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SILVA ET FLUMEN

TRIMESTRALE DELL’ACCADEMIA URBENSE DI OVADA Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale 70/- NO/Alessandria ANNO XXVI - N° 3 - 4 SETTEMBRE- DICEMBRE 2018

Il Catasto Ovadese Andrea Doria San Gaudenzio prima del 1793 nel Castello di Masone Parrocchiale di Ovada

Un Patrizio Genovese Piante e fiori Il processo alla Lercara dell’Ovadese “Cravino”

Pesce e Pistarino tra Un racconto Un atto notarile: Corsica e Oltregiogo su Rondinaria Carpeneto 1852

“LA VILLA DELLA LERCARA”, IN UNA FOTO DI RENATO GASTALDO DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 178

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SILVA ET FLUMEN Periodico trimestrale dell’Accademia Urbense di Ovada Direzione ed Amministrazione P.zza Cereseto 7, 15076 Ovada Ovada - Anno XXXI, Settembre - Dicembre 2018 - n. 3-4 Autorizzazione del Tribunale di Alessandria n. 363 del 18.12.1987 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - NO/Alessandria Conto corrente postale n. 12537288 Quota di iscrizione e abbonamento per il 2019 Euro 25,00 Rivista fondata nel 1986 da Alessandro Laguzzi Questo è il secondo numero di URBS Direttore: Paolo Bavazzano Direttore Responsabile: Lorenzo Bottero dato alle stampe dopo l’immatura scom- Impaginazione a cura di Ivo Gaggero parsa del Direttore Alessandro Laguzzi: tangibile prova che il seme gettato dall’in- OMMARIO S dimenticabile Presidente produce i suoi Ambrogio Pesce Maineri e Geo Pistarino. Uno storico e un accademico frutti. di alto profilo uniti da comuni interessi per la Corsica Anzi, non solo per quanto concerne la di Pier Giorgio Fassino p. 179 pubblicazione di questa Rivista ma anche La chiesa di San Gaudenzio prima parrocchiale di Ovada per la prosecuzione delle normali attività di Paola Piana Toniolo p. 186 del Sodalizio. Un patrizio genovese in ozio alla Lercara con il pensiero rivolto Prove ne siano le iniziative svoltesi in alle faccende della Serenissima Settembre presso la Loggia di S. Sebastiano di Paolo Bavazzano p. 193 col supporto dell’Assessore alla Cultura Quando il principe Andrea Doria salvò la vita nel castello di Masone del Comune di Ovada, Roberta Pareto: la di Pasquale Aurelio Pastorino p. 202 Mostra delle opere del Maestro Ermanno Il Paesaggio piemontese dell’Ottocento. Giovanni Migliara (1ª parte) Luzzani e della sua Scuola dedicate ai di Ermanno Luzzani p. 208 “Cieli Monferrini” e le Celebrazioni del Le piante a fiori: le nostre Angiosperme Duecentesimo Anniversario della nascita di di Renzo Incaminato p. 218 Domenico Buffa, visto sotto i profili arti- Per uno studio del Catasto Ovadese del 1793-98 (detto anche Napoleonico) stici, culturali e politici. di Ivo Gaggero p. 223 Iniziative concluse felicemente con la Presso le rovine di una città gloriosa presentazione dell’opera postuma del Pro- di Lorenzo Robbiano p. 227 fessore Romeo Pavoni dell’Ateneo geno- Un atto notarile e la storia di una casa. vese da parte della Prof.ssa Gabriella Regno di Sardegna, Comune di Carpeneto, 6 Ottobre 1852 Airaldi, già docente di Storia Medievale di Lucia Barba p. 233 presso la medesima Università, e della Monsignor Andrea Cassulo (spunti per una biografia) Dott.ssa Giustina Olgiati dell’Archivio di di Gian Luigi Bruzzone p. 239 Stato di Genova. Un processo che scosse l’Italia del Regime. La presunta avvelenatrice Tra l’altro, questo volume, intitolato Clotilde Cravino “Medioevo in Oltregiogo. Scritti scelti”, era di Franco Pesce p. 244 stato - da tempo - fortemente auspicato da Villa Mariella (Capitolo I) Alessandro Laguzzi ed è stato realizzato di Bruno Tassistro p. 251 dall’Urbense grazie ai curatori editoriali Un ricordo di Franco Paolo Oliveri Ivo Gaggero, Edilio Riccardini e Giacomo di Pasquale Aurelio Pastorino p. 255 Gastaldo, col contributo economico della Le Confraternite devozionali tra tradizione e rinnovamento Famiglia Pavoni in ricordo del loro Caro. di Massimo Calissano p. 257 E’ appena il caso di sottolineare che la Recensioni p. 260 presenza in copertina del Castello di Ler- caro non solo si ricollega all’articolo dedi- Redazione: Paolo Bavazzano, Edilio Riccardini, Lorenzo Bottero, Giorgio Casanova, Pier cato da Paolo Bavazzano alle origini di Giorgio Fassino, Ivo Gaggero, Renzo Incaminato, Bruno Tassistro, Ermanno Luzzani, Lorenzo questa splendida residenza cinquecentesca Pestarino, Enrico Ottonello Lomellini, Giancarlo Subbrero, Paola Piana Toniolo. ma vorrebbe anche richiamare l’attenzione Segreteria e trattamento informatico delle illustrazioni a cura di Giacomo Gastaldo. su questa costruzione che, lentamente ma La Redazione non risponde delle opinioni espresse dai singoli autori. Nonostante la lodevole attenzione posta dagli addetti alla stampa sono, talvolta, inesorabilmente, si avvia a diventare uno riscontrabili evidenti refusi tipografici. La Redazione si scusa coi Lettori e gli Autori. squallido rudere. “Caro Sandro, come vedi la tua attività Sede: Piazza Giovan Battista Cereseto, 7 (ammezzato); Tel. 0143 81615 - 15076 OVADA E-mail: [email protected] - Sito web: www.accademiaurbense.it continua !”. Pier Giorgio Fassino URBS SILVA ET FLUMEN Stampa: Graficalmente, Strada Statale per Voghera, 52 - Tortona DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 179

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Ambrogio Pesce Maineri e Geo Pistarino Uno storico e un accademico di alto profilo uniti da comuni interessi per la Corsica e per l’Oltregiogo di Pier Giorgio Fassino La Corsica - nel corso dei secoli - co- novesi accusati di ostacolare la cultura nobbe un coacervo di popoli che si instal- degli studenti isolani i quali, dopo avere larono nelle sue accoglienti insenature o frequentato i due istituti curati dai Padri sulle selvagge falde delle sue alture: Li- Gesuiti ad Aiaccio e Bastia, dovevano guri, Fenici, Greci, Etruschi, Romani, proseguire gli studi universitari a Pisa op- Vandali, Bizantini, Pisani, Aragonesi, pure a Roma. Eventi indesiderabili per la Genovesi e Francesi. Tuttavia, nella decadenza della cultura italiana ma nulla prima metà del Settecento, quest’isola, in confronto a quanto prospettato dal ge- per ragioni etniche, storiche e geografi- nerale Sionville, nel 1772, nella sua Mé- che era comunemente considerata come moire concernent une colonie pour l’Isle parte integrante dell’Italia e tale sarebbe de Corse et autres objects che, immagi- rimasta se, nel 1768, in seguito al trattato nando di trasformare l’isola in una Ca- di Versailles non fosse caduta in mani ienna ante litteram ed a portata di mano, francesi. Patto stipulato, il 15 maggio proponeva di deportarvi i disertori e mer- 1768, tra la Repubblica di Genova e la cenari tedeschi che avevano servito sotto Francia in base al quale la Superba offrì le bandiere francesi assegnando loro ter- la Corsica come garanzia per i debiti con- reni da coltivare. Insediamenti che avreb- tratti (circa due milioni di lire genovesi) bero generato presenze maggiormente nei confronti di Luigi XV che aveva in- radicate grazie ad auspicati matrimoni tra viato le proprie truppe a sostegno del go- questi soldati-coloni con fanciulle còrse verno genovese contro i Corsi in rivolta. o dei paesi limitrofi2. In conseguenza, l’antica Repubblica si Quindi è comprensibile che questo trovò indebitata verso il re di Francia che, territorio, dalle radici etniche profonda- assunta l’iniziativa militare, occupò sta- mente italiane, coinvolgesse due studiosi Ovada nel 1873 in una famiglia originata bilmente l’intera isola conglobandola nel come Ambrogio Pesce Maineri e Geo Pi- da due antiche e nobili casate presenti nel proprio patrimonio personale. Anzi, dopo starino i quali, alla fine degli anni Trenta, Borgo ovadese già prima del Seicento. Si la battaglia di Pontenuovo sul Golo (9 pubblicavano i loro scritti sulla rivista Ar- laureò in legge nel 1895 e, seguendo la maggio 1769), gli occupanti iniziarono a chivio Storico di Corsica. Trimestrale, sua innata vocazione per gli studi storici, tagliare le radici italiane sopprimendo fondato nel 1925 e diretto, per diversi frequentò la Scuola di Paleografia all’An- l’Università di Corte: giovanissima isti- anni, dall’Accademico d’Italia Gioac- tichità di Stato a Torino dal 1898 al 1900. tuzione1 fondata da Pasquale Paoli du- chino Volpe3, che non nascondeva le sue Anzi, secondo alcuni contemporanei, rante la breve vita della Repubblica còrsa tendenze nel sostenere l’italianità della pare che nel corso della sua vita trascu- (1764). Peraltro, realizzazione di un’an- Corsica. rasse sempre di più la professione forense tica rivendicazione dei Corsi verso i Ge- Ambrogio Pesce Maineri, nacque in per dedicarsi interamente agli studi sulla Storia della Corsica e dell’Oltregiogo. Non sappiamo con esattezza quando ebbe inizio la collaborazione del Pesce Maineri con l’Archivio Storico di Cor- sica, tuttavia, in base al materiale archi- vistico, disponibile presso l’Urbense, sul numero di Ottobre-Dicembre 1931, si trova quello che, probabilmente, è il suo primo articolo pubblicato da questa rivi- sta: Sul governo genovese nel Regno di Corsica. Lo scritto è corredato da un’an- notazione dell’Autore che non lascia dubbi sui suoi intenti: “...Questo scritto è semplice abbozzo di altro alquanto più esteso, che vorrei redigere sull’argo- mento; onde la sua brevità e le poche e sommarie note, di cui è corredato.” DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 180

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Nella pag. precedente, in alto a destra: carta della Corsica, 1619. In basso, a sinistra: da una xilografia del “Journal of a Landscape Painter in Corsica” di Edward Lear (1870), veduta di Corte, ex capitale della Repubblica Corsa (1755 - 1769). In questa pag.: Ambrogio Pesce Maineri (1873 - 1945).

In breve, questo saggio - scritto a di- Luci, benché di vincer fuor fesa dei vari governi genovesi che si suc- di spene, cedettero nel corso del secolare dominio Pur festi impallidir Forian genovese sulla Corsica - il Pesce Maineri robusto; commenta: Tu, ovunque, almo Guer- “Si è scritto e si scrive tuttora, anche riero invitto, e forte, da italiani, che Genova governasse male Il brando volgi folgorante, e la Corsica; e l’asserto è considerato da crudo, molti come un assioma, sul quale, per T’apri alle illustri imprese conseguenza, non si può discutere. [....] ognor le porte; se vi furono Governatori i quali non la Ma stupor per te nell’alma ressero paternamente, non è men vero, io chiudo, che molti altri esempi si hanno di ottime Perché in l’avversa, e in la disposizioni date dal Governo Genovese più amica sporte e di buon regime esercitato dai suoi in- Te’n vai d’orgoglio altera- viati. mente ignudo. Molti furono invero i reggitori man- L’articolo sui Rossiglio- dati da Genova in Corsica, i quali fecero nesi in Corsica parla di al- amare, e taluni vivamente amare, per la cune figure di quella loro buona ed ottima amministrazione; e comunità che servirono o il governo genovese più volte mostrò le collaborarono colla Repub- migliori intenzioni, e favorì quelle popo- blica di Genova tra il 1422 lazioni: merito, dunque, non soltanto di ed il 1735. singoli funzionari, ma dello Stato di Ge- Il primo ad essere citato nova. è un certo Arnaldino di Ros- 1735, per cui è probabile che anche que- Dopo questo primo contatto prosegui- siglione, inviato dalla Repubblica di Ge- sto articolo non fosse altro che la base rono le pubblicazioni di altri saggi sul- nova a reggere le sorti del castello di propedeutica per ricerche più approfon- l’Archivio còrso: “Un ovadese alla difesa Bastia, a febbraio del 1422, ed ivi caduto dite. di San Fiorenzo” (Luglio-Settembre il 27 agosto dello stesso anno nel corso Sugli studi del Pesce Maineri sull’Ol- 1935), Inventario delle cose esistenti nel di un combattimento. tregiogo, l’area meridionale dell’attuale castello di Bonifacio (1435) (Ottobre-Di- Segue Pisanello Pesce di cui scrive: provincia di Alessandria che per secoli cembre 1935), Le catene del porto di Bo- “...il quale si può ritenere apparte- era stata soggetta alla supremazia e all’in- nifacio a Genova (Gennaio-Marzo 1939), nesse all’antica famiglia omonima di fluenza economica di Genova, di cui Un disegno del Governo Genovese per Rossiglione. In un documento ovadese è l’Ovadese attuale faceva parte, le cono- riconquistare la Sardegna (1440) (Lu- detto, non di Ovada, ma abitante ivi al scenze sono limitate poiché è possibile glio-Settembre 1940) e “Rossiglionesi in presente (1463), in una casa dell’Abba- che diverso materiale sia andato disperso Corsica” (Gennaio-Marzo 1941). zia di Tiglieto; che i Pesce di Rossiglione salvo 40 quaderni di appunti, recuperati L’articolo sulla difesa di San Fiorenzo possedevano ai confini con possessi della fortunosamente, attorno al 1986, dall’Ur- riguarda un sonetto dell’abate ovadese stessa Abbazia in Ros siglione. In un atto bense. Pizzorno4, dedicato al conterraneo Giu- poi del 1465 Pisanello è detto abitante in Ricordiamo solamente alcuni articoli seppe Siri, valoroso combattente, che, nel Ovada, mentre di altre persone si dice di indubbio interesse come L’Accademia 1765 partecipò alla liberazione di questo che erano di Ovada. Si sa pure che molti Urbense e un poeta ovadese del Secolo comune della Haute-Corse sfuggito al del casato si recarono da Rossiglione a XVIII apparso sulla Rivista Storia Arte controllo genovese: stabilirsi in Ovada in diversi tempi. Pi- Archeologia della Provincia di Alessan- Inclito Siri, del valor vetusto sanello Pesce nel 1457, militava in Calvi dria (Anno XXIII -fasc. LVI - 1915); Sta- Nobil seguace, che su l’aspre arene con cavallo, al tempo in cui era governa- tuti di Rossiglione (Bibl. Soc. Storica Là di Cirno pugnasti; e le catene tore della Corsica Antonio Maineri di Subalpina); Osservazioni Storico Giuri- Sciogliesti, ond’era San Fiorenzo onusto. Ovada” 5. diche sul Comune Signorile di Rossi- Tu al par d’ogni Campion sublime, au- Seguono poche righe per ricordare le glione Inferiore oppure il volume Carte gusto, figure dei sergenti Marchelli, combattenti inedite e sparse del Monastero di Tiglieto Col più intrepido spirto, e con serene in Corsica rispettivamente nel 1564 e nel (1127 - 1341). DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 181

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In questa pag.: In alto: Geo Pistarino (1917 - 2008). In basso: la rivista “Archivio Storico di Corsica”.

dal «Bollettino Storico Subal- sto cenobio era stato soppresso in epoca pino» qualche anno più tardi napoleonica, nel 17966. (1909). Le notizie raccolte su questi edifici di In realtà, si trattava di nume- culto sono numerose e sono il frutto di rose tombe disposte casualmente puntigliose ricerche del Pistarino - negli in direzioni diverse, coperte da Archivi di Stato di Genova e Torino o de- tegole di cm. 59 x 43 (disposte in sunte da relazioni di visite pastorali - al modo da formare un tetto a ca- tempo in cui preparava la sua tesi di lau- panna per ogni tumulazione) e rea all’Università “La Sapienza” di contenenti ossa, vasi e lucerne. Roma sui possedimenti del Monastero di Tra questi oggetti spiccavano: un San Venerio del Tino in Corsica. piccolo contenitore in vetro Il secondo è un saggio retrospettivo (forse un’ampolla utilizzata su di un’opera seicentesca di Giovanni come unguentario), un piatto in Giorgio Graeve, Thesaurus antiquitatum vetro e un vaso piuttosto ele- et historiarum nobilissimarum insularum gante alto circa cm. 23, largo cm. Siciliae, Sardiniae, Corsicae aliarumque 48, munito di un manico ad arco adiacentium, nata in quel fervore di studi raffigurante due corde attorci- che pervase l’Olanda tra il secolo XVII gliate. ed il secolo XVIII nel corso dei quali Anzi, nel corso di un sopral- erano state poste in risalto le antichità ita- luogo effettuato in un secondo liane. Le intenzioni erano grandiose, in momento dal Regio Ispettore quanto era prevista la pubblicazione di degli Scavi per la Provincia di una collana di 14 volumi, ma il risultato Genova, prof. Giovanni Cam- non fu come inizialmente sperato. Geo Volume di un notevole interesse per pora, questi aveva espresso il pa- Pistarino evidenziò che la Corsica figu- la materia trattata che il Pesce Maineri rere che si trattasse di una necropoli rava nel frontespizio di quella parte del aveva scritto in collaborazione con altri pagana del III secolo dopo Cristo. Thesaurus che riguardava in modo spe- due valenti cultori: Ferdinando Gabotto, Riallacciandoci all’attività svolta dal cifico le isole italiane e nella intitolazione fondatore della Biblioteca della Società Pesce Maineri con l’Archivio storico di generale della collezione. Tuttavia, nono- Storica Subalpina, e il marchese France- Corsica, si trattò di una felice coinci- stante questo, lo spazio ad essa dedicato sco Guasco di Bisio. denza la pubblicazione dei Rossiglionesi era assai esiguo e si riduceva al secondo Tuttavia, occorre sottolineare che lo in Corsica contestualmente a due scritti studioso ricoprì anche incarichi che ri- del neolaureato Geo Pistarino, il futuro chiedevano interventi “sul campo” da “Professore” destinato a collaborare per quando, nel 1921, divenne Ispettore della tanti anni con Alessandro Laguzzi e l’Ac- Commissione Conservatrice dei Monu- cademia Urbense. menti, Scavi, Antichità e Arte del Man- Il primo reca il titolo Notizie storiche damento di Ovada. Infatti, il suo su chiese còrse e tratta diffusamente di principale obiettivo consistette nel vie- diversi edifici di culto della Balagna e del tare il ripetersi di quanto accaduto nella Rostino, alcuni esistenti, altri ridotti a ru- sua città natale, nel 1906, quando, nel deri ed altri scomparsi in quanto pietre e corso degli scavi per la posa dei binari mattoni erano stati riutilizzati per la co- della ferrovia Alessandria - Ovada, in lo- struzione di altri fabbricati. Queste calità Cappellette, era stata scoperta una chiese, più precisamente, si trovano nelle necropoli romana ricca di reperti archeo- località di Spano (S. Niccolò e S. Ambro- logici successivamente andati perduti per gio), Occi (SS. Annunziata e S. Niccolò), noncuranza. Belgodere (S. Gavino e S. Tommaso.), In presenza di questo disdicevole Chiesana (S. Marcello) e Bisinchi (S. fatto, il Pesce Maineri, aveva scritto il Quirico) e avevano fatto parte, tra i secoli circostanziato articolo Una necropoli ro- XI e XVIII, del patrimonio del monastero mana nel territorio ovadese pubblicato di S. Venerio del Tino sino a quando que- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 182

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In questa pag., in alto: in una stampa d’epoca, Bastia, veduta generale. In basso: il giornale “Gazzettino di Corsica”

capitolo (solo quin- riera postbellica di dici pagine dell’ul- docente universita- timo volume) del rio, storico, ricerca- saggio Sardinia et tore, pubblicista e Corsica antiquae, organizzatore di ristampa di un breve congressi, anche in- studio geografico- ternazionali, da cui, storico di Filippo spesso, emergono Clüver. gli studi sulle terre La collabora- dell’Oltregiogo ed i zione del Pistarino legami intercorsi tra proseguì col numero l’Accademia Ur- di Aprile-Giugno bense ed il “Profes- 1941 dell’Archivio sore”. Basti sul quale pubblicò il ricordare l’articolo saggio intitolato del Pistarino, Da Nota di genealogia che, nei primi mesi del 1943, cessò le Ovada aleramica a obertenga e una recensione, corredata da pubblicazioni. Infelice conclusione di Ovada genovese, pubblicato, nel 1981, circostanziati commenti, di un’opera di questa rivista che però fece in tempo ad sulla “Rivista di Storia, Arte e Archeolo- Francis Molard7: Les évêques de la Corse ospitare nelle sue pagine ancora un arti- gia per le Province di Alessandria e Asti”. - Additions à l’”Italia sacra” apparsa sul colo del Pistarino: Un placito marchio- Alessandro Laguzzi la commentò in “Bulletin historique et philologique du nale in Corsica sulla fine del secolo XI. questi termini: Comité des travaux historiques et scien- Una sorte, maggiormente amara, “…un ponderoso saggio, esemplare tifiques” nel 1891. Materia ben cono- toccò all’avvocato Ambrogio Pesce Mai- per rigore critico e chiarezza espositiva, sciuta dal Pistarino che, l’anno neri che, già in precarie condizioni fisi- in cui l’Autore delineava con mano si- precedente, aveva pubblicato un corposo che, morì in Ovada a novembre del ’45. cura la storia del territorio tra X e XIII se- articolo sull’Archivio Storico di Corsica Invece il giovane professore Geo Pista- colo, dall’epoca cioè dell’istituzione dedicato ai vescovi di Aleria nel Due- rino si avviò verso una sfolgorante car- della marca aleramica, con le più antiche cento (opera citata). attestazioni documentarie di Ovada e di Peraltro, inaspettatamente, alcune vi- altri centri vicini, sino alla piena afferma- cende belliche erano destinate ad inter- zione del dominio genovese.” rompere le collaborazioni dell’anziano Infatti, gli interessi del Pistarino per avvocato Pesce Maineri e del giovane l’Oltregiogo approdarono agli studi dedi- professore Pistarino all’Archivio: nella cati all’atto di fondazione del monastero notte tra l’8 ed il 9 novembre 1942, forti di Santa Giustina di Sezzadio (1030) o contingenti anglo-americani sbarcarono alle ricerche sulle origini di Gavi e Novi in Algeria (Orano e Algeri) ed in Ma- nelle fasi che riguardarono il passaggio rocco (Casablanca) provocando, come ri- dal mondo feudale a quello dei comuni. torsione, l’occupazione della Francia Alcuni anni dopo, il Professore orga- meridionale da parte di truppe italo-tede- nizzò un Convegno di alto livello: San sche. Pochi giorni dopo, l’11 novembre, Quintino di Spigno, Acqui Terme e le Divisioni di Fanteria “Cremona” e Ovada: un Millenario. Fondazioni reli- “Friuli”, gradualmente rinforzate da re- giose ed assetto demo-territoriale del- parti della Divisione corazzata SS l’Alto Monferrato nei secoli X e XIII “Reichs-Führer”, occuparono la Corsica. banco di prova per un gruppo di ricerca- Sembrava che si avverassero le spe- tori dell’Accademia Urbense come Paolo ranze degli irredentisti còrsi, ma la disa- Bavazzano, Emilio Costa, Alessandro strosa situazione economica e militare Laguzzi, Emilio Podestà, Paola Piana To- italiana ed il crepuscolo del fascismo eb- niolo, Gianfranco Vallosio. Il convegno bero dei riflessi (anche se del tutto colla- si era articolato su cinque giornate (24 - terali) sull’Archivio Storico di Corsica 28 aprile 1991) che videro la partecipa- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 183

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In questa pag., in alto: Pasquale Paoli (1725 - 1807). In basso: casa Paoli a Morosaglia, Corsica.

zione di validi relatori prove- Paoli, venne chiusa nel 1768. Il Ret- nienti da Università italiane e tore era padre Francesco Antonio Ma- straniere accanto a esponenti di riani di Corbara in precedenza rettore dell’Università di Alcala. Nell’ultimo Associazioni culturali locali. In- anno accademico (1767 - 1768) gli terventi coronati da opere docu- studenti erano circa 300 -. Nel 1848, mentali come I cartulari del sotto Napoleone III, un decreto com- notaio Giacomo di Santa Savina pleterà l’opera di oscuramento dell’ita- (1283 - 1289), Storia e vita nel lianità dell’isola vietando l’uso della Borgo di Ovada alla fine del se- lingua italiana nella redazione di atti aventi valore legale ed il suo insegna- colo XIII, di Paola Piana Toniolo mento nelle scuole. ed Emilio Podestà; I Verbali 2. Sionville: si tratta del generale Jean della Municipalità di Ovada Prosper de Sionville (1715 - 1789) uno (1799 - 1800) a cura di Franco dei principali attori della politica di re- Vallosio, oppure Gli Statuti di pressione per sottomettere le ultime re- Ovada del 1327 a cura di Guido sistenze còrse alla conquista francese. Questi, su richiesta del conte De Mar- Firpo. beuf, comandante in capo delle truppe Tra l’altro, in quel periodo il francesi ormai saldamente stanziate in Professore era divenuto Presi- Corsica, suggerì con la propria Mé- dente della “Società di Storia moire, firmata a Bocognano (Corsica Arte e Archeologia per le Pro- del Sud) il 26 marzo 1772, di trasferire vince di Alessandria e Asti” e sull’isola “un bon nombre de colons” composto da disertori e da mercenari quindi aveva assunto un ruolo di tedeschi già al servizio della Francia. primo piano nell’organizzazione 3. Gioacchino Volpe: (Paganica, del Convegno a Tagliolo Monfer- 16.2.1876 - Santarcangelo di Roma- rato (1996): Terre e Castelli gna, 1° ottobre 1971) conseguita la dell’Alto Monferrato tra Me- laurea alla Scuola Normale di Pisa fu dioevo ed Età Moderna , realiz- zione culturale, percorsi professionali o professore di storia moderna all’Acca- demia scientifico letteraria di Milano. Nel 1919, zato anche grazie alla collaborazione di accademici. insieme a Luigi Einaudi e Giovanni Gentile Paola Piana Toniolo, sua allieva ed firmò il manifesto del Gruppo Nazionale Libe- esperta coadiutrice all’Istituto di Paleo- Annotazioni rale romano. Durante il regime fascista svolse grafia e Storia medievale della Facoltà di 1. Università di Corte: inaugurata il 3 gennaio ruoli importanti: professore all’Università di Lettere dell’Università di Genova. 1765 a San Marcello alla presenza di Pasquale Roma, direttore della Scuola di Storia moderna e Simposio seguito, nel 2001, dal Con- contemporanea, direttore della sezione Storia me- dievale e moderna dell’Enciclopedia Italiana dal vegno Riscoprire Trisobbio. Una gior- 1925 al 1937, segretario generale dell’Accademia nata di studio dedicata all’antico borgo d’Italia dal 1929 al 1934. Dopo l’8 Settembre monferrino. Poi, a dicembre 2002, si 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana per svolse, in Ovada, il Convegno dedicato cui, al termine del conflitto fu allontanato dall’in- ad Adriano Bausola: importante avveni- segnamento e si dedicò a studi storici. mento col quale l’Accademia Urbense 4. Abate Pizzorno: contemporaneo e amico di Ignazio Benedetto Buffa (1737 - 1784) - fonda- aveva voluto ricordare degnamente la fi- tore dell’Accademia Urbense - che aveva pub- gura del filosofo già Rettore dell’Univer- blicato alcune poesie dell’Abate in coda al sità Cattolica. In tale occasione saggio Poetiche fantasie. Questo religioso era Alessandro Laguzzi ebbe sempre al pro- nato in Rossiglione nella facoltosa Famiglia Piz- prio fianco Geo Pistarino nonostante le zorno, proprietaria delle locali ferriere e dona- energie del Professore cominciassero a trice del Ricovero per Anziani. A questa Famiglia apparteneva ovviamente declinare. Padre Raffaele Pizzorno da Rossiglione, vissuto Era l’inizio di una lenta decadenza fi- a cavallo del Cinquecento e del Seicento citato sica ma non di quella complessa intellet- dal Pesce Maineri che, nel corso delle sue ricer- tualità che aveva rivelato interessi che, aveva trovato questa annotazione in un re- comuni con una personalità come il gistro dell’Archivio civico di Genova (volume Pesce Maineri, differente per età, forma- 78 - pagina 407): DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 184

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In questa pag.: un’intervento di Geo Pistarino. Si riconoscono, nella foto, Paolo Emilio Taviani e Paola Piana Toniolo.

Note biografiche -Incaricato della pratica per la Casa di S. Paolo essenziali della Croce in Ovada; AMBROGIO PESCE -Incaricato dal Podestà di Genova per la collo- MAINERI cazione lapidi comunali nel Chiostro di S. Ago- (Ovada, 23 ottobre 1873 - stino; Ovada, 18 novembre -Designato dal Sindaco di Rossiglione a scrivere 1945): la storia di tale Comune; -Laurea in giurisprudenza -Designato dal Commissario Prefettizio di Ros- all’Università di Torino, 12 siglione a ricostruire lo stemma di tale Comune. luglio 1895: -Iscrizione all’Albo degli *** avvocati a Torino 7 gennaio 1899; GEO PISTARINO -Frequenza della Scuola di (Alessandria, 30 novembre 1917 - Acqui Paleografia all’Antichità di Terme, 1° maggio 2008): Stato in Torino dal 1898 al -Laurea in Lettere all’Università “La Sapienza” 1900; di Roma, 25 giugno 1940; -Nomina a Socio effettivo -Vince il concorso bandito nel 1941 per la cat- della Società Ligure di Sto- tedra di Italiano e Storia per Scuole Medie Su- ria Patria in Genova, 28 periori; aprile 1901; -Professore all’Istituto Magistrale “Mercantini” -Nomina a Socio della So- di Ripatransone (Ascoli Piceno); cietà Storica Subalpina in -Professore all’Istituto Tecnico “Leonardo da Torino, 26 maggio 1907; Vinci” di Alessandria (1949 -1950); “Nel 1637, il 25 dicembre i Padri dell’Ordine -Nomina a Vice Segretario della Sezione Legi- -Professore all’Istituto Tecnico “Giuseppe Ce- di S. Francesco celebrarono il loro Capitolo ge- slazione Soc. Ligure Storia Patria, 2 giu. 1909; sare Abba” di Genova Sampierdarena; nerale nel convento di Gesù e Maria di Fassolo -Membro della Commissione Diocesana di -Assistente ordinario cattedra Storia Medievale nel quale fu eletto Generale il P. Raffaele Piz- Acqui -Sorveglianza Archivi Parrocchiali-10 Facoltà di Lettere Università di Genova zorno da Rossiglione, che fu il primo generale mar.1911; (1.2.1952); di questa Provincia.” -Membro Commissione permanente dei Con- -Incaricato all’insegnamento di Paleografia e 5. Archivio di Stato di Genova: Stip. Solut. 307, gressi Storici Subalpini - 20 giugno 1911; Diplomatica (dall’anno accademico 1951- pp 1, 73 sgg; Ms. 108, ivi 1463. 3 genn., 1464, -Consigliere della Società Ligure di Studi Patri, 1952); 26 genn., 1465, 4 genn. Il predetto manoscritto 3 gen. 1912; -Libero docente in Paleografia e Diplomatica ( è un registro del notaio Giov. Ant. De Ferrari -Croce dell’Ordine della Corona d’Italia (motu 18 dicembre 1954); Buzalino relativo ad atti rogati in Ovada. [Vds proprio), 21 mar. 1915: -Libero docente in Storia Medievale (4 maggio nota 1 p. 113 Archivio Storico di Corsica n° -Membro Commissione Conservatrice Monu- 1956); 1/1941] menti, Scavi, Antichità Arte Prov. Alessandria -Professore di Storia Medievale e Moderna 6. Tra il VI e VII secolo, l’isola del Tino (oggi 3.3.1921; presso la Facoltà di Lettere (1957 - 1958); facente parte del Comune di Portovenere nel -Ispettore Commiss. Conserv. Monumenti, -Professore di Storia Moderna Facoltà di Giuri- Golfo di Spezia) fu sede del romitaggio di S. Ve- Scavi, Antichità, Arte Mandamento Ovada sprudenza - corso di Scienze Politiche (1957- nerio. Dopo la sua morte venne eretta una cap- 20.8.1921; 58); pella che, nel corso dei secoli, venne più volte -Accademico di merito (scrittori d’Arte) del- -Direttore Istituto di Paleografia e Storia Medie- ampliata e rimaneggiata essendo stato eretto, l’Accademia Ligustica di Belle Arti, vale poi Istituto di Medievistica (sino nelle adiacenze, un monastero benedettino (at- 23.12.1921; 1.11.1988); torno al 1100) aggregato all’archidiocesi di Ge- -Membro del Comitato esecutivo del IX Con- -Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia nova. Nel XIII secolo subentrarono i canonici gresso Geografico Statale in Genova, 5 apr. (12.12.1979 - 28.5.1990); Martorianensi, successivamente sostituiti dai 1923; -Coordinatore delle Politiche Universitarie: de- Benedettini che a loro volta, nel 1432, lascia- -Membro Consultore del Segretariato di Cultura libera Consiglio Comunale di Acqui Terme rono il cenobio agli Olivetani a cui si deve la della Giunta Diocesana di Genova, 20 apr. 1924; (1995); cappella, tuttora officiata, nei pressi della chiesa -Socio della Soc. Ligustica di Scienze e di Let- -Membro della Deputazione Subalpina di Storia romanica. tere (Scienze morali e storiche) Genova, 18 Patria di Torino; 7. Molard: Francois-Joseph-Marie-Aimé Mo- apr.1925; -Membro della Società Ligure di Storia Patria di lard (Chambery, 1.3.1845 - Bassens, 8.10.1897) -Membro Commissione Culturale dell’O.N.D., Genova; Vice Presidente della Società delle Scienze Sto- 3 dic. 1925; -Membro dell’Association Internationale d’Etu- riche e Naturali dell’Yvonne. Notevoli le sue ri- -Membro Commissione Toponomastica di Ge- des Sud-Est Européennes cerche relative al Banque de Sainte Georges de nova, 20 apr. 1928; -Membro dell’Accademia di Scienze “Giovanni Gênes (1878) e Documents inedits sur l’istoire -Membro Commissione Studi sull’Appartenen- Capellini” di Spezia; géneral de la Corse (1896). za di Cristoforo Colombo a Genova, 12 ott. -Membro Commiss. Scientif. Santi e Beati Sovr. 1929; Ord. Mil. S. Giovanni di Gerusalemme e Malta; DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 185

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In questa pag.: San Fiorenzo nel 1838. Dal 1848 il nome ufficiale è Saint-Florent (Haute-Corse).

AMBROGIO PESCE MAINERI, Un disegno del Go- verno Genovese per riconquistare la Sardegna (1440), in Archivio Storico di Corsica - Anno XV - N° 3 - Luglio-Settembre 1940. AMBROGIO PESCE MAINERI, Rossiglionesi in Corsica, in Archivio Storico di Corsica -Anno XVII - N°1 - Gennaio-Marzo 1941. F. Guasco di Bisio, F. Gabotto, A. Pesce Maineri, Carte inedite e sparse del Monastero di Tiglieto (1127 - 1341), Biblioteca della Società Storica Subal- pina - Torino 1923. GEO PISTARINO, Per la serie dei vescovi di Aleria nel Duecento, in Archivio Storico di Corsica - anno XVI - N. 4 - Ottobre-Dicembre 1940. GEO PISTARINO, Notizie storiche su chiese còrse, in Archivio Storico di Corsica - Anno XVII - N° 1 - Gennaio-Marzo 1941. GEO PISTARINO, bibliografia retrospettiva de Thesaurus antiquitatum et historiarum nobilis- simarum insularum Siciliae, Sardiniae, Corsi- cae aliarumque adiacentium, [digeri coeptus cura et studio Joannis Georgii Graevii, cum -Membro dell’”Associazione dell’Archivio Sto- -Cavaliere per Grazia Magistrale del Sovrano praefationibus Petri Burmanni]. Lugduni Bava- rico e Giuridico Sardo di Sassari” Ordine Militare di Gerusalemme, di Rodi e di torum, Petrus Vander Aa, 1723 - 1725, voll. 15 -Membro dell’Accademia Urbense di Ovada; Malta: in folio - in Archivio Storico di Corsica - Anno -Membro Consiglio Direttivo della Rivista “Das -Primo Membro Onorario dell’Associazione XVII - N° 1 – Gennaio - Marzo 1941. Schwarze Meer” (dalla fondazione: 1990); Panrussa degli Storici Medievisti e Modernisti; GEO PISTARINO, Nota di genealogia obertenga, -Membro Comitato Scientifico della Rivista “Il in Archivio Storico di Corsica - Anno XVII - N. Mar Nero” (dalla fondazione: 1994); 2 - Aprile-Giugno 1941. -Membro Consiglio Superiore Rivista “Cuader- Bibliografia GEO PISTARINO, Le carte del Monastero di San nos de Historia Antigua y Medieval”- Buenos AMBROGIO PESCE MAINERI, Di Antonio Maineri Venerio del Tino relative alla Corsica, Torino Aires: Governatore della Corsica per l’Ufficio di S. 1944. -Assessore per l’Italia della Rivista “Anuario de Giorgio (1457 - 1458), Estratto dal Giornale ALESSANDRO LAGUZZI, Il Professore e l’Accade- Estudios Medievales” di Barcellona; storico e letterario della Liguria, (Vol. II - N. 1- mia Urbense di Ovada, in Memorie della Acca- -Collaboratore del Dipartimento di Medievistica 2, Gennaio-Febbraio 1901) - Spezia - Tipografia demia Lunigianese di Scienze “Giovanni dell’Università di Mosca; di Francesco Zappa – 1901. Capellini” - Vol. LXXIX (2009) - Scienze Sto- -Collaboratore dell’Accademia delle Scienze di AMBROGIO PESCE MAINERI, Una necropoli ro- riche e Morali - Scienze Naturali Fisiche e Ma- Sukhumi; mana nel territorio ovadese, in Bollettino Sto- tematiche. -Collaboratore dell’Istituto di Balcanistiva e del rico Subalpino - Anno XIV - 1909 - pp. 263 - ALESSANDRO LAGUZZI - PAOLA TONIOLO, Atti del Dipartimento Filologia Italiana Università di 277. Convegno Internazionale “San Quintino di Spi- Sofia; AMBROGIO PESCE MAINERi, Sulle relazioni tra la gno, Acqui Terme e Ovada; un Millenario. Fon- -Collaboratore Dipartimenti di Storia delle Uni- Repubblica di Genova e Filippo Maria Visconti dazioni religiose ed assetto demo-territoriale versità di Gerusalemme, di Haifa e di Tel Aviv; dal 1435 al 1447, Volume I (Dal 1435 al 1438) dell’Alto Monferrato nei secoli X-XIII, Memorie -Collaboratore del Dipartimento di Storia del- - Torino - 1921. dell’Accademia Urbense, 14, Ovada, 1995. l’Università di Ankara; AMBROGIO PESCE MAINERI, Sul governo geno- LAURA BALLETTO, Ricordo di Geo Pistarino, in -Collaboratore con l’Università di Tokio; vese nel Regno di Corsica, in Archivio Storico Anuario de Estudios Medievales (AEM) 39/2, -Collaboratore con l’Università di Sydney; di Corsica - Anno VII - N° 4 - Ottobre-Dicem- julio-diciembre de 2009 pp. 1005 - 1020 - ISSN -Collaboratore di Università d’oltre Oceano bre 1931. 0066-5061. (Cile, Venezuela, Cuba, Stati Uniti); AMBROGIO PESCE MAINERI, Un ovadese alla di- A.R. TONIOLO, Ragioni geografiche dell’italia- -Presidente del Comitato Regionale per i Beni fesa di S. Fiorenzo, in Archivio Storico di Cor- nità della Corsica, in Bollettino della R. Società Culturali della Regione Liguria (sino al 1995); sica - Anno X - N° 3 - Luglio-Settembre 1935. Geografica Italiana - luglio 1940 - pp. 435-444. -Presidente della Società di Storia Arte e Ar- AMBROGIO PESCE MAINERI, Inventario delle cose FRANCIS MOLARD, Les évêques de la Corse - Ad- cheologia per le Province di Alessandria e Asti; esistenti nel castello di Bonifacio, in Archivio ditions à l’”Italia sacra”, in Bullertin historique -Presidente della Giuria del Premio “Acqui Sto- Storico di Corsica - Anno X - N° 4 - Ottobre- et philologique du Comité des travaux histori- ria” succedendo a Norberto Bobbio (1983 Dicembre 1935. ques et scientifiques - 1891 - n. 1 - pp. 52-53. 1992); AMBROGIO PESCE MAINERI, Le catene del porto F. POGGIO, Studiosi della nostra terra Geo Pi- -Decorato con Croce al Merito di Guerra; di Bonifacio a Genova, in Archivio Storico di starino, in “La Provincia di Alessandria” n° 9 – -Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Corsica - Anno XIV - N° 1 - Gennaio-Marzo 1958. Italiana; 1939. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 186

186 La chiesa di San Gaudenzio, prima parrocchiale di Ovada

di Paola Piana Toniolo

Iniziamo il discorso leggendo, in ita- liano, il capitolo 52 degli Statuti trecen- teschi di Ovada1: “Nessuna persona di Ovada o ivi re- sidente osi o presuma lavorare da solo o con buoi o con altre bestie nei giorni della Natività del Signore, della Resurrezione, di Pentecoste, dell’Ascen sione, nelle do- meniche, nelle feste della gloriosa Ver- gine Maria, degli Apostoli, di San Bernardo, di San Lorenzo, di San Silve- stro, di San Michele, di San Martino e dei Santi Gaudenzio, Ambrogio, Nazario, Evasio e Celso, limitatamente ai loro par- rocchiani e alle loro parrocchie. Chi con- travverrà paghi una multa di cinque soldi, a meno che si tratti di lavori per conto del comune, a favore di orfani e di vedove, e in caso di lavori urgenti per i prodotti de- peribili in tempo di mietitura, fienagione e vendemmia, e in tempo di guerra.”. L’articolo statutario di cui sopra è molto interessante perché ci permette di a chi lavorava alla domenica o alle feste poso, nel Medioevo, non potevano che fare diverse considerazioni. La prima ri- comandate! essere legate alle ricorrenze religiose che guarda naturalmente il fatto che un tema Il Medioevo è notoriamente un’età cadevano nel calendario in date eguali religioso come santificare le feste sia molto attenta al fatto religioso, per cui per tutta la cristianità ma non erano state stato ripreso negli ordinamenti laici di laico ed ecclesiastico si compenetravano riconosciute festive dovunque, come in- una comunità e si comminasse addirittura profondamente ed i relativi principi, vece venne stabilito per la prima volta nel una multa agli inadempienti: cinque soldi spesso molto diversi, finivano spesso per Concilio di Pavia dell’856. convenire in un’iden- Non che fosse facile, però. Se le do- tica proposizione. meniche e le festività del Signore, della In questo caso Madonna e degli Apostoli divennero ef- l’astensione dal lavoro fettivamente giorni festivi in tutto o quasi in determinati giorni, il mondo cristiano, per altre occasioni da dedicarsi al culto santoriali si ebbe molta variabilità. Se divino, si concretiz- però esaminiamo bene il nostro statuto zava in periodi di ri- possiamo affermare che i santi Bernardo, poso assolutamente Lorenzo, Silvestro, Michele e Martino necessari a chi sul la- nel secolo XIV° erano onorati con un voro sudava dall’alba giorno festivo come ogni santo Apostolo, al tramonto, pratica- e questo non solo in Ovada. In sostanza mente senza pause, per erano santi obbligatori per tutte le re- diversi giorni di se- gioni, italiane e non. E sottolineo guito. Una necessità “erano”, perché con il tempo le cose sono sociale, che il mondo cambiate e la maggior parte dei santi moderno, così avan- sono stati declassati. zato!, sta oggi soffo- Proseguiamo il nostro discorso per cando in nome della porre all’attenzione quella “e” che con- produttività e del gua- giunge i santi sopra nominati ad un altro dagno. gruppetto di santi: Gaudenzio, Ambrogio, Le giornate del ri- Nazario, Evasio e Celso, per i quali si DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 187

187 Nella pag. precedente, in alto: chiesa di San Gaudenzio, oggi. In basso: chiesa di San Gaudenzio, anni ‘50 In questa pag., in alto : altare della chiesa. In basso: pala d’altare.

specifica che l’asten- stianizzazione delle sione dal lavoro riguar- campagne, con sacer- dava solo i “parroc- doti itineranti impe- chiani” delle chiese gnati in una intensa loro dedicate. predicazione, ma anche Da ciò veniamo a nella distruzione dei sapere che in Ovada o, simboli dell’antica reli- più facilmente, nel suo gione, templi, statue, circondario, esistevano altari3…, perché la re- a quel tempo delle cap- sistenza fu di fatto piut- pelle o chiesette dedi- tosto forte. cate a tali santi e che Con il tempo si solo i fedeli che le fre- sentì il bisogno di avere quentavano abitual- sedi fisse, dove si rac- mente erano obbligati cogliessero i fedeli con ad astenersi dal lavoro un sacerdote stabile. il giorno della ricor- Nacquero così le pievi, renza. Ma, facciamo da plebs-popolo, chiese bene attenzione, non si richiedeva la pre- menti, cura d’anime, benedizione del del popolo, rette da un pievano o arci- senza di una cappella specificamente de- sacro crisma, controllo dei sacerdoti per prete, che aveva tutti i diritti episcopali, dicata per festeggiare i santi nominati quanto riguardava la vita e la dottrina ad eccezione dell’amministrazione della precedentemente, tanto è vero che in ecc. cresima e dell’ordine. Ovada non ne è mai esistita una in onore Tra il IV e il V secolo cominciò la cri- Queste prime costruzioni religiose di San Silvestro2. erano poste in genere lungo itinerari Ma c’è ancora altro da osser- frequentati, in località d’incrocio di vare, cioè che i termini parrocchiani strade, somma riamente equidistanti e parrocchie sono usati, diciamo, da luoghi abitati e facilmente rag- impropriamente. Abbiamo infatti giungibili da un vasto concentrico. una parrocchia quando il sacerdote Architettonicamente sono general- titolare possiede la cosiddetta par- mente definite pre-roma niche, po- rocchialità, che consiste nei doveri tevano essere ad una o, più della “cura d’anime” e nei diritti di raramente, tre navate, facciata a ca- battesimo e sepoltura oltre a quello panna, soffitto per lo più a capriate della benedizione dei pellegrini, lignee con abside a volta quando delle puerpere e così via. Solo la sporgente, muri portanti nelle co- cappella di San Gaudenzio era stata struzioni più modeste, campaniletto una parrocchiale, ma alla data degli a vela. Statuti era già stata sostituita dalla Nel nostro territorio sorsero la chiesa di Santa Maria. pieve di Campale presso Molare4, Forse è bene inserire qui una quella di S. Pietro presso Rocca spiegazione di ordine generale. Grimalda, di cui rimane solo l’ab- Il cristianesimo, religione di na- side voltata5, quella di S. Maria di tura urbana, si era diffusa rapida- Prelio presso Silvano, interamente mente nelle diverse città rifatta6, ecc. dell’Impero romano, così che Quando il numero dei fedeli si Acqui, Tortona, Asti, Alba, per re- fece più grande, si vide la necessità stare nel nostro territorio, divennero di costruire altre chiese o di attri- presto città diocesane, con residenza buire i diritti del pievano al sacer- di un vescovo nominato dal papa e dote cui era stata affidata la chiesa fornito di tutti i cosiddetti diritti: più frequentata di ogni singolo amministrazione di tutti i sacra- paese. Chiesa comunque esterna al DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 188

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In alto a destra: Mons. Gerolamo (o Girolamo) Ragazzoni (1537 - 1592).

In basso a sinistra: Don Giovanni Guido Perrando, prevosto di Ovada dal 1741 al 1781.

paese stesso (extra muros), come erano parroco don Manuele state anche le pievi, per evitare, secondo Casso10. l’uso romano, che i defunti fossero se- Nel 1463 il frate domeni- polti entro luoghi abitati, per rimanere di- cano Giacomo Doria era sponibile ai fedeli del contado anche “rector ecclesie S. Marie et durante la chiusura delle porte cittadine, S. Gaudentii de Uvada”11. per avere la possibilità di attingere acqua Probabilmente il titolo par- pulita da fonti o fiumi per i battesimi ecc. rocchiale era passato, come Nel caso di Ovada la chiesa prescelta d’uso, assieme alla vecchia come parrocchiale fu la cappella di San intitolazione a S. Gauden- Gaudenzio, che rispondeva a tutte le so- zio, alla nuova chiesa co- praddette caratteristiche: si trovava fuori struita dentro le mura e dal borgo, sulla strada per Genova e dedicata alla Madonna. quella per Molare ed era vicina ad “un Si è anche ipotizzato, ed pozzo d’acqua viva”7. Di fianco alla io vi ho aderito in passato12, chiesa, inoltre, era stato possibile attrez- che entrambe le chiese, zare un camposanto, che rimase in fun- quella esterna e quella in- zione fino al sec. XVIII8, almeno per i terna, avessero tenuto per fedeli della Costa. Per quelli di Ovada qualche tempo il titolo par- funzionarono invece assai presto dei se- rocchiale insieme, ma è luogo della parrochiale ruinata di S. Gau- polcreti comuni al pavimento, all’interno poco credibile. dentio, acciò che detto luogo non si con- di un’altra parrocchiale, posta dentro le Il camposanto che si trovava presso verti in usi sordidi”13. mura, costruita più tardi di quella di San S. Gaudenzio rimase in uso a lungo, so- Neppure i Costesi si servivano ormai Gaudenzio e dedicata alla Madonna. prattutto per gli abitanti della frazione di più di quella chiesa, anche perché vole- Se per la fondazione di San Gauden- Costa, mentre i defunti ovadesi venivano vano ottenere l’autonomia da Ovada, sia zio9 fu suggerito il periodo del VI-VII se- via via ospitati in sepolcreti a pavimento per il civile sia per l’ecclesiastico14. colo, per quella di Santa Maria si ipotizza all’interno della parrocchiale, sia per la Infatti, conclusa la terribile espe- l’XI-XII secolo. mancanza in città di spazio per un cam- rienza della peste del 1630-31, essi riven- Noi sappiamo con sicurezza docu- posanto normale, sia perché era stato su- dicavano che “nel corso di quindici anni mentaria soltanto che al 1283 esistevano perato ormai il preconcetto di tombe continui si sono affatticatti giorno e notte le due chiese di San Gaudenzio e di Santa lontane da luoghi abitati, sostituito dal in far fabricare una parochiale, un orato- Maria e che la seconda era soggetta al desiderio delle persone di stare, anche da rio e un campanile … si sono impoveriti morte, il più vicino possibile agli altari con haver fatto un Beneficio ecclesia- delle chiese e agli altri luoghi sacri. Più stico perpetuo15 ad un parrocho, con es- tardi si seppelli anche nelle chiese dei sersi tassati di un possesso chi di quattro Domenicani e dei Cappuccini e in casi e chi di cinque doppie da 60 e 50 anni in straordinari in altre cappelle. qua”, ed erano riusciti nel loro intento ri- D’altra parte la maggior parte delle cevendo il primo rettore, don Paolo Buffa pievi e delle parrocchiali extraurbane, se di Ovada, il 15 gennaio 164416. rimasero in vita, o meglio, rimasero in Nel frattempo, di San Gaudenzio, vita solo quando si trasformarono in cap- “parochie antique”, non restavano che le pelle cimiteriali. Lo possiamo facilmente “vestigia”17, ma buona parte del territorio constatare già a Molare per la pieve, e poi circostante, fornito di una “masseria”, ap- a Belforte, a Tagliolo, a Lerma, a Prasco, parteneva al Beneficio Parrocchiale e dai a Visone e potremmo andare avanti così. relativi redditi cominciò la ripresa della L’antica San Gaudenzio venne a poco cappella. a poco abbandonata, tanto che nel 1577 Naturalmente la ricostruzione non ri- mons. Ragazzoni, visitatore apostolico spettò del tutto la forma architettonica secondo le disposizioni del Concilio di originale, ma seguì gli usi di allora per le Trento, fece scrivere sul suo registro: “Si cappelle campestri e, dimenticato per il facci drizzare una croce ben ferma nel momento l’antico titolo, prese quello di DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 189

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In alto a sinistra: Don Francesco Compalati (1756 - 1836).

In basso a destra: Don Francesco Prato.

lettili necessarie dalla parrocchiale. scovo delegasse “chi stima” a visitare la Le cose peggiorarono ancora, fin- piccola chiesa ricostruita ed a benedirla chè non divenne parroco di Ovada il in modo che la si potesse riammettere al rev. Giovanni Guido Perrando (a. culto. Delegato fu il viceparroco France- 1779). sco Prato24, che eseguì immediatamente Anche in questo caso mi piace l’incarico. dare la voce ai documenti che, nella La morte del Perrando segnò però un loro semplicità, sono molto sugge- nuovo declino per la cappella. Nella re- stivi. Si tratta naturalmente ancora lazione parrocchiale del 1791 gli eco- una volta di una supplica in terza per- nomi don Francesco Prato e don sona20. Francesco Compalati scrivevano: “La “Doppo di avere il Prevosto di chiesa di San Gaudenzio martire, di spet- Ovada Giovanni Guido Perrando co- tanza di questo Beneficio, attualmente [è] strutto uno utilissimo vasto cortile sprovvista di ogni cosa. Le poche suppel- nanti la casa rurale o sia cassina della lettili che lasciò a questa cappella il fu de- unica masseria del Beneficio parroc- funto prevosto, che ne procurò l’erezione, chiale denominata San Gaudenzio, furono occupate dal suo erede dopo avvedutosi che la detta cassina mi- morte dello stesso”25. nacciava rovina, ha egli intrapreso a Con il nuovo secolo si affacciarono ristorarla o, per meglio dire, a rifarla, nuove idee venute d’Oltralpe e le cap- con farvi riescire una decente stanza pelle campestri ebbero nuovamente un da padrone con piccola cucina an- forte declino, come l’ebbero i conventi e nessa, con aggiongervi un vantag- gli oratori dei disciplinanti. Mentre i fe- S. Maria delle Vigne18, forse per ricordare gioso porticato e con perfezionare ivi, deli delle campagne, più restii ad acco- l’omonima chiesa di Genova, forse per dove presso detta cassina esiste il ceme- gliere le nuove mode, cercavano di affidare le coltivazioni del territorio alla terio delli antichi Ovadesi, una campestre mantenere almeno la decenza dei locali, protezione della Madonna. capella enonziata21 in molte antiche pu- venne comunque portata a termine, con Riportiamo una parte della supplica bliche scritture, prima distrutta, ora rial- un grande impegno popolare, la nuova rivolta al Vescovo dalla popolazione lo- zata. Ma sicome l’oratore alle dette parrocchiale dell’Assunta, aperta al culto cale per ottenere la benedizione del imprese di gloria di Dio, di vantaggio nuovo edificio sacro: “Ha fatto riedificare del Beneficio e di piacere del popolo, il signor Prevosto d’Ovada la chiesa cam- in tutto non può soccombere22 del pro- pestre sotto il titolo di Nostra Signora prio, supplica egli pertanto umilmente delle Vigne alla massaria parrocchiale del la bontà di Vostra Eccellenza Reveren- suo Beneficio, sopra le fini di esso luogo, dissima volersi degnare di permetterle come è noto a Vostra Signoria Illustris- il taglio e vendita delle seguenti piante sima, e la (sic) decentemente ornata con o sia alberi, esistenti in diversi fondi piture, a segno che è in stato di potervisi del sudetto Beneficio parrochiale”. celebrare la Santa Messa, quando vi con- Si trattava di 400 piccoli alberi di corri il benigno assenso di Vostra Signo- castagno da far carbone, 4 noci di di- ria Illustrissima e Reverendissima”. Il versa grandezza, 1 pero e 3 castagni, permesso di benedire la chiesa e di co- il tutto per il valore di £ 139.10. minciare a celebrarvi venne firmato dal L’autorizzazione venne il 5 gen- Vicario Generale della Diocesi, mons. naio 1779, con la richiesta però di for- Porta, il 12 febbraio 170419. nire alla Curia le deposizioni in Né la masseria né la chiesa furono materia di alcuni abitanti della zona e adeguatamente curate, tanto che, dieci le stime di esperti, cose che vennero anni dopo, il vescovo mons. Gozani tro- puntualmente presentate il 23 febbraio vava la porta della cappella senza serra- successivo23. tura e senza chiave, così che, volendovisi Il 15 luglio dello stesso anno il pre- celebrare, si dovevano portare le suppel- vosto Perrando chiedeva che il ve- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 190

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In alto a destra: Altra veduta della chiesa di San Gaudenzio..

In basso a sinistra: Lavori sottopasso ferroviario in zona San Gaudenzio.

il 1 ottobre 1797 e consacrata il 26 luglio del 1801 da parte del vescovo di Acqui mons. Giacinto della Torre26. Poi le vicende politiche presero il so- pravvento su quelle locali e nacque il Regno d’Italia. Le opere civili presero il primo posto, dal cimitero alle strade alla ferrovia. Era stata la ferrovia un progetto a lungo accarezzato dalle persone più lun- gimiranti del territorio e non solo, tanto che vennero studiati diversi progetti per superare l’Appennino e congiungere Ge- nova con il suo entroterra, non solo attra- verso la galleria del Turchino per Ovada, ma anche sotto il passo dei Giovi per Novi Ligure. Contemporaneamente si cu- ravano anche le vie di comunicazione per veicoli su gomma, tanto che la “camio- nabile” Genova-Serravalle fu inaugurata nel 1935. Il tema è stato affrontato e sviluppato da molti autori, specialisti della materia, ressa erano in svolgimento avanzato il 30 aveva riconosciuto nella precedente rela- tra i quali mi piace ricordare M. Marini, marzo 1891 ed avevano danneggiato la zione del 1872, come non esistesse più, E. Massone e S. Pedemonte, che nel 1998 chiesa, la strada e la cascina28. Già nel forse proprio per quegli espropri, ed presentarono un articolato studio sulla 1890, nel bel mezzo dei lavori per la fer- anche nel 1897, nell’elencare ben 12 cap- nostra Rivista27, per cui evito di parlarne rovia, nella relazione per la visita pasto- pelle campestri, non citava più S. Gau- io, se non per i problemi che procurò alla rale di mons. Giuseppe Marello denzio29. nostra chiesetta e al territorio circostante. (1889-1895) il parroco Vittorio Binelli Per quei territori già un secolo prima, Gli espropri nella zona che ci inte- non nominava la nostra cappella, che pur nel 1776, era nata una causa con i signori Rossi, responsabili di avere spianato una “levata”, così che le acque che andavano in un fosso dei Rossi, ora si disperdevano e inondavano i campi del Beneficio. Per quanto la parrocchia avesse vinto la causa, i danni non erano stati del tutto ri- parati30 ed inutili erano state le proteste. Ora si ripetevano i danni e non c’era modo di lamentarsi: si trattava di lavori statali. Il Beneficio in località San Gaudenzio si stendeva per 32 stari, 6 tavole e 5 piedi, e comprendeva una parte a vigneto, una con gelsi ed una terza a campo arato, oltre al cascinale con un pozzo d’acqua viva e la piccola chiesa31. Era l’unica masseria compatta della parrocchia, confinante da tre parti con strade pubbliche; gli altri beni erano com- posti da campi o vigne o boschi più diffi- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 191

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Sotto: In una foto d’epoca la zona Stazione Centrale, San Gaudenzio, inizio via vecchia Costa e strada via Molare.

cili da sfruttare perché dispersi nel terri- Dopo le prime richieste di sussidio cesso ad un sacerdote cattolico di rito torio e senza contiguità. del 1941, seguirono infatti quelle del ’43 orientale di potervi celebrare alla dome- Nel 1932 era stato chiamato il geome- e infine quelle del ’47, 11 febbraio35. nica per gli emigrati provenienti dall’Eu- tra Nicola Bonelli per fare una descri- C’era stata la guerra e le disponibilità ropa orientale e soprattutto dalla zione accurata della masseria, che venne economiche dello Stato e della Curia si Romania. Speriamo che non debba tor- firmata il 20 maggio del 193932. La nostra erano terribilmente assottigliate: per que- nare a sparire! impressione è comunque quella che, oltre sto tanti ritardi! Ma con l’intelligente ai danni portati dai lavori per la ferrovia, buona volontà dei parroci e l’intervento, il declino dell’intero podere fosse soprat- sempre attivo in Ovada, dei fedeli, la Note 1. Statuti di Ovada del 1327, a cura di GUIDO tutto il frutto dell’incuria e dell’abban- chiesetta venne restaurata efficacemente FIRPO, Ovada 1989. dono di affittuari e mezzadri. e riportata in servizio. 2. È esistita invece una cappella dedicata a S. Terminati i lavori per la ferrovia, Gli Ovadesi ne erano orgogliosi tanto Ambrogio, uno dei santi del secondo gruppo, presso l’ufficio amministrativo della da desiderare dalla Curia un riconosci- ormai scomparsa. Ne parleremo in altra occa- Curia si erano avviati gli studi per pro- mento superiore a quello delle altre cap- sione. grammare la riparazione dei danni, chie- pelle campestri. Ciò avvenne il 7 agostro 3. Molte delle cappelle più antiche si dicono co- struite sulle macerie di tempietti pagani andati dendo anche un sostanzioso risarcimento del 1947. distrutti. all’Ente Ferroviario. Si parlava soltanto In tale data San Gaudenzio fu dichia- 4. C. PROSPERI, Campale e la sua pieve, in del restauro della cascina, ma c’era evi- rata “Succursale della Chiesa Parroc- “URBS silva et flumen”, a.XIV, n.1, marzo dentemente, sotto sotto, anche l’inten- chiale di Nostra Signora Assunta in 2001, pp. 50-85. zione di riparare la chiesa, per la quale Ovada”, con titolare don Fiorello Ca- 5. P. P IANA TONIOLO, Rocca Grimalda, pieve di opera il fu Emilio Rebora aveva assicu- vanna fu Agostino, quasi a riconoscere in San Pietro, in Tra Romanico e Gotico, a cura di S.Arditi e C. Prosperi, Acqui EIG, 2004, pp. rato con il suo testamento un lascito con- lei la seconda parrocchiale di Ovada, 175-178; EADEM, La pieve di Rocca Grimalda 33 sistente . dopo esserne stata, in tempi antichi, la (Storia di una “scoperta”), in “Rivista di Storia Tra l’altro era sorto anche il problema prima. Arte Archeologia per le province di Alessandria della strada, che, dopo i lavori, risultava Essa si nota anche oggi assai bene, e Asti”,Alessandria CXIII.1, 2004, pp. 211-224. molto bassa in rapporto alla chiesa, così così alta sulla strada per Molare, appena 6. S. BASSO, Dove l’Orba si beve il Piota. Viag- fu necessario provvedere, con l’aiuto oltre il sottopasso della ferrovia, ma nel gio storico tra le chiese ed i castelli di Silvano d’Orba, Ovada, 2006, pp. 87-99. economico della Ferrovia, anche alla co- guardarla nessuno penserebbe mai che la 7. P. P IANA TONIOLO, La Confraternita e l’Ora- 34 struzione di una scalinata , cui si ag- sua nascita sia tanto antica. Eppure è torio della SS. Annunziata di Ovada, Ovada giunse, dopo la guerra, nel 1947, un quasi dimenticata e proprio perché non 2017, p. 5, nota 4. cancelletto. venga trascurata nuovamente è stato con- 8. IBIDEM, p. 7, nota 11. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 192

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In questa pag.: Progetto d’ingrandimento.

9. Il Santo fu martirizzato nel 364 d.C. a Rimini, vescovo. Senza la presenza di un Beneficio suf- clesie S. Gaudentii, parochie antique, ubi sunt mentre combatteva l’eresia ariana. ficiente una parrocchia non poteva essere eretta bona ipsius parochie.” Gli abitanti di Ovada 10. P. T ONIOLO – E. PODESTÀ, I cartulari del no- né mantenersi. erano allora 2465, di cui 1320 da comunione. taio Giacomo di Santa Savina (1283-1289), Sto- Nel 1740 la Parrocchia di Ovada godeva di beni 18. La chiesa di S. Maria delle Vigne si trova ria e vita del Borgo di Ovada alla fine del secolo terrieri, con una rendita valutata lire 470, soldi nel pieno centro storico di Genova. Fondata nel XIII, Ovada 1991, doc. 52. 10 e denari 9, distribuiti in diverse località: S. sec. X, venne completamente rifatta alla fine del 11. E. PODESTÀ, Gli atti del notaio G. Antonio Bernardino (presso la cappella), Scanacapre, ‘500, con facciata neoclassica. Ha un interno De Ferrari Buzalino (1463-1464), Storia e vita sotto il Colzero, S. Gaudenzio, al Pontetto, alla ricco di stucchi dorati e affreschi. del Borgodi Ovada nel secolo XV, Ovada Acca- Barachina, in Redipreto, in Noveresa, di là da 19. A. P. O., F. 65, f. 1, n. 9. demia Urbense, 1994, doc. 25. Stura, all’Argini bassi, al Palazzo, a Rocca- 20. A. P. O., F. 65, f. 1, nn. 53-54. 12. P. PIANA TONIOLO, La Confraternita cit., p. schero, alle Stivette, in Carbonata ossia al Re- 21. Enonziata = nominata, ricordata. 6. quagliolo. ARCHIVIO PARROCCHIALE DI OVADA 22. Soccombere = sopperire. 13. ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI ACQUI (A. (A. P. O.), F. 20, f. 2. 23. A. P. O., F. 65, f. 1, nn. 53-54. S. D. A.), Relazione del visitatore apostolico È forse il caso anche di ricordare che nessun 24. Ibidem. mons. Gerolamo Ragazzoni, vescovo di Ber- chierico poteva diventare sacerdote se non era 25. A. P. O., F. 65, f. 1, n. 55. gamo, alla diocesi di Acqui nel 1577, trascri- fornito dalla famiglia di una dote personale (sui 26. E. PODESTÀ, Le antiche chiese e la Nuova zione di P. Piana Toniolo, scat. 1. patrimonii) che poteva consentirgli una suffi- Parrocchiale di Ovada, in AA.VV., La Parroc- 14. Come avvenne nel 1644 per la Parrocchia e ciente autonomia economica. Naturalmente chiale di Ovada, Ovada 1990, pp. 19-37. nel 1687 per la Magnifica Comunità. Vedi P. questo “patrimonio ecclesiastico” restava di sua 27. M. MARINI, E. MASSONE, S. PEDEMONTE, Al- TONIOLO, I primi passi della Parrocchia di proprietà anche quando fosse diventato parroco cuni progetti storici di linee ferroviarie tra Ge- Costa d’Ovada in “URBS cit., a. VI, marzo e potesse usufruire del Beneficio parrocchiale. nova e la Pianura Padana, in “URBS cit., 1993, pp. 33-35, e EAD. La nascita della “Ma- I sacerdoti che non ottenevano una parrocchia 1998, a. XI, nn. 1-2, pp. 9-19. gnifica Comunità” di Costa d’Ovada, in e neppure una cappellania potevano mantenersi 28. A. P. O., F. 65, f. 3. “URBS cit., a. VI, giugno 1993, pp. 57-59. con la propria dote, oltre a cercare lavoro come 29. A. P. O., F. 65, f 4, n. 28 15. Il Beneficio ecclesiastico o parrocchiale segretari, maestri di scuola, amministratori e 30. A. P. O., F. 65, f. 2, n. 51. consisteva in una dotazione in beni immobili as- altro. 31. A. P. O., F. 20, f. 2; F. 20, f. 14; F. 20, f. 22. segnata al parroco pro tempore di una località 16. P. PIANA TONIOLO, I primi passi cit. 32. A. P. O., F. 21, nn. 3 e 5. mediante donazioni dei parrocchiani. Questa 17. A. P. O., Relazioni Parrocchiali, F. 2, f. 1, 1., 33. A. P. O., F. 21, n. 7. dote doveva servire a mantenere il sacerdote, Relazione del 1650 di don Gio Giacomo Cullia 34. A. P. O., f. 21, doc. del 24 luglio 1941, xix. gestire la chiesa parrocchiale, aiutare i poveri o Coglia, Protonotario apostolico, arciprete di 35. A.P. O., F. 21, diversi documenti. della parrocchia e devolvere una percentuale al Ovada dal febbraio 1643: “adsunt vestigia ec- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 193

193 Un patrizio genovese in ozio alla Lercara con il pensiero rivolto alle faccende della Serenissima di Paolo Bavazzano L’altra estate per bizzarria almeno per le lavo- E passar malinconia, razioni più com- Per fuggir i caldi estivi plesse che un Che per l’ozio son nocivi, edificio di tali di- Secondando il mio parere mensioni avrebbe ri- Ho composto per piacere chiesto4. Con dolcissimi concenti La torre incorpo- Questi miei ragionamenti. rata al fabbricato Adriano Banchieri, bolognese, pare già esistesse e La pazzia senile (1598). servisse per la ri- scossione del pedag- In diversi numeri della rivista sono gio sorgendo non usciti articoli su Castel Lercaro1, in realtà lontano dal torrente un grande casamento rurale fatto edifi- Orba, in un punto care verso il 1570 dal patrizio genovese cruciale dove si sfio- Franco Lercaro per la villeggiatura. ravano i confini di In quest’occasione utilizzeremo tre diversi Stati: la nuove informazioni frutto di recenti ricer- Repubblica di Ge- che relative sia alla “Villa Lercara” di nova, lo Stato di Mi- Ovada, sia a Palazzo Lercari – Parodi di lano e quello del Monferrato5. di banditi e di grassatori che impune- Genova sorto nel 1571 in via Nuova, All’epoca il patriziato ed i ricchi ban- mente la facevano da padroni. Lungo le (l’odierna via Garibaldi)2. chieri genovesi facevano fabbricare le vie di comunicazione più praticate le ca- I due edifici della stessa epoca, pur proprie residenze di villeggiatura a Sam- scine costituivano un punto di riferi- avendo in comune il proprietario non pierdarena, a Cornigliano, a Pegli, sulla mento fondamentale destinato alla sosta hanno avuto nel tempo la medesima collina di Albaro o in Val Polcevera, e il ristoro dei viandanti e dei quadrupedi. sorte. Mentre il magnifico palazzo situato mentre nell’Ovadese le famiglie altolo- Molte avevano un locale adibito ad oste- nella strada più spettacolare di Genova, è cate possedevano vasti terreni agricoli e ria ma è risaputo che dove si mangia, si stato inserito, il 13 luglio 2006, nella lista produttivi dominati dalle loro dimore beve e si gioca, a volte si viene alle mani delle residenze signorili genovesi “dei poste alla sommità delle colline. Vali- o peggio ancora ai ferri corti. Spostarsi Rolli” assurte, con l’imprimatur del- cando l’Appennino per raggiungere quindi da un luogo all’altro rappresentava l’Unesco, a patrimonio dell’umanità, vi- Ovada, se si seguiva la via di Voltri si per ognuno un’avventura non sempre a ceversa, la cosiddetta Villa della Lercara percorrevano tortuose mulattiere e si lieto fine6. si trova in uno stato di abbandono tale da giungeva a destinazione dopo una buona Un documento del 1569 trascritto escludere ormai, e purtroppo, ogni possi- giornata di cammino. Se invece si viag- dallo studioso Ambrogio Pesce-Maineri, bile intervento di recupero. giava a dorso d’asino o di mulo il tempo attesta che Ovada da borgo fortificato di Le motivazioni per le quali Franco di percorrenza era all’incirca dimezzato. una certa importanza stava ormai acqui- Lercaro, nato intorno al 1523 e sopran- Chi poteva permetterselo intraprendeva stando sempre maggior rilevanza dal lato nominato il ricchissimo, per l’immenso il viaggio a cavallo oppure si faceva por- commerciale: …Ovada fu sempre tenuto patrimonio che possedeva in Liguria e in tare in letica agganciata a due muli o in luogo di riguardo, come molto opportuno quel di Napoli, scelse Ovada per investire carega, (sedia), sorretta da due camalli, alla sicurezza dello Stato nostro essendo parte dei suoi capitali in appezzamenti ma quest’ultima era un mezzo di tra- situato in parte che potrebbe apportare agricoli, non è dato pienamente a sapere sporto soprattutto usato in città per brevi molte difficoltà a chiunque da quel lato per insufficienza di documentazione3. percorsi e più adatto alle signore dell’ari- tentasse di penetrare verso la città no- La villa, sulla collina ad un paio di stocrazia. Lungo il tragitto, che si sno- stra. Vi si aggiunga che essendo posto fra chilometri da Ovada, tra Silvano e Ta- dava per la maggior parte nel folto della il Genovese e la Lombardia vien ad es- gliolo, presenta caratteristiche architetto- boscaglia, si incontravano pacifici vian- sere scalo ove concorrono molte vettova- niche molto modeste e probabilmente danti e numerosi mulattieri che in preva- glie che abbondano il paese…7. non è sorta come oggi la vediamo. lenza trasportavano cereali e altre Con l’apertura nel 1585 della strada Non sappiamo se le maestranze im- mercanzie ma c’era anche il rischio di della Bocchetta, per la quale la nobiltà piegate nella sua costruzione vennero as- fare qualche incontro indesiderato, poi- genovese aveva investito ingenti capitali, sunte in loco o qui trasferite da Genova, ché nel Cinquecento il territorio pullulava per chi si poneva in viaggio le cose un DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 194

194 Nella pag. precedente: dell’artista incisore Pietro Paolo Galeotti, il ritratto di Franco Lercari nel recto di una medaglia del XVI secolo. © www.alamyimages.fr

In questa pag., in alto: frontespizio di “Fonte di Nobiltà”.

In basso: schizzo della “Lercara” nel 1715.

poco migliorarono ma già due anni prima Benigna moglie di Franco Lercaro Franco Lercaro aveva dettato il proprio A qual ogni beltà si mira e vede testamento e a tale atto probabilmente Aurelia è l’altra fuor di valor raro pochi anni sopravvisse8. Che par d’ogni virtù resti l’herede Figlio di Nicolò, sposò la nobile An- E per le sue fattezze saggie e accorte tonia De Marini9, sorella di Aurelia10 mo- Di David Imperial resta consorte. glie di Davide Imperiale11. I coniugi Lercaro non ebbero discendenza e quindi Questo facoltoso signore esponente il loro vasto patrimonio, compresi il pa- dell’antica nobiltà genovese, cui la mo- lazzo di via Nuova e la Lercara, pervenne glie, Antonia De Marini non aveva dato in eredità al “cugino” Giovan Carlo Im- un erede, giunto sulla cinquantina sente periale e alla sua discendenza primoge- quindi il bisogno di ritirarsi per qualche nita, con obbligo di assumere il cognome periodo dell’anno in campagna dove ri- Lercari, disposizione ottemperata dal di- posare e meditare sui giorni a venire, ra- retto interessato in data 27 febbraio 1586. gionando anche sul notevole patrimonio Una vivace descrizione delle sorelle ereditato dagli avi, da lui stesso ulterior- De Marini, figlie di Giovanni da Ber- mente accresciuto e che forse, pur nello gamo e Pellina Lomellini12, la scioglie in sfarzo di una invidiabile esistenza, non ottave il verseggiatore Gasparo Mutio13, gli procurava la felicità che avrebbe de- nativo di Stella, in un’operetta stampata siderato14. a Genova nel 1570 e nella quale passa in Pur lavorando di fantasia non è facile rassegna, con estro e sperticati omaggi, immaginare una giornata tipica di Franco le bellezze femminili genovesi di sangue Et esser di Marin, parmi suo Padre Lercaro e della moglie nell’ozio della vil- blu del tempo. La scena trasporta in versi Per le belle onde c’ha nelle sue inse- leggiatura, ma circa le costumanze della sembra avere come campo d’azione la gne nobiltà genovese del tempo possiamo Strada Nuova, aperta nel 1550 e sulla Portan’ il pregio, da tutte altre squa- averne un’idea da quanto narra lo storico quale si affacciavano ormai alcuni dei dre Belgrano15: sontuosi palazzi sorti a destra e a manca E l’istessa leticia, in lor par regne In ogni stagione e per ogni dove della via durante quello che è stato defi- Sono cortese saggie, e signorile erano allegrezze di suoni, di balli e di nito il secolo d’oro dei genovesi. Virtuose, prode, belle, anche gentile. canti, e il giorno si facea corto ai piaceri. Più giocondo e grasso vivere non si sa- E due sorelle, seguitar veggio essa Di la prima di queste è’l nome rebbe potuto immaginare altrove che a (Si riferisce a Maddalena Pallavi- chiaro Genova. cino) Antonia a qual il ciel, largo si diede In la contrada, non men saggie, e humane Di quante n’habbi, la natura istessa Fatto in qual vogli parte, qui o lon- tane Ciascheduna di lor al cuor ha im- presso Tritogenia, e son lor le più soprane Di quante n’abbia, la grande arte’l cielo Formato al mondo, non li manca un pelo.

Dir non si potria mal, quanto leg- giadre Sian queste due Sirocche (sorelle), inclite e degne DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 195

195 In questa pag., in alto: abiti per le scampagnate dei genovesi in una tela di Giuseppe Bacigalupo.

In basso: “Giuoco della Pallacorda” in una stampa del XVII secolo.

soggiorno, invitando i signori che avevano casa o palazzo in Ovada e nei paesi limitrofi, come testimo- niano i vari catasti e le “caratate” redatte a fini esattoriali. Tenendo conto del periodo la villa poteva diventare il luogo dove riparare in caso di turbolenze belli- che o epidemie19. Sappiamo che Franco Lercaro Nella estate poi non era chi volesse trimonio) a due, a tre, a quattro, e si po- coltivava anche interessi culturali. dimorare in città: manomettevano le fac- teva fare anche un solitario. Possedeva un palazzo a Napoli20 dove, cende, disertavano gli uffici, davan com- C’era poi lo svago degli indovinelli e come a Genova accoglieva artisti, di miato alla mercatura; e trasportavano dei giochi di società. La moscacieca fu in fama o in cerca di gloria, speranzosi di nelle adiacenti campagne tutte le corru- grandissima voga nel Cinquecento e incontrare sul loro cammino un sensibile zioni del lusso e della mollezza. Da Sestri anche nei secoli successivi formò il sog- mecenate al quale dedicare una sonata, a Nervi, lungo il lido marino, e nelle valli getto di un gran numero di quadri e di un’ode o una raccolta di poesie. di Bisagno e della Polcevera, sino a Pon- stampe. Fra questi, un personaggio chiave per tedecimo, sorgeano altissime torri, Già i romani passavano lunghe ore l’opera svolta in campo editoriale, fu Cri- egregi palazzi, edifici mirabili, giardini nello sphaeristerium un’ampia sala co- stoforo Zabata21 il quale, tra Venezia, suntuosi, e ville che porgeano grandis- struita appositamente per giocare a palla Pavia e Genova, promosse la stampa di sima dilettazione. e, indubbiamente più vicino alla tradi- numerose cinquecentine contenenti Belgrano dice che ciò accadeva in zione ligure piemontese alla palla corda scritti personali e poesie di vari autori fra ogni stagione, quindi durante tutto l’anno e al pallone con il bracciale. Da un inven- i quali Scipione Metelli che a Franco mentre per i periodi di vacanza fuori città tario di fine Settecento sappiamo infatti Lercaro e all’ovadese Andrea Mainero22, prosegue dicendo che la stagion villerec- che il castello di Roccagrimalda era do- con deferenza ed amicizia, dedicherà ri- cia iniziava a Ferragosto e si protraeva tato di un ampio salone utilizzato a tale spettivamente una poetica composi- fino a mezzo il novembre intorno la festa scopo18. zione23. di san Martino…16. Dopo la vendemmia il fidato fattore Certamente la villa divenne per In villa tutto doveva essere occasione avrebbe rendicontato sul raccolto del- Franco Lercaro il buon rifugio lontano di gioco e di divertimento. l’uva e degli altri prodotti dell’annata dalle preoccupazioni giornaliere cittadine Lasciando alle corti i loro fasti ludici, agricola (grano, legumi, frutta) ai quali dovute agli affari, un luogo tranquillo e resta comunque la certezza che i signori, crediamo di poter aggiungere, non an- distensivo dove recarsi con una certa ri- o meglio l’aristocrazia che ruotava at- dando lontano dal vero. la parte riguar- servatezza, all’insaputa degli stessi fami- torno alla corte, partecipando a tutti gli dante la produzione effetti alla sua stessa vita ne traesse mes- dei bozzoli da seta saggi utili al punto da servirsene per le che richiedeva sue ore di svago, sia in città che in villa; l’impiego di moltis- in quest’ultima, lontana dalla routine sime foglie di quotidiana e dalle preoccupazioni affari- gelso, una pianta stiche17. preziosa e tuttora Si giocava agli scacchi (Schatrengi), diffusa lungo i viali gioco dello scià, gioco del re, (un verso e nelle campagne della Chanson de Roland dice: Agli scac- dell’Ovadese. chi giocano i più saggi e i vecchi), al I signori prima gioco della Dama, nato in Europa durante di ripartire per Ge- il Rinascimento. Innumerevoli i passa- nova avrebbero tempi con le carte compreso quello dei forse banchettato tarocchi inventato, pare, intorno al 1360 sorseggiando il dal bolognese Francesco Fibbia. Sempre vino novello, nel ri- con le carte si giocava a bazzica (o ma- cevimento di fine DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 196

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In questa pag.: Frontespizio della raccolta di poesie contenente quella del Metelli dedicata a Franco Lercari. © Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

gliari e più di una volta avrà deciso di de- Ch’eminente, si mostra a chi trapassa, dicare qualche giornata alla pesca presso La rima indietro la mia Musa tira, le sponde del sottostante torrente Orba. E a dir de le Molare, e Cascinelle, Considerando la posizione della Ler- Che doppo Ovada son, mi volve, e cara in aperta campagna e contornata da gira. ameni boschetti residui della immensa Appar poi Cremorino sopra quelle, selva dell’Orba (narrata da Paolo Dia- Ornato molto, e posto in loco aprico, cono) che si estendeva dalla pianura fino Et altri colli, e valli ombrose, e belle. al mare, come i re longobardi, il Lercari Ma ben veggio ch’indarno m’affatico, avrà certamente organizzato giornate de- Se i verdi prati, e se le rive herbose, dicate alla caccia, non più con l’arco ma E gli altri lochi tanti ch’io non dico con l’archibugio, riempiendo il carniere Contar vorrò dove Natura pose di lepri, fagiani, pernici, e con l’aiuto dei Ogni suo studio, ogn’arte, ogni pen- cani stanato e abbattuto cinghiali tassi e siero, caprioli che la servitù, per qualche spe- Perche avanzasser tutte l’altre cose. ciale occasione, avrebbe cucinato e ser- Che s’io parlassi un’anno intiero in- vito in tavola nella sala maggiore del tiero; palazzo agli invitati di turno24. E bocche, e lingue più di mille ha- A fine banchetto tra l’allegria gene- vessi; rale, al momento del brindisi, gli invitati Ancor saria il mio dir minor del vero. più capaci avrebbero pronunciato parole (…) di ringraziamento e declamato sonetti in Acciò conosca, ch’io non parlo a onore del signore o della dama di casa, caso. non tralasciando di decantare le qualità Venga egli, e si chiarisca come stiamo del vino di cui la coppa d’argento, innal- In questa de le Ville alta Reina, zata per l’augurio finale, era piena25. E vegga in fatti quel, che noi veg- giamo Ma anche i mecenati come Franco Altri in Banchi, altri in casa ti mole- Primamente egli havrà sera, e mat- Lercari ebbero i loro cantori e a tale pro- sta, Con dirti quel, che spera, e quel ch’ei tina posito ci pare di scorgere tra gli invitati il teme. Buona cera da voi quanto si possa, poeta Scipione Metelli il quale si appresta Quel piglia occasione in dì di festa a recitare la lunghissima ode dedicata al Come la cortesia vostra v’inchina. Di saper in qual Chiesa a trovart’- Un’acqua fresca poi, che da la fossa nostro patrizio, che qui riportiamo nelle habbia E ti attraversa hor quella strada, 26 Un morto ritrarrai, benché già avesse parti essenziali e più interessanti . hor questa La carne consumata, i nervi e l’ossa. Nel Tempio, quando poi mover le lab- I cibi taccio, acciò che non paresse, Ottima parte parmi ch’elegiate bia, Che per tal via volessi trarre alcuno Signor, quando lontan da la Cittade, (….) O che la gola me stesso movesse. Ne la Lercara vostra v’appartate. La casa tutto’l sito signoreggia, Quest’aria, questa vista d’ogni bruno E veramente per null’altre strade E’l paese a Teatro somigliante, Pensier, gli sgombrerà da dosso il Qua giù può ritrovarsi alcun piacere, Di qua, di la, di su di giù vagheggia, peso Ch’al par di questo giunga, ò che più Quindi l’Herma, e Tagliol ti son davante Né più l’aggraverà duolo importuno. aggrade. Rocca Grimalda dirimpetto a lóro, E questo è quel, che da principio ho A chi le cose con ragion vedere Che de’ Trotti era detta poco avante. inteso Vorrà, ne passion veruna il muova. Accresce questa molto alto decoro Ch’ogn’ altro ben lo star in villa Che fa’l nero pe’l bianco travedere. A cosi lieta, e dilettevol scena, avanza, Ne la Città si ha sempre cagion nova E rende assai più vago il bel lavoro. Massime in questa; ov’io rimango Di miosi pensier, di mille affanni, A pie di questa con piacevol vena preso Né mai pace, ò riposo vi si trova. Congiunta con la Stura, l’Urba Questa dunque Signor, sia vostra Ne ti basta provare i propri danni, bassa, stanza. Che sei forzato di sentir insieme E con la Piota poi si fa più piena. Non quelle a la Città tanto vicine, I travagli di Piero, e di Giovanni. Ovada giace in la parte più bassa, Che di Cittadi anch’esse hanno sem- Alcun ti narra le sue pene estreme, E Silvano a l’incontro in alto mira, bianza DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 197

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In questa pag.: Franco Lercaro, “cittadino di Genova” il 31 agosto 1574 è, in Parrocchia a Ovada, padrino di battesimo di Antonio Mainero figlio di Giovan Battista.

cinque mesi seguenti, se le accomoderà, estinta o l’una cosa, o l’altra si abbi poi a continuare il detto ordine, e quando vi stessero loro, o loro famiglia più di detti mesi cinque per anno, ordino, & voglio che detta possessione, casamenti e ter- reni di sopra distinti restino devoluti all’Ospitaletto Piccolo degli Incurabili di Genova, dando facoltà alli Signori Pro- tettori di esso Ospitale, che con la depo- sizione di trè Testimoni degni di fede a loro giudicio, se ne pigliano il possesso, Perche, se avien, ch’ai mal un s’avvi- Serenissima” delle quali avrebbero con- risalvando sempre il tempo di guerra, o cine tinuato ad occuparsi i suoi eredi tanto che peste, che mentre durasse, o l’una, o l’al- Più se n’infetta, e perciò meglio è nel suo testamento dispone con chiarezza tra non intendo vi sia limitazione alcuna, lungo come avrebbero dovuto comportarsi, ad & aggravo le coscienze di detti Signori Da la Cittade haver il suo confine, esempio, riguardo alla villa della Ler- Protettori, del Serenissimo Principe, Dove la civil peste non aggiunge. cara, pena la perdita della proprietà del- quali saranno pro tempore e non volerli l’immobile: concedere per alcun tempo più termine La Lercara, oltre ad una cappella in- 1583, 27 Febbraio. Ritrovandomi io dello statuito di sopra, sotto qualsivoglia titolata al Bambin Gesù aveva a disposi- Franco Lercaro del q. Sig. Nicolò di età pretesto, ne annullare, ne vendere tal zione cinquanta stanze: distribuite in due d’anni 60, per grazia di Nostro Signore, condizione, che quando facessero altri- appartamenti, in cui può alloggiare a un sano d’animo, senso, intelletto, & in mia menti voglio, che pervenghi detta Posses- tempo due gran personaggi con suo equi- buona e sana memoria ancora che io sia sione, Casamenti, e Terreni all’Ospital paggio. Inoltre, presenta un delizioso alquanto travagliato del Corpo: Consi- Grande di Genova con l’istesse condi- giardino molto stimabile per la varietà derando quanto sia fragile la vita umana, zioni dette sopra, & condizione tanto de’ saporitissimi frutti, (...) circondato da & che a Nostro Signore piacesse dispo- all’Ospital Piccolo, quanto al Grande di campagna si amena, che l’occhio non si nere della vita mia, essendo a tutti la non potere per alcun tempo alienare detti sazia di ricrearsi nella varia comparsa di Morte certa. & incerta l’ora, utile, & Casamenti e Terreni, e possessioni, ma verdura e prati, di bell’ordine negli al- onesto ho giudicato disponere di me solamente affittarli. beri fruttiferi d’ombrosa frescura, né bo- stesso, e delle cose mie. (…) Un ulteriore disposizione segnala una schetti di grata vista e comodo né Pongo (…) l’obbligo al Luogo della particolare attenzione verso le fanciulle pergolati di ariosi sentieri da passaggio Lercara, casamenti, & pertinenze degli da marito senza dote, non solo di Genova nella larghezza del suo piano. Questo acquisti fatti, e da farsi, e così delle fab- ma anche di Ovada, cittadina verso la Palazzo, con grandi spese fabbricato, briche in esso luogo tanto, che quello lo quale dimostra affezione e dove ha le- resta continuamente provvisto d’abbon- possederà non se gli abbi da fermare per gami di amicizia con le maggiori fami- dante commestibile, ornato di peschiere, stanza sì d’Inverno, come d’Estate, e glie del luogo e certamente buoni rapporti fontane, orti, giardini, vigne, campi, bo- questo per ovviare non venissero a pren- con le autorità e il clero secolare e rego- schetti da uccellare, ed alberi che produ- dergli amore, e farsene stanza continua, lare. Durante la sua permanenza in villa cono squisiti frutti. L’aere poi che porge da che ne succederebbe, che manchereb- è sicuramente invitato a partecipare alle in questa campagna la benignità del pro- bero della Civiltà, e delli buoni ammae- solennità religiose (processioni), mentre prio clima e sì salubre che nella sua se- stramenti, che si prendono in la Città, un atto inserito nel primo libro parroc- renità, spira tanto mite a soave. Che come è successo in molti luoghi, e per ri- chiale attesta la sua presenza in veste di diresti esser da questo invitate le grazie, mediare a questo voglio, & ordino, che padrino ad un battesimo28. e le muse a formare cori di celesti con- alcuno di quelli, che la dovranno godere, Voglio di più, che dopo l’apertura del versazioni27. non vi possano stare più di cinque mesi mio presente Testamento, o al più lungo Un paradiso terrestre insomma ma, l’anno al più continui, o ripartiti, se- fra il termine di due anni, s’abbiano a come annunciato nel titolo del presente condo meglio l’accomoderà, e questo maritare dodici figlie povere, e da bene lavoro, il Nostro era sì “un patrizio geno- anno per anno, se già non succedesse nate in Genova ad elezione di Antonia vese in ozio alla Lercara ma con il pen- casi di peste, o guerra le sia permesso mia Consorte29, con dare a ciascheduna siero rivolto alle faccende della starli tutto quel tempo che durerà, e più di loro libre cento cinquanta per sovven- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 198

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In questa pag.: Megollo Lercari, da una stampa popolare tratta da “L’Emporio Pittoresco”.

zione delle loro doti, e di più altre otto la metà della Villa di San Pietro d’Arena, e l’altra metà del Luogo di Ovada in tutto come sopra, & che a quest’otto se le diano libre cinquanta per ogn’una a conto delle loro doti. All’inizio abbiamo accennato a Pa- lazzo Lercari Parodi in Via Garibaldi a Genova, del quale si è detto e scritto molto, per cui pare superfluo ritornare sull’argomento. C’è però un episodio che lo caratterizza e che le guide che accom- pagnano i turisti nella visita al palazzo sovente raccontano. Ai lati dell’entrata principale, sulla facciata, sono scolpite due gigantesche fi- gure che colpiscono l’occhio dell’osser- vatore perché hanno il naso e le orecchie mozzate. Nessuno si è mai sognato di compiere un atto vandalico danneg- giando le statue. Sono invece state scol- pite in tal modo per volere del proprietario Franco Lercaro e per traman- dare la memoria di un episodio che vede mentre in veste rossa mostrava le fiamme Quando il Lercari l’ebbe in suo po- protagonista Megollo Lercari, vissuto accese nel cuore tutta mosse la città per tere, sdegnato da tanta viltà, poiché im- qualche secolo prima. vendicare l’offesa ricevuta. Armate due plorava grazia per la propria vita, gli Verso il 1250 Genova aveva già colo- galere navigò alla volta di Trebisonda e diede un calcio e fattolo alzare disse: Non nie nell’impero di Trebisonda. Dopo sconfisse quattro navi mandategli incon- sai che i Genovesi non incrudeliscono varie vicende che portarono anche a fatti tro. Poi cominciò a scorrazzare per i mari contro le femmine? E lo rimandò libero d’armi tra l’Imperatore e i Genovesi si cagionando danni ingenti all’impero. A all’imperatore. giunse nel 1376 ad un accordo che durò quanti uomini gli cadevano prigionieri Questi fatti indussero Alessio a fare ai ben poco se si deve giudicare dai fatti. Il nelle mani egli faceva tagliare il naso e le Genovesi più ampie concessioni e non a Giustiniani registra sotto l’anno 1380 orecchie e questi conservava in salamoia torto il Giustiniani dice che da Megollo quanto accadde per opera di Domenico in un gran vaso. Altre navi egli sconfisse Lercari derivò il grande emporio com- Lercari Megollo. Il De Simoni invece as- mettendo in serio pericolo l’impero di merciale di Genova in Trebisonda30. serisce essere i fatti avvenuti tra il 1314 Trebisonda. Altro poeta con tutta probabilità ospi- e il 1316 e noi ci atterremo a quest’ul- Un giorno, fatti prigionieri un vecchio tato alla Lercara risponde al nome di An- timo. con i suoi due figli, mentre si disponeva tonio Terminio da Contursi (Salerno), Nel 1312 Megollo Lercari essendosi a punirli, come d’abitudine, commosso citato nella lettera in appendice. Al suo recato in Trebisonda per commercio, fu da pianti dichiarò che li avrebbe perdo- riguardo le notizie sono scarse ma la ri- accolto a Corte dall’Imperatore Alessio. nati se avessero portato all’Imperatore il cerca continua e forse il tempo ci darà Il suo carattere fiero ed impetuoso lo ren- vaso pieno di nasi e di orecchie in sala- modo di saperne di più e di ritornare deva temuto ad amato nel tempo stesso. moia, e gli avessero riferito che egli non sull’argomento31. Un giorno, durante una partita a scac- avrebbe cessato dal danneggiare l’im- chi con un invidioso cortigiano, questi pero, finchè non gli fosse stato conse- Appendice vedendosi alle strette, gettati a terra gli gnato il cortigiano che l’aveva così Cristoforo Zabata a Franco Lercaro scacchi, osò alzare la mano sul volto di gravemente offeso. Il vecchio riferì al- Megollo. Invano egli chiese la punizione l’Imperatore quanto Megollo gli aveva Da: Nuova selva di varie cose piacevoli 1570. del colpevole all’Imperatore, chè questi detto e gli consegnò il macabro vaso. All’illustre signore, il signor Franco Lercaro, si- gnor mio osservandissimo. con vane parole cercava di calmarlo. Me- Alessio impaurito fece condurre il corti- Quella gran madre delle cose, che comunemente gollo chiesta licenza tornò a Genova e giano alla galea nemica. vien detta Natura ha dato, illustre signor mio, DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 199

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In questa pag.: Lercaro, in una foto di Renato Gastaldo.

per proprio e particolare instinto a molte deboli piante di procacciarsi alcun’appoggio, onde so- stener si possano. Per questo veggiamo la vite co’ suoi pampini, quasi con le mani, i pali ab- bracciare. Per questo l’hedera tenacissima ai tronchi & alle mura aggrapparsi, e molt’altre di queste sorte herbe amminiculi andar cercando per potersi da terra sollevare. A questa guisa. Dunque, volendo io dare in luce la presente ope- retta, dove molte piacevoli cose di diversi belli ingegni si contengono, e conoscendo la bassezza & oscurità del nome mio haver bisogno di qual- che sostegno, ho voluto per alzarmi da terra, fra tutti i nobili e splendidi gentil’homini di Ge- nova, eleggere V.S. illustre per mio fermo ap- poggio & a lei questa mia fatica, quale ella si sia, dedicare. Nel che verrò anche ad haver imi- tato alcuno scultore che, conoscendo l’imperfet- tione di qualche sua statua, procura di collocarla in alto acciò che i mancamenti suoi a’ riguar- danti non appaiono. Né mi sarò io punto ingan- nato, in far questa elettione, poi che per comun grido di tutti intendo V.S. esser dotata di tutte posso in buona gratia sua mi raccomando. Riferimento I.G.M. Long. 3° 47’ 20”. Lat. 44° quelle belle parti che a gentil’huomo si conven- In Genova il XV febraio 1570. 39’ 30”. Riferimento catasto fg. 6 part. N. 117. gono. Oltre che era ben conveniente, che un si- D.V.S. Illustre Descrizione. Residenza signorile di villeggiatura mile raccolto di piacevolezze s’indirizzasse a Affettionatissimo servitore. posta su un altopiano al confine con il territorio lei, che piacevolissima & umanissima a cia- Cristoforo Zabata. di Silvano d’Orba, ebbe come ultimi proprietari scuno si dimostra. A questo m’ha ancora invitato (La lettera è riportata da Graziano Bellini, Cri- i patrizi genovesi Lercaro, divenendo poi per la- il sapere che V.S. si è dilettata in ogni tempo di stoforo Zabata. Libraio, editore e scrittore del scito, sede di un ricovero per anziani. tenere appresso di sé qualche galant’huomo e Cinquecento. Fonti storiche e letterarie edizioni Inglobata nella residenza signorile di ottima fat- persona virtuosa, come già l’honoratissimo mes- cartacee e digitali, Firenze University Press, tura, vi è una torre di più antica origine sorta si- ser Antonio Terminio & hora il gentilissimo M. 2014, pp. 226). curamente con carattere di guardia e forse di Scipione Metelli. Dalla compagnia de’ quali, se pedaggio dopo il transito nel luogo di una strada bene più candide lettere ella può havere apprese Note che porta a un guado nell’Orba. e tuttavia in più gravi studi versare, non di meno 1. Giacobbe, Olivieri, Rampini, Riola, Il castello Vicende costruttive. La torre primitiva ha origini tanta è la cortesia sua, ch’io prendo speranza della Lercara, in Urbs, n. 1, n 3, 1990; Giorgio databili al XIV secolo. La residenza signorile non debba questa Selva di varie cose discara, al- Oddini, Il Palazzo Lercari, in Urbs, n. 2 1999, che ingloba la torre è databile al XVI-XVII se- meno per intermedio quando nelle ombrose pp. 120 121; Alessandro Laguzzi, Gio Dome- colo. Sul finire del XIX secolo, con la destina- selve della sua deliziosa villa Lercara le occor- nico Cassini alla Lercara in Urbs, anno XVI, n. zione a ricovero per anziani vennero eseguiti rerà a trovarsi. Qui mi stenderei nelle lodi e rari 1, 2003, pp. 27 – 37. lavori di trasformazione e ristrutturazione per ornamenti di V.S. se non che la grandezza di sì 2. Fra le descrizioni relative al palazzo si veda, l’adattamento dell’edificio alla nuova funzione: spatioso pelago da tanta impresa mi spaventa. Dizionario delle strade di Genova, Tolozzi, in particolare la formazione di disimpegni e ser- Et poscia non si conviene, in questo basso stile, terza edizione, a cura di Bianca Maria Vigliero, vizi. L’edificio descritto nel Nuovo Catasto Edi- ragionare di tanto alto soggetto. Altri saranno, vol. III, Compagnia dei Librai, Nuova Editrice lizio Urbano (N.C.E.U.), attivato nel 1961, non che con più purgato inchiostro correranno que- Genovese, 1985, pp. 790 – 791. Anna Orlando, ha subito sostanziali mutamenti da allora ad sto campo. Benchè quando gli scrittori taces- Palazzo Franco Lercari (Parodi), in La pittura oggi. sero, parleranno di lei sempre i superbi marmi e in Liguria. Il Cinquecento a cura di Parma Dati tipologici. Edificio fortificato, a pianta la sontuosa Cappella da V.S. edificata, testimo- Elena, 1999 Banca Carige S.p.A., e Edizioni complessa a tre piani fuori terra oltre la torre. nio chiaro della grandezza e divozione del- Microart’spp. 262 – 266. Copertura con tetto a falde. l’animo suo. Io solo la pregherò che a sdegno 3. Per alcune significative notizie sul casato dei Dati tecnici. Solai a volte al piano terreno, a non s’habbia, s’io ho voluto (poi che con mag- Lercari o Lercaro, devo un sentito grazie ad volte ed in legno i rimanenti. Scale in muratura giore occasione non mi è hora concesso poterle Elena Cardona e a Eliana Pili. con gradini in pietra. Copertura in legno con dimostrare il desiderio ch’io tengo di servirla) 4. Andrea Lanza – Alessandro Rossi, Insedia- manto di coppi. Pavimenti: pietra, legno, cotto in questa piccola cosa del suo chiarissimo nome menti fortificati nella strutturazione del territo- e i più recenti in marmette di graniglia di onorarmi ché tengo di servirla) in questa pic- rio ovadese. Politecnico di Torino anno marmo. ciola cosa del suo chiarissimo nome onorarmi accademico 1981/82. Tecniche murarie: muratura in pietra arenaria e ché anche il sole patisce che molte infime piante Pagg. 336 – 337. Castel Lercaro. malta di calce con presenza di cotto. per il gran corso del cielo a lui si rivoltino. Et a Dati tipologici: Edificio fortificato a pianta com- 5. Uno sguardo d’insieme: Nel 1494 Carlo VIII V.S. baciando con riverenza le mani, quanto più plessa a tre piani fuori terra oltre la torre. scende in Italia: ha inizio un lungo periodo che, DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 200

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In questa pag.: Loggia con ritratti Lercari. Genova, Palazzo Lercari Parodi.

Stella. All’Illustrissimo et valorosissimo Signor Gio Andrea D’Oria. In Genova appresso Anto- nio Bellone, MDLXX. Fonte di Nobiltà. Fac- ciata quarta. pp. 46 – 47. Ottave n. 53. 14. Genova non era certo una città tranquilla per le fazioni di famiglie potenti che si contende- vano la gestione del potere, appartenenti alla no- biltà vecchia, della quale il Lercari faceva parte e alla nuova, cosiddetta popolare, in tutto un bel numero di persone: Nei 14 anni successivi al 1528, la nobiltà genovese ebbe un incremento del 33,90 % (da 1516 a 2030 individui), con una media annua del 2,42 % (+ 36,71 persone al- l’anno) Arturo Pacini, La Genova di Andrea Doria nell’Impero di Carlo V. Leo S Olschki Fi- renze, L’Officina dello Storico 5, p, 520. 15. L. T. Belgrano, Della vita privata dei Geno- vesi, Genova, Tipografia del R. Istituto Sordo- Muti, MDCCCLXXV. 16. Op. cit., pp. 443 – 444. 17. Ringrazio per queste considerazioni sul tema il Maestro e studioso d’arte Ermanno Luzzani. 18. Claude Aveline, Il codice dei giochi. Per im- pararne di nuovi e per accordarsi sulle regole dei vecchi, Rizzoli, 1964. 19. Una fiera pestilenza nel 1579 aveva uccisi per tutto il secolo successivo e oltre, vedrà l’Ita- territorio nella Repubblica di Genova, Edizioni in Genova 28250 persone, nella riviera di le- lia divenire teatro delle lotte di predominio tra dell’Orso, 2011. vante 14000 e in quella di ponente 50000. Fe- Francia e Spagna. Eppure, questo secolo, poli- 7. Archivio Stato Genova, Senato, filza 159, derico Donaver, Storia di Genova, Genova ticamente così tormentato, godrà, almeno nei doc. 303, settembre 1569 – Nostra proposta al Editrice Libreria Lanterna, 1970, pag. 299. primi decenni, di una stupefacente fioritura di Gran Consiglio per il luogo di Ovada. Ambro- 20. Nel proprio testamento, il Lercari rammenta: vita civile, artistica e letteraria. Attorno a Prin- gio Pesce Maineri, quaderno manoscritto (IXX …tengo una casa in Napoli in lo pendio di cipi e Signori, splendidi mecenati, si sviluppa un 1566 – 1575, 9 luglio) presso l’Accademia Ur- Santa Barbara, compra(ta) dal q. Gio France- modello di vita raffinata ed elegante, mentre gli bense di Ovada. sco d’Alessandro con censo de ducati venti da spiriti più eletti inseguono un ideale di armonia, 8. Testamento di Franco Lercaro q. Niccolò e pagarsi ogn’anno (...) e non voglio che detta di bellezza e di perfezione morale. Ma nella se- contratto colla Repubblica. Con indice delle Casa si venda in conto alcuno… conda metà del ‘500 il difficile equilibrio rina- cose notabili. In Genova 1799. Presso il Citta- 21. Graziano Ruffini, Cristoforo Zabata. Li- scimentale si spezza: il Tasso diviene il poeta di dino Gio Battista Caffarella, sulla Piazza delle braio, editore e scrittore del Cinquecento, Fi- una nuova età di crisi, che cerca nuove vie, Vigne, pp. 93. renze University Press, 2014. nuovi modi di espressione. Quasi superfluo sem- 9. In effetti su di lei poco si sa e le notizie ge- 22. Scelta di rime di diversi eccellenti auttori bra ricordare i nomi dei grandi architetti (Bra- nealogiche riportate nelle note successive, rela- (sic) di nuovo data alla luce. Parte prima, Sci- mante, Palladio, Sangallo), scultori (Sansovino, tive ad altri componenti della Famiglia De pione Metelli – A M. Mainero – Dove si tratta Cellini), pittori (Raffaello, il Correggio, Gior- Marini Castagna – Lomellini, risultano confuse Dell’Amicitia, pp. 104 – 311, 66 terzine. gione, Tiziano, il Tintoretto). Ma su tutti domina e quindi vanno verificate. Il componimento termina con i seguenti versi: la figura di Michelangelo Buonarroti: nella sua 10. Aurelia De Marini Castagna (1540 - 1612), Ben mi duol, che la patria vostra Ovada / A Ca- opera, secondo il giudizio del discepolo Giorgio figlia di Giovanni de Marini e Pellina Lomellini, stel nuovo mio non sia più presso, / Che come Vasari, la rinascita delle arti trova l’espressione moglie di Davide Imperiali, I marchese di Oria. l’alma ogn’or per quella strada / Così se ne ver- somma e insuperabile. S. Jacomuzzi, Sintesi 11. Giovanni Carlo Imperiale Lercaro nato a Ge- rebbe il corpo spesso. della letteratura italiana, in Tra storia e poesia, nova nel 1573 morto nel 1632, figlio di Davide Si veda pure, Simona Morando, La letteratura Marietti, 1968. E citando il Vasari non possiamo Imperiale (1542 – 29 giugno 1575) e Aurelia De in Liguria tra Cinque e Seicento, in Storia della non ricordare il complesso monumentale di Marini Castagna nata circa 1540. Patrizio geno- cultura ligure a cura di Dino Puncuh – 4 – Ge- Santa Croce di Bosco Marengo e la macchina vese il 17 novembre 1586. Senatore della Re- nova MMV, Società Ligure di Storia Patria, pp. vasariana, custodita nel grande convento dome- pubblica Genovese 1612 – 1630. Erede 27 – 64. nicano voluto dall’alessandrino cardinale Mi- universale del Magnifico Franco Lercari, ne as- 23. Scipione Metelli nacque in Castelnuovo di chele Ghislieri, poi papa Pio V, e iniziato nel sunse il cognome il 27 febbraio 1586. Lunigiana, di famiglia per antica origine sarza- 1566, quasi contemporaneamente alla Lercara. 12. Da non confondersi con l’omonima nobil- nese. Ad istanza di Ambrogio Spinola amico del 6. Di grande interesse ed utilità per inquadrare donna genovese, moglie del doge (1762 - 1764) P. Ribadeneyra trasportò dall’idioma spagnolo il periodo preso in considerazione è il lavoro di Rodolfo Emilio Brignole Sale. nell’italiano il trattato del Principe, che il detto Luca Giana, Topografie dei diritti. Istituzioni e 13. Fonte di Nobiltà di Gasparo Mutio della religioso contrappose al Principe del Segretario DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 201

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In questa pag.: La Lercara, da un particolare di una carta del Settecento.

di battesimo di Antonio Mainero figlio di Gio- van Battista, della più importante Casata del Borgo di Ovada. L’atto è inserito nel primo re- gistro esistente in archivio Parrocchiale (1564 - 1604) e iniziato in seguito alle disposizioni del Concilio di Trento (1545 - 1563), documento in- teramente trascritto dal compianto architetto Giorgio Oddini e in copia presso l’Accademia Urbense. 29. Nel palazzo in via Garibaldi a Genova vi sono i busti marmorei di Franco Lercari e della moglie Antonia De Marini, opere di Taddeo Car- lone, …nato a Rovio terra sopra i monti del Lago di Rovio di Lugano, apprese dal genitore i principi della scultura. Il padre Giovanni lo condusse a Genova insieme con suo fratello Giuseppe. (…) Le principali sue opere sono due piedistalli, portanti due statue, che rappresen- tano il Cavaliere e la Dama nel Palazzo Franco Lercaro… in Dizionario Storico Ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino del padre lettore Gian Alfonso Oldelli da Mendrisio, in Lugano 1807, p. 59. 30. La versione è tratta dal Giornale di Ovada – Eco dell’Alto Monferrato, 12 Luglio 1925 e pubblicata nella rubrica La pagina storica: Me- fiorentino. Questa versione si pubblicò in Ge- fosse teco più che domestico; e molto meno si gollo Lercari. nova nel 1598. Ma la dedica del Metelli ad Am- dee porgere pera o altro frutto, nel quale tu arai 31. Antonio Terminio, nato nel 1525 a Contursi, brogio Spinola ha la data di Madrid 1597 addì dato morso». Si raccomanda inoltre di non fare morto nel 1580 a Genova, dove stava conti- primo gennaio. Nella casa di questo patrizio vi- o dire «cose laide, o fetide o schife o stomache- nuando gli annali cominciati dal Bonfadio. È au- veva il traduttore già tanti anni sono; forse come voli» in pubblico; di non «digrignare i denti, su- tore di componimenti poetici, alcuni de’ quali precettore; perciocché di professione faceva il folare, cantare specialmente se si ha voce fan parte delle Rime spirituali di Ferdinando Ca- maestro di scuola; come egli stesso dichiara in discordata» e via di questo passo… Maria Luisa raffa, Genova, 1559, e di alcuni versi latini in un suo capitolo di stile fidenziano in lode de’ pe- Migliari, Alida Azzola, Storia della Gastrono- una raccolta pubblicata dal Dolce, Venezia nel danti. Fu in Sicilia ed in Africa, ed ebbe fami- mia, Novara, Edipem 1978, p. 165. 1554. gliarità con Franco Lercari, di cui celebrò ne’ 25. Sulle dame genovesi dell’epoca è ancora il A Napoli Terminio frequenta il salotto di Franco due capitoli in lode della villa, quella magnifica Belgrano a dire la sua: Lercaro ma per una delusione amorosa lascia la che Franco aveva presso Ovada; ed un capitolo Fama di grande beltà e gentilezza ebbero sem- sua terra per trasferirsi in Liguria. A Genova, nel dell’amicizia indirizzò a Messer Andrea Mai- pre le donne genovesi; ed i lor vezzi e pregi co- «bel soggiorno del fortunato dolce Lercaro», nero Ovadano. Le rime di questo non volgar mandando insieme all’ammirazione il rispetto, popolato di bellezze femminili, riunite intorno poeta si trovano impresse nella Scelta di Cristo- meritarono essere celebrati da prosatori e da al suo protettore, tra le quali risplende una donna faro Zabata, parte prima, Genova 1582 in 12, e poeti, Op. cit., p. 389, parte quarta, capitolo bella come il sole, il poeta incontra il nuovo ve ne hanno molte di amorose; tra le quali tre LXIV: Amori dei trovieri. amore. Cfr. Tobia R. Toscano, Antonio Terminio belle canzoni petrarchesche. Da Spotorno G.B., 26. In Scelta di rime di diversi eccellenti auttori da Contursi poeta umanista del XVI secolo, I Storia letteraria della Liguria. Tomo quarto. (sic) di nuovo data alla luce. Parte prima. Con Lari e i Penati. Il Fauno Edizioni. 2009. Genova. Dalla Tipografia Ponthenier, 1826, dedica di Cristofforo Zabata al molto Mag. Sig. Antonio Terminio, Il discorso della miseria pp.265 – 266. Bernardo Castelletti, mio Oss., datata Di Ge- umana e della vera felicità col sommario della 24. Forse i commensali per far bella figura nova a XVI di Settembre M.D.LXXXII. - Sci- vita di Giesù Cristo. Impresse nella inclita città avranno seguito alla lettera le norme di galateo pione Metelli, In lode della Villa. Al S. Franco di Genova, appo Antonio Belloni Giugnio, dettate dal fiorentino monsignor Giovanni Della Lercaro (in due capitoli). Primo capitolo 109 l’anno DDLIX. Dedicato “Al molto magnifico Casa, pubblicate postume a Firenze nel 1558, il terzine, secondo capitolo 111 terzine, p. 312 – Franco Lercaro Conservador dei Regii Sigilli e quale, dopo un fervorino in lode delle buone ma- 339. Cancelleria del Regno di Napoli”. niere, passa a dissertare su cose attinenti alla ta- 27. La descrizione è tratta da un manoscritto vola avvertendo tra l’altro che: «è costume presumibilmente di fine Settecento e riportata sconvenevole mettere il naso sul bicchiere del anche da Alessandro Laguzzi nell’articolo inti- vino che altri à da bere, e su la vivanda che altri tolato Gio Domenico Cassini alla Lercara in dee mangiare, per cagion di fiutarla; (…) non Urbs, anno XVI, n. 1, Marzo 2003, pp. 27 – 37. si deve offrire il vino ad altri nel proprio bic- 28. Franco Lercaro, “cittadino di Genova” il 31 chiere, ove si è già bevuto, salvo se egli non agosto 1574 è, in Parrocchia a Ovada, padrino DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 202

202 Quando il principe Andrea Doria salvò la vita nel castello di Masone di Pasquale Aurelio Pastorino Della congiura dei Fieschi a Genova in conseguenza della emar- del 1547, non sono del tutto chiare le mo- ginazione in cui si trova- dalità con le quali il principe Andrea vano le antiche famiglie Doria si mise in salvo nel castello di Ma- nobili. Raggiunta la mag- sone. Per colmare la lacuna sono risultate giore età Gianluigi Fieschi preziose le lettere ispano-genovesi scritte era venuto ad abitare in città nei giorni 2, 3 e 4 gennaio 1547 dai di- nel palazzo di Vialata, ma il versi protagonisti1. suo tenore economico e la Il principe Andrea Doria, che aveva sua influenza politica non da pochi mesi compiuti gli ottanta anni, erano per nulla migliorate. Il il 30 dicembre 1546 si era messo a letto principe, alle alleanze con per un forte dolore al braccio e alla mano: l’antica nobiltà, da tempo in molti temettero per la sua vita. Una aveva preferito stringere ac- tale eventualità avrebbe compromesso gli cordi con il mondo finanzia- equilibri politici della città: il principe era rio, in particolare con il il garante della fedeltà di Genova alla co- banchiere dell’imperatore rona Spagnola dell’imperatore Carlo V2. Carlo V, Adamo Centurione, Don Ferrante Gonzaga, governatore che divenne suo consigliere. di Milano, il due gennaio 1547 scrisse Tra i due si era sviluppata preoccupato all’imperatore, informan- una forte intesa, maggior- dolo dello stato di salute del principe e mente rafforzata nel 1537 a chiedendo istruzioni su come doveva seguito del matrimonio tra comportarsi nel caso fosse mancato. Ginetta, figlia di Adamo Nella stessa lettera informava anche Centurione e Giannettino come nei giorni precedenti un fratello del Doria, nipote e luogotenente di Andrea Gianluigi Fieschi veniva a trovare il prin- conte Gianluigi Fieschi si fosse recato in Doria, al quale aveva destinato ogni sua cipe nel suo palazzo di Fassolo e si intrat- Francia a conferire con il re Francesco I, eredità e suo successore designato5. teneva amichevolmente anche con e sospettava vi fossero possibili trame po- Tuttavia, Andrea Doria non aveva Giannettino Doria, anche per via del ma- litiche dei Fieschi per impossessarsi della motivi per dubitare della fedeltà del gio- trimonio celebrato nei giorni precedenti città e riportarla nell’orbita francese. Di vane Gianluigi del quale era stato tutore tra Peretta, sorella di Giannettino e Giulio ciò aveva informato il principe che non quando bambino di nove anni era rimasto Cibo, cognato di Gianluigi. Di più, tra i lo credette possibile3. orfano del padre. E Gianluigi aveva sem- due si era concordato di terminare i fe- In effetti, il ventiquattrenne conte pre mascherato ogni suo risentimento, steggiamenti del matrimonio la sera del Gialuigi Fieschi e i suoi fratelli covavano mostrandosi sempre gentile con il prin- 4 gennaio 1547. I fratelli Fieschi avevano da tempo un forte risentimento per An- cipe6. deciso di far scattare proprio quella notte drea Doria che, dopo la morte nel 1531 Ora che si era messo a letto dolorante, i loro propositi di rivolta. Dopo la cena, del loro padre Sini- Gianluigi avrebbe por- sbaldo, li aveva di fatto tato Giannettino in ca- emarginati dalla vita mera e lo avrebbe politica della città4. Il ucciso e dopo si sa- conte Gianluigi Fieschi rebbe recato nel pa- aveva abitato da gio- lazzo del principe e vane con la madre il avrebbe ucciso anche castello di Montoggio lui, per poi dare se- e aveva ereditato dal guito al progetto di im- padre molti altri ca- possessarsi della città7. stelli. Tuttavia, le sue Il piano di Gian- condizioni economi- luigi Fieschi saltò che e quelle dei suoi quando Giannettino lo famigliari erano diven- informò che non tate alquante precarie, avrebbe potuto essere DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 203

Nella pag. prec., in alto a destra: Andrea Doria (Oneglia, 1466 - Genova, 1560) in un ritratto di Sebastiano del Piombo. 203 In basso: Villa del Principe o Palazzo di Andrea Doria a Fassolo in una stampa d’epoca settecentesca.

In questa pag., in alto: Masone a fine Cinquecento in un disegno di Giorgio Casanova.

presente la sera del 4 gennaio, per so- praggiunti impegni fuori città. Il conte Fieschi si risolse dunque di anticipare i suoi propositi di rivolta, approfittando anche della malattia del principe. L’in- surrezione sarebbe stata avviata nella notte del tre gennaio. Il giorno prima, do- menica due gennaio, per non destare so- spetti, Gianluigi Fieschi aveva fatto la sua solita cordiale visita al principe, che dava segni di miglioramento, e si era in- trattenuto a colloqui con Giannettino, che con la moglie e i figli abitava in quel mo- mento nel palazzo di Andrea Doria. Nell’occasione, per non destare sospetti, aveva informato i Doria della sua inten- zione di armare una sua nave fatta venire da Civitavecchia e di aver fatto perciò giungere in città molti suoi sudditi di Fieschi, fratelli di Gianluigi, si occupa- corsa nel palazzo e abbiano informato il Montoggio. Più tardi, alle prime ore della rono di prendere la porta di San Tomaso, principe di ciò che avevano visto. Andrea notte del giorno tre gennaio (sono ore Ita- ch’era quella di ponente, oltre la quale si Doria, collegò gli eventi con quanto gli liane), accoglieva nel suo palazzo di Via- trovava il palazzo del principe; Cornelio, era stato riferito da Don Ferrante Gon- lata per la cena diversi componenti di fratellastro di Gianluigi conquistò la zaga e intuì il grave pericolo che stava famiglie nobili che gli si erano dimostrate porta di Santo Stefano. In porto invece si correndo: i rivoltosi avrebbero potuto solidali e altri inconsapevoli dei propositi consumò il combattimento a favore dei giungere da un momento all’altro e ucci- del Fieschi, ma che riteneva di poter rivoltosi, i quali si impossessarono delle dere anche lui. Non esitò un solo istante avere dalla sua parte. Al termine della navi del principe e liberarono i molti ad alzarsi dal letto, anche se ancora dolo- cena si allontanò, per ripresentarsi agli in- schiavi incatenati alle galee. rante e ordinò di sellare subito dei cavalli. vitati in armatura da guerra e tenere un Erano oramai le ore dieci del tre gen- Il palazzo non era più un luogo sicuro, discorso con il quale li metteva al cor- naio, ore italiane (circa le attuali tre del doveva fuggire allontanandosi subito rente del suo piano di liberare la città dai mattino)9, quando nel palazzo del prin- dalla città. Pensò di raggiungere l’amico due Doria. Si dichiararono favorevoli cipe si accorsero di un gran rumore pro- e suo consigliere Adamo Centurione a tutti i presenti, si rifiutarono solo Gio- veniente dal porto. Non potendo Pegli, dove abitava da alcuni anni nel pa- batta Cattaneo Fava e Giobatta Giusti- immaginare la causa di tanto trambusto e lazzo che lì si era appena fatto costruire. niano, imprigionati allora nel palazzo8. sospettando vi fosse una rivolta degli Montato il cavallo, certamente accompa- Subito dopo si misero in azione fa- schiavi, Giannettino Doria si vestì in gnato da qualche inserviente, in piena cendo intervenire i circa trecento sudditi fretta ed uscì dal palazzo in compagnia di notte raggiunse il Centurione, che era del di Montoggio giunti nei giorni precedenti alcuni inservienti per correre in porto. Per tutto all’oscuro di ciò che stava acca- e alloggiati nello stesso palazzo. Il piano far ciò dovette entrare in città per la porta dendo a Genova11. prevedeva l’occupazione di alcune porte di San Tomaso, già occupata dai rivoltosi, La cavalcata notturna, si rivelò un pa- della città e la presa delle navi del Doria che appena lo riconobbero non ebbero timento per il principe, oltre che per la ora a riposo in Darsena per l’inverno, con esitazioni. Prima venne colpito al petto sua non più giovane età anche per il brac- la liberazione degli schiavi Turchi in esse da una archibugiata sparata da Agostino cio ancora sofferente. I circa otto chilo- incatenati. Quando Gianluigi raggiunse Bigelotti Barga, soldato della Repubblica metri che lo separavano da Pegli, vennero con il suo gruppo la nave che aveva fatto passato ai Fieschi, e finito dalla spada di percorsi in forse un’ora. Possiamo solo giungere i giorni precedenti, la fece muo- Ottaviano Fieschi10. immaginare lo stupore provato dal ban- vere davanti alla Darsene per impedire Cosa succeda nel palazzo del principe chiere per quell’arrivo notturno del prin- l’uscita dal porto delle altre imbarcazioni negli istanti successivi alla uccisione di cipe, che sapeva dolorante e fermo in e quindi fece sparare un colpo di can- Giannettino non risulta documentato. È letto nel suo palazzo. Seguì certamente none, ch’era il segnale per l’inizio del- plausibile che gli uomini che accompa- un gran fermento dentro la villa per met- l’azione armata. Gerolamo e Ottobono gnavano Giannettino siano ritornati di tere Andrea Doria al proprio agio. Il prin- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 204

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In questa pag., in alto: lapide che ricorda la venuta a Masone di Andrea Doria.

cipe raccontò quanto era accaduto a castello. Andrea Doria lo conosceva Genova, dell’uccisione di Giannet- già. Nei due anni precedenti aveva tino, della rivolta in città e della sua aiutato l’amico Adamo Centurione precipitosa fuga per il timore di es- ad acquistare quel feudo. Dopo aver sere ucciso a sua volta. Non poteva scelto Pegli come propria residenza, sapere Andrea Doria quali erano il banchiere non si era fatto scappare stati gli sviluppi della rivolta in città l’occasione di acquistare il feudo di e, inoltre, anche il rifugio di Pegli Masone come forma di investi- poteva essere facilmente raggiungi- mento, ma soprattutto per la sua po- bile dai rivoltosi. Fu certamente lo sizione strategica che gli avrebbe stesso Adamo Centurione a sugge- consentito, in caso di pericoli in rire all’amico di proseguire il viag- città, di rifugiarsi velocemente in gio e di raggiungere il suo castello quel maniero ubicato subito Oltre- di Masone dove poteva ritenersi più giogo. Quando Adamo Centurione protetto. nel corso del 1546 aveva concluso I due amici convennero di non ri- l’acquisto del feudo, pagando venti- velare a nessuno, per ovvi motivi di settemila lire ai fedecommissari del sicurezza, il luogo esatto dove il precedente feudatario Antonio Spi- principe sarebbe andato a rifugiarsi. nola, non poteva immaginare che Per riprendere il viaggio avrebbe solo alcuni mesi dopo quel castello però aspettato le prime luci: manca- avrebbe svolto un ruolo così impor- vano un paio di ore all’alba e ne ap- tante13. profittò per riposarsi. A Masone erano tutti in attesa, e Il Centurione pensò intanto di inviare noscere e chiese di poter entrare. In pre- quando videro la comitiva avvicinarsi e, subito un messo nel suo feudo di Ma- senza del castellano-sacerdote, don Gio- poi, riconobbero nel gruppo il principe sone, per informare il castellano dell’im- vanni Romano, fu l’eremita ad informare Andrea Doria la meraviglia fu grande. minente arrivo del principe e per dell’imminente arrivo di un importante Adamo Kermit aveva dunque detto il ordinagli di fare i dovuti preparativi. IL personaggio e della necessità che fossero vero14. Ad attendere l’illustre ospite vi era messaggero si inerpicò lungo la strada fatti i dovuti preparativi12. il castellano-sacerdote, don Giovanni Ro- pubblica del Cerusa, ch’era solito usare A Pegli intanto fervevano altri prepa- mano, che aveva in affitto il feudo, e poi anche il Centurione quando voleva rag- rativi per una doppia partenza. Quella di Pellegrino Ottonello, con la moglie e i giungere Masone. La strada raggiungeva Andrea Doria, che appena fatto giorno si figli, che abitavano anch’essi nel castello San Martino di Paravanico e proseguiva rimise in groppa al cavallo, e accompa- e vi erano anche i Macciò, ferrieri adibiti per le Capanne di Marcarolo. Poco prima gnato da alcuni inservienti, si incamminò al lavoro nelle due ferriere e i pochi altri di esse si doveva svoltare a sinistra per lungo la Val Cerusa per raggiungere Ma- abitanti del luogo15. scendere nella Valle Vezzulla. Circa un sone; la strada per Voltri e la salita della Dopo essersi ristorato, il principe miglio prima del castello sorgeva il mo- Cannelona era forse più breve, ma meno dettò, forse al castellano-sacerdote, una nastero cistercense femminile di Santa sicura. lettera per il governatore di Milano, don Maria di Ban, abbandonato dalle reli- Adamo Centurione si preparava in- Ferrante Gonzaga, per informarlo del giose alla fine del Quattrocento, ma vece a partire per Genova, con l’incarico “successo della notte innanti in questa adesso abitato da una decina d’anni avuto dal principe di accertarsi dello svi- città per il tradimento del Conte di Fie- dall’eremita Adamo Kermit, ben cono- luppo degli accadimenti e, se possibile, sco, qual è stato tanto maggiore, quanto sciuto sia da Adamo Centurione sia dal di informare l’ambasciatore spagnolo, più si dimostraua amico a me et fratello castellano. Il messaggero raggiunse il Gomez de Figueroa, il Doge e i Gover- a Giannettino, et io per il detto Conte ho monastero ch’era ancora buio. Come gli natori ch’egli era vivo. Doveva altresì ac- fatto quelli uflicii come mi fosse stato fi- aveva ordinato Adamo Centurione, sve- certarsi che nulla fosse accaduto alla glio”. Tuttavia nella lettera rimase vago gliò l’eremita e dopo avergli spiegato in figlia Ginevra, moglie di Giannettino e ai circa il luogo in cui aveva trovato rifugio, fretta il motivo della sua missione, si fece loro figli, ch’erano rimasti nel palazzo comunicando soltanto ch’egli si trovava accompagnare al castello. del principe. in una località vicina ad Acqui, quindi Poco dopo i due bussarono alla porta Era mattina inoltrata quando il prin- molto lontana da Masone. Poi rimase in del maniero; Adamo Kermit si fece rico- cipe e il suo seguito giunsero in vista del trepidante attesa delle novità da Genova, DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 205

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In questa pag., in alto: ruderi del Romitorio di Masone dove abitò Adamo Kermit.

di una fregata e che si era messo in salvo in un luogo distante XV miglia; a questa versione si attennero i suoi interlocutori20. Per concludere la vicenda della ri- volta, il Senato mandò nel palazzo di Via- lata una delegazione, composta da Nicolò Doria, Paolo Pansa e Ambrogio Sena- rega, a trattare con Geronimo, fratello del conte Fieschi, esortandolo, nella sua qua- lità di feudatario di Sua Maestà, a deporre le armi, promettendo a tutti i rivoltosi il perdono e l’amnistia generale21. Si convinse in fretta ad accettare l’of- ferta e così i fratelli Fieschi, con i loro uo- mini, si allontanarono dalla città e raggiunsero il loro castello di Montoggio. Rimaneva ancora il problema degli schiavi liberati, parte di quali si erano di- che sicuramente l’amico Adamo Centu- possibile per non perdere la città, nella spersi per la città; alla loro ricerca e cat- rione gli avrebbe inviato per lettera al più convinzione che Andrea Doria fosse tura si occupò Stefano Spinola che con i presto con un messaggero16. morto18. suoi uomini era giunto da Borgo (For- La notte genovese era stata alquanto La situazione precipitava però a sfa- nari). Circa trecento schiavi Turchi ave- movimentata e confusa. Dopo aver occu- vore dei rivoltosi per l’accidentale morte vano invece armato una nave del Principe pate le porte di San Tomaso e di Santo del loro capo prima dell’alba. Nel saltare e si erano allontanati; al loro insegui- Stefano, ch’era quella che dava accesso da una nave all’altra Gianluigi Fieschi ca- mento venne subito mandata dall’amba- alla strada per Montoggio, i rivoltosi si deva in mare e annegava appesantito dal- sciatore Figueroa una nave spagnola erano messi a correre per le strade gri- l’armatura, senza che nessuno se ne comandata da Don Bernaldino de Men- dando libertà libertà, allo scopo di far in- accorgesse subito per poterlo aiutare. doca assieme ad altre due navi di Andrea sorgere la popolazione, che invece rimase Senza guida, i rivoltosi rimasero diso- Doria, su ordine di Adamo Centurione, insensibile, rinchiudendosi nelle proprie rientati e scoraggiati. I fratelli di Gian- che agiva per conto del Principe22i. case. Il più preoccupato si dimostrò l’am- luigi, Gerolamo, Ottobono e Cornelio, Quando alla XXII ora del giorno basciatore spagnolo Gomez Suarez de Fi- visti inutili i loro tentativi di sollevare la (circa le 15.00 attuali) Figueroa scriveva gueroa, che appena accortosi della rivolta popolazione, si risolsero di ritirarsi con a Carlo V, poteva annunciargli che An- si attivò17. Prima mandò informativa tutti gli uomini di Montoggio nel palazzo drea Doria era vivo e rassicurarlo che la scritta al governatore di Milano Fernando di Vallelata19. rivolta non erra riuscita e che la situa- Gonzaga con la richiesta di inviare subito Quando nelle prime ore del giorno zione si stava normalizzando. Informava delle truppe spagnole a Genova, infor- Adamo Centurioni giunse a Genova, poté anche che, per precauzione aveva scritto mandolo anche come circolasse voce che entrare liberamente dalla porta di San To- al Governatore di Milano Gonzaga affin- Andrea Doria e Giannettino fossero stati maso e raggiungere il palazzo ducale ché inviasse un contingente di soldati ammazzati. Poi inviò altre lettere ai feu- dove erano radunati il Doge (De Fornari spagnoli onde prevenire possibili inizia- datari Spinola dei luoghi vicini fedeli al- Giovanni Battista, in scadenza dalla ca- tive francesi e conservare così la città alla l’imperatore, perché venissero in città rica in quello stesso giorno), i Governa- causa dell’imperatore23. con la loro gente per dare aiuto e mandò tori della città e l’ambasciatore Spagnolo Visto il completo fallimento della ri- anche una richiesta di aiuto ad Agostino qui giunto da poco per coordinarsi con volta e il ritorno alla quasi normalità, su Spinola, Commissario nel forte di Sa- loro. Li informava che il principe Andrea consiglio dell’ambasciatore, Adamo Cen- vona. Era giunta Infine la XIII ora (due Doria era vivo e al sicuro, con grande turione scriveva ad Andrea Doria per rag- ore prima del giorno) quando scrisse al- soddisfazione di tutti. Il Centurione non guagliarlo sulle vicende accadute durante l’imperatore Carlo V per relazionare su ritenne però di rivelare subito in che quel giorno e assicurandolo ch’egli po- quanto era a sua conoscenza circa la ri- modo il suo amico fosse fuggito e rimase teva fare ritorno a Genova in tutta sicu- volta e su quali iniziative avesse intra- vago anche in quale luogo ora si trovasse. rezza. Tuttavia, il corriere raggiunse preso per rimediarvi nel miglior modo Accennò soltanto alla fuga compiuta su Masone che stava oramai facendosi buio. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 206

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In questa pag., in alto: Pegli, Villa Doria Centurione. Fu edificata a partire dal 1540 per il facoltoso banchiere Adamo Centurione.

Al principe non restava altro mancare per ogni via che po- che attendere il giorno suc- tranno di aiutar questo tu- cessivo e l’arrivo di un multo…”28. mezzo di trasporto che gli Nella stessa prima matti- avrebbe mandato Adamo nata Adamo Centurione man- Centurione24. dava molti suoi uomini a Alla sera l’ambasciatore prendere il principe a Ma- Figueroa scrisse per la terza sone. Con loro portavano una volta a Carlo V e gli confer- lettica che sarebbe servita per mava come la rivolta fosse il viaggio di ritorno più con- fallita senza la necessità di fortevole per Andrea Doria. dover sparare e che il prin- Nulla si sa nulla circa la cipe Andrea Doria sarebbe strada fatta. È plausibile che tornato in città il giorno suc- la comitiva abbia percorso il cessivo25. tragitto più breve, quello che Dunque la notte del quat- solitamente si usava da Ma- tro gennaio 1547, Andrea sone per raggiungere Ge- Doria dormì nel castello di barcò con una fregata, et andò ad un loco nova; con una fregata sino a Masone ospite del castellano, don Gio- qui vicino, doue hoggi mando una lettica Voltri e da Voltri salendo la mulattiera vanni Romano. Nonostante le notizie ras- a leuarlo”26. della Cannelona. Coricato nella lettica e sicuranti dell’amico banchiere, il suo Il Doge e i Governatori della città gli trasportato a spalle sino a Voltri, per An- sonno non dovette risultare tranquillo. I inviarono una dettagliata relazione sugli drea Doria il ritorno fu certamente meno molti disagi di quella giornata gli erano accadimenti del giorno prima assicuran- faticosa rispetto all’andata. Alle ore XXII ancora ben presenti. E poi doveva pen- dolo che la popolazione era rimasta in- circa del giorno (corrispondenti alle ore sare al suo ritorno e a quali iniziative fos- sensibile alle sollecitazioni dei Fieschi 15.00 attuali) entrava nuovamente nel sero necessarie contro i ribelli Fieschi. alla rivolta e che “li cittadini tutti et ha- suo palazzo di Fassolo29. Se il giorno 3 gennaio a tenere infor- bitanti dispostissimi a conservarla in la Oltre ai familiari di Giannettino mato Carlo V vi pensò soltanto il suo am- sua libertà et alla continua devotione di Doria, a riceverlo vi era anche Adamo basciatore, la mattina seguente, 4 S. M., come hanno fatto insin al dì d’ Centurione, che lo mise al corrente di gennaio, si prodigarono in molti e tutti a hoggi e faremo in l’auenire. Il Principe tutti gli accadimenti della mattinata. Pie- scrivergli e a raccontare la loro versione Doria, gratia Dio, è vivo”27. namente aggiornato dei fatti, Andrea dei fatti, e le iniziative prese, ossequienti Gli scrisse anche il Governatore Don Doria si dedicò subito alla scrittura di una all’imperatore. Ferrante Gonzaga, che aveva appena ri- dettagliata relazione da inviare a Carlo V. Tra i primi, vi fu il banchiere Adamo cevuto la lettera di Figueroa scrittagli il In essa riepilogava le vicende degli ultimi Centurione, che narrò quanto era acca- giorno precedente, quando ancora non si due giorni, le trame di Gianluigi Fiechi e duto, di come era stato assassinato Gian- sapeva che il principe fosse vivo. Dopo come la rivolta abbia preso avvio, del- nettino Doria e dopo “andando detti aver riassunto i fatti a lui narrati infor- l’uccisione di Giannettino Doria e, in par- Fieschi scorrendo tutta la città, chia- mava l’imperatore delle iniziative da lui ticolare rivelava per la prima volta il mando il popolo alle arme, niuno si prese: “ho dato avviso a ciascuno dei Mi- modo in cui si era messo in salvo: “Et mosse; anzi, come fu hier mattina il nistri di V.M., et avvertito in Sicilia che come piacque a Dio, io me salvai a ca- giorno, si usò tutta la diligenza che si co- si ritenghino tutti i navigli che si caricas- vallo distante dalla città circa xv miglia, nueniua alla conseruatione della città in sero per Genova sino ad altro ordine, ed de dove sono ritornato hoggi qui”. Non tornar a recuperar le porte occupate da ho pregato il Duca di Fiorenza che per mancava il principe di suggerire all’im- loro; et così morto il detto Conte, autore servizio di V.M. facci il medesimo in tutte peratore le punizioni da infliggere ai fra- di così nefanda congiura, il quale si le parti di Toscana, et voglia spingersi telli eredi di Gianluigi Fiechi: “Non stima che annegasse alle galere, gli altri fino à confine de’ Genovesi … Et domat- mancherò di dir a V. M. che havendo il incalciati da quelli della terra, andarono tina penso dar ordine che si possino fare detto Conte, overo l’altro fratello che via, di maniera che la città resta quieta infino a tre o quattro mila fanti, persua- viene a succeder a lui (Gerolamo Fie- et alla solita deuotione di V. M.; et così dendomi che questo moto non sia fatto schi), alcuni castelli nel Stato di Milano, ne può ben star con l’animo molto quieto. senza saputa e yntelligenza del Re di V. M. potria comandar a Don Ferrando Il Principe, sentendo il tumulto, s’im- Francia, et che francesi non debbino Gonzaga che ne facesse pigliar il pos- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 207

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In questa pag.: l’Imperatore Carlo V d’Asburgo (1500 - 1558).

sesso come di suo ribelle; li altri castelli guria del Reverendo Padre Fra Agostino Schiaf- li tengono sul Piacentino e Parmegiano, fino Genovese, Tomo 4°, (sec. XVII), IV, pp. che per aventura facendone scrivere V. 125-128. 13. Pastorino P. A., Il feudo di Masone…, cit., M. al Duca di Piasenza sarebbe facile pag. 38. 30 che se li pigliasse per lui” . 14. Ibidem, pag. 40; Adamo Kermit, a seguito Il principe scriveva una seconda rela- dell’annuncio dato dell’arrivo di Andrea Doria, zione da spedire al Governatore di Mi- venne avvolto da un alone di santità e le persone lano, Gonzaga, per ripetere anche a lui “il si rivolgevano a lui per avere aiuto Divino. Di successo della notte innanti in questa lui si interessò anche il novelliere Fiorentino, Anton Francesco Doni, che scrisse poi una no- città per il tradimento del Conte di Fie- vella a lui ispirata dal titolo: “La pupilla del Ro- sco, qual è stato tanto maggiore, quanto mitorio di Magione”. più si dimostrava amico a me et fratello 15. Pastorino P. A., Il feudo …, cit., pag. 39-40. a Giannettino, et io per il detto Conte ho 16. ASLSP, Documenti ispano-genovesi …, cit., fatto quelli ufficii che mi fosse stato fi- doc. XV, pp. 24-25, 4 gennaio 1547, ultime ore glio”31. del giorno. 17. Mandato da Carlo V nel 1529 come amba- Con l’arrivo in città del colonello di Innocenzo VIII. Cfr., Treccani, Dizionario sciatore a Genova, vi rimase fino al 1549. Dopo Agostino Spinola con i suoi uomini e la biografico degli Italiani, Vol. 47, 1997, Fieschi, la congiura dei Fieschi favorì l’azione repressiva presenza di Stefano Spinola con la gente Gian Luigi. contro di essi. Cfr., Treccani, enciclopedia on del suo feudo, si provvide alla cattura di 5. Pastorino P.A., Il feudo di Masone e la repub- line, Suárez de Figueroa, Gòmez. tutti gli schiavi liberati il giorno prima blica di Genova (1342-1626), Tricase (Le), you- 18. ASLSP, Documenti ispano-genovesi… cit., cantprint, 2017, pag. 41. dalle navi e dispersi per la città, portando doc. VIII, pp. 13-14, 3 gennaio 1547, XIII ora 6. ASLSP, Documenti ispano-genovesi..., doc. (due ore prima del giorno). il clima alla più completa calma e norma- XIV, pp. 21-23. 19. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., lità. Nelle ultime ore di quel giorno 4 7. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., doc. IX, pp. 14-15, 3 gennaio 1547, XXII ora. gennaio 1547, poteva così svolgersi a pa- doc. XVI, pp. 25-28, 3 gennaio 1547, ultime ore 20. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., lazzo ducale l’elezione del nuovo Doge, del giorno. doc. XII, pp. 18-19, 4 gennaio 1547 nelle prime alla quale partecipava il principe Andrea 8. Wikipedia, Congiura di Gian Luigi Fieschi. ore del giorno. 9. Va ricordato che a partire dal XIV secolo era Doria, non più dolorante: risultava eletto 21. Treccani, Dizionario Biografico degli Ita- entrata in vigore l’ora italica. Essa divideva la liani, Vol. 47, 1997, Fieschi Gian Luigi di per i due anni successivi Benedetto Gen- giornata in 24 ore della stessa durata, che veni- Osvaldo Raggio. 32 tile Pevere . vano numerate a partire dal tramonto, il quale 22. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., rappresentava la ventiquattresima ora. L’incon- doc. IX, pp. 14-15, 3 gennaio 1547, XXII ora. veniente era che il tramonto si sposta nell’arco 23. Ibidem. dell’anno, lo stesso momento della giornata era 24. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., individuato con orari diversi al variare delle sta- doc. XII, pp. 18-19, 4 gennaio 1547 nelle prime Note gioni. Nei primi giorni gennaio, ai quali ci rife- ore del giorno. 1. Archivio Società Ligure di Storia Patria (in riamo, la XXIV ora corrispondeva circa alle 25. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., seguito solo ASLSP), Documenti ispano-geno- attuali ore 17.00; pertanto la prima ora della doc. XVI, pp. 25-28, 3 gennaio 1547 verso il ter- vesi dell’Archivio di Simancas ordinati e pub- giornata corrispondeva circa alle ore 18.00 at- mine della giornata. blicati dai soci Massimiliano Spinola, L.T. tuali e il nostro mezzogiorno corrispondeva 26. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., Belgrano e Francesco Podestà, “Atti della So- nelle ore italiche alla XIX ora. Questo metodo doc. XII, pp. 18-19, cit. cietà Ligure di Storia Patria”, VIII, 1868, di calcolo venne gradualmente soppiantato dopo 27. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., pp. 11-29. la metà del XVIII secolo dalla cosiddetta ora doc. XII, pp. 18-19, cit. 2. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., francese o ultramontana, usata ancor oggi. Cfr., 28. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., doc. XIV, pp. 21-23. Mancini V., Ore di Spagna o d’Italia? Il doc. X, pp. 16-17, 4 gennaio 1547 nelle prime 3. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., computo delle ore nel passato, in “WWW.Cas- ore del giorno. doc. VII, pag. 11-13, 2 gennaio 1547. sino.2000.com”. 29. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., 4. Gian Luigi Fieschi nacque a Genova nel 1522 10. Wikipedia, Congiura di Gian Luigi Fieschi. doc. XII, pp. 18-19, cit. da Sinisbaldo, conte di Lavagna e da Maria 11. La villa con parco fu edificata a Pegli a par- 30. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., Grosso delle Rovere, primogenito di otto figli. tire dal 1540 dal facoltoso banchiere Adamo doc. XIV, pp. 21-23, 4 gennaio 1547 verso il ter- Alla morte del padre nel 1531, visse con la Centurione, ma rimane sconosciuto il suo pro- mine della giornata. madre nel castello di Montoggio. Ebbe come tu- gettista. Passata più volte di mano, nel 1926 di- 31. ASLSP, Documenti ispano-genovesi…, cit., tore Andrea Doria. A diciotto anni prese il co- venne proprietà del Comune di Genova e dal doc. XV, pp. 24-.25, 4 gennaio 1547 verso il ter- mando dei molti feudi ereditati dal padre e 1930 è sede del Civico Museo Navale e succur- mine della giornata. l’amministrazione del patrimonio. Si trasferì a sale del liceo classico “Giuseppe Mazzini”. Cfr. 32. Dogi biennali nel sito: “francobampi.it Genova nel palazzo Fieschi di via Lata, e nel Wikipedia, Villa Doria Centurione. /elenco cronologico”. gennaio del 1543 sposò Eleonora Cibo, nipote 12. Schiaffino A., Annali ecclesiastici della Li- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 208

Il Paesaggio piemontese dell’800. Fattori evolutivi e distintivi della pittura piemontese (3ª parte). Giovanni Migliara (Alessandria, 1785 - Milano, 1837) da Brera alla Scenografia, dalle vedute veneziane e milanesi alla fama salottiera meneghina 1796 - 1815 (1ª parte) di Ermanno Luzzani Giovanni Migliara… il Suo tempo ed La prima formazione, il costume pittorico di un’epoca. da Brera 1 Tracciare oggi l’immagine di un Mae- ai palcoscenici teatrali. stro quale Giovanni Migliara (1) Ritratto Nella Milano dei primi di Giovanni Migliara al cavalletto, 1829, anni dell’Ottocento ha inizio alla luce di quanto già scritto, ci consente la formazione del giovane di dover inseguire tracce che, seppur non Migliara, puro alessandrino, fior di conio, almeno evidenzino aspetti ivi nato il 15 ottobre 1785 e meno convenzionali, o meglio, indaghino figlio di un ebanista che, in solchi meno battuti, accrescendone il sperando nel proseguo pro- valore artistico e lo spessore intellettuale, fessionale, volle inserirlo virtù che condussero a comprendere nella bottega milanese dello quanto la sua opera ed il suo talento po- scultore in legno Luigi Zuc- tessero, nel tempo, risultare fonte docu- coli (Mensi, 1937, p. 9). mentaristica di un epoca, con le sue Ma non la scultura, bensì tradizioni, il suo costume, il suo gusto. il disegno, fu la grande attra- Da queste premesse parte il breve zione; eccolo quindi iscritto viaggio nella sua vita e nell’arte che lo all’Accademia di Brera, ai contraddistinse oratore grafico e pittorico corsi di ornato di Giocondo instancabile, formatosi sulle basi di Albertolli (Bedano, 1742 – un’esperienza artistica a noi non nuova: Milano, 1839) architetto e la scenografia, arte somma e fulgida di decoratore svizzero-italiano, quel Settecento che, dai palcoscenici dei nonché progettista di arredi pero d’interesse per Leonardo e, se- grandi teatri europei, mostrava, nel pro- e decorazioni per la corte Asburgica ai guendo quel gusto, eseguì copie dalle in- iettarsi dai loro fondali, la sapienza pitto- maggiori monumenti neoclassici lom- cisioni dei disegni di Leonardo (2) Teste rica e la grande capacità riproduttiva di bardi quali il Palazzo arciducale ed il Tea- d’uomo e profili caricati, 1801-1807 ca. scene ed atmosfere di epoche passate. tro alla Scala, e di Giuseppe Levati pubblicate da Agostino Gerli (1784). (Concorezzo, 1739 – Milano, 1828) pit- Fu solo intorno al 1804 il grande in- tore e progettista del periodo tardo-ba- contro con Gaspare Galliari che lo ac- “Giovanni sin dall’età di dodici rocco e neoclassicismo, famoso per i suoi colse nel suo studio nella qualità di anni aveva preso soggetti architettonici e paesaggi (ve- scenografo, dapprima al teatro Carcano1 a ritrarre con la matita gli edifici, le dute). (3) e poi alla Scala, lavorando a gomito vedute, Ma, nella Milano napoleonica, vi fu e con personalità quali Giovanni Perego, i dipinti esistenti nella sua città, per merito di Giuseppe Bossi, quel recu- e Paolo Landriani senz’aver fatto … ma chi fu Gaspare Galliari e cosa si- mai alcuno studio, quasi senza 2 gnificò per il giovane Migliara?. guida, soltanto

seguendo i suggerimenti di un certo Gaspare Galliari… dalla gavetta padre Carozzi, nelle fiere alle scene per Mozart. che fu forse per lui più un amabile Gaspare Galliari (Milano 1761-1823) protettore che un figlio di Giovanni Antonio, fu la perso- sicuro indirizzatore tecnico. A quin- nalità più notevole della seconda genera- dici anni aveva zione dei Galliari. già suscitato la commossa ammira- Formatosi nei teatri di fiera bergama- zione dei familiari schi, portò la sua esperienza, acquisendo col riprodurre a disegno colorato la una certa notorietà in Piemonte, nel 1786, facciata e due quando disegnò le scene di dotazione per affreschi interni dell’antica Catte- i teatri di Alessandria, di Vercelli e di Ca- drale di Alessandria.” sale Monferrato, spostandosi poi in No- Arturo Mensi vara, nel 1789, per gli apparati in

occasione delle nozze del duca d’Aosta. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 209

Nella pag. prec. 1. Ritratto di Giovanni Migliara al cavalletto, 1829. Giuseppe Molteni. Matita e carboncino su carta montata su tela, cm 43x52. , Milano. 2. Teste d'uomo e profili caricati, 1801-1807 ca. Giovanni Migliara. Penna, cm 15,8x21,9. Pinacoteca Civica, Alessandria.

In questa pag.: 3. Milano, teatro Carcano nell'Ottocento. 4. Scenografia. Gaspare Galliari. Acquerello. Accademia di Brera, Milano.

La sua notorietà gli valse rito di osservazione che tra- 3 un appello viennese per poi spose nelle sue opere e per il essere in Venezia ed a Ge- particolare talento nel ripro- nova, finché nel 1801 si sta- durre ambienti evidenzianti bilì a Milano ove operò come architetture in stile gotico ma decoratore e scenografo con una sensibile propen- presso la Cannobiana (La sione alle tematiche rustiche donna di genio volubile di M. nelle quali poter dar sfoggio Portogallo); poi, nel 1803- agli spunti ed ai bozzetti tratti 1804, al Carcano nelle veste dal vero. di decoratore del teatro, nel L’attività scenografica 1806 alla Scala per la cantata ebbe fine fra il 1808 ed il in occasione delle nozze di 1810, quando, colpito da una Eugenio di Beauharnais (mu- grave malattia polmonare sica di A. Minoja), nel 1815 causata dall’umidità assor- di nuovo al Carcano (La rosa bita durante un lavoro di ap- bianca e la rosa rossa di J. S. paratura scenografica Mayr), e tra il 1816 ed il 1817 comandatagli dal Galliari, alla Scala, lavorando su sce- nell’ambito della Chiesa nografie per balletti (Il Ta- civica di Alessandria e la Galleria d’arte sconsacrata di San Carpo- merlano, Zamor ed Alzira), per Il flauto moderna di Torino del Migliara, non po- foro, dovette auto-disciplinarsi dedican- magico di Mozart e per Il re Teodoro in tremo che trovarvi il messaggio tra- dosi esclusivamente alla pittura da Venezia di Paisiello. smesso dal Galliari (4) Scenografia di cavalletto ed alla miniatura. I suoi bozzetti scenici (4) Scenogra- sotterraneo, 1822, al quale il Migliara ag- Considerando la sua opera negli anni fia, narrano di una personalità originale e giunse accenti pittoreschi e neoclassici. a venire, si potrà comunque dedurre, di grande spessore artistico connotato da Non stupisce quindi il ritrovare, sep- quanto vivo rimase l’interesse per l’idei- una sensibile influenza dell’ambiente mi- pur a non poca distanza di tempo: set- smo rappresentativo teatrale (5) Sceno- lanese in cui eruppero le teorie neoclas- tant’anni circa, quell’empatia, o meglio grafia di sotterraneo, 1822, con un siche landrianesche. quegli interessi ancor vivi, nei confronti occhio di riguardo alla sua veste coreo- Si distinse in specie per la sapienza di un’arte di cui parlammo già in occa- grafica: alcuni fogli recanti disegni ac- esecutiva degli interni, vividi di ricercate sione dell’influenza instillata in Scipione querellati di costumi ispirati a modelli atmosfere, negli esterni architettonici, Cignaroli da Marco Ricci, maestro della medioevali ed esotici per balletti (6) Co- ricchi di licenze e di inventiva, in un macchina scenografico-teatrale della Se- stumi per il balletto Clary, 1820 ca., e gioco parallelo dato dalla fusione con ri- renissima, ed ancora grande illustratore tragedie (7) Costumi per la tragedia cercate riproposte accademiche. dei palcoscenici lirici europei. Maria Stuarda, 1819-1820 ca., lo confer- Potremo infine definire il Galliari Dall’esperienza tratta dall’insegna- meranno. erede della tradizione scenotecnica juvar- mento del Galliari nasce quell’acuto spi- riana, in funzione di quel suo trasmettere Dal palcoscenico al cavalletto… un chiaro linguaggio architettonico, ove 4 omaggiando il Settecento veneziano. spicca il rapporto fra architettura, paesag- Ecco quindi volger il Suo interesse gio e città, un assieme di interessi che verso una produzione di opere di piccolo trovò nella definizione di “piccante” for- formato, dedicandosi a riprendere fedel- mulata da Giulio Carlo Argan, la giusta mente lo stile della pittura veneta del Set- enfasi. tecento ed i suoi riconosciuti maestri, in L’ambiente, infatti, nega il mero ri- particolare i dipinti di Canaletto. chiamo alla quinta architettonica, ma si Dell’esito di questa produzione ri- erge a elemento in empatia con le forme mangono le parole del collezionista non- architettoniche e le soluzioni urbanisti- ché amico Pietro Baldassarre Ferrero che, nel divenirne parte integrante. (1787-1850)2: “…i suoi primi tentativi Nel considerare quindi gli studi sce- furono rivolti a copiare il veneto Cana- nografici, conservati presso la Pinacoteca letto. Copiò alcuni quadri di questo au- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 210

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In questa pag.: 6. Costumi per il balletto Clary, 1820 ca. Giovanni Migliara. Matita e inchiostro acquerellato, cm 15,4x17,3. 7. Costumi per la tragedia Maria Stuarda, 1819-1820 ca. Giovanni Migliara. Matita e inchiostro acquerellato, cm 16,6x17,1. Pinacoteca Civica, Alessandria.

6 Per un palpabile rife- con riferimento ai capricci canalettiani, rimento andremo a consi- pregni di motivi veneti e romani, archi- derare l’acquaforte di tetture antiche e moderne, nel libero ac- Canaletto (9) Veduta fan- costamento nella ricercatezza del tastica di San Giacomo dettaglio. di Rialto, anche se non Lo studio delle acqueforti del maestro sfugge come Migliara si veneto e le incisioni tratte dai suoi dipinti appropri di pochi partico- realizzate da Antonio Visentini, edite per lari: il portico, il tetto a la prima volta nel 1735 e, sulla scia degli capanna, il colonnato ed interessi europei, ristampate fino alla il timpano, con una libera metà dell’Ottocento, rivestono una sen- interpretazione dimen- sibile caratterialità di studio e ricerca. sionale e quantitativa. In primo piano, in controluce, una Si noti altresì il risalto barca al traino umano scivola sulla la- dato dalla simbolistica guna che, similmente ad un canale, lam- marmorea antica, rileva- bisce la gradinata di una sponda a bile nella riproposta con- condurci verso antichi edifici ed archi in tinua, sia nel rappresentar rovina d’impronta romana, mentre in lon- Venezia che negli scorci tananza appare la sagoma di una chiesa milanesi, del motivo dei che ci porta a rammentare il disegno medaglioni scolpiti sul- della rinascimentale Scuola Grande di S. tore che furono venduti per originali”. l’alto zoccolo in marmo bianco. Marco, ed il suo affaccio sulla piazza SS. (8) Capriccio veneziano, 1812 ca., Gli studi d’ornato in Brera del mae- Giovanni e Paolo in Venezia. opera di smagliante cromia, nel rammen- stro Albertolli, la conoscenza dell’arte ro- Il monumentale colonnato e le archi- tarci l’effetto smaltato delle miniature di mana, ribadita nel respiro rinascimentale, tetture in cotto richiamano, seppur con gusto neo-fiammingo dei maestri fran- gli offrono la possibilità di sommamente alcune licenze, altre versioni oggi in To- cesi, ricercatissime nell’ambiente del col- edulcorare le sue opere, ed in contempo- rino (Galleria Sabauda) ed a Venezia lezionismo milanese nel primo decennio ranea mostrare il suo alto grado di cultura (Museo Correr), del famoso scorcio mi- dell’Ottocento. Vi è realizzata una veduta sull’antico che, all’epoca, significò un lanese (16) Le colonne di San Lorenzo fantastica di gusto veneziano, tratta dalla valore aggiunto alla Sua personalità in con particolari fantastici, 1814 (Venezia, tradizione settecentesca dei capricci, ov- continua evoluzione. Museo Correr). vero quelle libere composizioni a combi- Dai maestri come nare elementi di pura fantasia in parallelo Canaletto e Bellotto, 7 a realtà architettoniche di varie epoche. ereditò la malizia e Migliara affronta il genere portando l’uso della camera una variante alla visione prospettica sette- oscura, nota già al- centesca, accentuando sensibilmente il l’epoca per le repliche gusto del “pittoresco” e rileggendo il tema dei dipinti prospettici. in chiave scenografica, nell’omaggiare la (10) Capriccio ve- figura del Galliari, dando così vita ad una neziano, 1812 ca., composizione tipica da fondale teatrale, nell’opera traspare an- giocando con effetti da palcoscenico sca- cora, in ambito compo- ligero in funzione di ombre, luci e contro- sitivo, l’impronta luci: si noti l’impatto di un primo piano in lombarda, data dall’in- totale controluce per dar così il massimo serimento di elementi effetto della luce solare sulla facciata della archi-tettonici ripro- Chiesa e, al contempo, digradare i piani, dotti come dagli album facendo sì che per effetto di progressiva di disegni contempora- distanza, le chiese ed i campanili potes- nei. sero lentamente sfumare, svanendo in Si è sempre nel lontananza sul canale. campo dell’invenzione, DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 211

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In questa pag.: 9. Veduta fantastica con San Giacometto di Rialto, Canaletto. Acquaforte su carta colorata di camoscio, cm 14,5x21,5. Collezione privata. 12. Palazzo Ducale con la Pietra del Bando, 1750 ca. Canaletto. Acquaforte, cm 16x22,5. Musei Civici di Arte e Storia. Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia.

sportato dalla Siria mal soffrendo la servile imitazione co- 9 nel 1256 quale trofeo minciò a copiare dal vero e a com- in seguito ad una vit- porre”3. toria militare dei Ve- neziani contro i Brera e le vedute milanesi. Genovesi. Si è nel 1812, e l’occasione migliore Modello pura- per poter esordire fu l’esposizione an- mente settecentesco, nuale in Brera (13) Esposizione annuale costruito in funzione di Belle Arti a Brera, 1801-1807 ca, di una freschezza vi- luogo privilegiato e vetrina dell’evolu- siva a raggiungere il zione produttiva dei maestri e dei loro al- mero dettaglio su un lievi, nonché borsa del mercato dell’Arte respiro prospettico. milanese ai servigi di una classe borghese Di estremo ri- che già, nei sontuosi salotti, mostrava con Dallo studio sul Canaletto, il Migliara chiamo scenografico teatrale, bilancia spavalderia le opere di Hayez, Appiani, ne ricava la ricercatezza storica e il per- l’effetto compositivo con l’introdurre Bossi e fra non molto avrebbe aggiunto meante velo d’intellettualità, in specie nei sulla destra un lacerto della Biblioteca le Sue. Si presentò con alcune vedute ur- raffinati riferimenti ai più celebri monu- Marciana la quale, con il suo controluce bane milanesi (14) Veduta di piazza del menti antichi e moderni. Lui, tuttavia, pur e l’ombra avanzante verso il Ducale di- Duomo, 1812, opera in cui vi è tutta la ispirandosene, riuscirà a conferire una vien quinta nel costruir l’effetto scenico, sua maniera: apertura prospettica in sorta di reale quotidianità alla città: si ri- dando risalto e luce a quest’ultimo ed in un’ottica vedutista, tagli di ombre e luci cordino la presenza dei barcaioli, i panni, contemporanea trarre beneficio dalla pla- a denotare atmosfere romantiche, capa- così cari al Canal, stesi ad asciugare, le sticità figurativa: una presenza che affolla cità di ricreare atmosfere di vita cittadina, altane per il refrigerio serale, ed altre esi- la piazza con quella fibrillante mobilità di una Milano incantata innanzi alle fan- gue macchiette in abito settecentesco e delle macchiette canalettiane in costume tasiose allegorie militari offerte dagli ul- rubate alla Commedia dell’Arte, risolte settecentesco, colte anch’esse fra ombre timi fuochi napoleonici. È l’atmosfera ad con rapidi tocchi in punta di pennello. e luci nel dar risalto all’isolotto che ap- incantare l’occhio, la Sua acutezza, la Vi è da sottolineare l’atmosfera, l’uso pare in lontananza, sfumato nella lagu- Sua attenzione a far sì che la resa com- delle luci e delle ombre usate in senso nare condensa vespertina. positiva risultasse si illustrativa ma al prospettico e quei piani, cadenzati, per Le vedute ed i capricci gli consenti- contempo pittoresca, nel narrare del re- dar sviluppo ad un meccanismo d’irreti- rono una straordinaria fortuna, basti enu- spiro di un agorà fra i più importanti mento dello sguardo, invitato a voler en- merare le versioni realizzate fin dagli dell’Ottocento. trare nell’opera per meglio osservare, da anni Dieci. Vi è altresì un valore aggiunto: nel- vicino, i dettagli e le proposte architetto- Dal repertorio vedutistico settecente- l’assunto la facciata del Duomo è incor- niche. sco ricavò i propri modelli, rimanendone niciata dal Coperto dei Figini in primo Simili capricci li riproporrà anche implicato anche per la sua presenza in piano e dall’isolato del Rebecchino con eseguiti con tecnica incisoria od anche Venezia negli anni tra il 1827 e il 1835, Palazzo Reale sullo sfondo, sicuramente nelle prime sperimentazioni litografiche, durante i quali rac- sovente condotte da Lui medesimo. (11) colse innumerevoli 12 Veduta di Palazzo Ducale a Venezia, studi dal vero. 1812 ca, nel rappresentare l’immagine Dai maestri come più conosciuta della Serenissima, ovvero Canaletto e Bellotto, la Piazzetta con il Palazzo Ducale e ereditò anche la ma- l’isola di San Giorgio Maggiore, assorbe lizia e l’uso della ca- e medita sull’acquaforte di Canaletto ri- mera oscura, nota già medita su in lontananza, ricalca l’acqua- all’epoca per le repli- forte di Antonio Canal, detto Canaletto, che dei dipinti pro- intitolata (12) Palazzo Ducale con la Pie- spettici. tra del Bando, 1750 ca., dal nome del A questo punto il tronco di colonna in porfido della Piaz- Ferrero aggiunse an- zetta, luogo delle grida legislative, tra- cora: “… di lì a poco, DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 212

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In questa pag.: 13. Esposizione annuale di Belle Arti a Brera, 1801-1807 ca. Giovanni Migliara. Matita e inchiostro acquerellato, cm 23,5x32,1. Pinacoteca Civica, Alessandria.

13 tura veneziana del Sette- ordinazioni, annoverando esponenti della cento: il Canaletto mostrava nobiltà e dell’alta borghesia milanese, Piazza San Marco, i rii e le quali il Trivulzio ed il Crivelli i quali, fondamenta, punteggiati oltre che a divenirne acquirenti e commit- dalla fibrillante vita della tenti, (17) Tipico salotto borghese del Serenissima con la mede- primo ventennio dell’Ottocento, aprirono sima enfasi compositiva. alla Sua figura i loro saloni. Ma, oltre ai temi urbani, Da qui lo stretto legame con l’am- espose anche delle compo- biente intellettuale e letterario del primo sizioni immaginarie, fanta- romanticismo milanese che lo mise in stiche… ovvero “capricci”. contatto con le ultimissime tendenze ro- Nella (16) Veduta fanta- mantiche europee. Quel trovarsi, confi- una delle immagini più simboliche della stica con le colonne di San Lorenzo, darsi, aprirsi ognuno seguendo la propria piazza del Duomo di Milano, prima delle 1814, le colonne romane ed il taberna- vena ed il talento, fu come costruire un demolizioni e dei rifacimenti della se- colo del Seicento, convivono con aspetti prezioso tessuto la cui trama ed ordito fu- conda metà del secolo, un valore da rile- decisamente di gusto veneto: si noti il pa- rono gli ideismi in fatto di scelte, le tec- varsi nella sua azione documentaristica. lazzo in piena luce sullo sfondo, la strada niche e le tematiche di un novello gusto, Una medesima cura la dedicherà rap- che diviene una riva, simile agli Schia- una nuova visione in senso lato delle presentando, in un’intensa tela, (15) Il voni, ed il Naviglio, peraltro distante dal arti… insomma un cenobio che tanto Porticato della Basilica di Sant’Ambro- sito monumentale, si veste di aspetti la- avrebbe fatto parlare di sé negli anni a ve- gio, 1812 ca. che, come la Veduta del gunari, con tanto di bragozzo con vela or- nire. Duomo, si distingue per l’originalità del meggiato ad un improbabile imbarcadero Par di vederli, fra quelle ricche pareti taglio prospettico nel dar risalto ad una e lontano, all’orizzonte, una vela. Ed an- ed i preziosi arredi smaglianti di sete e vivida sensibilità coloristica. cora nelle presenze, si ravvisano nobiluo- velluti, seduti e dialoganti fra loro nel L’aurea e diffusa luminosità solare, mini, mendicanti e popolino di impronta toccar temi del cuore venati di politici mette in risalto gli spaccati ottenuti dal- decisamente lagunare. umori e posizioni di rivincita, di recuperi l’improvvisa ombra a velare il porticato L’attingere, dalla scuola veneta, i se- morali, nell’ansiosa sete di libertà. e parzialmente il verde dell’erba del cor- greti e le fantasie di artisti mai paghi d’in- Ed all’improvviso le noti di una dolce tile: si noti altresì quel rosso dell’ad- venzioni quali il Canal, sarà per la Sua musica, è il risveglio, il richiamo, il di- dobbo della porta centrale, il suo pittura un valore aggiunto ed uno sprone versivo. accendersi simile ad un’improvvisa luce a far sì che il suo talento potesse imme- (18) Convegno in Casa Branca, 1850 a rompere il velo silenzioso dato dall’om- desimarsi sempre più con la vita milanese ca. Fulvia Bisi4. Tutti raccolti attorno ad bra fra le volte del porticato; spicca, in ed il territorio lombardo, costituendo, con un pianoforte, in un compreso silenzio questi lacerti pittorici, la Sua sapienza co- l’unione dei tratti dal reale, un filone co- nel seguire le gustose arie e concertati de loristica, il calcolato ritmo che, simile ad stante della sua produzione; un impegno “La cambiale di matrimonio”, nati dal una partitura musicale, alterna i toni espositivo presso l’istituzione milanese talento precoce di un Rossini diciottenne; dal’“in umbra adagio” = l’adagio del- rinnovato con cadenza seguendo i suoi una farsa musicata che, guarda caso, si l’ombra, al “lucem vitae” = vivace della annuali appuntamenti, proponendo una svolge nel salotto, “semplicemente ele- luce. variegata e selettiva scelta di opere nel- gante”, della casa di un ricco mercante. Le presenze: il pretino in pieno sole, l’eterogeneità delle tecniche: oli su tela, L’opera quindi, sempre presente nella la stanca donna seduta nell’erba, il vian- acquerelli, tempere e miniature. vita del Migliara, per non dimenticargli dante, appoggiato al suo bastone, in un l’essenziale contributo alla sua fase for- attimo di riposo, due donne che conver- Si aprono le porte dei salotti bene mi- mativa. sano innanzi al portone d’ingresso della lanesi… la stima di Enrico Mylius. In questi ambienti conoscerà musicisti chiesa; cadenzati figurativi nel dar risalto L’attività espositiva presso l’istitu- e concertisti di fama, quasi sempre ac- ad un attimo, un istante di vita, della più zione milanese costituì per Lui un appun- compagnati da suadenti e fascinose so- antica Basilica milanese, con quel ri- tamento annuale, presentando una prani nel far, con le loro ugole, trepidar i spetto insito in chi sa cogliere l’umano in variegata produzione anche dal punto di cuori nel respiro del melodramma. empatia con la suggestione del prezioso vista tecnico: oli su tela, acquerelli, tem- Si costruiva nei salotti la nuova Italia, sito religioso. pere e miniature. ricca di ingegni e di patrie passioni, gra- Temi, come dissi, derivati dalla pit- Crescente fu il successo di critica e di zie alla presenza dei migliori artisti e mu- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 213

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In questa pag.: 19. Ritratto di Enrico Mylius, 1831. Pelagio Palagi. Olio su tavola, cm 60x74. Villa Vigoni, Milano.

sicisti dell’800 italiano e di nume- 19 Nel 1841 fu istituito il “Premio rosi illustri ospiti stranieri. Mylius”, sviluppatosi nell’ambito La pittura certo, ma anche la dell’Accademia di Brera, con lo musica assunse un ruolo fonda- scopo d’incrementare e diffondere mentale per la comunicazione, la la pittura di paesaggio. Il premio condivisione e la diffusione degli veniva assegnato a due tipi di pit- ideali morali, umani e politici tura: uno annuale di 700 lire au- della cultura del tempo. striache per i dipinti a olio, ed uno L’ incontro di personalità biennale di 1000 lire austriache per dell’arte e della politica, la circo- l’affresco (Guida di Milano per lazione di notizie e la prepara- l’anno 1856, Da Placido Maria zione di eventi “storici”, Visaj, p.155.). l’animazione del fervore ideale A coronamento della stima e patriottico, si fusero alla musica dell’amicizia fra i due, Migliara in un’unità vitale e feconda, ispi- dipinse, nel 1826, (20) La filanda rando una ricchezza creativa che Mylius4, opera che illustrò la fi- generò un sorprendente virtuosi- landa dell’imprenditore, sita in smo strumentale e vocale in paral- quel di Boffalora sopra Ticino lelo a grandi opere pittoriche e (MI), dando risalto ad un’imposta- scultoree. zione prospettica di estremo ri- Da queste frequentazioni nac- gore, dove la luce, in azione per que una nuova figura d’artista mezzo di fasci provenienti dalle all’avanguardia ed attento al arcate, crea un’atmosfera in cui mondo culturale a Lui d’attorno. l’alacrità delle filatrici, attente al Parlando appunto dei salotti tavolo di lavoro, veniva a sfatare borghesi, va detto che vi fu un personag- per l’apporto umano e sociale mostrato quella figura abitualmente ripresa presso gio al quale il Migliara fu particolarmente nel divenir fondatore e principale promo- la propria abitazione o nelle aggreganti legato per stima e riconoscenza, questi fu tore della fondazione della Società d’in- aie di campagna. Enrico Mylius (19) Ritratto di Enrico coraggiamento d’arti e mestieri, Si noti altresì la comune divisa, ad Mylius, 1831, imprenditore, banchiere, fi- organismo del quale fu anche il primo eleggerle in una specifica carica profes- lantropo e mecenate tedesco, una delle fi- presidente, dal 3 maggio 1841 fino ai sionale nel contesto di un’industria del- gure di maggior rilievo della scena suoi ultimi giorni, e del quale furono l’epoca ed in espansione. culturale milanese del primo ‘800, non- membri anche personaggi illustri del- Migliara è sovrano nella costruzione ché uno dei principali imprenditori serici l’epoca come Carlo Cattaneo. figurativa, e la nota dell’imprenditore che del primo Ottocento milanese. Il presagire l’evoluzione di un nuovo mostra alla gentil signora, con fanciullino Invitato ai suoi ricevimenti, potè in- concetto di professionalità dato dall’in- e cagnolino, il ritmo del lavoro e le nuove contrare l’intellighenzia milanese, e non dustrializzazione incalzante, fu il motivo macchine, oltre che essere una gustosa solo, dell’epoca: il Manzoni, Carlo Cat- per cui, la Scuola, iniziò a svilupparsi sul parentesi cromatica, visto che uno dei taneo, Massimo d’Azeglio ed esponenti modello dei politecnici che stavano na- fasci di luce in ingresso li colpisce quasi di spicco di altre nazioni, quali il gran- scendo a quell’epoca in Europa; ecco come un occhio di bue teatrale, mette in duca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar. quindi Milano divenire centro di forma- risalto la capacità di sbanalizzare una Mylius amò commissionare in prima per- zione dei tecnici altamente specializzati scena che, nel contesto, avrebbe potuto sona numerose opere d’arte, agendo fa- in parallelo ad operai per la produzione mostrarsi quale un’illustrazione a fini in- vorevolmente in seno a quegli industriale. Finanziò, nel 1844, una dustriali5. interscambi culturali fra l’Italia e l’area Scuola di Chimica e di Fisica Industriale, Opera documento della prima filanda tedesca; una patria che mai obliò, tenen- tessitura serica, geometria, fino all’aper- a vapore in Italia e che, al tempo, non ri- done vivo il ricordo anche e per tramite tura della Scuola di Meccanica, affidata mase un fatto a sé, ma molti furono i pit- dei sensibili rapporti con Wolfgang Goe- a Giuseppe Colombo che, nel 1863, por- tori che su commissione ripresero i the. terà alla nascita del Regio Istituto Tec- luoghi, le fabbriche e le loro produzioni. Straniero in una nuova patria vessata nico Superiore, poi Politecnico di Ricorderemo Pietro Ronzoni6, artista dal suo confinante austriaco, si distinse Milano. a quei tempi all’apice della carriera e le- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 214

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gato anch’esso alla più prestigiosa com- un tocco di barocco già in sapore roman- paesista e, con il suo occhio rapace, un mittenza dell’epoca, aristocratica ed im- tico ottocentesco; uno fra tutti il dettaglio grande conoscitore del quotidiano e prenditoriale, con il dipinto (21) Filanda del secondo edificio partendo da sx, nel quindi della scena di genere, in tutte le nel bergamasco, 1825 ca., opera che trae creare un angolo contrassegnato da una sue possibili sfaccettature. il fascino compositivo da un similare am- grande colonna centrale, ad interrompere (Continua) biente, innescando un confronto rivelante il pedissequo disegno dei portici: detta- sensibili differenze, in particolare nella glio storico in quanto venne demolito nel definizione delle figure, le quali, rigida- 1825. mente impostate, negano quella sponta- La madreperlacea freschezza delle neità a cui il Migliara ci ha abituati. cromie, la luminosità di un cielo dalla

Parlando di spontaneità proporrei, in rosea tonalità, il taglio dell’ombra a seg- Note chiusura della prima parte, un’opera in mentare la piazza, portano alla produ- 1. Nel 1803, in piena epoca napoleonica, nel- cui affascina la risoluzione di un figura- zione delle numerose miniature, in l’area dell’ex convento di San Lazzaro, sorse un tivo lontano dall’ispirazione canalettiana, piccolissimo formato, realizzate su seta teatro. Si è in corso di Porta Romana, ed il mo- nel delineare quello che poi sarà fra i applicata su vetro “fixées” e su avorio, mento fu quando Giuseppe Carcano affidò al- vanti del Migliara, ovvero la Sua figura una delle sue più costanti attività. l’architetto Luigi Canonica la creazione del di spontaneo disegnatore di umana realtà Vi è il trionfo del gusto romantico e teatro Carcano, di una capienza pari a 200 posti quotidiana. pittoresco, seppur con la stabile presenza ca. e dedito principalmente al melodramma. Spettacolo inaugurale fu Zaira con musica di (22) La piazza Maggiore in Lodi, di omaggi all’antico: si noti la colonna Vincenzo Federici. Nel 1813 vi tenne un celebre 1808-1814, opera che reca in se, oltre che centrale ed il suo bassorilievo… elegante concerto Niccolò Paganini. Il Carcano conobbe la squisitezza di un assunto fresco ed im- citazione alle scuole dell’antica Roma. nell’Ottocento non poca fama, al punto da poter mediato, il valore d’essere un importante Nel 1813 pubblicò un “Trattato di sfidare, seppur per un breve periodo, il Teatro documento dell’epoca. Vi è infatti ripro- geometria descrittiva”. L’anno successivo alla Scala. Infatti, negli anni trenta, i suoi impre- dotta la veduta della piazza Maggiore di sposò Felicita Baldoni. sari furono in grado di commissionare opere a Donizetti e Bellini, ossia il massimo dei musi- Lodi nei momenti in cui si stagliava, al Ora, il Migliara, ci potrà apparire cisti dell’epoca. In quella sala videro la prima: suo centro, il monumento commemora- come un paesaggista fuori dal coro, al- l’Anna Bolena (dicembre 1830) del compositore tivo della Battaglia del ponte di Lodi del cuni infatti si chiederanno il perché del bergamasco e La sonnambula (marzo 1831) del- 10 maggio 1796, avvenuta nell’ambito Suo nome in questa promenade nell’arte l’autore catanese. Negli ultimi decenni dell’Ot- della campagna d’Italia napoleonica e ri- del paesaggio; va detto che, non è dogma tocento il locale attraversò un lungo periodo di soltasi con una vittoria francese. essenziale il pingere alberi o boschi o crisi, non resse la concorrenza di Scala, Dal Verme e Canobbiana e dal 1894 del Teatro Li- Il monumento, eseguito su progetto campi o lontane colline per dichiararsi ar- rico, attivandosi solo in modo saltuario. dell’architetto ticinese Giocondo Alber- tefice del paesaggio, ma solo il far si che 2. Collezionista piemontese, funzionario di alto tolli (Lise 1982, p. 58) già maestro d’or- quest’ultimo possa apparire quasi senza livello dell’Azienda Genera nato del Migliara in Brera, per volere del far rumore, in timidezza e garbo, potrà di- le Economica dell’Interno che, con il suo mo- viceré del Regno d’Italia Eugenio de Be- mostrare quanto importante ed essenziale derno e presago occhio, unito ad una raffina- auharnais, fu inaugurato il 13 maggio del rimanga il suo ruolo nel contesto compo- tezza di gusto, nei primi decenni dell’Ottocento contribuì alla vita artistica torinese dando vita 1808 e poi distrutto dagli Austriaci il 16 sitivo di un’opera. ad una cospicua raccolta di opere d’arte, com- aprile del 1814, giusto il tempo di per- In questa prima metà dell’Ottocento, posta da assunti di piccole dimensioni, dipinti, mettere la realizzazione dell’acquerello. Lui, così ancora pregno di visioni sceno- miniature, disegni, acquerelli, fixées ed inci- La veduta della piazza, ripresa da un grafiche, di culto della bellezza architet- sioni, una collezione che, fortunatamente integra punto di vista ribassato, mostra la vita di tonica, consapevole del dell’essere un per un’assennata ereditarietà, determinò la na- una giornata di mercato, in un ambiente raffinato cesellatore grafico di scultoree scita del fondo grafico della Galleria d’Arte Mo- derna di Torino. Estimatore di Giovanni che, da puro agorà, consentiva le tratta- antiche, in un’epoca permeata da una cul- Migliara, nella sua collezione vantò capolavori tive di affari commerciali ed agrari. tura romantica in cui sovente, oltre al pit- anche di altri grandi maestri dell’epoca e dei Accattivanti i personaggi, primi attori toresco vi è l’ingresso del sublime; loro dipinti mostranti una grande autorevolezza della scena, minuziosa la resa degli edi- ancora Lui, così vicino agli ambienti cul- quali Hayez, Storelli, De Gubernatis, Massimo fici a corona della piazza con i loro mo- turali milanesi, il gotha dell’intellighen- d’Azeglio ed il Palagi con la toccante opera Ma- tivi architettonici: colonne, archi a sesto zia italiana dell’epoca, stava, con saggia donna annunciata, 1826, di Pelagio Palagi, un’acquisizione documentata dalle note mano- acuto, a tutto sesto, rialzati, in un assieme lentezza, formandosi per dar stura del suo scritte nel dicembre 1833: “Comprato da Pezzi. dove il Medioevo trova empatia col Ri- talento, una virtù che lo fece stimatissimo La Madonna di Palagi, ed il Refettorio de’ Cap- nascimento, scivolando a sua volta verso ed apprezzato miniaturista, vedutista, puccini di Migliara, furono insieme calcolati L. 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800 hanno delle cornici dorate. Gli donai libri pinto divenne un’icona, al punto da venir utiliz- 6 Costumi per il balletto Clary, 1820 ca. Gio- per lo stesso valore”. Aggiungerei una perla zata quale marchio della carta da lettera delle so- vanni Migliara. Matita e inchiostro acquerellato, unica, opera di trascinante fascino, ovvero l’As- cietà dell’imprenditore tedesco, raffinatamente cm 15,4x17,3. salto notturno alla diligenza, in cui il Migliara tradotta all’acquatinta dall’inciso-re Johann 7 Costumi per la tragedia Maria Stuarda, 1819- mostrò il suo talento inventivo nel creare atmo- Jacob Falkeisen. L’arte quindi al servizio del- 1820 ca. Giovanni Migliara. Matita e inchiostro sfere notturne o romanticamente evocative, ri- l’industria, sancendo con questo successo, l’im- acquerellato, cm 16,6x17,1. Pinacoteca Civica, coprendo a pieno merito il ruolo di “pittore degli portanza dell’utilizzo di un’immagine di grande Alessandria. effetti magici della luce”: quella luce fra artificio attrattiva per la creazione di un logo ed il lancio 8 Capriccio veneziano, 1812 ca. Giovanni Mi- luminoso e fenomeno lunare … pregno di tinte promozionale di un prodotto. gliara. Olio su tela, cm 29x39. Gallerie di Piazza fiamminghe e assai bene composto”, pur non 6. Pietro Ronzoni (Sedrina, 28 novembre 1781 Scala, Milano. obliando gli acquerelli e rari fixées, anch’essi - Bergamo, 29 aprile 1862), studiò, formandosi, 9 Veduta fantastica con San Giacometto di eseguiti dall’artista alessandrino. all’Accademia Carrara di Bergamo, completan- Rialto, Canaletto. Acquaforte su carta colorata 3. il brano è riportato nel volume “Il volto della dosi poi in Roma, divenendo allievo del paesag- di camoscio, cm 14,5x21,5. Collezione privata. Lombardia da Carlo Porta a Carlo Cattaneo pae- gista mantovano Luigi Campovecchio. Conobbe 10 Capriccio veneziano, 1812 ca. Giovanni Mi- saggi e vedute, Milano, 1975, p. 57, nota 12, e frequentò Angelica Kauffmann ed Antonio Ca- gliara. Olio su tavola, cm 30,2x40,4. Gallerie di M.C. Gozzoli, M. Rosci.” nova i quali, per stima ed amicizia, lo avvicina- Piazza Scala, Milano. 4. La Bisi (Milano, 1818 – Milano, 1911) fu fi- rono a numerosi artisti, fra cui Pelagio Palagi, 11 Veduta di Palazzo Ducale a Venezia, 1815. glia del celebre pittore paesaggista Giuseppe Martin Verstappen, Hendrik Voogd. Dopo la Giovanni Migliara. Olio su tela, cm 34,7x45. Bisi, professore di paesaggio all’Accademia di scomparsa del suo maestro, divenne adepto ed Gallerie di Piazza Scala, Milano. Brera dal 1838 al 1856 e di Ernesta Legnani, amico di François Marius Granet. Nel 1809 ri- 12 Palazzo Ducale con la Pietra del Bando, 1750 svolse il suo apprendistato presso il padre del tornò in Bergamo, lavorando come scenografo ca. Canaletto. Acquaforte, cm 16x22,5. Musei quale, nell’ambito formativo ripropose modi e e vedutista, realizzando numerose vedute sia ur- Civici di Arte e Storia. Pinacoteca Tosio Marti- soggetti. Esordì, nel 1842, all’Esposizione di bane che agresti, lavorando en plein air ma con nengo, Brescia. Belle Arti dell’Accademia di Brera, venendo sensibili influenze derivate dal paesaggio ideale 13 Esposizione annuale di Belle Arti a Brera, premiata, nel 1845, per l’esecuzione di un classico. Fu professore all’Accademia Carrara, 1801-1807 ca. Giovanni Migliara. Matita e in- grande paesaggio montano e, da quel momento, all’epoca diretta da Giuseppe Diotti, al quale si chiostro acquerellato, cm 23,5x32,1. Pinacoteca mai mancando alle successive edizioni fino al legò per profonda amicizia e collaborazione pro- Civica, Alessandria. 1859. si Il successo braidense ed il suo talento, fessionale. Nel 1815 fu in Verona, città che lo 14 Veduta di Piazza del Duomo con il Coperto Le consentirono di affermarsi nel contesto della elesse a paesista di successo, in funzione e per del Figini e l’isolato del Rebecchino, Milano, scena artistica milanese come erede della tradi- merito di una colta committenza internazionale. 1812 ca. Giovanni Migliara. Olio su tavola, cm zione romantica lombarda… fra le poche, o Dal 1840 il suo stile pittorico, di chiara ascen- 13,5x17,5. Coll.ne privata. forse l’unica presenza femminile, invitata ai ri- denza franco-paesaggistica, si rinnovò spa- 15 Il porticato della Basilica di Sant’Ambrogio, cevimenti salottieri meneghini. Intensa l’attività ziando nella ricerca di una maggiore resa Milano, 1812 ca. Giovanni Migliara. OLio su espositiva, che la vide presente anche ai princi- atmosferica della visione compositiva, adot- tela, cm 58,5x72. Collezione privata. pali eventi in Torino, Parma e Firenze, nonché tando una pennellata franta, delicata e morbida. 16 Veduta fantastica con le colonne di San Lo- all’Esposizione nazionale di Milano del 1881 e In queste sue ultime opere vi è il sentore ed il renzo, 1814. Giovanni Migliara. Olio su tela, cm di Venezia del 1887, riportando notevoli suc- gusto dei soggetti di , venati 34x44. Pinacoteca Sabauda, Torino. cessi di mercato. Solo verso la metà degli anni palpabilmente dal carattere pittorico innovativo 17 Tipico salotto borghese dei primi dell’Otto- Quaranta, iniziò a personalizzarsi pienamente, del Carnovali. Vi fu un’unica rassegna a segna- cento. abbandonando l’influenza paterna, dedicandosi lare la sua partecipazione, ovvero la Prima 18 Convegno in Casa Branca, 1850 ca. Fulvia alla realizzazione di un vasto repertorio di ve- Esposizione Italiana Agraria Industriale e Arti- Bisi. Olio su tela. Collezione privata. dute e paesaggi, sia lombardi che ticinesi, pro- stica tenuta in Firenze nel 1861; diserterà, per 19 Ritratto di Enrico Mylius, 1831. Pelagio Pa- ponendo uno stile paesaggistico aggiornato sulle contro e sistematicamente, le esposizioni brai- lagi. Olio su tavola, cm 60x74. Villa Vigoni, Mi- coeve ricerche in chiave naturalista condotte da densi. lano. Giuseppe Canella. Nella maturità raggiunse una 20 La Filanda Mylius, 1828. Giovanni Migliara. caratterialità che la distinse per una stesura pit- Didascalie immagini Olio su tela. Pinacoteca Civica di Alessandria. torica vibrante, condotta a brevi tocchi, ricer- 21 Filanda nel bergamasco, 1825 ca. Pietro Ron- 1 Ritratto di Giovanni Migliara al cavalletto, cando, con femminile sensibilità, gli effetti ed i zoni. Olio su tela, cm 72,5x94. Gallerie di 1829. Giuseppe Molteni. Matita e carboncino su valori atmosferici e luministici di un paesaggio Piazza Scala, Milano. carta montata su tela, cm 43x52. Gallerie di reale. 22 La Piazza Maggiore in Lodi, 1808-1814. Piazza Scala, Milano. 5. A Migliara, Mylius chiese una vera imma- Giovanni Migliara. Acquerello e collage su 2 Teste d’uomo e profili caricati, 1801-1807 ca. gine, quasi fotografica, del suo stabilimento, di- carta, cm 24,4x33,1. Museo Civico, Lodi. Giovanni Migliara. Penna, cm 15,8x21,9. Pina- venendo il primo imprenditore a portare un coteca Civica, Alessandria. pittore nell’ambito di una moderna fabbrica, e 3 Milano, teatro Carcano nell’Ottocento. la medesima dentro futuri eventi artistici, cre- 4 Scenografia. Gaspare Galliari. Acquerello. Ac- ando un’empatia fra le Esposizioni di Arti ed In- cademia di Brera, Milano. dustria e quelle di Belle Arti. Da simile incontro 5 Scenografia di sotterraneo, 1822. Giovanni nacque la definitiva affermazione della nuova Migliara. Penna ed acquerello. Cassa di Rispar- borghesia imprenditoriale nel nord Italia. Il di- mio, Alessandria. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 216

In questa pag.: 5. Scenografia di sotterraneo, 1822. Giovanni Migliara. Penna ed acquerello. Cassa di Risparmio, Alessandria. 8. Capriccio veneziano, 1812 ca. Giovanni Migliara. Olio su tela, cm 29x39. Gallerie di Piazza Scala, Milano. 10. Capriccio veneziano, 1812 ca. Giovanni Migliara. Olio su tavola, cm 30,2x40,4. Gallerie di Piazza Scala, Milano. 11. Veduta di Palazzo Ducale a Venezia, 1815. Giovanni Migliara. Olio su tela, cm 34,7x45. Gallerie di Piazza Scala, Milano. 14. Veduta di Piazza del Duomo con il Coperto del Figini e l'isolato del Rebecchino, Milano, 1812 ca. Giovanni Migliara. Olio su tavola, cm 13,5x17,5. Coll.ne privata. 15. Il porticato della Basilica di Sant'Ambrogio, Milano, 1812 ca. Giovanni Migliara. OLio su tela, cm 58,5x72. Collezione privata.

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In questa pag.: 16. Veduta fantastica con le colonne di San Lorenzo, 1814. Giovanni Migliara. Olio su tela, cm 34x44. Pinacoteca Sabauda, Torino. 17. Tipico salotto borghese dei primi dell'Ottocento. 18. Convegno in Casa Branca, 1850 ca. Fulvia Bisi. Olio su tela. Collezione privata. 20. La Filanda Mylius, 1828. Giovanni Migliara. Olio su tela. Pinacoteca Civica di Alessandria. 21. Filanda nel bergamasco, 1825 ca. Pietro Ronzoni. Olio su tela, cm 72,5x94. Gallerie di Piazza Scala, Milano. 22. La Piazza Maggiore in Lodi, 1808-1814. Giovanni Migliara. Acquerello e collage su carta, cm 24,4x33,1. Museo Civico, Lodi.

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218 Le piante a fiori: le nostre Angiosperme

di Renzo Incaminato La macchina fiorale (Non riconducibile a tutti i tipi di fiori reali) Nel fiore ermafrodita distinguiamo quattro strutture disposte a verticillo: sepali, petali, stami e carpelli. Dal basso verso l’alto e dal- l’esterno al centro del fiore incontriamo: i se- pali, foglioline solitamente verdi formanti il calice; poi troviamo i petali, foglioline vivace- mente colorate che costituiscono la corolla; più all’interno si notano gli stami, strutture fertili maschili formate da un filamento e da una sacca terminale detta antera, in cui si produce una miriade di granuli pollinici (gameti maschili) invisibili ad occhio nudo; al centro ecco il car- pello (o pistillo), struttura fertile femminile che si presenta come una bottiglia, il cui fondo è l’ovario con gli ovuli (gameti femminili), il collo è detto stilo e la parte alta è lo stigma che accoglierà il polline di un fiore di un’altra pianta della stessa specie. Molte Angiosperme sviluppano fiori unises- suali su rami dello stesso individuo come grano, mais e altre graminacee, il castagno, la Durante le nostre passeggiate è molto atto per attirare gli INSETTI IMPOLLINA- quercia, la zucchina e altre specie che vengono dette MONOICHE (dal greco “casa unica” ma piacevole incontrare e riconoscere i fiori. TORI ovvero gli animali vettori dell’in- con “stanze separate”). Ci dà grande gioia il ritrovarli, nello contro sessuale. Per altre piante invece i sessi sono separati con stesso momento di ogni anno, negli stessi La datazione dei primi fossili di An- presenza di individui maschili che produrranno tratti dei sentieri che percorriamo nei giosperme è intorno a 135 milioni di anni solo fiori con gli stami e individui femminili prati, nei boschi, lungo i ruscelli e ai fa e proprio nello stesso periodo, stavano che svilupperanno soltanto fiori con carpelli; bordi di campi coltivati. evolvendo, sopra di questa Terra, i quat- queste specie vengono definite DIOICHE (dal greco “due case”) e ne sono esempio: il salice, L’avvenenza delle forme dei fiori, tro ordini di insetti impollinatori: IMENOT- il pioppo, il ginepro, il kiwi. nonché la vivacità e la brillantezza dei TERI; LEPIDOTTERI, COLEOT TERI e DITTERI. In tutti questi casi di unisessualità l’IMPOLLI- loro colori esprimono tante potenzialità Questi animali visitarono, con tutta pro- NAZIONE è quasi sempre operata dal vento. per il nostro diletto. Per i fiori manife- babilità, i primi fiori e questo fatto fu la I fiori possono svilupparsi in strutture sin- stiamo l’atteggiamento della “meravi- causa che provocò il prodigio della COE- gole oppure disporsi in gruppo per formare le glia” ed è cosa affascinante per noi, VOLUZIONE tra la struttura del fiore e la INFIORESCENZE (esempi: i capolini delle Asteracee, le spighe delle Graminacee, ecc.). essere consapevoli delle leggi naturali forma e le abitudini alimentari degli IM- che ne governano l’esistenza. POLLINATORI (api, bombi, farfalle, ecc.). Un proverbio giapponese recita: I fiori offrirono agli insetti ricom- un SEME con un ottimale patrimonio ge- «Ogni ramo di fiori nasconde parole a pense nutritive come il NETTARE, un olio netico]. Questi prodigi sono avvenuti centinaia». zuccherino molto gradito, ma anche la piano piano, in milioni di anni, con tanti Il prodigio dei fiori smisurata e abbondantissima quantità di e ripetuti tentativi di PRESSIONE SELETTIVA I fiori, creature della luce e del calore granuli pollinici (POLLINE) poteva costi- che comportano la TRAMA della VITA. E del Sole, contengono gli organi sessuali tuire alimento. In cambio l’insetto volava la struttura del fiore si è via via diversifi- delle piante più evolute: le Angiosperme lontano trasportando il polline, del quale cata e specializzata. [dal greco angion = vaso, contenitore era imbrattato, selettivamente su molti Esaminiamo qualcuno di questi adat- quindi piante con ovuli racchiusi in un altri fiori della stessa specie. [Si instaurò tamenti evolutivi: vivacità di colori nelle ovario; l’ovulo fecondato diventerà così l’IMPOLLINAZIONE INCROCIATA in cui corolle per rendersi facilmente visibili SEME e l’ovario diventerà Frutto; il seme il granulo pollinico (gamete maschile) nell’ambiente; foglioline fiorali con vi- è protetto dal frutto]. di un fiore incontra l’ovulo (gamete fem- stosi e profumati marcatori o guide al net- La forma dei fiori, i loro colori e i loro minile) di un altro fiore appartenente ad tare specifiche; petali che costituiscono profumi sono il risultato di una lunga e un’altra pianta della stessa specie. In tal attrezzate piste di atterraggio e di decollo formidabile strategia evolutiva, messa in modo, dopo la FECONDAZIONE, si ottiene per il volo degli impollinatori; stami a bi- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 219

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In questa pag.: Il garofano selvatico è un tipico fiore amato dalle farfalle, che con la lunga proboscide ne succhiano il nettare. Da una ricerca è risultato che i visita- tori di questi fiori sono per 1'87% lepidotteri, rappresentati dai gruppi da a ad f, per il 9% imenotteri, e per il 2% coleotteri e ditteri. Il numero tra parentesi indica il numero delle specie presenti.

lanciere che, scattando con la presenza tagna, per le brevi condizioni favorevoli copia e “stampa” i geni di identità e i dell’insetto, lo imbrattano di polline sul di temperatura, i colori sono più variegati geni catastali dei meristemi fiorali dal dorso; l’involucro fiorale delle orchidee e intensi, anche in riferimento al sub- DNA del nucleo cellulare, poi l’RNA va nel del genere Serapias offre ai suoi impolli- strato (prato verde, roccia chiara, roccia citoplasma e codifica la sintesi delle pro- natori nettare inebriante e camera di ri- scura) sul quale la pianta vive, fiorisce e teine tipiche delle cellule dei tessuti e poso per l’insetto che deve smaltire tale fruttifica. degli organi fiorali e anche la loro dispo- ubriacatura…; il labello, fogliolina fio- Le api hanno una percezione dei co- sizione a verticillo]. rale più vistosa delle Ofridi (Orchidacee) lori ben sviluppata. Numerosi esperi- Ma chi scatena la fioritura delle che assomiglia alle femmine dei vespidi menti tra api e fiori, hanno evidenziato piante ? e dei bombi per attirare, anche con gli che esse percepiscono facilmente il Molti esperimenti hanno dimostrato stessi odori degli ormoni sessuali!, i ma- giallo, il blu, il bianco e le lunghezze che le piante misurano la durata della schi di queste specie di insetti, realiz- d’onda dell’ultravioletto; non possono notte. Sono i FOTORECETTORI delle foglie zando uno dei più formidabili inganni vedere il rosso ma possono visitare i fiori che percepiscono e misurano il periodo sessuali della Natura. rossi che sono in grado di riflettere la luce di oscurità. Nelle foglie questo orologio Il colore dei fiori ultravioletta. circadiano provoca l’espressione di un La visione dei colori esprime grandi Come e quando gene che codifica un ormone della fio- potenzialità di richiamo e di ordinamento fioriscono le piante ritura (gli ormoni sono proteine); tale or- nei processi della memoria per gli insetti, Durante la crescita vegetativa, l’apice mone viaggiando attraverso la linfa per molti altri animali e ovviamente del germoglio produce fusti e foglie con elaborata (prodotta dalla FOTOSINTESI anche per noi umani. Inoltre a noi i colori i suoi MERISTEMI [MERISTEMA: com- delle foglie) raggiunge l’apice del germo- donano grande diletto… plesso di cellule o tessuto che prolifera glio e lo induce a diventare meristema I variegati e bellissimi colori sono do- per mezzo di successive divisioni cellu- fiorale. vuti alla presenza, nelle cellule delle fo- lari per generare e/o differenziare altri “Plant revolution” glioline fiorali, dei CROMOPLASTI: gli tessuti vegetali]. In un certo momento, Le piante a fiori hanno saputo svilup- organuli specializzati nella sintesi dei dei segnali ambientali come la durata del pare la straordinaria tecnica della DOPPIA vari pigmenti. giorno e/o la temperatura inducono varia- FECONDAZIONE. Propriamente oltre al- L’attrazione per i colori (CROMATRO- zioni all’apice del germoglio che inizia a l’ovulo fecondato che diventerà SEME, PIA) è caratteristica per gli insetti che vi- trasformarsi in apice fiorale (gemma fio- un’altra cellula spermatica innesca un sitano i fiori. Il giallo sembrerebbe la rale). Partono così i meristemi di infio- nuovo tessuto cellulare detto ENDO- tinta prediletta, forse perché il giallo vi- rescenza e i meristemi fiorali con le loro SPERMA, ricco di amido e di altre sostanze vace è il colore che si vede da più distante progressive divisioni cellulari, si formano nutritizie per alimentare l’embrione dopo e inoltre è il colore preponderante del net- pertanto e in modo se- tare e della polvere pollinica che fuorie- quenziale i tessuti che sce dalle antere. Il giallo è poi il colore costituiscono le parti più frequente nei fiori primaverili. Pos- dell’organo FIORE [nelle siamo spiegarci questo fenomeno così: in cellule meristematiche primavera le giornate hanno ancora c’è un intenso incre- poche ore di luce e la temperatura am- mento della sintesi di bientale non è ancora ottimale per il volo proteine e dell’attività degli insetti, che dispongono quindi di dell’acido ribonucleico breve tempo per procurarsi nettare e pol- RNA. Tutto è sostanzial- line; pertanto i fiori gialli si distinguono mente dovuto ad una facilmente. Anche il bianco è il colore dei prolifica espressione di fiori di inizio primavera (bucaneve, cam- GENI che codificano i panellino e altri, ma questi sono impolli- materiali cellulari di nati da insetti che non volano…). questi processi. Colui Ma i vari colori sono il risultato dei che tutto “muove” è il processi evolutivi e selettivi che hanno DNA del nucleo delle reso gli apparati fiorali più distinguibili e cellule (i GENI sono dei più attraenti nei diversi ambienti e nei tratti della lunga doppia momenti stagionali. Ad esempio in mon- elica del DNA): l’RNA DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 220

Crocus vernus, fiorisce in pieno inverno. Galanthus nivalis, il bucaneve. Leucojum vernum, il campanellino.

Barlia robertiana, l’orchidea selvatica che dal- Hepatica nobilis, il primo anemone a fiorire Tussilago farfara, il farfaro che compare l’area mediterranea è appena arrivata qui, sui ca- nei nostri boschi. a inizio primavera su terreni lavorati. lanchi di Morbello, per i noti mutamenti climatici.

Ophrys sphegodes, l’ofride (Orchidacea) che Alyssoides utricolata, la vescicaria tipica Quercus pubescens, appare sui terreni calcarei a inizio primavera. delle serpentiniti delle nostre valli. le infiorescenze maschili della roverella.

Tulipa clusiana, un tulipano raro Tulipa oculus-solis, ma con belle stazioni ad aprile Linum campanulatum, il tulipano di alcune vigne nel mese di marzo. lungo la salita delle Cappel lette (Ovada). il lino giallo tipico su serpentiniti.

Cerastium utriense Barberis, la peverina di Voltri; è una specie endemica ovvero esclusiva di un Campanula media, la campanella tipica Viola bertoloni, bellissima viola dei nostri monti. areale unico: i monti dell’entroterra genovese. dei terreni calcarei delle nostre valli. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 221

Lonicera etrusca, il caprifoglio mediterraneo Tulipa sylvestris, il tulipano selvatico Geranium sylvaticum, il geranio dei tratti che è appena arrivato qui da noi sui calanchi dei nostri monti. ombrosi dei nostri boschi. di Morbello e di Ponzone.

Serapias lingua, una orchidacea che inebria Lilium bulbiferum, il giglio di S. Giovanni. di nettare il bombo impollinatore e È una perfezione di forma e colore, sta poi lo ospita nella sua cavità florale. diminuendo per la raccolta incosciente. Muscari comosum, lo strano cipollaccio a fiocco.

Aster alpinus, la bella margherita Castanea sativa, le infiorescenze maschili; del monte Tobbio e del monte Beigua l’impollinazione è operata dal vento è una testimonianza che i nostri monti ma le api le visitano frequentemente. Papaver rhoeas, il papavero dei nostri campi. geologicamente fanno parte del Sistema Alpino.

Salvia pratensis, la salvia dei nostri prati visitata da un Hypochoeris robertia, vive su piccole fessure vespide (foto di König, da K.P. Buttler): l’antera a bi- di rocce ofiolitiche. lanciere imbratta di polline il dorso dell’insetto. Triticum vulgare, le spighe di grano.

Colchicum autunnale, il colchico fiorisce Il fiore femminile della zucchina Helianthus tuberosus, ad estesi gruppi nei prati umidi in autunno; (quello che darà il frutto). il comune girasole selvatico o topinambur è specie velenosa. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 222

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In quetsa pag.: il vespide si imbratta di polline, facendo scattare l’antera e bilanciere della salvia.

gerato dei veleni chimici, si è causata una forte diminuzione di individui e di molte specie degli INSETTI IMPOLLINATORI Brano di Edmondo De Amicis che, non dimentichiamo, sono i vettori del successo evolutivo (Sul Moncenisio, Ottobre 1901, delle Angiosperme. In pochi «Nuova Antologia») decenni si sta distruggendo ciò che FIORI e INSETTI hanno co- Tanto è la fecondità gentile della terra che per- struito negli ultimi 135 milioni fin sulle strade carreggiabili, tra l’uno e l’altro di anni! solco delle ruote, e di qua e di là dai solchi, s’alza una fioritura fittissima, per modo che gli Su questa TRAMA della VITA animali e i carri, passano, nuotando nei fiori. si attribuisce ad Albert Einstein In alcuni luoghi si cammina dentro a vere orde la profezia: «Se scomparissero fiorite, che danno al ginocchio; dovunque vi se- gli insetti impollinatori, si veri- dete, vi pare di adagiarvi sopra un tappeto ficherebbero interruzioni nelle turco di mille colori; ad ogni passo, schiacciate catene alimentari degli ecosi- cento piccole meraviglie di grazia e di ele- ganza. Sono costellazioni, vie lattee, firmamenti la germinazione dei semi (endosperma stemi e degli agroecosistemi e di fiori; larghi spazi coperti di fiorellini minu- è ad esempio l’abbondanza di amido nei quindi l’uomo potrebbe estinguersi per tissimi che paiono ricamati a mazzi sul tappeto chicchi di cereali). Pertanto si ha grande mancanza di cibo in pochissimi anni!» verde; folle innumerevoli di steli simili ad eser- risparmio energetico e immagazzina- Altrettanto esplicativo è Rudolf Bor- citi di piccole lancie imbandierate; selve di co- mento di energia chimica degli zuccheri chardt (1938): «Il mondo dei fiori che rolle dalla forma di caschi, di diamanti, di come amido. veste la nostra Terra, così come oggi lo turbanti, di pennacchi, di parasoli, di grappoli, di spighe, di cappellini di signore e di parruc- Poi l’ovario diventa frutto (quasi conosciamo, amabile ornamento dei no- che scapigliate, che si muovono al vento con sempre) e quivi si autoproducono zuc- stri Paesi, non è altro che quello che vaste ondulazioni di folle umane invase da un cheri, proteine, grassi, vitamine, antios- resta di un antico splendore che sorpassa soffio di passione. In certi punti, nei pascoli, sidanti per nutrire e proteggere la vitalità ogni immaginazione… L’età dell’oro non domina un colore solo; si vedono pendici tutte dei semi… è una favola e l’uomo di oggi vive tra vermiglie di trifogli alpestri, spazi gialli d’ar- Con l’arrivo delle Angiosperme, si quel che ne rimane». niche montane, tratti bianchi di gelsomini, o luccicanti dei fiocchi argentei degli eriofori, o ebbe una produzione smisurata di nettare, azzurri di genzianelle, o violetti di campanule. polline, semi e frutti necessari alla loro In altri punti, in un giro brevissimo, sono adu- riproduzione ma disponibili copiosa- Bibliografia nati mille fiori diversi, nati appena, in boc- mente anche per l’alimentazione degli R. BORCHARDT (1938), Il giardiniere appas- ciuolo, sbocciati, e come gareggianti fra loro ANIMALI. Ci fu, sopra di questa Terra, una sionato – Ediz. Italiana Adelphi, 1992, Milano. ad attirare lo sguardo di chi passa, e così affol- K.P. BUTTLER (1986) – Guida pratica alla lati e vivaci che, a chiuder gli occhi dopo averli vera esplosione di VITA, un pullulare di Botanica – Zanichelli, Bologna. guardati, vedete ancora nell’oscurità un tremo- BIODIVERSITA’ ECOSISTEMA in ogni … CAMPBELL, RECEE (2009) – Biologia vol. 3: lio vertiginoso di macchiette multicolori, come Oggi stesso la maggior parte del cibo meccanismi dell’Evoluzione e origini della Bio- le scintille d’un fuoco lavorato. Andate, andate che viene consumato dall’UOMO proviene diversità – Pearson Paravia, B. Mondadori spa. in mezzo a quella bellezza, e ad ogni salita di dalla Angiosperme: grano, riso, mais, pa- O. POLUNIN (1984), Guida ai fiori d’Europa pochi passi, vi si scoprono allo sguardo nuove tate, cocco forniscono l’80% del fabbiso- – Zanichelli Bologna. folle, nuovi popoli di fiori, che vanno su per i gno calorico umano e ovviamente T. L. ROST. M.G. BARBOUR (2013) – Biolo- poggi, si curvano a bere lungo le sponde, di- gia delle piante – Zanichelli, Bologna. scendono a processioni nelle bassure, s’accol- forniscono nutrimento per l’allevamento D. SADAVA e altri (2009) – La Biologia delle gono in grandi assemblee secrete nei vani degli animali. piante – Zanichelli, Bologna. conici tra le rocce, vanno giù a turbe fluttuanti Ma gli umani hanno una grande INVA- D. SADAVA e altri (2009), L’evoluzione e la per le chine e risalgono e si perdon lontano in DENZA ECOLOGICA, sono molto voraci Biodiversità – Zanichelli, Bologna. vaghi colori di nebbia come moltitudini emi- nell’ECONOMIA della Natura, crescono e H. ZUCCHI (1989) – I prati: la vegetazione granti. Dopo il primo piacere della meraviglia, crescono, aggrediscono il pianeta distrug- e fauna da tutelare – ULISSE ed., Torino. quella varietà stupenda di gioielli aerei vi offre mille diletti squisiti, al senso ed alla fantasia. gendo gli ECOSISTEMI NATURALI e impo- verendo i loro stessi AGROECOSISTEMI. Con la distruzione delle foreste, con l’Agricoltura intensiva e con l’uso esa- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 223

223 Per uno studio del Catasto Ovadese del 1793-98 (detto anche Napoleonico) di Ivo Gaggero

n rete si trova la sintesi di una rela- zione sul Catasto Ovadese del 1793-98, scritta, probabilmente, una quindicina di anni fa, da Giancarlo Subbrero, Storico economico e funzionario responsabile Ce.D.R.E.S. (Centro di documentazione e ricerche economiche e sociali) della Provincia di Alessandria: “Presso l’Ar- chivio Storico del Comune di Ovada – riordinato nel corso del 2000 – è conser- vato il cosiddetto Catasto “Napo- leonico” (iniziato nel luglio 1793 e terminato, dopo parecchie traversie, nell’aprile 1798) – in una definizione insediamenti produttivi “proto-indu- diato si potrebbe costruire una mostra ormai comune, ma erronea, in quanto la striali” alla storia delle vie di comunica- permanente a tutto tondo sulla vita poli- catastazione avvenne per una disposi- zione tra Ovada e la Liguria. In sostanza tica, economica, sociale, quotidiana e zione della Comunità di Ovada, con l’ap- il Castasto è una straordinaria occasione culturale di Ovada di fine Settecento. provazione della Repubblica di Genova per delineare un percorso che, partendo Quest’ultima fase dovrebbe necessaria- – composto da quattro registri mano- dal documento d’archivio, porta allo stu- mente avere, oltre a delle ricadute cultu- scritti (due volumi “figurati”, un registro dio del territorio e alla valorizzazione del rali e didattiche, anche delle ricadute dei possessori, un registro dei trasporti territorio stesso e delle sue specificità. turistiche ed economiche, con l’indivi- catastali) e da quattro grandi carte di Sul Catasto “Napoleonico” di Ovada è duazione - come accennato - sul territo- unione (denominate San Lorenzo e Gril- iniziata un’opera di salvaguardia, recu- rio di antiche vie di comunicazione tra lano, La Costa, Piani abitati Lercara, pero, restauro e valorizzazione, con un Genova e il basso Piemonte, insedia- Montagna Granossa), senz’altro il docu- progetto pluriennale e con la partecipa- menti produttivi proto-industriali, inse- mento di maggior valore dell’Archivio zione non solo degli enti istituzional- diamenti abitativi sparsi sull’Appennino, Storico. Per ogni proprietà è riportato il mente deputati – Comune di Ovada, e l’inserimento di questi in uno o più per- nome del proprietario, se si tratta di im- Provincia di Alessandria, Regione Pie- corsi turistici integrati. mobile o di terreno e, in questo caso, la monte, Sovrintendenza Archivistica per il coltivazione prevalente, la superficie dei Piemonte e la Valle d’Aosta - ma anche bene accatastato – sia del fabbricato con il coinvolgimento degli istituti di cre- Dopo averla letta rimasi dubbioso e come del terreno – l’estimo catastale. Le dito e delle imprese della zona. Gli obiet- scettico nel credere che attraverso sol- misure utilizzate non sono decimali; tivi che il progetto si propone sono tanto delle mappe catastali si poteva quelle di lunghezza sono in “trabucchi” molteplici: salvaguardia e recupero del avere accesso a così tanti dati storico- e “piedi”, mentre quelle di superficie “catasto napoleonico”, sia dei registri economici ma, allo stesso tempo, incurio- sono in “moggi” e “stara”, anche se che delle carte d’unione; valorizzazione sito dalla tesi del Subbrero. Chiesi così a viene essenzialmente utilizzata quest’ul- del documento attraverso studi scienti- Paolo Bavazzano se avessimo copia delle tima misura. Lo studio scientifico e accu- fici, convegni, pubblicazioni e mostre, mappe: volevo saperne di più. Lui mi rato – naturalmente interdisciplinare - anche con diffuse ricadute didattiche; mise a disposizione tutto il materiale di- del Catasto “Napoleonico” può fornire esposizione permanente della riprodu- gitale che avevamo in archivio, recupe- molteplici elementi per la storia econo- zione del documento restaurato che non rato presso il Comune. Con tutta sincerità mica e dell’agricoltura di Ovada. Un ca- solo fornirebbe l’immediatezza visiva devo confidarvi che, al pc, davanti a tasto nasce soprattutto per motivi fiscali, della fonte storica, con tutte le sugge- quelle mappe in versione digitale, ci ca- ma le informazioni contenute nel catasto stioni evocative immediate, ma potrebbe pivo ancora meno. Sapevo che quello che ovadese possono fornire preziosi ele- contribuire ad allontanare, al contempo, vedevo non era una cartina ma un foglio menti per una storia a “tutto tondo” l’idea alquanto diffusa dell’archivio – e catastale, e che tra le due cose c’è una dif- della cittadina e del territorio, dalla sto- dei documenti d’archivio – come entità ferenza, ma di fogli catastali così non ne ria della struttura fondiaria ai rapporti “morta e polverosa” anziché quella più avevo mai visti: i terreni sono raffigurati di conduzione, dalle coltivazioni preva- suggestiva, suggerita da Lucien Febvre, come coltivati o prativi, come i terreni lenti alla storia del territorio, dalla storia di “granai di fatti” storici. In sostanza, boschivi: disegnati con dei piccoli albe- urbana alla storia delle famiglie, dagli attorno al “catasto” restaurato e stu- relli, senza dimenticare i vigneti: rappre- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 224

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In questa pag.: la mappa catastale di “Borgo di Dentro”.

sentati con una sorta di “ghirigoro” che nimo che oggi si è trasformato in Gei- sovrapporli alle immagini satellitari degli ricorda un viticcio; insomma un catasto rino). L’idea era di scoprire se c’era la stessi luoghi con risultati sorprendenti. illustrato… a tempera. Inoltre non rico- possibilità di sovrapporle alle foto satel- Non avrei mai pensato che la maggio- noscevo i luoghi anche perché l’autore litari di Google, il sistema che io ritenevo ranza delle vie di comunicazione di allora non seguiva ancora l’uso di oggi di orien- più veloce per capire i cambiamenti del fossero quelle di oggi con l’unica diffe- tarle con il Nord in alto. Così iniziai, con territorio di Ovada. Con un certo stupore renza di essere, forse, più strette e, natu- un programma di grafica, a ruotare una mi accorsi che disegni di 220 anni fa ri- ralmente, non asfaltate. Utile anche la delle 107 mappe virtuali (di circa 140° in sultavano perfetti per quel che riguardava rilevazione della presenza di ville, case, senso antiorario), quella più “famigliare” la riduzione in scala. “Pulendoli” e dan- cascinali (la stragrande maggioranza an- solo perché c’era scritto Gierino (il topo- dogli una certa trasparenza ho iniziato a cora oggi presenti, ristrutturate e ingran- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 225

Da sinistra a destra: foglio catastale originale; dopo l’orientamento, ritaglio e “pulitura”; contorno della mappa catastale all’in- terno della foto satellitare; corso del fiume (viola), alcune proprietà dei terreni (magenta), vie di comunicazione (rosso), abitazioni o cascine (marrone); mappale catastale in trasparenza; mappale riportato sulla foto satellitare. Il sistema è stato usato per tutte le 170 mappe catastali particolari del territorio di Ovada (dalla digitalizzazione ne risulta mancante solo una). DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 226

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In alto: proprietà e terreni in località “Ergini bassi”, in formato Excel.

In basso: il centro storico nel 1793-98, nostra elaborazione attraverso la mappa catastale.

quello che è possibile fare per evitare di mettere in mostra soltanto delle mappe catastali che forse interesserebbero solo a una minoranza di appassionati ma uti- lizzando dei pannelli esplicativi di come era l’Ovada di fine Settecento , con i suoi toponimi (molti di quelli ancora oggi sono chiamati località), i suoi Borghi, le sue ville e le sue cascine. Forse la cosa ri- sulterebbe più interessante e incuriosire gli Ovadesi. È con questo progetto quindi, che lancio una richiesta di aiuto a tutti quelli che, leggendo queste mie righe, desiderano collaborare. dite). Ritengo che con questo sistema si Ovadesi come Giacinto e Bernardo Ruf- possa ottenere una “fotografia” di tutto il fini, Andrea Dania, Rocco Giacinto Siri, territorio comunale di Ovada di fine Set- Gio. Nepomuceno Rossi. Insomma tutto tecento con innumerevoli possibilità di altre ricerche storico-economiche. Penso a studi sul territorio boschivo, sui nostri due fiumi e sui rii ovadesi, sul territorio coltivato e soprattutto su quello coltivato a vite. Insomma le possibilità di ricerca cui accenna il Subbrero nella sua rela- zione e che io non credevo possibili. Quindi nell’archivio dell’Accademia Ur- bense oggi abbiamo l’intero territorio di Ovada del 1793-98 a confronto con quello attuale, i registri (sia quello delle celle catastali che quello delle proprietà) digitalizzati in formato Excel. Con tutto questo materiale il nostro progetto, come Accademia, sarebbe di riuscire ad alle- stire una mostra temporanea (l’esposi- zione permanente cui accenna il Subbrero, forse è irrealizzabile) delle mappe originali ma, soprattutto, l’espo- sizione dei risultati delle ricerche. Po- trebbe trattarsi di una piccola esposizione di dipinti con vedute di quell’Ovada (di fine Settecento) che sarebbe possibile in- crociando i dati del Catasto con altre fonti dello stesso periodo; oppure, con l’aiuto di un esperto, l’uso della nuova tecnolo- gia della realtà virtuale. Un’altro pro- getto, riuscendo magari a coinvolgere anche la Scuola: uno spazio dedicato al periodo, con le conquiste napoleoniche e la Repubblica di Genova che diventa Li- gure o Democratica e il ruolo di Ovada in quel lasso di tempo, ma soprattutto di DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 227

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Presso le rovine di una città gloriosa

di Lorenzo Robbiano Or tutto intorno Una ruina involve … Dipinte in queste rive Son dell’umana gente Le magnifiche sorti e progressive. (Giacomo Leopardi, La ginestra)

I Un soffice tappeto d’erba, margherite e denti di cane; lunghi filari di pioppi ap- pena rinverditi; e questi Torrazzi. Vestigia di un passato perduto, vittime della furia dei secoli, tronconi mozzati di quel che un tempo si ergeva fiero e superbo a sfio- rare il cielo. Douglas P. Pickwell ammira in silenzio. Il cavalier Enrico Belimbau siede su una grossa pietra poco distante, riem- piendo di tabacco la sua pipa intarsiata. “Affascinanti, non è vero? Si sarebbe mai aspettato di trovare qualcosa di simile in sorgesse una qualche città romana, Ron- il dono con cui è nato. Non lo sa nessuno: un paesino come questo, lei che ha viag- danaria o Rondinaria. Circolano molte Pickwell sente che deve restare un se- giato per tutta Italia?”. storie su questo luogo … Perlopiù, favo- greto tra lui e le misteriose forze del “Notevole”, è tutto quel che Pickwell lette popolari, ma anche certi studi auto- cosmo che hanno voluto nascesse di- dice nel suo accento d’oltremanica, avvi- revoli di storici locali. Francamente, non verso, più … sensibile dei suoi simili. cinandosi ad uno dei due ruderi. La pietra so quante di queste voci siano degne di Niente è veramente morto per lui. Niente grigia è stata interamente conquistata dal- fiducia. Faccia attenzione, potrebbe in- si rifiuta di comunicargli la sua verità. l’edera; il rampicante si è insinuato in ciampare in qualche buco”. Rimuove lentamente il sottile guanto ogni fessura, reclamando quel che secoli Pickwell, infatti, si è avventurato al- bianco che gli riveste la mano destra e lo fa il lavoro dell’uomo aveva strappato l’interno del quadrilatero. Una lucertola, ripone con cura in tasca. Poi chiude gli alla natura. I rami contorti e i folti ciuffi disturbata dalla sua intrusione, fugge sa- occhi e, con la stessa lentezza, protende d’erba che ricoprono le sommità delle ettando tra l’erba alta, facendolo trasalire la mano verso la pietra antica. La tocca. murature sembrano un tutt’uno con la co- per un istante. E, come sempre, attraverso quel tocco struzione e le conferiscono un’aria spet- Il cavaliere ormai parla più con sé il passato si schiude alla sua mente, e in trale. stesso che con lui. Questo viaggiatore in- un istante rivive mille esperienze non sue “Pensi”, prosegue il Belimbau, accen- glese è un giovane di notevole cultura e … dendo un fiammifero, “Se fosse passato acuto intelletto, parla un ottimo italiano, nel nostro paese qualche anno fa, nel nonostante l’inflessione, e ha percorso II 1908 o anche nel ’10, avrebbe trovato la l’intera penisola a caccia di siti storici e In un mattino d’autunno del 1790, cinta muraria pressoché intatta. I resti bellezze architettoniche. Tuttavia, ha l’in- Alessandro Volta passeggia tra le antiche erano molto più estesi … Poi, quando confondibile aria del sognatore, di chi rovine, stretto nella sua redingote per ri- hanno avviato i lavori di costruzione del all’improvviso si chiude nei suoi pen- pararsi dal vento gelido che spira dal vi- cimitero nuovo, hanno pensato bene di sieri, dimentico dell’esistenza del mondo cino torrente. Sopprime a stento uno demolire tutto”. Pickwell si volta verso il circostante. Sarà anche per questo che gli sbadiglio. La notte precedente, ha a ma- cantiere del camposanto, oramai quasi ul- è risultato subito simpatico. Belimbau lapena chiuso occhio: il marchese Luigi timato. Gli operai sono già tornati alle sorride, tirando una lunga boccata di Botta Adorno, suo ospite in questa breve loro case, ma si sono lasciati alle spalle fumo. “È giusto che vi abbiano costruito villeggiatura silvanese, ha infatti voluto alcuni attrezzi e materiali. “Fosse stato un cimitero a fianco”, dice, guardando le dare una festa in onore dell’illustre amico per il precedente sindaco, qui non reste- rovine. “Anche loro sono dei morti. Si alla quale sono stati invitati tutti gli espo- rebbe più nulla”, prosegue Belimbau. meritano l’eterno riposo”. nenti dell’alta società dell’Ovadese. La “Personalmente, vado fiero di aver sal- Dentro al Torrazzo, anche Pickwell sua professione di scienziato ha suscitato vato almeno queste Torrazze. I paesani le sorride. Il cavaliere dice ciò perché non l’interesse di tutti i presenti, che lo hanno chiamano così. Si dice che in questa zona conosce, né potrebbe, la sua peculiarità, costretto a descrivere dozzine di volte le DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 228

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Questo racconto di Lorenzo Robbiano ha vinto il concorso “Città di Rondinaria” promosso dal Lions Club Ovada.

Nella pag. prec.: Torrazzo di Silvano d’Orba.

In questa pag., in alto: Alessandro Volta. In basso: 1723, una carta dell’agrimensore Mazzarello. sue scoperte sull’aria infiammabile e e vanto. Senza dubbio, lo considerava un sulla misteriosa forza elettrica. Per la segno eterno del suo passaggio. maggior parte, quei nobili non sono poi E ora resta solo una distesa vasta e de- così diversi dai contadinotti accanto a cui primente di rovine. vivono: si aspettavano di sentire mirabo- Per qualche strano motivo, questa vi- lanti storie sulla “pistola elettroflogop- sione tocca una corda del suo cuore di cui neumatica” da lui costruita e hanno ignorava l’esistenza. Pensava che, tra ottenuto una spiegazione molto accurata quelle macerie, avrebbe soddisfatto una e poco intelligibile dei fenomeni scienti- semplice curiosità, magari facendosi fici alla base dell’invenzione. Ne sono ri- qualche risata all’indirizzo dell’insoffri- masti terribilmente delusi. bile erudito: invece, si trova inspiegabil- Sfortunatamente, alcuni irriducibili non mente a riflettere su sé stesso e sul senso si sono arresi dinnanzi alle barriere cul- del suo lavoro. turali; determinati fino alla fine a sfog- Volta si sta avvicinando ad una sco- giare la propria erudizione di fronte a un perta importante, lo sente. I suoi studi sul uomo di scienza, lo hanno tartassato con fluido elettrico e sui fenomeni di condu- discettazioni sconclusionate sui propri zione stanno dando esiti via via più sod- (spesso modesti) studi, dandogli alla testa disfacenti. Ormai si è spinto ben oltre le più dell’ottimo Dolcetto del marchese. ammettere di non aver prestato molta at- deduzioni di Galvani; è vicino al grande Uno di questi eruditi, in particolare, ha tenzione a certi passaggi, ma bisogna pur risultato, anche se ancora non riesce a de- passato ore intere a descrivergli le mera- dire che l’erudito ha fatto parecchia confu- linearne i contorni. Di una cosa, però, si viglie della città d’origine romana che un sione; per non parlar del Dolcetto). Aveva sente inspiegabilmente sicuro: che questa tempo sorgeva lungo l’Orba, facendo anche descritto con occhi scintillanti i mi- scoperta porterà lustro e fama al suo continui riferimenti all’opera storiogra- rabolanti resti di un possente bastione che nome, più dell’aria infiammabile, più fica di un tal Jacopo d’Acqui che si van- ancora recava i segni dell’assedio. della pistola elettroflogopneumatica, più tava di aver letto integralmente più e più Volta non vede nulla di tutto questo. di qualunque cosa abbia tentato Galvani. volte. Ciò che vede è pietra che si sgretola sotto E ora, osservando quelle rovine, un Sarà stata la voce insopportabilmente le intemperie, covo di bisce e lumaconi. dubbio spuntato da chissà dove lo porta acuta dell’uomo, che gli perforava i tim- Il suo pensiero non corre tanto a chi ha a chiedersi se anche del suo orgoglio e pani, o forse l’insistenza con cui ripeteva distrutto quella fortificazione – sia stato vanto, come di quello dell’anonimo co- il nome Rondinaria, o forse il Dolcetto; Guglielmo V, VII o XII – ma a colui che struttore, non resterà che un cumulo di fatto sta che l’idea delle rovine arcaiche l’ha progettata ed edificata. Senza dub- macerie e piante infestanti. I suoi sforzi s’è insinuata come un tarlo nella sua bio, un uomo d’ingegno, esperto in arte di scienziato sono tesi a un obiettivo: il mente, guastando le poche ore di meritato edilizia. Senza dubbio, orgoglioso della continuo miglioramento della condizione riposo; così, appena alzatosi, consumata propria creazione, certo che essa avrebbe umana. E se, invece, la sua grande inven- una frugale prima colazione, lo scienziato resistito agli assalti nemici. Senza dub- zione, a cui è così vicino, venisse dimen- è partito alla volta del sito archeologico, bio, quel forte era per lui fonte di gloria ticata dagli uomini? Peggio ancora: e se intenzionato a soddisfare il Duemila, l’epoca ra- una voglia pungente. diosa in cui l’uomo, si L’erudito gli aveva ipotizza, sarà in pieno parlato di una maestosa controllo del mondo, battaglia combattuta nel rappresentasse invece il XII Secolo, quando un giorno della sconfitta Guglielmo di Monfer- della scienza? Come rato (non ricorda più se questa antica città è V o VII) aveva dato as- crollata, non potrebbe salto alla città, espu- un giorno l’intero edifi- gnandola nella sua cio dell’umana cono- cupidigia, prima di par- scenza implodere? È tire per la Terrasanta o davvero così assurda la di venire catturato e uc- possibilità di un re- ciso dai nemici alessan- gresso? drini (Volta deve DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 229

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Possibile che le sue quindici anni: Belisario ricerche, e quelle dei è morto, vittima dell’in- grandi scienziati che lo vidia del sovrano, e i hanno preceduto, ca- territori conquistati con dano anch’esse vittima sangue e sudore stanno dell’ingordigia dei se- uno a uno cadendo in coli? mano ai nuovi invasori. L’esercito d’Occidente, III mal in arnese, non fer- Nel 568, Fabio Fila- merà i Longobardi. delfo, aquilifero, viene Sono un popolo feroce, ferito a morte. Perso potente e spietato. Vin- l’equilibrio, cade a terra. La stretta sulla ambizione: l’aquila era il segno tangibile ceranno. preziosa insegna si allenta e quella fini- della potenza e della fierezza dei figli di D’altra parte, cos’è questa latinità che sce a terra, pronta ad essere trafugata da Romolo. Oggi, quell’effigie non rappre- Fabio e i suoi commilitoni moriranno di- mani indegne, avide dell’oro che la rico- senta che l’ombra della gloria passata. fendendo? Una pallida ombra del presti- pre. Il guerriero longobardo che presto Quell’aquila è ormai un uccellino im- gio antico, uno spettacolo tragicomico. potrà vantarsi dell’uccisione di Filadelfo plume, riflesso di una Roma caduta nella Prendi Rondinaria. Durante la loro poggia il piede sulla sua cassa toracica, polvere. marcia attraverso l’Esarcato Italico, i co- mozzandogli il fiato, ed estrae con uno Lo aveva già capito suo padre, Giunio mandanti della legione continuavano a strattone la lancia ancora conficcata Filadelfo, anch’egli aquilifero al servizio decantare le meraviglie della città a cui li nell’addome. Il dolore è lancinante. Re- di Giustiniano imperatore. Giunio ha avevano assegnati, un autentico gioiello cuperata l’arma, il guerriero sbraita qual- combattuto al seguito del generale Beli- delle province italiche. Parlavano di un cosa nel suo linguaggio incomprensibile sario nella folle Restauratio Imperii. Nei fiume che luccicava di barlumi d’oro, e si lancia nuovamente all’assalto della giorni in cui si preparavano i piani d’as- dove migliaia di schiavi, curvi sotto il fortezza. salto e si riorganizzavano le legioni, a sole, setacciavano con cura le preziose Ormai, il castrum è perduto. I Longo- Costantinopoli tutti i viscidi cortigiani pagliuzze; di eleganti domus che face- bardi hanno fatto breccia nelle mura, i le- elogiavano l’audacia del basileus che vano invidia a quelle di Mediolanum, di gionari stanno venendo decimati uno ad avrebbe ridato gloria alla Roma deca- Ravenna o addirittura dell’Urbe stessa; uno, l’insegna imperiale è caduta, in duta. Ma i legionari, Giunio per primo, di imponenti colonnati risalenti ai tempi nome di Dio. È la fine. Nulla più si frap- sapevano già di star combattendo per della Repubblica, e altri stupendi monu- pone tra l’orda incivile e la gente di Ron- un’ostinazione tanto azzardata quanto fu- menti. Forse Rondinaria è stata davvero dinaria. Un’altra città vittima tile. L’aquila quirite non è più adatta al un simile splendore, in un tempo più ci- dell’invasore; un altro tassello dell’Im- volo. E infatti, guarda, a distanza di vilizzato. Ma non certo in questi anni di pero appena riunificato razzie e continue invasioni. cade in pezzi. Fabio Filadelfo e i suoi com- Fabio Filadelfo sente il militoni hanno trovato ad ac- sapore del sangue in bocca, coglierli uno spettro di città la vista gli si annebbia. Ha fangosa e cadente. Delle an- capito che sono i suoi ultimi tiche domus resta solo qual- istanti in questo mondo. che colonna. La popolazione Ciononostante, non pensa a si è da anni dispersa nelle raccomandare l’anima al Si- campagne, per sfuggire ai gnore. I suoi ultimi attimi di predoni barbarici, e comun- vita terrena li passa a medi- que delle antiche famiglie pa- tare su quell’insegna priva trizie non resta traccia: i di significato. pochi che ancora risiedono Ai tempi di Cesare e di nelle umili case sono un mi- Augusto, portare quel sim- scuglio di Galli, Iberi, Celti e bolo era l’orgoglio supremo altre stirpi. Del resto, nep- per un romano. Significava pure Filadelfo è un autentico reggere l’onore dell’Urbe, latino, come dimostra il suo levare al cielo un grido di cognome ellenizzante. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 230

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In questa pag., in alto: tratta dal racconto, un’illustrazione di © Paola Tassistro, 2018.

I pochi che resistono a Rondinaria sono contadini e allevatori; non hanno certo il tempo o l’energia per cercare l’oro nel loro fiume dalle acque torbide. Il castrum era parzialmente intatto; la legione ha passato mesi a rafforzare le fortificazioni, in preparazione all’inevitabile attacco dal Nord. Tutti quei preparativi sono stati inu- tili. Il limes è ormai una linea tracciata nella sabbia, che il piede di qualsiasi bar- baro può calpestare. Ora, Fabio Filadelfo sta esalando il suo ultimo respiro steso sulle mura che lui stesso ha contribuito a riedificare, e non può che pensare a quanto tutto sia stato inutile.

IV Nel 173 a.C., Marco Popilio Lenate, con un vigoroso strattone di redini, frena il suo destriero. Dietro di lui, i suoi mil- lecentocinquanta soldati arrestano la mar- cia all’unisono. La schiera è tanto estesa raschiando il fondo del torrente. Ogni Marco Popilio continua a rimirare da ricoprire l’intera riva del vasto fiume. tanto lo estrae e lo scruta con appren- quel puntolino luminoso che stringe tra In mezzo alle corazze dei legionari, sione. Passa diversi minuti ripetendo la le dita. “Se il Ligure ha impiegato così scintillanti sotto il sole, risalta la semplice stessa operazione, sotto l’occhio attento poco a trovarne una, significa che il tunica in pelle di un uomo basso e bar- dei Romani. Poi, all’improvviso, esclama fiume è ricco di metallo. In queste regioni buto. Questi si fa largo tra i soldati e, con qualcosa nella sua lingua: suona come un appena conquistate, un sito d’estrazione rapidi passetti, si avvicina al cavallo del urlo di gioia. sarà di grande utilità. Il Senato approverà console. “È questo il posto!”, esclama in “Guarda! Guarda! Come ho detto! senz’altro la mia proposta”. un latino stentato. Guarda!”, ripete euforico, tendendo il se- “Allora sei deciso”, commenta Gaio “Prega i tuoi dèi che lo sia, barbaro. taccio. Muzio, “Fonderai una colonia in queste Marco Popilio si avvicina e osserva lo terre”. Abbiamo marciato a lungo per arrivare strumento che gli si porge. Qualcosa qui. Bada che non sia stato invano”. “Non io, Gaio, il popolo romano. brilla intensamente sotto i raggi del sole. Lo Staziello non sembra impaurito Questa città sarà una delle tante risorse di Il console sogghigna. dalla minaccia, o forse non ha capito la cui la nostra Repubblica ha bisogno. A “Dicevi il vero, Ligure: otterrai la tua me basterà l’onore di porre la prima pie- frase. In ogni caso, si limita a fare un ricompensa. Ammira, Gaio Muzio, vec- cenno al console e corre verso le acque tra – oltre, ovviamente, al trionfo che mi chio sospettoso! Guarda questo luccichio aspetta una volta tornati all’Urbe”. del fiume. Marco Popilio scende da ca- e dimmi: non è forse oro, quello che vallo. “E dunque, rinunci al prestigio di dare vedi?” il tuo nome alla città? Non vorresti assi- “Sicuro di poterti fidare di questo Li- L’altro non riesce a trattenere un moto stere alla costruzione di Popilia Statiel- gure?”, domanda uno dei suoi luogote- di sorpresa: “Per Ercole, non ci avrei lorum?”, replica il compagno, in vena di nenti, smontando anch’egli. “Potrebbe scommesso un asse!” ironia. Poi passa a un tono più serio. star tramando un’imboscata”. La voce si diffonde rapidamente tra i “Suvvia, Gaio, non abbiamo più legionari. Di manipolo in manipolo, tutti “Probabilmente prenderà il nome dal suo niente da temere dagli Stazielli”, replica sognano l’oro; una singola pagliuzza bene più prezioso. La chiameranno Auri- Popilio. “Piuttosto, guardalo là, chino riempie d’entusiasmo mille e più cuori. fodinae Urbae, o qualcosa di simile. Sarà nella fanghiglia”. Lo Staziello, che con quella stessa, minu- davvero una città aurea, ne sono con- Il Ligure si è immerso fino alle ginoc- scola pagliuzza ha appena assicurato a sé vinto; e, come l’oro, risplenderà in chia nel fiume, dove l’acqua è meno pro- stesso e alla sua famiglia la libertà, si eterno”. fonda, per poi piegare la schiena. Nelle sfrega le mani in preda a una gioia irre- “In eterno?”, fa eco Marco Popilio. A mani ha una sorta di setaccio con cui sta frenabile. un tratto, s’è fatto pensieroso. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 231

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In questa pag., in alto a sinistra: alfiere romano. A destra: littore romano.

In basso: cartina del nostro territorio durante l’Impero Romano.

sono nostri schiavi. Perché il Fato non dovrebbe riservare una simile sorte anche alla nostra città? Mi dirai: perché siamo Figli della Lupa, la più valorosa stirpe dei mortali. Vero, ma lo saremo per sempre?” “Non capisco dove mi vuoi portare con questi strani discorsi. Filosofeggi alla maniera d’un Greco”, borbotta Gaio Muzio. Marco Popilio fissa la pagliuzza d’oro nella sua mano. “Sarà l’aria di fiume che mi porta questi strani pensieri. Ma non è filosofia vuota, la mia. Quel che voglio dire, Gaio, è che nessun mortale do- vrebbe avere la presunzione di conside- rare eterno sé stesso, né tantomeno il frutto del suo lavoro. Non so quanto a lungo questa città farà sfoggio delle sue bellezze; non so neanche quanta fama avrà presso gli abitanti del mondo: ma so per certo che, un giorno, di essa non ri- marrà che un lontano ricordo”. Tace a lungo. Gaio Muzio non osa parlare: l’amico non gli è mai parso così serio. Si sente solo il chiasso dei soldati, che an- cora festeggiano, e lo stormire del vento E, dopo aver pronunciato queste pa- V tra i canneti. D’un tratto, Popilio, colto da role, con un lancio, restituisce la pa- “Sei sicuro che questa città, qualun- una qualche ispirazione, aggiunge: gliuzza al fiume. Il luccichio sparisce tra que sarà il suo nome, perdurerà nel “Quanto al nome, Aurifodinae non è i flutti scuri. tempo? Che, al pari di Giove e degli altri adatto. È troppo tracotante. Meglio dèi, i suoi abitanti saranno immortali, le l’umile arundo, la canna di fiume, che è VI sue case incrollabili, le sue mura immuni sempre cresciuta e sempre crescerà su Nel 568, Fabio Filadelfo pensa che all’erosione e alle catastrofi?” queste rive. In fondo, neanche lo splen- tutto è stato inutile. Il sacrificio suo e dei “Che domande, Popilio, queste cose dore dell’oro è eterno. È sufficiente un suoi compagni per difendere una reliquia cambiano di continuo!” risponde sor- sottile strato di fanghiglia per oscurarlo del passato così ostinatamente attaccata preso Gaio Muzio. “I vecchi abitanti la- alla vista degli uomini”. all’esistenza; la sua vita passata a reggere sciano il posto ai loro figli e nipoti e la un’insegna senza più significato; e per- parete pericolante viene sostituita sino gli sforzi di chi, secoli prima, da una nuova. Ciò che intendevo ha voluto erigere questa Rondina- dire è che il prestigio della città, il ria ormai perduta. Vite sprecate a suo nome, questi continueranno prolungare l’esistenza di oggetti ad esistere nel tempo”. vuoti, destinati a svanire come un “Ed è qui che, penso, ti sba- fil di fumo. Nessuno ricorderà gli”, replica il console, sempre più Rondinaria e nessuno ricorderà la rabbuiato. “Non sono passati più fine dei suoi difensori: Filadelfo di dieci giorni da quando abbiamo muore con la certezza che tutto è devastato Caristo. Pensi che gli stato invano. Stazielli, che l’avevano fondata e vi avevano abitato per molte gene- VII razioni, non fossero convinti che Nel 1790, Alessandro Volta so- la loro capitale sarebbe stata sem- spira. Si rende conto che a nessun pre lì, tra le colline? Oggi, invece, possesso dell’uomo è garantita Caristo è caduta e i suoi abitanti l’eternità, neppure alle sue cono- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 232

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In questa pag., in alto: costumi romani in una stampa d’epoca. In basso, a sinistra: rappresentazioni di alcune monete romane. In basso, a destra: Silvano d’Orba, veduta generale dall’alto, foto d’epoca.

scenze. È certo nesi, appena che le sue sco- costruito, il ca- perte rivoluzio- valier Belimbau neranno la e la sua pipa in- scienza e, pro- tarsiata, Pick- babilmente, per- well stesso e la sino la vita sua singolare quotidiana: al abilità. tempo stesso, Per un at- non può non timo, un’ango- mettere in conto scia terribile gli che, un giorno, tutti i risultati della sua tano, sente la voce del cavalier Belimbau stringe il cuore. ardua ricerca verranno dimenticati. Forse, chiamarlo: “Tutto bene? È tanto che se ne Ma poi, pensa che l’universo dà e l’umanità del Duemila non vivrà nel pa- sta lì dentro …” prende; e che il suo dono non può essere radiso tecnologico che lui e i suoi colle- Il cavaliere ha ragione: decisamente stato riservato a lui solo; e che da qualche ghi sognano, bensì in una nuova età della troppo tempo. Pickwell si rimette il parte nel mondo, qualcun altro tiene na- pietra, regrediti a bestie primitive. E, guanto. I Torrazzi gli hanno parlato. Ora scosta la propria capacità di conversare forse, non ci sarà più traccia del suo pas- conosce la verità. Confronta le scene a con il passato; e che altri ne nasceranno saggio. cui ha assistito con il paesaggio che ha in futuro; e che, forse, un giorno, un altro Ma ciò non significa che ci si debba sotto gli occhi: è tutto così pacifico e son- di loro si soffermerà sulle rovine di Ron- arrendere alla furia del tempo. Se anche nolento. I miseri resti di Rondinaria, rias- dinaria e con un singolo tocco rivivrà la il suo nome, domani, non figurerà negli sorbiti dalla vegetazione, tornano a vita di Douglas P. Pickwell e tutte le vite annali, ciò non gli impedisce di impe- riposare. che lui stesso ha rivissuto. E così nei mil- gnare tutto sé stesso, oggi, per lasciare un Pickwell pensa a Marco Popilio, a lenni, fino a che la Terra stessa non ces- segno nelle pagine della storia. Fabio Filadelfo, ad Alessandro Volta e a serà di generare vita e il sole non È inutile chiedersi quali saranno i tutte le altre vite di cui ha condiviso qual- illuminerà più le vicende degli uomini. frutti dei suoi studi in futuro; ciò che deve che istante. Di quelle vite oggi non resta “Mi ha sentito?”, esclama il cavaliere. fare è concentrarsi sul lavoro presente e molto, un esile ricordo e qualche resto di- È corso al Torrazzo, preoccupato dalla fare il possibile per giungere al risultato sperso per il mondo. Gli hanno potuto mancanza di risposta. “Perbacco, com’è a cui si sente così vicino. parlare solo per un momento, per dimo- pallido! Si sente male?” “Sarò il primo a domare il fluido elet- strargli quel che loro stessi, in momenti “No, anzi”, risponde Pickwell con un trico”, si dice, incamminandosi per ritor- diversi, hanno realizzato: che tutte le sorriso. “Non mi sono mai sentito così nare in paese, “e se rammenteranno il umane cose sono disperse dal vento del bene”. mio nome o meno, poco importa. Per il tempo, fino a che non ne resta traccia. La Lorenzo Robbiano, 2018. momento, mi basterebbe che si dimenti- stessa sorte attende il cimitero dei silva- cassero di me quegli scocciatori …”

VIII Douglas P. Pickwell ritorna in sé. La mano si stacca dall’antica muratura. Come sempre quando usa il suo po- tere, si sente sconvolto. La testa gli duole e la vista è un poco annebbiata. Da lon- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 233

233 Un atto notarile e la storia di una casa. Regno di Sardegna, Comune di Carpeneto, 6 Ottobre 1852 di Lucia Barba Gli atti notarili sono stati, nel corso il terreno era lontano dei secoli, una delle fonti più sicure e in- dalla casa di abita- teressanti per conoscere la storia umana zione. In questo caso e materiale di un territorio. Quello qui il toponimo ci ri- presentato è un atto di divisione di beni manda alla zona di immobili fra tre fratelli. Atto rogato il 6 Rio Secco, non pro- Ottobre 1852 verso le ore due pomeri- priamente vicina. In diane di Francia1 dal Notaio Quaglia nel totale Bartolomeo comune di Carpeneto. Da quel che an- alla fine della sparti- nota il Notaio2 si capisce che i tre fratelli zione si troverà pro- hanno fatto accordi preventivi, che do- prietario di più di 4 vrebbero rispecchiare la loro volontà. ettari di terreno. L’atto si presenta necessario soprattutto Si procede al se- per i futuri eredi3, che si troverebbero in condo lotto, asse- serie difficoltà in una divisione tra cugini. gnato a Giambattista, L’atto non tiene conto dell’esistenza di che comprende: una sorella che, evidentemente, ha rice- -una casa compo- vuto già la parte legittima e risulta inte- sta di due stanze al stataria (per quanto si desume dall’atto) piano terreno e due di terreni confinanti con quelli spettanti stanze al piano rial- ai fratelli. zato Come si può evincere dallo Stato -un sottotetto, una delle Anime della Parrocchia di Carpe- cantina con fienile so- neto (1678) e come era tradizione conta- vrapposto dina numerose erano le famiglie multiple -una vigna di are costituite da genitori anziani e da figli quaranta (Regione sposati con prole, tutti conviventi sotto lo Sorrito) stesso tetto, quello stesso tetto che, in -una vigna di are questo caso, risulterà oggetto di proble- dodici matica divisione fra i fratelli. L’atto, in- -una vigna di are diciotto ( Regione -una vigna di are nove circa fatti, riguarda l’eredità indivisa che il Valletta di Belforte) -un campo di are sedici (Regione Val- padre ha lasciato ai suoi tre figli maschi: -campo vigna e orto di are cinquanta letta di Belforte) Bartolomeo, Giambattista ( ma anche -bosco di are trentadue - Regione Ser- -campo vigna e orto di are cinquanta- Giobattista, nel testo notarile), e Gio- biella) (Il toponimo di non chiaro signi- quattro vanni. Il Notaio, compiuti i preliminari d’ ficato viene accostato nel libro dei -un bosco di are ventidue (Regione obbligo4, procede alla divisione dei beni Trasporti di Carpeneto ai toponimi Boc- san Donnino, zona Magnona). in tre lotti. cacotta e Valle dei Cannepa). Si tratta di piccoli lotti non contigui. Il primo lotto spetta a Bartolomeo e Oltre ai beni in muratura si aggiun- In totale la superficie produttiva risulta di comprende: gono campi, vigne, orto, boschi ma di 15.300 metri quadrati, poco più di quanto -una casa composta da due stanze al piccola area, tanto che, nel complesso, il assegnato al secondo fratello. piano terreno e due stanze al piano supe- patrimonio fondiario di Giovanni Battista Secondo e terzo lotto messi insieme riore (in Regione Madonna della Villa). assommerà a poco più di 1 ettaro e mezzo fanno poco più di due terzi dei terreni del 5 -una vigna e un campo di are 12 (15.200 metri quadrati), poco più di un solo Bartolomeo. Se, nel caso del se- -una vigna di are 48 terzo del patrimonio fondiario di Barto- condo lotto, si poteva pensare che ci -vigna , campo e bosco di are 360. (in lomeo. Sicuramente Giambattista ha fosse stata una compensazione con i fab- Regione Testa dell’uomo presso Rio- avuto più fabbricati ma si tratta di beni bricati, non si può dire la stessa cosa per secco). funzionali non ciclicamente produttivi. In quest’ultimo caso si tratta di un ter- A Giovanni spetta il terzo lotto che Giovanni. reno agricolo a coltivazione promiscua di comprende: Dopo la definizione dei lotti il Notaio più di tre ettari e mezzo, quando la mi- -una casa con due stanze a pian ter- passa alle annotazioni che mirano ad as- sura - tipo di una conduzione monofami- reno e due al piano rialzato. sicurare una serena convivenza visto che liare non superava un ettaro e mezzo. Sul -una vigna di are quaranta (Regione le abitazioni sono contigue e comportano terreno risulta la presenza di un casci- Sorrito) servitù di passaggio e servizi in comu- notto, elemento utile soprattutto quando -una vigna e un campo di are dodici nione. Peschiera6 e pozzo saranno in co- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 234

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Nella pag. prec.: particolare dell’ Atto di divisione rogato dal notaio Quaglia.

In questa pag: terzo lotto ad angolo retto rispetto all’ asse della casa.

mune come anche le spese per operazioni di spurgo ed eventuali riparazioni. Ci sarà libertà di passaggio a piedi davanti ai ri- spettivi anditi e anche con buoi aggiogati (con i buoi solo ad Agosto). L’assegnatario del secondo lotto potrà allungare la casa appoggiandosi al muro posteriore del terzo lotto. Questo partico- lare suggerisce che, mentre il primo e il secondo lotto erano allineati, il terzo lotto disegnava un angolo retto con uno dei due lotti seguendo uno schema a L, molto comune nelle abitazioni rurali7. Solo se- guendo questo schema era possibile per Giambattista appoggiarsi al muro poste- riore dell’abitazione di Giovanni. Seguiva poi una curiosa ingiunzione: il lotto numero uno entro il mese di Lu- glio prossimo avrebbe dovuto demolire il pollaio, che si trovava nella corte davanti all’ abitazione di Giovanni che, a sua volta, avrebbe dovuto chiudere la porta che affacciava verso il pollaio, fatte salve le finestre. Sfugge il nesso fra la demoli- zione del pollaio e la chiusura della porta ma forse rientra nelle dinamiche interne fra le varie famiglie che noi non cono- sciamo. In questo atto di metà Ottocento pre- vale ancora, nell’ attività agricola, la pro- duzione promiscua e solo nei decenni sione demografica. Nei boschi prevale- una o più particulae di terreno) proprio futuri la coltivazione della vite diventerà vano roveri, castagni, faggi, ornielli, car- per l’aleatorietà del raccolto e i rischi preponderante fino a diventare monocul- pini. Il bosco era indispensabile per la esterni connessi con la coltivazione della tura. D’altra parte la vocazione agricola legna da ardere, per l’impalatura delle vite, hanno conservato negli anni i loro dell’Alto Monferrato risale all’antichità viti, come legname da costruzione, per la terreni con cura maniacale, disegnando remota e minimi e lenti sono stati i cam- produzione di castagne e funghi. Quanto un territorio esteticamente e cultural- biamenti nel corso degli anni. Con l’ap- alle viti venivano tenute basse a filari, di- mente perfetto come ci hanno tramandato poggio dei documenti statutari e notarili sposte a girapoggio8, non maritate agli al- i rilevamenti catastali e i cabrei settecen- riconosciamo che l’ economia agricola beri9 e prevedevano uso di pali di teschi10 grazie a una cartografia di asso- subisce dei cambiamenti nel metodo di castagno, rami di salici e foglie di canna luta perfezione formale. Alla coltivazione e nella salvaguardia del ter- per il loro accudimento. Con le pietre rac- cristallizzazione della configurazione del ritorio a partire dal Basso Medioevo. Alla colte durante il dissodamento venivano territorio hanno contribuito sia la natura foresta subentra il bosco che, in propor- costruiti muretti a secco (in dialetto ma- dei terreni fortemente acclivi sia la man- zioni ridotte, rimarrà presente, a fianco sere) che servivano per contrastare la canza di un surplus economico in grado alla vite, fino ai primi decenni del ‘900, pendenza del terreno. Quello che ha con- di fare investimenti innovativi. Nell’800 salvo ricomparire, a macchia di leopardo, traddistinto l’economia agricola dell’Alto finalmente il territorio sembra aver tro- del tutto inselvatichito e non controllato, Monferrato è stata la parcellizzazione dei vato sfogo alla sua vocazione vitivinicola in questi primi decenni del 2000. Con i terreni, la conduzione familiare in un’ e si verifica un incremento della coltiva- disboscamenti di fine Medioevo trovano economia di sussistenza ai limiti della po- zione della vite mai raggiunta prima. Au- terreno vite, cereali, ortaggi che permet- vertà. I contadini proprietari (in dialetto mentano i commerci con l’esterno, il vino tono nuovi insediamenti e lenta espan- chiamati particolari perché possidenti di del Monferrato piace anche fuori confine DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 235

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In questa pag.: cascinotto con muratura mista, copertura di coppi, camino per cucinare.

(soprattutto il Barbera), le condizioni ge- più intonacati per nerali migliorano. Siamo negli anni in cui avere un maggiore è stato stilato l’atto, gli anni che hanno isolamento. La pietra visto Cavour, ministro dell’agricoltura, più usata era la pietra dare una svolta all’economia agricola del arenaria di Montaldo Regno di Sardegna. Poi la storia in ascesa di color giallo-grigio subirà una battuta d’arresto con l’avvento con tendenza ad as- delle malattie della vite ma di questo sorbire molto l’ umi- l’atto nulla sa... dità. Le case, La casa rustica perlomeno fino La casa, che in questo atto notarile all’800 tendevano ad viene suddivisa tra i tre fratelli, rientra, essere nel concen- per lo meno nell’uso dei materiali, nel trico del paese men- tipo di edilizia rurale, che ha caratteriz- tre le case isolate zato il panorama agricolo dell’Alto Mon- erano rare. Le abita- ferrato. Qui specificità e caratteristiche zioni erano per lo più costruttive si sono ripetute nei secoli sia costituite da un piano per la funzionalità sia per l’ utilizzazione terra e un piano rial- dei materiali da costruzione che si trova- zato, con soffitta, vano in loco. mentre il vano sca- Tufo, mattoni, pietre di cava, ciottoli vato per le fonda- di fiume, legname dai boschi, sono stati menta era utilizzato i materiali utilizzati nei secoli. I contadini come cantina. Di che si costruivano le case miravano in- fianco spesso c’era il nanzitutto alla funzionalità e alla tenuta casamento rustico, costituito da stalla al dotta della casa stessa, una casetta in mu- di muri e tetti. Non era la ricerca estetica piano terra, e fienile al piano rialzato a ratura con tetto a due spioventi e coper- a muoverli anche se, proprio la sempli- cui si accedeva con scala a pioli mobile. tura in coppi. Materiale da costruzione cità e la corrispondenza con il territorio La parte civile vedeva cucina e stanza di erano i mattoni, le pietre di fiume e le hanno fatto della casa contadina monfer- vario uso al piano terreno e stanze da pietre d’arenaria trovate sul terreno. Que- rina, un modello costruttivo vincente per letto al piano rialzato con scala per lo più sti cascinotti potevano avere una stanza bellezza e funzionalità. Modello ormai interna. Affiancata alla casa di abita- sovrapposta al piano terra ma, per lo più, quasi scomparso viste le velleità di ri- zione, spesso in una posizione a L stava si trattava di un monolocale con camino, strutturazione estetica dei cacciatori di la parte rustica, a cui si affiancavano o re- piccola finestra con inferriata, pavimento rustici. L’elemento costruttivo fonda- trofacciavano la legnaia, il pollaio, il ri- in terra battuta. Il cascinotto serviva mentale era il legno ( per lo più di casta- postiglio per gli attrezzi, la letamaia, le come riparo, rimessa, fornitura d’acqua gno) che serviva con travi squadrate conigliere. Le coperture di questi manu- visto che veniva costruito vicino ad un come prima orditura e con listelli come fatti a volte erano in muratura a volte con pozzo che raccoglieva l’ acqua degli seconda orditura. Spesso erano in legno materiali occasionali. In ogni caso ogni spioventi del tetto. Era un punto d’appog- anche i soffitti interni come le scale abitazione era un piccolo micromondo in gio importante per chi, abitando lontano, esterne e interne e i terrazzi. Anche gli ar- cui passavano sia l’esistenza umana sia poteva cucinarsi il pasto di mezzogiorno chitravi sopra porte e finestre erano per la cultura materiale indispensabile al vi- e ripararsi in caso di temporali improv- lo più di legno Nelle coperture dei soffitti vere. Tutto partiva dalla casa e tutto vi ri- visi. A fianco veniva piantato un albero interni esisteva anche la possibilità di tornava. da frutta per fare ombra a uomini e ani- fare soffitti con cannette e gesso che per- Il cascinotto mali. Se il cascinotto prevedeva un piano metteva di modellare soffitti ovali di no- Nell’atto notarile sottoscritto viene rialzato il soffitto - pavimento era in assi tevole bellezza ma di facile deperimento. segnalata l’esistenza di un cascinotto nel- di legno. L’esterno poteva essere intona- Si trattava di un’influenza costruttiva li- l’ambito del terreno assegnato a Bartolo- cato ma spesso mattoni e pietre di fiume gure ormai quasi del tutto scomparsa. La meo, terreno vasto e lontano da casa. o di cava restavano in bella vista. Un pic- muratura era in pietre di cava e mattoni Molto spesso la lontananza dall’abita- colo ecosistema di cui ormai esistono tratti da vicine fornaci11. La copertura dei zione spingeva a costruire nell’ambito pochi esempi in via di rapida estinzione. tetti era in coppi e i muri venivano per lo del terreno una riproduzione in scala ri- Quando una cosa perde il suo uso non re- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 236

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In questa pag.: Pozzo comune sul retrocortile, nominato nell’ Atto di divisione.

stano che l’estinzione o la conservazione sulla stessa facciata tapparelle Per i cascinotti è prevalsa la prima. in alluminio e obsolete porte La casa in legno, finestrine-pertugio e La casa della nostra storia è ancora, grandi vetrate, terrazzi e scale come allora, al centro di un borgo decen- esterne di recente costruzione. trato, con strade strette, frequentate so- È come mettere in un piano prattutto dai residenti. Della casa sequenza passato e presente colpiscono la mole massiccia, la posi- senza soluzione di continuità. zione da casa fortilizio non collegata ad È successo che chi ha deciso altra costruzione ma in posizione centrale di vivere nella parte di casa a circondata da uno spazio aperto. Non è la lui riservata ha fatto tutti i casa tipica monferrina, che prevede per cambiamenti necessari in lo più una modesta cubatura e un numero senso funzionale senza “le- minore di stanze, non ripete lo schema gare” l’ antico con il nuovo. della casa corte perché non è chiusa verso Gli eredi che hanno cambiato l’esterno. È un ibrido monferrino. Chi residenza hanno di fatto ab- aveva costruito desiderava che i figli, pur bandonato la casa al suo de- separatamente, vivessero sotto lo stesso stino come dimostrano la tetto. Ne è dimostrazione il gran numero muratura e gli infissi cadenti. di stanze (dodici su due piani), con con- È nei lotti abbandonati che si seguenti porte e finestre. Quel che colpi- legge meglio la struttura della sce nella casa, ancora adesso, è il fatto casa monferrina sia nell’uso che tutte le pareti esterne hanno porte e dei materiali che nell’im- finestre per cui non ci sono pareti secon- pianto costruttivo in cui spicca darie ma tutte hanno la stessa importanza. il tetto in legno con copertura di coppi, tista e Giovanni fratelli Caneva del fu La divisione della casa in tre lotti, come ormai sempre più rara. Come tutte le sto- Giacomo tutti nati e residenti in questi descritto dall’ atto, ha segnato anche il rie anche questa mostra contorcimenti, fini li quali volendo dividere la sostanza suo futuro in quanto la storia della con- contraddizioni, situazioni non contem- stabile caduta nell’eredità paterna, hanno servazione ha preso strade diverse e dif- plate: non c’è un’unica lettura possibile e di essa formati tre lotti, che alligati alli formi da lotto a lotto. I limiti perimetrali il giudizio è aperto. Come sempre accade fatti e condizioni di cui in appresso, ven- non sono cambiati si distingue bene la in tutte le storie vere! nero scielti, cioè quello descritto col nu- forma a L con un lato lungo (lotti 1 e 2) mero primo dal Caneva Bartolomeo, e uno più corto (lotto 3). Resiste un bel Trascrizione dell’ Atto di divisione quello descritto col numero secondo dal pozzo in muratura mentre la peschiera è Archivio notarile distrettuale di Caneva Gio Battista e quello descritto col stata interrata (12). Difficile localizzare Acqui. numero terzo dal Caneva Giovanni con il fienile che probabilmente era nella co- Divisione di stabili fra li.... Bartolo- dichiarazione espressa di volersi investire struzione che sta di fronte, molto vicina. meo,Giobattista e Giovanni fratelli Ca- siccome reciprocamente s’investono del Soffitta e cantina sono ben localizzabili. neva. pieno dominio e possesso dei Beni tutti Quel che colpisce nello stato attuale della L’anno del Signore mille ottocento descritti sotto il lotto da ciascuno di loro casa, a parte il bel cortile (lato nord est) cinquantadue, il sei Ottobre, verso le ore eletto, colle clausole abdicative e transla- con una secolare pianta di gelso al centro due pomeridiane di Francia, in Carpe- tive, con quella del costituito colla pro- (in dialetto morone) è il diverso stato di neto, ed in una camera al primo piano messa d’ evizione e diffesa in forma conservazione dei singoli lotti. Gli eredi, della casa delli fratelli Sigri Cassone, comune. che sono rimasti nella casa, hanno appor- posta in questo recinto, contrada della Pa- E dopo di avere così divisi e accettati tato le necessarie modifiche nel corso rochia, a notorie coerenze. i lotti di cui si tratta si passava alla mate- degli anni; quelli che si sono spostati al- Davanti di me Gio Batta Quaglia riale designazione di essi, e delli patti e trove hanno tralasciato la manutenzione Regio Notaio a questa residenza, presenti condizioni che vi sono aderenti nel modo per cui è più facile leggere la tessitura an- li infrascritti testimoni, idonei richiesti, e che segue cioè tica della casa, autentica ma in cattivo colle parti e meco rogante, pienamente Lotto primo spettante al Bartolomeo: stato. Conoscendo la storia della casa si cogniti. 1-Casa con sito davanti, il tutto sepa- prova un senso di straniamento nel notare Sono presenti li Bartolomeo, Gio Bat- rato da termini posta su queste fini, Re- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 237

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In questa pag., in alto: primo lotto mai restaurato a parte la porta della rimessa attrezzi. In basso: primo lotto: infissi e muratura rimandano alla costruzione originale.

consorti la Paola Caneva, Bar- gero Giuseppe, e Paravidino Domenico a tolomeo Caneva a due e l’an- due. dito comune. 6-Ivi, campo, vigna e orto di are cin- 3-Ivi, vigna detta di Sorrito quantaquattro consorti il lotto secondo di are quaranta, con sorti la Ottolia AntonioMaria, Carrosio Gio Bat- porzione già assegnata al lotto tista, Gaviglio eredi Giorgio e Caneva primo, il lotto terzo a due parti Francesco. e Caneva Paola. 7-Bosco, ivi, regione san Donnino di 4-Ivi, vigna di are 12, ai are ventidue circa, con sorti Paravidino confini di Paola Caneva, di Gio Batta, l’Avvocato Fallabrino, Terra- Bartolomeo Caneva e di Gio- gno Giovanni e Rizzo Domenico. vanni Caneva. Si omisero li numeri di mappa in 5-Ivi, vigna regione Val- quanto ai beni componenti li tre lotti sud- letta di Belforte, di are diciotto, descritti, per esserne questo territorio con sorti Paravidino Domenico mancante. a due, Gherzi Biagio, Caneva Seguono li patti e condizioni inerenti Paola, Boggero Giuseppe ed il a tre lotti come sovradivisi e formanti lotto terzo. parte integrante del presente atto. 6-Campo, vigna ed orto, E richiesto io R. Notaio ne ricevo ivi, di are cinquanta con sorti questo instrumento che leggo, pubblico e Paravidino Domenico, Terra- spiego alle parti di mia conoscenza, pro- gno Giuseppe, Paravidino Gia- nunziandone il suo tenore a chiara voce como, Caneva Francesco ed il e piena intelligenza non che in lingua ad lato terzo. esse comune, presenti li Zerbino Seba- gione Madonna della Villa, alle coerenze 7-Bosco, ivi, Regione Serbiella di are stiano fu Biagio nato e residente in questo di Caneva Francesco, di Caneva Lorenzo, trenta due, con sorti questa comunità ai luogo e Sutto Gio Batta fu Matteo nato in di Caneva Giuseppe e degli altri lotti; la tre lati e Carlo Orsi. Ovada e residente sulle fini di Rocca Gri- stessa casa è composta di due camere a Lotto terzo spettante al Giovanni malda, testimoni il primo colle parti sot- terreno, e di altra due superiori. 1-Casa con sito avanti, composta di toscritte e lo secondo crocesegnato per 2-Vigna e campo ivi, di are 12 con due camere a terreno, e di due superiori, essere illetterato. sorti li condividendi a tutte le parti. il tutto separato da termini su 3-Vigna, ivi, con sorti Caneva Lo- queste fini, regione Madonna renzo, Ferraro Francesco, la strada vici- della Villa alle coerenze di Lo- nale, ed il Castello di Carpeneto di are renzo Caneva e degli altri lotti quarantotto. a tutte le parti. 4-Campo, vigna e bosco con cassi- 2-Ivi, vigna detto il Sorrito, notto dentro, pure ivi, Regione Testa di are quaranta, consorti, li pre- dell’uomo di are trecentosessanta con cedenti due lotti, Caneva Lo- sorti Paravidino Gio Batta, Pelande An- renzo a due e Caneva Paola. tonio, il Castello, Perelli Gio Battista, 3-Vigna e campo, ivi, di are Fallabrino Alberto e la Madonna della dodici, ai confini della strada Villa, mediante strada. pubblica, di Caneva Paola, del Lotto secondo, secondo lotto e del Castello. spettante al Giambattista 4-Vigna, ivi, di are nove 1-Casa con sito davanti, composta di circa, con sorti la strada vici- due camere a terreno, di altre due supe- nale, Paravidino Domenico, riori e sotto tetto, situata in queste fini, Caneva Paola e Ferraro Gio Regione Madonna della Villa, ai confini Battista. di Caneva Paola, degli altri lotti a tre lati 5-Campo, ivi, regione Val- e della fossa commune. letta di Belforte, di are sedici, 2-Ivi, cantina con superiore fienile, consorti il lotto secondo, Bog- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 238

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In questa pag.: la corte e la facciata. Evidenti le differenze tra i due lotti: uno restaurato, l’ altro originale.

Insinuazione e tabellione alle Re- Tasse. All’ originale firmati: Bartolomeo Ca- neva-Caneva Giambattista Giovanni Ca- neva-Zerbino Sebastiano Teste. Segno di croce Sutto Gio Batta ill. Di mio pugno consiste in due fogli scritti per sei facciate e due terzi della presente; In fede Gio Batta Not. R° Insinuato a Rivalta B.da il 30 Ottobre 1852.

Note 1. L’ora di Francia. Probabilmente ci si riferisce al meridiano di Parigi ,che era considerato me- ridiano fondamentale dal tempo di Luigi XIII e che verrà sostituito nel secondo Ottocento dal Insieme al pozzo, naturalmente comune, la pe- mensori la cui attività li faceva in parte artisti in meridiano di Greenwich assunto come meri- schiera doveva servire come riserva d’acqua per parte geometri avevano il compito precipuo di diano fondamentale da gran parte dei paesi dell’ tutti i componenti familiari, compresi gli animali disegnare con grande precisione i rispettivi con- area occidentale. I vari Stati si adeguarono a domestici. fini onde evitare cause fra confinanti. Greenwich e assunsero ognuno il proprio meri- 7. I tre lotti della casa lotto primo lotto secondo 11. Tra Carpeneto e Madonna della Villa esiste diano di riferimento ( in Italia si scelse il meri- lotto terzo. il toponimo Fornace che rimanda all’esistenza diano di Monte Mario che passa per Roma). In 8. Girapoggio: È la disposizione dei filari se- di un’antica fornace come testimoniato da re- tal modo sparì l’ora di Francia come quella di condo le curve di livello della collina. perti di manufatti argillosi. altri Stati l’omologazione favorì comunicazioni, In questo modo si possono indirizzare i singoli 12. Secondo Mino Canepa, erede che abita tut- viaggi, scambi commerciali e navigazione. fossi di scolo in un fosso comune capace di rac- tora nella casa, le peschiere erano due. Le 2. Con il XII secolo il notaio assume una fun- cogliere l’acqua onde evitare il ruscellamento e chiama “fosse” come in dialetto si chiamavano zione giuridica precisa. Non è più solo un fun- l’ erosione del terreno con pericolo di frane e i piccoli stagni dove si raccoglieva l’acqua ad zionario che redige atti dell’amministrazione smottamenti. L’altra disposizione è chiamata a uso agricolo e domestico e ricorda che sono bensì autentica gli atti apponendo il suo marchio rittochino: la disposizione delle viti segue le state interrate al tempo del padre, probabilmente professionale personale, il signum tabellionis. In curve di massimo dislivello. Infine c’è il caval- nel primo Novecento. questo modo un atto redatto e autenticato da un capoggio che unisce insieme le altre due. 13. Signum tabellionis: Da tabellio, tavoletta. notaio diventa un atto pubblico con valore pro- 9. La vite maritata all’ albero non fu mai prero- Era il segno che il Notaio apponeva sull’ atto batorio ( publica fides). gativa del Monferrato dove si preferivanopaletti prima di firmarlo. In origine era un segno di 3. Nell’Alto Medioevo scompare il testamento per ogni vite nei filari e pali di castagno in testa croce che venne poi personalizzato con fregi e tipico del diritto romano in cui chi eredita si as- nelle filere. Gli alberi preferiti là dove la vite si segni vari. (Alessandro Barbero, Chiara Fru- sume gli obblighi giuridici del testatore e suben- maritava erano aceri e pioppi che non ostacola- goni, Dizionario del Medioevo, Edizioni Laterza tra il concetto di lascito senza responsabilità vano la crescita vegetativa del vitigno. , Bari 2006). giuridiche. Nel Basso Medioevo ritorna il testa- 10. Cabrei e catasti erano disegnati da bravis- 14. Insinuazione: registrazione e trascrizione nei mento secondo il diritto romano e quindi si ri- simi agrimensori tra cui spicca Matteo Falla- pubblici uffici di un contratto o altro atto privato torna a fare testamento in favore di eredi che si brini, apprezzato disegnatore che ci ha lasciato di solito dietro pagamento di una tassa (vedi vo- assumono gli obblighi giuridici insiti nel testa- carte di grande chiarezza e bellezza. Nella sua cabolario Treccani). mento. cartografia compaiono simbolicamente rappre- 4. Rogatario: dal latino rogare. Si tratta di colui sentati i filari delle viti, gli alberi da frutto, i can- a cui viene richiesto di redigere un documento neti, le canne da palude, i moroni (gelsi) che privato, vale a dire il notaio segnavano i confini tra i campi. I cabrei erano 5. Ara: unità di misura dei terreni, corrispon- rilevamenti cartografici per privati, i catasti dente a 100 metri quadrati. erano ad uso pubblico. 6. Peschiera: con questo nome si designava ri- I cabrei erano costituiti da due parti. La prima cetto d’ acqua con pesci. Fra i toponimi che si parte riguardava la descrizione grafica, spesso riferiscono al territorio si trova il termine pe- acquerellata con grande talento del bene inven- schiera, abbinato a moglia, termini che indica- tariato, la seconda consisteva in una analisi giu- vano presenza d’ acqua e zona umida. La ridica del bene in questione di cui si segnavano peschiera risulta tra i beni comuni, indivisi dell’ passaggi di proprietà ed eventuali diritti quali atto. l’erbatico, il legnatico, l’usus aquae. Gli agri- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 239

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Monsignor Andrea Cassulo (spunti per una biografia)

di Gian Luigi Bruzzone

Il 10 settembre 1914 Mgr operosità. Affrontare cose, Andrea Cassulo entrava in persone e costumanze nuove Fabriano per prendere pos- in un ministero per sé delica- sesso della diocesi, cui era tissimo non riesce facile a stato elevato da Pio X. Il tutti, pure il giovane Cassulo grande pontefice moriva nel superò felicemente l’ardua frattempo il 20 agosto ed il 3 prova e riuscì un prezioso settembre era eletto Bene- aiuto al suo Arcivescovo, non detto XV e consacrato il 6 solo nelle cure intime e fami- settembre: giorni per tanto liari, ma anche nei negozi di quanto mai intensi sia per la maggior rilievo. Preso larga Chiesa in Fabriano sia per la cognizione della vasta diocesi, Chiesa universale. Il settima- conoscendone personalmente i nale diocesano1 proponeva il luoghi, il clero e i vari popoli, bel profilo biografico qui ri- acquistando così delle attitu- proposto. dini che ne preparavano ed «Mons. Andrea Cassulo anche ne additavano il futuro nacque da Giuseppe e da vicario generale. Il 17 dicem- Maria Massone a Castelletto bre 1903 fu nominato cano- d’Orba, in diocesi di Tortona, nico della chiesa il 30 novembre 1869. Ricevè metropolitana fiorentina. Ebbe dai piissimi genitori i primi parte nel preparare e condurre insegnamenti e crebbe in a termine il sinodo diocesano mezzo ad esempi di alte del 1905; fu eletto uno dei do- virtù, tradizionali della sua dici dottori presidenti del- famiglia. Fece gli studi gin- l’almo collegio teologico nasiali ad Ovada nel collegio fiorentino; a tutti gli incarichi dei padri scolopi, dove incon- consacrò assidue e diligentis- trò il P. Alfonso Michelan- sime cure. Come saggio dei gelo, savonese che vi teneva suoi studi si trovano pubbli- l’ufficio di direttore. Tale incontro deter- qualità pastorali, lo elesse proprio segre- cate per la stampa la traduzione dal fran- minò subito le vicende della vita del gio- tario e lo condusse seco alla nuova sede. cese della Lettera ad uno studente di vane studente, che al suo superiore aprì A Pontremoli l’opera del giovane segre- sacra scrittura del padre Giacinto Maria l’animo e il cuore con la più illimitata tario si svolse con una grandissima atti- Cormier2, ed altri lavori. Oltre ad essere confidenza, ricevendo in cambio affet- vità e anche con molto profitto. Aiutò il peritissimo nel francese, conosce e parla tuosa stima e un prezioso indirizzo. Com- Vescovo con fedeltà e con entusiasmo nel spedito la lingua inglese, di cui anche piuto con onore il ginnasio, passò al liceo dispiego degli affari e nelle cure del mi- prese buona pratica in un soggiorno non dei padri somaschi a Novi Ligure e vi nistero pastorale. Lo assisté anche nel si- breve a Londra. Il 31 gennaio 1911, percorse lodevolmente gli studi liceali, nodo pontremolese. Il 29 aprile 1898 quando mancò ai vivi il vicario generale guadagnandosi la stima dei compagni e presso il collegio di San Tommaso di Firenze Mons. Alessandro Crolli, l’affetto dei professori. Entrato nel semi- d’Aquino di Genova ottenne la laurea di venne scelto a succedergli lo stesso can. nario vescovile di Chiavari per compiervi santa teologia. Cassulo. La sua opera in questo nuovo e gli studi teologici, nel dicembre del 1883 Quando nel 1899 Mons. Mistrangelo difficile incarico si esplicò in una ma- fu ordinato sacerdote dallo stesso P. Al- venne promosso alla sede vescovile arci- niera che guadagnò al giovane prelato le fonso Michelangelo divenuto allora vescovile di Firenze, egli lo seguì nella simpatie di tutti. Accolse chiunque ricor- nuovo vescovo di Pontremoli, il quale va- carica di segretario e si trovò così in un reva lui, con i tratti della più squisita cor- lutandone convenientemente le doti e le campo assai più vasto, aperto alle sue tesia, incoraggiò tutte le opere buone, DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 240

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Nella pag. prec.: Mgr. Andrea Cassulo (1869 - 1952), tra i numerosi incarichi ricoperti anche quelli di arcivescovo titolare di Leontopoli di Augustamnica e delegato apostolico in Egitto ed Arabia.

In questa pag.: il Card. Alfonso Maria Mistrangelo (1852 - 1930) in una foto dell’ © Archivio Fotografico www.iccd.beniculturali.it

ebbe per i parrochi le maniere e le cure gli prepari accoglienze di padre e di fratello, e quando le leggi liete, solenni. E l’eco sor- disciplinari l’imponevano, seppe essere volando i monti arrivi forte senza asprezza ed insieme paziente dolcemente a consolare senza debolezza e non ebbe mai né per un venerando vegliardo3 paura né per indolenza a declinare o a che versa lacrime per la scansare qualche opera o qualsiasi diffi- partenza del suo confi- coltà. Con le autorità pubbliche e civili dente diletto, del suo ebbe sempre rapporti cortesi e di scam- aiuto prezioso, arrivi a bievole benevolenza ed anche in mo- consolare l’eccellentis- menti difficili e tra pericoli non lievi, egli simo Monsignor Mistran- riuscì a comporre negozi, a sostenere in- gelo, sì che meno amaro teressi, e a riparare difficoltà. sia il distacco, più gene- Il Santo padre Pio X di sua mano, con roso il sacrificio!»4. biglietto della Congregazione concisto- Non paia eccessiva riale, volendo premiare Mons. Cassulo questa citazione: oltre a del suo zero e della sua attività, il 6 aprile fornire notizie preziose di quest’anno lo nominava vescovo di rappresenta una fonte, Fabriano e Matelica. Il 24 maggio Mons. scritta quando erano vi- Mistrangelo, arcivescovo di Firenze, lo venti tutti gli interessati e consacrava in Santa Maria del fiore. Di però difficilmente può quella solenne e cara festa è rimasto nel contenere inesattezze o cuore nostro un’orma indelebile. Il po- riferimenti che avrebbero polo che gremiva il bel tempio e che all’ potuto essere immediatamente confutati. il Santissimo8! uscire del nuovo presule proruppe in lun- Da queste sentite parole inoltre scaturisce Gli interventisti come nel resto della ghi, reiterati applausi, le espressioni di l’atmosfera del momento e la sviscerata penisola, gridavano a più non posso per lode che abbiamo inteso risuonare sul stima di Mgr. Mistrangelo5 per il suo al- fare entrare in guerra l’Italia e purtroppo labbro di tutti, l’elogio che del nostro Ve- lievo antico allievo. vi riuscirono, anche per il disonesto pro- scovo fece Mons. Mistrangelo. Con voce La solennità dell’ingresso del neo cedere del ministro Sydney Sonnino, gli commossa disse a noi della Commissione Presule combaciò con le feste per la Ma- animi erano agitatissimi. Conforme alla fabrianese, appena arrivati, e lo ripete il donna del buon Gesù, celebre chiesa di consuetudine, Mgr Cassulo aveva conce- giorno dopo al levar delle mense, che se Fabriano6, Mgr. Mistrangelo celebrò alle pito e pubblicato la prima lettera pasto- vi era uno che poteva giudicare di Mons. ore otto la messa per la prima comunione rale prima ancora di assumere Cassulo, egli era quel detto: Ebbene – dei fanciulli, mentre alle 10 celebrò il so- ufficialmente la mansione episcopale. In soggiungeva – io l’ho visto piccino, io lenne pontificale il vescovo diocesano essa esprimeva il rammarico di dover la- l’ho consacrato sacerdote, l’ho avuto per Cassulo assistito all’antico maestro e ac- sciare l’amata archidiocesi fiorentina, ma lunghi anni mio segretario e vicario ed io compagnato dalle musiche di Lorenzo la sua pronta obbedienza altresì: tramite non ho che lodarmi di lui. Il nuovo Ve- Perosi7. il Pontefice «all’improvviso la voce di scovo di Fabriano - concludeva con frase Svanite le feste, si affrontarono pro- Dio si fa sentire al suo servo: lascia il tuo semplice ed espressiva Mons. Mistran- blemi gravi e molteplici. Nello scorcio campo di fatiche e vieni: un altro campo, gelo - si sa fare molto bene il segno della del pontificato del predecessore Mgr Pie- un’altra vigna tu hai d’ora innanzi a col- croce; molta testa, grande cuore, attività tro Zanolini, gli anticlericali, i massoni tivare. Come il fanciullo segue amoroso instancabile. Egli inoltre è di una rettitu- ed i loro utili idioti fiancheggiatori di Fa- la madre e in lei ripone pieno di fiducia dine esemplare e dinanzi ad un’ingiusti- briano avevano perpetrato parecchie vio- ogni suo pensiero, io seguo così la voce zia si lascia spezzare ma non si piega. lenze, persino assaltando la processione del Signore e lui mi affido con animo Fabriano può essere ben orgoglioso di del Corpus Domini 15 giugno 1911 e ten- tranquillo e sereno. Il divino maestro, possedere tanto vescovo ed è giusto che tando di strappare dalle mani del Vescovo Gesù, e i santi, dietro suo esempio, si DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 241

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In questa pag., in alto: Mgr. Cassulo fra la sua gente. In basso: Papa Benedetto XV (1854 - 1922), Sommo Pontefice dal 3 settembre 1914 al 22 gennaio1922.

sono costantemente sotto- giose che in tante generazioni messi ai voleri di Dio, unica hanno mantenuto vivo il sen- via, unica norma sicura ad timento dei doveri più alti, il ogni fedele soldato di Gesù mondo sarà obbligato a ripie- Cristo. Lascerò dunque Fi- garsi su se stesso, a interro- renze per dare tutte le mie gare la sua coscienza»14. energie e le mie forze alle due Assai interessante la pa- care diocesi sorelle, Fabriano storale emanata l’anno 1917, e Matelica. E vengo, pieno nella quale si diffonde sul ri- l’animo di buon volere, deli- poso festivo e sul rispetto berato di far sentire a tutti la della domenica da parte di parola di Dio, che è parola di ogni categoria di persone, vita eterna»9. Apre poi le brac- dagli infanti agli anziani. cia al popolo affidatogli: L’Italia era ormai in conflitto «Miei fratelli e miei figli, il mio primo verità evangeliche, all’ordinamento che da due anni e molti entusiasmi degli in- pensiero, vi dissi, sarà parlarvi di Dio, ci regge, producono ogni giorno im- genui o degli ipocriti erano caduti. «Voi della sua legge, della sua bontà, del suo mense rovine non solo nella classe lo vedete: sono lunghi e lunghi mesi dac- amore. Sublime e santa missione! Io vi adulta, ma anche nella cara gioventù e ché la patria nostra è anch’essa sotto l’in- farò sentire la parola del Signore, desti- nel popolo. Mio Dio! Come porteremo cubo di una guerra che non ha esempio nata a produrre frutti di vita eterna nelle noi un rimedio a tanta sciagura? Ahimè! nella storia dei popoli. Il Signore ci ha anime vostre. E poi mi ascolterete. Vi Il mondo è pieno di odio, di invidia e di serbati a questa dura prova. Noi dob- farò sentire che vi amo in Gesù Cristo, avidità, una cupidigia insaziabile lo di- biamo sostenerla fidenti, con animo forte che mi state molto a cuore, che prendo vora»13. E ancora: «Ciò che il mondo e rassegnato, ma intanto quante e quali parte ai vostri dolori, come alle vostre chiama progresso nelle correnti del pen- sventure, quante lacrime nelle famiglie! gioie; e poi, ne sono certo, corrisponde- siero e dell’azione, non è spesso che il La nostra cara gioventù cade sul campo rete al mio affetto paterno, terrete dietro tarlo roditore che lo mina nei suoi prin- dell’onore e del dolore e del dovere; le al vostro pastore, che si affiancherà per cipi vitali. Affievolite le credenze reli- spose, i figli genitori piangono i loro cari. condurvi alla salute. D’altronde si vede Oh, quando apparirà un raggio di sole fra ogni dì di più la necessità che il popolo tante tenebre? Or bene, nell’ora grave che sia istruito, illuminato, diretto, difeso. I attraversiamo, in alto i cuori, miei figli. cuori sono guasti, le intelligenze sono ot- Tutti uniti, compatti nell’adempimento del tenebrate da molti errori, da molte mas- dovere che ci compete, lavoriamo per il sime rovinose e perverse…»10. Si rivolge bene della patria nostra. Nell’unione delle poi ai sacerdoti11, ai giovani12, alle reli- forze e delle volontà ci sentiremo sempre giose ed ai religiosi, agli operai, alle au- pronti al sacrificio. Ma io vorrei che in torità. questo momento difficile e doloroso per Pochi mesi appresso, emanava la se- tutti, il mio popolo sentisse il bisogno di conda lettera pastorale con cui annuncia rivolgersi a Dio, e si astenesse dalla colpa, la visita pastorale, uno dei primi doveri delle umane sventure la più grave. Vedo vescovili e nel frangente storico non sol- le madri che piangono i figli; vedo le tanto opportuno, bensì necessario. «Il ne- spose che alzano gli occhi al cielo e do- mico del bene s’aggira ai nostri giorni mandano pietà per lo sposo diletto. Epi- nelle città, nelle borgate, nelle officine, sodi commoventissimi che fanno nelle botteghe, nelle famiglie e tenta con piangere spesso il vostro pastore; ma io ogni arte, con ogni mezzo di strappare le vorrei pure vedere che il mio popolo tor- anime a Dio. La stampa cattiva, il teatro, nasse finalmente pentito al suo Dio e in la propaganda di idee non consone alle Dio ponesse ogni sua speranza»15. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 242

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In questa pag.: quadro storico e rappresentativo donato alla parrocchia da Mons. Cassulo. In basso: Papa Pio XII (1876 - 1958), Sommo Pontefice dal 2 marzo 1939 al 9 ottobre 1958.

stro e saprà a suo tempo fare scendere su noi, sulle nostre famiglie, sulla patria di- letta quei celesti favori che compense- ranno largamente le lacrime versate, i sacrifici, i patimenti sofferti. Questo ci in- segna Gesù. Fratelli figli miei gli anni passano e noi, ad uno ad uno, ci troviamo senza avvedercene alla soglia dell’eter- nità. È inutile che non ci illudiamo nel pensiero dopo la morte tutto finisce e che noi andremo a cadere nel nulla; è inutile proclamare che la scienza soltanto ri- sponde ai bisogni, all’istinto delle menti elette; che la religione e la fede hanno fatto il loro tempo o, al più, devono ser- vire per il volgo, per le anime deboli. Pur- troppo è questa la parola che si sente di continuo sul labbro di certi studenti, di ignoranti ed illusi che si dicono emanci- Terminata la visita pastorale della dio- data da teneri figli cerca il compagno pati. Uomini eminenti nel sapere, attratti cesi e terminata anche la grande guerra, adorato, scomparso nel pieno vigore della dalla falsa luce di una scienza senza Dio, il Vescovo partecipava ai fedeli alcune vita, oh!, alzate rassegnati lo sguardo al dopo di avere speso tutta la vita nelle in- sue riflessioni. Domandava, fra l’altro: Signore e ricevete dalle sue mani la prova dagini dell’umano pensiero, nel diradare «Fratelli e figli carissimi, lo imitiamo noi tremenda. Beati quelli che piangono per- le tenebre dei molti problemi che affati- il divino modello? Poiché, se veramente ché saranno consolati. Iddio è padre no- cano la moderna società, hanno dovuto ci studiassimo di imitarlo, non dovremmo confessare che la mente umana è impo- così spesso piangere su tante discordie tente a dare la ragione di tutto, vedendo che lacerano le famiglie, le città e le na- a conclusioni sconfortanti per sé e per co- zioni. E noi, che per tante ragioni do- loro che avevano creduto condurre alla vremo essere cor unum et anima una, ci conquista della verità. L’anima sì, ha bi- troviamo - confessiamolo a confusione sogno di luce, ma di una luce che viene nostra - divisi in tanti partiti, ci facciamo dall’alto. La sola ragione, non illuminata guerra a vicenda, paralizzando ogni no- dal raggio benefico della fede, non può bile, ogni utile iniziativa. Gesù ha detto spiegare il mistero della vita. Noi vi- quid enim prodest homini, si mundum viamo come in una piccola, ma illumi- universum lucretur, animae vero suae de- nata oasi del sapere, la quale però è trimentum patiatur? E invece molti miei circondata in ogni sua parte da un’ im- figli, guidati dello spirito del secolo, cor- mensa regione di impenetrabile mistero. rono dietro ai vani piaceri credendo che Le umane generazioni, di tempo in lo scopo della vita sia quello del man- tempo, tentano bensì di diradare col loro giare e del bere: poveri illusi!»16. poderoso lavoro intellettuale le tenebre in Quante disgrazie erano successe in cui il mistero è avvolto, ma esse non quei terribili anni. «Se la guerra ha por- fanno che cozzare contro l’impenetrabile, tato la morte, la desolazione nelle fami- contro l’ignoto, sentendo sempre un’in- glie, se l’epidemia17 ci strappa dal fianco saziabile avidità, un desiderio immenso, i nostri cari, se una povera sposa, circon- infinito, di raggiungerlo. Ora solamente DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 243

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l’eterna verità, che è Dio, può svelare il mistero che ci avvolge, e ce lo svela in- fatti per mezzo della Rivelazione la quale ha pure il suo fondamento e il suo appog- gio nell’umana ragione. È la ragione che, assurgendo dagli effetti alla causa, dice a chi voglia ascoltarla, che Dio esiste, che Dio ha parlato agli uomini ed è quindi in piena armonia e consonanza colla rivela- zione e colla fede che Gesù Cristo depo- sitò nelle mani della Chiesa perché guidasse gli uomini e ne rischiarasse i passi fra le tenebre della terra col suo lume divino»18. La stringatezza delle nostre an- notazioni non ci consente di diffonderci – cosa che del resto postulerebbe un’escussione archivistica impegnativa assai – anche solo per accennare ad al- cuni interventi nella diocesi di Matelica19, dopo appena sei anni donati alle unite settentrionale passata all’Ungheria, della nella città di Fabriano20 ed ovviamente diocesi di Fabriano e di Matelica, volle Dobrugia meridionale passata alla Bulga- per il governo diocesano, sagace, consa- impiegare Mgr Cassulo in un campo più ria. Con l’abdicazione di Carlo II ed il pevole del frangente storico e delle realtà vasto, promuovendolo arcivescovo tito- passaggio della corona al figlio Michele, e delle esigenze del territorio, conosciuto lare di Leontopoli22 e nominandolo il 25 la Romania entrava in guerra a fianco per la visita pastorale e per la sapiente gennaio 1921 delegato apostolico in della Germania, firmava l’armistizio se- scelta dei collaboratori. Il Cassulo seppe Egitto e di Arabia. In questa mansione il parato l’anno 1943 e cadeva alla fine fruttare i talenti concessigli, la tensione Delegato rinforzò i legami con il cristia- sotto le grinfie comuniste nel novembre pastorale, le doti organizzative. Fu avve- nesimo copto presiedendo, ad esempio, a 1946. In tale anno il Nunzio apostolico duto amministratore, maestro dei fedeli numerose consacrazioni episcopali, Cassulo fu dichiarato “persona non affidatigli – severissimo dovere di ogni anche quando sarà inviato nell’America grata” dai tiranni di turno, fra i più san- vescovo - uomo di governo che intrav- settentrionale quale delegato apostolico guinari della storia umana. vede il futuro. E neppure accenniamo alle in Canada. Qui rimase fino al 14 giugno Fedele alla parola evangelica l’Arci- amicizie ed alle conoscenze contratte in 1936 allorché fu nominato Nunzio apo- vescovo si fece tutto a tutti, anche se oggi ogni località dove ebbe a risiedere: egli stolico in Romania. se ne rileva soprattutto l’azione in favore sapeva mettere ogni persona a proprio Vi rimase un decennio, fra i più diffi- degli ebrei. Il Dr Alexandru Safran (1910 agio, dal nobile al meschinetto, grazie ad cili della Romania. Dapprima si ebbero - 2006), grano rabbino di Romania negli un indubbio savoir faire e all’introspe- vari disordini fra cui l’uccisione del anni 1940-47, poi gran rabbino a Ginevra zione dei cuori. Non di rado fu invitato a primo ministro Jon Duca, al tempo del re negli anni 1948-98, scrivendo una lettera manifestazioni tristi o liete, ed egli accon- Carlo II (1930-40), le elezioni del 1937, Nunzio apostolico gli esprimeva la grati- discendeva21, non ostanti i gravi impegni la nuova costituzione del 1938, la nascita tudine rispettosa per quanto fece Pio XII diocesani. di un partito unico, l’assassinio di molti a difesa degli ebrei e per quanto fece il La valentia, le capacità, le doti di go- uomini politici. Allo scoppio della se- Nunzio stesso «in favore degli ebrei di verno dimostrate dal nostro Prelato, la conda guerra il regno rumeno si dichiarò Romania e di Transnistria»23. Il mede- stima universale goduta, non sfuggirono neutrale, ma subì lo smembramento della simo Dr Safran, in un’intervista dichia- ai competenti e così Benedetto XV – è Bucovina settentrionale e della Bessara- rava del Cassulo: «I passi di S.E. sono plausibile lo conoscesse di persona -, bia passate all’Urss, della Transilvania stati decisivi nei frangenti più pericolosi DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 244

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In questa pag.: parrocchia del borgo di Crebini-Cazzuli, frazione del Comune di Castelletto d’Orba.

della nostra vita. Quando la situazione 14. Ibidem. pareva ormai senza speranza, il suo pre- 15. A. CASSULO, Lettera pastorale al clero e al popolo…2 febbraio 1917, Fabriano, Gentile, stigioso intervento poneva fine alla scia- 1917. Il testo è riproposto in M. CUPPOLETTI, La gura che si annunciava. Due anni fa, grande guerra, cit., pp. 237-247. durante quelle giornate terribili, l’atteg- 16. A. CASSULO, Lettera pastorale al clero e al giamento di S.E., con la sua alta autorità popolo…20 febbraio 1919, Fabriano, Gentile, 1919. Il testo è riproposto in M. Cuppoletti, La 24 morale, ci ha salvato» . grande guerra, cit., pp. 249-254. Sappiamo che il Cardinale Pacelli il 17. Allude all’esiziale epidemia spagnuola, che 30 aprile 1937 scriveva al confratello mietè vittime anche più numerose dell’inutile strage del conflitto. Cassulo perché diffondesse fra la gente 18. Ibidem. rumena l’enciclica Mit brennender 19. Menziono a caso: SENNEN BIGIARETTI, Il Sorge25 contro nazionalsocialismo: nella Museo Piersanti in Matelica. Catalogo-guida. popolazione di origine tedesca presente Prefazione di Mons. Andrea Cassulo, Firenze, tip. Domenicana, 1917. in Romania infatti erano diffusi consensi 20 A. CASSULO, Riapertura della Cattedrale. per la politica e l’azione di Hitler26, seb- Sacre missioni. Festa della Madonna del Buon bene fosse incompatibile con la fede cat- Gesù, Fabriano, Gentile, 1920. 21. Rammento a caso: A. CASSULO, In morte di tolica27. S.E. Mons. Carlo Taccetti, vescovo di Gubbio,… Da ultimo la Santa Sede, sempre ap- [I ed. 1948]; Dalmazio Pilati, Santuari della dio- 6 aprile 1920, Firenze, tip. Calansaniana, 1920. prezzando l’opera diplomatica svolta dal cesi di Fabriano-Matelica, Fabriano, Gentile, 22. Cfr. Hierarchia Catholica… a pontificato Pii prelato ligure con grande acume, pru- 1996, pp. 31-42. X usque ad pontificatum Benedicti XV, Patavii, 7. Cfr. Sua Eminenza il Card. Arcivescovo di Fi- Mess. S. Antonii, 2002, sub voce. denza e coraggio – a seconda del caso - renze a Fabriano in “L’Azione”, IV, 37, 8 set- 23. Lettera 7 aprile 1944 edita in Carol Jancu, il 3 giugno 1947 lo inviava in Turchia tembre 1914. dell’università di Montpellier, direttore nella veste di delegato apostolico per la 8. MIRELLA CUPPOLETTI, La grande guerra e i dell’Ecole des hautes elude du judaisme de Turchia e di amministratore apostolico cappellani militari, Sassoferrato, il Sanguve- France: C. JANCU, Alexandre Safran et la shoah rone, 2015, pp. 211-212. inachevée en Roumanie. Recueil de documents del vicariato di Costantinopoli, allora va- 9. A. CASSULO, Lettera pastorale al clero e al (1940-44), Bucarest, 2010. cante. Ed in Istanbul Mgr Andrea Cassulo popolo…27 agosto 1914, Firenze, tip. Calasan- 24. Intervista di A. Safran in “Mantureia”, [quo- moriva il 9 gennaio 1952, ottanteduenne. ziana, 1914. Il testo è riproposto in M. Cuppo- tidiano], 27 settembre 1944. Cfr. RAFFAELE letti, La grande guerra, cit., pp. 219-226. ALESSANDRINI, Attraverso l’opera del nunzio Il suo corpo, traslato in Italia, fu inumato 10. Ibidem. Andrea Cassulo. Come Pio XII salvò gli ebrei di nella chiesa parrocchiale di S. Francesco 11. «Tenetevi sempre occupati nelle cose di Dio, Romania in Osservatore romano”, 5 novembre d’Assisi di Crebini-Cazzuli, frazione di distaccando il cuore dalle miserie terrene; custo- 2010. Castelletto d’Orba28, borgo natale di dite e praticate l’umiltà e la pazienza, affinchè 25. Il testo originale dell’enciclica è in lingua te- possiate essere di esempio e di efficace eccita- desca: caso unico nella storia delle encicliche, Monsignore. mento agli altri. Sovrabbondi in voi la costanza sia per evidenziare la gravità della condanna, sia nella fede, la purezza della carità e l’amore della per favorirne la lettura ad ogni tedesco di buona Note pace… Viviamo in tempi difficili, miei fratelli, volontà. 1. “L’Azione”, fondato in Fabriano da D. Ago- urge pertanto che siamo tutti uniti e ci aiutiamo 26. ANDREA TORNIELLI, Pio XII. Eugenio Pa- stino Crocetti e da D. Pietro Bargagnati l’anno vicendevolmente colla carità della preghiera e celli. Un uomo sul trono di Pietro, Milano, Mon- 1911, tutt’ora in essere. del fraterno compatimento»: ibidem. dadori, 2007, pp. 225-226. 2. HYACINTE M. CORMIER, Lettera ad uno stu- 12. «Voi siete la vita e la speranza più cara e più 27. Cfr. anche: ALESSANDRO DUCE, La S. Sede e dente di sacra scrittura, Firenze, Libreria Do- bella della Chiesa. Stingetevi attorno alla ban- la questione ebraica (1933-45), Roma Studium, menicana, 1906. diera di Gesù, la croce, segnacolo in ogni tempo 2006; ROBERTO MOROZZO DELLA ROCCA, Le 3. Invero Mgr Mistrangelo (1852-1930) contava di morale e civile grandezza, lavorate uniti, nunziature e la shoah in “30 giorni”, 11, 2006. sessantadue anni. guardate pieni di fiducia l’avvenire e pregate. 28. Fino ad un recente passato fu meta apprez- 4. Brevi cenni biografici in “L’Azione”, Fa- Ricordatevi che la disciplina, la fedeltà, l’ubbi- zata della borghesia genovese, cfr. G. L. BRUZ- briano, IV, 36, 6 settembre 1914. dienza assoluta, lo spirito di sacrificio, l’unione ZONE, Un bozzetto su Castelletto d’Orba nel 5. Rammento come a Mgr Mistrangelo Savona degli animi sono augurio e promessa sicura di 1934 in “Urbs”, XXVII, 1, marzo 2014, pp. 78- abbia intitolato l’ultimo tratto di Via Pia, dopo vittoria»: ibidem. 79. il taglio della stessa dovuto all’apertura di Via 13. A. CASSULO, Lettera pastorale al clero e al Paleocapa. popolo…29 gennaio 1915, Fabriano, Gentile, 6. Cfr. ROMUALDO SASSI, Il culto della Madonna 1915. Il testo è riproposto in M. CUPPOLETTI, La del Buon Gesù a Fabriano, Fabriano, s.e., 1989 grande guerra, cit., pp. 229-234. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 245

245 Un processo che scosse l’Italia del Regime. La presunta avvelenatrice Clotilde Cravino di Franco Pesce “Oggi, martedì 17 aprile vissime condizioni causa avvele- 1923, è iniziato presso l’Assise di namento, prego la S. V. di di- Alessandria il processo contro sporre urgenti indagini, accertare Clotilde Cravino, di Acqui, ma eventuali responsabilità. Il Procu- residente ad Ovada, di anni 30, ratore del Re rinviò quel tele- imputata di aver avvelenato i due gramma al Procuratore di Ovada figli e il marito Gaione Gio- per le indagini del caso. vanni”. Con la stessa data, 3 febbraio, Così quel giorno aprivano la al Pretore era pervenuto un lungo prima pagina i quotidiani e i set- e dettagliato rapporto del dott. timanali per un processo che Giovanni Battista Chiappori, me- ebbe larga risonanza e divise dico curante del Gaione, ed il re- l’opinione pubblica tra colpevo- ferto fu seguito da una formale e listi e innocentisti. dettagliata denuncia del padre Per capire la notevole atten- Giovanni. In data del giorno se- zione che ebbe basta sapere che guente 4 febbraio sulla base di erano presenti i più noti nomi del questi documenti si procedette al- tempo del processo penale: il l’autopsia del cadavere di Gio- Procuratore Generale cav. Gio- vanni Gaione, che risultò morto vanni Raviola, l’avv. Porrati e di pleuro-polmonite; e anche que- l’avv. Jachino per la parte civile, sta volta tutti gli atti processuali l’accusa; l’avv. On Brezzi, ex fecero capo ad un decreto del 1 Sottosegretario alle Poste e Tele- agosto 1916 del giudice istruttore grammi, e l’avv. La Perna, per la di Novi Ligure, col quale si di- difesa. chiarava non procedere perchè il Personaggi e interpreti, salvo fatto non costituiva reato. qualche eccezione, erano ova- Secondo la denuncia del desi; la location, come si dice padre, il 31 marzo 1916, fu reca- oggi, di dove erano avvenuti i della Cravino, era dovuta in seguito ai pitata a Maria Marzano, residente fatti, Ovada. maltrattamenti della madre.” Su tale de- in Genova, cugina di Giovanni Gaione, “Fin dalle prime udienze il processo nuncia si iniziò un processo penale: si allora richiamato sotto le armi e degente si presenta aggrovigliato, drammatico ed procedette all’autopsia del cadavere del in ospedale in quella città, una lettera fir- interessante; ed è seguito col più vivo in- piccolo Gaione, si sentirono testimoni, mata dai dottori Rossi e Raimondo, con- teresse dal pubblico, che gremisce aula e ma tutte le indagini finirono con un de- tenete un biglietto apparentemente scritto tribuna e che a stento trattiene impulsi creto del giudice istruttore di Novi Li- dal Gaione padre, inserito in una busta d’ira o mormorii ostili verso l’imputata gure, in data 29 marzo 1916, in cui si dentro alla quale si trovava una polvere su cui pesa la terribile accusa del triplice dichiarava di non dover procedere. Nel bianca. delitto.” Così scriveva «La Stampa», il settembre dello stesso anno 1916 moriva, La Marzano, secondo la lettera, quotidiano che più seguì i vari dibattiti. pure con gli stessi sintomi dell’Ernesto avrebbe dovuto consegnare di nascosto al Secondo le motivazioni dell’accusa la Gaione, la sorella Angela e ancora non se Gaione questa misteriosa polverina Cravino aveva avvelenato marito e figli ne fece caso. Senonché, sulla fine del bianca, l’avrebbe dovuta ingerire in per entrare in possesso di una eredità di mese di gennaio del 1919, si ammalava modo da aggravare la malattia e avere 500 mila lire, che l’imputata sperperò in gravemente Giovanni Gaione, padre dei così un mezzo sicuro per non essere man- malo modo. due ragazzi e marito della Cravino, il dato al fronte, ma ottenere invece un con- L’accusa riassumeva così gli antefatti: quale, secondo medici che l’avevano vi- gedo definitivo. Ma la Marzano “Il 3 febbraio 1916 i carabinieri di sitato, presentava evidenti sintomi di av- sospettando una losca manovra della Cra- Ovada denunciavano al Pretore, per velenamento da sublimato corrosivo. vino, allo scopo di disfarsi del marito, quanto avevano appreso da una lettera Allarmato il padre del Giovanni, Gio- non eseguì l’incarico, trattenendo la busta anonima, datata il 29 del precedente gen- vanni Battista, telegrafava al Procuratore con la polvere e fece partecipi dei suoi naio, che la morte del ragazzo Gaione del Re di Novi Ligure, quando il figlio sospetti i fratelli di Giovanni Gaione. Ernesto, di anni 10 figlio, primogenito era ancora vivo: “Mio figlio versa in gra- Vennero informati i carabinieri di Ge- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 246

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Nella pag. prec.: Clotilde Cravino in una foto artistica dell’epoca.

In questa pag., in alto: i figli Angela e Ernesto. In basso: una caricatura della Cravino dietro le sbarre.

nova, i quali procedettero al sequestro sendo stato accusato dall’imputata di della lettera, del biglietto e della relativa averle rubata un’obbligazione, si accese busta contenete la polvere bianca. Sotto- tra loro vivace discussione, al fine dell’al- posta all’analisi chimica la polverina ri- terco le disse: “Spero di vederti presto velò contenere una notevole dose di alle Assise di Alessandria fra le sbarre di sublimato corrosivo, sufficiente per av- ferro”. E la Cravino ironicamente ri- velenare una persona adulta. spose: “Troppo tardi”. Le conseguenti indagini dei carabi- Un altro carabiniere, il maresciallo a nieri si indirizzarono a conoscere l’iden- riposo Marcellino Cella, racconta un epi- tità degli autori della lettera e, grazie ad sodio della vita della Cravino: costei un’analisi grafologica di una lettera fir- avendo per amante un capo-comico mata dal mittente Carlo Autino, notoria- giunto casualmente in Ovada, ingelosì al mente amante della Cravino, si scoprì che tal punto la moglie, prima attrice, che era lui l’autore della lettera firmata dagli questa si rifiutava di recitare quando in pseudo dottori Rossi e Raimondo. teatro c’era la Cravino. Chiamato a deporre Carlo Autino, già Ma di ben più spessore e drammati- imputato come complice, ammise di es- cità e risultò deposizione del dott. Gualco sere l’autore della lettera accompagnato- – dal «Giornale di Ovada» del 27 aprile ria delle famose cartine, ma insistette di 1923 - ultimo teste della giornata, che avere agito in buona fede e solo per sug- raccontò che il dott. Chiappori un giorno gestione diabolica da parte della Cravino. città era un poco chiacchierata; da testi- lo trovò in via Cairoli e gli confidò di A seguito dei fatti fin qui osservati la monianze durante il processo: Evasio aver bisogno di un consiglio: era deposi- Sezione d’Accusa dichiarava di non do- Riccio, allora capo delle guardie munici- tario di un segreto che gli pesava sulla co- versi procedere nei riguardi della dome- pali di Ovada e che fu anche carabiniere scienza. Chiappori gli disse che la stica Rosa Minetto, in primo tempo in Ovada, conosceva la Cravino, e diceva Cravino era stata da lui per chiedergli considerata complice della padrona, e di che teneva una condotta poco buona. polverine velenose per liberarsi del ma- Carlo Autino per insufficienza di prove e Armano Giovanelli dipingeva l’impu- rito, e questo per ben tre volte. Il dott. per il secondo per non aver tentato vene- tata come una donna di facili costumi; Gualco consigliò il Chiappori di denun- ficio del Giovanni Gaione. E ordinava il ebbe a rimproverarla più volte per la sua ciare il tutto all’Autorità Giudiziaria. rinvio a giudizio della Corte di Assise di condotta, quando ancora era vivo il ma- L’avv. Brezzi della difesa, pregava il Alessandria di Cravino Teresa Maria Clo- rito, e ne ricevette minacce di querela. Fu Presidente di voler limitare le domande tilde per rispondere ai reati a lei addebi- poi mediatore fra la Cravino e lo suocero al teste sui soli dati di fatto, escludendo tati. per la divisione dell’eredità e ne ebbe ogni apprezzamento. Il Presidente voleva Fin qui abbiamo seguito la cronaca come compenso un orologio d’oro e la ri- almeno precisare che cosa aveva visto il dei quotidiani del tempo, ma come era la mozione di un suo debito. Più tardi, es- dott. Gualco, che assistette alle autopsie. situazione? Era veramente colpevole la La difesa si oppose, ma alla domanda del Cravino? Per gli ovadesi, almeno per la Presidente si seppe ugualmente che egli maggioranza, era colpevole. Che si fosse riscontrò delle escare in bocca ed in gola. macchiata o pure no di quei terribili de- Queste rivelazioni, controbattute dalla litti, un fatto era certo, non era una mo- difesa, conferiscono al processo una at- glie fedele. Vox populi vox dei le mosfera vibrante di odio e di ostilità. Il assegnavano amanti, era una donna a cui pubblico segue con morbosa curiosità piaceva il lusso, si era trovata in una pic- questo dibattimento, sperando ogni cola città che non l’amava per un matri- giorno in nuove rivelazioni. monio sbagliato, a trent’anni continuava Ma che tipo di madre era? C’erano te- a sognare un’evasione alla meschina vita stimonianze che asserivano che maltrat- di tutti i giorni. Evasione, ma con uomini tava i due figli, altre testimonianze, in sbagliati, alcuni secondo voci, o se pre- netta minoranza, davano una versione ferite, cetti, li aveva pure pagati o l’ave- contraria. vano sfruttata. Sulla morte di Ernesto ed Angela in- Effettivamente la Cravino nella nostra terviene l’avv. difensore On Brezzi: “Nel DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 247

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In questa pag., in alto: Giovanni Gaione, la vittima. In basso: Adolfo La Perna, uno degli avvocati della difesa.

settembre la sua unica bimba superstite, imprudenza che poteva riuscire fatale, che ella adora, si ammala pure essa ra- essa ribatteva. “È vero... ma uno più, uno pidamente. I medici di Ovada la consi- meno”. Tanto da lasciare al dottore la gliano il trasporto alla clinica del dott. convinzione che si fosse trattato di una Vallebona. La bimba muore. Che una prova generale. madre perda due figlioli in un anno, alla II pubblico sottolineava con mormorii distanza di sette mesi l’uno dall’altro, gli episodi più salienti della deposizione. non è un fatto dolorosamente unico al In sua difesa l’imputata afferma che mondo. A molte famiglie capitano simili uno dei motivi delle accuse, secondo lei sciagure, ma a nessuna viene mai in false, dei parenti, vi è il fallimento che lei mente di trarre argomenti ed ipotesi provocò al cognato Angelo Gaione per dalla vicinanza del lutto, per fabbricare 16.000 lire, il quale le doveva, e altre un’accusa di assassinio da parte dei su- 10.000 lire di credito che si era fatta ce- perstiti. Ci si domanda perché è morto il dere da altre persone. I Gaione, da quanto bimbo, ma era sano? Tutti lo siamo si può capire dalle cronache dei giornali prima di morire.” del tempo, probabilmente possedevano La Cravino al primo suo apparire nel- Narra il Dott. Chiappori, che avendo ma- un negozio di calzature e fornivano pure l’aula desta in tutti un senso di stupore nifestato alla Cravino la possibilità per il l’esercito. per il cambiamento avvenuto in lei, tale marito di guarire, si sentì rispondere ci- A tale proposito l’avv. La Perna volle da renderla quasi irriconoscibile a chi la nicamente: “Io ho bisogno che il mio che fosse precisato che i fratelli Gaione ricorda ancora pochi anni or sono fio- Giovanni muoia! Lei che sa maneg- furono indagati dalla Commissione d’in- rente d’aspetto e di salute. Ora è scarna, giare… i pacchetti meglio di me, deve chiesta sulle spese di guerra per merce ammalata e pare anche molto abbattuta, aiutarmi a farlo morire. Meglio morto non consegnata. Il teste, il rag. Pernigotti, ma durante la deposizione si rianima di- che essere cronico in casa”. Proseguì an- precisa: i fratelli Gaione ostentavano cre- fendendosi con tutte le forze da ogni ac- cora il Chiappori: una volta ebbe ad or- diti verso Giovanni, il fratello defunto, cusa, negando recisamente e con cinismo dinare al Gaione pacchetti di aspirina da ma non era vero, erano loro che avevano e persisterà a negare anche col dott. prendersi ad intervalli, la Cravino invece debiti verso il loro congiunto. Chiappori, che è il suo principale accu- glieli somministrò in una sola volta. Al Ritorna davanti ai giudici il suocero, satore. La deposizione dell’imputata mal- dottore che la rimproverava per la sua Giambattista Gaione di anni 80, piccolo grado le lacrime e le ire scagliate contro di statura, duro nell’espressione, rigido i parenti che, dice, vendicativi e calun- nel gesto con le lacrime agli occhi, niatori, non riesce a commuovere l’udi- quasi grida “L’ho sorvegliata questa torio. donna, ma non ho potuto sorprenderla. Emozionante l’intervento del suo- Le ho teso mille agguati, ma non è mai cero Giovanni Gaione, che incominciò caduta. Ha dilapidato tutte le sostanze coll’inveire contro l’imputata lancian- del mio povero figlio e ha dato tutto le dole parole roventi, fermo nell’accu- nostre cose ai suoi amanti.” sarla come causa della morte del figlio, L’accusata fredda e determinata a dei nipoti e rovina della famiglia e con- sua volta ribatte le accuse del suocero: cluse così con voce rotta dal pianto la “Quando avevo il negozio a Nizza è ve- sua deposizione: “Voglio giustizia si- nuto con la scusa di comprare delle pelli gnori giurati! Voglio vendicare mio fi- e poi tentò di abusare di me.” - “Non è glio! Voglio vendicare i miei nipotini, vero, non è vero!” grida il suocero. fatemi giustizia.” Questa rivelazione creò un notevole La deposizione del Dott. Chiappori scompiglio e sorpresa tra i giurati e il era chiara ed esplicita, dal confronto pubblico. Ma non vi fu nessun con- coll’imputata ed è di una drammaticità fronto chiarificatore tra i due, il giudice impressionante. È il primo ed il più im- rinviò il dibattito all’indomani. portante teste d’accusa ed è il solo fra i Intanto stando a quanto scriveva «Il dottori che abbia subito avanzato so- Corriere delle valli Stura ed Orba»: “Il spetti sull’avvelenamento del Gaione. processo otteneva sempre più un’aspet- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 248

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tativa e una partecipazione addirittura Cesare Prato, un torinese impresario Dopo la sfilata dei testi è il momento fenomenale. Picchetti di carabinieri fati- teatrale, abitava in via Firenze, ove la dei periti, vengono quindi introdotti: To- cavano a trattenere la folla che voleva ad Cravino aveva un cinema teatro. Co- mellini, Perrando, Martini di Genova, ogni costo entrare nell’aula ove si svol- nobbe l’accusata quando sposò il Gavi- Carrara, Mascarella e Gaida. geva il processo”. Intanto continuava glio, un artista. Il Gaviglio aveva avuto Il prof. Perrando, dell’Università di l’avvicendarsi delle deposizioni: Priano dalla Gravino 100.000 lire per comprare Genova, conferma il proprio giudizio, ac- Rosa depone che la Cravino un giorno le un cinematografo. “Mi disse- continua il colto pure dal Tomellini, cioè che man- domandò un veleno insapore e promet- teste - che voleva comperare il cinemato- cano le manifestazioni tipiche dell’ tendole in compenso £ 4000. Essendosi grafo e poi si sarebbe sposato con una ve- avvelenamento per sublimato corrosivo e essa rifiutata la Cravino disse: “L’ho dova di Ovada.” La vedova era la che i fenomeni inducono a concludere detto per scherzo! Voglio più bene a mio Cravino. Acquistò il cinematografo con che la morte del Giovanni Gaione fu do- marito che a tutto il mondo!” la speranza di fare fortuna, ma la situa- vuta ad intossicamento per influenza con Per tenere quieto il pubblico, che zione peggiorò e dovette poco dopo ce- una plettro-polmonite. nelle tribune strepita e schiamazza, il dere il locale. Il Prof. Carrara, professore di medi- Procuratore Generale cav. Raviola ha una Alla domanda del giudice circa l’atti- cina legale alla Università di Torino, trovata. Grida rivolto alla tribuna supe- vità del Gaviglio, il teste risponde che era legge a sua volta la propria relazione in riore: “Avverto il pubblico che la tribuna scritturato in una compagnia di riviste, ed contrasto colle perizie genovesi ritenendo non è molto sicura. Avviso a quelli che aggiunge che era un bravo uomo. che la eliminazione del mercurio abbia stanno di sopra e in particolare a quelli A questo punto entra nell’aula Giu- potuto compiersi per i fenomeni che ac- che stanno di sotto.” e riesce così a far seppe Spadaro, ex brigadiere delle regie compagnarono il decorso della malattia, quietare subito tutti. guardie, che secondo l’accusa e la stessa così si spiega pure la scomparsa della Viene chiamato Paolo Ratto, com- Gravino, fu il suo ultimo amante, prima febbre e la mancanza di ulcerazioni nelle messo di negozio del Gaione, che con- che le fossero aperte le porte del carcere. viscere addominali degli infarti calcarti ferma la sua deposizione quanto mai Lo Spadaro dichiara: “conobbi la Cra- nel rene, che i periti di Genova sosten- grave. Un giorno la Cravino voleva som- vino a Torino nel cinema di via Firenze e gono essere sufficienti per l’accertamento ministrare al figlio Ernesto una purga, ma non sapevo che era sposata con il Gavi- dell’avvelenamento. il bambino non ne voleva saperne. La glio. Lo seppi qualche mese dopo quando Il prof Perrando argomentando che la madre per indurvelo gli diede due partii da Torino. Venne a raggiungermi a degenza del Gaione fu di soli undici schiaffi, ma invano. Allora richiese l’in- Messina dopo quattro mesi, dove ero an- giorni e che la eliminazione del sublimato tervento del Ratto il quale su ordine della cora nelle regie guardie. Mi disse che gli non potè effettuarsi sia per la brevità del padrona legò le gambe al bambino che affari le erano andati male. Siccome cer- tempo, sia per l’assoluto arresto delle venne messo a letto per essere più co- cava lavoro, ed io sono vedovo e avevo funzioni renali, afferma doversi a feno- modi a dargli la purga. Il Ratto teneva bisogno di qualcuno che badasse ai miei meni chimici ed anatomo-patologici spie- l’Ernesto per le braccia e il liquido venne figli, le offrii un posto come istitutrice.” gabili non in relazione alla supposizione somministrato in parte perché il bimbo Il Presidente del Tribunale: È stata la dell’avvelenamento, ma della tosserina piangeva. Dopo un’ora incominciò a la- sua amante?”. Risponde calmo il teste: influenzale. Il Prof. Carrara invece par- mentarsi per forti dolori e aveva sempre “No, mai! Dopo sette mesi arrivò a Mes- tendo dalla conoscenza clinica, non con- sete. Il teste conclude dicendo che ebbe sina il Gaviglio, il quale mi voleva denun- traddetta dai colleghi, che aveva fatto l’impressione che la madre volesse dare ciare per adulterio.” Presidente: “Quanto diagnosticare al Dott. Chiappori la ipotesi una purga al bimbo perchè ne aveva bi- rimase la Gravino a casa sua?” Teste: dell’avvelenamento e basandosi sul re- sogno. Il povero Ernesto al mattino suc- “Sette mesi, sempre come istitutrice e ferto necroscopico e quello macroscopico cessivo morì, per motivi che discuterà la mentre lei abitava a casa mia, il marito vi- delle lesioni riscontrate dal Prof. Tomel- Corte in tema di perizie. veva in albergo”. Risatine e commenti iro- lini e Dott. Gualco alla prima autopsia del Segue il teste Notaio Basso, cognato nici fra il pubblico. Presidente “E mai defunto Giovanni Gaione, insiste nel ne- del povero Giovanni Gaione. Dice di aver come amante?” Teste: “Mai!, Il Gaviglio gare alla assenza di referti chimici impor- saputo dal Dott. Grillo, uno dei medici mi fece questa proposta: mi avrebbe la- tanza decisiva ed afferma che il Gaione curanti della famiglia, che Ernesto morì sciato sua moglie se io gli consegnavo effettivamente soccombette in seguito ad avvelenato, e mentre prima dell’autopsia 10.000 lire. Non presi nemmeno in consi- avvelenamento per sublimato corrosivo. riteneva trattarsi di un’ulcera allo sto- derazione la proposta. Dopo qualche set- Il Dott. Gualco, ex sindaco di Ovada, maco, dopo l’autopsia fu del parere che timana marito e moglie raccolsero le loro perito col Prof. Tomellini, spiega la man- doveva essere morto per avvelenamento. cose e se andarono da Messina”. cata sua adesione alle conclusioni peritali DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 249

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In questa pag.: Prima pagina de “Il Nuovo Gagliaudo” del 13 maggio 1923.

genovesi perchè non presenziò alle ope- rebbe dovuta venire razioni preliminari della perizia e perchè nel 1916, ma il testa- non ritiene che si possa giungere esplici- mento porta la data del tamente ad escludere che il Gaione non 1910 e la indica come sia morto per avvelenamento, giacchè i erede, e allora perchè sintomi clinici riscontrati sono in tutto si- doveva uccidere il ma- mili a quelli di avvelenamento per subli- rito? Questa è una mato corrosivo. Non crede lo stesso Dott. prova della sua inno- Gualco che l’esame negativo delle vi- cenza. In tribunale scere consenta l’ipotesi dei periti geno- viene il vecchio padre vesi, perché se il sublimato corrosivo fu del defunto marito, per ingerito, a piccole dosi, questo si eliminò chiedere giustizia, più completamente durante il decorso della che giustizia sembra malattia, e perciò non ne rimasero nelle vendetta. Lo suocero viscere che tracce infinitesimali non se- accusa la nuora di gnalabili con mezzi chimici. Insiste a aver dilapidato il loro considerare la morte del Gaione per av- patrimonio. Ma come, velenamento e circa la forma pleuro-pol- se gli stessi parenti che monare riscontrata, questa sarebbe la odiano, ammettono successivamente comparsa quando il Ga- che la prosperità del- ione era in preda all’avvelenamento. l’azienda di famiglia fu Il Prof Carrara spiega ancora ai Giu- dovuta all’imputata.? rati: vi sono dei casi in cui il mercurio La Cravino ha sposato viene eliminato durante la malattia; dice l’Autino perchè si sen- che la quantità di sublimato che avrebbe tiva sola, abbandonata preso il Gaione è stata quella che ne ha e odiata da tutti. Essa facilitato la eliminazione. Richiesto dal si costituì non appena Presidente, il Dott. Gualco riferisce che seppe che era stato ar- non ha mai riscontrato nei casi di in- restato l’Autino. fluenza delle escare come aveva notato il Avrebbe potuto fug- Gaione. I fatti clinici erano sintomatici di gire oltre frontiera, ma avvelenamento. Mancava la febbre, non lo ha fatto, altra c’erano filamenti nei reni e negli intestini. prova di non essere Dalla cronaca del «Giornale di un’assassina. Ovada»: “Molte le signore presenti ed Il Procuratore ge- eleganti assistono ai vari dibattiti; c’è da nerale, l’accusa, parlò segnalare che dentro all’Assise fa un dalle 9,15 alle 11,15 e caldo soffocante. Finora però la lunga dalle 14,45 alle 18. serie di testimoni non ha ancora diradato Cinque ore buone. La le tenebre che avvolgono questa vicenda. sua arringa ebbe il ca- Anche i periti non sono d’accordo fra di rattere che lo stesso loro”. volle precisare e cioè Si arriva alle battute finali del pro- dura ed implacabile. cesso, quelle determinanti, poiché la pa- Attaccò con appassionato impeto. Nel denunciò per il maltrattamento dei figli”. rola è agli avvocati. groviglio delittuoso si districò con facilità Il cav. Raviola, nella sua arringa, so- L’on. Brezzi, difesa, si oppone a dimostrando una conoscenza perfetta e stenne che “La Cravino aveva un modo quella che è l’accusa ufficiale: uccidere completa della causa. “Una lettera ac- subdolo di agire. Aspettava ogni occa- il marito per ereditare le 500 mila lire. cusò la Cravino dei maltrattamenti dei sione, per il figlio quando fu forzosa- “Ma - spiega - si è parlato molto di que- propri figli” – dice -, lo interruppe l’avv. mente purgato, inserì il veleno nella sta eredità, secondo l’accusa l’idea di Brezzi della difesa: “Era del cognato”. purga. Per il marito ebbe l’occasione sopprimere il marito alla Cravino sa- Il Procuratore risponde: “Tutta Ovada la quando questi era ricoverato presso DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 250

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In questa pag.: Prima pagina dell’edizione straordinaria della “Gazzetta del Popolo” del 5 maggio 1923.

l’ospedale militare di Ge- nova, tentando di avvele- narlo con le polverine contenenti sublimato corro- sivo. Per la bimba approfittò di un suo piccolo males- sere.” E conclude: È una donna di una pessima mora- lità, ma questo potrebbe es- sere trascurabile, ognuno vive come desidera, ma è stata una fredda, implacabile assassina dei propri figli, oltre che del marito, signori giurati, per questi orribili omicidi va condannata!” L’avv. La Perna (in que- gli anni era considerato il numero uno degli avvocati penalisti). “L’accusa ha so- stenuto che la causa era doppia: per i figli, sbaraz- zarsi di testimoni dei suoi amori illegittimi; per il marito, imposses- con un lavoro straordinario quando il Alcuni brani della cronaca del pro- sarsi del patrimonio. Ma si può dire cosa marito non era al fronte, ma imboscato a cesso utilizzati nel testo sono ripresi da più stupida? Ma lo sanno tutti che esi- Genova, era lei che faceva andare avanti «La Stampa» del 14/18/21/26/27/29 stono hotel meublé, garçonnière, case di la baracca, stando in negozio ed ammi- aprile e 3/4/5/6/13 maggio 1923; dal ritrovo in cui le donne possono celebrare nistrando gli affari. In questo processo «Giornale di Ovada» del 22/29 aprile e 6 le loro nozze illegali senza l’assistenza mancano le prove ogni sospetto contro la maggio 1923. Si vedano inoltre: «La dei figli? I figli si mandano a giocare, a Cravino è inquinato dal dubbio.” Gazzetta del Popolo», 5 maggio 1923 e dormire, a scuola. Ma si vuol credere ve- Il dibattito tra difesa e accusa fu viva- «Il Corriere delle Valli Stura e Orba» del ramente che vi sia bisogno di uccidere i cissimo e molto seguito dall’opinione 22 e 29 aprile 1923. figli per andare a fare interviste amo- pubblica: quando terminò i giudici si ri- Un particolare ringraziamento a Paolo rose? D’altra parte questa donna doveva tirarono per la sentenza, l’attesa fu spa- Bavazzano per la ricerca iconografica proprio ammazzare il proprio marito per smodica… delle illustrazioni a corredo del testo. ereditare? L’accusa dice che prima di uc- Da «La Stampa» del 6 maggio 1923: cidere il marito essa ha pensato di fargli “La Cravino assolta al processo dei ve- fare testamento. Ma questa è una conce- leni!”, nei sottotitoli: “La folla trasci- zione stupida. nata nell’applauso dalla commovente Gli avversari dicono che prima ha uc- perorazione dell’avv. La Perna”, - ciso i due figli e dopo tre anni il marito, “Fuori l’accusata!”, - “Acclamazioni perchè voleva ereditare. Ma allora po- all’assolta, ai difensori, ai giurati.” teva uccidere tranquillamente il marito e La Corte aveva accettato le istanze poi ereditare, senza ricorrere a questa della difesa e la Cravino era libera. Fu, stupida concezione. Per ogni delitto bi- scrissero i giornali, un capolavoro del- sogna ricercare le casuali, senza le ca- l’avv. difensore La Perna. suali allora non lo si spiega se non con L’anno seguente il regime fascista la pazzia. proibì ai giornali qualsiasi accenno a fatti, L’avvocato Jachino ha voluto descri- delitti e processi di cronaca nera. vervi questa donna come un mostro, ma questa donna si è guadagnato il lusso DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 251

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Villa Mariella (Capitolo I)

di Bruno Tassistro Sono nato in una famiglia, pratica- usata una mente monoreddito, del 1946. Mio padre grossa “con- era l’unico in famiglia a percepire un sa- ca” metallica lario costante da operaio e quindi, a giu- in cucina, dicare dalle frequentazioni di altri nuclei all’uopo riem- di quei giorni, del secondo dopoguerra, pita con l’ac- credo che la mia famiglia potesse permet- qua calda tersi un tenore di vita solo leggermente prodotta con superiore a quella di un contadino che la- le pentole vorasse a mezzadria un modesto appez- sulla stufa. zamento di terra, proporzionale alle sue Solo io rappresentavo una eccezione: es- stelli ripieghevoli, per favorire l’asciuga- forze. sendo piccolino, venivo lavato spesso di- tura di qualche panno: chiaramente per la La prima casa che mi ha visto bam- rettamente sul grande lavandino della mia presenza e quindi per le mie neces- bino era un appartamento al piano terra cucina e talvolta, per la fretta o per la sità di piccolino, il loro uso risultava di un edificio di tre piani complessivi, scarsa disponibilità di chi mi era dedi- molto frequente. chiamato Villa Mariella, al numero 26 di cato, anche direttamente con l’acqua L’arredo era completato da una cre- via Nuova Costa, in Ovada. fredda del rubinetto. denza di color azzurro pastello, da un ta- Il fulcro dell’abitazione era un lungo In cucina, oltre al lavandino in volo dello stesso colore con ripiano in corridoio centrale alle cui estremità si tro- marmo, dotato di due vasche tonde, un ri- marmo, dalle sedie in legno e da una vavano due porte di ingresso: una dava piano ortogonale ad esse, e di mensole grande radio a valvole. sul vano scale e permetteva di raggiun- con listelli in ottone, si trovavano ancora, La sala da pranzo aveva un utilizzo gere, oltre al portone principale, posto a per la cottura del cibo, i fornelli in mura- piuttosto scarso: ricordo un suo impegno monte della casa, gli altri cinque appar- tura e piastrelle, sormontati dalla cappa. soltanto in occasione di visite dei miei tamenti dell’edificio, mentre l’altra con- Di questi ho solo un vago ricordo, in parenti di Genova e naturalmente in oc- duceva, tramite un piccolo ballatoio, quanto ben presto vennero demoliti in fa- casione di feste che mi riguardavano, senza corrimano e con due scalini, verso vore di più confortevoli stufe. Prima con come la prima comunione o la cresima. l’esterno. A lato del corridoio si trova- una grezza e bassa in ghisa di forme ton- L’arredo era molto semplice: un tavolo, vano, da una parte, la cucina e la sala da deggianti, a tre bocche di cottura, siste- delle sedie, una credenza, di color noce, pranzo, e dall’altra, due camere da letto. mata, per mezzo dei tubi, in posizione ed un divano di panno, stile liberty, a Il “bagno”, un semplice water con sciac- leggermente spostata rispetto al muro, e sfondo verde, trasformabile, mediante ro- quone a vaschetta alta e catena, era al- poi con una bianca, a forma di parallele- tazione della base orizzontale, in un letto l’esterno sul ballatoio e per lavarsi veniva pipedo, cosiddetta “economica”, più alta di fortuna. e dotata per- La camera da letto dei miei genitori sino di forno era quella relativa al primo matrimonio e di vaschetta della mamma e quindi degli anni ’30, in per la produ- legno intagliato con disegni floreali. Ri- zione dell’ac- cordo il comò a cassetti, con il ripiano in qua calda, marmo, l’armadio a due ante ed un letto accostata al matrimoniale a due reti, molto stretto ri- muro in corri- spetto a quelli odierni, mentre la toeletta spondenza era costituita da un pezzo a se stante in delle vecchie tubolare di ottone e marmo, con lo spec- piastrelle dei chio e con il catino per lavarsi e nel ri- fornelli. Al di piano inferiore, la brocca dell’acqua, sopra delle entrambi in ferro smaltato. I comodini stufe, colle- erano ancora della stessa serie del comò, gato al tubo con un cassetto ed i ripiani inferiori per verticale vi l’alloggiamento del pitale in ceramica, era sempre sormontati dalle abajours a forma di una specie di fiore, con attacco al muro. stenditoio a li- La seconda camera, più piccola, era DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 252

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Nella pag. prec., in alto: zona stazione - via Molare vista dall’alto. In basso: una stufa a legna tipo “cucina economica”.

In questa pag.:, in alto: piazza e viale della Stazione Centrale. In basso: uno scaldino “prete” in una casa... delle bambole.

riservata a mio fratello Al primo piano, proprio Gianni, figlio del primo ma- sopra di noi, abitava la fa- trimonio della mamma, ma miglia Dotto, certamente la a parte un lettino ed un co- più agiata del complesso. modino, con qualche sedia, Giuliana Dotto, il cui ma- fungeva da ripostiglio per rito gestiva qualche attività ogni altra masserizia rela- commerciale in Ovada, tiva alla casa: vi si potevano aveva un’unica figlia, trovare le cose più disparate molto più grande di me, di e tra queste ricordo anche nome Iolanda ed un cane di alcuni strumenti ormai nome Rochi, con il quale scomparsi dall’uso comune. spesso io giocavo. L’agia- Vi erano ad esempio il tezza di questa famiglia era “prete” in legno che, con lo messa in evidenza dalla Luisa Ratto. Suo marito era il “manente” “scaldino” di contenimento della cenere Fiat Giardinetta, con modanature in o mezzadro della piccola tenuta di Villa calda, serviva in inverno per riscaldare i legno, utilizzata dal marito: una vera Mariella ed aveva due figli, più anziani letti gelidi, prima del loro uso, ed un sciccheria per quei tempi! Giuliana e Io- di me di circa quindici anni: Domenico e grammofono a manovella contenuto in landa non erano però per nulla altezzose Marco. Purtroppo quest’ultimo più tardi una valigia con tromba acustica incorpo- ed anzi dimostravano spesso, con qualche sarebbe morto di tubercolosi a soli venti rata che, con i dischi in bachelite, allieta- piccolo regalo, una grande attenzione nei anni circa. vano qualche raro momento da miei riguardi. Questa famiglia si trasferì Con Luisa la mamma aveva, almeno festeggiare. Non mancava poi, come in seguito a Genova e la mia famiglia all’inizio, un buon rapporto, tanto che, unico mezzo di locomozione di quei poté così traslocare, quando io avevo per alcuni anni delle mie elementari, fi- tempi, una bicicletta “da donna”, ridi- circa cinque anni, al piano intermedio nirono anche per gestire insieme, come pinta in verde, utilizzata all’occorrenza della casa, dove i Dotto, a seguito del pa- cuoche, la refezione dell’istituto. Poi per da ogni componente della famiglia e più gamento di una piccola cifra, ci avevano motivi a me sconosciuti, forse da ricer- tardi anche da me stesso, per impararne ceduto anche alcune masserizie, per lo care in qualche malinteso, non si rivol- l’uso. più in seguito alienate, e tra queste una sero più la parola. Ricordo solo l’ultimo Il mio giaciglio invece era rappresen- scrivania, con relativa poltrona ed una battibecco al riguardo, quando le due tato da una culla-lettino in legno di cui ho grande stufa in ceramica e mattoni refrat- donne si incontrarono per caso lungo il solo un tenue ricordo. Questa spaziava tari, ancora in ottimo stato. Di questa fa- viale della Villa. In quella occasione praticamente in ogni locale della casa e miglia, negli anni successivi, non ho Luisa apostrofò la mamma con una frase poi, quando non fu più necessaria, finì saputo più nulla. del tipo: “Siete proprio bella!” in tono di- inesorabilmente bruciata a pezzi nella Per me questo trasloco rappresentò, in spregiativo, alla quale la mamma rispose stufa. un certo senso, anche l’elevazione di un con:” Sarete bella voi! “, poi più nulla per Ricordo che l’impianto elettrico di gradino nella scala sociale. Da quel mo- sempre. tutto il caseggiato, e la mia abitazione mento la mia famiglia poteva disporre di non ne rappresentava un’eccezione, un vero bagno interno all’apparta- allora era quello possibile per quei mento, dotato di vasca e lavabo con tempi: a due fasi, talvolta senza specchio, e per la stufa disposta nel terra, e l’energia elettrica era tra- corridoio, lasciata dai Dotto, anche sportata da fili intrecciati sostenuti di una sorta di riscaldamento centra- ogni tanto nel muro da piccoli sup- lizzato. porti rotondi ceramici, mentre gli in- Sempre al primo piano, di fronte terruttori erano ancora ceramici ed a ai Dotto, e successivamente di rotazione. fronte a noi, abitava la famiglia Dal Quando sono nato io, nell’edifi- Prete. La moglie, Valeria, era una si- cio relativo alla mia abitazione, al- gnora molto eccentrica e per quei loggiavano altre cinque famiglie. Di tempi molto elegante. Ricordo che fronte a noi, in sole due stanze, cor- usciva sempre fasciata da un boa di ridoio e bagno, viveva la famiglia di volpi, ostentando una certa signori- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 253

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In questa pag., in alto: da una cartolina, Viale della Stazione. A sinistra l’edificio con l’Albergo Universo.

lità, forse non suffragata da pellato, anche il sopran- una vera agiatezza econo- nome. mica. Sul marito ricordo Serafino e la moglie, fre- poco, se non che, per sentito schi sposini giravano di so- dire, avendo il difetto di rus- lito in Lambretta, e a questo sare durante la notte, fosse proposito ricordo di un stato allontanato dal letto co- brutto incidente occorso loro niugale e dormisse tutto solo con questo mezzo, per il nel quinto vano dell’apparta- quale “Balon” dovette farsi mento, quello più estremo. A rimettere dal dentista tutti i dire il vero, andando a sca- denti incisivi superiori ed in- vare nei meandri della me- feriori. moria e rifacendomi a frasi Di fronte a Serafino in un appena sussurrate nell’am- appartamento che era la fo- bito della mia famiglia, tocopia di quello occupato penso che l’allontanamento da Valeria e poi dalla nonna fosse stato determinato anche da una spe- dalla quale era fortunatamente guarito, Marinin, ma senza il balcone-terrazzo del cie di separazione consensuale, tanto che era molto abile ad eseguire le iniezioni e quinto vano, abitavano i Gatto. La capo- allora si vociferava anche di una concreta quindi veniva spesso all’occorrenza chia- stipite era una signora piuttosto anziana, relazione sentimentale di Valeria con mato per mettere in atto la sua maestria molto religiosa, di nome Beatrice, con i Franco, un giovanottone che abitava di infermiere, anche sul sottoscritto. Il se- figli Luigi, Bruno e Margherita, che al- sopra di noi al secondo piano. Al ri- condo è quel tal Franco della probabile lora erano di età fra i venti ed i trent’anni. guardo tuttavia non potrei dare per certa tresca con Valeria. Del marito non ricordo nulla, anche se ho l’informazione. Questa famiglia lasciò ben presto la il vago sospetto che ci fosse e fosse anche La famiglia dei Dal Prete era comple- Villa trasferendosi in una cascina un po’ determinante. Questo perché ho chiaro tata dal figlio Roberto, più grande di me più a monte, sempre in via Nuova Costa, nella mente come ben presto questa fa- di circa dieci anni, con il quale spesso dalla quale continuarono, secondo i miei miglia riuscisse a costruirsi una casa piut- giocavo nel cortile della casa, e da un ricordi, Romano, ad esercitare la sua arte tosto grande nei pressi della chiesa di S. nonno, a me praticamente sconosciuto. infermieristica e Franco, a relazionarsi Evasio, trasferendovisi poi definitiva- Anche loro lasciarono ben presto Villa con Valeria. mente. Bruno era capo-stazione, ma non Mariella, per trasferirsi a Genova-Sestri Dopo di loro, si installò sopra di noi, so dove esercitasse la sua professione. e del mio amico Roberto ho avuto in se- la famiglia di Serafino, a quei tempi di Ricordo in particolare, da quanto ri- guito solo qualche vaga notizia, da parte circa vent’anni. In un primo momento portatomi in seguito dalla mamma, come di amici comuni. l’appartamento venne occupato, oltre a Beatrice la elogiasse per avermi salvato Nell’appartamento lasciato dai Dal lui, soltanto dalla mamma, ma subito da morte sicura, con frasi del tipo: “Così Prete sarebbe poi traslocata, da Lerma, la dopo, sposandosi, anche dalla moglie e a piccolo! Se non ci foste stata voi a tirarlo famiglia di mia nonna materna, Marinin, seguire dalla piccola figlia Cristina. su, non sarebbe sopravvissuto ….. ”. con i figli, gli zii, Aldo e Giacomo, rea- Ricordo, un po’ più grandicello, di es- Dopo i Gatto, all’ultimo piano, venne lizzando così una vicinanza, porta con sermi, per così dire, innamorato della la famiglia Tedeschi. Il marito Mario la- porta, tra mamma e figlia, in un primo moglie di Serafino: era così giovane e vorava nella Stazione centrale, mentre la momento, veramente impensabile. L’ap- fresca e poi usciva, sbaciucchiandomi moglie Antonella lavorava in casa come partamento era tra i più grandi del caseg- spesso, sempre con le gonne a campana pantalonaia. Era veramente brava nel suo giato, simile al nostro, ma con un vano svolazzanti. mestiere e ricordo che mi confezionò ulteriore ed addirittura munito dell’unico Di Serafino conosco solo quello che pantaloni sino all’età di circa quindici balcone-terrazzo della Villa. mi raccontava la mamma. Sua madre lo anni. All’ultimo piano dell’edificio, sopra aveva generato come ragazza-madre e La loro figlia era Vera. Di qualche di noi, abitava una famiglia di cui ricordo poi si era sposata con un uomo, a quel anno più giovane di me, fu la compagna pochissimo, se non che i figli, di circa, a tempo ormai morto, soprannominato ideale di tanti giochi nel cortile della quei tempi, venticinque, trent’anni, si “Balon”. Questi aveva adottato Serafino Villa, in particolare durante i periodi sco- chiamassero Romano e Franco. Il primo, e gli aveva dato il suo cognome, e da lastici, quando altre compagnie scarseg- reduce da una grave malattia ai polmoni, come veniva talvolta nascostamente ap- giavano. Si adattava con me anche a DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 254

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In questa pag.: bambini e il gioco delle biglie in una foto d’epoca. © www.compagniadellebiglie.it

giochi più prettamente ma- vicina ferrovia, per salire schili, come quello delle sui treni merci parcheggiati biglie e delle “ghirette”, sul posto, mimando poi ovvero di tappi delle botti- battaglie con le pistole o glie di bibite che, rappre- con le frecce tra i vari va- sentando dei corridori, goni, o ancora quella di re- dovevano scivolare, con la carci al più lontano torrente propulsione delle dita, su Stura per pescare o per fare percorsi tracciati nel ter- il bagno. Queste “imprese” reno del cortile. Purtroppo aveva una affacciava sul loro giardino e, più in solitamente non venivano accolte favore- grossa propensione alla vittoria e quindi basso, nei pochi campi e nella vigna della volmente dalle rispettive madri ed anzi, talvolta ci scappava qualche litigio. tenuta. Nella parte del mio originario ap- essendo spesso causa di piccole ferite o Era molto brava nello studio, al con- partamento resa libera dalle modifiche, a di insudiciamenti dei vestiti, determina- trario di quasi tutti i maschi della Villa e pianterreno, venne successivamente una vano poi punizioni, anche corporali, da dei dintorni e quindi spesso era soggetta coppia di anziani, il cui marito Osvaldo parte delle stesse. ad invidie trasversali che la isolavano dal era affetto dal morbo di Parkinson. Pur- Famose restano ancora le lotterie or- gruppo. troppo la sua condizione di infermo non ganizzate dal nostro gruppo, ogni anno a Con Vera ed Antonella, io e mia contribuiva a fargli accettare le mie fra- villa Mariella, con in palio i nostri più madre, durante le estati delle elementari, gorose esternazioni di bambino, che av- fantastici giocattoli. In realtà si trattava, per periodi di due o tre settimane, era- venivano, al piano superiore, con la collaborazione della mamma Con- vamo soliti raggiungere, con il treno ed praticamente sulla sua testa, e quindi so- tini, di lotterie truccate con lo scopo di il tram, il mare di Genova-Palmaro, dove litamente la mamma era in lite con loro, “gabbare” qualche compagno sprovve- ci trattenevamo per tutto il giorno, con le a seguito delle lamentele che ne deriva- duto del vicinato che, al costo del bi- vivande al sacco. In questo mare imparai vano. glietto di partecipazione, avrebbe potuto felicemente a nuotare. Il giardino dei Contini era molto con- solo concorrere all’estrazione dei giocat- Poi vi erano i Contini. Erano i pro- fortevole: vi erano tre panche di colore toli più insignificanti, fra tutti quelli espo- prietari della Villa e se in un primo mo- verde, molto ampie, in legno e ferro, vari sti. mento occupavano soltanto tre stanze a alberi di amarene e di nocciole e nei Il loro padre Umberto era un inge- pianterreno ricavate dalla parte dell’al- campi, oltre alle ciliegie, alle mele ed alle gnere-architetto che li raggiungeva solo loggio non affittato a Luisa, con doppia pere, anche frutta particolare, come ribes nei periodi festivi, mentre normalmente, scala esterna di accesso dal giardino e e melograni. In questo luogo nacque lavorando all’Ansaldo, risiedeva in un con bagno, sempre esterno, defilato nello l’amicizia più profonda della mia infan- appartamento di Genova-Sestri che ov- stesso, successivamente, con il trasferi- zia con i rampolli, Marco e Federico, ri- viamente diveniva la dimora di tutta la fa- mento della mia famiglia al primo piano, spettivamente di un anno e di due anni miglia durante il periodo scolastico. La realizzarono un cospicuo allargamento più giovani di me, ed in seguito con la più sua presenza era sinonimo per Marco e della loro abitazione, occupando anche le piccola Daniela, della famiglia Contini. Federico, quasi sempre rimandati a set- due stanze più a valle di quello che era Qui passavamo la maggior parte del tembre, di ripetizioni di matematica, alle stato originariamente il mio apparta- tempo delle vacanze estive, spaziando quali partecipavo normalmente anch’io. mento e ricavando anche un confortevole però, tra le sgridate della mia e della loro Tuttavia, io, abbastanza ferrato in mate- bagno interno tra il corridoio dello stesso mamma Maria, anche all’esterno, sino ad ria, riuscivo a completare molto prima ed e l’ingresso dei loro locali. Ricordo che arrivare al contatto, spesso anche fisico, in modo corretto gli esercizi, per cui di- questa modifica, consistente nell’esecu- con altri bambini delle case vicine, come ventavo indirettamente la causa degli zione di vari tramezzi e nello sposta- Enzo, Marino e Paolo. Il nostro gruppo schiaffi che volavano sulle guance dei mento di alcune porte, venne realizzata era però alquanto autonomo e solita- miei amici. Fu forse per il mio crudele da mio zio Giacomo, abile muratore, e da mente non disdegnavamo di organizzare compiacimento di quei giorni e per le mio padre, come aiutante, nelle ore libere delle vere proprie “imprese” di esterna- lodi dimostrate nei miei riguardi dall’in- dal lavoro, a fronte degli sconti dovuti zione del nostro vigore, come quella di gegnere che, più tardi, decisi di imitarne sugli affitti. scalare le montagne di argilla, da noi de- lo studio e la professione. Così i Contini poterono disporre di nominate “di tufo”, che si trovavano più ben cinque stanze, tutte in linea a valle, a monte, quasi vicino all’abitato di Costa, nella parte più nobile della Villa, che si o quella di arrivare ai binari morti della DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 255

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Un ricordo di Franco Paolo Oliveri

di Pasquale Aurelio Pastorino È mancato improvvisamente il 19 set- lavoro era confermata dagli tembre scorso a Genova, all’età di 65 specialisti interpellati. Ma anni, il professor Franco Paolo Oliveri. Franco Paolo era comunque La notizia mi ha colto del tutto imprepa- fiducioso di poterne uscire rato ed ho provato un grande dolore per fuori e mi confermava giorni la perdita di un vero e sincero amico. Gli dopo i suoi impegni futuri; ri- è stata certamente fatale l’ultima sfida presa dell’insegnamento a culturale in cui si era voluto cimentare settembre; a gennaio 2019 poi nel massimo grado di istruzione univer- la discussione finale della tesi sitaria. Già Docente ordinario di storia e a Losanna, a seguito del rece- filosofia presso il Liceo D’Oria di Ge- pimento delle osservazioni nova, Franco Paolo Oliveri da tre anni era del relatore del giorno 26 set- distaccato presso l’università Svizzera di tembre. Losanna per conseguire il dottorato di ri- Alla cerimonia funebre, cerca o PhD (Phlilosophiae Doctor) con che si è svolta il 25 settembre una tesi su Carlo Goldoni, nella sua qua- presso la chiesa delle Vigne a lità di console della Serenissima presso Genova, ha partecipato una la Repubblica di Genova. Mi raccontava folla immensa, a testimo- spesso dei progressi del suo lavoro e lo nianza della grande stima di vedevo entusiasta quando, incontrandoci cui ampiamente godeva negli presso l’Archivio di Stato di Genova, mi ambienti accademici e cultu- mostrava la quantità delle lettere scritte rali cittadini. da Goldoni ai Serenissimi Collegi du- Due volte laureato in filosofia, lettere Papa Bergoglio, premiato poi nel Palazzo rante la sua permanenza a Genova, dove e storia con una specialistica in storia, ha Ducale di Lucca dalla Fondazione Paolo aveva anche preso moglie. Un lavoro im- acquisito una vasta cultura del passato Cresci. menso di lettura, catalogazione e analisi. genovese, dimostrando notevoli capacità Pur essendo nato a Genova, e dove ha Ancora i mesi scorsi, mi diceva che stava divulgative, che ha esplicato con cicli di sempre vissuto, aveva però un legame lavorando come un “matto” nel tentativo conferenze sulla storia della Città e sulle particolare con i paesi di Campo Ligure, di rispettare i termini di consegna della sue emergenze storico-architettoniche: su dove era nato il padre e Rocca Grimalda, tesi. Ma mi raccontava anche dei dolori youtube è possibile vederne alcune regi- dove era nata la madre. In entrambi tra- che ai primi di luglio aveva cominciato strate. scorreva periodi di vacanza estiva e di ad avvertire in varie parti del corpo. Il suo Di carattere gioviale ha saputo tra- essi ha approfondito la conoscenza della medico era così dovuto intervenire soste- sformare i suoi problemi di udito (ne era storia e la conoscenza degli abitanti con nendolo con psicofarmaci. Iniziava per stato colpito da bambino) in un punto di i quali ha naturalmente sviluppato un lui una rincorsa tra il lavoro che andava forza per la facilità che aveva di relazio- profondo senso di amicizia. Non ha esi- concluso e il bisogno di più farmaci. narsi con il prossimo. Dotato poi di tato a partecipare alla vita culturale dei Aveva dovuto rinunciare anche alle solite grande entusiasmo sapeva coinvolgere due paesi, in particolare a Campo Ligure vacanze estive con la famiglia a causa di nelle sue iniziative e nei suoi progetti co- è stato apprezzato promotore di iniziative questo suo malessere: oramai il lavoro noscenti e amici ed era sempre prodigo e, in collaborazione con il Dottor Mas- aveva preso il sopravvento su tutto. di consigli. simo Calissano e il Prof. Giovanni Ponte, Non mi sembrò sollevato neppure Non meno brillante si è dimostrato ha curato la pubblicazione di numerosi quando mi annunciò di aver concluso il nel lavoro di insegnante. Le sue lezioni libri sulla storia, le tradizioni e il dialetto lavoro e di aver consegnato la tesi il di storia erano sempre all’insegna di un locale. primo di agosto al suo relatore e che attivo coinvolgimento con visite didatti- Due anni or sono Franco Paolo Oli- avrebbe dovuto discutere la stessa a Lo- che e ricerche. Era orgoglioso dell’ultimo veri accettava con entusiasmo l’invito sanna il successivo 26 settembre. La forte suo lavoro, compiuto nel 2014 con gli fattogli dall’Accademia Urbense di depressione in cui era caduto lo avevano alunni della classe VF del Liceo Doria: la Ovada, di cui aveva grande stima, di scri- costretto a ricorrere alle cure del Centro realizzazione del documentario “Quanto vere la Guida di Rocca Grimalda. Mi di Salute Mentale di Sampierdarena. La mar per l’Argentina” con il quale è stata aveva coinvolto in questo lavoro affidan- diagnosi da stress nervoso per il troppo ricostruita la storia delle origini Liguri di domi il ruolo di fotografo, insieme con il DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 256

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Dott. Giovanni Morbelli, degli scorci prova per Rocca Grimalda. Il volu- più significativi del Borgo di Rocca metto, che ha la stessa impostazione Grimalda. Dopo la presentazione, mi grafica delle altre “Guide dell’Acca- chiese di scrivere la recensione della demia Urbense”, ci introduce dap- stessa guida per la rivista URBS. Con- prima alla conoscenza della storia del divise il testo da me preparato, ma per paese, che ha avuto origini sicura- non so quale disguido non giunse mai mente alto medievali, snodando le sue a destinazione. Mi pare così oppor- vicende attorno ai diversi nomi che ha tuno proporre quella recensione, per assunto nel tempo, a partire dal più un giusto riconoscimento alla sua me- antico Rocca Rondinaria, dalla mitica moria. città romana, per divenire Rocca Co- Guide dell’Accademia Urbense: stantina e poi Rocca Val d’Orba, Rocca Grimalda quindi Rocca dei Trotti e infine a par- Si è svolta sabato 28 ottobre 2017, tire dal 1572 il definitivo nome di presso le cantine del Comune, la pre- Rocca Grimalda. Alla concisa ma ri- sentazione della Guida di Rocca Gri- gorosa e completa rassegna delle vi- malda, promossa a pari titolo dal cende di un passato ricco di storia, fa Comune e dall’Accademia Urbense di seguito la visita del Paese. L’autore ci Ovada. La convergenza dei due Enti accompagna alla scoperta del centro su questo obiettivo ha contribuito a storico e delle frazioni, del castello, dare alla Guida un significato di più della chiesa parrocchiale e degli ora- ampio respiro. Da una parte essa è tori e delle chiese campestri delle vie giunta ad arricchire la già numerosa e delle piazze e di ogni altra emer- collana delle “Guide dell’Accademia genza significativa con i riferimenti Urbense” riguardanti Ovada e i molti alle leggende, alla enogastronomia, paesi del suo circondario. Per il paese alle tradizioni del passato. Le descri- essa rappresenta invece un tassello del zioni puntuali e i precisi riferimenti più ampio programma elettorale storiografici vengono esemplificati dell’Amministrazione Comunale volto a sendo nato a Genova, egli ha sempre con una ricca rassegna di fotografie, che riscoprire la storia e le tradizioni di Rocca avuto nel cuore i due paesi di Campo Li- mostrano con ancor più evidenza quanto Grimalda. La scrittura della Guida è stata gure e di Rocca Grimalda a cui sente di Rocca Grimalda abbia da offrire al visi- affidata al Professor Franco Paolo Oli- appartenere in pari misura. A Rocca Gri- tatore. La Guida è anche arricchita nella veri, docente di Storia e Filosofia al malda vi è la casa della sua mamma e qui sua parte finale con una “Essential Guide Liceo Doria di Genova e Dottorando in veniva a trascorrere con lei periodi di ri- of Rocca Grimalda” in lingua inglese di Italianistica all’Università di Losanna. La poso estivo. Quando poi, nel 1991, la cui è autrice Elena Chiara Oliveri, figlia sua competenza in materia, gli deriva, mamma Elena Scarsi ritornò a risiedere a dell’autore. oltre che dai titoli accademici, dalla pas- Rocca Grimalda, ospite della struttura per Nella sua presentazione della Guida il sione per la storia e l’arte che ha messo a anziani “Domenico Antonio Paravidini”, sindaco, Giancarlo Subbrero, ha espresso disposizione quale volontario del Circolo divennero ancora più frequenti le pre- un ringraziamento, niente affatto formale, Vega di Genova, per il quale ha tenuto in senze di Franco Paolo Oliveri a Rocca. a Franco Paolo Oliveri per la passione e passato diversi cicli di conferenze sulle Per la cronaca, Elena Scarsi è stata la la competenza con cui l’ha scritta. Non chiese e i Sestieri di Genova e guidato vi- prima ospite della casa per anziani ad ha dimenticato di ringraziare tutte le per- site di gruppo alla scoperta delle emer- aver compiuto i cento anni, il 9 aprile del sone che hanno collaborato vario titolo e genze storico-culturali di questa Città. 2016, mancando poi centenaria alcuni l’Accademia Urbense per averla pro- Ma soprattutto, Franco Paolo Oliveri mesi dopo. mossa. ha con Rocca Grimalda uno stretto le- Così, l’autore della guida, che l’ha vo- game affettivo dovuto alle origini Roc- luto dedicare alla sua mamma, Elena chesi della sua mamma Elena Scarsi, Scarsi (1916-2016), ha saputo coniugare classe 1916, sposatasi a Genova con il al meglio la propria competenza storica- campese Giovanni Oliveri. Così, pur es- artistica con il legame affettivo ch’egli DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 257

257 Le Confraternite devozionali tra tradizione e rinnovamento

di Massimo Calissano Il 15 settembre 2017, nell’oratorio la loro esistenza nel della SS. Annunziata in Ovada, alla pre- sec. X; certamente il senza di un folto pubblico e delle Autorità maggior incremento religiose e cittadine, è stato presentato il si ebbe dal XII secolo bel volume di Paola Piana Toniolo: “La in poi. Le Confrater- Confraternita e l’Oratorio della SS. An- nite, associazioni lai- nunziata di Ovada”. Relatori, chi scrive che in forma ed Arturo Vercellino. religiosa, contribui- L’Autrice descrive innanzitutto l’or- rono a ridestare la re- ganizzazione ecclesiastica nell’Italia set- ligione, laddove stava tentrionale, spaziando dal Concilio di per affievolirsi, te- Nicea, primo Concilio ecumenico della nendo vivo il senti- storia, narrando della primitiva struttura- mento di carità zione della Chiesa, dell’opera riforma- fraterna. Lo Stato, trice del Concilio di Trento, determinante tranne in alcuni casi, per le nostre Confraternite, delle soppres- non mise alcun limite sioni napoleoniche, per giungere ai nostri alla loro attività e la giorni. Quindi l’attenzione si sposta sullo Chiesa imparò presto sviluppo delle Confraternite devozionali a servirsene, in laiche, per focalizzarsi sulla nascita delle quanto valido ba- confraternite ovadesi. luardo contro l’eresia Ma cosa è una Confraternita? Pren- incalzante. diamo in prestito la definizione che ne dà Fu però San Carlo l’Enciclopedia Treccani: “Associazione Borromeo, tra i più at- di fedeli eretta per l’esercizio di opere di tivi riformatori del pietà e di carità con una regolare orga- Concilio di Trento, a nizzazione, e avente per scopo anche l’in- promulgare, nel 1569, cremento del culto pubblico. A differenza la Regola per le Con- delle congregazioni, i loro membri non fraternite, progressi- emettono voti, né vivono in comune. Esse vamente adottata o fatta adottare a territorio da circa quattro secoli, e gestore vengono istituite in una chiesa a mezzo tantissime Confraternite, in particolar di veri e propri servizi socio-religiosi ed di un formale decreto (erezione cano- modo a quelle che erano sprovviste di assistenziali, potesse continuare a gestire nica) dell’autorità ecclesiastica e solo da uno statuto o che dovevano rinnovarlo a autonomamente le proprie attività. D’al- questa possono essere modificate o sop- seguito dell’applicazione dei decreti at- tro canto, la Regola tentava di porre un presse. Debbono avere uno statuto che tuativi di detto storico Concilio. limite agli eccessi (si pensi alle cene in fissa lo scopo dell’associazione e i rap- La Regola sancì ciò che la gerarchia chiesa del giovedì santo) al fine di evitare porti sociali interni, un titolo e un nome, della Chiesa post-tridentina voleva otte- degenerazioni comportamentali, sconve- una foggia speciale di abito per i confra- nere dalle organizzazioni dei fedeli laici, nienti in luoghi sacri e di cattivo esem- telli e insegne che vengono portate cioè dei non consacrati, che avevano ed pio. quando la confraternita si presenta come hanno scopi di culto pubblico, quale stru- È di questo periodo anche l’attiva- corporazione.” menti per la salvaguardia del Catechismo zione della procedura canonica dell’ag- Dal movimento mistico e spontaneo e della tradizione della Chiesa Cattolica gregazione alle Arciconfraternite, ossia dei flagellanti, dei battuti e dei discipli- di Roma, in particolar modo per arginare Confraternite “case-madri”, distintesi per nanti, che percorrevano le contrade ve- l’incalzante eresia protestante. pietà ed anzianità, a cui la Santa Sede ri- stiti di sacco predicando concordia e L’opera riformatrice di San Carlo, che conosceva il diritto di aggregare a sé altre penitenza, promuovendo al contempo prendeva a modello, tra le altre, le con- Confraternite simili, aventi stesso titolo opere di carità ed assistenza, si andarono fraternite dei disciplinanti, che deriva- o finalità, sparse per il mondo cattolico. strutturando i singoli sodalizi, associa- vano la loro origine dall’esperienza Il concilio di Trento riportò dunque le zioni laiche di uomini sotto forma reli- penitenziale del medioevo, mirava quindi Confraternite sotto la vigilanza dei ve- giosa. a impedire che un corpo sociale ormai scovi, passando sotto la giurisdizione In Italia alcuni autori danno per sicura ben organizzato, strutturato e presente sul della Chiesa. Il clero s’intromise nel go- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 258

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verno di esse, per- sponendo che le ché o avevano uno Confraternite scopo di culto o aventi scopo esclu- uno scopo misto sivo o prevalente di spirituale e tempo- culto non fossero rale. Per tutto il più soggette a ulte- ‘600 ed il secolo riori trasformazioni successivo fre- nei fini, dipen- quenti furono le di- dendo esclusiva- spute che mente dall’autorità contrapposero l’au- ecclesiastica per torità ecclesiastica quanto riguarda il alle Confraternite, funzionamento e gelose delle loro l’amministrazione. prerogative; biso- Approvato lo sta- gna pensare che, al- tuto da parte del- l’epoca, non vi era l’ordinario villaggio nel quale diocesano, i confra- non fosse insediata telli si riuniscono in una o più Confra- assemblea e prov- ternite. Al termine vedono all’elezione del diciottesimo se- dei propri rappre- colo, l’azione rifor- sentanti (Priore o matrice di Primicerio, fabbri- Giuseppe II, nei ter- ciere, cancelliere, ritori dell’Impero maestro dei novizi Austriaco, ed in se- ecc.), che debbono guito gli eventi conseguenti alla Rivolu- pubblica beneficenza e assistenza, re- essere confermati dall’ordinario stesso. Il zione Francese soppressero gran parte stando di conseguenza soggette al con- cappellano o padre spirituale viene quindi delle Confraternite. trollo dello Stato per quanto riguarda gli nominato dal vescovo. Secondo il diritto Con la Restaurazione vennero ripristi- acquisti, le alienazioni e l’amministra- civile italiano le Confraternite erette nate, ma la legislazione ecclesiastica zione del loro patrimonio. All’autorità ec- dall’autorità ecclesiastica, ma senza il ri- provvide a limitarle nel numero e nelle clesiastica restava in pratica il solo conoscimento della personalità giuridica competenze, considerandole o come as- controllo dell’attività spirituale. da parte dello stato, possono vivere come sociazioni di fedeli a scopo religioso, o La legge 17 luglio 1890 (Norme sulle private associazioni e coi contributi dei come pubbliche istituzioni di beneficenza istituzioni pubbliche di assistenza e be- confratelli, ma, non essendo soggette al e assistenza. Dato il duplice loro scopo, neficienza – “IPAB”) trasformò ulterior- controllo dello Stato, non possono acqui- divennero soggette al diritto della Chiesa mente le confraternite destinate al stare né ricevere donazioni o lasciti e sottoposte quindi alle disposizioni del mantenimento degli indigenti inabili al aventi ad oggetto beni immobili. codice di diritto canonico, che ne regola lavoro, destinandone il patrimonio a Inquadrati gli scopi e le funzioni delle l’erezione, l’aggregazione e l’eventuale scopi di beneficenza più consoni ai mu- confraternite e la loro evoluzione storica, estinzione, e a quello dello Stato, tramite tati bisogni sociali. Le Confraternite con torniamo alle pagine della prof.ssa To- l’autorità prefettizia. scopo di culto trasformate continuavano niolo. L’Autrice descrive la nascita delle Durante il periodo risorgimentale le a possedere la loro chiesa, i locali annessi confraternite ovadesi, che fanno risalire Confraternite, già esistenti come enti mo- necessarî al culto, gli arredi sacri e veniva al 1289 l’oratorio dell’Annunziata, al rali, subirono la sorte degli altri enti reli- loro assegnato un congruo assegno di 1464 quello di San Giovanni e al 1563 giosi, rientrando sotto la sorveglianza del manutenzione. l’oratorio di San Sebastiano, soppresso in potere civile (Legge 15 agosto 1867, Sarà infine il concordato fra l’Italia e epoca napoleonica. Dall’attento esame detta dell’“eversione dell’asse ecclesia- la S. Sede stipulato l’11 febbraio 1929, a dei documenti di archivio della Confra- stico”). Venne loro riconosciuta la perso- definizione della “questione romana”, a ternita dell’Annunziata, compiuto con la nalità giuridica quali istituzioni di modificare la precedente legislazione, di- pazienza e la maestria congeniale alla no- DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 259

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In questa pag.: l’Oratorio dell’Annunziata.

stra Autrice, emerge il ruolo Il volume è poi arricchito sociale che la confraternita dagli interventi di Aurora Pe- assumeva all’interno della trucci Tabbò: “Invito a una comunità ovadese. Proprieta- sacra conversazione. L’ora- ria di case e terreni, che ve- torio dell’Annunziata di nivano messi a buon reddito, Ovada” e “Le tele del Cam- il pio sodalizio, che ascri- biaso”, nonché di Francesco veva a sé buona parte della Caneva: “L’organo Serassi- popolazione (la restante fa- Bianchi”. ceva parte delle altre due La recensione del bel vo- confraternite) provvedeva lume di Paola Piana Toniolo, non solo al culto, di cui di- che mi ha consentito di com- remo, ma ad opera di assi- piere un breve exursus sto- stenza e carità. In un’epoca rico sull’origine e gli scopi in cui lo “Stato sociale” era delle confraternite, dalla loro assolutamente inesistente, origine ai nostri giorni, non spettavano in gran parte alle può che chiudersi con alcune Confraternite i compiti di so- considerazioni sugli obiettivi stegno ai poveri, malati, car- e le finalità delle Confrater- cerati, pellegrini, orfani e nite oggi. vedove, nonché attività fina- Agli inizi del terzo mil- lizzate al riscatto dei prigio- fabbri, nonché sarti e ricamatrici. In- lennio assistiamo ad una rina- nieri dei pirati saraceni. Nel 1606 la somma un importante “volano” per l’eco- scita delle Confraternite , dopo un Confraternita dell’Annunziata istituì il nomia locale, se si pensa che questa periodo di crisi nei decenni finali del se- “monte frumentario” con lo scopo di di- attività era svolta anche dalle altre due re- colo scorso. In anni in cui assistiamo ad stribuire ai contadini più poveri, con l’ob- altà confraternali, cui tutta la popolazione una crisi delle vocazioni sacerdotali che bligo di restituzione, il grano che loro ovadese aderiva. pare ormai irreversibile, con un clero necessitava per la semina, non essendo Le opere d’arte che arricchiscono la sempre più anziano chiamato a reggere stati in grado, vivendo in condizioni di chiesa sono quindi descritte con dovizia numerose parrocchie, le Confraternite pura sussistenza, di conservarlo. di particolari nei capitoli che seguono, sono chiamate a svolgere quei ruoli di Altra funzione fondamentale riguar- uno dei quali è dedicato al celebre polit- supporto indispensabili per l’esistenza dava la celebrazione delle esequie e la se- tico cinquecentesco, ora attribuito al va- delle realtà parrocchiali. Dalla semplice poltura dei defunti. Ogni ascritto veniva lenzano Agostino Bombelli e tutt’ora apertura e custodia delle chiese, alle infatti tumulato all’interno della parroc- custodito nell’oratorio. Un interessante opere di loro ordinaria manutenzione, chiale, nelle apposite sepolture situate capitolo sulla famiglia di San Paolo della all’avviamento dei giovani alla vita par- sotto il pavimento della chiesa; pratica Croce, ascritto alla Confraternita della rocchiale ed all’assistenza a malati ed an- che durerà oltre i decreti di epoca napo- SS. Annunziata nel 1707. ziani, fino alla recita dei rosari funebri ed leonica che ne proibivano l’uso, isti- Dopo aver segnalato una serie di gu- alla partecipazione alle esequie. tuendo i cimiteri fuori dai centri abitati. stose “curiosità”, tratte dalla documenta- Non solo. In un epoca in cui assi- Non ultima vi era poi la cura dell’ora- zione d’archivio, l’Autrice dedica un stiamo al radicarsi anche nel nostro Paese torio finalizzata al suo continuo abbelli- ulteriore capitolo, “Ovadesi del Sei-Set- di culture religiose diverse, le Confrater- mento. La splendida chiesa, così ricca di tecento”, alla redazione di regesti, ossia nite, come al tempo della riforma di San opere d’arte, è oggi il frutto di una conti- brevi riassunti del contenuto di atti nota- Carlo Borromeo, possono essere un va- nua opera di abbellimento compiuta dai rili, testamenti, contratti, lettere ecc. con- lido baluardo per affermare e tramandare confratelli nel corso dei secoli. tenuti nell’archivio della Confraternita, in i valori della tradizione cristiana. Dall’esame dei contratti e dei libri dei uno speciale registro. Ne nasce un impor- conti, minuziosamente consultati dal- tante “spaccato” della vita ovadese di l’Autrice, apprendiamo che intorno alla quei secoli, che contribuisce in modo confraternita ruotavano uno stuolo di ar- assai efficace a ribadire l’importanza tisti, pittori, scultori, doratori, marmisti, della Confraternita dell’Annunziata nel stuccatori, ma anche muratori, falegnami, contesto economico e sociale di allora. DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 260

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RENZO ROSSI, Omag- Questo il commento dell’Autore sul mate- gio a Oddini l’Archi- riale messogli a disposizione dall’Urbense: tetto del ‘900, “Il responsabile dell’archivio ci ha per- Atlantide Editore - messo di portare con noi gran quantità del 2017 - pagine 161 - materiale trovato, perché quella era la no- brossura. stra storia e noi, carichi di scartoffie, siamo tornati a casa ebbri di gioia. A novembre dello scorso Il materiale trovato era molto, doveva es- anno è stata pubblicato il sere analizzato, studiato, catalogato, scan- volume “Omaggio a Od- sionato, ho fatto tutto questo con tanta dini” scritto da Renzo passione ed emozione anche perché erano Rossi e corredato da immagini inedite: mi meravigliavo di fronte schizzi, bozzetti, disegni a progetti di parte della fabbrica o di anti- CAMILLA SALVAGO RAGGI, Viaggi, Tipo- e fotografie per ricordare non solo l’Archi- chi palazzi che oggi vedo in parte trasfor- grafia Pesce - Ovada - Luglio 2018, tetto-Ingegnere che realizzò il sogno di un mati e mi commuovevo osservando disegni pag. 191- brossura. grande imprenditore come Leopoldo Parodi e schizzi del Castello di Colleferro o del Delfino ma anche la storia di Colleferro. Castello di Piombinara quando ancora È recentemente apparso in libreria il vo- Una città-fabbrica, nata sui colli nella Valle svettava la torre e i rovi non avevano co- lume “VIAGGI” della collana “I Libri del del Sacco dove, ai primi del Novecento - in perto gran parte dei resti; forse quegli Granaio” per i tipi dell’ovadese Tipografia un ambiente agreste preservatosi quasi in- schizzi erano stati disegnati nei momenti di Pesce. Un’opera che rivela un nuovo ed in- tatto - pascolavano ancora le greggi. pausa, per rilassarsi, si soffermava a fis- sospettato aspetto della poliedrica attività Queste le parole per disegnare la figura del- sare un passato ancora lontano che, con culturale di Camilla Salvago Raggi che qui l’Autore che il sindaco Pierluigi Sanna mano sicura, è riuscito a trasmetterci in compare in veste di abile fotografa. scrive nella prefazione: tutta la sua bellezza ed integrità. Una carrellata di immagini che diventano “Mi ha sempre entusiasmato e contagiato Parafrasando Manzoni “mi sapeva male un diario fotografico dei suoi viaggi e, sia la sua insuperabile curiosità e il suo co- che una storia così bella dovesse rimanere pure in piccola parte, della sua vita. stante impegno a far riemergere quella vita tuttavia sconosciuta”, pertanto ho pensato Il volume si apre con le fotografie di una che scorre sotto la superficie delle cose”. di mettere a parte i miei concittadini di sonnolenta Venezia e di alcune delle sue Concetto che rivela la personalità del Rossi, quanto appreso.” isole: Torcello, Burano e Malamocco. Im- un anconetano a cui si devono numerose Così è nato “Omaggio a Oddini, un rico- magini, nel complesso, che lasciano filtrare opere dedicate alla propria città di ado- noscimento doveroso ad un uomo che sfi- momenti di vita o colgono “...al volo” an- zione: Colleferro attraverso la cartolina dando l’ignoto e fidandosi ciecamente di goli inconsueti con particolari architettonici (2001), Colleferro frammenti ed immagini Leopoldo Parodi Delfino, arrivò in questi che pochi sanno apprezzare. Ne sono testi- (2005), Colleferro Città di fondazione, per luoghi isolati e poco accoglienti, la Valle monianza tanti angoli di Siena, Montepul- i 70 anni della dedicazione della chiesa di del Sacco, e con instancabile alacrità, met- ciano, San Giminiano, Perugia, Recanati, S. Barbara (2007), Colleferro negli annulli tendo a frutto la sua professionalità, pro- Pompei .....! postali (2011) ed alcune altre di sicuro in- gettò il Villaggio Industriale di Collferro di E ancora altri prospetti fotografati al- teresse. Roma, inaugurato il 4 dicembre 1916.” l’estero: da suggestive vedute della campa- In realtà, l’Omaggio a Oddini l’Architetto L’opera si suddivide in cinque parti: i Pro- gna inglese a severe inquadrature in del ‘900 è stato realizzato utilizzando ma- getti, il Villaggio, la Fabbrica, i Disegni e Haute-Savoie, Grecia, Ungheria, Polonia. teriale tratto dal Fondo archivistico del- la Famiglia Oddini. Tra l’altro, l’oculata scelta della bassa de- l’Autore e grazie alla collaborazione con finizione per la stampa conferisce alle im- l’Accademia Urbense magini, in alcuni casi, l’aspetto di che ha generosamente acquerelli in bianco e nero, che sembrano prestato larga parte del eseguiti dalla mano felice e sapiente di un Fondo “Michele Od- ragguardevole artista. dini”. Di non minore im- Chiude il volume una nota di Mario Canepa portanza la cooperazione il quale, oltre al suo personale commento con il Comune di Colle- sui viaggi, ricorda un suo casuale incontro ferro e con Stefano Od- con il poeta e scrittore statunitense Ezra dini Carboni che ha Pound a Venezia. concesso disegni ed ac- Tutto molto bello e vero: le fotografie par- querelli provenienti dal lano! suo Archivio privato. (pier giorgio fassino) DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 261

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“I PROGETTI”, raccoglie le riproduzioni COMITATO FESTEGGIAMENTI MADONNA studi uniformologici del periodo) completa di diversi studi dedicati alla realizzazione DEGLI ANGELI, Rossiglione e la sua il volume che costituisce un doveroso ri- di fabbricati per le maestranze dimostrando gente nella Prima Guerra Mondiale, cordo di coloro che caddero per completare che il committente ed il progettista deside- Ed. Danibel srl - 2015. l’Unità d’Italia. ravano realizzare non solo una grande fab- (pier giorgio fassino) brica ma pensavano anche ad offrire le I Rossiglionesi hanno voluto partecipare migliori condizioni di vita anche alle ri- alle corali celebrazioni legate al Centenario sorse umane che avrebbero contribuito al della Guerra 1915 - 1918 e, per l’occasione, funzionamento del complesso: le case po- ANGELO SEBASTIANO BARISIONE, Fin polari, le case per i capi reparto, la cucina cunsuvé (1957/1970), Comune di Ros- ed il refettorio per gli operai, il mercato co- siglione, pp. 358, Edizione a cura di perto, case rurali, la casina quadrupla, l’al- Galata, Genova 2018. bergo-ristorante, l’albergo popolare, l’Istituto orfani e malati e la cappella del ci- “Fin cunsuvé” (Finchè mi sovviene), con mitero. . questo titolo si apre un lungo e appassio- “IL VILLAGGIO”, presenta una ricca do- nato lavoro col quale l’autore riprende, sul cumentazione fotografica dedicata a diversi filo di una memoria straordinaria, il suo edifici (in corso d’opera o già terminati) del vissuto intercorso fra il 1957 ed il 1970. nucleo abitativo, sorto nelle vicinanze della La matassa ideale del tempo si dipana così fabbrica con i servizi indispensabili alla co- attraverso gli anni dell’infanzia, dell’ado- munità delle maestranze: alloggi per operai, lescenza e della prima giovinezza che lo ve- alloggi per impiegati o capi reparto, villino dono frequentare la scuola elementare a per dirigenti, circolo per dirigenti e impie- Rossiglione, le medie inferiori a Campo Li- gati, scuola elementare, farmacia, mercato gure e l’istituto tecnico presso il collegio coperto, delegazioni ed il tempietto votivo Don Bosco di Sampierdarena. dedicato a S. Barbara. hanno dato alle stampe un elegante volume Dai faticosi esordi calligrafici dei primi - “LA FABBRICA”, una eccezionale docu- dedicato ai loro concittadini che avevano giorni alle elementari, il quinquennio sco- mentazione dei lavori di costruzione del partecipato al conflitto. lastico forse più spensierato, agli ardui eser- grandioso complesso industriale che dimo- Sicché, una squadra di redattori volontari cizi di analisi logica e latino delle medie, stra quanto sia importante l’attività archi- tra i quali spicca il Prof. Cristino Martini, pur sempre più lievi delle severe discipline vistica condotta da Volontari che hanno ha curato quest’opera suddivisa in diversi poi affrontate al Don Bosco, sfilano le im- salvato il prezioso materiale. capitoli: magini dei luoghi frequentati, gli accadi- Così sono illustrate: la cava per l’estrazione - Dal 1912 al 1918: i più importanti eventi menti e gli episodi memorabili, il profilo della pozzolana, gli impianti per la produ- legati alla Grande Guerra; zione di calci e cementi, gli impianti per - La popolazione; concimi, forni, magazzini e silos. - L’Amministrazione civica; - “I DISEGNI”: la parte artistica dell’opera - Chiamata alle armi; riproduce le tavole dedicate ai castelli di - In Paese; Colleferro e Piombinara eseguiti nei pochi - Devozione e luoghi della fede negli anni momenti di quiete che l’Architetto-Inge- di guerra; gnere si concedeva; una chiara dimostra- - Elenco dei Caduti (redatto in base alle co- zione che Michele Oddini, oltre ad essere municazioni pervenute dai vari Comandi un tecnico di grande valore era anche un ar- Militari). tista di notevoli capacità. Un particolare ricordo viene rivolto ai chie- - “LA FAMIGLIA ODDINI”: diverse illu- rici-soldati ed ai cappellani militari: strazioni, dedicate ai componenti la Casata, Stefano Ferrando (fututo vescovo missio- arricchite da una introduzione di Stefano nario salesiano che interruppe gli studi per Oddini Carboni, nipote dell’Architetto, che compiere il proprio dovere come sergente il 4 dicembre 2016 presenziò, a Colleferro, di Sanità); don Felice Odone e don Ernesto all’intitolazione del Viale del Quartiere Scovazzi, Cappellani Militari i quali, caduti Santa Barbara a Michele Oddini. prigionieri durante la rotta di Caporetto, condivisero con migliaia di commilitoni i (pier giorgio fassino) durissimi giorni di prigionia nei campi au- stro-ungarici. Una ricca documentazione fotografica (ec- cellente per coloro che si dedicano agli DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 262

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dei numerosi compagni di scuola e di zione del sapere e o i riferimenti etici indif- documentazione utilizzata nel libro con- gioco, le consuetudini didattiche degli in- feribili che saranno, poi, i principi fondanti sente di chiarire diverse questioni dal- segnanti e le figure di personaggi singolari, della sua professione svolta, da sempre, l’equipaggiamento delle mitragliatrici al ormai scomparsi, salvati dall’oblio e con- con dedizione e profonda umanità. rinnovamento dell’artiglieria, alla nascita segnati, in queste pagine, alla memoria col- (Bruno Repetto) dell’aeronautica. lettiva. Una rappresentazione lucida di Un po’ tutta la vita dell’ufficiale di carriera realtà convissute a quel tempo anche dai dell’Ottocento è esemplificata nella biogra- coetanei, o quasi, nei quali suscita ancora fia di Paolo Spingardi: dalla vita nel reggi- nitide sensazioni, forse riposte ma non mento alle grandi manovre, al crescere di scordate, come il riandare alle letture in ANDREA SACCOMAN, Paolo Spingardi. responsabilità e influenza col progredire classe dell’“Isola del Tesoro”, con conse- L’uomo e il soldato 1845-1918, Acqui della carriera. E si può rivisitare anche un guenti disegni svolte dall’indimenticato Terme, Impressioni Grafiche, 2018. po’ tutta la storia italiana dall’ultimo scam- maestro Salvatore La Rocca, oppure al sa- polo del Risorgimento (Spingardi cominciò pore di quei viaggi in corriera per e da la propria carriera militare partecipando Campo Ligure nelle giornate nevose di in- alla nostra III Guerra d’Indipendenza) fino verno o tiepide di primavera inoltrata già alla Grande Guerra (nella quale Spingardi, ammiccanti alle vacanze liberatorie. Con oramai fuori dai ruoli per limiti d’età, fu l’espressione di un lessico essenziale, vo- Presidente della Commissione che si oc- lutamente scevro da ogni compiacimento e cupò dei prigionieri austriaci detenuti in fedele alla realtà descritta, la cronaca si Italia). svolge nel susseguirsi degli anni, con l’al- Nel testo si mettono in luce elementi rela- ternarsi dei periodi di scuola e di vacanza i tivi alla polemica intorno alla preparazione quali, nella narrazione, vengono temporal- militare italiana nell’estate del 1914. Cer- mente scanditi dai maggiori accadimenti tamente l’esercito italiano non era perfetto, sportivi e dagli eventi epocali che, storica- né avrebbe mai potuto sperare di competere mente hanno segnato la seconda metà del con i più forti eserciti del mondo, ma l’ac- Novecento. cusa di essere i responsabili della “impre- Da questo ritorno al passato, emergono via parazione”, che fu ai tempi lanciata contro via l’atmosfera e l’incanto delle stagioni Spingardi dagli interventisti, è con ragio- trascorse, stati d’animo particolari sottesi nevoli argomenti dimostrata esser stata dai momenti di difficoltà e di successo sco- usata per colpire politicamente Giolitti e i lastici, l’entusiasmo per esaltanti partite di neutralisti, più che fondata su dati reali. calcio, delusioni, sprazzi di felicità e spe- Paolo Spingardi nacque a Felizzano nel ranze proprie di chi si sta affacciando alla 1845 e morì a Spigno Monferrato nel 1918. vita. Le estati scorrono rapidamente fra il Precorse tutti i gradi della carriera militare gioco, le escursioni in campagna, i lunghi Personaggio poco noto ma di notevole in- e fu Ministro della Guerra per cinque anni e defaticanti giri in bicicletta, la pesca e i teresse. Dal 1909 al 1914 fu il principale consecutivi, tra il 1909 e il 1914, al culmine bagni nel torrente sotto casa solo rare volte artefice del riarmo italiano precedente la dell’età giolittiana. La sua vita, piena di nella spiaggia di Veltri; normali ricreazioni prima guerra mondiale. Dopo il Presidente episodi interessanti, permette di ripercor- alle quali si alternano consuete incombenze del Consiglio Giolitti e il Ministro degli rere da un punto di vista particolare gran domestiche o saltuari impegni lavorativi di Esteri San Giuliano, Spingardi ebbe il ruolo parte della storia d’Italia tra il compimento questi uno richiederà la preparazione ac- più importante nella conduzione “strate- dell’Unità e la Prima guerra mondiale. quisita frequentando l’istituto tecnico. Nel- gica” della guerra italo-turca. Andrea Saccoman è nato a Milano nel l’esame conclusivo del quinto anno, Veniva da una famiglia monferrina origina- 1966. Insegna Storia contemporanea presso sostenuto presso l’Istituto Statale Giorgi, si ria di Bistagno. Il ramo dal quale discese il il Dipartimento di Scienze Umane per la configura la meta di questo lungo viaggio futuro generale si era trasferito a Spigno in- Formazione “Riccardo Massa” dell’Uni- della memoria, l’evento tanto temuto ma torno alla metà del Settecento. versità degli Studi di Milano-Bicocca. preparato con scrupoloso impegno come La madre veniva da Sezzadio, ma la fami- poi dimostra il lusinghiero e più soddisfa- glia di lei era oriunda di San Lorenzo di (Lionello Archetti Maestri) cente risultato conseguito. In quel mo- Ovada. mento di legittimo sollievo non vi è ancora Sposò Rina Merialdi di cospicua famiglia la consapevolezza delle difficoltà da af- di Rocca Grimalda. Fu un matrimonio fe- frontare con la prosecuzione, peraltro inat- lice. Paolo Spingardi ebbe dunque legami tesa, degli studi alla facoltà di medicina di forti e continuati con l’Alto Monferrato, Genova ma, soprattutto, di aver maturato dove tornava volentieri ogni volta che gli in quegli anni verdi la capacità di acquisi- impegni di servizio glielo consentivano. Per gli appassionati di questioni militari, la DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 263

E’ uscito il libro “Il giorno che facemmo un Re”, E’ uscito il libro omaggio a Claudio Villa, Reuccio della Canzone Italiana. postumo di PRENOTALO SUBITO. Romeo Pavoni dedicato Calendario alla Storia 2019 dell’Oltregiogo in dialetto Genovese. ovadese

Tesseramento 2019 Attraverso la Vostra quota associativa ci permettete di svolgere al meglio le attività dell’Associazione, volte alla difesa del patrimonio storico-artistico, usi, tradizioni e dialetto dell’Ovadese, storicamente inteso, ed alla sua valorizzazione. Invitiamo tutti i Soci e i Simpatizzanti a visitare il sito internet dell’Associazione. Vi troveranno una biblioteca on-line di circa un centinaio di monografie ed inoltre tutti i numeri di URBS, salvo l’annata in corso. SOSTENETE LE INIZIATIVE DELL’ACCADEMIA SOTTOSCRIVENDO IL 5 X MILLE INTESTATO AL NOSTRO SODALIZIO P.I. e C.F. 01294240062 DRP URBS 3-4.qxp_Layout 1 19/11/18 08:22 Pagina 264