SCUOLA DELL’INFANZIA ~ SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Viale G. Scorza – 87016 (CS) ~ tel. 0981 31193

MORANO CALABRO

SARACENA

Anni scolastici 2016/2017 – 2018/2019

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 Il presente Piano triennale dell’offerta formativa, relativo all’I.C. Morano Calabro- è elaborato ai sensi di quanto previsto dalla legge 13 luglio 2015, n. 107, recante la Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti;  il Piano è stato elaborato dal Collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico con proprio atto di indirizzo prot. 3829/A19 del 12/10/2016;  il Piano ha ricevuto il parere favorevole del Collegio dei docenti nella seduta del 25/10/2016;  il Piano è stato approvato dal Consiglio d’Istituto nella seduta del 26/10/2016;  il Piano, dopo l’approvazione, è stato inviato all’USR competente per le verifiche di legge ed in particolare per accertarne la compatibilità con i limiti di organico assegnato;  il piano è pubblicato nel portale unico dei dati della scuola.

2 Premessa

L’Istituto Comprensivo Statale Morano Calabro – Saracena aggrega, a partire dal 1° di settembre 2012, le scuole di due tra i principali paesi che fanno parte del Parco Nazionale del Pollino. L’Istituto Comprensivo assicura e garantisce la continuità educativa e didattica, con l’intento di realizzare la trasversalità dei progetti educativi e consentire l’integrazione delle competenze professionali degli insegnanti. Si propone come la sede della cultura e delle tradizioni locali per promuovere e rafforzare il senso dell’appartenenza degli allievi e dei docenti alla propria Comunità e al Territorio. Favorisce la continuità dei processi di apprendimento, la collaborazione dei docenti dei diversi ordini di scuola. Si pone come obiettivo primario l’erogazione di un servizio scolastico di qualità adeguato ai reali bisogni degli alunni dei tre ordini di istruzione: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Mira a garantire a ciascuno il diritto allo studio mediante la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi. E’ la sede idonea ad affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza, a innalzare i livelli di istruzione e delle competenze dei discenti attraverso la opportunità della realizzazione di un curricolo verticale, nel rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno per promuovere una scuola il più possibile inclusiva. S’impegna a contrastare le disuguaglianze socio-culturali e territoriali, a recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, a realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica. Promuove azioni di partecipazione e di cittadinanza attiva, garantisce il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e l’istruzione permanente dei cittadini attraverso “l’apertura della comunità scolastica al territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e realtà locali” (comma 2 - Legge 107/2015). Gli orientamenti contenuti nel Piano dell’Offerta Formativa s’integrano con le indicazioni assunte nella carta dei servizi scolastici e nel regolamento d’Istituto e definiscono i nuclei fondamentali della progettazione d’Istituto.

A partire dall’anno scolastico 2015/2016, il documento che esplicita il Piano dell’Offerta Formativa dell’Istituto viene presentato in tempi e modi differenziati rispetto ai piani annuali precedenti. Il PTOF che ha durata triennale, raccoglie e illustra gli elementi fondamentali dell’offerta formativa e può essere rivisto e aggiornato, ogni qualvolta si rende necessario e comunque ogni anno entro il mese di ottobre.

La Legge 107 del luglio 2015 ha tracciato le nuove linee per l’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa e ha sostituito l’art. 3 del DPR n. 275 del 1999 con il ‘comma 14 che assegna al dirigente scolastico il compito di comunicare al collegio dei docenti gli indirizzi per la programmazione delle attività della scuola e per le scelte di gestione e di amministrazione. L’intera progettazione del piano che deve considerare le proposte, i bisogni del territorio e dell’utenza è affidata al Collegio dei Docenti, che delega la

3 relativa stesura alla funzione strumentale preposta, mentre l’approvazione del piano è di competenza del Consiglio di Istituto. La valutazione in atto nella scuola, iniziata con la stesura del RAV e con il Piano di Miglioramento che è parte integrante della progettazione, rappresenta punto di partenza fondamentale per la redazione del documento triennale, in coerenza alle finalità educative e formative dei diversi ordini di scuola.

Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell'ambito della loro autonomia.

Il dirigente privilegerà la realizzazione degli “interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio, per l'esercizio della libertà di insegnamento, intesa anche come libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica, per l'esercizio della libertà di scelta educativa delle famiglie e per l'attuazione del diritto all'apprendimento da parte degli alunni”.

Ai fini della predisposizione del piano, il dirigente scolastico promuove i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio; tiene altresì conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti”.

Gli indirizzi definiti dal dirigente scolastico servono ad orientare le azioni che si intendono svolgere per il raggiungimento delle mete prefissate, tenendo conto degli obiettivi da perseguire sia sul piano didattico- educativo e formativo degli alunni che su quello organizzativo ed amministrativo.

La gestione unitaria dell’istituzione scolastica e delle risorse finanziarie e strumentali, i poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane costituiscono i cardini attraverso cui l’azione dirigenziale implementa gli obiettivi; questi ultimi afferiscono a due aree che si intrecciano ― l’area della didattica e quella organizzativa ― da un punto di vista operativo la seconda area agisce a supporto della prima proprio per organizzare “l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative”

Nel PTOF é inserita una cornice di presentazione delle finalità generali che la scuola ha intenzione di perseguire, traendole direttamente dalla legge 107, ma adeguandole al tempo stesso al contesto sociale e culturale di appartenenza. In sintesi, trae le sue finalità generali sia dal comma 1 della legge citata sia dalle risultanze della prima fase di autovalutazione delle scuole eseguita attraverso il RAV.

Gli obiettivi prioritari di cui al comma 7, scelti dalle scuole, costituiscono, una chiave di lettura delle intenzionalità delle scuole circa l’ampliamento dell’offerta formativa.

Nell'elaborare il Piano, l’Istituto si fa interprete delle problematiche legate all'identità sociale e alla storia locale; rileva i bisogni e le proposte provenienti dal contesto per individuare le finalità prioritarie; promuove una scuola aperta al territorio, all’interazione con le famiglie alla collaborazione con gli Enti e le diverse

4 agenzie educative presenti, utilizza le forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa per garantire un’organizzazione funzionale e un servizio di qualità; articola una ricca proposta di attività per la piena realizzazione del curricolo e dei progetti integrativi per il pieno raggiungimento degli obiettivi basati sulla valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento di ciascuno.

In sintesi, il piano triennale dell’offerta formativa si può configurare come nel seguente schema:

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Comunicare con le famiglie, gli Enti e Garantire un’organizzazione altri soggetti con i funzionale quali la scuola opera

Potenziare l’offerta Aprire la scuola al formativa territorio

Elevare la qualità Considerare i bisogni dei servizi educativi degli alunni e della comunità di appartenenza

6 Il nostro Piano si rivolge: Agli alunni, protagonisti del processo di formazione, e alle loro famiglie per comunicare loro le scelte culturali, pedagogiche e didattiche dell’Istituto e promuovere la loro collaborazione e partecipazione attiva, nell’ottica del “contratto formativo”; Agli operatori scolastici, per realizzare all’interno dell’Istituto un processo di progettazione comune basato sulla condivisione dei modelli culturali e pedagogici di riferimento, nel rispetto della libertà di insegnamento; Alla comunità locale, alle agenzie culturali, educative e ludiche del territorio e ai soggetti esterni, enti pubblici e, possibilmente, anche privati, per promuovere sinergie e opportunità di impegno comune su obiettivi educativi e culturali condivisi. PRINCIPI ISPIRATORI I principi del nostro Piano dell’Offerta Formativa si ispirano ai seguenti documenti:  la Carta Costituzionale (articoli 3, 33 e 34);  il regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche (D.P.R. 275/’99);  indicazioni per i Piani di Studi Personalizzati (L. 53/2003 e D. lgs 59/2004);  raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio Europeo in merito alle competenze chiave per l’apprendimento permanente (18 dicembre 2006);  Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del 1° ciclo d’istruzione (D. M. novembre 2012);  Certificazione delle Competenze nel 1° ciclo d’istruzione (C. M. 3/febbraio 2015);  riforma del sistema nazionale d’istruzione e formazione Legge n. 107/13 luglio 2015).

Il nostro Piano Triennale, pertanto, fa propri i seguenti principi di riferimento:

 Uguaglianza che significa: “riconoscimento delle pari opportunità degli alunni, “senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua, di religione … di condizioni personali e sociali” ;  Equità che significa: dare risposte diverse alla diversità dei bisogni individuali, personalizzando gli interventi educativi e didattici;  Sussidiarietà che significa: agire sul territorio in modo sinergico, rafforzando le relazioni con gli altri soggetti (enti locali, associazioni …) per migliorare il servizio d’istruzione;  Imparzialità e trasparenza che significa: garantire osservanza di questi principi nella formazione delle classi e l’assegnare i docenti alle stesse, nella definizione degli orari, nella circolazione delle informazioni interne ed esterne, nella chiarezza dei documenti;  Integrazione ed orientamento che significa: includere tutti gli alunni per orientarli in base alle proprie attitudini e potenzialità; riconoscere tutti gli alunni, compresi i diversamente abili e/o in situazione di disagio, come portatori di valori umani e sociali.

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1. LA VISION DELL’ISTITUTO La vision, condivisa dalle diverse componenti, rappresenta la direzione verso cui intendiamo continuare a muoverci e la proiezione delle aspettative che gli ordini di scuola del nostro Istituto vorrebbero realizzare nei prossimi anni. La Scuola che “sogniamo” e vogliamo realizzare per i nostri alunni:  Una scuola pienamente formativa in grado di promuovere, attraverso una pluralità di saperi, di progetti, di integrazioni curricolari e di esperienze significative, la maturazione globale della personalità dei propri alunni;  Una scuola dinamica e viva dove si apprende attraverso un processo di partecipazione attiva del sapere e non per ricezione passiva di informazioni;  Una scuola accogliente dove sono favoriti i rapporti socio-affettivi tra gli alunni della stessa classe e della stessa scuola, tra gli alunni e gli operatori scolastici; una scuola partecipata che sa instaurare rapporti costruttivi di collaborazione con le famiglie, con enti e associazioni operanti sul territorio, per migliorare la vita scolastica ed innescare processi innovativi;  Una scuola inclusiva che valorizza le differenze, crea legami autentici tra le persone, favorisce l’incontro tra culture diverse e le differenti realtà sociali del territorio; una scuola attenta che elabora iniziative a favore degli alunni in situazione di disagio personale e sociale per realizzare relazioni di accettazione;  Una scuola competente che realizza moduli didattici finalizzati all’integrazione tra linguaggi diversi, per ricondurre all’unitarietà il sapere;  Una scuola organizzata e dotata di ambienti diversificati, per svolgere attività con attrezzature funzionali; flessibile negli orari e nell’organizzazione;  Una scuola aggiornata e al passo con i tempi, capace di “leggere” i cambiamenti della società in cui è inserita e di progettare il miglioramento della qualità dell’offerta formativa e di servizio, nella piena valorizzazione dei contributi specifici interni ed esterni;  Una scuola responsabilizzante dove si potenzia la capacità di operare delle scelte, di progettare, di assumere responsabilità e impegno, di realizzare e di rendicontare rispetto a ciò che offre, accogliendo serenamente ogni critica costruttiva;  Una scuola dialogante e cooperante con altre agenzie educative per costruire un sistema formativo allargato.

8 2. LA MISSION DELL’ISTITUTO Fermi restando le finalità̀ e gli obiettivi previsti dalla nuova Legge 107/2015, dalle indicazioni nazionali, fatti salvi i traguardi da raggiungere nell’ambito delle singole discipline, la scuola, in base anche agli atti d’indirizzo del Dirigente Scolastico, individua le seguenti priorità strategiche:

 Rispondere alla locale domanda di formazione per assicurare una solida preparazione culturale;  Rispondere alle esigenze e alle aspettative delle famiglie;  Integrare scuola e territorio;  Attivare sinergie tra soggetti istituzionali e non;  Curare l’ambiente d’apprendimento e del clima scolastico;  Potenziare la struttura logistica e la sua organizzazione;  Ampliare l’offerta formativa per educare alle pari opportunità e alla parità tra i sessi e prevenire qualsiasi forma di violenza; rafforzare la memoria e l’identità, il senso di appartenenza alla comunità sociale e civile;  Progettare percorsi educativi e didattici che offrano opportunità di apprendimento a tutti gli alunni;  Istituire relazioni umane che facilitino, all’interno della scuola, il processo insegnamento-apprendimento;  Includere le diversità;  Prevenire e recuperare la dispersione scolastica e l’insuccesso formativo;  Accrescere lo stile professionale dei docenti e riconoscere la necessità della formazione e aggiornamento del personale;  Migliorare la gestione economica: risparmi, investimenti, ricerca di fondi;  Migliore l’organizzazione scolastica: incrementare la leadership diffusa;  Ampliare e accrescere l’apertura mentale: partecipazione a reti territoriali, interregionali, europee, cooperazione internazionale.

9 3. Dal RAV (Rapporto di Autovalutazione) al Piano di Miglioramento Sulla base dei risultati dell’attività di autovalutazione effettuata, la scuola elabora un Piano finalizzato al miglioramento complessivo dell’Offerta Formativa, partendo dai punti deboli emersi e associando ad essi dei traguardi ritenuti prioritari. Tale Piano sarà allegato al presente documento; si riporta, comunque, il seguente schema di sintesi:

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LA STRUTTURA DELL’ISTITUTO

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L’Istituto Comprensivo Statale Morano Calabro - Saracena è composto in entrambi i paesi di riferimento da una scuola dell’Infanzia, una scuola Primaria e una scuola Secondaria di primo grado.

LE SCUOLE DI MORANO CALABRO:

. scuola dell’infanzia “VINCENZO SEVERINI” con quattro sezioni; . scuola primaria “VINCENZO SEVERINI” con nove classi; . scuola secondaria di primo grado “GAETANO SCORZA” con sei classi.

LE SCUOLE DI SARACENA:

. scuola dell’Infanzia con tre sezioni; . scuola Primaria con sei classi; . scuola Secondaria di primo grado “PRIMO LEVI” con sei classi.

La presenza dei tre gradi di scuola favorisce il raccordo e la continuità educativa e garantisce l’unitarietà d’intenti e d’interventi.

DATI ALUNNI E SCUOLE

MORANO CALABRO SARACENA

NUMERO NUMERO NUMERO NUMERO NUMERO NUMERO SEZIONI/CLASSI ALLIEVI DOCENTI SEZIONI/CLASSI ALLIEVI DOCENTI

SCUOLA DELL’INFANZIA 4 101 10 3 68 7

SCUOLA PRIMARIA 9 161 14 6 110 9

SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO 4 73 16 4 82 15 TOTALE 17 335 40 13 260 31 NUMERO DATI COMPLESSIVI NUMERO ALLIEVI NUMERO DOCENTI SEZIONI/CLASSI (alcuni docenti si alternano sui due comuni) TOTALE 30 595 65

STRUTTURE E ORGANIZZAZIONE

SCUOLA DELL’INFANZIA

La scuola dell’Infanzia di Morano Calabro è ubicata al primo piano del plesso di Viale Scorza; è dotata delle aule necessarie per le quattro sezioni, della cucina, della saletta mensa, dei servizi igienici e di un locale più ampio per attività ludiche e motorie. Adiacente alla scuola c’è uno spazio attrezzato che può essere utilizzato nei periodi di bel tempo.

La Scuola dell’Infanzia di Saracena si trova in Via A. Moro; ci sono, oltre le aule necessarie per ospitare i bambini delle tre sezioni, un locale più ampio per attività ludiche e motorie, la cucina, la saletta mensa e i servizi igienici. Sul retro della scuola c’è un ampio cortile che può essere

12 utilizzato nei periodi di bel tempo.

Tempo scuola La Scuola dell’Infanzia è aperta dal lunedì al venerdì con il seguente orario: 8,00 –16,00 con mensa dalle ore 12,00 alle ore 13,00. Tutte le sezioni funzionano a tempo pieno (40 h settimanali) tranne la sez. A di Saracena che termina la propria attività alle ore 14,00 (25 h settimanali). Quasi tutti i bambini usufruiscono dei servizi di trasporto con scuolabus e di mensa, gestiti dal Comune.

SCUOLA PRIMARIA La scuola Primaria di Morano Calabro (Sede Centrale) è nel plesso di via Tufarello; ospita gli uffici di presidenza e di segreteria. Ci sono ampie aule che accolgono gli alunni delle diverse classi, un locale per le riunioni collegiali, un laboratorio informatico, la biblioteca scolastica, un locale per altre attività e la vicina palestra comunale. In ogni aula è presente una LIM. La Scuola Primaria di Saracena si trova in Via F. Senatore, ci sono le aule necessarie per la didattica e i servizi igienici. Antistante al plesso c’è la palestra comunale, dove si può accedere per le attività ludiche e motorie. Alcune aule sono dotate di LIM. Tempo scuola Morano Calabro: 30 ore settimanali: entrata 8,25 / uscita 13,25 Saracena: 30 ore settimanali: entrata 8,35 / uscita 13,35 Programmazione settimanale delle attività didattiche:

martedì dalle ore 14,30 alle ore 16,30

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

La scuola Secondaria di primo grado di Morano Calabro è ubicata al secondo piano nel plesso di viale Scorza. Ci sono le aule, tutte attrezzate di LIM, che ospitano gli alunni delle diverse classi, i servizi igienici e un piccolo locale per attività organizzative. Un ampio locale sottostante può essere utilizzato per attività di tipo musicale; nello stesso sono allocati dei computer e una LIM.

La Scuola Secondaria di 1° grado di Saracena si trova in Via F. Senatore, ci sono le aule necessarie per la didattica e i servizi igienici. Un’aula è a disposizione degli insegnanti e un locale viene utilizzato dal Dirigente nei giorni in cui è presente nella sede di Saracena. Un piccolo box centrale è utile per attività organizzative. C’è una piccola infermeria. Sul retro del plesso si trova la palestra comunale, dove si può accedere per le attività motorie. Tutte le aule sono dotate di LIM. Tempo scuola Morano Calabro:  36 ore di attività curricolare con entrata alle ore 8,20 e uscita alle ore 13,20; mensa e attività pomeridiane il martedì e il venerdì con uscita alle ore 16,20. Saracena:  36 ore di attività curricolare con entrata alle ore 8,00 e uscita alle ore 13,00; mensa e attività pomeridiana il martedì e il venerdì con uscita alle ore 16,00.

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4. ANALISI DEL CONTESTO E BISOGNI EDUCATIVI

Il TERRITORIO: caratteristiche ~ storia ~ risorse culturali ed economiche

Morano Calabro sorge nell'alta valle del fiume , nel cuore del Parco Nazionale Del Pollino. La superficie è di 112,34 km e si estende dal piano di Campotenese a nord-ovest verso il crinale del monte Pollino (2248 m.) e della Serra Dolcedorme (2266 m.). Il Monte Sant'Angelo marca il confine con il comune di Castrovillari situato a sud-est. Il paese di circa 5000 abitanti, dalle origini antichissime risalenti all'antica Sibari, è caratteristico per l'architettonica dell'abitato, che con le sue case degradanti e le strette vie crea una suggestiva illusione prospettica per cui le abitazioni paiono essere attaccate le une alle altre.

Tale assetto urbano si fa risalire all'epoca romana e medioevale: è infatti accertato che l'odierno castello, che si erge sulla sommità di un colle di forma conica (694 m.s.l.m.) sul quale si trova arroccato l'antico nucleo, potrebbe ricalcare un più antico fortilizio difensivo di epoca romana. Il nome Morano, o Muranum in latino, infatti, pone chiara luce sulla sua fondazione romana e riapre la questione sull'origine, appunto, del toponimo latino " Muranum", comparso per la prima volta in una pietra miliare del II sec. a.C., la cosiddetta Lapis Pollae (o lapide di Polla). Successivamente, nel cosiddetto "Itinerario di Antonino", appare con il nome di "Summuranum". Sarebbe un grave errore farlo, però, farlo derivare dai Mori, dato che il paese esisteva già molti secoli prima della loro venuta. Ugualmente erroneo è dire che venne così chiamato dai gelsi mori di cui abbonda il territorio, poiché l'introduzione di questa cultura in questa zona avvenne senza dubbio diversi secoli dopo la sua fondazione. In epoca altomedioevale, durante le incursioni saracene del IX

14 secolo, venne combattuta fra moranesi e saraceni una battaglia che vide vittoriosi i primi. Oggi viene ricordata come simbolo dell'indipendenza cittadina in una annuale rievocazione, la Festa della bandiera, oltre che iconograficamente sullo stemma della città. Nell'età medioevale il borgo fu feudo di Apollonio Morano, dei Fasanella e Antonello Fuscaldo e nel XIV secolo passò ai Sanseverino di Bisignano. Questa nobile famiglia si sentì molto legata a Morano, lasciando numerose e preziose tracce storico-artistiche che li videro come mecenati. Nel 1614 il feudo venne ceduto agli Spinelli principi di Scalea, fino al 1808, anno di eversione dal feudalesimo. Il borgo seguì successivamente le sorti del Regno delle due Sicilie e del nascente Regno d'Italia. Una nota particolare merita il grande flusso migratorio che ha interessato il borgo fra l'ultimo ventennio del XIX secolo e i primi del '900, così come è attestato da un drastico calo demografico. Gran parte di questi flussi erano indirizzati all'estero, in particolar modo verso i paesi dell'America latina. All'inizio degli anni ottanta, il comune di Morano Calabro si è gemellato con la città di Porto Alegre in Brasile, per l'alta concentrazione di moranesi, stimati intorno alle quindicimila unità. Oggi la sua particolarità lo fa rientrare fra i cento borghi più belli d'Italia. A Morano sono presenti numerose e antiche chiese che custodiscono preziose opere d'arte. La Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo sorge sulla sommità dell'abitato nei pressi del Castello Normanno-Svevo. La sua fondazione si fa risalire intorno all'anno mille; il campanile in pianta quadrangolare fu costruito in epoca medioevale. La facciata è a struttura " a capanna", nel timpano è sormontata da una nicchia con la statua di San Pietro di periodo angioino. L'interno a tre navate a pianta basilicale custodisce pregevolissime opere d'arte in particolare: un affresco raffigurante la Vergine delle Grazie, una Croce Processionale in argento (1445), quattro statue in marmo di Carrara eseguite da Pietro Bernini risalenti al XVI secolo che raffigurano Santa Caterina e Santa Lucia (1592) e San Pietro e Paolo del 1602. Importante è la presenza di due pale d'altare del '600: l'adorazione dei pastori e la Madonna in trono col Bambinello e 4 Santi attribuite a G.B. Colimodio. Della seconda metà del '700 è il Coro in stile rococò dei fratelli Fusco. Pregevolissimo,un organo portatile del '700 decorato. La Collegiata di Santa Maria Maddalena viene considerata da alcuni come una delle più antiche chiese di Morano. Di origine bizantina, costituisce una delle espressioni più chiare di architettura barocca in . La facciata di stile neoclassico è ripartita in due livelli. Il Campanile (1817) e la Cupola (1794) furono rivestiti di caratteristiche maioliche in stile campano di colore giallo e verde nel 1862.Numerose sono le opere conservate tra cui la Madonna degli Angeli (1505) di Antonello Gagini, celebre scultore rinascimentale e il polittico (1477), opera realizzata dal pittore veneto Bartolomeo Vivarini su apposita commissione del feudatario Sanseverino, oppure secondo alcuni del vescovo Zenone per il Monastero di San Bernardino da Siena. Dopo vari tentativi di trafugamento e un accurato restauro,dal 1995 il Polittico è custodito nella sagrestia della Collegiata della Maddalena. La chiesa di San Nicola di Bari si trova nel cuore del centro storico. L’ingresso è situato sulla piazzetta da cui prende il nome, nei pressi della più antica fontana moranese.

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Il Complesso monastico di San Bernardino, in stile tardo gotico, è uno dei migliori esempi di architettura francescana del '400 che si possono rintracciare in Calabria. La fondazione ha inizio il 31 maggio 1452 grazie all'interessamento del principe Sanseverino. I lavori si protrassero per oltre un trentennio e la consacrazione avvenne il 23 aprile del 1485. La chiesa occupa l'intero fianco destro del complesso: l'interno è costituito da una grande navata centrale; lungo l'intero lato destro della navata centrale si trovano tre arcate a sesto acuto. L'esterno è abbastanza sobrio come gli interni, così come può essere ritenuto tipico degli ideali pauperistici francescani. Il portale di accesso alla chiesa è a sesto acuto, un secondo di minori dimensioni sul lato sinistro, immette nel chiostro dell'attiguo monastero. Altri edifici storici e religiosi sono: il convento dei Cappuccini, costruito fra il 1590 e il 1606, è una struttura semplice ed essenziale come nello stile francescano. Soppresso in epoca napoleonica venne riaperto al culto a metà ottocento. La chiesa del Carmine, posta nelle adiacenze della Collegiata della Maddalena, venne fondata dai Carmelitani nel 1568, i quali avevano allestito in quello che è l'attuale palazzo municipale un ospedale in soccorso dei viandanti in Terrasanta. Oggi la chiesa del Carmine ospita l'Esposizione permanente di Arte Sacra, un percorso dal 1600 al 1800 tra i più importanti e pregiati manufatti, provenienti dalle filande napoletane e moranesi, appartenenti alla Collegiata della Maddalena e alla Congregazione del Carmine. Si possono ammirare, inoltre, la sezione di argenteria sacra con rilevanti suppellettili liturgiche del XVIII secolo nonché opere lignee sempre del XVIII secolo. Il territorio di Morano Calabro è di alto interesse turistico anche per varie caratteristiche naturali. Si estende in gran parte nell’area del Parco Nazionale del Pollino, che è uno dei Parchi più vasti d’Europa. Il verde che ricopre i monti circostanti è costituito da fitti boschi di faggio, leccio e carpini nella parte più bassa, fino ad arrivare quasi sulle vette dove sono presenti boschi spontanei di Pino loricato con esemplari rari e millenari. Questa conifera “relitta” di ere lontane dalle forme contorte e sofferte, in territorio italiano, vive solo sulle vette del Pollino, in un ambiente unico e incontaminato. Nei boschi di questo massiccio troviamo anche delle varietà di fauna protetta come le aquile reali, il lupo e il capriolo e da qualche anno cervi e grifoni. L’ambiente è ricco di praterie d’alta quota, rocce laviche, timpe, gole, fiumi, vallate e grotte. Tra queste ultime, di notevole interesse, è il complesso carsico delle grotte di San Paolo che si trova nell’omonima contrada del comune di Morano, indimenticabile “galleria d’arte” sotterranea ricca di stalattiti e stalagmiti e soprattutto di rarissime concrezioni calcaree coralline. In Contrada Sassone si trova, invece, la cosiddetta Grotta di Donna Marsiglia, una caverna preistorica naturale, usata come sepolcreto nel periodo neolitico e nella prima età dei metalli, con reliquie dell’età del rame e del bronzo esposte al museo Archeologico di Reggio Calabria. Sempre nel Comune di Morano si trovano i ruderi di Sassone, forse l’antica Xiphaea o Xiphaeum: si tratta di avanzi di cinta muraria con due porte urbiche. A Campotenese, invece, vi sono i ruderi di un

16 fortilizio borbonico. Al 1545, risalgono, i resti del convento agostiniano di Colloreto, distante appena cinque chilometri dall’abitato, dalla parte più alta del quale, nelle giornate serene, è possibile intravedere il Mar Ionio. Morano è ricco di spazi verdi con orti recintati da antichi muri di pietra nel centro storico e parchi attrezzati come la bellissima Villa Comunale, sita di fronte al complesso monumentale di San Bernardino. Essa rappresenta per i giovani, soprattutto nel periodo estivo, un luogo di socializzazione e aggregazione. Negli ultimi anni sono sorte associazioni sportive, di volontariato e culturali tra le quali la Banda con l’orchestra di fiati di Morano, che continua la radicata tradizione musicale del nostro paese. “Marinella Bruno Onlus” è un’associazione che opera nel sociale e organizza eventi nel corso dell’anno. Tra i luoghi di aggregazione culturale e ricreativa, vanno menzionati, inoltre, l’Auditorium Comunale utile per rappresentazioni teatrali, concerti e convegni, la biblioteca comunale, il palazzo Scorza recentemente restaurato in cui hanno sede le Associazioni dei due gruppi folcloristici. Interessante riferimento culturale è il Centro Studi “Il Nibbio”, un’istituzione scientifica che ha per scopo l’incremento e la diffusione del patrimonio naturalistico che il nostro territorio è in grado di offrire. Tra il 1984 e il 1985 nasce il Museo di Storia dell’Agricoltura e della Pastorizia che si articola in 9 sezioni, all’interno delle quali, attraverso un’indagine interdisciplinare di storia sociale, viene offerta una lettura dei settori primari dell’economia del territorio moranese. Le bellezze naturali, paesaggistiche e artistiche di Morano hanno determinato negli anni un apprezzabile sviluppo turistico con la nascita di attività legate all’ospitalità rurale, di B&B e alla ristorazione, favorite da buoni collegamenti stradali ed autostradali. Tali attività incidono lievemente sullo sviluppo economico e occupazionale del paese. La scuola nel recepire le potenzialità della società moranese si apre al territorio e ne interpreta bisogni, promuove attività ed interventi per limitare situazioni di disagio socio-ambientale soprattutto giovanile. Favorisce, inoltre, la cultura dell’imprenditorialità e del cooperativismo per la costruzione di opportunità di lavoro in un contesto dove permane alto il livello di disoccupazione con ciò che ne consegue.

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Il territorio di Saracena è inserito nel Parco Nazionale del Pollino. Ha una popolazione di quasi 4500 abitanti e un’estensione di 11.152 ettari di cui circa metà è montano . L’abitato, posto a 650 m sul livello del mare, guarda a Sud- Est la pianura di Sibari e il mare Jonio. A Ovest scorre il fiume Garga che in località “Madonna delle Fiumara” forma un laghetto artificiale per l’alimentazione di una centrale idroelettrica costruita all’inizio degli anni ‘50 e poi passata all’ENEL. Le zone montane che circondano Saracena sono tra le più belle e meglio conservate dell’area del Pollino, tra i boschi di faggi e di castagni, si aprono numerose piccole valli. Il patrimonio montano è costituito da circa seimila ettari di boschi; su tutte le vette, si erge maestoso il Monte Caramolo, con i suoi 1827 metri di altezza, anticamente famoso con il nome di “Monte delle Grazie”, per le molte erbe medicinali che vi germogliano. Gran parte di queste montagne è ricoperta da fitti boschi e alberi secolari che costituiscono una significativa ricchezza: faggi, abeti, orni, cerri, lecci, pioppi tigli aceri e castagni.

Alcuni storici sostengono che Saracena è stata fondata dagli Enotri intorno al XVI sec. a.C. assegnandogli il nome di Sestion. Altri invece sono propensi a una fondazione da parte dei Troiani esuli dalla loro città distrutta (1.183 a.C.) chiamandola Gàrgara. In ogni caso, i numerosi ritrovamenti testimoniano che questo territorio è stato frequentato sin dal primo periodo micenèo, trovandosi il suo vecchio sito abitativo (Città Vetere) a metà sulla strada che collegava i due mari che bagnano la Calabria: lo Jonio e il Tirreno. In tutto il periodo Medievale, per la sua importanza strategica e commerciale, subì svariate occupazioni da parte dei Saraceni, dei Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi. La fondazione dell’abitato si deve far ascendere, con molta probabilità, intorno al 900 d.C., epoca in cui in questa parte della Calabria s’installarono nuclei di saraceni, le cui tipologie urbanistiche si riconoscono ancora nell’intreccio di viuzze che compongono il centro storico del paese che, anche se è stato poco curato, si presenta interessante e suggestivo ed è stato considerato uno dei più importanti della zona del Pollino. Nel suo tessuto urbano sono contenuti elementi di urbanistica bizantina, araba e normanna; ricco di vie strette e tortuose, slarghi improvvisi, ripide scalinate e cunicoli che s’infilano sotto le case.

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Vi sono a Saracena tre chiese e numerose cappelle. La chiesa di San Leone Vescovo e protettore del paese, di stile medievale, è la più grande. Accanto si trova il campanile romanico che risale al 1224. L’interno di stile barocco si presenta diviso da tre navate separate da sei pilastri. Contiene opere di particolare valore artistico come il portale dell’ingresso principale, in pietra lavorata del XVI sec. La chiesa di Santa Maria del Gamio, dedicata alla Vergine Maria sotto il titolo del Gamio dal greco (gamos = delle nozze) forse riferite a quelle di Cana, è la più antica, situata nella parte bassa dell’abitato, è orientata da ovest ad est, come tutte le chiese Bizantine. La sua costruzione affonda le sue origini lontane nel tempo quando queste contrade erano abitate o almeno influenzate dai bizantini al cui rito la chiesa appartenne fino al 1568. Numerose sono le opere ivi conservate, tra cui: un sontuoso soffitto a cassettoni lignei intagliati dorati e decorati risalenti al 1600. Annesso alla chiesa, si trova il museo di arte sacra, dove sono esposti parati, busti di santi reliquiari, dipinti e un notevole corredo di argenterie dei secoli XVII e XVIII oltre a preziosi documenti di archivio e manoscritti.

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Individuati dall’associazione “ SEXTIO”, vi sono nel territorio di Saracena due siti archeologici, dove già sono state effettuate le prime fruttuose campagne di scavi: “ La grotta di S. Michele” (già S. Angelo) ed “Enotrio di Cittavetere”. La pinacoteca comunale, fondata nel 1985 con il lascito dell’Associazione Artistico-culturale “Sestium” e poi arricchita con la donazione di numerosi artisti, accoglie opere di pittura e scultura dei più affermati maestri contemporanei, tra i quali: Guttuso, Alfano, Treccani e molti altri. I prodotti agricoli principali sono: l’olio d’oliva e l’uva da vino. Prodotto d’eccellenza è considerato il moscato. Le scuole di SARACENA raccolgono l’utenza del territorio comunale di Saracena, della frazione di Zoccalia e di varie contrade rurali. Il Comune di Saracena fa parte: - della Comunità Montana del Pollino/Ente Parco Nazionale del Pollino; - dell’A. S. P. di Cosenza – Distretto Sanitario di Castrovillari; - della Diocesi di Cassano Ionio.

Le risorse economico-sociali e le forme di lavoro del paese sono preminentemente di tipo agricolo, commerciale, artigianale. Sono rilevanti i fenomeni della disoccupazione giovanile e femminile e della mobilità. Non sono presenti sul territorio attività industriali; vi sono i servizi pubblici essenziali. Un fenomeno ancora esistente, anche se meno rilevante rispetto al passato, è l’emigrazione, dovuta essenzialmente alle modeste risorse economiche del territorio. Molti genitori sono costretti a spostarsi quotidianamente nelle zone limitrofe per raggiungere il posto di lavoro; questa forma di pendolarismo non agevola la presenza continua e metodica di uno o di entrambi i genitori nella famiglia che ne risulta penalizzata nell’azione di collaborazione con la scuola e di sorveglianza della vita dei figli. Mancano luoghi di aggregazione culturale e ricreativa: non vi sono parchi, giardini, spazi verdi; ci sono tre palestre e due scuole di danza private, un campo di calcio e uno da tennis. Da qualche anno, l’Amministrazione Comunale ha realizzato un “Auditorium”, utile a proiezioni e rappresentazioni teatrali. Recentemente l’Amministrazione Provinciale ha costruito un centro sportivo polifunzionale attiguo alle scuole Primaria e Secondaria

20 di 1° grado che viene utilizzato per lo svolgimento delle attività motorie. La piazza e i bar erano prevalentemente, fino a poco tempo fa, i luoghi della socializzazione; negli ultimi anni sono nate alcune aggregazioni di volontariato, associazioni sportive, di ricerca storica e culturale. La scuola, insieme all’azione svolta dalle due parrocchie, dalla Pro Loco, dal coro polifonico e dalla banda musicale, concorre alla crescita culturale ed alla formazione dei giovani di Saracena che, dopo la Scuola Secondaria di 1° grado, sono tutti costretti a viaggiare per raggiungere le scuole superiori di Castrovillari o di altri Centri. Gli allievi hanno un’età che va dai due anni e mezzo ai quattordici; hanno ritmi di vita regolari; sono motivati maggiormente verso le attività sportive e ludiche, meno verso attività culturali e sociali. CRITICITA’ EDUCATIVE COMUNI ALLE DUE REALTA’ TERRITORIALI In base all’esperienza degli insegnanti e all’indagine effettuata per individuare i bisogni e le esigenze degli alunni, sono emerse le seguenti problematiche:  è generalizzata una carenza di esperienza linguistica;  c’è un uso ristretto della lingua italiana e una standardizzazione del linguaggio mediato dalla televisione che resta, insieme all’uso improprio di cellulari e computer, il più importante punto di riferimento per il tempo libero dei nostri alunni;  c’è una mancanza di stimoli culturali e di abitudine allo studio e alla riflessione personale e critica; limitato è il possesso di un metodo di lavoro efficace;  si stenta a decollare la valorizzazione della cultura del passato (memoria storica) del paese; che per molti anni è stata quasi rimossa;  scarsa fruizione delle bellezze naturali dell’ambiente sarebbe opportuno, dunque, avviare un processo di rivalorizzazione del patrimonio montano che contribuisca a far acquisire maggiore consapevolezza del valore del territorio circostante;  esiste una fascia di alunni, sia pure limitata, che evidenza disagio socio-ambientale che si traduce in svantaggio culturale e difficoltà d’apprendimento;  a livello linguistico - comunicativo emergono, attualmente, anche bisogni relativi alla presenza di alcuni alunni stranieri che sono piuttosto limitati nell’uso della lingua italiana, con conseguenti problemi d’apprendimento in tutte le discipline.  nell’ambito logico-matematico si registrano difficoltà concettuali, procedurali e nella risoluzione di problemi più complessi.

21 MODALITA’ D’INTERAZIONE CON IL TERRITORIO a) Ambito culturale o Realizzazione di iniziative culturali rivolte a genitori, alunni e insegnanti; o Intese, accordi o convenzioni con associazioni culturali e enti pubblici, in particolare con:  Comune di Morano Calabro e Comune di Saracena  ASP Cosenza  Ente Parco del Pollino  Parrocchie presenti nei due comuni di riferimento  Associazione culturale “Marinella Bruno onlus”  Associazione culturale “Il filo d’Arianna”  Tutte le altre convenzioni che verranno. o Adesione alla Rete di scuole area del Pollino con Istituto capofila la scuola secondaria di primo grado “E. De Nicola” di Castrovillari. o Adesione alla Rete scolastica Sperimentare la certificazione delle competenze con scuola capofila l’Istituto Omnicomprensivo Europeo di Arconate e Buscate. o Adesione al progetto Metamorfosi: se io avessi una scuola come piace a me, lì tutto sarebbe possibile in rete con IIS Pitagora-Calvosa di Castrovillari (scuola capofila). o Uso degli strumenti informatici e delle tecnologie multimediali come veicolo di conoscenza e di connessione con altre realtà. o Collaborazione con scuole superiori anche nell’ottica dell’orientamento scolastico. o Partecipazione ad attività culturali a livello locale e nazionale. o Attività motoria a partire dalla scuola dell’Infanzia fino alla Secondaria di 1° grado e partecipazione ai giochi sportivi studenteschi. o Partecipazione concorsi esterni. o Divulgazione delle iniziative scolastiche tramite il sito web d’istituto.

b) Ambito organizzativo

 Servizio mensa nei plessi dov’è necessario;. Collaborazione per il servizio trasporti.  Collaborazione con il Comune per personale di supporto agli alunni diversamente abili.

Recentemente, si è costituito il “Comitato-associazione di genitori” con il quale la scuola intende dialogare per accogliere le proposte nell’ottica del miglioramento generale dell’offerta formativa.

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5. SCUOLA E FAMIGLIA

I BISOGNI DELL’UTENZA E DELLA COMUNITÀ SCOLASTICA

Le famiglie si dichiarano sempre più coscienti della complessità dell’attuale struttura sociale che vive continue e profonde trasformazioni che coinvolgono direttamente il “sistema educativo” e che rendono sempre più difficile gestire la formazione delle future generazioni. Nei colloqui con i genitori si è potuto cogliere il loro disorientamento, poiché non esistono soluzioni precostituite in campo educativo. Tutto ciò può essere colto come una prova che la famiglia e la scuola insieme devono affrontare. Una “scuola di qualità” può sostenere il ruolo genitoriale che, ovviamente, rimane insostituibile. La scuola può supportare il percorso di crescita dei ragazzi offrendo risposte valide ad esigenze in evoluzione. I genitori esprimono il bisogno di essere sostenuti con la promozione di iniziative, quali:  educazione alla salute (alimentazione e prevenzione nei diversi ambiti);  sviluppo affettivo e miglioramento dell’autostima;  gestione critica dei media e dei social;  educazione fisica e sportiva;  utilizzo dei laboratori;  conoscenza, recupero e valorizzazione delle tradizioni legate al territorio.

LA RISPOSTA DELLA SCUOLA

La scuola vuole condividere pienamente il progetto educativo con le famiglie degli allievi e potenziare tutte le forme di partecipazione fondate sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione tra le parti, nel rispetto reciproco dei ruoli, al fine della crescita educativa, culturale e sociale dei ragazzi con l’obiettivo dell'educare istruendo e allo scopo di promuovere il successo scolastico e prevenire situazioni di disagio. Tale ottica è riconosciuta come punto di forza necessario per dare agli allievi la più alta opportunità di sviluppo armonico e sereno, partendo dal concetto che l’educazione e l’istruzione sono anzitutto un servizio alle famiglie che non può prescindere da rapporti di fiducia e continuità che vanno costruiti, riconosciuti e sostenuti. Per agevolare il rapporto scuola-famiglia, l’Istituto incoraggia il coinvolgimento dei genitori nei momenti di preparazione e realizzazione di feste e manifestazioni organizzate dalla scuola, la cooperazione dei genitori nella realizzazione dei progetti integrativi come educazione alla salute, orientamento, educazione ambientale, musicale e sportiva, la promozione di eventuali iniziative delle associazioni, in attività culturali e formative rivolte sia agli allievi che agli adulti

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PATTO DI CORRESPONSABILITA’

Ai Sensi dell’art. 5 bis della Statuto delle studentesse e degli studenti DPR 21 Novembre 2007 N 235

La Scuola deve favorire il fattivo coinvolgimento delle famiglie. Quanto maggiore è, infatti, la loro consapevolezza delle finalità e degli strumenti dell’offerta formativa, tanto più utile sarà la loro collaborazione per la produttività dell’offerta stessa.

I docenti e la scuola si impegnano a:

 creare un ambiente educativo sereno e rassicurante;  favorire momenti di ascolto e di dialogo;  incoraggiare, gratificando, il processo di formazione di ciascuno;  favorire l’accettazione dell’ “altro” e la solidarietà;  promuovere le motivazioni all’apprendere;  rispettare i tempi e i ritmi dell’apprendimento  rendere l’alunno consapevole degli obiettivi e dei percorsi operativi, dei tempi e delle modalità di attuazione;  esplicitare i criteri per la valutazione delle verifiche orali, scritte e di laboratorio;  comunicare a studenti e genitori con chiarezza i risultati delle verifiche scritte e orali;  realizzare un clima scolastico positivo fondato sul dialogo e sul rispetto;  favorire la capacità di iniziativa, di decisione e di assunzione di responsabilità;  lavorare in modo collegiale con i colleghi della stessa disciplina, con i colleghi del consiglio di classe e con i colleghi del collegio docenti;  essere attenti alla sorveglianza degli studenti in classe, nell’intervallo e all’uscita; a non abbandonare mai la classe senza averne dato avviso al dirigente scolastico o ad un suo collaboratore;  non usare il cellulare in classe.

Le alunne e gli alunni si impegnano a:

 rispettare l’orario d’ingresso, frequentare regolarmente le lezioni ed assolvere gli impegni di studio.  Mostrare rispetto, anche formale, nei confronti del capo d’istituto, dei docenti, del personale tutto della scuola e dei compagni.  Osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza previste e simulate nel corso dell’anno scolastico, soprattutto in caso di emergenza.  Rispettare ed utilizzare correttamente le strutture, le attrezzature e i sussidi didattici.  Comportarsi in modo da non arrecare danni né alle persone né al patrimonio.

24  Condividere la responsabilità di rendere accogliente e curato l’ambiente scolastico, come importante fattore di qualità della vita collettiva.

I genitori si impegnano a:

 assumere un atteggiamento di collaborazione e di apertura per migliorare l’attività educativo-didattica della scuola.  Partecipare alle elezioni degli Organi Collegiali ed avere un proprio rappresentante.  Partecipare agli incontri stabiliti dalla scuola e, se eletti nel Consiglio di interclasse/intersezione, di classe o di Istituto, di rappresentare i genitori. L’incarico decade dopo tre assenze ingiustificate.  Di riunirsi in assemblea di classe convocata su richiesta dei genitori eletti nei Consigli di interclasse. Qualora le assemblee si svolgano nei locali della scuola è necessario concordare con il dirigente scolastico il giorno e l’ora.  Visionare il documento di valutazione del proprio figlio.  Comunicare tempestivamente eventuali intolleranze alimentari dei propri figli che usufruiscono del servizio mensa e ogni altra informazione utile a prevenire situazioni di pericolo o disagio che potrebbero verificarsi per mancata conoscenza da parte dei docenti ( es. Allergie, malattie, disturbi ecc.).  Evitare di portare con sé i bambini lasciandoli incustoditi negli atri, nei corridoi e nell’area cortiliva durante gli incontri scuola-famiglia.  Accompagnare gli alunni in orario la mattina all'ingresso dell’edificio scolastico e riprenderli alle uscite prestabilite dello stesso edificio, tenendo presente la loro responsabilità fuori dall’orario scolastico nella custodia dei figli anche nell’area cortiliva del plesso.

25 MODALITA’ D’INCONTRO SCUOLA/FAMIGLIA

Scuola dell’Infanzia

La scuola dell’infanzia ha una forte responsabilità educativa: è luogo d’incontro, di partecipazione e di cooperazione con le famiglie. Favorisce, pertanto, occasioni e iniziative di concreta collaborazione e cooperazione scuola-famiglia e incontri collegiali quali: - colloqui individuali con i docenti di sezione; - assemblee di genitori; - feste / recital / mostre: occasioni preziose per tessere rapporti costruttivi, per consolidare il clima sociale favorevole, per documentare l’attività degli alunni con il coinvolgimento delle famiglie e delle diverse componenti del territorio.

Scuola Primaria:

I genitori saranno ricevuti individualmente il martedì pomeriggio dalle 14,30 alle 16,30 su convocazione o richiesta da parte della famiglia; in caso d’urgenza l’incontro può avvenire nel più breve tempo possibile; ci saranno 4 incontri individuali: 1) prima dell’assemblea dei genitori per le elezioni dei rappresentanti nei consigli; 2) consegna documento di valutazione I° quadrimestre; 3) ad Aprile; 4) conclusione anno per consegna scheda di valutazione finale; ci saranno 3 incontri collegiali: 1) assemblea elezioni rappresentanti; 2) inizio gennaio o maggio.

Scuola secondaria di primo grado

I genitori potranno incontrare individualmente gli insegnanti ogni 15 giorni durante l’ora di ricevimento, per le urgenze i docenti convocheranno subito la famiglia.

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Piano di comunicazione istituzionale

COSA QUALI STRUMENTI CHI COMUNICA A CHI COMUNICARE IN QUALE OCCASIONE COMUNICARE UTILIZZARE

-Il Dirigente -Importanza -Alle famiglie -Consigli di classe -PTOF -Il Referente e i membri dell’autovalutazione - al personale docente - Consiglio di Circolo -e-mail del Nucleo Interno di d’Istituto -al personale ATA - Collegio Docenti -Spazi on line per il reperimento Valutazione -dinamiche -ai rappresentanti -Incontri con i genitori della documentazione. -Il DSGA organizzative dell’amministrazione scolastica -Assemblee informative -Bacheche e Albi -I Coordinatori di -obiettivi ed attese -ai fornitori -Colloqui quotidiani del dirigente scolastico con i -Questionari per monitoraggio delle plesso -piano di sviluppo -ai rappresentanti degli EE.LL. collaboratori, con le famiglie, con gli insegnanti attività e sul livello di soddisfazione -I docenti -struttura delle attività, -ad altri soggetti istituzionali -Momenti specifici di incontri informali tra collaboratori, tra professionale e dell'utenza -il personale ATA -esiti degli studenti (USR, USP,MIUR) Funzioni Strumentali e tra queste ultime e i singoli docenti. -Servizio circolari e direttive interni -agli stakeholders (altre agenzie -Convegni -Brouchure educative, associazioni di -Seminari -Sito web istituzionale volontariato, enti culturali…) -Sito Web -Albo pretorio -Rapporti istituzionali con USP (CSA), USR , Ministero della -Risorse web: mailing list per invio Pubblica istruzione di materiale per posta elettronica -Incontri con gli amministratori del comune -Incontri formali tra Docenti -Incontri organizzativi ed informativi con le FuS

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6. LA PIANIFICAZIONE

Sintesi dei progetti e azioni caratterizzanti il PTOF e relazione con il PdM Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.), rappresentando il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicitando la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa, si integra (ai sensi del c. 14 dell’art. 1 L.107/2015) con il Piano di miglioramento dell’istituzione scolastica, previsto dal D.P.R. 28 marzo 2013, n. 80. Pertanto, questa istituzione impegna alcune professionalità per promuovere la cultura dell’autovalutazione e del miglioramento e costituisce un nucleo interno di valutazione. Dalla fase di autovalutazione sono emerse alcune criticità che costituiscono, oggi, le priorità del Piano di Miglioramento predisposto per i prossimi tre anni. Esse ruotano intorno a due aree, precisamente: 1. Risultati nelle prove standardizzate nazionali  Ridurre la varianza tra le classi nei risultati conseguiti nelle prove di italiano e matematica.  Ridurre in tutte le classi lo scostamento tra punteggio nelle prove standardizzate e la valutazione della scuola.  Ridurre la differenza in negativo che alcune classi hanno ottenuto rispetto a scuole con contesto socioculturale simile.

2. Competenze chiave e di cittadinanza  Migliorare il livello di acquisizione delle competenze chiave e di cittadinanza.  Innovare le metodologie adeguandole ad un approccio didattico per problemi.  Valutare le competenze di cittadinanza che fanno riferimento a: spirito di iniziativa, capacità di orientarsi, imparare ad imparare e consapevolezza culturale. Individuate queste aree, la scuola oggi si appresta a lavorare sui nessi tra gli obiettivi e i traguardi di miglioramento in termini di impatto e di fattibilità di ogni processo. In questo modo finalizzerà al meglio le risorse umane e finanziarie da mettere in campo in fase di miglioramento. Inoltre, esse saranno pianificate, rispetto ad un quadro di riferimento, così come i dettagli delle azioni previste, i tempi di realizzazione di ciascuna, i risultati attesi e gli indicatori di valutazione sullo stato di avanzamento e sul raggiungimento dei risultati attesi. Inoltre adegua le sue azioni alle istanze dell’USR Calabria declinate nei seguenti obiettivi: 1. Ridurre il fenomeno del cheating. 2. Promuovere l’acquisizione delle competenze di cittadinanza e integrarle nella programmazione curriculare. 3. Rimuovere le ragioni sistemiche della varianza tra le classi e conferire organicità alle azioni promosse in tema di prevenzione, accompagnamento, recupero e potenziamento.

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RESPONSABILI DELL’ATTUAZIONE DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO

Ruolo

Dirigente scolastico Referenti progetto: ins. Luigi Marcovecchio Ridurre il fenomeno del cheating e la varianza tra le classi Referenti progetto: inss. Guarino Giuseppe e Carlomagno Mariella Recupero/potenziamento e inclusività

Referenti progetto: inss. Cirigliano Domenica e Diana Eleonora Curricolo verticale delle competenze sociali e civiche- continuità

Referente progetto: inss. Pugliese Sonia e Filomena Maria Teresa Progettare, valutare e certificare per competenze

Referente progetto: inss. Manfredi Angela e Bellizzi Carmela Metodologie didattiche innovative

Referente/coordinatore per l’inclusione: ins. Giuseppe Guarino

Animatore digitale: ins. Guarino Angelina

Referente della formazione dei docenti: ins. Filomena Maria Teresa

29 RETI CHE CONCORRONO ALLA REALIZZAZIONE DEL P.T.O.F. E DEL P.d.M. Reti Scopi Finalità e contenuti della rete ex art.1 comma 70, 71, 72 e 74 Legge 107 E’ in primis nel comma 70 della Legge 107 che sono ricavabili le finalità delle reti: -valorizzazione delle risorse professionali; -gestione comune di funzioni e di attività amministrative; -realizzazione di progetti o di iniziative didattiche, educative, sportive o culturali di interesse territoriale.

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Nel successivo comma 71 dell’art.1 è possibile invece rinvenire i contenuti relativi agli accordi di rete, i

n. quali dovranno individuare:

-i criteri per l’utilizzo dei docenti nella rete; -i piani di formazione del personale scolastico; -le risorse da destinare alla rete per il perseguimento delle proprie finalità; -le forme e le modalità per la trasparenza e la pubblicità delle decisioni e dei rendiconti delle attività svolte. Rete Ambito Rete Il comma 72 disciplina gli adempimenti amministrativi che le istituzioni scolastiche possono svolgere in rete: – cessazioni dal servizio; – pratiche in materia di contributi e pensioni; – progressioni e ricostruzioni di carriera; – trattamento di fine rapporto del personale della scuola; – atti non strettamente connessi alla gestione della singola istituzione scolastica. FINALITA’ L’accordo ha lo scopo di soddisfare il comune interesse rispetto alle aree di interesse:  formazione,  autovalutazione,  continuità/ orientamento,

 organizzazione didattico/ amministrativa Le finalità mirano al soddisfacimento dei comuni interessi elencati associati alle necessità

llino presenti nella comunità scolastica nell’ambito territoriale dell’area del Pollino. Si faciliterà la promozione e la realizzazione di iniziative che: - hanno carattere territoriale; - hanno maggiore efficacia con il contributo e la partecipazione di più soggetti appartenenti alla comunità scolastica del territorio; - producono un risparmio per le scuole; - non potrebbero essere organizzate per ragioni numeriche da un’unica istituzione scolastica;.

Rete di scuole del Po del scuole Rete di - contribuiscono a migliorare l’organizzazione degli uffici; - incoraggiano lo scambio e la condivisione di buone pratiche - sostengono lo scambio e la condivisione di metodologie didattico/organizzative innovative. - contribuiscono alla buona riuscita di attività che perseguono le finalità del presente accordo

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Corso di Italiano per stranieri L2 destinato a n. 10 alunni rifugiati politici non accompagnati

nigeriani. Esso si svolgerà nell’arco dell’intero anno scolastico 2016/17 presso la sede dell’Istituto Comprensivo di Morano Calabro.

con il

CPIA di Cosenza di CPIA

Protocollo d’intesa d’intesa Protocollo

31 7. ORGANIZZAZIONE E RISORSE

INCARICHI AI DOCENTI FUNZIONALI ALL’ORGANIZZAZIONE DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA Collegio docenti del 21 settembre 2016 Romano Domenica (scuola secondaria di 1° - Saracena) Marcovecchio Luigi (scuola secondaria di 1° - Morano) STAFF DIRIGENZIALE Pugliese Sonia (scuola primaria Saracena) Filomena Maria Teresa (scuola primaria Morano) Aita Ida (scuola dell’infanzia – Morano) ANIMATORE DIGITALE Guarino Angelina (Saracena/Morano)

COORDINATORE AREA BES Guarino Giuseppe (Morano)

REFERENTE FORMAZIONE DOCENTI Filomena Maria Teresa (Morano)

Vacca Angelina (scuola dell’infanzia – Saracena) Di Leone Maria (scuola primaria - Saracena)

COORDINATORI DI PLESSO Alfano Isabella (scuola secondaria di 1° - Saracena) Stabile Maria (scuola dell’infanzia e scuola secondaria di 1° - Morano) Rende Lidia (scuola primaria -Morano)

COORDINATORI DI SEZIONI DELLA Sinopoli Maria Pia (scuola dell’infanzia – Saracena) SCUOLA DELL’INFANZIA Aita M.Filomena (scuola dell’infanzia – Morano) Classi prime: Ottato Annunziata (Morano) Classi seconde: Diana Daniela (Saracena) COORDINATORI CLASSI PARALLELE DELLA Classi terze: SCUOLA PRIMARIA Vitola Rosa Maria (Morano) Classi quarte: Bellizzi Maria (Saracena) Classi quinte: Carollo Teresa (Saracena) Classe prima (Morano) Lo Polito Classe seconda A (Morano) Bellizzi Lucrezia Classe seconda B (Morano) Stabile Maria Classe terza (Morano) COORDINATORI CLASSI DELLA Solano Anna Maria SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Classe prima (Saracena) Alfano Isabella Classe seconda B (Saracena) Diana Eleonora Classe terza A (Saracena) Solano Filomena Classe terza B (Saracena)

32 Cirigliano Domenica Ambito linguistico-antropologico e delle educazioni: RESPONSABILI DI DIPARTIMENTO Bellizzi Lucrezia (Morano) SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Ambito scientifico-tecnologico: Marcovecchio Luigi (Morano) REFERENTI LABORATORI Cirigliano Domenica (Saracena) MULTIMEDIALI E SCIENTIFICI Veltri Palma (Morano) REFERENTE LABORATORIO MUSICALE Anelo Rosanna (Morano/Saracena) 1. Carlomagno Mariella (Saracena/primaria) FUNZIONI STRUMENTALI AL 2. Guarino Giuseppe (Saracena primaria) PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA A.S. 2015/2016 3. Manfredi Angela (Morano/infanzia) 4. Bellizzi Carmela (Morano/infanzia) Commissione selezione FUS (Manfredi Angela, Filomena M. Teresa e Bellizzi Lucrezia) 5. Diana Eleonora (Saracena secondaria 1°) 6. Cirigliano Domenica (Saracena secondaria 1°) PROGETTO Referenti Infanzia: Maiolino E. (Morano), UNA REGIONE IN MOVIMENTO Vacca A. (Saracena) Referenti Primaria: Veltri P. (Morano), PROGETTO SPORT DI CLASSE Bellizzi Maria (Saracena) Bellizzi Lucrezia (Morano), PROGETTO LIBRIAMOCI Alfano Isabella (Saracena) TUTOR DOCENTI NEOASSUNTI Montisarchio Elisa (Infanzia Saracena) COMMISSIONE MENSA Bellizzi Lucrezia e Aita Ida FRUTTA NELLA SCUOLA Rende Lidia (Morano), Di Leone Maria (Saracena) REFERENTE BIBLIOTECA SCOLASTICA Caino Anna Rita - ATA Altri ed eventuali

Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi: Dott. Giovanni DE MARCO

Assistenti amministrativi: Sig. Giuseppe MUGLIA Sig.ra Anna Rita CAINO Sig.ra Lina CORTESE

Giorni e orari di apertura della segreteria al pubblico: dal lunedì al sabato, dalle ore 11:00 alle ore 13:00

33 DOCENTI IN SERVIZIO TIPO COD. COGNOME NOME MATERIA SEDE RUOLO SEDE SERVIZIO INCARICO MATERIA INFANZIA MORANO - AITA MARIA FILOMENA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INFANZIA MORANO - AITA IDA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INFANZIA MORANO - BELLIZZI CARMELA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA

BLOTTA MARIA I.A. RELIGIONE INFANZIA MORANO

INFANZIA MORANO - FUSCALDO GIUSTINA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INFANZIA MORANO - MAIOLINO ELVIA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INFANZIA MORANO - MANFREDI ANGELA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INFANZIA MORANO - REGINA FILOMENA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INCARICO INFANZIA MORANO - I.C. TORANO TORCHIARO GRAZIA SOSTEGNO TRIENNALE SARACENA CASTELLO INFANZIA MORANO - ZACCATO DINA RUOLO INFANZIA MORANO SARACENA INCARICO GIULIANI LOREDANA I.C. TREBISACCE INFANZIA MORANO TRIENNALE

BLOTTA MARIA I.A. RELIGIONE INFANZIA SARACENA

INFANZIA MORANO - MONTISARCHIO ELISA RUOLO INFANZIA SARACENA SARACENA INCARICO INFANZIA MORANO - IC MATTIA PRETI POLIZZESE ANGELA TRIENNALE SARACENA CZ INCARICO INFANZIA MORANO - SERPE STEFANIA INFANZIA SARACENA TRIENNALE SARACENA INFANZIA MORANO - SINOPOLI MARIA PIA RUOLO INFANZIA SARACENA SARACENA INFANZIA MORANO - VACCA ANGELINA RUOLO INFANZIA SARACENA SARACENA MARIA INCARICO INFANZIA MORANO - GLIGORA INFANZIA SARACENA ANTONIETTA TRIENNALE SARACENA PRIMARIA MORANO CARAVIA CARMEN RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA DE FRANCO LORENA SUPPLENTE SOSTEGNO PRIMARIA MORANO PRIMARIA MORANO DI BENEDETTO ANTONIETTA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO DI LEO MARIA CRISTINA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA MARIA PRIMARIA MORANO DI LEONE RUOLO PRIMARIA MORANO GIUSEPPINA SARACENA PRIMARIA MORANO DI VASTO ROSA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO DONATO ROSA ELISA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO FILOMENA MARIA TERESA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA ANNUNZIATA PRIMARIA MORANO OTTATO RUOLO PRIMARIA SARACENA GIOVANNA SARACENA PRIMARIA MORANO RENDE LIDIA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO RUGIANO ANNA RUOLO INGLESE PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO SCORTICHINI CECILIA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO SPARANO MARIA I.A. RELIGIONE PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO VELTRI PALMA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO VITOLA ROSA MARIA RUOLO PRIMARIA MORANO SARACENA PRIMARIA MORANO BELLIZZI MARIA RUOLO PRIMARIA SARACENA SARACENA

34 PRIMARIA MORANO BLOTTA MARIA I.A. RELIGIONE PRIMARIA SARACENA SARACENA PRIMARIA MORANO CARLOMAGNO MARIELLA RUOLO PRIMARIA SARACENA SARACENA PRIMARIA MORANO CAROLLO TERESA RUOLO PRIMARIA SARACENA SARACENA INCARICO PRIMARIA MORANO COLUCCI ROSANNA I.C. AMANTEA TRIENNALE SARACENA PRIMARIA MORANO DI LEONE MARIA RUOLO PRIMARIA SARACENA SARACENA PRIMARIA MORANO DIANA DANIELA RUOLO PRIMARIA SARACENA SARACENA PRIMARIA MORANO GUARINO GIUSEPPE RUOLO SOSTEGNO PRIMARIA SARACENA SARACENA PRIMARIA MORANO PUGLIESE SONIA RUOLO PRIMARIA SARACENA SARACENA INCARICO PRIMARIA MORANO PULICE ROSARIA IC VIA NEGRONI CS TRIENNALE SARACENA INCARICO I.C. CASSANO FILOMENA DANIELA PRIMARIA SARACENA TRIENNALE IONIO ANELO ROSANNA RUOLO STRUMENTO MUSICALE

ED. ARGURIO ASSUNTA RUOLO A032 I.I.S. MORMANNO SEC. I° MORANO C. MUSICALE ITA- ST- BELLIZZI LUCREZIA RUOLO A043 SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C. GEOG. DIODATI ANDREA A030 ED. FISICA SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C. ITA- ST- GIGLIOTTI MARIA RUOLO A043 SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C. GEOG. SCUOLA MEDIA GUARINO ANGELINA RUOLO A246 FRANCESE SEC. I° MORANO C. CASTROVILLARI

IANNICELLI VINCENZO RUOLO A033 ED. TECNICA SEC. I° MORANO C.

MATEMATIC LO POLITO VINCENZO RUOLO A059 SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C. A MATEMATIC MARCOVECCHIO LUIGI RUOLO A059 SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C. A

PANELLA CONCETTA A028 ARTISTICA

ITA- ST- PARRILLO IDA Utilizzata A043 Plataci I.C. - Villapiana GEOG. ITA- ST- SOLANO ANNA MARIA RUOLO A043 SEC. I° MORANO C. GEOG.

STABILE MARIA RUOLO A345 INGLESE SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C.

SEC.I° GRADO VELTRI MARIA GRAZIA I.A. RELIGIONE RELIGIONE SEC. I° MORANO C. MORANO ITA- ST- ALFANO ISABELLA RUOLO A043 SEC. I° SARACENA SEC. I° SARACENA GEOG.

ANELO ROSANNA STRUMENTO MUSICALE

ED. ARGURIO ASSUNTA RUOLO A032 I.I.S. MORMANNO SEC. I° MORANO C. MUSICALE ITA- ST- CIRIGLIANO DOMENICA RUOLO A043 SEC. I° SARACENA SEC. I° SARACENA GEOG. DE SANTO ENRICO RUOLO SOSTEGNO SEC. I° SARACENA DIANA ELEONORA RUOLO A043 SEC. I° SARACENA SEC. I° SARACENA DIODATI ANDREA A030 ED. FISICA SCUOLA MEDIA GUARINO ANGELINA RUOLO A246 FRANCESE SEC. I° MORANO C. CASTROVILLARI

IANNICELLI VINCENZO RUOLO A033 ED. TECNICA SEC. I° MORANO C.

PANELLA CONCETTA A028 ARTISTICA SEC. I° SARACENA

MATEMATIC PROPATO LUIGINA RUOLO A059 SEC. I° SARACENA SEC. I° SARACENA A MATEMATIC ROMANO DOMENICA RUOLO A059 SEC. I° SARACENA SEC. I° SARACENA A

35 ITA- ST- SOLANO FILOMENA RUOLO A043 SEC. I° SARACENA SEC. I° SARACENA GEOG.

STABILE MARIA RUOLO A345 INGLESE SEC. I° MORANO C. SEC. I° MORANO C.

VELTRI MARIA GRAZIA RELIGIONE RELIGIONE SEC.I° SARACENA

DIPARTIMENTI Per valorizzare la dimensione collegiale e cooperativa, il Collegio dei Docenti si articola al proprio interno in “dipartimenti”. Tale organizzazione permette di garantire: la continuità verticale la coerenza interna del curricolo, di riflettere sui processi di apprendimento per lo sviluppo dei saperi e delle competenze. Nel nostro Istituto, essi sono formati dai docenti che appartengono alla stessa area disciplinare. In particolare, si occupano di:  individuare le conoscenze, le abilità e le competenze in uscita;  definire gli standard minimi richiesti a livello di conoscenze e competenze;  definire i criteri generali di valutazione, nonché le tipologie di verifiche disciplinari comuni;  definire le modalità di attuazione del piano di lavoro disciplinare, le metodologie didattiche e la scelta degli strumenti;  concordare e adottare nuove strategie d’insegnamento secondo una didattica laboratoriale;  progettare interventi di recupero per prevenire l’insuccesso scolastico, nonché le iniziative di approfondimento per lo sviluppo delle eccellenze;  coordinare l’adozione dei libri di testo e/o altri sussidi comuni, ferme restando le competenze deliberative dei Consigli di Classe e del Collegio dei Docenti. Le riunioni di Dipartimento sono convocate almeno in quattro momenti distinti dell’anno scolastico:

- prima dell’inizio delle attività didattiche per stabilire le linee generali della programmazione annuale alla quale dovranno riferirsi i singoli docenti nella stesura della propria programmazione individuale;

- nel primo periodo dell’anno scolastico per concordare le prove di verifica disciplinari comuni nelle classi parallele; per predisporre una griglia di valutazione condivisa del comportamento alunni; per prendere le dovute intese per le valutazioni quadrimestrali; per progettare interventi per la prevenzione dell’insuccesso scolastico e di approfondimento per lo sviluppo delle eccellenze; predisporre modalità di lavoro per lo sviluppo delle competenze chiave e la loro certificazione.

- al termine del primo quadrimestre per valutare e monitorare l’andamento delle varie attività e apportare eventuali elementi di correzione;

- prima della scelta dei libri di testo per dare indicazioni sulle proposte degli stessi.  Area Linguistica, Storico- Geografica e delle Educazioni;  Area scientifica.

36 CONSIGLIO D'ISTITUTO Membro di diritto: dirigente scolastico Elena Pappalardo. Presidente: D’Angelico Renda Maria Angela. Componente docenti: Manfredi Angela, Cirigliano Domenica, Romano Domenica, Alfano Isabella, Filomena M. Teresa, Aita Ida e Ottato Annunziata. Componente genitori: Ferraro Angela, Diana Giacomo, Pandolfi Luigi, Senatore Sergio, Ingianna Rocco, Rimolo Massimo e Sabatella Donato. Componente ATA: Radicioni Antonella e Gallo Antonietta.

GIUNTA ESECUTIVA Presidente: dirigente scolastico Elena Pappalardo, Componenti: ins. Filomena Maria Teresa, Ferraro Angela e Diana Giacomo (genitori). ORGANO DI GARANZIA Dirigente Scolastico: Elena Pappalardo Componenti: Ingianna Rocco, Sabatella Donato (genitori), Isabella Alfano

37

8. IL CURRICOLO

OBIETTIVI

Lo scopo principale della nostra scuola è la formazione della persona e, pertanto, ogni alunno verrà guidato ad apprendere un sapere che gli consenta di crescere, di affermarsi e di raggiungere i seguenti obiettivi fondamentali:

 Saper essere per acquisire coscienza di se stesso e dei valori della vita;  Saper fare per conoscersi e capire le proprie attitudini; per compiere per sé e per gli altri scelte consapevoli e responsabili;  Saper divenire per conoscere la realtà e i modi per trasformarla, costruendo un sapere critico che renda capaci di affrontare positivamente le problematiche che si presentano e di superare le difficoltà.

CRITERI D'ATTUAZIONE

◊ INTEGRAZIONE: integrare la scuola con le famiglie e col territorio; includere nella comunità scolastica gli alunni con bisogni educativi speciali;

◊ CONTINUITA': realizzare un percorso formativo in continuità che, partendo dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria di 1° grado, assicuri agli alunni una formazione unitaria e graduale che favorisca il percorso di crescita e di maturazione personale;

◊ FLESSIBILITA': gestire in modo autonomo e flessibile l'organizzazione interna, i tempi, le risorse didattiche e i gruppi di alunni.

PROFILO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE

Il curricolo così strutturato deve consentire agli allievi la conquista delle “competenze” intese come combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Tutti hanno bisogno di raggiungere competenze per la realizzazione e lo sviluppo personale, per la cittadinanza attiva, per l'inserimento sociale e l'occupazione. Gli allievi devono acquisirle fino al termine del percorso d'istruzione/formazione obbligatorio per utilizzarle come base nel processo di educazione/formazione permanente di ogni persona.

Esse si riferiscono a tre aspetti fondamentali della vita di ognuno:

 la realizzazione e la crescita personale  l'integrazione e la cittadinanza attiva  la capacità d'inserimento professionale

Nell'individuazione delle competenze, la nostra scuola fa riferimento alla “Raccomandazione” del Consiglio dell'Unione Europea (18 dicembre 2006) sulle competenze chiave, nell'ambito del processo conosciuto come “Strategia di Lisbona” iniziato nel 2000 e che dovrà condurre tutti gli

38 Stati membri al raggiungimento di obiettivi comuni, alle “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” (MIUR 2012) e alla nuova Legge 107/2015.

Vengono, quindi, riconosciuti alcuni ambiti di competenze basilari:

- padronanza della madrelingua per comprendere enunciati e testi di una certa complessità, esprimere le proprie idee, adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni;

- comunicazione nella lingua inglese e francese per potersi esprimere in semplici situazioni di vita quotidiana nell’incontro con persone di diversa nazionalità e uso dell’inglese nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

- competenza matematica e di base in scienza e tecnologia per poter analizzare dati e fatti della realtà e per affrontare problemi e situazioni sulla base di elementi certi;

- competenza digitale con uso appropriato delle tecnologie della comunicazione per ricercare e analizzare dati ed informazioni;

- competenze sociali e civiche per sviluppare il senso del rispetto di sé e degli altri

- consapevolezza ed espressione culturale riguardo alle proprie potenzialità per impegnarsi in campi espressivi, motori e artistici in modo originale e creativo.

L’Istituto, per agevolare l’acquisizione delle suddette competenze, attua la flessibilità didattica e riadatta il percorso in itinere in base alle risposte degli allievi e alle opportunità di approfondimento e/o di ampliamento che si potrebbero presentare. Pertanto si prevedono “piste di lavoro” con spunti operativi che ogni docente, tenendo conto della specifica realtà in cui opera, potrà modificare e adattare al contesto della classe o gruppi di allievi; tanto anche per rendere più efficace l’azione didattica. Sarà opportuno, allora, una volta condivisa la scelta delle competenze trasversali, attuare una progettazione coordinata che risulti più incisiva per lo sviluppo globale degli alunni.

S’intende individuare situazioni di compito che consentono a più docenti, con le loro specificità disciplinari, di concorrere al raggiungimento di obiettivi comuni.

Ciò può offrire ai ragazzi occasioni di lavoro più significative e più motivanti, evidenziare gli stretti legami tra discipline diverse e capire come le conoscenze e le abilità apprese in ambiti diversi possano concorrere all’acquisizione di una stessa competenza.

Ogni Unità di apprendimento dovrebbe evidenziare la competenza che si intende sviluppare mediante le situazioni di lavoro o di studio indicate nel percorso laboratoriale, indicare il che cosa i ragazzi devono realizzare concretamente e quali sono le operazioni chiave. Si dichiara la competenza prevalente che si intende perseguire con una particolare UA, scelta tra:

– le otto competenze chiave di cittadinanza proposte dal Parlamento europeo e dal Consiglio da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria;

oppure

39 – le competenze indicate nel Profilo in uscita dello studente o nei Traguardi di competenza disciplinari delle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione (presenti nel Piano dell’offerta formativa). Ed ancora, 2-3 obiettivi di apprendimento irrinunciabili, tratti dalle Indicazioni, che indicano le conoscenze e le abilità disciplinari da potenziare e le attività laboratoriali articolate in fasi.

Si propone il seguente schema per la strutturazione di una PISTA DI LAVORO:

Descrive la finalità dell’UdA e si ispira alle Indicazioni

Nazionali 2012 che indicano, per ciascuna disciplina, PREMESSA l’orientamento metodologico e pedagogico.

Indica il focus su cui convergono, in maniera TITOLO trasversale, le discipline dell’U.d.A.

Scelte tra:

1. Competenze chiave europee.

COMPETENZE 2. Competenze sociali e di cittadinanza. 3. Traguardi per lo sviluppo delle competenze - Indicazioni Nazionali 2012.

TEMPI DI REALIZZAZIONE Indica il tempo previsto per lo svolgimento della UdA.

Sono tratti dalle Indicazioni Nazionali 2012. Essi OBIETTIVI D’APPRENDIMENTO articolano i Traguardi per lo sviluppo delle competenze in ‘piste di lavoro’.

Curvano le Indicazioni Nazionali 2012 sul contesto OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO scolastico di riferimento, adattando gli O.A. ai bisogni formativi degli alunni.

Indicano i contenuti e le conoscenze che gli alunni CONTENUTI devono acquisire al termine dell’UdA.

Descrive l’approccio didattico scelto dai docenti per il successo degli obiettivi dell’UdA. METODOLOGIA

Sono i sussidi didattici indispensabili al FONTI/MATERIALI raggiungimento degli obiettivi.

Consiste nella previsione di rilevazione degli VERIFICA obiettivi raggiunti.

E’ l’attribuzione di un valore alla verifica effettuata in termini di obiettivi raggiunti e/o di competenze VALUTAZIONE maturate.

40 FINALITA’ E TRAGUARDI DEI TRE ORDINI DI SCUOLA

LA SCUOLA DELL’INFANZIA

La Scuola dell’Infanzia rappresenta la risposta al diritto di educazione e cura delle bambine e dei bambini dai 2 ½ ai 5 anni “in coerenza con i principi del pluralismo culturale ed istituzionale presenti nella Costituzione della Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e nei documenti dell’Unione Europea”.

La Scuola dell’Infanzia é un ambiente pedagogico complesso che, nel rispetto delle scelte educative delle famiglie, deve saper promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e avviarli alle competenze di cittadinanza.

Tali finalità richiedono un ambiente scolastico accogliente, sereno, motivante e un'organizzazione didattica ricca di relazioni, stimoli e apprendimenti.

Le strategie metodologiche della Scuola dell'Infanzia hanno come elementi essenziali:

- il riconoscimento dell'unicità del bambino; - la vita di relazione; - la valorizzazione del gioco; - l'esplorazione e la ricerca; - l'osservazione, la progettazione, la verifica; - la documentazione.

La programmazione annuale della Scuola dell’Infanzia ha un’impostazione che prevede la realizzazione di diversi progetti con obiettivi adeguati alle potenzialità dei bambini. Gli insegnanti accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le proposte dei bambini e creano occasioni di apprendimento per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo.

L’esperienza diretta, il gioco, il procedere per tentativi ed errori, permettono al bambino, opportunamente guidato, di approfondire e sistematizzare gli apprendimenti.

41 Campi d'esperienza e traguardi Il sé e l'altro  Partecipare alle proposte e alle attività.

 Esprimere e rappresentare emozioni.

Traguardi per lo sviluppo della competenza al termine della scuola dell’infanzia Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini.

Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato.

Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre.

Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta.

Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme.

Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise.

Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città.

Il corpo e il movimento  Sviluppare la coordinazione oculo-manuale.

 Sviluppare la motricità fine.

Traguardi per lo sviluppo della competenza al termine della scuola dell’infanzia Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola.

Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione.

Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto.

Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva.

42 Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento.

Immagini, suoni e colori  Sperimentare tecniche espressive.

 Utilizzare la spazialità del foglio.

Traguardi per lo sviluppo della competenza al termine della scuola dell’infanzia

Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente.

Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie.

Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione …); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte.

Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti.

Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro- musicali.

Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.

I discorsi e le parole  Comprendere testi ascoltati.  Arricchire e precisare il lessico.

Traguardi per lo sviluppo della competenza al termine della scuola dell’infanzia

Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati.

Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative.

Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati.

Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole.

Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia.

Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media.

43

La conoscenza del mondo  Descrivere e rappresentare graficamente elementi naturali osservati.

 Progettare la costruzione di elementi naturali e figure umane.

Traguardi per lo sviluppo della competenza al termine della scuola dell’infanzia

 Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.

 Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana.

 Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo.

 Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.

 Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili usi.

 Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità.

 Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc. segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali.

Intersezione

Le sezioni si aprono e si differenziano nell’intersezione. L’intersezione e il lavoro per gruppi omogenei permettono una maggiore organizzazione dei bambini presenti nelle diverse sezioni per attività specifiche, in particolare quelle di “laboratorio”, difficilmente attuabili all’interno delle sezioni. L’attività per gruppi d’intersezione favorisce nei bambini l’accettazione delle diversità e il confronto; nei gruppi eterogenei, si ampliano le esperienze, si sperimentano occasioni di aiuto reciproco e di collaborazione. I due modelli di lavoro, per gruppi omogenei e d’intersezione, si integrano anche al fine di organizzare attività manipolative, psicomotorie, grafico-pittoriche, musicali ed espressive; si alternano con momenti di lavoro collettivo: preparativi in occasioni del Natale, del Carnevale e della Pasqua e per la realizzazione dei progetti previsti. La flessibilità organizzativa e oraria sarà applicata sia durante le attività di laboratorio che nelle uscite didattiche e visite guidate.

44 SCUOLA PRIMARIA

Il primo ciclo d’istruzione comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado. Ricopre un arco di tempo fondamentale per l’apprendimento e lo sviluppo dell’identità degli alunni, nel quale si pongono le basi e si acquisiscono gradualmente le competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo l’intero arco della vita.

La finalità del primo ciclo è l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base nella prospettiva del pieno sviluppo della persona. Per realizzare tale finalità la scuola concorre con altre istituzioni alla rimozione di ogni ostacolo alla frequenza; cura l’accesso facilitato per gli alunni con disabilità; previene l’evasione dell’obbligo scolastico e contrasta la dispersione; valorizza il talento e le inclinazioni di ciascuno; persegue con ogni mezzo il miglioramento della qualità del sistema di istruzione.

In questa prospettiva ogni scuola pone particolare attenzione ai processi di apprendimento di tutti gli alunni e di ciascuno di essi, li accompagna nell’elaborare il senso della propria esperienza, promuove la pratica consapevole della cittadinanza.

Obiettivi d'apprendimento

Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, l’intero quinquennio della scuola primaria, l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado. Per garantire una più efficace progressione degli apprendimenti nella scuola primaria gli obiettivi di italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe. Scansione delle discipline L'articolazione oraria delle discipline (in base alle aree disciplinari) è flessibile e si adatta alle esigenze della classe e della progettazione modulare.

45

PREMESSA ALLE DISCIPLINE DELLA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA ITALIANO Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio. Per realizzare queste finalità estese e trasversali, è necessario che l’apprendimento della lingua sia oggetto di specifiche attenzioni da parte di tutti i docenti, che in questa prospettiva coordineranno le loro attività. Nel nostro paese l’apprendimento della lingua avviene oggi in uno spazio antropologico caratterizzato da una varietà di elementi: la persistenza, anche se quanto mai ineguale e diversificata, della dialettofonia; la ricchezza e la varietà delle lingue minoritarie; la compresenza di più lingue di tutto il mondo; la presenza infine dell’italiano parlato e scritto con livelli assai diversi di padronanza e con marcate varianti regionali. Tutto questo comporta che nell’esperienza di molti bambini e ragazzi l’italiano rappresenti una seconda lingua. La cura costante rivolta alla progressiva padronanza dell’italiano implica, dunque, che l’apprendimento della lingua italiana avvenga a partire dalle compe-tenze linguistiche e comunicative che gli allievi hanno già maturato nell’idioma nativo e guardi al loro sviluppo in funzione non solo del miglior rendimento scolastico, ma come componente essenziale delle abilità per la vita. Data la complessità dello sviluppo linguistico, che si intreccia strettamente con quello cognitivo e richiede tempi lunghi e distesi, si deve tener presente che i traguardi per la scuola secondaria costituiscono un’evoluzione di quelli della primaria e che gli obiettivi di ciascun livello sono uno sviluppo di quelli del livello precedente. Nel primo ciclo di istruzione devono essere acquisiti gli strumenti necessari ad una "alfabetizzazione funzionale": gli allievi devono ampliare il patrimonio orale e devono imparare a leggere e a scrivere correttamente e con crescente arricchimento di lessico. Questo significa, da una parte, padroneggiare le tecniche di lettura e scrittura, dall’altra imparare a comprendere e a produrre significati attraverso la lingua scritta. Lo sviluppo della strumentazione per la lettura e la scrittura e degli aspetti legati al significato procede in parallelo e deve continuare per tutto il primo ciclo di istruzione, ovviamente non esaurendosi in questo. La complessità dell’educazione linguistica rende necessario che i docenti delle diverse discipline operino insieme e con l’insegnante di italiano per dare a tutti gli allievi l’opportunità di inserirsi adeguatamente nell’ambiente scolastico e nei percorsi di apprendimento, avendo come primo obiettivo il possesso della lingua di scolarizzazione. Oralità La comunicazione orale nella forma dell’ascolto e del parlato è il modo naturale con cui il bambino, ad un tempo, entra in rapporto con gli altri e “dà i nomi alle cose” esplorandone la complessità. Tale capacità di interagire, di nominare in modo sempre più esteso, di elaborare il pensiero attraverso l’oralità e di comprendere discorsi e testi di vario tipo viene sviluppata e gradualmente sistematizzata a scuola, dove si promuove la capacità di ampliare il lessico, ascoltare e produrre

46 discorsi per scopi diversi e man mano più articolati e meglio pianificati. La pratica delle abilità linguistiche orali nella comunità scolastica passa attraverso l’esperienza dei diversi usi della lingua (comunicativi, euristici, cognitivi, espressivi, argomentativi) e la predisposizione di ambienti sociali di apprendimento idonei al dialogo, all’interazione, alla ricerca e alla costruzione di significati, alla condivisione di conoscenze, al riconoscimento di punti di vista e alla loro negoziazione. Lettura La pratica della lettura, centrale in tutto il primo ciclo di istruzione, è proposta come momento di socializzazione e di discussione dell’apprendimento di contenuti, ma anche come momento di ricerca autonoma e individuale, in grado di sviluppare la capacità di concentrazione e di riflessione critica, quindi come attività particolarmente utile per favorire il processo di maturazione dell’allievo. Per lo sviluppo di una sicura competenza di lettura è necessaria l’acquisizione di opportune strategie e tecniche, compresa la lettura a voce alta, la cura dell’espressione e la costante messa in atto di operazioni cognitive per la comprensione del testo. Saper leggere è essenziale per il reperimento delle informazioni, per ampliare le proprie conoscenze, per ottenere risposte significative. La cura della comprensione di testi espositivi e argomentativi – anche utilizzando il dibattito e il dialogo intorno ai testi presentati – è esercizio di fondamentale importanza. La nascita del gusto per la lettura produce aumento di attenzione e curiosità, sviluppa la fantasia e il piacere della ricerca in proprio, fa incontrare i racconti e le storie di ogni civiltà e tempo, avvicina all’altro e al diverso da sé. Tutte queste esperienze sono componenti imprescindibili per il raggiungimento di una solida competenza nella let-tura e per lo sviluppo di ogni futura conoscenza. A scuola si apprende la strumentalità del leggere e si attivano i numerosi processi cognitivi necessari alla comprensione. La lettura va costantemente praticata su un’ampia gamma di testi appartenenti ai vari tipi e forme testuali (da testi continui a moduli, orari, grafici, mappe ecc.) per scopi diversi e con strategie funzionali al compito, senza mai tralasciare la pratica della lettura personale e dell’ascolto di testi letti dall’insegnante realizzata abitualmente senza alcuna finalizzazione, al solo scopo di alimentare il piacere di leggere. Lo sviluppo della competenza di lettura riguarda tutte le discipline. È compito di ciascun insegnante favorire con apposite attività il superamento degli ostacoli alla comprensione dei testi che possono annidarsi a livello lessicale o sintattico oppure al livello della strutturazione logico-concettuale. La consuetudine con i libri pone le basi per una pratica di lettura come attività autonoma e personale che duri per tutta la vita. Per questo occorre assicurare le condizioni (biblioteche scolastiche, accesso ai libri, itinerari di ricerca, uso costante sia dei libri che dei nuovi media, ecc.) da cui sorgono bisogni e gusto di esplorazione dei testi scritti. La lettura connessa con lo studio e l’apprendimento e la lettura più spontanea, legata ad aspetti estetici o emotivi, vanno parimenti praticate in quanto rispondono a bisogni presenti nella persona. In questa prospettiva ruolo primario assume il leggere per soddisfare il piacere estetico dell’incontro con il testo letterario e il gusto intellettuale della ricerca di risposte a domande di senso, come premessa ad una prima educazione letteraria, che non si esaurisce certo nel primo ciclo di istruzione.

47 Scrittura La pratica della scrittura viene introdotta in modo graduale: qualunque sia il metodo usato dall’insegnante, durante la prima alfabetizzazione il bambino, partendo dall’esperienza, viene guidato contemporaneamente a leggere e scrivere parole e frasi sempre legate a bisogni comunicativi e inserite in contesti motivanti. L’acquisizione della competenza strumentale della scrittura, entro i primi due anni di scuola, comporta una costante attenzione alle abilità grafico- manuali e alla correttezza ortografica. Questo indispensabile apprendistato non esaurisce la complessità dell’insegnare e dell’imparare a scrivere ma ne costituisce il necessario requisito. La scrittura di un testo si presenta come un processo complesso nel quale si riconoscono fasi specifiche, dall’ideazione alla pianificazione, alla prima stesura, alla revisione e all’auto-correzione, su ognuna delle quali l’insegnante deve far lavorare gli allievi con progressione graduale e assicurando ogni volta la stabilizzazione e il consolidamento di quanto ciascun alunno ha acquisito. La frequentazione assidua di testi permetterà all’allievo di individuare i modelli che ne sono alla base e di assumerli come riferimento nelle proprie produzioni comunicative. In tutto il primo ciclo il percorso di apprendimento della scrittura richiede tempi distesi, diversificazione delle attività didattiche e interdisciplinarità in quanto la produzione testuale si realizza in varie discipline. Può altresì richiedere attenzione dedicata a piccoli gruppi e a singoli alunni, soprattutto nella fase iniziale durante la quale ogni bambino ha bisogno di acquisire sicurezza. In particolare, l’insegnante di italiano fornisce le indicazioni essenziali per la produzione di testi per lo studio (ad esempio schema, riassunto, esposizione di argomenti, relazione di attività e progetti svolti nelle varie discipline), funzionali (ad esempio istruzioni, questionari), narrativi, espositivi e argomentativi. Tali testi possono muovere da esperienze concrete, da conoscenze condivise, da scopi reali, evitando trattazioni generiche e luoghi comuni. Inoltre, attraverso la produzione di testi fantastici (sia in prosa sia in versi), l’allievo sperimenta fin dai primi anni le potenzialità espressive della lingua italiana e apprende come sia possibile intrecciare la lingua scritta con altri linguaggi, anche attraverso la produzione di testi multimediali. Al termine della scuola secondaria di primo grado l’allievo dovrebbe essere in grado di produrre testi di diversa tipologia e forma coesi e coerenti, adeguati all’intenzione comunicativa e al destinatario, curati anche negli aspetti formali. Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo I bambini entrano nella scuola primaria con un patrimonio lessicale diverso da un allievo all’altro. Data la grande importanza della comprensione e dell’uso attivo del lessico, il primo compito dell’insegnante è proprio quello di rendersi conto, attraverso attività anche ludiche e creative, della consistenza e tipologia (varietà) del patrimonio lessicale di ognuno. È un compito tanto più importante quanto più vi è oggi evidenza di un progressivo impoverimento del lessico. Il patrimonio iniziale dovrà essere consolidato in un nucleo di vocaboli di base (fondamentali e di alto uso), a partire dal quale si opererà man mano un’estensione alle parole-chiave delle discipline di studio: l’acquisizione dei linguaggi specifici delle discipline deve essere responsabilità comune di tutti gli insegnanti.

48 I docenti di tutto il primo ciclo di istruzione dovranno promuovere, all’interno di attività orali e di lettura e scrittura, la competenza lessicale relativamente sia all’ampiezza del lessico compreso e usato (ricettivo e produttivo) sia alla sua padronanza nell’uso sia alla sua crescente specificità. Infatti l’uso del lessico, a seconda delle discipline, dei destinatari, delle situazioni comunicative e dei mezzi utilizzati per l’espressione orale e quella scritta richiede lo sviluppo di conoscenze, capacità di selezione e adeguatezza ai contesti. Lo sviluppo della competenza lessicale deve rispettare gli stadi cognitivi del bambino e del ragazzo e avvenire in stretto rapporto con l’uso vivo e reale della lingua, non attraverso forme di apprendimento meccanico e mnemonico. Va, in questo senso, tenuta in considerazione la ricchezza delle espressioni locali, “di strada”, gergali e dei molti modi di dire legati alle esperienze, che spesso racchiudono un senso identitario e capacità narrative e che rappresentano un bagaglio attraverso il quale ampliare l’espressione anche in italiano corretto. Per l’apprendimento di un lessico sempre più preciso e specifico è fondamentale che gli allievi imparino, fin dalla scuola primaria, a consultare dizionari e repertori tradizionali e online. Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua Ogni persona, fin dall’infanzia, possiede una grammatica implicita, che le permette di formulare frasi ben formate pur senza conoscere concetti quali quelli di verbo, soggetto, ecc. Questa “grammatica implicita” si amplia e si rafforza negli anni attraverso l’uso della lingua, che permette di giungere a forme "corrette" (in italiano standard) e di realizzare enunciati in diverse varietà linguistiche e in diverse lingue. Inoltre, sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale predisposizione a riflettere sulla lingua. È su queste attitudini che l’insegnante si può basare per condurre gradualmente l’allievo verso forme di “grammatica esplicita”. È molto importante acquisire una progressiva consapevolezza e sicurezza nell’uso dello strumento linguistico (che si avvia, ma non si completa, nel primo ciclo). Si tratta, infatti, di una delle condizioni per un uso critico e libero della lingua, a cui deve giungere presto ogni cittadino. Perciò, nei primi anni della scuola primaria l’uso della lingua e la riflessione su di essa vanno curate insieme. Del resto nella pratica coincidono: l’apprendimento della strumentalità del leggere e dello scrivere è da considerarsi infatti attività linguistica e metalinguistica al tempo stesso. Per quanto riguarda l’ortografia, da una parte è fondamentale che essa sia acquisita e automatizzata in modo sicuro nei primi anni di scuola, in quanto diventa difficile apprenderla più in là con gli anni; dall’altra la correttezza ortografica deve essere costantemente monitorata a tutti i livelli di scuola. Gli oggetti della riflessione sulla lingua e della grammatica esplicita sono: le strutture sintattiche delle frasi semplici e complesse (per la descrizione delle quali l’insegnante sceglierà il modello grammaticale di riferimento che gli sembra più adeguato ed efficace); le parti del discorso, o categorie lessicali; gli elementi di coesione che servono a mettere in rapporto le diverse parti della frase e del testo (connettivi di vario tipo, pronomi, segni di interpunzione); il lessico e la sua organizzazione; le varietà dell’italiano più diffuse. Nella scuola primaria la riflessione privilegia il livello lessicale-semantico e si attua a partire dai

49 testi orali e scritti recepiti e prodotti dagli allievi. Gli aspetti morfologici e quelli sintattici, semantici e testuali, che sono introdotti nella scuola primaria attraverso riflessioni sull’uso, devono essere ripresi ciclicamente, al fine di poter operare precisazioni e approfondimenti e raggiungere una valida sistematizzazione dei concetti centrali. La riflessione sulla lingua, se condotta in modo induttivo e senza un’introduzione troppo precoce della terminologia specifica, contribuisce a una maggiore duttilità nel capire i testi e riflettere e discutere sulle proprie produzioni. Essa, inoltre, si intreccia con la riflessione sulle altre lingue del repertorio dell’allievo, in una prospettiva plurilingue e interculturale. Ma il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metacognitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico. La riflessione sulla lingua riguarda anche il lessico, di cui verranno esplorate e definite le caratteristiche fondamentali, come le relazioni di significato e i meccanismi di formazione delle parole. INGLESE L’apprendimento della lingua inglese e di una seconda lingua comunitaria, oltre alla lingua materna e di scolarizzazione, permette all’alunno di sviluppare una competenza plurilingue e pluriculturale e di acquisire i primi strumenti utili ad esercitare la cittadinanza attiva nel contesto in cui vive, anche oltre i confini del territorio nazionale. La consapevolezza della cittadinanza europea attraverso il contatto con due lingue comunitarie, lo sviluppo di un repertorio diversificato di risorse linguistiche e culturali per interagire con gli altri e la capacità di imparare le lingue concorrono all’educazione plurilingue e interculturale, nell’ottica dell’educazione permanente. Accostandosi a più lingue, l’alunno impara a riconoscere che esistono differenti sistemi linguistici e culturali e diviene man mano consapevole della varietà di mezzi che ogni lingua offre per pensare, esprimersi e comunicare. Per facilitare i processi che rendono possibili questi risultati è necessario che all’apprendimento delle lingue venga assicurata sia trasversalità in “orizzontale”, sia continuità in “verticale”. Attraverso la progettazione concordata degli insegnamenti d’italiano, delle due lingue straniere e di altre discipline si realizza la trasversalità in orizzontale come area di intervento comune per lo sviluppo linguistico-cognitivo. La continuità verticale si realizza dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado mediante la progressione degli obiettivi relativi alle diverse competenze e lo sviluppo delle strategie per imparare le lingue. Per quanto riguarda la lingua inglese nella scuola primaria, l’insegnante terrà conto della maggiore capacità del bambino di appropriarsi spontaneamente di modelli di pronuncia e intonazione per attivare più naturalmente un sistema plurilingue. Tale processo integrerà elementi della nuova lingua nel sistema della lingua madre, della lingua di scolarizzazione e di eventuali altre lingue in possesso dell’alunno, ampliandone e differenziandone implicitamente le varie componenti linguistiche (aspetti fonico-acustici, articolatori, sintattici e semantici). Al fine dell’educazione plurilingue e interculturale potranno essere utili esperienze di sensibilizzazione a lingue presenti nei repertori linguistici di singoli alunni.

50 Nella scuola secondaria di primo grado l’insegnante guiderà l’alunno a riconoscere gradualmente, rielaborare e interiorizzare modalità di comunicazione e regole della lingua che egli applicherà in modo sempre più autonomo e consapevole, nonché a sviluppare la capacità di riflettere sugli usi e di scegliere tra forme e codici linguistici diversi quelli più adeguati ai suoi scopi e alle diverse situazioni. Rispetto alla seconda lingua comunitaria che viene introdotta nella scuola secondaria di primo grado, l’insegnante terrà conto delle esperienze linguistiche già maturate dall’alunno per ampliare l’insieme delle sue competenze. Nella prospettiva dell’educazione plurilingue, la nuova lingua dovrà essere considerata come una opportunità di ampliamento e/o di approfondimento del repertorio linguistico già acquisito dall’alunno e come occasione per riutilizzare sempre più consapevolmente le strategie di apprendimento delle lingue. Nell’apprendimento delle lingue la motivazione nasce dalla naturale attitudine degli alunni a comunicare, socializzare, interagire e dalla loro naturale propensione a “fare con la lingua”. L’insegnante avrà cura di alternare diverse strategie e attività: ad esempio proposte di canzoni, filastrocche, giochi con i compagni, giochi di ruolo, consegne che richiedono risposte corporee a indicazioni verbali in lingua. Introdurrà gradualmente delle attività che possono contribuire ad aumentare la motivazione, quali ad esempio l’analisi di materiali autentici (immagini, oggetti, testi, ecc.), l’ascolto di storie e tradizioni di altri paesi, l’interazione in forma di corrispondenza con coetanei stranieri, la partecipazione a progetti con scuole di altri paesi. L’uso di tecnologie informatiche consentirà di ampliare spazi, tempi e modalità di contatto e interazione sociale tra individui, comunità scolastiche e territoriali. L’alunno potrà così passare progressivamente da una interazione centrata essenzialmente sui propri bisogni a una comunicazione attenta all’interlocutore fino a sviluppare competenze socio-relazionali adeguate a interlocutori e contesti diversi. Si potranno inoltre creare situazioni in cui la lingua straniera sia utilizzata, in luogo della lingua di scolarizzazione, per promuovere e veicolare apprendimenti collegati ad ambiti disciplinari diversi. Alle attività didattiche finalizzate a far acquisire all’alunno la capacità di usare la lingua, il docente affiancherà gradualmente attività di riflessione per far riconoscere sia le convenzioni in uso in una determinata comunità linguistica, sia somiglianze e diversità tra lingue e culture diverse, in modo da sviluppare nell’alunno una consapevolezza plurilingue e una sensibilità interculturale. La riflessione potrà essere volta inoltre a sviluppare capacità di autovalutazione e consapevolezza di come si impara.

STORIA Il senso dell’insegnamento della storia Nel nostro Paese la storia si manifesta alle nuove generazioni nella straordinaria sedimentazione di civiltà e società leggibile nelle città, piccole o grandi che siano, nei tanti segni conservati nel paesaggio, nelle migliaia di siti archeologici, nelle collezioni d’arte, negli archivi, nelle manifestazioni tradizionali che investono, insieme, lingua, musica, architettura, arti visive, manifattura, cultura alimentare e che entrano nella vita quotidiana. La Costituzione stessa,

51 all’articolo 9, impegna tutti, e dunque in particolare la scuola, nel compito di tutelare questo patrimonio. Lo studio della storia, insieme alla memoria delle generazioni viventi, alla percezione del presente e alla visione del futuro, contribuisce a formare la coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità nei confronti del patrimonio e dei beni comuni Per questa ragione la scuola è chiamata ad esplorare, arricchire, approfondire e consolidare la conoscenza e il senso della storia. I metodi didattici della storia I libri, le attività laboratoriali, in classe e fuori della classe, e l’utilizzazione dei molti media oggi disponibili, ampliano, strutturano e consolidano questa dimensione di apprendimento. La capacità e la possibilità di usufruire di ogni opportunità di studio della storia, a scuola e nel territorio circostante, permettono un lavoro pedagogico ricco, a partire dalle narrazioni e dalle attività laboratori ali e ludiche con i più piccoli per attraversare molte esperienze esplorative sul passato: un lavoro indispensabile per avvicinare gli alunni alla capacità di ricostruire e concepire progressivamente il “fatto storico” per indagarne i diversi aspetti, le molteplici prospettive, le cause e le ragioni. È attraverso questo lavoro a scuola e nel territorio che vengono affrontati i primi “saperi della storia”: la conoscenza cronologica, la misura del tempo, le periodizzazioni. Al contempo gli alunni incominciano ad acquisire la capacità di ricostruire i fatti della storia e i loro molteplici significati in relazione ai problemi con i quali l’uomo si è dovuto confrontare, fino alle grandi questioni del presente. La storia come campo disciplinare La storia, come campo scientifico di studio, è la disciplina nella quale si imparano a conoscere e interpretare fatti, eventi e processi del passato. Le conoscenze del passato offrono metodi e saperi utili per comprendere e interpretare il presente. Le conoscenze prodotte dagli storici, innumerevoli e in continuo accrescimento, sono sottoposte a revisione continua a seconda del mutare dei rapporti tra presente e passato e della continua reinterpretazione delle fonti. La scuola tiene conto di questo e, in modo via via più accurato, in relazione alle diverse età e alle capacità cognitive degli alunni, progetta percorsi didattici che approfondiscono la conoscenza della storia e l’attenzione alle diverse fonti. Identità, memoria e cultura storica Nei tempi più recenti il passato e, in particolare, i temi della memoria, dell’identità e delle radici hanno fortemente caratterizzato il discorso pubblico e dei media sulla storia. Un insegnamento che promuova la padronanza degli strumenti critici permette di evitare che la storia venga usata strumentalmente, in modo improprio. Inoltre la formazione di una società multietnica e multiculturale porta con sé la tendenza a trasformare la storia da disciplina di studio a strumento di rappresentanza delle diverse identità, con il rischio di comprometterne il carattere scientifico e, conseguentemente, di diminuire la stessa efficacia formativa del curricolo. È opportuno sottolineare come proprio la ricerca storica e il ragionamento critico sui fatti essenziali relativi alla storia italiana ed europea offrano una base per

52 riflettere in modo articolato ed argomentato sulle diversità dei gruppi umani che hanno popolato il pianeta, a partire dall’unità del genere umano. Ricerca storica e ragionamento critico rafforzano altresì la possibilità di confronto e dialogo intorno alla complessità del passato e del presente fra le diverse componenti di una società multiculturale e multietnica. Per questo motivo il curricolo sarà articolato intorno ad alcuni snodi periodizzanti della vicenda umana quali: il processo di ominazione, la rivoluzione neolitica, la rivoluzione industriale e i processi di mondializzazione e globalizzazione. La storia generale a scuola Occorre, dunque, aggiornare gli argomenti di studio, adeguandoli alle nuove prospettive, facendo sì che la storia nelle sue varie dimensioni – mondiale, europea, italiana e locale – si presenti come un intreccio significativo di persone, culture, economie, religioni, avvenimenti che hanno costituito processi di grande rilevanza per la comprensione del mondo attuale: dal preistorico alle prime società del protostorico, dalle grandi civiltà antiche alla colonizzazione greca e al processo di unificazione del Mediterraneo, dalla costituzione dell’Impero Romano alla diffusione del Cristianesimo, dalla progressiva strutturazione dei territori alla nascita di una società ricca per i diversi apporti di genti e di culture nel Medioevo; dall’Umanesimo e dal Rinascimento alle scoperte geografiche e all’espansione europea, dalla Riforma protestante alla costruzione degli stati moderni; dalla Rivoluzione scientifica all’Illuminismo e alla formazione di stati di diritto; dalla colonizzazione alla formazione degli stati nazionali, in particolare quello italiano, dall’industrializzazione al diffondersi della società di massa e all’emancipazione femminile; dai conflitti mondiali all’affermazione di dittature e all’espansione della democrazia, dai movimenti di resistenza alla formazione della Repubblica italiana, dalla decolonizzazione all’avvento della globalizzazione; dalle rivoluzioni scientifiche alla rivoluzione digi-tale. In particolare la conoscenza dei diversi e profondi legami, dei conflitti e degli scambi che si sono svolti nel tempo fra le genti del Mediterraneo e le popolazioni di altre regioni del mondo, rende comprensibili questioni che, altrimenti, sarebbero interamente schiacciate nella dimensione del presente. I due poli temporali, il passato e il presente, devono entrambi avere il loro giusto peso nel curricolo ed è opportuno che si richiamino continuamente. È tuttavia evidente che proprio l’attenzione alle vicende complesse del presente chiamano in causa le conoscenze di storia generale, articolate nell’arco del primo ciclo, sulla base della loro significatività ai fini di una prima comprensione del mondo. La ripartizione delle conoscenze storiche per livelli scolastici La disciplina, per la sua complessità, richiede la formulazione di un percorso ben articolato, con una progressione di attività e di conoscenze adatta alle diverse fasi dell’apprendimento e che permetta di distribuire lungo tutto l’arco della scuola primaria e secondaria di primo grado i diversi compiti di apprendimento. La storia generale nella scuola primaria è deputata a far scoprire agli alunni il mondo storico mediante la costruzione di un sistema di conoscenze riguardanti quadri di civiltà o quadri storico sociali senza tralasciare i fatti storici fondamentali. Nella scuola secondaria di primo grado lo

53 sviluppo del sapere storico riguarderà anche i processi, le trasformazioni e gli eventi che hanno portato al mon-do di oggi. Una più sistematica strutturazione cronologica delle conoscenze storiche sarà distribuita lungo tutto l’arco del primo ciclo d’istruzione. In particolare alla scuola primaria sono assegnate le conoscenze storiche che riguardano il periodo compreso dalla comparsa dell’uomo alla tarda antichità; alla scuola secondaria le conoscenze che riguardano il periodo compreso dalla tarda antichità agli inizi del XXI secolo. L’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado viene dedicato allo studio della storia del Novecento. Tuttavia è importante sottolineare l’importanza, a partire dalla scuola primaria, dell’apprendimento della storia centrato su temi che riguardano l’insieme dei problemi della vita umana sul pianeta: l’uso delle diverse fonti di energia, la difesa dagli elementi naturali avversi e la trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, i molti passaggi dello sviluppo tecnico, la conservazione dei beni e del cibo, la divisione del lavoro e la differenziazione sociale, le migrazioni e la conquista dei territori, il conflitto interno e quello esterno alle comunità, la custodia e la trasmissione del sapere, i codici e i mezzi della comunicazione, la nascita e lo sviluppo delle credenze e della ritualità, il sorgere e l’evoluzione del sentimento religioso e delle norme, la costruzione delle diverse forme di governo. Un tale approccio, costruito tra passato e presente, permette anche di non doversi soffermare troppo a lungo su singoli temi e civiltà remote nella convinzione che in una data classe si debbano svolgere solo argomenti specifici. Gli intrecci disciplinari La storia si apre all’utilizzo di metodi, conoscenze, visioni, concettualizzazioni di altre discipline. Gli insegnanti, mettendo a profitto tale peculiarità, potenziano gli intrecci disciplinari suggeriti dai temi proposti agli alunni. In particolare è importante curare le aree di sovrapposizione tra la storia e la geografia in considerazione dell’intima connessione che c’è tra i popoli e le regioni in cui vivono. Per l’educazione linguistica sono importanti i processi di produzione e di organizzazione delle informazioni primarie e inferenziali, le capacità che si acquisiscono studiando con metodo i testi allo scopo di apprendere il lessico specifico e imparare a concettualizzare esponendo in forma orale e scritta. L’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva L’insegnamento e l’apprendimento della storia contribuiscono all’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. I docenti si impegnano a far scoprire agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, a far usare con metodo le fonti archeologiche, museali, iconiche, archivistiche, a far apprezzare il loro valore di beni culturali. In tal modo l’educazione al patrimonio culturale fornisce un contributo fondamentale alla cittadinanza attiva. In particolare, gli insegnanti metteranno in evidenza i rapporti tra istituzioni e società, le differenze di genere e di generazioni, le forme statuali, le istituzioni democratiche.

54 GEOGRAFIA La geografia studia i rapporti delle società umane tra loro e con il pianeta che le ospita. È disciplina “di cerniera” per eccellenza poiché consente di mettere in relazione temi economici, giuridici, antropologici, scientifici e ambientali di rilevante importanza per ciascuno di noi. In un tempo caratterizzato dalla presenza a scuola di alunni di ogni parte del mondo, la geografia consente il confronto sulle grandi questioni comuni a partire dalla conoscenza dei differenti luoghi di nascita o di origine famigliare. La conoscenza geografica riguarda anche i processi di trasformazione progressiva dell’ambiente ad opera dell’uomo o per cause naturali di diverso tipo. La storia della natura e quella dell’uomo, però, si svolgono con tempi diversi: i tempi lunghi della natura si intrecciano, spesso confliggendo, con quelli molto più brevi dell’uomo, con ritmi che a volte si fanno più serrati in seguito a rapide trasformazioni, dovute a nuove prospettive culturali o all’affermarsi di tecnologie innovative. La geografia è attenta al presente, che studia nelle varie articolazioni spaziali e nei suoi aspetti demografici, socio-culturali e politico-economici. L’apertura al mondo attuale è necessaria anche per sviluppare competenze relative alla cittadinanza attiva, come la consapevolezza di far parte di una comunità territoriale organizzata. Tuttavia, poiché lo spazio non è statico, la geografia non può prescindere dalla dimensione temporale, da cui trae molte possibilità di leggere e interpretare i fatti che proprio nel territorio hanno lasciato testimonianza, nella consapevolezza che ciascuna azione implica ripercussioni nel futuro. Altra irrinunciabile opportunità formativa offerta dalla geografia è quella di abituare a osservare la realtà da punti di vista diversi, che consentono di considerare e rispettare visioni plurime, in un approccio interculturale dal vicino al lontano. La conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale ereditato dal passato, con i suoi “segni” leggibili sul territorio, si affianca allo studio del paesaggio, contenitore di tutte le memorie materiali e immateriali, anche nella loro proiezione futura. Tali percorsi consentono sintesi con la storia e le scienze sociali, con cui la geografia condivide pure la progettazione di azioni di salvaguardia e di recupero del patrimonio naturale, affinché le generazioni future possano giovarsi di un ambiente sano. Riciclaggio e smaltimento dei rifiuti, lotta all’inquinamento, sviluppo delle tecniche di produzione delle energie rinnovabili, tutela della biodiversità, adattamento al cambiamento climatico: sono temi di forte rilevanza geografica, in cui è essenziale il raccordo con le discipline scientifiche e tecniche. Il punto di convergenza sfocia nell’educazione al territorio, intesa come esercizio della cittadinanza attiva, e nell’educazione all’ambiente e allo sviluppo. La presenza della geografia nel curricolo contribuisce a fornire gli strumenti per formare persone autonome e critiche, che siano in grado di assumere decisioni responsabili nella gestione del territorio e nella tutela dell’ambiente, con un consapevole sguardo al futuro. Il primo incontro con la disciplina avviene attraverso un approccio attivo all’ambiente circostante, attraverso un’esplorazione diretta; in questa fase la geografia opera insieme alle scienze motorie, per consolidare il rapporto del corpo con lo spazio.

55 Costruendo le proprie geografie, anche attraverso le testimonianze di adulti come referenti culturali, gli allievi possono avvicinarsi alla dimensione sistematica della disciplina. Alla geografia, infatti, spetta il delicato compito di costruire il senso dello spazio, accanto a quello del tempo, con il quale va costantemente correlato. Gli allievi devono attrezzarsi di coordinate spaziali per orientarsi nel territorio, abituandosi ad analizzare ogni elemento nel suo contesto spaziale e in modo multiscalare, da quello locale fino ai contesti mondiali. Il raffronto della propria realtà (spazio vissuto) con quella globale, e viceversa, è agevolato dalla continua comparazione di rappresentazioni spaziali, lette e interpretate a scale diverse, servendosi anche di carte geografiche, di fotografie e immagini da satellite, del globo terrestre, di materiali prodotti dalle nuove tecnologie legate ai Sistemi Informativi Geografici (GIS).

MATEMATICA Le conoscenze matematiche contribuiscono alla formazione culturale delle persone e delle comunità, sviluppando le capacità di mettere in stretto rapporto il "pensare" e il "fare" e offrendo strumenti adatti a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni naturali, concetti e artefatti costruiti dall’uomo, eventi quotidiani. In particolare, la matematica dà strumenti per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare problemi utili nella vita quotidiana; contribuisce a sviluppare la capacità di comunicare e discutere, di argomentare in modo corretto, di comprendere i punti di vista e le argomentazioni degli altri. In matematica, come nelle altre discipline scientifiche, è elemento fondamentale il laboratorio, inteso sia come luogo fisico sia come momento in cui l’alunno è attivo, formula le proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, impara a raccogliere dati, negozia e costruisce significati, porta a conclusioni temporanee e a nuove aperture la costruzione delle conoscenze personali e collettive. Nella scuola primaria si potrà utilizzare il gioco, che ha un ruolo cruciale nella comunicazione, nell’educazione al rispetto di regole condivise, nell’elaborazione di strategie adatte a contesti diversi. La costruzione del pensiero matematico è un processo lungo e progressivo nel quale concetti, abilità, competenze e atteggiamenti vengono ritrovati, intrecciati, consolidati e sviluppati a più riprese; è un processo che comporta anche difficoltà linguistiche e che richiede un’acquisizione graduale del linguaggio matematico. Caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi, che devono essere intesi come questioni autentiche e significative, legate alla vita quotidiana, e non solo esercizi a carattere ripetitivo o quesiti ai quali si risponde semplicemente ricordando una definizione o una regola. Gradualmente, stimolato dalla guida dell’insegnante e dalla discussione con i pari, l’alunno imparerà ad affrontare con fiducia e determinazione situazioni problematiche, rappresentandole in diversi modi, conducendo le esplorazioni opportune, dedicando il tempo necessario alla precisa individuazione di ciò che è noto e di ciò che s’intende trovare, congetturando soluzioni e risultati, individuando possibili strategie risolutive. Nella scuola secondaria di primo grado si svilupperà un’attività più propriamente di matematizzazione, formalizzazione, generalizzazione. L’alunno analizza le situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni da

56 compiere (operazioni, costruzioni geometriche, grafici, formaliz-zazioni, scrittura e risoluzione di equazioni, …) e le concatena in modo efficace al fine di produrre una risoluzione del problema. Un’attenzione particolare andrà dedicata allo sviluppo della capacità di esporre e di discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti. L’uso consapevole e motivato di calcolatrici e del computer deve essere incoraggiato opportunamente fin dai primi anni della scuola primaria, ad esempio per verificare la correttezza di calcoli mentali e scritti e per esplorare il mondo dei numeri e delle forme. Di estrema importanza è lo sviluppo di un’adeguata visione della matematica, non ridotta a un insieme di regole da memorizzare e applicare, ma riconosciuta e apprezzata come contesto per affrontare e porsi problemi significativi e per esplorare e percepire relazioni e strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo. SCIENZE La moderna conoscenza scientifica del mondo si è costruita nel tempo, attraverso un metodo di indagine fondato sull’osservazione dei fatti e sulla loro interpretazione, con spiegazioni e modelli sempre suscettibili di revisione e di riformulazione. L’osservazione dei fatti e lo spirito di ricerca dovrebbero caratterizzare anche un efficace insegnamento delle scienze e dovrebbero essere attuati attraverso un coinvolgimento diretto degli alunni incoraggiandoli, senza un ordine temporale rigido e senza forzare alcuna fase, a porre domande sui fenomeni e le cose, a progettare esperimenti/esplorazioni seguendo ipotesi di lavoro e a costruire i loro modelli interpretativi. La ricerca sperimentale, individuale e di gruppo, rafforza nei ragazzi la fiducia nelle proprie capacità di pensiero, la disponibilità a dare e ricevere aiuto, l’imparare dagli errori propri e altrui, l’apertura ad opinioni diverse e la capacità di argomentare le proprie. Le esperienze concrete potranno essere realizzate in aula o in spazi adatti: laboratorio scolastico, ma anche spazi naturali o ambienti raggiungibili facilmente. È importante disporre di tempi e modalità di lavoro che consentano, in modo non superficiale o affrettato, la produzione di idee originali da parte dei ragazzi, anche a costo di fare delle scelte sui livelli di approfondimento e limitarsi alla trattazione di temi rilevanti. La valorizzazione del pensiero spontaneo dei ragazzi consentirà di costruire nel tempo le prime formalizzazioni in modo convincente per ciascun alunno. La gradualità e non dogmaticità dell’insegnamento favorirà negli alunni la fiducia nelle loro possibilità di capire sempre quello che si studia, con i propri mezzi e al proprio livello. Con lo sviluppo dei linguaggi e delle capacità di comunicazione, i ragazzi dovrebbero saper descrivere la loro attività di ricerca in testi di vario tipo (racconti orali, testi scritti, immagini, disegni, schemi, mappe, tabelle, grafici, ecc.) sintetizzando il problema affrontato, l’esperimento progettato, la sua realizzazione e i suoi risultati, le difficoltà incontrate, le scelte adottate, le risposte individuate. Le scienze naturali e sperimentali sono fra loro diverse per quanto riguarda i contenuti ma, almeno a livello elementare, sono accomunate da metodologie di indagine simili. È opportuno, quindi, potenziare nel percorso di studio, l’impostazione metodologica, mettendo in evidenza i modi di ragionare, le strutture di pensiero e le informazioni trasversali, evitando così la frammentarietà nozionistica dei differenti contenuti. Gli allievi potranno così riconoscere in quello che vanno

57 studiando un’unitarietà della conoscenza. Per questo, in rapporto all’età e con richiami graduali lungo tutto l’arco degli anni scolastici fino alla scuola secondaria, dovranno essere focalizzati alcuni grandi “organizzatori concettuali” quali: causa/effetto, sistema, stato/trasformazione, equilibrio, energia, ecc. Il percorso dovrà comunque mantenere un costante riferimento alla realtà, imperniando le attività didattiche sulla scelta di casi emblematici quali l’osservazione diretta di un organismo o di un micro-ambiente, di un movimento, di una candela che brucia, di una fusione, dell’ombra prodotta dal Sole, delle proprietà dell’acqua, ecc. Valorizzando le competenze acquisite dagli allievi, nell’ambito di una progettazione verticale complessiva, gli insegnanti potranno costruire una sequenza di esperienze che nel loro insieme consentano di sviluppare gli argomenti basilari di ogni settore scientifico. Nell’arco di ogni anno di scuola primaria, quindi, ciascun alunno deve essere coinvolto in varie esperienze pratiche. La selezione e la realizzazione di esperienze concrete ed operative dovranno caratterizzare anche le attività didattiche nella scuola secondaria di primo grado, coordinato con un appropriato uso del libro di testo. Le esperienze che vengono indicate per la scuola secondaria di primo grado possono essere utilizzate anche nella scuola primaria con gli opportuni adattamenti.

MUSICA La musica, componente fondamentale e universale dell’esperienza umana, offre uno spazio simbolico e relazionale propizio all’attivazione di processi di cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di strumenti di conoscenza, alla valorizzazione della creatività e della partecipazione, allo sviluppo del senso di appartenenza a una comunità, nonché all’interazione fra culture diverse. L’apprendimento della musica consta di pratiche e di conoscenze, e nella scuola si articola su due dimensioni: a) produzione, mediante l’azione diretta (esplorativa, compositiva, esecutiva) con e sui materiali sonori, in particolare attraverso l’attività corale e di musica d’insieme; b) fruizione consapevole, che implica la costruzione e l’elaborazione di significati personali, sociali e culturali, relativamente a fatti, eventi, opere del presente e del passato. Il canto, la pratica degli strumenti musicali, la produzione creativa, l’ascolto, la comprensione e la riflessione critica favoriscono lo sviluppo della musicalità che è in ciascuno; promuovono l’integrazione delle componenti percettivo-motorie, cognitive e affettivo-sociali della personalità; contribuiscono al benessere psicofisico in una prospettiva di prevenzione del disagio, dando risposta a bisogni, desideri, domande, caratteristiche delle diverse fasce d’età. In particolare, attraverso l’esperienza del far musica insieme, ognuno potrà cominciare a leggere e a scrivere musica, a produrla anche attraverso l’improvvisazione, intesa come gesto e pensiero che si scopre nell’attimo in cui avviene: improvvisare vuol dire comporre nell’istante. L’apprendimento della musica esplica specifiche funzioni formative, tra loro interdipendenti. Mediante la funzione cognitivo-culturale gli alunni esercitano la capacità di rappresentazione simbolica della realtà, sviluppano un pensiero flessibile, intuitivo, creativo e partecipano al patrimonio di diverse culture musicali; utilizzano le competenze specifiche della disciplina per

58 cogliere significati, mentalità, modi di vita e valori della comunità a cui fanno riferimento. Mediante la funzione linguistico-comunicativa la musica educa gli alunni all’espressione e alla comunicazione attraverso gli strumenti e le tecniche specifiche del proprio linguaggio. Mediante la funzione emotivo-affettiva gli alunni, nel rapporto con l’opera d’arte, sviluppano la riflessione sulla formalizzazione simbolica delle emozioni. Mediante la funzioni identitaria e interculturale la musica induce gli alunni a prendere coscienza della loro appartenenza a una tradizione culturale e nel contempo fornisce loro gli strumenti per la conoscenza, il confronto e il rispetto di altre tradizioni culturali e religiose. Mediante la funzione relazionale essa instaura relazioni interpersonali e di gruppo, fondate su pratiche compartecipate e sull’ascolto condiviso. Mediante la funzione critico- estetica essa sviluppa negli alunni una sensibilità artistica basata sull’interpretazione sia di messaggi sonori sia di opere d’arte, eleva la loro autonomia di giudizio e il livello di fruizione estetica del patrimonio culturale. In quanto mezzo di espressione e di comunicazione, la musica interagisce costantemente con le altre arti ed è aperta agli scambi e alle interazioni con i vari ambiti del sapere.

ARTE E IMMAGINE La disciplina arte e immagine ha la finalità di sviluppare e potenziare nell’alunno le capacità di esprimersi e comunicare in modo creativo e personale, di osservare per leggere e comprendere le immagini e le diverse creazioni artistiche, di acquisire una personale sensibilità estetica e un atteggiamento di consapevole attenzione verso il patrimonio artistico. Il percorso formativo, attento all’importanza della soggettività degli allievi, dovrà riconoscere, valorizzare e ordinare conoscenze ed esperienze acquisite dall’alunno nel campo espressivo e multimediale anche fuori dalla scuola, come elementi utili al processo di formazione della capacità di riflessione critica. La disciplina contribuisce così in modo rilevante a far sì che la scuola si apra al mondo, portandola a confrontarsi criticamente con “la cultura giovanile” e con le nuove modalità di apprendimento proposte dalle tecnologie della comunicazione. Attraverso il percorso formativo di tutto il primo ciclo, l’alunno impara a utilizzare e fruire del linguaggio visivo e dell’arte, facendo evolvere l’esperienza espressiva spontanea verso forme sempre più consapevoli e strutturate di comunicazione. Il percorso permette agli alunni di esprimersi e comunicare sperimentando attivamente le tecniche e i codici propri del linguaggio visivo e audiovisivo; di leggere e interpretare in modo critico e attivo i linguaggi delle immagini e quelli multimediali; di comprendere le opere d’arte; di conoscere e apprezzare i beni culturali e il patrimonio artistico. L’alunno può così sviluppare le proprie capacità creative attraverso l’utilizzo di codici e linguaggi espressivi e la rielaborazione di segni visivi. Con l’educazione all’arte e all’immagine, caratterizzata da un approccio di tipo laboratoriale, l’alunno sviluppa le capacità di osservare e descrivere, di leggere e comprendere criticamente le opere d’arte. Lo sviluppo di queste capacità è una condizione necessaria per creare un atteggiamento di curiosità e di interazione positiva con il mondo artistico. È importante infatti che

59 l’alunno apprenda, a partire dai primi anni, gli elementi di base del linguaggio delle immagini e allo stesso tempo sperimenti diversi metodi di approccio alle opere d’arte, anche attraverso esperienze dirette nel territorio e nei musei. È necessario, inoltre, che abbia una conoscenza dei luoghi e dei contesti storici, degli stili e delle funzioni che caratterizzano la produzione artistica. La familiarità con immagini di qualità ed opere d’arte sensibilizza e potenzia nell’alunno le capacità creative, estetiche ed espressive, rafforza la preparazione culturale e contribuisce ad educarlo a una cittadinanza attiva e responsabile. In questo modo l’alunno si educa alla salvaguardia, e alla conservazione del patrimonio artistico e ambientale a partire dal territorio di appartenenza. La familiarità con i linguaggi artistici, di tutte le arti, che sono universali, permette di sviluppare relazioni interculturali basate sulla comunicazione, la conoscenza e il confronto tra culture diverse. Per far sì che la disciplina contribuisca allo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità dell’alunno è necessario che il suo apprendimento sia realizzato attraverso l’integrazione dei suoi nuclei costitutivi: sensoriale (sviluppo delle dimensioni tattile, olfattiva, uditiva, visiva); linguistico- comunicativo (il messaggio visivo, i segni dei codici iconici e non iconici, le funzioni, ecc.); storico- culturale (l’arte come documento per comprendere la storia, la società, la cultura, la religione di una specifica epoca); espressivo/comunicativa (produzione e sperimentazione di tecniche, codici e materiali diversificati, incluse le nuove tecnologie); patrimoniale (il museo, i beni culturali e ambientali presenti nel territorio).

TECNOLOGIA Lo studio e l’esercizio della tecnologia favoriscono e stimolano la generale attitudine umana a porre e a trattare problemi, facendo dialogare e collaborare abilità di tipo cognitivo, operativo, metodologico e sociale. È importante che la cultura tecnica faccia maturare negli allievi una pratica tecnologica etica e responsabile, lontana da inopportuni riduzionismi o specialismi e attenta alla condizione umana nella sua interezza e complessità. La tecnologia si occupa degli interventi e delle trasformazioni che l’uomo opera nei confronti dell’ambiente per garantirsi la sopravvivenza e, più in generale, per la soddisfazione dei propri bisogni. Rientrano nel campo di studio della tecnologia i principi di funzionamento e le modalità di impiego di tutti gli strumenti, i dispositivi, le macchine e i sistemi - materiali e immateriali - che l’uomo progetta, realizza e usa per gestire o risolvere problemi o semplicemente per migliorare le proprie condizioni di vita. D’altra parte è specifico compito della tecnologia quello di promuovere nei bambini e nei ragazzi forme di pensiero e atteggiamenti che preparino e sostengano interventi trasformativi dell’ambiente circostante attraverso un uso consapevole e intelligente delle risorse e nel rispetto di vincoli o limitazioni di vario genere: economiche, strumentali, conoscitive, dimensionali, temporali, etiche. Selezionando temi e problemi vicini all’esperienza dei ragazzi si sviluppa in loro una crescente padronanza dei concetti fondamentali della tecnologia e delle loro reciproche relazioni: bisogno, problema, risorsa, processo, prodotto, impatto, controllo. Il laboratorio, inteso soprattutto come modalità per accostarsi in modo attivo e operativo a situazioni o fenomeni oggetto di studio, rappresenta il riferimento costante per la didattica della tecnologia; esso combina la progettazione e la realizzazione di semplici prodotti originali con la modifica

60 migliorativa, nel senso dell’efficacia o dell’efficienza, di quelli già esistenti. Lo sguardo tecnologico su oggetti e sistemi di dimensione e complessità differente - un cavatappi, un frullatore, un ciclomotore, un ristorante, una centrale termica, una discarica - consente di mettere in evidenza una molteplicità di aspetti e di variabili: dalle risorse materiali o immateriali utilizzate alle fasi del processo di fabbricazione o costruzione, dagli aspetti organizzativi della produzione o della fornitura del servizio ai problemi di dismissione e smaltimento. Questo particolare approccio, caratteristico della tecnologia, favorisce lo sviluppo nei ragazzi di un atteggiamento responsabile verso ogni azione trasformativa dell’ambiente e di una sensibilità al rapporto, sempre esistente e spesso conflittuale, tra interesse individuale e bene collettivo, decisiva per il formarsi di un autentico senso civico. I nuovi strumenti e i nuovi linguaggi della multimedialità rappresentano ormai un elemento fondamentale di tutte le discipline, ma è precisamente attraverso la progettazione e la simulazione, tipici metodi della tecnologia, che le conoscenze teoriche e quelle pratiche si combinano e concorrono alla comprensione di sistemi complessi. Inoltre, per quanto riguarda le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e le tecnologie digitali, è necessario che oltre alla padronanza degli strumenti, spesso acquisita al di fuori dell’ambiente scolastico, si sviluppi un atteggiamento critico e una maggiore consapevolezza rispetto agli effetti sociali e culturali della loro diffusione, alle conseguenze relazionali e psicologiche dei possibili modi d’impiego, alle ricadute di tipo ambientale o sanitario, compito educativo cruciale che andrà condiviso tra le diverse discipline. Quando possibile, gli alunni potranno essere introdotti ad alcuni linguaggi di programmazione particolarmente semplici e versatili che si prestano a sviluppare il gusto per l’ideazione e la realizzazione di progetti (siti web interattivi, esercizi, giochi, programmi di utilità) e per la comprensione del rapporto che c’è tra codice sorgente e risultato visibile.

EDUCAZIONE FISICA Nel primo ciclo l’educazione fisica promuove la conoscenza di sé e delle proprie potenzialità nella costante relazione con l’ambiente, gli altri, gli oggetti. Contribuisce, inoltre, alla formazione della personalità dell’alunno attraverso la conoscenza e la consapevolezza della propria identità corporea, nonché del continuo bisogno di movimento come cura costante della propria persona e del proprio benessere. In particolare, lo “stare bene con se stessi” richiama l’esigenza che il curricolo dell’educazione al movimento preveda esperienze tese ad consolidare stili di vita corretti e salutari, come presupposto di una cultura personale che valorizzi le esperienze motorie e sportive, anche extrascolastiche, come prevenzione di ipocinesia, sovrappeso e cattive abitudini alimentari, involuzione delle capacità motorie, precoce abbandono della pratica sportiva e utilizzo di sostanze che inducono dipendenza. Le attività motorie e sportive forniscono agli alunni le occasioni per riflettere sui cambiamenti del proprio corpo, per accettarli e viverli serenamente come espressione della crescita e del processo di maturazione di ogni persona; offrono altresì occasioni per riflettere sulle valenze che l’immagine

61 di sé assume nel confronto col gruppo dei pari. L’educazione motoria è quindi l’occasione per promuovere esperienze cognitive, sociali, culturali e affettive. Attraverso il movimento, con il quale si realizza una vastissima gamma di gesti che vanno dalla mimica del volto, alla danza, alle più svariate prestazioni sportive, l’alunno potrà conoscere il suo corpo ed esplorare lo spazio, comunicare e relazionarsi con gli altri in modo adeguato ed efficace. La conquista di abilità motorie e la possibilità di sperimentare il successo delle proprie azioni sono fonte di gratificazione che incentivano l’autostima dell’alunno e l’ampliamento progressivo della sua esperienza, arricchendola di stimoli sempre nuovi. L’attività motoria e sportiva, soprattutto nelle occasioni in cui fa sperimentare la vittoria o la sconfitta, contribuisce all’apprendimento della capacità di modulare e controllare le proprie emozioni. Attraverso la dimensione motoria l’alunno è facilitato nell’espressione di istanze comunicative e disagi di varia natura che non sempre riesce a comunicare con il linguaggio verbale. L’attività motoria praticata in ambiente naturale rappresenta un elemento determinante per un’azione educativa integrata, per la formazione di futuri cittadini del mondo, rispettosi dei valori umani, civili e ambientali. Partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione e del lavoro di squadra. Il gioco e lo sport sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e “incontri”. L’attività sportiva promuove il valore del rispetto di regole concordate e condivise e i valori etici che sono alla base della convivenza civile. I docenti sono impegnati a trasmettere e a far vivere ai ragazzi i principi di una cultura sportiva portatrice di rispetto per sé e per l’avversario, di lealtà, di senso di appartenenza e di responsabilità, di controllo dell’aggressività, di negazione di qualunque forma di violenza. L’esperienza motoria deve connotarsi come “vissuto positivo”, mettendo in risalto la capacità di fare dell’alunno, rendendolo costantemente protagonista e progressivamente consapevole delle competenze motorie via via acquisite.

62 SCHEMA DEL CURRICOLO VERTICALE

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9. OFFERTA FORMATIVA

FINALITÀ GENERALI

Le scuole del nostro Istituto Comprensivo definiscono le finalità di ogni azione didattica partendo dalla persona che apprende, tenendo conto del suo percorso individuale e delle sue relazioni familiari e sociali. Al centro dell’attività educativa è posto lo studente in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali. L’alunno è guidato a comprendere la funzione delle regole e dei ruoli, ad assumere precise responsabilità nelle diverse situazioni, a riconoscere l’importanza di un quadro di valori e di comportamenti coerenti con esso. Si opera in un clima di diffusa convivialità relazionale per creare rapporti di reciproca accettazione e rispetto. L’alunno verrà accompagnato nella riflessione e nell’autovalutazione del proprio vissuto personale, comunitario, sociale e culturale. Vengono, pertanto, definite le seguenti finalità prioritarie: 1. sviluppo armonico delle persona; 2. sviluppo dell’autonomia personale; 3. acquisizione di una dimensione etica e valoriale; 4. maturazione di un grado adeguato di socializzazione e di una fattiva disponibilità alla collaborazione; 5. sviluppo della dimensione interiore della vita personale per dare senso e significato alla varietà delle proprie esperienze.

FINALITÀ FORMATIVE

In conformità alla Legge 107/2015 e alle indicazioni Nazionali, la nostra scuola si propone di perseguire le seguenti finalità formative:  Realizzare percorsi formativi rispondenti alle inclinazioni e alle attitudini di ognuno.  Rimuovere gli ostacoli di qualsiasi natura che possano impedire il pieno sviluppo della persona umana.  Promuovere la dignità e l'uguaglianza di tutti gli alunni senza distinzione di sesso, di condizioni personali e sociali, di razza, di lingua, di religione.  Formare ogni persona sul piano cognitivo e culturale affinché possa affrontare positivamente i diversi scenari sociali e professionali presenti e futuri, nel rispetto di sé e degli altri, e dei valori condivisi che conferiscono dignità alla persona.  Educare alla convivenza, alla cittadinanza attiva e consapevole e alla cultura della legalità intesa anche come rispetto critico delle regole. IL PROCESSO FORMATIVO La nostra Istituzione scolastica, sulla base dei bisogni emersi, nel rispetto della natura e delle caratteristiche proprie di ogni grado d’istruzione, individua quali obiettivi prioritari per

64 assicurare un equilibrato processo formativo degli allievi dei tre ordini di scuola. Viene stabilito quanto segue:

AFFERMAZIONE DELL'IDENTITÀ PERSONALE

 Riconoscere la propria identità rapportata alla differenza;  relazionarsi con gli altri nel rispetto e nella collaborazione;  vivere con equilibrio la propria affettività;  sviluppare l'autostima.

CONQUISTA DELL'AUTONOMIA INDIVIDUALE  Compiere scelte autonome;  sviluppare autonomia di giudizio e libertà di pensiero;  sostenere il proprio punto di vista nel rispetto delle opinioni diverse;  assumersi responsabilità e mantenere gli impegni.

SVILUPPO DELLE COMPETENZE  Consolidamento delle abilità cognitive e pratiche dei vari ambiti disciplinari;  assimilazione di conoscenze teoriche e pratiche relative ai vari settori di studio;  capacità di trovare soluzioni a situazioni problematiche.

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10. PROGETTAZIONE

Quest’area del Piano Triennale comprende le attività formative proposte agli alunni, da svolgere in orario scolastico o extrascolastico, che contribuiscono alla realizzazione di un sistema educativo integrato tra scuola e territorio o che offrono, comunque, ulteriori momenti di crescita culturale. Alla metodica del progetto-laboratorio è attribuita un’alta valenza formativa, poiché propone opportunità di esercizio individuale e nello stesso tempo cooperativo al fine di:  migliorare le competenze culturali;  migliorare le competenze europee;  potenziare le dinamiche affettive e socio-relazionali;  migliorare l’uso di linguaggi diversificati;  sviluppare abilità progettuali e sperimentare mezzi digitali a scopi didattici.

Di seguito vengono sintetizzati i progetti che sono classificati in due tipologie: progetti che coinvolgono verticalmente tutte le scuole dell'Istituto, progetti specifici che valorizzano le caratteristiche dei singoli ordini di scuola e l’adesione a progetti ed iniziative che provengono da enti o soggetti esterni, dalla Comunità Europea, a cui la scuola aderisce.

66 Progetti per l’ampliamento/arricchimento dell’O.F.

Il curricolo obbligatorio è arricchito dalle seguenti attività, svolte sia in orario curricolare che in orario aggiuntivo:

Drammatizzazioni da realizzare nella scuola dell’infanzia e primaria dell’Istituto per manifestazioni in occasione delle festività natalizie e a conclusione dell’anno scolastico.

 Progetti di arricchimento dell’offerta formativa da realizzare con Fondi Europei nell’ambito del Programma Operativo Nazionale 2014-2020, se ammessi a finanziamento. Per l’anno scolastico 2016/2017, la scuola progetta moduli nell’ambito del PON FSE- SCUOLA AL CENTRO – Piano di arricchimento del percorso formativo per il contrasto alla dispersione scolastica e di recupero delle sacche di disagio sociale. La scuola intende proporsi come CENTRO aperto agli studenti e alle loro famiglie, vissuto da ragazzi e genitori oltre il tempo regolare della didattica, polo di attrazione e di aggregazione delle comunità.

 Progetto ARTIGIANI NEL TEMPO USR-Calabria – Interventi per le aree a rischio e contro l’emarginazione scolastica con percorsi che prevedono attività laboratoriali di piccolo artigianato anche per favorire la conoscenza e il recupero dell’identità dei luoghi, lo spirito imprenditoriale, la capacità di costruirsi lavoro e l’incentivazione alla cittadinanza attiva.

 Educazione ambientale, alla Salute, alla Legalità e alla Sicurezza, nell’ambito della disciplina obbligatoria e a carattere trasversale CITTADINANZA E COSTITUZIONE e deI Progetti di educazione alla lettura per favorire l’amore per la lettura a partire dalle prime classi della scuola primaria

 LIBRIAMOCI: giornate per la diffusione della lettura

 Progetto SPAZIO BIBLIOTECA per vivere la biblioteca come luogo d’incontro, di interazione e di aggregazione oltre che come strumento per acquisire la piena padronanza della lingua madre anche attraverso la sperimentazione di tecniche di Digital Storytelling, lo scritto, l’ascolto e il parlato.

 Progetto FRUTTA NELLE SCUOLE nell’ambito del programma europeo finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata, nella fase in cui si formano le loro abitudini alimentari.

 Adesione a BIMED per migliorare la qualità della vita nella e della scuola ed appassionare gli studenti al valore della conoscenza come risorsa ineludibile per poter scegliere ed essere liberi. La partecipazione a BIMED vedrà impegnati tutti gli operatori della scuola, gli studenti, la componente genitoriale e la comunità tutta in un particolare percorso di scrittura -STAFFETTA DI SCRITTURA- inteso come esercizio che attraversa l’intero ambito disciplinare e le varie discipline per restituire alla parola il ruolo-chiave ineludibile per la crescita.

La costruzione del Curricolo si fonda sull’idea che la formazione scolastica debba incidere sulla sfera personale di ogni studente per il quale viene allestito un ambiente di apprendimento ricco, stimolante e aperto all’interazione sociale, allo scambio e all’incontro con gli altri e alle esperienze da svolgere sul territorio.

67 Sulla base di questa premessa pedagogica e dell’analisi della realtà socio-culturale nella quale si opera, la scuola si propone i seguenti obiettivi:  dare agli studenti le più ampie possibilità di agire ed interagire con i pari, non soltanto nell’ambito dello spazio-classe, ma anche con quelli di altre realtà;  favorire la conoscenza del territorio di appartenenza;  offrire nuove esperienze affinché gli studenti possano appropriarsi del proprio spazio di vita ed allargarlo sempre più. Per realizzare questi macro-obiettivi, l’Istituto Comprensivo di Morano/Saracena, con il supporto degli Enti locali e nell’ottica della cooperazione formativa con altre scuole e con le realtà territoriali (così come previsto anche dalla legge di Riforma della scuola n. 107 del 13/07/2015), ha aderito alle seguenti iniziative:

 Progetto SPORT IN CLASSE in collaborazione con esperti del CONI - Attività sportive per gli studenti della scuola secondaria di 1° grado finalizzate anche alla partecipazione ai campionati sportivi studenteschi

 Progetto UNA REGIONE IN MOVIMENTO - attività motorie per le classi seconde, terze, quarte e quinte della scuola primaria Partecipazione alle iniziative promosse da:  Enti o Associazioni per laboratori di Educazione Ambientale finalizzati alla valorizzazione e alla tutela dell’ambiente e del territorio.  Enti e Associazioni, proposte nel corso dell’anno scolastico e ritenute valide ed interessanti per gli studenti dell’Istituto. Amministrazione Comunale per progetti su:  Raccolta differenziata e riduzione della produzione dei rifiuti.  La biblioteca, spazio culturale e di costruzione di comunità  Consiglio Comunale dei Ragazzi.  Supporto ad alunni con BES e con disagio socio-culturale Per gli alunni sono altresì previste le seguenti attività:  Partecipazione a concerti, mostre, concorsi, manifestazioni, rappresentazioni teatrali.  Manifestazioni di fine anno realizzate anche in collaborazione con esperti esterni.  Visite d’istruzione programmate, di un giorno, a siti di interesse storico, culturale e naturalistico individuati dal Consiglio di Classe con la componente genitori ed approvati dal Consiglio d’Istituto.  Uscite didattiche sul territorio programmate e collegate alle attività didattiche.  Utilizzo delle tecnologie (LIM e tablet) a supporto della didattica.  Accesso alle piattaforme messe a disposizione del MIUR per la realizzazione del progetto Programma il futuro per lo sviluppo del pensiero computazionale.

68 PROGETTO LETTURA Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. (D. Pennac) La lettura è un modo privilegiato e speciale per fare un’esperienza unica, aiuta a crescere, arricchisce, appassiona, alimenta la fantasia e la creatività, perché solo la lettura ha il potere di farci entrare nella narrazione e riscriverla a nostro piacimento, liberamente. In un tempo in cui si assiste alla crescente perdita di valore del libro e alla disaffezione diffusa alla lettura da parte di bambini e ragazzi, la scuola rappresenta il luogo privilegiato e speciale per promuovere itinerari e strategie atti a suscitare curiosità e amore per il libro, a far emergere il bisogno e il piacere della lettura. Ciò implica il superamento della lettura come “dovere scolastico” per un obiettivo più ampio che coinvolga le emozioni, i sentimenti, le esperienze affettivo-relazionali e sociali attraverso cui il libro possa trasformarsi in una fonte di piacere e di svago. Avvicinare i ragazzi ai libri per condurli ad una lettura spontanea e divertente, e alla consapevolezza della sua funzione formativa, volta all’arricchimento del pensiero e allo sviluppo delle potenzialità espressive, è l’obiettivo di un percorso di “promozione ed educazione alla lettura” come processo continuo che parte dalla scuola dell’Infanzia. In particolare si promuoveranno le seguenti attività:

Destinatari Attività

 Nati per leggere: letture di piccole storie e fiabe, Tutte le sezioni delle due osservazione di libri e realizzazione di libri tattili, scuole dell’Infanzia cartelloni con varie tecniche e illustrazioni grafico- pittoriche.  Lettura libri biblioteca - realizzazione di fumetti e cartelloni illustrativi – drammatizzazioni in occasione di diversi momenti dell’anno scolastico - partecipazione Tutte le classi delle concorso Il miglior lettore, Giralibro e alle giornate di scuole primarie e lettura Libriamoci con la presenza di autori/editori - secondarie di 1° attività di scrittura creativa. (Morano - Saracena)

 Progetto Paesaggi di lettura Classe I A Morano e sezioni dei cinque anni scuola dell’infanzia.

CITTADINANZA E LEGALITÀ

Al fine di far acquisire ai ragazzi comportamenti personali sempre corretti per la realizzazione di una società migliore in tutti i suoi aspetti e promuovere e costruire efficacemente la cultura democratica e il senso di responsabilità civile e sociale, l’Istituto intende sostenere iniziative atte a prevenire ogni forma di aggressività dentro e fuori la scuola, abituare al rispetto delle persone e delle regole, educare alla partecipazione costruttiva alla vita scolastica e sperimentare operativamente a scuola il senso di appartenenza ad un territorio e ad una comunità.

Destinatari Attività

Tutte le classi  Spunti di discussione sul rispetto delle regole, convivenza civile ed educazione stradale – incontri specifici con la Guardia di Finanza e (Morano - Saracena) Forze dell’Ordine.

69 EDUCARE AL RISPETTO E ALLA VALORIZZAZIONE DEL PROPRIO AMBIENTE

Le scuole dell'Istituto Comprensivo di Morano-Saracena si propongono di realizzare molteplici attività in differenti contesti esterni agli edifici scolastici, fruendo del territorio circostante come grande aula decentrata dove effettuare esperienze per conoscere, amare e tutelare l'ambiente, nei suoi vari aspetti. Ciò perché la tutela dell'ambiente è una delle più grandi emergenze mondiali dell'uomo moderno, alla quale è legata la sua sopravvivenza: emergenza che le scuole di ogni ordine e grado non possono sottovalutare. L'educazione ambientale, pertanto, verrà promossa a partire dalla scuola dell'infanzia sia con attività progettuali che, trasversalmente, attraverso le diverse discipline. La collocazione del nostro territorio, al centro del Parco del Pollino, il parco più vario e più grande d'Europa, faciliterà le uscite didattiche e la “riscoperta” di ambienti e risorse, di flora e fauna protetta. Le uscite didattiche, saranno occasione per conoscere anche botteghe artigianali e piccole aziende nate per la produzione e la valorizzazione di prodotti locali.

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PROGETTI SPECIFICI PER ORDINE DI SCUOLA

SCUOLA DELL’INFANZIA

ACCOGLIENZA

Offrire ai bambini che affrontano per la prima volta l’esperienza dell’inserimento nella scuola dell’infanzia, una situazione serena di relazioni, di gioco, di esperienza e di interesse verso i propri bisogni Destinatari: tutte le sezioni di Morano e di Saracena.

LEGGERE ED INNAMORARSI DELLE PROPRIE ORIGINI

Il progetto è rivolto agli alunni delle sezioni della scuola dell’infanzia di Morano per sviluppare le seguenti finalità formative:  favorire la curiosità dei bambini all’ascolto, alla condivisione e alla lettura.  Potenziare l’esperienza del leggere e dell’immaginario personale.  Rielaborare graficamente storie del territorio, secondo la propria fantasia. Gli alunni frequenteranno il laboratorio di lettura di sabato mattina nei locali della Biblioteca scolastica che dispone di tecnologie innovative e libri. Destinatari: tutte le sezioni di Morano.

FESTE e RICORRENZE

Conoscere e comprendere il significato sociale e religioso delle feste dell'anno.

Destinatari Attività

 Tutti in festa”: drammatizzazioni, canti, balli, filastrocche, realizzazione di lavoretti inerenti le festività con mostra Sez. A-B-C-D - Morano finale  Recital di saluto dei bambini che lasciano la scuola. Sez. A-B-C - Saracena  Musical di Natale  Recital di fine anno Sez. A-B-C-D - Morano  Progetto “Lingua inglese”

SCUOLA PRIMARIA

EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’ E ALLA CONVIVENZA CIVILE

Destinatari Attività Tutte le classi  Canti, riflessioni e drammatizzazione in occasione di Morano - Saracena feste e ricorrenze varie

AMBIENTE E TERRITORIO

Destinatari Attivita’ Tutti gli alunni dell’istituto  Progetto “Adotta uno spazio verde” della scuola primaria e  Progetto “Artigiani nel tempo”

71 secondaria di primo grado  Conoscere l’autore (classi quinte – Morano)

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

ESSERE SOLIDALI

Attività finalizzate a rispettare ed aiutare gli altri. Le classi della scuola secondaria attraverso la realizzazione della “colazione della solidarietà” continueranno a mantenere gli impegni già attuati negli anni scolastici precedenti. In particolare:

Destinatari Attività

Tutte le classi di Realizzazione della “Colazione della solidarietà” per Saracena continuare a mantenere l’impegno delle “adozioni a distanza” già Classi terze Morano Cal. avviate negli anni scolastici precedenti (Saracena) e iniziative benefiche a favore del territorio (Morano Cal.)

EDUCAZIONE ALLA SALUTE

Attività finalizzate all’educazione del mantenimento dello stato di benessere psico-fisico e alla promozione della prevenzione contro le devianze.

Destinatari Attività

Corso di rianimazione cardio-polmonare, in convenzione con Tutte le classi di l’Ente Locale di Morano. Morano e Saracena Esperti: Girolamo Angelini – Carlo Sertore

SUONIAMO INSIEME

Attività finalizzate all’ampliamento dell’educazione musicale.

Destinatari Attività

Tutte le classi Attività orchestrale con gli strumenti in dotazione della scuola Morano - Saracena

LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Attività finalizzate a favorire la conoscenza delle persecuzioni e dello sterminio del popolo ebraico, degli italiani che hanno subito la deportazione. Si prevedono visite guidate a Ferramonti per i ragazzi delle terze classi.

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I PROGETTI PROPOSTI DA ASSOCIAZIONI - ENTI ESTERNI ALL’ISTITUTO

TIPO DI PROGETTO TITOLO SPECIFICO PROPONENTI DESTINATARI ATTIVITA’

Laboratori Visita orto botanico di Castrovillari Classi Terze Associazione Scuola sec. primo Mostra finale con foto e Gli alberi monumentali Filo d’Arianna” grado Morano disegni realizzati dagli del nostro territorio Educazione Parco Nazionale Classi Seconde Alunni e cartellone del Pollino Scuola sec. primo sull’esperienza Ambientale grado Saracena Svolta nel progetto assieme ai ragazzi della fondazione Raccolta differenziata Gruppi di alunni Puliamo il mondo Lega Ambiente centro storico scuole Saracena Saracena Tutte le Una Regione in Giochi motori Educazione fisica UAT CS sezioni delle due movimento Scuole dell’infanzia di diverso tipo

PARTECIPAZIONE A CONCORSI

Classi coinvolte Proponenti Attività I concorsi che saranno Le scuole di Morano pubblicati e successivamente Previste dagli eventuali concorsi Calabro e Saracena deliberati dal Collegio dei docenti

ALTRE INIZIATIVE CURRICOLARI ED EXTRACURRICOLARI

 Conoscenza delle tecniche di primo soccorso a cura del servizio di emergenza sanitaria 118 dell’ASP di Cosenza;  Educazione alle pari opportunità, prevenzione della violenza di genere: I temi saranno argomento di studio trasversale di tutte le discipline. E' prevista la partecipazione degli alunni anche ad iniziative esterne (incontri con autori sul tema, dibattiti, seminari, filmografia...) programmate in itinere in relazione al target degli alunni (differenziati per ordine di scuola);  Insegnamento Lingua Inglese nella scuola Primaria:  introduzione dell'insegnamento opzionale di Inglese nella Scuola dell’Infanzia (usufruendo delle quote di autonomia e degli spazi di flessibilità, solo in presenza di docenti assegnati all’I.C. con l’organico di potenziamento);  per la valorizzazione del merito saranno previsti moduli formativi anche di natura monografica favorendo la partecipazione a iniziative di carattere culturale e sportivo, a gare e competizioni in ambito regionale e nazionale.

USCITE DIDATTICHE – VISITE GUIDATE – VIAGGI D’ISTRUZIONE

73 Tutte le visite e le uscite didattiche saranno collegate al lavoro progettato per l'anno scolastico. Quadro generale di quanto previsto:

SCUOLA DELL’INFANZIA

SEZIONI Destinazione

A-B-C-D  Visita c/o un agriturismo Morano Cal.  Uscite sul territorio

A-B-C  Visita guidata di un giorno Saracena  Visita a un vigneto e a un frantoio del territorio

SCUOLA PRIMARIA

Classi  Visita di una fattoria didattica presente sul territorio Saracena

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Classi prime  Visita guidata di un giorno Morano Calabro

Classi seconde  Visita guidata di un giorno Morano Calabro

Classi terze  Viaggio con pernottamento Morano Calabro+Saracena

Classi prime+seconde  Visita guidata di un giorno Saracena

I docenti, inoltre, intendono:  partecipare ad altre eventuali proposte (spettacoli teatrali, circensi…) avanzate anche da enti, associazioni o privati esterni alla scuola anche richiedenti contributi di partecipazione da parte delle famiglie;  aderire a quant’altro, nel corso degli anni scolastici, si riterrà valido e interessante dal punto di vista educativo- didattico;  realizzare scambi con altre scuole  effettuare altre eventuali uscite da registrare nei documenti di programmazione e da comunicare in anticipo al dirigente. Per un’adeguata organizzazione, le date delle uscite e delle visite guidate che richiedono l’utilizzo dello scuolabus saranno comunicate per iscritto al dirigente scolastico, almeno quindici giorni prima dell’effettuazione; un mese prima quelle dei viaggi d’istruzione.

74 11. INCLUSIONE

Con la direttiva del 27 dicembre 2012 relativa ai Bisogni Educativi Speciali (BES) il MIUR ha accolto gli orientamenti da tempo presenti in alcuni Paesi dell’Unione europea che completano il quadro italiano dell’inclusione scolastica. La direttiva riconosce il diritto di tutti i ragazzi alla personalizzazione dell’apprendimento, obbligando le istituzioni scolastiche a prendere in carico “in modo inclusivo e globale tutti gli alunni”. La circolare ricorda che le scuole devono adottare il Piano Didattico Personalizzato (PDP), le misure dispensative e quelle compensative non solo per gli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) ma anche nel caso in cui “il Consiglio di Classe (o il team Docenti nella scuola primaria) ravvisi, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche” svantaggio sociale e culturale, disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.

Rientrano nella più ampia definizione di BES quella della disabilità, quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

Il nostro Istituto nella sua interezza si impegna il più possibile per favorire l’inserimento, promuovere l’integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell’alunno diversamente abile o in situazione di svantaggio nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. Punti di riferimento fondamentali sono:  la collegialità: coinvolgimento di tutti gli educatori (insegnanti di classe, di sostegno, équipe psicopedagogica) nella stesura e nell’attuazione del progetto educativo – didattico, nella sua verifica e valutazione;  personalizzazione dell’insegnamento:  progettazione delle attività, nel rispetto delle capacità e delle potenzialità dell’alunno;  insegnamento gestibile all’interno della classe, in gruppi di classi aperte, in piccoli gruppi o in un rapporto uno a uno, a seconda della necessità, ma privilegiando la dimensione comunitaria. Nell’organizzazione si garantiscono ritmi di attività adeguati, opportunità motivanti e gratificanti; qualora sia necessario, viene assicurata la partecipazione dei genitori a visite didattiche, a uscite sul territorio o a progetti particolari. Il nostro Istituto accoglie sette alunni diversamente abili e opera con particolare attenzione per la loro integrazione scolastica, in coerenza con la normativa vigente e nel rispetto dei fondamentali diritti umani sanciti dalla Costituzione, con particolare riferimento al diritto all’educazione e all’istruzione. (Art. 12 – Legge 104/92). La Legge del 5 febbraio 1992, n.104 raccoglie e integra gli interventi legislativi divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. La “Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità”, emanate dal MIUR il 4 agosto 2009, raccolgono una serie di direttive con lo scopo di migliorare il processo di integrazione degli alunni, nel rispetto dell’autonomia scolastica e delle legislazione vigente. L’obiettivo fondamentale del processo di integrazione scolastica di un alunno diversamente abile è lo sviluppo delle potenzialità nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle

75 relazioni e nella socializzazione. Le finalità da raggiungere serviranno per migliorare la qualità della vita degli alunni disabili mediante la loro effettiva inclusione all’interno del gruppo classe nella scuola. L’Istituto intende identificarsi come una comunità educante consapevole che il processo di insegnamento è efficace quando si adatta alle persone a cui si rivolge, quindi ciò che conta non è il fatto che un alunno diversabile trovi una collocazione all’interno dell’istituzione scolastica, ma che quanti intervengono nella relazione educativa si sforzino di rispondere a quelli che sono i bisogni specifici di quell’alunno, nel contesto in cui si trova. L’ambiente scolastico in cui ci si trova a operare richiede la costruzione di un retroterra educativo di apprendimento che consideri basilare la diversità, l’integrazione delle competenze e delle risorse, il rispetto dell’identità e la valorizzazione dei percorsi personali. Da qui la necessità di affrontare con competenza l’integrazione dell’alunno diversamente abile avvalendosi anche della collaborazione dei servizi offerti dal territorio, affinché la “differenza culturale” e la “diversità” diventino una ricchezza per tutti. La responsabilità dell’integrazione dell’alunno diversabile e dell’azione educativa svolta nei suoi confronti è, al medesimo titolo, dell’insegnante di sostegno, degli insegnanti di classe o di sezione e della comunità scolastica nel suo insieme.

INSERIMENTO ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Alunni diversamente abili La scuola attraverso la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei consigli di classe, nella progettazione di percorsi educativi individualizzati (PEI), d’intesa con la famiglia e gli operatori socio-sanitari del settore, s’impegna a: *soddisfare al meglio le esigenze differenziate degli alunni diversamente abili, per favorire il diritto di crescere con i loro pari ed esprimere al meglio le proprie potenzialità; *favorire la socializzazione e l’acquisizione di competenze comunicative ed espressive che permettano all’alunno di raggiungere una maggiore autonomia personale e sociale e di migliorare l’immagine di sé; *stimolare la motivazione all’acquisizione di nuove competenze; *favorire un lavoro condiviso per una reale presenza qualitativa degli alunni diversamente abili nel proprio gruppo classe; *creare un clima inclusivo, rispettando ogni tipo di diversità; *promuovere il senso di appartenenza al gruppo, percependo il rispetto dei diritti e l’osservanza degli obblighi. La scuola dispone di attrezzature, ausili, materiale educativo e didattico, hardware e software didattici specifici ad ogni singola disabilità, per cui ogni docente può creare percorsi didattici personalizzati, semplificare il processo di apprendimento e realizzare attività utili al raggiungimento del successo formativo di ogni alunno. Per una effettiva integrazione, oltre alla presenza dell’insegnante specializzato e alla previsione di un piano educativo individualizzato, si rende necessario il coinvolgimento di altri soggetti istituzionali (Ente Locale, Azienda Sanitaria, famiglia).

76 Gli organismi interni che orientano gli interventi individualizzati e supportano il lavoro dei Consigli di intersezione, interclasse e di classe sono il GLH (Gruppo H d’Istituto) e il GLHO (Gruppo H Operativo).

Il Gruppo H d’Istituto trova il proprio riferimento normativo nell’art. 15 comma 2 della Legge Quadro n. 104 del 05/ 02/ 1992 ed è costituito da:

 Dirigente Scolastico  Docenti Coordinatori delle classi in cui sono inseriti alunni diversabili  Insegnanti di sostegno operanti nell’Istituto  Rappresentante dei genitori degli alunni diversabili frequentanti la scuola  Responsabile amministrativo  Operatori dei servizi socio-sanitari del territorio (ASL, Comune). Si riunisce necessariamente tre volte all’anno. In via straordinaria, si riunisce ogni qualvolta si renda necessario. I compiti del gruppo sono di tipo istituzionale e organizzativo, progettuale e valutativo, e consultivo. Le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei presenti. Di ogni seduta deve essere redatto apposito verbale. Il Gruppo H operativo trova il suo riferimento normativo nel D.P.R. 24/02/1994 artt. 4 e 5 ed è costituito da: Dirigente Scolastico - equipe psico–socio–pedagogica dell’ASP - Insegnante di sostegno - Docenti curriculari - Genitori dell’alunno. Il Gruppo H operativo ha compiti di natura psico – pedagogica e didattica. Esso provvede, in particolare, all’osservazione dell’alunno, alla raccolta dei dati, alla stesura del Profilo Dinamico Funzionale, del Piano Educativo Individualizzato e alla loro verifica. Esso si costituisce per ogni singolo alunno, pertanto nella scuola ci sono tanti gruppi H operativi, quanti sono gli alunni diversamente abili. Tali gruppi si riuniscono con frequenza trimestrale (entro ottobre – novembre, entro febbraio – marzo, entro maggio – giugno).

Alunni DSA

Nell’Istituto sono presenti alunni DSA (Disturbi Specifici d’Apprendimento), per cui all’interno del lavoro quotidiano vengono analizzate e tenute in considerazione le diverse fasi: Lettura – scrittura – calcolo – attenzione - aspetto emotivo – affettivo. Anche in questo caso si dovrà tenere conto dei seguenti fattori: situazione di partenza, interventi didattico – educativi, percorso formativo, strategie didattiche, metodologie specifiche, strumenti compensativi e misure dispensative - criteri e modalità di verifica e valutazione. Con le opportune declinazioni in base ad ogni singolo ragazzo e a ogni specifica diagnosi per il successo formativo bisognerà: - offrire situazioni gratificanti per favorire l’autostima;

77 - prevedere tempi più lunghi nelle verifiche e nello studio, organizzando interrogazioni programmate; - incoraggiare l’uso del computer con correttore ortografico e sintesi vocale; - dispensare i ragazzi da prestazioni quale la lettura a voce alta e la scrittura veloce sotto dettatura; - assegnare meno compiti a casa; - favorire l’utilizzo di supporti con lezioni registrate e CD per lo studio; - nella valutazione privilegiare il contenuto rispetto alla forma.

Alunni stranieri

Negli ultimi anni le Scuole dell’Istituto sono state interessate da un qualche incremento di presenze di alunni stranieri di recente immigrazione. Si rende necessario, pertanto, realizzare iniziative rivolte a questi ragazzi, che presentano varie difficoltà legate all’inserimento e all’integrazione all’interno del gruppo classe e nella comunità. Altre difficoltà si riscontrano a causa delle limitate competenze lessicali, grammaticali e sintattiche che, di conseguenza, limitano lo studio delle varie discipline; a volte si è di fronte ad una totale non conoscenza della lingua italiana e la situazione personale dell’alunno straniero diventa ancora più problematica. Pertanto, considerata la varietà delle culture e delle situazioni concrete di ogni singolo alunno, il nostro Istituto Comprensivo intende realizzare iniziative atte a:  Garantire un’accoglienza adeguata  Sviluppare l’acquisizione della lingua italiana  Promuovere attività volte a favorire l’integrazione e l’educazione interculturale. Il tutto avviene attraverso strategie educative che mirano a sostenere i ragazzi con pochi mezzi linguistico – espressivi, attivate per concretizzare l’apprendimento intensivo della lingua italiana a vari livelli:  Accoglienza  Raccogliere informazioni e dati sugli alunni, sulla loro storia scolastica, sulla loro biografia linguistica attraverso l’osservazione/valutazione delle competenze in ingresso;  creare contatti con le famiglie.  Individuare i bisogni specifici di apprendimento.  Realizzare attività di accoglienza, per ridurre l’ansia, la diffidenza, la distanza.  Presentare l’organizzazione scolastica alle famiglie.  Alfabetizzazione linguistica Organizzare esperienze linguistiche per l’apprendimento intensivo della lingua italiana a vari livelli, con attenzione:

 al linguaggio orale, al fine di migliorare l’uso della lingua parlata per le esigenze della comunicazione quotidiana, arricchire il vocabolario di base dei singoli alunni, superare le difficoltà linguistiche, spesso legate alle differenze fonetiche fra la lingua d’origine e la lingua italiana;

 al linguaggio scritto, al fine di favorire il consolidamento del nuovo lessico via via acquisito e intervenire nel recupero delle difficoltà scolastiche.

78 12. ORGANICO DELL’AUTONOMIA

ORGANICO COMUNE E DI SOSTEGNO

Il fabbisogno dell’organico comune e di sostegno, attualmente, è così definito:

Scuola Classe concorso Posto comune Posto sostegno

Infanzia . n. 2 plessi con 7 AAAA . n. 14 . n. 1 Morano sezioni Primaria . n. 2 plessi . n. 20 + n. 2 di L2 - . n. 12 h Morano EEEE . n. 9 classi Morano inglese . n. 1 Saracena . n. 6 classi Saracena a Saracena Secondaria primo grado . n. 3 Morano A043 . n. 1 Saracena . n. 2 plessi: . n. 4+6h Saracena . n. 4 classi a T. P. Morano . n. 2 Morano . n. 4 classi a T. P. A059 . n. 2 Morano . n. 2 Saracena .Saracena

. n. 12 h Morano A345 . n. 12 h Saracena

. n. 08 h Morano A245 . n. 08 h Saracena . n. 1 Saracena 12 h . n. 08 h Morano A028 . n. 08 h Saracena . n. 1 Saracena 12 . n.ore 08 h Morano A030 . n. 08 h Saracena

. n. 08 h Morano A032 . n. 08 h Saracena (12 ore) Saracena . n. 08 h Morano A033 . n. 08 h Saracena

. n. 09 h Morano AJ77(Pianoforte) . n. 09 h Saracena

. n. 04 h Morano R.C. . n. 04 h Saracena

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ORGANICO DI POTENZIAMENTO

Il Collegio dei Docenti in base al comma 7 della legge 107 del 2015 “la buona scuola” elabora il piano di ampliamento del fabbisogno dei posti dell'organico. Nel rispetto del monte ore degli insegnamenti e della quota di autonomia dei curricoli e degli spazi di flessibilità, tenuto conto delle iniziative di potenziamento dell'offerta formativa e delle attività progettuali, per il raggiungimento degli obiettivi formativi individuati come prioritari nel Piano di Miglioramento, definisce la seguente proposta:

CAMPO DI OBIETTIVI FORMATIVI (comma 7) POTENZIAMENTO Potenziamento delle competenze nella pratica e nella cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte, nel cinema, nelle tecniche e nei media di cproduzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento dei musei e degli altri istituti pubblici e privati operanti in tali Potenziamento settori; 4artistic o e musicale (ottenuto) f alfabetizzazione all’arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini; sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al erispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali; potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti Potenziamento 5 gispirati ad uno stile di vita sano, con particolare riferimento motorio all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica; s definizione di un sistema di orientamento; sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno ddell’assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze in materia giuridica ed economico-finanziaria e di educazione all’autoimprenditorialità; prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento ldell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del Potenziamento territorio e delle associazioni di settore; Umanistico Socio- 1 sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al economico e e per la legalità. rispetto della legalità, della sostenibilità ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali. alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non ritaliana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo settore, con l’apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali; apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con npotenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89; p valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti;

80 q individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni; valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con aparticolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content language integrated learning; Potenziamento p valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento 2 linguistico degli alunni e degli studenti; (ottenuto) alfabetizzazione e perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso percorsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di lingua non ritaliana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e ilo terzo settore, con l’apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali; b potenziamento delle competenze matematico-logiche e scientifiche; apertura pomeridiana delle scuole e riduzione del numero di alunni e di studenti per classe o per articolazioni di gruppi di classi, anche con npotenziamento del tempo scolastico o rimodulazione del monte orario rispetto a quanto indicato dal regolamento di cui al decreto del Presidente Potenziamento 3 della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89; scientifico p valorizzazione di percorsi formativi individualizzati e coinvolgimento degli alunni e degli studenti; q Individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti; s definizione di un sistema di orientamento; sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare hriguardo al pensiero computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione; Potenziamento 6 potenziamento delle metodologie laboratoriali e delle attività di laboratoriale laboratorio (comma 7, lettera l; valorizzazione della scuola intesa come mcomunit à attiva, aperta al territorio e in grado di sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie e con la comunità locale, comprese le organizzazioni del terzo settore.

ORGANICO PERSONALE AMMINISTRATIVO

DSGA AA CS

1 3 10

81 A fronte dei docenti richiesti per il soddisfacimento degli obiettivi formativi di cui al +c. 7 dell’art. 1 della L. 107/2015, sono stati assegnati a questa istituzione scolastica:

 n. 1 docente per il Potenziamento linguistico nella scuola secondaria di primo grado;  n. 1 docente per il Potenziamento artistico e musicale (ins. di pianoforte) nella scuola secondaria di primo grado;  n. 3 docenti nella scuola primaria.

Pertanto, il Collegio dei docenti ha individuato i seguenti progetti di ampliamento dell’offerta formativa.

Destinatari: alunni con BES delle varie classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Tempi di realizzazione: ore residue dell’organico dell’autonomia. Durata: intero anno scolastico 2016-2017 PREMESSA

L’idea di questo progetto nasce dall’esigenza di effettuare interventi mirati di supporto ad allievi classificati come BES e che, pertanto, presentano difficoltà di apprendimento diversamente riconducibili a disagi di varia natura o entità. La finalità prima di tale progetto non risiede semplicemente nell’intento di colmare eventuali e specifiche lacune evidenziatesi nel corso dell’iter formativo, quanto piuttosto, di intervenire sui processi di apprendimento della disciplina stessa, per agevolare i meccanismi di acquisizione delle conoscenze e sviluppo di abilità e competenze. I presupposti teorico- pedagogici che sono alla base di questo progetto muovono dalla consapevolezza, che la diversità degli stili di apprendimento degli allievi è comunque una costante dei vari contesti-classe, a prescindere dalla presenza o meno di allievi che evidenzino particolari forme di disagio. Risulta, dunque, fondamentale e necessario, ancor più nei confronti dei casi che evidenzino particolari bisogni educativi, intervenire con strategie didattiche mirate e specifiche. Se poi si considera il fatto che lo status di alunno BES non è una condizione permanente, né immutabile, occorre progettare dei percorsi di apprendimento flessibili e modificabili, che assumano nel tempo le caratteristiche più consone all’evoluzione dei bisogni e delle necessità degli allievi stessi. Proprio in ragione di quanto espresso sopra, il progetto qui di seguito illustrato si pone come momento di riflessione dinamica sul percorso di insegnamento/apprendimento degli alunni e si muove in parallelo con le attività didattiche disciplinari programmate per l’intera classe. Secondo le più recenti ed accreditate teorie didattiche sull’inclusione, infatti, l’idea di una educazione inclusiva non può assolutamente prescindere dal concetto di integrazione, intesa finalmente come capacità di integrarsi in un contesto scolastico ricco e diversificato, in cui il confronto con i docenti ed i compagni assume un ruolo preponderante e significativo. La vecchia idea dell’integrazione concepita come approccio compensatorio e che guarda solo al singolo individuo pensando ad interventi di tipo specialistico, calibrati solo sul soggetto singolo e non sull’intera classe, non è più accettata né accettabile. Occorre, piuttosto, pensare ad interventi che possano essere destinati alla globalità del contesto e che, pertanto, non puntino ad isolare il singolo, ma si rivolgano altresì alla globalità del gruppo classe, in conformità con le attività curriculari ordinarie e alla programmazione disciplinare della classe stessa.

82 Le attività di recupero e di supporto allo studio della lingua e della letteratura italiana, previste nell’ambito del presente progetto sono concepite, dunque, non come attività a latere, slegate o indipendenti dal resto della classe, bensì come supporto alle normali attività didattiche della classe stessa, che possano attuarsi senza stravolgere o sovvertire la regolarità delle lezioni. La specificità dell’intervento si evidenzierà, piuttosto, nell’approccio metodologico opportunamente pensato per l’allievo in questione, per cui si attueranno modalità e strategie differenziate e diversificate ritenute più opportune alle esigenze dei singoli allievi. In considerazione, poi, del fatto che i destinatari del progetto appartengono a classi differenti, l’intervento assumerà necessariamente le caratteristiche della trasversalità e punterà alla realizzazione di un processo educativo riferito alla globalità delle sfere educativa, sociale e politica. FINALITA’

Nell’ambito di questo progetto da realizzare in parallelo con i docenti di italiano vengono stabilite le seguenti FINALITÀ GENERALI:  Riflessione guidata e sistematica sulla lingua italiana e sulle relative norme sintattico- grammaticali, finalizzata ad un utilizzo consapevole della lingua come strumento comunicativo e di confronto con gli altri.  Supporto allo studio e all’analisi di testi letterari, al fine di promuovere la capacità di analisi critica dei testi, per favorire la formazione di un pensiero autonomo da mettere a confronto con quello degli altri.  Supporto costante al processo di costruzione “attiva” della conoscenza, che rifugga da forme precostituite di sapere, per attivare nell’allievo personali strategie di approccio al “sapere”.

OBIETTIVI Proprio in virtù delle finalità sopra elencate, al termine del percorso di supporto, gli allievi dovranno conseguire degli specifici obiettivi di apprendimento e, pertanto, saranno in grado di:

 utilizzare in maniera consapevole gli strumenti linguistici acquisiti, dimostrando autonomia e responsabilità nella gestione della lingua come mezzo comunicativo primo ed indispensabile.

 Confrontarsi con le diverse tipologie di testo, cogliendone le caratteristiche principali, esprimendo personali criteri di valutazione degli stessi e operando confronti tra testi di natura diversa.  Organizzare autonomamente un personale metodo di studio secondo le modalità più congeniali ai propri ritmi e stili di apprendimento. METODOLOGIE

La realizzazione del progetto prevede, pertanto, l’attuazione di specifiche STRATEGIE METODOLOGICHE:  Forme diversificate di apprendimento cooperativo (Cooperative learning, tutoring, pear education), intese come momento fondamentale di scambio biunivoco di esperienze e conoscenze e finalizzate alla realizzazione dell’apprendimento nella cosiddetta area di sviluppo prossimale.  Costruzione di mappe concettuali, schemi e quant’altro possa contribuire alla costituzione di un personale metodo di studio, che conduca l’allievo verso il conseguimento della competenza- chiave europea “imparare ad imparare”.  Didattica laboratoriale attuata col supporto di strumenti multimediali adeguati (Computer, LIM, Tablet), nella consapevolezza che lo strumento multimediale rappresenti oggi il canale comunicativo più congeniale alla generazione dei nativi digitali.

83  Didattica per immagini, fondata sull’utilizzo di stimoli visivi che contribuiscano a sollecitare la capacità immaginifica dell’allievo e la naturale predisposizione dei ragazzi di oggi avvezzi ormai a un nuovo tipo di acquisizione delle conoscenze (immagine= concetto). STRUMENTI

Saranno utilizzati opportuni STRUMENTI didattici, anche di tipo compensativo, per favorire lo sviluppo di specifiche abilità e la successiva stratificazione di adeguate competenze  Utilizzo dei supporti multimediali relativi ai libri di testo e utili tanto nelle fasi di apprendimento vere e proprie, quanto nelle fasi di verifica.  Utilizzo si software specifici che prevedano la guida alla costruzione di mappe e percorsi semplificati, anche attraverso l’utilizzo della sintesi vocale.  Consultazione di specifici ed accreditati siti web, col duplice scopo di conseguire obiettivi didattico-disciplinari specifici, ma anche di fornire utili direttive per una consultazione consapevole, saggia ed adeguata della rete.

GIOVANI MUSICISTI CRESCONO POTENZIAMENTO DELLA PRATICA MUSICALE ‐ AJ77 PIANOFORTE

PREMESSA  La musica e la sua evoluzione linguistica hanno avuto, e continuano ad avere, nel loro divenire, frequenti momenti di incontro con le discipline letterarie, scientifiche e storiche.  La musica e la pratica strumentale vengono così posti in costante rapporto con l’insieme dei campi del sapere; la musica viene in tal modo liberata da quell’aspetto di separatezza che l’ha spesso penalizzata e viene resa esplicita la dimensione sociale e culturale dell’evento musicale. TRAGUARDI  Promuovere la formazione globale dell’individuo offrendo, attraverso l’esperienza musicale espressa tramite lo studio dello strumento, occasione di maturazione logica, espressiva e comunicativa.  L’insegnamento strumentale costituisce integrazione interdisciplinare ed arricchimento dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione musicale nel più ampio quadro delle finalità della scuola media e del progetto complessivo di formazione della persona.  Sviluppare l’insegnamento musicale significa fornire agli alunni, destinati a crescere in un mondo  fortemente segnato dalla presenza della musica come veicolo di comunicazione, una maggiore capacità di lettura attiva e critica del reale, un ulteriore possibilità di conoscenze, espressione e coscienza, razionale ed emotiva, di sé.  L’essenziale aspetto performativo della pratica strumentale porta alla consapevolezza della dimensione intersoggettiva e pubblica dell’evento musicale stesso, fornendo un efficace contributo al senso di appartenenza sociale. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO  Dominio tecnico del proprio strumento al fine di produrre eventi musicali tratti da repertori della tradizione scritta e orale con consapevolezza interpretativa.  Capacità di produrre autonome elaborazioni di materiali sonori, pur all’interno di griglie predisposte.  Acquisizione di abilità in ordine alla lettura ritmica ed intonata e di conoscenze di base della teoria musicale.  Un primo livello di consapevolezza del rapporto tra organizzazione dell’attività senso‐ motoria legata al proprio strumento e formalizzazione dei propri stati emotivi.  Un primo livello di capacità performative con tutto ciò che ne consegue in ordine alle possibilità di controllo del proprio stato emotivo in funzione dell’efficacia della comunicazione. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

84  Le abilità pianistiche da acquisire comprenderanno gli aspetti dinamici, timbrici e le varie modalità d’attacco del tasto e uso dei pedali, al fine di produrre eventi musicali semplici e di media difficoltà, sviluppando abilità ritmico‐interpretative.  Mano chiusa: scale, abbellimenti, cinque note non consecutive, note ribattute, glissandi.  Mano aperta: arpeggi ,passaggi per gradi disgiunti. Bicordi e accordi: terze, seste e ottave.  Salti: note singole, bicordi, ottave, accordi. Alla fine del percorso l’alunno dovrà saper leggere a prima vista musica tratte dai primi metodi per pianoforte e dovrà saper eseguire con consapevolezza interpretativa almeno una composizione tratta dal repertorio solistico o di insieme di generi musicali diversi.

CONTENUTI E ATTIVITA’ Ricerca di un corretto assetto psicofisico:  postura, percezione corporea, rilassamento, respirazione,  equilibrio in situazioni dinamiche, coordinamento;  autonoma decodificazione allo strumento dei vari aspetti delle notazioni musicali: ritmico, metrico, frastico, agogico, dinamico, timbrico, armonico.  Padronanza dello strumento sia attraverso la lettura sia attraverso l’imitazione e l’improvvisazione, sempre opportunamente guidata.  Lettura ed esecuzione del testo musicale e della comprensione e riconoscimento dei suoi parametri costitutivi.  Acquisizione da parte degli alunni, di un metodo di studio basato sull’individuazione dell’errore e della sua correzione.  Promozione della dimensione ludico‐musicale attraverso la musica di insieme e la conseguente interazione di gruppo.  Pratica strumentale per gruppi di alunni: esercizi e studi al pianoforte finalizzati all’acquisizione delle abilità tecniche. Brani musicali tratti da repertori di musica popolare, classica e leggera.  Teoria e lettura della musica: nozioni di grammatica musicale, esercizi di lettura, solfeggi per rinforzare la lettura a prima vista e il senso ritmico.  Musica di insieme: esercitazioni di gruppo che vedranno il coinvolgimento di vari strumenti: pianoforte, tastiere e fiati. STRUMENTI E METODOLOGIE Pianoforte, tastiere, metronomo, strumenti ritmici vari, testi vari di metodologia pianistica, spartiti, brani monodici e polifonici di insieme. La pratica della musica di insieme si pone come strumento metodologico privilegiato. Infatti l’evento musicale prodotto da un insieme ed opportunamente progettato sulla base di differenziate capacità operativo‐ strumentali, consente, da parte degli alunni, la partecipazione all’evento stesso, anche a prescindere dal livello di competenza strumentale raggiunto. Anche l’ascolto va inteso come risorsa metodologica tanto all’interno dell’insegnamento strumentale quanto nella musica di insieme. In particolare è finalizzato a sviluppare capacità di controllo ed adeguamento ai modelli teorici basati sui parametri fondamentali della musica rivelandosi mezzo indispensabile per la riproduzione di strutture musicali di varia complessità. Esse deve inoltre tendere a sviluppare capacità discriminative e comparative delle testimonianze musicali più significative, capacità utili, nella pratica strumentale, alla riproduzione di modelli esecutivo‐ interpretativi. Per ogni allievo si terrà conto dei propri carattere e stile di apprendimento. VERIFICA Gli alunni saranno coinvolti in un lavoro di autoverifica al fine di creare in loro la disponibilità a correggersi e a potenziare le proprie capacità. Il lavoro svolto sarà frequentemente controllato attraverso le esercitazioni strumentali individuali e di gruppo e le lezioni teoriche. PRODOTTI FINALI Concerto di Natale Concerto di fine anno. VERIFICHE E VALUTAZIONE

Per quanto concerne i momenti della verifica e successiva valutazione, essi non saranno differenti da quelli degli altri compagni, ma potranno - come già indicato in precedenza - avvalersi

85 di strumenti diversi (di tipo compensativo: utilizzo di mappe o schemi o anche utilizzo di supporti multimediali), di particolari misure compensative (allungamento del tempo concesso per lo svolgimento di una prova) o dispensative (diminuzione del numero di quesiti o semplificazione di alcuni concetti). Naturalmente questi aspetti verranno opportunamente concordati col docente curriculare e di volta in volta stabiliti in reazione alle esigenze specifiche dei singoli casi.

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13. ORIENTAMENTO E CONTINUITA’

L'orientamento, quale attività istituzionale delle scuole di ogni ordine e grado, costituisce parte integrante del curricolo di studio e, in generale, del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell'infanzia.

Esso si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare la capacità degli alunni di conoscere se stessi, l'ambiente in cui vivono, i mutamenti culturali e socio - economici, i percorsi formativi, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile.

Nella scuola secondaria è un'attività interdisciplinare rivolta alle classi terze che conclude un percorso triennale di conoscenza e formazione di sé. Con la guida degli insegnanti e attraverso varie modalità (questionari, riflessioni guidate, letture, visione di film ecc.), gli alunni vagliano l'offerta formativa della scuola superiore e la valutano in rapporto ad abilità, interessi, attitudini, aspirazioni personali.

In definitiva, il nostro Istituto cura l’Orientamento per consentire ai ragazzi di individuare concretamente il percorso ai fini del completamento dell’obbligo scolastico, attraverso specifici tracciati, tenendo conto della continuità didattica e formativa.

Molte delle attività integrative e delle uscite didattiche programmate hanno una forte valenza orientativa e concorrono a rendere consapevole l’alunno della propria crescita. Mediante il confronto degli elaborati personali prodotti nel tempo, l’alunno diventa conscio degli obiettivi da perseguire progressivamente e conquista:

- Graduale conoscenza e valutazione critica di sé;

- Conoscenza della realtà circostante e della interazione tra il soggetto e l’ambiente;

- Capacità di scelta ragionata e autonoma.

Per le classi terze della scuola secondaria di primo grado sono previsti, infine, incontri con i docenti delle Scuole Superiori per l’illustrazione dei curricoli.

87 14. LA VALUTAZIONE La valutazione, quale strumento di verifica che accompagna il processo di insegnamento- apprendimento, è finalizzata all’accertamento dei livelli di conoscenze, abilità e competenze raggiunti dagli alunni. La valutazione del lavoro scolastico è diversa a seconda che sia effettuata durante o alla fine del processo educativo e quindi può essere suddivisa in:

 Valutazione diagnostica: si attua attraverso i colloqui iniziali e le prove di ingresso, si propone di accertare il livello culturale degli alunni in relazione al possesso di conoscenze, capacità e competenze ed è utilizzata dal consiglio di classe per formulare la programmazione- didattico disciplinare annuale e serve ai docenti per stendere la programmazione disciplinare.

 Valutazione formativa: fornisce indicazioni sullo svolgimento del processo educativo, interessa brevi tratti di percorso, si occupa di un limitato numero di obiettivi, registra il livello di progresso degli studenti e consente di organizzare strategie di recupero in itinere. Attraverso la valutazione formativa i docenti possono valutare l’efficacia della loro azione didattica in relazione alle metodologie e alle strategie educative. La valutazione formativa concorre pertanto anche alla valutazione del processo di insegnamento-apprendimento.

 Valutazione sommativa: viene proposta per ciascuna disciplina e valuta l’esito del processo di apprendimento mediante un voto finale che tenga conto del risultato di tutte le fasi che hanno contribuito allo svolgimento delle attività didattiche. La valutazione intesa nel suo complesso di misurazione e di valutazione in senso stretto risponde alle tre seguenti finalità: 1. serve allo studente e alla sua famiglia che deve conoscere in ogni momento la posizione dell’allievo nei confronti delle mete formative da raggiungere; in particolare, serve all’inizio dei corsi per accertare la corretta scelta della scuola e al termine dei corsi per individuare il percorso successivo; 2. serve alla scuola – singoli docenti, Consiglio di classe, Collegio Docenti, Consiglio di Istituto – per adeguare la propria struttura e i metodi di insegnamento per meglio rispondere alle richieste implicite degli studenti e alla domanda sociale; 3. serve alla società, nel senso più ampio del termine, che deve essere garantita sulla reale consistenza dei titoli di studio in uscita (in termini di conoscenze, abilità e competenze) rilasciati con valore legale dalla scuola.

Avviene tra docente/classe/allievo ed è limitata alla disciplina insegnata. Gli accordi, a questo proposito, vengono presi nel Collegio Docenti per quanto riguarda le linee generali e nei Dipartimenti di Materia per quanto riguarda i criteri che indicano che cosa va sottoposto a valutazione e quali sono i livelli di accettabilità o di adeguatezza dei risultati raggiunti.

La condivisione e l’accordo preventivo, circa i criteri da adottare per determinare i livelli di accettabilità sono il passo fondamentale per superare la soggettività nella valutazione. La valutazione didattica è la valutazione degli studenti alla fine di ogni percorso, relativamente a:

88  conoscenze  competenze  capacità  impegno  partecipazione  metodo di lavoro  progresso nell’apprendimento La valutazione riguarda sia i progressi compiuti dall’alunno nell’area cognitiva che il processo di maturazione della sua personalità, documentati attraverso le osservazioni sistematiche. Sulla base di tali osservazioni si effettuerà la valutazione che terrà conto, per tutte le discipline, delle verifiche periodiche, degli interventi realizzati, dei risultati ottenuti e riguarderà i livelli di formazione e di preparazione culturale raggiunti, in relazione agli obiettivi. Pertanto, la valutazione degli allievi mirerà ad accertare: - la qualità dell’apprendimento sulla base di procedure operative; - i livelli generali e specifici di apprendimento e di consapevolezza raggiunti nelle singole discipline; - il raggiungimento degli obiettivi educativi e cognitivi stabiliti dal Consiglio di classe; - la capacità di rispettare le regole della vita associativa scolastica; - l’impegno e la partecipazione alle attività proposte; - la capacità di collaborare adeguatamente con compagni ed insegnanti. Agli alunni e alle famiglie saranno partecipati gli esiti della valutazione formativa e di quella sommativa finale. In seguito al decreto legislativo 137/2008 che tra le altre disposizioni introduce la votazione numerica nella scuola primaria e secondaria di primo grado, la valutazione sarà attribuita con votazione espressa in decimi. In particolare, nella Scuola Primaria la valutazione degli apprendimenti degli alunni è effettuata dal docente ovvero collegialmente dai docenti contitolari della classe mediante l’attribuzione di voti espressi in decimi e illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno. Nella Scuola Sec. di 1° grado la valutazione periodica e annuale degli apprendimenti degli alunni, nonché la valutazione dell’esame finale del ciclo, è effettuata dal Consiglio di classe con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza, mediante l’attribuzione di voti numerici espressi in decimi (L.169/2008 e D.P.R.n.122/2009). La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso e all'esame conclusivo del ciclo. (c. 3 dell’art. 2 della Legge 169 /2008). Per quanto riguarda i criteri e modalità di applicazione della valutazione del comportamento e criteri ed indicazioni per l’attribuzione di una votazione con voto inferiore a sei decimi si fa riferimento all’art. 7 D.P.R. N. 122/2009.

89 AMMISSIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA O ALL’ESAME DI STATO CONCLUSIVO DI PRIMO CICLO DELL'ISTRUZIONE

Nella scuola primaria, i docenti, con decisione assunta all'unanimità, possono non ammettere l'alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.

Nella scuola secondaria di primo grado, sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline (L.169/2008). Nel caso in cui l'ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze relativamente al raggiungimento degli obiettivi di apprendimento, la scuola provvede ad inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione. In tale nota la famiglia viene informata che la promozione alla classe successiva è avvenuta per decisione del Consiglio di Classe, suggerendo un percorso di recupero estivo, con una comunicazione in cui vengono evidenziate le lacune. Verificate le assenze dei singoli alunni, in sede di scrutinio finale i Consigli di Classe provvedono alla validazione dell’anno scolastico. L'ammissione all'esame di Stato, è disposta se lo studente ha conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi. Il Consiglio di Classe attribuisce un giudizio di idoneità espresso in decimi, considerando il percorso scolastico compiuto dall'allievo nella scuola secondaria di primo grado. Alla valutazione conclusiva dell'esame concorrono gli esiti delle prove scritte e orali, ivi compresa la prova scritta nazionale e il giudizio di idoneità. Il voto finale è costituito dalla media dei voti in decimi ottenuti nelle singole prove e nel giudizio di idoneità arrotondata all'unità superiore per frazione pari o superiore a 0,5. Ai candidati che conseguono il punteggio di dieci decimi può essere assegnata la lode da parte della commissione esaminatrice con decisione assunta all'unanimità. (D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122).

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15. CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE Nel primo ciclo dell'istruzione, le competenze acquisite dagli alunni sono descritte e certificate al termine della scuola primaria e al termine della scuola secondaria di primo grado. Il nostro Istituto ha adottato già dall’anno scolastico 2014/15 il Modello per la certificazione delle Competenze anche se ancora sperimentale. Ai sensi della C.M. 3/2015 la scuola adotterà il modello ministeriale della certificazione delle competenza sia per la scuola primaria sia per la scuola secondaria. Inoltre, attraverso azioni di miglioramento previste dal Piano si adopererà affinché progettare e insegnare per competenze, verificare e certificare l stesse diventino una prassi consolidata.

GRIGLIE DI VALUTAZIONE

SEZIONI SCUOLA DELL’INFANZIA

1) NOTIZIE SULLA FREQUENZA  regolare, saltuaria o molto saltuaria

a) Maturazione dell’identità

Il bambino manifesta:

o atteggiamenti di sicurezza  o stima di sé  o fiducia nelle proprie capacità  o motivazione alla curiosità 

b) Conquista dell’autonomia

o capacità di orientarsi e compiere scelte autonome  2) NOTIZIE SUI TRAGUARDI DELLO SVILUPPO o capacità di rispettare valori condivisi 

c) Sviluppo delle competenze o abilità sensoriali e percettive 

o abilità motorie 

o abilità linguistiche e intellettive 

o capacità di produrre e interpretare messaggi 

o capacità di rappresentazione 

91 CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA SCUOLA PRIMARIA

Le conoscenze dei contenuti disciplinari risultano (approfondite ) complete e articolate. E’ 10 / 9 capace di operare (autonomamente) collegamenti tra i contenuti. Sa applicare le conoscenze acquisite in situazioni nuove (complesse) attraverso un linguaggio appropriato e corretto. Le conoscenze dei contenuti disciplinari risultano complete. E’ capace di rielaborare i contenuti e di mettere in relazionale conoscenze acquisite in modo autonomo. Si esprime con 8 linguaggio corretto. Le conoscenze dei contenuti disciplinari risultano abbastanza complete. E’ capace di mettere in relazione le conoscenze acquisite in situazioni semplici, in modo chiaro, con discreta 7 padronanza del linguaggio. Le conoscenze dei contenuti disciplinari risultano sufficienti ma deve essere guidato ad applicarle nelle diverse situazioni. Mette in relazione i concetti elementari attraverso un 6 linguaggio semplice. Le conoscenze dei contenuti disciplinari risultano appena sufficienti e deve essere guidato 5 ad applicarle nelle diverse situazioni. Mette in relazione i concetti elementari attraverso un linguaggio molto semplice. Le conoscenze dei contenuti disciplinari non risultano adeguate e solo guidato è in grado di 4 acquisirle e di rielaborarle nelle diverse situazioni. Mette in relazione i concetti elementari attraverso un linguaggio semplice.

CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA SCUOLA SECONDARIA PRIMO GRADO Conoscenza approfondita dei contenuti con capacità di rielaborazione critica; completa 10 / 9 padronanza della metodologia disciplinare; ottime capacità espositive; sicura padronanza dei linguaggi specifici delle varie discipline. Sicura conoscenza dei contenuti; buona rielaborazione delle conoscenze; chiarezza 8 espositiva delle conoscenze e proprietà lessicali; utilizzo adeguato dei linguaggi specifici delle varie discipline. Conoscenza di gran parte dei contenuti; discreta rielaborazione delle conoscenze; 7 capacità di risolvere semplici problemi; adeguata proprietà espressiva e utilizzo dei linguaggi specifici delle varie discipline. Conoscenza dei contenuti di base; adeguata capacità applicativa delle conoscenze; 6 sufficiente capacità espositiva; uso di un linguaggio sufficientemente appropriato. Conoscenza parziale dei contenuti; parziale padronanza delle conoscenze; incertezza 5 nell’individuazione dei problemi; capacità espositiva adeguata (non adeguata); uso di un linguaggio impreciso. Conoscenza molto lacunosa dei contenuti; inadeguata padronanza delle conoscenze; 4 molta incertezza nell’individuazione dei problemi; capacità espositiva non adeguata; uso di un linguaggio impreciso e talvolta scorretto.

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COMPORTAMENTO SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Interesse e partecipazione assidua alle lezioni; regolare e serio svolgimento delle 10 consegne scolastiche; ruolo propositivo all’interno della classe; scrupoloso rispetto del Eccellente regolamento scolastico; ottima socializzazione; collaborazione con le istituzioni per il rispetto della legalità. 9 Attiva partecipazione alle lezioni; costante adempimento dei doveri scolastici; Ottimo equilibrio nei rapporti interpersonali; rispetto costante delle norme disciplinari dell’Istituto; ruolo positivo e collaborazione nel gruppo classe. 8 Attenzione e partecipazione alle attività scolastiche; svolgimento dei compiti Distinto assegnati; osservanza regolare delle norme relative alla vita scolastica; partecipazione regolare allo svolgimento delle lezioni; normale partecipazione al funzionamento del gruppo classe. 7 Attenzione e partecipazione discontinua alle attività scolastiche; svolgimento non Buono sempre puntuale dei compiti assegnati; osservazione non sempre regolare delle norme relative alla vita scolastica; partecipazione poco collaborativa al funzionamento del gruppo classe. 6 Disinteresse per le attività scolastiche; comportamento non sempre corretto nel Sufficiente rapporto con insegnanti e compagni; funzione non sempre positiva nel gruppo classe. 4/5 Disinteresse per le attività scolastiche; comportamento scorretto nel rapporto con Insufficiente insegnanti e compagni; funzione negativa nel gruppo classe.

16. AUTOVALUTAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA

Il monitoraggio, la verifica e la valutazione sono la manifestazione dell’assunzione di responsabilità di tutte le componenti scolastiche in quanto consentono di tenere sotto controllo il processo educativo e l’intero sistema scolastico, di individuare i punti di debolezza dell’organizzazione e dell’attività didattica, di valutare la qualità dell’organizzazione e degli apprendimenti. L’attuazione del PTOF sarà verificata attraverso questionari rivolti ai genitori, agli alunni ed agli insegnanti. Saranno i docenti individuati per le funzioni strumentali ad approntare gli strumenti necessari per la verifica, la valutazione e il monitoraggio.

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17. PIANO DI FORMAZIONE TRIENNALE DEI DOCENTI

…è fondamentale che una strategia di sviluppo professionale continuo crei le condizioni per un reale miglioramento del sistema…

In conformità al Piano Nazionale di Formazione dei Docenti che esplicita le sue finalità mediante l’articolazione dei seguenti obiettivi formativi: 1. obiettivi di crescita personale e professionale del singolo docente; 2. obiettivi di miglioramento della scuola; 3. strategia per lo sviluppo dell’intero Paese. Il Piano individua le seguenti priorità della formazione in servizio dei docenti, nell’ottica delle quali, questa scuola intende armonizzare sia gli obiettivi regionali della dirigenza, sia quelli di miglioramento propri della scuola stessa. COMPETENZE DI SISTEMA - Autonomia didattica e organizzativa - Valutazione e miglioramento - Didattica per competenze e innovazione metodologica COMPETENZE PER IL 21MO SECOLO - Lingue straniere - Competenze digitali e nuovi ambienti per l’apprendimento COMPETENZE PER UNA SCUOLA INCLUSIVA - Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale - Inclusione e disabilità – - Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile

FORMAZIONE INTERNA ALLA SCUOLA DOCENTI:  corso intensivo e periodico sulle tecniche di primo intervento e soccorso in collaborazione con il servizio di emergenza sanitaria 118 dell’ASP di Cosenza;  incontri di formazione/informazione sulla sicurezza in ottemperanza al D. Lvo 81/2008.  Disseminazione a cura del Team digitale delle competenze acquisite nei corsi banditi con il FSE-PON-2014/2020 AZIONE 10.8.4.  Progettare, insegnare, valutare e certificare competenze.

PERSONALE ATA:

 innovazioni digitali, gestione amministrativo-contabile, ricostruzione carriera, inventario.  incontri di formazione/informazione sulla sicurezza in ottemperanza al D. Lvo 81/2008.

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FORMAZIONE CON LA RETE DI AMBITO N. 4

Priorità Unità Formative Contenuti

-Promozione/diffusione di metodologie didattiche innovative. -Progettare per competenze -Avviare l'elaborazione di un -Didattica laboratoriale. curricolo verticale per -Flipped classroom. competenze chiave e di -Coding. cittadinanza. -Compiti di realtà e apprendimento efficace -Realizzare progetti di -Didattica metacognitiva recupero/consolidamento/ -La robotica educativa: potenziamento per migliorare un ambiente orientato alla sperimentazione gli esiti scolastici e i risultati tecnologica e scientifica. delle prove INVALSI -Il software didattico. -Spostare l’attenzione dalla -Le risorse web: programmazione dei  socializzazione, comunicazione e contenuti alla didattica “per apprendimento, social network, file competenze”; sharing, video comunicazione, blogging -Sostenere lo sviluppo di una -Le competenze di base e la didattica cultura della innovativa valutazione, capace di apprezzare le competenze

Didattica per competenze e innovazione metodologica e innovazione competenze per Didattica promosse negli allievi e non

solo di verificare le conoscenze.

-Monitoraggio e catalogazione delle best-practice di inclusione e differenziazione già adottate nella scuola. -Prevenzione, accompagnamento, -Didattiche collaborative, sostegno degli alunni in situazioni differenziazione didattica, di fragilità o con bisogni educativi speciali. misure compensative e

-Dislessia. dispensative. -Riconoscere, prevenire e affrontare le -Aumentare momenti situazioni di rischio (bullismo, di autoformazione in cui cyberbullismo, razzismo, dipendenze etc.). i docenti formati trasferiscano -Costruzione di un curricolo per alunni stranieri. formazione e buone pratiche ai -Promuovere la ricerca sulle didattiche colleghi. inclusive, anche di carattere disciplinare e nelle -Incentivazione di reti e sue connessioni interdisciplinari, per accordi finalizzati alla Inclusione e disabilità Inclusione produrre risorse didattiche per gli insegnanti, in formazione dei docenti ed alla collaborazione con elaborazione di un curricolo università, centri di ricerca e associazioni. competenze chiave e di -Pedagogia speciale cittadinanza. Competenze glottodidattiche specialistiche, italiano L2, mediazione linguistica e culturale.

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-Cultura digitale e cultura

dell’innovazione.

Integrazione PNSD-PTOF. -Promuovere il legame tra innovazione didattica -Ambienti per la didattica e metodologica e tecnologie digitali. digitale integrata, archivi -Valorizzare l’azione dell’animatore digitale e digitali online e affidabilità del team per l’innovazione delle fonti;. -Rafforzare cultura e competenze digitali del -Tecniche di costruzione di personale scolastico. contenuti digitali per la didattica. .Copyright e licenze aperte, open source e condivisione del sapere. -Documentazione Competenze digitali e nuovi ambienti e nuovi digitali Competenze digitale e biblioteche scolastiche. -ICT per l’inclusione.

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-Rafforzare il livello medio di padronanza della lingua inglese di tutti i docenti; -Elementi di metodologia -Definire un quadro di sviluppo professionale didattica innovativa per il continuo per i docenti sia di lingua straniera sia raggiungimento del livello B1. di altre discipline dei vari livelli scolastici -Formazione linguistica con (definizione di profili professionali, standard elementi di metodologia qualitativi, ecc.); didattica innovativa per il -Definire profili professionali per raggiungimento del livello B1. formatori/tutor; -Formazione linguistica con -Progettare percorsi formativi personalizzati, elementi di metodologia caratterizzati da tutoraggio e da misurazione didattica innovativa per il continua delle competenze; raggiungimento del livello B2 -Promuovere percorsi formativi basati sulla previsto successivo percorso di pratica di abilità audio-orali e lo scambio metodologia CLIL per 10.000 culturale, anche attivando contatti con classi a docenti del gruppo formato al distanza con scuole, docenti e classi di altri B2. Paesi; Competenze di lingua straniera lingua di Competenze -Offrire percorsi che combinino diverse -Potenziamento linguistico con modalità formative (es. lingua e cultura, elementi di metodologia tecniche innovative, misurazione e valutazione didattica innovativa delle competenze linguistiche, corsi in presenza, -Formazione linguistica per il online, stage all’estero, ecc.); raggiungimento del livello B2 -Stimolare l’utilizzo di contenuti in lingua, (propedeutico al CLIL). anche attraverso approfondimenti tematici (es. STEM), e la promozione della lettura; -Formazione metodologica per il CLIL. -Eventuale certificazione, da parte di enti terzi, dei livelli di competenze linguistiche raggiunti.

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18. SCUOLA DIGITALE Nell’arco del triennio, l’Istituto attiverà iniziative rivolte ai docenti, agli alunni, al personale Ata finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:  sviluppo delle competenze digitali degli alunni, anche attraverso la collaborazione con soggetti esterni;  potenziamento degli strumenti didattici e laboratori ali necessari per migliorare la formazione e i processi di innovazione;  adozione di strumenti organizzativi e tecnologici atti a favorire la comunicazione interna ed esterna;  formazione dei docenti per l’innovazione didattica e sviluppo della cultura digitale per l’insegnamento e l’apprendimento;  potenziamento delle infrastrutture di rete, valorizzando anche esperienze altrui;  potenziamento dell’adozione di testi e materiali in formato digitale, anche prodotti all’interno dell’istituto;  apertura della scuola al territorio con la possibilità di apertura anche al di fuori dell’orario scolastico; Piano Nazionale Scuola Digitale l Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) è stato ideato nella profonda convinzione che l’ambiente Scuola non può rimanere tagliato fuori dalla innovazione digitale che connota la società attuale ma, al contrario, può e de

Il laboratorio in classe e non la classe in laboratorio - Una strategia - tante azioni. Il PNSD si propone dunque l'ambizioso obiettivo di modificare gli ambienti di apprendimento per rendere l’offerta educativa e formativa coerente con i cambiamenti della società della conoscenza e con le esigenze e con i ritmi del mondo contemporaneo.

Pur non sottovalutando il rischio dell’insorgere di criticità, la grande opportunità che abbiamo è darsi la possibilità di non subire questo processo di cambiamento, ma di governarlo.

Il MIUR ha attuato delle azioni atte a ridurre la distanza tra le istituzioni e la società avviando percorsi di innovazione sostenibile

Per favorire e supportare il cambiamento e l’innovazione del sistema Scuola, il MIUR ha avviato nel 2009 un processo di digitalizzazione della scuola con il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), tracciando un percorso strutturato in più azioni, realizzate in modo parallelo e finalizzato, in buona sintesi, a: - modificare gli ambienti di apprendimento, realizzando sistemi di educativi vicino ai nuovi linguaggi e processi di apprendimento degli studenti e ne favoriscano lo sviluppo e il potenziamento delle competenze individuate nella Strategia Europa 2020, con il fine ultimo dell’inserimento nel rinnovato mercato del lavoro; - formare i docenti a nuove metodologie didattiche, che attraverso l’uso delle tecnologie, consentano il passaggio dalla didattica trasmissiva ad un apprendimento collaborativo ed esperienziale.

Partendo da questo assunto, il MIUR ha introdotto, con la legge 107/15, la figura dell’Animatore Digitale, figura interna alla scuola, che ha i seguenti compiti:

98 • Formazione interna: stimolare la formazione interna alla scuola negli ambiti del PNSD, attraverso l’organizzazione di laboratori formativi, favorendo l’animazione e la partecipazione di tutta la comunità scolastica alle attività formative, come ad esempio quelle organizzate attraverso gli snodi formativi.

• Coinvolgimento della comunità scolastica: favorire la partecipazione e stimolare il protagonismo degli studenti nell’organizzazione di workshop e altre attività, anche strutturate, sui temi del PNSD, anche attraverso momenti formativi aperti alle famiglie e ad altri attori del territorio, per la realizzazione di una cultura digitale condivisa.

• Creazione di soluzioni innovative: individuare soluzioni metodologiche e tecnologiche sostenibili da diffondere all’interno degli ambienti della scuola (es. uso di particolari strumenti per la didattica di cui la scuola si è dotata; la pratica di una metodologia comune; informazione su innovazioni esistenti in altre scuole; un laboratorio di coding per tutti gli studenti), coerenti con l’analisi dei fabbisogni della scuola stessa, anche in sinergia con attività di assistenza tecnica condotta da altre figure.

In ottemperanza alle disposizioni Ministeriali, l’Istituto Comprensivo Morano Saracena ha elaborato un Piano Triennale Scuola Digitale con il supporto dell’Animatore Digitale.

L’azione prevede momenti formativi per docenti e allievi distribuiti in un triennio:

Prima Annualità:

 Consolidamento ed implementazione delle conoscenze digitali dei docenti attraverso seminari e mini corsi di formazione in presenza e a distanza (webinar)  Basi del Coding e del Pensiero Computazionale attraverso azioni seminariali in presenza e a distanza (webinar)  Basi della condivisione del materiale didattico in Rete: il cloud storage (Dropbox, sezione dedicata del sito istituzionale della scuola)  Basi dell’apprendimento a distanza (E-learning) attraverso azioni seminariali in presenza e a distanza (webinar)  Le Apps for Education: Edshelf  I Social Media: guida all’uso consapevole e critico (Web 2.0, sicurezza e privacy, Media Education)  Basi del Flipped Learning attraverso azioni seminariali in presenza e a distanza (webinar) Seconda annualità:

 La piattaforma Google: metodi e strumenti per il lavoro cooperativo a distanza (Drive, Google+, Sites, Hangouts)  Le piattaforme MOODLE web-based per l’e-learning: Edmodo, Google Classroom  Le piattaforme web-based per il Coding: Scratch, Kodu game Lab, MIT app inventor  Wiki, Forum, Blog per l’apprendimento: Wordpress Terza Annualità:

 Creazione di una Flipped Classroom attraverso Edmodo e MOODLE open source  Il laboratorio di Robotica: Arduino, Lego Mindstorms  Il laboratorio di realtà virtuale con le app web based: Muvizu, Plotagon, HP Aurasma  Il sito personale per l’apprendimento: Google Sites.

99 19. SPAZI E ATTREZZATURE La realizzazione dell’offerta formativa richiede una serie di interventi volti a rendere più efficace l’attività didattica; in questo contesto svolgono un ruolo fondamentale gli spazi comuni destinati ad attività di laboratorio, approfondimento e consultazione. Per tali esigenze, sono a disposizione dei docenti e degli alunni le seguenti strutture:

Morano Calabro Saracena Spazi e strutture Infanzia Primaria Sec. 1° grado Infanzia Primaria Sec. primo grado Aula ad utilizzo classi x x x x

LIM in aula x x x

Aula di Arte ed Immagine

Aula di musica x

Aula insegnanti x x

Aula video x x

Biblioteca alunni x x

Biblioteca d’Istituto x x Laboratorio-linguistico- x x informatico Laboratorio scientifico x x

Palestra con spogliatoio x x x

Cortile x x x x x x

Infermeria x

Cucina x x

Mensa x x

Ufficio DS x x x

Ufficio DSGA x

Ufficio segreteria x x Area servizio personale x x x ATA

POTENZIAMENTO DI ATTREZZATURE E INFRASTRUTTURE

Al fine del miglioramento complessivo della scuola, è necessario considerare che il nostro è un Istituto composto da tre ordini di scuola e 5 plessi dislocati su due Comuni in un raggio di 15 Km.

Oltre che per le scuole ubicate a Morano C., dove si è investito sugli edifici scolastici oggetto di recenti lavori di manutenzioni straordinaria finanziati con fondi PON FESR asse II Obiettivo C e

10 0 che ospitano due ordini di scuola (Palestra e Biblioteca Scuola primaria e Isolamento a cappotto termico esterno nella Scuola secondaria primo grado), è opportuno intervenire anche per la scuola Primaria di Saracena al fine di terminare i lavori di ripristino delle 4 aule ubicate al 1° piano dell’edificio, per sistemare la rampa di accesso alla scuola allo scopo di permettere la sua fruibilità in caso di tempo avverso e in caso di emergenza e per poter accedere direttamente alla Palestra; occorre, altresì, intervenire nella scuola secondaria di primo grado di Saracena per svolgere lavori di manutenzione sui cornicioni dell’edificio e del piano seminterrato dove è attualmente ubicato l’archivio.

Si dovrà considerare, inoltre, che:

 l’Istituto ha proceduto al completamento della rete LAN/WLAN nei Plessi della Scuola Secondaria di primo grado di Morano C. e di Saracena e della scuola Primaria di Morano C. (attraverso l’adesione ai Progetto Scuola in Wi-Fi relativo all’Avviso Pubblico, Prot.n. AOODGEFID/9035 del 13 luglio 2015, rivolto alle Istituzioni scolastiche statali per la realizzazione, l’ampliamento o l’adeguamento delle infrastrutture di rete LAN/ W LAN . F. S. E. – P. O. N. “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Asse II Infrastrutture per l’istruzione – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) - Obiettivo specifico – 10.8;);  il collegamento delle biblioteche scolastiche di Morano C. e di Saracena con il Polo RCA e il Servizio Bibliotecario Nazionale, realizzazione di un catalogo unico informatizzato del patrimonio posseduto dalle nostre biblioteche con la messa a disposizione delle biblioteche di attrezzature hardware e appositi software per le attività catalografiche e per la ricerca online del patrimonio posseduto dalle stesse. Digitalizzazione di una parte delle opere più significative della tradizione culturale comunale, scolastica e regionale. Aggiornamento del personale e l’avvio di nuovi e più qualificati servizi bibliotecari (cooperazione bibliotecaria, prestito interbibliotecario, ecc.);  l’acquisizione di materiali e apparecchiature attraverso la presentazione del Progetto “ Dall’aula al laboratorio virtuale ” realizzato con i Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014- 2020, relativo all’ Avviso pubblico, Nota prot. 12810 del 15 ottobre 2015, rivolto alle Istituzioni scolastiche statali per la realizzazione di ambienti digitali e la creazione di spazi alternativi per l'apprendimento al fine di realizzare attività di curriculum verticale (infanzia/primaria/secondaria) e di 5 classi aperte con approccio laboratoriale e di trasformare le aule "normali" in un vero laboratorio scientifico, in cui il dato reale possa essere rielaborato in digitale con l’acquisto di:  n. 5 LIM da allocare negli edifici che ospitano la Scuola Primaria e Secondaria di 1° grado di Saracena.  tavoli mobili componibili e scomponibili, angoli morbidi, sussidi didattici per la scuola dell’Infanzia di Morano Calabro e di Saracena.

10 1 20. CONCLUSIONI

Il Piano triennale dell’Offerta Formativa, non è soltanto un documento informativo delle attività educativo - didattiche e dell’assetto organizzativo del nostro Istituto ma è nel contempo uno strumento flessibile e, in quanto tale, suscettibile di ulteriori modifiche e/o integrazioni mirate ad ottimizzare l’offerta culturale e a proporre la scuola come modello efficiente di vita democratica, nella quale gli alunni possano apprendere iniziando a sperimentare modelli di equa partecipazione sociale.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

dott.ssa Elena Pappalardo

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO

prof.ssa D’Angelico Renda Maria Angela

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ELENCO DEI DOCUMENTI FONDAMENTALI ALLEGATI

I documenti che costituiscono l’identità e la cultura dell’I.C. Morano Calabro – Saracena sono pubblicati sul sito istituzionale e risultano reperibili ai seguenti link:

Piano di Miglioramento http://www.icmoranosaracena.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=571&Itemid=2 84&jsmallfib=1&dir=JSROOT%2FPdM

Regolamento d’Istituto http://www.icmoranosaracena.gov.it/regolamenti.html P.A.I. http://www.icmoranosaracena.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=572&Itemid=285&j smallfib=1&dir=JSROOT%2FPAI

Piano digitale triennale http://www.icmoranosaracena.gov.it/pnsd-ambienti-digitali-di-apprendimento.html

Carta dei servizi http://www.icmoranosaracena.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=574&Itemid=2 87&jsmallfib=1&dir=JSROOT%2FCarta_Servizi

Regolamento accesso agli atti http://www.icmoranosaracena.gov.it/regolamenti.html

Regolamento Albo pretorio http://www.icmoranosaracena.gov.it/regolamenti.html

Patto di corresponsabilità http://www.icmoranosaracena.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=573&Itemid=286& jsmallfib=1&dir=JSROOT%2FPatto_Corresponsabilita

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