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NOVEMBRE DICEMBRE 2008 st. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.
Sciescursionismo Lesachtal, Val Maira Alpinismo Eiger, Ponte di Muro Personaggi Julius Kugy, Nino Oppio Novembre Dicembre 2008 Supplemento bimestrale a la “Rivista del a la 2008 Supplemento bimestrale Dicembre Novembre Alpino Italiano - Lo Scarpone” Club Po 12/2008 - Sped. in abb. N. CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 15:47 Pagina a2
anz zzero 210x280 ITA indd 1 09 10 2008 12:05:10 Uhr CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 15:48 Pagina 1
L’estate, definita orribilis per l’alpinismo si è appena conclusa, la montagna assetata di sangue ha preteso i suoi sacrifici umani ed ora con l’avvento dell’au- tunno può tornare nel suo regno dell’oblio, alla periferia del mondo. Nel caso di di Pier Giorgio una nuova disgrazia, ma i morti devono essere almeno 4, se non proprio tutti Baldracco assieme almeno tutti nello stesso giorno e pazienza se a centinaia di chilometri di distanza, ci penserà un lancio di agenzia a mettere in fibrillazione i media. Giornalisti, redattori, cronisti, addetti stampa e chi più ne ha più ne metta, si accorgeranno così che ci sono le montagne assassine, gli scriteriati che le salgono e gli angeli delle vette che hanno l’ingrato compito di raccogliere i cadaveri o ciò che di essi Incidenti, rimane. E allora i telefoni, meglio se satellitari, squilleranno in continuazione: richiesta di pareri, di opinioni, meglio se con venatura polemica, che non guasta mai, ricerca dei media e colpevoli, ricerca della responsabilità e via dicendo. Poi il temporale estivo come è venuto se ne andrà, per una successiva piatta assoluta. Soccorso Il problema è, come dice Paolo Rumiz “la montagna pur essendo la spina dorsale fisica del paese è totalmente scomparsa, guardacaso con la Resistenza, dalla politica e alpino persino dall’immaginario nazionale. Sia le Alpi che gli Appennini restano mondi subalterni, privi di autostima e di rappresentanza politica”. Questo è il problema: le terre alte cancellate, rimosse, bistrattate, rapinate e dimenticate colpa, di tutti compresi anche i montanari che qualche ombra sulla coscienza devono pure avere. La riprova è proprio questa: l’interesse sproporzionato per gli incidenti in montagna ma, si badi bene, solo quelli particolarmente tragici e quindi, purtroppo, ben vendibili dai media. Secondo i dati in nostro possesso questa estate i soccorsi in montagna sono stati più o meno gli stessi degli altri anni con variazioni insignificanti non degne di tracciare una tendenza nel tempo o evidenziare qualche anomalia. Per la verità emerge un andamento meteorologico del tutto particolare, simile a quello di qualche anno fa, con maggio e giugno assai piovosi e alcuni weekend di luglio e agosto affogati nell’acqua e forse, mai come stavolta, il pianto di qualche gestore per la scarsa frequenza al proprio rifugio è stato così sincero. Risultato: più affollamento nei pochi periodi di bel tempo e quindi più concentrazione su alcune vie e su determinate cime. Più frequenza, più incidenti; il tragico gioco è tutto qui.
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I serracchi sono sempre diffusa a gran voce da Ma interessano soli i morti, non accada più. caduti con l’imprevedibilità stampa, anche specializzata, e pochi parlano dei tanti illesi, La spettacolarizzazione di di sempre, i sassi le frane lo da certi siti internet dove il dei tanti feriti leggeri, di queste tragedie e dei soccorsi stesso, ed i ponti di neve si parco dei divertimenti alpino quelli gravi e di quelli in non fa bene a nessuno, né agli sono frantumati sotto i piedi è sempre aperto, pronto a pericolo di vita salvati dalla infortunati, né a chi rimane, più degli sprovveduti che dispensare avventura, bravura di soccorritori, né ai Soccorritori alpini che degli alpinisti accorti. Certo emozioni forti e adrenalina a medici, infermieri, tecnici e faticano, in certi ambienti, a abbiamo sempre sostenuto, e piene mani a tutti e per tutti, piloti che ci mettono anche scrollarsi di dosso l’etichetta non cambiamo idea oggi, che senza dire che c’è un l’anima affinché il peggio di eroi e di angeli delle vette. l’imprudenza con cui si rovescio della medaglia. non accada. Nessuno parla E neppure alla montagna, che affronta la montagna, in Ovviamente non ci si può poi dell’esercito silenzioso dell’attuale stereotipo non sa particolar modo l’alta certo nascondere dietro un fatto di operatori dietro ad più che farsene da almeno un montagna, è ancora tanta. filo d’erba. L’alpinismo in una scrivania, magari a secolo, è che ha bisogno di Idem per la faciloneria confronto ad altre attività centinaia di chilometri ben altro e cioè di essere dall’evento, che coordinano valorizzata per quello che è, la macchina dei soccorsi, per quello che può dare, oggigiorno tanto complessa e possibilmente il più lontano altrettanto sconosciuta. possibile dal fiorire di Portare soccorso in montagna convegni, tavole rotonde e è soprattutto abnegazione, novelli guru, impazienti di organizzazione e fatica. farsi anch’essi immagine. Molto spesso l’elicottero non Per noi addetti ai lavori può intervenire per le questo morboso condizioni metereologiche o interessamento è più un perché è notte o perché si è in danno che un guadagno. Anzi grotta e allora si parte a piedi assistiamo al proliferare di e i tempi si dilatano all’ associazioni ed enti dello inverosimile ma questo non Stato che, visto l’interesse dei appare, e sulla stampa sembra media, si vestono con divise sempre che tutto sia facile: identiche alle nostre e si basta un tecnico appeso ad un buttano a capofitto in questo verricello e tutto si risolve; delicato settore perché questo è solo la punta l’importante è apparire e che dell’iceberg del Soccorso se ne parli, in ogni caso, Alpino. comunque, come se si Quando parliamo di morti trattasse di vendere detersivo, stiamo parlando però di per non dire altro. ricreative o sportive, ha un persone , non di noccioline, A noi non interessa, non è rischio latente alto e tante uomini o donne che hanno questo il modo di intendere volte, molte volte, la fatalità perso la loro vita per una correttamente il Soccorso ci mette lo zampino, quando passione, per trascorrere una alpino e le tragedie ad esso a soccombere sono alpinisti giornata diversa nel loro legate. Ci piacerebbe, preparati, esperti, allenati o ambiente tanto amato, vorremmo, desidereremmo, addirittura professionisti che, assieme ad amici che che se ne parlasse con calma di questa passione, ne hanno involontariamente magari e serenità, con meno rumore fatto una ragione di vita. hanno trascinato nel baratro, e tanta più chiarezza per il I numeri consolidati del 2007 che hanno sbagliato, forse, bene di tutti, che si parlasse ci parlano di 6256 interventi ma che meritano tutto il di più di prevenzione e con 1589 illesi (23,8%), 2064 nostro rispetto e la nostra preparazione e che si feriti leggeri (30,9%), 1883 compassione. A parte quando valutasse con più attenzione feriti gravi (28,2%), 666 feriti nel cervello umano salta il dato degli incidenti ai soci in imminente pericolo di vita qualche fusibile, nessuno è CAI, persone che affrontano (10,%), 24 dispersi (0,4%) e così pazzo da andare in la montagna conoscendola, e 446 (6,7%) deceduti. Questi montagna per ammazzarsi, ci che raggiungono solo il 3,4% ultimi nel periodo giugno- si va per divertirsi, per di tutti gli interventi del settembre sono stati 207 ricaricare le pile, per mille C.N.S.A.S. (46%) e nello stesso lasso di altri motivi, ma l’incidente Pier Giorgio Baldracco tempo gli interventi sono stati può capitare e questo va Presidente nazionale 3396 (53,9%). accettato e compreso perché C.N.S.A.S. - CAI
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2008 NOVEMBRE DICEMBRE
Copertina LA GUSELA DEL VESCOVÀ (f. Luca Bridda)
ANNO 129 VOLUME CXXVIII 42 2008 NOVEMBRE DICEMBRE Direttore Responsabile: Pier Giorgio Oliveti Direttore Editoriale: Vinicio Vatteroni Art Director e redazione: Alessandro Giorgetta Impaginazione: Alessandro Giorgetta 34 Segreteria di Redazione: Giovanna Massini EIGER PARETE NORD Tel. 02/2057231 Editoriale Antonio Prestini 56 INCIDENTI, MEDIA E SOCCORSO ALPINO e-mail: [email protected] PONTE DI MURO Pier Giorgio Baldracco 1 CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, Aldo Tardito 59 Monte dei Cappuccini. Sede Legale - 20124 Milano, Via E. Petrella, 19 - Il tema Cas. post. 10001 - 20110 Milano - LA RETE ESCURSIONISTICA DELLA SARDEGNA Editoria/Alpinismo Tel. 02/205723.1. (ric. aut.) Peppino Cicalò 6 MASINO BREGAGLIA Fax 02/205723.201. Andrea Gaddi 62 CAI su Internet: www.cai.it Telegr. centralcai milano C/c post. Sotto la lente LE TRIBÙ ARRAMPICANTI Ambiente 15200207 intestato a CAI Club Alpino LA FORESTA BOREALE Italiano, Servizio Tesoreria Roberto Mantovani 8 Andrea Rossi 68 Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino Attualità Italiano - Lo Scarpone: 12 fascicoli del NEORURALI TRA LE NUVOLE Rifugi notiziario mensile e 6 del bimestrale Luigi Zanzi 10 IL RIFUGIO BRUTO CARESTIATO illustrato: abb. soci familiari: € 10,90; Giorgio Fontanive 71 abb. soci giovani: € 5,45; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. Alpinismo Giovanile € PROGETTO “FRATERNITÀ” Speleologia non soci: 35,40; supplemento spese LA CUEVA DE LOS CRISTALES, NAICA per recapito all’estero: Europa - bacino a cura di Dolores De Felice 14 del Mediterraneo € 22,92 / Africa - Asia - Giovanni Badino, Italo Giulivo 74 Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20 Personaggi 78 Fascicoli sciolti, comprese spese postali: LA PAROLA A KUGY Libri di montagna bimestrale + mensile (mesi pari): Luciano Santin 20 soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile NINO OPPIO E LA SFINGE Monte dei Cappuccini (mesi dispari): soci € 1,90, non soci a cura del Museo Nazionale della Andrea Gaddi 24 € 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 Montagna e della Biblioteca Nazionale 82 al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Cronaca Alpinistica Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - Natura a cura di Antonella Cicogna FIORI IN QUOTA OLTRE I 2200 tel. e fax 0542/679083 e Mario Manica 26 Segnalazioni di mancato ricevimento vanno Franco Gherardini 84 indirizzate alla propria Sezione. Indirizzare tutta la corrispondenza Nuove Ascensioni Ambiente e il materiale a: Club Alpino Italiano Ufficio a cura di Roberto Mazzilis 28 IL RITORNO DEI GRANDI MAMMIFERI Redazione - via E. Petrella, 19 - 20124 David Fiacchini, Alessandro Rossetti 86 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti di Arrampicata regola non si restituiscono. Le diapositive a cura di Luisa Iovane e verranno restituite, se richieste. È vietata la Alta salute riproduzione anche parziale di testi, Heinz Mariacher 30 LA RICERCA SCIENTIFICA fotografie, schizzi, figure, disegni senza Enrico Donegani 87 esplicita autorizzazione dell’Editore. Sciescursionismo Servizio Pubblicità G.N.P. s.a.s. LESACHTAL Attualità di Nenzi G. & C. Sede: Via Udine, 21/a Francesco Carrer e Luciano Dalla Mora 34 SCOUT E CAI: ANALOGIE E DIFFERENZE 31015 Conegliano, Tv Saverio Bombelli 89 pubblicità istituzionale: IN VAL MAIRA Tel. 011/9961533 - Fax 011/9916208 Gian Carlo Palazzini 42 servizi turistici: Attualità Tel. 0438/31310 - Fax 0438/428707 Alpinismo invernale GLI ITINERARI DI CHARTA ITINERUM e-mail:[email protected] a cura della Sezione di Lecco 90 [email protected] RACCHETTE DA NEVE Fotolito: AOG SpA - Filago (BG) Lorenzo Naddei 46 Stampa: Elcograf - Beverate di Brivio (LC) Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata Alpinismo senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. Sped. in abbon. post - 45% art. 2 comma SCHIARA 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Luce Bridda 50 Registrazione del Tribunale di Milano n. 56 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. 46 Tiratura: 198.810 copie 74 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 15:50 Pagina 6
Bologna, ha fatto in modo che si potesse giungere ad un articolato La Rete accordo di collaborazione che ha coinvolto più di una unità del CAI ed ha permesso, di superare ogni difficoltà, in Escursionistica tempi assolutamente brevi nella situazione data, per raggiungere l’obiettivo stabilito dalle inderogabili di Peppino scadenze istituzionali, con la Cicalò della Sardegna: determinazione e la giusta attenzione di tutti concentrata sui problemi concreti. Il risultato raggiunto, indubbiamente di un significativo nucleo iniziale di sentieri dotati di moderna segnaletica, presto a disposizione consistente peso strategico, può dello sviluppo socio-economico dei territori montani e rurali dell'intera Isola. costituire di certo una svolta storica per lo sviluppo dell’intera Sardegna, e ciò solo a condizione che il patrimonio di Il CAI Sardegna, sensibile ai bisogni del collaborazione, regolamentato da una più incisiva azione istituzionale comune esperienza acquisito territorio, in piena coerenza con le apposita convenzione, che il CAI dell’intero Sodalizio; sia al suo esterno, nell’ambito della recente collaborazione priorità stabilite e indicate nelle sue Sardegna ha potuto instaurare di promuovendo, favorendo e, talvolta, EFS-CAI sia consolidato e legittimato da “Linee programmatiche”, ha proposto recente con l’EFS - soggetto attuatore garantendo (per smontare lo specifici interventi legislativi della all’attenzione dell’Ente Regione (in della rete sentieristica sarda, indicato scetticismo/pessimismo diffuso nel Regione Autonoma della Sardegna, fra i particolare, all’Assessore Regionale dalla Regione Autonoma della Sardegna territorio) la frequentazione consapevole quali si considera urgente e all’Ambiente) e del sistema delle - l’iniziativa è stata possibile grazie alla e corretta delle montagne sarde, indispensabile avere a disposizione i Autonomie Locali il Progetto RES - Rete decisiva disponibilità di sei esperti attraverso la realizzazione di una seguenti strumenti, in particolare, Escursionistica della Sardegna con il nazionali del CAI, volontari di altissima qualificata e ricca attività escursionistica nell’immediato: quale si intende affrontare e risolvere professionalità, alcuni dei quali annuale, valorizzata pure da diversi a) Delibera di G.R.: “Unificazione della nell’Isola, in modo strutturale e appartenenti alla CCE, che si sono apprezzabili eventi e manifestazioni ad segnaletica nei sentieri sul territorio sistemico, il problema della sentieristica prodigati, in condizioni logistiche e alto significato simbolico, come ad della Regione Sardegna.” e della frequentazione consapevole e ambientali non certo semplici, per esempio: “Camminaitalia”, “La b) Delibera di G.R.: “Consulta Regionale corretta delle montagne sarde; favorire, contribuire con l’indispensabile montagna che unisce”, “Giovani in per la sentieristica.” in un’ottica complessiva di tutela e di competenza alla realizzazione del montagna”, “La Giornata nazionale dei c) Delibera di G.R.: “Istituzione del salvaguardia ambientale, lo sviluppo nucleo iniziale della Rete Escursionistica sentieri”, “Sa die de sa montagna”, “Sa Catasto Regionale dei Sentieri.” socio-economico delle stesse, della Sardegna, la cui segnaletica, passillara de Maidopis”, ecc. che hanno e non appena possibile: contrastandone spopolamento e adottata dall’EFS, è stata uniformata visto piacevolmente anche il d) Legge Regionale sul turismo degrado, con l’attivazione e il secondo i criteri indicati e definiti dal coinvolgimento e la partecipazione montano: “Norme in materia di recupero mantenimento di un qualificato e CAI a livello nazionale. attiva di diversi amministratori pubblici e valorizzazione della sentieristica in consistente “turismo montano e rurale Preceduta in giugno da un seminario locali. Sardegna e sviluppo delle attività sostenibile”. intensivo di due giorni per inquadrare la In numero crescente, quindi, si sono connesse alla frequentazione della Il Progetto RES, vivamente caldeggiato e materia, la campagna di luglio e agosto instaurati e mantenuti rapporti di montagna, in particolare: condiviso dalla Commissione Centrale appena conclusa è una tappa collaborazione con questi l’escursionismo, l’alpinismo, la per l’Escursionismo (CCE) del Club fondamentale per il recupero e amministratori, desiderosi di realizzare speleologia, ecc.” Alpino Italiano (CAI), prevede: la l’organizzazione in rete di oltre ottanta con il Club Alpino Italiano la Rete Per il risultato conseguito, un Pianificazione regionale della Rete sentieri, per uno sviluppo lineare Escursionistica del territorio di propria ringraziamento sincero va rivolto al Escursionistica Sarda (RES), la complessivo di circa 600 km, da competenza; rapporti che hanno portato Direttore Generale dell’Ente Foreste formazione di Accompagnatori di destinare alla fruizione turistico- ad una serie positiva di pregevoli della Sardegna, Dott. Graziano NUDDA, Escursionismo Titolati CAI e stage di escursionitica. Questa rete, benché risultati, fra i quali si ricordano in per la sua attenta e cordiale lavoro sentieristico utile per favorire ancora incompleta, attraversa gruppi particolare: l’istituzione del Catasto dei disponibilità e alla sua gentile l’attuazione e la gestione unitaria della montuosi fra i più significativi dell’Isola - Sentieri della IX Comunità montana del collaboratrice, Dott.ssa Sara MALTONI, R.E.S., l’istituzione del Catasto per valenza naturalistica, paesaggistica, Nuorese, la realizzazione della Rete che bene ha operato coordinando il Regionale dei Sentieri, e la sua storica e culturale - e riguardano i Escursionistica del Comune di Lodè, personale tecnico e operativo dell’Ente; informatizzazione (software: territori di circa trenta comuni, oltre alle continue richieste di in modo particolarmente caloroso vanno “Sentieri.doc” e “Luoghi”), articolato appartenenti alle province di Ogliastra, consulenza in materia di sentieristica e ringraziati gli amici Soci CAI esperti territorialmente e implementato dal Nuoro, Oristano, Cagliari, Sassari e di escursionismo che pervengono da un rilevatori di dati sentieristici che con la sistema informatico “SentieriGIS” per la Sulcis Iglesiente. numero sempre maggiore di Enti locali, loro piena disponibilità, operando in rilevazione e la connessione on-line alla Un risultato certamente importante, che chiedono soluzioni qualificate e condizioni di oggettiva difficoltà Rete Escursionistica Italiana (REI), questo, che arriva dopo un lungo e concrete ai problemi del loro territorio. ambientale, hanno reso possibile la mediante il SIWGREI - Sistema intenso processo di crescita realizzazione delle condizioni Informativo WebGIS della Rete complessiva del Club Alpino Italiano in La risposta positiva dell’Ente Foreste indispensabili per raggiungere obiettivi Escursionistica Italiana. Sardegna; sia al suo interno, con una della Sardegna, la sensibilità e istituzionali ancora più importanti: Nel quadro del Progetto RES si colloca a attenta e continua attività di l’entusiasmo dimostrati dal suo Simone NANNIZZI (CAI Lucca), Beppe pieno titolo l’intensa campagna di sensibilizzazione e formazione a tutto personale dirigenziale, tecnico e RULFO (CAI Fossano), Giuseppe rilevamento dei sentieri, riguardanti la tondo degli iscritti, dispiegata nel corso operativo, per tutti valga ricordare il PEDROTTI (CAI-SAT), Alessandro GERI Misura 4.14 del POR Sardegna 2000- degli ultimi quindici anni da Soci di Direttore Generale dell’Ente, la stessa (CAI Bologna), Sandro SELANDARI (CAI 2006, attuata dal Club Alpino Italiano - buona volontà, tanto da determinare qualificata, convinta e decisiva Pesaro) e Tarcisio DEFLORIAN (CAI- nella sua articolazione nazionale, nell’Isola la nascita di altre due Sezioni partecipazione degli esperti messi a SAT). regionale e sezionale - e dall’Ente CAI, facendole diventare tre in tutto: disposizione dalla CCE del CAI e, non Il CAI Sardegna ringrazia tutti. Foreste della Sardegna. Realizzata Cagliari (1932), Nuoro (1997) e Sassari ultimo, l’indispensabile coordinamento Peppino Cicalò nell’ambito del rapporto di (2004), condizione indispensabile per di Alessandro Geri della Sezione CAI di (Presidente del CAI Sardegna )
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«Un po’, qualche volta. Insomma: non tanto. Anche Le tribù se tutti quanti arrampichiamo, non è che condividiamo gusti, idee. Ognuno si fa le sue cose, anche se non è una regola arrampicanti fissa. C’è anche chi sta con un piede in un gruppo e con l’altro da un’altra parte. Ma non ha mai avuto problemi a non capita spesso, per lo più paio di scarpette da mettersi da parte di fronte si tratta di eccezioni. C’è chi arrampicata. va in falesia, chi preferisce le di Roberto agli alpinisti più giovani di Mantovani Mi sposto di lato, convinto lui. vie lunghe, chi fa solo che l’auto si fermi. È La scena che s’è ritrovato monotiri. Poi ci sono il evidente che i due ragazzi a davanti agli occhi deve averlo boulder, c’è il sintetico, piedi si aspettano un irritato non poco, e cerca di l’urban climbing. E poi Mi aspettavo un grugnito. passaggio. Invece parte uno sondare il terreno, con esistono delle differenze nel Invece vedo solo una strano incrocio di sguardi. circospezione. modo di attrezzare le linee di smorfia. Un’espressione Pochi secondi: l’occhiata «Vi fermate qualche giorno al salita, e questa è un’altra cosa amara, di stupore. E dire che beffarda dell’autista, un colpo rifugio?» chiede gentile. che divide. Ecco: diciamo di solito Franco scatta come secco di acceleratore, e tutto «Fino a lunedì. Vogliamo che tra tutti quanti non è che una molla, ha la battuta torna come prima. Un attimo dare un’occhiata alla paretina ci sia ‘sto gran dialogo». pronta in qualsiasi situazione. dopo il rumore del motore s’è a sinistra dello Sperone della Ma Franco non è convinto. Difficile prenderlo di già dileguato nel nulla. Zenobia. Lassù c’è ombra fin Ha bisogno di capire meglio. sorpresa. Stavolta però non Rimaniamo senza parole. quasi a mezzogiorno». E, dato che lo conosco bene, immaginava una scena del La smorfia di Franco si «Sì, lo so: là non fa mai so cosa gli frulla nella testa. genere. scioglie solo quando i due troppo caldo. Ma… scusate: Si mette di traverso e parte Da poco siamo andati a con lo zaino arrivano a un il tizio della station wagon lo deciso. È sempre stato così, risistemare il tubo di passo da noi. Siamo conoscete?». anche da ragazzo: ha il gusto captazione di una sorgente. mortificati per lo sberleffo, «Più o meno». per la polemica, e non molla Scendendo lungo la strada, ci più che per la maleducazione «Cioè?». neanche dopo ore. Però è imbattiamo in una giovane del guidatore. Per fortuna la «Mi sa che è uno dei tre che leale, e sa accettare le ragioni coppia che sale in silenzio al ragazza ci viene in aiuto con la primavera scorsa hanno degli altri. margine dell’asfalto. Sono un sorriso, togliendoci attrezzato i monotiri qui Nel mondo dell’alpinismo, due ragazzi: pantaloni corti, dall’imbarazzo. sopra, a cinque minuti dalla dice, le rivalità ci sono t-shirt, scarpette da «Si vede che non voleva strada. Facile che adesso stia sempre state, e qualche volta avvicinamento e zaino mescolarsi con noi…» dice. lavorando su qualche anche feroci. Però, fino a stracarico. Dal punto in cui «Più che altro mi è sembrato progetto nuovo alla Zenobia» venti, venticinque anni fa, ci siamo, per arrivare un cafone» sbotto. «Gli spiega il ragazzo con lo si considerava figli dello all’imbocco del sentiero che costava tanto prendervi su zaino. stesso mondo, e se incontravi conduce al rifugio c’è da fino al parcheggio? Da queste «E allora? Secondo voi qualcuno vestito da alpinista scarpinare almeno tre quarti parti di solito si fa così, è questo fatto è sufficiente a per la strada, gli davi un d’ora. Niente di che, in normale. Mi spiace». spiegare un comportamento passaggio. Magari non ti condizioni normali. Ma oggi «Figuratevi: dev’essere uno del genere?». legavi alla stessa corda, e pomeriggio fa un caldo di quelli che si sono convinti «No, ma evidentemente è uno comunque non ti giravi infernale, e non c’è un filo d’essere i proprietari delle vie che si fa i fatti suoi, e gira dall’altra parte. Ognuno sulle d’aria. Sono i giorni d’afa di aperte il mese scorso sopra il alla larga da quelli che non sue, ma alla fine ci si parlava. mezza estate. Un clima che ti rifugio. Conoscete la zona?». fanno parte del suo gruppo. Magari ci si sfotteva un po’, fa sognare l’aria sottile Franco conosce le pareti della Non vuole intrusioni, tutto lì. però… Poi, certo, ci sono dell’alta quota. valle come le sue tasche. Con E poi non dev’essere un stati dei casi particolari, D’improvviso, dal fondo del le ultime vie di arrampicata mostro di simpatia. Ma gruppi che si detestavano, curvone, sbuca una station non c’entra nulla, ma dei questo lo abbiamo appena scherzi pesanti, sberleffi, ma wagon nuova di zecca. percorsi “moderni”, anche dei assodato». la regola non era quella di L’autista rallenta, si affaccia più duri, sa tutto: fino a dieci «Insomma, appartiene a un farsi la guerra. Si vedevano al finestrino, ci sfila accanto anni fa era lui che apriva e altro clan?». gli stessi film, si leggevano a passo d’uomo. Sul sedile attrezzava gli itinerari di «Non è proprio così, ma gli stessi libri, le stesse posteriore si vedono una roccia più belli e importanti. quasi» fa eco la ragazza. riviste. Con diverse corda rossa, un mazzo di Probabilmente si sente un po’ «Ma tra tribù diverse vi preferenze, com’è giusto che rinvii gettati alla rinfusa e un il padrone di casa, anche se parlate o è vietato?». sia, e con tutte le differenze
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generazionali del caso. gli schizzi delle vie: cose che «Be’, sì, come vedi ci stiamo amico: ci facciamo una birra Possibile che adesso si faccia se servono davvero stampi e andando, ma non è che tutti assieme. Voglio addirittura finta di non ti infili in tasca: Internet ti fa conosciamo tanti posti. Mio conoscervi meglio, e poi conoscersi? risparmiare. Sì, è vero, poi le padre anni fa mi portava sui magari, se lo trovo, mi «Mah, la realtà è più sfumata cose che leggi devi sentieri. Adesso non ne ho piacerebbe fare quattro di come la mette giù lei. controllarle, chiedere in giro. più tanta voglia, preferisco chiacchiere anche con il Anzi, tu. Posso darti del tu, Ma alla fine va bene così. arrampicare, anche se non ci signore che guidava la station vero? È che il mondo è Comunque mica siamo tutti spaventiamo a camminare un wagon. A proposito: a sinistra cambiato. Dieci anni fanno la uguali: lei, Claudia, per po’, come oggi. Mi piace della Zenobia, venti metri differenza. Ma non è esempio, legge più di me, ha esplorare pareti nuove, dove oltre il grande diedro obliquo, questione di età. La questione più tempo. Io a volte mi non trovi tanta gente, un po’ c’è una fessurina che sale mi pare un po’ più accontento di studiarmi le in disparte. Ma adesso fino a un masso incastrato. complicata. Tra una tribù e foto. L’idea di ficcare il naso bisogna che ci muoviamo, s’è Sopra il masso dev’essere l’altra - come le chiamate voi a sinistra della Zenobia mi è fatto tardi. E comunque rimasta una fettuccia blu. È - ci sono diversità di venuta così. Però alla fine grazie, non capita spesso di roba vecchia, non fidarti. linguaggio, di cultura. ognuno si fa il suo trip: per incontrare gente che si ferma Però se ti sporgi a sinistra, è Ognuno ha la sua. Si entra esempio, noi per un po’ ci a parlare con noi. Ciao, probabile che la fessura nel gruppo, si conosce gente, siamo attaccati alle prese eravate simpatici». continui. Se vuoi, prova a si va ai raduni del bouldering. sintetiche, ma non abbiamo la «Eravamo?» sbotta Franco. dare un’occhiata da quelle Poi c’è Internet, ci sono i testa per impegnarci tutte le «Ma dai… Aspettate qui parti… Di lì in poi non ci ha blog. Si chiacchiera così, sere a fare le stesse cose. Lei cinque minuti, scendiamo a messo piede nessuno, te lo insomma». e io abbiano bisogno di aria, recuperare l’auto e vi diamo garantisco. Colpa mia, non E leggere? ci piace cambiare. E noi un passaggio fino al l’ho mai raccontato neanche «Sì, ogni tanto. Ma in genere soprattutto ci piace divertirci, parcheggio, così fate prima. agli amici. Sai, anche noi i malloppazzi non piacciono a senza farci imbalsamare dalle Mica siamo gente dell’altro avevamo le nostre idee… Vi nessuno. Qualche pagina, sì, regole». mondo, noi. Anzi, guardate: scoccia se vi racconto com’è ma roba breve: le news del E arrampicate anche in domani sera io devo salire al andata quella volta? giorno che acchiappi qua e là, montagna? rifugio. Il gestore è un mio Roberto Mantovani CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 15:57 Pagina 10
Neorurali tra le nuvole
Da giardinieri delle Alpi A cura di Luigi Zanzi a protagonisti di sviluppo durevole
Reinhold Messner e gli agricoltori di montagna si incontrano al Museo di Monte Rite, nel Bellunese
Il 22 giugno 2008 scorso, Bellunesi, Guido De Zordo, e difficile nell’attuale culturale. Il turismo può sulla cima di Monte Rite, nel di alcuni dei pochi contadini situazione storico-economica, essere una risorsa cuore delle Dolomiti, tra di montagna rimasti, non solo conservare in imprescindibile per il futuro Pieve di Cadore e Cortina provenienti dalle valli del montagna i contadini che già delle Alpi, purché sia d’Ampezzo, presso il “Museo Comelico, del Cadore, vivevano radicati in tale praticato con rigoroso rispetto nelle Nuvole” (Messner dell’Agordino, di ambiente, ma anche ambientale (al bando, ad Mountain Museum ? Livinallongo e di Colle S. mobilitare nuovi giovani esempio, un’impiantistica di Dolomites) si è tenuto un Lucia. L’obiettivo primario è contadini ad intraprendere fruizione turistica invasiva incontro-dibattito tra cultori a far rinascere in montagna l’avventura di nuove come quella sciistica, forme del mondo montano, l’agricoltura. Ciò implica una iniziative rurali in alta di urbanesimodi giornalisti, alpinisti, contadini scelta ecologica ed montagna. Reinhold Messner importazione, ecc.). di montagna, che torna per economica diversa da quella ha illustrato con grande ed Oltre all’esenzione da ogni più aspetti significativo, così prevalente oggi. L’idea, appassionata partecipazione gravame fiscale per le attività che preme qui riportarne sbagliata per merito e le proprie iniziative mirate da rurali intraprese in alta alcune considerazioni. Per metodo, è di poter conservare un lato a potenziare la montagna, occorre iniziativa del Reinhold la vita delle Alpi attraverso il montagna con istituzioni rivendicare di essere sgravati nazionale, il forte militare in ripristino di un’immaginaria culturali e servizi, dall’altro a da un peso burocratico rovina di monte Rite(teatro di situazione “intatta”, con rilanciare in maniera insopportabile e consistente scontri tra italiani ed austriaci rimozione dell’uomo, come esemplare nuove modalità di nel dover tenere, per nella Prima Guerra se i paesaggi delle Alpi esperienza rurale in adempimenti di legge, una Mondiale), oggi è trasformato potessero considerarsi il montagna. Messner si è serie di documenti in un Museo dedicato alla regno di una “wilderness” presentato così, non già amministrativi il cui cultura della roccia e ritrovata, con una sorta di soltanto come il grande adempimento formale dell’arrampicata. È uno dei “cacciata” degli agricoltori alpinista di fama universale, richiede, tra l’altro, il poli culturali della dall’Eden alpino. Al ma propriamente come un pagamento di oneri costellazione di musei contrario, il presupposto “montanaro” tra i professionali del tutto tematici che il grande dell’incontro era che la più “montanari” impegnato a insopportabili da un alpinista alto atesino sta adeguata tutela dell’ambiente difendere e far rinascere il agricoltore di montagna. realizzando tra Trentino, montano si può avere solo territorio in cui ritrova le Bellunese e Alto Adige. nelle regioni “alpine” che proprie radici vitali attraverso I contadini Giunti al termine della abbiano cura del mondo l’esercizio dell’attività contro la burocrazia Traversata Sostenibile delle rurale montano, sopratutto propria del “contadino di “Lasciate liberi i contadini di Alpi - un’iniziativa del d’alta quota. Senza il lavoro montagna”. lavorare in montagna senza Segretariato della dei contadini, senza la loro opprimerli come “servi della Sinergia delle Convenzione delle Alpi assidua, paziente cura del burocrazia”. Messner è risorse del turismo diretto da Marco Onida - terreno, delle fonti d’acqua, dell’opinione radicale che dei boschi, dei sentieri, ecc., culturale e l’incontro ha visto la dell’agricoltura di non occorra chiedere allo partecipazione di Reinhold la montagna s’abbruttisce in montagna Stato sovvenzioni finanziarie Messner, del Presidente della una sorta di inselvaticamento In una ideale strategia di di sostegno all’attività Provincia di Belluno, Sergio privo di ogni virtù rinascita della montagna, agricola in montagna: occorre Reolon, del Presidente del paesaggistica e naturalistica. fondamentale è il legame tra soltanto una de- Parco Naturale Dolomiti Ciò premesso, rimane agricoltura e turismo regolamentazione che si
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traduca in esenzioni fiscali e rurale montana a costituire dell’impresa, nonché della esclusivamente al successivo in indipendenza da norme di eccedenze capitalizzabili per conduzione equilibrata dei affidamento di tali terre condotta non appropriate realizzare investimenti rapporti tra produzione e montane a chi presenti all’ambiente montano. “Se si nell’acquisizione di piena consumo, avvengano con adeguati progetti di vuole che la montagna ritrovi titolarità di proprietà delle modalità differenziali, quali investimento in tal senso e nei contadini una sua capacità terre montane da coltivare o già la storia passata della s’impegni a realizzarli entro di “salvezza”- ha spiegato da usare come sede di civiltà rurale di montagna termini prestabiliti; Messner - occorre che quei allevamento e di pascolo del consente di evidenziare. c) assicurazione di pochi “contadini-montanari” bestiame; gravissima e finanziamenti agevolati a sappiano far conto solo su sé insormontabile è la difficoltà Provvedimenti medio-lungo termine riservati stessi, senza implorare per un giovane che voglia operativi per una ai “nuovi” investimenti in assistenze da un mondo farsi “nuovo” contadino di politica di rinascita terre montane con fondiaria politico che non ha più montagna, divenire dell’agricoltura assunzione, da parte del alcuna radice montana e che proprietario di terre montane di montagna. mutuatario, di alcuni obblighi ormai ha perso ogni capacità sufficienti a costituire un di assumere un’iniziativa fondo aziendale autonomo, responsabile nei confronti capace di autosussistenza e di della tutela ambientale”. autoriproduzione. E’ seguito un vivace dibattito con i contadini presenti II) l’insufficienza reddituale durante il quale sono state dell’attività rurale di poste in evidenza le differenti montagna al fine di farne una esperienze di coltivazione, di risorsa tributaria diretta che allevamento del bestiame e di abbia un gettito conveniente avviamento di attività agri- (almeno nel senso di produrre turistiche. Guido De Zordo e un’entrata superiore alle Sergio Reolon hanno poi spese di esazione tributaria). spiegato cosa possono fare gli enti pubblici per il sostegno Emerge una profonda finanziario di attività differenza tra l’economia “di imprenditoriali in montagna. città” e quella “di montagna”: Questi i punti nodali emersi l’economia “di città” è nel dibattito attualmente imperniata - promuovere una nuova principalmente sull’iniziativa cultura montana che capitalistica individuale, reinterpreti l’antica tradizione mirata al conseguimento di S’impongono con urgenza le ambientali a fronte dei quali dei mestieri. Ne hanno eccedenze sufficienti seguenti azioni: gli enti pubblici “locali” parlato alcuni dei contadini all’autocostituizione della a) consentire a chi ha un possono assumersi l’onere di presenti all’incontro dibattito: titolarità della propria progetto di investimento a un intervento finanziario che Bernardino Dorigo, Christian impresa; essa, inoltre, è lungo termine in aziende consenta il perfezionamento Grones, Egidio De Zaiacono, imperniata su un confronto di agricole di montagna del rapporto di mutuo a Erwin De Zaiacono, Paolo mercato garantito dalla (sopratutto in “alta” interessi agevolati. Degasaper di Livinallongo, riduzione quasi a zero degli montagna) la possibilità di Paolo frena, Hannelore ostacoli agli accessi al acquisire, anche Inventare nuove Miribung, Alberto Agostani mercato stesso, nonché da forzosamente, l’unità di fondi forme di fiscalità di Colle S. Lucia, Alessandro una veicolazione rapidissima mobiliari (terreni agricoli, per la montagna. Masi, Patrizio Agnoli di e diffusissima delle merci e boschi, case rurali, stalle, Si pone in evidenza la totale Centro Cadore, Marcello delle informazioni funzionali fienili, mulini, ecc.) disutilità e nocività Martini Barzolai, Elisabetta al consumo delle stesse. sufficienti alla propria dell’assoggettamento delle Martini Barzolai, Prosdocimo Tali tratti non si riscontrano autosussistenza, a condizione terre montane a forme di Costan, Mirco Zandonella nell’economia “di che vengano realizzati esazione tributaria gravanti in Callegher di Comelico montagna”, in dipendenza investimenti adeguati; forma “diretta” sul reddito. Superiore, Costantino Fadigà delle differenti condizioni b) requisizione, da parte di Occorre riflettere sulle di Agordo. ambientali di esercizio enti pubblici “locali”, di differenze che intercorrono tra Occorre poi riconoscere dell’attività economica. quelle terre montane che la cultura del mondo cittadino alcuni tratti che differenziano Occorre, pertanto, che vengono abbandonate e e quella del mondo l’economia rurale di nell’economia “di montagna” lasciate cadere in degrado “montano”: la fiscalità propria montagna da quella dei le funzioni proprie dagli attuali proprietarî, con della città è imperniata territorî altri, tra cui: dell’acquisizione di pratiche di esproprio, con prevalentemente su forme di I) l’insufficienza dell’attività un’autonoma titolarità indennizzi equitativi, mirati tassazione diretta del reddito e
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sulla connessa strutturazione vita di montagna. Occorre, relazioni dirette con i ERRATA CORRIGE burocratica della gestione inoltre, che, con adeguate consumatori, facendo in modo Il Prof. Raffaele Casnedi, contabile di tale rapporto provvidenze amministrative, che alcuni enti di autore dell’articolo “Ghiacciai tributario. Tali caratteristiche si vincolino le strutture corporazione consortile tra e riscaldamento globale”, risultano del tutto estranee al turistiche a privilegiare il aziende agricole d’alta pubblicato sul fascicolo di mondo “montano”. consumo delle produzioni montagna instaurino canali di luglio/agosto 2008 fa presente Un’azienda agricola in terre delle aziende agricole di vendita diretta ai singoli che nell’ultima riga sopra il montane (sopratutto in “alta” montagna. consumatori, con formule di capitolo “Le calotte polari” è montagna) non può sopportare partecipazione contrattuale scritto: “ghiacciai antartici (30 i costi e gli oneri burocratici Inventare nuove aventi durata periodica anche kmc) e groenlandesi (2,5 della conduzione di rapporto tecniche agricole di “medio termine” che Kmc) mentre la versione tributario secondo le forme in L’attivazione di nuove possano assicurare una corretta è rispettivamente di uso “in città”.Occorre, perta modalità di allevamento con competitività altrimenti (30 milioni di Kmc) e (2,5 nto, nei confronti del mondo frequentazione degli alpeggi irrinunciabile. Il modello è milioni di Kmc). “montano”, una politica di con organizzazione efficiente quello dei “farmer market” o imposizione tributaria del dei rapporti tra le attività “town market” anglosassoni o Nella rubrica “Titoli in tutto diversa: occorre produttive dell’alpeggio e le dei “Mercati della Terra” di libreria” del fascicolo comprendere che i contadini attività di consumo dei centri Slow Food, dove il principio settembre/ottobre 2008 un di montagna possono turistici. A questo proposito cardine è la “catena corta” tra autore del libro “La assoggettarsi ad una funzione torna di grande importanza produttore e consumatore. “O vegetazione delle montagne di contribuzione “in natura”, che i contadini sappiano i contadini di montagna italiane” è il Prof. Renato provvedendo alla proporsi anche il compito di riescono a determinare da sé Gerdol anzichè Gerdolo. Ci manutenzione dei boschi, alla radicali innovazioni nella in piena autonomia la propria scusiamo con il Professore. conservazione delle fonti, alla modernizzazione della ruralità sorte, - dice Messner - oppure cura dei pascoli, consentendo di montagna. Come i primi essi non saranno in grado di COMMIATO così, indirettamente, alle civilizzatori rurali dell’alta reggere a lungo la vita di Nel lasciare dopo 22 anni di istituzioni preposte alla tutela montagna seppero farsi montagna, e di radicarsi in servizio la redazione della ambientale l’ottenimento dei portatori di nuove specie profondità nell’ambiente Rivista bimestrale desidero servizi indispensabili di cura e agricole e nuove specie montano in maniera fruttuosa ringraziare tutti coloro che manutenzione dell’ambiente zoologiche adatte e capace di autosostentamento con il proprio apporto hanno naturale con risparmio dei all’ambiente dell’alta quota, e autoriproduzione”. contribuito a mantenere alto il relativi costi. così ora occorre che profilo culturale del periodico l’agricoltura d’alta montagna Le Alpi come e, nel contempo, desidero I contadini sappia fare proprie nuove autonome “regioni scusarmi con quanti , e sono protagonisti tecniche di coltivazione per d’Europa” con poteri tanti, non hanno potuto veder di nuove forme selezionare e diversificare i di autogoverno e di realizzata la propria d’attività turistica. proprî prodotti rendendoli più imposizione fiscale aspirazione ad accedere alla Il turismo, qualora sia resistenti, più fruttuosi. Occorre effettuare una pubblicazione dei propri esercitato in maniera Occorre fare dell’alta profonda riflessione lavori prodotti e proposti con compatibile con la tutela montagna uno dei laboratori strategico-politica che non minore passione. ambientale costituisce una di sperimentazione: ciò riguardi le Alpi nel loro Un ringraziamento particolare delle risorse irrinunciabili per potrebbe attrarre in zona contesto con l’Europa. Finché desidero rivolgere ai Direttori la rinascita, anche rurale, del molteplici risorse di giovani il mondo delle Alpi sarà responsabili Teresio Valsesia mondo alpino. Occorre applicati sia alla ricerca, sia assoggettato ad un regime e Pier Giorgio Oliveti che mi privilegiare, a tal fine, il alla pratica produttiva. politico-legislativo che trovasi hanno sempre incoraggiato e turismo culturale, che radicato nelle grandi aree sostenuto con piena fiducia consente la sopravvivenza e Nuove strutture metropolitane di pianura, esso nel mio operato, nonché alla la continuità della vita delle commerciali per soffrirà sempre di una carenza Segeretaria di redazione tradizioni delle comunità l’agricoltura grave di rappresentatività, Giovanna Massini, senza la alpine, dalla cui fruizione di montagna così che non riuscirà mai ad cui insostituibile e altamente Importanti sono nuove essa trae una delle risorse più ottenere le provvidenze professionale collaborazione strutture commerciali che efficaci del suo sviluppo. I politico-legislative di cui ha non mi sarebbe stato possibile siano del tutto autonome nei contadini, soprattutto quelli bisogno. Occorre, pertanto, svolgere adeguatamente il confronti dei mercati, per lo d’alta montagna, possono che il mondo alpino mio compito. Auguro infine al più dipendenti da strutture di intraprendere iniziative di rivendichi la propria mio successore di poter mercato estranee al mondo agriturismo capaci di autonomia di governo, per ottenere dal suo impegno le montano. soddisfare le domande realizzare i fini di rinascita stesse soddisfazioni che ho Da questo punto di vista, selettive di quei turisti che ambientale, culturale ed avuto la fortuna di s’impone per i contadini di sanno intendere in maniera economica sopra indicati. raccogliere. montagna di intessere colta la loro fruizione della Luigi Zanzi Alessandro Giorgetta
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Progetto “fraternità”,
una sfida già vinta La sede della “Comunità Fraternità” di Ospitaletto. A cura di Dolores De Felice
“Il cambiamento è sempre presente, in noi ed attorno a noi….”
Poche parole, semplici ma fortemente emblematiche di “Ciaspolata” ai un contesto nel quale il CAI Campelli in Val si sta inserendo sempre più di Scalve, profondamente, e 28/2/2007. sembrerebbe che anche il futuro lasci intravedere alti livelli di coinvolgimento in una svolta che, per le sue società e in come con essa ci In tale complessità di iniziale timore forse, ma con caratteristiche, a buon diritto confrontiamo: è un situazioni, di vissuti, di la gioia di scoprire ricchezze si potrebbe definire quasi cambiamento culturale. attitudini e di approcci, ecco inesauribili, là dove al primo “epocale” per l’AG. Di fatto, nel nostro tessuto che l’Alpinismo Giovanile si sguardo sembra invece Con quelle stesse parole sociale si stanno inserendo, in pone come mezzo prevalere solamente un Matteo Girotti (ANAG - Sez. modo sempre più profondo, privilegiato per consentire ai insondabile abisso. di Ravenna), durante il istanze provenienti da diverse giovani, coloro che più di Convegno Regionale etnie, diverse culture, diversi tutti noi subiscono l’effetto Qualcuno, tempo fa, aveva Lombardo del 2007 a pensieri, diverse esperienze del cambiamento sociale e di detto che “non esiste alcun Vigevano, ha espresso in di vita (molto spesso davvero esso ne rappresentano problema senza un dono” e modo cristallino l’essenza problematiche, a volte l’essenza, di non smarrirsi in tanti, sono i doni che l’AG dell’elemento chiave che perfino devastanti), tanto da questo oceano che invia nel cammino di scoperta sempre più profondamente rendere a volte quasi difficile “ondate” di sollecitazioni di intrapreso ha trovato lungo la sta caratterizzando la nostra identificarvisi. tutti i generi ai loro animi in strada… società: il “cambiamento”. E allora ecco che spesso ci crescita, ma di domarlo anzi, Un lungo percorso, questo, Ma… di quale cambiamento ritroviamo a chiederci dove utilizzandone gli straordinari iniziato nel 2006 con il si parla? Sono forse le siano finiti la nostra storia, le impulsi energetici per Congresso Nazionale AG di modifiche climatiche nostre radici comuni, la viaggiare più veloci verso il Ancona (anche se il CAI conseguenti all’effetto serra? nostra identità…ci si trova futuro. aveva già esplorato il mondo Oppure ci si riferisce al quasi spauriti, confusi, di Un percorso non facile, certo, delle “differenze” con alcuni rapidissimo progresso fronte a questo gigantesco e affatto ricco di insidie e di articoli comparsi tempo tecnologico, che così avvento del “nuovo”… mistero….ma, proprio per addietro proprio su “La marcatamente sta Ma è proprio questo, il bello : questo, estremamente Rivista”), rivelatosi una modificando le nostre la mescolanza (persino le affascinante. straordinaria fonte di stimoli abitudini? leggi biologiche ce lo E questo intenso fascino dello e spunti che hanno “indicato Nossignori, si tratta di insegnano!) ha sempre scoprirsi tutti, osservandoci la via”, e che è proseguito qualcosa di molto più generato i frutti migliori, e da vicino, “diversamente molto efficacemente con il profondo, più coinvolgente, quanto più questa è ricca e normali” o “normalmente Convegno tematico di più impattante nella nostra variegata tanto più diversi”, costituisce Vigevano (Vivere la essenza più profonda, nel straordinari ne sono i un’attrazione fortissima, che montagna con i ragazzi in nostro modo di concepire la risultati. ci spinge ad esplorare con difficoltà) durante il quale,
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Comunicare la montagna visti i temi trattati e le rappresentanza di tutti coloro Terreno d'incontro come stile di vita esperienze condivise, il flusso che hanno reso possibile la nel rispetto dell'ambiente e della persona “Vivere la montagna con ragazzi in difficoltà” delle emozioni fra i presenti realizzazione di questa era quasi palpabile, e dove il importantissima tappa, le La sfida dello “sviluppo sostenibile”, va raccolta perché “Progetto Fraternità”, comunicazioni della possono essere soddisfatti i nostri bisogni di attuali umani promosso e realizzato dalla Presidentessa della viventi sul pianeta, senza precludere alle generazioni futu- Commissione Regionale Commissione Regionale re la possibilità di soddisfare le loro, anche nei confronti Lombarda di AG, ha emesso i Lombarda di AG Antonella dei giovani nuovi e diversi, ovvero dalla parte del disagio suoi primi “vagiti”… Bonaldi e del Responsabile di tutti ….. E ancora avanti, con il dei Servizi per Minori della “…visti da vicino, nessuno è normale!...” Convegno Annuale Comunità Fraternità Piero Lombardo tenuto l’anno dopo Ferraresi. Introduzione dell'alpinismo “ a misura del giovane”. a Milano, il cui titolo Ma l’espressione più bella e Molte sono le sezioni che raccolgono (Alpinismo Giovanile? Sì, più limpida dell’atmosfera L'alpinismo giovanile è un'attività del CLUB questo spunto, in varie parti d'Italia, e, grazie) ben rappresentava la che si è respirata in occasione ALPINO ITALIANO che si rivolge ai giovani tra le prime anche quelle di Milano e di volontà di aumentare il di quella bella esperienza dagli 8 ai 17 anni con l'obiettivo di: Lecco. livello di sensibilizzazione, sono le foto: immagini di All'interessamento ministeriale del 1889 fa seguito uno specifico invito del CAI presso i Presidenti delle ragazzi che per la prima volta “aiutare i giovani nella loro crescita Sezioni Lombarde invitati, hanno avvicinato il mondo affinché le sezioni si facciano promotrici umana proponendo l'ambiente di gite scolastiche in montagna. nei confronti delle tematiche della montagna emergendo da montano per vivere con gioia L'invito viene subito raccolto dalla e dei contenuti presenti nel realtà di vita difficili, a volte esperienze di formazione” Sezione di Biella che nel 1892 mondo multiforme e addirittura drammatiche, organizza la prima “ carovana variegato degli “aquilotti”. scoprendone bellezza ed La storia dell'Alpinismo Giovanile ha scolastica” che ha il grande merito di Un contesto perfetto ed impegno e restandone certamente origini remote, quasi essere sostenuta e accompagnata da ideale, per accogliere e totalmente affascinati. arcaiche. Quindi sicuramente un fatto relazioni e da ricca bibliografia, dalle molto antico, spontaneo, naturalmente quali emergono i principi ispiratori compenetrare un altro Un mondo nuovo, legato all'ambiente che era il teatro dell'odierno Alpinismo Giovanile. mondo: quello enigmatico, avventuroso, luminoso, della loro vita, motivato non sappiamo Attualissimi restano i documenti di ma altrettanto diverso da quello fatto di da quali ragioni: forse un bisogno di Biella, già allora ci si muoveva con una “caleidoscopico” e cangiante, tenebra che molti sono lavoro, di sopravvivenza, ma più chiara coscienza dei principi del dei “diversamente uguali”… abituati a conoscere e con cui probabilmente un bisogno di mostrare volontariato, si diceva che bisogna Lo scorso 25 gennaio, presso tuttora parecchi ancora qualcosa al bambino, il bisogno di evitare il nozionismo e occorre invece mostrargli, di fargli vedere il mondo, di la sede della “Comunità convivono, un mondo fatto di trasmettere conoscenze, che nostro aiutarlo a crescere, di accompagnarlo compito è educare alla tradizione, alla Fraternità”, Cooperativa aspettative ma anche di nelle sue esperienze di vita. memoria, educare con semplicità alla sociale di Ospitaletto (BS), promettenti “squarci” sul E piace pensare che quel genitore, semplicità. un passo fondamentale : la futuro, un mondo di sponde quella famiglia, abbia agito così perché Negli anni '50 molte sezioni cominciano serata conclusiva ufficiale del tranquille a cui poter si sentiva responsabile, perché - magari ad organizzarsi, formando al loro interno progetto “Fraternità”, già approdare emergendo dal inconsciamente - intendeva “educare” il commissioni e gruppi stabili di descritto a Vigevano nelle sue turbine delle loro esistenze. figlio: educarlo alla scoperta, Alpinismo Giovanile. all'avventura, ma anche alla conoscenza linee essenziali. La montagna è affascinante Negli anni '60 il CAI costituisce a favore dell'ambiente, alle scienze. Durante dei giovani un'apposita Commissione La presenza di alcuni ma richiede impegno, certo, quella passeggiata sopra i monti di casa centrale che, rilancia su vasta scala importanti rappresentanti del un impegno della stessa gli ha probabilmente raccontato gli l'Alpinismo Giovanile; sono quindi nate “mondo CAI” e, in special qualità di quello che serve a episodi di vita dei loro avi, introducendo le prime Commissioni regionali e nel modo, del “mondo AG”, se questi ragazzi per “trovare a - ancora forse inconsciamente - i 1978 si è avuto, in Lombardia, il primo possibile ha tracciato ancor morsi” (parole di Ferraresi) la concetti di educazione alla tradizione, Corso di Formazione Accompagnatori. più profondamente il solco in forza per poter riuscire nella alla memoria, alla cultura. La dirigenza del CAI ha capito che E l'ha fatto con i mezzi a disposizione in l'Alpinismo Giovanile non è un fatto cui altre Sezioni sono state vita….ma è un fantastico quei tempi. marginale, di occupazione del tempo invitate a “seminare” per “trampolino di lancio” per Ma, si sa, i mezzi si perfezionano libero, ma è, e deve essere, una poter raccogliere ancora di poter ritrovare in sé stessi sempre più nel tempo, l'organizzazione responsabilità di tutto il Sodalizio. quei saporosi frutti che le anche tanto coraggio, quello migliora. E così migliorano, allora come Nelle linee programmatiche generali del attività finora svolte ed i stesso coraggio che potrà adesso, gli strumenti utilizzati: nel Club Alpino Italiano, vengono posti relativi risultati hanno permettere loro di giungere, tempo NON cambiano gli obiettivi, ma come obiettivi prioritari giovani e cambiano - e devono cambiare - mezzi consentito a tutti i come dice il Dalai Lama in ambiente, dalla base delle strutture e strumenti per conseguirli. giovanili, nel 1988, viene formulato il partecipanti (ragazzi ed una sua bellissima frase “…là Nel frattempo è stato fondato il CAI ( “Progetto Educativo” che sintetizza accompagnatori) di cogliere. dove nemmeno gli angeli 1863) che ha subito il merito di l'esperienza acquisita e dà una Di questo copioso “raccolto” riescono a volare…”. diffondere notizie e informazioni e di connotazione precisa della presenza del sono testimoni, in DDF favorire, tra l'altro, il proliferare CAI tra i giovani.
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non usuale. per valutare se proseguire negli anni • Acquisizione delle nozioni tecniche successivi eventualmente migliorando e fondamentali per affrontare con meglio articolando il progetto stesso. cognizione l'ambiente montano nelle sue molteplici condizioni. • una verifica degli obiettivi sarà indirizzata ad acquisire il grado di Le finalità sopra indicate potranno effettivo interessamento e essere perseguite: coinvolgimento dei ragazzi a tutte le Coinvolgendo il gruppo in esperienze problematiche proposte, emerse e interdisciplinari (escursioni, arrampicata, sviluppate durante l'esperienza vissuta attività su neve ecc..) prima dedicate a sul campo. loro e successivamente condivise con • Al termine produzione di una relazione più sezioni che svolgono attività di finale che verrà presentata alpinismo giovanile. pubblicamente nei locali della comunità. Grotta del Frassino a Campo dei Fiori (VA), attività • Organizzazione di una giornata di con la Sottosezione di Casorate Sempione (2/12/2007). 3. OBIETTIVI studio/convegno, che dopo l'analisi del • Acquisizione della consapevolezza lavoro svolto, possa essere uno Il Progetto Educativo è un documento disponibilità del Comitato Direttivo delle capacità motorie proprie e di strumento che aiuti lo sviluppo di simili “sociale” più che associazionistico, Regionale, e si è concretizzata con gruppo iniziative anche in altre regioni. inutile sottolineare la validità e l'invito della Comunità “Fraternità” di • Sensibilizzazione e affinamento della l'ampiezza delle proposte che emergono Ospitaletto. visione d'insieme (non solo personale) 6 DISPOSIZIONI OPERATIVE da quel Progetto, basti pensare che di attività condivise. Il presente progetto è annuale ed è parecchie sono state le tesi di laurea Dopo un'attenta analisi dei reali bisogni • Interiorizzazione della conformazione rivolto ai ragazzi ospitati nella Comunità incentrate sulla valenza del nostro e dei documenti (che alleghiamo al fisica, morfologica, topografica del Fraternità di Ospitaletto, con sede in via “Progetto Educativo”. presente progetto) la commissione territorio, con acquisizione delle Tremola, 195. Oggi l'Alpinismo Giovanile del CAI in regionale nelle sue sedute del 19 conoscenze geologiche, floristiche, Lombardia coinvolge ogni anno 10.000 novembre e 17 dicembre 2006, ha faunistiche ed antropiche Dai colloqui già intercorsi con gli giovani. deciso di iniziare la collaborazione con • Apprendimento del corretto uso dei educatori, è emerso quanto sia 2.000 sono i giovani che nelle 60 la su citata comunità, costituendo un materiali specifici per ogni settore importante per questi giovani sentirsi sezioni CAI frequentano i nostri corsi, gruppo di lavoro con l'incarico di stilare tecnico: roccia, neve, ghiaccio ecc… parte della famiglia e del gruppo, punti di della durata media di 5 mesi , 12.000 un progetto che abbia la durata di uno o riferimento che spesso sono loro mancati, sono gli studenti coinvolti con incontri più anni. 4. CONTENUTI E METODI di conseguenza proprio per concretizzare formativi ed uscite in ambiente alpino. Proponendo la montagna come campo il senso dell'appartenenza, si sottolinea Ogni attività è svolta in un clima di Gli accompagnatori referenti del d'azione, con escursioni a piedi l'importanza di iscriverli (ragazzi ed assoluto volontarismo da circa 200 progetto sono: finalizzate al perfezionamento, al educatori) al Club alpino italiano. Accompagnatori, formati e qualificati in AAG - Antonella Bonaldi, presidente potenziamento delle abilità motorie, che Si ritiene necessario un primo incontro ambito CAI, coadiuvati da circa 500 della CRLAG offre un corretto rapporto uomo/natura; tra rappresentanti della comunità e la operatori sezionali. ANAG Maurizio Brambilla, componente da conoscere in quanto nel passato le crlag in data 11 gennaio al fine di della CRLAG sue risorse sono state sì sfruttate, ma concordare tempi e modi di intervento e 1. ANALISI DEL BISOGNO ANAG Lorenzo Goffi, componente la nel rispetto della natura; collaborazione. Chi frequenta le Montagne e vive con CRLAG e il direttivo della SRLAG da osservare come un grande Le date scelte per la realizzazione del intensità tutti i momenti della vita, sa ANAG Mauro Gossi componente il laboratorio scientifico a disposizione di progetto: che i cambiamenti vanno accettati, direttivo della SRLAG tutti; • 10 febbraio 2007 : convegno degli analizzati, condivisi. ANAG Giuseppe Frau segretario della da scoprire per la sua bellezza e per le Accompagnatori Lombardi a Vigevano, Chi si mette in gioco, assiste alla CRLAG emozioni che può sollecitare; durante il quale si presenterà il progetto nascita della necessità di cambiare ciò Invitiamo la Comunità Fraternità ed il da difendere poiché è un grande ed • 11 febbraio prima escursione per i che da sempre era stabilito, alla Comitato Direttivo Regionale a nominare importante ecosistema; ragazzi della comunità curiosità di percorrere nuove strade e un referente per il progetto, al fine di da sperimentare come espressione di • 25 febbraio Raduno Bianco Val nuove esperienze. migliore la collaborazione e la emozioni, di sentimenti e momenti Trompia La società attuale ci pone istanze ogni comunicazione tra i vari organi. straordinari; • 4 marzo seconda escursione per i giorno nuove e per un certo verso da vivere intensamente, con esperienze ragazzi della comunità inaspettate, alle quali dobbiamo 2. FINALITÀ forti che valorizzino le ricchezze della • 21 - 22 aprile prima escursione su prestare attenzione. • Stimolare i giovani all'accettazione persona, ma contemporaneamente invito sezionale. L'aumento di giovani di etnie e religioni degli altri prima, al loro rispetto poi, ed evidenzino l'importanza della continuità, Nello specifico la sezione di Melzo, che diverse dalla nostra, richieste di infine a sviluppare il senso della dello scambio e della condivisione di ha invitato i ragazzi all'esperienza collaborazione da parte di enti pubblici solidarietà umana attraverso la tutto il gruppo. dell'arrampicata. e realtà del privato sociale nonché di socializzazione e la condivisione di Questa uscita, sarà preceduta da due associazioni, rispetto ai giovani con esperienze comuni. 5. VERIFICA incontri in palestra artificiale, per “difficoltà” o patologie specifiche non • Offrire il recupero di una corretta • momenti intermedi di verifica (tra agevolare i giovani partecipanti. possono trovarci indifferenti, anzi autostima per lo sviluppo di nuovi CRLAG e Comunità e tra CRLAG e CAI • 3 giugno 2007: raduno regionale di devono stimolarci ad aumentare il senso interessi e valorizzazione delle proprie Regionale) per valutare l'andamento Alpinismo Giovanile al passo Aprica etico, che già è presente nel nostro potenzialità. dell'iniziativa ed eventualmente • 15-22 luglio Trekking nel Parco “Progetto Educativo”. • Conseguire una condizione di apportare le correzioni di rotta nazionale dello Stelvio L'idea, nata dopo il Congresso autentico benessere psico-fisico necessarie, • 1-2 settembre Attendamento Nazionale degli Accompagnatori di scaricando la propria aggressività non • una verifica finale (tra CRLAG e intersezionale Valle di Scalve Alpinismo Giovanile ad Ancona, verso le persone, ma attraverso la sfida Comunità e tra CRLAG e CAI Regionale) • Le altre attività saranno effettuate su organizzato dalla Commissione con se stessi, mediante il confronto con per considerare i risultati raggiunti, le invito delle singole sezioni che Centrale, è cresciuta grazie alla la montagna; ambiente di sicuro a loro carenze riscontrate e quant'altro. Ciò parteciperanno al progetto.
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Comunicare la montagna Molte cose non vengono osate Perché sembrano difficili; ai ragazzi in difficoltà: molte sembrano difficili l’importanza della condivisione soltanto perché non vengono osate. (W. Kanintz) Oggi più che mai parliamo di vivere la fortemente e sosterremo tutti coloro che montagna con i ragazzi della comunità vorranno abbandonare i personalismi, i e possiamo sicuramente affermare che preconcetti e provare ad osare un po' di “Buco della Carolina” al Monte le finalità e gli obiettivi esposti nel più. Cornagera in Val Seriana (4/3/2007). progetto sono stati raggiunti, e lo strumento della verifica costante ci ha Dobbiamo riuscire a portare la Sotto da sinistra: Attività con il permesso di ritarare strada facendo il montagna nelle nostre città, con il gruppo AG della Sez. di Melzo a metodo d'azione. concetto di fatica che non sarà solo Traversella (21-22/4/2007); alpinistica ma anche umana, perché le La cosa più bella: il rapporto di fiducia fatiche del vivere e del crescere devono passaggio all’interno della Grotta del ed amicizia che si è instaurato nel essere affrontate e supportate anche Frassino.
gruppo, e ribadisco nel gruppo perché con i valori della solidarietà. Il tema era l'ambiente innevato, accompagnatori. come in tutte le attività di alpinismo abbiamo utilizzato le “ciaspole”, e Per finire, su invito della sottosezione di giovanile il gruppo è il nucleo sociale, è Sicuramente c'è stato anche chi non ha coinvolto il gruppo in osservazioni di Casorate Sempione con il supporto del il campo d'azione per l'attività condiviso questo nostro agire, ma vario tipo, come ad esempio la ricerca gruppo speleologico della sezione di educativa. fortunatamente si parla di pochissime delle tracce. Gallarate, escursione nella Grotta del persone, che sicuramente hanno perso Tema della seconda escursione: Frassino nel Parco del Campo dei Fiori Anche durante l'attività intersezionale il una importante occasione di crescita topografia ed orientamento. Conoscenza di Varese. clima è stato di scambio e condivisione. umana. delle carte topografiche e degli Un arricchimento che ci ha permesso di strumenti: bussola ed altimetro. Meta: Il 25 gennaio 2008 presso la sede della domandarci quale sia il concetto di Cosa ricordo con maggior emozione: Monte Cornagera e Monte Poieto, Comunità, si è svolta una serata di appartenenza che caratterizza noi l'attesa di incontrare il gruppo tra la passando per il “buco della Carolina”, presentazione del progetto. Alla Accompagnatori del Club alpino italiano. prima e la seconda escursione, il sorriso Valle Seriana. presenza di Renata Viviani di tutti, la sincerità, la capacità di Su invito del gruppo di AG della Sezione vicepresidente del Comitato direttivo Certo dal Congresso di Ancona ad oggi coinvolgere e di portare euforia durante di Melzo, ci siamo recati due giorni in regionale lombardo, Aldo Scorsoglio di questi temi si è parlato di più, la i tempi morti del raduno regionale, il Val Chiusella, al Rif. Bruno Piazza. Brevi presidente della Commissione centrale CRLAG ha raccolto la sfida ed eccoci buio ed il silenzio dentro la grotta del osservazioni sulle incisioni rupestri, e di alpinismo giovanile, dell'assessore qui a condividere con tutti voi le Frassino, li ci siamo dissolti il contatto poi l'arrampicata nel settore delle alla Cultura del Comune di Ospitaletto e emozioni, le paure, le ansie, le con la realtà e finito e l'unico elemento speranze. di vari presidenti di sezione si è parlato soddisfazioni, le rinunce, che abbiamo comune era il nostro respiro. dell'attività e visto l'interesse da parte di vissuto durante questo percorso. La quarta escursione si è svolta dal molti per ampliare e sostenere queste L'attività nel dettaglio: Passo dell'Aprica al Rif. Valtellina, esperienze la commissione regionale Certo ci aspettavamo più disponibilità dopo gli incontri organizzativi e di passando per il sentiero del legno, lombarda si è detta disponibile a da parte di tutte le sezioni presenti a conoscenza, abbiamo effettuato la nell'ambito del raduno regionale di collaborare con le sezioni che lo Vigevano all'ultimo convegno degli prima escursione in Valle di Scalve, alpinismo giovanile lombardo. vorranno. accompagnatori lombardi, ma noi ci nella splendida Conca dei Campelli al Manifestazione che ogni anno vede Antonella Bonaldi abbiamo creduto e ci crediamo cospetto del Cimon della Bagozza. 1000 partecipanti tra ragazzi ed (Presidente CRLAG)
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“La montagna e il disagio”
Un anno di chi mi faceva sicura… si stava bene in collaborazione tra gruppo… le guide sono simpatiche e molto disponibili… queste uscite Comunità Fraternità avventurose mi piacciono, soprattutto quelle con pernottamento in rifugio”. e il C.A.I. Il progetto, oltre a dare ai ragazzi la possibilità di avere finalmente un “Ma perché si và sempre in montagna? abbigliamento adeguato, ha permesso Nelle altre comunità sono sempre loro di sperimentare diversi momenti andato al mare! E poi bisogna significativi, quali l’uscita con le ciaspole camminare con lo zaino, non sono in Val di Scalve, l’uscita nel labirinto abituato, faccio fatica” della bergamasca, l’uscita con Questo ci dicono i ragazzi appena accolti pernottamento al rifugio Piazza a nella ns. struttura per adolescenti della Traversella, il raduno regionale al Passo Comunità Fraternità, una cooperativa Aprica (anche se in quest’occasione sociale di Ospitaletto (BS). forse sono venute a mancare delle A questi ragazzi, di età compresa tra i attività comuni per integrare i gruppi 14 e 18 anni, con vissuti di disagio e/o presenti). devianza, vengono proposte esperienze E’ dispiaciuto invece non poter forti, relazionali, significative, valoriali e partecipare a due esperienze in propositive, finalizzate ad un percorso programma (il trekking estivo e l’uscita educativo, rieducativo o di recupero. al Rifugio Menaggio. La vita di una La Comunità inoltre, dà molto valore alle comunità non è sempre tranquilla e la attività di “avventura nella natura”. gestione di alcune situazioni personali I ragazzi, durante il percorso educativo dei ragazzi a volte è difficile e non ci sono coinvolti in escursioni mensili, si sono sempre le condizioni per realizzare sperimentano in attività di free climbing quanto preventivato.
e in estate vivono pienamente un Conzepta Adesso i ragazzi sono in attesa di una campo estivo in tenda in montagna. uscita speleologica a dicembre che i ns. Nel 2007, la Comunità ha poi avuto la accompagnatori ci hanno programmato. fortuna di conoscere degli straordinari Questa collaborazione ed integrazione accompagnatori giovanili, Antonella, col C.A.I. però, non può concludersi, Lorenzo, Maurizio, Valerio e Giacomo, i “abbiamo preso lo zaino in spalla” e quali attraverso il progetto “Vivere la vogliamo continuare, perché ne vale la montagna con ragazzi in difficoltà” ci pena ed è necessario. hanno accompagnato, supportato e Siamo sicuri che per tutti i ragazzi, ma , vorrei conoscere le possibilità offerte stimolato nel vivere alcune esperienze. Si soprattutto per i nostri che per il loro La loro competenza, unita alla notevole dall’agriturismo in Alto Adige. Vi prego di inviarmi vissuto devono “trovare a morsi” quella generosità e al forte entusiasmo, ci forza e quelle risorse per poter riuscire gratuitamente informazioni complete su come si hanno dato l’opportunità di migliorare il nella vita, l’esperienza della montagna, ns. rapporto con la montagna, hanno trascorre una vacanza in un tipico maso sudtirolese. la fatica condivisa con gli altri e la favorito il consolidamento del gruppo presenza di adulti che con umiltà ed dei ragazzi e tra tutti si è costruita una entusiasmo, camminano al loro fianco, RC Per maggiori informazioni: tel. 0471 999 308, reciproca relazione di stima e di fiducia. sono esperienze che potranno e-mail: [email protected] oppure inviate per posta Questa condivisione e soprattutto la loro veramente segnare in modo positivo ed pazienza, ha favorito inoltre la possibilità o via fax questo coupon a: Südtiroler Bauernbund, indelebile il loro futuro. di apprezzare e di vivere in modo via Macello 4D, 39100 Bolzano, fax 0471 981171. Un grazie di cuore a chi ha creduto in sereno alcuni valori importanti, quali il questo progetto e che nella semplicità e sacrificio, la conquista e la solidarietà “il Nome...... umiltà, ha saputo condividerlo insieme a paesaggio era molto bello e poi con le noi. ciaspole mi è piaciuto, non l’avevo mai Indirizzo ...... fatto… l’arrampicata mi ha dato delle Piero Ferraresi grosse emozioni, si andava in alto…ho (Responsabile dei Servizi per ...... avuto un po’ di paura ma ero sicuro di Minori di Comunità Fraternità) Ai sensi della legge Nr 675/96 autorizzo l’utilizzo dei dati personali (anche per un eventuale mailing) 19 www.gallorosso.it CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 17:11 Pagina 20
2008 ANNO KUGYANO
... e per finire, la parola a
di Luciano Santin Kugy
Nel quadro delle commemorazioni in memoria di Julius Kugy, il pioniere dell’alpinismo orientale e letterato del quale nel 2008 ricorre il centocinquantennale dalla nascita, sono comparsi su queste pagine articoli di Qui accanto e a fronte: Con alcuni diverso taglio. In questa amici triestini a Valbruna. breve silloge lasciamo la parola all’autore attraverso alcune citazioni tratte dai suoi libri. Bozzetti e riflessioni che riflettono fedelmente una poetica e un’etica dell’andar per monti, ma anche una concezione della vita saldamente radicata vivere che mi appariva nei fosse sincera e onesta. Così gonfio nella sua multicolore nell’humus cosmopolita che circoli direttivi dei anche sul piano religioso. veste di gala». caratterizzò la citta di Trieste commercianti: tutto ciò mi Perciò eravamo stimati Pure, nel 1915, quando tra la fine dell’800 e l’inizio piaceva immensamente. dappertutto e trovavamo l’Italia dichiarò guerra del ‘900. Trovavo nella nostra uguale accoglienza all’Austria, si offrì volontario «Il grandioso movimento professione molta poesia e amichevole nei circoli italiani quale Alpine Referent. E delle merci che si un’aura di romanticismo. e sloveni di Trieste, come in rivendicò con orgoglio la manifestava in tutte le vie di Trieste godeva tempi beati, quelli tedeschi. La nostra e scelta, anche da “sconfitto”: Trieste e quindi anche nei era un emporio florido e mia norma era questa: che «Non ho punto l’intenzione di nostri magazzini, il lavoro ricco, di grande importanza e ogni popolo ha il pieno pretenderla a eroe di guerra. insonne e fragoroso nel promettente avvenire», scrive diritto, ma anche il dovere di Non ho fatto che il mio porto, sui transatlantici, il in “La mia vita”. evolversi». dovere. Non è persona traffico con paesi lontani e La sua è una visione aperta, Esentato dal servizio militare onesta, ma un debole, un vile sconosciuti, il pensiero della capace di attingere alle per miopia, Kugy non nutriva chi non difende la patria nel gigantesca rete a maglie diverse radici della cultura e simpatie per il mondo bisogno. D’altro canto, sottili che tende su tutto della civiltà triestina: «Noi, militare: «Non sono mai stato secondo l’odierna l’orbe la grande formula del avendo ricevuto amico della divisa. Penne chiarificazione e “dare e avere” con mille e un’educazione patriottica, ondeggianti, code di volpe l’atteggiamento quasi mille relazioni, diventammo buoni austriaci sui berretti e simili fronzoli universale, so che farei comunicazioni e conteggi, di vecchio stampo; ma senza mi ricordavano sempre un piacere a ben poche persone. comunanze e dipendenze e sciovinismi esagerati, senza po’ troppo il regno animale. Soprattutto però devo usare amicizie, la fermezza sagace enfasi o retorica. Presto Quando vedo un generale o prudenza e riguardi. Oggi e sicura di sé, la libertà dello imparammo a rispettare qualche altro dignitario in sono cittadino italiano, vivo spirito, l’autonomia delle l’opinione altrui, fosse pure gran pompa penso anche tranquillo e contento in opinioni, l’indipendenza del contraria, ma bisognava che oggi al gallo che se ne viene Italia. L’Italia è diventata la
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fino a quello del mio ultimo protendono come lingue, in respiro». alto, sopra il blu dello sfondo Ma la prosa di Kugy si ancora scuro delle prealpi e illumina interiormente, come delle valli. Altari ardenti in una veilleuse, soprattutto fila serrata da est a ovest: quando parla di montagna. Tricorno il re, Prisanig e Così racconta, ad esempio, Razor, Suhi Plaz, ancora l’alba in vetta al Dobratsch, immerso in un profondo imprinting adolescenziale al mistero, Jalouz e Mangart, suo amore per le vette: «Da Jôf Fuart e il turrito principio è come un soffio Montasio, in parte simile ad roseo. I monti non sono mai un massiccio dorso così poetici, così supremi e d’elefante, in parte paurosa irraggiungibili, così figura dì drago. Seguì una ultraterreni e incantevoli giornata serena. Da est si come in quest’ora, quando levò l’inebriante e grandiosa cominciano a lievitare le sinfonia della luce e della prime luci mattutine. Non li vita. Devoti e commossi si abbiamo mai guardati stette in ascolto. Chi respira, abbastanza come in lodi il Signore! Io rimasi là a quest’ora. La nostalgia di lungo, sull’ultima roccia, momenti così beati non può presso la cappella della cima. spegnersi mai. Il grande ed eccitante E d’improvviso appare lui, spettacolo era terminato. Le splendido e liberatore, il sole, Giulie brillavano al sole d’un immerso ancora e giorno senza nubi. La discesa prorompente insieme dalla e il ritorno a casa sono linea dell’orizzonte. Rosso avvolti nelle nebbie del sangue. Talvolta sembra che passato. Non ricordo quasi danzi, sorridente, talvolta che nulla. Ma in alto, sopra il si alzi divinamente sublime, “mare di nebbie dell’oblio” in calma maestosa, “pari ad vedo ancora l’infiammata un eroe”. fronte settentrionale delle Il delicato e mite rosa del Giulie. Per me fu uno sprone primo risveglio è diventato e una promessa. Quel sole mia seconda patria. Dai miei La scelta di rimanere in Italia fiamma viva. Le fronti nascente mi ha accompagnato racconti sarà risultato da dopo la fine del conflitto (i settentrionali delle Giulie per tutta la vita, e ancora mi quante tendenze ideali fossi parenti presero invece la via sono fuochi rossi, che si illumina». legato a lei anche prima. La di Vienna) è legata vecchia Austria che con la soprattutto all’amore per la sua aureola e con tutte le sue sua città: «Dal chiasso magagne e i ben noti difetti frenetico del lavoro ho amato con tutto il cuore, quotidiano mi sono ritirato per antica tradizione, è ad una vita silenziosa e scomparsa. Scomparsa per tranquilla. Ma naturalmente sempre. sono rimasto a Trieste. Amo La storia ha detto la sua questa bella città, il suo sole parola, il suo passo ferrato luminoso, il cielo e l’ampio vi è passato sopra. mare azzurro di Trieste. In M’inchino alla sua sentenza. nessun’altra parte potrei Ma desidero si sappia che, trovare una vera patria. C’è senza esitare, ho messo al il Carso, e le Alpi Giulie sono servizio della patria morente vicine: è la città della mia il sangue e gli averi, la giovinezza, del mio lavoro e salute e la vita; che tenni di ogni mia attività. Voglio duro, forte e fedele, finché rimanere qui, come dai tempi crollò moribonda, come i della mia infanzia, quando al leoni di bronzo, feriti a di là dal mare il sole morte, sul Predil e a tramontava con i colori di Malborghetto». fuoco. Il sole di tutti i giorni,
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Qui sotto: a Valbruna con magnificenza di quella vista. sincero. Ma allora danno compagno accoccolato la giovane pianista Io mi domando ancora se ero amore per amore, e quando ti presso il fuoco che egli, mai Evelina Simoni. desto o se fu un sogno. Il sole amano, ti sollevano alla loro stanco, sempre tenendomi scendeva lentamente al altezza e ti fanno grande e d’occhio, attizza e sorveglia. tramonto. Dalle Dolomiti al ricco. Quando s’avvedono Sprizzano in alto fasci di mare che si scorgeva in che non fu un bisogno del scintille quando egli getta lontananza, tutto il cuore a portati lassù, bensì la manciate di ramoscelli Mezzogiorno e l’Occidente moda, lo sport, la vanità, il freschi. Odore di resina, in un erano un fiammeggiare di capriccio, allora guardano vivace scoppiettio, rapidi rosso e d’oro. Quanto più il crucciati e pallidi, tengono bagliori, poi ombre cadenti, sole declinava, tanto più nascosti i loro tesori con da lontano lo scroscio delle violente erompevano nuove e diffidenza e si chiudono in un acque e, tutt’intorno, più luminose gamme di silenzio fiero e glaciale. Non l’infinito silenzio. Così passa colori. I cieli cantavano hanno nulla da dire a questo la notte montana in un sogno all’astro partente un inno di forestiero che se ne ritorna di bellezza. L’hai guardata splendori non mai pensati. povero com’è venuto». mai, riposando nel cuore della montagna, in tutta la sua magnificenza? Sai che cosa può rivelarti, lassù, nel mistero delle altitudini e del tempo, dal tramonto al sorgere del sole, che ti empie di segni e miracoli? Credi a me, siffatte notti non si dimenticano. Né si dimenticano gli uomini che ci stanno al fianco. La mia gente dorme. Nella valle si spengono le piccole luci, una dopo l’altra. La notte passa nel cielo profondo. Riposa, anima mia. Ci sono stati disinganni, delusioni e tu ne hai sofferto? Qualcosa ha tradito le tue speranze e i tuoi desideri? Non scorgi nessuna stella nel tuo cielo, nessuna luce che ti illumini? Cerca di pazientare, dimentica! Tu guardi nel buio Kugy nel suo studio con la “storica” governante, Peppina Malalan. della notte e pensi, con affanno e apprensione, a quanti enigmi di vita, di A Est e a Nord tutti i monti E parlando dei bivacchi («Un dolore, di morte sono sospesi brillavano di luci gialle, nelle monte non lo si conosce nella sua ombra valli calavano ombre sinché non ci si dorme indecifrabile. Ma presto il azzurro-cupe. Mai più sopra», usava dire), i toni sole nascente manderà il suo rivedrò uno spettacolo trapassano dall’epico segnale infuocato per monti e simile». all’elegiaco, forse il suo valli e tutte le ansie e i Un leit motiv, costantemente registro migliore, aprendosi fantasmi della notte ripetuto, è quello del primato alla speranza di un mondo scompariranno senza lasciare del sentimento: l’alpinismo è migliore: «Strapiombi di traccia nella gioia del nuovo moto del cuore, che si serve rocce sopra di me e, in una giorno. Anche per te, anima Lo stesso sentimento rapito della tecnica: «Soltanto luce fantastica, l’orlo mia, splenderà un luminoso dei suoi quattordici anni all’amore i monti spalancano stranamente roso della messaggio, anche per te un anima la descrizione del le profondità della loro muraglia di neve, e in alto lieto risveglio annuncerà una panorama dalla vetta del anima e le loro dovizie. Essi sopra la fenditura, con giornata migliore. Spera e Triglav, in occasione della vogliono l’uomo tutt’intero, sempre mutevoli costellazioni abbi fiducia». prima invernale: «Non è esigono piena dedizione, gli astri migranti. Più in là la possibile descrivere la coraggio ed entusiasmo figura grottesca del mio Luciano Santin
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Nino Oppio
di e la Andrea Gaddi Sfinge
A cinquant’anni dalla prima ripetizione della via Oppio alla punta Sfinge, un omaggio a Nino Oppio, attraverso i ricordi di Luigi Airoldi.
Compie 50 anni la prima ripetizione della parete Nord- ovest della punta Sfinge nel gruppo del Masino. La via venne aperta da Nino Oppio e Stefano Duca, il 3 e 4 agosto 1941, in piena guerra mondiale. Mentre il mondo alpinistico si fermò in modo più che comprensibile a causa In alto: Nino Oppio. Qui sopra: Punta della Sfinge a sinistra e Pizzo Ligoncio a destra, con, nello schizzo il tracciato di quella lunga stagione di della via (da GMI-Masino Bregaglia Disgrazia, Vol. I, CAI-TCI). conflitti, i due scalatori all’ultimo momento, un una linea di fessure in mezzo centrali e, grazie anche lombardi riuscirono a sferrare maestoso anfiteatro di guglie ad una parete a lavagna. all’ambiente selvaggio, fu un loro attacco personale e pareti con al centro la bella Oppio, che è stato uno dei avvolta in un alone di nella solitaria e selvaggia parete settentrionale del Pizzo più grandi scalatori degli anni mistero. Una fama sinistra vallata sopra il paesello di Ligoncio. Una nord già a cavallo della guerra, fu un che solo dopo 17 anni venne Novate Mezzola: la Val celebre per la salita di un personaggio poco noto, che disincantata, nel 1958. E fu Codera. Una valle di antiche pioniere valtellinese: Alfonso oggi pochi conoscono come opera, questa, condotta da tradizioni, dove fin poco Vinci. Poco a sinistra, più in un grande pioniere. Resta il una cordata lecchese tempo fa il paesello montano basso, spicca una lastra di fatto che su quella parete composta da Luigi Airoldi, di Codera (raggiungibili solo granito verticale e levigata, della Val Codera realizzò uno Dino Piazza, assieme al per sentieri e in più di un’ora dall’apparenza inviolabile. dei percorsi più difficili e milanese Roberto Gallieni e di cammino) era ancora Questa è la parete Nord arditi delle Alpi Retiche al lariano Roberto Osio. abitato, sia d’estate che Ovest della Sfinge, con i suoi Occidentali. Per anni, infatti, Ancora oggi si ricordano gli d’inverno. In cima a questa 450 metri di sviluppo. Solo a fu considerata una delle più innumerevoli passaggi vallata si apre, quasi Nino Oppio riusci di scovare difficili e ardite vie delle Alpi estremi in arrampicata libera.
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E ciò sottolinea nuovamente ripetute da qualcuno… tranne il grande valore di Oppio che, una. La più difficile. “Nino con i suoi scarponcini rigidi continuava a caricarci e (ancor più arretrati rispetto ai spingerci a provare la salita e calzari usati dai lecchesi nel noi, alla fine, incuriositi dai 1958) aveva spesso ragione sui racconti siamo andati sulle linee naturali dove la sulla montagna a provare la tecnica non serviva a niente via”. Era consuetudine, senza il coraggio! E di questi inoltre, che Oppio offriva ai passaggi avventurosi Oppio primi ripetitori delle sue vie ne ha disseminati in gran una bottiglia di vino rosso, da quantità in giro per le Alpi. bere necessariamente Di ritorno dalla Sfinge, lui assieme. Una ricorrenza che, stesso dischiarò che su quella certamente, non venne parete trovò i passaggi più interrotta neanche quella difficili che avesse mai volta. affrontato. Lui non era il tipo “La salita è stata difficile, una di alpinista che, molto diffuso delle salite più toste che in quegli anni, portava via abbiamo effettuato in quegli anni. Superava un sistema di fessure che incide tutta quanta la parete”, racconta Airoldi. Era veramente un duro quell’Oppio e, a detta di chi lo ha conosciuto, era un tipo d’uomo di poche pretese, che scansava la pubblicità e la fama di quel tempo. Con un unico “cruccio”: esigeva che le sue vie fossero ripetute. Non andava sui monti solo per sé, ma anche per i compagni, gli amici e per chi sarebbe passato dopo di lui. Nell’era dell’alpinismo moderno, quella delle scarpette ai piedi e dei friend piuttosto che i grossi cunei di legno, la via di Oppio sulla Sfinge è stata ripetuta solo un’altra volta dopo il 1958. Autori della ripetizione sono i locali Rossano Libera e Gualtiero Colzada. chiodi o nascondeva i trucchi Guardacaso due abitué dello di un’ascensione con lo scopo sperduto antro del Ligoncio e di far dannare il più possibile amanti di quella natura i ripetitori. Lo stesso Airoldi, selvaggia che ha amico di Oppio in gioventù, caratterizzato la vita verticale confida: “Ad ogni nostra di Nino Oppio. rimpatriata Nino ripeteva di Resta il fatto che sarebbe un continuo di non farlo morire peccato che una via così bella senza sapere le sue vie e complicata rimanesse un ripetute”. In effetti tutte le affare di interesse locale. sue grandi vie, come al Pizzo Quel che è certo è che Nino Uccello nelle Apuane, il non ne sarebbe troppo Sasso Cavallo nelle Grigne e contento. al Croz dell’Altissimo in Andrea Gaddi Brenta, erano state tutte
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Ichimura in arrampicata su Slovak Direct durante il concatenamento al McKinley. Foto©Katsutaka Yokoyama. Qui sotto: Gli apritori di Climbing is believing in cima al Bear’s Tooth 3261m: da sinistra a destra Sato, Ichimura, Yokoyama. Foto©Katsutaka Yokoyama. Sotto a destra: Ichimura sul 16° tiro di Climbing is believing al Bear’s Tooth 3261m. Foto©Katsutaka Yokoyama
Antonella Cicogna e Mario Manica (C.A.A.I) [email protected]
Sulle montagne d’Alaska l’attività è stata intensa quest’anno e contrassegnata da uno dei più grossi exploit alpinistici di tutta la storia de La Grande Terra: il concatenamento del Mc Kinley-Denali 6193 m realizzato dalla cordata giapponese guidata da Katsutaka Yokoyama. In tutta l’Alaska Range, soprattutto al ripetizione. Superata Isis Face il trio del Couloir al Mt Huntington 3730 m con Ruth Gorge, la presenza delle Sol levante è ridisceso lungo la via dietro-front a 300 metri dalla cima, a cordate è stata davvero Ramp (Grado Alaska 3, 3 luglio 1965 metà maggio 2008, la cordata spagnola intensa. Per tutti si può Kajiura, Nakamura, Nishimae) per circa composta da Cecilia Buil e Luis Ángel 3000 metri fino ai piedi della parete sud Rojo ha invece aperto una linea di 700 senz’altro dire che la stagione raggiunta il 14 maggio, e la mattina metri su una parete sempre affacciata «16 ore non stop in stile alpino fino alla sia stata caratterizzata da seguente ha attaccato gli altrettanto sul Tokositna Glacier. La via si sviluppa cima con diverse brevi varianti fino a V condizioni climatiche (e di tecnici 2800 metri della via Slovak su neve ghiaccio (70°) e misto. WI5+ e M6+ soprattutto nella parte alta terreno) anomale, con forte Direct (Grado Alaska 6, 5.9, AI6, M6+; per l’assenza di ghiaccio sulla linea innevamento e scarsissima Adam, Korl, Krizo, 1984), realizzandone Moose’s Tooth originaria che gli apritori avevano presenza di ghiaccio sulle la quarta ripetizione. In tre giorni i tre 3139 m, gradato V WI4R M6R». Giapponesi si sono ricongiunti alla vie. Ciò ha certamente London Tower Cassin per poi raggiungere la cima del 2300 m, Prima ascensione il 28 aprile per Nils facilitato l’ascensione di McKinley il 18 maggio. «Le difficoltà di Mt Bradley Nielsen e Eiliv Ruud di una cima senza alcune linee ma reso più questo concatenamento si sono avute 2775 m, nome posta tra il Mt Bradley 2775 m e ardua la salita di altre. nei momenti più inaspettati. Ad esempio Litlefjellet, Mt Barrill il Mt Dickey 2909 m. lungo la via Ramp: è parecchio 2331 m «La via, Kuriositeten, di AI5 M3+, si Mc Kinley - Denali pericolosa e la linea di discesa non è Gli sloveni Tina Di Batista e Tomaz sviluppa per circa 800 metri lungo il 6193 m affatto evidente - ha raccontato Jakofcic, dopo aver salito il 13 aprile il versante est della montagna che Sono i giapponesi Fumitaka Ichimura Yokoyama -. Isis è stata fantastica. couloir Ham and Eggs (Grado Alaska abbiamo chiamato Litlefjellet. Nel nostro (30), Yusuke Sato (28), Katsutaka Siamo saliti in conserva, alternandoci 3+, 5.9, 850 m, Thomas Davies-Jon dialetto significa montagnetta, non tanto Yokoyama (29), e hanno realizzato una alla guida. Mentre su Slovak Direct ci Krakauer- Nate Zinsser, 16- perché si tratta di una piccola cima, cosa a dir poco strabiliante: il siamo divertiti, perché abbiamo trovato 18/06/1975) alla sud del Moose’s Tooth quanto perché è così che ci è apparsa concatenamento delle difficili vie Isis ghiaccio buono e roccia solida. Ci 3139 m, hanno realizzato la probabile al cospetto dei giganti che le stanno Face e Slovak Direct al McKinley- alternavamo ogni due tiri. Direi che la prima ripetizione della via Freezy Nuts affianco. Il terreno è di difficoltà Denali 6193 m. Vale a dire oltre 5000 difficoltà di questo concatenamento, (Manu Pelissier e Manu Guy, 1996) su relativamente moderata, con lunghi metri di terreno verticale e tecnico saliti soprannominato Pachinko on Denali, London Tower 2300 m ca. «Una via che tratti su un ripido couloir di neve e in 8 giorni, dall’11 al 18 maggio. non è stata tecnica quanto mentale. i primi apritori avevano gradato TD+, ghiaccio dall’arrampicata interessante e Dapprima il trio si è lanciato lungo il Veramente duro è stato il continuare a 95°, 800 m, - spiega Tomaz - ma che divertente», hanno raccontato i due versante est dello Sperone Sud del scalare cercando di mantenersi sempre noi abbiamo trovato più facile». norvegesi. La via è stata ripetuta subito McKinley per affrontare i 2200 metri di al massimo della motivazione, al meglio Il 22 aprile al Mt Bradley 2775 m, la dopo da due altre cordate. Isis Face, la via di Grado Alaska 6, AI5, della propria forza fisica e sperando che cordata ha poi realizzato la prima La cordata ha anche ripetuto il couloir M5 aperta da Jack Tackle e Dave la fortuna non ci abbandonasse!» ripetizione di Season of the Sun, la via Ham and Eggs al Moose’s Tooth 3139 Stutzman nel maggio 1982, che di 1500 metri aperta dai giapponesi m, il Japanese Couloir (III 55-70°) al termina in cima allo Sperona Sud e che Tokositna Glacier Fumitaka Ichimura, Yusuke Sato e Mt Barrill 2331 m e Freezy Nuts su fino al loro arrivo contava di una sola Fallita la ripetizione del West Face Tatsuro Yamada nel 2007 alla sud-est. London Tower 2300 m ca.
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Turgeon che ha realizzato la prima traversando la parte intermedia e difficili ascensione di Bat’s Ears, situata tra i tiri di misto nella parte superiore. ghiacciai Yentna superiore e Lacuna, sul Arrivati in cima Bajde e Kozelj sono remoto versante sud-ovest del ridiscesi lungo la cresta ovest in difficili massiccio del Mt Foraker 5303 m. La condizioni di visibilità, totalizzando 56 salita non stop su questa montagna si è ore (9 ore per la discesa) da campo svolta lungo la verticale parete sud di base a campo base. 900 metri, con difficoltà AI 4+ M5+. Discesa lungo la cresta sud-ovest fino Mt Frances al campo base, per un totale di 23 ore. e Mini-Moonflower Come acclimatazione alla fine di maggio Mt Hunter 4441 m Tratnik, Velikanje, Bajde e Kozelj hanno Alcuni giorni dopo la loro prima salito la Cresta sudovest del Mt assoluta, la cordata Ben Gilmore- Frances (IV 5.8 60°), ripetuta pochi Freddie Wilkinson-Maxime Turgeon si è giorni prima di rientrare in Slovenia diretta al Mt Hunter 4441 m per anche dai compagni Kladnik e Novak. A ripetere i mitici 1800 metri della via inizio della loro spedizione, però, questi Sopra: Tina Di Batista durante la Moonflower (M. Stump, P.Aubrey ultimi hanno preferito il North Couloir prima ripetizione di Season of the 1981 ultima fascia rocciosa; T. Bibler, D. (IV 85°, 700 m ca.) di Mini-Moonflower, sun al Mt Bradley 2775 m. Klewin alla cima 1983 - Grado Alaska evitando il tiro di 85° su ghiaccio e Foto©Tomaz Jakofcic 6, 5.8, A3, AI 6) allo Sperone Nord. Il salendo per la variante strapiombante a primo giorno i tre alpinisti hanno sinistra fino alla cresta. Mini- realizzato i due terzi dello Sperone, per Moonflower è una versione in piccolo Qui accanto: Scorcio sulle pareti poi ultimare la via fino alla cima il dello Sperone Nord del Mt Hunter, ed è della Brooks Range. secondo giorno. La salita è avvenuta in posto a sinistra dello Sperone stesso. FotoArchivio©M.Manica libera (tranne per il breve tratto di un Sulla sua parete nord, Jon Bracey e pendolo) con difficoltà di WI6 e M7. Matt Helliker hanno realizzato in questa Discesa lungo la via di salita. In tutto 52 stagione alascana una probabile nuova ore da campo base a campo base. Non linea di ghiaccio e misto. contento, subito dopo Turgeon si è lanciato con la compagna Zoe Hart nella Arrigetch Peaks ripetizione della difficile Deprivation,la Sono davvero le porte d’ingresso del via di grado Alaska 6 (ED+ 90°), aperta Gates of the Arctic National Park: Détrie (23), Mathieu Maynadier (23), nel 1994 da Scott Backes e Mark isolate, poco frequentate, con Sébastien Ibanez (24) e dalla guida Twight lungo il fianco destro dello avvicinamenti lunghi. Si tratta delle Patrick Pessi, la prima salita del pilastro Sperone Nord. La Hart ha così realizzato stupende Arrigetch Peaks, nella Brooks nord-est di questa incredibile la prima integrale femminile della via range, dove Ryan Hokanson e Samuel montagna: 1500 metri di ED, M5/M6, fino alla cima del Mt Hunter. Johnson hanno realizzato una nuova via A2/A3 e passaggi di 70°-80° battezzati Deprivation è stata salita agli inizi di e una ripetizione degne di essere Bear’s Tooth 3261 m Move your ass…and your mind will giugno anche dagli sloveni Aljaz Tratnik, menzionate, certamente Arrampicare è credere, ne sono follow (dal 6 all’11 maggio). Al Pilastro Davor Velikanje. Seguiti a un’ora di alpinisticamente ma ancor più per il loro certamente convinti Ichimura, Sato e sud-est, invece, seconda ripetizione in distanza dai compagni Matej Kladnik e valore esplorativo. Dopo aver ripetuto lo Yokoyama. L’hanno dimostrato con lo quattro giorni per François Delas (21), Urban Novak. «La parete era Sperone nord del West Maiden (V 5.9), storico concatenamento al McKinley. Ma Frédéric Gentet, Sébastien Ratel (20) e incredibilmente innevata e ci siamo 22 tiri fino a 5.9 R/X, 1300 m ca, i due anche con la straordinaria via aperta Damien Tomasi (20) dei 1500 metri ritrovati sul ripido senza poter usare si sono messi in marcia per diversi lungo la parete nord-est del Bear’s aperti nel 1974 da David Roberts, Galen praticamente nulla per proteggerci -ha chilometri per raggiungere il Caliban. Il Tooth, montagna situata a sud del Rowell e Ed Ward. spiegato Kladnik -. In più c’erano loro obiettivo è stato salire l’intera Moose’s Tooth. «Penso che Climbing is Per Laure Gaudin (25 anni), Cécile continue scariche di neve polverosa! cresta est. Una cavalcata di sali e Believing sia una delle vie più tecniche Chauvin (26), Aurélie Lévêque (26) e Abbiamo continuato la salita di notte. scendi che ripercorre le quattro torri per dell’Alaska. Il tiro chiave è stato il Julie Gerber (26), dopo una ripetizione Raggiunto il nevaio superiore lungo lo un totale di 16 tiri e 4 doppie. «Ci è decimo, di M7R», ha dichiarato di Ham and eggs e Shaken, not Sperone Nord, ci siamo diretti al bivacco sembrata una salita interessante, una Yokoyama. La linea di 1250 metri si stirred (950 m, AI5) al Moose’s Tooth Corny. A un tiro sopra il bivacco linea davvero da inventarsi, soprattutto sviluppa per 18 tiri con Grado Alaska 6, 3139 m, ripetizione sempre al Dickey abbiamo capito che le condizioni di per superare due delle torri dove si 5.10 a, AI5, M7R, A1+. I tre giapponesi della goulotte Johnson con vetta visibilità non ci avrebbero consentito la sono rese necessarie le doppie. Bello il l’hanno aperta dal 18 al 19 aprile finale. cima. Così siamo ridiscesi per la parete granito. La posizione di Caliban poi è scorsi, per ridiscendere al campo base anziché lungo la difficile cresta ovest, fantastica, essendo la cima più alta il giorno successivo. Sulla est, Bridwell Kahiltna Queen cercando di sfruttare i pochi ancoraggi delle Arrigetch», ha spiegato Hokanson. e compagni avevano aperto nel 1999 Nuova via il 9 giugno per Raphael fissi presenti. In 15 ore eravamo ai piedi La via è stata chiamata Pillar Arête (V The useless emotion (1400 m, VI, Slawinski e Pierre Darbellay alla ovest di della via, con un totale di 46 ore da 5.10). Molti dei tiri sono stati realizzati WI4+ M5 e A4). Kahiltna Queen (Kahiltna Glacier). 450 campo base a campo base.» in conserva. 27 ore in tutto. metri con difficoltà WI4+ R battezzati Le Il 30 maggio, Bajde e Kozelj avevano Mt Dickey 2909 m Voyage au Bout de La Nuit. attaccato i 1500 metri della North Diverse ripetizioni e una linea nuova per Buttress Couloir Variation (grado Per le relazioni e la personale i giovani alpinisti della Fédération Bat’s Ears 3366 m Alaska 6) aperta dai francesi Benoit collaborazione ringraziamo: Française des Clubs Alpins et de Tra le montagne più alte ancora Grisou e Yves Tedeschi il 27/06/1984 Montagne (Ffcam) tra la fine di aprile e inviolate dell’Alaska Range c’era lei, ma Tina di Batista, Lindsay Griffin, sempre al Mt Hunter. Dopo aver gli inizi di maggio. Principale terreno a toccarne la cima ci ha pensato il Tomaz Jakofcic, Raphael superato velocemente il couloir nella d’azione il Mt Dickey 2909 m. È infatti primo maggio scorso la cordata Ben Slawinski, Katsutaka Yokoyama, prima sezione della parete, la cordata della cordata composta da Mathieu Gilmore-Freddie Wilkinson-Maxime aveva incontrato maggiori difficoltà Jack Tackle 27 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:03 Pagina 28
Val Clarée. Dopo Navache si parcheggia rettangolare. Il rientro si effettua presso uno slargo sulla sinistra. raggiungendo in salita per rampe Imboccare sulla destra il sentiero per il erbose il Canale dei Camosci per il Vallone del Col du Vallon. Oltrepassata quale si scende ai Piani di Bobbio. la chiesetta di Saint Michel tenersi sulla riva del torrente e in corrispondenza di ALPI ORIENTALI una baita posta in alto sulla destra Prima Torre del Miel orografica, attraversare il torrente e - (Top. prop.) - m 2414 mirare alla pietraia sulla verticale di una Dolomiti - Gruppo delle Pale di San placca grigia, in realtà costituita da un Martino insieme di pilastrini e diedri. La via sale Il 16 settembre 2007, Fulvio Spanio ha il pilastrino centrale e le soprastanti aperto sulla parete Ovest la via “Orsi fessure di roccia molto divertente che Grigi”. Si tratta di un itinerario A cura di Roberto Mazzilis caratterizza i primi 9 tiri di corda. Segue interessante e vario che si sviluppa per (C.A.A.I.) una rampa abbastanza agevole e m 460 per 10 tiri di corda lungo una Caneva di Tolmezzo ascendente verso destra che conduce successione di diedri e fessure con Via per Terzo, 19 - 33028 (UD) ad uno spigolo a placche. Dopo una difficoltà dal III al V +. Usati14 chiodi, Cell. 3393513816 breve calata a corda su spuntone si alcune cordini su clessidre e spuntoni. prosegue per un camino che sfocia Avvicinamento dalla Casera su Pian del sulla cresta sommitale. La discesa è Miel per sentiero all’omonima forcella ALPI OCCIDENTALI stata effettuata verso destra seguendo (ore 0.40). Dirigersi alla base della Le Sommet Rond alcuni ometti fino ad un ampio parete grigia delimitata sulla destra da Qui sopra: La parete occidentale del m 2706 canalone. Raggiunto il Col de l’Etroit du una parete giallastra e sulla sinistra da Sasso Piatto con la via “Advocatus Il 14 luglio 2007, Paolo Ravera e Vallon si prosegue sulla destra a un camino nerastro. La via sale nel Diaboli”. Francesco Guglielmino, soci del C.A.I. di imboccare un canalone che conduce ad mezzo della parete grigia mirando ad Pianezza, sulla parete Ovest hanno un torrente e quindi al sentiero per una punta ben visibile che si stacca Sotto: La via “Advocatus Diaboli”. aperto la via “Peccato di Vecchiaia”. Navache. dalla cresta Nord del Coston del Miel. È stata realizzata con chiodatura Raggiunta una cengia, si passa sul tradizionale (chiodi, friend, nut e ALPI APUANE versante Nord dal quale si mira, cordini). Tutto il materiale è stato Monte Pania della seguendo il percorso più facile, alla recuperato, ad eccezione di 1 chiodo e Croce - m 1859 cima. Discesa per la cresta Sud in 1 cordino. La roccia calcarea è buona o Il 29 marzo 2008 Giovanni Viti (C.A.I. arrampicata (II, m 45 ), poi in corda ottima, con qualche pietra instabile. Il Forte dei Marmi - I. A. e I. S.A.) scende doppia (chiodo) ed infine, per un dislivello è di m 400 per m 600 di in sci la parete Sud per il “Canale dei canalino friabile ed un gradone con sviluppo (15 tiri di corda). Difficoltà dal II Carrubi”. Tale canale, essendo esposto erba. Raggiunti i primi mughi si piega al VI. Per una ripetizione sono necessari a Sud raramente risulta innevato in decisamente a sinistra fino ad una scelta di chiodi, friend medi e maniera ottimale. Il passaggio più incrociare il sentiero del Pian del Miel. piccoli, 2 corde da m 55/60, alcuni impegnativo si trova a m 50 sotto la cordini. Avvicinamento alla parete dalla cima all’inizio della diagonale (molto Cime dei Balconi esposta) che immette nel canale vero e m 2507 Il tracciato della via “Il Volo del proprio. Dislivello complessivo m 500 Dolomiti - Gruppo delle Pale di San Cuculo” alla Torre Pesciola. circa con pendenze massime fino a 50° Martino con alcuni passaggi molto angusti tra Renato Bortolato e Fulvio Spanio sono rocce (complessivamente diff. di S4). saliti per la cresta Nord. Dislivello m 600 con difficoltà fino al III. OROBIE OCCIDENTALI Avvicinamento da Col di Prà per il Colle Torre Pesciola di San Lucano (m 1744). Seguire tra Il 2 ottobre 2007 Diego Maroni e Gian mughi una traccia in direzione Sud - Antonio Gobbi hanno aperto la via “Il Ovest e la dorsale dei monti. La via sale Volo del Cuculo”. A detta dei primi il filo dello spigolo, esposto, toccando la salitori si tratta di una via veramente Quota 2393 e la caratteristica “Finestra bella con un solo tratto con roccia rotta del Cor”. Quindi, sempre per cresta alla e con erba (all’uscita del primo tiro di Quota 2491, poi alla Quota 2507 ed corda). Per il resto l’arrampicata è infine all’ultima, erbosa e pianeggiante ovunque agevolata da abbondanza di di m 2496. Discesa in direzione Sud - appigli, fessure e spuntoni che rendono Ovest, nella conca sotto la Pala dei consentono la sistemazione di Balconi e Punta del Miel ed infine per ancoraggi tradizionali. Ai ripetitori sono sentiero 705 fino alla pista forestale del della Vena (Boreal della Vena). Prima di consigliati una serie di nut e friend fino Col di Prà. uno sperone roccioso portarsi in alto, fin al n° 3, cordini, fettucce e una scelta di sotto la parete rocciosa, levigata ed chiodi per rinforzare le soste. Sviluppo Cima dei Balconi appoggiata. Salirla al centro sfruttando m 230 per 6 tiri di corda con difficoltà m 2491 canali, placche appoggiate e speroncini. di IV +, V + e un “passaggio chiave” di Dolomiti - Gruppo delle Pale di San Giunti ad una cinquantina di metri più in VI -. Avvicinamento dalla Bocchetta di Martino basso del Balcon (a forma di cuore) si Pesciola per sentiero in direzione Il 19 maggio del 2007 Fulvio Spanio è prosegue per il filo di cresta, in Artavaggio per ore 0.10. Incrociato un salito da solo per la parete Ovest direzione Sud scavalcando le levazioni canale, risalirlo per una cinquantina di giungendo all’attacco per il canale che maggiori. Dislivello m 450. Difficoltà fino m fino alla base di un grosso masso separa le Cime dei Balconi dal Coston al III.
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La Torre della Scortegade con il tracciato della via De Zordi - Lovat lungo lo spigolo Est.
abbassarsi verso Nord, fino alla Torre (ometti).
Cima dei Camosci (top. prop. ) Alpi Feltrine - Gruppo del Palughet Il 23 giugno del 2006 in ore 2.30 Aldo De Zordi e Paolo Lovat sono saliti per la parete Nord - Ovest realizzando una via di m 280 con difficoltà dal III al V -. Avvicinamento da Malga Fossetta per sentiero che passa sotto la parete di Punta Cereda. L’attacco si trova in corrispondenza di un canalone sbarrato Pala della Madonna Sasso Piatto - m 2964 da grossi massi. La parete Nord - Ovest della Cima - m 2533 Dolomiti - Gruppo del Sassolungo dei Camosci con la via De Zordi - Dolomiti - Gruppo delle Pale di San Sulla parete occidentale il 1 luglio del Cima dei Camosci Lovat. Martino 2007 (in 2 riprese per ore 7 m 2345 Renato Bortolato, Gino Visentin e Fulvio complessive di arrampicata) Verginer Dolomiti di Forni - Gruppo del Cridola - Spanio sono saliti per il versante Est. Matthias e Demetz Michael hanno Ramo della Croda di Cuna Avvicinamento dal Bivacco Menegazzi aperto la via “Advocatus Diaboli”.Si L’attacco di questa nuova via, aperta da a corda doppia ci si cala fino allo stratto lungo il sentiero per la Forcella delle tratta di una via interessante su roccia Roberto Mazzilis e Fabio Lenarduzzi il intaglio di Forcella Cuna (ore 1 fino alla Mughe risalendo il valloncello tra gli medio/buona e con difficoltà 14 ottobre del 2007 si trova alla base Forcella, ore 2.30 complessive per il Sforcelloni e le pareti che digradano abbastanza continue fino al VI -. del grande colatoio inciso tra la Torre rientro al Giaf). dalla Cresta Nord della Pala della Sviluppo m 550 per 15 tiri di corda Spinotti e la Torre Molaro, sul versante Madonna. Giunti al suo termine lungo un pilastro pronunciato e Sud. La direttiva della salita è data nei Torre della Bufera spostarsi sulla destra fino ad un strutturato a placche grigie fessurate primi m 300 dal colatoio suddetto, - (denom. Prop. - non quotata ) canale/camino strapiombante di rocce nella prima metà. Dal secondo grande quindi dalla parete grigia a gradoni che Alpi Carniche - Gruppo della Peralba scure che si trova sulla destra di uno terrazzo spiovente è stata superata permette di raggiungere la base della La prima ascensione assoluta di questa sperone giallastro. Arrampicata di m direttamente la parete gialla e svettante Cima dei Camosci Torre, posta tra la Cima del Torrione 175 con difficoltà fino al IV +. Discesa strapiombante che accede allo spallone propriamente detta.La parete gialla e S.A.F. e la Cresta Zancan (visibili da Sud in corde doppie lungo la via (portare 2 sommitale. strapiombante di questa Cima è incisa in corrispondenza della strada che dal corde da m 50). da un evidente diedro / fessura nella cui bivio per il Rif. Calvi porta al Rif. Torre della parte superiore è stato trovato un Sorgenti del Piave) è stata realizzata il 6 Scortegade La Torre Nord di Punta Cereda con i vecchio chiodo. Considerata la novembre del 2007 da Roberto Mazzilis Alpi Feltrine - Gruppo Prabello possibilità di raggiungere tale punto da e Gianni Cergol. tracciati delle 2 vie aperte da Dalla Il 7 luglio del 2007 Aldo De Zordi e diversi passaggi anche più facili è molto La torre espone a meridione un pilastro Corte e Lovat. Paolo Lovat del C.A.I. di Feltre in ore 10 probabile che il diedro in oggetto sia verticale ed elegante, alto circa m 200 di arrampicata impegnativa hanno quello della via aperta da L. Coradazzi di calcare ottimo che si innalza dal realizzato la prima ascensione dello Bianchi e F. Baisero il 7 novembre del grande colatoio tra le torri S.A.F. e spigolo Est di questa cima ancora 1954, la cui relazione riportata a pag. Peralba. La nuova via risulta molto sconosciuta e piuttosto “selvaggia”, 83 del II volume della guida Berti Le interessante e si sviluppa lungo una sulla quale gli stessi, assieme a Denis Dolomiti Orientali comunque non successione di canali e colatoi Maoret, avevano già compiuto la prima corrisponde. Infatti le difficoltà maggiori levigatissimi nella via di avvicinamento e ascensione assoluta della parete lungo sono quelle relative al superamento da una divertente serie di placche a la direttrice del grande diedro posto degli strapiombi che accedono al diedro tratti verticali ma appigliate o incise da sulla destra (vedi Rubrica Nov. Dic. e non sopra. In ogni caso la via è fessure superficiali sulla Torre. Discrete 2007 alla quale si rimanda per le note consigliabile per l’ottima qualità della le possibilità di assicurazione con di avvicinamento e discesa). Lo sviluppo roccia, la verticalità della parete e la chiodatura tradizionale. Utili friend di questa via è di m 760 e le difficoltà favorevole esposizione a meridione. medio - piccoli. Sviluppo complessivo superate raggiungono il VI con passaggi Sviluppo complessivo m 720 per 17 tiri della via m 650 dei quali m 300 di di A0. di corda con difficoltà un po’ canale - colatoio di avvicinamento con discontinue dal II al V + nella parte difficoltà dal II al V +; m 150 di colatoio Torre Nord bassa; dal III al V + con tratti di VI e VI per raggiungere la base del pilastro con di Punta Cereda + nella parete sommitale. Usati una difficoltà di IV, V, VI +; m 200 sul Alpi Feltrine - Gruppo del Palughet decina di ancoraggi intermedi tra chiodi pilastro della Torre con difficoltà di V, VI, Sulla parete Nord - Ovest Emilio Dalla e friend di varia misura (utili medio - passaggi di VI + e 1 passaggio di VII -. Corte e Paolo Lovat hanno aperto 2 grandi). All’attacco si giunge in 1 ora di Usati una dozzina di chiodi, un paio di nuove vie lunghe dai m 100 ai m 120 marcia dal rif. Giaf per il sentiero che cordini e friend per l’assicurazione con difficoltà di IV -. Avvicinamento dal porta a Forcella Scodavacca. La via di intermedia, oltre al materiale per le Passo del Palughet per il sentiero della discesa implica il raggiungimento per soste. Avvicinamento in ore 0.15 dal via normale alla Punta Cereda che si cresta della Cima Principale, dalla quale parcheggio. Discesa molto laboriosa in abbandona dopo 15 minuti per per sfasciumi, rocce facili e una discesa corde doppie (necessarie 2 corde da
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almeno m 50) e lunghi tratti di arrampicata di II e III (dalla cima al parcheggio ore 2).
IN BREVE: Sulla struttura calcarea del Cengio Tondo, sopra il lago di San Colombano, ad opera di Matteo Campolongo (Teo), Paolo e Giò, sono state aperte le vie “Baubaker” (dedicata a Bruno Giardina), “Le Donne di Giò” e “Gabriella”. Si tratta di itinerari aperti dal basso (ad eccezione della via Gabriella) con uso di fix da Luisa Iovane integrare con friend e cordini. Roccia e Heinz buona. Sviluppo m 120 circa. Difficoltà Mariacher dal 5 c al 6 c / A0. La struttura rocciosa si raggiunge per sentiero da Spina di Vallarsa.
Il 19 novembre 2007 Davide Trebo (S.A.T. Riva del Garda) e Rosà Andrea S.A.T.) Val di Gresta) hanno realizzato la COPPA DEL MONDO prima ascensione della cascata di IFSC BOULDER ghiaccio che si forma nella parte alta a Fiera di Primiero (TN). La quinta tappa del lungo canalone che dalla Cima del circuito, unica in territorio italiano, si Bozzolo (Val Daone) sfocia sul il svolgeva nella ridente località nel cuore Lago di Malga Boazzo. Attacco della delle Pale di San Martino. Per il settimo colata, denominata “Remo l’Alpino” a anno consecutivo la sezione ore 2.30 dalla centrale idroelettrica a m arrampicata dell'US Primiero San 2000 circa. Sviluppo m 180. Difficoltà III Martino, guidata da Yuri Gadenz, / 2° +. Discesa in corda doppia lungo la organizzava una grande manifestazione via di salita. sulle strutture montate nel Parco Clarofonte. Quasi un centinaio d'iscritti, Il 12 dicembre 2007 Fabio Testa e 39 ragazze e 58 ragazzi, provenienti da Giampaolo Corona (S. A.G. F.) di Passo 21 paesi, con una forte rappresentanza Rolle e Gruppo Guide Aquile di San di atleti francesi, e ovviamente quasi Martino hanno salito una goulotte sulla tutti i favoriti austriaci e russi, a parete Ovest della Pala di confrontarsi sulle creazioni dell'atleta San Martino (al centro della titolato ed esperto tracciatore parete) sullo zoccolo grigio e articolato primierotto Riccardo Scarian. In testa Qui sopra: David Lama, vince qui a A destra: Gabriele Moroni, quarto qui che trova circondato da strapiombi. La alla qualificazione femminile si piazzava Fiera di Primiero, terzo a Montauban, a Fiera di Primiero e a Montauban, colata è visibile dagli impianti di sci la diciannovenne giapponese Akiyo della Tignola e ai primi salitori si è ph. Newspower/Eos. ph. Newspower/Eos. Noguchi, unica a superare tutti e cinque presentata in cattive condizioni nella i blocchi, tallonata dall'attuale leader parte bassa, mentre sopra la colata era della classifica di Coppa Anna Stöhr. in ottime condizioni di scalata, verticale Molto al di sotto delle aspettative, si Nella semifinale femminile un con quattro blocchi la slovena Katia ma formata. Sviluppo m 110. III su piazzavano le partecipanti italiane Jenny rimescolamento della classifica portava Vidmar con tre e Yulia Abramchuk con misto, poi 90°. Discesa in doppie Lavarda, 26ª, Elena Chiappa 27ª e 28ª in testa le atlete russe Yulia Abramchuk due, per un tentativo in più quarto posto sfruttando anche 2 chiodi a pressione la campionessa locale Roberta Longo, e Olga Bibik, veramente ammirabile il per Olga Bibik. Per la Stöhr si trattava della via Petrucci, che l’interseca. incitata calorosamente dal pubblico di livello della titolatissima Olga, classe della quarta vittoria in Coppa casa, che non si faceva spaventare 1976, dopo molti anni ancora al top quest'anno e una seria ipoteca sul titolo dalla pioggia. Nella qualificazione internazionale. In controtendenza quindi, finale. Tre settimane dopo la tappa di ERRATA CORRIGE: maschile si imponevano con cinque per la cronaca l'età media dei finalisti Fiera il circuito del Bouldering si portava Fulvio Spanio ci segnala che sulla blocchi parimerito il russo Gelmanov e maschi a Fiera era di soli vent'anni. a Montauban, Francia, per la sesta e Rubrica di settembre - ottobre 2007 le l'austriaco David Lama. Tra gli italiani Durante lo splendido spettacolo della penultima prova. Anche qui l'ottima quote della Pala e della Cima dei presenti ottime prestazioni di Lucas finale in notturna, alla luce dei riflettori, organizzazione gestiva al meglio i 100 Balconi risultano invertite. In riferimento Preti e Michele Caminati in quarta e tutti i ragazzi superavano i tre boulder, e concorrenti di 17 paesi, con Alberto alla Rubrica marzo - aprile 2008, Euro quinta posizione; passavano il turno David Lama si aggiudicava la vittoria Gnerro e Jacky Godoffe tracciatori Montagna, in qualità di coautore delle anche Gabriele Moroni 10°, forte di un per il minor numero di tentativi, secondo d'eccezione sui nuovi boulder prodotti relative Guide delle Alpi Liguri e Alpi grande secondo posto nella prova il connazionale Fischhuber, terzo il quasi da Enterprises e montati all'interno Marittime, ci fornisce le esatte americana appena una settimana sconosciuto canadese Sean McColl dell'Eurythmie Hall. Per ridurre i tempi denominazioni, quote e ubicazioni della: prima, e Christian Core 16°. In (decimo a Vail). Ottimo quarto Gabriele d'attesa nelle qualificazioni i 64 ragazzi Rocca di Piano Cavallo, m 1596, Alpi semifinale però era Moroni a Moroni, che dopo Fiera manteneva la venivano divisi in due gruppi, con Marittime - Nodo del Saccarello; Cima confermare le attese, entrando nella terza posizione in classifica generale di Gabriele Moroni e David Lama che si del Clapet, m 1980 Alpi Liguri; Palestra finale a sei, con Preti e Caminati che Coppa, dietro a Fischhuber e Lama. piazzavano in testa alla classifica; di Carnino, Alpi Liguri; Rocca Rossa, scendevano rispettivamente in 9ª e 13ª Maggiore selezione nella finale passavano bene il turno anche Michele Alpi Marittime. posizione, deluso anche Core, 19°. femminile con Anna Stöhr che superava Caminati e Lucas Preti. In semifinale
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Preti si fermava poi in 10° posizione, raggiunto la finale qui a Chamonix nel l'ottavo anno consecutivo Master. Eccezionale quindi la versatilità Caminati 13° e Moroni conquistava la 2000, appena sedicenne, sotto la l'entusiasmante manifestazione in richiesta dagli atleti al top, che si sua quinta finale della stagione. A pioggia battente. Pioggia che non ambiente montano attirava un pubblico dimostravano ben all'altezza della Montauban sembrava attenuarsi il mancava neanche quest'anno, e che appassionato e offriva alla cinquantina situazione. Finita la convalescenza la predominio austriaco, con Fischhuber e non impediva alle migliaia di spettatori, di atleti una struttura di gara slovena Maja Vidmar ricompariva in Anna Stöhr esclusi dalla finale, ma per i tra cui molti alpinisti, e tutti bene completamente diversa e molto più Coppa come aveva smesso, sul gradino due leader della classifica generale il 7° equipaggiati contro le intemperie, di lunga del tracciato omologato. Sui 27 più alto del podio, e metteva fine alla e rispettivamente 8° posto applaudire la grinta e le prestazioni dei metri del percorso, sconosciuto a tutti, i serie di vittorie di Johanna Ernst, rappresentavano semplicemente i giovanissimi arrampicatori in maglietta cinesi dovevano lasciare il passo ai più seconda; terza l'ucraina Olga Shalagina. risultati da scartare, con un vantaggio esposti al vento e al freddo. In assenza esperti atleti dell'Est, con i polacchi Squadra italiana ancora ridotta all'osso praticamente incolmabile sugli della vincitrice dell'anno scorso Maja Lukasz Swirk ed Edyta Ropek sul con Jenny Lavarda unica inseguitori. In campo maschile era il Vidmar, anche lei ancora infortunata, la gradino più alto del podio, e i russi a rappresentante: fermata insieme a una campione mondiale in carica, il russo quindicenne austriaca Johanna Ernst seguire. In assenza di Preti, ottima dozzina di atlete da un passaggio di Sharafutdinov ad aggiudicarsi la vittoria, dimostrava che la sua recente vittoria in corsa del modenese Michel Sirotti, 14° blocco in semifinale, Jenny chiudeva davanti al compatriota Rustam Cina non era dovuta al caso. Dopo il top in finale; meno bene Mathias Schmidl, 15ª sulla base del risultato delle Gelmanov e David Lama. Gabriele in semifinale, Johanna superava in finale 24°. qualificazioni. In campo maschile lo Moroni chiudeva di nuovo quarto, ma il Angela Eiter di dieci prese, e sarebbe suo terzo posto in classifica generale forse arrivata in cima se non le fosse ora veniva minacciato da vicino da scaduto il tempo; terza la ventenne Sharafutdinov, un atleta non costante slovena Mina Markovic, ormai non più nelle partecipazioni ma sicuro nei solo una promessa. In campo maschile risultati, visto che nelle ultime 4 gare si si erano evidenziati al top in semifinale il è portato a casa tre primi e un secondo giapponese Anma Sachi e lo spagnolo posto. Bisognerà attendere la finale di Puigblanque, con l'olandese Jorg Mosca tra qualche mese per la Verhoeven qualificatosi per un pelo conclusione della serie. Tra le ragazze, all'ultimo posto. In finale però era era la giapponese Akiyo Noguchi ad l'olandese a salire più in alto di tutti, e a affermarsi con la sua prima vittoria in superare il giapponese per la sua terza Coppa, davanti a Yulia Abramchuk e alla vittoria in Coppa Lead; terzo lo sloveno slovena Natalija Gros. Klemen Becam, al suo primo podio internazionale. Nonostante qualche COPPA DEL MONDO posticipo causato dalle condizioni meteo, IFSC LEAD anche la prova di velocità si svolgeva e Velocità a Chamonix. Tradizionale regolarmente, per la terza volta sul appuntamento estivo nella cittadina percorso omologato. Cinque medaglie su francese ai piedi del Monte Bianco per sei andavano agli atleti cinesi, che la seconda tappa del circuito. Enorme sembravano ormai aver decisamente successo di partecipanti, con circa 200 minato il predominio dei velocisti dei iscritti, 130 per la specialità Lead e una paesi dell'Est. Buona prestazione del settantina per la Velocità, provenienti da nostro migliore rappresentante in questa 27 paesi. Purtroppo quest'anno la specialità, Lucas Preti, che entrava in squadra italiana si presentava orfana dei finale finendo 13°; 23° e 24° Michel suoi pilastri portanti in campo maschile, Sirotti e Mathias Schmidl. con Flavio Crespi (qui vincitore nel 2007) non ancora ripresosi dall'operazione alla OPEN INTERNAZIONALE spalla e Luca Zardini intenzionato a DI SERRE CHEVALIER limitare la sua partecipazione ai prossimi Agli atleti in vacanza, rimasti in Francia Europei e a qualche Master. E le nostre dopo Chamonix, il prestigioso giovani promesse, futuri successori dei appuntamento nella cittadina del grandi campioni, non sono ancora Briançonese, arrivato alla 19ª edizione, riuscite a realizzare quel cambio offriva come sempre una splendida gara generazionale che invece in altri paesi sull'imponente parete alta quasi 20 europei, come Austria e Slovenia, ha metri, montata ogni anno in maniera avuto pieno successo. Nessuno dei diversa. Tra le 20 ragazze si imponeva COPPA DEL MONDO spagnolo Patxi Usobiaga si confermava nostri ragazzi riusciva a superare le in superfinale la slovena Mina Markovic ISFC LEAD IN SVIZZERA come l'arrampicatore più in forma del qualificazioni, si fermavano nella parte sulla giapponese Yuka Kobayaski; terza Dopo la pausa estiva e il Rock Master di momento, mantenendo il comando in bassa della classifica Valdo Chilese, Alexandra Eyer, mentre Jenny Lavarda, Arco il circuito Lead ricominciava per la tutte le fasi della gara e vincendo Jacopo Larcher e Manuel Coretti, certo unica italiana presente, si qualificava terza prova a Berna, nel palazzetto davanti all'olandese Jorg Verhoeven e al anche per colpa degli esami di maturità per la finale lavorata finendo nona. Tra i Magnet, con il Club Alpino Svizzero SAC ceco Tomas Mrazek. Da sottolineare appena sostenuti; meglio faceva il ragazzi era lo spagnolo Ramon organizzatore per una novantina come a Berna in finale fossero presenti ventitreenne Nicola De Mattia, 33°. Puigblanque ad imporsi sul d'iscritti. Relativamente ridotte le atleti provenienti da 12 paesi e tre Delusione anche in campo femminile, connazionale Patxi Usobiaga, terzo dimensioni della struttura, una dozzina di continenti, sono ormai un lontano dove la nostra portacolori Jenny Tomas Mrazek. metri d'altezza con vie di una quindicina ricordo i tempi in cui i francesi Lavarda, dopo un top nelle qualificazioni, di metri di sviluppo e quaranta monopolizzavano il podio. Come già in semifinale doveva accontentarsi di un COPPA DEL MONDO movimenti al massimo, che richiedevano notato a Fiera, anche in Svizzera l'età 23° posto, limitata da un problema a un IFSC VELOCITÀ A DAONE uno stile d'arrampicata dinamico e media dei finalisti era decisamente dito, mentre Manuela Valsecchi finiva La quarta tappa della serie si svolgeva senza esitazioni, ben diverso da quello di bassa, ventun anni per le ragazze e 48ª. Da ricordare che Jenny aveva in Trentino, sulla diga di Bissina. Per resistenza infinita indispensabile al Rock ventitre per i ragazzi. CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:06 Pagina 32 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:06 Pagina 33 CAI NOV_DIC 08 11-11-2008 17:56 Pagina 34
CARINZIA Lesachtal di Francesco Carrer e Itinerari invernali Luciano Dalla Mora di Sciescursionismo dolce
lavorano il legno e la pietra, la lana e il ferro. Territorio del ricordo e del rispetto, ricco di significati che mantengono valo- re nel tempo, che aiutano a confrontarsi con la realtà quotidiana, che creano sor- presa, che suggeriscono emozioni. Il paesaggio rurale è autentico: ciascuna porzione di terreno è sempre stata colti- vata con la massima cura nel corso dei secoli, come ogni piccola macchia di pascolo. Senza esagerare la Lesachtal si presenta come uno dei luoghi più ami- chevoli ed ospitali dell’Austria. Non offre spettacolari tremila, ghiacciai impo- nenti, cascate famose e siti culturali molto frequentati; l’attrazione della valle
Lesachtal, roccia e di boschi che separano l’“Ober” la valle sospesa dall’“Unter” delle vallate alpine. St. La Lesachtal o Lescachtal, si trova nel Maria Lukau ne è il villaggio principale. sud-ovest della Carinzia, racchiusa fra le La valle è molto isolata dal punto di vista Dolomiti di Lienz e le Alpi Carniche, geografico e la mancanza di una strada delimitata da diversi contesti amministra- ha accentuato questo carattere. Dei sen- tivi: Tirolo ad occidente, Comelico, tieri, tracciati su ripidi pendii, costitui- Sappadino e Carnia verso sud; pur condi- scono l’unica comunicazione da un vil- videndo con questi molte affinità agro- laggio. silvo-pastorali, prevalenti sulle separa- Territorio attuale ed antico insieme, con zioni confinarie, si presenta come una lo sguardo rivolto al presente portandosi regione a sé stante. dietro un patrimonio vecchio quanto l’uo- Le note di viaggio degli esploratori ingle- mo, in un percorso di comunicazione si J. Gilbert e G. C. Churchill descrivono ampio e profondo, che lusinga l’indivi- sommariamente l’isolamento della valle duo desideroso di confrontarsi con le sue poco dopo la metà dell’Ottocento radici più remote, legate anche al rappor- (1861)… La Gail superiore, detta anche to con gli elementi della natura. Territorio Lessach Thal è percorsa soltanto da un dalle tante meraviglie del paesaggio pro- rozzo sentiero. È divisa dal tratto media- tetto, dentro il dolce incedere del percor- no della Gail Thal, che inizia a so lento, dove la storia si tramanda anche Kötschach, da una di quelle barriere di attraverso la creatività degli artigiani che 34 nov./dic. 2008 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:07 Pagina 35
sta in tante piccole cose: alpeggi naturali, bizzarre cime rocciose, tracce di una sto- ria movimentata, come spesso accade nei luoghi di confine. L’alta valle del Gail, ordinata e verdissi- ma, testimonia un ancestrale ed armonico rapporto tra la popolazione e l’ambiente, circondata da rilievi boscosi e da cime che sembrano irraggiungibili, immersa in un paesaggio che, soprattutto nei mesi invernali, rammenta quello delle fiabe nordiche. Moltissimi sono i siti d’altura dormienti fra praterie di quota innevate, raggiungi- bili nei silenzi dell’inverno, fra neve, nuvole e letarghi che si risveglieranno a primavera. Contesti alpini puri e sereni, particolarmente utili per considerare sia l’aspetto emozionale, sia quello razionale dell’andar per monti, per meglio com- prendere le suggestioni e gli stimoli che la montagna procura e rinnova all’uomo. Riflessioni nate sui pascoli che toccano le porte del cielo, percorrendo le ondulazio- ni prative innevate dei grandi silenzi che annunciano tante risposte a chi le attra- versa, nel desiderio di ritornare, per tro- vare nutrimento allo spirito Lesachtal, cento posti dove fermarsi La valle racchiude un mondo discreto, raccolto nel suo antico silenzio, che non mancherà di incantare chi vorrà cono- scerlo percorrendo l’unica strada che attraversa l’intera valle, allestita in fretta durante la Grande Guerra per le esigenze militari e per sostenere l’enorme traffico di uomini, animali e mezzi diretti al fron- te. Il riferimento storico al 1915 permette di comprendere il secolare isolamento della parte alta della valle, annessa al Tirolo orientale grazie alla migliore A fronte dall’alto: accessibilità da Kartitsch, e lo scarso Per l’accoglienza dei indice di popolamento di un territorio dif- piccoli pennuti; la forestale ficile, nel quale i collegamenti erano della Liesinger Hochalm; ostacolati. sui versanti settentrionali La strada si mantiene sempre sul versan- del Runseck. te esposto al sole, ma ciononostante risul- ta in alcuni tratti angusta e tortuosa, da percorrere con prudenza, senza premura, Qui sopra; Obergailer Alm per meglio assaporare il bel panorama con le creste dello che ad ogni curva si apre sul versante car- Steinwand. nico e l’accogliente intimità dei numero- si borghi disseminati lungo il percorso. Nascondono autentiche perle dell’archi- tettura alpina: piccole cappelle votive, A fianco: Discesa in neve belle case decorate con legni intagliati, fresca. pietre scolpite dai locali maestri d’arte. 35 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:07 Pagina 36
Qui accanto: Baite dei Seitenwiesen, sulle pendici del Grunkofel.
Sotto: Sui pendii dell’Auf der Mussen.
A fronte, sopra: Salendo dall’Auf der Mussen al Mussenhohe; sotto: il grande crocifisso dell’Oberrasteralm.
Fino ad oggi la valle non ha perduto nulla Senz’altro la bellezza del suo paesaggio della sua identità originaria; l’ospitalità ed il carattere primitivo di queste monta- generosa nasce dal profondo della cultura gne hanno plasmato e formato gli abitan- contadina. Ogni paese ha la sua chiesa ed ti della valle, ancora figli della cultura una via crucis, con le sue quattordici sta- contadina, una “country culture”, che ha zioni; la profonda religiosità è tradizione sempre creduto nelle sue tradizioni, senza viva e simbolo della valle, nella quale i cadute di importanza rispetto alle moder- pellegrinaggi e l’accoglienza dei pellegri- nità, mantenendo fede nello scandire ni fanno parte delle venerate eredità del degli anni e della stagioni ad un ritmo di passato, come indossare il costume tipico vita lento e dolce, in armonia con il pro- in occasione delle festività. prio ambiente. In Lesachtal, gli abitanti accolgono e non La crescita demografica ed insediativa è vendono soluzioni pronte, propongono e rimasta circoscritta entro i limiti imposti valorizzano con i “saperi tramandati” il dalla storia e dalla natura; in tutta la loro integro ambiente, mostrano il loro Lesachtal si contano poco più di 1500 modus vivendi imperniato sulla cultura anime, distribuite nei piccoli nuclei che della lentezza, attraverso rapporti inter- punteggiano i 30 km della valle; un radi- personali schietti, sinceri e spontanei. cato ed equilibrato rapporto con l’am- Il variegato paesaggio è rimasto isolato biente che, diversamente da altre regioni dai grandi flussi del traffico economico e alpine, non ha mai ceduto alle forzature commerciale, chiuso ad ovest da del turismo di massa. Obertilliach e dalla Sella di Kartitsh, e ad Qui non si è mai radicata la febbre del- est dalla stretta di Kötshach-Mauthen, l’offerta turistica, con “pacchetti” vendu- ne della valle, “… un bianco sogno fra i come lo descrissero 150 anni fa Gilbert e ti e sostenuti attraverso la pubblicità del- nostri pendii ricoperti di neve soffice e Churchill: la Lessach Thal è tutta ridente l’imago alpina ritagliata dalle agenzie farinosa…” di fattorie abbarbicate sui poggi, di gial- turistiche, lontana dalla frequentazione di Sci di fondo a valle, ma sopratutto sci li campi di grano, di boschetti: un quadro massa, ed ancor più da quella invernale escursionismo, ciaspe e slittino su itinera- di accattivante bellezza agreste. delle piste da discesa. Un ambiente alpi- ri “fuori porta” di ogni paesino. La lunga valle si presenta in una succes- no incontaminato quello della Lesachtal. sione di paesi, tutti immersi nel silenzio “… abbiamo rinunciato agli alberghi ed Lesachtal, regno che, col loro ritmo di vita pacato, lento, ai moderni impianti di risalita e con dell’acqua e del pane dolce, conferiscono alla valle un incon- molta accortezza ai sistemi di inneva- Il solco dell’alto Gail si contraddistingue fondibile carattere; ad ogni incontro con i mento artificiale per offrirvi oggi e per la stretta forra, profonda spesso più di valligiani un caloroso grußgott (salute a domani un romantico inverno nella sua 100 metri, che s’incunea coi suoi contor- Dio) a qualsiasi nuovo visitatore o turista forma più pura e naturale…” In questi ti meandri lungo la “saldatura periadria- di passaggio. termini parlano i depliant di presentazio- trica” disegnando una complessa morfo- 36 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:07 Pagina 37
logia contrapposta fra le valli laterali: dis- poste a pettine quelle che scendono della frastagliata Catena Carnica, più brevi, sinuose, quelle provenienti dalle arroton- date sommità delle Gailtaler Alpen sor- montate dalle creste rocciose delle Lienzer Dolomiten. La copiosa quantità di acque purissime confluisce nel Gail che, da modesto rivo- lo generato dai prativi della Kartitscher Sattel, diventa un fiume lungo 100 km; con la fitta rastrelliera degli innumerevo- li affluenti conferisce alla Lesachtal un aspetto particolare. Sui suoi 72 ruscelli e torrenti, che scorrono in gole scavate nella roccia, nei secoli passati sono sorti numerosi mulini, tanto da generare la denominazione di ‘valle dei cento muli- ni’. Caratteristici quelli lungo la “Mulenweg” l’antico sentiero di pellegri- Oggi i cereali non vengono più coltivati dalla storica fusione culinaria tra Austria, naggio sopra Maria Luggau, ma molto nella Lesachtal come ai tempi di Gilbert e Italia e Slovenia, da conoscere da vicino. interessante è anche quello affiancato ad Churchill, ma la tradizione del mulino e Un tempo la forza dell’acqua veniva una vecchia centrale idroelettrica nella del pane è rimasta più viva che mai. Dal sfruttata per magli e segherie, e si raccon- gola del Radegunderbach, vicino alla 1750, ai primi di agosto, si rinnova a ta che praticamente ogni famiglia della omonima chiesetta dedicata a Santa Maria Luggau l’annuale Mulenfest, tutti i valle possedesse un proprio mulino, ma Radegunda, la più antica della Lesachtal, mulini vengono riattivati per la macina- aveva anche altri usi come l’azionamento a breve distanza da St. Lorenzen. Già zione di cereali biologici, dal frumento e di teleferiche ed addirittura il traino del- consacrata nel 1085, nei pressi dell’anti- dalle segale, ottenendo farine e crusche di l’aratro su certi pendii. Ancora oggi è una co mulino e della fucina del paese, con- ogni tipo. Per il famoso pane si tiene l’ap- risorsa preziosa, grandemente valorizzata serva ancora lo stato originario, con le posita Lesachtaler Brotfest, ogni anno ai anche a scopi terapeutici e di svago nelle sobrie linee romaniche, il grande affresco primi di settembre, una sentita manifesta- moderne attrezzature dedicate al tempo del XVI secolo col San Cristoforo e il zione nella quale si espongono e si con- libero. A una piacevole e salutare vacan- campanile di legno. Posta nel punto d’in- frontano pani, pagnotte e filoni di ogni za invita il bagno termale ‘Tuffbad’, le contro tra gli antichissimi sentieri e le vie tipo, pane bianco, pane nero, con svariati cui acque ricche di calcio, magnesio e di pellegrinaggio, riconosciuta come il semi aromatici, accompagnati da salumi solfati vengono indicate per il trattamen- più antico sito storico della valle, da sem- e formaggi locali, un autentico presidio to dei reumatismi e dei disturbi delle vie pre ispira una particolare atmosfera. slow food, con specialità gastronomiche respiratorie, dell’apparato motorio e della cistifellea. Le terme, situate sul fondo della Radeguntum Tal, sorgono sul sito di un vecchio e famoso convento. Un Bad Stub’n si trova anche a Liesing, centro della Lesachtal sul pendio a sud del Lumkofel, con annessa la Kultursaal dedicata alle manifestazioni culturali ed un ristorante, al piano superiore, dov’è custodita la Römische Lanze, una cuspi- de di lancia romana rinvenuta sui pascoli della Tscheltscharter Alpe, a duemila metri. In questa valle non poteva mancare, in armonia con l’ambiente, la cultura della musica. Numerose in Lesachtal le scuole di musica, le musikapelle presso le quali ad ogni festa o ricorrenza religiosa si organizzano concerti con bande o piccoli gruppi di musicisti, appuntamenti fissi per i quali si indossa il costume tipico; da non perdere i concerti natalizi program- mati durante le festività natalizie. 37 CAI NOV_DIC 08 11-11-2008 17:56 Pagina 38
A sinistra: La stradina dell’Obergailer Tal.
A destra: Salita all’Obergailer Joch, presso la Knolihütte.
Sotto: la piccola Bodenhütte, ai piedi del Mittagskofel.
VERSANTE CARNICO Nostraalm si tiene il fianco occidentale del pascolo. Stupenda panoramica 1- NOSTRA ALM aperta dall’Eggenkofel alle Dolomiti di (Runseck, Lienz, dalle cime delle Alpi carniche fino Wolayertal) alla bassa valle del Gail. Ottima la Lunghezza: km 17 discesa, soprattutto con neve fresca, Dislivello: 770 m per terreno aperto e rado bosco, fino Grado: VERDE alle capanne della Nostraalm, quindi Tempo: ore 5 continua per strada forestale svoltando Raggiunta Birnbaum, seguendo le in d. e costeggiando un recinto, verso E, indicazioni per Nostra, si scavalca il per evidente tracciato che, con lievi profondo solco del Gail fino a risalire al pendenze e numerosi tornanti, scende solitario paesino a q. 1038. Il percorso agevolmente verso Nostra. ad anello si sviluppa interamente su comode strade forestali dalle contenute 2- ALPLHÜTTE pendenze, prendendo al primo evidente (Mittagskofel, bivio tabellato la stradina di d. che Niedergailertal) alcune deviazioni, tra cui una di recente alle Lienzer Dolomiten. Ritornati prosegue oltre l’abitato diventando una Lunghezza: km 16 costruzione intorno a q. 1450 che porta all’Alplhütte s’inizia a scendere la evidente foreststrasse, dapprima Dislivello: 800 m ad un alpeggio, si prosegue verso S per stradina forestale che riporta al punto di contornando prativi e piccole dorsali, poi Grado: BLU un buon tratto sul fianco del versante, partenza. entrando nel bosco con andamento Tempo: ore 5 fino ad incontrare il tornante di q. 1540, quasi pianeggiante, fino a superare il Dalla Lesachtal, nel tratto compreso tra dal quale si stacca in sin. la carrareccia, 3- LIESINGER HOCHALM profondo compluvio del Meerbachl a il centro di Liesing e Oberring, una con indicazioni per la Gosanhütte. (Mittagskofel, q.1138; poco oltre si apre uno slargo stretta stradina scende nel solco del Invertita la direzione la stradina compie Gossental) con quadrivio. La pista più alta sale Gail fino a q. 919. Superato il ponte un paio di stretti tornantini e supera il Lunghezza: km 18 verso monte con numerosi tornanti, risale con alcuni tornanti, lasciando cancello che segna l’inizio dell’alpeggio; Dislivello: 900 m lasciando varie biforcazioni sui lati; si delle deviazioni laterali arrivando al il tracciato descrive un ampio giro verso Grado: ROSSO prosegue guadagnando lentamente piccolo borgo di Niedergail, 1108 m. Il N iniziando ad offrire le prime belle Tempo: ore 5/6 quota con pregevoli visuali sulla percorso semplice, adatto anche a sci- vedute sulla Gailtal e sugli antistanti Risalendo la Lesachtal, raggiunto il Niedergailertal, sui paesini di Liensing e escursionisti alle prime esperienze, rilievi che dal Mussenhöhe si stendono centro di Liesing, e poi Klebas, si devia St. Lorenzen. Verso la parte superiore quasi interamente su comodo tracciato verso E oltre il Gailbergsattel. Compiuti in sin. per Obergail. Una stretta stradina del Moscherboden, ove il bosco si stradale di ampie dimensioni e dalla ancora tre brevi tornanti un ultimo scende nel solco del Gail, salendo poi dirada dopo q. 1500, i tratti stradali pendenza graduata e costante, risale la traverso porta all’Alplhütte, 1798 m, verso l’imbocco della valle, ai piedi delle sono sempre più spezzettati con vasta area prativa sulle indicazioni per il composta da due solitarie capanne; borgate di In der Lahne e In der Lette, numerosi tornanti rettificati fino ad Mittagskofel, lasciando in sin., al bivio belle vedute sull’opposto versante della fino alla fine del tratto transitabile che uscire dal bosco ed ampliando tabellato, la deviazione che si addentra valle del Niedergail, chiusa verso S con i termina davanti al Mühlenstüberl gradualmente il respiro panoramico. nella profonda Niedergailertal. La valichi del Lahnerjoch (P.so Val Inferno) Hofschenke, 1160 m, un vecchio Dopo un ultimo scorcio sulle cime che foreststrasse, dopo il primo tornante ed e del Niedergailer Joch che contornano mulino ristrutturato, con piccola area a coronano la Niedergailertal, si esce sugli una sbarra, entra subito nel folto bosco, il Kreutzen (Creta di Bordaglia). Si parcheggio. Il percorso, molto facile ampi pascolativi della Nostraalm, prendendo dolcemente quota con una consiglia, prima d’iniziare il rientro, di nella prima parte, sale lentamente su intorno a q. 1800 c., vigilati da due serie di tornanti e corti traversi. Al terzo spingersi un centinaio di metri più in strada silvo-pastorale dal Mühlenstüberl costruzioni in legno. Poco oltre il tornante si stacca in sin. la vecchia alto, risalendo verso N-O il pendio Hofschenke, fiancheggiando in tracciato termina sotto un colle, traccia che sale più diretta verso innevato, ormai privo di vegetazione, falsopiano un gruppo di tabià, fino a avamposto del Runseck. Volendo l’Alplhütte, incrociando dopo un paio di ancora per 500 m, fino a guadagnare portarsi a fianco del torrente, in raggiungere il colle oltre i 2000 m si km il più recente tracciato forestale ma, un ripiano intorno a q. 1920, sulla prossimità di un bivio, dove si lascia la percorre il tratturo fino al suo termine, per chi vuole gustare il rapporto con dorsale che scende direttamente strada che sale alla Obergailer Alm, quindi s’imbocca il sentiero che si alza l’ambiente invernale, è più agevole dall’incombente Mittagskofel. Ottimo prendendo in sin. verso la Steinecken più ripido nel bosco rado oppure da proseguire sulla stradina. Lasciate punto panoramico dalla Catena Carnica Alm. Si attraversa il ponte
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Qui accanto: La numerose deviazioni. Ad un certo punto capanna della le tabelle invitano ad abbandonare la Nostra Alm. strada che compie un ampio giro con lieve perdita di quota, tagliando per un sentiero ripido ed incassato che Sotto: Arrivo lambisce il bordo della strada al secondo all’Oberrasteralm, ed al quarto tornante, dove conviene 1619 m. senz’altro riprendere il più comodo tracciato forestale. Superato il tornante a q. 1430 (il quinto) si passa il cancello che immette all’alpeggio dell’Obergail Berg e si raggiunge un piccolo fienile isolato. Dal settimo tornante si aprono
sull’Obergailer Bach, proseguendo su della Obergailertal; passato il bivio per ampia strada forestale; si lasciano sulla la Steinecken Alm, la strada forestale d., verso monte, alcune deviazioni. Poco sale, a fianco del torrente, verso la prima di raggiungere la malga si lascia Obergailer Alm con pendenza graduata, il tracciato principale piegando verso fino al primo tornante a q. 1255, dove monte seguendo la tabella con si trova il Marchenland, un parco locale indicazioni per Bödenalm e di arte e natura. Mantenendo il tracciato Mittagskofel. A monte dell’alpeggio si principale si supera una sbarra e, subito descrivono otto tornanti che dopo, un secondo tornante dove si guadagnano lentamente quota. Dopo congiunge la deviazione lasciata alla l’ottavo tornante la stradina compie un partenza, oltre il quale, in una nicchia lungo traversone che porta fin dentro il una grande statua dedicata al culto solco del Gossenbach, intorno a q. mariano. La stradina continua a salire 1550. Il tracciato divaga con un altro con pendenza ora più sostenuta, paio di tornanti rimontando i pascoli, lasciando in sin. una deviazione per la raggiungendo infine la piccola Wasserfall, pittoresca cascata; si supera Bödenhütte, 1707 m, affiancata, poco un gradino roccioso intorno a q. 1360 lontano, da una seconda capanna. Il bel per raggiungere l’alpeggio, vigilato da ripiano d’alpeggio è coronato verso S un Cristo ligneo. La stradina prosegue dalla sagoma del Mittagskofel. La passando ai piedi di una seconda strada forestale prosegue verso O; capanna, alzandosi rispetto al piatto discesa, raggiungendo la capanna, ai belle vedute sul fondovalle popolato descritti alcuni tornanti, il tracciato esce fondovalle; si lascia in d. il sentiero che piedi del costone occidentale del dalle case di St. Lorenzen e Frhon; si dal folto della vegetazione, proseguendo sale al Gemskofel, contornando un Marhkofel. Tagliando i dossi verso il abbandona nuovamente il tracciato tra rado lariceto con un ultimo, aereo dosso boscoso, oltre il quale si apre il centro del vallone si recupera forestale per salire liberamente tra i radi traverso in posizione esposta, sospeso pascolo dell’Obergiler Alm superiore. facilmente la traccia della salita che fusti del bosco sempre più aperto, sopra il profondo solco della Proprio al centro del fondovalle si riporta al punto di partenza. appena marcato dai segni del vecchio Obergailertal, mentre di fronte si apre la raggiunge un bivio a q. 1570; sentiero. Tenendosi sul costone veduta sulle creste dell’Edigon. rivolgendosi verso lo Steinwand - Creta 5- GAMSKOFEL dell’Obergailer Berg s’incrocia più volte Superato il tratto esposto si arriva infine Verde che digrada verso SE nell’alto Lunghezza: km 13 la strada forestale che sale con ampie allo splendido alpeggio della Kaser valico dell’Obergailer Joch si sale per Dislivello: 890 m volute, raggiungendo alfine la capanna Felhütte, un solitario circo, presidiato da terreno libero, non sempre però sicuro Grado: ROSSO della Hurder Hütte a q. 1750 (sulle carte due modeste capanne a q. 1910. Sulla dalle imponenti slavine che si abbattono Tempo: ore 5/6 Martha Hütte), con un piccolo fienile romita conca incombe ancora la mole dai sovrastanti canali. Occorre in questo Poco oltre il paesino di Klebas una adiacente, in bella posizione sulla del Mittagskofel dolcemente digradante tratto valutare con attenzione le stretta stradina scende in sin., supera il Lesachtal, sulle antistanti cime delle in quella serie di conche che condizioni di sicurezza, anche in solco del Gail e risale al paesino di Gailtaler Alpen e sulla piramide del compongono la Liesinger Hochalm. La relazione ai tempi della discesa. Obergail a q. 1094. Proseguendo verso Lumkofel. L’itinerario continua ancora discesa avviene per la via di salita. Superato il tratto più pericoloso, ai piedi monte si raggiunge un bivio con per un buon tratto, affrontando difficoltà dell’alto scenario creato dalle crode pannello turistico, dal quale si prende in crescenti; alle spalle della Hurder Hütte 4- KNOLIHÜTTE aspre e selvagge dell’Edigon, si punta al d. seguendo le indicazioni per il finisce il pascolo ed inizia un ripido (Wasserkopfe, centro della depressione, marcata da un Gamskofel (3 ore) fino all’ultima casetta gradino boscoso da rimontare con Obergailertal) grosso masso di forma conica, oltre il di Marhof, m 1230, proprio al bordo del serpentine per un centinaio di metri, fino Lunghezza: km 14 quale si apre la conca terminale della bosco. L’escursione si avvia sull’ampia e ad uscire sulla cresta prativa Dislivello: 840 m valle. La capanna della Knolihütte si graduata strada forestale, ben segnalata dell’Obergailer Alm, sempre più distesa Grado: ROSSO trova a q. 1812, nascosta dietro ai dossi e tabellata. Superato un primo tornante ed aperta con emozionanti panoramiche Tempo: ore 5 morenici; vale la pena di risalire fino ai con presa d’acqua, si prosegue fino a culminare nella cima del Dal Mühlenstüberl Hofschenke di piedi dell’Obergailer Joch; raggiungendo lungamente nel bosco misto Gamskofel a 2122 m. Il ritorno al punto Obergail (vedi itin.prec.), 1160 m, si la conca terminale, q. 2000 c., si può contornando il fianco orientale di un di partenza avviene seguendo le tracce prosegue sulla stradina silvo-pastorale poi calare con bella ed appagante primo colle, lasciando su entrambi i lati della salita.
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VERSANTE 7- MAHDALPE Qui accanto: Discesa a GAILTALER ALPEN (Lumkofel) telemark in neve Lunghezza: km 11 fresca. 6- LACKENALM Dislivello: 850 m Grado: BLU (Riebenkofel) Foto sotto: Veduta verso Tempo: ore 5 Lunghezza: km 10 Dal bivio di Stabenthein o tra le case di le Alpi Carniche dal Dislivello: 580 m Oberring, 1037 m, prende avvio la Lumwiesen. Grado: BLU stradina tabellata e segnata (indicazioni Tempo: ore 4 Oberrasteralm e Motalpe) che sale con Appena fuori dal centro di St. Lorenzen, una serie di tornanti e traversoni per 1127 m, una stradina con indicazioni guadagnare quota sul ripido costone per Bödnerbauer e Lackenalm sale ricoperto da folto bosco. Superata q. verso la montagna. Il percorso 1200 la stradina forestale raggiunge un abbastanza semplice e di modesto bivio tabellato: in sin. il vecchio tracciato impegno, raggiunge in breve il primo sale abbastanza diretto nel bosco alla gruppetto di edifici, dove la strada bivia; Oberrasteralm, intersecato da numerose si lascia in sin. il tracciato più ampio che sale comunque alla Lackenalm, via del ritorno. Prendendo in d. il tracciato col n. 23 che passa alle spalle delle case si prosegue sull’opposto versante con un ampio tracciato che porta, incrociando più volte il vecchio sentiero, fino al casolare Bödnerbauer, 1220 m. Sulle indicazioni per Klebas ed Hacklgr, dopo un ampio tornante, lo si abbandona per imboccare il sentiero che sale nel folto bosco, a tratti incassato in trincea. Si raggiunge un ripiano a q. 1400, oltre il quale la mulattiera prosegue più dolcemente fino ad uscire sul pascolo punteggiato da larici e abeti ai piedi del Riebenkofel. La traccia sale a serpentine portando al bivio da cui si stacca in d. il sentiero che scende a Tscheltsch; contornando il vallone verso NO si raggiunge la solitaria Lackenalm, 1614 m, su un bellissimo poggio; stupendo il panorama A destra: Cima del Grifitzbichl al tramonto, sullo sfondo le Alpi Carniche. sulla Catena Carnica. Proseguendo alle spalle della casera si scende di poco fino ad un quadrivio, pieno di segnalazioni, nei pressi di un piccolo capitello a S. Antonio. Si segue l’ampio tracciato che sale nel bosco con le tracce; in d. la nuova strada forestale, sul ripido fianco del Mattlinggraben. indicazioni del Riebenkofel e della ampia e regolare, sale con moderata Raggiunta una presa d’acqua e un Millnazensattel, per i pascoli superiori pendenza e belle visuali. I due percorsi cancello s’inizia a salire con maggior fino al grande Cristo della Lackenkreuz, si riuniscono ai piedi dell’alpeggio, pendenza, superando un fienile isolato 1798 m. Vasto il panorama, ancor più intorno a q. 1450, dove termina il bosco per sbucare sulla grande prateria della bello di quello della sottostante Lacken per lasciar spazio alla grande radura Motalpe, o Mahdalpe, vasta distesa Alm. Ritornati al capitello s’inizia a pascoliva; sul costone più orientale, prativa ai piedi dei pendii prativi che scendere usando il tracciato principale sopra al solco del Mattlinggraben, la dalla sella si elevano per oltre 8- GRIFITZBICHL ricavato sul fianco del Lahnerbach, con carrareccia continua a salire con una quattrocento metri fino alla cima del (Lumkofel) vari tornanti e numerose le diramazioni; veloce serpentina di cinque tornanti, Lumkofel. Abbandondo le tracce della Lunghezza: km 14 dopo il quinto, lasciata in d. una alternativamente orientati verso la salita, si può rimontare ancora dietro ai Dislivello: 700 m deviazione verso Tuffabad, si rientra nel candida schiena del Lumkofel, che fienili per rado bosco e facile terreno Grado: BLU/ROSSO bosco passando ai piedi della sbucano finalmente ai piedi della libero fino a raggiungere la cima del Tempo: ore 5/6 Höllerhütte, sull’ampia strada che Oberrasteralm, 1619 m, stupendo Grünkofel, 1886 m, calando poi Dal pittoresco paesino di Kornat, riporta senza difficoltà al punto di balcone panoramico abitato da un all’alpeggio dell’Oberrasteralm con raggiungibile per stretta stradina da partenza. nugolo di casette (Bergheim, Berfriede) ripagante discesa per le dolci distese Birnbaum, si risale a monte dell’abitato, e fienili, proprio in faccia alle Karnische prative dei Seitenwiesen. Belle vedute fino a q. 1150. Da questo panoramico Alpen ed al profondo solco della soprattutto verso E sul Polinik e sullo sito, intorno a q. 1120, inizia verso O Niedergailtal chiusa dalla Creta di scenario di guglie della Creta di Collina, una nuova larga strada forestale Bordaglia. Un bivio, segnato da un delle Chianevate e del Coglians, oltre il (segnale di divieto d’accesso, poco oltre grande Cristo, davanti alla casera quale s’indovina la depressione del una sbarra) che risale nel bosco. principale, indica verso N la mulattiera Wolayer See. Dalla casera il rientro Imboccata l’ampia carrareccia, si risale della Motalpe che attraversa il pascolo avviene scendendo a valle sulla comoda agevolmente, con ampie volte e lunghi salendo con gradualità a mezza costa forestale usata per la salita. traversi fino al bivio, sopra la
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Qui accanto: Salita fino a raggiungere il bivio, m 1100, all’Alpenhof Strenge, m 1060, in bella verso la Mahdalpe. davanti ad una delle ultime abitazioni, posizione panoramica. Si sale alle spalle da cui in d. si stacca la stradina del gasthof su ampio tracciato, forestale che entra nel profondo solco lasciando in sin. una diramazione, e si Qui sotto: Panorama sui del Podlaniggraben, nella prima parte prosegue entro bosco, sfiorando una Monti di Volaia dall’Auf chiusa entro folto bosco con poche radura. Percorsi quasi due km si der Mussen. visuali; il percorso è animato da alcune raggiunge a q. 1240 il bivio tabellato sculture lignee ricavate da grossi della Rautalm; preso il percorso più alto tronchi di larice, e prosegue in (indicazione Mussenhöhe 3 ore) si falsopiano, lasciando sui lati numerose seguono le indicazioni, tra le tante deviazioni. Si raggiunge uno slargo, a q. diramazioni, prendendo quota nel folto 1170, con bella veduta al di là della bosco in direzione E. Si prosegue sul valle, sul poggio della Raut Alm, sotto ai tracciato principale fino ad innestarsi, a dossi del Mukulin. Si contorna un q. 1400, sulla diramazione lasciata alla profondo solco, continuando a perdere partenza che sale da Würda. Varcato il quota fino ad abbassarsi in prossimità recinto del pascolo si entra nella grande del torrente, poi si costeggiano alcuni area d’alpeggio del Lumwiesen, con affioramenti di arenarie rossastre belle panoramiche sul fondovalle della iniziando a risalire per attraversare il Lesachtal e sulla catena carnica. La solco su un primo ponte a q. 1120. Si strada sale con 5 tornanti ed ampie prosegue sull’altro fianco fino ad un volute, passando davanti alla bivio in prossimità del secondo ponte, Waidmannscheil, una casetta di pastori poco più in su a 1156 m, dove si posizionata sull’orlo del bosco. Si abbandona il solco principale con la attraversa il vasto alpeggio evitando di stradina che sale alla Mukulin Alm, per smarrirsi sulle numerose deviazioni e si svoltare in sin. sul ponte. Si prosegue entra nel bosco cercando con così lungo il corso del Lahnerbach per attenzione la pista del Mussen ora qualche centinaio di metri, fino al ridotta a mulattiera. Una volta usciti dal successivo bivio, m 1220, dove si lascia recinto del pascolo s’intercetta, a q. in sin. la stradina forestale che s’innalza 1562, un altro evidente tracciato che sul versante boscoso del sale da St. Jakob. Dall’incrocio tabellato Liennartergartl; avanzando invece verso una ripida rampa sale in sin. verso Auf d. sulle indicazioni della Kornater Alm si der Mussen attraversando un canalone contorna in leggera salita un costolone ed una ripida area prativa su costone fino a raggiungere, a q. 1250, un esposto (valutare le condizioni di grande bivio dove si lascia la deviazione sicurezza) fino a raggiunge la vasta in sin. per la Kornater, proseguendo prateria di sfalcio costellata da fienili. invece verso d. in direzione della Proseguendo verso d. nella parte alta, Scharten Alm. La stradina si mantiene nascoste negli avvallamenti della sul fianco della valle, a mezza costa, prateria, si trovano due belle casette di superando un profondo compluvio legno e, poco più in là, verso O, la vera Oberzählplatz q. 1409. Il tracciato panoramiche distese su tutta la Gaital interessato da smottamenti; il tracciato insellatura dell’Auf der Mussen, 1855 stradale continua lungamente con verso S/E, sui rilievi delle Karnische si contorce passando ai piedi di un m, dalla quale si continua in salita per diversi tornanti e numerose deviazioni Alpen con l’evanescente sfondo delle fienile, quindi prosegue con moderata guadagnare la dorsale, sempre aperta e laterali, intersecando più volte la Dolomiti. Opportuno percorrere l’ampio salita fino a q. 1466, dove attraversa prativa. Superato un primo tratto ripido vecchia mulattiera. A q. 1560 si rinviene crinale verso la sella successiva ai piedi l’ultimo solco per entrare nel pascolo si guadagna il colle quotato 1950 m, un fienile con indicazioni per Grifitz, dal del Lumkofel, dalla quale si cala dell’alm. Un ultimo tratto di bosco con grande croce, e si prosegue per quale si continua, per uscire più in alto dolcemente sulla dorsale del accompagna fino alla casera; superati quasi un km sulla dorsale prativa sulla dorsale dove la vegetazione si Rummboden, attraversando poi gli due grandi massi la stradina raggiunge ondulata, composta da una successione dirada offrendo migliori respiri visuali. ondulati Kornater Wiesen, dolci prativi in breve la Scharten Alm, 1523 m, di piccoli colli, in leggera salita fino alla Intorno a q. 1700 la strada giunge in ormai aggrediti dalla vegetazione e presidiata da grandi edifici in legno, cima del Mussenhöhe, m 2038. prossimità di un casolare, (poco più in punteggiati da pittoreschi casolari, coperti di scandole. Pochi metri più in Stupenda visuale sui due solchi paralleli sotto raccordi con la viabilità che sale completando così un anello sommitale. alto, a q. 1540, si raggiunge il valico dei fiumi Drava e Gail; di fronte, verso dalla Kornater Alm) e prosegue Ritornati sulle tracce dell’andata sotto il vero e proprio, con un cippo S, si articola l’intera Catena Carnica, portandosi sul versante del Lahnerbach, Grifitzbichl, ripercorsa la dorsale sopra commemorativo del 1912, oltre il quale mentre verso O si eleva il dolce profilo con bella veduta sulla Schartenalm, sul Hamwiesen, si riprende la comoda pista ci si affaccia alla Valle della Drava. Il del Lumkofel e della Tscheltsscher Alpe Podlaniggraben e sulle Lienzer forestale che rientra agevolmente al rientro si effettua sulle tracce sovrastato più a N dalle corone delle Dolomiten. Seguendo il nuovo tracciato, ridente abitato di Kornat. dell’andata, evitando le numerose altre Lienzer Dolomiten. Assai invitante la per terreno sempre più aperto, tracce che si diramano in più direzioni. candida distesa della Schartenkopf, la incontrando diversi fienili e casolari, si 9- SCHARTEN ALM prateria sommitale che si stende oltre il perviene ad una sella intorno a q. 1740. (Skartenkopf) 10- AUF DER MUSSEN cupolotto dello Schatbichl, meglio Uscendo verso i Kornater Wiesen il colle Lunghezza: km 14 Lunghezza: km 15 raggiungibile dalla Mukulinalm. La superiore diventa evidente con la croce Dislivello: 510 m Dislivello: 980 m discesa avviene per la via di salita. che si staglia all’orizzonte, meta Grado: VERDE Grado: ROSSO facilmente raggiungibile salendo sulla Tempo: ore 5 Tempo: ore 5/6 Francesco Carrer ondulata, ampia, dorsale prativa Da Birnbaum una ripida rampa al centro Dal piccolo centro di Podlanig, una Luciano Dalla Mora volgendo poi verso la testata E. Ampie dell’abitato sale in direzione di Kornat, stradina sale verso monte portando (Sezione di San Donà di Piave)
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di Gian Carlo In Val Maira Palazzini
Arrivo al Passo Gardetta (neve spazzata dal vento). nel sud della Francia fino ai Pirenei (Val d’Aran in Spagna). In Val Maira, a Dronero ha sede l’Associazione “Espaci Occitan” costituita dalle Istituzioni pubbliche del territorio Occitano e che ha tra i suoi obiettivi la promozione linguistica, sociale ed economica delle popolazioni di lingua Occitana, valorizzando le tradizioni storiche e culturali, i prodotti tipici presenti nei territori interessati, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile cioè rispettoso della Natura.
La Val Maira, Provincia di Cuneo, Provenza francese. In Italia, riconosciuta prende nome dal torrente che si origina dalla Legge sulle minoranze linguistiche nel versante italiano della parte centrale storiche, interessa poco meno di delle Alpi Cozie. Passando per Dronero, 200.000 abitanti che occupano 14 la città di fondo valle, dopo oltre 50 valli (procedendo da Nord verso Sud: km, a Busca entra nella pianura e dopo Oulx-Susa, Chisone, Germanasca, aver preso una decisa direzione verso Pellice, Po, Bronda-Infernotto, Varaita, Nord si getta nel Po. Terra di antica Maira, Grana, Stura, Gesso, storia e tradizioni, fa parte di quella Vermenagna, Pesio, Ellero-Quiè) e 120 vasta area chiamata un tempo Comuni delle Province di Cuneo e “Occitania” perché vi si parlava la lingua Torino, estendendosi nel Brigasco ligure d’oc caratteristica trasformazione del con un’isola linguistica in Calabria latino volgare in uso nella confinante (Guardia Piemontese) e ramificazioni 42 nov./dic. 2008 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:09 Pagina 43
Qui sopra: Verso il rifugio Gardetta. Come animatore e propulsore, ormai a Cuneo). Il Dott. Collo (e mail, ultraventennale, dell’attività sci [email protected]), perfetto cono- Foto sotto: Salita da Prato Ciorliero escursionistica della Sezione CAI di scitore dei luoghi e geologo, era stato al Passo Gardetta. Arezzo, da tempo la mia attenzione si era particolarmente utile e molto disponibile rivolta proprio sulla Val Maira. Il bel in occasione dell’uscita escursionistica supplemento su questa valle in allegato del giugno 2006: ci ha trovato un’ottima alla “Repubblica” di venerdì primo sistemazione a Villar S. Costanzo, pochi giugno 2006 aveva gettato un bel po’ di km. da Dronero, all’ingresso della benzina sul fuoco con espressioni quali: Riserva naturale Ciciu del Villar e punto “È isolata perché tortuosa, di difficile di partenza/arrivo dei “Percorsi Occitani” accesso, ma piena di singolarità”…. “La (itinerario escursionistico che si sviluppa natura incontaminata …. è quanto di più ad anello, con collegamenti con altri sen- bello offre la Val Maira” … “nasconde tieri, permettendo di percorrere a piedi tesori, grandezze, altezze insospettabili”. tutta la valle, con posti tappa e servizio Un gruppo di escursionisti della Sezione, trasporto bagagli). Da Dronero (m 619) la di ritorno proprio dalla Val Maira ai primi strada sale seguendo il percorso del dello stesso mese di giugno 2006, si era Maira fino ad Acceglio (m 1220). In espresso con grande entusiasmo, mo- destra e in sinistra della strada di fondo strando immagini veramente belle, dalle valle vette che raggiungono (e in qualche quali risultava ancora un’apprezzabile caso superano) i 3000 m. Carrarecce e presenza di neve. strade militari (si tratta di territori di con- È così che, finalmente, nel febbraio scor- fine) portano in quota. Gli abitanti della so, con tre amici, sono partito con desti- Valle (qualche centinaio) sono gelosi nazione Dronero, capoluogo della Valle, custodi della loro antica cultura. A questo per un fine settimana esplorativo. rigore verso le loro memorie storiche e Con buon anticipo mi sono messo in con- per la conservazione del territorio fa, al tatto col Dott. Enrico Collo, socio della contrario, riscontro una grande cortesia e sottosezione CAI di Dronero (la sezione è disponibilità verso i visitatori che, seppu- 43 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:09 Pagina 44
Qui accanto: Inizio strada dal Colle della Cavallina al Colle di Sampeyre.
A fronte: Vetta del Cugn di Goria (dietro il Monviso).
re con gradualità, stanno scoprendo una carrarecce e strade militari classificabili di incontrare altri quattro sci alpinisti, natura ancora incontaminata e montagne verdi/blu che possono costituire vie di anch’essi del CAI di Dronero. Va subito di struggente bellezza. Praticamente accesso a percorsi più impegnativi. sottolineata la calorosa accoglienza rice- assenti impianti di risalita ed altre imbrut- Ritenendolo particolarmente significati- vuta e la grande accondiscendenza dimo- tenti opere, le caratteristiche morfologi- vo dei miei intenti esplorativi avevo indi- strata in ogni momento del percorso clas- che fanno della zona una meta privilegia- viduato come meta di sabato 23 febbraio sificato MS per scialpinisti e configurabi- ta per lo sci alpinismo ed anche lo sci l’altipiano della Gardetta (inserito nei le per lo sci escursionismo blu/rosso, con escursionismo trova molte opportunità patrimoni geologici italiani e nel censi- qualche tratto giallo nella parte finale per la sua pratica: dalle sci alpinistiche mento dei geositi dell’Unesco), circa 10 (circa 6 km. fino al Passo della Gardetta, facili (difficoltà MS), classificabili per lo km di lunghezza tutto oltre i 2000 m, con m 2437, con un dislivello di quasi mille sci escursionismo rosse/gialle, alle molte percorsi di accesso alternativi da metri da fare anche per il ritorno). Uno Acceglio (fondo valle), Ponte Marmora splendido sole ha fatto il pari ad una cor- (circa metà valle), attraverso la Val Grana nice di attraenti montagne, confermando (ad Est), tutti non meno lunghi di 6/7 km quanto fosse motivato l’entusiasmo dei e dislivelli da superare di oltre 1000 m. primi escursionisti della nostra Sezione. Per domenica 24, considerate le necessità Lasciata Chialvetta verso le ore 10 ci del rientro, una gita più facile e più breve avviamo sul vallone di Unerzio, passando da farsi consigliare da amici sci alpinisti per Pratorotondo (m 1629), Viviere (m del CAI di Dronero che il Dott. Collo 1713) e Prato Ciorliero (m 1955). Da aveva pregato di accompagnarci nelle Prato Ciorliero (un alpeggio, probabil- due giornate. mente adattato su precedenti accantona- Sabato 23, escludendo ogni altra alterna- menti militari) il sentiero si fa sempre più tiva per ragioni di sicurezza, siamo parti- in salita, pur senza presentare problemi ti alla volta di Acceglio, proseguendo per grazie alle pelli in tessilfoca. Alle 12.30 Chialvetta (m 1494) ultimo centro abitato arriviamo al Passo. Davanti a noi uno in inverno, dove abbiamo avuto il piacere scenario mozzafiato: in primo piano il rifugio Gardetta e, a chiudere maestosa- Mappa della zona da: mente l’orizzonte, la Rocca Meja (m GMI - Monte Viso, CAI-TCI. 2831). Per quanto si accusasse una giusta stanchezza non abbiamo potuto resistere al piacere di scendere fino al rifugio (m 2335, di proprietà CAI, chiuso in inver- no), dove abbiamo sostato consumando un frugale pranzo “al sacco”. La ristret- tezza del tempo rimasto a disposizione ci ha suggerito di non addentrarsi maggior- mente nell’altipiano. Riguadagnato il Passo, mentre gli sci alpinisti, bloccato il tallone, hanno perso facilmente quota, noi sci escursionisti abbiamo avuto qual- che difficoltà per la neve non proprio in perfette condizioni. Tuttavia non ci sono 44 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:09 Pagina 45
stati problemi ed è stato poi piacevole, totale km. andata/ritorno per gli sci escur- sono particolarmente dedicati a noi, alla superata la parte di maggiore pendenza, sionisti, con classificazione verde/blu, generalità degli abitanti di questa valle ritornare a Chialvetta dove erano ad rossa la salita/discesa sul Cugn di Goria. che vogliono mantenere intatta nella sua attenderci gli sci alpinisti per un caloroso Arrivati in albergo, prima di partire, naturale bellezza. saluto ed un arrivederci per il giorno abbiamo visitato la Riserva naturale dei Gian Carlo Palazzini dopo. In totale circa 14 i km. percorsi. Ciciu ad ammirare lo spettacolo dei gros- Commissione Sci Fondo Escursionismo- Sulla via del rientro non è mancata una si “funghi” di pietra, formatisi per l’ero- Sezione di Arezzo doverosa sosta, assieme ad alcuni sci sione del suolo. Commissione Sci Fondo Escursionismo Tosco Emiliano Romagnola alpinisti rimasti con noi, in una tipica Questa nostra prima esperienza sciescur- “Locanda Occitana” per qualche chiac- sionistica, lungo il classico percorso per chiera di fine giornata. Per inoltrarsi nel- il Passo della Gardetta e la sia pur breve l’altipiano è stato riconosciuto come salita alla vetta del Cugn di Goria, ci ha Riferimenti cartografici periodo più opportuno la primavera inol- mostrato che, pur essendo le montagne Carte dei sentieri e dei rifugi, numeri 111-112, Istituto trata per poter partire il mattino piuttosto della Val Maira particolarmente invitanti Geografico Centrale - Torino, scala 1:25.000 presto ed impegnare la maggior parte per lo sci alpinismo, ampie opportunità possibile del pomeriggio. offrono anche per lo sci escursionismo, Guide Le guide di ALP - Maira Neve, Comunità Montana Valle Per domenica 24, ancora più numerosi gli sia utilizzando i percorsi più facili dello Maira, a cura di Furio Chiaretta, Vivalda Editori sci alpinisti, presente anche l’amico sci alpinismo sia, e probabilmente soprat- sci di fondo (5 piste, le migliori nel fondo valle), sci Enrico Collo armato di ciaspole, è stato tutto, beneficiando della fitta rete di stra- escursionismo (19 gite), sci alpinismo (60 itinerari di scelto per noi, dovendo essere di ritorno de militari che salgono e si sviluppano in cui 16 classificati MS) all’albergo per ripartire, un percorso quota (tra il 1932 e il 1942 l’area venne meno impegnativo e più prettamente sci inserita nella realizzazione del “Vallo Charamaio en Val Mairo - Nevica in Val Maira, 108 itinerari scialpinistici (di cui 25 MS), a cura di Bruno escursionistico fin sulla cima del Cugn di Alpino”, grande opera difensiva a ridosso Rosan Goria (m 2384). Gli sci alpinisti hanno del confine francese). Ed anche per lo sci raggiunto la vetta per la direttissima da di fondo, particolarmente nell’ultima Goria (m 1755) che taglia verticalmente parte della valle, ci sono piste battute e la le curve di livello. Noi sci escursionisti, possibilità di percorsi non battuti. Panoramica dal Passo Gardetta. con Enrico, abbiamo proseguito in auto Praticamente inesistenti gli impianti di fino al Colle della Cavallina (m 1941) e risalita in sintonia con una scelta di svi- poi, sci ai piedi, abbiamo percorso la luppo sostenibile ed eco-compatibile che comoda strada (chiusa in inverno) che fa perno anche con il risveglio e la valo- porta al Colle di Sampeyre che immette rizzazione di una storia ed una cultura, la nella Val Varaita. In prossimità del Cugn Occitana, che risponde a sempre più di Goria, abbandonata la strada, abbiamo emergenti esigenze di stili di vita pro e raggiunto la vetta dove erano ad attender- non contro Natura. ci gli sci-alpinisti. Grande è stata la grati- Porteremo a lungo il ricordo di queste ficazione per la visione, davanti a noi, di due giornate in Val Maira, accompagnate sua maestà il Monviso. Dopo il pranzo al da un sole particolarmente splendente, sacco consumato sulla vetta in un clima riconoscenti verso l’amico Enrico Collo, di autentica fraternità sia gli sci alpinisti ai numerosi sci alpinisti nostri accompa- sia gli sci escursionisti sono ridiscesi per gnatori, e particolarmente a Sergio e i rispettivi percorsi di andata. Circa 8 il Stefano, Armando e Gianfranco che si 45 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:10 Pagina 46
Racchette da neve:
di Lorenzo Naddei A nord qualcosa di nuovo
Sopra: Quasi in vetta alla Punta d’Arbola. A destra: Dalla Galisia, sullo sfondo il Cervino.
gruppi di clienti, libri e riviste dedicati all’argomento... E in Italia? Anche qui il numero degli appassionati è cresciuto parecchio, basta dare uno sguardo - ancor prima che in montagna - in un qualsiasi negozio di articoli sportivi, in libreria, sui cataloghi di guide e località di soggiorno per rendersene conto. La differenza è che da noi ancora in pochi si spingono con le ciaspole in ambiente di alta montagna, Sul ghiacciaio dell’Aletsch poco sotto il Jungfraujoch. oltre la fatidica quota 3000, in quello che è il regno incontrastato degli sci-alpinisti. Inoltre nell’ambiente sono diffusi per- plessità e scetticismo da parte di molti utto è cominciato con un paio di Gran Paradiso, le traversate da rifugio a gestori di rifugi, per non parlare dello stu- racchette da neve in bambù, del rifugio nel Silvretta e alla Wildspitze; e pore (e di qualche sfottò) degli sci-alpini- tipo a fagiolo. Ai tempi, una ven- che dire del Bianco dai Grand Mulets, sti, convinti che il terreno delle racchette T tina d’anni fa, non erano in molti 1800 m di dislivello e 12 ore di marcia non possa andare oltre la stradina foresta- a girare con le ciaspole, ci si arrangiava previste proposto da alcune agenzie di le nel bosco di abeti. Eppure chi ama la con i pochi modelli sul mercato e per lo guide? In Svizzera addirittura esistono montagna e per qualche motivo non pra- più si andava in giro per stradine foresta- chilometri di itinerari battuti e segnalati, tica lo sci-alpinismo (ginocchia perico- li o altopiani; nel migliore dei casi si pun- con buona pace del lato avventuroso... lanti, acclarata imperizia sugli sci...) non tava a qualche cima arrotondata sui 2000 Soprattutto nei paesi in lingua tedesca può non sentire il richiamo della monta- m di quota. Oggi i tempi sono cambiati, tanta, tanta gente si avventura in alta gna nella sua magica, incantata veste le ciaspole sono di gran moda, un grande montagna con le racchette: molti le usano invernale d’alta quota. Sicuramente gli business per gli operatori del settore, per salire e scendere, molti altri solo in sci restano il mezzo migliore, qualche soprattutto oltralpe. In Francia e in salita per poi scendere con la tavola, rifu- volta l’unico, per muoversi in alta monta- Germania non c’è itinerario che non gisti competenti suggeriscono itinerari e gna, dato che la discesa - oltre a costitui- venga proposto con le racchette, dai segnalano le condizioni della neve e delle re il lato divertente della gita - è anche un boschi all’alta quota, su fino al Rosa, al tracce, tante guide alpine in giro con modo per contenere i tempi di marcia e 46 nov./dic. 2008 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:10 Pagina 47
una via di fuga rapida in caso di arrivo coli e l’entusiasmo di chi le percorre sono estate si presentano sempre più sofferen- del maltempo, tutte cose che le ciaspole tali da suggerire di provare almeno una ti, con zone crepacciate talvolta inacces- non offrono. Ciò nonostante, per alcune volta questa attività ai non sciatori. C’è sibili o seraccate a rischio, una salita salite di impegno modesto, il fascino e la poi anche un discorso di sicurezza: in invernale - primaverile può offrire condi- bellezza dell’ambiente, la scarsità di peri- questi tempi grami per i ghiacciai, che in zioni migliori, oltre che più spettacolari. 47 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:10 Pagina 48
Tre vedute della lunga traversata nell’Oberland Bernese: qui accanto, vista sulla parete nord dell’Aletschorn; qui sotto: inizia la dolce discesa lungo il ghiacciaio dell’Aletsch che porta, nella foto a destra fino a Konkordiaplatz.
EQUIPAGGIAMENTO, CONSIGLI dà le stesse garanzie di tenuta Qualche piccolo su un ponte di neve di quello avvertimento, magari sugli sci, naturalmente...). superfluo: trattandosi di Quanto alle conoscenze, itinerari invernali in alta devono essere sia quelle di un montagna non vanno alpinista che conosce la assolutamente sottovalutati, progressione su ghiacciaio, né in termini di sia quelle di uno sci-alpinista, equipaggiamento né di che consulta i bollettini conoscenze di base della valanghe e sa “leggere” le montagna. Per quanto condizioni della neve. La riguarda l’attrezzatura, qualità della neve e la anzitutto, le racchette: presenza o meno di tracce scartare quelle senza lame sono decisive, molto più che continue (indispensabili per i nello sci: senza impronte o traversi) o comunque con con neve non trasformata, per scarsi “ramponi” e quelle capirci, con le ciaspole in alta eccessivamente ingombranti, montagna non ci si riesce nonché - e sono tanti - i letteralmente a muovere. modelli con chiusure e Questo fa del periodo QUALCHE LECKIHORN 3065 m regolazioni cervellotiche. febbraio - aprile il momento ITINERARIO (Vallese) (Le più semplici, le più migliore per le salite Ecco un breve, modesto Bellissimo itinerario di due funzionali in alta quota sono proposte. Un normale elenco di itinerari d’alta giorni, con una lunga, a mio parere quelle della escursionista, quindi, deve montagna fattibili con le entusiasmante salita al rifugio MSR) ARVA, pala e sonda necessariamente fare un salto ciaspole. Mi limito a Rotondo che vale quasi più non dovrebbero di norma di qualità, senza pensare di descrizioni sommarie, dato della cima, comunque molto mancare, talvolta possono fare una normale ciaspolata, che si tratta di suggerimenti; panoramica su tutte le Alpi fare comodo i ramponi; su semplicemente un po’ più in descrizioni più esaurienti centrali. Da anni la salita ghiacciaio anche in alto. Se non ci sente sicuri o sulle innumerevoli guide in invernale al rifugio è condizioni ideali una corda si intendono imparare i commercio e sui siti internet agevolata da una serie di pali va sempre portata e molto “fondamentali”, quindi, dei rifugi svizzeri con indicazioni utili a seguire spesso usata (il peso conviene affidarsi a una (www.alpenonline.ch) e la via in caso di maltempo; la distribuito sulla racchetta non Guida Alpina. austriaci (www.oeav.at). presenza di una traccia è
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fino al confine con la Francia (generalmente qui transita una traccia sempre ben marcata e sicura). Da affrontare preparati e con buone condizioni della neve. Rhêmes / Thumel (1879 m) - rif. Benevolo (2285 m) 1.30; rifugio - Punta Galisia (3346 m) 4 h; almeno altrettante per tornare a Rhêmes.
EBENI FLUH 3962 m (Oberland Bernese) Semplicemente meravigliosa, la salita a questo quasi “4000” è in realtà una lunga traversata dell’Oberland Bernese, fattibile in 3 - 4 giorni. Con ghiacciai in buone condizioni e buona visibilità è una delle traversate più belle e facili delle Alpi. Si comincia comunque qui più che altrove WILDSTRUBEL 3243 m Svizzera, comincia dal paese salendo col famoso trenino fondamentale, data la (Vallese) più caratteristico della Jungfrau al passo lunghezza del percorso; per le Itinerario ideale per dell’Engadina, Guarda (m omonimo (3454 m); da qui condizioni ci si può rivolgere cominciare: prevalentemente 1653), dal quale per comoda una dolce discesa sul senza problemi alla rifugista, dolce, con pochi crepacci e strada sempre battuta si sale ghiacciaio dell’Aletsch porta simpatica ed esperta. Il tratto scarso rischio valanghe. in 2 h alla capanna Tuoi, in fino alla Konkordiaplatz, su ghiacciaio è breve e di L’accesso comodo, il bella posizione sotto il Piz circa 2900 m, da dove si norma senza problemi, per il panorama straordinario verso Buin. Dal rifugio, risale al rifugio Hollandia tratto di cresta finale meglio gran parte dei 4000 delle Alpi inizialmente per dossi e poi (3240 m), in posizione avere i ramponi. Realp (1538 (Bianco, Rosa, Cervino, per ghiacciaio sempre più spettacolare sotto la parete m, stazione ferroviaria della Mischabel, Oberland…) e la ripido si punta al Jamjoch Nord dell’Aletschorn (6 - 7 h; linea Andermatt - Furka - possibilità di bagni caldi (cornice, utile una picozza) e possiblità di spezzare la tappa Briga) - Rif. Rotondo (2571 termali finali ne fanno una di qui in pochi minuti alla al rifugio Konkordia). Dal m) 5 h; Leckihorn (3065 m) meta imperdibile. Da cima (3156 m, 3 h). Si tratta rifugio comoda salita ai 3962 2.30 h; discesa Leukerbad, in Vallese, funivia di una salita molto bella con m della cima, una candida complessivamente 5 h. per il Gemmi Pass, dove si un breve tratto valangoso, calotta posta al cospetto di può dormire (e mangiare utile per conoscere e studiare tutte le vette dell’Oberland e PUNTA D’ARBOLA 3235 m molto bene) nell’accogliente il gruppo del Silvretta di gran parte delle Alpi (Val Formazza) Berghotel Wildstrubel, con attraversato dalla più nota occidentali. Di qui “solo” Salita a una delle più belle camere e cameroni; in “alta via in ciaspole” delle altre 6 - 7 ore di discesa, cime della Val Formazza alternativa si può arrivare alla Alpi (maggiori informazioni bella e varia, in gran parte senza troppi problemi se il Lammern Hütte, di un’ora sul sito del rif. Silvretta). per ghiacciai, portano fino ai ghiacciaio è in buone più vicino alla meta ma… Volendo si può traversare al 1500 m del fondovalle della condizioni; qualche pericolo con trattamento non esaltante rifugio Jamtal da cui si Loetschental, dove a di valanghe nei pressi del verso gli italiani. Gemmi raggiungono abbastanza Goppenstein si riprende il rifugio: pista generalmente Pass (2300 m) - Wildstrubel comodamente altri quattro treno. Per dividere questo sempre presente, molti sci- (cima centrale, 3243 m) 4 h; facili 3000. discesone finale si può alpinisti in zona, vasto quasi altrettante in discesa, dormire ancora al rifugio panorama: da fare. Da Valdo per via di un lungo tratto PUNTA DI GALISIA 3346 m Hollandia oppure al più basso (1279 m) al Rif. Margaroli pianeggiante e di una breve (Val di Rhêmes) (e gastronomicamente meglio (2196 m, 2.30 h con la risalita finale. Vetta facile ma non banale, in attrezzato) rifugio Anen. seggiovia, un’ora in più ambiente grandioso al Lorenzo Naddei senza); dal rifugio alla vetta HINTERE JAMTALSPITZE cospetto dei 4000 valdostani, (AGAI) (3235 m) altre 3 ore, almeno 3156 m (Grigioni) con breve avvicinamento al altre 4 per la discesa. La salita a questa cima, posta rifugio e lunga salita non Foto di Andrea Panagia, Sonia sul confine tra Austria e esente da crepacci almeno Zaramella, Lorenzo Naddei
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DOLOMITI BELLUNESI
Testo di Luca Bridda Schiara Foto di Luca Bridda e 3 giorni di arrampicate, Pietro Della Putta sentieri e ferrate
mia madre per il pranzo, qualcosa ci verrà in mente”. Davanti ad un piatto caldo la decisione fu presto presa: “si va in Schiara”. Era vici- na, bellissima, al sole, e Pietro non ci aveva mai arrampicato. Materiale ne ave- vamo anche troppo, visto il megaproget- to appena andato a monte e di cui non parlerò nemmeno sotto tortura. Potevamo stare via due giorni e mezzo senza pro- blemi.
Il Bivacco “Sperti”.
rano le 11 di mattina del 2 Neve e ghiaccio, infatti, erano presenti novembre e il freddo pungeva fino a quota 1800 metri: tutti i Feruch sul viso e sulle mani. erano imbiancati. Nemmeno tanto, a onor E Nonostante ciò, mi tolsi felpa e del vero, ma a sufficienza per rovinarci i canottiera per potermi spruzzare il repel- piani. Impossibile, per noi, arrampicare lente contro le zecche su torso e braccia. l’indomani in quella ghiacciaia! Mi rivestii velocemente, finii di applicare “È un versante nord-est, tutto rinchiuso il prodotto su caviglie e pantaloni, indos- in se stesso, ce lo saremmo dovuto aspet- sai i pesanti scarponi e mi caricai in spal- tare” disse Pietro sconsolato. “Si - obiet- la uno zaino di oltre 20 kg. Il mio compa- tai - ma c’è neve solo là!” (imprecazio- gno di cordata ed io eravamo pronti per i ne). Monti del Sole! “Meglio tornare l’anno prossimo. Non Attraversammo il torrente Cordevole e ha senso avventurarci nei Monti del Sole passeggiammo chiacchierando verso la per niente, con la fatica che costa” con- fattoria di Agre; solo a questo punto cludemmo, al termine di 5 minuti di inu- potemmo alzare lo sguardo verso il Van tile dialogo. Grant, la nostra meta. “Siamo fregati” - “E ora dove si va?” chiese Pietro. “Beh Pensammo. - risposi - per adesso è meglio tornare da 50 nov./dic. 2008 CAI NOV_DIC 08 11-11-2008 17:56 Pagina 51
Nel pomeriggio avremmo risalito la Valle dell’Ardo e poi avremmo trascorso la notte nel ricovero invernale del Rifugio VII Alpini, sotto la parete Sud. Forse avremmo fatto la via Goedeke, chissà, magari qualcos’altro: ci avremmo pensa- to a tempo debito. Prendemmo al volo qualche relazione e partimmo. Cominciò così, per noi, una tre giorni nel gruppo della Schiara del tutto imprevista, condita da un mix di arrampicate, sentie- ri, vie ferrate e da un meteo eccezionale. Il nostro itinerario Verso le 15 eravamo al parcheggio di Case Bortot (698 m), località 6 km a nord di Belluno. Piuttosto appesantiti dal pran- zo, risalimmo la valle lungo il facile sen- tiero CAI 501 che, dopo alcuni iniziali saliscendi, punta dritto verso settentrione, cioè verso la bastionata sud della Schiara. Il torrente Ardo, con le sue pozze d’acqua color smeraldo, corre quasi sempre a lato di questo percorso sempre piuttosto fre- quentato, soprattutto nei week end, che conduce in circa 2 ore e 30 al Rifugio VII Alpini (1502 m). L’ultimo strappo è chia- mato “il Calvario” ma il nome non spa- venti: non è niente più che un sentiero a zig zag nel bosco di faggi. Come previsto il rifugio era chiuso, e quindi ci siste- mammo nel vicino ricovero invernale (10 m a destra), fornito di alcune brandine un po’ sfondate ma sufficienti a garantire una dormita decente: bastava non stare distesi proni. L’indomani, con molta calma, ci avviam- mo verso il retro del rifugio per imbocca- re la traccia che porta al Sentiero Alpinistico Sperti (tabella). Superammo un primo torrentello, spesso in secca, e poi un secondo (10 min, abbondante acqua anche in piena estate e in inverno). Proseguimmo tra erba e mughi su terreno Foto sopra: La Gusela all’alba aperto, fino ai primi cavi metallici. La dal Rifugio VII Alpini. ferrata non è particolarmente difficile né faticosa, e conduce in 1.45 ore al Bivacco Sperti (2000 m), in bellissima posizione panoramica. Qui, prima o poi, torneremo sicuramente per trascorrervi la notte. Proseguimmo per il sentiero attrezzato, superando un altro salto di roccia (circa Qui accanto: Le Pale di San Martino. 120 m di disliv. dal bivacco), e poi per- corremmo una lunga cengia molto espo- sta che doppia lo spigolo della Seconda Pala del Balcon, fino ad imboccare il largo canalone che scende da Forcella Viel. Salimmo ancora per poche decine di A fronte: La Valle dell’Ardo dal metri finché non parve del tutto agevole Sentiero “Sperti”. lasciare il sentiero ferrato e portarsi a 51 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:11 Pagina 52
Qui accanto: Il Burel dalla cima della Seconda Pala del Balcon.
Foto sotto: In arrampicata sugli ultimi tiri della via “Cusinato-Rossi”.
In basso: La Talvena.
destra, dentro un canalino che corre a roccia discreta e percorso a mio avviso sinistra di una evidentissima nicchia non particolarmente obbligato, quindi si scura (quasi una piccola grotta), che porta sotto un naso di roccia ben pronun- funge da perfetto punto di riferimento. ciato sul filo dello spigolo stesso, lo aggi- Riferimento per cosa? Beh, per l’attacco ra a sinistra per proseguire sotto un gran- di quella che forse è la più classica via del de tetto scuro. Traversando in orizzontale gruppo, la “Via Rossi” alla Cima Ovest verso destra, si raggiunge nuovamente lo della Seconda Pala, aperta nel 1952 da spigolo e lo si percorre per un tiro (tratto Nereo Cusinato e Piero Rossi. Alla fine, chiave, roccia meravigliosa). Ancora infatti, avevamo deciso di puntare sul sullo spigolo o un po’ a sinistra dello stes- sicuro e di scalare questo magico satellite so, si prosegue per altri 3 tiri sino in vetta. della Schiara per la via più celebrata. Pietro ed io arrampicammo in t-shirt per Salimmo slegati per 15 m, lungo il cana- quasi tutti i 300 m di sviluppo della via, lino (I, II), fino ad un comodo punto di giusto il contrario di quello che ci sareb- sosta con clessidra, giusto all’altezza be capitato se ci fossimo testardamente della nicchia nera. Qui ci legammo (ore avventurati nel Van Grant. Sulla cima, il 0.45 dal bivacco). La via rimane per 3 tiri sole di novembre era piuttosto basso a sinistra dell’arrotondato spigolo, con all’orizzonte, colorava freddamente di
azzurro e blu la neve presente. Erano quasi le 16, ormai, e dovevamo ancora scendere dalla cupola di vetta, raccordar- ci con il Sentiero Alpinistico Sperti, tra- versare lungamente verso est e raggiun- gere il Bivacco Ugo Dalla Bernardina prima del buio. La vecchia relazione della “via Rossi” che avevamo usato, pre- vedeva un impegno di solo un’ora e 30. Questi tempi associati alle vie su roccia mi hanno sempre lasciato perplesso. I miei amici ed io siamo evidentemente delle lumache. Man mano che la luce si faceva gialla, grazie al tramonto che avanzava, le valli 52 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:11 Pagina 53
diventavano buie e da esse emergevano solo le sagome dei monti. La neve non mancava, lungo il versante nord della dorsale che collega la Seconda Pala con la Schiara, dorsale che percorremmo aiu- tati dai cavi metallici del Sentiero Sperti. Dopo alcuni saliscendi, sbucammo su una forcella e ci apparve la Gusela del Vescovà, con soltanto la punta ancora illuminata di arancio. Questo ago di roccia di 40 m dalle forme perfette è uno spettacolo. Per noi bellune- si la Gusela è molto più di un monolite di dolomia. La vidi là, affacciata sul vuoto della parete Sud, solitaria, in apparente
Qui sopra: Pietro in arrampicata sulla Gusela.
La Gusela del Vescovà dal Bivacco “Dalla Bernardina”.
ostante il freddo, la Gusela del Vescovà per la via aperta da F. Jori, A. Andreoletti e G. Pasquali nel 1913. Ritengo questa viuzza di due tiri un vero must del grup- po. La roccia è esaltante e l’andamento della via semplicemente spettacolare. Chi viene fin qui deve farla, punto. Dopo la lunga corda doppia di 40 m dalla cima, recuperate le nostre poche cose, ci calammo per la Ferrata Zacchi, che corre lungo la sud della Schiara, scoprendo che la parete non è affatto unitaria come sem- bra da sotto, ma assai articolata e com- plessa. Da Belluno pare una lavagna equilibrio precario, e l’unica cosa che in un panino. All’interno la temperatura era compatta mentre si tratta, al contrario, di quel mentre desiderai fu...che non cada piacevole: il sole aveva fatto il suo dove- un insieme di molti pilastri staccati, di mai a terra. re sulla lamiera esterna. Poiché eravamo enormi quinte di roccia. Sempre per sca- Il Bivacco Dalla Bernardina (2320 m) si senz’acqua, riempimmo di neve due con- lette e cavi si scende lungo paretine e trova poco oltre, appollaiato su un pendìo tenitori, confidando di trovarla sciolta canali, con alcuni passaggi atletici e per di erba e roccia. Dico solo questo: se si l’indomani mattina, possibilmente senza nulla banali. Dopo circa un’ora arrivam- dovesse fare un passo di troppo poco troppi detriti galleggianti. mo alla base, io certamente con le braccia fuori la sua porta, si finirebbe 600 m più Nelle notti di bivacco si riscopre l’impor- un po’ cotte. Al solito si fatica più coi in basso. Ci siamo capiti? tanza delle candele e dei lumini: la loro cavi d’acciaio che con l’arrampicata Avremmo voluto scattare ancora qualche luce fioca e tremolante fa compagnia, vera... foto ma ormai era buio pesto. Per poter riscalda a livello mentale, accompagna i Recuperato uno zaino al Settimo Alpini e arrampicare più leggeri, avevamo lascia- discorsi che portano al sonno. fatta una conveniente scorta d’acqua, non to sacchi a pelo e fornelletto giù al Il giorno successivo soffiava un vento ci restò che ripercorrere a ritroso la valle Settimo. Dormimmo quindi con le coper- leggero ma glaciale. Uscimmo dal bivac- dell’Ardo, concludendo questa tre giorni te in dotazione al bivacco e cenammo con co senza colazione, decisi a scalare, non- del tutto fuori programma. 53 CAI NOV_DIC 08 11-11-2008 17:57 Pagina 54
Qui accanto: La parete sud della Schiara.
A fronte: La Gusela del Vescovà al tramonto.
Sotto a sinistra: Il traverso del secondo tiro.
T empi e periodo migliore è l’autunno inoltrato, relazioni per trovare quiete e silenzio anche delle due lungo le ferrate e nei bivacchi. vie proposte - Località Case Bortot (raggiungibile in Il percorso da noi seguito, descritto a auto da Belluno passando per le frazioni grandi linee nelle righe precedenti, si di Bolzano Bellunese e Gioz) - Rifugio VII può portare a termine con molta calma Alpini: ore 2.30-2.45 in tre giorni, con notevole impegno in - Rifugio VII Alpini - Bivacco Sperti per due. Non si tratta di una combinazione Sentiero Alpinistico Sperti: ore 1.45- particolarmente originale ma è 2.00 sicuramente da consigliare. L’itinerario - Bivacco Sperti - Attacco “Via Rossi” conduce in cima alla poderosa struttura per sentiero Alpinistico Sperti: ore 0.45- della Seconda Pala del Balcòn e in vetta 1.00 alla Gusela del Vescovà; permette di - Via Rossi: ore 3-3.30 (noi), ore 1.30 cavalcare parte della dorsale centrale (Spiderman) del gruppo e di percorrere in lungo e in - Cima della Seconda Pala - Biv. Dalla largo la bastionata sud della Schiara. Il Bernardina: ore 1.30-1.45 - Biv. Dalla Bernardina - Attacco della Gusela del Vescovà: ore 0.20 - Via Jori-Andreoletti-Pasquali: ore 0.45 - Base della Gusela - Biv. Dalla Bernardina - Ferrata Zacchi in discesa - Rif. VII Alpini - Case Bortot: ore 3.30
SECONDA PALA DEL BALCÒN “Via N. Cusinato - P. Rossi” cima O, verso destra (cioè in direzione dello 5. Traversare orizzontalmente a destra pilastro S spigolo della Seconda Pala) per altri 25- (2 chiodi) e portarsi sul filo dello spigolo (2371 m) 30 m (clessidra) fino ad una larga e che va percorso per una trentina di - 280 m di sviluppo, 250 m circa di comoda nicchia con clessidrona di metri sino ad una comoda clessidra di disliv.; ore 3; III, IV e un tratto di IV+; sosta [e cicca schiacciata in un buco]. sosta. Tratto chiave. (35 m; III, IV+) roccia ottima nel tratto centrale, buona (30 m; III+) 6. Proseguire sullo spigolo per altri 30 o discreta altrove. Portare chiodi e 3. Uscire dalla nicchia a destra e m, su roccia un po’ infida, per caminetti martello, nuts e friends. proseguire verticalmente verso lo e paretine, lasciando infine sulla destra 1. Dall’attacco (vedasi pagine spigolo, facendo sosta 4 m sotto un uno strapiombo. Sosta su 2 chiodi. (30 precedenti), salire la parete soprastante caratteristico strapiombo a forma di m; IV) verticalmente per 30 m circa (1 chiodo), naso. Sosta su clessidra. (30 m; III+) 7. Proseguire per fessura e paretine per trascurando il canale che invece 4. Portarsi sotto lo strapiombo e 45 m, lasciando lo spigolo sempre prosegue diagonalmente più a sinistra. aggirarlo a sinistra (due clessidre). pochi metri a destra. (45 m, III+) Fare sosta su un ripiano con grossa Proseguire verticalmente fino sotto un 8. Alzarsi ancora verso la vetta per gli clessidra (è presente anche un chiodo enorme tetto scuro, in prossimità del ultimi 35 m, facendo attenzione ad 1,5 m più a destra). (30 m; III) quale sono presenti 3 buoni chiodi di uscire nella sezione centrale della 2. Proseguire obliquando leggermente sosta. (40 m; III) parete o in quella di sinistra (35 m di III
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e IV; sosta su spuntone) 1. Si attacca presso il limite destro della Discesa: dalla cima bisogna scendere stretta parete nord. Salire verticalmente verso nord per roccette e per un canali- per una ventina di metri fino ad una no (I+), raggiungendo in circa 5 minuti il nicchia ove si fa sosta su due spit con Sentiero Attrezzato Sperti che corre catena. Sul passaggio iniziale di IV+ lungo il versante nord delle Pale del sono presenti un chiodo e un fittone, sul Balcòn. resto del tiro, che è di IV, si trova un altro chiodo ed è presente una fessura GUSELA DEL VESCOVÀ proteggibile con nut e friends. “Via Jori- 2. Dalla nicchia si traversa Andreoletti- orizzontalmente a sinistra (2 chiodi e Pasquali” una clessidra) arrivando in parete est. (2361 m) Superare una placca “obliquando” verso - 40 m di dislivello, 2 tiri di corda, ore sinistra e poi salire una fessura-camino 0.45; difficoltà massima di IV+; roccia di III che porta in vetta (1 chiodo nella ottima fessura, eventuali altre protezioni a
Foto sotto: il monte Serva. Qui sopra: Il tracciato della via “Cusinato-Rossi” alla Seconda Pala.
friend e nut; 25 m in tutto). Discesa: da un fittone sulla cima, verso nord, con una calata di 40 m oppure due da 20 m, la seconda delle quali parte dalla nicchia in cui si è fatto sosta durante la salita.
Bibliografia - P. Rossi “Schiara”, 1982, Guida dei Monti d’Italia CAI-TCI - G. Sani e F. Bristot “Schiara - Tàmer - Spiz di Mezzodì”, Luca Visentini Editore - G. Buscaini “Le Dolomiti Orientali - Le 100 più belle ascensioni ed escursioni”, 1984, Zanichelli Editore - Sito internet dell’autore, www.abcdolomiti.com - Carta TABACCO N° 024: Prealpi e Dolomiti Bellunesi Luca Bridda
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Testo di parete nord Antonio Prestini. Foto di Paolo Calzà Una storia di amicizia
Sulla traversata Hinterstoisser.
Gletscher, quindi velocemente all’attac- co, a mezzogiorno circa. Torno a cimentarmi su una via classica delle Alpi Centro Occidentali dopo diver- si anni che arrampico prevalentemente in Dolomiti. L’idea mi affascina e mi alletta molto. iger, parete nord, forse la più fronto del rischio di un cambiamento La traccia sulla neve è evidente. Saliamo temuta in tutte le Alpi: non la più improvviso del tempo oppure delle scari- quindi slegati e rapidi fino alla “fessura difficile ma sicuramente la più che che nelle ore di disgelo bersagliano difficile” e da qui, procedendo ora in cor- E insidiosa, lunga e pericolosa. Un tutto il percorso, evenienze frequenti nei data, superiamo prima questo impegnati- nome nella leggenda dell’alpinismo di mesi estivi. vo tiro, poi il traverso Hinterstoisser, il tutti i tempi. Una parete tristemente È l’ultimo week-end di febbraio. Con primo nevaio, il budello di ghiaccio con famosa, spesso teatro di tragedie o di Demis e Paolo si decide di andare. due tiri decisamente duri e protezioni rocamboleschi soccorsi, su cui si sono Partenza alle due di notte da Tione diretti aleatorie, il secondo nevaio, arrivando al cimentati quasi tutti i più forti alpinisti a Grindelwald, il paesino della Svizzera buio pesto alla fascia di rocce sotto il delle varie epoche. bernese posto proprio sotto alla parete. Il “ferro da stiro”. Demis supera con caute- I cambiamenti climatici hanno fatto sì tempo è previsto bello, le condizioni la questo difficile tratto, poi ancora due che ormai solo d’inverno ci si possa della parete sono ottime: lo sappiamo lunghezze ripide su ghiaccio per arrivare avventurare su di essa in sicurezza, ossia perché negli ultimi 20 giorni sono stati al “bivacco della morte”, a quota 3300 quando la parete è completamente stabiliti due nuovi record di velocità in circa, l’obiettivo prefissato per oggi. cementata nella morsa del ghiaccio. solitaria ed in cordata. Prepariamo gli Posto sicuro, al riparo dalla scariche, Certo bisogna fare i conti con il freddo e zaini, controlliamo con cura tutto il mate- comodo e rilassante, a dispetto del lugu- le poche ore di luce, ma nulla sono a con- riale e poi via, col trenino, fino all’Eiger bre nome… 56 nov./dic. 2008 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:12 Pagina 57
Qui accanto: Sulla “Traversata degli dei”.
Sotto: il “Budello di ghiaccio” prima del secondo nevaio.
sognato di trovarsi su questa via, ma che ora non c’è più. Penso a te Luciano, com- pagno di tante avventure, morto sotto una valanga nel 97. Anche tu ti eri ingaggiato su questa parete, ritirandoti non senza difficoltà. Quel giorno di gennaio, al tuo funerale, ti promisi che sarei andato io, un giorno, a finire ciò che tu avevi lascia- to incompiuto. Ed eccomi qui ora, con altri amici, ma con il tuo ricordo sempre vivo nel cuore. È ancora buio pesto quando ripartiamo, in leggera discesa, traversando a sinistra sul vertiginoso terzo nevaio, quindi la rampa, il cui tiro nel camino ghiacciato risulterà il più difficile di tutta la salita. Paolo, che ora arrampica da primo, dimo- stra bravura, tecnica e calma. Poi la fessura friabile, primo ed unico tiro in cui arrampichiamo per intero senza piccozze. Da qui lo scenario cambia e si ritorna in piena parete sulla mitica Traversata degli Dei e quindi il Ragno. Una splendida successione di goulotte ed una cascata verticale ci porta alla fessura
Devo dire ad onor del vero, peraltro, che finora non siamo stati per nulla turbati da macabri pensieri, pur trovandoci nel cuore di una parete che sicuramente deve la sua fama più alla pericolosità e al numero degli incidenti mortali occorsi, che non alle difficoltà vere e proprie. Prima di augurarci la buona notte, tran- quillizzo Demis e Paolo, meno avvezzi di me a bivacchi in alta quota: domani par- tirò io da primo. So bene infatti che la ripartenza è sempre delicata dopo una notte di gelo e d’altronde mi sento perfet- tamente a mio agio su questa parete. La notte trascorre lunga e serena. Da tempo non ho più il piacere di un bivacco in parete. Non so se apprezzo di più la vicinanza degli amici ed il legame che si instaura in questi momenti, oppure la bel- lezza di poter contemplare il cielo terso e stellato in questa notte senza vento sapen- do di essere nel cuore di questa immensa parete, oppure ancora il poter finalmente ricordare in pace chi con me aveva 57 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:12 Pagina 58
Qui accanto: I pendii sopra le fessure terminali.
Eiger parete Nord via Classica 24/25 febbraio 2008, Antonio Prestini, Paolo Calzà (Arco) Denis Lorenzo (Tione) (guide alpine).
Nella rampa: il camino ghiacciato.
nella mente la storia di Desmaison- te stupenda, sempre alla ricerca del pas- Gousseault sulla Walker, anche loro d’in- saggio più facile in mezzo ad un dedalo verno. immenso di placche, strapiombi, cenge Da ultimo le fessure terminali, davvero friabili, camini ghiacciati, colatoi vertigi- impegnative e per lunghi tratti improteg- nosi, nevai pensili… gibili. Il sole ci coglie sui pendii sotto la Per me si realizza un sogno aspettato per cima, mentre in noi aumenta l’emozione 21 anni, da quando allora, con Gianni, e la gioia, che ha il suo compimento sulla nell’estate del 1987 salivamo in rapida splendida cresta del Mittelegi, che ci con- sequenza la Walker alle Jorasses, la nord duce all’imbrunire alla vetta, al cospetto del Cervino e la nord del Liskamm occi- dei molti 4000 dell’Oberland bernese. dentale. In quel fantastico periodo ci La discesa non ci riserverà sorprese, sfuggì la nord dell’Eiger, che avrebbe anche se sconosciuta a tutti e tre. Alle chiuso il magico trittico…. nove siamo a Kleine Scheidegg ed ovvia- Trascorro su questa montagna 30 ore mente il trenino è fermo. Iniziamo quindi condensate di momenti indimenticabili, a scendere lungo le piste da sci, poi esau- di estrema concentrazione e determina- sti, ci ricordiamo che a fianco della cre- zione, ma soprattutto di gioia piena per magliera esiste una pista per slitte… aver potuto di nuovo condividere ed assa- Prendiamo “in prestito” tre slittini e ci porare attimi di amicizia vera con i miei lasciamo scivolare fino a Grindelwand compagni Demis e Paolo, eppure con la lungo paraboliche e muri ghiacciati, presenza costante nel cuore dei tanti altri dimostrando molto meno perizia che con amici della mia vita, sia quelli a casa sia ramponi e piccozze. A mezzanotte ci quelli che invece ora non ci sono più. di quarzo, poi al bivacco Corti. Qui, inve- rimettiamo in auto per poter arrivare a Eiger, parete nord. Ben lontani dai record ce, l’immagine della tragedia occorsa Tione al mattino, ognuno al proprio posto di velocità di questi tempi, è stata per me anni fa è abbastanza nitida, anche perché di lavoro, presentandoci senza ritardi, un’altra storia d’amicizia, di tante amici- sentiamo già l’aria della cima. D’altronde come se nulla fosse, ed avessimo dormito zie, vecchie e nuove, che si rinnovano molte tragedie in montagna si sono con- come sempre per tutta la notte nel letto di sempre nel misterioso incanto del legame sumate negli ultimi tiri, dopo avere supe- casa nostra. della cordata. rato le principali difficoltà. Mi affiora Eiger. Una via capolavoro su di una pare- Antonio Prestini 58 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:12 Pagina 59
ALPI CARNICHE
Testo e foto di Aldo Tardito Ponte di Muro
Qui accanto: Le Crete di Gleris; a sinistra la forcella del vallone di Rio Ponte di Muro, il più comodo accesso al vallone omonimo. Sotto: Il Zuc dal Bor nel vallone di Ponte di Muro.
Un torrione dedicato a me? Agosto 2006. Ero andato in gita con mia moglie Velia a Pontebba; dal giornalaio, avevo visto esposta una cartolina con su raffigurate le Crete di Glerîs, ma ripresa da una angolazione insolita: in secondo piano, si notava una massa scura, di soli- to celata alla vista. Ho avuto il tempo di segnalare la cosa al compagno di cordata Solero prima di tornare a Torino; da una perlustrazione da lui effettuata, è emerso che la massa scura che avevo notato nella cartolina e che aveva suscitato in me la to (lo capisco e non gliene faccio certo Giugno 2007. Superata la Forcella Alta di curiosità era in realtà l’imponente parete una colpa) e nel mese di settembre si è Ponte di Muro, mi sono inoltrato nel val- NE del Zuc dal Bôr, nel vallone di Ponte recato là con l’accademico Daniele lone omonimo. Sensazione strana suscita di Muro. Picilli; hanno scalato la parete, alla sua il lasciarsi un colle alle spalle; l’effetto è Più defilata, c’era una magnifica parete sommità hanno adocchiato un torrione, lo più marcato se si è soli, se il luogo non è alta almeno 250 metri, sul versante orien- hanno salito e - per farmi una sorpresa - conosciuto e se l’ambiente è selvaggio. tale del Monte Cjavalz, che la guida delle me lo han dedicato! [1]. Sorpresa lo è Ci si sente al centro di ogni cosa e, dal Alpi Carniche dichiara: tuttora inacces- stata, eccome! Non conoscendo il luogo, proprio isolamento, emergono vivide le sa. Il proposito era che Solero ‘resistesse’ per mesi ho fantasticato sull’aspetto di relazioni con ciò che si è lasciato laggiù; fino al mio ritorno, ma lui non ha resisti- quel torrione. od in altra valle, sotto altro cielo. nov./dic. 2008 59 CAI NOV_DIC 08 11-11-2008 17:57 Pagina 60
Generalità Qui sopra: e cenni alpinistici La parete Pégaso sul versante Il vallone di Ponte di Muro, sul versante orientale del orientale della Val del Ferro, per quanto Monte Cjavalz. non sia citato nella carta topografica al 1:25000 delle Alpi Carniche Orientali, Sotto: Il Canale Canal del Ferro (Ed. Tabacco), può consi- Solero e il Torrione derarsi limitato all’invaso imbrifero del Tardito, compreso torrente Rio Ponte di Muro; per concisio- tra gli asterischi ne, userò il termine: vallone Ponte di blu e rosso. Muro. Il versante opposto insiste sulla Val Alba, che è una diramazione della Val Aupa. Le cime più notevoli, sullo spar- tiacque fra i due versanti, sono la Cima Alta di Glerîs, il Monte Cjavalz, la Quota 1982, e la massima elevazione delle Prealpi Carniche: il Zuc dal Bôr (2195 metri). Il vallone Ponte di Muro, conosciuto e frequentato sotto l’aspetto escursionisti- co, non lo è altrettanto sotto l’aspetto alpinistico. La ragione è probabilmente Sentieristica utile minuti di marcia dalla Forcella Cjavalz. dovuta all’approccio lungo o disagevole La Forcella Cjavalz, situata fra il Monte Dai pressi della Forcella Cjavalz (versan- (se con lo zaino pesante del materiale di Cjavalz e la Quota 1982, è l’unico luogo te Val Alba), una traccia sale a percorrere arrampicata); fra le altre possibili ragioni comodo di transito fra il versante di Val lo spartiacque, per la vetta del Monte (l’ambiente selvaggio, la mancanza di un Alba e quello di Ponte di Muro; vi con- Cjavalz, fino alla Cima Alta di Glerîs. punto di appoggio...) non escluderei lo fluiscono due sentieri (segnavie 425 e Questa descrizione sui sentieri non è fine scarso rilievo che la guida delle Alpi 428). Il sentiero 428 è comune ad ambe- a sé stessa; la conoscenza di essi è neces- Carniche (I vol.) dedica al luogo. Fino due i versanti. saria, poiché sarà improbabile che gli all’anno 2006, l’unica via alpinistica Dalla Forcella Cjavalz, il sentiero 425 alpinisti che effettuino salite nel vallone notevole [2] risale al 1929: la Gilberti- perviene alla Forcella della Pecora, sullo Ponte di Muro non si trovino, prima o Soravito alla parete NE del Zuc dal Bôr. spartiacque fra la Val Alba ed il vallone poi, nella necessità di percorrerli tutti. Detto itinerario, ripetuto da Renzo Gravon di Glerîs, nel quale è possibile Può essere esplicativa una tempistica tipi- Stabile agli inizi degli anni ‘50, è perciò scendere (inizialmente, per un ripido ca per effettuare il periplo del gruppo di interesse storico; peraltro, è sconsiglia- canalone detritico) alla strada forestale Crete di Glerîs-Cjavalz, partendo dal val- to dalla guida, per la presenza di roccia del vallone stesso, per il sentiero 430. lone Gravon di Glerîs (parcheggio): alla friabile ed infide placche erbose. Il sentiero 429 passa per la Forcella Alta Forcella Ponte di Muro in 1 ora 20 min.; A torto, questi inconvenienti potrebbero di Ponte di Muro e, con lunga ed un po’ alla Forcella Cjavalz in 3 ore; alla forcel- essere stati accomunati ad ogni altra pos- disagevole traversata nel vallone omoni- la della Pecora in 4 ore; al punto di par- sibile salita in zona. mo, si raccorda al sentiero 428, a circa 40 tenza in 5 ore. 60 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:13 Pagina 61
Approcci al vallone scendere alla quota IGM 1757 ed al circa 250 metri, caratterizzata superare le placche nere sopra stanti e di Ponte di Muro sentiero 428. da un grande tetto giallastro: sostare sopra un piccolo strapiombo, Vi sono diverse alternative dopo averlo aggirato sulla destra (50 m: questa è ciò che la guida Ritorno per raggiungere la testata del IV; 1 ch. di sosta). Attraversare sulla delle Alpi Carniche definisce Pégaso non perviene alla sommità del vallone Ponte di Muro. destra un canale-colatoio, avvicinandosi come l’inaccessa parete Monte Cjavalz; il suo punto massimo è ai mughi sotto placche verticali. (27 m; L’avvicinamento più lungo e caratterizzato da un torrione al quale i orientale del monte Cjavalz. II, III; ometto). faticoso è la salita dalla primi salitori (la cordata Picilli-Rossi) Stando fra i primi salitori, ne Salire direttamente le placche e, appena statale N° 13 della Val del proposero il toponimo Aldo Tardito. ho proposto il nome Pégaso. possibile, attraversare decisamente a Alla sinistra del torrione, sono possibili Ferro, in località Ponte di sinistra su una fascia di rocce Avvicinandosi, Pégaso due alternative per il ritorno. Muro, per il sentiero 428. Il biancastre, fino a raggiungere una cambia fisionomia ed una 1) Ritorno per il versante di salita. dislivello è di oltre mille conca detritica; la sosta è situata sotto curiosa torre emerge sul suo Passando per un foro, si scende per un metri; quindi, si devono la verticale di due fessure che formano lato destro; di fatto, essa è il canalone detritico che delimita in alto una specie di camino (50 m: V, IV). prevedere (per lo meno) tre tutto il settore sinistro di Pégaso, fino margine dirupato di un Salire il camino (IV+) e, appena ore di marcia. nei pressi della quota IGM 1757, ed in promontorio che si protende possibile, uscirne a destra in breve Un avvicinamento meno breve al sentiero 428. dai prati superiori. Superato il traversata; scalare direttamente una 2) Ritorno per il versante opposto. Salire faticoso e con tempistica di paretina (IV) e raggiungere un grande raccordo col sentiero 428 che per prati ripidi allo spartiacque, presso poco inferiore consiste nel canale detritico [3] (50 m). sale dalla val del Ferro (targa la vetta del Monte Cjavalz (1 ora) e partire dalla Val Alba Salire il canale detritico fin quasi al suo segnaletica), si attraversa un scendere al sentiero 425; di lì, alla termine, presso una forcella situata fra il (parcheggio a quota 1050 m), Forcella della Pecora ed al parcheggio breve canale con un torrione Aldo Tardito e i prati sommitali. raggiungere (in 2 ore ca.) il nel vallone Gravon di Glerîs, oppure al passaggio delicato e si sale Volendo, un po’ prima della forcella, bivacco Giuseppe Bianchi per bivacco G. Bianchi ed al parcheggio in ancora per alcuni tornanti tra procedendo sulla destra per rocce rotte, il sentiero 428 e, per esso, Val Alba. fitti mughi. Si perviene alla si raggiunge la cima del torrione. salire alla Forcella Cjavalz base di Pégaso con una (20 min.); quindi, scendere traversata sulla destra di una Via Rossi-Tardito nell’opposto versante Ponte Primi salitori: Solero Rossi, Aldo trentina di metri, per prato di Muro. Questa alternativa Tardito. 25/8/2007. con mughi, lasciando il ha il vantaggio di disporre Sviluppo: 230m. ca. - Diff. Fino al V- sentiero nel punto di massimo della base logistica del Dal sentiero 428, raggiungere la base avvicinamento (1 ora ca. della parete come già detto, e risalire il bivacco. dalla Forcella Alta di Ponte di canale di destra, fino ad un grande La terza alternativa è la più Muro). incavo formato da un blocco appoggiato veloce: consiste nel partire Alla base di Pégaso perviene (ca. 30 minuti). L’attacco della via è dalla strada forestale che situato una decina di metri sopra detto il canale attraversato poco dall’abitato di Aupa percorre incavo. prima; esso si diparte in due tutto il vallone di Rio Gravon Si sale verticalmente una fessura che rami: quello di sinistra è un di Glerîs; presso l’ultimo solca le placche compatte (chiodo) e si erto pendio erboso che continua per un colatoio (ch.), fino ad tornante (quota 1250 m) vi è raggiunge un caratteristico uscire a destra su una cengetta (50 m. uno spiazzo utile come spuntone quotato 1757 IV, 1 ch. di sosta). parcheggio. (IGM); il canale di destra è Si prosegue direttamente, senza In questo caso, si procede percorso obbligato, per paretine e stretto, ingombro di grossi sulla sinistra, attraversando cenge detritiche, fino alla base di un massi e delimita tutto il un canale con grossi massi, salto marcato (II, III; 55 m.). settore destro di Pégaso. Si supera direttamente la parete (IV, fino ad intercettare il sentiero cuneo), pervenendo con bella La testata del vallone di Ponte di Muro che sale alla Forcella Alta di Itinerari arrampicata ad una comoda cengia (50 è molto dirupata e complessa; Pégaso, Ponte di Muro; si perviene su Pégaso m., chiodo di sosta). per quanto sia una parete notevole, non alla forcella in poco più di Via Picilli-Rossi Ci si trova ora sotto la verticale del esaurisce la possibilità di tracciare un’ora. Dalla forcella, il Primi salitori: Daniele Picilli, Solero limite destro del grande tetto giallastro nuove vie di roccia su innumerevoli sentiero 429 sale un poco per Rossi. Settembre 2006 che caratterizza la parete. Spostarsi a pinnacoli e pareti, in un ambiente poi iniziare una lunga Sviluppo: 250 m ca. - Diff. da III a V. destra sulla cengia per alcuni metri; non gratificante sotto ogni aspetto. La via raggiunge la cima di uno dei salire per uno stretto camino, ma traversata, inoltrandosi nel torrioni posti alla sommità della grande scalare le rocce compatte alla sua vallone Ponte di Muro. Nel Note a pie’ pagina parete grigio chiara che caratterizza il destra (IV+, 1 ch.), fino ad entrare in un [1] Le Alpi Venete Rassegna Triveneta del CAI percorso, si devono versante E del M. Cjavàlz. camino prossimo al termine della via Autunno-Inverno 2006-’07. attraversare due profondi Dalla base della parete, a cui si (50 m., 1 ch. di sosta). [2] Non voglio far torto a nessuno: è del 1981 canaloni. perviene dal sentiero 428 nel modo già Continuare per il camino e, quando si un itinerario di Mario Di Gallo e Marino Di detto, salire su una cengia detritica e stringe eccessivamente (V-), uscirne Lenardo lungo la gola Nord del Zuc dal Bôr. Altre vie sul Cozzarel e sul Montusel sono un Una parete obliqua a destra (20 m; elementare). sulla destra con passaggio esposto Scalare direttamente le placche, (IV+), fino alla cengia detritica di uscita po’ troppo marginali rispetto al vallone di chiamata Pegaso Ponte di Muro. mantenendosi leggermente. a destra (25 m.). Dopo circa mezz’ora di [3] Detto canale, che delimita in alto tutto il setto- verso il punto più agevole (III) e, Raggiungere, con traversata ascendente marcia dalla Forcella Alta di re sinistro della parete, scende fin nei pressi superato un passaggio di IV, sostare verso sinistra, la forcella alla base del della quota IGM 1757 ed è un percorso utile Ponte di Muro, appare una dopo altri 10 m (50 m; 1 ch. di sosta). torrione Aldo Tardito e, per il canale per il ritorno, essendo stato percorso in parete di roccia chiara, alta Seguendo il percorso più logico, detritico (nota a pie’ pagina 3), seguito da Solero Rossi in entrambi i sensi.
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Un secolo di evoluzione Masino editoriale nel gruppo Nel regno del di Andrea Bregaglia Gaddi granito
I silenziosi messaggeri di imprese e dei pionieri
Erano gli anni dei pionieri, delle avventure e delle conquiste. Il primo italiano a cimentarsi nell’esplo- razione fu un patrizio milanese: il conte Dopo le prime salite al Pizzo Badile e al Francesco Lurani Cernuschi. Egli univa Pizzo Cengalo, rispettivamente nel le conquiste alpinistiche con la sua nota passione per i rilievi topografici. Fu così 1867 e nel 1866, cominciò che, nel 1883, dopo anni di attività esplo- l’esplorazione sistematica delle cime rativa, riunì i suoi dati in un volume inti- minori del gruppo del Masino. tolato Le Montagne di Val Masino. Fu questa breve pubblicazione, che in poche A quel tempo l’alpinismo puntava al pagine forniva l’elenco dei monti, delle raggiungimento delle vette, inviolate pantaloni alla zuava, pipa e cappello da relative altezze e i nomi dei primi salito- alpini). ri, il primo volume cartaceo dedicato a torri o appicchi granitici, scegliendo le queste valli. difficoltà minori; talvolta obbligando a Si devono ai soliti anglosassoni, i primi Nel 1906, la Commissione Centrale del strani “giri” e circuiti tortuosi. D’altro a sfornare un audace gruppo di CAI dichiarava la nascita di una presti- giosa collana: Guida dei Monti d’Italia. canto, le attrezzature erano ancora a esploratori, le conquiste di numerose Questa avrebbe trattato con precisione le livello preistorico. cime in tutte le parti d’Europa. Si escursioni e le ascensioni sulle montagne Un alpinismo avveniristico, che vedeva affidavano alle guide e portatori locali, di tutte le Alpi. Un progetto ambizioso, che sarebbe diventato un esempio per gli esploratori portarsi alla base delle al tempo cacciatori e semplici pastori, tutte le altre zone montuose del mondo. pareti, delle creste o dei pendii con un per raggiungere le pendici dei monti Ancora oggi, dopo un secolo di vita, que- sta collana è un vanto inespugnabile di kit di attrezzature e vesti rudimentali che, spesso, avevano osservato solo su fronte alle pubblicazioni nate in tutte le (come piccozze alte fino alla testa, disegni o in fotografia. altre nazioni “montuose” d’Europa. Poco 62 nov./dic. 2008 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:14 Pagina 63
Cima di Zocca; via Parravicini.
Pizzo Badile, parete NE, via Cassin.
tempo dopo, la Direzione Centrale del VI grado. CAI affidò alla Sezione di Milano il com- Dopo l’esemplare salita di Emil Solleder pito di curare la stesura dei volumi che sulla parete Nord-Ovest della Civetta in interessavano le Alpi Centrali. Luigi Dolomiti, che segnò l’avvento effettivo Brasca fu la persona scelta alla guida del del VI grado, molti nomi illustri del progetto. mondo alpinistico di allora si cimentaro- Il gruppo del Masino Bregaglia e quello no nella ricerca delle difficoltà, all’inse- del Bernina sono sempre stati i territori guimento di una via che disincantasse l’a- più importanti delle Alpi Centrali e l’at- lone leggendario dei limiti umani, allora tenzione del neo-curatore non poteva che ben rappresentate da quel temuto numero ricadere principalmente su di essi. Dopo romano. Nelle valli agordine questa bar- tre anni di duro lavoro, nel 1911, esce riera venne superata, ma bisognava vio- Alpi Retiche Occidentali. Brasca si larla anche nel Masino. A demolire ogni avvalse della competenza di Guido resistenza fu l’impresa di Giusto Punta Allievi, via Gervasutti. Silvestri per la zona Codera-Ratti , di Gervasutti e di Aldo Bonacossa sulla Romano Balabio per la zona Albigna- Torre Re Alberto nel 1934. I due compi- Disgrazia e di Alfredo Corti per la zona rono un passaggio sull’espostissima del Bernina. Un lavoro a più mani, dun- Scipione Borghese, Antonio Baroni, cuspide terminale della torre: una placca que, ma reso brillantemente efficace della Cristian Klucker con il noto cliente russo improteggibile di 40 metri da superare linea direttiva del curatore che ne capita- Rydzewski, la stirpe dei locali Fiorelli ed con un’arrampicata in aderenza, ma con nò personalmente la stesura. Una direzio- altri ancora come Balabio, Calegari, gli scarponi rigidi ai piedi! L’audacia di ne questa, che ha inaugurato una sorta di Scotti, Barbaria, Rey e Buzzetti, Tarca. Gervasutti ha bruciato ogni limite poiché, “asse” (una collaborazione) tra autori, Un periodo di conquiste accuratamente oggigiorno, la cuspide è valutata VI+. apritori e guide alpine che, pazientemen- contenuto nella pubblicazione del 1911, La collana dei Monti d’Italia, intanto, te, hanno fornito la base per un equo e uno dei primi numeri della collana: di passa sotto la direzione di Silvio Saglio veritiero inserimento di relazioni nella sicuro il più grande passo in avanti edito- che, nel 1934, redige il suo primo volume raccolta. E che sarà la base per successivi riale per i monti del Masino- Bregaglia! (Le Alpi Marittime). Compito di elabora- lavora in ogni angolo delle Alpi. Gli anni Venti segnarono un significativo re la nuova versione della guida sul Questa prima pubblicazione trattava prin- cambiamento tra gli alpinisti. Non si Masino Bregaglia è del conte Aldo cipalmente le vie di accesso “comuni” guardava più alle vie normali e alle cime Bonacossa di Milano, noto frequentatore alle vette delle montagne e, successiva- inviolate. L’attenzione si spostò inevita- di quelle valli e presente in numerose mente, le creste o altri itinerari. Nomi di bilmente sui contorni frastagliati delle imprese nel gruppo. Al Bonacossa spetta spicco tra questi pionieri, oltre a quello creste e alle vere e proprie pareti, lungo le non solo la revisione, ma anche la riela- dell’intramontabile Lurani con le sue linee di minor resistenza. Una concezione borazione di tutto il blocco Alpi Retiche famigerate imprese, sono Bortolo Sertori, che, in tutte le Alpi, ha preceduto l’era del Occidentali che, per ovvi motivi di spa- 63 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:14 Pagina 64
zio, è stato necessario dividere in più Pizzo Cengalo, parti e per varie aree. Anche la veste gra- via Vinci. fica è cambiata: non più una copertina cartonata verde, bensì marroncina, in canapa e un poco più ridotta delle dimen- sioni… molto simile a quella attuale. Fu così che, dopo le imprese di Gervasutti, di Burgasser, di Walter Risch e di Parravicini, uscì il mitico volume Masino Bregaglia Disgrazia, datato 1936. Un lavoro completo che diede al gruppo il rispetto e la fama che meritava. Da allora gli alpinisti si moltiplicarono e le nuove ascensioni puntarono alla ricer- ca di difficoltà sempre maggiori. Si compì pertanto un altro grande passo in avanti per l’attività editoriale relativa a questi monti, descritti in un volume che sfidare uno dei più grandi problemi delle del “Nuovo Mattino” intaccò gli animi per i successivi 35 anni rimase il più effi- Alpi del momento. dei nuovi scalatori; giusto in tempo per cace punto di riferimento cartaceo per gli Nel 1937 la parete Nord Est venne con- assistere ancora alle ardite imprese dei scalatori in visita a quelle valli. quistata dalla cordata di Riccardo Cassin, silenziosi e inarrestabili Cecoslovacchi. Gervasutti riuscì a sfondare le barriere esattamente un anno dopo la pubblicazio- Poi, in un lampo, nuovi nomi irrompono del VI grado su quella slanciata torre soli- ne della guida. Ironia del destino? della storia dell’alpinismo locale. Tra taria, ma l’attenzione si spostò su qualco- Nessuno può dirlo. Sicuro è che il conte questi: Ivan Guerini, Guido Merizzi, sa di grande, una montagna con una enor- Bonacossa non si aspettava una risposta Giuseppe Miotti, Giovanni Pirana. me mole. Era la parete perfetta, su cui si così tempestiva e immediata! Protagonisti che hanno salito cime e pare- sarebbe compiuta la “svolta”. Si scorgeva La parete Nord Est fu solo la prima, la ti, con fantasia sempre nuova, portando sulla statale svizzera nei pressi di Bondo, scintilla che accese il focolaio di numero- innovazione e smitizzando quella che in spiccava inquietante sopra i pini della se altre imprese. Da quel lontano luglio gergo alpinistico era “la cima a tutti i Capanna Sasc Fourà. Una gigantesca pala 1937 le salite alpinistiche avrebbero inte- costi!”. di granito: il versante settentrionale del ressato le grandi pareti inviolate dei Si susseguì, così, un gran calderone di Pizzo Badile. Nella guida del ‘36, giganti di granito. generazioni e di filosofie, assai difficili Bonacossa ne riportò solo lo schizzo Nomi illustri si sono succeduti nelle con- da scandagliare per un compilatore. A senza alcuna linea di salita, quasi per pro- quiste alle pareti più prestigiose. Tra que- Giovanni Rossi è toccato il grande impe- vocazione, per invogliare i pretendenti a sti: Ettore Castiglioni e Vitale Bramani gno di rinnovare la guida del CAI del sulla Nord Ovest del Badile, Gaiser- 1936, con il gravoso compito di fondere Lehmann sulla Nord Ovest al Pizzo le imprese e le ideologie degli ultimi 35 Sotto: Picco Luigi Amedeo, via Taldo-Nusdeo. Cengalo, Alfonso Vinci sullo spigolo Sud anni in un’unica raccolta. Per via della del Cengalo e sulla Nord del Ligoncio, grande mole di lavoro, che avrebbe com- Nino Oppio sulla Nord Ovest della portato un unico e troppo grosso volume, Sfinge, Claudio Corti sulla Est del Rossi ha deciso di scinderlo intelligente- Badile, Walter Bonatti sulla Punta mente in due parti. La prima è uscita nel Sant’Anna, Roberto Osio sulla Cima di 1975, la seconda a soli due anni di distan- Castello, Vasco Taldo sulla Punta za, nel 1977. Un incarico sempre più dif- Ferrario e sul Picco Luigi Amedeo, Mike ficile e con una mole di lavoro sempre Kosterlitz sulla Est del Badile, più ampia. Alessandro Gogna in invernale sulla Questa bella fatica editoriale di Rossi è parete Nord Est del Badile, gli inarresta- oggi l’ultima esistente della collana dei bili fratelli Rusconi con le loro straordi- Monti d’Italia relativamente alla zona del narie imprese invernali, Tiziano Nardella Masino Bregaglia Disgrazia. con le sue grandi salite in artificiale, i fra- Da allora, si sono susseguiti una serie di telli Gugiatti con le ripetizioni invernali guide contenenti le vie principali del nella Bondasca e del morbegnese Felice gruppo, una sorta di “the Best of” tra vie Bottani. Un’epoca d’oro, durata più di classiche, spigoli e pareti che, per storia o trent’anni, in cui i più grandi alpinisti del caratteristiche, sono considerate le più momento hanno attinto emozioni, inco- belle salite del Masino. Autore di un gnite e paure da questo enorme Vaso di importante volume è Giuseppe Miotti, Pandora delle Alpi Centrali. noto arrampicatore sondriese che ha dedi- L’epoca d’oro finì nei primi anni cato molti anni della sua vita alla scoper- Settanta, quando la corrente sessantottina ta e alla ricerca sulle montagne della sua 64 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:15 Pagina 65
andate a ruba. bella guida “Masino Bregaglia Nel 1989 nasce una delle più belle realiz- Disgrazia. Montagne per quattro sta- zazioni su carta delle Alpi Centrali: gioni”. Era il 1996 e, in poco tempo, si è “Badile. Sogno nel Granito”. Autrice presto guadagnata l’appellativo di “guida della guida è Renata Rossi, la prima Gialla” per via della curiosa e innovativa guida alpina donna in Italia, che del copertina. Una fatica editoriale che per Badile ha fatto la sua casa e la sua vita. 10 anni è rimasta l’unica in circolazione Una montagna che, assieme al marito e, quindi, la monopolista tra le guide Franco, ha cercato, scoperto e salito della zona. numerose volte e da ogni versante. L’attività alpinistica degli anni Novanta è Naturale, quindi, è stata la creativa idea sempre stata in forte incremento e le visi- di una raccolta di itinerari della “sua” te degli scalatori stranieri sono aumentate montagna dei sogni. in modo esponenziale, così come le vie L’attività editoriale relativa al gruppo del nuove, sia a spit che in stile “clean Masino è progressivamente in aumento. climb”. In seguito all’esaurimento della Questo grazie alle nuove generazioni di guida gialla, si è resa necessaria una gran- de opera di revisione e di riaggiustamen- to. Anche perché, dopo i lavori di Rossi del ‘75 e ‘77, nessuno ha più trattato in modo preciso e approfondito la zona del Masino-Bregaglia. Soprattutto si era resa necessaria un’innovazione dal punto di vista grafico. Questo gruppo montuoso, del resto, è uno dei centri di alpinismo più grossi d’Europa. Era doverosa, quindi, una nuova e accurata pubblicazione, con le relazioni scritte tiro per tiro (ogni lun- ghezza), come nelle guide del CAI, con i tracciati degli itinerari su belle fotografie a colori e con il relativo disegno. Tutto questo per ogni itinerario. Un lavoro scalatori che, molto atteso e che, contro ogni possibile come Paolo previsione, si è rivelato molto più impo- Vitali e Tarcisio nente e ben riuscito di quanto ci si potes- Fazzini, esplora- se aspettare. no il gruppo in Un progetto anche un poco ambizioso, ogni suo antro considerando che l’autore è un “ragazzi- aprendo numero- no” di 24 anni su cui nessuno probabil- se e belle vie. mente avrebbe scommesso due lire! Nel L’avvento dello giugno 2007, infatti, (dopo quattro anni spit nell’alto di lavoro e qualche meritato capello bian- Masino, datato co) è uscita la guida “Masino Bregaglia 1982 e per mano Regno del Granito” di Andrea Gaddi. tedesca, ha fatto Il nuovo volume ha, segnato un episodio da amplificatore che contrasta con l’attuale modernizza- nell’apertura di zione che sempre più incide sul campo queste vie, spo- degli odierni testi tecnici di arrampicata, stando l’occhio fatta in uno stile new age per il grande dei primi salitori pubblico e per le più recenti generazioni dove nessun altro di scalatori. l’aveva posato prima. Per sigillare questa Personalmente, però, voglio solo sperare nuova era lo stesso Paolo Vitali pubblicò che, nell’interesse delle generazioni futu- nel 1993 la guida “Masino Bragaglia re, pubblicazioni con lo stile delle Guide Valtellina. Il suo libro “Sul Granito Granito DOC”, assieme a Pietro Corti. dei Monti d’Italia riescano a sopravvive- della Val Masino” è uscito nel 1979 con Su di essa, oltre alle vie classiche, sono re e a riprendere il sopravvento. E che la partecipazione di Lodovico Mottarella. contenute anche le vie moderne aperte altri autori sentano ancora il bisogno di Un’edizione fortunata e particolarmente negli ultimi dieci anni, mai descritte in seguire uno stile secolare, che è parte riuscita nell’impostazione, poiché, nel modo così preciso. Prendendola come delle anostra cultura alpina. giro di pochi anni, sono state fatte due punto di riferimento, Giuseppe Miotti, La storia dell’alpinismo e i nostri antena- nuove edizioni (1982 e 1987), sempre assieme a Gianluca Maspes, ha redatto la ti ce ne saranno grati. 65 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:15 Pagina 66
Scheda tecnica Accessi: Il Masino Bregaglia è il gruppo descritto Val Bondasca: da Milano raggiungere e considerato in molte pubblicazioni il Lecco e continuare per 45 Km lungo la cuore delle Alpi Centrali, nella più SS 36 in direzione Sondrio-Chiavenna. estesa regione della Alpi Retiche Giunti a Colico proseguire in direzione di Occidentali. Fu Alfonso Vinci a coniare Chiavenna-Confine di Stato. Dopo 25 la dicitura Regno del Granito in un Km si giunge a Chiavenna. Da qui, si articolo apparso sulla rivista mensile del segue la strada che porta al Passo del CAI del 1937 e intitolato “Val Masino: Maloja, passando per la dogana nel regno del Granito”. Per i successivi svizzera. Proseguire per la strada fino al settant’anni il gruppo è stato paesello di Bondo. Pagamento pedaggio “etichettato” con questo autorevole all’imbocco della strada sterrata che appellativo. sale a Laret, dietro la chiesa. La Questo Regno del Granito è compreso macchinetta automatica accetta sia tra la Val Chiavenna, da cui si diramano le valli dell’area Codera-Ratti, la Val franchi che euro, ma ricordarsi di Bregaglia, con la sua rinomata Val portare moneta (ad oggi per le € Bondasca, e la Valtellina. È da macchine il costo è di 9 ). quest’ultima che si dirama la Val Masino, un calderone di valli secondarie e isolate in cui il duro granito fa da padrone incontrastato. Perché è proprio questo la base: il “cuore” delle Alpi Centrali si riferisce al cuore granitico di serizzo-ghiandone del gruppo, che è racchiuso tra le più dominanti rocce calcare delle Prealpi lombarde, tra il serpentino della Val Malenco e dell’alta Valtellina. Vera e propria riserva di bellezze naturali, di appicchi granitici maestosi ed imponenti, di valli solitarie e selvagge, il Masino Bregaglia è stato un severo banco di prova per le grandi conquiste alpinistiche del Novecento. Nomi gloriosi si sono cimentati nella conquista e in audaci imprese che hanno contribuito a tenere alta la bandiera dell’Alpinismo Italiano.
In occasione della pubblicazione della guida “Masino Bregaglia Regno del Granito” ho potuto stilare una lista delle più belle e classiche salite del gruppo. In alto: Sasso Manduino, spigolo NO. Qui sopra: Punta della Sfinge, via dei Morbegnesi. Di seguito riporto una sintesi di itinerari A fronte, sopra: Cavalcorto, via dei Comaschi; sotto: Pizzo Badile, via Molteni. scelti tratti dalla guida. Val Codera-Ratti: da Milano raggiungere ITINERARI Lecco e continuare per 45 Km lungo la Periodo ideale: generalmente va da SS 36 in direzione Sondrio-Chiavenna. giugno a settembre inoltrato, fatta ecce- Giunti a Colico proseguire in direzione di PUNTA SFINGE SASSO MANDUINO zione per i severi circoli glaciali della Chiavenna-Confine di Stato. Dopo pochi Parete SE, Spigolo Nord Ovest Bondasca e Codera dove il sole fa i chilometri si giunge all’abitato di Verceia via dei Morbegnesi O. Bignami, M. Gallone, V. Schiavio; capricci ed è presente solo poche ore al e, poco dopo, di Novate Mezzola. F. Bottà, F. Bottani, G. Dell’Oca, 23 luglio 1922. giorno. Per questi casi il solo luglio e A. Passerini, L. Romegialli; Storica via che sale lungo l’ombroso e l’agosto (a volte anche i primi di set- Val Masino: da Milano raggiungere 28 agosto 1964. solitario spigolo settentrionale del Sasso Manduino. L’avvicinamento è lungo, tembre) sono i periodi migliori. Lecco e continuare per 45 Km lungo la Bella e classica via che supera il grande considerando anche l’accesso al SS 36 in direzione Sondrio-Chiavenna. diedro iniziale e che prosegue nella sua bivacco, e la discesa non è banale. Informazioni e guide alpine: Giunti a Colico proseguire in direzione di seconda metà per placche e diedrini. Abbastanza ripetuto, e meritevole di Bar Monica a San Martino ValMasino: Sondrio-Tirano. Seguire la provinciale Roccia ottima. Molto ripetuta. essere percorso. Roccia generalmente 0342/641130 della Bassa Valtellina fino all’abitato di Probabilmente la più gettonata della Val buona. Gualtiero Colzada: 333/2640782 Morbegno e, successivamente, di dell’Oro. Sviluppo: 380 m. Renata Rossi: 333/1905081 Ardenno (in tutto 15 Km c.ca). Da Sviluppo: 265 m. Difficoltà: VII (V+ obbl.). Difficoltà: IV+. Ardenno, dopo un ponte in cemento, Materiale: serie di nut e qualche Cartografia: seguire le indicazioni per Valmasino e Materiale: nut e friend fino al n°3. Monte Disgrazia, Carta Nazionale Attacco: appena a destra di Tien An friend. Eventualmente qualche chiodo. salire lungo i tornanti che portano al Svizzera, 1:50000, foglio 278 Men, per delle fessure sulla direttiva del Attacco: per rocce rotte e lame sopra il paesello di Cataeggio, di Filorera e, Sciora, Carta Nazionale Svizzera, grande diedro. Colletto del Manduino. infine, di San Martino. 1:25000, foglio 1296.
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CAVALCORTO PUNTA ALLIEVI Via dei Comaschi Via Gervasutti P. L. Bernasconi, M. Bignami, V. Meroni; A. Bonacossa, G. Gervasutti, C. Negri; 2 agosto 1953. 16 settembre 1934. Via classica di stampo alpinistico su Tra i più ambiti itinerari in cresta delle moderate difficoltà. Sale lungo Alpi Centrali. Sale per il lungo e un’evidente linea di diedri, fessure e soleggiato spigolo meridionale della camini che incidono la parete E, appena montagna, con roccia ottima. Il notevole a destra del filo dello spigolo ESE. La sviluppo, l’esposizione al sole e la via è più conosciuta come ‘Spigolo dei notevole vicinanza del rifugio, fanno di Comaschi’ termine però implicitamente questo itinerario uno dei più frequentati erroneo, poiché la via si svolge in piena del gruppo, ma da non sottovalutare. parete, anche se nelle immediate Sviluppo: 600 m. vicinanze dello spigolo stesso! Difficoltà: VI. Sviluppo: 370 m. Materiale: serie di nut e friend piccoli Difficoltà: VI. e medi. Eventualmente qualche chiodo. Materiale: serie di nut e friend fino al n°3. Qualche chiodo.
PIZZO BADILE con percorso logico ed elegante, fino Parete SE, via alla sommità della Punta Angela. E’ Molteni ormai consuetudine ripetere solo la M. Camporini e M. Molteni; parte superiore della via, ma è d’obbligo 16/17 agosto 1935. sottolineare la grande bellezza Questa è la prima nata sulla parete SE, dell’itinerario se compiuto integrale! oggi diventata una grande classica. La Sviluppo: 400m (parte bassa: l’integra- via sale lungo placche e fessure mai le) + 350m (parte alta). difficili ma con percorso lungo che Difficoltà: VI. CIMA DI ZOCCA PICCO LUIGI AMEDEO sfrutta la linea più evidente della parete, Materiale: nut e di friend fino al n° 3. Via Parravicini Via Taldo Nusdeo da destra a sinistra, attraversando la G. Cazzaniga, M. Dell’Oro, U. Tizzoni; N. Nusdeo, V. Taldo; 1/2 giugno 1959. parete fino a sbucare in cima al P.zo PIZZO BADILE 5 settembre 1937. Tra le salite classiche più ambite delle Badile, nei pressi del bivacco. Le soste Via Cassin E’ uno degli itinerari in cresta più belli Alpi Centrali, sia per la sua linea ardita sono state riattrezzate a spit fix inox. R. Cassin, G. Esposito, V. Ratti, del gruppo del Masino, e uno dei più che per il significativo passo in avanti Sviluppo: 470 m. M. Molteni, G. Valsecchi; gettonati della Val di Zocca. La via sale che ha rappresentato per l’alpinismo Difficoltà: V+. 14/16 luglio 1937. per diedri e fessure lungo il filo italiano. E’ la via che supera per prima Materiale: nut e friend fino al n°3. Via leggendaria che ha violato per prima dell’esposto spigolo meridionale della l’imponente muraglia del Picco, una dei Qualche chiodo. l’imponente muraglia NE. Quello che era montagna. Roccia ottima. L’itinerario è ‘problemi’ più inseguiti dai pionieri degli Attacco: per la conca che divide alla considerato fino ad allora come uno dei stato dedicato ad Agostino Parravicini, anni ‘50 e brillantemente portato a base il Pizzo Badile con la Punta Sertori. più grandi problemi delle alpi è stato caduto durante un tentativo nel 1935. termine dalla cordata monzese. La via è meritatamente risolto dal gruppo di La via qui descritta considera la parte molto ripetuta, ma è da annoverare tra PIZZO CENGALO lecchesi guidati da Riccardo Cassin. superiore dello spigolo, precisamente il le classiche difficili che necessitano di Spigolo Vinci Oggi la maggior parte delle soste sono suo terzo risalto. La prima parte è una buona preparazione. Scalata spesso E. Bernasconi, P. Riva, A. Vinci; state attrezzate con fittoni resinati da descritta solo sommariamente per via atletica ed esposta. Di sicura 16 agosto 1939. guide alpine elvetiche. Roccia buona e del percorso che si svolge soddisfazione. Roccia ottima. Via unica nel suo genere, ‘disegnata’ da percorso abbastanza logico. Attenzione prevalentemente per canaletti e cenge Attenzione: dalla sosta sopra la ‘Grotta’ un grande scalatore d’altri tempi, in caso di maltempo, poiché, anche se erbose, nel primo risalto. Il secondo non è più possibile tornare indietro, se Alfonso Vinci. Le sue salite nel gruppo marginalmente, la parte alta della via tratto offre qualche bel passaggio in non con qualche pittoresca acrobazia! del Masino sono esemplari, ma questa diventa un pericoloso canale di scolo fessura, ma niente a che vedere con Sviluppo: 450 m. è stato il suo grande successo; per acqua e detriti! Molto ripetuta. l’imponente salto terminale. Difficoltà: VIII- (V+ obbl.) lasciando così, in eredità, una linea che Roccia ottima, nel suo complesso. Sviluppo: 270 m. Materiale: nut e friend fino al n° 3 si profila su una delle più belle creste Sviluppo: 1000 m c.ca. Difficoltà: VI/VI+. (eventualmente doppi dal n° 1 al n° 2). delle Alpi Centrali. Tra le più ripetute del Difficoltà: VI. Materiale: serie di nut e friend fino al gruppo. La via si svolge su roccia ottima Materiale: nut e qualche friend. n° 3. Andrea Gaddi
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La foresta boreale:
di Sergio Rossi la corona verde del pianeta
Nelle foto: La foresta boreale si presenta come un infinito tappeto di conifere interrotto solamente da laghi e paludi.
Flora e fauna: come sopravvivere al freddo Vista dall’alto, la foresta boreale sembra un infinito tappeto di conifere esteso a perdita d’occhio. In realtà, le regioni boreali sono occupate da un ecosistema di straordinaria bellezza e ricchezza in componenti vegetali che forniscono habitat e nutrimento ad Origine e diffusione meridionali, di diffondersi Attualmente, la regione animali di tutte le taglie, dai Circa 20.000 anni fa, durante verso nord. Le prime specie polare dell’emisfero più piccoli microrganismi ai il Pleistocene, le temperature arboree colonizzatrici furono settentrionale è cinta da una grandi mammiferi predatori. medie annue erano più basse i pini e gli abeti del genere immensa corona verde, larga Nelle regioni boreali, gli di 8-12°C rispetto a quelle Picea (18.000 anni fa) e oltre 2.000 Km fra la tundra inverni sono lunghi, freddi e attuali ed uno strato di successivamente arrivarono le glaciale artica a nord e le bui ed il periodo disponibile ghiaccio di oltre 3.000 metri betulle e gli abeti del genere foreste temperate e le praterie per l’accrescimento ricopriva quasi la metà del Abies. Fra i 12.000 ed i 9.000 a sud in una zona compresa decisamente ridotto. Il continente nordamericano ed anni fa, tutte queste specie fra i 50° ed i 70° di latitudine terreno è ricoperto dalla neve eurasiatico. coesistevano a sud del ed estesa dalla penisola per 6-8 mesi all’anno e nelle La trasformazione delle ghiacciaio che ancora scandinava all’America zone più fredde il permafrost masse d’acqua in ghiaccio ricopriva una gran parte del settentrionale attraverso tutto impedisce il completo disgelo causarono un abbassamento Canada. Intorno a 5.000 anni il continente asiatico. Con i degli strati più profondi del dei mari fino a 200 metri a tal fa, il riscaldamento del suoi 12 milioni di chilometri suolo. A Ojmjakon, nella punto che le isole britanniche pianeta si arrestò delineando quadrati, questo ambiente Siberia Orientale, la apparivano unite alla così in modo definitivo la rappresenta circa il 10% delle temperatura media annua è - terraferma. Il successivo diffusione e la composizione terre emerse e quasi il 30% 16°C con minime invernali riscaldamento del pianeta specifica di quella che noi delle foreste mondiali e che possono raggiungere i fece gradualmente recedere conosciamo come foresta costituisce uno dei più 70°C sotto zero. Per poter l’immenso ghiacciaio boreale, dal nome del dio importanti ecosistemi sopravvivere a questi fattori consentendo agli alberi e alle della mitologia greca Bòrea forestali del pianeta ed un climatici estremi, la fauna e piante, precedentemente che rappresentava il vento del vero e proprio patrimonio la flora si sono evolute concentrate nelle parti più nord. naturale dell’umanità. adeguando le forme di
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di questi ambienti è strettamente collegata allo spessore ed alla composizione della sostanza organica presente nel suolo che consiste principalmente in uno spesso strato muschio ed aghi di conifere in decomposizione. Se le piante possono evitare la stagione avversa interrompendo l’attività vegetativa, gli animali hanno dovuto adattare i loro ritmi naturali per sopravvivere all’inverno. Solo alcuni infatti, come gli orsi, rallentano il metabolismo e superano la stagione fredda in un profondo letargo mentre altri, come lince e coniglio, rimangono attivi tutto l’anno. Le oche e le anatre, dotate della capacità di effettuare crescita ed i ritmi vitali a clorofilliana in primavera. In ghiaccio che potrebbero lunghi spostamenti stagionali, questo ambiente, che appare inverno i tronchi mantengono danneggiare i tessuti vegetali volano verso sud alla ricerca indubbiamente poco ospitale. poca linfa all’interno degli e la sopravvivenza stessa di climi più miti. I castori, La foresta boreale è il regno elementi di trasporto della pianta. invece, mantengono una delle conifere (abeti, pini e spingendo l’acqua negli spazi Il sottobosco è costituito da fervente attività nelle tane larici), le cui forme intercellulari in modo da una miriade fra piante rosicchiando cortecce e piramidali dei rami minimizzare il rischio di vascolari, muschi, licheni e rametti accumulati durante permettono di sopportare il formazione di cristalli di funghi. La diversità in specie l’estate mentre renne e caribù peso della neve durante il lungo inverno. Solo il 25 % Le renne nella stagione fredda scavano sotto la neve alla ricerca dello strato di licheni di cui si cibano. della copertura arborea è costituita da latifoglie a foglie piccole (betulle, pioppi, ontani e salici), associate in gruppi all’interno della foresta e riconoscibili anche da lontano per la chioma estiva verde chiaro o per i loro colori autunnali sgargianti. Le foglie aghiformi delle conifere sono ricoperte da spesse protezioni cerose che impediscono la perdita di acqua nei periodi siccitosi. Per quanto possa apparire contraddittorio che luoghi d’acque e di paludi possano soffrire di stress idrici, si ricorda che per diversi mesi all’anno il suolo è ghiacciato e l’acqua non disponibile per le piante. I colori scuri della vegetazione facilitano l’assorbimento di calore dal sole per iniziare precocemente la fotosintesi 69 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:16 Pagina 70
scavano sotto la neve alla distruzione ma rinnovazione dell’incendio, la resina fonde balsamico, per esempio, sono ricerca dello strato di licheni e rinascita. facendo aprire le squame e in grado di svilupparsi anche di cui sono ghiotti. Per L’incendio è la perturbazione liberando i semi che cadono all’ombra delle piante adulte. sfuggire ai grossi predatori, la più importante e violenta. In sulla terra arricchita dalle Siccome le larve degli insetti lepre delle nevi, che ha un Canada sono stati stimati ceneri lasciate dal fuoco dove preferiscono nutrirsi sugli mantello marrone-grigiastro 9.000 incendi all’anno mentre possono finalmente alberi di maggiori in estate, diventa in Russia si verificano germinare. Nell’anno dimensioni, le piccole completamente bianca in annualmente fra i 17.000 ed i successivo all’incendio piantine vengono risparmiate. inverno per mimetizzarsi con 33.000 incendi che nel solo quindi, si sviluppa un tappeto Così, se le piante dominanti l’ambiente circostante. 1987 hanno bruciato oltre 15 di piccole piantine muoiono, la rinnovazione può milioni di ettari di foresta (semenzali) che formeranno riprendere a crescere Eventi perturbatori boreale. Nel Québec una nuova foresta. I semi del vigorosamente e ricostituire e dinamiche di (Canada), il 20% degli pino grigio possono rimanere in pochi anni il popolamento rinnovazione incendi è causato dai fulmini dormienti ma vitali per oltre forestale. La foresta boreale è soggetta che si scaricano sul terreno 10-15 anni per ricolonizzare a periodiche perturbazioni ricco di aghi indecomposti di il terreno anche dopo ripetuti Fisionomia del passaggi del fuoco. Il pioppo paesaggio boreale tremulo invece si rigenera Gli eventi perturbatori rapidamente dopo l’incendio scolpiscono e creano il per un riscoppio di gemme paesaggio dell’ecosistema dormienti presenti nelle boreale: il passaggio radici. Anche gli incendi dell’incendio o il verificarsi frequenti quindi non di una epidemia di insetti danneggiano affatto questa lascia grandi aperture su cui specie: ne stimolano invece il nascono o si sviluppano rinnovamento nuovi individui arborei incrementandone la presenza creando così un mosaico in bosco. multiforme di popolamenti La popolazione di alcuni con età e composizione insetti fitofagi (che si nutrono differente che si alternano di piante) può talvolta alle zone umide. In America, esplodere in maniera il 20% della superficie della epidemica creando distruzioni foresta boreale è occupata da di proporzione pari ad un fiumi, ruscelli, laghi, zone incendio. L’ultima epidemia acquitrinose, paludi e di una farfalla tortricide torbiere. Si stima che la sola verificatasi nel nord America foresta canadese contenga fra il 1974 ed il 1988 ha oltre 1,5 milioni di laghi. Il Veduta invernale di una radura paludosa nella foresta boreale. devastato più di 55 milioni di risultato finale è un insieme ettari di foresta con una variegato di configurazioni perdita stimata di 200 milioni vegetazionali, in funzione del di metri cubi di conifere clima, della topografia, del naturali come incendi e conifere. Le specie arboree corrispondenti a 10 anni di suolo e degli eventi epidemie di insetti. Quando si hanno sincronizzato il loro prelievo forestale. Dopo 4-5 perturbatori, con alberi verificano questi eventi ciclo vitale al periodico anni di epidemie ripetute piccoli e grandi di diverse vengono colpite grandi passaggio del fuoco dell’insetto, gli alberi sono specie fra conifere e latifoglie superfici e la vegetazione sviluppando a questo scopo irrimediabilmente destinati a diversi stadi di parzialmente o curiosi ma efficienti alla morte. La morte delle maturazione. Tutti questi completamente distrutta. Le espedienti di sopravvivenza. piante lascerà spazio allo gruppi costituiscono elementi piante, tuttavia,hanno L’abete nero, per esempio, sviluppo di una nuova dinamici nel tempo e nello sviluppato efficaci produce coni (pigne generazione di alberi. Come spazio del paesaggio nordico, meccanismi di rigenerazione contenenti i semi) raggruppati per gli incendi, anche per gli ciascuno di essi supportante a tal punto che, per alcune nella parte apicale della insetti la vegetazione arborea una specifica fauna e flora specie, la perturbazione pianta in modo da proteggerli possiede possiede efficaci caratteristica e delineando le naturale diventa necessaria dal calore sprigionato meccanismi di resilienza caratteristiche, uniche nel per il completamento del dall’incendio. Le squame dei (cioè di capacità di ritornare loro genere, della foresta ciclo di vita: nella foresta coni sono saldate da uno alla situazione di partenza boreale. boreale quindi, il fuoco e gli spesso strato di resina: dopo un evento perturbatore). Sergio Rossi Dipartimento TeSAF, insetti non significano solo durante il passaggio Le piantine di abete Università di Padova
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Nascita di un’opera alpina: Il Rifugio Bruto di Giorgio Fontanive Carestiato 1946-1950
Sarebbe una storia lunga raccontare presupposti - ai fasti d’inizio appoggio realizzato con Pubblicità del Rifugio Carestiato del tutte le vicissitudini, secolo: istintivo e un po’ grande lungimiranza dalla 1950; pregevole manifesto in unica le peripezie, gli alti ed i bassi di tale garibaldino, Guadagnini è in Sezione di Conegliano del copia firmato da Bruno Brunetta costruzione; gli oneri, i sacrifici, le grado di coagulare le energie CAI ancora nel 1929: il professore di disegno all’Itim gioie e le amarezze… di un centro dolomitico come rifugio Mario Vazzoler. “Follador” di Agordo (archivio (Da una lettera del 1952 di Toni Agordo un tempo In quel contesto il rinnovato Sezione Agordina). Guadagnini al giornalista ed all’avanguardia nella direttivo sezionale delibera la alpinista Daniele Nasoni di valorizzazione della costruzione di un altro punto Milano). Inferiori di Pelsa - Civetta) montagna dei pionieri ma poi di appoggio nella zona della nel corso di una breve inspiegabilmente quasi Moiazza da dedicare a Bruto ascensione. Autunno 1945: in un’Italia privato di ogni energia, di Carestiato, primo socio Quei momenti sono riassunti scossa da avvenimenti ogni interesse. Non è un caso caduto in montagna della nella già citata lettera del terribili, alla Sezione se nell’epoca d’Oro del Sesto Sezione Agordina del CAI 1952 spedita da Toni Agordina del Club Alpino grado, alcuni dei maggiori dopo la sciagura in Guadagnini al giornalista ed Italiano ha termine il alpinisti agordini fossero Marmolada del 1904 in cui alpinista Daniele Nasoni di mandato del presidente iscritti alla Sezione di aveva perso la vita la Guida Milano al fine di avere un Ohannes Gurekian ancora Belluno del CAI: Attilio alpina di Caprile appoggio “mediatico”. sostanzialmente in carica dal Tissi, Giovanni e Alvise Nepomuceno Dal Buos; “Passata la burrasca della 1933 dopo il tentativo di Andrich, per esempio. Che il Carestiato (4.10.1921- Guerra, la Sezione ha trovato commissariamento e la mandato ultratrentennale del 29.8.1943), figlio di un nuove forze. Ottobre 1945: preventivata liquidazione del Cav. Tomè non avesse fatto dirigente della Sade di Sodalizio fortunatamente completamente bene al Agordo, era caduto sul Bocia Primi lavori al Col dei Pass, 1947 annullata proprio sodalizio soprattutto negli della Guglia Rudatis (Aghi (archivio Sezione Agordina). dall’impegno dell’ingegnere ultimi anni di presidenza è un armeno che tanti legami dato di fatto, ma anche i aveva con l’Agordino. In successivi tentativi di Luigi quell’occasione tocca al Favretti non erano riusciti a ragionier Antonio “Toni” scuotere il paese, quasi Guadagnini, allora facendo scomparire la trentaduenne, la presidenza Sezione del CAI. In un sezionale: in carica fino al momento davvero delicato 1957 otterrà per la Sezione Toni Guadagnini riesce Agordina del CAI dei risultati invece ad avviare un progetto impensabili in quel momento che diventerà basilare per la di estrema difficoltà valorizzazione della economica contingente di montagna alle spalle di un’Italia in ginocchio in ogni Agordo, prima assolutamente settore di operatività. Figura sconosciuta se si eccettua il di eccellente organizzatore, a versante occidentale più lui va il merito di importanti facilmente accessibile dalla iniziative che porteranno la Val Corpassa e dove già Sezione Agordina - su altri esisteva un rinomato punto di
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con un fondo cassa di £. 29.35 più un titolo Nardin “Polo”, Luciano loco è agevolato da 4 muli e “Redimibile” di £. 500 Paoletti, Renato Scussel, altrettanti Alpini messi a nominali è partita con Enzo e Giuseppe Sorarù che, disposizione dal comando slancio ed entusiasmo la con grande dedizione, hanno dell’8° Reggimento (il 7° costruzione di un rifugio sacrificato domeniche e doveva essere ancora alpino ai piedi della Mojazza giornate libere per anni (il ricostituito) a mezzo del dedicato ad un socio della periodo di costruzione è comandante Col. Lorenzotti; Sezione perito tragicamente durato 4 anni), dando la loro intanto si procede alla in Civetta. Sarebbe una storia opera, senza alcun compenso, costruzione di due altre lunga raccontare tutte le per l’erezione del rifugio. teleferiche per il vicissitudini, le peripezie, gli Ancora maggiormente sollevamento delle piante alti ed i bassi di tale lodevoli perché il più delle dalla Busa delle Stamère costruzione; gli oneri, i volte essi furono i soli che necessarie per i solai e il sacrifici, le gioie e le prestarono il loro braccio. tetto. Il 19 ottobre ha luogo amarezze. Dopo il rifugio è inoltre in una “Festa de la Colm”, con programma: la ferrata della celebrazione della S. Messa Mojazza, da parte di don Sergio [primo accenno a Stato dei lavori all’inverno 1947/48 Buzzatti e grande afflusso di questa importante opera che (archivio Sezione Agordina). sarà realizzata negli anni agordini appassionati e Settanta], segnavia dei curiosi, poi però la stagione sentieri delle Dolomiti interrompe i lavori anzitempo Agordine, costituzione di quando è messo in posto il gruppi di rocciatori, attività solo impiantito del sottotetto l’aiuto insperato: a favore del alpinistica di arrampicatori e che viene coperto dalla neve CAI interviene la Società guide”. precocissima. Sade sulla linea degli Il 1948 è l’anno di una interventi per il Rifugio Volpi Nella primavera del 1946 il sottoscrizione a favore del al Mulàz; finalmente si può professore dell’Itim costruendo rifugio (la quota è procedere con i serramenti “Follador” di Agordo Ervino di £. 1000 anche da versare a che finalmente vengono Milli (di origine istriana) rate); ci sono una cinquantina montati nel corso dell’estate: definisce il primitivo progetto di adesioni in gran parte la stagione può essere e i lavori preparatori possono provenienti da agordini. In completata con alcuni altri essere avviati con la maggio, dopo la posa della lavori tra cui l’impianto realizzazione di una copertura in lamiera “di provvisoria baracca in legno alluminio”, il direttivo per il deposito degli attrezzi e compila il programma dei il tracciamento ed escavo lavori da completare: delle fondazioni. E ancora: serramenti, terrazzo, gabinetti preparazione in loco di pietre e servizi, pavimentazioni, da costruzione e ghiaia ove rifiniture varie. Le opere Direzione lavori alla costruzione del possibile, realizzazione di comunque temporeggiano: Rifugio: si sono riconosciuti Toni una rudimentale teleferica non essendoci risorse anche Guadagnini presidente del CAI, il dalla strada di Passo Duràn a la presenza di due operai capomastro Benvegnù “Tromba”, il Malga Duràn e dalla Val di viene meno ed i lavori progettista prof. Ervino Milli (archivio Vie al Col dei Pass per il vengono pertanto sospesi. G. Fontanive). trasporto di tutto il materiale 1949: l’anno inizia nel necessario (sabbia, mattoni, peggior dei modi perché a Molte persone dovremmo calce, cemento). gennaio una raffica di vento menzionare che hanno Il 1947 vede l’organizzazione strappa la copertura in aiutato la Sezione, molte di una pesca di beneficenza lamiera e la deposita alle persone che hanno curvato la alla locale grande “Sagra de spalle senza fortunatamente schiena nelle corvèe dal S. Piero” per il finanziamento danneggiare la travatura; passo Duràn al Col dei Pass, rifugio con esito purtroppo anche le lamiere possono località dove si costruiva il inferiore al preventivato ma a essere riutilizzate (lattoniere: Bruto Carestiato (4.10.1921- rifugio; soprattutto meritano luglio hanno ugualmente Tita Santèl “Bandeta” con 29.8.1943), figlio di un dirigente di essere particolarmente inizio i lavori da parte di 5 Mario Farenzena “Subiòt” ) e Sade di Agordo, era caduto sul Bocia ricordati Giuseppe Preloran, operai diretti dal capomastro tutto viene debitamente della Guglia Rudatis (Aghi Inferiori di il figlio Carletto, Oddone Bepi Benvegnù “Tromba”. messo in sicurezza con Pelsa - Civetta) nel corso di una Zasso detto “Topo”, Ivo De Il trasposto del materiale in numerosi ancoraggi. Poi ecco breve ascensione.
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Il nuovo Rifugio Carestiato al Col dei Pass nel luglio 2007 subito dopo l’apertura al pubblico; reinaugurazione ufficiale il 22 giugno 2008. Gli impegni finanziari hanno comportato una spesa di quasi 400.000 €; la Regione Veneto tramite la società finanziaria Veneto Sviluppo ha contribuito con 135.000 €; il CAI, con 46.500 € (foto G. Fontanive).
Momento dell’inaugurazione del rifugio, il 9 luglio 1950: al centro è Armando Da Roit (archivio G. Fontanive).
idraulico (l’acqua è quella CAI segnala che il rifugio dello scioglimento del nevaio offre servizio di ristoro e bar; tra la Pala del Belìa e la Pala ha una capienza di 40 posti dal Bò sommariamente letto in camerette da 2, 4, 6 captata e addotta in una vasca brandine ed è dotato di acqua di carico). A fine stagione c’è corrente e dista 40 minuti di anche tempo per un’altra cammino dal Passo Duràn. piccola inaugurazione. La conduzione è affidata al Ed ecco il 1950. Nella tarda volontariato sezionale con a primavera servizi, cucina, capo Attilio Tazzer che si arredamento camere sono alterna a Paola Cimpellin e funzionali: a questo punto il Arvedo Decima che l’anno direttivo può decidere la data seguente convoleranno a d’inaugurazione che è fissata giuste nozze. per il 9 luglio. La cerimonia Da allora si sono avvicendati si svolge alla presenza di nella gestione del rifugio: tante autorità agordine e della Gilda [Ermenegilda] Rumor- Provincia, varie delegazioni Fontanive e il figlio Luigi, del CAI dalle città della quattordicenne, come Regione (nonostante la “gaburo”(1951); Maria convalescente dopo la (1972/73/74/75) - nel corso Sezione non sia ancora Laveder (?), Oliva Venialetti malattia avuta nel 1958 e che della prima stagione, il 20 entrata a far parte del e Luigi Fontanive (1952); l’aveva bloccato per tutta la settembre 1972, nasce il comitato Biveneto: lo sarà dal Silvio Cagnati, Guida Alpina stagione, proprio lui che figlio che sarà chiamato come 1951); la benedizione è con la moglie Carla Pini di aveva gestito il Rifugio lo zio Gianni caduto sul impartita dal vescovo mons. origine valtellinese Torrani dal 1953 al 1956. Cevedale appena un mese Gioacchino Muccin (1953/54/55); Nello Paolin E ancora: Giulia Andrich e prima); Fausto Todesco e (affaticato e perplesso per “Fumas” e Angelina Adami Italo Francesco Dai Pra Rosanna Baiolla (1976/2004) non essere stato avvertito (1956/57/58) - la coppia fu “Checo Tura”( 1962/63/64) - - che il 24 agosto 1988 deve sulla lunghezza del percorso sostituita da un amico nelle che gestiva anche il Tomè al scendere ad Agordo per la dal Passo Duràn) assistito da ultime settimane stagionali Duràn; Roberto Paolo Bulf nascita del figlio Matteo. don Ferdinando Tamis e don dopo un diverbio con Toni (1965) - che ricorda la Il rifugio è rimasto chiuso per Raffaele Buttol. Sono Guadagnini; Nello Lorenzi e scarsità di acqua fino ad lavori durante le stagioni presenti i familiari di Bruto Maria Battain che si unirono agosto; Gianni Costantini 2005/2006; la gestione l’anno Carestiato; Elda, la sorella, in matrimonio l’anno (1966); Vittorio Tomè “Veràl” seguente è stata affidata a taglia il nastro. seguente (1959/60/61) - si (1967/68/69); Silvana Micaela Debertolis & Il comunicato ricorda la collaborazione di Agnoletto e Leo Mezzacasa Ruggero Daniele. contemporaneamente diffuso Livio De Bernardin nel corso (1970/71); Giuseppe Giorgio Fontanive dalla Sezione Agordina del della prima stagione, Costantini e Erminia Da Roit (Sezione Agordina)
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MESSICO La Cueva de los
di Giovanni Badino Cristales, e Italo Giulivo
Qui sopra: Naica La Sierra Naica vista dalla strada che arriva da Delicias. La zona è fortemente desertica, a quota 1250 m slm. La piccola catena di montagne si innalza sino a circa 1850 m. I cantieri attuali della miniera sono a oltre 700 m sotto il livello della piana.
A sinistra: Attacco naturale su mega-cristallo per l’attrezzamento del piccolo pozzo che porta ai nuovi rami della zona nord-est della grotta.
A destra: Una grande catena di pompe ed un’intera centrale elettrica sono destinate a tenere depressa di oltre La miniera di Naica diligenze sull’antico Naica è un piccolo paese cammino reale a Chihuahua, 700 m il livello dell’acquifero. Ogni minerario ubicato sulle è sostanzialmente legata secondo viene estratto da quella pendici di un modesto rilievo all’evoluzione dell’attività profondità circa un metro cubo nel nord del Messico, nello mineraria, oggi famosa nel d’acqua ad oltre 50 °C. L’enorme stato di Chihuahua, 130 km a mondo e praticata dalla costo energetico è giustificato dalla sud-est della capitale compagnia messicana grande ricchezza della miniera. omonima. Peñoles. Secondo la tradizione locale, La presenza di minerali a Naica significa “luogo Naica fu scoperta nel 1794; La miniera di Naica si apre La sierra di Naica è senz’acqua” ma, molto più fu registrata “una mina sul fianco nord-ovest di una interessata da un sistema di probabilmente, tale termine è ubicada en tierra virgen con struttura a forma di duomo, faglie e fratture, anteriori alla di origine Tarahumara, el nombre de San José del lunga 12 km e larga 7 km, mineralizzazione, parallele proviene dalle radici Sacramento, en la Cañada orientata in direzione NO-SE all’asse maggiore del duomo, Raràmuri “nai” (luogo) e del Aguaje de la sierra de e interessata da piegamenti orientate in direzione NO-SE “ka” (ombra), e significa Naica”. Lo sfruttamento del secondari, faglie e erosione, e immergenti verso SO fino a “luogo ombreggiato”, come giacimento a polisolfuri che si eleva improvvisa dalle raggiungere la verticalità. giustificherebbe l’ombra (argento, zinco e piombo) pianure desertiche circostanti. Lungo questo sistema di proiettata dalla sierra isolata cominciò però solo nel 1900 Questa struttura, nota come fratture sono localizzati i nel deserto circostante. e continua tuttora ad opera sierra di Naica, ha principali corpi minerari a La storia di Naica, a parte la della compagnia mineraria un’altitudine media di 1700 solfuri e le 4 grotte sinora presenza di nativi Apaches tra Peñoles in quella che è una metri s.l.m. ed è costituita note (denominate Espadas, il XVI e XIX secolo che si delle più produttive miniere nella sua quasi totalità da Ojo de la Reina, Velas e dedicavano ad assaltare le del Messico. rocce calcaree. Cristales), prive di un
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Eloy e Francisco Javier Delgado, minatori, scavando un cunicolo esplorativo alla profondità di 300 metri, intersecarono un minuscolo varco nella roccia. Francisco vi si introdusse con difficoltà e sbucò in una caverna del diametro di circa 8 metri, simile ad una geode, piena di cristalli di selenite simili a quelli della Cueva de las Espadas, ma molto più grandi e spettacolari; la cavità venne denominata “Ojo de la
Foto sopra: Penelope Boston, ricercatrice dell’Università del New Mexico, preleva campioni dall’interno di un cristallo per cercarvi eventuali batteri estremofili, organismi adattati a vivere in condizioni estreme.
A destra: Al centro della sala principale. Le tute Tolomee, realizzate dalla Ferrino, permettono di condurre ricerche protratte sino ad oltre un’ora, mentre senza Reina” (Occhio della protezione ci si deve limitare a La scoperta Regina). periodi sino a 10 minuti, che delle macro-geodi di Naica I fratelli, affascinati dalla comunque permettono piccoli Nella miniera di Naica, alla scoperta, sospesero lo scavo e ma ripetuti lavori nei pressi profondità di 120 metri, già avvisarono il direttore della dell’entrata. nel 1910 fu individuata una miniera, l’ingegnere Roberto grotta della lunghezza di Gonzales Rodriguez, che circa 80 metri, le cui pareti ordinò che i lavori del tunnel ingresso naturale ed negli scorsi decenni ha erano interamente coperte di proseguissero in altra equivalenti a profonde geodi. depresso la sua quota fino cristalli di selenite lunghi fino direzione, per non La quota della piana all’attuale -850 m, svuotando, a 2 metri, simili a lame di danneggiare i cristalli trovati. circostante la sierra di Naica fra l’altro, la Cueva de los spade, per cui la cavità venne Alcuni giorni dopo fu è circa 1250 m s.l.m., mentre Cristales che è stimata essere denominata “Cueva de las scoperto un nuovo ambiente, l’ingresso della miniera rimasta immersa in acqua Espadas” (Grotta delle del diametro di circa 30 (Rampa San Francisco) è a termale sino a una quindicina Spade). metri, con altri megacristalli quota 1385 m s.l.m. Nel d’anni fa. La bellezza di questa grotta di selenite lunghi sino a oltre seguito le “profondità” sono Attualmente viene pompato emozionò gli stessi cavatori 10 metri, e dello spessore di riferite a questa quota. poco meno di un metro cubo che la chiusero e la oltre un metro. I minatori Al suo interno si incontra d’acqua al secondo che, nelle preservarono dalla però dovettero sospendere l’acquifero a -120 m, quindi zone più profonde, ha una devastazione, attrezzandola l’esplorazione della cavità per circa alla quota della piana. Il temperatura di 54°C. con scale di legno per le le estreme condizioni pompaggio effettuato per visite. ambientali: la temperatura consentire l’attività estrattiva Nell’aprile del 2000 i fratelli sfiorava i 50 °C con umidità
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relativa vicina al 100%, La superficie dei condizioni che sono mortali cristalli è molto in pochi minuti. tenera e facile Anche in questo caso fu ad essere cambiata la direzione di danneggiata. La scavo del tunnel e la cavità fu Garmont ha chiusa con una porta di sviluppato per acciaio per isolarla ed noi un apposito evitarne il saccheggio. modello di La grotta fu denominata scarpone di “Cueva de los Cristales” e suola l’eccezionalità della scoperta particolarmente fu ben presto nota agli morbida e liscia, specialisti di tutto il mondo. ma resistente I pochi minuti di permanenza alle alte consentiti dall’ostilità temperature. dell’ambiente furono sufficienti per far Sopra a destra: comprendere l’eccezionalità simile il nostro corpo non Nel gennaio 2006 abbiamo Le zone più lontane della grotta del fenomeno naturale e per può liberarsi del calore per firmato con la compagnia sono raggiungibili solo con le raccogliere le prime evaporazione, ed è quindi una Peñoles, titolare della Tolomee, e sono ancora immagini di quei favolosi situazione equivalente a concessione mineraria, un parzialmente inesplorate. mega-cristalli, che immergersi in acqua corrente accordo in esclusiva per studi I dati della micrometeorologia suscitarono estremo interesse a quella temperatura, scientifici e per indicano che devono esistere vasti e curiosità tra gli esperti di assolutamente troppo calda. documentazione fotografica ambienti collegati alla grotta tutto il mondo. Le difficoltà La sensazione è di ustionarsi, di tutte le grotte incontrate attualmente nota. ambientali e il desiderio, da perché le cellule denaturano a dalla miniera. Il Proyecto parte della compagnia 43 °C. Naica è gestito dalla società mineraria, di preservare quel Il risultato più rilevante SpeleoResearch&Films, ed è tesoro, hanno impedito ottenuto con queste curato per la parte ricerche sistematiche e ricognizioni fu quello di documentazione video e foto Il rilievo addirittura il rilievo e capire il contesto operativo: dalla messicana L’operazione di rilievo di una l’esplorazione completa sino ogni ricerca in quelle C/Producciones, e per la grotta è intrinsecamente lenta all’inizio del nostro Proyecto condizioni ambientali era parte di esplorazione e ricerca ed accurata, tanto più quanto Naica, nel gennaio 2006. praticamente impossibile dall’associazione La Venta in maggiore è la precisione senza specifici accorgimenti coordinamento con numerosi richiesta. Naturalmente la L’associazione La tecnici e protezioni enti di ricerca di tutto il straordinarietà di Cristales ci Venta in Cristales particolari. mondo. ha obbligati a puntare a La prima ricognizione della Abbiamo quindi deciso di In quegli stessi giorni dettagliare il rilievo ad un nostra associazione è sviluppare attrezzature che abbiamo potuto fare le prime livello che in qualsiasi altra avvenuta all’inizio del 2002, potessero permettere prove delle Tolomee, grotta sarebbe ridicolo. Le su invito di Carlos Lazcano, permanenze prolungate in rimanendo dentro già oltre misure sono state quindi con una rapida visita alle condizioni di alta un’ora e realizzando un molto difficili, e in grotte per rendersi conto del temperatura, e che quindi ci primo rilievo di massima. A un’occasione ci hanno portati fenomeno straordinario e per aprissero le porte non solo di queste sono seguite una serie al limite della sopravvivenza. raccogliere una prima rapida Naica ma anche di grotte di otto spedizioni (sino al Sinora abbiamo rilevato 217 documentazione fotografica e climaticamente simili. La gennaio 2008), che hanno metri di poligonali principali, filmata. collaborazione fra noi, il portato ad un ampliamento più qualche decina di metri di Nell’ottobre successivo è dipartimento di fisica radicale di quanto si sapeva poligonali di collegamento, seguita una seconda generale dell’ateneo torinese su questa grotta. spendendo circa 20 ore-uomo ricognizione, meglio e la ditta Ferrino, ha Il progetto proseguirà ancora di permanenza in quella attrezzati per resistere più a permesso di sviluppare un per anni, con una media di tre specie di forno acceso. Il lungo del normale in tali prototipo di tuta e respiratori spedizioni ogni anno. perimetro della sala estreme condizioni condizionati. Il sistema è L’obiettivo finale è il principale è di 109 meri, ambientali. La temperatura al stato denominato “Tolomea”, completamento degli studi, quello dei rami alti sopra suolo è risultata di 47,1 °C, in onore dell’omonima zona ormai a buon punto, e poi la l’entrata (sud est) 42 metri, mentre a due metri di altezza dell’Inferno, canto XXXIII protezione e divulgazione di quello dei rami più lontani ed essa saliva a 47,4 °C, con “… là ‘ve la gelata questo straordinario interessanti (a nord est) di 68 umidità prossima a ruvidamente un’altra gente fenomeno. metri. La grotta promette saturazione. In un ambiente fascia”. però ulteriori sviluppi. 76 CAI NOV_DIC 08 10-11-2008 16:18 Pagina 77
milione di tonnellate di sott’acqua; dovremo noi minerale estratto ogni anno accontentarci di aver da questa che è una delle conservato la dettagliata maggiori miniere del mondo memoria della sua (170 tonnellate di argento apparizione? Non lo all’anno, e decine di migliaia sappiamo, ma per ora noi di piombo e zinco) operiamo per documentarla al giustificherà il costo. meglio. Si, la cueva de los L’ipotesi che il pompaggio Cristales è bellissima, ma è prosegua, sia pure su un soprattutto un abbacinante battente molto minore, per esempio di quanto sia grande “fruire” della grotta, ci pare il contrasto fra la complessità ora assolutamente irrealistica. della Natura e la limitatezza È probabile quindi che in della fruizione che ne futuro Cristales torni possiamo avere.
Sinora sono stati misurati e descritti circa 140 mega-cristalli, che in genere Le ricerche tendono ad essere orientati verso il centro della sala. Questo enorme cristallo, mineralogiche cavità che, per caso, sono sospeso nell’aria per oltre 6 metri, fa eccezione. e il futuro di Naica state intercettate. Fra queste, L’eccezionalità di queste Cristales è stata cristallizzazioni è da riportare particolarmente “fortunata”, alla straordinaria stabilità probabilmente per le sue delle condizioni ambientali notevoli dimensioni e per il locali che l’hanno “giusto” grado di flusso caratterizzata nelle ultime d’acqua lungo le fratture. centinaia di migliaia di anni. Le prime datazioni col L’acqua che le ha formate era metodo uranio-torio su un di provenienza meteorica, megacristallo rotto hanno infiltrata su scala regionale, dato età di centinaia di discesa sino a notevoli migliaia di anni, coerenti con profondità dove si è le misure di deposizione riscaldata e arricchita di sali a diretta che stiamo effettuando causa della presenza di sul livello 590 della miniera, un’intrusione di magma fra dove una scaturigine di acqua uno e due chilometri di “originale” ha iniziato profondità.. L’acqua così nuovamente a deporre gesso scaldata ritornava verso la su tavolette calibrate. superficie per effetto Ma Naica è il luogo dei LA VENTA “termosifone” in una sorta di contrasti. La più sbalorditiva L’associazione La Venta è un gruppo di ciò ha consentito pubblicazioni sulle pennacchio lungo le faglie, e e fragile grotta mai scoperta è ricerca multidisciplinare che elabora, maggiori riviste mondiali e una forte depositava differenti minerali stata portata alla luce durante organizza e gestisce progetti presenza televisiva, in Italia e in dipendenza dalla sua imponenti scavi minerari, che esplorativi in ambito geografico, con all’estero. La Venta nasce nel 1990 e temperatura, che nel tempo si sono la quintessenza dell’idea particolare interesse verso i mondi prende il nome dal canyon omonimo, è lentamente abbassata. di rapina dei tesori della sotterranei, ambientati su aree del in Chiapas (Messico) dove vengono effettuate le prime ambiziose Nel momento in cui è scesa Terra. La sua salvezza è pianeta remote e di difficile accesso. La divulgazione ai vari livelli è il ricognizioni. Da allora l’associazione ha sotto i 58 °C ha iniziato a dipesa dalla sensibilità di chi complemento indispensabile di ogni realizzato decine di spedizioni in ogni depositare gesso perché sotto vive cavando minerali. esplorazione, perché contribuisce in parte del mondo, realizzando numerosi di questa temperatura Oggi le radici della montagna modo corretto alla conservazione delle libri e documentari. Recentemente il l’anidrite è più solubile del e le grotte di Naica sono aree in cui si opera e alla libro “Grotte di Cielo”, dedicato al gesso e quindi, mentre tenute libere dall’acqua sensibilizzazione delle popolazioni che carsismo nei ghiacciai, ha avuto il l’anidrite si scioglie, il gesso grazie al pompaggio di oltre vi gravitano. La Venta dedica patrocinio dell’Unesco. particolare attenzione a questo aspetto Per contatti, richiesta di libri, filmati o è costretto a depositarsi). 1000 litri d’acqua al secondo, e alla qualità della documentazione: conferenze, rivolgersi a [email protected] Questo è avvenuto in modo su un battente di oltre 700 diffuso (molte zone della metri. Il costo energetico è di miniera intercettano filoni di oltre 100 milioni di kWh Giovanni Badino Italo Giulivo gesso cristallino), ma ha reso all’anno, che continueranno (Istituto di Fisica, Università di (Cai, sez. di Avellino e di stupefacente bellezza le ad essere spesi finché il Torino e associazione La Venta) associazione La Venta)
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tradizioni demolendo scrutare il panorama (così razionalismo e scientismo, avviene durante un’escur- passando attraverso i tre stati sione) e per consentire un dell’esistenza, la necessità di momento di stupefatta e elevazione spirituale e drammatica commozione. Ma l’evoluzione dell’anima è indubbio che all’alpinismo legata alla ricerca di Dio. rivendica una ben precisa Questi temi sono trattati con componente etica, il suo inimitabile stile che sa sottolineata pure nello statuto cogliere l’essenziale del C.A.I.. È la volta di significato di ogni parola bellissime citazioni: quella de portatrice di significati nel “Il mondo dei buoni” di senso più lato possibile Bernt von Hiseler, de “Il costringendo il lettore a canto degli angeli” di Julius pensare per la percezione di Kugy, de “la croce del una bellezza che spiega le Spiro Dalla Porta Xidias cose, per l’associazione di METAFISICA forma e contenuti, per una DELLA MONTAGNA ricerca che entra in contatto C.A.I. - Commissione Centrale per con la Verità. le Pubblicazioni, Milano, 2008 Innumerevoli le citazioni. I Quaderni Montagna e Cultura n. 3 Tutto questo però non si Pag. 112, 15 foto a colori riduce a un’esercitazione culturale innanzitutto perché • In questo prezioso si tratta della sua esperienza volumetto Spiro Dalla Porta esistenziale e perché la Xidias raccoglie la summa montagna in quanto simbolo del suo pensiero come in campo spirituale è parte quando alla fine di una lunga stessa della verità che giornata in montagna si rappresenta e offre due raccolgono sensazioni, significati la tendenza emozioni e motivazioni all’elevazione e la possibilità profonde. In sintesi il cuore di realizzarla. Questo punto del tema è il seguente: la di partenza è più volte montagna è il simbolo ribadito e in particolare Spiro dell’elevazione del nostro cita quattro occasioni in cui spirito verso il cielo, è ha percepito questa simbolo quindi della nostra proiezione ultraterrena ricerca metafisica, è ascesa in generata da un’immagine funzione di ascesi ed è alpina: al Bianco (1922), a Cervino” di Walter Bonatti, Cervino per fargli pertanto la via verso Dio. Lavaredo (1934), all’Olimpo de “Il sentirsi spuntare le raggiungere i 4000 metri, L’intuizione di questa verità (1964, dopo una brutta ali” di Armando Aste. paragonata alla Torre di che mi perseguita sempre - depressione e un successivo Gli interrogativi e le Babele; le polemiche che la scrive - nel mio andare per i periodo in sanatorio), e infine considerazioni compiono sua fede nella montagna non monti mi sembra doveroso al Campanile di Val quindi un grosso salto di consente; una rivisitazione di esprimerla per riconoscenza Montanaia (la montagna del qualità. Non si sfugge infatti quel titolo I conquistatori alla montagna e per mito ideale) continuamente al pensiero che non avrebbe dell’inutile di Lionel Terray e gratitudine per chi, come me, presente. senso intuire i concetti di la sua giusta contraddittoria l’ha amata. Per evidenziare lo Altro tema forte è quello del spazio, tempo, Infinito, collocazione all’interno di un spessore del volume, nel sentimento della vetta che Eternità se il nostro destino sistema di pensiero che è per quale Spiro compie un salto Spiro analizza partendo dalle finale non fosse proprio l’appunto la metafisica della speculativo rispetto alle opposte testimonianze di Rey questo. Le pagine conclusive montagna che restituisce precedenti opere e al sistema e Gervasutti e che affrontano temi specifici spazio al tempo, al destino di pensiero in cui fino ad approfondisce attraverso come l’escursionismo che eterno dell’uomo, alla oggi si è mosso, basti citare l’inserimento di un testo quando si pone il fine di presenza di Dio. che affronta in termini teatrale che consente un raggiungere una vetta collima Spiro spezza infine una lancia originali le prove ulteriore addentrarsi su questi con l’alpinismo. Seguono il a favore delle croci sulle dell’esistenza di Dio al di temi, un inciso che si offre progetto del 2006 di costruire vette dei monti. Un’ultima fuori delle religioni e delle come una sosta opportuna per una torre in cima al Piccolo parola per le bellissime foto
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iVVÊiÊÎÊ ÛÌDÊ `i½ÛiÀ\ `ÕiÊÕÛiÊ di Franco Toso che, collocate succedute a cominciare da V>i convenientemente, quella del francese Fernand E9FM9D=