Consiglio Nazionale Forense Presso Il Ministero Della Giustizia

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Consiglio Nazionale Forense Presso Il Ministero Della Giustizia CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA *** RASSEGNA STAMPA 7 maggio 2008 Titoli dei quotidiani Avvocati Il Sole 24 Ore Cassazione. Ordinanza n. 6534/2008 Italia Oggi Avvocato per 14 mila euro al giorno Professioni Il Sole 24 Ore Il notaio legge e spiega la scrittura alle parti Giustizia Italia Oggi Sicurezza, giustizia più rapida La Repubblica La corsa a ostacoli di Berlusconi Fini: "Così An è insoddisfatta" La Repubblica Da Agrigento a via Arenula l´attesa di Angelino il fedelissimo Il Messaggero Giustizia e ministri, Napolitano chiede garanzie Il Messaggero An punta i piedi: “Sui nostri ministri decidiamo noi” Corriere della Sera Minorenni in carcere Uno su due è straniero GIURISPRUDENZA Il Sole 24 Ore Onorari, dopo l’Ordine la parola passa al Tar Italia Oggi Parcheggi a giudizio FLASH Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - *** Avvocati Legali e mercato Ignazio Marno, Italia Oggi pag. 11 Avvocato per 14 mila euro al giorno Poco più di 14 mila euro al giorno. Con i suoi 5 milioni di reddito dichiarato nel 2005, Roberto Cera, attivo in Bonelli Erede Pappalardo, si attesta come l'avvocato d'affari dal tempo più prezioso di tutti. Per trovare redditi più alti nelle law firm bisogna scomodare i due fondatori dello stesso studio: Franco Bonelli e Sergio Erede, rispettivamente posizionati a 10.944.168 euro e 11.695.427 euro. Cera, ai vertici della classifica dei legali più ricchi, è in compagnia di Michele Carpinelli, managing partner di Chiomenti, con i suoi 4,2 milioni di euro. Quest'ultimo, però, rappresenta un caso sui generis all'interno dello studio. Dato che in Chiomenti, stando ai dati diffusi e subito ritirati dall'Agenzia delle entrate, nessuno guadagna una cifra così alta. Nemmeno gli eredi del fondatore. Carlo Chiomenti, infatti, arriva a 762 mila euro. Mentre Filippo Chiomenti supera appena i 160 mila euro. Tornando in Bep lex, scorrendo la lista dei redditi resi noti si scopre che Genova, sede coordinata da Franco Bonelli, ha tutti soci ben remunerati. Fatto degno di nota se si considera che da sempre è Milano a essere ritenuta la capitale finanziaria del paese. Nel capoluogo ligure, infatti, Marco Arato e Andrea Bettini hanno portato a casa oltre 1,5 milioni di euro a testa in un anno. Addirittura Giovanni Domenichini ha sfiorato i 2,5 milioni di euro. Redditi pesanti anche per i gli avvocati usciti da Gianni Origoni Grippo per fondare Legance. Si va dai 2,3 milioni di Filippo Troisi ai 2 milioni di Alberto Giampieri, Bruno Bartocci e Giovanni Nardulli. Quest'ultimo, oggi, managing partner della nuova law firm dagli ambiziosi obiettivi. Passando in casa Gianni, è uno dei tre fondatori, Francesco Gianni, a stare in cima alla classifica con i suoi 6,6 milioni. Giovanbattista Origoni si attesta intorno ai 2,4 milioni. Mentre Eugenio Grippo scende a 1,5 milioni. In Dla Piper, invece, solo Olaf Schmidt con i suoi 1,5 milioni si avvicina al senior partner Federico Sutti, che ha dichiarato 1,8 milioni. Gli altri soci viaggiano su cifre molto più modeste. Nello studio il terzo in classifica, per esempio, è Sergio Anania con 310 mila euro. Lo studio Pedersoli conserva il nome di chi l'ha fondato, ma oggi Alessandro Pedersoli riveste il ruolo di Of counsel. Consulenza che nel 2005 ha fruttato all'avvocato 3,2 milioni di euro. A tenere le redini oggi è un altro Pedersoli, Carlo. Reddito dichiarato: 2,7 milioni di euro. In Freshfields, nonostante nessuno dei legali abbia il nome in bella vista, gli avvocati di razza viaggiano sopra il milione di euro. Fabrizio Arossa arriva a 1,3 milioni. Raffaele Lener (managing partner), invece, raggiunge 1,2 milioni. Come Mario Ortu ed Enrico Castellani. Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Il Sole 24 Ore pag. 35 Cassazione. Ordinanza n. 6534/2008 “Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli si costituiva a giudizio ed eccepiva, tra l’altro, il difetto di giurisdizione del giudice ordinario “rientrando nella giurisdizione del giudice amministrativo la controversie inerente il parere espresso in materia di liquidazione dei compensi dell’avvocato (…). Come chiarito nella giurisprudenza di legittimità, la domanda risarcitoria nei confronti della P.A deve essere rivolta al giudice amministrativo in quanto la condotta causativa di danno si riconnetta direttamente all’esercizio di attività provvedimentale (nel caso in esame si tratta del rilascio di un parere con effetti costitutivi e vincolanti), anche se il provvedimento sia stato annullato dallo stesso giudice in sede di giurisdizione di legittimità o a seguito di un ricorso straordinario (ordinanza 15/06/2006 n. 13911). In definitiva, applicando i detti principi al caso di specie, la domanda risarcitoria proposta nella presente causa nei confronti del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli deve ritenersi devoluta al giudice amministrativo, in quanto la condotta causativa del danno si collega direttamente all’esercizio di attività provvedimentale dell’ente pubblico consiglio del’Ordine degli avvocati di Napoli. Va pertanto dichiarata la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Professioni Notai Laura Cavestri, Il Sole 24 Ore pag. 35 Il notaio legge e spiega la scrittura alle parti Obbligo di leggere a voce alta e spiegare le scritture private cosiddette “a raccolta” (ad esempio, la documentazione che accompagna un rogito) così come accade per un atto pubblico, a meno che non ci sia, in tal senso, un’esplicita dispensa delle parti. Assieme alla vigilanza sui notai “particolarmente zelanti” che hanno superato il doppio degli onorari di repertorio, quella della lettura con spiegazione è la principale modifica introdotta nel Codice deontologico notarile dal Consiglio nazionale, nelle riunioni del 3-5 aprile. Il testo, che dovrebbe essere pubblicato in G.U intorno alla metà di giugno recepisce una seconda parte di modifiche, rispetto a quelle già introdotte con il primo aggiornamento - deliberato il 15 dicembre 2006 ed entrato in vigore dal 1 gennaio 2007 – in conformità alle modifiche imposte dal decreto legge 223/06 (Dl Visco-Bersani, convertito in legge 248/2006). “le novità riguardanti la disciplina della presenza in sede e le attività in quelle secondarie, così come la lesione della terzeità dei rapporti troppo stretti con “procacciatori” erano state già introdotte con la revisione in vigore dal 1 gennaio 2007 – spiega Paolo Piccoli, presidente del Notariato -. Nella versione aggiornata del Codice “vengono introdotti gli articoli 35 bis e 42 lettera c) al capitolo “Prestazioni”. Come spiega lo stesso presidente nazionale “l’articolo 35 bis stabilisce che, al fine di garantire la qualità delle prestazioni, i consiglieri distrettuali, con i loro poteri di ispezione, devono esercitare un controllo sui notai che hanno superato il doppio della media degli onorari repertoriali”. Il notaio che dovesse superare questa “soglia” non sarò automaticamente sanzionato, ma sottoposto a vigilanza e, di conseguenza, chiamato a fornire spiegazioni. L’articolo 42, lettera c, spiega ancora Piccoli, prevede “l’obbligo di leggere e spiegare le scritture private “a raccolta” così come si fa per l’atto pubblico, a meno che non siano le parti a dispensare il notaio dal farlo. Anche in questo caso si tratta di una norma che tutela l’interesse della clientela attraverso una diffusa consapevolezza di tutta la documentazione conforme in base alla quale il notaio esercita il suo ruolo”. Quanto alle norme che riguardano il rapporto del notai con i cosiddetti “procacciatori”, il Notariato sottolinea l’intenzione di far valere il principio di terzeità del notaio. Infine, sul rapporto tra sedi principali e secondarie, si spiega che la necessità di disciplinare la presenza in studio del professionista era stata rivisitata in accordo con l’Antitrust. Consiglio Nazionale Forense - via del Governo Vecchio, 3 - 00186 Roma - tel. 0039.06.977488 - fax. 0039.06.97748829 - Giustizia Livia Pandolfi, Italia Oggi pag. 15 Sicurezza, giustizia più rapida La faccia feroce per garantire sicurezza a cittadini e imprese serve a poco. Ammodernare una volta per tutte questo paese garantendo una giustizia veloce, certezza della pena, manodopera regolare e accoglienza agli immigrati, questa la risposta più efficace. La ricetta di Roberta Pinotti, responsabile sicurezza del Pd, passa anche per quella riforma complessiva dello stato su cui tanto aveva insistito il Partito democratico durante le elezioni. «Avessimo approvato il pacchetto sicurezza», si rammarica Pinotti, «molte risposte giuste sarebbero già state date ai cittadini». Domanda. Invece è finita che questi temi sono diventati appannaggio della Lega e del Pdl. Sappiamo come sono andate le elezioni. Perché questo paese non si sente più sicuro? Risposta . Perché gli ultimi anni hanno portato grandi trasformazioni sia nella realtà urbane che nelle zone più ricche come il Nord. Noi non abbiamo più immigrati rispetto agli altri paesi europei, il fatto è che essi sono arrivati in fretta e si sono concentrati soprattutto nelle regioni al di sopra di Roma. D. Gli immigrati fanno paura? R . Sì, se delinquono. Ma non è questo il punto. Negli ultimi dieci anni complessivamente i reati non sono aumentati. Si sono però moltiplicati scippi, furti, rapine in casa. Proprio tutto ciò che minaccia la nostra sicurezza quotidiana. La percezione dell'aumento dei reati è molto diversa dalla realtà ma, come ha spiegato il capo della polizia Manganelli, è a questa sensazione che dobbiamo dare risposta. D. A Verona cinque ragazzi di famiglie normali hanno ucciso a botte un ragazzo normale. Cosa succede, siamo alla deriva dei valori? R. Questo è il classico esempio che dimostra quanto sia sbagliato ricondurre tutti i problemi della sicurezza alla paura di immigrati e clandestini.
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