e culturali, tenendo presenti le caratteristi- (o debbano essere) considerate strumenti volti che istituzionali, sociali e politiche dei sistemi di riferimento, nonché i principali condizionamenti legali e fi nanziari pre- principalmente a perseguire fi nalità ambientali, senti. L’integrazione tra politiche, discipline, organizzazioni, in senso ecosistemico: se la risposta è positiva, al- strumenti e scale spaziali di riferimento costituisce il principio lora sono necessari investimenti adeguati ed accu- chiave di questo processo (Soriani e Tonino, 2010). rati sistemi di gestione basati su principi ecologici. 2 Questa percentuale può variare a seconda dei criteri utilizzati per defi nire un’AMP. In questo lavoro utilizziamo la defi nizio- ne della IUCN, che considera come fattore discriminante l’esi- stenza di un ente di gestione dell’area (Dudley, 2008). Bibliografi a 3 In linea generale, le norme che regolano le Zone di tutela biologica non prevedono alcuna limitazione alla navigazio- Agardy T., Di Sciara G.N., Christie P., Mind the gap: Addressing ne, proibiscono la pesca solo parzialmente, non prevedono the shortcomings of marine protected areas through large scale ma- che queste debbano avviare attività di gestione né sviluppare rine spatial planning, in «Marine Policy», 2001, 35, pp. 226- politiche per promuovere il turismo sostenibile o per il coin- 232. volgimento della popolazione locale (Camuffo e altri, 2011). Agardy T. e altri, Dangerous targets? Unresolved issues and ideologi- Ciononostante, entrambe le due Zone di tutela biologica qui cal clashes around marine protected areas, in «Aquatic Conser- considerate intraprendono queste attività. vation: Marine and Freshwater Ecosystems», 2003, 13, pp. 4 Sebbene lo status di “protezione preventiva” dell’area di 353-367. Cherso-Lussino garantito dal Ministero della Cultura croato sia Camuffo M., Soriani S., Zanetto G., The evolution of marine pro- decaduto il 26 luglio 2009, quest’area è la più estesa tra le aree tected areas (MPAs): the North Adriatic case, in «Management marine protette dell’Adriatico. Il suo riconoscimento formale of Environmental Quality: An International Journal», 2011, come AMP è atteso a breve. 22, pp. 59-71. 5 Consiste nel coinvolgere in prima battuta gli attori più im- Cicin-Sain B., Belfi ore S., Linking marine protected areas to integra- portanti o con più esperienza rispetto agli obiettivi dell’indagi- ted coastal and ocean management: a review of theory and practice, ne (nel nostro caso i gestori delle AMP) e grazie al loro contri- in «Ocean & Coastal Management», 2005, 11, pp. 847-868. buto defi nire l’insieme degli stakeholder da contattare. Dudley N. (a cura di), Guidelines for applying protected area mana- 6 I Gruppi di Azione Costiera (GAC) sono il risultato di par- gement categories, Gland, Switzerland, IUCN, 2008. tenariato pubblico-privato locale, rappresentativo del settore Salm R.V., Clark J.R., Sürila E., Marine and coastal protected are- della pesca, degli enti pubblici e di altri settori locali di rilie- as: a guide for planners and managers. Gland, Switzerland and vo in ambito socio-economico e ambientale. Il loro obiettivo Cambridge, Washington, IUCN, 2000. è sviluppare il settore della pesca in armonia con altri settori Soriani S. (a cura di), L’articolazione territoriale dello spazio co- economici e la protezione delle risorse biologiche.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119494 110/12/20150/12/2015 18:19:4318:19:43 Francesca Sorrentini

La valorizzazione del turismo enogastronomico nelle aree protette della Campania

Summary: THE PROMOTION OF FOOD AND WINE TOURISM IN THE PROTECTED AREAS OF CAMPANIA

Food and wine tourism has taken a signifi cant role in the development planning of protected areas, especially if organized with the principles of sustainability, as evidenced by the experiences reported by some realities of Campania. The gastronomic activities may be regarded as the synthesis of a complex process, based on a mix of actions and strategies to link indissolubly the product to the territory. The work aims to highlight this relationship, which is expressed in a posi- tive trend for the effects of the specifi c geographical exert on the agri-food goods and for the feedback that they are able to postpone the reality of their origin.

Keywords: food and wine tourism, protected area, sustainable development.

1. Introduzione lisi sulla Campania, che può contare su una su- perfi cie protetta pari ad oltre il 25% del territorio Il turismo enogastronomico ha assunto un peso regionale e su un vario ed eccellente patrimonio signifi cativo nello sviluppo delle aree protette, so- enogastronomico. prattutto quando organizzato e gestito secondo i principi della sostenibilità. Certamente ha contri- buito la crescente importanza assegnata alla sal- 2. Il turismo enogastronomico come fattore di vaguardia delle risorse turistiche, sintomo di un tutela dell’identità territoriale cambiamento culturale che investe il mercato, ma anche di una maggiore attenzione ai comporta- La crescita esplosiva dei mercati emergenti e i menti alimentari, che mostrano una rivalutazione mutamenti di alcuni aspetti strutturali e di com- delle tradizioni locali, nel segno della qualità e portamento dei consumi hanno concorso ad af- delle eccellenze produttive. Dunque, la richiesta fermare nuovi modelli di fl ussi turistici e a creare di prodotti gastronomici tipici porta fl ussi turisti- ulteriori opportunità di crescita per destinazioni ci e spinge gli stakeholders a trasformare i beni di tradizionali, come l’Italia. Segnali evidenti dei qualità in fattori distintivi e di attrazione su cui progressivi cambiamenti sono identifi cabili, in- puntare per differenziarsi dai competitors. nanzitutto, nel passaggio da un turismo di massa Tali considerazioni si adattano particolarmen- e indifferenziato a forme più specializzate, che te alle aree protette, nelle quali il passaggio da prediligono particolari mete, come le aree protet- un’idea di conservazione come non modifi cabilità te, a conferma del crescente bisogno di natura e dell’esistente ad un approccio di tutela attiva ne cultura espresso dal turista contemporaneo. Ciò fa contesti ottimali per preservare la biodiversità consente di inquadrare in una nuova prospettiva e per recuperare e rilanciare attività tradizionali, la fruizione turistica, che, da un lato, asseconda produzioni, usi e costumi locali, che rischierebbe- l’esigenza di ampliare gli orizzonti di conoscenza ro di estinguersi e/o degradarsi in assenza di for- e di esperienza dei visitatori, dall’altro, concorre mule gestionali e promozionali adeguate (Breil, a soddisfare le aspettative delle comunità locali, 2008). rispettando le promesse di benessere socioecono- Tanto premesso, scopo del lavoro è delineare mico che spesso accompagnano l’istituzione dei i possibili percorsi di sviluppo in cui si fondono parchi. In particolare, si è affermata l’idea che il emergenze naturali, turismo innovativo, produ- turismo enogastronomico possa innescare mecca- zioni agricole tradizionali, per valutare fi no a che nismi di arricchimento del territorio e di mante- punto le attività enogastronomiche possano dare nimento dell’equilibrio socio-culturale, nonché una spinta propulsiva alle economie locali. Tali determinare rapporti di cooperazione tra gli at- tematiche vengono affrontate focalizzando l’ana- tori economici ed istituzionali locali. Tale orien-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119595 110/12/20150/12/2015 18:19:4418:19:44 tamento è riconducibile alle dinamiche legate tors e pull factors), allora il cibo li soddisfa entram- alla scelta di prodotti che rispondono al desiderio bi, in quanto, da un lato, spinge i consumatori ad di sicurezza e genuinità e che inducono gli uten- abbandonare i loro consueti modelli alimentari e, ti ad avere una maggiore disponibilità a pagare dall’altro, li attira verso nuovi contesti in grado di certi tipi di beni, proprio per il peso attribuito ad offrire prodotti innovativi o maturi, ma rivitaliz- elementi intangibili che accompagnano l’atto di zati (Swarbrooke e Horner, 1999). Di conseguen- consumo e che entrano a far parte della funzio- za, per diventare anche destinazione culinaria, il ne di benessere. Ne consegue che sempre più di parco naturale deve far vivere un’esperienza au- frequente le iniziative di sviluppo turistico pun- tentica, sia rendendo note tutte le operazioni e i tano su elementi della tradizione locale e, quin- processi che portano alla formazione delle produ- di, anche su quella enogastronomica, in quanto zioni sia organizzando eventi folcloristici dedicati il cibo non è considerato soltanto come necessità che le sappiano valorizzare (sagre, festival alimen- nutritiva del visitatore, ma come attrazione di per tari, fi ere ecc.) (World Tourism Organization, sé. Infatti, i prodotti enogastronomici rappresen- 2012). Numerosi sono i vantaggi diretti e indiretti tano la sintesi di un processo produttivo basato che ne derivano. In primo luogo, l’incremento su risorse direttamente legate al territorio: oltre della domanda turistica può costituire una dife- alle materie prime locali, anche il clima, il pae- sa dalle minacce della globalizzazione per alcuni saggio, le ragioni storiche, le tradizioni popolari, beni tipici, nonché uno strumento per la loro di- gli antichi mestieri, le razze allevate, le varietà col- stribuzione su vasta scala; il trasferimento inter- tivate contribuiscono ad attribuire a questi beni generazionale di conoscenze sulle produzioni di caratteristiche nutrizionali, organolettiche, esteti- qualità si coniuga effi cacemente con l’introduzio- che e immateriali uniche ed irripetibili al di fuori ne di innovazioni procedurali, tecnologiche ed dell’ambiente d’origine. organizzative, che agevolano l’ingresso di nuove In quest’ottica si osserva che, nonostante il pro- professionalità competenti e specializzate; l’au- cesso di globalizzazione abbia uniformato il gu- mento del numero dei prodotti locali può far ac- sto e i metodi produttivi ed attenuato l’interesse crescere il reddito interno, poiché circa un terzo per i particolarismi locali, si è affermata la ten- della spesa complessiva del turista è rivolta al cibo. denza a valorizzare anche i prodotti tradizionali A tale scopo va precisata la necessità che l’offer- o tipici per rispondere ad esigenze specifi che e ta enogastronomica rispetti le tradizioni produtti- differenziate. Ciò signifi ca che globalizzazione e ve e culturali del luogo, evitando manipolazioni o localizzazione si presentano come fenomeni com- alterazioni, che nel lungo periodo ridurrebbero la plementari ed integrati, in grado di far accrescere capacità attrattiva; altro presupposto fondamen- ed apprezzare le tipicità locali, anche sul piano tale è dato dalla creazione di occasioni e modalità internazionale, senza snaturare l’originaria speci- di consumo che utilizzino al meglio gli ingredien- fi cità (Ritzer, 1996; Ciappei, 2006). ti apprezzati ed enfatizzino i legami con il terri- A conferma del crescente peso del turismo eno- torio (si pensi a quelle strutture che presentano gastronomico, si nota innanzitutto che il 5% delle caratteristiche architettoniche di pregio o pecu- vacanze in Italia è da attribuire agli interessi le- liarità ambientali); infi ne, è opportuno assecon- gati al cibo, soprattutto da parte degli stranieri; dare le richieste degli utenti, evitando processi di inoltre, in controtendenza al generale andamento omologazione dei beni e servizi forniti (Pollice, del turismo nel nostro Paese, tra il 2011 e il 2012 2012). lo sviluppo del segmento è stato del 12%, con una concentrazione in Toscana (15,9%), Emilia Roma- gna (10,6%) e Puglia (8%) (ISNART, 2013). Infat- 3. Protezione, fruizione e sviluppo locale: il caso ti, dopo un lento avvio nei primi anni Novanta del del parco Regionale dei Campi Flegrei Ventesimo secolo, a causa di una generalizzata ca- renza di strutture (cantine, ristoranti tipici ecc.) e In Italia le aree protette costituiscono oltre il di un limitato coinvolgimento dell’intermediazio- 10% del territorio nazionale. Se il loro potenziale ne, all’inizio del Duemila, la domanda di turismo turistico risiede nelle emergenze che proteggono, enogastronomico ha registrato un’impennata, allora i percorsi di crescita devono essere gestiti trasformando questa tipologia da componente a livello locale, innanzitutto perché nessuno co- trasversale di ogni forma turistica in motivazione nosce il territorio meglio dei residenti e, poi, per- prevalente dello spostamento di alcune fasce di ché sono questi ultimi, e le generazioni future, utenti. Inoltre, se i fattori alla base delle scelte tu- ad essere i maggiori benefi ciari della produzione ristiche sono riconducibili a due gruppi (push fac- dei fl ussi di reddito e del mantenimento di eleva-

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119696 110/12/20150/12/2015 18:19:4418:19:44 ti livelli di vita. A sostegno di tali considerazioni liane e territori di origine. Il nostro Paese spic- si riportano i risultati emersi dallo studio della ca anche per numero di Prodotti Agroalimentari Campania, un’area ricca di risorse, costituite non Tradizionali che hanno raggiunto i 4.813, cioè il solo dal patrimonio naturale, ma anche dalle pro- doppio rispetto al 2000, concentrandosi in Tosca- duzioni tipiche legate all’enogastronomia, che na, con il 10% dei prodotti alimentari tradizionali trovano nel turismo, e segnatamente in quello so- e 463 varietà, in Campania, con 429 specialità, e stenibile, un elemento di forza. In particolare, la nel Lazio, con 386. Il quadro gastronomico campa- regione annovera una vasta gamma di ecosistemi, no si completa con l’offerta di vini che tra DOCG, che vanno dai contesti mediterranei costieri alle DOC e IGT è piuttosto consistente (4 DOCG/ dorsali calcaree più interne, tutelate con distinte DOP, 2 per vini banchi e 2 per vini rossi, 15 DOC/ forme di protezione: 2 parchi nazionali, 9 parchi DOP, affi ancate da 10 IGT/IGP), a conferma della regionali e altri 19 ambiti fra riserve regionali, vocazione enologica della regione, la quale, con i statali, parchi sommersi ecc. Il territorio protetto suoi 23.281 ettari di vigna e circa 1.700.000 ettoli- interessa oltre 200 comuni, occupa circa il 27% tri di vino all’anno, si colloca all’ottavo posto della della superfi cie regionale e, rispetto alla superfi - graduatoria delle regioni produttrici italiane. cie nazionale protetta, assorbe quasi il 13%. Con- Partendo da questi elementi di base, l’anali- siderato che non si tratta di riserve rigidamente si si è focalizzata sul Parco Regionale dei Campi protette, le Istituzioni locali si trovano di fronte Flegrei, una delle aree a più alta valenza storico- alla necessità di dover individuare un punto di archeologica ed ambientale naturalistica, che equilibrio tra obiettivi di sviluppo socioeconomi- annovera acque termali di ottima qualità e inse- co e interventi di salvaguardia dei valori naturali. nature protette; una copiosa presenza del tufo Diffi coltà, quest’ultima, accentuata dalla differen- e della pozzolana; un mare pescoso; un sistema za tra i contesti di riferimento che, nelle posizioni di laghi di formazione vulcanica (Lucrino, Mise- estreme, individuano, da un lato, aree protette no, Fusaro e d’Averno); dune di grande pregio e con forte pressione antropica e, dall’altro, zone di scogliere tufacee del Monte di Procida. L’idea di marginalità economica e sociale, con fenomeni di istituire un parco naturale è nata dalla necessità desertifi cazione demografi ca (Resce, 2014). Come sia di conservare e tutelare il ricco patrimonio è stato osservato in precedenza, le formule di tu- naturale, per evitare ulteriori sfruttamenti, sia rismo di nicchia o di qualità sembrano in grado di risanare gli squilibri territoriali, causati anche di fornire soluzioni a questi problemi, oltre che dalla incompatibile coesistenza della funzione in- concorrere alla rivitalizzazione del comparto, che dustriale con quelle turistica e residenziale. è entrato in crisi a causa di interventi mirati alla Con una popolazione di oltre 140.000 abitanti, realizzazione di profi tti nel breve periodo e poco il Parco si estende per circa 8.000 ha, tra i comuni attenti all’ambiente. Tuttavia, poiché il turismo di Napoli (quartieri di Posillipo, Bagnoli, Nisida, non crea automaticamente sviluppo, il successo Agnano), Bacoli, Monte di Procida e Pozzuoli (Os- delle iniziative sostenibili richiede: la promozione servatorio del Turismo della Campania, 2008). di buone pratiche per la gestione ecologica delle Sul piano occupazionale si riscontra una cospicua attività economiche; la sensibilizzazione delle co- forza lavoro e buoni tassi di scolarizzazione, an- munità locali sulle opportunità offerte dal com- che se nel complesso le dinamiche evolutive non parto; la diffusione dell’immagine del parco come risultano sempre omogenee. Infatti, il comparto sistema di valori pienamente fruibile e capace di primario registra un costante decremento della far vivere un’esperienza di qualità; la commercia- superfi cie agricola totale e di quella utilizzata, lizzazione delle eccellenze enogastronomiche. nonché del numero totale di aziende agricole, Sempre in questa prospettiva, appare utile ri- che, inoltre, riducono la loro dimensione. Per cordare che l’Italia è uno dei paesi con il più alto quanto concerne il sistema industriale, va sottoli- numero di produzioni certifi cate, cioè prodotti neato, al 2001, un sostanziale ridimensionamento che, per le loro caratteristiche di origine o di pre- a vantaggio dei servizi e, analizzando il comparto parazione, hanno ottenuto dall’Unione Europea turistico, si osserva una presenza poco consisten- riconoscimenti come DOP (Denominazione di te delle strutture ricettive, mentre i fl ussi mostra- Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografi ca no un generale aumento, in controtendenza al Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garan- dato provinciale (Dal Piaz, 2010). Nel complesso tita). In particolare, le denominazioni di origine si tratta di una realtà frammentata, già compro- registrate risultano in totale 264, a testimonianza messa ed intaccata proprio nel sistema agricolo, dell’alta qualità delle produzioni, ma soprattutto che però oggi è in ripresa, concentrato intorno al della relazione tra eccellenze agroalimentari ita- Consorzio vini DOC di Falanghina e Piedirosso,

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119797 110/12/20150/12/2015 18:19:4518:19:45 nonché ai vigneti terrazzati sostenuti da reti par- 5 milioni di turisti (Taiti, 2011). Il caso esami- tenariali. Infatti, una delle peculiarità del Parco nato evidenzia che il potenziamento di offerte è data dalla presenza di una campagna fertile, la sistemiche legate all’enogastronomia è impor- cui produzione più pregiata è rappresentata dal tante per un’apprezzabile crescita del Parco Re- patrimonio di vitigni originari unici al mondo, gionale dei Campi Flegrei, nel quale le produ- che, grazie alla composizione chimica del terreno zioni d’eccellenza possono diventare una vera e vulcanico, non hanno subito l’incrocio con la vite propria attrattiva territoriale e, dunque, stimolo americana. Pertanto, i vini fl egrei vantano una all’incoming turistico. Infatti, la realizzazione di storia tracciabile dal punto di vista naturalistico, un progetto di recupero, tutela e valorizzazione ma anche tecnologico (come il ritrovamento di dell’ambiente e dell’enogastronomia può creare macchine per la produzione del vino romano) e i presupposti, da un lato, per incrementare la letterario (molti poeti antichi hanno fatto riferi- biodiversità e l’attrazione delle risorse naturali mento a questi vini), tanto da rappresentare un e, dall’altro, per compiere studi scientifi ci sulle determinante fattore di richiamo. dinamiche ambientali, utili ad analizzare le pro- È corretto, dunque, affermare che il Parco ap- duzioni tipiche e la loro tracciabilità. Tali tra- pare il luogo ideale per recuperare e rilanciare guardi trovano diffusione anche mediante azioni attività tradizionali e per avviare una nuova ten- promozionali, come la creazione di un Marchio denza turistica in alternativa alla formula tradi- collettivo di “Tracciabilità culturale” delle pro- zionale “mordi e fuggi”. Anche a tale scopo è stato duzioni fl egree e un Marchio volontario per la varato il “Progetto Integrato Rurale per le Aree valorizzazione delle produzioni enogastronomi- Protette” (PIRAP), che ha come tema portante che minori; nonché l’integrazione con le pro- “Ambiente e Risorse Enogastronomiche”, rivolto duzioni tipiche già inserite in appositi strumenti alla promozione e diffusione delle produzioni di gestione, come nel caso dell’IGP “Melannurca agroalimentari tipiche e di qualità dei Campi Fle- Campana” o della DOC “Campi Flegrei”. A questi grei. Va precisato che la Regione ha previsto un interventi di base devono collegarsi altre specifi - percorso di sviluppo territoriale dedicato esclusi- che iniziative rivolte a: vamente ai bisogni delle aree protette, per assicu- – organizzare manifestazioni ed eventi sull’e- rare un coordinato e coerente impiego delle risor- nogastronomia, durante i quali le imprese se fi nanziarie e per creare sinergie tra interventi potranno mostrare i processi di selezione e realizzati dai diversi soggetti pubblici. Di conse- di lavorazione delle materie prime, mentre i guenza, sono state previste specifi che azioni che turisti, avendo l’occasione di degustare i pro- prevedono l’inserimento delle emergenze natura- dotti d’eccellenza o di essere coinvolti attiva- listiche nei circuiti di fruizione turistica dei Cam- mente nella lavorazione e preparazione dei pi Flegrei; la promozione di convegni, incontri e piatti tipici, saranno incentivati all’acquisto pubblicazioni, per individuare e rendere noto il e vivranno un’esperienza di condivisione e di patrimonio ambientale ed enogastronomico loca- trasferimento di nuove conoscenze; le; infi ne, l’istituzione di marchi di qualità per la – rafforzare l’immagine positiva del Parco, tutela e la valorizzazione della tradizione enoga- comunicando al pubblico le attività dell’a- stronomica fl egrea. Queste iniziative rappresenta- rea protetta, i suoi valori e le opportunità no un notevole valore aggiunto per le imprese del di visita attraverso strumenti tradizionali e luogo, che, sebbene abbiano risentito dei cambia- innovativi utili agli utenti per pianifi care il menti globali, conservano la loro cultura e tradi- proprio soggiorno. Particolarmente effi cace zioni, grazie alle loro dimensioni (medio-piccole) a questo scopo risulta il sito web, soprattutto e alle forme organizzative adottate (conduzione se si tratta del web 2 (interattivo), che, facen- aziendale familiare). do interagire l’Ente e tutti gli stakeholders con i visitatori, consente, tra l’altro, di verifi care il grado di soddisfazione di questi ultimi; 4. Conclusioni – partecipare a manifestazioni fi eristiche di settore (workshop, borse ecc.), che si dimo- Le rifl essioni svolte indicano che in Italia il strano utili per un contatto diretto con il turismo enogastronomico, a differenza di altre pubblico e come forme di sostegno alla com- tipologie (come quelle balneare e montana), mercializzazione del prodotto turistico; non sembra risentire eccessivamente della crisi – incrementare la spesa dei visitatori, allesten- in atto, come dimostrano, peraltro, il fatturato do vetrine con i prodotti d’eccellenza e pre- compreso tra i 3 e i 5 miliardi di euro e i quasi disponendo presso i punti di informazione

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119898 110/12/20150/12/2015 18:19:4518:19:45 bacheche con i calendari delle attività e le Dal Piaz A. e altri, Piano tutela delle aree natura 2000. Parco regio- liste delle produzioni tipiche. nale dei Campi Flegrei, Napoli, Parco Regionale dei Campi Flegrei, 2010. In sintesi, l’emergere di una domanda che dà Ejarque J., La destinazione turistica di successo, Milano, Hoepli, rilievo anche a tutto ciò che concerne il processo 2003. produttivo e la sua tracciabilità rappresenta per ISNART (a cura di), Impresa Turismo, Roma, 2013. il Parco dei Campi Flegrei un’occasione per mi- Osservatorio del Turismo della Campania, I prodotti turistici in Campania. Il turismo ambientale, Napoli, Regione Campania, gliorare la competitività territoriale, oltre che una 2008. rinnovata sensibilità verso un consumo responsa- Paolini D., I luoghi del gusto, Milano, Baldini e Castoldi, 2000. bile che si ripercuote su aspetti etici e ambientali. Pollice F., Le produzioni tipiche leva per lo sviluppo territoriale. Il caso della Campania, Napoli, Giannini, 2012. Resce M. (a cura di), Le aree protette: vincolo o opportunità?, Roma, ISFOL, 2014. Bibliografi a Ritzer G., The Mcdonaldization of Society: an Investigation into the Changing Character of Contemporary Social Life, California, Breil M. e altri (a cura di), Eco-tour: turismo ed aree protette, una Pine Forge Press, 1996. questione di sostenibilità, Milano, Fondazione Eni Enrico Mat- Swarbrooke J., Horner S., Consumer Behaviour in Tourism, Ox- tei, 2008. ford, Butterworth-Heinemann, 1999. Ciappei C. (a cura di), La valorizzazione economica delle tipicità Taiti F. (a cura di), I nuovi dinamismi di un turismo di tendenza, locali tra localismo e globalizzazione, Firenze, Firenze University IX Rapporto annuale, Osservatorio sul turismo del vino, Press, 2006. 2011. Citarella F., Sorrentini F., Il club di prodotto come sistema integrato World Tourism Organization, Global Report on Food Tourism, Ma- di qualità, Napoli, Loffredo Editore, 2010. drid, UNWTO, 2012.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 119999 110/12/20150/12/2015 18:19:4518:19:45 Giustino Vallese

Il paesaggio delle “diverse acque”, dalle aree naturali protette ai corridoi ecologici fl uviali. Strategie progettuali per la valorizzazione paesaggistica e turistica dell’entroterra e del litorale turistico teramano

Summary: THE LANDSCAPE OF “DIFFERENT WATERS”, FROM PROTECTED NATURAL AREAS TO ECOLOGICAL CORRIDORS RIVER. STRATEGIES FOR LANDSCAPE ENHANCEMENT AND TOURIST HINTERLAND AND THE COASTAL TOURIST OF TERAMO

The waterways, always places important in the processes of foundation and urban growth, are the result of slow but un- deterred processes of profound change, vivid testimony of an interface more and more tension between the pressures and needs of human origin, and logical and urgencies requirements set by the biological. In piled river valley landscapes of the rivers of Abruzzo can be traced in juxtaposition, the alternation of ecological formations, of cultural conditioning, of anthropogenic disturbance, in which the river resource appears often as an accident within the radical changes which have occurred in recent decades. Landscapes of “different waters” marked by a diffi cult identity, landscapes “hidden”, hardly visible and understandable, landscapes “silent” asking recognition and enhancement, through an interpretative key and a new and different accessibility both physical and cultural. The process of enhancement of the waterway has to contemplate the set of fundamental strategic actions to ensure a recon- fi guration of use and ecological of the fl uvial, functional to the creation of an ecological, culture and tourism corridor, through which to re-establish contacts and relations between the mountain territory and its parks, the hinterland with its identity values and historical documents, and the coast with its tourist coast and its “enclave” of excellence natural as the protected natural areas. This contribution, retracing some planning experiences conducted at the level of provincial planning and research and teaching experiences carried out within the Faculty of Architecture of Pescara, outlines a framework of synergic actions, able to act synchronously on critical environmental issues, enhancement and preservation of historical-landscaped and oppor- tunities offered by redevelopment, implementing strategies to active protection of the same, through territorial policies times: – the redesign of new consumption patterns of these territories; a slow and conscious use it supersedes the simple crossing, where paths and accessibility become key reading and rediscovery of the assets; – generate system within wider circuits consist of historical, accommodation and food and wine, educational and museum to encourage new forms of sustainable tourism and experiential; – the functional reorganization, perceptive, productive resources.

Keywords: sustainable tourism, ecological corridors, landscape.

1. Paesaggi delle diverse acque Gli affastellati paesaggi fl uviali contempora- nei che caratterizzano il territorio abruzzese non I corsi d’acqua, da sempre luoghi importanti sfuggono a questa logica, secondo la quale è pos- nei processi di fondazione e crescita urbana, sono sibile rintracciare in accostamento l’alternarsi il risultato di lenti ma imperterriti processi di delle formazioni ecologiche, delle sedimentazioni profonda trasformazione, vivida testimonianza di culturali, delle alterazioni antropiche, in cui la una interfaccia sempre più in tensione tra pressio- risorsa fl uviale spesso appare come un accidente ni e necessità dell’azione antropica e logiche ed all’interno delle radicali mutazioni intervenute urgenze poste dall’organismo biologico. soprattutto in questi ultimi decenni. Una complessa e fi tta rete idrografi ca quella Una risorsa ancor oggi sottoposta ad una for- delle aste fl uviali, che costituisce uno dei princi- te azione di sfruttamento idrico a fi ni agricoli ed pali elementi strutturanti dei paesaggi italiani nei idroelettrici, ad invasivi interventi per opere di quali è possibile riconoscere plusvalenze e disva- sistemazione idraulico forestali e canalizzazioni, lori, in un continuo alternarsi di naturalità ed ur- a processi di impermeabilizzazione di ampie por- banità. zioni di suolo che affacciano sui bacini fl uviali.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220000 110/12/20150/12/2015 18:19:4618:19:46 Contrariamente a quanto accade in Europa, co e opportunità offerte dalla riqualifi cazione. nel nostro paese i bacini fl uviali ancora non han- Ed ogni azione di valorizzazione conservazio- no avuto un adeguato riconoscimento nelle poli- ne e riqualifi cazione del patrimonio culturale e tiche di pianifi cazione, sia che si tratti di promuo- paesaggistico non può prescindere da strategie di verne la valorizzazione ambientale e paesaggisti- tutela attiva dello stesso, attraverso politiche vol- ca, sia che si affronti il tema del rischio idraulico e te alla implementazione della accessibilità e della dell’inquinamento, relegati a una mera questione fruizione, alla messa a sistema all’interno di più di emergenza o di mitigazione dei possibili danni ampi circuiti costituiti da emergenze storiche, e come tale da gestire al momento. strutture ricettive didattiche e museali per favori- Politiche che affi dano il proprio portato unica- re nuove forme di turismo, alla riorganizzazione mente a regimi vincolistici, del tutto ineffi caci nel funzionale, percettiva, produttiva delle risorse. dispiegare una reale azione di salvaguardia, e ri- Strategie queste che provano a cogliere proprio luttanti a riconoscere ai fi umi un valore di “patri- nelle profonde mutazioni delle pratiche turistiche monio territoriale”, ossia di entità costituito da un della contemporaneità, la possibilità concreta di sistema complesso di valori identitari materiali e uno sviluppo integrato delle aree interne legata cognitivi (identitari, culturali, sociali, paesaggisti- appunto a politiche di conservazione e valorizza- ci, ambientali, produttivi, artistici e urbanistici). zione dei paesaggi e degli habitat fl uviali. Paesaggi delle “diverse acque” dunque segnate La ricerca di mete alternative, il desiderio di da una identità diffi cile, paesaggi “nascosti”, dif- incontro con culture, identità, atmosfere, l’escur- fi cilmente visibili e comprensibili, paesaggi “silen- sionismo nelle aree protette, la ricerca di un Italia ziosi” che chiedono riconoscibilità e valorizzazio- “minore”, il binomio cultura/natura che stanno ne, attraverso una chiave interpretativa e una nuo- appunto caratterizzando un certo tipo di turismo va e diversa accessibilità sia fi sica che culturale. “esperienziale” appaiono particolarmente adatte alle specifi cità territoriali abruzzesi, e pertanto suscettibili di produrre sviluppi interessanti. 2. Strategie per una riconfi gurazione fruizionale ed ecologica delle aste fl uviali 3. Un’esperienza progettuale: il piano d’area della Condizione necessaria per rilanciare politiche media e bassa Val Tordino effi caci di salvaguardia è quella di riconoscere ai fi umi un valore di patrimonio culturale e paesag- Il presente contributo ripercorre alcune espe- gistico, quale fattore identitario nel suo rapporto rienze condotte a livello di pianifi cazione provin- con il contesto territoriale, sviluppando una “cul- ciale e attraverso ricerche ed esperienze didatti- tura dell’acqua” che implica il riconoscimento che svolte all’interno della Facoltà di Architettura dei sistemi fl uviali come fattori guida nei piani e di Pescara, che hanno cercato di tradurre in ter- progetti di valenza urbanistica paesaggistica e am- mini progettuali le condizioni precedentemente bientale. Un ruolo territoriale del fi ume, che deve descritte. contemplare il complesso delle azioni strategiche In particolare il progetto del Parco Fluviale del fondamentali per garantire una riconfi gurazione Tordino, sviluppato all’interno del Piano D’Area fruizionale ed ambientale dell’asta fl uviale, fun- della media e bassa Valle del Tordino, attraverso zionale alla creazione di un “corridoio ecologico”, un approccio progettuale multidisciplinare, deli- culturale e paesaggistico, attraverso il quale rista- nea un quadro di azioni sinergiche mettendo in bilire contatti e relazioni tra le differenti situazioni atto strategie di tutela attiva dello stesso, attraver- riscontrate nel territorio. Un “corridoio ecologico” so politiche territoriali volte: che presuppone di sviluppare al contempo azioni – al ridisegno e a nuove modalità di fruizione volte a contenere il problema del rischio idrauli- di questi territori; una fruizione lenta e con- co e dell’inquinamento, ma anche a ristabilire sapevole si sostituisce al semplice attraversa- contatti e relazioni tra il territorio montano con i mento, dove percorsi e accessibilità diventa- suoi parchi, l’entroterra collinare con i suoi valori no chiave di lettura e riscoperta dei valori identitari e storico documentali, e la costa con il patrimoniali; suo litorale turistico e le sue “enclave” di eccellenza – alla messa a sistema all’interno di più ampi naturalistica come le aree naturali protette. circuiti costituiti da emergenze storiche, Un complesso di azioni sinergiche capaci di strutture ricettive ed enogastronomiche, di- agire in maniera sincrona su criticità ambientali, dattiche e museali per favorire nuove forme valorizzazione del patrimonio storico-paesaggisti- di turismo sostenibile ed esperienziale;

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220101 110/12/20150/12/2015 18:19:4618:19:46 Fig. 1. Masterplan Area Vomano.

Fig. 2. Masterplan AreaTordino.

– alla riorganizzazione funzionale, percettiva, zionali, faunistici, geomorfologici e di quali- produttiva delle risorse. tà delle acque; Il Progetto del parco fl uviale all’interno delle – il Paesaggio agrario nei suoi caratteri di azioni volte alla tutela e valorizzazione dell’am- struttura organizzativa del patrimonio am- biente e della fruizione attiva delle risorse na- bientale-storicoculturale; turali, considera l’ambito fl uviale come sistema – il Paesaggio insediativo inteso come il com- paesaggistico tout-court con la duplice valenza di plesso dell’attività antropiche in quantità e corridoio ecologico e di elemento di interfaccia modalità di accostamento e interazione con con l’urbano. l’ambito fl uviale. In questo caso la Valle del Tordino si mostra Dall’analisi emerge un paesaggio costituito dal come paesaggio fortemente ibridato nei caratteri mosaico di differenti situazioni alcune paesaggisti- naturalistici ed antropici, e ad una prima lettura camente rilevanti, altre ambientalmente sensibili, percettiva d’insieme si sono individuati differenti ma in molti casi ordinarie. Condizioni, queste, di “paesaggi”: debole e incerta struttura, in cui si confondono – il Paesaggio ecologico nei suoi aspetti vegeta- margini urbani recenti, nuove infrastrutture e

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220202 110/12/20150/12/2015 18:19:4718:19:47 Fig. 3. PercorsiTordino.

Fig. 4. PercorsiTordino.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220303 110/12/20150/12/2015 18:19:5318:19:53 Fig. 5. Interventi di riqualifi cazione spondale Tordino.

parcheggi, tessuti caotici e degradati, discariche funzionalità ecologica del fi ume e del- abusive, aree agricole. Paesaggi che reclamano la valle mediante interventi di articola- valore e identità, che esigono un approccio stra- zione del sistema del verde e delle sue tegico in termini di fruibilità e che, in defi nitiva, componenti ecosistemiche a differenti possono rappresentare occasione di costruzione gra di di qualità visiva e di naturalità, in- di una qualità paesaggistica diffusa all’intero ter- tegrate tra loro, e mediante il potenzia- ritorio, proprio a partire dall’unica invariante del mento della qualità della risorsa idrica. sistema, seppur sempre variabile: l’asta fl uviale. Le azioni progettuali e gli atti di indirizzo Le indicazioni progettuali si sviluppano su due connessi a salvaguardia del corridoio eco- livelli fi nalizzati alla individuazione dei differenti logico sono le azioni per la riduzione del presupposti di programmazione ed attuazione: rischio idraulico ed inquinologico, la pro- alla scala di area vasta è legata la defi nizione di gettazione integrata e l’inserimento ambien- un masterplan del parco fl uviale in cui si indivi- tale e paesaggistico delle opere di mitigazio- duano strategie, indirizzi e ambiti di progetto tesi ne del rischio, la qualifi cazione della vegeta- ad innescare processi di valorizzazione e gestione zione ripariale, dei fronti fl uviali urbani, del del paesaggio; alla scala ravvicinata si defi nisco- paesaggio visto dal fi ume, l’organizzazione no i “Segmenti Territoriali” che interpretano le di un sistema di nodi e reti a bassa velocità scelte strategiche mediante “Progetti integrati” di per la viabilità alternativa. approfondimento, “Layout di programma e Indici – Valorizzazione e tutela del paesaggio rurale di possibilità”. attraverso la promozione del sistema agricol- Più specifi catamente, Il parco fl uviale è struttu- turale e tutela e recupero dei segni della tra- rato attorno a tre opzioni strategiche: ma agricola esistente, al fi ne di presidiare il – Riqualifi cazione e tutela del sistema idro- paesaggio identitario della valle. grafi co, attraverso il potenziamento della – In questo caso le azioni progettuali e gli

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220404 110/12/20150/12/2015 18:19:5818:19:58 atti di indirizzo sono stati individuati nella La rete dei percorsi diviene telaio infrastrut- riqualifi cazione in senso “multifunzionale” turante l’organizzazione interna alla ecologia mediante riqualifi cazione ecologica di ripri- fl uviale attraverso la declinazione di specifi che stino connettività Est-Ovest del corridoio fl u- percorrenze capaci di connettere gli elementi viale, il recupero della trama agraria storica territoriali sui quali è basata la riorganizzazio- come rete ecologica minore, la riqualifi cazio- ne funzionale, percettiva e produttiva del parco ne produttiva con incentivazione di colture fl uviale stesso. biologiche e offi cinali, prodotti tipici, bio- La rete è organizzata sulla linea ciclopedonale massa a scopo energetico ed organizzazione di fondovalle, un tracciato in continuità con quel- e promozione di una fi liera corta, incentiva- li presenti lungo le aree rivierasche del corridoio zione di forme di turismo sostenibile e di nic- adriatico e con quelli presenti e di progetto nella chia, riqualifi cazione del paesaggio agricolo aree urbane di fondovalle e di crinale. Nello spe- perifl uviale mediante strutturazione di for- cifi co è possibile individuare: me colturali di interfaccia con l’urbano quali – itinerari cicloturistici; percorsi escursionisti- orti urbani e campi catalogo. ci attrezzati per mountain bike; – Connessione fra le aree verdi urbane e pe- – ippovie e itinerari turistici a cavallo; riurbane e l’ecosistema fl uviale attraverso – percorsi naturalistici per la fruizione dell’am- l’individuazione degli ambiti destinati alla bito golenale del fi ume Tordino; mediazione dei margini urbani degli spazi – percorsi di connessione tra i parchi urbani aperti tra abitato e fi ume, funzionali alla rea- attrezzati in ambito fl uviale e le fermate del lizzazione delle relazioni tra le due differenti sistema di trasporto pubblico su ferro; ecologie e alla valorizzazione della loro qua- – percorsi ecologici per la fruizione delle risor- lità fruizionale. se ambientali rinvenibili in corrispondenza Qui le azioni progettuali sono mirate al recupe- dei principali corridoi biologici. ro di aree urbane e dei fronti golenali, alla messa La trama così individuata, a partire dalle situa- in rete delle emergenze storiche naturalistiche zioni contestuali da riscoprire, da valorizzare e da didattiche museali, e ricettive per favorire nuove riqualifi care, si costruisce su tracciato da realizza- forme di turismo. re ex novo o da sistemare opportunamente perché Traversale alle opzioni sopra elencate, vi è l’u- esistente. nità tematica della accessibilità e fruizione, intesa Obiettivo specifi co ne è la ricerca di connessio- come imprescindibile necessità per il funziona- ni longitudinali e trasversali per superare elemen- mento sistemico dell’ambiente fl uviale e dell’inte- ti barriera costituiti dai fasci infrastrutturali (Te- ro contesto di fondovalle. ramo mare e strada ferrata), e per riconnettere Parte fondamentale dell’azione progettuale è gli spazi pubblici attrezzati e naturali dell’ambito rappresentata dalla implementazione delle mo- vallivo. dalità di fruizione del territorio, non solo e non Strategie operative, opzioni metodologiche, più intese al semplice attraversamento veloce e di azioni progettuali, visioni, quelle messe in campo servizio, che sottostà alle logiche di localizzazione dal Piano d’Area, che sono state successivamente delle attività urbane, ma direzionate ad una fru- dispiegate in alcune esperienze didattiche con- izione “lenta” e consapevole, in cui i percorsi di- dotte con la Facoltà di architettura di Pescara e ventano accesso e disvelamento dei valori presenti che hanno avuto come campo di applicazione un nel territorio. altro bacino fl uviale, quello del Vomano. Il sistema della accessibilità e della fruizione si Queste esperienze hanno provato a far emerge- dispone intorno ad una continua infrastruttura re la risorsa “acqua” e la risorsa “paesaggio” come ciclopedonale di fondovalle, con penetrazioni ver- elementi cardine di ogni ipotesi di processo di so i punti di accesso ai crinali, a garanzia di una trasformazione del territorio, perché riconosciuti condizione di accessibilità e fruibilità dell’intero come fattori latori di nuovi approcci disciplinari ambito fl uviale. integrati, rivolti ad una visione sistemica, inte- Lungo questo percorso si innestano i parchi grata, multiscalare e multidisciplinare delle tra- urbani che, in accordo alla visione strategica del sformazioni ambientali, e alle loro implicazioni Piano D’Area della media e bassa Valle del Tor- di carattere operativo e gestionale in considera- dino, rappresentano i grumi programmatici della zione della molteplicità dei soggetti coinvolti, la città sul fi ume, sono interfaccia urbana sul fronte complessità dei processi decisionali, l’interdipen- ambientale e principale sistema di collegamento denza con aspetti di programmazione e fattibilità e fusione delle due ecologie: urbana e fl uviale. economica.

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220505 110/12/20150/12/2015 18:20:0018:20:00 Bibliografi a rienze di riqualifi cazione in Italia, Rimini, Maggioli Editore, 2008. La Macchia M.R., Mininni M., Paesaggi d’acqua e nuove infrastrut- Calzolari V., Natura, sito, opera: il caso del parco fl uviale, in «Casa- ture, in A. Lanzani, Fedeli V. (a cura di), Il progetto di territorio bella», Milano, 1991, 575-576, pag. 57- 58. e di paesaggio - Cronache e appunti, in Atti VII Conferenza nazio- Coccia L., Architettura e Turismo, Milano, Franco Angeli, nale SIU (Trento 13-14 febbraio 2003), Milano, Franco Angeli 2012. Editore, 2004, pp. 177-190. Dallari F., Sviluppo e ricomposizione territoriale: sistemi locali e turi- Magnaghi A., Il progetto locale, Torino, Bollati Boringhieri, 2000. smo, in Savelli A. (a cura di), Turismo, territorio, identità. Ricer- Magnaghi A., Giacomozzi S. (a cura di), Un fi ume per il territorio. che ed esperienze nell’area mediterranea, Milano, Franco Angeli, Indirizzi progettuali per il parco fl uviale del Valdarno Empolese, 2004, pp. 285-306. Firenze, University press, 2009. Dallari F., Turismo e sviluppo territoriale. I sistemi turistici tra scala Malcevschi S., Ecologia del fi ume, in Martino N. (a cura di), Tu- locale e cooperazione interregionale, in Ruggiero V., Scrofani L. tela e gestione degli ambienti fl uviali, Serie e Atti e Studi n. 8 (a cura di), Centri storici e identità locale nella progettazione dello WWF, Italia 1991, pag. 30. sviluppo sostenibile di sistemi del turismo, CNR e Università de- Malcevschi S., Bisogni L., Gariboldi A., Reti ecologiche e interventi gli Studi di Catania, 2004, pp. di miglioramento ambientale, Milano, Il Verde Editoriale, 1996. Di Biagi P., Marchigiani E., Parchi della contemporaneità: piani e Richards G., Un nuovo turismo culturale per una nuova Europa, in progetti in «Urbanistica Informazioni», Settembre-Ottobre Annuario del turismo, Centro studi del Touring Club italiano, 2003, 185, pp. 5-38. 2008. Fabbri P., Il paesaggio fl uviale: una proposta di recupero ecologico Sasso L. (a cura di), La continuità e lo specchio. Progettare architet- della Dora Riparia, Milano, Guerini e Associati, 1991. ture e paesaggi fl uviali, Lybra Immagine, 2005. Fabbri P., Principi ecologici per la progettazione del paesaggio, Mila- Savelli A. (a cura di), Turismo, territorio, identità. Ricerche ed espe- no, Franco Angeli, 2007. rienze nell’area mediterranea, Milano, Franco Angeli, 2004. Fabbri P. (a cura di), Il verde nel paesaggio, Milano, Guerini e Simonicca A., Turismo e società complesse. Saggi antropologici, Associati, 1989. Roma, Meltemi, 2004. Fabbri P. (a cura di), Paesaggio, Pianifi cazione, Sostenibilità, Firen- Tidore C. (a cura di), Città mediterranee nello spazio globale. Mo- ze, Alinea Editrice, 2003. bilità turistica tra crisi e mutamento, Milano, Franco Angeli, Farinella R., Ronconi M., (a cura di), Territori, fi umi città. Espe- 2013.

206 AGEI - Geotema, 49

GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220606 110/12/20150/12/2015 18:20:0018:20:00 CATERINA BARILARO - Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali, Università di Messina

CARMEN BIZZARRI - Dipartimento di Scienze Umane, Università Europea di Roma

MARCO BROGNA - Dipartimento di Metodi e Modelli per l’Economia, il Territorio e la Finanza - Facoltà di Economia, Sapienza Università di Roma

ARIANNA BUZZELLI - Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Teramo

LINA MARIA CALANDRA - Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi dell’Aquila

GIUSEPPE CALIGNANO - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo - Facoltà di Lettere e Filosofi a, Lingue e Beni Culturali, Università del Salento.

BERNARDO CARDINALE - Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Teramo e Libera Università Maria Ss. Assunta di Roma

ALEN CARLI - Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università di Trieste

GIACOMO CAVUTA - Dipartimento di Economia (DEc), Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

MARIO CIPOLLONE - “Guida del Cerrano”, Area Marina Protetta Torre del Cerrano, Teramo

GERMANA CITARELLA - Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza), Università degli Studi di Salerno

ELENA DAI PRÀ - Dipartimento di Lettere e Filosofi a, Università degli Studi di Trento

MARIA CARLA DE FRANCESCO - Dipartimento di Bioscienze e Territorio, Università del Molise

DOMENICO DE VINCENZO - Dipartimento di Economia e Giurisprudenza, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

BARBARA DELLE DONNE - Dipartimento di Scienze politiche, Università di Napoli “Federico II”

DANTE DI MATTEO - Dipartimento di Economia (DEc), Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

RAFFAELE DI MARCELLO - Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi di Teramo

MARINA FUSCHI - Dipartimento di Economia (DEc), Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

CLAUDIO GAMBINO - Dipartimento di Studi classici, linguistici e della formazione, Università degli Studi di Enna “Kore”

SONIA GAMBINO - Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali, Università di Messina

DINO GAVINELLI - Dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di studi interculturali, Università degli Studi di Milano

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220707 110/12/20150/12/2015 18:20:0018:20:00 AGOSTINO GIANNELLI - Dipartimento di Bioscienze e Territorio, Università del Molise

ALESSANDRA GIANNELLI - Dipartimento di Studi Umanistici (DISUM), Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

ROSALINA GRUMO - Dipartimento di Scienze economiche e metodi matematici, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

IGOR JELEN - Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università di Trieste

ENRICA LEMMI - Dipartimento di Scienze politiche, Università di Pisa e Centro Studi e Ricerche della Fondazione Campus di Lucca

HERVÉ MAMBOUENI-MBOUMBA, Università di Firenze e Centro Studi e Ricerche della Fondazione Campus di Lucca

LUIGI MASTRONARDI - Dipartimento di Economia, Gestione, Società e Istituzioni, Università del Molise

MARTA MELGIOVANNI - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo, Università del Salento

ALESSANDRA MICCOLI - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo - Facoltà di Lettere e Filosofi a, Lingue e Beni Culturali, Università del Salento

ALBERTO MICCADEI - “Guida del Cerrano”, Area Marina Protetta Torre del Cerrano, Teramo

ROBERTO MOREA - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo - Facoltà di Lettere e Filosofi a, Lingue e Beni Culturali, Università del Salento

LIBERATA NICOLETTI - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo - Facoltà di Lettere e Filosofi a, Lingue e Beni Culturali, Università del Salento

ENRICO NICOSIA - Dipartimento di Scienze della Formazione, dei beni Culturali e del Turismo, Università degli Studi di Macerata

MARIA LAURA PAPPALARDO - Dipartimento Culture e Civiltà, Università di Verona

ASTRID PELLICANO - Dipartimento di Lettere e Beni Culturali, Seconda Università di Napoli

CARMELO MARIA PORTO - Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali, Università degli Studi di Messina

FRANCESCO MARIA OLIVIERI - Facoltà di Economia, Universitas Mercatorum

GIUSEPPE PICCIOLI RESTA - Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo, Università del Salento

ANNA MARIA PIOLETTI - Dipartimento di Scienze Umane e Sociali - Département des Sciences Humaines et Sociales, Università della Valle d’Aosta - Université de la Vallée d’Aoste

ALESSANDRO RICCI - Dipartimento di Lettere e Filosofi a, Università degli Studi di Trento

EMILIA SARNO - Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione, Università del Molise e Facoltà di Scienze Umanistiche, Università Telematica Pegaso

G. ALESSIO SCARALE - Ordine Architetti P.P. e C., Provincia di Roma

ROSY SCARLATA - Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Teramo

STEFANO SORIANI - Dipartimento di Economia, Università Ca’ Foscari, Venezia

FRANCESCA SORRENTINI - Dipartimento di Scienze economiche e statistiche, Università degli Studi di Napoli “Federico II”

ANGELA STANISCI - Dipartimento di Bioscienze e Territorio, Università del Molise

MARCO TONINO - Dipartimento di Economia, Università Ca’ Foscari, Venezia

GIUSTINO VALLESE - Ordine degli Architetti P.P. e C., Provincia di Teramo e Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DICEM) - Facoltà di Architettura di Matera, Università degli Studi della Basilicata

FRANCESCO VERROCCHIO - “Guida del Cerrano”, Area Marina Protetta Torre del Cerrano, Teramo

GIACOMO ZANOLIN - Dipartimento di beni culturali e ambientali, Università degli Studi di Milano

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220808 110/12/20150/12/2015 18:20:0118:20:01 ELENCO DEI FASCICOLI PUBBLICATI

Geotema 1, L’offi cina geografi ca teorie e metodi tra moderno e postmoderno a cura di F. Farinelli - pagine 156 (esaurito) Geotema 2, Territori industriali: imprese e sistemi locali a cura di S. Conti - pagine 110 (esaurito) Geotema 3, Le vie dell’ambiente tra geografi a politica ed economica a cura di U. Leone - pagine 104 (esaurito) Geotema 4, Geografi a e beni culturali a cura di C. Caldo - pagine 152 Geotema 5, Geografi a e agri-cultura per seminare meno e arare meglio a cura di M. G. Grillotti - pagine 92 Geotema 6, Realtà virtuali: nuove dimensioni dell’immaginazione geografi ca a cura di V. Guarrasi - pagine 102

Geotema 7, L’ “invenzione della Montagna”. Per la ricomposizione di una realtà sistemica a cura di R. Bernardi - pagine 140 (esaurito) Geotema 8, Il viaggio come fonte di conoscenze geografi che a cura di I. Luzzana Caraci - pagine 198 Geotema 9, La nuova regionalità a cura di G. Campione - pagine 118 Geotema 10, Le aree interne nelle strategie di rivalorizzazione territoriale del Mezzogiorno a cura di P. Coppola e R. Sommella - pagine 148 Geotema 11, Spazio periurbano in evoluzione a cura di M. L. Gentileschi - pagine 88 Geotema 12, Il Mediterraneo a cura di G. Campione - pagine 176 (esaurito) Geotema 13, I vuoti del passato nella città del futuro a cura di U. Leone - pagine 120 Geotema 14, Vivere la città del domani a cura di C. Santoro - pagine 102 Geotema 15, Turismo, ambiente e parchi naturali a cura di I. Gambino - pagine 190 Geotema 16, L’immigrazione in carte. Per un’analisi a scala regionale dell’Italia a cura di L. Cassi e M. Meini - pagine 96 Geotema 17, La Geografi a all’Università. Ricerca Didattica Formazione a cura di G. De Vecchis - pagine 128 Geotema 18, Geografi a e religione. Una lettura alternativa del territorio a cura di G. Galliano - pagine 110 Geotema 19, 2004 Anno Internazionale del Riso a cura di C. Brusa - pagine 108 Geotema 20, Parchi letterari e professionalità geografi ca: il territorio tra trasfi gurazione e trasposizione utilitaristica a cura di P. Persi - pagine 144 Geotema 21, Orizzonti spirituali e itinerari terrestri a cura di G. Galliano - pagine 140

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GGEOTEMAEOTEMA 449.indb9.indb 220909 110/12/20150/12/2015 18:20:0118:20:01 Geotema 22, Confl ict and globalization a cura di E. Biagini - pagine 160 Geotema 23, L'immigrazione straniera in Italia. Casi, metodi e modelli a cura di P. Nodari - pagine 214 Geotema 24, Territorio, attori, progetti. Verso una geografi a comparata dello sviluppo a cura di P. P. Faggi - pagine 168 Geotema 25, Lotta alla siccità e alla desertifi cazione a cura di P. Gagliardo - pagine 136 Geotema 26, Geografi a e sviluppo locale tra dinamiche territoriali e processi di istituzionalizzazione a cura di E. Dansero e F. Governa - pagine 112 Geotema 27, Itineraria, Carte, Mappe: dal reale al virtuale. Dai viaggi del passato la conoscenza dell’oggi a cura di S. Conti - pagine 240 Geotema 28, Dai luoghi termali ai sistemi locali di turismo integrato a cura di G. Rocca - pagine 182 (esaurito) Geotema 29, Paesaggi terrazzati a cura di G. Scaramellini e D. Trischitta - pagine 184 Geotema 30, Territori tradizioni oggi a cura di G. Botta - pagine 158 Geotema 31-32, Competitività in sostenibilità: la dimensione territoriale nell’attuazione dei processi di Lisbona/ Gothenburg nelle regioni e nelle province italiane a cura di M. Prezioso - pagine 158 Geotema 33, Luoghi e identità di genere a cura di G. Cortesi - pagine 136 Geotema 34, Geografi a e nomi di luogo a cura di V. Aversano e L. Cassi - pagine 116 Geotema 35-36, 2009 Anno Internazionale delle Fibre Naturali a cura di C. Brusa, - pagine 184 Geotema 37, Identità territoriali. Rifl essioni in prospettiva interdisciplinare a cura di T. Banini - pagine 86 Geotema 38, I luoghi del commercio fra tradizione e innovazione a cura di C. Cirelli - pagine 144 Geotema 39, Dal turismo termale al turismo della salute: i poli e i sistemi locali di qualità a cura di G. Rocca - pagine 166 Geotema 40, Porti, trasporti marittimi, città portuali a cura di S. Soriani - pagine 144 Geotema 41, La ricerca empirica nel lavoro del geografo a cura di M. Loda - pagine 114 Geotema 42, Geografi e d’Italia e d’Europa: invito alla ricerca a cura di M. Prezioso - pagine 148 Geotema 43-44-45, Immigrazione e processi di interazione culturale a cura di C. Brusa - pagine 286 Geotema 46, Luoghi termali della memoria, luoghi turistico-termali di consolidata tradizione e sistemi turistici locali wellness-oriented a cura di G. Rocca - pagine 170 Geotema 47, Pianifi care la confi guratività territoriale: literacy, confl itto, partecipazione a cura di M. Maggioli e C. Arbore - pagine 106 Geotema 48, Esplorazioni per la cooperazione allo sviluppo: il contributo del sapere geografi co a cura di E. Bignante, E. Dansero, M. Loda - pagine 158 Geotema 49, Aree naturali protette, turismo e sviluppo locale sostenibile a cura di B. Cardinale, R. Scarlata, - pagine 210

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334_AUTORI4_AUTORI - INDICEINDICE NUMERI.inddNUMERI.indd 210210 111/12/20151/12/2015 17:46:3817:46:38 ISSN 1126-7798 49

Caterina BARILARO, Aree marginali e sviluppo locale. Il ruolo del Parco Regionale delle Serre dell’Emilia (Bo) Carmen BIZZARRI, La co-produzione nelle aree marine protett e per una gesti one sostenibile Marco BROGNA, Francesco Maria OLIVIERI, Aree protett e, turismo e forme di ricetti vità: il caso del Lazio Arianna BUZZELLI, Le Aree Protett e e le opportunità di sviluppo in Spagna. Il caso del Parco de L’Albufera Lina Maria CALANDRA, Governo partecipati vo delle aree protett e e sviluppo locale sostenibile. Il caso del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Giuseppe CALIGNANO, Alessandra MICCOLI, Liberata NICOLETTI, Turismo e sviluppo locale sostenibile: il Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase nella Macroregione Adriati co-Ionica Bernardo CARDINALE, La Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree marine protett e: la prima esperien- za dell’Area Marina Protett a “Torre del Cerrano” Bernardo CARDINALE, Marina FUSCHI, La protezione ambientale in Abruzzo: tra immaginario e realtà Igor JELEN, Alen CARLI, Paesaggi, risorse naturali e patrimonio etnografi co: strategie di sviluppo per le valli delle Alpi Giulie Giacomo CAVUTA, Dante DI MATTEO, Il Parco Nazionale del Gargano: la protezione della diversità dei paesaggi Mario CIPOLLONE, Alberto MICCADEI, Francesco VERROCCHIO, Consolidamento dell’identi tà del luogo ed ecoturismo: il blog “Noi Cerrano” Germana CITARELLA, Valorizzazione turisti ca dei territori creati vi protetti Elena DAI PRÀ, Anna Maria PIOLETTI, Alessandro RICCI, A ovest e a est: analisi delle politi che di valorizzazione delle aree naturali protett e in Valle d’Aosta e nella Provincia autonoma di Trento 4499 Barbara DELLE DONNE, Il turismo intorno al Vesuvio tra diffi coltà congenite ed esperienze di valorizzazione Domenico DE VINCENZO, L’impronta ecologica quale indicatore di sostenibilità in ambito turisti co. Il caso del- embre/dicembre 2015 - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Poste DL 353/2003 S.p.A. - Sped. in Abb. Poste Italiane 2015 - Poste embre/dicembre l’area Parco Naturale “Riviera di Ulisse” tt Raff aele DI MARCELLO, Mobilità dolce e turismo sostenibile. Il ruolo della biciclett a nelle aree protett e AAREEREE NNATURALIATURALI PPROTETTE,ROTETTE, TTURISMOURISMO E Claudio GAMBINO, La rete dei parchi regionali siciliani come modello di valorizzazione turisti ca integrata Sonia GAMBINO, Risorse naturali e capacità di att razione turisti ca: l’esempio della Riserva Naturale dello Zingaro SSVILUPPOVILUPPO LOCALELOCALE SOSTENIBILESOSTENIBILE Dino GAVINELLI, Giacomo ZANOLIN, Buone prati che nel Parque Nacional de Doñana: preservazione, fruizione e turismo sostenibile Alessandra GIANNELLI, Aree protett e e turismo sostenibile: il Gargano e le Isole Tremiti a cura di Rosalina GRUMO, L’ecoturismo nel Mediterraneo e l’Area Marina Protett a Torre Guaceto: salvaguardia e sviluppo Enrica LEMMI, Hervé MAMBOUENIMBOUMBA, Aree protett e e turismo: fra approccio “neoliberista” e soste- Bernardo Cardinale Rosy Scarlata nibilità. Il modello delle Cinque Terre Luigi MASTRONARDI, Maria Carla DE FRANCESCO, Agosti no GIANNELLI, Angela STANISCI, Biodiversità e turismo nella costa teati na: confl itt o o complementarietà? Geotema - Riv. Quadrimestrale - Anno XIX n. 3 se Quadrimestrale - Riv. Geotema Marta MELGIOVANNI, Giuseppe PICCIOLI RESTA, Il turismo subacqueo a Torre Cerrano: prospetti ve di sviluppo - 40057 Granarolo Inferiore - Via Badini 12 Quarto Editore in Legge 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1) - CN/BO Pàtron (conv. Roberto MOREA, Il turismo sostenibile nel Salento: il caso del Parco Naturale Regionale di Portoselvaggio e Pa- lude del Capitano Enrico NICOSIA, Carmelo Maria PORTO, Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. L’ecoturismo un fatt ore di sviluppo trainante? Maria Laura PAPPALARDO, Le aree naturali “minori” del Veneto, un esempio di recupero responsabile Astrid PELLICANO, Montecristo e Punta della Campanella tra protezione ambientale e sviluppo turisti co Emilia SARNO, La cooperazione transfrontaliera per le aree protett e nell’Eurodistrett o Adriati co G. Alessio SCARALE, Turismo e Sviluppo locale sostenibile nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: Progett o MaP Rosy SCARLATA, Aree naturali protett e, biodiversità e reti ecologiche: un approccio paradigmati co Stefano SORIANI, Marco TONINO, La diffi cile traduzione dei principi della Gesti one Integrata delle Zone Costi ere nella gesti one delle Aree Marine Protett e: il caso del Nord Adriati co Francesca SORRENTINI, La valorizzazione del turismo enogastronomico nelle aree protett e della Campania Giusti no VALLESE, Il paesaggio delle “diverse acque”, dalle aree naturali protett e ai corridoi ecologici fl uviali. geotema Strategie progett uali per la valorizzazione paesaggisti ca e turisti ca dell’entroterra e del litorale turisti co teramano geotema

Organo uffi ciale dell’Associazione Geografi Italiani PPàtronàtron EEditoreditore

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