CALIZZANO E IL SUO PASSATO Momenti Di Storia E Di Cultura

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CALIZZANO E IL SUO PASSATO Momenti Di Storia E Di Cultura Consorzio per la tutela e la conservazione del sottobosco Calizzano $"-*;;"/0&*-4601"44"50 .PNFOUJEJTUPSJBFEJDVMUVSB %BMMFUËTQBHOPMBBMMFUËOBQPMFPOJDB Calizzano 2013 “Consorzio per la tutela del sottobosco” Calizzano CALIZZANO E IL SUO PASSATO Momenti di storia e di cultura 2. Dall’età spagnola all’età napoleonica a cura di Giannino Balbis contributi di Giannino Balbis, Mario Berruti, Paolo Calcagno, Marco Leale, Antonio Martino, Mariangela Nan, Carmelo Prestipino, Fiorenzo Toso, Roberto Vassallo Calizzano 2013 Calizzano e il suo passato. Momenti di storia e di cultura Dall’età spagnola all’età napoleonica Volume 1: Dalle origini all’epoca carrettesca Volume 2: Dall’età spagnola all’età napoleonica Volume 3: Dal Risorgimento all’età contemporanea © 2013 Riservati tutti i diritti, totali e parziali Impaginazione e grafi ca: Claudio Zaccagnino Stampa: Tipolitografi a Bovesana – Boves (Cn) Foto di Roberto Oddone I edizione: ottobre 2013 Claudio Zaccagnino Editore Salita San Barnaba, 26 16136 Genova Tel/Fax: 010.219534 mail: [email protected] ISBN: 978-88-87984-28-6 In copertina: Veduta ottocentesca di Calizzano. (Tratta da G. Chabrol de Volvic, Statistica del Dipartimento di Montenotte, a cura di G.Assereto, Comune di Savona, 1994, Vol. l, tav. XVl) 4 Indice M. Leale, Le vicende storiche dall’età spagnola all’età napoleonica ......... p. 7 I. Il secolo spagnolo ………………………………………………………… p. 7 1. Arrivo degli spagnoli nel Marchesato del Finale e ragioni del loro interesse 2. La reazione imperiale: il problema dell’investitura dei feudi delle Langhe fi nalesi 3. Interesse delle potenze confi nanti per il Marchesato ed i feudi valbormidesi 4. Calizzano nelle guerre del XVII secolo: a) Prima guerra del Monferrato (1613-1617); b) Invasione franco-piemontese del Marchesato del Finale (1644); c) Congiura di Raffaele della Torre (1672) 5. Amministrazione e statuti della Comunitas 6. Epilogo della dominazione spagnola 7. Vendita del Marchesato alla Repubblica di Genova II. La dominazione genovese ………………………….................................. p. 39 1. Premessa: la Repubblica di Genova dopo Utrecht e Rastadt (1713-1714) 2. Le reazioni nel Marchesato del Finale (1712-1714) 3. Giuramento di fedeltà alla Repubblica di Genova 4. Calizzano nella relazione di Filippo Cattaneo De Marini (1714) 5. Mire sabaude sul Finale nella prima metà del XVIII secolo:la guerra di successione d’Austria ed il ritorno a Genova (1746-1749) III. Le ultime vicende della Repubblica aristocratica (1789-1797) p. 59 IV. L’epopea napoleonica………………………………..…………..……… p. 71 1. Note introduttive sull’organizzazione statuale periferica: a) La Repubblica Ligure; b) L’Impero francese 2. Calizzano e il suo territorio 3. Calizzano nella bufera: a) l’invasione della Liguria e la prima Campagna d’Italia (1794-1797); b) la seconda Campagna d’Italia (1799-1800) 4. Alcune note sull’amministrazione della Municipalità di Calizzano: la querelle con il giudice di pace 5. La dominazione napoleonica: aspetti positivi e conseguenze negative 6. Ricostituzione ed epilogo della Repubblica (1814) V. Attività agricole ed economiche ……………………..…………..………. p. 125 1. Nota introduttiva: importanza della rete stradale per lo sviluppo economico locale 2. Agricoltura e silvicoltura 3. Alcune note introduttive sulla siderurgia nel Dipartimento di Montenotte 4. Le ferriere calizzanesi in epoca napoleonica 5. Altre attività industriali calizzanesi: a) segherie; b) barili e botti; c) manifatture di tabacco 6. Attività economiche a confronto M. Berruti, 1630-1631: la peste a Calizzano…………………………........ p. 139 P. Calcagno, Una nuova fi scalità: gli spagnoli e l’istituzione del dazio di Carcare e Calizzano…………………….....…. p. 157 A. Martino, Il servizio militare dell’Impero francese a Calizzano……...... p. 177 La coscrizione del Dipartimento di Montenotte.............................................. p. 177 I soldati di Calizzano....................................................................................... p. 183 5 G. Balbis, Questioni di confi ne tra Calizzano e Bardineto nel secondo Settecento ……………………………………..... p. 207 C. Prestipino - R. Vassallo, Per la storia religiosa di Calizzano (II) …...... p. 231 1. Premessa………………………………………………………………….. p. 231 2. La chiesa e il convento dell’Annunziata di Calizzano dalle origini alla fi ne del XVI secolo…………………………………...… p. 232 3. San Pietro e Paolo di Vetria: una nuova parrocchia………………….… p. 261 4. La vita religiosa a Calizzano alla fi ne del ’700………………………….. p. 267 F. Toso, Echi valbormidesi nelle parlate della Basilicata…….................... p. 287 M. Nan, “Mèisu per mèisu, ina vota a Carizzàn”. Proverbi e curiosità storiche e di vita quotidiana …...……………………………....... p. 293 Bibliografi a ………………………………………………….......….……. p. 318 6 MARCO LEALE Le vicende storiche dall’età spagnola all’età napoleonica I Il secolo spagnolo 1. Arrivo degli spagnoli nel Marchesato del Finale e ragioni del loro interesse – 2. La reazione imperiale: il problema dell’investitura dei feudi delle Langhe fi nalesi – 3. Interesse delle potenze confi nanti per il Marchesato ed i feudi valbormidesi – 4. Calizzano nelle guerre del XVII secolo: a) Prima guerra del Monferrato (1613-1617); b) Invasione franco-piemontese del Marchesato del Finale (1644); c) Congiura di Raffaele della Torre (1672) – 5. Amministrazione e statuti della Comunitas – 6. Epilogo della dominazione spagnola – 7. Vendita del Marchesato alla Repubblica di Genova. 1. Arrivo degli spagnoli nel Marchesato del Finale e ragioni del loro interesse Il XVI secolo si chiude con il tentativo spagnolo – avversato dall’Impero, ma anche dalla Repubblica di Genova e dal Ducato di Mantova – di impossessarsi del Marchesato del Finale, innanzi tutto per ragioni strategiche in quanto, ancora prima che l’aperta ostilità dell’Inghilterra e della Francia chiudesse defi nitivamente alla Spagna la via marittima per le Fiandre, essa era divenuta così pericolosa per l’attività piratesca dei «gueux» olandesi e dei corsari inglesi e ugonotti, da costringere il governo spagnolo a cercare un itinerario alternativo per inviare rifornimenti, truppe e denaro nelle ricche province dei Paesi Bassi, ribellatesi fi n dal 15661. La soluzione a questo importante problema logistico è quella di dirottare le spedizioni di uomini e salmerie verso il Mediterraneo: da Barcellona, via mare, essi [raggiungono] la costa ligure, di dove [vengono] fatti proseguire per lo Stato di Milano; da qui, attraverso i passi del Moncenisio o del Piccolo San Bernardo, [discendono] nella Franca Contea e nella Lorena, per arrivare fi nalmente nei Paesi Bassi. [È], questa, la cosiddetta «strada spagnola» (fi g. 2, pag. 38): un percorso lunghissimo, di oltre un migliaio di chilometri, per il quale [occorrono] tre mesi di cammino e che si [snoda] in gran parte attraverso territori direttamente controllati dalla Spagna o posseduti da suoi alleati come la Repubblica di Genova o i duchi di Savoia o di Lorena. In questo sistema di comunicazioni tra il Mediterraneo e il Mare del Nord, lo Stato di Milano [viene] ad assumere un ruolo di primaria importanza; non solo quale tappa obbligata sulla via tra la Spagna e i Paesi Bassi, ma anche come «verdadera plaza de armas de la monarquía», in quanto qui [affl uiscono] dai vari punti dell’Impero degli Asburgo le truppe che, prima di essere indirizzate verso le Fiandre, [devono] essere armate, equipaggiate, talvolta addestrate. 1 R. MUSSO, Finale e lo Stato di Milano (XV-XVII secolo), in A. GRANERO – F. MANCA (a cura di), Storia di Finale, Introduzione di L. BOTTA, Daner Elio Ferraris Editore, Savona 2001, p. 139. 7 Lo Stato di Milano [è] però privo di uno sbocco al mare e, benché [la Spagna si serva sempre] degli approdi situati in territorio genovese e, in particolare della rada di Vado, la Repubblica – che pure [è] legata alla Spagna da enormi interessi economici – non dà suffi cienti garanzie di stabilità. Il Finale, si [pensa] a Madrid (e, ancora di più, a Milano), [può] invece svolgere con notevole effi cacia la funzione di porto della Lombardia; di certo molto più di altri possibili sbocchi al mare, come Villafranca, Monaco o Mentone, troppo scomodi e lontani2. Ma non solo, poiché, allorquando il 9 gennaio del 1602, dopo quattro anni di complicati intrighi diplomatici, il governatore di Milano, conte di Fuentes, rompe fi nalmente gli indugi ed il capitano Don Pedro de Toledo y Añaya – al comando di 600 soldati, seguiti dopo pochi giorni da un intero «tercio» di fanteria spagnola e, sul mare, da una squadra di quattro galee – occupa il Marchesato del Finale, questo viene immediatamente ad assolvere anche una funzione difensiva: lo Stato di Milano, guardiano degli interessi spagnoli nella penisola, [necessita infatti] di tutta una serie di appoggi per non trovarsi scoperto in caso di aggressione esterna; e al pari delle guarnigioni in Savoia e di quella di Monaco, il feudo dei Del Carretto [rappresenta] un punto chiave per il controllo della zona. Nel contempo, con l’acquisizione del Marchesato gli spagnoli [rafforzano] la loro presenza nell’alto Tirreno, l’area più vulnerabile ed esposta agli attacchi dei nemici, garantendosi un nuovo ricovero sicuro sulla rotta Barcellona-Messina3. Finale assume così – come scrive Paolo Calcagno – all’interno del sistema imperiale spagnolo il ruolo di porta del Ducato milanese, e di «chiave che [unisce] li Regni di Sicilia, di Napoli e della Spagna allo Stato di Milano». Se il Ducato [funge] da antemurale di Napoli nell’eventualità di attacchi francesi […], e il viceregno meridionale – insieme alla Sicilia – da baluardo
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