Diari Di Cineclub N. 91
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_ Anno X N. 91 | Febbraio 2021 | ISSN 2431 - 6739 Per una cultura comunitaria al posto della “Netflix della cultura” Il cinema è comunità popola- delle questioni societarie della costituenda re, le piattaforme streaming piattaforma (una società tra Cassa depositi e sono un oligopolio ultralibe- prestiti e Chili Tv, scelta proprio dalla prima), rista che ha preso il nome ufficiale ITsART, ci sono È del 2018 la prima po- problemi di base che la trascendono. Netflix lemica sorta riguardo non era e non è il futuro, e non lo è nemmeno alla selezione di film di lo streaming, per quanto riguarda i film, al- Paolo Minuto Netflix, in quell’anno meno. E non è nemmeno l’unico operatore in In cammino con presenti (e poi vincenti) in concorso alla Mo- questo settore di mercato (ci sono anche Di- stra del cinema di Venezia, in contrapposizio- sney +, Amazon Prime Video, Hbo, ecc.). Per- Cecilia ne alla scelta del Festival di Cannes di non ac- ciò nemmeno Itstart potrà avere un senso cettarli. Ed è utile riguardare cosa accadde. Il economico fondato e un risultato apprezzabi- La nostra cara compagna e stupenda amica dibattito fu deviato su Netflix sì o Netflix no, e le. Chiunque in teoria può caricare sulla piat- Cecilia Mangini... (1927 - 21 Gennaio 2021). chi si schierava per il sì affermava che quello taforma, formalmente pubblica, i propri con- Fotografa, saggista, sceneggiatrice e regista, era il futuro e un film non può essere escluso tenuti e venderli tramite la stessa in tutto il Cecilia Mangini ha dedicato la sua vita al cine- dalla Mostra del Cinema solo perché è di mondo. È un’attività commerciale con fondi ma militante. E’ scomparsa proprio il giorno Netflix. Credo che il nodo sia nato in quei me- pubblici, tanto commerciale che RaiPlay ha ri- del centenario della nascita di una grande spe- si e l’anno pandemico abbia dato solo l’oppor- tenuto di non potervi partecipare. Eppure fi- ranza nella quale ha sempre creduto. tunità di scioglierlo in un solo senso, approfit- nora nessun film promosso per l’uscita in sala Tra le tante importanti sue opere ricordiamo tando di un contrasto sociale e politico ma poi, a causa della pandemia, uscito diret- quella che già dal titolo, annuncia il suo pen- indebolito, addormentato. tamente in streaming ha ottenuto risultati siero “Essere donne” del 1965 con la narrazione Dal punto di vista lessicale e da quello subdo- paragonabili a quelli che avrebbe ottenuto in dell’emancipazione e della liberazione del ge- lamente semantico l’idea che Netflix possa es- sala. Dunque a cosa serve la creazione della nere femminile, dove viene mostrata la vita re- sere assunto a paradigma non solo della pro- piattaformaITsART? A niente di utile per la ale delle donne, scandita dal lavoro in fabbrica e grammazione online dei film ma anche dello società, per il pubblico. Gli investimenti pub- da quello domestico. Un documentario censu- streaming in sé, e addirittura del futuro, è blici, anche utilizzando virtuosamente i fondi rato dall’autorità maschilista dell’epoca che passata senza incontrare molta resistenza, a europei del Recovery Plan, dovrebbero andare non tollerava la denuncia delle sue stabili rego- tal punto che un Ministro della Repubblica ha a strutture pubbliche fisiche, diffuse capillar- le. Oggi rimane un’opera di inestimabile valo- utilizzato questo appellativo per annunciare mente sul territorio, dove la formazione del re, un ricordo sempre ben rappresentato da la creazione di una piattaforma pubblica per pubblico e la visione di opere poco o per nulla lei, con quel suo particolare, affascinante e at- diffondere nel mondo la creatività italiana, viste (per ragionevoli ragioni di sostenibilità tivo stile di vita. Ricordava: “…mi spaventa chiamandola “Netflix della cultura”. Al netto segue a pag. 3 sprecare il tempo”. E’ stata affettuosa e propositiva garante di Diari di Cineclub sin dall’inizio. Proseguiremo, sempre con lei, il nostro viag- gio nell’impegno verso le cose del mondo. La redazione di Diari di Cineclub Le condoglianze della FICC Caro Luca, giungano a te e a tutti i vostri cari le più since- re e sentite condoglianze, mie e quelle di tutta la FICC - Federazione Italiana dei Circoli del Cinema che rappresento, a cui la nostra amata Cecilia è rimasta legata per tutta la vita. Ci re- sta di lei il grande esempio di rigore morale trasmesso attraverso il suo lavoro, la grande passione col suo cinema di stare sempre dalla parte degli ultimi, la sua straordinaria forza ed energia che ci ha sempre trasmesso e che ci re- sterà come lascito ed esempio costante. Ti giunga tutto il nostro abbraccio più affettuoso. “Il sola 24 ORE” di Pierfrancesco Uva. Gennaio 2021 Marco Asunis (pres. FICC) [email protected] n. 91 Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam Film documentario, Italia, colore e bn, 2020, durata 58’30’’di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli “Sono le fotografie che mi ricordano le cose perchè io sto perdendo la memoria. Non mi ricordavo di queste due scatole. E poi le ho prese, le ho aperte, ho cominciato a guardare i provini e c’erano cose di cui non mi ricordavo più e che invece mi sono ritornate perché ... la fotografia recupera il tempo,recupera lo spazio,recupera le sensazioni, recupera tutto.” Cecilia Mangini Ci sono esperienze del- di narrazione di un viaggio in Vietnam, un la vita che è bello ricor- film di guerra rispetto ad un passato che a dare, altre no. Il tema di volte si ricorda e a volte si dimentica, un film questo film riguarda “da camera” che vuole riconciliarsi con il pas- un viaggio nel Vie- sato ed è stato ricostruito in tempi diversi, il tnam del Nord in guer- cortometraggio nell’arco di 4 mesi, il medio ra contro gli Stati Uniti metraggio ha richiesto altri 6 mesi. Il cinema Paolo Pisanelli tra il 1965 e il 1966, un documentario/del reale/dell’irreale/non fi- viaggio che Cecilia Mangini, la protagonista ction/fiction ovvero il cinema che facciamo ci della storia, fa molta fatica a ricordare, una fe- riserva sempre sorprese e scoperte impossibili rita ancora aperta perché Lino Del Fra e lei da pianificare a tavolino in una sceneggiatura. avrebbero dovuto girare un film documenta- Passa il tempo, viviamo, filmiamo… alla fine rio che non è mai stato realizzato. Dopo più di ecco la storia da raccontare, o almeno quello cinquant’anni una piccola grande scoperta di che si ha la capacità di ricordare. due scatole dimenticate si rivela l’occasione Due scatole dimenticate è un film da camera che per raccontare quel viaggio in un breve film racconta di una guerra, della memoria che sva- che recupera lentamente un filo di memoria nisce, di una sfida contro il tempo che passa . assemblando parole e immagini dimenticate Due scatole da scarpe piene di negativi foto- da tanto tempo. E’ una sorta di guerra contro grafici 6x6, dimenticate per più di cinquant’an- se stessi, tra il dire e il non dire, ricordare e ni in un vecchio scaffale sono state inaspetta- non ricordare. tamente ritrovate. Nel 1965-66 i registi Lino Nel realizzare il corto Cecilia Mangini ha su- Del Fra e Cecilia Mangini hanno vissuto per perato un po’ il dolore per quel film non fatto, tre mesi nel Vietnam del Nord in guerra con- ha vinto reticenze e amnesie, ha deciso di in- tro gli U.S.A. effettuando i sopralluoghi per un nescare il recupero delle sue memorie. film documentario sulla lotta di quel popolo Ma solo dopo averlo realizzato ha deciso di ri- deciso a conquistare l’unità e l’indipendenza. Paolo Pisanelli e Cecilia Mangini aprire due diari –il suo e quello di Lino Del Dalla frontiera con la Cina fino al Fra–, ha avuto la fortuna di ritrovare i dischi e confine con il Sud, filo- statuniten- le riviste che erano ancora dispersi in casa se e in realtà occupato militarmen- sua, tra armadi, librerie e scaffali. Soprattutto te dagli americani, Lino e Cecilia è venuto fuori un mucchio di corrispondenza, hanno esplorato le città, i porti, i pae- tra cui la straordinaria lettera a Ho Chi Minh. si, le risaie, i fronti di guerra. Nel ten- Così dopo Le Vietnam sera libre è stato realizza- tativo di piegare questa resistenza, to Due scatole dimenticate, un medio metraggio al Sud gli americani incendiavano che racconta tutta l’esperienza vietnamita: en- le foreste con il napalm e al Nord trambi i film fanno parte di un processo reale avevano iniziato a fare terra bru- ciata con i bombardamenti a tap- peto di giorno in giorno sempre più vicini alla capitale. Per l’assen- za di rifugi antiaerei veri e propri Lino e Cecilia sono stati rimpatriati insieme alle tante delegazioni in- Vietnam 1965 (foto di Cecilia Mangini) ternazionali e a tutti gli stranieri presenti ad Hanoi. Quelle bombe americane hanno colpito anche il lo- ro film che non è stato più realizza- to… Durante tutti i sopralluoghi Ce- cilia Mangini aveva realizzato un grande reportage fotografico, in gran parte ancora inedito. Quella guerra, quella resistenza, quel popolo in armi rivive attraverso foto, scritti, ricordi e vuoti di memoria Paolo Pisanelli Due scatole dimenticate – un viaggio in Vietnam dedicato a Lino Del Fra Soggetto e regia: Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli -Fotografie (Vietnam 1965-66): Vietnam 1965 (foto di Cecilia Mangini) Lipari - Cava di pomice 1954 (foto di Cecilia Mangini) Cecilia Mangini 2 [email protected] segue da pag. 1 economica degli esercenti privati) abbiano ca- sa. Queste strutture dovrebbero essere avvia- te e sostenute con le scuole pubbliche e le uni- versità, ma anche con il sostegno concreto delle associazioni nazionali di cultura cine- matografica, le quali dovrebbero però confe- derarsi (perché non avrebbe senso un investi- mento pubblico disperso in rivoli identitari non più giustificabili se mantenuti a spese del contribuente).