Capodistria Il Lungo Esilio

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Capodistria Il Lungo Esilio Aldo Cherini Capodistria Il lungo esilio Spoglio di cronaca giornalistica 1945 – 2008 Autoedizione 2008 Quarta revisione 15/08/2008 www.cherini.eu 2 Capodistria può essere considerata un sobborgo della grande città di Trieste dalla quale è separata da un breve tratto di mare. Quando nell’estate del 1945 Capodistria viene a cadere sotto il giogo slavo- comunista, del tutto estraneo ma rivendicata dalla Jugoslavia come terra propria, non pochi capodistriani, allibiti e sconcertati, si rifugiano a Trieste in attesa di tornare al- le proprie case sperando in un rinsavimento nelle assurdità politiche emergenti. Si sa come in realtà ciò non è avvenuto con la conseguenza di un esodo totale e definitivo. La maggioranza degli esuli si ferma a Trieste per più ragioni trovandosi ad af- frontare situazioni incredibili che li trovano impreparati e disuniti anche tra concitta- dini. Sarebbe necessaria la massima unione ma viene a mancare la persona di cari- sma, di riconosciuta autorevolezza, capace di farsi avanti, di farsi ascoltare. Non di certo un monsignore come Edoardo Marzari, già presidente del Comitato di Libera- zione Nazionale durante l’ultimo periodo della guerra, da tutti conosciuto ma politi- camente ingenuo e benemerito in altri campi; neppure Piero Almerigogna, personag- gio di spicco, patriota ma troppo compromesso con il cessato partito fascista; non il dott. Carlo Nobile, socialista, ultimo sindaco regolarmente eletto, ma eravamo nel 1922; non il farmacista Ghino de Favento, presidente del CNL- Comitato di Libera- zione Nazionale cittadino disciolto dagli slavi, non ferrato politicamente. Da ciò lo sbando fin dagli inizi. Mantiene però la sua coesione e autorevolezza sociale il Circolo Canottieri “Libertas” mentre i vecchi gruppi per lo più di impronta religiosa si riassestano in qualche modo nel loro ambito. Assume inizialmente una certa rilevanza il CNL dell’Istria, al quale vengono affidate mansioni di assistenza di primo intervento ai profughi, ma con discriminazio- ni che in quei momenti sono del tutto inopportune. Si piazzano le sezioni dei partiti po- litici DC (Democrazia Cristiana), PSVG (Partito Socialista della Venezia Giulia), PSI (Partito Socialista Italiano) che più che altro sono interessati agli esuli come serba- toio di voti per le elezioni politiche e amministrative che si susseguono. Quanto basta per rinfocolare il vecchio spirito di disunione, che col “divide et impera” fa il gioco dello stesso governo italiano che per inettitudine o disinteresse o proprio comodo non intende intervenire in quanto sta succedendo. Si delinea un calo progressivo di valori ben avvertibile in un certo momento, causato dalla perdita per fatto fisiologico di molti dei componenti più motivati, attenti e preparati, e peggio dalla penetrazione nelle stesse associazioni dei zelatori di indi- rizzi ideologici contrari alle ragioni e ai dettati statutari con aperture stravolgenti verso i così detti “rimasti”, manifestate in maniera sfacciata tanto da provocare la reazione che ha portato nell’Unione degli Istriani e nella Fameia Capodistriana al cambiamento dei vertici con nette prese di posizione. 1 Gli esuli capodistriani entrano bene o male nella residenza triestina con le loro virtù e i loro vizi, con o senza la consapevolezza delle loro radici storiche, culturali e sociali tanto diverse da quelle triestine. Non pochi si distinguono nelle professioni, nelle arti, nel lavoro, nella scuola, nelle attività sportive, nel comportamento sociale in posizioni talora di alto livello tanto di conferire lustro non solo alla città madre ma anche alla stessa Trieste. Ma la maggioranza si pone in posizione amorfa, ha sentito parlare, si, di una Capodistria italiana ma non sa né dove né come né quando. La cronaca che segue intende citare tutti, conosciuti o sconosciuti, attivi o pas- sivi, meritevoli o no, senza esaltazioni preconcette o discriminazioni perseguendo il solo fine di presentare una quadro testimoniale, verificabile, della portata dell’esodo in località disseminate dappertutto, in terre anche molto lontane, che non di rado hanno accolto gli esuli abbandonati sé stessi, ignorati, privi di uno status legale, ri- guardati da qualche sparsa disposizione di legge il più delle volte non applicata. Le date sotto riportate riguardano in linea di massima non i fatti ma l’edizione del giornale o periodico che riporta la notizia. I relativi ritagli, integrali, sono conser- vati in 165 quaderni numerati, ciascuno con più o meno pagine per annata. 2 1945 1945 luglio Mons. Edoardo Marzari compare tra i promotori della ricostituita Lega Nazionale e tra i fondatori dei Sindacati Giuliani, che rompo- no il monopolio comunista della C.G.I.L. È promotore o tra i pro- motori di organismi di tutela o aiuto dei più giovani quali la Re- pubblica dei Ragazzi, l’Opera Figli del Popolo, la Famiglia Univer- sitaria Auxilium, il Collegio Semente Nova. Il GMA Governo Militare Alleato organizza una squadra di nuota- tori esperti in operazioni subacquee per liberare gli specchi di mare del porto, di Sistiana e di Monfalcone dagli esplosivi e dai residuati bellici (mine, bombe d’aereo inesplose, munizioni e proiettili). As- sume il comando Paolo Paulin proveniente dalla X.a MAS, con Piero Zamarin, Vito Stradi e altri, che portano a termine il pericolo- so incarico senza incidenti. 1945 22 luglio In gara con il triestino Toni Popovich, Piero Zamarin batte, nella vasca del Bagno Ausonia, il primato mondiale di permanenza sott’acqua in apnea con 4 minuti, 14 secondi e 3/10. 1946 1946 11 gennaio Nasce il comitato istriano del CNL- Comitato di Liberazione Na- zionale del quale fanno parte Giorgio Cesare (Dardo Dardi) e Piero Apollonio (Gino Baldi). 1946 14 maggio Giorgio Cesare compare tra quanti presentano una mozione di pro- testa al governo italiano che non intende appoggiare il principio dell’autodecisione nella soluzione del problema giuliano. 1946 luglio L’avv. Petrisso de Petris è chiamato a presiedere la sezione profu- ghi della Lega Nazionale. 1946 23 settembre Giorgio Cesare è incaricato di accompagnare presso il col. Rober- tson, commissario di zona del GMA – Governo Militare Alleato un gruppo di donne espulse da Capodistria. Denuncia le intemperanze slave in un telegramma mandato a Parigi dove si trova anche mons. Marzari quale esponente ella DC – Democrazia Cristiana. 1947 1947 10 febbraio Giorgio Cesare compare tra i redattori di un ordine del giorno di protesta riguardante la firma del così detto trattato di pace avvenuta a Parigi. 1947 2 marzo Giorgio Cesare entra nel CNL come membro effettivo. 1947 28 maggio Il dott. Antonio Della Santa, vicepresidente del PL -Partito Libera- le, dichiara che bisogna fare proposte al governo e non stare a rice- 3 verle. Propugna l’unificazione dei vari organismi giuliani e dalmati. Il CNL si dichiara contrario. Nino de Totto, esponente del MIS - Movimento Sociale Italiano, a Roma, protesta per le entromissioni del CNL nell’iter riguardante gli indennizzi dei beni situati nella Zona B del costituendo TLT - Territorio Libero di Trieste. 1947 29 agosto Il dott. Carlo Nobile entra nel CNL quale membro rappresentante del PSVG. – Partito Socialista della Venezia Giulia. 1948 1948 gennaio Giorgio Cesare fa parte della delegazione di quattro rappresentanti del CNL che viene ricevuta dal ministro degli esteri Sforza. Si pro- fila l’esodo in misura massiccia e viene denunciata la scarsa intesa intercorrente tra il CNL, i partiti e le autorità di Trieste. 1948 20 febbraio Giorgio Cesare fa parte della delegazione di cinque persone inviate a Roma presso il presidente del consiglio dei ministri e il ministro degli esteri. Viene sollecitato il plebiscito, che il governo non vuo- le. 1948 31 ottobre Giorgio Cesare viene preposto al servizio stampa e propaganda del CNL. 1949 1949 novembre Il MIR - Movimento Istriano di Rivendicazione di Pola, che ha ri- preso l’attività a Gorizia, fonda la Società Istriana di Studi e Storia Patria e riprende la pubblicazione della rivista “Pagine Istriane” (III.a serie), fondata a Capodistria dove veniva pubblicata in I.a e II.a serie. La nuova serie pubblica periodicamente scritti, memorie e studi storici di Piero Almerigogna, Francesco Semi, Carlo Ricco- bon, Ricciotti Giollo, Bruno Maier, Aldo Cherini ed altri in un cre- scendo che costituirà un apporto culturale non indifferente. 1951 1951 22 ottobre Giorgio Cesare viene incaricato dal CNL di redigere un promemo- ria ribadente la necessità del plebiscito da consegnare a Roma. 1951 12 novembre È stato ricoverato nell’Ospedale Maggiore mons. Giorgio Bruni vittima di un’aggressione slavo-comunista sulla strada di Carcause. Il fatto provoca molta risonanza e il consiglio comunale di Trieste vota una protesta all’ONU. A Ranieri Gay, tenente del battaglione sahariano del raggruppa- mento Maletti, viene concessa la m.d’a. al v.m. per una sua valoro- sa azione in Africa Settentrionale (12 settembre – 9 dicembre 1940). 4 1951 dicembre Nella ricorrenza della Madonna di Loreto viene concessa la m.d’a. al v.m. alla memoria al tenente pilota Giovanni Riosa (Sasi). Di ba- se a Cagliari, era caduto la sera del 31 agosto 1940 nel corso di un’azione di ricognizione. 1952 1952 17 gennaio Il piroscafo “Vettor Pisani” della Navigazione Capodistriana so- spende le corse a seguito di una messa in scena orchestrata dagli slavi simulando un trasporto di armi col seguito di alcuni arresti tra l’equipaggio, tra i quali il capitano Vardabasso. 1952 28 gennaio L’armo del C.C. “Libertas” formato da Ramani, Tarlao e Marion vince a Macon il campionato europeo della sua categoria. Si apre la strada per le Olimpiadi. 1952 25 febbraio Sotto la presidenza del dott. Carlo Nobile ha luogo nella sede del Circolo Istriano di Via Diaz la libera assemblea del comune di Ca- podistria, presente anche il sindaco di Trieste ing. Gianni Bartoli. 1952 28 maggio Il prof. Lucio Lonza assume la carica di segretario provinciale del PSVG, appoggia il principio della libera consultazione popolare e le trattative dirette per il plebiscito.
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