150° Dell'unità D'italia – E' in Distribuzione Il Nuovo Catalogo Che

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150° Dell'unità D'italia – E' in Distribuzione Il Nuovo Catalogo Che Lunedì 14 marzo 2011 150° dell’Unità d’Italia – E’ in distribuzione il nuovo catalogo che illustra la mostra di bandiere storiche allestita in centro storico Chi desidera visitare la spettacolare mostra a cielo aperto Le strade della bandiera. Reggio Emilia città del Tricolore allestita nel centro storico di Reggio in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia si può avvalere – anche durante la Notte Tricolore e la festa nazionale del 17 marzo - della guida di un nuovo catalogo, in distribuzione in questi giorni, che ripercorre, bandiera per bandiera, la storia del Tricolore attraverso le strade della città. Il catalogo, disponibile in 15mila copie e distribuito gratuitamente negli uffici Urp, Iat, nelle biblioteche cittadine e presso l’Università (sede ex caserma Zucchi), attraverso immagini e didascalie illustra il percorso di 6 chilometri lungo via Emilia San Pietro, via Emilia Santo Stefano, via Farini, via Crispi e le limitrofe via Toschi, viale Allegri e corso Garibaldi, inaugurato lo scorso 7 gennaio 2011, festa del Tricolore, dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lungo il percorso visitatori e passanti potranno usufruire anche delle didascalie fissate a terra (che saranno posizionate condizioni meteo permettendo) in corrispondenza di ogni bandiera o utilizzare le analoghe didascalie affisse alle vetrine dei numerosi negozi che hanno aderito al progetto “Adotta una bandiera” e che espongono notizie relative allo stendardo a loro più prossimo. Il catalogo contiene anche testi introduttivi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del sindaco Graziano Delrio e dello storico Alberto Melloni, curatore della mostra. L’esposizione resterà visibile fino al 2 giugno, festa della Repubblica. In mostra - oltre alla bandiere che dagli emblemi delle rivoluzione francese segnano la strada che ha portato all’adozione dell’odierno vessillo nazionale - anche le diverse bandiere che hanno segnato la storia del Paese: le bandiere dell’Unione Europea, le bandiere dei Paesi che si sono intrecciati con la storia nazionale, le bandiere della Repubblica, le bandiere evocative. La mostra è promossa dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Unità tecnica di Missione per le Celebrazioni del 150° anniversario dell'unità nazionale, l’Istituto della Enciclopedia italiana Treccani e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Cenni di storia attraverso le bandiere in mostra Il Tricolore della rivoluzione (primo tratto di via Emilia San Pietro) 1789, 14 luglio: nel luglio del 1789 la guardia municipale di Parigi porta una coccarda rosso-blu, alla quale aggiunge il bianco dopo il ritorno del re in città. I tre colori diventano emblema rivoluzionario. 1 1794/1812: il Tricolore adottato nel 1794 viene scelto dal 1804 come bandiera di tutti i reggimenti dell’esercito francese. 1845, 5 marzo: durante la rivoluzione del 1848, la seconda Repubblica adotta un Tricolore con le bande verticali. Il 5 marzo la decisione viene annullata e la bandiera ritorna alla sua forma rivoluzionaria, col rosso all’asta e il bianco al centro. I Tricolori nell’Italia d’età giacobina e napoleonica (via Emilia San Pietro) 1796, 10 aprile, Milano: in questa data le truppe di Napoleone entrano in Italia e occupano i ducati di Milano e Mantova. La Legione lombarda usa una bandiera coi colori della guardia milanese, ma che ricalca il Tricolore francese, dal quale dipende direttamente. 1796, 2 novembre, Milano: la Guardia nazionale milanese riceve il 12 brumaio (2 novembre) 1796 le insegne dove appaiono i simboli rivoluzionari che, per smarcarsi dai segni religiosi, sono di derivazione classica (il cappello frigio indossato dagli schiavi liberati dalla Roma antica, il fascio littorio delle libertà romane, le corone di foglie che rappresentano la forza e la concordia). 1796/1797, Modena: Napoleone invade anche i territori di Reggio e Modena tolti agli Estensi e quelli di Bologna e Ferrara tolti al Papa. 1797, 7 gennaio, Reggio Emilia: in questo giorno, nella sala dell’archivio ducale (oggi sala del Tricolore) il congresso della Repubblica Cispadana adotta il Tricolore, non più come vessillo militare, ma come bandiera di valore politico. Nella faretra, che sovrasta i segni della vittoria, le frecce rappresentano le quattro province che si sono unite. Non c’è un esemplare di questa bandiera che fu ricostruita dal massimo storico del Tricolore, Ugo Bellocchi, nel corso del XX secolo. 1797/1798, Milano: bandiera della prima Compagnia città di Milano degli Usseri di Requisizione della Repubblica Cisalpina, vivaio degli ufficiali per la cavalleria. 1797/1798, Ancona: Bonaparte costituisce il 19 novembre 1797 la Repubblica di Ancona che comprende la precedente Marca dello Stato della Chiesa. 1798/1799, Roma: Il generale francese Berthier occupa Roma e proclama la Repubblica romana il 15 febbraio 1798, dichiarando decaduto il Papa e requisendo opere e beni. 1797/1799, I Repubblica Cisalpina: nel maggio 1797 Napoleone stacca le province di Modena e Reggio dalla Repubblica Cispadana alla quale annette le Romagne e le destina alla Repubblica Transpadana che dà alle sue coorti un Tricolore col berretto frigio e l’archipendolo. L’11 maggio del 1798 il Consiglio repubblicano ufficializza il Tricolore verticale di forma quadrata. 1798/1799, Napoli: la controffensiva francese spinge il re Ferdinando IV a fuggire a Palermo, lasciando a Laino Francesco Pignatelli il compito di firmare l’armistizio che apre al generale Championnet le porte della città. 1800/1802, II Repubblica Cisalpina: Napoleone, proclamato primo console, scende nuovamente in Italia ad Aosta nel maggio 1800. Ad agosto la Legione italica, ora Divisione italica, usa un Tricolore con al centro l’archipendolo e il cappello frigio. 1800, agosto, II Repubblica Cisalpina: il 2° reggimento Usseri della Repubblica Cisalpina adotta uno stendardo con la berretta rivoluzionaria sopra un fascio, che, per tutto l’Ottocento, rimarrà un simbolo dell’unione popolare. 2 1801, Regno d’Etruria: fra il 1801 e il 1808 il Regno d’Etruria viene concesso da Napoleone ai Borbone come compensazione per la rinuncia al Ducato di Parma, dotato dal 1° gennaio 1804 di una propria bandiera. 1802, 26 gennaio: Napoleone Bonaparte viene proclamato Presidente della Repubblica Italiana il 26 gennaio 1802 dai deputati della Repubblica Cisalpina. Fra il 1803 e il 1805 i Granatieri a Cavallo della Guardia del Presidente della Repubblica italiana usano lo stemma con i simboli di giustizia adottati a maggio del 1802. 1802, 20 agosto, Milano: il 20 agosto 1802 il Governo della Repubblica approva il cambiamento della “Bandiera di terra e di mare” dello Stato. La forma del nuovo vessillo sarà “un quadrato a fondo rosso, in cui è inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde”. La decisione resterà in vigore, fino al 1814, anche dopo la proclamazione del Regno d’Italia, con lievi varianti riconosciute ai drappi di taluni reparti militari o adottate in circostanze particolari. Il motivo sarà ripreso nello stendardo quirinalizio del secolo XXI. 1805/1808, Napoli: Napoleone nomina Re di Napoli suo fratello Giuseppe nel 1805, dopo aver dichiarato decaduta la dinastia Borbone: la bandiera del governo che tenta di rompere le strutture feudali del Regno richiama nei propri colori quelli della Repubblica Romana caduta. 1808/1815, Napoli: il 1 agosto 1808 Napoleone incorona Re di Napoli il generale Gioacchino Murat, dopo aver mandato Giuseppe Bonaparte a regnare sulla Spagna. 1805, 26 maggio, Milano: fattosi incoronare da Pio VII Imperatore dei francesi, Napoleone trasforma la Repubblica in Regno d’Italia a marzo e si fa incornare Re il 26 maggio 1805 nel duomo di Milano, sua capitale. I corpi militari del Regno Italico modificano di poco gli stendardi repubblicani. 1805/1814: dal marzo 1805 fino all’abdicazione di Napoleone e poi di Beauharnais dell’aprile 1814 la bandiera del Regno d’Italia napoleonico porta al centro l’aquila imperiale. Le bandiere dei moti e delle insurrezioni (fino a piazza Del Monte) 1820/1831: quella carbonara è una bandiera segreta come la società che la porta e nella quale si formano molti dei patrioti protagonisti dei moti degli anni della restaurazione: I suoi colori – l’azzurro, il nero, il rosso – sono attestati in vario ordine. 1831, febbraio/marzo, Bologna: dopo l’abdicazione di Carlo X a Parigi, anche in Italia ci sono insurrezioni. Girolamo Tipaldo de’ Pretenderi, è uno degli studenti greci che partecipano ai moti a Bologna e che, dopo la sconfitta, deve andare in esilio. Tornerà nel 1864 per ricevere la cittadinanza onoraria; fra i suoi oggetti una fascia con la sequenza verde-rosso-bianco usata nei moti e questa bandierina dei greci dove due mani reggono un Tricolore dipinto nel Tricolore. 1831/1848, Reggio Emilia: nei moti del 1831 il Tricolore viene usato da rivoluzionari e patrioti come proprio emblema in tutte le città della Romagna, dell’Emilia e delle Marche. Dopo il fallimento delle insurrezioni, la bandiera proibita diventa un oggetto pericoloso da produrre e da custodire; come quella ricamata da Liberata Ruscelloni, Bettina Ferrari, Vittoria Spagni, che viene protetta fino al 1848 e consegnata allora alla Guardia Civica (la banda rossa inferiore, perduta nel tempo, è ricostruita). 3 1848, 10 febbraio, Roma: una frase di Pio IX del 10 febbraio – “Benedite, Gran Dio, I’Italia” – accende le speranze dei liberali e dei cattolici convinti che il papa possa guidare o sostenere l’indipendenza italiana. In questo periodo ricami e stampe lo ritraggono col Tricolore, che lo stesso pontefice farà apporre come cravatta allo stendardo pontificio per qualche settimana. 1831, 26 giugno, Marsiglia: a Marsiglia nasce la Giovine Italia. Giuseppe Mazzini - nello Statuto e nell’Istruzione generale per gli affratellati del 1832 - stabilisce che i colori della società sono “il bianco, il rosso, il verde” e propone delle scritte: “libertà, uguaglianza, umanità” per un lato, e per l’altro “unità e indipendenza”. Le bandiere del 1848/1849 (primo tratto di via Emilia Santo Stefano) 1848, 12 gennaio, Palermo e Messina: il 12 gennaio 1848 Palermo e Messina insorgono contro i Borbone, seguite da Napoli il 27.
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