Regione Puglia Città metropolitana Comune di Valenzano di D o c u m e n R t o e P l a r z o i g o r n a e m

G m e a n t e i c r o a

l P e r e - l i m i n a r e Relazione Generale Documento Programmatico Preliminare

Sommario NOTA SUL PERCORSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO ...... 3 1. PRINCIPI GENERALI DEL PIANO ...... 6 1.1. Caratteristiche del DPP ...... 6 1.2. ITER PROCEDURALE ...... 8 2. IL SISTEMA TERRITORIALE DI AREA VASTA ...... 9 2.1 IL PIANO PAESAGGISTICO TERRITORIALE REGIONALE - PPTR ...... 9 2.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE - PTCP ...... 17 2.3 PIANO METROPOLITANO TERRA DI BARI ...... 21 2.4 IL PIANO SOCIALE DI ZONA - PSZ ...... 22 3 IL BILANCIO DELLA PIANIFICAZIONE ...... 23 3.1 Le analisi urbanistiche preliminari ...... 23 3.2 Analisi delle Risorse Insediative (Evoluzione Storica sulla base della documentazione disponibili) .... 23 3.3 Carta delle Risorse Insediative: stato di fatto funzionale dell’area urbana ...... 27 3.4 Bilancio della Pianificazione Vigente: stato di fatto giuridico e residuo di piano ...... 31 3.5 Bilancio della Pianificazione Vigente: standard urbanistici esistenti e previsti e aree residuali ...... 33 3.6 Bilancio della pianificazione vigente: Beni sequestrati alle mafie e rigenerazione urbana ...... 34 4 QUADRI CONOSCITIVI ...... 37 4.4.1 Adeguamento al PPTR- struttura idrogeomorfologica ...... 37 4.4.2 Adeguamento al PPTR- eco sistemica ambientale ...... 42 4.4.3 Adeguamento al PPTR- struttura antropica storico culturale ...... 43 4.5 PAI – Piano di Assetto Idrogeologico ...... 49 4.6 Uso del suolo e paesaggi rurali ...... 50 5 CARATTERI DEMOGRAFICI ...... 54 6 LE ANALISI SPECIALISTICHE PER L’APPROFONDIMENTO A SCALA LOCALE DEI VALORI PAESAGGISTICO AMBIENTALI ...... 64 6.1 Invarianti del Sistema Naturalistico Ambientale ...... 65 6.2 Infrastrutture e Dotazioni ...... 68 7 I CONTESTI TERRITORIALI ...... 69 7.1 Paesaggi e Contesti Rurali ...... 69 7.2 Contesti urbani ...... 72 8 SCENARI E QUESTIONI EMERGENTI ...... 75 1

8.1 Obiettivi di Qualita’ ...... 75 9 I PROGETTI TERRITORIALI ...... 78 9.1 Il patto città campagna ...... 78 9.2 La Rete Ecologica regionale ...... 78 10. CRITICITÀ AMBIENTALI ...... 80 10.1 Criticità nei contesti rurali ...... 80 10.2 Criticità nel sistema insediativo ...... 80

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NOTA SUL PERCORSO DI COSTRUZIONE DEL PIANO

In data 02/04/2019 con Determinazione RG n.227 del 26/03/2019 è stato affidato all’ing. Maristella Loi e al Dott. Geol. Alessandro Reina l’incarico professionale per la redazione del D.P.P. e per la progettazione del piano urbanistico generale PUG del comune di Valenzano – CIG: 7735570°4C. Il presente lavoro si inserisce all’interno di un percorso di redazione del PUG che si è susseguito negli anni. La seguente relazione, insieme con gli elaborati in allegato sono stati aggiornati in seguito alle osservazioni pervenute in sede di 1^ Conferenza di Servizi tenutasi presso la Regione Puglia in data 23.07.2019. In tale sede, in considerazione anche dei nuovi elementi conoscitivi e la normativa sopravvenuta rispetto al 2005, si evidenziava la necessità di una nuova adozione del DPP al fine di cristallizzare lo stato dei lavori fin qui eseguito. Alcune delle osservazioni pervenute in sede di Conferenza di Servizi, derivano da un aggiornamento della documentazione catastale. Il Comune di Valenzano non è stato in grado di fornire ai Tecnici Progettisti, la documentazione necessaria all’aggiornamento richiesto ( shape-files del catastale aggiornato 2019). Le modifiche richieste, pertanto, sono state eseguite ugualmente pur di giungere agli obiettivi maturati in sede di Conferenza di Servizi, a riguardo si evidenzia infatti che le modifiche relative alla corretta perimetrazione catastale è stata effettuata attraverso il servizio di consultazione disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, in collegamento wms: https://wms.cartografia.agenziaentrate.gov.it/inspire/wms/ows01.php .

Il comune di Valenzano è dotato di un programma di Fabbricazione approvato con DPGR n.1535 del 17.06.1977. Nel 2004 con determina RG n°256 – RS n° 98 del 14/4/2004 è stato affidato l’incarico per la formazione del PUG di Valenzano (BA). Con convenzione stipulata in data 24.06.2004 è stato dato incarico all’Arch. Renzulli di redigere il Documento programmatico Preliminare ( DPP ). Con Deliberazione di consiglio comunale n.02 del 12 gennaio 2005 il sopradetto documento è stato approvato. Con l’entrata in vigore della LR 20/2001, si prevede la trasformazione del Piano Regolatore in Piano Urbanistico Generale (PUG); nel 2007 con DGR n.1328 del 3 agosto la Regione Puglia approva il “Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali (PUG)” che stabilisce metodologie, contenuti e procedure di redazione e formazione dei PUG.

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Quando nel 2007 è entrato in vigore il DRAG (DGR n°1328/2007), il Piano di Valenzano aveva già maturato la fase di formazione e approvazione definitiva del DPP (avvenuta nel 2005) con i nuovi criteri e indirizzi per la formazione del PUG Comunale. Nel 2008 e nel 2009 si sono infatti susseguite due conferenze di copianificazione: - 8/9/2008: pre- conferenza di copianificazione che si è tenuta presso la sede della Regione Puglia; - 4/3/2009: conferenza di servizi ristretta allo scopo di chiarire e definire alcuni aspetti idrologici e paesaggistici del territorio valenzanese presso la Regione Puglia. In data 18/2/2010 è avvenuta la consegna degli elaborati del PUG, il quale però non è stato mai approvato .

Successivamente in data 05.08.2011 con D.D. n.883 venne conferito al prof. Selicato, all’Ing. Carmelo Maria Torre ed al Dott. Geol. Alessandro Reina l’incarico di redigere l’adeguamento al PUTT del vigente PdF. Con deliberazione C.C. 26/2012 è stato approvato un primo adeguamento del PdF al PUTT/P ai sensi dell’art. 5.06 delle NTA dello stesso PUTT/P. Con Determina del Responsabile del Servizio Urbanistica RG n.998 RS n.159 del 11.12.2013, il comune di Valenzano ha affidato l’incarico di completare l’adeguamento del PdF al PUTT/p a seguito dell’adozione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale avvenuta con Del GR n.1435 del 2.08.2013. Con deliberazione CC n.40 del 22 dicembre 2014 è stata approvata la variante al PdF di adeguamento al P.U.T.T con individuazione dei territori costruiti, in sostituzione di quanto oggetto della deliberazione del CC 26/2012. Con deliberazione n.40 del 18.10.2011 è stato approvato il DPP per la Rigenerazione Urbana del Territorio Comunale. Ad oggi il DPP, elaborato ed approvato nel 2005, risulta oramai superato per effetto della Normativa Regionale sopravvenuta negli anni successivi. Per queste ragioni, la Commissione Straordinaria insediata nel comune di Valenzano durante il periodo di redazione del DPP-PUG, in relazione al tempo trascorso e agli adempimenti conseguenti all’approvazione del PPTR ed alla legge regionale 44/2012 concernente la Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi, ha indetto al 1^ Conferenza di Copianificazione per l’aggiornamento del DPP del PUG del Comune di Valenzano, in data 23 luglio 2019, presso la Regione Puglia, sezione Urbanistica (SECONDO PIANO), in via G. Gentile a Bari. Durante la 1^ Conferenza di Servizi di Copianificazione, durante la quale è stato condiviso sistema delle conoscenze, si evidenziava la necessità di una nuova adozione del DPP al fine di cristallizzare lo stato dei lavori fin qui eseguito. Pertanto questo lavoro si inserisce all’interno del processo di pianificazione già avviato prendendo atto della documentazione già redatta e consegnata al Comune stesso dai precedenti progettisti. A partire da

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questi dati, è stato essenziale elaborare un nuovo Documento Programmatico Preliminare i cui contenuti risultano allineati alle direttive del DRAG, e del Piano Paesaggistico Territoriale Paesaggio - PPTR.

Per la redazione del presente documento e delle analisi sono stati richiesti alla amministrazione i seguenti documenti: 1. Copia dell’atto di indirizzo per la redazione del PUG approvato con Delib. della Commissione Straordinaria n. 104 del 13.11.2018; 2. Copia del D.P.P. approvato con D.C.C. n.2 del 12.01.2005 e già richiamata nella relazione del PUG presentato nel 2010; 3. Copia di tutte le Varianti al P.d.F approvate; 4. Copia del progetto candidato al Bando Pubblico per la selezione delle Aree Urbane e per l'individuazione delle Autorità Urbane in attuazione dell'ASSE PRIORITARIO XII "Sviluppo Urbano Sostenibile" Azione 12.1 "Rigenerazione urbana sostenibile" del P.O.R. FESR- FSE 2014-2020. (Si.S.U.S); 5. Documentazione utile relativa ad eventuali piani o programmi in corso (o già attuati) sul territorio di Valenzano (PuMS, P.I.P., P.I.R.P, etc..) 6. Copia di eventuale cartografia storica presente negli archivi comunali.

In seguito a tale richiesta, si è verificato che non è stato possibile reperire presso gli archivi comunali la seguente documentazione: - Copia del D.P.P. approvato con D.C.C. n.2 del 12.01.2005 e già richiamata nella relazione del PUG presentato nel 2010; - Copia del progetto candidato al Bando Pubblico per la selezione delle Aree Urbane e per l'individuazione delle Autorità Urbane in attuazione dell'ASSE PRIORITARIO XII "Sviluppo Urbano Sostenibile" Azione 12.1 "Rigenerazione urbana sostenibile" del P.O.R. FESR- FSE 2014-2020. (Si.S.U.S); (nonostante una prima indicazione da parte degli Uffici circa la candidatura a tale bando del Comune di Valenzano insieme con il Comune di , ad oggi non risulta verificata tale candidatura, pertanto non è possibile reperire la documentazione relativa)

RIEPILOGO INCONTRI TECNICI: • Ad oggi, si sono susseguite due riunioni in data 15 maggio 2019 e 6 giugno 2019, a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Ufficio Tecnico del Comune di Valenzano e i progettisti incaricati. • In data 23.07.2019 si è svolta la 1^ Conferenza di Servizi, tenutasi presso la Regione Puglia. • In data 19.09.2019 si è tenuto un incontro tecnico presso il Comune di Valenzano a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Ufficio Tecnico del Comune di Valenzano e i progettisti incaricati.

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1. PRINCIPI GENERALI DEL PIANO

1.1. Caratteristiche del DPP La LR 20/2001 “Norme Generali di Governo e Uso del Territorio” ed il DRAG stabiliscono come atto propedeutico al processo di formazione del PUG la redazione del Documento Programmatico Preliminare (DPP) che deve essere adottato dal Consiglio Comunale, pubblicato e sottoposto alla presentazione delle osservazioni. Il DPP in accordo con il DRAG deve contenere in forma preliminare e quindi aperta a ulteriori approfondimenti e integrazioni da svolgersi nella fase di elaborazione del PUG, il sistema delle conoscenze e i quadri interpretativi integrati del territorio e le sue tendenze di trasformazioni. Il sistema delle conoscenze rileva lo stato della realtà socio-economica e della identità ambientale, storica e culturale ed è strettamente funzionale alla definizione delle linee fondamentali di assetto del territorio comunale, mettendo in evidenza le aree da valorizzare e tutelare per i loro particolari aspetti ecologici, paesaggistici e produttivi. La riforma dell’urbanistica, che negli ultimi anni ha visto la progressiva affermazione attraverso le nuove attribuzioni di responsabilità regionali (la riforma del titolo V della Costituzione che ha affidato alle Regioni la piena responsabilità legislativa in materia di governo del territorio). Con la legge 20/2001“Norme Generali di Governo e Uso del e definisce gli obiettivi e i criteri di impostazione del nuovo strumento urbanistico Territorio”, la Regione Puglia ha introdotto una modifica della impostazione normativa regionale (che era aderente ai modelli urbanistici nazionali – legge Urbanistica del 42), introducendo nuovo un modello di piano, il PUG – Piano Urbanistico Generale che prevede la sua redazione in due componenti: • PUG STRUTTURALE: individua le previsioni strutturali che “identificano le linee fondamentali dell’assetto dell’intero territorio comunale derivanti dalla ricognizione della realtà socioeconomica, dell’identità ambientale, storica e culturale dell’insediamento, anche con riguardo alle aree da valorizzare e da tutelare per i loro particolari aspetti ecologici, paesaggistici e produttivi e determinano le direttrici di sviluppo dell’insediamento nel territorio comunale, del sistema delle reti infrastrutturali e delle connessioni con i sistemi urbani contermini” (art. 9, comma 2). La componente strutturale del non ha valore vincolistico, ad esclusione delle elaborazioni relative alla vincolistica sovraordinata esistente e non ha valore prescrittivo e non interviene sui diritti della proprietà, di fatto traccia indicazione di tipo programmatico che fingono da base conoscitiva per le scelte future di assetto territoriale. • PUG PROGRAMMATICO: individua le previsioni programmatiche che definiscono, in coerenza con il dimensionamento dei fabbisogni nei settori residenziale, produttivo e infrastrutturale, le localizzazioni delle aree da ricomprendere in Piani Urbanistici Esecutivi (PUE), stabilendo quali siano le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili e disciplinano le trasformazioni fisiche e funzionali 6

consentite nelle aree non sottoposte alla previa redazione dei PUE” (art. 9, comma 2). La componente programmatica, invece determina i vincoli prescrittivi che diventano attuativi nelle trasformazioni urbanistiche nel periodi di riferimento previsto.

Emerge dalla analisi della normativa regionale che le due componenti introdotte nel modello di piano pugliese di fatto rappresentano una componente caratterizzata da una validità temporale di medio lungo periodo (strutturale) e una caratterizzata da un periodo temporale più breve (programmatico) di cinque anni. In questa ottica il Documento Programmatico Preliminare (DPP) associa alla costruzione del sistema delle conoscenze finalizzato alla redazione del PUG, considerazioni sulla impostazione metodologica e e generale del Piano stesso. In accordo con le diposizioni del DRAG il DPP si articola in parti che dovrebbero prevedere:

I) Una preliminare ricognizione del sistema territoriale di area vasta e intercomunale, con particolare riferimento ai sistemi ambientale e della mobilità e infrastrutture di trasporto, e del relativo quadro pianificatorio, programmatorio e progettuale vigente e in itinere; II) Una prima ricognizione del sistema territoriale locale e delle sue risorse ambientali, paesaggistiche, rurali, insediative, infrastrutturali, del loro stato e dei relativi rischi e opportunità, anche in relazione a processi e tendenze che interessano i sistemi territoriali più ampi che possono influenzare le trasformazioni locali; III) Una ricognizione preliminare degli aspetti socioeconomici IV) Un primo bilancio urbanistico della pianificazione vigente a livello comunale, ossia lo stato di attuazione dei piani in vigore (generali ed esecutivi) e delle eventuali pianificazioni di settore, nonché il quadro della programmazione e della progettazione in atto in ambito comunale. V) I quadri interpretativi, essi dovranno essere costruiti a partire dal quadro conoscitivo e costituiti da descrizioni integrate dei caratteri dominanti dei luoghi, delle relazioni tra le risorse individuate e delle relative tendenze di trasformazione. (i quadri interpretativi derivano da una ricomposizione integrata delle ricognizioni delle risorse effettuate nella fase di costruzione del quadro conoscitivo, nonché da una interpretazione critica dello stato di fatto del territorio e delle sue tendenze di trasformazione).

Il comune di Valenzano con deliberazione del Consiglio Comunale n.2 del 12 gennaio 2005 ha adottato il Documento Programmatico Preliminare redatto dall’ Arch. Renzulli. Durante la 1^ Conferenza di Servizi di Copianificazione (23.07.2019), durante la quale è stato condiviso sistema delle conoscenze, si evidenziava la necessità di una nuova adozione del DPP al fine di cristallizzare lo stato dei lavori fin qui eseguito.

Pertanto questo lavoro si inserisce all’interno del processo di pianificazione già avviato prendendo atto della documentazione già redatta e consegnata al Comune stesso dai precedenti progettisti. A partire da questi

7 dati, è stato essenziale elaborare un nuovo Documento Programmatico Preliminare i cui contenuti risultano allineati alle direttive del DRAG, e del Piano Paesaggistico Territoriale Paesaggio - PPTR.

1.2. ITER PROCEDURALE Il procedimento di elaborazione e approvazione di un nuovo strumento urbanistico generale deve essere inteso come processo di grande importanza per la crescita civile e culturale di una società locale. Pertanto, i principi della partecipazione e della copianificazione espressi dalla L.R. 20/01 devono trovare applicazione sin dalle prime fasi di avvio del processo di formazione del PUG. Si tratta in ogni caso di un procedimento impegnativo per le Amministrazioni, sia dal punto di vista politico sia dal punto di vista organizzativo. Per tali motivi è opportuno che l’atto deliberativo della Giunta comunale che ne avvia il processo di formazione assuma le caratteristiche di un “Atto di Indirizzo” nel quale siano delineati gli obiettivi, il programma partecipativo e concertativo in coerenza con l’art. 2, lett. a) e c) della L.R. 20/2001. Per favorire l’acquisizione delle conoscenze dei diversi soggetti e per rendere condiviso il processo di costruzione del PUG, il Comune dà comunicazione dell’avvio del processo di formazione del PUG, convocando una prima Conferenza di Copianificazione (nella forma di una Conferenza di Servizi ai sensi della L. 241/90 e s.m.i.) durante la quale, in adesione al principio della cooperazione interistituzionale, si stabiliranno le modalità con cui ciascuno di questi Enti metterà a disposizione del Comune il proprio patrimonio di dati e conoscenze per la elaborazione del piano e del Rapporto Ambientale, stilando un verbale conclusivo in cui saranno evidenziati gli impegni presi in quella sede. In questa sede, durante la 1^ Conferenza di Servizi di Copianificazione indetta dalla Commissione Straordinaria, si evidenziava la necessità di una nuova adozione del DPP, ovvero un documento di prima definizione degli obiettivi progettuali del PUG che, per quanto preliminare, deve essere basato su un sistema di conoscenze e su quadri interpretativi non sommari, costruiti in modo condiviso. Tali quadri sono corredati da studi, indagini e valutazioni estesi all’intero territorio, la cui ricchezza deve essere tale da rappresentare una base utile alla discussione con gli attori locali, al fine di meglio definire gli obiettivi e le strategie di azione del PUG. Si descrivono di seguito i risultati delle analisi svolte a scala locale e non, utili alla costruzione del Sistema delle Conoscenze e dei Quadri Interpretativi.

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2. IL SISTEMA TERRITORIALE DI AREA VASTA

La costruzione del sistema delle conoscenze, è un momento di analisi ed elaborazione delle fonti disponibili e di pianificazione delle informazioni da desumere al fine di costruire un quadro generale di informazioni legate al territorio fondamentale per tracciare le linee strategiche di sviluppo urbani e di tutela del territorio. E’ dato certo, ormai che le conoscenze si articolano attraverso il reperimento, gestione e costruzione dei dati resi disponibili dalla amministrazione comunale, dalle fonti regionali e dagli studi specialistici elaborati a supporto della redazione del DPP. Tutti i dati raccolti e/o prodotti a supporto delle conoscenze sono stati organizzati in un Sistema Informativo Territoriale (SIT) costruito in linea con le raccomandazioni contenute nelle “Istruzioni tecniche per l’informatizzazione dei PUG, nell’ambito del SIT Regionale” approvate con D.G.R 1178 del Luglio 2009 Il comune di Valenzano è situato a circa dieci chilometri da Bari in direzione sud-est, ad una altitudine di 85 m.s.l.m, confinante con i comuni di Adelfia, Bari, , . Il comune si colloca nella seconda fascia urbana della città di Bari che si muove partendo dalla costa verso l’entroterra, che include anche i comuni a sud della città che include anche Carbonara, Ceglie del Campo, Valenzano, Capurso, , Adelfia, per arrivare all’interno nei comuni di e . Tale direttrice è strutturata lateralmente all’autostrada e alla ferrovia per Taranto e su un lato dalla Strada Statale n.100. Nei paragrafi successivi saranno analizzate dal punto di vista della pianificazione sovra ordinata le relazioni territoriali che i definiscono gli elementi peculiari del sistema territoriale. Nell’ambito della pianificazione regionale, è stata approfondita l’analisi degli strumenti di pianificazione che hanno una maggiore incidenza in termini territoriali e di politiche di tutela: 1. Piano Paesaggistico Territoriale Regionale - PPTR 2. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - PTCP 3. Piano Sociale di Zona - PSZ 4. Piano di Assetto Idrogeologico - PAI

2.1 IL PIANO PAESAGGISTICO TERRITORIALE REGIONALE - PPTR Con DGR n.25 è stato reso vigente sul territorio regionale il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), il quale rappresenta lo strumento urbanistico per la tutela dei beni paesaggistici, ambientali e storico culturali. Gli indirizzi e le prescrizioni indicate nelle norme tecniche di attuazione sono vincolanti e definiscono i livelli minimi di tutela ai quali i piani sottordinati devono adeguarsi. Il PPTR si sostituisce al precedente PUTT/P, Piano Urbanistico Tematico Territoriale Paesaggio, ridefinendo l’apparato cartografico, georeferenziandolo in scala adeguata alla rappresentazione degli elementi oggetto di tutela. 9

Il piano reintegra i “territori costruiti” e gran parte del territorio rurale. Riporta a un sistema unitario l’interpretazione paesaggistica puntuale del vecchio piano evidenziando come elementi di rilevanza le invarianti strutturali quali le lame e le gravine e la loro relazione con il sistema urbano. Il piano individua nell’intero territorio regionale gli Ambiti di paesaggio che rappresentano una articolazione del territorio in coerenza con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (comma 2 art.135 del Codice). L’ambito è individuato attraverso una visione sistemica e relazionale in cui prevale la rappresentazione della dominanza a dei caratteri che ne connota l’identità paesaggistica. Ogni ambito a sua volta è stato articolato in figure territoriali e paesaggistiche che rappresentano le unità minime in cui si scompone a livello analitico e progettuale il piano paesaggistico. Il comune di Valenzano rientra nell’ambito della Puglia Centrale che si estende tra l’ultimo gradino della Murgia barese e la linea costiera ed è composto da due sistemi principali: la fascia costiera e la fascia pedemurgiana. La prima zona – costiera - è caratterizzata dalla prevalenza di colture orticole, nella seconda zona invece, si distribuiscono i sistemi olivetati e/o fruttiferi dei ciliegi, mandorli, e vigneti che si ritrovano sulle prime gradonate carsiche. Tale ambito è definito a nord-ovest dalla valle dell’Ofanto che conforma la piana di Barletta, a sud dal massiccio dell’Alta Murgia e a est dalla Valle d’Itria. Il paesaggio, quindi diventa una successione di gradini che partono dal sistema degli orti costieri, passano attraverso i paesaggio arboricoli e arrivano al confine con i boschi tipici del sistema murgiano. L’alternanza delle fasce parallele alla costa è incisa trasversalmente dalla rete delle lame caratteristiche del paesaggio carsico pugliese con gli inghiottitoi e le doline. Le Lame caratterizzano oltre che il sistema idrogeomorfologico anche quello ambientale ed ecologico e sono determinate dalla presenza un’idrografia superficiale di natura fluvio-carsica, costituita da una serie di incisioni e di valli sviluppate sul substrato roccioso caratterizzate da un regime idrologico episodico. Nella tessitura del paesaggio agricolo si inseriscono i beni storico archeologici distintivi quali, masserie, jazzi, muretti a secco a testimonianza della struttura insediativa e degli usi sociali e culturali del territorio. Nell’ottica di mettere a sistema i beni e i contesti rappresentativi del territorio il piano ha condotto, ai sensi dell’articolo 143 co.1 lett. b) e c) del d.lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) la ricognizione sistematica delle aree sottoposte a tutela paesaggistica, nonché l’individuazione, ai sensi dell’art. 143 co.1 lett. e) del Codice, di ulteriori contesti che il Piano intende sottoporre a tutela paesaggistica. Le aree sottoposte a tutele dal PPTR si dividono pertanto in beni paesaggistici, ai sensi dell’art.134 del Codice, e ulteriori contesti paesaggistici ai sensi dell’art. 143 co.1 lett. e) del Codice. I beni paesaggistici si dividono ulteriormente in due categorie di beni:

- gli immobili ed aree di notevole interesse pubblico (ex art. 136 del Codice), ovvero quelle aree per le quali è stato emanato un provvedimento di dichiarazione del notevole interesse pubblico e le aree tutelate per legge (ex art. 142 del Codice). 10

- l’insieme dei beni paesaggistici e degli ulteriori contesti paesaggistici è organizzato in tre strutture, a loro volta articolate in componenti:

1. Struttura idrogeomorfologica a. Componenti idrologiche b. Componenti geomorfologiche

2. Struttura ecositemica e ambientale a. Componenti botanico-vegetazionali b. Componenti delle aree protette e dei siti naturalistici

3. Struttura antropica e storico-culturale a. Componenti culturali e insediative b. Componenti dei valori percettivi

La struttura progettuale del piano è caratterizzata dai cinque progetti di livello regionale che disegnano nel loro insieme una visione strategica della organizzazione territoriale mirando alla qualità dei paesaggi e ad ampliare la loro fruibilità sociale. I progetti strategici elaborati sono :

• La rete ecologica regionale • Il patto città campagna • Il sistema infrastrutturale per la mobilità dolce • La valorizzazione e la riqualificazione integrata dei paesaggi costieri • I sistemi territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici

Dei sopra citati progetti strategici resta ovviamente non pertinente all’area vasta e comunale il progetto relativo alla fascia costiera, invece diventano strutturanti nella visione dello sviluppo strategico del paesaggio comunale e intercomunale gli altri progetti. La rete ecologica regionale definisce in modo sistematico e progettuale il territorio come un sistema interconnesso attraverso corridoi, gangli e spazi interclusi, che messi a sistema riducono i processi di frammentazione del territorio e contribuiscono a costruire un disegno ambientale integrato di rete ecologica attraverso la quale veicolare i sistemi ecologici e energetici. L’area comunale del territorio di valenzano si inserisce all’interno del disegno territoriale definito dalle lame che collegano attraverso il sistema dei solchi erosivi , tutti questi corsi d’acqua hanno origine sulle alture dell’altopiano murgiano, dove la rete di drenaggio appare nel complesso più densa e ramificata, che scendono verso il mare Adriatico.

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Il comune di Valenzano è interessato dalla presenza di Lama Montrone e Lama Valenzano che lambiscono l’area urbanizzata e che rappresentano nell’ottica dei progetti sulla rete ecologica una invariante strutturale e caratterizzante.

2.1.1. Il contesto eco-sistemica e ambientale La struttura eco sistemica ambientale è costituita dalla analisi vincolistica su area vasta sia delle componenti delle aree protette e dei siti naturalistici, sia delle componenti botanico vegetazionali. Per quanto riguarda la presenza di siti naturalistici e aree protette l’area le uniche aree che si rinvengono dall’analisi dell’area vasta sono il parco Nazionale dell’Alta Murgia e il Parco Naturale Regionale di Lama Balice. Entrambe i siti non hanno relazione con il territorio comunale di Valenzano, pertanto nella analisi della vincolistica non ci sono relazioni tra gli indirizzi futuri per il territorio di Valenzano e la pianificazione sovraordinata dei Parchi, rimane tuttaviastrategico, comunque sottolineare le relazioni strutturali ed ecologiche che la rete ecologica del Comune di Valenzano può avere con i sistemi ambitali tutelati all’interno dell’area vasta. La principale matrice dell’ambito della Puglia Centrale è rappresentata dalla distesa olivetata che si estende in modo continuo dalla costa all’ altopiano murgiano, confinando nell’area a sud-est con la coltivazione del vigneto. In questo sistema agricolo gli elementi di naturalità sono rappresentati quasi esclusivamente dai corsi delle Lame e dalla vegetazione associata e da boschi relitto. Scarse superfici di pascoli si ritrovano soprattutto nella fascia di transizione verso l’Ambito Alta Murgia. Importante per la tutela della biodiversità è il sistema di muretti a secco. Spesso lungo i muretti è insediata vegetazione naturale sotto forma di macchia arbustiva. Tale rete di muretti a secco rappresenta anche un importante infrastruttura della rete ecologica utile allo spostamento delle specie.

Per quanto riguarda le componenti botanico vegetazionali così come individuate nel PPTR, dall’analisi del sistema di area vasta della area metropolitana di Bari, emerge che la fascia pedemurgiana e murgiana raccoglie la maggior parte delle invarianti ambientali, quali boschi e prati e pascoli naturali, corrispondenti all’area del parco dell’alta Murgia. Ad esclusione di Lama Balice e di Lama Giotta presenti nell’area tutto il sistema di area vasta è costellato puntualmente da sistemi ambientali riconducibili ai boschi (relitti) e agli ulteriori contesti riconducibili alle formazioni arbustive in evoluzione. Ad una prima analisi del sistema ambientale emerge che l’area metropolitana di Bari risulta frastagliata nelle sue componenti ecosistemiche ambientali nella area centrale, più compatta ed omogenee risultano le aree che nel definiscono i perimetri, ovvero la fascia costiera (dove sono presenti le aree naturali marine protette) e il bordo pedemurgiano. Interessante è comunque notare che le formazioni arbustive in evoluzione sono spesso interconesse con il sistema delle lame.

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2.1.2 Il sistema idrogeomorfologico L’analisi del sistema idrogeomorfologico dell’area vasta della città Metropolitana è riconducibile all’ambito della Puglia Centrale che corrisponde geologicamente all’ambito della Murgia Bassa. La variabilità geologica tra Murgia Bassa e Murgia alta si riconduce sia alla variazione altimetrica, sia al differente livello di occupazione antropica che determina il conseguente stato di alterazione della naturalità del paesaggio. Se nell’Alta Murgia sono prevalenti le forme esposte della roccia calcarea cretacea (unica litologia affiorante), che danno origine a brulle distese rocciose (paragonabili a campi carreggiati), solcate da depressioni, doline e valli cieche a fondo prevalentemente piatto e versanti dolcemente raccordati, in quello della Puglia Centrale sono invece diffuse le aree dissodate e regolarizzate degli affioramenti rocciosi calcarei ma anche calcarenitici e sabbioso-argillosi, quasi sempre messe a coltura, solcate da incisioni fluvio-carsiche con recapito a mare (Lame) più o meno regolarmente spazieggiate.

‹ INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO GENERALE DEL SETTORE ADRIATICO DELLE MURGE L’area oggetto di studio fa parte del settore adriatico delle Murge che, essendo un territorio carsico, ha una idrografia superficiale quasi assente soprattutto a causa della permeabilità delle formazioni mesozoiche; al suo posto si trova una vasta gamma di forme carsiche caratteristiche (depressioni, campi carreggiati, valli cieche, lame ecc.). Fino a non molti anni fa la maggior parte degli Autori attribuiva alla falda carsica della Murgia le stesse caratteristiche idrogeologiche ed idrochimiche accertate per la falda carsica profonda circolante nella confinante Penisola Salentina e nel Gargano, ma in realtà, in seguito a studi e dati raccolti in seguito, si è constatato che l’idrogeologia delle Murgia offre aspetti e situazioni talmente complessi da scostarsi nettamente da quella di tutte le altre regioni carsiche della Puglia. Il settore adriatico della Murgia è caratterizzato dall’esistenza di un falda profonda o principale e di falde secondarie. L’imponente falda idrica, circolante nelle masse carbonatiche, è detta falda “profonda” o “principale” per distinguerla da quelle “superficiali” aventi sede nei terreni post-cretacei. La falda profonda (o principale) della nostra regione carsica non circola a pelo libero, come si riteneva fino ad oggi e come accade nella Penisola Salentina e nel Gargano, bensì in pressione e molto spesso a notevole profondità al di sotto del livello del mare; essa si rinviene a profondità via via maggiori procedendo dalla linea di costa verso le aree più interne e poggia sull’acqua marina di intrusione continentale. La circolazione idrica sotterranea si esplica sia in modo diffuso sia in modo concentrato, quest’ultima situazione è convalidata dalla presenza delle falda secondarie. Le falde secondarie hanno sede in orizzonti rocciosi particolarmente permeabili rispetto alla massa rocciosa poco permeabile o impermeabile che li contiene. Esse quindi si sarebbero originate dalla discontinua alternanza di rocce praticamente impermeabili, per scarsa fessurazione o non carsificabili, (calcari marnosi, argille marnose, brecce calcaree ecc.) e di orizzonti particolarmente permeabili per fessurazione e carsismo. 13

Non di rado, lungo la fascia costiera, la falda si rinviene a pelo libero o confinata poco al di sotto del livello del mare. La geometria dell’acquifero è irregolare e sensibilmente variabile da punto a punto (in ragione dell’andamento irregolare del tetto), inoltre pur essendo costiero presenta caratteristiche idrodinamiche e coefficiente d’immagazzinamento modesti. La situazione cambia nella zona costiera (larga 4-5km), dove sia il grado di fratturazione sia il grado di carsificazione risultano essere decisamente maggiori e ciò lo si evince anche dalle isopieziche In fig.1 è riportata una sezione idrogeologica generale che rappresenta l’attraversamento nelle Murge della falda, da cui si evince il contatto, sul lato adriatico, con l’acqua marina di intrusione continentale mentre, sul lato opposto, l’acquifero delle Murge è delimitato dal sistema di faglie che lo pone in contatto con le argille plio-pleistoceniche dell’avanfossa bradanica. Lo spartiacque idrogeologico tra il settore adriatico e quello bradanico coincide con lo spartiacque superficiale, situato nella zona più interna e topograficamente più elevata delle Murge; la sua posizione determina una maggiore estensione del settore adriatico e la conseguente maggiore potenzialità idrica rispetto al settore bradanico.

Figura 1: Sezione idrogeologica attraverso le Murge

La ricarica dell’acquifero è rappresentata dalla parte più interna del territorio delle Murge; essa si articola in una serie di bacini imbriferi di tipo endoreico che raccolgono le acque degli eventi meteorici convogliandole, mediante inghiottitoi, verso il sistema dei reticoli carsici sotterranei. Nel settore adriatico, la falda fluisce verso mare in direzione perpendicolare alla linea di costa, con gradienti piezometrici compresi tra 0,1 % e 0,5%; la falda defluisce direttamente in mare, in forma diffusa, attraverso una serie di scaturigini localizzate lungo il tratto di costa tra Barletta e Brindisi. In figura è riportata la carta delle isopieze o curve idroisoipse che rappresentano l’andamento della superficie piezometrica. Tali curve hanno un tracciato piuttosto sinuoso, con una successione di archi di cerchio di modulo di spaziatura molto variabile.

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La distribuzione dei caratteri di permeabilità delle rocce carbonatiche mesozoiche è legata principalmente al fenomeno del carsismo, la cui intensità è abbastanza variabile da luogo a luogo, e allo stato di fatturazione degli ammassi rocciosi.

Figura 2: Carta delle isopieze del territorio di Valenzano

Dal punto di vista geomorfologico, questo ambito individua una estesa superficie rocciosa, degradante verso il mare secondo di una serie di terrazzi raccordati da scarpate più o meno evidenti, con andamento parallelo a quello della linea di costa. Dal punto di vista idrografico, i bacini idrici sono caratterizzati dalla presenza di un’idrografia superficiale di natura fluvio-carsica, costituita da una serie di incisioni e di valli sviluppate sul substrato roccioso prevalentemente calcareo o calcarenitico, e contraddistinte da un regime idrologico episodico definiti Lame. Tale conformazione è conseguenza della permeabilità del substrato litologico a prevalenza carbonatico. I corsi d’acqua hanno origine sulle alture murgiane e scendono verso il mare. Tra i principali corsi d’acqua presenti in questo ambito meritano menzione quelli afferenti alla cosiddetta conca di Bari, che da nord verso sud sono: Lama Balice, Lama Lamasinata, Lama Picone, Lama Montrone , Lama Valenzano , Lama San Giorgio. L’analisi complessiva del sistema idrogeomorfologico denota una struttura fitta e interconnessa che regola la regimazione delle acque, il deflusso e la ricarica degli acquiferi.

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A latere di tale funzione si assesta il sistema del reticolo idrologico di connessione alla Rete ecologica regionale (RER) che definisce le aree naturali e i sistemi di naturalità lungo i fiumi principali e le connessioni ecologiche su vie d’acqua permanenti.

2.1.3 Struttura antropica storico culturale Il territorio del Comune di Valenzano si inserisce nel sistema dell’Area metropolitana di Bari. Nell’Ambito della Puglia centrale è possibile individuare due differenti sistemi insediativi di lunga durata: il primo, localizzato a Nord, che mette in connessione il sistema delle murge con la costa e che vede svilupparsi sulla costa i sistemi insediativi commerciali quali Barletta, Trani, Bisceglie, e , e nell’entroterra i grandi centri agricoli di Andria, , Ruvo, e . Il secondo, a Sud, definito da una struttura reticolare radiale che vede al suo centro la città di Bari. Caratterizzato da Nord verso Sud dai solchi erosici delle lame che tagliano trasversalmente il piano, definendo le variazioni altimetriche e definendo una alternanza morfologica sia sulla costa che nell’entroterra Nella conca barese, all’interno della quale il Comune di Valenzano è inserito a circa 15 km dalla città di Bari, il sistema delle lame diventa radiale e assume il ruolo di limite e di vuoto rispetto al sistema insediativo dei centri di prima e seconda corona, disposti ad anfiteatro intorno alla città di Bari. Al pari delle lame che determinano il disegno del territorio e l’ubicazione dei sistemi insediativi, le infrastrutture viarie, riconoscibili come invarianti territoriali di lungo periodo, si presentano a tutt’oggi come gli elementi strutturanti l’ambito della Puglia Centrale. I processi di antropizzazione di lunga durata alla scala d’ambito hanno privilegiato la direttrice costiera, con le grandi infrastrutture che tagliano il territorio per fasce parallele alla costa. La dominante agricola della maglia olivetata è il sistema paesaggistico caratterizzante la matrice agricola caratterizzante l’intero ambito e si interrompe in in prossimità delle grandi infrastrutture ed intorno ai centri urbani, dove le tensioni e le attese sui suoli in prossimità del margine urbano creano condizioni di promiscuità tra costruito e spazio agricolo alterando il rapporto storico tra città e campagna. L’evoluzione del sistema urbano di Bari si è gerarchizzato inglobando alcuni centri di prima e seconda corona verso Carbonara, Ceglie, e Valenzano. In tale sistema il territorio agricolo ha perso il carattere di matrice frammentandosi e divenendo relittuale; le lame sono state riassorbite da nuove dinamiche insediative, quando non presentavano rilevanti salti altimetrici. Nel territorio di Valenzano il rapporto storico tra città e campagna ha subito in prossimità delle infrastrutture e intorno all’abitato è stato eroso a vantaggio delle realizzazione di centro di ricerca (vedi Università, Tecnopolis e IAM) attraverso la realizzazione di aree industriali (zona PIP) e molteplici fenomeni di dispersione insediativa. L’espansione urbana ha inoltre intaccato i solchi delle lame, rendendole talvolta difficilmente riconoscibili, disgregandone il mosaico rurale e naturalistico

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Le preesistenza storico architettoniche presenti nelle aree agricole sono state a tratto inglobate nell’espansione della città di Bari nella prima fascia o sono state abbandonate. Rimangono alcune emergenze di pregio che sono state inserite nel sistema dei beni storici- archeologici e architettonici nel PPTR.

2.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE - PTCP La pianificazione territoriale provinciale, a partire dalla legge 142/1990, ha assunto un ruolo strategico oltre che in campo urbanistico, anche per le funzioni di difesa del suolo, di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del territorio, di prevenzione delle calamità, di valorizzazione dei beni culturali, di viabilità e di trasporti.

Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP), determina indirizzi generali di assetto del territorio, in attuazione della legislazione e dei programmi regionali, con riferimento a:

• le diverse destinazioni del territorio in relazione alla prevalente vocazione delle sue parti; • la localizzazione di massima delle maggiori infrastrutture e delle principali linee di comunicazione; • il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque; • le aree nelle quali sia opportuno istituire parchi o riserve naturali.

Il ruolo della pianificazione provinciale è strategica poiché assume il valore e gli effetti dei piani di tutela nei settori della protezione della natura, dell’ambiente, delle acque e della difesa del suolo e della tutela delle bellezze naturali, attraverso la copianificazione tra le amministrazioni competenti Con Legge Regionale 27 luglio 2001, n.20, ai sensi dell’art.6 è stata avviata la redazione del Piano preliminare del PTCP. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PTCP, come indicato nel D.L. n.226/2000 è lo strumento di pianificazione necessario ad individuare gli indirizzi di sviluppo dell’assetto territoriale. La Regione Puglia nell’art. 5 della L.R. n. 25/2000 lo definisce atto di programmazione generale necessario a individuare gli indirizzi strategici di assetto del territorio a livello sovracomunale, con riferimento al quadro delle infrastrutture, agli aspetti di salvaguardia paesistico-ambientale, all'assetto idrico, idrogeologico e idraulico-forestale, previa intesa con le autorità competenti in tali materie. Il procedimento di formazione ed approvazione del Piano è regolato dalla L.R. della Puglia n. 20/2001 e s.m.i. ai sensi della quale i Comuni, dovranno adeguarsi alle prescrizioni del PTCP entro due anni dalla data di approvazione, attraverso l’aggiornamento degli elaborati dello strumento urbanistico comunale ai contenuti del PTCP. Nel 2003 è stato approvato dalla giunta provinciale di Bari il Documento direttore del PTCP, del quale è stata conclusa la redazione nel 2007. Il PTCP è fermo alla Prima Conferenza Programmatica del 2008. Nel 2011 viene proposto l’adeguamento, seguito della attivazione della BAT e dell’ introduzione dei piani sovraordinati (DRAG, nuova CTR, Piano di Tutela delle Acqua, Piano regionale delle coste, Carta dei Beni culturali).

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Subentra il Piano strategico Metropoli Terra di Bari ad integrazione con il PTCP, ma attualmente il processo è fermo alla indizione della conferenza di Servizi. Restano comunque fermi gli obiettivi territoriali messi in evidenza dal piano: • qualità territoriale: qualità dell’ambiente di vita e di lavoro; comparabili livelli di benessere e di qualità della vita fra territori, simile accesso ai servizi di interesse generale e alla conoscenza; • efficienza territoriale: resource-efficiency in termini di uso delle risorse naturali, consumo di suolo, rispetto del paesaggio e in termini di uso dell’energia; competitività e attrattività del territorio; accessibilità interna ed esterna; • identità territoriale: salvaguardia delle specificità e delle vocazioni produttive; valorizzazione del patrimonio culturale; rafforzamento del capitale sociale locale; costruzione di visioni condivise.

Gli indirizzi programmatici che improntano il PTCP:

- Combattere il consumo di suolo, e realizzare uno sviluppo per insediamenti compatti; - Affrontare le criticità idriche e garantire l’equilibrio idrogeologico, così come l’intervento sui siti inquinati e le misure per moderare l’infiltrazione salina della falda acquifera; - Rafforzare la gerarchia urbana provinciale, specie in ambito metropolitano, in direzione di un sistema urbano policentrico basato su vocazioni produttive e servizi qualificati; - Razionalizzare la rete della mobilità, quella interna in particolare e il suo collegamento efficiente con la mobilità di lunga distanza, interprovinciale ed interregionale; - Valorizzare il patrimonio naturale e culturale e il paesaggio, sia rurale che urbano, come fonti di identità dei luoghi, elementi cruciali di qualità della vita e di attrattività potenziale nei confronti di attività esterne;

- Supportare le distrettualità produttive esistenti e in formazione

Dalle analisi sul sistema insediativo della relazione del PTCP è possibile definire il territorio della provincia di Bari come un territorio snodo a più livelli: ambientale, insediativo, infrastrutturale. La condizione di snodo è senza dubbio anche immateriale, E’ stato dunque elaborato nella redazione del PTCO un documento denominato “Il progetto per il sistema insediativo e del territorio aperto” nel quale sono definite sottoforma di progetto le tracce spaziali le politiche del piano che hanno un contenuto localizzabile, ovvero costituisce la base di riferimento spaziale per la territorializzazione delle politiche per il sistema insediativo e per il territorio aperto definite dal PTCP Gli indirizzi programmatico e le scelte di piano si organizzano secondo i sistemi insediativo e del territorio aperto e sono definiti come segue:

SISTEMA INSEDIATIVO

1. Contenimento del consumo di suolo e riqualificazione dei contesti urbani

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a) riqualificazione e riconnessione delle periferie urbane b) riutilizzazione degli spazi urbani dismessi c) realizzazione di nuovi interventi insediativi solo senon siano riutilizzabili spazi già urbanizzati d) realizzazione di eventuali nuovi insediamenti e infrastrutture in prossimità delle infrastrutture per la mobilità e) incentivazione del recupero del patrimonio edilizio esistente f) approccio sistematico al problema del recupero dei centri storici

2. Rafforzamento del sistema insediativo policentrico

a. rafforzamento del ruolo dei capisaldi territoriali b. rafforzamento delle relazioni di sistema dei centri intermedi c. articolazione delle offerte di servizi dei centri eccessivamente specializzati d. incremento delle dotazioni dei centri intorno al capoluogo e. rafforzamento dei ‘presidi’ urbani nelle aree marginali

3. Decongestionamento e riequilibrio funzionale dell’area urbana centrale

a. decentramento delle funzioni sovralocali del capoluogo in prossimità ai nodi infrastrutturali b. inserimento e integrazione delle nuove funzioni in contesti già urbanizzati c. incremento delle dotazioni di servizi alle persone dei centri intorno al capoluogo d. riconnessione delle frange e definizione dei margini con il territorio aperto e. progettazione sostenibile delle eventuali nuove infrastrutture

4. Progettazione integrata delle grandi direttrici plurimodali

a. progettazione sostenibile degli adeguamenti dei tracciati in considerazione dei valori ambientali e paesaggistici b. progettazione dello spessore variabile dei territori direttamente investiti dai processi di infrastrutturazione c. individuazione dei nodi intermodali per la connessione alle reti locali d. progettazione integrata dei nodi di scambio tra infrastrutture

5. Nodi specializzati, aree produttive e grandi infrastrutture

a. miglioramento delle connessioni dei nodi specializzati alle infrastrutture b. individuazione di nuove localizzazioni connesse agli assetti infrastrutturali esistenti e in programma c. valutazione critica delle proposte di nuove aree produttive nell’area barese

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d. individuazione di nuove aree produttive in prossimità dei grandi nodi dell’accessibilità, prossime agli scali ferroviari per incrementare il trasporto merci su ferro e a supporto dei territori meno accessibili e. progettazione sostenibile delle aree produttive nello spirito delle aree ecologicamente attrezzate

TERRITORIO APERTO

7. Potenziamento della naturalità e dell’efficienza ecologica

a. immediato contenimento dei processi di perdita delle risorse naturali; b. conservazione della biodiversità naturale e colturale; c. implementazione del sistema di conoscenze relative alle risorse naturali del territorio provinciale; d. impostazione di adeguati piani di monitoraggio delle comunità vegetazionali presenti a livello spontaneo nel territorio; e. potenziamento della connettività del sistema naturale; f. miglioramento dell’efficienza e della funzionalità degli habitat naturali; g. realizzazione di urgenti piani di gestione delle aree protette; h. potenziamento delle misure di prevenzione dagli incendi boschivi, con particolare attenzione alle a) fitocenosi più estese e di particolare valore in termini di conservazione; i. potenziamento dei processi di rinaturalizzazione dei rimboschimenti.

8. Riconoscimento e tutela paesaggistica

a. orientamento delle trasformazioni a carattere insediativo b. perseguimento di adeguate politiche di tutela e valorizzazione paesaggistica

9. Valorizzazione del sistema del patrimonio storico

a. approfondimento della conoscenza sulla consistenza del patrimonio architettonico urbano ed extraurbano b. sistematizzazione e messa a disposizione delle banche dati esistenti c. rafforzamento delle reti intercomunali tematiche d. redazione di una “carta della qualità del recupero” degli immobili e dei paesaggi.

Sulla base delle indicazioni del PTCP è evidente la strategia per i comuni della prima cerchia della città di Bari a rafforzare il sistema insediativo policentrico, costruendo sistemi di servizi delocalizzati. Il comune di Valenzano è uno dei pochi esempi di decentramento di funzioni del capoluogo (università e ricerca).

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2.3 PIANO METROPOLITANO TERRA DI BARI Con legge L. n. 56 del 7 aprile 2014 sono state definite le finalità del costituente ente: Città Metropolitana di Bari, che ha come finalità:

• la "cura dello sviluppo strategico del territorio 'metropolitano; • la promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana; • la cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee"

Con delibera di Consiglio Metropolitano n.118 del 28.12.2015 è stato approvato il Documento Unico di Programmazione (DUP) 2016-2018, che permette l’attività di guida strategica ed operativa dell’ente. Il documento è diviso nella Sezione Strategica (SeS) e nella Sezione Operativa (SeO), nella Sezione Strategica (SeS) definisce le linee programmatiche di mandato e gli indirizzi strategici dell’ente. Il quadro strategico di riferimento è definito in coerenza con le linee di indirizzo della programmazione regionale e tenendo conto del concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, in coerenza con le procedure e i criteri stabiliti dall'Unione Europea. Nello specifico individuale principali scelte che caratterizzano il programma dell’amministrazione da realizzare nel corso del mandato amministrativo con impatto di medio e lungo periodo, le politiche di mandato che l’ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali, nonché gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato. La Sezione Operativa (SeO) del DUP ha carattere generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento a supporto del processo di previsione definito sulla base degli indirizzi generali e degli obiettivi strategici fissati nella SeS. In particolare, la SeO contiene la programmazione operativa dell’ente avendo a riferimento un arco temporale sia annuale che pluriennale. Il suo contenuto, predisposto in base alle previsioni ed agli obiettivi fissati nella SeS, costituisce guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’ente. La prima priorità strategica riguarda il potenziamento del sistema della mobilità metropolitana. E’ previsto il completamento del sistema complessivo di trasporto favorendo laddove attuabile la transizione verso forme di mobilità più sostenibile. Per tale motivo si avvierà la redazione del Piano Metropolitano della Mobilità che dovrà integrare ad aggiornare quanto approvato nel periodo di programmazione 2007-2013 nelle tre Aree Vaste: Valle d’Itria, Metropoli Terra di Bari e Città Murgiana. La seconda priorità riguarda lo sviluppo infrastrutturale delle aree logistiche e produttive strategiche allo scopo di rendere più attrattivo il territorio per l’insediamento di nuove imprese.

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La terza priorità strategica riguarda i grandi processi di rigenerazione urbana e territoriale mediante interventi che ne permettano la connessione funzionale di aree più degradate e marginali con gli altri contesti urbani e territoriali. La quarta priorità strategica riguarda lo sviluppo dei servizi in ambito comunale e sovra comunale in ottica smart cities puntando su: reti intelligenti, dematerializzazione dei servizi al cittadino e piena attuazione dell’agenda digitale , innovazione nei servizi di rango metropolitano , nuove tecnologie e servizi innovativi per la messa in rete dei contenitori culturali e degli attrattori turistici combinati a progetti innovativi di marketing territoriale , creazione di un patto con la cittadinanza per favorire l’adozione di buone pratiche e per incrementare l’efficacia dell’azione amministrativa grazie alla collaborazione dei cittadini . La quinta priorità riguarda il rafforzamento del capitale umano attraverso progetti di innovazione sociale e culturale per incrementare l’occupazione e l’autoimprenditorialità, attraverso azioni di inclusione attiva.

La Città Metropolitana quindi: - ha adottato e aggiornato annualmente un piano strategico triennale del territorio metropolitano, mediante la costituzione di apposita unità di progetto coordinata dal Segretario Generale; ha istituito con Decreto Sindacale n. 109 del 23/09/2015, successivamente modificato ed integrato con Decreto Sindacale n. 2016 del 15/09/2016 l'Unità di Progetto Pianificazione Strategica che ha operato al fine di promuovere, incentivare ed implementare l'attività di progettazione e pianificazione strategica;.

2.4 IL PIANO SOCIALE DI ZONA - PSZ Il Piano Sociale di Zona è lo strumento per la realizzazione a livello locale delle politiche per gli interventi sociali e sociosanitari. Valenzano rientra all’interno dell’ambito 5, insieme ai comuni di (capofila), Adelfia, Capurso, ; esso ha come obiettivo generale della propria programmazione sociale, il miglioramento delle condizioni di benessere della comunità locale attraverso la costruzione del sistema integrato dei servizi sociali e sociosanitari. La programmazione disponibile è relativa al trienno 2014-2016. Gli obiettivi della programmazione sono: 1. Servizi per la prima infanzia e conciliazione dei tempi 2. I servizi e gli interventi per le povertà estreme e per il contrasto delle nuove povertà 3. La cultura dell’accoglienza e il contrasto alle marginalità sociali 4. Il sostegno della Genitorialità e la tutela dei Diritti dei Minori 5. La rete dei servizi per la presa in carico delle non autosufficienze 6. Prevenire e contrastare il Maltrattamento e la violenza 7. La prevenzione delle dipendenze patologiche.

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3 IL BILANCIO DELLA PIANIFICAZIONE

3.1 Le analisi urbanistiche preliminari Lo studio dei processi insediativi collegati all’integrazione documentale relativa al sistema di analisi sul territorio a supporto del Documento Programmatico Preliminare del P.U.G. è stata condotta su un’area individuata in fase di analisi come l'attuale “Ambito Urbano”, per un totale di 106.7 Ha. su circa 1576.4 Ha. di superficie dell’intero territorio comunale di Valenzano. Più esattamente l’Ambito Urbano valenzanese è caratterizzato dal nucleo urbano, la zona di espansione e la frazione “ Le Lamie” L’indagine conoscitiva preliminare alla redazione del presente documento, condotta in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è stata realizzata attraverso la redazione di una serie di tavole di analisi indirizzate all’accertamento delle caratteristiche urbanistico-territoriali, infrastrutturali del territorio di Valenzano. Tali elaborati, restituiti in scala 1:10.000, costituiscono la sintesi interpretativa di informazioni derivanti da rilievi diretti dei materiali raccolti presso gli archivi dell’U.T.C. Alcune delle tavole di analisi sono corredate da tabelle di quantificazione, allegate al presente documento e di seguito brevemente descritte, utili a definire il quadro delle conoscenze sul quale basare le scelte urbanistiche del futuro P.U.G. Si proporrà una descrizione sintetica delle analisi preliminari che riguardano e descrivono la pianificazione in vigore e perseguono nell'individuazione degli usi e quantità, percentuali ed incidenze dei piani in atto sul territorio valenzanese per poter ricostituire quella parte del Documento Programmatico Preliminare (DPP approvato-2005) mancante o comunque carente, e da formalizzare secondo gli indirizzi del D.R.A.G. Puglia.

3.2 Analisi delle Risorse Insediative (Evoluzione Storica sulla base della documentazione disponibili) Conoscere un luogo significa conoscerne la storia, comprendere perché un insediamento è nato in un determinato sito, perché si è evoluto e con quali modalità. Partiamo dalla coscienza del passato per comprendere la vera identità di un luogo abitato, per individuare, riconoscere e rispettare le linee guida della sua evoluzione urbanistica nel tempo, quindi gli assi, le centralità, la morfologia, al fine di poter dare, con una nuova pianificazione, continuità alla caratterizzazione della città, senza, però ripetere gli errori evidenti dell’urbanizzazione passata; puntando ad uno sviluppo sostenibile futuro, ossia ad un aumento della vivibilità, ad una valorizzazione del territorio.

Gli elaborati grafici relativi alla Stratificazione Storica Insediativa sono di supporto al D.P.P approvato (2005), utili alla definizione degli scenari progettuali del PUG redigendo. In essi si è cercato di schematizzare l’evoluzione dell’abitato nel tempo evidenziando le aree urbane morfologicamente omogenee, le centralità e gli assi strutturanti. Ai fini dello studio da svolgersi si sono ritenuti significativi tre periodi storici deducibili

23 dall’analisi della cartografia storica presente negli archivi del Comune Valenzano (carta I.G.M. del 1889- ortofoto storiche –rilievi aerofotogrammetrici):

- dal medioevo al 1890 - dal 1890 al 1954 - dal 1954 ad al 1981 - dal 1981 ad oggi.

Figura 3 De Rossi - Provincie di Basilicata e Terre di Bari (1714)

La Terra di Bari, con cui si identifica l’attuale provincia di Bari ad eccezione di alcuni centri ricadenti nelle province di Brindisi e Taranto, ha avuto nel corso dei secoli, percorsi e ricorsi storici diversi da quelli delle altre province del Regno, causati principalmente della particolare conformazione fisica, oltre che geografica, del territorio e, di conseguenza, della particolare struttura insediativa. Fin dall’antichità, infatti, la Terra di Bari è stata crocevia di genti emigrate dalla vicina penisola balcanica e dalle isole egee. centri appartenenti alla Terra di Bari erano: Acquaviva, , Andria, Bari, Barletta, , Bisceglie, Bitonto, , Bitritto, Casamassima, Carbonara (aggregato prima come frazione alla città di Bari nel 1937, poi come quartiere nel 1970), Canneto (che insieme a Montrone originerà nel 1927 24 l’attuale Adelfia), Capurso, Canosa, Cassano, Castellana, Casale della Trinità (attuale Trinitapoli oggi in provincia di Foggia), Ceglie (aggregato prima come frazione alla città di Bari nel 1928, poi come quartiere nel 1970), Cellamare, Cisternino (attaulmente in provincia di Brindisi), , Corato, Fasano (attualmente in provincia di Brindisi), Gioia, Giovinazzo, Grumo, Gravina, , Loseto, Molfetta, Modugno, Mola, Montrone, Minervino, , Noja (attuale Noicattaro), , Palo, Polignano, , Ruvo, , Sannicandro, Santeramo, Trani, Terlizzi, Triggiano, , Turi e Valenzano. Valenzano probabilmente è stata fondata fra IX e XI secolo, nel periodo, cioè, in cui la Puglia tornò sotto la dominazione bizantina; la conseguente ripresa dei traffici con l’Oriente determinò nell’area pugliese, in particolar modo in Terra di Bari, un notevole sviluppo agricolo, demografico e urbano che vide il ripopolamento di vecchi insediamenti abbandonati e la nascita di nuovi insediamenti tra cui, probabilmente, anche Valenzano (anticamente Balzano). Sin dalla sua fondazione l’economia di Valenzano si è fondata su una agro-pastorale, affiancata dall’artigianato. Nell’ambito delle attività agricole le coltivazioni di maggior rilievo sono sempre state quelle dell’uva, delle olive e delle mandorle. Nella storia socio-economica di Valenzano, oltre che in quella culturale e religiosa, ha avuto una profonda incidenza la presenza dell’Abbazia di Ognissanti, comunità monastica benedettina fondata nel sec. XI che, a causa della consistenza dei propri possedimenti terrieri, per un certo periodo ha rappresentato una vera e propria azienda: l’edificio abbaziale era circondato da ettari ed ettari di terreno e i monaci benedettini, per coltivarli, si servivano di contadini valenzanesi alle proprie dipendenze.L’Abbazia rappresentò anche un polo attrattivo per le attività commerciali, in quanto attorno ad essa si svolgeva la fiera di “Tutti i santi” il primo novembre di tutti gli anni. La decadenza dell’Abbazia cominciò nel XIII sec., quando Papa Bonifacio VIII ne cancellò l’indipendenza, facendola rientrare nell’orbita della Basilica di San Nicola di Bari. La comunità monastica divenne più ridotta col passare del tempo fino a che viene soppressa nel XVI sec.; nel XVIII sec. L’edificio abbaziale venne abbattuto per ricavare materiale per l’edificazione del Santuario della Madonna del Pozzo di Capurso. Oggi rimane la Chiesa di Ognissanti, che prima faceva parte di un più ampio complesso. Lo sviluppo della vita civili ed economica a Valenzano è sempre stato frenato dal regime feudale, che si fece gravoso per la popolazione in particolar modo nel Seicento, quando più dei 3/5 dei beni immobili e delle terre coltivate erano nelle mani dei feudatari e del clero locale; a ciò si aggiunga che in questo secolo Valenzano fu colpita dalla peste e da ripetute carestie. L’eliminazione del regime feudale fu raggiunta ai primi dell’Ottocento, in periodo napoleonico, quando le conquiste della Rivoluzione Francese si allargarono a tutta l’Europa. In questo periodo iniziò ad affermarsi nella sfera politica una nuova classe borghese in ascesa, la quale aveva già raggiunto posizioni di prestigio in campo sociale ed economico.

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L’affermazione politica di questo nuovo ceto emergente proseguì e si completo dopo l’Unità d’Italia: in questo periodo iniziò l’allargamento del paese oltre il centro storico; negli jusi della parte vecchia, infatti, continuavano ad abitare i contadini e gli artigiani, mentre al di fuori delle mura venivano costruite abitazioni più confortevoli e più ampie, adatte alla nuova borghesia che, in questo modo, segnalava il proprio prestigio. Gli anni successivi all’Unità d’Italia furono caratterizzati a Valenzano dalla stagnazione della vita civile e politica, inquinata dal continuo sovrapporsi di interessi pubblici e privati, come è denunziato ripetutamente nelle relazioni dei Prefetti che si succedettero in questo periodo a Bari. Nel Novecento il fenomeno che più ha inciso nella vita del paese è costituito, oltre che dalle due guerre mondiali, dall’emigrazione. Il flusso migratorio si arrestò solo negli anni Settanta, a causa della riduzione delle possibilità di lavoro offerte da paesi stranieri.

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3.3 Carta delle Risorse Insediative: stato di fatto funzionale dell’area urbana La Tavola denominata Stato di Fatto Funzionale (Carta delle Risorse Insediative – Stato di Fatto Funzionale), illustra ed identifica l’uso in atto del suolo urbano attraverso l'individuazione delle cinque principali categorie funzionali: gli Insediamenti, le Infrastrutture, i Servizi il Verde, e Altro.

Figura 4 Legenda Stato di fatto funzionale

La categoria degli Insediamenti raccoglie tutto il costruito concepito come residenza o come spazio per attività. Ulteriore suddivisione è quella che individua il Verde Urbano ed il Verde di Quartiere oltre ai Servizi, suddivisi nelle due grandi categorie definite dal DI 1444/68 degli standard urbani e di quartiere. Tutti i suoli non ricadenti definizioni sono stati inclusi nella categoria “Altro” al cui interno sono inclusi principalmente le aree destinate ad impianti ENEL-AQP, gli immobili abbandonati e l’area cimiteriale.

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Gli Insediamenti residenziali sono distinti in: − insediamenti prevalentemente residenziali consolidati − residenziali prevalentemente residenziali storici

Gli Insediamenti produttivi sono distinti in: − insediamen prevalentemente per avità terziarie-commerciali − insediamen prevalentemente per attività industriali

I Servizi sono distinti in: − servizi a standard di quarere (arezzature civili, arezzature religiose, scuole, parcheggi) − servizi a standard urbano (attrezzature scolastiche, attrezzature sanitarie, attrezzature di interesse collettivo)

Il Verde è distinto in: − verde a standard di quarere − verde a standard urbano Altro: − impian ENEL-AQP, − immobili abbandonati, − cimitero.

I servizi a standard ed il verde a standard di quartiere indicano quei servizi realizzati ai sensi del D.M. 1444/68 che prevede 18 mq/ab come dotazione minima per spazi pubblici o riservati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie per le residenze oltre agli standard previsti dalla stessa norma per gli insediamenti produttivi. I servizi a standard urbano ed il verde a standard urbano si riferiscono alle zone F ai sensi del D.M. 1444/68 il quale prevede che gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale – quando risulti l'esigenza di prevedere le attrezzature stesse – debbono essere previsti in misura non inferiore a 17,5 mq/ab.

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Figura 5 Rappresentazione dello Stato di Fatto Funzionale del Comune di Valenzano

L’analisi ha permesso di fare un quadro complessivo delle funzioni attuali così come dislocate nella città, di esaminare eventuali incompatibilità negli usi, di evidenziare aree eventualmente problematiche. Sono state definite le incidenze di ciascuna classe di uso analizzata sia rispetto alla superficie urbanizzata (106,7ha) che sulla superficie comunale di Valenzano (1576,4 ha) La quantificazione delle aree (vedi dati) evidenzia il rapporto tra gli insediamenti residenziali (44,50% circa) e i servizi (36,20 % circa) calcolati rispetto alla della superficie urbanizzata. 29

Tabella 1 Distribuzione quantitativa delle principali categorie di destinazione d’uso attualmente presenti nella città.

In termini di funzioni della città è interessante notare l’incidenza delle attrezzature di interesse generale (28,6%) sull’intero territorio. Tale dato è supportato dalla presenza di grandi aree destinate all’istruzione universitaria e alla ricerca (zona F4 del PdF). Infatti il sistema dell’istruzione, della formazione, della cultura qualificano il Comune di Valenzano come città di servizi, proprio in virtù degli insediamenti scientifici ad alta tecnologia esistenti che si elencano di seguito: - Tecnopolis CSATA - Parco Scientifico e Tecnologico, denominato Tecnopolis Novus Ortus; - LIC – Laboratorio di Ingegneria Costiera – Politecnico di Bari - Dipartimento di Ingegneria Veterinaria – Università di Bari - Consorzio di Ricerca - CARSO - l’Istituto Agronomico Mediterraneo (IAM), che si occupa prevalentemente della gestione delle risorse rappresentate dalla terra e dall’acqua, rappresenta il centro operativo italiano del CIHEAM (Centre International de Haute Etudes Agronomiques Méditerranéennes) con il compito di promuovere lo sviluppo agricolo nelle regioni del Mediterraneo.

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3.4 Bilancio della Pianificazione Vigente: stato di fatto giuridico e residuo di piano Durante la fase dell’indagine conoscitiva è stato analizzato lo stato di fatto giuridico ossia lo stato di attuazione del Piano di Fabbricazione vigente. Il confronto tra lo stato di fatto, cioè l’uso del suolo urbano attuale, e lo stato di diritto, ossia le previsioni di PdF, ha consentito di analizzare lo stato di avanzamento del piano allo stato attuale ed evidenzia una sostanziale coerenza formale con le previsioni urbanistiche ma una effettiva incapacità nel realizzare completamente i propositi del PdF. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che il PdF del 1975 era stato programmato in un momento (anni ’70) in cui Valenzano, ubicata nella seconda fascia urbana dell’Area metropolitana della Città di Bari, rappresentava un valido polo per il decentramento delle attività universitarie utile alla riduzione del carico urbanistico gravante sul capoluogo di Provincia. L’analisi è stata condotta classificando ciascuna zona territoriale omogena di P.d.F., in aree realizzate, aree non realizzate e aree in difformità. In questo caso la difformità è stata accertata in relazione alle previsioni di destinazione d’uso (residenziale-produttiva –servizi/standard etc) e non rispetto alla legittimità del titolo edilizio. Dall’analisi dello stato di attuazione del PDF vigente è stato messo in evidenza il residuo di piano (Tavola che individua le previsioni per le aree urbane, le infrastrutture e i servizi non realizzati).

Figura 6 Rappresentazione del residuo di piano- stralcio area urbana. Sono rappresentati i residui relativi agli insediamenti residenziali e produttivi

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Quantificando i volumi residui per ciascuna zona territoriale omogena di P.d.F. è possibile determinare il numero di abitanti potenzialmente insediabili pari a 5.131. Dall’analisi del residuo di P.d.F vigente si evince che le aree non realizzate sono sia residenziali (zone residenziali di espansione C) che industriali (zona artigianale e industriale).

Tabella 2 Residuo di Piano: calcolo volumi residui

Quantificazione del residuo di piano: Destinazione di PDF: − Zona Insediamenti Residenziali non Realizzata: 513.118 mc − Zona Insediamenti Produttivi non Attivata: 1.618.566 mc

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3.5 Bilancio della Pianificazione Vigente: standard urbanistici esistenti e previsti e aree residuali

I servizi a standard ed il verde a standard di quartiere indicano quei servizi realizzati ai sensi del D.M. 1444/68 che prevede 18 mq/ab come dotazione minima per spazi pubblici o riservati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie per le residenze oltre agli standard previsti dalla stessa norma per gli insediamenti produttivi. Essi sono suddivisi in: − 9 mq/ab zone per parchi giochi e sport − 4,5 mq/ab per la aree destinate all’istruzione dell’obbligo − 2,5 mq/ab per le aree a parcheggio − 2 mq/ab per le aree per le attrezzature di interesse comune (religiose, culturali, sanitari, assistenziali etc…) I servizi a standard urbano ed il verde a standard urbano si riferiscono alle zone F ai sensi del D.M. 1444/68 il quale prevede che gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale – quando risulti l'esigenza di prevedere le attrezzature stesse – debbono essere previsti in misura non inferiore a 17,5 mq/ab suddivisi in: − 1,5 mq/ab per le attrezzature per l'istruzione superiore all'obbligo. − 1 mq/ab per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere. − 15 mq/ab per i parchi pubblici urbani e territoriali. L’analisi è stata condotta classificando le aree standard del P.R.G. in aree realizzate, aree non realizzate e aree in difformità. Anche in questo caso la difformità è stata accertata in relazione alle previsioni di destinazione d’uso (presenza o meno di aree a standard)

Tabella 3 Confronto Standard di Quartiere (art. 3 D.M. 1444/1968)

Nel lavoro di analisi sono state messe a confronto le aree a standard previste da P.d.F. con quelle effettivamente realizzate soppesate con il numero attuale di residenti presenti sul territorio di Valenzano (dati istati 2018). Attualmente è possibile quantificare un’incidenza pro-capite pari a 8,92 mq. Nel complesso rimane evidente l’insufficienza di aree a servizi in ogni categoria definita dal Decreto Ministeriale. 33

Tabella 4 Standard Urbano (art. 4 D.M. 1444/1968)

Benchè nel complesso l’incidenza delle aree per i servizi a standard urbano è in linea con le quantità minime previste dal D.M., si ritiene sottolineare ancora una volta il ruolo svolto dalle attività di ricerca e dalle sedi decentrate dell’Università di Bari (Veterinaria), del Politecnico di Bari (LIC) e dello IAM, a discapito dei parchi pubblici urbani.

3.6 Bilancio della pianificazione vigente: Beni sequestrati alle mafie e rigenerazione urbana La presenza all’interno di un territorio di beni confiscati alle mafie se da un lato restituisce l’immagine della presenza della mafia nella rete economica e sociale di un’area, dall’altro rappresenta l’occasione per la rigenerazione partecipata del territorio attraverso il riuso degli spazi. La rigenerazione urbana, infatti non riguarda esclusivamente la riqualificazione e il restauro di edifici ma si pone come obiettivo la messa a sistema di risorse materiali e immateriali necessarie e ricostruire il sistema sociale, economico di un area attraverso la ricostruzione di spazi vitali. Uno strumento cardine nel perseguimento di questo obiettivo è la capacità dell’amministrazione di condividere pratiche e processi con gli attori locali attivando nelle comunità colpite e spesso isolate, la capacità di riappropriazione dei beni per metterli al servizio della cittadinanza attiva, trasformandoli in beni comuni. Il presidio della legalità che questi luoghi offrono è attuabile solo attraverso strumenti capaci di rendere i beni “comuni” attraverso il ritorno alla comunità. Questi luoghi diventano spazi di sperimentazione per l’amministrazione condivisa attraverso azioni di cittadinanza attiva e partecipazione grazie alla legittimazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Fondamentale per l’attuazione delle azioni di rigenerazione è la costruzione di una rete ovvero di azioni stratificate condivise tra attori e istituzioni capaci di attivare attivismo civico e instaurare più ampie progettualità rispetto alle tradizionali operazioni di progettazione. Le attuali forme di riutilizzo dei beni confiscati sono possibili a seguito dell’applicazione della legge 109/96 d’iniziativa popolare. Le prassi concrete si stanno sviluppando nella direzione del paradigma dell’economia civile (Bruni, Zamagni 2015) e dunque risultano essere particolarmente focalizzate sulla cooperazione, sulla reciprocità, sull’ecologia integrale, sulla rigeneratività, sulla relazionalità e l’inclusione sociale. Per questo motivo anche i beni

34 confiscati vanno considerati al centro di processi di rigenerazione umana ed urbana ed è possibile considerarli all’interno di un più generale cambio di paradigma culturale. Verso uno ecologico-qualitativo lungimirante che si contrappone a quello meramente economico-quantitativo. Tutto ciò presuppone piena consapevolezza intorno al valore – e soprattutto ai valori – espressi dai beni comuni, che sono beni convergenti e quindi frutto di sforzi congiunti, di polizie partecipative, di modelli d’intervento innovativi che leghino corresponsabilmente, attraverso la sussidiarietà intesa come principio relazionale che lega in un’alleanza (Arena 2003) l’azione della Politica, della Pubblica amministrazione a quella della cittadinanza in ogni sua forma singola o aggregata (U. di Maggio).

Il comune di Valenzano presenta sull’itero territorio comunale 87 beni confiscati alle mafie (Fonte http://www.confiscatibene.it e Dati Ministero dell’Interno). La percentuale di beni confiscati in rapporto alla popolazione residente è molto elevato: nel territorio della Città Metropolitana di Bari il comune di Valenzano è primo nella classifica. I beni confiscati sono indicati nella immagine a seguire. La quota più considerevole delle tipologie di immobili sequestrati è costituita da terreni. Obiettivo della rigenerazione è quella di attivare buone pratiche di riuso degli immobili dismessi e confiscati alle mafie per da realizzare mediante percorsi di progettazione e costruzione partecipata, finalizzati alla ricostruzione dell’identità dei luoghi, e da gestire sperimentando forme innovative di collaborazione con il tessuto associativo, i privati e i cittadini. Attualmente il comune con ha concesso a titolo d’uso gratuito per una durata decennale alla cooperartiva Semi di Vita un totale di 26,5 ha di terreno agricolo sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata a fini di attività sociali rivolte al territorio al fine di rafforzare la cultura della legalità.

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Figura 7 Elenco dei beni confiscati alla criminalità organizzata e ubicati sul territorio di Valenzano

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4 QUADRI CONOSCITIVI

4.4.1 Adeguamento al PPTR- struttura idrogeomorfologica L’area d’indagine comprende tutto il territorio comunale di Valenzano avente un’estensione di circa 16 kmq. Risulta ricadere nel F°177 II-SE ”Triggiano” della Carta Topografica IGM in scala 1:25.000. In Fig. 2.1 è riportato uno stralcio della carta topografica dell’ I.G.M. che mostra l’ubicazione dell’area in esame.

Figura 8: Stralcio della carta topografica IGM in scala 1:25.000 raffigurante il territorio comunale di Valenzano

Dall’osservazione dello stralcio topografico, si rileva che l’altezza media sul livello del mare dell’area in esame è compresa tra 145 e 65 m. Il territorio di Valenzano è ubicato nel settore adriatico della Murgia che presenta una morfologia prettamente tabulare, caratterizzata da una serie di vasti ripiani che si ribassano verso il mare per mezzo di scarpate, a luoghi piuttosto ripide e a luoghi poco acclivi, alte poche decine di metri.

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Esiste un chiaro rapporto di dipendenza tra gli elementi morfologici e quelli strutturali: l’attuale morfologia delle scarpate è il prodotto dei fenomeni erosivi che hanno prodotto l’arretramento degli originari piani di faglia subverticali, mentre i rilievi e le depressioni coincidono con anticlinali e sinclinali, secondo cui è modellato il substrato carbonatico. Il settore adriatico delle Murge, al quale appartiene il territorio comunale di Valenzano, viene comunemente suddiviso in due grandi aree che hanno subito un’evoluzione plio-pleistocenica assai diversa: Murge alte e Murge basse. L’altopiano delle Murge, posto oltre i 500 m di quota, non essendo interessato dall’ingressione marina plio- pleistocenica, è caratterizzato da estesi affioramenti di calcari mesozoici che a partire dalla loro emersione avvenuta nel Cretaceo superiore, hanno subito intensi fenomeni carsici non obliterati dalla successiva azione erosiva del mare. La caratteristica più saliente del carsismo murgiano rimane l’estesa e talora spessa copertura di terra rossa, in massima parte diretta espressione della notevole influenza che il clima ha esercitato sull’incarsimento della regione. La presenza di terra rossa ha condizionato i processi genetici ed evolutivi delle forme carsiche attenuando o impedendo l’originarsi di quei tratti morfologici marcati ed aspri, tipici delle aree carsiche delle zone temperate. A quote meno elevate (da 500 m s.l.m. fino al livello del mare attuale), alla morfologia carsica si sono sovrapposti gli effetti dell’ingressione marina plio-pleistocenica e della successiva fase di sollevamento regionale che ha portato alla formazione di 16 ordini di terrazzi marini posti via via a quote decrescenti. I vari ripiani presentano struttura a pieghe blande, ad assi aventi una direzione prevalente EW, di cui quelle più accentuate si trovano nella parte più interna ed elevata (Murge Alte di Cassano e Casamassima). Tali pieghe sono attraversate da numerose faglie subverticali con rigetti non superiori alla decina di metri. Su tale assetto tettonico si sono innescati fenomeni carsici ben evidenti grazie alla presenza di depressioni che rendono il paesaggio accidentato in particolar modo nella zona meridionale. Non essendo interessati da effetti tettonici disgiuntivi e plicativi, i depositi quaternari, presentano un assetto tabulare. Il territorio è caratterizzato dalla mancanza di corsi d’acqua a carattere perenne e questo è dovuto, oltre che a fattori climatici, ai caratteri geologici regionali; infatti i calcari delle Murge sono più o meno permeabili per fessurazione.

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Figura 9 Schema geomorfologico del versante adriatico della Murgia

Sono caratteristici di tale paesaggio le “lame”, forme carsiche epigee dovute all’azione di corsi d’acqua a carattere effimero, cioè corsi d’acqua che rimangono asciutti per la maggior parte dell’anno, ma che in occasione di eventi di pioggia brevi ed intensi sono in grado di convogliare notevoli quantità d’acqua.

Premettendo che nel territorio di Valenzano non risulta la presenza di corsi d’acqua che abbiano rilevanza, vi sono dei “reticoli fluviali” che possono essere considerati come linee di ruscellamento o di impluvio.

Figura 10: Distribuzione delle Lame nella conca di Bari

Ciò che caratterizza il territorio di Valenzano dal punto di vista geomorfologico è infatti la Lama Valenzano che, prima dell’opera di sistemazione idraulica realizzata dopo il 1926, rasentava a sud-est l’abitato di

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Valenzano per scendere lungo via Fanelli, toccare il territorio di Mungivacca e in fine sfociare al mare lungo il canalone ancora esistente nel quartiere Japigia. Seguendo alcuni di questi “reticoli” sono rilevabili delle “ripe fluviali” lungo i cui percorsi è possibile riscontrare alcuni siti di interesse ai fini geomorfologici: si tratta di alcune depressioni i cui cigli hanno una evidente pendenza con folta vegetazione. A sud del territorio del Comune di Valenzano, si individuano, in direzione Est-Ovest, tre cigli di scarpata posti sulla linea di livello a una quota di circa 125 metri. Il territorio di Valenzano, soprattutto nelle parte più a sud ( in corrispondenza della strada provinciale per Casamassima), si presenta con una morfologia carsica epigea poco pronunciata e comunque non caratterizzata da presenza di doline.

IDROGEOLOGIA DEL TERRITORIO COMUNALE DI VALENZANO

Il comune di Valenzano si trova a circa 6 km a Sud di Bari ad un’altitudine che varia tra 60 m a d un massimo di 140 m s.l.m. Dall’analisi delle isopieze all’area di studio, si può notare come nel territorio di Valenzano la quota piezometrica sia di 20 m s.l.m. e quindi, si deduce che la profondità di rinvenimento della falda varierà da 120 m a 40 m dal p.c.. L’andamento delle idroisoipse è tipico di una falda radiale convergente, con archi di cerchio ad orientazione a valle e linee di corrente convergenti; essa caratterizza abitualmente zone di drenaggio generale attraverso corsi d’acqua, che, in questo caso, sarebbe costituito dal T. Valenzano, a carattere effimero. Sulla base dei caratteri di permeabilità, le unità affioranti nell’area d’indagine possono classificarsi in: - Rocce permeabili per fratturazione e carsismo - Rocce permeabili per porosità interstiziale e fessurazione - Rocce permeabili per porosità interstiziale La permeabilità per fratturazione e carsismo è tipica dei Calcari delle Murge; il loro grado di permeabilità è variabile in funzione delle caratteristiche e della distribuzione delle discontinuità formatesi nella roccia e poi ampliate dalla dissoluzione operata dalle acque percolanti. Attraverso le suddette discontinuità, le acque meteoriche, soddisfatte le esigenze idriche del suolo, si infiltrano in profondità ed alimentano la falda carsica che si rinviene di norma in pressione, al di sotto della quota corrispondente al livello del mare. Le rocce permeabili per porosità interstiziale e fessurazione sono rappresentate, nella zona in esame, dalla Calcarenite di Gravina generalmente massiva, poco fratturata e carsificata. Alla scala del campione, il grado di permeabilità dipende dalla granulometria e dal grado di cementazione della roccia; la presenza di cemento calcitico negli spazi intergranulari riduce maggiormente la loro

40 conducibilità idraulica. Si può asserire che la Calcarenite di Gravina ha caratteristiche idrogeologiche intermedie tra quelle di una formazione acquifera e di un acquitardo. I Depositi Marini Terrazzati, costituiti da biocalcareniti e sabbie, sono da mediamente a poco permeabili; laddove poggiano su di un orizzonte di terra rossa o la successione risulta essere argillosa nella parte basale, sono sede di una falda freatica. I Depositi alluvionali d’alveo sono costituiti essenzialmente da limi sabbioso-argillosi, con intercalati sottili lenti e orizzonti di ciottoli calcarei; nel complesso si tratta di depositi scarsamente permeabili. In figura è riportata la serie idrogeologica relativa al territorio di Valenzano.

Figura 11 Carta piezometrica dell’area in esame e Serie idrogeologica relativa al territorio di Valenzano

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4.4.2 Adeguamento al PPTR- eco sistemica ambientale Lo studio del territorio rurale e della relazione con il sistema urbano ha una importanza strategica nella individuazione della evoluzione futura della città e della sua dimensione paesaggistica. L’analisi della struttura tipologica del sistema paesaggistico e agricolo del territorio di Valenzano definisce gli elementi rilevanti dal punto di vista ambientale ed ecologico necessari per fornire i corretti indirizzi per gli scenari futuri determinati dalla pianificazione urbanistica. Il sistema ambientale e agricolo hanno una funzione rilevante anche in merito al ruolo che possono svolgere nel riattivare processi inclusivi, economici sociale e sostenibili. Attraverso il confronto dei dati disponibili sul Sit Puglia (Carta Tecnica Regionale e Uso del Suolo) e dalla lettura del Corine Land Cover è stato possibile definire lo stato di naturalità dell’area e della struttura agricola del territorio di Valenzano I dati ottenuti sono stati confrontati con le analisi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e verificati attraverso il rilievo diretto. Comparata alla totalità della superficie comunale la presenza di aree naturali come emerso dai dati disponibili è pari soltanto allo 0,5 %, a causa dell’intenso sfruttamento dell’area a fini agricoli e della presenza di tessuti urbani discontinui. Dalla analisi cartografica è emersa la presenza di un solo bosco, così come definito dal PPTR, Tuttavia, approfondendo la ricognizione è stata identificata una seconda area boschiva di 14 ha sita in località Le Macchie, come indicato nella scheda allegata. Le aree seminaturali (pascoli naturali, praterie,incolti) corrispondono al 23% della superficie comunale ovvero pari a 370,5 ha rispetto all’estensione complessiva pari a 1576,5 ha Il bosco rilevato nel PPTR è un intervento di rimboschimento a conifere (Pinus halepensis) di circa trenta anni localizzato presso un centro ippico. Sono presenti nel territorio di difficile quantificazione, ulteriori piccole aree frammentate seminaturali, incolte utilizzate come pascoli con presenza sporadica di elementi arborei e arbustivi spontanei. Dalle analisi dei dati fitoclimatici dell’area si evince che la vegetazione naturale potenziale è caratterizzata da prevalentemente dalla macchia boscaglia di quercia spinosa che presenta migliore capacità di resistenza alle temperature estive della zona. Il concetto di vegetazione naturale potenziale è un elaborato dal Comitato per la Conservazione della Natura e delle Riserve Naturali del consiglio d’Europa e si definisce come segue: per vegetazione naturale potenziale si intende la vegetazione che si verrebbe a costituire in un determinato territorio, a partire da condizioni attuali di flora e di fauna, se l'azione esercitata dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e fino a quando il clima attuale non si modifichi di molto”. Dalle verifiche della vegetazione relitta reperibile nel territorio e prevalentemente lungo i muri a secco si evidenza che la vegetazione potenziale della zona è riconducibile alla associazione fitosociologia Edero

42 helicis-Que rcetum calliprini (Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2003). Rimane tuttavia aperta l’evidenza che la sopracitata associazione foto sociologica è da intendersi come potenziale, allo stato attuale presenta come già sottolineato lembi relitti e puntiformi in aree incolte, pascoli o lungo i muri a secco che si estendono per una superfice pari a 384 ha. Non esistono nel territorio di Valenzano aree percorse da incendi così come censite dal Corpo Forestale dello Stato.

4.4.3 Adeguamento al PPTR- struttura antropica storico culturale Le fonti principali che hanno fornito i dati relativi al patrimonio culturale gli elaborati del PPTR e in parte alcune informazione desunte da quelli del precedente PUTT/P. Si riportano a titolo di letteratura le indicazioni riportate nel PUTT/p e successivamente quelle integrate nel PPTR, sebbene quest’ultimo abbia sostituito il precedente piano risulta necessario in termini di memoria procedurale riscontrare eventuali variazioni al fine di puntualizzare in modo definitivo i beni sparsi nel territorio e definire correttamente la vocazione culturale degli spazi extraurbani.

Per quanto riguarda il vecchio le segnalazioni archeologiche, nelle cartografie del PUTT/P sono riportati due siti che si trovano in Contrada Collenza e in località San Leo ai limiti del territorio comunale sul confine con Adelfia. Non fu possibile, come anche riportato nella relazione a cura dell’Arch. Renzulli per i primi adempimenti per l’attuazione del PUTT/P, avere dalla Sopraintendenza le aree di pertinenza di questi luoghi in quanto segnalazioni per le quali non fu fatto alcuno scavo. Sono stati forniti, tuttavia dalla Sopraintendenza dettagli su un sito archeologico in località Le Reni, sulla direttrice di Capurso. Per tale area è stata individuata una area di pertinenza. I beni architettonici urbani vincolati come beni culturali ai sensi del titolo I del DLgs n.490/1999 sono:

Cod. PUTT Cod. Cod. Cod. Carta dei Denominazione Decreto di Note PPTR Adeguamento Beni Culturali Vincolo

944 ARK0278 VA_01 CH000006 Chiesa di Decl Fg 4 p.lle A-106 Ognissanti 19.02.1979 FG 4 p.lla 161 (vincolo diretto) parte 944 ARK0279 VA_02 BA001852 Chiesa di DM Fg 4 p.lle A-106 Ognissanti – 10.06.1980 FG 4 p.lla 161 Zona DM parte di rispetto 25.07.1984 (vincolo indiretto)

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VA_03 Chiesa Decl Fg 27 p.lla D Sant’Anna 17.11.1983 Rientra nei ex San Territori Benedetto Costruiti Chiesa del Decl Fg 27 p.lla C Padreterno 28.11.1983 Rientra nei Territori Costruiti Cappella di San 31.10.2005 Fg 8 p.lla 30 Filippo Rientra nei Territori Costruiti

I beni architettonici extraurbani vincolati come beni culturali ai sensi del titolo I del DLgs n.490/1999 sono:

Cod. PUTT Cod. Cod. Cod. Carta dei Denominazione Note PPTR Adeguamento Beni Culturali

BA003101 Massaracina/Massa/Massacro Non rientra nel dei Saraceni territorio comunale di Valenzano BA001853 SA_01 BA001853 Masseria Marrone Situata qualche centinaio di metri oltre la necropoli di via Le Reni X SA_02 Jazzo del Barone Ben visibile percorrendo la SP62 che conduce a Casamassima X SA_03 Jazzo del Marchese Ben visibile percorrendo la SP62 che conduce a Casamassima X SA_04 Cappella vecchio cimitero

L’analisi dei vincoli apposti dal PPTR denota la presenza di soli quattro siti interessati da Beni Archeologici e Culturali, l’analisi morfologica degli aggregati è uno strumento per indagare come erano strutturate le

44 masserie, e quindi la vita agricola o pastorale (gli Jazzi) e le tradizioni religiose delle aree interne di campagna ( le chiese).

DENOMINAZIONE TIPO DI SITO ID_VINCOLI CATEGORIA FUNZIONE CLASS_PPTR Jazzo del Barone Jazzo n.c. struttura Produttiva agro- Segnalazione pastorale architettonica Jazzo delMarchese Jazzo n.c. struttura Produttiva agro- Segnalazione pastorale architettonica Chiesa di Vincolo Istituito ai sensi n.c. n.c. Vincolo Ognissanti architettonico della L.1089 architettonico Chiesa di Vincolo Istituito ai sensi Insediamento n.c. Vincolo Ognissanti architettonico della L.1089 architettonico Masseria Marrone Masseria n.c. Abitativa/residenziale- Segnalazione produttiva architettonica

La chiesa di Ognissanti è uno dei pochi esempi di architettura romanica pugliese che non ha subito nel tempo sostanziali modifiche. Architettonicamente è una chiesa a sala con cupole in asse, la facciata esterna è a capanna con una copertura a tetto munita di tre cupole in asse in corrispondenza della navata centrale, delle quali la centrale risulta più alta e larga. Le cupole sono realizzate con la stessa tecnica costruttiva tipica dei trulli. L'esterno presenta inoltre un portico incompleto (o forse demolito) su un fianco. L'interno è scandito in tre navate con copertura a mezza botte. In origine Il monastero era affiancato da due chiostri, alle cui spalle sorgeva un edificio rettangolare; intorno si estendevano gli orti di pertinenza del monastero, con la presenza di un pozzo e di un palmento. L'intero complesso era difeso da una cinta muraria; alle due estremità del portico si ergevano due campanili, e attorno a tutto c'erano le abitazioni dei monaci e dagli edifici utili ai benedettini. Di questi elementi oggi non rimane quasi nulla, e la chiesa si eleva isolata nel mezzo della campagna valenzanese.

Una forma di dimora temporanea legata alle attività pastorali erano gli jazzi per la posta delle pecore. Erano abitati per una parte dell’anno (ottobre-maggio) ed abbandonate negli altri mesi. Gli jazzi non comprendevano solo le stalle ma vari locali e recinti adoperati dai pastori e dalle pecore. Si strutturavano in un corpo principale rettangolare ed allungato, con tetto ad un solo spiovente ed aperture sul lato sud che consentivano l’accesso ai recinti antistanti usati per lo stazzo; a cui se ne aggiungeva un secondo rettangolare e più piccolo destinato agli alloggi dei pastori o alla lavorazione del latte. Lo jazzo del Barone e lo Jazzo del Marchese costeggiano la strada per Casamassima, attualmente sono in stato di abbandono

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Figura 12: Chiesa di Ognissanti

Figura 13: Jazzo del Barone

Le masserie originariamente erano aziende rurali destinate ad attività agricole estensive e di allevamento. Si articolavano in un corpo principale destinato ad abitazione del proprietario o del massaro ed in una serie di ambienti indispensabili per lo svolgimento delle attività tra i quali magazzini, fienili, stalle, pollai, dormitori

46 per i salariati, forni, palmenti, cantine; inoltre per far fronte al problema idrico ogni masseria di norma era dotata di cisterne. Masseria Marrone grande masseria agricola caratterizzata dalla presenza di mura perimetrali e colonne poderali che ne definiscono l’ingresso.

Figura 14: Masseria Marrone

Per quanto riguarda il contesto Città consolidata essa viene definita sulla base dei caratteri del contesto urbano più antico e sull’analisi delle risorse insediative. Infatti la tipologia del costruito ed il confronto con l’evoluzione storica del tessuto urbano compatto ha suggerito di riperimetrare la città consolidata includendo i contesti residenziali che da tale analisi risultano esistenti prima del 1950 in linea con quanto definito all’art. 76,1 delle NTA del PPTR. Ved. Elaborato BP.1 – Carta delle Risorse Insediative: evoluzione storica ed Elaborato BP.2 – Carta delle Risorse Insediative: stato funzionale dell’area urbana.

47

Figura 15 A sx si riporta la proposta di modifica di perimetrazione della Città Consolidata rinveniente dall'analisi delle risorse insediative (figura a dx). Perimetrazione modificata sulla base del catastale ( fonte https://wms.cartografia.agenziaentrate.gov.it/inspire/wms/ows01.php )

48

4.5 PAI – Piano di Assetto Idrogeologico In Puglia è attualmente in vigore il PAI che costituisce il Piano Stralcio del Piano di Bacino, ai sensi dell’art.17 comma 6 della Legge 18 maggio 1989, n.183. Esso rappresenta lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso del suolo, ricadente nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino, finalizzate alla sua difesa, conservazione e valorizzazione. L’obiettivo principale del PAI consiste nell’individuazione delle aree soggette al dissesto, attraverso l’analisi storica degli eventi critici (frane e alluvioni), per effettuare una prima valutazione del rischio idrogeologico. Il PAI individua il reticolo idrografico in tutto il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Puglia, nonché l’insieme degli “alvei fluviali in modellamento attivo e le aree golenali”, ove vige il divieto assoluto di edificabilità. In tali aree, ai sensi dell’art.6 del Titolo II, comma 4, delle NTA del PAI, sono consentiti l’ampliamento e la ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico esistenti. Nel comma 7 dello stesso art. 6, viene richiesta la redazione di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica. Nel caso in cui il reticolo idraulico e l’alveo in modellamento attivo e le aree golenali non siano realmente individuate nella cartografia del PAI, le norme si applicano alla porzione di terreno a distanza planimetrica, sia in destra che in sinistra dall’asse del corso d’acqua, non inferiore ai 75 m. Con l’art.10 il PAI disciplina le “fasce di pertinenza fluviale” ai fini della tutela e dell’adeguamento dell’assetto complessivo della rete idrica. Sono consentiti in essa tutti gli interventi previsti dagli strumenti di Governo previo studio di compatibilità idrologica ed idraulica subordinato a parere favorevole dell’Autorità di Bacino. Se sulla cartografia ufficiale non è realmente individuata le norme valgono per la porzione di terreno, sia in destra che in sinistra, a partire dall’area golenale, di 75 m. Il Comune di Valenzano risulta essere interessato da aree indicate nel PAI come aree a diversa pericolosità idraulica, pertanto esso è soggetto alle prescrizioni degli artt.7, 8 e 9 delle NTA del PAI. Pertanto ai fini della normativa vigente e della tutela ambientale, per tutte le aree in questione si rende necessario predisporre opportuni studi di compatibilità idrologica e idraulica, sottoposti a parere vincolante dell’Autorità di Bacino della Puglia, che dimostrino come le opere in questione ricadano in “sicurezza idraulica”. Il concetto di “sicurezza idraulica” è esplicitato dall’articolo 36 delle NTA del P.A.I. vigente: “…agli effetti del P.A.I. si intendono in sicurezza idraulica le aree non inondate per eventi con tempo di ritorno fino a 200 anni”. In occasione della redazione del Piano Urbanistico Generale è stata eseguita una attenta ricognizione del territorio comunale per il riconoscimento della effettiva esistenza e disposizione dei reticoli idrografici soprattutto in riferimento alla loro presenza in vicinanza alle aree urbanizzate. Per gli impluvi riscontrati sul terriorio sono state tracciati gli “alvei fluviali in modellamento attivo e le aree golenali” e le “fasce di pertinenza fluviale”: ad essi si applicano rispettivamente le prescrizioni dell’art. 6 e 10 delle NTA del PAI.

49

4.6 Uso del suolo e paesaggi rurali Il territorio di Valenzano è caratterizzato da una matrice agricola estesa, l’ analisi delle pratiche agricole e del paesaggio del territorio rurale è uno strumento utile sia in termini di costruzione delle conoscenze che di indirizzo progettuale per la definizione di possibili politiche da mettere in atto per lo sviluppo dello spazio rurale, in coerenza anche con gli obiettivi delineati nel PPTR (Patto Città –Campagna).

L’analisi della matrice agricola del Il territorio di Valenzano mostra prevalenza della coltura ad l’oliveto Seguono i vigneti intensivi, i seminativi in aree non irrigue, le colture orticole in serra e le coltivazioni a fruttiferi e frutti minori.

Dalle analisi sviluppate dalla Regione Puglia - Assessorato allo Sviluppo Economico e Innovazione tecnologica - sullo stato delle Risorse Agricole della Regione Puglia elaborate su dati ISTAT (www.census.istat.it) - 5° Censimento Generale dell'Agricoltura) , si delinea per il territorio di Valenzano una forma prevalente di conduzione agricola diretta e familiare, prevalentemente di proprietà degli stessi imprenditori agricoli. La coltivazione legnosa prevalente è ‘olivo mentre tra i seminativi prevale al coltivazione a cereali. Per quanto riguarda l’allevamento sono presenti ovini e caprini.

A seguire i dati elaborati.

50

Aziende per forma di conduzione

COMUNI CONDUZIONE DIRETTA D EL COLTIVATORE CONDIZIONE CONDUZIONE ALTRA TOTALE CON A COLONIA FORMA DI SALARIATI PARZIARIA CONDUZIONE APPODERATA Zone Con solo Con Con Totale altimetriche manodopera manodopera manodopera familiare familiare extrafamiliare prevalente prevalente Valenzano 448 179 180 807 5 - - 812

Superficie totale per forma di conduzione delle aziende, (superficie in ettari)

COMUNI CONDUZIONE DIRETTA D EL COLTIVATORE CONDIZIONE CONDUZIONE ALTRA TOTALE CON A COLONIA FORMA DI SALARIATI PARZIARIA CONDUZIONE APPODERATA Zone Con solo Con Con Totale altimetriche manodopera manodopera manodopera familiare familiare extrafamiliare prevalente prevalente Valenzano 253,78 180,02 238,41 672,21 24,39 - - 696,60

Superficie agricola utilizzata (SAU) per forma di conduzione delle aziende, (superficie in ettari)

COMUNI CONDUZIONE DIRETTA D EL COLTIVATORE CONDIZIONE CONDUZIONE ALTRA TOTALE CON A COLONIA FORMA DI SALARIATI PARZIARIA CONDUZIONE APPODERATA Zone Con solo Con Con Totale altimetriche manodopera manodopera manodopera familiare familiare extrafamiliare prevalente prevalente Valenzano 238,75 171,89 229,84 640,48 10,36 650,84

Aziende per titolo di possesso dei terreni, comune e zona altimetrica

COMUNI TITOLO DI POSSESSO D EI TERRENI

Zone Proprietà Affitto Uso gratuito Parte in Parte in Parte in Parte in Totale altimetriche proprietà proprietà e affitto e proprietà, e parte parte parte in uso parte in affitto in uso gratuito in affitto e gratuito parte in uso gratuito

51

Valenzano 799 1 12 812

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni, (superficie in ettari)

COMUNI TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI

Zone Proprietà Affitto Uso gratuito Parte in Parte in Parte in Parte in Totale altimetriche proprietà proprietà e affitto e proprietà, e parte parte parte in uso parte in affitto in uso gratuito in affitto e gratuito parte in uso gratuito Valenzano 646.7 13.04 37,09 696,60

Superficie agricola utilizzata (SAU) per titolo di possesso dei terreni,(superficie in ettari)

COMUNI TITOLO DI POSSESSO D EI TERRENI

Zone Proprietà Affitto Uso gratuito Parte in Parte in Parte in Parte in Totale altimetriche proprietà proprietà e affitto e proprietà, e parte parte parte in uso parte in affitto in uso gratuito in affitto e gratuito parte in uso gratuito Valenzano 604,71 0,16 34,02 37,09 650,84

Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni per comune e zona altimetrica (superficie in ettari)

COMUNI SUPERFICIE AGRICOLE UTILIZZATA SUPERFICIE AGRARIA NON UTILIZZATA Zone Seminativi Coltivazioni Prati Totale Arboricoltura Boschi Totale Di cui Altra Totale altimetriche legnose permanenti da legno destinata superficie agraria e pascoli ad attività ricreative Valenzano 26,66 624,18 650,841 0,36 43,62 0,79 1,78 696,60

Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate

COMUNI TOTALE CEREALI COLTIVAZIONI ORTIVE COLTIVAZIONI AZIENDE FORAGGERE AVVICENDATE TOTALE FRUMENTO AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE VALENZANO 35 2 3,09 1 0.,27 9 6,60

52

Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate

COMUNI TOTALE VITE OLIVO AGRUMI FRUTTIFERE AZIENDE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE AZIENDE SUPERFICIE VALENZANO 798 90 82,.9 769 489,04 17 3.13 211 49.16

Aziende con allevamenti e aziende con vinbovini, bufalini, suini e relativo numero di capi

OVINI CAPRINI EQUINI ALLEVAMENTI AVICOLI AZIENDE CAPI AZIENDE CAPI AZIENDE CAPI AZIENDE CAPI VALENZANO 1 100 1 50

53

5 CARATTERI DEMOGRAFICI

L’analisi dei dati demografici di Valenzano, dell’ultimo ventennio, vedono un generale incremento oscillatorio nei primi dieci anni ovvero dal 97 al ’07, successivamente si è registrata una lenta inversione di tendenza (escludendo un rialzo nel 204) e, sebbene in maniera contenuta il comune negli ultimi dieci anni ha visto decrescere la propria popolazione.

19.000 ANDAMENTO DEMOGRAFICO POPOLAZIONE 18.500

18.000

17.500

17.000

16.500

16.000

15.500 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

I dati sul movimento naturale che mostrano l’andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni indicano per le prime un andamento sempre decrescente al contrario delle seconde sempre crescenti. Di conseguenza il saldo naturale (dato dalla differenza tra i nuovi nati e i deceduti) va drasticamente riducendo sino ad arrivare alle -45 unità con la rilevazione del 2018.

54

SALDO NATURALE VALENZANO 20

10

0

-10

-20

-30

-40

-50 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

SALDO NATURALE ANNO VALENZANO

2011 8

2012 12

2013 2

2014 -3

2015 2

2016 -1

2017 -38

2018 -45

TABELLA 1 : SALDO NATURALE

Incrociando i dati dell’andamento demografico comunale con il numero delle famiglie si rileva che, nell’ultimo decennio i due indici hanno seguito trend contrastanti, ovvero si è registrata una crescita delle famiglie nonostante la popolazione sia stazionaria o in lieve flessione. Tali dati suggeriscono la crescita di famiglie con numero di componenti in lieve diminuzione, infatti si passa da 2,61 a 2,5 componenti per famiglia nel 2018. 55

NUMERO DELLE FAMIGLIE 8000

7000

6000

5000

4000

3000

2000

1000

0

Anno Unità Famiglie

1997 16.507 5.467

1998 16.804 5.607

1999 17.288 5.827

2000 17.507 5.891

2001 17.196 5.832

2002 17.510 6.000

2003 17.682 6.073

2004 17.988 6.226

2005 18.164 6.483

2006 18.458 6.690

2007 18.438 6.690

56

2008 18.391 6.808

2009 18.379 6.806

2010 18.305 6.820

2011 17.897 6700

2012 17.864 6945

2013 17.832 6916

2014 18.043 6951

2015 17.999 6972

2016 17.993 7008

2017 17.980 7039

2018 17.952 7070

2019 17.823 -

TABELLA 2 : POPOLAZIONE E NUMERO DI FAMIGLIE

Numero dei 1971 1981 1991 2001 2011 Componenti. N. % N. % N. % N. % N. %

1. In coabit. = = 97 2,81 76 1,50 16 0,27 49 0,73

Non coabit. = = 369 10,69 628 12,43 897 15,38 1412 21,07

TOTALE 213 9,82 466 13,50 704 13,93 913 15,65 1.461 21,80

2. 463 21,35 709 20,54 1.104 21,85 1.323 22,69 1.692 25,25

3. 428 19,73 766 22,20 1.152 22,80 1.423 24,40 1.630 24,32

4. 465 21,44 879 25,47 1.443 28,56 1.656 28,40 1.528 22.76

5. 330 15,21 431 12,48 491 9,72 428 7,34 317 4,73

57

6. 128 5,90 128 3,71 122 2,41 = = =

6 o più ======89 1,52 72 1,07

7. 86 3,96 41 1,19 = = = = =

7 o più = = = = 37 0,73 = = =

8 o più 56 2,58 31 0,89 = = = = =

Totale Famiglie 2.169 100 3.451 100 5.053 100 5.832 100 6700 100

Totale 7.803 = 11.182 = 15.607 = 17.152 * 17.887 = Componenti.

Numero medio 3,59 = 3,24 = 3,09 = 2,94 = 2.66 comp. Famiglia

TABELLA 3 : ANALISI STRUTTURA FAMIGLIARE

1961 1971 1981 1991 2001 2003 (*) 04/20 2011 07*

MASCHI 3.221 3.84 5.559 7.776 8.476 8.738 8.750 FEMMINE 3.472 3.95 5.688 7.852 8.688 8.944 - 9.147 TOTALE 6.693 7.806 11.247 15.628 17.164 17.682 18.438 17.897

ASSOLUTA +1.11 3 VARIAZION % +16,6 1961 -1971 MEDIA ANN. +0,01 66 ASSOLUTA +3.441

VARIAZION % +44,08 1971 –1981 MEDIA ANN. +0,044 1 ASSOLUTA +4.381

VARIAZION % +38,95 E 1981 -1991 MEDIA ANN. +0,039 0 58

ASSOLUTA +1.536

VARIAZIONE % +9,83

1991-2001 MEDIA ANN. + 0,0098

ASSOLUTA +518

VARIAZIONE % +3,02

2001 – 2003 MEDIA ANN. + 0,0151

ASSOLUTA +756

VARIAZIONE % +4,23

2003- 2007 MEDIA ANN. +0,0128

VARIAZIONE ASSOLUTA -541

2007-2011 % 3.02

MEDIA ANN.

TABELLA 3 : POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI

250 SALDO MIGRATORIO 200

150

100

50

0

-50

-100 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019

59

Il movimento migratorio (dato dalla differenza tra gli iscritti e i cancellati nei registri comunali), evidenzia (se si esclude un picco nel 2013) un saldo sempre negativo con un andamento costante. Il flusso degli iscritti proviene in gran parte da altri comuni.

SALDO MIGRATORIO

ANNO

2012 -44

2013 209

2014 -41

2015 -8

2016 -12

2017 10

2018 -84

Il numero dei cittadini stranieri residenti nel comune è in crescita costante e nel 2018 ha segnato 377 unità che rappresentano il 2 % della popolazione residente.

POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE 400

350

300

250

200

150

100

50

0 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018

60

Il numero dei cittadini stranieri residenti nel comune è in crescita costante e nel 2018 ha segnato 377 unità che rappresentano il 2 % della popolazione residente. L’analisi dell’andamento delle classi di età negli ultimi trenta anni denota una drastica diminuzione delle classi di età più giovani con l’aumentare delle classi più anziane.

CLASSI DI CENSIMENTO 1971 CENSIMENTO 1981 CENSIMENTO 1991 CENSIMENTO 2001 CENSIMENTO 2011 ETA’ M F TOT % M F TOT % M F TOT % M F TOT % M F TOT % FINO A 5 386 392 778 9,9 536 519 1.055 9,39 568 501 1.069 6,84 473 440 913 5,32 472 408 880 4.8 FINO A 6======FINO A 14 809 689 1.498 19,2 1.080 1.017 2.097 18,6 1.213 1.179 2.392 15,3 1.062 1.004 2.066 12 919 879 1798 9,8 FINO A 24 549 547 1.096 14 865 932 1.797 16 1.246 1.239 2.485 15.90 1.175 1.114 2.289 13.34 1.066 1.012 2.078 11 FINO A 25======FINO A 44 1.055 1.102 2.157 27,6 1.697 1.648 3.345 29,7 2607 2627 5.234 33,5 2.839 2.922 5.761 33,6 2694 2767 5.461 30 FINO A 45======FINO A 54 357 436 793 10,2 542 561 1.103 9,8 876 817 1.693 10,8 1.161 1.184 2.345 13,7 1.399 1.469 2.868 15.6 FINO A 55======FINO A 59 185 165 350 4,48 233 271 504 4,48 \ \ \ \ 457 478 935 5,45 539 595 1.134 6.2 FINO A 60======\ \ \ \ = = = = \ \ \ \ FINO A 64 178 179 357 4,57 163 201 364 3,24 610 648 1.258 8,05 391 362 753 4,39 600 597 1.197 6.5 FINO A 65======FINO A 74 ======407 497 904 5,78 585 644 1.229 7,16 768 804 1.572 8.6 75 E 328 449 777 9,95 443 539 982 8,73 249 344 593 3,79 333 540 873 5,09 545 772 1.317 7.1 OLTRE TOTALE 3847 3959 7806 100 5559 5688 11247 100 7776 7852 15628 100 8476 8688 17164 100 8.750 9.147 17.897 100

TABELLA 5 : ANALISI DEMOGRAFICA PER CLASSI DI ETA’

L’analisi del grado di istruzione della popolazione residente negli ultimi cinque censimenti sottolinea un sostanziale aumento nei quarant’anni del livello medio di istruzione soprattutto fino al 2001 anno nel quale si rilevano anche aumenti complessivi della popolazione residente. Aumentano i residenti con diploma di scuola media fino al 2001 (per diminuire nel 2011) La popolazione laureata regista un lieve ma graduale aumento. Gli analfabeti tendono a ridursi considerevolmente anche in termini percentuali passando dal 7% del 1971 allo 0.42 % del 2011.

61

ANDAMENTO DEL GRADO DI ISTRUZIONE 6000

5000

4000

3000

2000

1000

0 1971 1981 1991 2001 2011

Laurea Diploma Lic. Media Lic. Elementare Alfabeti Analfabeti

ANDAMENTO DEL GRADO DI ISTRUZIONE 6000

5000

4000

3000

2000

1000

0 Laurea Diploma Lic. Media Lic. Elementare Alfabeti Analfabeti

1971 1981 1991 2001 2011

62

Grado di 1971 1981 1991 2001 2011

Istruzione MF % MF % MF % MF % MF %

LAUREA 59 0,60 221 2,21 529 3,69 1.049 6,53 798 4.46

DIPLOMA 352 5,13 1.024 10,26 2.742 19,11 4.418 27,51 2784 15,55

LIC. SC. MEDIA 721 10,50 2.170 21,74 4.383 30,55 5.008 31,19 2530 14.13

LIC. ELEMEN. 2.629 38,31 3.825 38,31 4.150 28,92 3.480 21,67 1426 7.96

ALFABETI 2.565 37,37 2.340 23,44 2.207 15,38 1.936 12,06 593 3.31

ANALFABETI 537 7,82 403 4,04 337 2,35 167 1,04 76 0.42

TOTALE 6.863 100 9.983 100 14.348 100 16.058 100 17.897 100

TABELLA 6 : ANALISI DEL GRADO DI ISTRUZIONE

63

6 LE ANALISI SPECIALISTICHE PER L’APPROFONDIMENTO A SCALA LOCALE DEI VALORI PAESAGGISTICO AMBIENTALI

La definizione delle invarianti strutturali prende in considerazione quei significativi elementi patrimoniali del territorio sotto il profilo storico-culturale, paesistico-ambientale ed infrastrutturali, che attraversano i contesti territoriali, e che in alcuni casi possono anche coincidere con essi, caratterizzati dalla stabilità e dalla non negoziabilità dei valori nel medio-lungo termine. In accordo con la disciplina del DRAG, … assicurano rispettivamente l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio, e l’efficienza e la qualità ecologica e funzionale dell’insediamento.” Il frame work determinato dal Sistema delle Conoscenze forma una matrice di elementi necessari per inquadrare il patrimonio ed i valori caratterizzanti l’identità del territorio. In diretta conseguenza delle analisi le invarianti strutturali seguono la struttura sopra elaborata ovvero: A. il Sistema naturalistico-ambientale , che definisce le “risorse ambientali la cui trasformazione metterebbe a repentaglio la sicurezza dei territori e delle popolazioni che li abitano” ; B. il Sistema del patrimonio storico-culturale , che comprende i “ beni che derivano da qualità intrinseche del paesaggio-ambiente e del suo patrimonio culturale che è interesse collettivo tutelare”; C. il Sistema della mobilità e delle reti tecnologiche che definisce “l’armatura infrastrutturale del territorio di interesse sovralocale, ossia le infrastrutture di maggiore rilevanza per la mobilità, gli impianti necessari per garantire la qualità igienico sanitaria e l’efficienza degli insediamenti, le attrezzature che consentono il migliore sviluppo della comunità e per elevare la qualità della vita individuale e collettiva, i nodi ad elevata specializzazione funzionale, nei quali sono concentrate funzioni strategiche o servizi ad alta specializzazione di interesse sovralocale il cui assetto non può essere inficiato da trasformazioni del territorio banali e cui, grazie a congrue fasce di rispetto, dovrebbero essere garantite prospettive di sviluppo di lungo periodo ”; ed infine al Sistema delle dotazioni costituito dalle attrezzature. E’ evidente che le Invarianti rintracciate nelle analisi si allineano e integrano quegli elementi presenti nella pianificazione sovraordinata e/o di tutela dell’ambiente e del paesaggio quali il PPTR o il PAI, o a discipline di settore in riferimento alle infrastrutture per la mobilità, alle reti tecnologiche e alle attrezzature e impianti di area vasta.

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6.1 Invarianti del Sistema Naturalistico Ambientale

Intese come quei significativi elementi patrimoniali del territorio sotto il profilo storicoculturale, paesistico- ambientale e infrastrutturale, che attraversano i contesti territoriali, e che in alcuni casi possono anche coincidere con essi. (BURP n. 120 del 29/08/2008 - DRAG ) Come per i contesti territoriali, le invarianti strutturali sono state articolate in determinati gruppi di appartenenza all’ interno dei quadri interpretativi in vista delle previsioni di progetto. Esse sono state determinate in base all’interpretazione delle risorse ambientali. Le invarianti appartenenti al sistema paesistico ambientale sono le parti del territorio di Valenzano contraddistinte da elementi di particolare valore ambientale che caratterizzano il paesaggio stesso e che coincidono in gran parte con gli elementi individuati nel Piano Paesaggistico e Territoriale Regionale – P.P.T.R, dal Piano di Tutele delle Acque – P.T.A., e con le parti del territorio soggette a pericolosità e rischio inondazioni definite dal PAI. Ciascuna di queste invarianti e stata inserita all’interno di sottosistemi a carattere geomorfologico, idrogeologico e botanico-vegetazionale, con la relativa area di pertinenza e area annessa. Le invarianti appartenenti invece al sistema storico-culturale sono segnalazioni architettoniche e archeologiche (masserie, ville, beni storici, aree e insediamenti rupestri) individuati dal sistema della stratificazione storica dell’organizzazione insediativa del territorio. Mentre le invarianti di tipo infrastrutturale costituiscono l’armatura infrastrutturale del territorio.

Componenti idrogeomorfologiche ‹ Reticoli idrografici di connessione della RER (UCP) : Consistono nei “corpi idrici, anche effimeri o occasionali che includono una fascia di salvaguardia di 100m da ciascun lato o come diversamente cartografata”2 nelle tavole della sezione 6.1.2 degli elaborati del PPTR. Scheda RER 1 – Proposta di modifica che riguarda soprattutto il tratto che si sovrappone all’andamento del torrente Montrone. Seguendo il percorso della Lama la RER non ha un andamento continuo e di interrompe in corrispondenza dell’area del quartiere “Lame”. Le aree coinvolte sono di gran lunga più estese in quanto coinvolgono aree con vegetazione spontanea e con coltivazioni arboree. ‹ Vincoli idrogeologici (UCP): Consistono nelle aree tutelate ai sensi del R.D. 30 dicembre 1923, n.3267 che “sottopone a vincolo per scopi idrogeologici i terreni di qualsiasi natura e destinazione che, per effetto di forme di utilizzazione contrastanti con le norme, possono con danno pubblico subire denudazioni, perdere la stabilità o turbare il regime delle acque” 3 come riportati nelle cartografie del PPTR (tavola 6.1.2). Si fa presente che per il territorio di Valenzano le componenti idrologiche riconosciute nel PPTR e dal rilevamento sui luoghi sono le seguenti:

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• BP acque pubbliche • UCP RER

‹ Componenti geomorfologiche Circa le componenti geomorfologiche è risultato che dal PPTR e dal rilievo di campagna sono state riconosciute esclusivamente le: • UCP lame e gravine

‹ Componenti idrologiche Nell’ambito dell’Adeguamento al PPTR gli approfondimenti effettuati sulle perimetrazioni presenti all’interno del PPTR si è potuto verificare che nel comune di Valenzano vi sono due Corsi d’Acqua Pubblica localizzati come segue: ° Lama Valenzano ° Lama Montrone

Componenti botanico-vegetazionali ‹ Formazioni naturali: Boschi (BP): Consistono nelle aree coperte da foreste, boschi e macchie, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e in quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del D.lgs. 18 maggio 2001, n. 227, e delimitati nelle tavole della sezione 6.2.1 degli elaborati del PPTR Formazioni boschive (Uds 2011 e art. 24 NTA del PRG vigente ): Nel territorio del Comune di Valenzano, caratterizzato da una forte e quasi esclusiva componente agricola ad uliveto, sono stati individuate due sole formazioni boschive, una già preesistente nelle analisi del PPTR e una segnalata in questa sede (Scheda Bosco in allegato) Uliveti : sono gli elementi distintivi della campagna valenzanese. Muri a secco: adoperati per la divisione dei campi.

Aree sensibili: ‹ Aree soggette a pericolosità idraulica (PAI): Trattasi di aree individuate Piano di Assetto Idrogeologico dell’ Autorità di Bacino nella Puglia. Nel territorio comunale, ad oggi, sono state individuate aree ad alta, media e bassa pericolosità idraulica. ‹ Tutela dei corpi idrici superficiali (PTA): La definizione dello stato quali-quantitativo dei corpi idrici significativi esige l’esame di una mole considerevole di parametri di natura chimico-fisica e microbiologica, nonché idrologica, che comporta conseguentemente un ingente coinvolgimento in termini di risorse umane ed economiche.

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In Puglia gli sforzi profusi a tal fine si stanno strutturando e coordinando attraverso il consolidamento del sistema di monitoraggio dei corpi idrici significativi. La necessità di strutturare i controlli nel rispetto delle normative vigenti ha determinato la creazione del progetto “Sistema di monitoraggio dei corpi idrici superficiali della Regione Puglia”. ‹ Tutela zone di protezione speciale idrogeologica – misura B (PTA): Perimetrate dal Piano di Tutela delle Acque sono soggette a disciplina di tutele per la salvaguardia della risorsa idrica dalla ingressione delle acque marine. In particolare sul territorio di Valenzano si individuano le ZONE “B”. Al fine di assicurare la difesa e la ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici, di deflusso e di ricarica, per queste aree sono previste divieti e misure di salvaguardia per tutti quegli interventi che prevedono la modifica del naturale regime delle acque ‹ Tutela aree soggette a contaminazione salina Limitatamente alle aree costiere interessate da contaminazione salina, la cui perimetrazione è riportata nella TAV.B allegata al Piano di Tutela, si ritiene opportuno sospendere il rilascio di nuove concessioni per il prelievo di acque dolci di falda da utilizzare a fini irrigui o industriali ad eccezione di quelle da utilizzare per usi pubblici o domestici (art. 8 c.1, L.R. 18/99). In tale area potrebbero essere consentiti prelievi di acque marine di invasione continentale per tutti gli usi produttivi, per impianti di scambio termico, o dissalazione a condizione che le opere di captazione siano realizzate in maniera tale da assicurare il perfetto isolamento del perforo nel tratto di acquifero interessato dalla circolazione di acque dolci e di transizione. Dovrà inoltre essere preventivamente indicato il recapito finale delle acque usate, nel rispetto della normativa vigente.

Componenti culturali e insediative Struttura antropica storico-culturale ‹ Città Consolidata (proposta di Modifica dell’UCP del PPTR vigente) E’ costituita dalla parte urbana storica e dalle urbanizzazioni compatte della prima metà del XX sec. Alla luce delle analisi effettuate è stara rivista la perimetrazione del PPTR definendo un nuovo ambito che ha tenuto conto delle peculiarità storiche e morfologico-qualitative.

‹ Testimonianza della stratificazione storica PATRIMONIO STORICO DIFFUSO Il patrimonio architettonico diffuso è caratterizzato dalla presenza di manufatti sparsi nel territorio a testimonianza del rapporto del sistema urbano con il paesaggio rurale e culturale. Gli edifici sono religiosi e riconducibili alla testimonianza di attività agricole-pastorali come le masserie e gli jazzi. Masserie: Masseria Marrone Chiese: Chiesa di Ognissanti Jazzi: Jazzo del Barone, Jazzo del Marchese

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PATRIMONIO STORICO URBANO Si tratta dei beni monumentali che sono localizzati all’interno dei territori costruiti tra le quali abbiamo: Chiese: chiesa di Sant’Anna, Chiesa del Padreterno, Cappella di San Filippo ‹ Morfologie del tessuto urbano ‹ Elementi caratterizzanti la morfologia e funzionali allo spazio urbano Piazze e spazi pubblici: Giardini storici: Viali:

6.2 Infrastrutture e Dotazioni ⋅ Viabilità comunale ⋅ Viabilità provinciale ⋅ Ferrovia + fascia di rispetto (30 m) ⋅ Cimitero + fascia di rispetto cimiteriale (200m) ⋅ Canalone ⋅ * Cimitero in ampliamento- Modifica della fascia di salvaguardia di 200m (ai sensi dell'art. 338 del Testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto n. 27 luglio 1034, n. 1265), verso la zona agricola - a seguito di osservazione in sede di CdS del 23.09.2019

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7 I CONTESTI TERRITORIALI

I Contesti territoriali rappresentano una sintesi che prende atto delle analisi e le traduce in sistema complessi. In accordo con gli indirizzi del DRAG i contesti territoriali sono parti del “ territorio connotate da uno o più specifici caratteri dominanti sotto il profilo ambientale, paesistico, storico-culturale, insediativo, infrastrutturale, e da altrettanto specifiche e significative relazioni e tendenze evolutive che le interessano”. I contesti territoriali costituiscono pertanto una sintesi, ovvero una ricomposizione delle tematiche analizzate nella fase di analisi delle diverse componenti, necessarie e creare un quadro sullo stato del territorio e capaci di interpretare le dinamiche legate alla genesi, alla trasformazione e alla conservazione, attraverso la messa in evidenza delle relazioni costituenti. I quadri interpretativi che ne derivano sono delle sintesi che evidenziano le relazioni tra gli elementi strutturanti il territorio e puntano l’obiettivo su quelle che sono le tendenze di sviluppo (o inviluppo) che caratterizzano il territorio, sono il passaggio dalla descrizione di un territorio alla sua narrazione del passato, del presente e del futuro. I contesti territoriali possono essere organizzati in: • Contesti urbani : territorio caratterizzato dalla presenza di insediamenti, definiti da caratteristiche fisiche e funzionali, dal valore storico-culturale e dalle tendenze di trasformazione e le relative criticità e potenzialità; • Contesti rurali : territorio caratterizzato da invarianti paesistico- ambientali o agricole/produttive, articolati secondo relazioni di tipo ambientale, paesaggistico, produttivo/culturale e/o insediativo.

7.1 PAESAGGI E CONTESTI RURALI I contesti rurali sono definiti sulla base delle analisi effettuate evidenziando i caratteri e i valori paesaggistici che rappresentano la connotazione del territorio. I contesti rurali rappresentano una specificazione dalle Figure territoriali e paesaggistiche degli Ambiti di paesaggio. La Figura territoriale - La Conca di Bari ed il sistema radiale delle Lame è caratterizzata da un mosaico agrario, eccessivamente semplificato, derivante dall’effetto dello sviluppo urbano della città di Bari soprattutto nella prima e seconda fascia dei comuni posti a raggiera. Il contesto agrario del comune di Valenzano rientra appieno in questa descrizione , rappresentata dalla matrice della distesa olivetata che permea in modo costante quasi tutto il territorio del Comune inframmezzata da vigneti e in percentuale minore, seminativi ed infine frutteti. Il DRAG Puglia definisce i contesti rurali come parti del territorio ove i caratteri dominanti sono quelli paesistico-ambientali o produttivi, anch’essi articolati in base a considerazioni integrate di tipo ambientale, paesaggistico, produttivo/colturale o insediativo. In accordo con la classificazione suggerita è possibile individuare:

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• Contesti rurali a prevalente funzione agricola • Contesti rurali da riqualificare e/o rinaturalizzare • Contesti rurali della rigenerazione • Contesti rurali periurbani – campagna del ristretto • Contesti rurali da tutelare e rafforzare – campagna profonda • Contesti Rurali a prevalente valore paesaggistico ed ambientale

Contesti rurali a prevalente funzione agricola Si tratta di aree ad agricoltura intensiva o specializzata sviluppate, che indipendentemente dalla loro collocazione geografica rispetto al sistema insediativo e infrastrutturale, presentano un’economia agricola sviluppata ed un tessuto di aziende agricole consistente. In tali aree le attività agricole, oltre al ruolo più immediato di carattere economico, svolgono un ruolo significativo di connotazione e conservazione del paesaggio rurale nei suoi molteplici aspetti, assolvendo quindi a funzioni di carattere sociale, culturale e ricreativo. Talvolta in tali aree la prosecuzione di alcune pratiche colturali adottate causa un impoverimento delle risorse ambientali e paesaggistiche, determinato dalla semplificazione della rete scolante, dall’insufficienza delle tecniche di conservazione del suolo alla quale è collegata anche la possibilità di dilavamento di sostanze inquinanti verso corpi idrici superficiali, nonché dalla rarefazione della vegetazione non colturale e in generale della dotazione naturalistica; individuati nelle aree caratterizzate da insediamenti produttivi di tipo agricolo. (fonte UdS)

Contesti rurali da riqualificare e/o rinaturalizzare Aree rurali caratterizzate dalla presenza d’impianti di estrazione attivi (cave), autorizzati e non, in fase di dismissione o completamente abbandonati; di discariche e/o depositi di materiali di varia natura e provenienza. - Impianti di estrazione (cave)

Contesti rurali della rigenerazione Aree rurali individuate sul territorio di Valenzano ed appartenenti ai terreni confiscati alla mafia. Obiettivo della rigenerazione è quella di attivare buone pratiche di riuso dei terreni agricoli dismessi e confiscati alle mafie da realizzare mediante percorsi di progettazione e costruzione partecipata, finalizzati alla ricostruzione dell’identità dei luoghi, e da gestire sperimentando forme innovative di collaborazione con il tessuto associativo, i privati e i cittadini. Le attuali forme di riutilizzo dei beni confiscati sono possibili a seguito dell’applicazione della legge 109/96 d’iniziativa popolare.

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Contesti rurali periurbani – campagna del ristretto

Aree individuate e localizzate nella fascia periurbana del territorio. Aree a configurazione agricola sebbene rientranti all’interno del perimetro urbano. I contesti rurali periurbani sono aree con attività agricola in atto, o con attività agricola pregressa e attualmente incolte, soggette e a fenomeni di marginalizzazioni produttiva conseguenti a interventi di urbanizzazione presenti o previsti o a processi di progressivo abbandono della attività agricola, o alla presenza di situazioni di conflittualità con la produzione agricola. Si tratta in genere di aree contigue agli aggregati urbani o ad infrastrutture, o che ne subiscono l’influenza, in cui l’attività agricola è di norma condizionata dalle altre attività e funzioni economiche e sociali. Il processo di segregazione e successiva espulsione dell’attività agricola determina spesso un assetto ambientale e paesaggistico degradato o quanto meno precario, caratterizzato da usi temporanei e impropri. Il ruolo dell’interfaccia tra urbanizzazione e campagna è strategico e cruciale nella pianificazione in quanto rappresenta uno spazio capace di generare economie ma anche ecologie necessarie alla qualità ambientale del sistema città stesso. Nell’ottica della costruzione di un paesaggio di transizione tra urbanità e agro cultura, il piano paesaggistico codifica lo spazio del periurbano come campagna del ristretto ovvero: quella fascia di territorio agricolo intorno alla città che ne inviluppa le sue frange periferiche. La campagna del “ristretto” rievoca la ricostruzione degli antichi “ristretti”, un paesaggio agricolo che nel passato era ricco di relazioni con la città. Il ristretto è caratterizzato da aree agricole spesso degradate o in abbandono.

Contesti rurali da tutelare e rafforzare – campagna profonda Aree ad agricoltura estensiva che presentano un’economia agricola debole e parcellizzata. In tali aree le attività agricole, più che un ruolo di carattere economico, svolgono un ruolo significativo di connotazione e conservazione del paesaggio rurale nei suoi molteplici aspetti. Si tratta di aree decentrate rispetto ai principali sistemi insediativi e infrastrutturali, caratterizzate da un’economia complessivamente debole e da fenomeni di abbandono e spopolamento che accentuano il livello di isolamento e marginalità. In esse si determinano fenomeni di degrado sociale e territoriale, livelli di senilità particolarmente elevati, bassa dotazione di servizi e attrezzature, abbandono della maglia viaria minore e del patrimonio edilizio, abbandono delle sistemazioni agrari e degrado delle sistemazioni idraulico forestali con conseguenze banalizzazione dell’ambiente e del paesaggio rurale, Che nel patto città campagna trova definizione come campagna profonda ovvero di quello spazio agricolo aperto che, nella maggior parte dei casi, non ha contatto diretto con la città e neppure con gli spazi agricoli periurbani. Nel territorio di Valenzano sono state individuate: • Aree a pascolo 71

• Boschi di latifoglie • Cespuglieti e arbusteti • Colture orticole • Colture temporanee • Frutteti • Prati alberati

Contesti Rurali a prevalente valore paesaggistico ed ambientale

Aree rurali prevalentemente non utilizzate/utilizzabili per l’attività agricola in conseguenza ai caratteri fisico/ambientali propri e/o specifiche disposizioni regolamentari che ne tutelano le funzioni intrinseche. Sono aree che per caratteristiche naturali, ambientali, morfologiche, pedologiche, climatiche non risultano compatibili con l’attività agricola ma adatte all’evoluzione di processi di naturalizzazione. - Aree a bosco - Lama Montrone - Reticolo idrografico di connessione della R.E.R.

7.2 CONTESTI URBANI Attraverso l’interpretazione delle risorse insediative è possibile giungere a definire i “contesti urbani”, vale a dire le “porzioni del territorio ove dominano gli insediamenti, articolati in base a considerazioni integrate sulle caratteristiche fisiche e funzionale delle risorse insediative classificate nell’ambito del sistema delle conoscenze, sul grado di compiutezza a il valore storico-culturale dell’insediamento, sulle tendenze di trasformazione e relative problematiche” (BURP n. 120 del 29/08/2008 – DRAG). Si individuano, sulla base di queste considerazioni i seguenti contesti:

Contesti Urbani Storici ossia gli agglomerati urbani che mantengono i segni della stratificazione insediativa e delle relative funzioni abitative, economiche, sociali e culturali, e che costituiscono patrimonio significativo della cultura locale, parte di una memoria collettiva che non deve essere cancellata; essi, pertanto, non coincidono esclusivamente con i nuclei antichi ma comprendono anche il patrimonio di interesse storico-documentale in relazione sia alle qualità morfologiche e tipologiche sia alle destinazioni: sono quindi compresi nei contesti urbani storici sia gli elementi e i nuclei del patrimonio storico anche al di fuori dell’insediamento, sia insediamenti novecenteschi di valore ambientale e storico testimoniale, quali i tessuti conservati nel loro impianto e nelle loro architetture originali e gli insediamenti pubblici che hanno segnato la storia e l’identità locale; dall’interpretazione delle risorse insediative questi contesti corrispondono agli insediamenti realizzati fino al 1890-1900. Allo stesso modi si identificano i contesti urbani storici consolidati, insediamenti realizzati fino 1950 ( = città consolidata).

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Contesti Urbani Consolidati ossia le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate con continuità, che presentano un adeguato livello di qualità urbana e ambientale tale da non richiedere interventi di riqualificazione; si tratta di contesti, realizzati nell’arco del ‘900, che, pur non presentando valori storico–architettonici di rilievo, sono caratterizzati da impianti morfologici riconoscibili associati in alcuni casi ad una componente edilizia ben conservata e sottoposta a manutenzione e ad una adeguata dotazione di spazi e di attrezzature di interesse pubblico; essi inoltre godono di posizioni centrali e fortemente accessibili; spesso le densità sono abbastanza elevate, non consentendo quindi ulteriori densificazioni, ma piuttosto la conservazione degli equilibri raggiunti; in queste aree andrebbero particolarmente osservati i fenomeni di terziarizzazione, per valutarne il carico urbanistico conseguente (mobilità e parcheggi), nonché la quantità e la fruibilità del verde urbano; andrebbero infine estrapolate le eventuali zone interstiziali o di margine dismesse, degradate o sottoutilizzate, da sottoporre a processi di riqualificazione;

Contesti urbani in formazione in modalità accentrate si tratta di contesti urbani esistenti di nuove formazioni urbane, per lo più realizzate in anni recenti o in fase di realizzazione, nate in prossimità di tracciati o nodi dell’armatura infrastrutturale, spesso spiccatamente monofunzionali e introverse, prive cioè di relazioni con l’intorno, sia esso urbanizzato, sia esso il paesaggio rurale (recinti, villaggi residenziali, cittadelle, strade mercato ecc.); per questi contesti vanno osservate con particolare attenzione l’impatto sull’ambiente e sul paesaggio, la individuazione di elementi ambientali, paesaggistici e infrastrutturali che possono contribuire a una loro definizione morfologica e a stabilire i limiti di un loro eventuale accrescimento, le carenze nella complessità funzionale e di integrazione con il territorio circostante, le potenzialità di completamento e qualificazione

Contesti Urbani Esistenti – Consolidati per Attività. Per quanto riguarda le aree ad uso prevalentemente produttivo, i contesti urbani consolidati comprendono: sono stati individuati i contesti urbani esistenti – consolidati per attività. Appartengono a queste le aree ad uso prevalentemente produttivo (Artigianale, industriale, commerciale), e le aree destinate agli spazi di uso pubblico, servizi e attrezzature a standard di quartiere.

Contesti urbani esistenti per attività di ricerca Tra i contesti urbani esistenti, è peculiarità del territorio di Valenzano, l’individuazione di due grandi zone destinate ad attività universitarie di ricerca classificabili come urbani esistenti per attività di ricerca. Si tratta di. Appartengono a queste le aree le sedi decentrate dell’Università di Bari (Veterinaria), del Politecnico di Bari (LIC) su Via Casamassima e dello IAM su Via Ceglie del Campo.

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La lettura e l’analisi delle risorse insediative esistenti ed il confronto con l’attuale Programma di Fabbricazione, indicano delle aree “residuali”, ovvero delle aree non ancora oggetto di edificazioni, pur conservando i diritti edificatori acquisiti. Tali aree sono identificate come potenziali aree della futura trasformazione: contesti della futura trasformazione da destinare ad insediamenti residenziali e contesti della futura trasformazione da destinare ad insediamenti produttivi.

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8 SCENARI E QUESTIONI EMERGENTI 8.1 Obiettivi di Qualita’ E’ finalità dichiarata del PPTR non solo la tutela e il mantenimento dei valori paesistici esistenti ma anche la valorizzazione dei paesaggi, il recupero e la riqualificazione di quelli compromessi e la realizzazione di nuovi valori paesistici; Gli obiettivi strategici del piano sono perseguiti attraverso azioni progetti politiche, Lo scenario strategico del PPTR è organizzato secondo obiettivi generali quali: 1) Garantire l’equilibrio idrogeomorfologico dei bacini idrografici; 2) Migliorare la qualità ambientale del territorio; 3) Valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata; 4) Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici; 5) Valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo; 6) Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee; 7) Valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia; 8) Favorire la fruizione lenta dei paesaggi; 9) Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri della Puglia; 10) Garantire la qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili; 11) Garantire la qualità territoriale e paesaggistica nella riqualificazione, riuso e nuova realizzazione delle attività produttive e delle infrastrutture; 12) Garantire la qualità edilizia, urbana e territoriale negli insediamenti residenziali urbani e rurali.

Il territorio regionale è stato articolato nel PPTR in Ambiti di paesaggio in coerenza con il Codice dei beni culturali e del paesaggio (comma 2 art. 135 del Codice) che rappresentano sistemi territoriali e paesaggistici definiti da relazioni tra le componenti ambientali, insediative e culturali definiti secondo relazioni di contiguità di caratteri e identità. Gli ambiti sono articolati in Figure territoriali che rappresentano le unità minime analitiche e progettuali Il territorio comunale di Valenzano appartiene all’ambito la Puglia Centrale e alla figura 5. 2 - La Conca di Bari e il sistema radiale delle Lame. Per ogni figura sono definiti obiettivi di qualità paesaggistica e territoriali per ognuna delle componenti paesaggistiche quali: • A.1 Struttura e componenti Idro-Geo-Morfologiche 1. Garantire l’equilibrio geomorfologico dei bacini idrografici - 1.1 Promuovere una strategia regionale dell’acqua intersettoriale, integrata e a valenza paesaggistica - 1.2 Salvaguardare e valorizzare la ricchezza e la diversità dei paesaggi regionali dell’acqua

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- 1.3. Garantire la sicurezza idrogeomorfologica del territorio, tutelando le specificità degli assetti naturali - 1.4 Promuovere ed incentivare un’agricoltura meno idroesigente - 1.5 Innovare in senso ecologico il ciclo locale dell’acqua

• A.2 Struttura e componenti Ecosistemiche e Ambientali 2. Migliorare la qualità ambientale del territorio 2.2 Aumentare la connettività e la biodiversità del sistema ambientale regionale 2.3 Valorizzare i corsi d’acqua come corridoi ecologici multifunzionali 2.4 Elevare il gradiente ecologico degli agro ecosistemi 2.7 Contrastare il consumo di suoli agricoli e naturali a fini infrastrutturali ed edilizi 4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici 4.1 Valorizzare i caratteri peculiari dei paesaggi rurali storici 4.2 Promuovere il presidio dei territori rurali 4.3 Sostenere nuove economie agroalimentari per tutelare i paesaggi del pascolo e del bosco 4.4 Valorizzare l’edilizia e manufatti rurali tradizionali anche in chiave di ospitalità agrituristica 4.5 Salvaguardare gli spazi rurali e le attività agricole 5. Valorizzare il patrimonio identitario-culturale insediativo 5.1 Riconoscere e valorizzare i beni culturali come sistemi territoriali integrati. 5.2 Promuovere il recupero delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco

• A.3 Struttura e componenti antropiche e storico-culturali - A3.1 Componenti dei paesaggi rurali 2. Migliorare la qualità ambientale del territorio 4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici 4.1 Valorizzare i caratteri peculiari dei paesaggi rurali storici 5. Valorizzare il patrimonio identitario-culturale insediativo 5.2 Promuovere il recupero delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco 5.4 Riqualificare i beni culturali e paesaggistici inglobati nelle urbanizzazioni recenti come nodi di qualificazione della città contemporanea 6. Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee 9. Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri 9.1 Salvaguardare l’alternanza storica di spazi inedificati ed edificati lungo la costa pugliese

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• A.3 Struttura e componenti antropiche e storico-culturali - A3.2 Componenti dei paesaggi urbani 1. Garantire l’equilibrio geomorfologico dei bacini idrografici 1.2 Salvaguardare e valorizzare la ricchezza e la diversità dei paesaggi regionali dell’acqua 2. Migliorare la qualità ambientale del territorio 3. Valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata 4. Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici 5. Valorizzare il patrimonio identitario culturale insediativo 5.1 Riconoscere e valorizzare i beni culturali come sistemi territoriali integrati 5.7 Valorizzare il carattere policentrico dei sistemi urbani storici 6. Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee 6.3 Definire i margini urbani e i confini dell’urbanizzazione 6.4 Contenere i perimetri urbani da nuove espansioni edilizie e promuovere politiche per contrastare il consumo di suolo 6.5 Promuovere la riqualificazione, la ricostruzione, e il recupero del patrimonio edilizio esistente 6.6 Promuovere la riqualificazione delle urbanizzazioni periferiche 6.7 Riqualificare gli spazi aperti periurbani e/o interclusi 6.8 Potenziare la multifunzionalità delle aree agricole periurbane 6.11 Contrastare la proliferazione delle aree industriali nel territorio rurale 8. Favorire la fruizione lenta dei paesaggi 8.2 Promuovere ed incentivare una fruizione paesistico - percettiva ciclo-pedonale 11. Garantire la qualità territoriale e paesaggistica nella riqualificazione, riuso e nuova realizzazione delle attività produttive e delle infrastrutture

• A.3 Struttura e componenti antropiche e storico-culturali.- A3.3 Componenti visivo percettive 3. Valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata 5. Valorizzare il patrimonio identitario-culturale insediativo 5.2 Promuovere il recupero delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco 5.5 Recuperare la percettibilità e l’accessibilità monumentale alle città storiche; 5.6 Riqualificare e recuperare l’uso delle infrastrutture storiche (strade, ferrovie, sentieri, tratturi) 7. Valorizzare la struttura estetico - percettiva dei paesaggi della Puglia 7.1 Salvaguardare i grandi scenari caratterizzanti l’immagine regionale 7.2 Salvaguardare i punti panoramici e le visuali panoramiche (bacini visuali, fulcri visivi) 7.3 Salvaguardare e valorizzare le strade, le ferrovie e i percorsi panoramici e di interesse paesistico ambientale 7.4 Salvaguardare e riqualificare i viali storici di accesso alla città

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11. Garantire la qualità territoriale e paesaggistica nella riqualificazione, riuso e nuova realizzazione delle attività produttive e delle infrastrutture

9 I PROGETTI TERRITORIALI

Il PPTR in coerenza con gli obiettivi individuati definisce i Progetti Territoriali: • La Rete Ecologica regionale • Il Patto città-campagna • Il sistema infrastrutturale per la mobilità dolce • La valorizzazione integrata dei paesaggi costieri • I sistemi territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici

Il comune di Valenzano, data la sua struttura territoriale, ambientale, sociale e culturale è interessato dai progetti patto città campagna e Rete ecologica regionale.

9.1 Il patto città campagna Finalità del Patto Città Campagna prevede l’integrazione dello sviluppo urbano con il progetto di sviluppo delle aree silvo pastorali contigue e distribuite all’interno del territorio. Finalità del progetto strategico è la riqualificazione dei margini urbani e la ricostruzione del “ristretto” storico, la creazione di parchi agricoli multifunzionali e la valorizzazione di morfotipi rurali di pregio; i parchi CO2, di riforestazione periurbana a fini di compensazione di zone industriali ad elevato degrado ambientale. Nel territorio di Valenzano è possibile individuare la campagna del ristretto, caratterizzata dall’essere una fascia cuscinetti tra il margine urbano e la viabilità, per la quale si propone una ri-valorizzazione del sistema agricolo in alcuni casi abbandonato, la campagna profonda, spazio agricolo aperto che non ha contatto diretto con la città e neppure con gli spazi agricoli periurbani, caratterizzata da una matrice continua a prevalenza oliveto e vigneto da valorizzare con agricoltura di qualità, salvaguardia idrogeologica e qualità del paesaggio anche nel recupero degli elementi strutturanti l’infrastrutturazione territoriale quali muretti a secco e viabilità interpoderale.

9.2 La Rete Ecologica regionale La Rete Ecologica regionale definisce un sistema ambientale del territorio regionale al fine di costruire un apparato ambientale, paesaggistico ed ecologico che riduca l’attuale frammentarietà aumentando la biodiversità

Il progetto della rete è costituita da: 78

- Rete ecologica della biodiversità REB, che mette in valore tutti gli elementi di naturalità della fauna, della flora, delle aree protette, che costituisco il patrimonio ecologico della regione; - Schema direttore della rete ecologica polivalente REP che, assumendo come base la Rete ecologica della biodiversità, assume nel progetto di rete in chiave ecologica gli altri progetti territoriali del PPTR; attribuendo in questo modo alla rete ecologica un ruolo non solo di elevamento della qualità ecologica.

Il comune di Valenzano presenta all’interno del suo territorio i seguenti elementi: REB: e la connessione ecologica fluviale costituita dal reticolo idrografico che dalla murgia interessa sia il Torrente Montrone che il canale Valenzano. RER: la connessione ecologica su vie d’acqua permanenti o temporanee; i boschi; la matrice agricola e le aree del ristretto.

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10 CRITICITÀ AMBIENTALI Il Comune di Valenzano risulta essere interessato da aree indicate nel PAI come aree a diversa pericolosità idraulica, pertanto esso è soggetto alle prescrizioni degli artt.7, 8 e 9 delle NTA del PAI. Per gli impluvi riscontrati sul territorio sono state tracciati gli “alvei fluviali in modellamento attivo e le aree golenali” e le “fasce di pertinenza fluviale”.Per quanto riguarda il PTA il comune di Valenzano rientra nella porzione a nord dell’abitato all’interno dell’acquifero carsico della Murgia e del Salento. Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici ci si trova di fronte ad una situazione relitta per quanto riguarda i due boschi presenti ai quali si associano gli incolti e/o le aree in abbandono ai margini dell’urbano.

10.1 Criticità nei contesti rurali Contesto rurale a prevalente funzione agricola – le principali criticità si riscontrano nella frammentazione puntuale delle aziende agricole nel territorio e nella loro struttura monofunzionale. La trasformazione verso usi non agricoli e non compatibili potrebbe compromettere gli equilibri e le relazioni tra gli elementi costitutivi riducendo la connessione tra attività produttiva agricola e patrimonio diffuso. Contesto rurale da riqualificare o naturalizzare – si tratta di una sola cava rientrante nel territorio comunale che non ha collegamenti ecologici con altri elementi del mosaico paesistico Contesto rurali della rigenerazione la criticità risiede anche in questo caso nei lembi di campagna che non si trovano raggruppati nel nucleo centrale e che quindi possono trovare difficoltà ad esser inseriti in processi di rigenerazione attraverso progetti sociali e ambientali. Contesto rurale periurbano - campagna del ristretto si caratterizza dalla condizione di abbandono e di residualità e dalla conseguente perdita della riconoscibilità del mosaico agricolo tradizionale, dalla presenza di incolti e dalla forte interclusione Contesto rurale da rafforzare (campagna profonda) -caratterizzato da una eccessiva parcellizzazione e nella quasi totale assenza di elementi naturali e seminaturali dell’agro-ecosistema (prati stabili, fasce tampone, bordi inerbiti dei campi, siepi, arbusteti, boschetti) Contesto rurale a prevalente valore paesaggistico ambientale è caratterizzato da una compromissione delle componenti di quelle idrologiche e alla eliminazione delle componenti naturali a ridosso delle aste fluviali.

10.2 Criticità nel sistema insediativo La sostenibilità ambientale è l’uso consapevole delle risorse urbane e territoriali, dalla analisi dei dati ISPRA 2019 sul Consumo di Suolo emerge che il Comune di Valenzano presenta una percentuale di consumo di suolo pari al 20,37 %, ovvero 322 ha. Emerge chiara la necessità di valutare lo sviluppo mettendo in relazione le progressioni demografiche con la tutela e la salvaguardia delle risorse del territorio.

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Incremento Incremento Consumo Consumo di consumo di consumo di di suolo suolo [ettari] suolo [ettari] suolo [%] 2016- COD_COM Comune Provincia Regione [%] 2017 2017 2016-2017 2017 72048 Valenzano Bari Puglia 20,37 322 0,00 0,00

Dalla analisi dei contesti urbani emerge una distribuzione non idonea dei servizi alla popolazione e nella fattispecie una cronica mancanza di spazi verdi.

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ALLEGATI – SCHEDE PROPOSTA MODIFICA Settembre 2019

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