otiziario Bibliografico periodico della Giunta regionale del Veneto 32

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n. 32 - settembre 1999 - sped. in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padov Notiziario Bibliografico n. 32, settembre 1999 I N D I C E periodico quadrimestrale d’informazione bibliografica a cura della Giunta regionale del Veneto

Comitato promotore Giancarlo Galan (presidente della Giunta regiona- le), Angelo Tabaro (dirigente regionale Cultura, Informazione e Flussi migratori) Comitato di redazione Claudio Bellinati (direttore dell’Archivio e della Biblioteca Capitolare di Padova), Massimo Canella (dirigente regionale Servizio Attività Editoriali), 5 Chiara Finesso, Bianca Lanfranchi Strina (sovrin- Collane editoriali e interventi regionali (Massimo Canella) tendente ai Beni archivistici del Veneto), Anelio Pellizzon, † Silvio Tramontin, Marino Zorzi (diretto- Fondi antichi nelle biblioteche della regione (Marino Zorzi) 14 re della Biblioteca Nazionale Marciana) Gli archivi parrocchiali veneziani (Francesca Cavazzana Romanelli) 16 Direttore responsabile Anelio Pellizzon Responsabile di redazione Chiara Finesso Segreteria di redazione RECENSIONI E SEGNALAZIONI Giovanna Battiston, Susanna Falchero

Collaboratori alla redazione di questo numero Opere generali Giovanna Battiston, Marco Bevilacqua, Sonia Celeghin, Fiorino Collizzolli, Marilia Ciampi A. Cataldi Palau, Gian Francesco d’Asola e la tipografia aldina (Simonetta Pelusi)28 Righetti, Jolanda Dalla Vecchia, Susanna Falche- Aldus Manutius and Renaissance Culture, ed. by D.S. Zeidberg (Simonetta Pelusi)28 ro, Luigina Fontana, Andrea Fosco, Elio Franzin, Gabriella Imperatori, Giovanni P. Luisetto, Massi- M. Miato, L’Accademia degli Incogniti di Giovan Francesco Loredan (Simonetta Pelusi)28 mo Galtarossa, Barbara Giaccaglia, Cinzio Gibin, L. Augliera, Libri politica religione nel Levante del Seicento (Simonetta Pelusi)29 Vasco Gondola, Paola Martini, Cecilia Passarin, Simonetta Pelusi, Ferdinando Perissinotto, Franco Verso il Polifilo, a cura di D. Casagrande e A. Scarsella (Simonetta Pelusi)29 Posocco, Giovanni Punzo, Mario Quaranta, Mahmut H. Sakiroglu, Giuseppe Sandrini, Michele Simo- Catalogo di manoscritti filosofici nelle biblioteche italiane (Simonetta Pelusi)30 netto, Pier Giorgio Tiozzo, Piero Zanotto Musei etnografici del Veneto (Barbara Giaccaglia)30 Collaboratori alla rassegna bibliografica Giovanna Battiston, Patrizia Cecilian, Susanna Fal- Storia della chiesa chero, Giovanni Plebani, Lorenzo Tiso Preti nel Medioevo (Massimo Galtarossa)30 Direzione e Redazione M.C. Miller, Chiesa e società in Verona medievale, a cura di P. Golinelli (Cecilia Passarin)31 Giunta regionale del Veneto Centro Culturale di Villa Settembrini Il buon fedele. Le confraternite fra medioevo e prima età moderna (Cecilia Passarin)31 30171 Mestre Venezia - via Carducci 32 L.F. Maschietto, Visite pastorali degli abati di S. Giustina in Padova alle tel. 041 980447 - fax 041 980499 parrocchie dipendenti (1534-1791) (Cecilia Passarin)31 Giunta regionale del Veneto - Direzione Cultura, V. Zaramella, Guida inedita della basilica del Santo (Cecilia Passarin)32 Informazione e Flussi migratori 30121 Venezia - Palazzo Sceriman S. Spiller, Don Giuseppe Arena. La fede, la scienza, la società a Vicenza Cannaregio Lista di Spagna, 168 e nel Veneto 1875-1959 (Cecilia Passarin)32 tel. 041 2792619 - fax 041 2792617 Recapito della Redazione “Notiziario Bibliografico” Scienze sociali presso Il Poligrafo casa editrice G. Petrovich, Il Veneto alla ricerca di un nuovo patto sociale. Teoria delle decisioni pubbliche, 35128 Padova - via Turazza 19 tel. 049 776986 - fax 049 8070910 consenso politico e trasformazioni economiche nel “modello veneto” (Marco Bevilacqua)33 (tutti i materiali per la rivista Combattere il razzismo e la xenofobia. Azione pratica a livello locale vanno inviati a questo indirizzo) Progetti di formazione professionale. Verso le pari opportunità per gli immigrati Formazione della polizia riguardo alle relazioni con i migranti e i gruppi etnici Periodicità: quadrimestrale (Susanna Falchero) 33 Tiratura: 15.000 copie - distribuzione gratuita Editore: Il Poligrafo, Padova Padova-Chioggia: trasporti, viabilità, sviluppo socio-economico, Autoriz. del Trib. di Padova n. 1291 del 21-6-1991 a cura di M. Bonsembiante e N.A. De Carlo (Elio Franzin)33 Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c Legge Democrazia virtuosa. Scienza e cultura al servizio di una eco-città. Progetto Quartiere Aperto, 662/96 - taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padova a cura di C. Poli e S. Scanagatta (Susanna Falchero)34 Stampa: Arti Grafiche Padovane In copertina: Lorenzo Lotto, Ritratto di giovane “Quaderni dell’ADREV” n. 2 (Giovanna Battiston)34 gentiluomo nel suo studio, particolare Atti della Conferenza dei Veneti dell’America Latina, a cura di S. Celi (Giovanna Battiston)34 Censimento demografico 1991: un modello di analisi per le realtà locali (Andrea Fosco)34 IL P OLIGRAFO Veneto in cifre 1996/1997 (Andrea Fosco)34 Le malattie infettive nel Veneto negli anni 1994 e 1995 (Andrea Fosco)34 2 Preadoloscenze. Problemi, potenzialità e strategie educative, V. Gregotti, Venezia città della nuova modernità a cura di D. Orlando Cian (Susanna Falchero)34(Susanna Falchero)44 Psichiatria di territorio. Almanacco 1999, a cura di F. Fasolo Il Quartiere Brentella. La città di Padova oltre le mura occidentali, e L. Cappellari (Susanna Falchero)35a cura di C. Grandis (Elio Franzin)44 G. Spessotto - S. Travaglia, Ciò che gli angeli non sanno. M. Cassol, I giardini di interesse storico nella città Esperienzze culturali nella Comunità terapeutica di Camparta di Belluno (Barbara Giaccaglia)44 (Gabriella Imperatori)35A. Boccato, Chiese di Venezia (Piero Zanotto)44 G. Stefani, Ogni uomo semplice. Storie di volontari V. Bovè, Ville Venete (Piero Zanotto)45 (Susanna Falchero)35

Storia Ambiente P. Lanaro, I mercati della Repubblica Veneta. Economia cittadina P. Bevilacqua, Venezia e le sue acque. Una metafora planetaria e stato territoriale (secoli XV-XVIII) (Piero Zanotto)45 (Elio Franzin)35 M.F. Viallon, Venise et la Porte Ottomane (1453-1566). Guida alla scoperta della laguna di Venezia (Pier Giorgio Tiozzo)36Une siècle de relations vénéto-ottomanes de la prise de Constantinople G. Zoccoletto, Il bosco Brombeo del comun di Chirignago à la morte de Soliman (Mahmut H. Sakiroglu)45 (Fiorino Collizzolli)36S. Yerasimos - J.-L. Bacquè-Crammont, La résidence Baile de L. Brunello, Morte di un fiume (Fiorino Collizzolli)36a Balikpazari (Mahmut H. Sakiroglu)45 B. Zendrini, Memorie storiche dello stato antico e moderno delle lagune di Venezia... (Piero Zanotto)46 Arte L’area alto-adriatica dal riformismo veneziano all’età napoleonoca, G.M. Pilo, La giovinezza di Giovan Battista Tiepolo e gli sviluppi a cura di F. Agostini (Pier Giorgio Tiozzo)46 della sua prima maturità (Marilia Ciampi Righetti)36G. Nicoletti, Le campagne. Un’area rurale tra Sile e Montello Antonio Canova. Alcune lettere a Firenze (1801-1821). nei secoli XV e XVI (Ferdinando Perissinotto)47 Inediti dall’Accademia di Belle Arti, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Società a cultura a Treviso nel tramonto della Serenissima, Nazionale Centrale e dall’Archivio di Stato, a cura di B. De Donà (Massimo Galtarossa)47 a cura di A.P. Torresi (Barbara Giaccaglia)37M. Girardi, Il leone atterrato. Un secolo di studi sulla caduta G.C. Custoza, Giovanni da Udine. La tecnica della decorazione della Repubblica Veneta (Pier Giorgio Tiozzo)47 a stucco alla “romana” nel Friuli del XVI secolo (Sonia Celeghin)37Venezia e l’Austria, a cura di G. Benzoni e G. Cozzi (Mario Quaranta)48 Alle fonti del piacere. La civiltà termale e balneare fra cura P. Brunello, Voci per un dizionario del Quarantotto. Venezia e Mestre e svago, a cura di N.-E. Vanzan Marchini (Cinzio Gibin)38marzo 1848 - agosto 1849 (Elio Franzin)48 L. Boranga, Antonio Lazarini pittore bellunese del Settecento Hatikwà, Il cammino della speranza. Gli ebrei a Padova, (Barbara Giaccaglia)39a cura di C. De Benedetti (Elio Franzin)49 Gli edifici canonicali di Verona: storia, arte, restauri, Le Scienze della terra nel Veneto dalla caduta della Serenissima a cura di E.M. Guzzo (Marilia Ciampi Righetti)39all’Unità d’Italia (Cinzio Gibin)49 R. Scola Gagliardi, La pieve di Bovolone. Indagine Gentildonne artiste intellettuali al tramonto della Serenissima, storico-artistica (Barbara Giaccaglia)39a cura di V. Surian (Paola Martini)50 Santa Maria del Cengio a Isola Vicentina. Processi ai fascisti, 1945-1947 (Fiorino Collizzolli)50 Storia, arte e fede, a cura di G.M. Vasina (Barbara Giaccaglia)40 I CLN di Belluno e Treviso nella lotta di liberazione, Gino Rossi e l’Europa, a cura di E. Manzato (Barbara Giaccaglia)40a cura di F. Vendramini e M. Borghi (Michele Simonetto)50 F. Vendramini, Cooperazione e mutualismo nella montagna Architettura - Urbanistica veneta (Michele Simonetto)51 Giovanni Battista Cavalcaselle conoscitore e conservatore, Sindacato e lotte dei lavoratori a Padova e nel Veneto (1945-1969) (Marco Bevilacqua)51 a cura di A.C. Tommasi (Sonia Celeghin)41 V. Lucchese, Giovanni Gavignani e la scagliola carpigiana. S. Ravagnan, Riccardo Ravagnan (1894-1970), un padre Illusionismo barocco nella parrocchiale di Brancolino della Costituzione (Pier Giorgio Tiozzo)51 (Barbara Giaccaglia)41F. Rossi - A. Rosina, La popolazione di Adria. Dal taglio di Porto G. Bresciani Alvarez, Architettura a Padova, Viro alla bonifica padano-polesana (XVI-XIX secolo) a cura di G. Lorenzoni, G. Mazzi, G. Vivianetti (Sonia Celeghin)41(Mario Quaranta)52 A. Conforti Calcagni, Le mura di Verona. La città e le sue difese S. Perini, La difesa militare della terraferma veneta nel Settecento dalla fondazione romana all’Unità d’Italia (Sonia Celeghin)42(Pier Giorgio Tiozzo)52 E.R. Trincanato, La casa veneziana delle origini ed altri scritti G. Gradenigo, Serie de’ podestà di Chioggia sulla casa veneziana (Franco Posocco)42(Pier Giorgio Tiozzo)52 S. Carazzolo, Un restauro alle mura di Montagnana P. Loncrini, La storia postale di Torri del Benaco (Susanna Falchero)43(Vasco Gondola)53 La Villa Loschi Zileri Motterle in Monteviale di Vicenza, “Quaderni storici” di Molvena (Cecilia Passarin)53 a cura di L. Puppi (Sonia Celeghin)43A. Serena, Cronaca montebellunese, a cura di L. De Bortoli G.B. Stefinlongo, Il “Giardino” del Doge - I Giardini del popolo. (Elio Franzin)53 Studi sul restauro urbano e sul recupero e riuso delle isole R. Marconato, La famiglia Polcastro (sec. XV-XIX). e delle fortificazioni della Laguna di Venezia (Pier Giorgio Tiozzo)43Personaggi, vicende e luoghi di storia padovana (Elio Franzin)54 3 F. Spagna, Minatori in Val Imperina. Storia e antropologia ISTITUZIONI E CULTURA di una comunità di montagna (Marco Bevilacqua)54 A. Cauz, Passa Bonaparte. Cronistoria di Orsago e dintorni dal 1797 al 1801(Giovanna Battiston)54La Biblioteca Antoniana del Convento del Santo L. Scalco - A. Berna, Dal filato al manufatto. La Sigismondo Piva di Padova (p. Giovanni M. Luisetto OFMconv.) 62 di Valdobbiadene tra ascesa e decadenza (Elio Franzin)55 L’Archivio musicale della Cappella antoniana L. Biasiolo, Villanova di Camposampiero e la storia di Padova (Jolanda Dalla Vecchia) 67 (Luigina Fontana)55 L. Caniato, Conegliano tra Ottocento e Novecento (Marilia Ciampi Righetti)55 San Martino Buon Albergo. Una comunità tra collina e pianura, a cura di M. Pasa (Giuseppe Sandrini)56RIVISTERIA VENETA L. Scalco, Una identità divisa. Albignasego fra storia e memoria (Elio Franzin)56Spoglio dei periodici di cultura varia (1997-1999) 70 Valigia e passaporto. Storie di emigrati del Comune di Riese Pio X (Susanna Falchero)57Ateneo Veneto. Rivista di scienze, lettere ed arti 70 L’immagine in attesa. Una visita alla storia d’Europa attraverso Atti dell’Istituto Veneto di scienze lettere ed arti 70 il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, a cura di G. e L. Marson Atti e Memorie della Accademia di agricoltura scienze (Marco Bevilacqua)57e lettere di Verona 70 G. Bessegato, Memorie di prigionia (1943-1945), a cura di Atti e Memorie della Accademia patavina di scienze L. De Bortoli (Marco Bevilacqua)57lettere ed arti 71 Tradizione storica della vigilanza urbana in Padova. La polizia Atti e Memorie dell’Ateneo di Treviso 71 municipale, a cura di A. Lenci (Giovanni Punzo)57La Bassa. Rivista di storia arte e cultura 72 L. Montobbio, L’Associazione Stampa Padovana Bollettino della Società Letteraria [di Verona] 72 compie cent’anni (Marco Bevilacqua)58Bollettino del Museo Civico Museo-Biblioteca-Archivio di Bassano 73 Bollettino del Museo Civico di Padova 73 L’EDITORIA NEL VENETO Bollettino della Biblioteca Civica di Verona 73 Cimbri - Tzimbar. Vita e cultura delle comunità cimbre 73 Il Flaminio. Rivista della Comunità montana delle Prealpi trevigiane 74 Le Fonti relative alla Terraferma veneta e alla storia di Venezia (Cecilia Passarin): Il Garda. L’ambiente, l’uomo 74 Memorie dell’Istituto Veneto di scienze lettere ed arti 74 Il ÇliberÈ di S. Agata di Padova (1304), Miscellanea marciana 75 a cura di G. Carraro 59 Odeo Olimpico. Memorie dell’Accademia Olimpica di Vicenza 75 Quaderno di bordo di Giovanni Manzini prete-notaio Padova e il suo territorio. Rivista di storia arte e cultura 75 e cancelliere (1471-1484), a cura di L. Greco 60 Quaderni del Lombardo Veneto 77 Le carte del Capitolo della cattedrale di Verona Quaderni di cultura cimbra 77 I (1101-1151), a cura di E. Lanza 60 Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina e arte 77 I documenti dell’Archivio Capitolare di Vicenza (1083-1259), Scienza e storia. Bollettino del Centro internazionale di storia a cura di F. Scarmoncin 61 dello spazio e del tempo 78 Thesaurismata. Bollettino dell’Istituto Ellenico di studi Diocesi clodiense. SS. Trinità e S. Michele Arcangelo bizantini e postbizantini di Venezia 79 di Brondolo. Indice, a cura di B. Lanfranchi Strina 61 Altre riviste segnalate 79

Bartolomeo Rubini, Venezia, 1576 4 acquistano un senso compiuto se le si mette in relazione con quella contenuta nell’articolo 4, per cui “la Regione esercita i propri poteri COLLANE EDITORIALI [...] per svolgere una politica intesa a promuovere le attività culturali e la ricerca scientifica e tecnologica”. A queste norme E INTERVENTI REGIONALI d’indirizzo si sono sempre richiamati i diversi provvedimenti legislativi in materia di attività culturali. Ai nostri fini ne interes- Massimo Canella sano soprattutto tre: Dirigente Servizio Attività Editoriali ed Inserzionistiche – la legge regionale 10 gennaio 1984, n. 5 (“Disciplina dell’atti- vità di informazione ed editoriale della Giunta”), che amplia i poteri d’intervento dell’amministrazione in campo editoriale e affida il potere di varare nuove collane edite o coedite direttamente a un Comitato composto da tre assessori e tre consiglieri regionali; – la legge regionale 15 gennaio 1985, n. 9 (“Promozione di iniziative editoriali riguardanti la storia, la cultura e la civiltà di Centocinquanta volumi pubblicati in diciassette collane tematiche, Venezia e del Veneto”), che definisce i campi d’intervento in un’altra decina almeno già pronta per la stampa in quest’anno: un materia di promozione della pubblicazione di fonti della storia e intervento regionale di dimensioni ragguardevoli nel campo della della civiltà venete e ne stabilisce le modalità; promozione e della divulgazione delle conoscenze sulla storia e – la legge regionale 29 aprile 1985, n. 39 (“Collana di studi e sulla civiltà del Veneto. Un intervento la cui immagine però è ricerche sulla cultura popolare veneta”), che adotta un particolare frammentata dal prisma delle conoscenze specialistiche e delle progetto scientifico di ampia portata e gli assicura il tempo e i mezzi logiche editoriali, e di cui è pertanto difficile scorgere gli esatti per giungere al compimento. Va detto che esistono anche collane contorni. pubblicate in esecuzione di altre leggi regionali (p. es. quelle Le opere in questione si trovano segnalate e recensite nelle inerenti alla tutela dei beni culturali) e che anche molte monografie annate di questo “Notiziario bibliografico”, correttamente classifi- rivestono un valore conoscitivo che va al di là delle ragioni cate per materia: in calce all’articolo ne viene pubblicato l’elenco. immediate che le hanno rese possibili: in particolare gli studi sul In questa sede se ne parla allo scopo di dare conto, per una volta, territorio veneto (sui centri storici, sulle città murate, sull’archeo- dell’insieme degli interventi regionali nel campo dell’editoria logia industriale, sulle emergenze archeologiche, sul paesaggio e culturale: consapevoli del loro ruolo strumentale e organizzatorio, sui giardini), connessi intimamente con la preparazione e la gestio- ma anche della logica di progetto piuttosto coerente che li ha ne degli strumenti di pianificazione urbanistica e socio-economica guidati, al di là della varietà degli strumenti normativi e delle degli anni Ottanta, costituiscono un insieme di valore che merite- occasioni contingenti. rebbe una disamina a parte.

Il quadro normativo Collane di iniziativa regionale Nel nostro ordinamento costituzionale resta in sostanza indeter- Oltre agli studi pensati in vista della pianificazione territoriale, minato se le Regioni siano una particolare forma di organizzazione anche alcune collane promosse direttamente dalla Regione sono funzionale della comunità statale, o non piuttosto gli enti parti integranti di progetti volti a tutelare, conservare e valorizzare esponenziali di comunità in qualche modo preesistenti, se non sul particolari categorie di beni culturali, offrendo al contempo il piano istituzionale, su quello culturale e sociale. Indubbiamente quadro scientifico e informativo necessario a consentirne una l’attività editoriale della Regione del Veneto riflette questa duplicità corretta fruizione. di ruolo: da una parte essa è stata espletata in relazione all’esercizio Rientrano senz’altro in questa definizione: delle funzioni di governo sulla società e sul territorio di sua a) gli annuali Quaderni di archeologia del Veneto, pubblicati competenza; dall’altra essa ha anche cercato di venire incontro a un regolarmente dal 1985 a cura di un comitato di redazione coordi- bisogno identitario, di determinazione della propria ragione di nato da Guido Rosada e composto da rappresentanti delle Univer- essere. sità di Padova e Venezia e della Soprintendenza archeologica del A un bisogno di identità si possono dare risposte diverse. La Veneto; Regione del Veneto ha scelto quella di contribuire alla costruzione b) gli Inventari degli archivi non statali della Regione del di una memoria comune attraverso la mosaicatura degli apporti Veneto, pubblicati principalmente in relazione al progetto, portato specialistici e la loro composizione, sotto la guida di autorità avanti dalla Soprintendenza archivistica per il Veneto, di ordina- riconosciute nel campo universitario e accademico, in un quadro mento e inventariazione degli archivi delle amministrazioni terri- tendenzialmente unitario. Non pertanto scorciatoie di miti o di toriali che furono sedi podestarili ai tempi della Serenissima; “parole poetiche” fondative, ma l’accettazione della misura di c) i Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto, impresa che conoscenza della realtà passata e presente che il filtro delle disci- ugualmente ha coinvolto la Soprintendenza archeologica e l’Uni- pline scientifiche onestamente consente, sia pure inevitabilmente versità di Padova all’interno di un più ampio programma di segnata dall’approccio soggettivo particolare. catalogazione e inventariazione del patrimonio numismatico con- Uno sguardo al quadro normativo fa capire che non si tratta di servato in raccolte pubbliche e private, seguito da Giovanni Gorini; fantasie. Lo Statuto del 1972 afferma che “l’autogoverno della d) la Pittura murale esterna nel Veneto, di cui sono già usciti i Regione del Veneto si attua in modi conformi alla sua tradizione e volumi sulle province di Padova, Venezia, Verona, Belluno e alla sua storia” e “concorre alla valorizzazione del patrimonio Vicenza, e che ha inteso rispondere all’allarme lanciato all’inizio culturale e linguistico delle singole comunità”; affermazioni che degli anni Ottanta sul rapidissimo degrado di tale particolare realtà 5 e offrire una base conoscitiva sistematica per gli interventi di veneziana e al rapporto di Venezia col mare; sono in fase di recupero e conservazione; preparazione “L’Ottocento. 1797-1918”, a cura di Stuart Woolf e e) i Teatri del Veneto, cinque notevoli tomi che danno conto di Giandomenico Romanelli, e “Il Novecento”, a cura dello stesso tutti i teatri esistenti e scomparsi, da poco tempo o da molto, sia dal Romanelli e di Mario Isnenghi. La distribuzione puntuale dei punto di vista architettonico, sia da quello della storia delle rappre- volumi finora resi disponibili in gran parte delle biblioteche venete, sentazioni e di una abbastanza peculiare “civiltà del teatro”. ed anche il successo del loro collocamento fuori del Veneto da parte Diverso in parte è il discorso che si può fare sulla Pittura nel dell’Istituto dell’Enciclopedia, qualificano la Storia di Venezia Veneto, nella cui genesi è stato determinante l’apporto progettuale come l’operazione editoriale di maggiore impegno ed impatto cui di Electa (ora Elemond), che in analogia con altre sue produzioni la Regione del Veneto ha concorso. a livello nazionale e regionale ha proposto da un lato di sottoporre é stato appunto in quel frangente che con legge n. 9 del 15 a un vaglio il più possibile esauriente le notizie sugli sviluppi gennaio 1985 il Consiglio regionale ha deciso di intervenire a dell’arte pittorica nei diversi secoli raggruppandole col criterio sostegno del Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla dell’ubicazione nei territori corrispondenti alle attuali province, e storia di Venezia guidato dal 1949 dal grande archivista Luigi dall’altro di integrare tali testi con una quantità imponente di Lanfranchi, che sarebbe scomparso di lì a pochi mesi, nonché di illustrazioni e con saggi monografici su aspetti particolari. Ne è altri comitati, associazioni o istituzioni che, con il parere favorevo- uscita un’opera con caratteristiche editoriali abbastanza spettacolari, le del primo, si fossero impegnati nell’edizione di fonti e monu- ed insieme attenta alla produzione cosiddetta minore quanto alle menti della storia e della civiltà veneta. In attuazione di questa grandi emergenze artistiche, che non vi sono affatto trascurate. norma sono state siglate altre nove convenzioni. Sotto l’egida di un comitato di prestigio e con il coordinamento di La prima, fra le più importanti per prospettiva strategica e per Mauro Lucco sono stati già editi un tomo sul Trecento, due sul risultati concreti, è stata quella con il Comitato per la pubblicazione Quattrocento e i due tomi sul Settecento di Rodolfo Pallucchini, delle fonti relative alla Terraferma veneta presieduto da Giorgio che in virtù della particolare personalità dell’autore si distinguono Cracco (fra l’altro coordinatore, con Gherardo Ortalli, del secondo per certi aspetti nell’impianto dal resto della collana; sono stati volume della Storia di Venezia) con l’intento di creare le condizioni anche pubblicati due volumi sul Cinquecento, e il terzo ed ultimo che rendessero possibile il progetto di una storia del Veneto prima uscirà senz’altro entro il corrente 1999. di Venezia, malgrado le difficoltà dovute alla frammentazione E ancora più diverso può sembrare in apparenza il discorso sulla politica e alla carenza di documentazione: sono già stati editi e Storia religiosa del Veneto, frutto di un’iniziativa del compianto presentati pubblicamente quindici volumi, e si confida di poterne don Silvio Tramontin, che finora è consistita nella pubblicazione di produrre altri tre o quattro entro il 2000. volumi di sintesi sulla storia delle Diocesi venete, nei suoi aspetti Il Comitato nazionale italiano dell’Association Internationale istituzionali ma anche con attenzione ai movimenti religiosi e agli pour l’Histoire du Verre, animato da Wladimiro Dorigo, è impe- aspetti devozionali e di tradizione. Diverso perché l’intento di alta gnato nell’edizione del “Corpus delle collezioni archeologiche del divulgazione, affidata a stimati specialisti, prevale rispetto alla vetro nel Veneto” (quattro volumi già editi, due in corso di stampa). volontà di sinergia con puntigliose e specifiche ricerche di settore. Il Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospitaliera sotto la guida Ma non diverso nell’ispirazione: perché l’ispirazione consiste di Nelli-Elena Vanzan Marchini attende alla impegnativa edizione nell’idea di rintracciare il senso della nostra identità presente nel delle “Leggi di sanità della Repubblica di Venezia” di Giovan retaggio culturale e linguistico che abbiamo ereditato, e in questo Antonio Boncio, repertorio del XVIII secolo conservato nell’Archi- sforzo interpretativo è inevitabile constatare, seguendo questo vio di Stato di Venezia come i documenti di cui offre i regesti, ed come altri percorsi, quanto profondo sia il radicamento della nostra ha pubblicato monografie ricche di suggestioni interdisciplinari ed cultura nell’humus del Cristianesimo. estetiche sulle fonti per la storia della sanità custodite in Marciana e sulla storia del termalismo e della balneazione. Con la Fondazione Ugo e Olga Levi e con il Comitato per la Alle radici delle conoscenze: le fonti pubblicazione di fonti relative a testi e monumenti della cultura In quest’azione di arricchimento della nostra complessità pre- musicale veneta, sotto la direzione di Giulio Cattin e Giovanni sente attraverso il recupero del passato, una sensibilità particolare Morelli, si è concorso alla pubblicazione della “Rivista veneta di è stata dimostrata per la promozione delle edizioni di fonti e studi musicali” e di dodici cataloghi di fondi musicali e libretti documenti, oggetti dell’indagine degli studiosi e fondamento di oppure tematici, a volte in più tomi, e si è dato avvio alla pubblica- ogni successiva elaborazione, e talvolta flash interessanti ed illu- zione del repertorio frottolistico di Ottaviano Petrucci (XVI seco- minanti anche per i non addetti ai lavori. lo); altre tredici pubblicazioni già concordate usciranno nei prossi- L’iniziativa regionale nel settore è stata avviata in concomitanza mi due anni. con i lavori preparatori dell’intesa con la Fondazione Giorgio Cini Il Centro Veneto di Studi e Ricerche sulle Civiltà Orientali e l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana di Roma per l’edizione della (CEVESCO), diretto da Gustavo Traversari, ha pubblicato volumi nota Storia di Venezia. Questa imponente opera di sintesi, malgra- riccamente illustrati su manoscritti, per lo più marciani, attinenti do la sua complessità nell’ideazione del disegno generale e nella per vari versi alle relazioni del Veneto con le culture bizantina, gestione coordinata degli interventi di tanti collaboratori di vaglia, ebraica, indiana e paleoslava (“Novum Testamentum Bosniacum è stata portata a compimento nelle sue parti essenziali nei tempi Marcianum”), e presto dovrebbe pubblicare uno studio su un originariamente previsti, sotto la guida di un comitato diretto da manoscritto armeno del “Romanzo di Alessandro” conservato Vittore Branca, affiancato dai vicepresidenti Gaetano Cozzi e Ugo presso la biblioteca del Padri Mechitaristi dell’isola di San Lazzaro Tucci e dal redattore capo Gino Benzoni: otto volumi “cronologici” a Venezia. di circa mille pagine l’uno sono dedicati alla storia di Venezia dalle Completano il quadro l’Istituto Veneto per la Storia della Resi- origini alla caduta della Repubblica, e tre volumi “tematici” all’arte stenza e del Veneto contemporaneo di Dino Fiorot e Angelo 6 Ventura, con le sue pubblicazioni di documenti sugli anni Quaranta LE PUBBLICAZIONI e Cinquanta del nostro secolo, e la Associazione Veneta di Storia Locale di Ferruccio Vendramini e Danilo Gasparini, che ha iniziato ad approfondire tematiche di storia locale al di fuori della nostra rispettabile e plurisecolare tradizione di erudizione municipale o ecclesiastica, con particolare attenzione a risorse e problemi degli archivi cosiddetti “minori”. 1. Collane di iniziativa regionale Senza contare la Storia di Venezia, si tratta di settanta volumi già L.R. 10 gennaio 1984, n. 5 editi e di una ventina di volumi in preparazione.

Cultura popolare Archivi non statali della Regione del Veneto - Inventari Il progetto di cui la Regione del Veneto più si è fatta carico è in un certo senso complementare agli studi summenzionati, in quanto Archivio comunale di Feltre. Inventari della sezione separata (1511- ambisce a ritrovare le voci di chi in capitolo voce non ne aveva o 1950), I: (1511-1866), a cura di Ugo Pistoia, Venezia, Giunta regionale del Veneto, 1994, 4°, pp. XXVIII-140 [“Notiziario bibliografico”, n. 19, 1995, ne ha avuta poca. p. 12]. Dal 1987 è insediato a San Giorgio, presso la Fondazione Cini, un comitato scientifico per la pubblicazione di una collana sulla Archivio comunale di Vittorio Veneto. Inventario della sezione separata cultura popolare, guidato da Vittore Branca e coordinato da Ulderico (1301-1950), I: Serravalle (1301-1866) e Ceneda (1338-1866), a cura di Bernardi, di cui hanno fatto parte anche studiosi come Gianfranco Mariagrazia Salvador, Venezia, Giunta regionale del Veneto, 1994, 4°, pp. Folena e Piero Camporesi. La collana (ampiamente presentata nel XLVII-758 [“Notiziario bibliografico”, n. 19, 1995, p. 12]. n. 28 di questo “Notiziario” da Pier Giorgio Tiozzo, cui si rinvia Archivio comunale di Portogruaro. Inventario (1797-1918), I: (1797- senz’altro) è divisa in due serie dalle caratteristiche editoriali e 1897), a cura di Franco Rossi, Venezia, Giunta regionale del Veneto, 1995, distributive differenti (essendo i primi sei volumi coediti con 4°, pp. 424 + 1 tav. ripieg. f.t. [“Notiziario bibliografico”, n. 21, 1995, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e i rimanenti, dal 1991, assieme pp. 9-10]. a Neri Pozza), e raccorda nel suo ambito contributi anche molto ° differenziati nelle ottiche disciplinari, ma accomunati dall’interes- Archivio del comune di Cittadella. Inventario (sec. XV-1866). 1 interven- se per le forme d’espressione, comunque inserite nel complessivo to, a cura di Luigi Sangiovanni, Venezia, Giunta regionale del Veneto, 1996, 4°, pp. LXXIV-354 [“Notiziario bibliografico”, n. 25, 1997, p. 6]. contesto culturale, dei ceti popolari e intermedi di città e di campagna. Nella sua scia è iniziata nel 1997 un’azione di coordi- Archivio storico del comune di Lendinara. Inventario. I parte, a cura di Pier namento delle realtà associative e istituzionali interessate all’argo- Luigi Bagatin, Elisabetta Maletta, Ludovica Mutterle e Bruno Rigobello, mento, a cominciare dai musei etnografici, che è già sfociata in due Venezia, Giunta regionale del Veneto, 1996, 4°, pp. XII-250 [“Notiziario importanti ed affollati convegni. bibliografico”, n. 25, 1997, p. 6]. Dei ventitre volumi finora pubblicati è opportuno ricordare gli Archivio comunale di Lozzo di Cadore. Inventario della sezione separata ultimi quattro, i cui titoli spiegano meglio di ogni discorso le (1295-1950), a cura di Albina De Martin Pinter, Venezia, Giunta regionale finalità della collana: Processioni e feste dogali. “Venetia est del Veneto, 1997, 4°, pp. XV-282 [“Notiziario bibliografico”, n. 27, 1997, mundus”, di Lina Urban; Scartafaccio d’agricoltura. Manoscritto p. 9]. di un contadino di Spinè di Oderzo (1805-1810), a cura di Luciano Morbiato; Centodieci ricordi che formano il buon fattor di villa di Le pergamene della Magnifica Comunità del Cadore (sec. XIII-XVIII). Giacomo Agostinetti (XVII secolo), a cura di Ulderico Bernardi ed Ordinamento e regesti, a cura di Franca Cosmai a Annamaria Pozzan, Venezia, Giunta regionale del Veneto, 1998, 4°, pp. XXVIII-164. Enzo Demattè; La fienagione nelle Prealpi venete di Giuseppe Grava e Giovanni Tommasi, atlante che salda lo studio della cultura Regione del Veneto - Direzione Cultura, Informazione e Flussi migratori - materiale e quello di lingue e dialetti nella fotografia di un mondo Servizio Beni Librari e Archivistici rurale colto un attimo prima della sua scomparsa. 30121 Venezia - Cannaregio, 168 - Palazzo Sceriman - tel. 041/2792692

Concludendo Pittura murale esterna nel Veneto Non sta agli uffici enunciare propositi per il futuro dell’attività editoriale di un ente: esso dipenderà dalle scelte delle amministrazio- Pittura murale esterna nel Veneto. Padova e provincia, di Pier Luigi ni e dalle compatibilità finanziarie. Resta per la Regione del Veneto Fantelli, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Bassano del Grappa (VI), il risultato di aver contribuito alla realizzazione di opere importanti, Ghedina & Tassotti, 1989, 8°, pp. 158, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 5, che, disseminate in tante biblioteche, sono destinate a rimanere nella 1990, pp. 8-9]. memoria storica e a suscitare nuovi stimoli e nuovi interessi. Aldo Pittura murale esterna nel Veneto. Venezia e provincia, di F. Valcanover, Palazzeschi diceva che “la poesia è infinita come la vita”: e delle M.A. Chiari Moretto Wiel, A. Dalla Pozza, B. Nogara, Venezia, Giunta attività di ricerca e di divulgazione di cui abbiamo parlato, pur regionale del Veneto - Bassano del Grappa (VI), Ghedina & Tassotti, 1991, rimanendo con i piedi per terra, in ultima analisi si può dire lo stesso. 8°, pp. 216, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 10, 1992, pp. 14-15].

Pittura murale esterna nel Veneto. Verona e provincia, di Gunter Schweikhart, Mauro Cova, Giuliana Sona, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Bassano del Grappa (VI), Ghedina & Tassotti, 1993, 8°, pp. 134, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 16, 1994, p. 17]. 7 Pittura murale esterna nel Veneto. Belluno e provincia, di Anna Paola Quaderni di Archeologia del Veneto. IX, 1993, Venezia, Giunta regionale Zugni-Tauro, Tiziana Franco, Tiziana Conte, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Treviso, Canova, 1993, 4°, pp. 228, ill. del Veneto - Bassano del Grappa (VI), Ghedina & Tassotti, 1993, 8°, pp. 302, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 16, 1994, p. 17]. Quaderni di Archeologia del Veneto. X, 1994, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Treviso, Canova, 1994, 4°, pp. 240, ill. Pittura murale esterna nel Veneto. Vicenza e provincia, a cura di Alessan- dra Pranovi, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Bassano del Grappa Quaderni di Archeologia del Veneto. XI, 1995, Venezia, Giunta regionale (VI), Ghedina & Tassotti, 1995, 8°, pp. 264, ill. [“Notiziario bibliografico”, del Veneto - Treviso, Canova, 1995, 4°, pp. 258, ill. n. 22, 1996, pp. 16-17]. Quaderni di Archeologia del Veneto. XII, 1996, Venezia, Giunta regionale Ghedina & Tassotti del Veneto - Treviso, Canova, 1996, 4°, pp. 244, ill. 36061 Bassano del Grappa (VI) - via S.F. Lazzaro, 103 - tel. 0424 566105 Quaderni di Archeologia del Veneto. XIII, 1997, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Venezia, Canal & Stamperia, 1997, 4°, pp. 270, ill.

La Pittura nel Veneto Quaderni di Archeologia del Veneto. XIV, 1998, Venezia, Giunta regiona- le del Veneto - Treviso, Canova, 1998, 4°, pp. 210, ill. La pittura nel Veneto. Il Trecento, a cura di Mauro Lucco, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Milano, Electa, 1992, 4°, pp. 572, ill. [“Notiziario [di tutti i fascicoli della rivista viene dato, sul “Notiziario Bibliografico”, bibliografico”, n. 12, 1992, pp. 29-30]. lo spoglio completo dell’Indice nella rubrica “Rivisteria veneta”: cfr. n. 4, 1990, p. 31; n. 11, 1992, pp. 55-56; n. 18, 1994, pp. 56-57; n. 26, 1997, pp. La pittura nel Veneto. Il Quattrocento, a cura di Mauro Lucco, Venezia, 71-72; n. 31, 1999, pp. 72-73; cfr. inoltre n. 3, 1989, p. 24; n. 14, 1993, ° Giunta regionale del Veneto - Milano, Electa, 1989-1990, 2 voll., 4 , pp. p. 33]. 784 complessive, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 7/8, 1991, pp. 78-79].

La pittura nel Veneto. Il Cinquecento, I tomo, a cura di Mauro Lucco, Cedam (dal n. 2 al n. 6) 35121 Padova - via Jappelli, 5/6 - tel. 049 8239111 Venezia, Giunta regionale del Veneto - Milano, Electa, 1996, 4°, pp. 442, ill. Canova Società Libraria Editrice (dal n. 7 al n. 12 e n. 14) 31100 Treviso - via Calmaggiore, 31 - tel. 0422 546253 La pittura nel Veneto. Il Cinquecento, II tomo, a cura di Mauro Lucco, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Milano, Electa, 1998, 4°, pp. 455- Canal & Stamperia Editrice (n. 13) 30135 Venezia - Santa Croce, 2180 - tel. 041 719868 926, ill.

La pittura nel Veneto. Il Settecento, di Rodolfo Pallucchini, a cura di Mauro Lucco, Adriano Mariuz, Giuseppe Pavanello, Franca Fava, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Milano, Electa, 1994-1995, 2 voll., 4°, pp. Storia religiosa del Veneto 578-628, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 22, 1996, p. 41-42]. Patriarcato di Venezia, di Bianca Betto, Bruno Bertoli, Giorgio Fedalto, Elemond Gabriele Mazzucco, Antonio Niero, Silvio Tramontin, a cura di Silvio 20134 Milano - via Trentacoste, 7 - tel. 02 215631 Tramontin, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Padova, Gregoriana Libreria Editrice, 1991, 8°, pp. 376. [“Notiziario bibliografico”, n. 9, 1991, p. 9].

Quaderni di Archeologia del Veneto Diocesi di Chioggia, di Dino De Antoni e Sergio Perini, a cura di Dino De Antoni, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Padova, Gregoriana Quaderni di Archeologia del Veneto. I, 1985, Venezia, Giunta regionale Libreria Editrice, 1992, 8°, pp. 398 [“Notiziario bibliografico”, n. 12, del Veneto, 1985, 4°, pp. 202, ill. 1992, p. 7].

Quaderni di Archeologia del Veneto. II, 1986, Venezia, Giunta regionale Diocesi di Vittorio Veneto, di Rino Bechevolo, Nilo Faldon, Giorgio Mies, del Veneto - Padova, Cedam, 1986, 4°, pp. 212, ill. Pier Angelo Passolunghi, a cura di Nilo Faldon, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Padova, Gregoriana Libreria Editrice, 1993, 8°, pp. 490 Quaderni di Archeologia del Veneto. III, 1987, Venezia, Giunta regionale [“Notiziario bibliografico”, n. 16, 1994, pp. 11-12]. del Veneto - Padova, Cedam, 1987, 4°, pp. 248, ill. Diocesi di Treviso, di Giorgio Fedalto, Luigi Pesce, Lucio Bonora, Silvio Quaderni di Archeologia del Veneto. IV, 1988, Venezia, Giunta regionale Tramontin, Pier Angelo Passolunghi, Daniela Rando, Eugenio Manzato, del Veneto - Padova, Cedam, 1988, 4°, pp. 438, ill. [“Notiziario Giuliano Simionato, a cura di Luigi Pesce, Venezia, Giunta regionale del bibliografico”, n. 3, 1989, p. 24]. Veneto - Padova, Gregoriana Libreria Editrice, 1994, 8°, pp. 468 [“Noti- ziario bibliografico”, n. 17, 1994, p. 9]. Quaderni di Archeologia del Veneto. V, 1989, Venezia, Giunta regionale ° del Veneto - Padova, Cedam, 1989, 4 , pp. 312, ill. Diocesi di Vicenza, di Gianni Cisotto, Francesco Gasparini, Alba Lazzaretto Zanolo, Mariano Nardello, Attilio Previtali, Ermenegildo Reato, Giovanni Quaderni di Archeologia del Veneto. VI, 1990, Venezia, Giunta regionale ° Battista Zilio, a cura di Ermenegildo Reato, Venezia, Giunta regionale del del Veneto - Padova, Cedam, 1990, 4 , 296, ill. Veneto - Padova, Gregoriana Libreria Editrice, 1994, 8°, pp. 440 [“Noti- ziario bibliografico”, n. 19, 1995, p. 14]. Quaderni di Archeologia del Veneto. VII, 1991, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Treviso, Canova, 1991, 4°, pp. 244, ill. Diocesi di Belluno e Feltre, di Giuseppe Andrich, Sergio Dalla Rosa, Nilo Tiezza, Silvio Tramontin, a cura di Nilo Tiezza, Venezia, Giunta regionale Quaderni di Archeologia del Veneto. VIII, 1992, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Padova, Gregoriana Libreria Editrice, 1996, 8°, pp. 558 del Veneto - Treviso, Canova, 1992, 4°, pp. 248, ill. [“Notiziario [“Notiziario bibliografico”, n. 26, 1997, p. 15]. bibliografico”, n. 14, 1993, p. 33]. 8 Diocesi di Padova, di Filippo Agostini, Sante Bortolami, Anna Burlini I teatri del Veneto, vol. III: Padova, Rovigo e il loro territorio, di Franco Calapoi, Ireneo Daniele, Giuseppina De Sandre, Vergilio Gamboso, Mancini, Maria Teresa Muraro, Elena Povoledo, Venezia, Giunta regiona- Pierantonio Gios, Antonino Poppi, Antonio Rigon, Aldo Stella, a cura di le del Veneto - Corbo & Fiore, 1988, 4° pp. 450, ill. [“Notiziario Pierantonio Gios, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Padova, bibliografico”, n. 18, 1994, pp. 41-42]. Gregoriana Libreria Editrice, 1996, 8°, pp. 602 [“Notiziario bibliografico”, n. 26, 1997, p. 15]. I teatri del Veneto, vol. IV: Treviso e la Marca trivigiana, di Franco Mancini, Maria Teresa Muraro, Elena Povoledo, Venezia, Giunta regiona- le del Veneto - Corbo & Fiore, 1994, 4°, pp. 220, ill. [“Notiziario Gregoriana Libreria Editrice bibliografico”, n. 18, 1994, pp. 41-42]. 35122 Padova - via Roma, 37 - tel. 049 8758455

Giovanni Maria Fiore Editore 30171 Mestre Venezia - vicolo Carso, 15 - tel. 041 961179 Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto

Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia I: Belluno, 2: Feltre, a cura di Caterina Galifi, Padova, Esedra, 1998, 8°, pp. XIII-260 + 2. Storia di Venezia 10 tavv. f.t. e Fonti della storia veneta L.R. 15 gennaio 1985, n. 9 Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia II: Treviso, 1: Treviso, a cura di Armando Bernardelli, Bruno Callegher, Giovanni Gorini e Andrea Saccocci, Padova, Editoriale Programma, 1995, 8°, pp. XII-518 + 11 tavv. f.t. [“Notiziario bibliografico”, n. 21, 1995, p. 25]. Storia di Venezia

Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia II: Treviso, 2: Storia di Venezia, vol. I: Origini. Età ducale, a cura di Lellia Cracco Oderzo, a cura di Bruno Callegher, Padova, Editoriale Programma, 1992, Ruggini, Massimiliano Pavan, Giorgio Cracco, Roma, Istituto della Enci- 8°, pp. 335 [“Notiziario bibliografico”, n. 14, 1993, p. 33]. clopedia Italiana, 1992, 8°, pp. XXIV-962, ill.

Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia IV: Vicenza, 1: Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. II: L’età del Comune, a cura di Giorgio Cracco e Gherardo Ortalli, Roma, Istituto Vicenza, a cura di Armando Bernardelli, Padova, Editoriale Programma, ° 1995, 8°, pp. XII-413 + 18 tavv. f.t. della Enciclopedia Italiana, 1995, 8 , pp. 962, ill. Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. III: La Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia IV: Vicenza, 2: formazione dello Stato patrizio, a cura di Girolamo Arnaldi, Giorgio Bassano, a cura di Armando Bernardelli, Padova, Esedra, 1997, 8°, pp. Cracco, Alberto Tenenti, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997, XIV-346 + 17 tavv. f.t. 8°, pp. 996, ill.

Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia VI: Venezia, 2: Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. IV: Il Venezia - Altino II, a cura di Michele Asolati, Cristina Crisafulli, Padova, Rinascimento. Politica e cultura, a cura di Alberto Tenenti, Ugo Tucci, Editoriale Programma, 1994, 8°, pp. XXI-283 + 16 tavv. f.t. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1996, 8°, pp. 986, ill.

Ritrovamenti monetali di età romana nel Veneto. Provincia VI: Venezia, 3: Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. V: Il Chioggia, a cura di Michele Asolati, Cristina Crisafulli, Padova, Editoriale Rinascimento. Società ed economia, a cura di Alberto Tenenti, Ugo Tucci, Programma, 1993, 8°, pp. 184 [“Notiziario bibliografico”, n. 16, 1994, p. 31]. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1996, 8°, pp. 986, ill.

Esedra Editrice Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. VI: Dal 35138 Padova - via Palestro, 8 - tel. 049 8725445 Rinascimento al Barocco, a cura di Gaetano Cozzi, Paolo Prodi, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1994, 8°, pp. 978, ill. Studio Editoriale Programma 35131 Padova - p.tta Nievo, 5 - tel. 049 8753110 Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. VII: La Venezia barocca, a cura di Gino Benzoni, Gaetano Cozzi, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1997, 8°, pp. 986, ill.

Storia di Venezia. Dalle origini alla caduta della Serenissima, vol. VIII: I teatri del Veneto L’ultima fase della Serenissima, a cura di Piero del Negro, Paolo Preto, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1998, 8°, pp. 962, ill. I teatri del Veneto, vol. I/1: Venezia, teatri effimeri e nobili imprenditori, di Franco Mancini, Maria Teresa Muraro, Elena Povoledo, Venezia, Storia di Venezia, vol. IX: Il Mare, a cura di Alberto Tenenti e Ugo Tucci, Giunta regionale del Veneto - Corbo & Fiore, 1995, 4°, pp. 436, ill. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1992, 8°, pp. 914, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 22, 1996, p. 27]. Storia di Venezia. Temi. L’Arte, tomo I, a cura di Rodolfo Pallucchini, I teatri del Veneto, vol. I/2: Venezia e il suo territorio. Imprese private e Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1994, 8°, pp. 980, ill. teatri sociali, di Franco Mancini, Maria Teresa Muraro, Elena Povoledo, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Corbo & Fiore, 1996, 4°, pp. 396, Storia di Venezia. Temi. L’Arte, tomo II, a cura di Rodolfo Pallucchini, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 25, 1997, p, 27]. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1995, 8°, pp. 1004, ill.

I teatri del Veneto, vol. II: Verona, Vicenza, Belluno e il loro territorio, di [Sulla collana si segnala un articolo di Gino Benzoni sul “Notiziario Franco Mancini, Maria Teresa Muraro, Elena Povoledo, Venezia, Giunta bibliografico”, n. 15, 1993, pp. 5-6]. regionale del Veneto - Corbo & Fiore, 1985, 4°, pp. 402, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 18, 1994, pp. 41-42]. Istituto dell’Enciclopedia Italiana 00186 Roma - piazza dell’Enciclopedia Italiana, 4 - tel. 06 68982159 9 Cataloghi di Fondi Musicali S. Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la cappella dal Settecento ad oggi, 2: Manoscritti A-F, di Francesco Passadore e Franco Il fondo musicale Malaspina nell’Archivio di Stato di Verona, di Emanuele Rossi, Venezia, Fondazione Levi, 1994, 8°, pp. 604. Negri, Roma, Torre d’Orfeo, 1989, 8°, pp. 130. S. Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la cappella dal Il fondo musicale dell’archivio capitolare della cattedrale di Adria, di Settecento ad oggi, 3: Manoscritti G-Z. Antologie, di Francesco Passadore Francesco Passadore, Roma, Torre d’Orfeo, 1989, 8°, pp. 336 [“Notiziario e Franco Rossi, Venezia, Fondazione Levi, 1994, 8°, pp. da 611 a 1226. bibliografico”, n. 5, 1990, p. 12]. S. Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la cappella dal Il fondo musicale della biblioteca capitolare del Duomo di Treviso, di Settecento ad oggi, 4: Libri liturgici, fondo antico, stampe, di Francesco Francesca Ferrarese e Cristina Gallo, Roma, Torre d’Orfeo, 1990, 8°, pp. Passadore e Franco Rossi, Venezia, Fondazione Levi, 1994, 8°, pp. da 1233 396, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 7/8, 1990, p. 44; “Notiziario a 1634. bibliografico”, n. 7/8, 1990, p. 45]. [per gli ultimi quattro volumi, su San Marco, cfr. “Notiziario bibliografico”, Il fondo musicale dell’I.R.E Istituzioni di ricovero e di educazione di n. 25, 1997, pp. 37-38]. Venezia, di Stefano De Sanctis e Nadia Nigris, Roma, Torre d’Orfeo, 1990, ° 8 , pp. 324, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 7/8, 1990, p. 44]. Fondazione Ugo e Olga Levi 30124 Venezia - Palazzo Giustinian Lolin - San Marco, 2893 - tel. 041 786777 Le stampe musicali antiche del fondo Torrefranca del Conservatorio Benedetto Marcello I-II, di Andrea Fabiano, Firenze, Olschki, 1992, 8°, 2 voll., pp. XXIII-774 [“Notiziario bibliografico”, n. 13, 1993, pp. 19-20]. Corpus delle Collezioni archeologiche del vetro nel Veneto Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello I, di Emanuela Negri, Firenze, Olschki, 1994, 8°, pp. XXII-394. Vetri antichi del Museo vetrario di Murano, di Giovanna Luisa Ravagnan, Venezia, Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale pour Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello II, di Sabina l’Histoire du Verre, 1994, 8°, pp. 294, ill. (1) [“Notiziario bibliografico”, Carboni, Firenze, Olschki, 1994, 8°, pp. XII-360. n. 17, 1994, p. 19]. Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello III, di - Vetri antichi del Museo Archeologico Nazionale di Adria, di Simonetta sca Gatta, Firenze, Olschki, 1994, 8°, pp. XII-406. Bonomi, Venezia, Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale pour l’Histoire du Verre, 1996, 8°, pp. 252 + XXIV f.t., ill. Catalogo dei libretti del Conservatorio Benedetto Marcello IV, di Livio (2) [“Notiziario bibliografico”, n. 26, 1997, p. 62]. Aragona, Firenze, Olschki, 1995, 8°, pp. XII-336. [i quattro volumi sono stati recensiti sul “Notiziario bibliografico”, n. 20, Vetri antichi del Museo Civico Archeologico di Padova, di Girolamo 1995, p. 47]. Zampieri, Venezia, Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale pour l’Histoire du Verre, 1998, 8°, pp. 278 + XXIV f.t., ill. (3). Leone Leoni e la musica a Vicenza nei sec. XVI-XVII. Catalogo tematico, di Vittorio Bolcato, Venezia, Fondazione Levi, 1995, 8°, pp. 306 [“Noti- Vetri antichi di raccolte concordiesi e polesane, di Annamaria Larese e ziario bibliografico”, n. 22, 1996, p. 26]. Enrico Zerbinati, Venezia, Comitato Nazionale Italiano dell’Association Internationale pour l’Histoire du Verre, 1998, 8°, pp. 250, ill. (4). Catalogo del fondo musicale della biblioteca capitolare di Padova, di Antonio Lovato, Venezia, Fondazione Levi, 1998, 8°, pp. LXXIII, 1052. Association Internationale pour l’Histoire du Verre Catalogo del fondo musicale della biblioteca comunale di Treviso, di Comitato Nazionale Italiano Umberto Nensi, Nadia Nigris, Elena Tonolo, tomo I: Musica sacra A - F, 30100 Venezia centro - Casella Postale 524 - fax 041/5274368 a cura di Umberto Nensi, Venezia, Fondazione Levi, 1998, 8°, pp. XXXVII- 702.

Catalogo del fondo musicale della biblioteca comunale di Treviso, di Fonti della Cultura Musicale Veneta Umberto Nensi, Nadia Nigris, Elena Tonolo, tomo II: Musica sacra F - Z Antologie, a cura di Umberto Nensi, Venezia, Fondazione Levi, 1998, 8°, Rassegna veneta di studi musicali V-VI, 1989/1990, a cura del Comitato per pp. 703-1312. la pubblicazione di fonti della cultura musicale veneta presso l’Università di Padova e l’Università di Venezia, Venezia, Comitato per la pubblicazio- Catalogo del fondo musicale della biblioteca comunale di Treviso, di ne di fonti della cultura musicale veneta, 1992, 8°, pp. 422. Umberto Nensi, tomo III: Musica vocale profana, Autori, Antologie, Venezia, Fondazione Levi, 1998, pp. 1313-1714. Rassegna veneta di studi musicali VII-VIII, 1991/1992, a cura del Comitato per la pubblicazione di fonti della cultura musicale veneta presso l’Univer- L’Anfione dell’Adria. Catalogo tematico di Carlo Grossi, di Licia Sirch, sità di Padova e l’Università di Venezia, Venezia, Comitato per la pubbli- Venezia, Fondazione Levi, 1999, 8°, pp. LX-274, ill. cazione di fonti della cultura musicale veneta, 1995, 8°, pp. 350.

Trattatistica e letteratura musicale nel Fondo Torrefranca del Conserva- Frottole - Libro Undecimo, Ottaviano Petrucci, Fossombrone 1514, torio Benedetto Marcello di Venezia, di Francesco Passadore e Franco edizione critica di Francesco Luisi, edizione dei testi poetici a cura di Rossi, Firenze, Olschki, 1999, 8°, pp. XVII-387, ill. Giovanni Zanovello, Venezia, Comitato per la pubblicazione di fonti relative a testi e monumenti della cultura musicale veneta, 1997, 4°, pp. 284 S. Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la cappella dal Settecento ad oggi, 1: Introduzione e indici. Claudio Madricardo, dall’Ar- Comitato per la pubblicazione di fonti relative a testi chivio di Stato di Venezia: registrazioni e documenti sulla musica a San e monumenti della cultura musicale veneta Marco, di Francesco Passadore e Franco Rossi, Venezia, Fondazione Levi, c/o Dipartimento di Storia e critica delle Arti - Università Ca’ Foscari di Venezia 1996, 8°, pp. 930, ill. 30123 Venezia - Dorsoduro, 3199 - tel. 041/717868 10 Fonti e studi per la storia del Veneto contemporaneo Fonti per la storia della Terraferma veneta

Politica e organizzazione della Resistenza armata, 1: Atti del Comando Il Catastico di S. Giustina di Monselice detto di Ezzelino, a cura di Luigi militare regionale veneto. Carteggi di esponenti azionisti (1943-1944), a Caberlin, introduzione di Gèrard Rippe, presentazione della collana: cura di Anna Maria Preziosi, prefazione di Angelo Ventura, Padova, Giorgio Cracco, Padova, Antenore, 1988, 8°, pp. LVI-402 (1). Istituto Veneto per la storia della Resistenza - Vicenza, Neri Pozza, 1992, 8°, pp. 346 [“Notiziario bibliografico”, n. 14, 1993, p. 29]. Il formulario vicentino-padovano di lettere vescovili (sec. XIV), a cura di Gilda Mantovani, Padova, Antenore, 1988, 8°, pp. XXXIV-308 (2). Politica e organizzazione della Resistenza armata, 2: Atti del Comando I documenti del Comune di Bassano dal 1259 al 1295, a cura di Franco militare regionale del Veneto (1945), a cura di Chiara Saonara, Padova, ° Istituto Veneto per la storia della Resistenza - Vicenza, Neri Pozza, 1993, Scarmoncin, presentazione di Gina Fasoli, Padova, Antenore, 1989, 8 , pp. 8°, pp. 278 [“Notiziario bibliografico”, n. 16, 1994, pp. 28-29]. L-604, 8 tav. (3). Le carte dei lebbrosi di Verona tra XII e XIII secolo, a cura di Annamaria Diario 1931-1948, di don Luigi Rondin, a cura di Pierantonio Gios, Rossi Saccomani, introduzione di Giuseppina De Sandre Gasparini, Pado- Padova, Istituto Veneto per la storia della Resistenza - Vicenza, Neri Pozza, va, Antenore, 1989, 8°, pp. XL-210, 2 tab., 4 tav. (4). 1994, 8°, pp. 514 [“Notiziario bibliografico”, n. 19, 1995, p. 24]. Cronicae, di Battista Pagliarini, edited by James S. Grubb, Padova, Gli industriali di Belluno e la ricostruzione. Atti dell’Archivio dell’Asso- Antenore, 1990, 8°, pp. XXXV-426, 8 tav. (5). ciazione fra gli Industriali della provincia di Belluno (1945-1953), a cura di Agostino Amantia, Padova, Istituto Veneto per la storia della Resistenza I “Monumenta reliquiarum” di S. Corona di Vicenza, a cura di Francesca - Vicenza, Neri Pozza, 1996, 8°, pp. 376 [“Notiziario bibliografico”, n. 26, Lomastro Tognato, introduzione all’ufficio ritmico di Giulio Cattin, Pado- 1997, p. 54]. va, Antenore, 1992, 8°, pp. LXVIII-176, 8 tavv. a colori (6) [“Notiziario bibliografico”, n. 16, 1994, p. 12]. Politica e amministrazione nella Vicenza del dopoguerra. Verbali del Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale 7 maggio 1945 - 3 luglio I Sermones de Beata Virgine (1266), di Bartolomeo da Breganze O.P., 1946, a cura di Maria Grazia Maino, Padova, Istituto Veneto per la storia introduzione ed edizione critica di Laura Gaffuri, Padova, Antenore, 1993, ° della Resistenza - Vicenza, Neri Pozza, 1997, 8°, pp. 248 [“Notiziario 8 , pp. CLXXXVIII-882, 6 tavv. a colori (7) [“Notiziario bibliografico”, n. bibliografico”, n. 31, 1999, p. 53]. 19, 1995, p. 26].

L’insurrezione e il partito. Documenti per la storia dei Triumvirati Le carte di S. Colombano di Bardolino (1134-1205), a cura di Andrea Piazza, Padova, Antenore, 1994, 8°, pp. LXII-228, 6 tavv. (4 a colori) (8) insurrezionali del Partito comunista e Atti del Triumvirato veneto (giugno [“Notiziario bibliografico”, n. 25, 1997, p. 28]. 1944 - aprile 1945), a cura di Chiara Saonara, Padova, Istituto Veneto per la storia della Resistenza - Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, pp. 440. I documenti del processo di Oderzo del 1285, a cura di Dario Canzian, con una nota giuridica di Isidoro Soffietti, Padova, Antenore, 1995, 8°, pp. LIII- Istituto Veneto per la Storia della Resistenza 246, 4 tavv. (2 a colori) (9) [“Notiziario bibliografico”, n. 25, 1997, p. 28]. c/o Università degli Studi di Padova 35122 Padova - via VIII Febbraio, 2 - tel. 049 8273331 Il Liber feudorum di S. Zeno di Verona (sec. XIII), a cura di Franco Neri Pozza Editore Scartozzoni, saggi introduttivi di Gian Maria Varanini, Padova, Antenore, 36100 Vicenza - Contrà Oratorio dei Servi, 21 - tel. 0444 320787 1996, 8°, pp. CVIII-250 (10). Il “Liber” di S. Agata di Padova (1304), a cura di Giannino Carraro, nota di diplomatica di Gian Giacomo Fissore, Padova, Antenore, 1997, 8°, pp. Fonti per la storia della Sanità LXXXV-538, 3 tavv. (2 a colori) (11) [“Notiziario bibliografico”, n. 32, 1999]. Dalla scienza medica alla pratica dei corpi. Fonti e manoscritti marciani per la storia della sanità, a cura di Nelli-Elena Vanzan Marchini, Venezia, Gli Acta comunitatis Tarvisii del sec. XIII, a cura di Alfredo Michielin, con Centro italiano di storia sanitaria e ospitaliera del Veneto - Vicenza, Neri una nota introduttiva di Gian Maria Varanini, Roma, Viella, 1998, 8°, pp. Pozza, 1993, 8°, pp. 192, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 13, 1993, pp. 28-29]. CX-1176, 16 tavv. (12).

I mali e i rimedi della Serenissima, di Nelli-Elena Vanzan Marchini, Le carte del capitolo della cattedrale di Verona. I (1101-1151), a cura di Venezia, Centro italiano di storia sanitaria e ospitaliera del Veneto - Emanuela Lanza, saggi introduttivi di Andrea Castagneti e Ezio Barbieri, Vicenza, Neri Pozza, 1995, 8°, pp. 302, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. Roma, Viella, 1998, 8°, pp. LX-320, 4 tavv. (13) [“Notiziario bibliografico”, 19, 1995, pp. 28-29]. n. 32, 1999]. Il processo Avogari (Treviso, 1314-1315), a cura di Giampaolo Cagnin, Le leggi di sanità della Repubblica di Venezia. Volume primo, a cura di ° Nelli-Elena Vanzan Marchini, Venezia, Centro italiano di storia sanitaria nota introduttiva di Diego Quaglioni, Roma, Viella, 1999, 8 , pp. CXVI- e ospitaliera del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1995, 8°, pp. 504 [“Noti- 714, 8 tavv. (14) [“Notiziario bibliografico”, n. 32, 1999]. ziario bibliografico”, n. 19, 1995, pp. 28-29]. I documenti dell’archivio capitolare di Vicenza (1083-1259), a cura di Franco Scarmoncin, nota introduttiva di Francesca Lomastro e Gian Maria Le leggi di sanità della Repubblica di Venezia. Volume secondo C-M, a Varanini, Roma, Viella, 1999, 8°, pp. XLVIII-382, 8 tavv. f.t. (15) cura di Nelli-Elena Vanzan Marchini, Venezia, Centro italiano di storia [“Notiziario bibliografico”, n. 32, 1999]. sanitaria e ospitaliera del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, pp. 434. Si segnalano articoli sull’intera collana di Piergiorgio Tiozzo [“Notiziario Alle fonti del piacere. La civiltà termale e balneare fra cura e svago, a cura bibliografico”, n. 6, pp. 32-33] e di Giorgio Cracco [“Notiziario biblio- di Nelli-Elena Vanzan Marchini, Milano, Leonardo Arte, 1999, 4°, pp. 186, grafico” n. 23, pp. 4-5]. ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 32, 1999]. Editrice Antenore (dal n. 1 al n. 11) Neri Pozza Editore 35124 Padova - via Rusca, 15 - tel. 049 686566 36100 Vicenza - Contrà Oratorio dei Servi, 21 - tel. 0444 320787 Viella Libreria Editrice (dal n. 12) Leonardo Arte - Elemond Editori Associati 00198 Roma - via delle Alpi, 32 - tel. 06 8417758 20134 Milano - via Trentacoste, 7 - tel. 02 215631 Comitato per la pubblicazione delle Fonti relative alla Terraferma veneta CISO - Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospedaliera del Veneto c/o Dipartimento di Storia - Università degli Studi di Padova 30122 Venezia - Castello, 5636 - tel. 041 5286368 35139 Padova - piazza Capitaniato, 3 - tel. 049 8274510 11 Fonti per lo studio dei rapporti con le Civiltà dell’Oriente Quaderno di bordo di Giovanni Manzini prete-notaio e cancelliere (1471- 1484), a cura di Lucia Greco, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle Il “Canon medicinae” di Avicenna nella tradizione ebraica. Le miniature fonti relative alla storia di Venezia, 1997, 8°, pp. VIII-158. del manoscritto 2197 della Biblioteca Universitaria di Bologna, a cura di Giuliano Tamani, Padova, Editoriale Programma, 1988, 4°, pp. 96, ill. (1) [Si segnala un articolo di Piergiorgio Tiozzo sulla collana in “Notiziario [“Notiziario bibliografico”, n. 2, 1989, p. 6]. bibliografico” n. 6, p. 31].

Oracula leonis. Tre manoscritti greco-veneziani degli oracoli attribuiti Comitato per la pubblicazione delle Fonti relative alla Storia di Venezia all’imperatore bizantino Leone il saggio (Bodl. Baroc. 170, Marc. Gr. VII c/o Sovrintendenza archivistica per il Veneto 22, Marc. Gr. VII 3), di Antonio Rigo, Padova, Editoriale Programma, 30125 Venezia - S. Polo 3002 - tel. 041 5222491 1988, 4°, pp. 106, ill. (2) [“Notiziario bibliografico”, n. 3, 1989, p. 9].

Novum Testamentum Bosniacum Marcianum, di Simonetta Pelusi, Pado- va, Editoriale Programma, 1991, 4°, pp .406, ill. (3) [“Notiziario Studi e fonti di storia locale bibliografico”, n. 10, 1992, p. 9]. Archivi e storia locale, Atti della giornata di studio (Este, Gabinetto di L’India di Nicolò De’ Conti. Un manoscritto del libro IV del De varietate Lettura, 20 gennaio 1995) , a cura di Lino Scalco e Giorgetta Bonfiglio fortunae di Francesco Poggio Bracciolini da Terranova (Marc. 2560), di Dosio, Vicenza, Associazione veneta per la storia locale, 1996, 8°, pp. 146 ° Alessandro Grossato, Padova, Editoriale Programma, 1994, 4 , pp. 102, ill. (4) [“Notiziario bibliografico”, n. 26, 1997, pp. 56-57].

Centro veneto di studi e ricerche sulle civiltà classiche e orientali Una donna in guerra. Diario di Isabella Bigontina Sperti 1917-1918, a c/o Dipartimento di Scienze dell’Antichità e del Vicino Oriente cura di Adriana Lotto, Vicenza, Associazione veneta per la storia locale, Università degli Studi di Venezia ° 30125 Venezia - Palazzo Bernardo - San Polo, 1977 - tel. 041 5287992 1996, 8 , pp. 136, ill. [“Notiziario bibliografico”, n. 26, 1997, p. 57]. Studio Editoriale Programma Il diario dell’oste. La Raccolta storica cronologica di Valentino Alberti 35131 Padova - p.tta Nievo, 5 - tel. 049 8753110 (Verona, 1796-1834), a cura di Maurizio Zangarini, Vicenza, Associazio- ne veneta per la storia locale, 1997, 8°, pp. 504 [“Notiziario bibliografico”, n. 27, 1997, pp. 49-50].

Fonti relative alla storia di Venezia Associazione veneta per la storia locale c/o Museo del Risorgimento e della Resistenza Codex Publicorum (Codice del Piovego), vol. I, a cura di Bianca Lanfranchi 36100 Vicenza - via X Giugno, 115 - tel. 0444/322998 Strina, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla Cierre Edizioni ° storia di Venezia, 1985, 8 , pp. 264. 37060 Caselle di Sommacampagna (VR) - via Ciro Ferrari, 5 - tel. 045 8581575

S. Giorgio Maggiore, 4: Indice, a cura di Luigi Lanfranchi, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia, 1986, 8°, pp. 284. 3. Cultura popolare veneta Ragioni antique spettanti all’arte del mare et fabriche de vasselli. Mano- scritto nautico del sec. XV, a cura di Giorgetta Bonfiglio Dosio, con studi L.R. 29 aprile 1985, n. 39 di P. Van der Merwe, A. Chiggiato, D. Proctor, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia, 1987, 8°, pp. 268, ill. Canzoni da battello (1740-1750), a cura di S. Barcellona e G. Titton, SS. Trinità e S. Michele Arcangelo di Brondolo, 3: Documenti 1200-1229 introduzioni di M. Cortelazzo e G. Morelli, Venezia, Regione del Veneto e notizie di documenti, a cura di Bianca Lanfranchi Strina, Venezia, - Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1990, 8°, 2 voll. pp. 234-1098 Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia, (I) [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p 36]. 1987, 8°, pp. 632. I dialoghi rusticali di Lorenzo Crico, a cura di E. Demattè, Venezia, SS. Trinità e S. Michele Arcangelo di Brondolo, 4: Indice, a cura di Bianca Regione del Veneto - Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1990, 8°, Lanfranchi Strina, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti pp. 434 (VII) [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p. 37]. relative alla storia di Venezia, 1997, 8°, pp. 308 [“Notiziario bibliografico”, n. 32, 1999]. Entomologia popolare veneta. Le denominazioni degli insetti nei dialetti veneti e delle Venezie, a cura di E. Ratti, Venezia, Regione del Veneto - Ambasciata straordinaria al Sultano d’Egitto (1489-1490), a cura di Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1990, 8°, pp. 376, ill. (III) Franco Rossi, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p. 37]. alla storia di Venezia, 1988, 8°, pp. 380. Il teatro veneto moderno 1870-1970, di Nicola Mangini, Venezia, Giunta Benedettini in S. Daniele (1046-1198), a cura di Elisabeth Santschi, regionale del Veneto - Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1992, 8°, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di pp. 496 (V) [“Notiziario bibliografico”, n. 14, 1993, pp. 35-36; n. 28, 1998, Venezia, 1989, 8°, pp. LIV-228 [“Notiziario bibliografico”, n. 13, 1993, p. 22]. p. 37]. Pietro di Versi. Raxion de’ marineri. Taccuino nautico del XV sec., a cura di Annalisa Conterio, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti Madonne della laguna. Simulacri “da vestire” dei secoli XIV-XIX, a cura relative alla storia di Venezia, 1991, 8°, pp. LIV-148, ill. di Riccarda Pagnozzato, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1993, 8°, pp. 382, ill. (II) [“Notiziario Consiglio dei Dieci. Deliberazioni miste. Registro V (1348-1363), a cura bibliografico”, n. 14, 1993, pp. 38-39; n. 28, 1998, p. 37]. di Ferruccio Zago, Venezia, Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia, 1993, 8°, pp. XX-346 [“Notiziario Vocabolario del veneziano di Carlo Goldoni, di Gianfranco Folena, bibliografico”, n. 17, 1994, p. 34]. Venezia, Giunta regionale del Veneto - Roma, Istituto della Enciclopedia 12 Italiana, 1993, 8°, pp. 718, ill. (IV) [“Notiziario bibliografico”, n. 14, 1993, Castellavazzo. Un paese di pietra, la pietra di un paese, a cura di Adriano pp. 34-35; n. 28, 1998, p. 38]. Alpago-Novello, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1997, 8°, pp. 252, ill. (nuova serie, 13) [“Notiziario bibliografico”, Nuova serie n. 28, 1998, p. 41].

El filò o la veglia di stalla, di Ulderico Bernardi, Venezia, Giunta regionale Processioni e feste dogali. “Venetia est mundus”, di Lina Urban, presen- del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1992, 8°, pp. 176 (nuova serie, 1) tazione di Antonio Niero, Venezia, Regione del Veneto - Vicenza, Neri [“Notiziario bibliografico”, n. 12, 1992, p. 14; n. 28, 1998, p. 38] Pozza, 1998, 8°, pp. 270 (nuova serie, 14) [“Notiziario bibliografico”, n. 31, 1999, p. 56]. La danza a Venezia nel Rinascimento, di Alessandro Pontremoli e Patrizia La Rocca, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, Scartafaccio d’agricoltura. Manoscritto di un contadino di Spinè di 1993, 8°, pp. 308 (nuova serie, 2) [“Notiziario bibliografico”, n. 14, 1993, Oderzo (1805-1810), a cura di Luciano Morbiato, Venezia, Regione del pp. 37-38; n. 28, 1998, p. 38]. Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, pp. 204 (nuova serie, 15) [“Notiziario bibliografico”, n. 31, 1999, p. 56]. Scuole, maestri e istruzione di base tra Medio Evo e Rinascimento. Il caso veneziano, di Gherardo Ortalli, Venezia, Giunta regionale del veneto - Centodieci ricordi che formano il buon fattor di villa, di Agostinetti Vicenza, Neri Pozza, 1993, 8°, pp. 152 (nuova serie, 3*) [“Notiziario Giacomo, a cura di Ulderico Bernardi e Enzo Demattè, Venezia, Regione bibliografico”, n. 17, 1994, p. 25; n. 28, 1998, pp. 38-39]. del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1998, 8°, pp. 454 (nuova serie, 16) [“Notiziario bibliografico”, n. 31, 1999, p. 57]. Maestri, scuole e scolari in Venezia fino al 1500, di Enrico Bertanza e Giuseppe Dalla Santa, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, La fienagione nelle Prealpi venete, di Giuseppe Grava e Giovanni Tomasi, Neri Pozza, 1993, ristampa anastatica Venezia 1907, 8°, pp. 420 (nuova Venezia, Regione del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1999, 8°, pp. 156, ill. serie, 3**) [“Notiziario bibliografico”, n. 17, 1994, p. 25; n. 28, 1998, (nuova serie, 17) [“Notiziario bibliografico”, n. 31, 1999, p. 57]. p. 39]. Istituto dell’Enciclopedia Italiana Quaderni bibliografici I. Medicina popolare, danza popolare, canti popo- 00186 Roma - piazza della Enciclopedia Italiana, 4 - tel. 06 68981 lari, ex-voto, a cura di Ulderico Bernardi, Manlio Cortelazzo e Giorgio Neri Pozza Editore Padoan, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 36100 Vicenza - Contrà Oratorio dei Servi, 21 - tel. 0444 320787 1994, 8°, pp. 96 (nuova serie, 4) [“Notiziario bibliografico”, n. 17, 1994, p. 7; n. 28, 1998, p. 39].

A catar fortuna. Storie venete d’Australia e del Brasile, di Ulderico Bernardi, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza Neri Pozza, REGIONE DEL VENETO - GIUNTA REGIONALE 1994, 8°, pp. 356 (nuova serie, 5) [“Notiziario bibliografico”, n. 17, 1994, p. 28; n. 28, 1998, p. 39]. SEGRETERIA REGIONALE CULTURA E TURISMO Le stampe popolari dei Remondini, di Carlo Alberto Zotti Minici, Venezia, Segretario regionale dr. Sergio Trevisanato Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1994, 8°, pp. XXIII- tel. 041/2792971 - fax 041/2792880 702, ill. (nuova serie, 6) [“Notiziario bibliografico”, n. 19, 1995, p. 35; n. 28, 1998, pp. 39-40]. DIREZIONE REGIONALE CULTURA, INFORMAZIONE E FLUSSI MIGRATORI Quel che ghe vol. Le canzoni del Redentore (1866-1935), a cura di Riccardo Cannaregio, 168 - Palazzo Sceriman - 30121 Venezia Carnesecchi, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, Dirigente regionale dr. Angelo Tabaro 1995, 8°, pp. 210 (nuova serie, 7) [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p. 40]. tel. 041/2792689 - fax 041/2792685 Le dieci tavole dei proverbi, a cura di Manlio Cortelazzo, Venezia, Giunta SERVIZIO ATTIVITË EDITORIALI ED INSERZIONISTICA regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1995, 8°, pp. 174, ill. (nuova tel. 041/2792764 - 2792619 - fax 041/2792617 serie, 8) [“Notiziario bibliografico”, n. 25, 1997, p. 20; n. 28, 1998, p. 40]. Ufficio Iniziative Editoriali Vocabolario polesano, di Giovanni Beggio, Venezia, Giunta regionale del tel. 041/2792710 ° Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1995, 8 , pp. XIII-562 (nuova serie, 9) e-mail [email protected] [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p. 40]. Ufficio Programmazione Distribuzione Sussidiario di cultura veneta, a cura di Manlio Cortelazzo e Tiziana tel. 041/2792709 Agostini, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, e-mail [email protected] 1996, 8°, pp. XII-392 (nuova serie, 10) [“Notiziario bibliografico”, n. 25, 1997, p. 20; n. 28, 1998, p. 40-41]. Per saperne di più... altre informazioni sulle attività culturali della Regione del Veneto Quaderni bibliografici II, a cura di Ulderico Bernardi, Manlio Cortelazzo si possono reperire sul sito Internet www.regione.veneto.it e Giorgio Padoan - Bibliografia istriana di Flavia Ursini, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1997, 8°, pp. 136 (nuova serie 11) [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p. 41].

Quaderni bibliografici III, a cura di Ulderico Bernardi, Manlio Cortelazzo e Giorgio Padoan - 1 Superstizioni e stregoneria di E. Guardalben, 2 Proverbi, modi di dire, blasoni popolari di F. Rizzi, 3 Architettura popolare di C. Alpago-Novello, Venezia, Giunta regionale del Veneto - Vicenza, Neri Pozza, 1997, 8°, pp. 176 (nuova serie, 12) [“Notiziario bibliografico”, n. 28, 1998, p. 41].

13 renderli atti alla predicazione e all’apostolato, vengono assai più usate di quelle benedettine, divenendo fattore di sviluppo intellet- FONDI ANTICHI tuale per l’intera società. Con la loro tipica forma, una grande sala con i banchi, carichi di manoscritti, disposti in due file, esse sono NELLE BIBLIOTECHE il modello di tutte le biblioteche successive. Il Veneto abbonda di DELLA REGIONE tali biblioteche: a Padova alla fine del Trecento i Domenicani avevano circa 200 codici, oltre 400 i Francescani, forse ancora di Un’indagine promossa più gli Eremitani. dalla nostra rivista In quegli stessi anni il Petrarca dava l’avvio alla rivoluzione umanistica: preceduto peraltro proprio in terra veneta da quei Marino Zorzi giuristi-preumanisti che mostrano una sorprendente conoscenza di Direttore della Biblioteca Nazionale Marciana opere classiche altrove ignorate. Lovato Lovati, Geremia da Montagnone, Benvenuto Campesano leggevano Catullo, grazie alla miracolosa sopravvivenza della biblioteca veronese, che ne conservava allora una copia poi perduta; Giovanni de Matociis sapeva distinguere Plinio il Vecchio dal Giovane basandosi su un Plinio di Verona, anch’esso più tardi scomparso. Sarà il Quattro- In età romana il Veneto era certamente ricco di manoscritti: fino cento a vedere il trionfo dell’umanesimo nelle terre venete, grazie al II o III secolo in forma di volumina, o rotoli di papiro, poi di codici anche all’adesione ad esso del patriziato veneziano: con esso il in pergamena, simili nell’aspetto ai libri di oggi. Le città romane di libro si diffonde ancor di più, accanto alle biblioteche religiose qualche importanza Ð e la X Regio, Venetia et Histria ne contava sorgono grandi raccolte private, come quelle dei Barbaro e di molte Ð andavano orgogliose di templi, teatri, terme e biblioteche; Giorgio Valla. spesso gli stessi bagni pubblici, luogo di riposo e di vita associativa, Nei secoli successivi l’accumulazione dei libri, manoscritti e poi erano dotati di libri a disposizione di chi vi si recava a ricreare il a stampa, continua e si accresce. Se nel Quattrocento possedere un corpo e lo spirito. I cittadini più eminenti facevano a gara per dotare centinaio di libri è privilegio di pochi, nel Cinquecento non poche i loro municipia di tutto ciò che poteva rendere la città più bella e raccolte raggiungono il migliaio di volumi (il Sanudo ne ha almeno la vita più ricca e comoda, e non mancavano certo nelle Venezie 6.500), 2/3.000 volumi sono frequenti nel Seicento. Nel Settecen- facoltosi benefattori. Molti poi nel ceto decurionale (l’aristocrazia to, nel campo del libro, il Veneto giunge al suo apogeo; esso appare provinciale) tenevano, con ogni probabilità, ampie librerie nelle il paradiso dei dotti. Lo dice, riferendosi in particolare a Venezia, loro dimore, spesso sontuose, come le ville di Altino che Marziale l’erudito spagnolo Juan Andrés. Le città rigurgitano di libri: la pace diceva emule di quelle di Baia. plurisecolare ne ha favorito la conservazione, la fiorente industria Poi le guerre intestine e le invasioni decimarono quei patrimoni tipografica li ha moltiplicati, la diffusa ricchezza ne ha consentito preziosi; con Attila disparve Aquileia, la guerra greco-gotica l’acquisto a numerosi cittadini, non solo ai nobili e ai maggiorenti, devastò l’Italia intera, l’avvento dei Longobardi completò la di- ma anche a mercanti, professionisti, funzionari, studiosi. Nella sola struzione della società antica. Di quella grande civiltà ben poco Venezia vi erano almeno 27 biblioteche religiose importanti, di cui rimase, in special modo per quel che riguarda il libro: solo una una superava i 40.000 volumi, un’altra i 30.000, un’altra ancora i biblioteca sopravvive, ed è quasi un miracolo, la Capitolare di 20.000: le maggiori di tali raccolte erano aperte al pubblico, come Verona, il cui nucleo più antico risale al VI secolo ed è ancor oggi avveniva anche altrove (a Padova la biblioteca di S. Francesco conservato, se non nello stesso edificio, almeno nello stesso luogo, Grande, ad esempio, era aperta due giorni fissi alla settimana). con una continuità che non trova altri riscontri. Isole di sapere nel Facile l’accesso anche alle biblioteche patrizie; alcune erano generale imbarbarimento erano appunto le biblioteche religiose: addirittura aperte a giorni e ore fisse, come quelle Pisani, Soranzo, quelle delle cattedrali, divenute sede di insegnamento superiore Grimani; i libri, ben ordinati e catalogati da competenti biblioteca- nell’ordinamento carolingio, e quelle dei monasteri. Di questi il ri, ammontavano a parecchie migliaia (4.000 manoscritti e 20.000 Veneto era assai ricco: per lo più conservavano libri per il culto, ma opere a stampa contava, ad esempio, la raccolta Soranzo). Inoltre qualche autore classico vi era ammesso perché ritenuto utile alla il mecenatismo privato arricchiva di molto le due grandi bibliote- formazione dei chierici, o perché salvato da qualche dotto sensibile che pubbliche, quella di S. Marco a Venezia e quella di Padova, o al fascino della cultura antica. ne creava di nuove come la Bertoliana a Vicenza, dovuta al giurista Cessate definitivamente le scorrerie barbariche grazie alla vitto- G.M. Bertolo, o la Queriniana a , nata per le provvidenze ria di Ottone sugli Ungheri, autori di terribili devastazioni anche dell’eruditissimo cardinale Angelo Maria Querini. nella nostra regione, l’Occidente tutto, e con esso il Veneto, andò Ma si avvicinava ormai la fine dell’Antico Regime. In nome via via rifiorendo. Con la crescente ricchezza aumentano anche le della libertà i commissari francesi al seguito delle armate rivoluzio- biblioteche: quelle dei monasteri, cui si aggiungono, a partire dal narie organizzano il saccheggio sistematico più imponente della Duecento, quelle degli ordini mendicanti e le raccolte dei privati. storia: ne sono vittime gli Olandesi al pari dei Tedeschi, gli Italiani Di queste non si hanno molte notizie sino al tardo Medio Evo, ma al pari dei Belgi. Tutta l’Europa viene svenata per saziare la sete di certo esistevano. Nel secolo XII doveva avere libri a disposizione denaro, ricchezze, opere d’arte del Direttorio, dei suoi accoliti, dei Giacomo Veneto, se traduceva per primo Aristotele dal greco, e suoi eserciti. Le prime vittime della grande rapina sono gli ordini non poche letture mostra di avere il suo amico Cerbano, nella sua religiosi, ma anche i privati cittadini pagano pesanti tributi: si pensi vivace narrazione della traslazione del corpo di S. Isidoro di Chio. alle confische subite dai Veronesi dopo le tragiche Pasque, o alla Nel Trecento le biblioteche più importanti sono quelle dei devastazione della Val Sabbia, colpevole di una delle prime “insor- Domenicani e dei Francescani: create a beneficio dei frati, per genze” contro il non richiesto liberatore. Anche i libri fanno parte 14 della preda: oltre ai 500 codici la cui consegna era prevista dal importanza per la cultura veneta, fornite entrambe di cospicue trattato di pace imposto alla Repubblica da Napoleone, nel ’97 le biblioteche. Un mecenate contemporaneo, Vittorio Cini, ha dato sole biblioteche monastiche veneziane furono derubate di varie vita alla splendida Fondazione che porta il nome del figlio Giorgio, migliaia di libri, codici e incisioni preziose, a beneficio delle dotata anche di una biblioteca ricca di rare edizioni figurate. biblioteche pubbliche di Francia e di molte raccolte private, dei Sussiste ancora, a Belluno, la Biblioteca Lolliniana, sorta nel Francesi e dei loro simpatizzanti. Quattrocento grazie a Dionisio Doglioni e di molto aumentata nel La cessione del Veneto all’Austria salvò per il momento le Seicento con il lascito dell’erudito patrizio Alvise Lolin, benefico istituzioni religiose venete dalla totale distruzione: non così per vescovo di quella città; ad essa è unita la biblioteca del seminario quelle rimaste sotto il dominio francese nella Lombardia Veneta, (o Gregoriana). in cui le soppressioni furono immediate e massicce. Ma con il Sono ancor oggi degne di nota le biblioteche degli ordini religio- trattato di Presburgo Napoleone ritorna, e per le biblioteche religio- si. Due eccellono, la Biblioteca Antoniana di Padova, ricca di se è la fine: tra il 1806 e il 1812 molte chiese e tutti gli ordini preziosi manoscritti, e quella dei Mechitaristi di S. Lazzaro a monastici vengono soppressi. Mentre il patriziato impoverito svende Venezia, salvatisi dalla soppressione napoleonica dichiarandosi, i propri beni e le proprie raccolte anche librarie, si rovesciano sul ironia della storia, sudditi del sultano turco. Ma anche le altre, pur mercato e spariscono spesso nel nulla, invendute e gettate al di origine recente per le ragioni sopra accennate, possono riservare macero, le biblioteche degli enti religiosi, che il governo confisca sorprese: nella biblioteca di S. Michele di Murano, ora francescana, e vende a vil prezzo, salvo i pezzi ritenuti di maggior pregio, che Angela Nuovo ha rinvenuto l’unica copia superstite del Corano vengono destinati a biblioteche pubbliche, spesso fuori del Veneto, stampato nel 1538 da Alessandro Paganino, edizione della cui a scuole, accademie e altri enti. esistenza si dubitava addirittura; i Benedettini di Praglia sono La distruzione di edifici, opere d’arte, e anche di libri è imponen- riusciti a salvare parte dei volumi che possedevano prima della te: si dissolvono raccolte secolari, molti pezzi spariscono, mano- soppressione del 1867 (non però, purtroppo, quelli assai più impor- scritti sacri vengono smembrati per cavarne le miniature, archivi si tanti che avevano prima di Napoleone); in molte altre biblioteche disperdono irreparabilmente. Il panorama del mondo librario muta religiose sono confluite, per doni o lasciti, opere preziose. radicalmente: sparite le biblioteche monastiche, venute meno La Regione del Veneto ha promosso la catalogazione dei fondi molte delle raccolte nobiliari, le biblioteche dello Stato e del di tali biblioteche, con positivi risultati, ed ha altresì varato un Comune assumono un’importanza preponderante. Qualche biblio- progetto di censimento e catalogazione dei codici conservati nel teca religiosa tuttavia sopravvive: quelle dei seminari e quelle delle Veneto, il cui primo eccellente frutto è stato il volume dedicato a cattedrali. Gli ordini religiosi cercheranno sotto la dominazione I manoscritti della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, austriaca di formarsi nuove raccolte librarie, e sarà incredibilmente uscito nel 1998. l’Italia unita a distruggerle nuovamente, con le leggi Siccardi, nel Mentre tale valida campagna continua, la nostra rivista ha 1867. Abrogate le quali con il Concordato, molti enti religiosi ritenuto di promuovere la pubblicazione di una serie di articoli atti riusciranno a ricostruire un’altra volta dei fondi librari: poca cosa a far conoscere i fondi antichi conservati nella regione. Gli autori rispetto all’antica ricchezza, ma pur sempre raccolte interessanti. non possono essere che i conservatori di tali fondi, che meglio di Il mondo librario veneto appare dunque, dopo i rivolgimenti del chiunque altro ne conoscono il pregio. Queste nostre righe primo Ottocento, molto semplificato nelle strutture rispetto all’an- introduttive vogliono essere un appello ai direttori e ai bibliotecari tico e gravemente impoverito. Eppure tanta era la ricchezza che il di tutto il Veneto, ai quali chiediamo di contribuire all’iniziativa Veneto aveva accumulato anche in questo campo che, nonostante con i loro lavori, volti a informare sinteticamente gli studiosi circa le distruzioni, i furti, le dispersioni, vi rimasero, e vi rimangono le opere antiche da essi custodite, le modalità di accesso, i servizi ancor oggi, importanti fondi antichi. Sono famosi quelli delle offerti e le altre caratteristiche delle loro istituzioni che essi antiche Pubbliche Librerie dello Stato veneziano, la Marciana e ritengono utile rendere note. l’Universitaria patavina, ancor oggi fiorenti; ma non meno degni di Dal censimento delle biblioteche del Veneto curato dalla Regio- nota quelli delle biblioteche civiche delle città maggiori, alcune ne insieme al Ministero per i Beni Culturali, i cui risultati sono stati sorte nel Settecento, come quelle di Vicenza e Verona, altre più dati alle stampe nei tre volumi del Catalogo delle biblioteche recenti, come quelle di Bassano, Belluno, Padova, Treviso, tutte d’Italia. Veneto (Roma 1997), appaiono esistenti 904 biblioteche arricchite con fondi di provenienza monastica e conventuale. dei tipi più diversi. Certo non tutte possiedono libri antichi: ma Conservano importanti raccolte i seminari vescovili di Padova (la molte conservano un patrimonio antico talvolta imponente che cui biblioteca fu fondata nel 1671 dal cardinale Gregorio Barbarigo, merita di essere conosciuto e studiato ancor più di quanto già si sia futuro santo), Treviso, Venezia, Verona, al pari dei capitoli delle fatto. chiese cattedrali: di Verona, la cui veneranda origine si è sopra A questa finalità risponde l’iniziativa a cui oggi diamo avvio, ricordata, di Padova, arricchita dai lasciti di Jacopo Zeno e di altri augurandoci una positiva accoglienza da parte del mondo del libro. vescovi patrizi, di Rovigo, di Vicenza, di Treviso; seminari e capitoli furono infatti risparmiati, come si è detto, dalla scure napoleonica. Né sono da trascurare le raccolte delle associazioni dotte: dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, dell’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti in Padova, dell’Accademia di Agricoltura e dell’Accademia Filarmonica di Verona, dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia. Alla lungimiranza di due patrizi veneziani, Teodoro Correr e Giovanni Querini, si deve la creazione, nell’Ottocento, del Civico Museo Correr e della Fondazione Querini-Stampalia di Venezia, istituzioni di vitale 15 individuata dalla storiografia demografica e sociale quale complesso di fonti di riconosciuta importanza per la ricerca, solo parzialmente GLI ARCHIVI PARROCCHIALI utilizzato anche perché sovente fortemente decentrato e di problematica consultabilità7. VENEZIANI Ma l’interesse verso tali fonti non è solo limitato alla loro utilizzabilità storiografica. Esse presentano infatti, pure dal punto Francesca Cavazzana Romanelli di vista del lavoro archivistico, risvolti di problematicità e di interesse particolari, sia per quanto riguarda la delineazione del complesso dei fondi parrocchiali nel più vasto insieme degli archivi ecclesiastici diocesani Ð nei confronti dei quali sono ricorrenti gli echi e i richiami: ma non poche risonanze, come si farà cenno più oltre, vanno aprendosi pure verso le carte di varie epoche L’arca della salvezza dell’Amministrazione pubblica statuale o civica, nonché verso l’intero assieme dei beni culturali del territorio – sia per quanto L’immagine dell’Arca di Noè, che connota attraverso l’ingenua attiene più in particolare alle problematiche squisitamente e ammiccante raffigurazione di un’incisione quattrocentesca archivistiche delle modalità di rappresentazione della struttura dei l’oramai decennale progetto ARCA per l’inventariazione degli fondi, del loro articolarsi in una imprevedibile pluralità di sottofondi archivi ecclesiastici veneziani, rinvia con l’immediatezza del suo aggregati e annessi sovente tra loro stessi commisti, del loro simbolismo biblico ad una delle componenti più rilevanti dell’intero scandirsi in serie e sottoserie dalla fisionomia talora ricorrente e progetto, presente con evidenza fin dal suo avvio nello scorcio talaltra inedita. La possibilità di sottoporre a studio e ad analisi degli anni ’80. Anche a proposito dei fondi archivistici della Chiesa tipologie archivistiche in qualche modo parallele come quelle degli di Venezia ha avuto luogo infatti in questi anni, ed è tuttora archivi parrocchiali, rilevandone affinità e varianti, “pieni” e pienamente in corso, un evento a suo modo di storia di salvezza: “vuoti” nella struttura, confrontando il tenore diplomatico di ove la salvaguardia fisica – nella città lagunare non solo meta- materiali affini o verificando differenti soluzioni descrittive o foricamente dalle acque – si è unita al censimento e alla progressiva difformi caratteristiche per analoghe sedimentazioni documentarie: inventariazione analitica della preziosa documentazione, al tutto questo rappresenta di per se stesso un laboratorio di eccezionale condizionamento e talora al restauro, alla creazione delle più interesse. Un interesse a questo punto non solo archivistico, ma agevoli condizioni di consultabilità delle carte per la ricerca, al loro pure e più ampiamente di storia culturale e istituzionale, che per 1 studio dal punto di vista propriamente archivistico , alla quanto riguarda l’area veneziana si va da qualche tempo allargando valorizzazione di tale patrimonio attraverso attività culturali, a non poche altre diocesi della Provincia Ecclesiastica Veneta 2 scientifiche, espositive e didattiche . coinvolte dal recente progetto di censimento e inventariazione Si è avuto occasione per il passato di presentare in varie sedi e in archivistica “Ecclesiae Venetae” 8. questa stessa rivista storia, vicende, configurazione e consistenza degli archivi della Curia veneziana, unitamente a quelli di altre L’archivio diocesano diffuso istituzioni ecclesiastiche a livello diocesano emersi con una propria specifica identità nel corso dei lavori di ordinamento – e come i Un cenno innanzitutto al contesto istituzionale e organizzativo primi conservati presso l’Archivio Storico del Patriarcato di Venezia entro il quale ha potuto essere avviato ed è tuttora operativo il piano a Sant’Apollonia – quali i fondi degli antichi episcopati lagunari di di censimento e inventariazione degli archivi parrocchiali Torcello, di Caorle e del patriarcato di Grado, le carte del Primicerio nell’ambito del progetto ARCA. Esso si è sviluppato infatti grazie marciano, l’archivio oggi unitario dei due capitoli canonicali di San al confluire di più volontà e risorse. Innanzitutto la disponibiltà e Pietro di Castello e di San Marco3. Da ultimo si va in aggiunta pro- l’interesse dei detentori degli archivi stessi: la Chiesa veneziana in filando il recupero e la conseguente valorizzazione delle carte del primis e in particolare quei parroci, non pochi dei quali da sempre Seminario patriarcale e di altri importanti fondi ad esso aggregati, consapevoli del valore delle antiche carte conservate presso le loro nell’ex convento dei Somaschi alla Salute4. E sempre presso chiese, che hanno accolto di buon grado la proposta della direzione l’Archivio Patriarcale sono consultabili, e in progressivo incremento dell’Archivio patriarcale di dotare i loro fondi archivistici di quanto a sopravvenire di depositi e doni, fondi di associazioni strumenti conoscitivi scientificamente adeguati, nell’ambito di un devozionali e confessionali Ð in primis il grande archivio dell’Azione organico piano di rilevazione a dimensione diocesana9. Cattolica Diocesana5 – o di società di mutuo soccorso6, così come carte Anche gli archivi parrocchiali hanno d’altra parte risentito del ed epistolari specie contemporanei di singoli ecclesiastici o di laici. più generale dibattito e delle molteplici iniziative che hanno Un quadro dunque indubbiamente composito. Tuttavia il settore investito la diocesi di Venezia a proposito dei beni culturali di attività archivistica che in questi ultimi anni ci pare rappresenti ecclesiastici: evidente fin da subito dunque la sintonia implicita in la più interessante frontiera avanzata sul piano non solo della tutela, tale situazione con alcune delle tematiche cui ha dato voce la lettera ma pure su quello del recupero di fonti per la ricerca in precedenza su “La funzione pastorale degli archivi ecclesiastici” della Pontificia solo difficilmente disponibili – e che, corrispettivamente, sta più commissione per i beni culturali della Chiesa del 1997 – a tutt’oggi intensamente impegnando gli operatori coinvolti nel progetto, uno dei testi di maggiore afflato sull’importanza degli archivi presso l’Archivio patriarcale – è sicuramente il grande e articolato ecclesiastici –, così come con il “Regolamento degli archivi sistema degli archivi parrocchiali della diocesi. ecclesiastici italiani” approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana é noto come la documentazione parrocchiale, specie quella nel 1995 sul testo predisposto dall’Associazione Archivistica attinente ai “quinque libri” dei battesimi, delle cresime, dei ma- Ecclesiastica e fatto proprio con alcune sottolineature dalla Diocesi trimoni, dei morti e degli ‘stati delle anime’ sia stata da tempo di Venezia nel 1996. 16 Colta con tempestività la e concordando modalità e date delle sedute, a recarsi con gli valenza non solo scientifica, studiosi presso le parrocchie, sollevando i parroci che lo desiderino ma pure di riscontro e di tutela da oneri di sorveglianza o di assistenza alla ricerca, e provvedendo dell’archivio stesso fornita contestualmente all’implementazione e alla revisione della banca dall’inventario, che forse per dati degli archivi parrocchiali. la prima volta identificava in Se poi va ricordato come gran parte dell’inventariazione degli modo puntuale e dettagliato archivi parrocchiali sia stata sostenuta, fin dall’avvio del progetto l’insieme delle carte parroc- ARCA, dal determinante apporto della Direzione regionale cultura chiali, alcune comunità par- e informazione – Servizio beni librari e archivistici (già Centro rocchiali hanno provveduto, regionale di documentazione dei beni culturali e ambientali del in concomitanza con i lavori Veneto) Ð, va parimenti messo in evidenza come, specie negli di inventariazione, ad allestire ultimi anni e in concomitanza con il venir meno del sostegno appositi ambienti attrezzati per regionale, abbiano contribuito direttamente al progredire del lavoro la conservazione e la consul- di inventariazione la stessa Curia patriarcale, il Ministero per i beni tazione dei loro archivi riordi- e le attività culturali tramite l’Ufficio centrale per i beni archivistici nati. Altri, e non sono pochi, ed il Save Venice Inc. di New York nel quadro del programma hanno fatto seguire al com- Dall’Archivio di S. Raffaele Arcangelo: UNESCO-Comitati privati per Venezia. Interessante infine Mariegola o Matricola della Scuola del pletamento dell’inventario la Santissimo Sacramento, sec. XVI, miniatura. quest’ultimo coinvolgimento, perché vede nuovamente proposto richiesta di deposito del fondo ed accolto, in dimensione di tutela e restauro, quell’approccio all’Archivio patriarcale, cui attribuire pure la non infrequente ge- integrato ai beni culturali cui si faceva più sopra cenno: l’archivio stione della consultazione per corrispondenza o la richiesta di copie10. di una parrocchia – bene culturale esso stesso – può rivelarsi infatti L’esperienza veneziana si caratterizza infatti, a questo proposito, strumento conoscitivo preliminare ad ogni eventuale operazione di per la consapevole adozione di un modello misto e graduale, in restauro di manufatti architettonici e artistici compresi nella chiesa rapporto alle alternative altrove sperimentate di permanenza dei stessa, documentandone la storia o precedenti interventi di tutela. fondi nelle sedi parrocchiali o di una loro concentrazione presso l’Archivio diocesano. Giocano a favore di tale scelta il rispetto più Il sistema degli archivi parrocchiali assoluto dell’autonoma progettualità delle parrocchie, una valutazione ampiamente pragmatica delle variabili situazioni di Ma veniamo alla presentazione degli aspetti più specificamente conservazione e consultabilità, e non ultimo un sostanziale archivistici del lavoro di ricognizione dei fondi delle parrocchie riconoscimento del primato dell’unitarietà dei beni culturali nella veneziane. Il vivace dibattito aperto nella comunità archivistica tradizione vivente Ð liturgica, devozionale, estetico-emozionale Ð nazionale e internazionale sulle modalità di descrizione degli di ogni comunità religiosa, attenta e adusa a cogliere ogni pur archivi come strutture articolate e tridimensionali, sull’analisi delle flebile eco fra l’edificio della chiesa, i suoi altari e i suoi arredi procedure più pertinenti per affrontare casistiche complesse e marmorei e lignei, i quadri e le statue, i paramenti e i libri liturgici, sull’applicazione di condivisi standard descrittivi ha accompagnato e – perché no – i suoi archivi: questi ultimi in qualche caso ancora e tuttora accompagna come un riferimento costante l’attività di conservati entro antichi armadi dai riparti appositamente connotati censimento e di inventariazione degli archivi parrocchiali veneziani. con i nomi delle serie archivistiche11. Va innanzitutto sottolineato l’orizzonte del sistema informativo A fronte di tale varietà di situazioni e di sedi di conservazione – generale in cui il progetto si struttura riguardante, come si è le parrocchie certamente, ma entro ad esse, a fianco delle chiese, lo accennato più sopra, l’intero settore degli archivi storici della studio del parroco o la sacrestia o la canonica, e ancora quegli spazi Chiesa veneziana. In questo Dall’Archivio della Parrocchia di S. Samuele: adiacenti dalla configurazione talora irregolare, stretti fra campanile, quadro, e pur nello sviluppo Matricula sive constititiones subsidii sacerdotum saecularium in ecclesia parochiali et collegiata oratorio, corticelle e antiche sepolture, cappelle e sedi di con- di un piano di lavoro che S. Samuelis... sub Aloisii Sagredo patriarcha fraternite, uffici già di ottocentesche fabbricerie, stanze del patronato, privilegi priorità di impegno a Venetiarum Dalmatieque primatis, 1680, con seguiti al 1802. degli scouts, della dottrina cristiana o del teatro: ma quante carte seconda di particolari esigenze d’archivio ritrovate nei banconi dei paramenti, o sotto le panche di tutela dei fondi o di esplicite degli inginocchiatoi, o entro armadi in felice promiscuità con sollecitazioni di studiosi o dei vasellame liturgico, lanterne e stendardi per processioni, dietro gli parroci stessi, il progetto pre- sportelletti dell’organo nel suo stretto ballatoio, o infine su malferme vede il censimento e l’inven- scaffalature su per i primi tornanti della scala di un campanile tariazione di tutti gli archivi cinquecentesco –; a fronte di tale varietà, si diceva, fa riscontro una delle parrocchie di antica forte unitarietà del sistema informativo degli inventari informatizzati fondazione della diocesi del progetto ARCA, disponibili non solo nelle singole sedi (escludendo per ora le par- parrocchiali ma pure, in forma di cumulativa banca dati o di singoli rocchie di fondazione nove- inventari cartacei, presso l’Archivio patriarcale. centesca), per un totale di 57 Va segnalata infine come peculiare dell’esperienza veneziana in sedi parrocchiali, di cui 31 fatto di archivi parrocchiali l’adozione, nel quadro dei progetti nella città insulare, 7 nelle della Conferenza Episcopale Italiana per i beni culturali ecclesiastici, isole (vicariati del Lido e di un servizio di assistenza alla consultazione degli archivi conservati dell’Estuario con Murano, presso le parrocchie denominato “Archivio diocesano diffuso”. Burano, Mazzorbo, Torcello), Operatori dell’Archivio patriarcale provvedono infatti, se richiesti 19 nella terraferma (vicariati 17 di Mestre, Carpenedo, Favaro- comunque rilevante di archivietti minori da tali realtà prodotti e Altino, Castellana, Gambara- presso la chiesa parrocchiale tuttora conservati15, emerge dunque re, Jesolo, Eraclea e Caorle)12. vistosamente la centralità della parrocchia quale riferimento anche Ma ben di più di 57 saranno, territoriale di tale variegato mondo laicale, dalla fisionomia e dalla alla fine del lavoro, i fondi spiritualità mutevoli nel tempo – si pensi ad esempio all’asso- censiti e descritti13. ciazionismo devoto otto-novecentesco o ai movimenti cattolici che Ad ogni parrocchia infatti si è presero il posto delle tradizionali confraternite, ben presenti anche riscontrato corrispondere non a dimensione parrocchiale fin nelle loro varianti di società operaie un solo fondo archivistico, ma o di casse di mutuo soccorso confessionali16 Ð ma connotati una pluralità inattesa e ini- indubbiamente da elementi di persistenza di lunga durata e di zialmente imprevista di archivi sempre rinnovata vitalità. aggregati e annessi a quello Altrettanto interessante, per i suoi riflessi nella sedimentazione principale della parrocchia documentaria, la vicenda delle fabbricerie parrocchiali di istituzione stessa. Se tale fenomeno di primottocentesca, analoghe nel nome a quelle di antico regime ad lievitazione nella quantità dei ogni effetto interne alla parrocchia, ma da queste ben differenti fondi è infatti ricorrente nelle quanto ad autonoma natura istituzionale e alla correlata produzione procedure di individuazione, di materiale d’archivio17. Titolari pertanto di un fondo proprio, la in avvio del lavoro di inventa- fabbricerie furono in aggiunta protagoniste, specie in talune riazione, di quelli che gli ar- parrocchie, di una radicale riorganizzazione dell’archivio par- Dall’Archivio della Parrocchia di S. Raffaele chivisti chiamano con espres- rocchiale stesso. Fornite di ampia competenza nell’“ammi- Arcangelo: nel registro dei morti, si registra sione di linguaggio tecnico nistrazione di tutte le temporalità della Chiesa di qualunque il 30 agosto 1675 la morte di ÇGiacomo Corgna 18 official di barca d’anni 43 in circa questa notte “enti produttori d’archivio”, provenienza” , quali redditi stabili, livelli e decime, oblazioni, passata a hore 7 in circa li è stata data una per gli archivi parrocchiali e funzioni ordinarie o straordinarie, incaricate della gestione dei archibusata nella panza...È. per quelli veneziani in parti- legati e delle questue, impegnate nel predisporre ogni convenienza colare si è potuto assistere ad una vera e propria esplosione di fondi per i servizi di culto e in particolare per la manutenzione della minori, che si affiancano o addirittura si uniscono, con modalità di fabbrica della chiesa, le fabbricerie in non pochi casi avocarono a integrazione o inclusione diverse, a quello principale: non uno, ma sé gran parte dell’archivio parrocchiale preottocentesco, unitamente più archivi di diverse parrocchie, archivi di fabbricerie distinti da a quelli delle annesse confraternite, inglobando tale materiale quelli della parrocchia presso cui erano state istituite, e ognuno di secondo diverse modalità di organizzazione nel proprio archivio: essi sovente portatore a sua volta di altri fondi di diversa consistenza spesso suddividendo carte, pergamene, fin antiche matricole di spettanti a confraternite, associazioni, movimenti, scuole, società confraternite secondo i rinnovati titoli di rubriche e fascicoli di mutuo soccorso. Ogni archivio parrocchiale dunque, lungi dal ottocenteschi e legando infine il tutto in accuratissimi quanto raffigurare quel rapporto di rispecchiamento fedele che una irreversibili inventari19. inveterata e pur autorevole tradizione dottrinale ci ha abituato a Ma le vicende storiche che provocarono le maggiori ripercussioni leggere Ð uno a uno Ð fra le carte e le figure istituzionali che le hanno nella configurazione degli archivi parrocchiali veneziani furono prodotte, si apre nella pluralità e nella problematicità descrittiva di senza dubbio quel complesso di disposizioni normative che nel giro figure di rapporti molti a molti, in sedimentazioni documentarie di pochi anni, fra 1806 e 1810, e nel quadro delle politiche non lineari ma a grappolo, ove a fianco (o talora addirittura entro) riformatrici dell’età napoleonica, ridussero progressivamente il un fondo ne gemmano altri, e su questi altri ancora. numero delle parrocchie stesse da settanta, a quaranta e infine a Assai stimolante appare dunque, quantomeno sul fronte del trenta, secondo un piano di concentrazione che, con la soppressione reperimento e della segnalazione delle fonti per la ricerca storica, di confraternite20 e di capitoli, ridisegnò i confini dell’intera il comparire inatteso di una tale ricchezza documentaria. Ma alla topografia ecclesiastica citta- Archivio di Satato di Padova, SS. Agata e storia ricorriamo anche per ripercorrere a ritroso le ragioni di tali dina e con essa pure quella Cecilia, ‘Liber inventarii seu registracionis...’ addensamenti di carte e delle differenti modalità del loro aggregarsi. degli archivi delle parrocchie Una storia, quella delle parrocchie veneziane, rivisitata giusto in veneziane21. Confluiti anche avvio del progetto ARCA in un saggio appositamente elaborato da essi a fianco di quello della don Bruno Bertoli, storico della chiesa e felicemente oggi pure parrocchia territorialmente direttore dell’Archivio patriarcale14. Fra gli elementi più vistosi di superstite22, recarono con sé tali vicende, per gran parte comuni a quelle più generali della storia ognuno i propri fondi annessi dell’istituto parrocchiale, sta la forte incidenza della presenza di confraternite e sovvegni, laicale nelle chiese parrocchiali veneziane: comprovata innanzitutto andando a costituire quel com- dal permanere a lungo della figura del giuspatronato laicale, che si plesso fortemente articolato concretava tra l’altro nel diritto di presentazione al patriarca delle di fondi e sottofondi cui si è proposte per la titolarità del beneficio; ma pure manifestata, quale fatto più sopra cenno, e che in corrispettivo indice di forte radicamento della parrocchia nel effetti viene indicato, con de- tessuto sociale circostante, dai documentati legami di committenza signazione cumulativa, quale architettonica e artistica, e dal fiorire di numerosissime iniziative archivio delle singole spe- laicali, specie a carattere associativo, di tipo devozionale, cultuale, cifiche parrocchie 23. di carità e di assistenza. Pure dagli archivi, dal raccogliersi attorno Va da sé che figure di ag- al fondo vero e proprio della parrocchia di un numero variabile ma gregazioni di fondi di tal 18 genere comportino, in sede di definizione del corrispettivo sistema inventari grazie ad analoghe soluzioni di sequenzialità delle serie, di rappresentazione, alcune sottolineature particolari nelle relazioni ma anche l’acquisizione di un buon grado di uniformità redazionale che intercorrono tra gli stessi differenti fondi nel loro reciproco e nelle soluzioni descrittive, sia nelle intestazioni che nella com- diverso rapportarsi. Se infatti il sistema di analisi della struttura dei plessiva economia informativa delle schede, e il generale sostegno fondi cui è affidata, fin dall’avvio del progetto ARCA, la restituzione che la banca dati man mano implementata poteva offrire ai diversi significativa dell’ubicazione di ogni singolo fondo nell’architettura operatori nel riconoscimento di affinità e differenze di situazioni d’assieme del sistema informativo, consentendo inserimenti indolori documentarie poco note rispetto a quelle già identificate, studiate anche in luoghi intermedi della struttura complessiva e letture e descritte nelle loro peculiarità26. orizzontali di fondi dalla natura istituzionale analoga24, ha fino ad La successione delle date di avvio, ad esempio, di alcune serie oggi permesso una rappresentazione sufficientemente fedele di cruciali dal punto di vista storiografico quali i registri dei battesimi, tale tridimensionalità di struttura tipica degli archivi parrocchiali, dei matrimoni o dei morti fornita dalle veloci estrazioni ed maggiori difficoltà sono state riscontrate nel delineare tali elaborazioni dei dati consentite dall’impostazione del progetto e caratteristiche utilizzando Ð in occasione del censimento e dai suoi strumenti informatici27, ha aperto la via ad alcune verifiche dell’inventariazione dei fondi parrocchiali veneti effettuata e ricerche Ð su cui ci si ripromette di dar conto quanto prima in nell’ambito del progetto “Ecclesiae Venetae” cui si è fatto più modo più ampio e diffuso – sulla effettiva ricezione archivistica del sopra cenno Ð le procedure di codificazione previste dal progetto Concilio di Trento nella Chiesa veneziana e presso i suoi parroci, “Anagrafe informatizzata degli archivi”, che risolvono esclu- sul ruolo di anticipazione e di integrazione del Concilio stesso sivamente nel legame verticale dei differenti livelli del fondo (pur ricoperto da talune prescrizioni diocesane o dai sinodi locali, sulla se affiancati dalla designazione della natura del complesso cultura giuridica e sulla sensibilità pastorale, sulle difficoltà, le documentario) la rappresentazione dei rapporti a grappolo fra incertezze o sulla capacità di adeguarsi alle nuove prescrizioni da l’archivio della parrocchia ‘ospitante’ –nei casi veneti considerati parte degli estensori delle registrazioni canoniche28. a sua volta ‘ospitato’ entro un archivio diocesano – e gli ulteriori é noto infatti come i decreti emanati a Trento nella XXIV archivi aggregati e annessi25. sessione dell’11 novembre 156329 furono preceduti in molte diocesi dall’impostazione di precoci registrazioni di battesimo e di Tipologie documentarie a confronto matrimonio, dal tenore ancora fortemente essenziale e sintetico e dalla confezione archivistica spesso unitaria per più serie30. Così Se considerazioni e spunti di riflessione di tal genere possono anche a Venezia Ð se si escludono i pochi e pur interessantissimi essere formulati per quanto riguarda il sistema dei fondi degli casi fino ad oggi individuati di registrazioni da parte di parroci, archivi parrocchiali, il discorso si amplia e si fa ancor più – se negli anni ’30 e ’40 del ‘500, di battesimi, matrimoni e morti di possibile Ð denso di interesse quando si passi a considerare le nobili dietro incarico dell’Avogaria di Comun31 Ð, le date di origine modalità in cui i singoli fondi risultano articolarsi nelle loro delle serie archivistiche si frastagliano in modo significativo lungo partizioni interne di sezioni, serie e sottoserie. gli anni ’50 e ’60 del secolo XVI 32. Del resto il patriarca Giovanni Rinviando ad altra sede tale ordine di considerazioni per quanto Trevisan fin dal 1560 aveva ordinato ai parroci, ai rettori delle attiene agli archivi annessi di fabbricerie, confraternite, scuole e chiese, ai sacristi e alle comari “di provvedere alla segnalazione e associazioni, e limitando la nostra osservazione ai soli archivi alla registrazione delle nascite al fine di togliere gli abusi dei parrocchiali, verifichiamo come l’inventariazione analitica di alcune mancati o differiti battesimi, a volte differiti per anni, dei bambini decine di archivi parrocchiali veneziani – unita all’analisi di non ‘con grande periculo delle loro anime’”33. E lo stesso patriarca pochi fondi parrocchiali concentrati in taluni archivi diocesani Trevisan aveva provveduto a pubblicare tempestivamente nel veneti Ð consenta di riscontrare anche a questo livello il riproporsi sinodo del 1564 le prescrizioni conciliari in materia di registrazioni di quei caratteri di imprevedibile complessità e di variegato canoniche. Così come norme ancora più dettagliate, con veri e atteggiarsi delle tipologie documentarie interne, già notato per propri suggerimenti di formule per la compilazione degli atti, quanto attiene la struttura dei fondi delle parrocchie. furono riportate ben prima del Rituale Romano di Paolo IV del E anche in questo caso la dialettica fra la fisionomia dei 1614 dai decreti della visita apostolica effettuata a Venezia nel nostri archivi e la storia delle istituzioni ecclesiastiche, analizzata 1581 da Lorenzo Campeggi e Agostino Valier34. in particolare nelle disposizioni da queste emanate a varie istanze Nell’impossibilità di riferire più a lungo in questa sede sulle circa la compilazione e la tenuta dei libri canonici e di altra suggestioni che già si profilano – sulla scorta di quanto qui documentazione parrocchiale, si fa intensa e vivace, aprendosi brevemente anticipato – nell’indagine incrociata fra fonti normative pure alla inevitabile commistione con le prescrizioni ai parroci in centrali e locali e prassi scrittoria e archivistica, evoluzione del tale materia formulate dell’autorità laica, sia in antico regime che formulario, interpretazioni, interferenze e contaminazioni culturali in epoca napoleonica e asburgica. dei compilatori dei registri canonici, segnaliamo ancora la ricchezza La rassegna delle serie dei registri canonici e delle carte di spunti che a ricerche di tal tenore può offrire un’analisi delle serie parrocchiali, così come sono apparse alle rilevazioni non isolate ma archivistiche quale in apertura di queste pagine prospettata, attenta sistematiche sui fondi parrocchiali veneziani, l’analisi comparata alle lacune e alle mancanze oltrechè alle presenze, a tipi di fonti delle diverse tipologie documentarie man mano che emergevano nuove o poco note, al comparire di serie inattese o dalle de- dagli ordinamenti e dalle descrizioni inventariali, sono state d’altra nominazioni inusuali: elementi anch’essi per una storiografia delle parte facilitate e in qualche modo rese possibili dall’aver predisposto istituzioni e della cultura, tanto quanto della sensibilità e del vissuto l’inserimento dei dati nell’orizzonte di un sistema informativo collettivo, ecclesiastico e civile, a partire dalle tracce rimaste nelle aperto ma, anche a questo livello, fortemente unitario. Tra i frutti forme e nella struttura della sedimentazione documentaria degli non minori di tale impostazione si sono potute riscontrare non solo archivi parrocchiali35. Quale forma di pietoso atteggiamento di la garanzia di una tendenziale omogeneità di struttura dei diversi assistenza verso i suoi parrocchiani, unito all’osservanza probabile 19 di norme sanitarie, avrà spinto – per chiudere con qualche situazione parrocchiali: organizzazione, gestione, fruizione e ricerca storica, a cura di E. esemplificativa – il parroco di San Giacomo dall’Orio ad impostare Angiolini, (Atti dei convegni, Fiorano Modenese, 4 settembre; Ravenna, 5 settembre 1996), [Modena 1997], pp.147-150; EAD., Gli archivi ecclesiastici un “Registro degli infermi” distinto da quello dei morti, e limitato veneziani per la storia degli esposti, in Benedetto chi ti porta, maledetto chi ti 36 alla sola data, ahimè ben significativa, del 1631 ? E ancora, quale manda. L’infanzia abbandonata nel Triveneto (secoli XV-XIX), a cura di C. concezione del proprio ruolo di pubblico ufficiale aperta Ð diremmo Grandi (Atti del convegno, Treviso - Venezia, 18-20 giugno 1996), Treviso oggi – alla più avanzata interconfessionalità avrà indotto altri 1997, pp. 215-224; F. CAVAZZANA R OMANELLI, P. BENUSSI, Veneto. Introduzione, parroci, sempre della stessa parrocchia di San Giacomo, a tenere in Atti visitali conservati negli archivi diocesani del Friuli Venezia - Giulia, Veneto, Trentino, a cura di Don L. Sparapani, C. Nubola, M. Garbellotti, Città dal 1621 ad Ottocento iniziato una registrazione apposita, separata del Vaticano 1998 (Quaderni di “Archiva Ecclesiae”, 4), pp. 57-68; F. CAVAZZANA ma rigorosa, dei “morti al fontego dei Turchi”, ossia dei defunti di ROMANELLI, Le società operaie confessionali di mutuo soccorso. Itinerari religione islamica residenti nel fondaco affacciato sul Canal grande storiografici negli archivi ecclesiastici veneziani, in Le società di mutuo poco lontano dalla chiesa parrocchiale37? E quale considerazione soccorso italiane e i loro archivi (Atti del seminario di studio “Le società di mutuo soccorso italiane e i loro archivi”, Spoleto 8-10 novembre 1995), Roma mescolata di pena e di osservanza giuridica avrà mosso il parroco 1999, pp. 197-208; M. BARAUSSE, Guida alle fonti per la storia delle società di Santi Apostoli Ð caso unico fra quelli fino ad oggi riscontrati Ð operaie cattoliche di mutuo soccorso negli archivi ecclesiastici veneziani, in Le a tenere nel suo ufficio, fra il 1820 e il 1839 un “registro particolare società di mutuo soccorso cit., pp. 209-213. degli aborti” 38? E quali precoci e forse inespresse intuizioni di 2 Dal 1996 l’Archivio del Patriarcato collabora con l’IRRSAE del Veneto e spiritualità vocazionale possono ancora essere lette dietro altri enti all’iniziativa “Didattica delle storie locali”. I laboratori organizzati l’intestazione – anche in questo caso con scelta non ovvia rispetto hanno riguardato temi quali “Fonti per la storia della famiglia nell’Archivio storico del Patriarcato di Venezia” (1996/1997), “Storie di fanciulle, di spose e alle consuetudini altrove riscontrate Ð di un unico registro da parte di madri” (1997/98), “Fonti per la storia di Mestre negli archivi ecclesiastici di alcuni parroci per annotarvi a partire le ‘stride’ ossia le veneziani” (1998-1999). Numerose pure le visite guidate all’Archivio e i pubblicazioni sia per i nubendi che per gli ordinandi 39? seminari di studio, specie con corsi Universitari. Si segnala al proposito la Orizzonti di ricerca e di analisi, questi come altri consimili, a collaborazione dell’Archivio patriarcale alla ricerca “I processi matrimoniali proposito dei quali l’indagine archivistica – indagine sulle strutture come fonte storica” condotta dall’Università degli studi di Trento e dall’Istituto storico italo-germanico di Trento. dei fondi, sulla natura e sui modi del loro prodursi e sedimentarsi, 3 Si veda principalmente F. CAVAZZANA ROMANELLI, Archivio storico del sui loro ordinamenti e sulla loro configurazione – può rivelare una Patriarcato cit. volta ancora valenze di vera e propria storia della cultura. 4 F. CAVAZZANA ROMANELLI - G. BERNARDI - P BENUSSI, Gli archivi dei Seminari veneziani, in Chiesa, chierici, sacerdoti. Clero e Seminari Italia tra XVI e XX secolo (Atti del convegno, Siena, 21 maggio 1999), in corso di stampa. 5 Note BERTOLI, Incontro di studio cit. 6 CAVAZZANA ROMANELLI, Le società operaie cit.; BARAUSSE, Guida alle fonti cit. 1 AVAZZANA OMANELLI F. C R , Per un censimento degli archivi storici della 7 Chiesa veneziana, in “Archiva Ecclesiae”, 30-31 (1987-1988), pp. 249-253; C. Ad un orientamento storiografico che privilegiava analisi prevalentemente quantitative e sociologiche si è sostituito oggi un più allargato approccio al SALMINI, Regione Veneto: il progetto ARCA, in “Archivi & computer”, I (1991), contesto istituzionale che ha prodotto la documentazione parrocchiale, alla 1, pp. 83-84; A.SCHIAVON, Arca, in “Archivi & computer”, II (1992), 2, pp. 166- cultura e alla sensibilità dei suoi estensori. Così, in un’ampia sintesi della 172; F. CAVAZZANA ROMANELLI - C. SALMINI, Inventariazione archivistica e standard descrittivi. Il progetto ARCA, in “Archivi per la storia” V/1 (1992), pp. recente storiografia internazionale cui si fa rinvio, C. POVOLO, Archivi parrocchiali e dibattito storiografico, in Archivi e chiesa locale cit., pp. 211-216. Cfr. pure 119-147; C. SALMINI, Arca: un’applicazione di CDS/ISIS per l’ordinamento e l’inventariazione degli archivi storici della Chiesa veneziana, in “Archiva più oltre, n. 29. 8 Ecclesiae”, 34-35 (1991-1992), pp. 209-218; F. CAVAZZANA ROMANELLI, Avviato nella primavera del 1997 grazie all’iniziativa congiunta del Archivistica ecclesiastica a Venezia. Dal corso agli atti, in Archivi e chiesa Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Veneto, il progetto locale. Studi e contributi, a cura di F. Cavazzana Romanelli e I. Ruol (Atti del “Informatizzazione degli archivi storici ecclesiastici” – denominato “Ecclesiae corso di archivistica ecclesiastica, Venezia, dicembre 1989 - marzo 1990, Curia Venetae” in omaggio alla grande tradizione di storiografia ecclesiastica locale patriarcale di Venezia, Studium cattolico veneziano, Regione Veneto - – è stato realizzato nell’ambito delle iniziative promosse dalla legge statale n.84 Assessorato all’Istruzione e cultura), Venezia 1993, pp. 9-14; EAD., Il progetto del 19 aprile 1900 “Piano organico di inventariazione, catalogazione ed ARCA per gli archivi storici della Chiesa veneziana, in Archivi e chiesa locale elaborazione della carta del rischio dei beni culturali, anche in relazione cit., pp. 23-28; EAD., Chiesa veneziana e archivi storici. Il progetto ARCA, in all’entrata in vigore dell’Atto unico europeo”. Grazie al lavoro di nove catalogatori Archivi ecclesiastici e mondo moderno (Atti del convegno, Padova, 5 ottobre guidati dalla direzione scientifica e dalla direzione esecutiva del progetto, e 1991, Consulta per i beni ecclesiastici delle Tre Venezie, Giunta regionale del grazie pure alla disponibilità e all’assistenza fornita dai responsabili degli Veneto), Padova 1993, pp. 76-83; B. BERTOLI, Incontro di studio: «L’archivio archivi diocesani, il progetto ha prodotto, nell’arco di poco più di un anno, il dell’Azione Cattolica: l’identità storica di un’associazione ecclesiale», in censimento completo e gran parte dell’inventariazione degli archivi diocesani “Rassegna degli Archivi di Stato”, LIII (1993), 1, pp. 93-96; F. CAVAZZANA di cinque diocesi del Veneto: Padova, Treviso, Verona, Vicenza, Vittorio ROMANELLI, Archivio Storico del Patriarcato di Venezia, in ASSOCIAZIONE Veneto, cui idealmente unire i fondi del Patriarcato di Venezia, in precedenza ARCHIVISTICA ECCLESIASTICA, Guida degli archivi diocesani d’Italia, vol. II, a sottoposti ad inventariazione secondo analoghi criteri nell’ambito del citato cura di V. Monachino, E. Boaga, L. Osbat, S. Palese (numero monografico di progetto ARCA. “Archiva Ecclesiae”, 36-37 /1993 - 1994; edito pure come “Pubblicazioni degli Sono state realizzate complessivamente circa 18.000 schede relative sia ai Archivi di Stato - Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato. 74”), pp. 285- singoli istituti, sia ai fondi in essi conservati (archivi della Curia, innanzitutto, 300; D. PORCARO MASSAFRA, Archivi e Chiesa locale a Venezia. Un contributo ma pure carte di fondi aggregati e annessi quali Mensa vescovile, carte private alla conoscenza degli archivi ecclesiastici, in “Rassegna degli Archivi di di singoli vescovi o ecclesiastici, confraternite e associazioni), alle serie ed Stato”, LIV (1994), 1, pp. 114-123; F. CAVAZZANA R OMANELLI, Fonti per la storia eventuali sottoserie, ai singoli pezzi quali registri, buste, fascicoli. Sono stati marciana nell’Archivio storico del patriarcato di Venezia, in San Marco. compresi nel lavoro di inventariazione anche numerosi archivi di parrocchie, in Aspetti storici ed agiografici (Atti del convegno internazionale di studi, varie epoche pervenuti negli archivi diocesani e presso di essi tutt’oggi Venezia, 26-29 aprile 1994), a cura di A. Niero, Venezia 1966, pp. 205-222 e conservati, anche se in prevalenza limitatamente ai registri canonici. L’intera tavv. 1-4; EAD., L’archivio storico del Patriarcato di Venezia, in “Notiziario banca dati, creata secondo i tracciati e il programma informatico del progetto bibliografico. Periodico della Giunta regionale del Veneto”, 23 (sett. 1996), pp. “Anagrafe” dell’Amministrazione archivistica statale, è stata pure resa 23-25; EAD., A proposito di archivi parrocchiali: echi da un dibattito aperto, in disponibile, attraverso la creazione di un apposito programma di scambio, nel A.N.A.I.-SEZIONE E MILIA R OMAGNA, COMUNE DI F IORANO M ODENESE, ASSESSORATO sistema informativo ARCA prodotto dall’Archivio Storico del Patriarcato di AI SERVIZI E BENI CULTURALI, CENTRO SUGLI ARCHIVI PARROCCHIALI, Gli archivi Venezia e dalla Regione Veneto. Un ulteriore trasferimento dei dati nel più 20 aggiornato sistema ARCANA Ð frutto del prosieguo del progetto tuttora in corso con leggeri ritocchi con il titolo di Il patriarcato di Venezia tra regime – consente oggi in aggiunta un’agevole lettura e gestione dei dati per napoleonico e restaurazione asburgica quale capitolo del volume B. BERTOLI, l’interrogazione, per la produzione di censimenti ed inventari a stampa, nonché Chiesa, società, Stato nel Vento della Restaurazione, Vicenza 1985), pp. XIII- per un’eventuale immissione della banca dati in rete. Cfr. le tavole all’appendice n. 6. XVII; cfr. pure, alle pp. 227-232, “Elenco delle chiese parrocchiali e succursali, 9 L’Archivio patriarcale fornisce pure alle parrocchie che lo desiderino degli oratori e delle chiese soppresse” e “Tavola delle concentrazioni delle assistenza per problemi di conservazione dei materiali, imbustamenti e, d’intesa parrocchie”, riportate pure in BERTOLI, Le parroccchie veneziane cit., pp. 155- con la Soprintendenza archivistica, restauri. 158; S. TRAMONTIN, La riduzione napoleonica delle parrocchie a Venezia: origine - attuazione - conseguenze, in “Ricerche di storia sociale e religiosa”, 10 Diamo qualche numero: su 25 archivi parrocchiali a tutt’oggi inventariati, n.s., XX (1991), 39, gennaio-giugno, pp. 119-136. Più in generale F. AGOSTINI, 11 sono consultabili presso le parrocchie, gli altri 14 sono stati depositati in La riforma napoleonica della Chiesa nella Repubblica e nel Regno d’Italia, tempi diversi in Archivio patriarcale; di altri, non ancora inventariati o solo Vicenza 1990. censiti, è in corso la pratica di deposito. Le cifre si riferiscono non ai singoli 22 fondi (enti produttori), ma alle aggregazioni di fondi presso le singole parrocchie: Ma in alcune parrocchie successivi, improvvidi ordinamenti procedettero cfr. più oltre nel testo. all’integrazione dei registri canonici di tutte le parrocchie concentrate in serie uniche e indifferenziate. 11 CAVAZZANA ROMANELLI, A proposito di archivi parrocchiali cit., p. 148. 23 12 Si vedano al proposito i modelli di struttura dei fondi esemplificati alle La successione degli archivi nella redazione conclusiva del sistema tavole dell’appendice 1. informativo si uniforma a quella delle parrocchie così come riportata, entro la 24 suddivisione dei vicariati, dall’annuario diocesano. Si veda la tavola all’appendice 2. 25 13 Per il progredire del piano di censimento ed inventariazione, che sta F. CAVAZZANA ROMANELLI, A proposito di archivi parrocchiali cit., p. 149. giungendo a termine per quanto riguarda i 31 archivi delle parrocchie facenti Assai chiaro e diffuso il saggio di A. GONELLA, Archivi parrocchiali e progetto parte dei vicariati del centro storico – ma alcune anticipazioni sono già state “Anagrafe”, in Gli archivi parrocchiali cit., pp. 91-106. A parere di chi scrive messe a punto per quanto riguarda alcuni vicariati della terraferma con il rapporto fra il fondo principale e gli eventuali i fondi aggregati ed annessi non l’inventariazione degli archivi di San Lorenzo di Mestre, San Martino di Burano può essere assimilato, quanto a valore nella rappresentazione plurilivellare, a e Santissima Trinità di Treporti –, si veda Progetto ARCA - Archivi storici della quello tra un fondo Ð a qualsiasi livello venga rappresentato Ð e le sue partizioni Chiesa veneziana. Indice degli inventari e il Censimento degli archivi delle quali serie e sottoserie. parrocchie di antica fondazione della Diocesi di Venezia presso l’Archivio 26 Si veda l’elenco delle serie all’appendice n. 3. storico patriarcale. 27 Si veda uno stralcio significativo riportato nell’appendice n. 4. 14 B. BERTOLI, Le parrocchie veneziane dal Medioevo al secolo XX. Un profilo 28 Illuminanti anticipazioni – e indicazioni di ricerca – sull’accoglimento a storico-istituzionale, in Archivi e chiesa locale cit., pp. 121-152. Venezia della lezione del Concilio in tema di archivistica sono formulate nel già 15 Non pochi fondi di “scuole piccole e suffragi” di dimensione parrocchiale citato saggio di BERTOLI, Le parrocchie veneziane cit., pp. 130-132: l’esistenza confluirono, dopo la soppressione napoleonica e attraverso itinerari analoghi a già in epoca preconciliare delle serie archivistiche dei registri canonici nelle quelli degli archivi dei monasteri e conventi indemaniati, altrove da chi scrive parrocchie è attestata tramite il ricorso alle visite pastorali (cfr. S. TRAMONTIN, illustrati (F. CAVAZZANA ROMANELLI, Corporazioni religiose, in coll. con A. Indicazioni delle visite pastorali per la “conta delle anime”: il caso veneziano, SCHIAVON, in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI - UFFICIO CENTRALE in La conta delle anime. Popolazione e registri parrocchiali: questioni di metodo PER I BENI ARCHIVISTICI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, IV, voce ed esperienze, a cura di G. Coppola e C. Grandi, Bologna 1989, pp. 171-185). Archivio di Stato di Venezia, Roma 1994, pp. 1102-1114; F. CAVAZZANA 29 Ma entrati in vigore dal 1 maggio 1564. Il testo in Concilium Tridentinum, ROMANELLI, Fondi monastici negli archivi veneti: i viaggi delle carte, in Il sess. XXIV, de Ref., c. I, c. II, in Conciliorum oecumenicorum decreta, a cura di monachesimo nel Veneto medioevale (atti del convegno di studi in occasione del G. Alberigo, G. Dossetti, P.P. Joannou, C. Leonardi e P. Prodi, Bologna 1973, millenario di fondazione dell’abbazia di S. Maria di Mogliano Veneto, Treviso, pp. 756-757. Sui registri parrocchiali si veda in generale COMITATO ITALIANO PER 30 novembre 1996), a cura di F.G.B. Trolese, Cesena 1998 (“Italia benedettina”, LO STUDIO DELLA DEMOGRAFIA STORICA, Le fonti della demografia storica in Italia. XVII), pp. 201-215), all’Archivio generale veneto oggi Archivio di Stato dei Atti del seminario di demografia storica 1971-1972, I/I-II, Roma 1974 (in INISTERO PER Frari (cfr. Archivio di Stato di Venezia, a cura di M.T. Tiepolo, in M particolare C.A. CORSINI, Nascite e matrimoni, pp. 647-699); D. BALBONI, I libri I B ENI C ULTURALI E A MBIENTALI - UFFICIO PER I B ENI A RCHIVISTICI, Guida generale parrocchiali dopo il Concilio di Trento, in “Archiva Ecclesiae”, XVIII-XXI IV degli Archivi di Stato Italiani, , Roma 1994, pp. 1088-1095). Altro materiale (1975-1978), pp. 234-235; P. PRODI, Il Concilio di Trento e i libri parrocchiali. dal carattere anche esteriormente pregiato quali statuti o matricole percorse le La registrazione come strumento per un nuovo statuto dell’individuo e della strade del collezionismo ed è in buona parte reperibile presso alcune biblioteche famiglia nello Stato confessionale della prima età moderna, in La conta delle veneziane. È in preparazione, in concomitanza con la conclusione dell’in- anime, cit., pp. 13- 20. Sugli sviluppi ottocenteschi in area veneta e trentina: ventariazione degli archivi parrocchiali dei vicariati del centro storico, uno A. GAMBASIN, Anagrafi parrocchiali: fonti per la storia della popolazione, in studio complessivo che restituisca quantomeno in forma di censimento, al di là Anagrafi parrocchiali e popolazione nel Veneto tra XVII e XIX secolo, a cura di delle divaricazioni della storia esterna delle carte, il quadro integrato di tale F. Agostini, Vicenza 1989, pp. 11-17; C. GRANDI, “Curatore d’anime dello stato documentazione. civile”: il parroco durante la seconda dominazione asburgica (1814-1918), in 16 CAVAZZANA ROMANELLI, Le società operaie cit.; BARAUSSE, Guida alle fonti cit. La conta delle anime cit., pp. 251- 273. 17 S. TRAMONTIN, Le fabbricerie parrocchiali e la procuratoria di San Marco, 30 Anche sui modi adottati in antico di legare assieme in più consistenti in Archivi e Chiesa locale cit., pp. 161-167; la normativa di età napoleonica e volumi unitari i registrini di battesimi, matrimoni e morti, unendo le tre tipologie le istruzioni ai fabbricieri per la gestione della rendicontazione sono raccolte in secondo bande cronologiche o lasciandole scorrere in serie separate e parallele, Manuale de’ fabbricieri, Milano 1812; cfr. pure B. SAVALDI, La fabbriceria sono state verificate differenze di consuetudini fra le diocesi venete. parrocchiale nelle Provincie lombardo-venete, Milano 1934. 31 Archivio storico del Patriarcato di Venezia (d’ora in avanti ASPV), 18 Istruzioni sopra l’istituzione e la direzione delle fabbricerie, 15 settembre Parrocchia di S. Giacomo dall’Orio, Registri dei battesimi, reg. 1 “Libro de 1807, in Manuale de’ fabbricieri cit., pp. 10-22, in particolare art. 6, p. 12. battezzati. Principia del 1534 […] 1598”. Le registrazioni, come ricorda 19 Si veda il caso della fabbriceria di S. Giovanni Battista in Bragora, di cui l’inventario curato da M.G. Siet, riguardano esclusivamente membri delle all’appendice 1. famiglie patrizie “dati in notta all’Avogaria di Comun”. Dal 1564 le stesse 20 registrazioni sono riportate anche nel registro ordinario “Battesimi 1564- Ad eccezione di quelle del Santissimo, sottoposte alla direzione 1596”; Parrocchia di S. Margherita, Registri di battesimi, matrimoni e morti, dell’ordinario e del parroco per “l’esercizio delle sacre funzioni” e amministrate, reg. 1. “Libro de’ battisii, morti et maritati nobili della collegiata, chiesa et quanto a gestione dei beni e delle rendite, dalle fabbricerie parrocchiali (Decreto parochial di S. Margarita. 1541 sino 1582” (a c. 1a: “Al nome del la Santissima Regno Italico “sopra le confraternite e le fabbricerie” del 26 maggio 1807, citato Trinità et de tuta la corte celestial. Comenzo mi pre Hieronimo Zuchoniano dall’art. 1) e Istruzioni sopra l’istituzione delle fabbricerie cit., entrambi in piovan de la chiesia de madona S. Margarita, da principio et notar sopra questo Manuale de’ fabbricieri cit. presente libro con bona ventura tuti li fioli mascoli che de tempo in tempo 21 B. BERTOLI, Modificazioni strutturali della Chiesa veneziana dalla visita nascerà in questa nostra parochia, li quai sarano nobeli et che sum tenuto dar in Flangini alla visita Pyrker, in La visita pastorale di Giovanni Ladislao Pyrker notta alla Vogaria iuxta il comandamento et le leze dela terra”: così l’inventario nella diocesi di Venezia, a cura di B. Bertoli e S. Tramontin, Roma 1971 (riedito curato da M. Magro). 21 32 Si veda appendice 3. Appendice 1 33 BERTOLI, Le parrocchie veneziane cit., ampiamente utilizzato anche per le Modelli di struttura dei fondi considerazioni che seguono nel testo. La segnalazione del decreto del 1560 in archivi parrocchiali veneziani rinvia alla tesi di laurea di M. BRUSSATO, La diocesi di Venezia nella visita del patriarca Trevisan (1560-1590), relatore M. Berengo, Università degli studi di Venezia, Facoltà di Lettere, a. a. 1986-87, pp. 134-135. Il decreto è in ASPV, Questi alcuni dei possibili modelli di struttura, resi attraverso minimi Curia II, Actorum, mandatorum, preceptorum, reg. 66, c 41v. Ed ecco, a accorgimenti tipografici, dei fondi aggregati e annessi entro gli archivi parroc- testimonianza di una letterale applicazione del decreto patriarcale che chiedeva chiali veneziani. Gli stessi sono facilmente raffigurabili con la consueta di non superare gli otto giorni dalla nascita per la celebrazione del battesimo, il modalità di rappresentazione plurivellare ad albero rovesciato, o con una parroco di S. Margherita impostare nel 1561 un registro di battesimi in forma accorta sequenza di codici dei rispettivi fondi. E’ evidente, nei primi quattro di partita doppia, con a sinistra la registrazione della data di nascita e a destra casi, la presenza in un’unica sede parrocchiale di più archivi di parrocchie e di quella del battesimo. Così suggerisce, ad anticipazione illuminante di comuni chiese concentrati in epoca napoleonica, ognuno con i propri archivi di ricerche circa l’impatto della normativa canonica sulla prassi archivistica confraternite annessi. L’ultimo caso si riferisce alla situazione, cui si fa cenno veneziana, Ermanno Orlando, che ringrazio vivamente per la segnalazione. nel testo, conseguente all’acquisizione da parte della fabbriceria parrocchiale nel suo proprio archivio di documentazione della parrocchia titolare, di quella 34 S. TRAMONTIN, La visita apostolica del 1581 a Venezia, in “Studi Veneziani”, aggregata, e di ben quattordici fondi di confraternite delle due parrocchie citate IV (1967), pp. 453-533. di altre due territorialmente contigue. Si tratta di una tipica situazione in cui 35 Su questa linea ci pare di leggere alcune osservazioni in G. RABOTTI, In esercitare quella descrizione separata e connessa dei fondi e dei loro enti margine al volume sugli archivi parrocchiali della provincia di Modena, in Gli produttori, con tutta la trafila delle relazioni di connessioni incrociate su più archivi parrocchiali cit., pp. 71-74, ove si ricordava come “Si realizzano così livelli, suggerita dalle norme ISAD e ISAAR. vere e proprie scoperte, secondo i tanti aspetti della vita religiosa e sociale che emergono dalla mera intitolazione delle serie o di singole unità archivistiche; in Parrocchia di S. Marco altri casi le scoperte verranno solo dallo studio della composizione interna di Parrocchia di San Marco (1571-1935) quelle serie o di quelle unità. […] Così come può essere importante il rendersi Scuola della Dottrina cristiana in S. Marco (sec. XX in.) conto del perché della presenza, o della assenza, di una determinata serie Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli in S. Marco (1931-1935) archivistica, e questo rispetto anche alla documentazione collaterale ed estranea Parrocchia di S. Basso (1557-sec. XIX ex., con docc. in copia dal 1475) che si è venuta aggregando e amalgamando con quella propria dell’ente” (p.72). Parrocchia di S. Geminiano (1550-1808) 36 ASPV, Parrocchia di S. Giacomo dall’Orio, Registri degli infermi,, reg. 1 Parrocchia di S. Zulian (1452-1906, con docc. in copia dal 1922) “Libro d’amalati di 6 luglio 1631 San Giacomo dall’Orio” (1631, 6 luglio – Scuola di S. Maria Vergine Addolorata in S. Zulian (1856-1933) 1631, 17 dicembre). Un caso di registrazione analoga, ma integrata nella serie Scuola dei devoti della beata Vergine in S. Zulian (1749-1789) dei “morti”, in ASPV, Parrocchia di SS. Apostoli, Registri dei morti, reg. 4 Scuola di S. Giuliano in S. Zulian (1749-1801) “Morti. Principia giugno 1627, termina decembre” 1631 (1627-1631): Scuola del Santissimo Sacramento in S. Zulian (1603-1807, con docc. l’inventario, a cura di Ermanno Orlando, segnala “In apertura ‘Libro delli feriti in copia dal 1269) della contrà di SS. Apostoli’, che registra i casi sospetti di peste (1631, ago. 22 Scuola di S. Rocco in S. Zulian (1595-1802) – 1632, apr. 23). Sul verso della carta di guardia: ‘Libro di morti dal tempo della Chiesa di S. Gallo (1821-1913) peste, che Iddio ci guardi da quella’”. Pia Unione della beata Vergine del Buon Consiglio in S. Gallo (1873-1914) 37 ASPV, Parrocchia di S. Giacomo dall’Orio, Registro dei morti al fontego dei Turchi, reg. 1 “1621, adì 13 del mese di lulio. Libro de turchi morti” (1621- Parrocchia di S. Luca 1823). Parrocchia di S. Luca (1550-1935, con docc. in copia dal 1328 e notizie dal 1514) 38 ASPV, Parrocchia di SS. Apostoli, Registri dei nati morti, reg. 1. Annota Fabbriceria di S. Luca (1782-1935) l’inventario che il registro “raccoglie le ‘fedi’, o certificazioni giurate, degli Scuola del Santissimo Sacramento in S. Luca (1514-1906) aborti spontanei verificatisi in parrocchia, rilasciate al parroco dal medico o Scuola della beata Vergine della Neve in S. Luca (1606-1807) dalla levatrice assistenti al parto. Ciascuna notazione, in sequenza cronologica, Scuola di S. Antonio da Padova in S. Luca (1799-1807) registra oltre alle generalità della partoriente e al suo domicilio, l’ora del parto Scuola di S. Giuseppe in S. Luca (1785-1871) e il nome dell’assistente”. Gioventù femminile di Azione Cattolica in S. Luca (post 1935) 39 Alcuni esempi in ASPV, Parrocchia di S. Marco, Pubblicazioni ossia Parrocchia di S. Paternian (1183-1827, con docc. in copia dal 1170) ‘stride’ di matrimoni e per ordinandi, reg. 1, (1763-1818). Scuola del Santissimo Sacramento in S. Paternian (1751-1807) Devozione di Sant’Anna in S. Paternian (1718-1783) Parrocchia di S. Benetto (1437-1927, con docc. in copia dal 1013 e regesti di docc. Dal 1220) Scuola del Santissimo Sacramento in S. Benetto (1539-1808, con docc. in copia dal 1537) Scuola della beata Vergine in S. Benetto (1613-1805, con docc. in copia dal 1537) Parrocchia di S. Salvador Parrocchia di S. Salvador (1549-1935) Fabbriceria di S. Salvador (sec. XVIII-1935) Scuola del Santissimo Sacramento in S. Salvador (1701-1897, con regesti di docc. dal 1548) Scuola della Dottrina cristiana in S. Salvador (1820-1930) Compagnia di S. Luigi Gonzaga in S. Salvador (1836-1891) Suffragio della Croce in S. Salvador (1798-1805) Scuola del Rosario in S. Salvador (1836-1861) Scuola di S. Maria Nova in S. Salvador (1766-1807) Scuola della beata Vergine del Carmine in S. Salvador (1825-1848) Scuola di S. Adriano in S. Salvador (1777) Scuola di S. Antonio abate in S. Salvador (1859-1862) Parrocchia di San Bartolomeo (1365-1915, con docc. in copia dall’800 e notizie di docc. dal 635) Scuola del Santissimo Sacramento in S. Bartolomeo (sec. XVII-1882, con docc. in copia dal 1564)

22 Scuola di S. Mattia in S. Bartolomeo (1361-1806) dalla banca dati. Sono attualmente allo studio sviluppi e possibili modifiche Scuola della beata Vergine del Pianto in S. Bartolomeo (1753-1805) dell’intero sistema di codificazione impostato in avvio del progetto. Pia Fraterna Prigioni in S. Bartolomeo (1795) Scuola della Sacra Scrittura in S. Bartolomeo (sec. XVII-sec. XVIII) 213 Parrocchia di S. Luca Scuola della Dottrina cristiana in S. Bartolomeo (1821-1935) 213.0 Parrocchia di S. Luca Parrocchia di S. Giacomo dall’Orio 213.0.0 Fabbriceria di S. Luca Parrocchia di S. Giacomo dall’Orio (1448-1935, con docc. in copia dal 213.0.1 Scuola del Santissimo Sacramento in S. Luca 1237 e notizie dal 555) 213.0.2 Scuola della beata Vergine della Neve in S. Luca Fabbriceria di S. Giacomo dall’Orio (1692-1935, con atti in copia 3.3.3 Scuola di S. Antonio da Padova in S. Luca dal 1580 ed estratti di docc. dal 1518) 3.3.4 Scuola di S. Giuseppe in S. Luca Scuola del Santissimo Sacramento in S. Giacomo dall’Orio (1568- 213.0.5 Gioventù femminile di Azione Cattolica in S. Luca 1889, con estratti di docc. dal 1507 e notizie dal 1303) 213.1 Parrocchia di S. Paternian Scuola della beata Vergine Annunciata in S. Giacomo dall’Orio 213.1.1 Scuola del Santissimo Sacramento in S. Paternian (1596-1763, con seguiti al 1771) 213.1.2 Devozione di S. Anna in S. Paternian Compagnia della Messa quotidiana in S. Giacomo dall’Orio 213.2 Parrocchia di S. Benetto (1707-1770) 213.2.1 Scuola del Santissimo Sacramento in S. Benetto Compagnia della Sacra Famiglia in S. Giacomo dall’Orio (1729-1765) 213.2.2 Scuola della beata Vergine in S. Benetto Pia Unione delle Madri cristiane in S. Giacomo dall’Orio (1928-1931, con docc. al 1932) Parrocchia di S. Stae (1592-sec. XX in., con docc. dalla metà del sec. XVI e notizie dal sec. XV in.) Appendice 3 Scuola del Santissimo Sacramento in S. Stae (1558-1792, con docc. in copia dal sec. XVI in.) Archivi parrocchiali veneziani: tavola delle serie Scuola della beata Vergine Assunta in S. Stae (1400-1867) Fraterna dei Poveri in S. Stae (1724-1787) L’elenco – lungi dal proporsi quale titolario delle serie degli archivi parrocchiali Parrocchia di S. Giovanni Decollato (sec. XV metà-1824, con docc. composto a priori Ð rappresenta il risultato cumulativo a posteriori, sempre al 1881, docc. in copia dal 1274 e notizie dal 1222) aperto ad eventuali ritocchi e incrementi, dell’individuazione di tutte le tipologie Fabbriceria di S. Giovanni Decollato (1807-1808, con seguiti al 1813) di serie archivistiche (fino al codice 399 afferenti ai registri canonici, e Scuola del Santissimo Sacramento in S. Giovanni Decollato (1770- successivamente alle altre serie) effettivamente ritrovate negli archivi parrocchiali 1807, con seguiti al 1808) veneziani a tutt’oggi inventariati. Evidente, a fianco delle note serie canoniche Oratorio dei SS. Filippo e Girolamo in S. Giovanni Decollato (1823- avviate dal Concilio tridentino e formalizzate dal “Rituale romanum” del 1614, 1915, con docc. al 1923) il fiorire di una grande varietà di serie parallele (quali gli ‘squarzi’ ossia minute) Compagnia delle Consorelle del SS. Rosario in S. Giovanni Decollato o minori (assai affollate le aree documentarie dei matrimoni) o ancora frutto (1773-1807) archivistico di specifiche situazioni locali e di aggregazioni particolari. Parrocchia di S. Boldo (1491-1809) Le ultime due serie – impropriamente assimilate all’archivio – raccolgono Scuola del Santissimo Sacramento in S. Boldo (1717-1807) provvisoriamente il materiale bibliografico reperito assieme alle carte in attesa Parrocchia di S. Giovanni Battista in Bragora della sua integrazione in più pertinente catalogo bibliografico in via di Parrocchia di S. Giovanni Battista in Bragora (1561-1935) approntamento nell’ambito del progetto “Antiche biblioteche ecclesiastiche Fabbriceria di S. Giovanni Battista in Bragora (1316-1935, con notizie veneziane”, giusto a partire da alcune consistenti e pregiate biblioteche di docc. dal 1225), con documenti di Parrocchia di S. Giovanni Battista parrocchiali – quali quelle dei Santi Apostoli o dell’Angelo Raffaele – pervenute in Bragora, Scuola del Santissimo Sacramento in S. Giovanni Battista in Archivio patriarcale assieme ai fondi archivistici delle parrocchie. in Bragora, Scuola della beata Vergine Assunta in S. Giovanni Battista in Bragora; Scuola di S. Giovanni Battista in S. Giovanni Battista in 090 Repertori dell’archivio Bragora, Sovvegno del Santissimo Crocefisso in S. Giovanni Battista 105 Registri di battesimi e matrimoni (Registri di battesimi, cresime, in Bragora, Suffragio dei morti in S. Giovanni Battista in Bragora, matrimoni e morti) Scuola di S. Giovanni elemosinario in S. Giovanni Battista in Bragora, 110 Registri dei battesimi Parrocchia di S. Antonino, Scuola del Santissimo sacramento in S. 112 Battesimi delle chiese filiali Antonino, Scuola della beata Vergine del rosario in S. Antonino, 115 Repertori dei battesimi Scuola della beata Vergine addolorata in S. Antonino, Scuola della 116 ‘Squarzi’ di battesimi, matrimoni e morti (di pubblicazioni matrimoniali beata Vergine del Carmine in S. Antonino, Scuola di S. Giuseppe e di e per ordinandi) S. Luigi Gonzaga in S. Antonino, Scuola di S. Spiridione in S. 120 ‘Squarzi’ dei battesimi Antonino, Scuola di S. Sabba in S. Antonino, Compagnia della buona 140 Libri degli atti di nascita morte in S. Antonino, Scuola del Santissimo Sacramento in S. Provolo, 141 ‘Squarzi’ dei battesimi (sec. XIX) Scuola del Santissimo Sacramento in S. Severo. 142 Libri degli atti di nascita di più parrocchie concentrate Parrocchia di S. Antonino (1540-sec. XIX). 145 Repertori degli atti di nascita 150 Registri dei battesimi amministrati in Ospedale (o in altri istituti) 151 Libri degli atti di nascita all’Ospedale 152 Filze dei battesimi amministrati in Ospedale Appendice 2 153 Processi verbali di battesimi (amministrati da laici) 155 Attestati di battesimo Çda fuori parrocchiaÈ Esempio di rappresentazione di modelli di struttura 160 Battesimi segreti (Battesimi e matrimoni segreti) dei fondi tramite il sistema di codificazione di ARCA 163 Correzioni e legittimazioni di battesimi (cfr. pure lo stessa archivio nella tavola all’appendice 1) 165 Repertori di battesimi, matrimoni e morti (Repertori di battesimi, matrimoni, pubblicazioni e morti) Il codice 200 indica lo spazio degli archivi parrocchiali entro il sistema 167 Registri dei nati morti informativo degli archivi diocesani del progetto ARCA; la decina successiva il 168 Registri delle prime comunioni vicariato; l’unità la singola parrocchia ‘ospitante’ secondo la sequenza indicata 170 Registri delle cresime dall’annuario diocesano. Seguono dopo il punto le cifre indicanti i singoli fondi 172 Registri delle cresime amministrate in chiese non parrocchiali (l’archivio vero e proprio della parrocchia ospitante e più oltre quelli delle 175 Repertori delle cresime parrocchie concentrate) e, dopo altro punto, i rispettivi fondi annessi. La stessa 180 Filze delle cresime cifra in analoga posizione verticale connota in modo costante fondi analoghi 205 Registri di matrimoni e morti (fabbricerie, scuole del santissimo ecc.), consentendo estrazioni significative 210 Registri dei matrimoni 23 215 Repertori dei matrimoni 580 Capitolo. Liti e controversie 220 ‘Squarzi’ dei matrimoni 585 Capitolo. Divisioni (Libri dei ‘partidori’, incerti e livelli) 230 Filze dei matrimoni 590 Capitolo. ‘Riceveri’ 238 Assensi dei genitori dei nubendi minorenni 591 Capitolo. Utilità 240 Libri degli atti di matrimonio 592 Capitolo. Riscossioni 241 ‘Squarzi’ degli atti di matrimonio (sec. XIX) 245 Repertori degli atti di matrimonio 601 Registri di amministrazione 246 Pubblicazioni ossia ‘stride’ di matrimoni e per ordinandi 602 Carte di amministrazione 247 Contraddizioni di matrimoni 603 Amministrazione 248 ‘Squarzi’ di pubblicazioni di matrimoni e per ordinandi (‘Squarzi’ 605 Decime, affittanze e fabbrica e ‘stride’ di matrimoni) 606 Decime 249 Filze delle pubblicazioni di matrimoni 607 Affittanze 250 Registri dei matrimoni celebrati in istituti diversi (o in chiese non 610 Registri di cassa parrocchiali) 655 Polizze e ‘riceveri’ 252 Filze dei matrimoni celebrati in istituti diversi (o in chiese non parrocchiali) 657 Registri delle grazie 253 Libri degli atti di matrimonio all’Ospedale 670 Zecca 254 Filze dei matrimoni all’Ospedale 710 Inventari di beni 255 Registri dei matrimoni di altri riti 735 Fabbrica della chiesa 260 Matrimoni segreti 738 Arche e sepolture 263 Correzioni e legittimazioni di matrimoni 740 Testamenti 298 Filze di fedi varie 750 Commissarie 310 Registri dei morti 755 Livelli 315 Repertori dei morti 756 Donazioni 320 ‘Squarzi’ dei morti 830 Elemosine 330 Filze dei morti 833 Questue 340 Libri degli atti di morte 840 Mansionarie e legati 341 ‘Squarzi’ dei morte (sec. XIX) 842 Legati 342 Notifiche di morte 849 Giornali delle messe 345 Repertori degli atti di morte 850 Registri delle messe 348 Registri degli infermi 870 Controversie (Cause e controversie) 349 Registro dei morti nel Fontego dei Turchi 350 Registri dei morti all’Ospedale 920 Scritture diverse spettanti alla chiesa (‘Tomi’ di atti diversi) 351 Repertori dei morti all’Ospedale 921 Scritture diverse non spettanti alla chiesa 352 Filze dei morti all’Ospedale 925 Varia 353 Libri degli atti di morte all’Ospedale dei Mendicanti e all’Ospedaletto 928 Registri di incerta attribuzione 354 Repertori degli atti di morte all’Ospedale dei Mendicanti e all’Ospedaletto 930 Repertori non più attribuibili 355 Libri degli atti di morte all’Ospedale 935 Legature mute 356 Notifiche degli atti di morte all’Ospedale 950 Libri liturgici, biblici e devozionali 360 Filze di fedi varie 980 Periodici e biblioteca parrocchiale 370 Repertori dei battesimi, matrimoni e morti di parrocchie concentrate 372 Prospetti dei registri di battesimo, cresime, matrimoni e morti di parrocchie concentrate 380 Stati delle anime Appendice 4 383 Anagrafi Sinossi delle serie. Estrazione parziale dalla banca dati relativamente 410 Catastici e inventari di scritture alla date di avvio e di chiusura dei registri di battesimi, cresime, 415 Catastici di atti in copia matrimoni e morti (misti) e ai registri dei battesimi 420 Repertori dell’archivio 430 Cronache e memorie storiche Pur in una sostanziale adesione alla normativa tridentina, tempestivamente 450 Pergamene recepita in diocesi dal patriarca Giovanni Trevisan nel sinodo del 1564, si 458 Costituzioni e consuetudini (Costituzioni. Chiesa e capitolo) notano non poche situazioni di anticipazione collegate con le prescrizioni del 475 Elenchi dei pievani (Registri dei chierici) 1560 dello stesso patriarca Trevisan circa la registrazione dei battesimi, con 485 Registro dei celebranti forestieri sollecitazioni dell’autorità civile o con autonome iniziative dei parroci. Ben 495 Reliquie evidenti le parrocchie, già chiese di ordini fino alle indemaniazioni napoleoniche 498 Visite pastorali e investite della parrocchialità solo successivamente alle riorganizzazioni e 499 Confraternite, associazioni e movimenti diversi concentrazioni del primo decennio dell’800; così come risultano chiare le 501 Corrispondenza con autorità ecclesiastiche e civili sospensioni delle registrazioni nelle parrocchie in tale congiuntura concentrate. 502 Corrispondenza con autorità ecclesiastiche La data finale in corsivo indica che la serie prosegue nell’archivio corrente. 503 Corrispondenza con autorità civili 505 Normativa e istruzioni parrocchiali (“Ufficio arcipretale”. Registri di battesimi, cresime, matrimoni e morti (105) Prescrizioni e regolamenti) 211.0 Parrocchia di S. Marco 530 Decreti di autorità ecclesiastiche e civili Registri di battesimi, cresime, matrimoni e morti 1571 - 1665 550 Capitolo. Verbali e ‘parti’ 211.1 Parrocchia di S. Basso 560 Capitolo. ‘Parti’ Registri di battesimi e matrimoni 1564 - 1645 570 Capitolo. Atti 212.1 Parrocchia di S. Maria del giglio 571 Comunità conventuale. Atti capitolari e costituzioni Registri di battesimi e matrimoni 1553 - 1578 572 Comunità conventuale. Elezioni e relazioni priorali 212.2 Parrocchia di S. Fantin 573 Comunità conventuale. Visite canoniche Registri di battesimi, matrimoni e morti 1560 - 1629 574 Comunità conventuale. Santi e beati dell’ordine 243.3 Parrocchia di S. Agostino 575 Comunità conventuale. “Scrittori” Registri di battesimi e matrimoni 1564 Ð 1606 576 Comunità conventuale. “Storia” 246.2 Parrocchia di S. Giovanni decollato 577 Comunità conventuale. Registri di amministrazione Registri di battesimi, matrimoni e morti 1576 - 1685 24 255.2 Parrocchia di S. Margherita Registri dei nati all’ospedale 1882 - 1905 p. 10 Registri di battesimi, matrimoni e morti 1541 - 1605 Battesimi segreti 1780 - 1831 p. 11 Registri delle cresime 1803 - 1868 p. 11 Registri dei battesimi (110) Filze delle cresime 1865 - 1908 211.0 Parrocchia di S. Marco 1665 - 1935 con documenti dal 1803 p.12 1.1 Parrocchia di S. Basso 1629 - 1808 Registri dei matrimoni 1608 - 1929 p. 13 1.2 Parrocchia di S. Geminiano 1563 - 1808 “Squarzi” dei matrimoni 1858 - 1914 p. 16 1.3 Parrocchia di S. Zulian 1564 - 1808 Libri degli atti di matrimonio 1815 - 1869 p. 17 212.0 Parrocchia di S. Moisè 1571 - 1810 Filze dei matrimoni 1609 - 1935 212.1 Parrocchia di S. Maria del giglio 1553 - 1855 con documenti dal 1598 p. 19 212.2 Parrocchia di S. Fantin 1629 - 1808 Pubblicazioni di matrimoni 1740 - 1927 p. 28 213.0 Parrocchia di S. Luca 1550 - 1889 Registri dei morti 1606 - 1935 p. 29 213.1 Parrocchia di S. Paternian 1567 - 1808 Libri degli atti di morte 1816 - 1866 p. 34 213.2 Parrocchia di S. Beneto 1568 - 1808 “Squarzi” dei morti 1867 - 1935 p. 36 214.0 Parrocchia di S. Salvador 1564 - 1935 Registri dei morti all’ospedale 1845 - 1905 p. 37 214.1 Parrocchia di S. Bartolomeo 1580 - 1810 Anagrafi 1785 p. 38 215.0 Parrocchia di S. Stefano 1810 - 1935 Catastici sec. XVI metà - 1827 con documenti 215.1 Parrocchia di S. Angelo 1564 - 1810 in copia dal 1328 e seguiti al 1898 215.2 Parrocchia di S. Vidal 1564 - 1810 215.3 Parrocchia di S. Samuele 1565 - 1811 p. 38 215.4 Parrocchia di S. Maurizio 1630 - 1810 Cronache e memorie storiche sec. XVIII metà - [sec. XIX in.?] 216.0 Parrocchia di S. Zaccaria 1810 - 1926 p. 40 216.1 Parrocchia di S. Provolo 1605 - 1808 Visite pastorali 1845 - 1908 p. 41 216.2 Parrocchia di S. Giovanni novo 1554 - 1808 Corrispondenza con autorità ecclesiastiche e civili 216.3 Parrocchia di S. Severo 1571 - 1808 1735 - 1935 217.0 Parrocchia di S. Maria formosa 1564 - 1935 con documenti dal 1640 p. 41 217.1 Parrocchia di S. Lio 1566 - 1810 Decreti di autorità ecclesiastiche e civili 217.2 Parrocchia di S. Marina 1564 - 1808 1538 - 1797 p. 45 218.0 Parrocchia di SS. Giovanni e Paolo 1810 - 1929 Capitolo. Atti 1513 - 1816 p. 49 221.0 Parrocchia di S. Pietro di Castello 1564 - 1935 Capitolo. Liti e controversie 1591 - 1773 p. 53 222.0 Parrocchia di S. Martino 1584 - 1914 Carte di amministrazione 1647 - 1784 p. 56 222.1 Parrocchia di S. Biagio 1564 - 1808 Affittanze 1793 - 1805 p. 58 223.0 Parrocchia di S. Francesco della vigna 1810 - 1935 Registri di cassa 1652 - 1808 p. 58 223.1 Parrocchia di S. Ternita 1566 - 1810 “Riceveri” 1732 - 1805 p. 61 223.2 Parrocchia di S. Giustina 1596 - 1808 “Zecca” 1647 - 1818 224.0 Parrocchia di S. Giovanni Battista in Bragora 1561 - 1938 Inventari di beni 1767 - 1811 p. 63 224.1 Parrocchia di S. Antonino 1540 - 1810 Arche e sepolture 1728 - 1802 p. 64 231.0 Parrocchia di S. Geremia 1569 - 1935 Testamenti 1573 - 1784 p. 65 235.0 Parrocchia di SS. Apostoli 1571 - 1924 “Livelli” 1723 - 1775 242.0 Parrocchia di S. Cassiano 1564 - 1916 Registri di spese per esequie 1676 - 1783 p. 73 243.0 Parrocchia di S. Maria gloriosa dei Frari 1810 - 1911 243.1 Parrocchia di S. Polo 1564 - 1810 Cause e controversie 1605 - 1807 243.2 Parrocchia di S. Stin 1564 - 1809 con notizie dal 1514 p. 74 243.3 Parrocchia di S. Agostino 1606 - 1808 Varia 1634 - 1797 p. 77 243.4 Parrocchia di S. Tomà 1564 - 1807 Libri liturgici e devozionali 1727 - 1921 p. 78 244.0 Parrocchia di S. Nicola da Tolentino 1810 - 1948 Fabbriceria di S. Luca 244.1 Parrocchia di S. Croce 1576 -1810 Repertori dell’archivio 1828 p. 80 246.0 Parrocchia di S. Giacomo dall’Orio 1534 - 1935 Verbali 1907 - 1928 p. 81 246.1 Parrocchia di S. Stae 1595 - 1810 Bilanci e consuntivi 1808 - 1828 p. 82 246.2 Parrocchia di S. Giovanni decollato [sec. XVII ]-1808 Registri di amministrazione 1821 - 1935 p. 86 246.3 Parrocchia di S. Boldo 1680 - 1808 Mansionarie e legati 1804 p. 94 247.0 Parrocchia di S. Pantalon 1564 - 1921 Atti patrimoniali e amministrativi 253.0 Parrocchia di S. Raffaele arcangelo 1564 - 1894 1805 - 1935 p. 95 254.0 Parrocchia di S. Niccolò dei mendicoli 1577 - 1810 Lavori e restauri 1824 - 1826 255.0 Parrocchia di S. Maria del Carmelo 1810 - 1935 con seguiti al 1910 p. 102 255.1 Parrocchia di S. Barnaba 1564 - 1810 Protocolli corrispondenza 1807 - 1916 p. 103 255.2 Parrocchia di S. Margherita 1561 - 1810 Registri recapito della corrispondenza 256.0 Parrocchia di S. Eufemia della Giudecca 1575 - 1934 1837 - 1906 p. 105 273.0 Parrocchia di SS. Pietro e Caterina di Mazzorbo 1686 - 1906 Corrispondenza con autorità civili ed ecclesiastiche, 273.1 Parrocchia di S. Pietro apostolo di Mazzorbo 1565 - 1798 281.0 Parrocchia di S. Lorenzo martire di Mestre 1576 - 1935 con le parrocchie ed istituzioni annesse 361.0 Parrocchia della Ss. Trinità di Treporti 1626 - 1935 1807 - 1911 p. 106 Giornali delle messe 1782 - 1823 p. 108 Registri delle messe 1822 - 1873 p. 111 Registri di messe diverse 1804 - 1935 p. 118 Messe del “pubblico” ossia messe di sovvenzione Appendice 5 delle messe pubbliche 1831 - 1832 p. 119 Il sistema dei fondi e delle serie. Mansionarie, esequie e legati 1804 - 1935 p. 119 Esempi da alcune parrocchie veneziane Scuola del Santissimo Sacramento in S. Luca (dagli inventari a cura di M. Malusa e A.M. Pozzan) Matricole e registri delle parti [sec. XVI metà] - sec. XIX metà p. 122 Registri cariche 1649 - 1817 p. 124 Parrocchia di S. Luca Registri delle “luminarie” 1748 - 1807 p. 124 Registri dei battesimi 1550 - 1889 Inventari 1805 - 1807 p. 125 “Squarzi” dei battesimi 1593 - 1935 Bollettari 1822 - 1906 p. 125 Libri degli atti di nascita 1815 - 1867 Registri cassa 1675 - 1884 p. 126 25 Amministrazione. Carte Capitolo. “Riceveri” 1788 - 1805 p. 17 diverse 1737 - 1821 p. 127 Amministrazione 1497 - 1838 con documenti in copia Commissarie 1514 - 1883 p. 129 dal 1343 p. 18 Commissaria Zappelli 1713 - 1780 p. 129 Miscellanea amministrazione 1672 - 1806 p. 22 Commissaria Montagnola 1514 - 1702 p. 130 Registri di cassa 1748 - 1807 p. 23 Commissarie diverse 1610 - 1807 p. 134 Testamenti 1408 - 1897 con documenti in copia Libri liturgici e devozionali 1830 - 1878 p. 140 dal 1311 p. 23 Scuola della Beata Vergine della Neve in S. Luca Commissarie sec. XIV - 1824 con documenti in copia Statuti 1606 - 1796 p. 141 dal 1404 e regesti dal 1285 p. 24 Registri delle “luminarie” 1696 - 1806 p. 141 Livelli 1469 - 1822 con documenti in copia Inventari 1807 p. 142 dal 1333 p. 29 “Riceveri” 1696 - 1806 p. 142 Donazioni sec. XV - 1753 con documenti in copia Grazie 1774 - 1807 p. 143 dal 1170 e regesti dal 1195 p. 31 Mansionerie 1573 - 1788 con documenti in copia Scuola di S. Antonio da Padova in S. Luca dal 1463 e regesti dal 1405 p. 34 Capitoli 1799 - 1807 Varia 1720 - 1776 con documenti in copia Scuola di S. Giuseppe in S. Luca dal 1311 p. 37 Registri di cassa 1785 - 1871 p. 144 Scuola del Santissimo Sacramento in S. Paternian Gioventù femminile di Azione Cattolica in S. Luca Atti della scuola 1751 - 1807 p. 41 Verbali post 1935 p. 145 Devozione di Sant’Anna in S. Paternian Registri consorelle 1778 - 1783 p. 42 Parrocchia di S. Paternian Registri dei battesimi 1567 - 1808 tomo II, p. 1 Registri delle cresime 1803 - 1808 p. 2 Registri dei matrimoni 1564 - 1808 p. 2 Filze dei matrimoni 1623 - 1775 p. 3 Appendice 6 Registri di battesimi e matrimoni 1670 - 1709 p. 5 La rappresentazione della struttura plurilivellare di due fondi Registri dei morti 1576 - 1808 p. 5 parrocchiali entro gli archivi diocesani di Vicenza e di Padova, “Squarzi” dei morti 1735 - 1808 p. 6 con la prima scheda dei registri dei battesimi, matrimoni e morti Inventari 1567 - 1774 con documenti in copia dal 1180 e regesti dal 1314 p. 7 (dagli inventari rispettivamente a cura di M. Michelon e F. Sardi - consulenza di mons. Cronache e memorie storiche 1581 - 1765 p. 8 M. Dalla Via - e di P. Benussi z C. Lestani - consulenza di mons. C. Bellinati) Pergamene 1183 - 1713 p. 9 Scuole piccole diverse 1617 - 1793 con documenti in copia dal 1587 p. 10 L’architettura della rilevazione e il tracciato descrittivo sono quelli del progetto Decreti di autorità ecclesiastiche e civili “Anagrafe”, nell’ambito del quale si è svolto il progetto “Ecclesiae Venetae”. 1514 - 1783 con documenti in copia I dati, immessi con il software “Anagrafe” e transitati quindi nel sistema dal 1472 p. 12 informativo ARCA, sono stati successivamente trasferiti nel programma ARCANA. Capitolo. Atti 1544 - 1822 con documenti in copia [si veda la tabella della pagina a fianco] dal 1219 p. 16

26 27 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Cecil H. Clough analizza i rapporti fra Aldo e gli studiosi ed editori contemporanei, in particolar RECENSIONI modo sull’edizione de Le cose volgari del Petrarca, di Pietro Bembo (1501). Di stampo più prettamente bibliologico il saggio di Nicolas E SEGNALAZIONI Barker, The Aldine Italic, mentre il paratesto è al centro della ricerca di Carlo Vecce Aldo e l’in- venzione dell’indice, strumento che aprì nuovi percorsi di lettura, rivoluzionando tutto il siste- ma della conoscenza, ormai non più attraversabile alcune delle quali non presenti negli annali aldini unicamente per via gerarchica e univoca, ma del Renouard); altre sezioni dell’Appendice com- trasversalmente, per mezzo di nuove combina- OPERE GENERALI prendono la lista delle edizioni aldine stampate zioni di lettura offerte da apparati paratestuali insieme dai Torresani e dai Manuzio (una trenti- sempre più sofisticati; il saggio di Ralph Hexter na, 1533-36); la lista delle edizioni di Federico e Aldus, Greek, and the Shape of the Classical ANNACLARA CATALDI PALAU, Gian Francesco Gian Francesco Torresani (una quarantina, 1537- Corpus, puntualizza come gli ampi margini delle d’Asola e la tipografia aldina. La vita, le edizoni, 60); la lista delle edizioni di Bernardo Torresani edizioni aldine dessero spazio all’annotazione la biblioteca dell’asolano, Genova, Sagep, 1998, a Parigi (una ventina, 1554-69); e la lista delle individuale, dopo che per i primi decenni dell’ar- 8°, pp. 830, ill., L. 200.000. edizioni veneziane di Andrea, Bernardo e te della stampa si erano via via venuti riempiendo Gerolamo Torresani (trenta, 1561-1589). in modo soffocante di glosse e commenti. “Uno dei grandi sconosciuti del nostro Rina- Simonetta Pelusi A proposito dell’arte libraria, ben due saggi, di scimento”: così A. Cataldi Palau definisce Gian Lilian Armstrong e Helena Szépe, sono dedicati Francesco Torresani, allo stesso tempo renden- a Benedetto Bordon, il grande miniatore di codi- dogli giustizia col consacrargli questo pondero- ci e incunaboli, che sembrerebbe legato anche so studio, nel quale viene per la prima volta posta alle xilografie dell’Hypnerotomachia Poliphili, in luce l’attività di questo straordinario perso- ipotesi espressa anche in altri recenti lavori (Ver- naggio, che ebbe tra le sue frequentazioni, fra gli Aldus Manutius and Renaissance Culture. Essays so il Polifilo, San Donà di Piave 1998). La altri, studiosi come Jean Grolier ed Erasmo De- in Memory of Franklin D. Murphy, Acts of an pregevole collezione di aldine della Laurenziana siderio da Rotterdam, Baldassarre Castiglione e International Conference (Venice and , di Firenze – tutte appartenenti al fondo D’Elci e Lazzaro Bonamico. Fu editore, scrittore e fi- 14-17 June 1994), ed. by David S. Zeidberg, with miniate, fra gli altri, da Benedetto Bordon, Stefa- lologo, erudito collezionista di codici greci e... the assistance of Fiorella Gioffredi Superbi, Fi- no Lunetti e Attavante Attavanti – è oggetto della ° cognato di Aldo Manuzio. Il che gli è costato renze, Olschki, 1998, 8 , pp. 336, ill., L. 95.000. ricerca di Angela Dillon Bussi. Le dispute legate certamente l’essere rimasto un po’ nell’ombra all’esisitenza di una legatoria “aldina” vengono per quasi cinque secoli, praticamente sino al- Dedicati alla maggior figura di stampatore- riprese da Anthony Hobson, che documenta come l’uscita di questo prezioso libro che ne rivaluta editore-filologo del nostro Rinascimento, i con- per le edizioni precedenti il 1534 le legature l’opera all’interno dell’impresa tipografica aldina. tributi contenuti nel pregevole volume esplorano siano da attribuire ai Torresani e al celebre Lo studio è articolato in tre grosse sezioni diversi aspetti della storia culturale, economica “Mendoza binder”. La celebre grammatica lati- (Vita ed edizioni di Gian Francesco d’Asola, ed editoriale del tempo di Aldo Manuzio. na di Aldo, che conobbe una straordinaria diffu- Rapporti fra gli Asolani e i figli di Aldo, La Piero Scapecchi (Tra il gliglio e l’ancora: sione, viene esaminata da Kristian Jensen (The biblioteca di Gian Francesco d’Asola). Uno uomini, idee e libri nella bottega di Manuzio) Latin Grammar of Aldus Manutius and its For- studio estremamente documentato e approfondi- presenta Manuzio nel contesto dei suoi tempi, tuna); in appendice all’articolo, un importante to, di cui segnaliamo la parte relativa a Gian specialmente nel periodo fiorentino. Il saggio di catalogo di tutte le edizioni delle grammatiche Francesco curatore degli apparati paratestuali Martin Lowry (The Manutius Publicity Cam- aldine latina ed ebraica. L’influenza di Aldo sul delle edizioni da lui prodotte o seguite (in parti- paign) raffigura un Aldo imprenditore, impe- mondo ispanico viene messa in rilievo dal saggio colare, autore delle lettere dedicatorie); questio- gnato nell’opera di ampliamento del proprio di Clive Griffin (Manutius and the Hispanic ne quanto mai attuale, che si correla ad un aspet- mercato e nella ricerca di nuovi acquirenti, dopo World), che fra l’altro rileva la presenza, già dal to, quello delle funzioni del paratesto nel Cin- aver preso coscienza del mutamento incorso nel XVI secolo, di edizioni aldine in Messico. quecento, recentemente affrontato da Marco mondo del libro nell’ultimo quarto del sec. XV. Un volume di estrema importanza nel panora- Santoro nel corso del Seminaro sul Libro Antico, ma della storia dell’editoria, della letteratura e che si tiene annualmente a Venezia sotto gli della filologia che, dato il suo spessore, sarebbe auspici della Biblioteca Marciana. stato più completo e di più agevole consultazione Un altro aspetto sinora poco studiato Ð e venu- se corredato da un apparato di indici, come to finalmente alla luce grazie a questo lavoro – è proprio Aldo Manuzio insegnava cinquecento quello di Gian Francesco collezionista di codici anni fa. greci: ben ottantatre di essi si trovano distribuiti Simonetta Pelusi attualmente fra la Bibliothèque Nationale di Pa- rigi, la Bibliothèque Royale Albert I di Bruxel- les, la British Library di Londra, il Benedikti- nerstift di Kremsmünster, la Bibliotheek der Rijksuniversiteit di Leida e la biblioteca del MONICA MIATO, L’Accademia degli Incogniti marchese di Rosanbo. Molti di essi, come si sa di Giovan Francesco Loredan. Venezia (1630- dagli studi di M. Sicherl, servirono da modelli di 1661), Firenze, Olschki, 1998, 8°, pp. 296, ill., stampa per celebri edizioni aldine; ma A. Cataldi L. 59.000. Palau, in più di 200 pagine, ne ricostruisce l’iden- tificazione e la storia dell’appartenenza (sce- Si avvertiva da tempo l’esigenza di un appro- verandone quelli appartenuti ad Aldo Manuzio). fondimento del fenomeno accademico venezia- Il volume termina con un’importante Appen- no, che si soffermasse specificamente su quelle dice che enumera e descrive le edizioni aldine che vennero definite di volta in volta “società di (1515-1529) di cui furono responsabili Gian uomini eruditi”, “conversazione letteraria”, “adu- Francesco d’Asola o uno dei Torresani (119, nanza d’huomini studiosi” o, secondo il Vocabo- 28 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

lario dell’Accademia della Crusca “adunanza da una Repubblica Serenissima sempre più oc- d’huomini illustri”, ma esaminate nello specifi- cupata nella repressione di iniziative culturali al co del contesto socio-politico-culturale della di fuori del controllo istituzionale. Serenissima. I cinque volumi del repertorio delle Fu la prudenza ad obbligare Metaxàs a stam- accademie italiane dalle origini al XIX secolo di pare anonimamente i suoi libri: dapprima in Maylender (Storia delle Accademie d’Italia, Inghilterra, dove, giunto tra il 1622 e il ’23, Bologna 1926-30), ormai datati e con tutte le spinto dall’esigenza di fornire al clero greco carenze ben note, costituiscono ancora il solo ortodosso gli strumenti necessari alla sua forma- studio sistematico, cui si affiancano gli appro- zione e istruzione, acquistò una piccola tipogra- fondimenti monografici di E.W. Cochrane fia, con l’intento di pubblicare in proprio i testi (Tradition and Enlightment in the Tuscan fondamentali, invece di continuare ad importar- Academies, Chicago 1961) e l’importante volu- li, in gran parte dall’Italia. Metaxàs curò, nel me miscellaneo Università, Accademie e Società 1624, per la Eliot’s Court Press, l’edizione di due scientifiche in Italia e in Germania dal Cinque- volumi miscellanei di trattati teologici di pole- cento al Settecento (Bologna 1981). mica ortodossa antiromana. Nel 1625 appariva- L’importante studio di Monica Miato inizia no due operette teologiche di carattere educativo finalmente a fare luce sulla specificità veneziana di Teofilo Corydaleus, pubblicate questa volta dell’accademia secentesca, settore del quale per i tipi di William Stansby. Nel giugno del manca ancora un’analisi storica globale (si ricor- 1627, dopo due anni forse ormai impenetrabili da il contributo di G. Benzoni, Aspetti della per sempre agli studiosi odierni, Metaxàs riappare cultura urbana nella società veneta del ’5-600. LETTERIO AUGLIERA, Libri politica religione nel a Costantinopoli: vi arriva su un vascello inglese, Le Accademie, “Archivio Veneto”, CXLIII, (1977), Levante del Seicento. La tipografia di Nicodemo con le sue casse di libri stampati e tutte le attrez- pp. 87-159), approfondendo la storia dell’Accade- Metaxas primo editore di testi greci nell’Oriente zature (torchi, caratteri, fregi ecc.) necessarie ad mia degli Incogniti, una delle più celebri fra le ortodosso, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, aprire una tipografia. Il 1° novembre di quell’an- ° circa sessanta fiorite nella città lagunare nel XVII Lettere ed Arti, 1996, 8 , pp. 265, L. 45.000. no appaiono in un volume sette omelie di Massi- secolo. La storia dell’Accademia degli Incogniti mo Margunio e la celebre opera di Cirillo Lucaris è indissolubilmente legata a quella del suo fon- In un’ottica “veneziana”, vengono qui per la contro gli ebrei: stampate, come recita il datore, Giovan Francesco Loredan (1606-1663), prima volta ricostruite in modo organico le com- frontespizio, “a Costantinopoli, a spese e cura che riunì intorno a sé almeno 290 (come risulta plesse vicende legate in generale alla stampa e del più santo ed erudito monaco Nicodemo dall’elenco in appendice) di quegli “huomini alla diffusione del libro greco e alla figura di Metaxàs”. È l’inizio dell’avventura che farà di illustri”. Anche la storia dell’editoria veneziana Nicodemo Metaxàs (Cefalonia, 1585 ca.-1647), Metaxàs e delle sue produzioni editoriali il ber- si arricchisce di un nuovo capitolo con il presente noto agli studiosi sia della storia del libro, sia saglio dei cattolici, che con tutte le loro forze studio: ciò che differenziava l’Accademia degli della storia ecclesiastica della Grecia ortodossa. contrastarono le speranze di rinascita dello spiri- Incogniti dalle altre entità associative di quel L’aspetto che ne viene qui posto in risalto è to del popolo greco. genere era proprio l’alacrità messa in opera per quello di promotore della pubblicazione di testi Simonetta Pelusi assicurare la pubblicazione dei lavori degli acca- greci, grazie alla fondazione e all’attivazione di demici, grazie all’attività del Loredan stesso, che una tipografia a Costantinopoli, rimasta peraltro operò come tramite fra autori e stampatori grazie in funzione soltanto quatto mesi; un tempo suf- ai suoi importanti contatti con tutte le maggiori ficiente, comunque, a portare a termine alcune tipografie dell’epoca, in un periodo nel quale importanti edizioni. Il volume di Letterio Augliera Verso il Polifilo (1499-1999), catalogo della andavano sempre di più distinguendosi i ruoli Ð studioso di Venezia specialmente in relazione mostra, a cura di Dino Casagrande e Alessandro delle figure dell’editore e dello stampatore, ai dominî oltremarini della Serenissima fra Sei e Scarsella, “Miscellanea Marciana”, XIII, 1998, sovrapposte all’epoca degli inizi della stampa e Settecento – approfondisce anche l’aspetto poli- 8°, pp. 253, 24, [2], ill., L. 28.000. poi via via sempre più specializzate. tico delle attività di Metaxàs, da questi esplicitate Fu Francesco Valvasense, poi processato per nel periodo in cui, in qualità di arcivescovo della I cinquecento anni che ci separano dalla pub- la stampa di libri proibiti, in attività sin dal 1644, Chiesa ortodossa di Cefalonia e Zante, fu in blicazione dell’Hypnerotomachia, la “pugna a comparire, dal 1647, come lo “stampatore grado di esternare la propria adesione verso i d’amor in sogno” in cui il percorso onirico di ufficiale” dell’Accademia degli Incogniti. Il vo- moti popolari di ribellione contro il ceto nobilia- Polifilo, spinto dall’amore per Polia, si snoda fra lume contiene, in appendice, il prezioso catalogo re locale e le autorità veneziane, soprattutto Venezia e la Marca trevigiana, non rendono il cronologico delle 144 edizioni stampate dal durante la sommossa di Zante del 1628. Polifilo meno attuale: recentemente ristampato Valvasense fino al 1680, cui si aggiungono sei Tra la stampa del primo libro greco, Epitome in lussuosa edizione anastatica, è stato oggetto di edizioni senza data e altre sette, apparse senza di Costantino Lascaris, pubblicato a Milano nel un convegno internazionale e di una mostra a San note tipografiche complete, o con date false, 1476, e l’apparizione di Egloghè psalteriou, uni- Donà di Piave, in quella terra che sembra sia stata attribuite a Valvasense nel corso del processo; co superstite dell’attività editoriale svolta, a par- lo sfondo delle fantastiche vicende svoltesi nel altre sei edizioni sono descritte ma non rintrac- tire dal 1759, nell’Athos – perciò in ambito Nonluogo utopico per eccellenza, il sogno, a ciate, e la loro passata esistenza è attestata in propriamente greco Ð da Dukas Sotiris di Taso, si metà fra psiche e materia, essenza e sostanza. È documenti diversi: sono quelle che Alfredo Ser- inserisce, con il primato del libro greco stampato stata imponente la fioritura di ricerche ed espo- rai definisce “fantasmi bibliografici”. in Oriente, intendendo con questo termine l’area sizioni dedicate anche soltanto di recente al gran- Lo studio ripercorre dunque, attraverso un di dominio dell’ellenismo bizantino, l’attività de stampatore umanista i cui torchi ci hanno percorso di indagine delineato sulla storia edito- editoriale del Metaxàs. La presente indagine lasciato quest’opera indimenticabile, Aldo Ma- riale, l’attività e il significato dell’Accademia chiarisce uno dei punti rimasti da sempre oscuri nuzio. Il volume, oltre ad essere il catalogo della degli Incogniti, frutto della passione del Loredan agli studiosi: se Metaxàs abbia continuato la mostra, che presentava ben 23 preziose edizioni, che, ricordiamo, fondò anche le accademie dei propria attività a Cefalonia, questione cui, grazie è anche un ricco repertorio di studi, che contribui- Difesi, degli Inoltrati, dei Provveduti e fors’an- alle nuove indagini condotte dall’Autore presso scono a riaprire il dibattito, da sempre appassio- che quella dei Sollevati. Ma è anche uno spacca- l’Archivio di Stato di Venezia, è possibile dare nato, costituito dall’esistenza problematica del to della vita socio-culturale del tempo, che trac- finalmente una risposta positiva, benché non si romanzo, attribuito tradizionalmente a France- cia o approfondisce profili intellettuali di perso- sia giunti ancora a determinare quali libri siano sco Colonna, pur fra molte ambiguità, e dalla sua naggi di rilievo. stati effettivamente prodotti. Proprio l’attività presenza fra le produzioni aldine. Simonetta Pelusi editoriale condotta a Cefalonia all’insaputa delle Le fortune del romanzo in Oltralpe vengono autorità costò a Metaxàs un processo, intentatogli riscostruite nel saggio di G. Fazzini (“Fra arte e 29 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

cabala nella fortuna francese del Polifilo”) men- di cui quelli di patristica e liturgia costituiscono volume, l’essenza della civiltà veneta è da ricer- tre alla sua ricezione novecentesca in Italia, la parte preponderante e di maggior interesse. La carsi in un interscambio cognitivo tra comunità spaziando da Croce a Gadda a Segre, sino a raccolta manoscritta della Capitolare fu incre- costiere e comunità dell’entroterra, in un crogio- ricollegarlo alla tradizione otto-novecentesca del mentata da numerose donazioni (Mansionario, lo di esperienze patrizie e popolari, urbane e romanzo sperimentale, è dedicato il saggio di A. Bianchini, Dionisi, Muselli e Maffei); già ogget- rurali. Sul piano museale è evidente un forte Scarsella, “Spigolature sulla ricezione di un ro- to di importanti studi tra fine Ottocento e l’inizio scompenso tra la rappresentazione della cultura manzo senza lettori”. La asserita rarità del Polifilo del nostro secolo, opera di Giambattista C. Giuliari delle classi urbane, colte e dominanti, e quella è ormai quasi un luogo comune: con i suoi quasi e A. Spagnolo, si salvò dal bombardamento degli del ceto popolare, subalterno. Eppure innumere- trecento esemplari conosciuti, e rintracciati da P. Alleati del gennaio 1945, per ritornare appieno a voli artigiani, dotati di inventiva e creatività, Cadelano (“Albo corvo rarior: alla ricerca del quel ruolo di strumento culturale di tutta la co- hanno lasciato dietro di sé svariate testimonianze Polifilo”), che recensisce gli esemplari superstiti munità, grazie a preziose esposizioni accompa- della loro abilità; per questo dare rilevanza ai delle edizioni del 1499 e del 1545 (certamente gnate da cataloghi che si rivelano sempre più musei etnografici significa dare importanza alla più rara della princeps), presenti in biblioteche spesso utili spunti per ulteriori studi. tradizione e rievocare tutti quei mestieri la cui sia private, sia pubbliche, europee ed Nell’ambito del censimento dei manoscritti conoscenza è destinata a perdersi con la scom- extraeuropee, esso risulta l’incunabolo più “co- filosofici (comprendente opere di filosofi medie- parsa delle ultime persone che ancora conoscono mune” al mondo! vali in latino o volgare e traduzioni di autori del i segreti di una determinata attività: sia essa la La celebrità del Polifilo è certamente legata Vicino Oriente Antico fino al XVI secolo) con- pesca, il lavoro dei campi o la produzione di un alla presenza delle 172 splendide immagini che dotto dall’Unione Accademica Nazionale, ven- determinato oggetto artigianale. ne costituiscono l’apparato iconografico, di au- gono qui descritti 62 codici di argomento filoso- Barbara Giaccaglia tore sconosciuto. S. Marcon (“Note sulla decora- fico, teologico e scientifico che, pur non costi- zione libraria veneziana al tempo di Aldo”) tuendo il nucleo fondamentale della Capitolare, ipotizza un coinvolgimento di Benedetto Bordon, sono un fondo di tutto rispetto meritevole della miniatore, xilografo ed editore (la cui figura è rivalutazione operata grazie alla presente nuova approfondita dal saggio di C. Callegari, “Rag- catalogazione, condotta da Enrico Peruzzi. guagli biografici su Benedetto Bordon”), nel- Fra i codici più antichi, un Trattato di compu- STORIA DELLA CHIESA l’impresa editoriale che condusse alla produzio- to, manoscritto membranaceo del IX-X secolo; ne del volume. S. Urbini (“Libri figurati sul finire Opere di Alcuino, membranaceo del X secolo; un del Quattrocento”) e H. K. Szepe (“The body of Commento biblico anonimo, manoscritto mem- the book”), affrontando da punti di vista diversi branaceo del X-XI secolo. Segnaliamo in partico- Preti nel medioevo, “Quaderni di storia religio- la problematica artistica legata al Polifilo, ne lare un’epistola di Antonio Panormita a Lodovico sa”, (1997), Verona, Cierre, 1997, 8°, pp. 334, chiariscono questioni importanti come la de- Ferrari (contenuta nel cod. CLIV, Miscellanea L. 28.000. cifrazione della fonte di soggetti antiquari classi- umanistica) non compresa nell’edizione di G. co-romani reperibili nel Polifilo e l’interrelazione Resta (L’Epistolario del Panormita, Messina Il volume presenta una vasta raccolta di artico- fra testo e immagine, elemento imprescindibile 1954), che registra invece due lettere del Ferrari li sui protagonisti della cura animarum indagati dell’opera. Altri saggi (D. Rhodes, Un nuovo al Panormita. La registrazione e l’indicizzazione attraverso il problema del reclutamento e della catalogo aldino, D. Casagrande, Aldo e il suo di elementi extrabibliologici, quali le note di formazione, la cultura e la biografia individuale, mondo verso e dopo il Polifilo, M. Paoli, Recente possesso contenute nei diversi manoscritti, con- la carriera ecclesiastica e l’associazionismo, le bibliologia italiana e studio del libro come og- sentono allo studioso di ricostruire i percorsi che forme di autogoverno del clero e gli itinerari getto artistico, M. Corsa, Sulla provenienza del hanno condotto alla formazione del fondo, oltre clericali, studiati sia in città che nelle campagne, Polifilo Marciano del 1499, M. Fantato, Biblio- a chiarire la storia di ciascun codice. Un vero e alla ricerca della definizione di un’immagine grafia commentata sul Polifilo dal 1959) contri- proprio repertorio descrittivo, completo di estese complessa che si sovrappone alla loro coscienza buiscono a gettare nuova luce sul percorso di note bibliografiche per ciascun codice descritto, di sé. Un clero spesso inadeguatamente prepara- un’opera tanto declamata quanto – tuttavia – degli incipitari e dell’indice dei nomi e delle to rispetto ai propri compiti religiosi, ma in ancora poco conosciuta. opere anonime. compenso pienamente inserito nella concretezza Simonetta Pelusi Simonetta Pelusi della vita quotidiana dei suoi parrocchiani, al centro di una fitta rete di relazioni personali come, pur fra la segmentazione della documen- tazione disponibile (specialmente liste di ordina- zioni), emerge dall’esempio di quel prete Vene- Catalogo di manoscritti filosofici nelle bibliote- Musei etnografici del Veneto, introd. di Ulderico rando Zeno che veniva nominato fedecom- che italiane, 8: Firenze, L’Aquila, Livorno, Pra- Bernardi, Venezia, Regione del Veneto - Mila- missario, lontano da Venezia, del testamento di to, Siena, Verona, a cura di G.M. Cao, T. Catallo, no, Electa, 1998, 8°, pp. 110, ill. Enrico Zusto (p. 39). Denominatore comune che M. Curandai, E. Di Mattia, P.E. Fornaciari, E. traspare da alcuni contributi è la tendenza a Peruzzi, F. Santi, premessa di Claudio Leonardi, Il volume, facente parte della collana “Guide superare la vicenda individuale per mettere in Firenze, Olschki, 1996, 8°, pp. XXII-290, L. 98.000. artistiche Electa”, presenta per la prima volta i luce orientamenti di fondo ed atteggiamenti col- musei etnografici e quelli riconducibili a tale lettivi, come ad esempio la ricerca della zone di La Biblioteca Capitolare di Verona, sorta in- categoria ubicati nel territorio veneto; qui i mu- provenienza degli aspiranti al sacerdozio o l’in- torno allo scriptorium di cui si hanno notizie a sei di questo tipo rappresentano una realtà forse dicazione della stipula di contratti di “apprendi- partire dal VI secolo Ð con la sottoscrizione di poco conosciuta, ma piuttosto diffusa, se si pensa stato” presso sacerdoti al pari di una soluzione Ursicino datata 1° agosto 517 alla Vita S. Martini che ai musei etnografici veri e propri si possono empirica del problema dell’istruzione del prete. di Sulpicio Severo contenuta in un codice ancor aggiungere varie sedi museali dedicate ad una Interessante è l’indagine di Curzel sui cappellani oggi conservato presso la stessa biblioteca – può specifica produzione, testimoniante una cultura che officiavano presso gli altari minori della a buon diritto considerarsi una delle biblioteche locale: l’occhiale, lo scarpone, il merletto, il cattedrale di Trento nell’XI secolo, perché al più antiche in assoluto. Legata alla “Schola vetro, il legno, l’olio, la ceramica, la grappa... centro delle scelte devozionali e della sensibilità sacerdotum sanctae Veronensis ecclesiae”, isti- La Regione del Veneto, considerando l’im- religiosa dei fedeli. tuzione impegnata nell’officiatura liturgica e nel portanza di tali collezioni, ha istituito un albo dei Si segnalano i seguenti contributi specifica- compito di formazione e istruzione degli accoliti, musei etnografici che ne aggiorni costantemente mente dedicati al Veneto: Fernanda Sorelli, Il la Bilioteca Capitolare conserva un importante la conoscenza e si sta dedicando anche al recupero clero secolare a Venezia. Note per i secoli XII e nucleo di manoscritti Ð tra cui alcuni codices di edifici da trasformare in sedi espositive. Come XIII, pp. 27-45; Silvana Bianchi, Chierici, ma vetustissimi di autori latini e di diritto romano Ð ricorda Ulderico Bernardi nell’introduzione al non sempre preti. Itinerari clericali nel Veneto 30 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

tra la fine del XIII e gli inizi del XV secolo, pp. 47- La monografia punta il proprio interesse non 91; Giampaolo Cagnin, “Ad adiscendum artem tanto sull’istituzione confraternale, quanto inve- et officium clericatus”. Note sul reclutamento e ce sul “vissuto” cristiano dei gruppi, attraverso le sulla formazione del clero a Treviso (sec. XIV), pratiche di pietà, le azioni caritative, la costru- pp. 93-124; Ennio Sandal, Preti tipografi, pp. zione di un’etica personale (una sorta di “codice 283-297. deontologico”) oltre che confraternale. Ecco Massimo Galtarossa dunque trovare posto nella confraternita la predicazione, sia quella rivolta dal clero regolare alle confraternite, sia quella esercitata all’inter- no della compagnia stessa ad opera di alcuni membri (Laura Gaffuri, Prediche e confraternite). MAUREEN C. MILLER, Chiesa e società in Verona I contributi dei numerosi studiosi (Maria Gra- medievale, a cura di Paolo Golinelli, Verona, zia Dessì, Maria Teresa Brolis e Giovanni Cierre, 1998, 8°, pp. 303, L. 28.000. Brambilla, Luca Patria, Marina Gazzini, Anna Esposito, Anna Cavallaro, Danilo Zardin) si La monografia di Maureen Miller, edita negli soffermano, in diverse realtà territoriali, su mol- Usa nel 1993, trova in questo volume un’adegua- teplici aspetti della vita delle confraternite (quali ta traduzione italiana, che peraltro rispecchia il ruolo della predicazione, della scrittura e della fedelmente l’edizione americana, condotta da circolazione dei libri; la presenza e il ruolo fem- Antonella Donzelli e Annalisa Bertelli, riveduta minile...). Una fonte preziosa di studio si sono e corretta da Paolo Golinelli. L’ampia e docu- rivelati i libri sociali delle confraternite; questi mentata ricerca della Miller, nata come tesi di elenchi, al di là dei numeri delle entrate e delle dottorato, copre i cento anni compresi fra la metà uscite, dimostrano quali erano le priorità date dai del X secolo e la metà di quello successivo. Si diversi sodalizi, a quali iniziative devozionali e tratta di un periodo interessante della storia me- caritatevoli venivano destinati i maggiori sforzi. dioevale non solo veronese, perché segnato dai hanno prodotto o che le ha riguardate. Inoltre, dal Il contributo di Danilo Zardin analizza gli profondi cambiamenti delle istituzioni ecclesia- punto di vista socio-economico e geografico è sforzi di riforma portati avanti dal cardinale stiche in Italia e in tutta la cristianità. Il merito molto vicina alle città medioevali europee, così Carlo Borromeo, come si modificò la vita dell’autrice è stato proprio nell’aver posto l’ac- come la sua storia politica (da provincia romana, confraternale e devozionale e quali furono le cento, con una puntuale ricerca d’archivio, il subì le invasione delle popolazioni germaniche, resistenze nell’applicazioni delle decisioni fervore e i mutamenti avvenuti, tali da influenza- la conquista e la disgregazione dell’impero tridentine. re e deteminare tutta la successiva vita religiosa carolingio, l’instabilità politica e le lotte signori- Cecilia Passarin e sociale della città. Dalle carte d’archivio è stato li). E così pure la sua storia religiosa segue un possibile correggere non pochi convincimenti modello di sviluppo comune a quello delle dio- della storiografia ecclesiastica medievale dati cesi europee; insomma si tratta di una ricerca per scontati; in alcuni punti sono state chiarite solo apparentemente “locale”, perché la situa- ombre, altrove l’autrice ha avanzato dubbi su zione veronese risulta essere rappresentativa per LUDOVICO FRANCESCO MASCHIETTO, ÇUt grex certezze acquisite circa la realtà dei monasteri, l’Europa cristiana. dominicus salubriter regatur, conservetur et degli ordini mendicanti e di alcune categorie Cecilia Passarin custodiaturÈ. Visite pastorali degli abati di S. sociali della città. Nasce e si consolida proprio in Giustina in Padova alle parrocchie dipendenti questi secoli la Chiesa come organizzazione ge- (1534-1791), Padova, Istituto per la storia eccle- rarchica culminante con il papa, che si dedica siastica padovana, 1998, 8°, pp. 282, L. 50.000. alla cura delle anime attraverso le chiese locali guidate dai sacerdoti sotto la supervisione dei Il buon fedele. Le confraternite tra medioevo e Il monastero di Santa Giustina ha una storia vescovi. In queste realtà locali prende avvio una prima età moderna, “Quaderni di storia religio- plurisecolare più volte studiata grazie anche al moltitudine di istituzioni religiose attraverso le sa”, 1998, 8°, pp. 286, ill., L. 28.000. non esiguo patrimonio documentario conservato quali a tutta la popolazione era accessibile la nell’Archivio di Stato di Padova. Padre Ludovico “santità”. Durante il IX secolo tanta parte del Il quinto volume dei “Quaderni di storia reli- Maschietto, monaco di Santa Giustina, è un clero avviò le riforme che culminarono nella giosa” è stato dedicato allo studio delle con- attento studioso e conoscitore degli avvenimenti riforma gregoriana e nella lotta per le investiture fraternite nei secoli che segnano il passaggio che riguardano l’abbazia, l’oggetto privilegiato e, più tardi, negli orientamenti pastorali del Con- dall’epoca medioevale alla cosiddetta “età mo- dei suoi studi. Anche questa ricerca, come le cilio Lateranense IV. Merito della ricercatrice derna”, vale a dire fra ’400 e ’500. Molti hanno altre, nasce dopo una lunga frequentazione d’ar- americana è stato quello di studiare come, nella scritto e condotto ricerche sulle confraternite e chivio, e vuole ricostruire l’attività degli abati di Verona del X secolo, sviluppo economico e sul loro ruolo in età medioevale; la peculiarità del Santa Giustina durante le visite pastorali effet- demografico abbiano pungolato il nascere di particolarismo italiano le vede ora dei “corpi” tuate nel corso di due secoli alle 16 parrocchie nuove istituzioni regiliose, ne abbiano influen- associativi influenti e potenti anche sul versante della diocesi di Padova direttamente dipendenti zato il carattere e la forma. Proprio l’interessa- socio-politico (come a Firenze o Venezia), ora dall’abbazia. Il fondo dell’Archivio di Stato di mento di tutti i livelli della popolazione è stato delle pie confraternite dedite all’assistenza e alla Padova copre l’intervallo di tempo che va dalla all’origine del successo dei nuovi ordinamenti preghiera. Ciascuna, comunque, con caratteristi- metà del XVI secolo fino alla soppressione religiosi, che, tuttavia, non provocarono il decli- che e modalità d’azione specifiche del contesto napoleonica del 1810. no delle istituzioni tradizionali che inverce, come ambientale in cui si trovavano ad operare, diver- Le parrocchie visitate dagli abati del cenobio quella benedettina, si mantennero in attività sen- samente, invece, da quanto sembra emergere benedettino erano sottoposte pleno iure alla giu- za sperimentare “crisi”. dalla storiografia anglosassone. A questo propo- risdizione dei monaci e ad essi spettava il compi- All’origine della ricerca della Miller c’è pro- sito la rassegna curata da Lorenza Pamato to, sempre arduo, di controllare lo stato morale e prio l’intenzione di mettere in stretta connessio- ripercorre il cammino delle ricerche, italiane e spirituale delle popolazioni delle parrocchie di- ne le istituzioni ecclesiastiche con la società che straniere, condotte sul ricco mondo confraternale pendenti dal monastero. La visita, che seguiva un le ha create, sostenute e trasformate e Verona, a (Le confraternite medievali. Studi e tendenze suo cerimoniale ben preciso, mirava a verificare questo proposito, si è rivelata una diocesi rappre- storiografiche), puntando la sua attenzione alle anche lo stato materiale e patrimoniale della sentativa per l’importanza delle istituzioni pre- produzioni più recenti, in considerazione pro- parrocchia nonché dei beni fondiari del monaste- senti e per la ricchezza della documentazione che prio della quantità degli studi in materia. ro presenti nelle campagne. 31 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Gli interrogatori ai sacerdoti e poi ai laici a porsi al servizio delle categorie più umili e accertavano la veridicità delle parole degli uni e indifese, attivandosi all’interno del movimento degli altri e le reali richieste della popolazione. sociale cattolico anche durante gli anni in cui Gli interrogatori venivano condotti dall’abate (o ricoprì la carica di rettore del Seminario di dal suo vicario) che si rivolgeva separatamente Vicenza. L’autore del volume analizza in modo ora ai parroci, ora ai laici ed erano regolarmente puntuale l’impegno del prelato vicentino nella registrati dal notaio di fiducia del monastero che difesa delle classi più deboli della popolazione seguiva l’abate nelle visite. vicentina. Nei sette capitoli del volume, lo storico bene- Quando Giuseppe Arena fu designato a rico- dettino è riuscito ad illustrare qual era la compa- struire l’Ufficio cattolico del lavoro (nel novem- gine dei parroci nominati nelle parrocchie, la bre 1908), dimostrò fin da subito d’avere chiari loro provenienza, la formazione culturale, le loro non solo i principi, ma anche le modalità per richieste e le sanzioni comminate dagli abati nei tradurre gli impegni in obiettivi e in programmi casi di gravi mancanze verso la chiesa e la dini della costruzione, dei personaggi che vi ben preci, scegliendo di difendere la libertà e i popolazione loro affidata. Durante gli interroga- parteciparono. Ogni spazio della basilica ha il diritti dei lavoratori più emarginati quali erano in tori, molti laici lamentano l’assenza del parroco, proprio corredo di iscrizioni a testimonianza di quel periodo i lavoratori agricoli. Arena si trovò altri una certa negligenza, altri ancora ne lamen- un evento: molte sono originali, altre sono “ere- a vivere la ricostruzione del movimento sociale tano il vizio di bere o di giocare alle carte. ditate” da monasteri chiusi e depositate, in segui- cercando di organizzare anche il mondo agrico- Dall’altra parte anche la popolazione dimostra to, in basilica perché fossero comunque conser- lo, fino allora scarsamente strutturato e protetto, una certa vivacità di costumi accanto, però, a un vate, come è accaduto con le lapidi del monastero soprattutto valutando il lavoratore come uomo concreto impegno per il buon funzionamento di San Giovanni da Verdara. completo con i suoi valori morali, spirituali, della vita religiosa, specie nella capillare orga- Un capitolo a parte è stato riservato alle iscri- intellettuali e professionali. In questo, spiega nizzazione delle confraternite presenti in tutte le zioni dell’abside del Santo e un altro ai monu- Spiller, Arena contrastò il movimento sindacale parrocchie visitate. menti più rilevanti della basilica. Incuriosisce socialista che mirava solo ad un miglioramento A chiusura del volume troviamo i “medaglio- molto il capitolo dedicato a “Quello che le guide del benessere materiale che, per quanto legitti- ni” biografici dei 27 abati visitatori; i formulari usuali della basilica del Santo non dicono”, nel mo, non teneva conto dell’uomo. degli interrogatori ai sacerdoti e ai laici e, infine, quale l’autore mostra come la basilica, che resta Doveva, infine, promuovere leggi a tutela del i “medaglioni storici” delle sedici parrocchie in ogni caso un capolavoro d’arte e d’architettu- lavoratore, facilitarne l’accesso ai servizi sociali della campagna e delle due parrocchie della città ra, presenti asimmetrie, anomalie, sproporzioni di base e promuovere iniziative per migliorare dipendenti anch’esse dal monastero. e disuguaglianze a dimostrazione di quali fosse- moralmente e professionalmente i propri soci. Cecilia Passarin ro le reali metodiche di costruzione muraria nel L’impegno che egli profuse nella difesa dei lavo- Medioevo. Si tratta in altri casi di tutti quei segni ratori è dimostrato anche dalle denuncie pubbli- di trasformazione e intervento che l’occhio del cate su “Il Vessillo Bianco” in merito alla cattiva turista, ma anche quello dello studioso, spesso paga dei salariati, ai carichi di lavoro, all’esosità non riesce a cogliere avvinto dall’insieme e dalla degli affitti, alle onoranze legate ai patti agrari, P. VALERIO ZARAMELLA OFMCONV., Guida inedita fusione degli stili. alla breve durata dei contratti e agli sfratti annua- della basilica del Santo. Quello che della Basili- La basilica è nata ed è sempre stata retta da li. Nominato delegato vescovile, s’impegnò per ca del Santo non è stato scritto, Padova, Centro francescani e proprio a questa presenza plu- la realizzazione dell’istruzione religiosa e socia- studi antoniani, 1996, 8°, pp. 813, s.i.p. risecolare dei minori è dedicato un intero capito- le e affinché i cattolici partecipassero attivamen- lo che passa in rassegna iscrizioni, altari, statue te e fossero maggiormente presenti nella vita é possibile guardare la basilica del Santo e marmi dedicati ai confratelli di Antonio. Non politica. Fra i suoi progetti vi era anche l’istitu- dall’interno, dai “suoi fori, attraverso le sue spie, manca neppure la cronaca della ricognizione dei zione di scuole popolari, sistematiche. in modo da esaminarla e vederla senza essere resti mortali del Santo, effettuata all’inizio del Accanto all’impegno nella direzione dell’Uf- visti”, quasi un racconto a bassa voce della sua 1981, anche questa scevra, come tutto il volume, ficio sociale del lavoro, Arena operò attivamente storia e delle notizie e dei dettagli talora “scarta- di tecnicismi e del vocabolario scientifico spe- anche all’interno dell’Azione cattolica, sempre ti” dalla ricerca scientifica? È quello che ha fatto cialistico per addetti ai lavori. portando avanti programmi precisi a sostegno padre Zaramella, conventuale della basilica del Cecilia Passarin del mondo cattolico. Oltre a quest’incessante Santo. Non sono trattati i grandi problemi della attività, Arena fu nominato alla guida della par- basilica, ma le minuzie storiche, le curiosità, i rocchia di Sandrigo, senza mai, peraltro, abban- fatterelli che emergono dai documenti dopo una donare completamente la sua attività alla guida lettura meno artificiosa e codificata. Il materiale del cosiddetto “sindacato bianco”. su cui l’autore, però, ha lavorato è imponente: SERGIO S PILLER, Don Giuseppe Arena. La fede, la Durante il fascismo anche Arena fu ridotto al atti, documenti, epigrafi, monumenti e soprattut- scienza, la società a Vicenza e nel Veneto 1875- silenzio, ma la sua azione non ebbe termine to le iscrizioni, minuziosamente osservati e letti 1959, Vicenza, Egida, 1997, 8°, pp. XVI-425, perché, nominato rettore del Seminario vicentino, in modo da rilevare i dettagli che spesso la ill., L. 60.000. stimolò i nuovi sacerdoti alle tematiche sociali e scienza e il metodo tralasciano perché non rien- politiche. trano nei grandi temi. Padre Zaramella ha ricer- Il volume ripercorre la vita e le opere del Il volume, oltre alla cronaca della vita di cato particolari a completamento di tutto quello sacerdote vicentino nato a Cornedo Vicentino Giuseppe Arena, propone anche un’antologia che sulla basilica è stato scritto fino ad oggi. nel 1875. Entrato in Seminario giovanissimo, dei suoi scritti e un’ampia raccolta di testimo- La passione vera e propria dell’autore sono le percorse tutte i gradini previsti dalla legge nianze di quanti lo conobbero. iscrizioni, che ha studiato anche al di fuori della canonica prima di essere ordinato sacerdote (lu- Cecilia Passarin basilica; in questo volume riporta quelle che ha glio del 1900). potuto leggere su tutte le superfici (lapidi, mar- Arena visse durante gli anni della Rerum mi, muri, dipinti, oggetti) e con molta cura le ha novarum di Leone XIII e nella contrapposizione tradotte. L’autore si sofferma quindi a descrivere fra capitale e lavoro, fra uomo e forza lavoro; i caratteri di ogni angolo dell’edificio: dalla forse proprio da queste prime riflessioni ebbe facciata esterna e interna alle cappelle, passando origine tutta la sua convinzione in difesa delle attraverso tutti i monumenti. Di ognuno sono classi lavoratrici. Le vicende delle due guerre, riportate le dimensioni, la data d’inizio e di fine l’espansione coloniale italiana, la persecuzione lavori e tutta una serie di notizie sulle vicissitu- fascista e il silenzio cui fu costretto, lo portarono 32 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Combattere il razzismo e le xenofobia. Azione pei quali Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, SCIENZE SOCIALI pratica a livello locale. Relazioni interco- Germania, Olanda, Paesi Bassi, Norvegia, Sve- munitarie, Venezia, Regione del Veneto - Edi- zia, Regno Unito, Galles. zioni del Consiglio d’Europa, 1996, 8°, pp. 164, Susanna Falchero s.i.p. GIULIANO PETROVICH, Il Veneto alla ricerca di un Progetti di formazione professionale. Verso le nuovo patto sociale. Teoria delle decisioni pub- pari opportunità per gli immigrati. Direttive bliche, consenso politico e trasformazioni eco- pratiche, Venezia, Regione del Veneto - Edi- nomiche nel “modello Veneto”, Padova, Cedam, ° Padova-Chioggia: trasporti, viabilità, sviluppo ° zioni del Consiglio d’Europa, 1996, 8 , pp. 66, 1999, 8 , pp. 218, L. 30.000. s.i.p. socio-economico, Atti del Convegno (Agripolis, 22 giugno 1998), a cura di M. Bonsembiante Negli ultimi vent’anni, il paesaggio sociale, Formazione della polizia riguardo alle relazioni e N.A. De Carlo, Milano, Franco Angeli, 1999, urbano ed economico del Veneto ha evidenziato con i migranti e i gruppi etnici. Direttive prati- pp. 220, s.i.p. tali cambiamenti da trasformare la nostra regio- che, Venezia, Regione del Veneto - Edizioni del ° ne da fanalino di coda della locomotiva-Nord a Consiglio d’Europa, 1996, 8 , pp. 186, s.i.p. Il convegno si è svolto con la partecipazione modello di sviluppo studiato e imitato in tutto il del presidente della Regione del Veneto, del mondo. Quali sono stati i fattori determinanti di Questi tre volumi sono parte di una più ampia Rettore dell’Università di Padova e di numerosi questa “esplosione”? In altri termini, è sufficien- serie promossa dalla Regione del Veneto, conce- rappresentanti degli enti locali interessati ad esa- te ricorrere alla logora categoria della piccola pita per accompagnare il rapporto “Le relazioni minare la possibilità di un collegamento ferro- impresa per comprendere un simile mutamento? intercomunitarie e interetniche in Europa” pub- viario fra Padova e Chioggia. E soprattutto: quali tensioni sociali, quali vuoti blicato nel 1991 dal Consiglio d’Europa. Le Nello spazio fra le due città sta assumendo culturali ha prodotto questo liberismo impetuoso relazioni intercomunitarie Ð relazioni tra i mi- peso crescente la direttrice Legnaro-Agripolis, e, spesso, deregolamentato? Su queste cruciali granti o i gruppi etnici immigrati e la società e i importante polo scientifico dell’Ateneo patavi- questioni si interroga Giuliano Petrovich, pro- gruppi etnici del paese ospitante – sono già da no, e Piove di Sacco. Sulle strade fra Padova e fessore di politica economica presso l’Università tempo parte integrante della nostra vita quotidia- Chioggia si registra un traffico intensissimo, di Venezia, in questo suo libro. L’autore pun- na, pertanto ben si comprende l’impegno profu- aggravato anche da mezzi pesanti, che determina tualizza che “la struttura delle imprese, la dina- so dal Consiglio d’Europa per l’integrazione notevoli rallentamenti e perdite di tempo. Il mica delle innovazioni, la presunta flessibilità e degli immigrati. grande traffico mediamente raddoppia ogni otto l’apertura del mercato, vanno rimeditate con Il volume sul razzismo prende le mosse dalla anni. Già adesso lavorare o studiare ad Agripolis, rigore e distinte quantomeno per periodi e zone riunione tenutasi nel 1993 a Berlino. In esso a pochi chilometri da Padova, comporta dei geografiche venete”. Questo perché la questione vengono presentate esperienze pratiche e proget- disagi notevoli. Dall’Interporto padovano, col- è complessa e “probabilmente non è esistito un ti in fase di sperimentazione o esecutiva nel locato nella parte orientale della città, partono Veneto unico, né un Nordest omogeneo, né un Regno Unito, in Germania, in Austria, in Svezia, decine di treni ogni giorno, che vanno ad immet- Norditalia compatto”. in Francia, in Olanda, in Norvegia, e anche in tersi nella rete ferroviaria nella parte opposta. La tesi di fondo di Petrovich è che le possibili Italia. Quello del razzismo è un problema quanto Sarebbe più razionale l’istradamento verso le chiavi interpretative dei fenomeni in atto vadano mai attuale e drammatico anche nel mondo occi- linee che collegano al Tirreno, utilizzando un ricercate a partire dall’analisi del “patto sociale” dentale, più ricco e libero, perché esso – come tratto della ferrovia Padova-Chioggia. tra governanti e governati. Patto sociale che sottolinea Wieviorka – “transita da un paese L’area sud-est della provincia di Padova ha “costituisce l’accordo sui fini, modi, regole e all’altro sotto forme relativamente diversificate: visto aumentare le sue potenzialità senza dotarsi strumenti e lega eletti ed elettori, governi e pregiudizi crescenti, manifestati sempre più espli- nello stesso tempo delle infrastrutture necessarie cittadini, rappresentanze e rappresentati”. citamente, come se i tabù fossero saltati, discri- a garantire il sistema relazionale. Da parte sua Il percorso teorico dell’autore si snoda in due minazione, segregazione, sviluppo di partiti e Chioggia non è ben collegata alla rete ferroviaria parti. La prima – “Cenni ad alcuni schemi di organizzazioni in cui il razzismo è una compo- regionale e nazionale. é dotata di una sola linea modelli decisionali” – è dedicata a quella che si nente più o meno centrale dell’azione e del ferroviaria che la collega a Rovigo. Lo studio di definisce Teoria dei livelli di governo. Si tratta di discorso”. fattibilità della ferrovia Chioggia-Padova preve- una ripresa di schemi e teoremi di politica econo- Strettamente collegato al tema del razzismo, o de un costo di realizzazione complessivo di 327 mica e di economia pubblica che analizzano meglio all’abbandono del pensiero razzista a miliardi. Il tracciato ha uno sviluppo di 56 km e l’articolazione dei centri decisionali di progetta- favore dell’integrazione degli immigrati, si col- attraversa Legnaro (Agripolis), Piove di Sacco, zione, prelievo e spesa. Gli autori citati sono loca il discorso sulle pari opportunità. Questo Arzergrande e Pontelongo. Tra Piove di Sacco e Timbergen, Buchanan, Oates. tema, unitamente al ruolo della formazione pro- Pontelongo la linea sarebbe interconnessa alla La seconda parte – “Il Veneto da problema a fessionale per gli immigrati, è trattato nel volume Adria-Mestre. La velocità di percorrenza media modello. Considerazioni su consenso politico, che origina dalla riunione del 1992, svoltasi a sarebbe di 48-55 km/h a seconda delle fermate. I evoluzione sociale e trasformazione economica Strasburgo. Nel testo, oltre alle direttive pratiche tempi di viaggio sarebbero di 14-17 minuti fino dal secondo dopoguerra” – tratta da vicino il in materia, emanate dal Consiglio d’Europa, ad Agripolis, 26-31 minuti fino a Piove di Sacco, tema del patto sociale, analizzando le tesi con- vengono presentati diversi progetti attivi in alcu- 57-71 minuti fino a Chioggia. La linea sarebbe trapposte di un Veneto “bonario, accattivante, ni Paesi europei. La formazione delle giovani adatta anche al passaggio di treni merci. La moderato e legalista” e di un Veneto “campani- immigrate senza lavoro, per l’Austria; la forma- trazione sarebbe diesel, con carrozze tutte moto- lista, settario e conflittuale”. Il problema, sostie- zione universitaria, e la formazione dei gruppi rizzate. L’orario proposto prevede un treno ogni ne Petrovich, è capire quando e come sia avvenu- etnici e sociali svantaggiati, per il Regno Unito; 15 minuti nelle ore di punta e ogni 30 minuti nel to il passaggio dall’una all’altra “tipologia”, pas- l’apprendistato e formazione al lavoro, per la resto della giornata. Fino ad Agripolis, e vicever- saggio forse più graduale e sfumato di quanto si Norvegia; le risorse disponibili e il mercato del sa, il servizio ogni 15 minuti sarà esteso per tutta possa pensare. lavoro, per la Svezia; l’informazione dei giovani la mattina. Il binario sarà quasi ovunque doppio. Questo libro, sorretto da una solida impo- immigrati, e la formazione professionale, per la Il tracciato presenta due alternative alla soluzio- stazione scientifica, è uno strumento prezioso, Germania; l’orientamento, la formazione e l’im- ne base: una fra Padova e Piove di Sacco di minor una lente di ingrandimento per osservare più in piego per le giovani di minoranze etniche, per i costo ma che non fa servizio per Agripolis, l’altra dettaglio il fenomeno-Veneto, che corre il serio Paesi Bassi. fra Piove di Sacco e Chioggia, per Codevigo, ma rischio di alimentare uno sterile serbatoio di Infine, il volume dedicato alla formazione dei che salta Pontelongo, quindi con minor bacino di definizioni socio-giornalistiche, senza però es- corpi di Polizia, che fa seguito alla riunione di utenza. Il costo di esercizio si attesta sui 15 sere mai colto nella sua essenza. Strasburgo del 1992, mette a confronto l’im- miliardi all’anno. Marco Bevilacqua postazione delle scuole di polizia in Paesi euro- Elio Franzin 33 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Democrazia virtuosa. Scienza e cultura al servi- Croati: storia di una migrazione focalizza la informazioni ad un livello spinto di disag- zio di una eco-città. Progetto Quartiere Aperto, sguardo su una drammatica situazione di profon- gregazione territoriale (Comune), e di rappre- a cura di Corrado Poli - Silvio Scanagatta - da attualità. Infine il “Notiziario” a cura della sentazioni georeferenziate dei principali indica- Simone Dalla Libera, Padova, Cedam, 1999, 8°, Redazione offre recensioni bibliografiche, noti- tori demografici, sociali ed economici, nonché la pp. 320, ill., L. 38.000. zie di convegni, premi, biblioteche, musei, e fornitura di un supporto metodologico di base, ragguagli sull’emeroterca e sulle acquisizioni relativo alla struttura concettuale, e della ri- Progetto Quartiere Aperto nasce con l’intento bibliografiche dell’Archivio. levazione e delle specifiche tecniche di elabora- di “dare voce ai cittadini” e presenta i risultati di Giovanna Battiston zione agli Enti locali che abbiano intenzione di un lavoro svolto capillarmente nella zona di ripetere l’esperienza di analisi per soddisfare Padova-Est – una realtà definita “complessa e specifici fabbisogni conoscitivi, in relazione alle per molti versi contraddittoria”. proprie competenze programmatiche. Il supporto all’intera iniziativa, nata dall’im- Andrea Fosco pegno di un gruppo di cittadini, è stato fornito dal Atti della Conferenza dei Veneti dell’America Consiglio di Quartiere Brenta/Venezia, che ha Latina. Florianopolis - Santa Caterina (Brasi- saputo accogliere e sostenere questo progetto le), 14-15-16 novembre 1997, a cura di Susanna ispirato ai principi della democrazia liberale, e Celi, “Quaderni dell’A.D.R.E.V.” n. 3, Venezia, affrontato secondo il metodo del decentramento. Archivio di Documentazione e Ricerca sull’Emi- Veneto in Cifre 1996/1997, Venezia, Regione Veneto - Sistan - Servizio Statistico Regionale, Il volume, articolato in quattro sezioni, con- grazione Veneta - Centro interuniversitario di ° tiene saggi inerenti i diversi temi che hanno Studi Veneti - Ravenna, Longo, 1998, 8°, pp. 1998, 8 , pp. 373, ill., s.i.p. interessato la ricerca e il Progetto. La prima parte 206, s.i.p.. contiene un approccio globale, dedicato a scien- Veneto in Cifre è una sintesi di informazioni za e cultura a servizio del territorio; con la se- L’America Latina, uno dei bacini privilegiati riferite alla realtà veneta nelle sue diverse espres- conda sezione si entra nel “cuore” del progetto da tanta emigrazione veneta, è stata individuata sioni ed articolazioni: di carattere sociale, econo- stesso Ð analizzato in dettaglio dal punto di vista dall’Assessorato alla Politiche dei Flussi Mi- mico, demografico e ambientale. Per chiarezza metodologico nella sezione successiva; l’ultima gratori come il destinatario della prima Confe- dei contenuti, essa ben risponde alle esigenze parte è dedicata al progetto “raccontato” dai renza d’area promossa dalla Regione del Veneto, informative degli uffici regionali, di operatori protagonisti. di cui questo volume raccoglie gli atti. Le rela- pubblici e privati, nonché di studiosi, ricercatori Il testo offre un esempio chiaro di come sia zioni tecniche e scientifiche, gli interventi quali- e studenti. Questa sorta di annuario statistico, possibile concretamente dare voce ai cittadini, ficati degli esponenti del mondo industriale e insomma, offre conoscenze che consentono a garantire una maggiore autonomia di gestione ai politico, la partecipazione di tante delegazioni tutti di avere un valido supporto alla propria quartieri – alleggerendo il carico sull’ammini- provenienti da tutti gli Stati del continente attività, specificamente quando si tratta di assu- strazione comunale e diventando interlocutori sudamericano interessati dal fenomeno, l’appor- mere decisioni in maniera informata e corretta. privilegiati della classe politica Ð e valorizzare al to determinante dell’associazionismo ed infine Veneto in Cifre, quindi, non è un prodotto desti- meglio le risorse presenti sul territorio. la sottoscrizione di documenti programmatici nato a giacere in qualche scaffale, ma supporto al Susanna Falchero elaborati da gruppi di lavoro nei diversi campi Ð lavoro quotidiano, che trova la sua naturale col- cultura, economia, informazione, associa- locazione sul tavolo di tutti gli operatori, siano zionismo Ð offrono la visione della situazione essi pubblici o privati. attuale di queste comunità all’estero ed evi- Andrea Fosco denziano l’esigenza intrinsecamente sentita da “Quaderni dell’A.D.R.E.V.”, n. 2, Venezia, Ar- tutti di elaborare progetti e promuovere interven- chivio di Documentazione e Ricerca sull’Emi- ti per la valorizzazione dei rapporti con la grazione Veneta - Centro interuniversitario di madrepatria a qualsiasi livello. Le malattie infettive nel Veneto negli anni 1994 ° Studi Veneti - Ravenna, Longo, 1997, 8 , pp.183, La salvaguardia della cultura originaria come e 1995, Venezia, Regione Veneto - S.I.R.V. Siste- ill., s.i.p. consapevolezza delle proprie radici si pone quale ma Informativo Regione Veneto, 1997, 8°, pp. momento fondamentale nella strada da percorre- 127, ill., s.i.p. Dopo il primo volume dei “Quaderni dell’ re: la condivisione di secolari esperienze sedi- A.D.R.E.V.” in cui hanno visto la luce gli Atti mentate, auspicabilmente rinverdite nelle giova- La decima edizione della serie contiene la della Conferenza Permanente dei Veneti nel ni generazioni oriunde da una istruzione scola- sintesi dei dati desunti dalle notifiche delle ma- Mondo (Verona 14-15 giugno 1996), questa se- stica mirata, permetterà di rinsaldare vincoli lattie infettive che gli operatori dei Dipartimenti conda pubblicazione assume la struttura peculia- reciproci anche in campo economico, che non di Prevenzione delle ULSS hanno raccolto, regi- re della collana ponendosi come una raccolta di soltanto favoriranno le comunità emigrate ma strato e trasmesso alle competenti Direzioni re- studi, documenti, ricerche e notizie inerenti il promuoveranno il Veneto verso un processo di gionali e ministeriali. Questa edizione, rispetto mondo dell’emigrazione veneta. Si susseguono internazionalizzazione. In appendice alcuni do- alle precedenti, è stata arricchita con informazio- interventi di carattere storico, quali la ricostru- cumenti legislativi e di politica economica. ni derivate dai flussi informativi riguardanti al- zione, di Loris Andrioli, della tragedia dei mina- Giovanna Battiston cune malattie di particolare importanza epi- tori di Marcinelle in Belgio e il saggio di Ulderico demiologica soggette a sorveglianza speciale, Bernardi che forgia a tutto tondo la figura quali ad esempio la tubercolosi, la malaria, le emblematica del trevisano Geremia Lunardelli, epatiti virali e le meningiti batteriche. asceso dalla condizione più umile di emigrato di Andrea Fosco prima generazione a “o rei do café” del Brasile. Censimento demografico 1991: un modello di Giovanni Meo Zilio presenta un’anteprima analisi per le realtà locali, Venezia, Regione dell’ultima opera di padre Joao Leonir Dall’Alba Veneto - Dipartimento per la Statistica e l’Infor- sull’epopea della famiglia Ballardin, pionieri matica, 1996, 8°, pp. 261, ill., s.i.p. + cartella con veneti nello stato brasiliano di Rio Grande do Carte tematiche, 4°, 30 tavv. Preadolescenze. Problemi, potenzialità e strate- Sul, la quale fornisce uno spaccato di quella gie educative, a cura di Diega Orlando Cian, particolare esperienza ad inizio secolo di straor- Come da tradizione questo volume e le tavole Milano, Unicopli, 1998, 8°, pp. 334, L. 30.000. dinaria vivezza anche per l’utilizzo da parte dello tematiche presentano un’analisi dei risultati del scrivente della parlata dialettale originaria sotto Censimento demografico della popolazione e Il volume Ð curato da una eminente pedago- l’influenza della lingua portoghese. Un assaggio delle abitazioni 1991 del Veneto. Finalità essen- gista dell’Ateneo patavino – raccoglie e propone del lavoro di Mariantonia Brustolin Italiani o ziale di questa iniziativa è la divulgazione di una serie di interessanti studi centrati sulla fascia 34 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

di età della “preadolescenza”, compresa tra gli senza spazio verso una realtà piena di limiti, di 11 e i 14 anni. Scorrendo i vari contributi diventa fatica, di dolore ma anche di progettualità, di AMBIENTE così possibile conoscere a fondo la realtà sogget- risultati concreti, di soddisfazioni: che i tossico- tiva dei ragazzi e il loro modo di rapportarsi agli dipendenti non conoscono e che devono affron- altri, in primis alla famiglia e alla società. La tare per diventare finalmente uomini. chiave di lettura pedagogica, infatti, offre la Il libro raccoglie e condensa il lavoro svolto PIERO BEVILACQUA, Venezia e le sue acque. Una possibilità di inquadrare i problemi della preado- dai due autori nel corso di diversi anni con la metafora planetaria, postfazione di Massimo lescenza in un’ottica positiva e propositiva, dalla convinzione che un interesse per il mondo delle Cacciari, Roma, Donzelli, 1998, nuova ed. ac- quale trarre preziosi spunti per fare emergere vie idee, dei sentimenti, dell’arte, è d’aiuto per ritro- cresciuta e interamente riveduta, 8°, pp. 176, ill., educative adeguate ai giovani con i quali ci si vare la forza di vivere e la stima di sé, e per L. 38.000. confronta quotidianamente. superare quel disagio così diffuso in un contesto, Susanna Falchero come quello del Triveneto, in cui nel volgere di Fin dal XIV secolo Venezia dovette affrontare pochi decenni si è passati dalla povertà di risorse il problema della conservazione della sua lagu- della civiltà contadina a modelli di vita basati na, un vasto specchio d’acqua di circa 550 kmq, prevalentemente sul benessere economico e sul dai pericoli di alterazione dell’equilibrio natura- successo a qualsiasi costo. le e dai processi di interramento. La laguna Psichiatria di territorio. Almanacco 1999, a cura La scommessa di fondo è dunque che la cultu- difendeva la città dalle tempeste marine prove- di Franco Fasolo e Lodovico Cappellari, Padova, ra può diventare un’antidoto al vuoto esistenzia- nienti dall’Adriatico. Era stata creata dalle stesse La Garangola, 1999, 8°, pp. 247, L. 35.000. le riguadagnando i diritti di una razionalità a forze che ne minacciavano l’esistenza, il mare e misura d’uomo che rimetta al centro i bisogni i fiumi della Terraferma: l’ Isonzo, il Tagliamento, Ruolo elettivo della psichiatria è occuparsi del primari dell’individuo, spesso trascurati dalla il Piave, il Sile, il Brenta, il Bacchiglione, l’Adige, malessere interiore, di prendersi cura dell’essere scuola istituzionale, e i valori irrinunciabili della il Po. Contro la violenza periodica esercitata dal umano nella sua globalità. Da qui la necessità di socialità nel rispetto di principi e regole che mare sui Lidi, i veneziani applicarono specifiche ribadire (perché ce n’è sempre bisogno) l’impor- garantiscono la civile convivenza. forme di difesa a mare. L’insabbiamento della tanza della condivisione della sofferenza umana, Il percorso terapeutico è sostenuto da stimoli laguna da parte dei fiumi era una minaccia più presente ovunque nel mondo, e ancor più “senti- culturali che spaziano dal cinema al teatro, dalla grave di quella costituita dal mare. ta” negli studi degli psichiatri. L’Almanacco letteratura all’attualità, dalla storia alla politica, Nel 1501 fu istituito il Magistrato alle acque 1999, realizzato da un nutrito gruppo di operatori dalla musica allo sport, ed è accompagnato da con il compito di far rivedere ogni anno gli argini del settore in territorio veneto, intende ancora dibattiti e dall’elaborazione scritta dei vari argo- che circondavano la laguna. Nel 1505 fu creato il una volta rilanciare questo compito, occupando- menti, sicché i ragazzi sono i veri protagonisti di Collegio solenne sopra le acque. Infine fu creata si in in maniera centrale di “ridurre la so- questa didattica in cui la cultura è in funzione la figura del Perito ai fiumi, il proto o ingegnere matizzazione promuovendo la mentalizzazione”, della vita. Sullo sfondo dell’attività culturale si che doveva sapere tutto su di essi. E iniziarono i come ricorda una parte del titolo dell’Introduzio- scorge il dipanarsi della storia, la trasformazione grandi lavori di deviazione dei fiumi. ne al volume. della società e del fenomeno della tossicodi- Il fiume più dannoso era il Brenta. E la sua In base a tali premesse, Almanacco 1999 con- pendenza nel corso degli ultimi quindici anni, sistemazione durò quattro secoli. Tra il 1501 e il tiene varie sezioni che affrontano le diverse oltre alla vita e al metodo riabilitativo all’interno 1507 fu realizzato il Taglio della Brenta nuova. forme di malessere interiore e i luoghi nei quali di una Comunità terapeutica d’indirizzo psico- Nel 1604, grazie al Taglio di Porto Viro, anche il la psichiatria può efficacemente diventare analitico. Po fu allontanato dalla laguna. Nel 1610 terminò promotrice di ritrovata salute e benessere: nei Gabriella Imperatori il Taglio della Brenta nuovissima. La diversione dipartimenti e nei centri di salute mentale, nei dei fiumi ottenne il grande risultato di impedire casi di violenza, negli interventi di riabilitazione, l’interramento della laguna, ma sacrificò gli in- nelle strutture intermedie, negli ospedali e nelle teressi della Terraferma. Lo smaltimento delle case di riposo, infine nelle cosiddette “case ulti- acque piovane delle terre agricole veniva impe- me”. Ogni sezione contiene casi, progetti e risul- GIOVANNI S TEFANI, Ogni uomo semplice. Storie di dito dai fiumi. Gli alvei dei fiumi diventavano tati di esperienze concrete messe in atto sul volontari, Padova, Il Prato, 1998, 8°, pp. 195, pensili rispetto alle campagne ed esse erano territorio, e affronta le possibilità di interazione L. 22.000. costrette ad impaludarsi. Nel 1815, sotto la do- fra la psichiatria e gli altri ambiti del “fare” minazione austriaca, la politica veneziana di umano. “...il Bene non fa notizia” ammonisce l’autore diversione dei fiumi dalla laguna fu apertamente Susanna Falchero fin dalle prime righe, contrapposte al drammati- contestata e concesse un certo spazio agli co interrogativo: “che notizia può fare una perso- interessi delle varie provincie della Terraferma na che aiuta il suo prossimo? Dov’è lo spunto di le quali reclamavano che i fiumi fossero ricondotti cronaca in un atteggiamento altruista, in una nella laguna. Lo scontro su questo problema durò storia in cui i buoni dominano sui cattivi...?”. A dal 1815 fino al 1821, finché il Consiglio delle GLORIA SPESSOTTO Ð SANDRO TRAVAGLIA, Ciò che rifletterci, però, la notizia c’è: nel “fenomeno” di fabbriche di Vienna si pronunciò per il ritorno gli angeli non sanno. Esperienze culturali nella migliaia di persone che – anziché pensare esclu- dei fiumi in laguna e la Cancelleria aulica ne Comunità terapeutica di Camparta, Gardolo di sivamente a se stessi Ð dedicano parte del loro adottò il parere. Ma solo nel 1840 il Brenta fu Trento (TN), Comunità di Camparta, 1998, 8°, tempo libero al volontariato. E proprio di storie riportato in laguna mediante il Taglio della Cu- pp. 183, L. 25.000. di volontariato ci parla Giovanni Stefani. Di netta a Stra. Era una decisione tecnicamente persone diverse, per età ed estrazione socio- sbagliata e fu corretta nel 1896 quando il Brenta Con questo suggestivo titolo wendersiano culturale, accomunate dal desiderio e dalla vo- fu riportato nel mare. Gloria Spessotto e Sandro Travaglia, entrambi lontà di aiutare il prossimo. In questo caso, il La politica di tutela della laguna seguita da padovani d’adozione, presentano una sorta di libro diventa un modo interessante per conoscere Venezia non aveva potuto risolvere una gravissi- diario di bordo delle attività culturali (tutt’altro queste storie e per riflettere anche sui propri ma contraddizione con la Terraferma. Ma essa, che tradizionali) che accompagnano un gruppo valori, prima che su quelli altrui. “Cose fuori per secoli, si è posta su un piano decisamente di ragazzi nel “viaggio immobile” della comuni- moda, oggi” – prosegue con apparente amarezza superiore a quello degli interventi novecenteschi tà terapeutica di Camparta verso il recupero dalla – ma grazie alle quali “ogni uomo semplice, tendenti a creare il polo industriale, sopratutto tossicodipendenza e la ricostruzione della pro- ascoltando il battito del proprio cuore, può scri- chimico, a Marghera. Essi hanno gravemente pria personalità. Più che una risalita dall’inferno vere per dare un senso alla sua vita”. compromesso l’equilibrio naturale della laguna. della droga lasciato ormai alle spalle, si tratta di Susanna Falchero Anche l’agricoltura con l’uso indiscriminato dei una discesa da un mondo irreale senza tempo e prodotti chimici ha provocato dei danni ingenti. 35 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

e Cavallino, e quindi alle isole abbandonate LUIGI BRUNELLO, Morte di un fiume, Mestre (VE), della laguna sud, la linea di difese a mare, per Gruppo di ricerca storica - Edizioni Centro Cul- concludersi verso Chioggia, con il “giro dei turale Villa Pozzi, 1997, 4°, pp. 45, ill., s.i.p. casoni” e i borghi antichi dei pescatori. Comple- tano il testo una serie di informazioni pratiche Un disegno di copertina traccia un percorso con approdi, numeri e riferimenti utili, anche che partendo dai colli asolani, attraverso Castel- commerciali, strutture ricettive e culturali, alber- lo di Godego, le resorgive attorno a Resana, a sud ghi e ristoranti. est verso Noale, Maerne, Zelarino arriva a Mestre Curata da Mario Cipollini e Francesca Rech e finalmente a Campalto in laguna: è il tracciato (con una serie di altri apporti specifici), realizza- di un fiume antichissimo che aveva contribuito a ta a due colori, riprendendo in forma moderna il rendere la più fertile della Decima Regio la zona modo di presentarsi dei portolani, come si accen- del graticolato, che fu “l’artefice della geo- nava la Guida fa largo uso di disegni, piantine, morfologia del Canal Grande e della Bocca di profili delle località viste dall’acqua, informa- Porto del Lido” e del quale per la sua irrequietez- L’inondazione del 4 novembre 1966 ha riportato zioni nautiche. Fornisce riferimenti basilari per i za e la difficoltà della sua regimentazione è stata drammaticamente l’attenzione dell’opinione diversi siti lagunari, elementi naturalistici, flora nei secoli XVI e XVII, da parte della Serenissima, pubblica nazionale ed internazionale sui proble- e fauna distinta in sott’acqua e fuori acqua. decretata la morte. Si tratta del Musone, ed è di mi gravissimi di Venezia e della sua laguna. Nel Pier Giorgio Tiozzo questo fiume scomparso che Luigi Brunello trac- 1973 e nel 1984 il Parlamento italiano ha emana- cia con brevi ma precise pennellate il ritratto, per to due leggi speciali che hanno posto le premesse restituirgli il merito di avere scavato i letti suc- per un mutamento positivo nella gestione della cessivamente occupati da Marzenego, Dese, Sile, città. Da allora a Venezia e in laguna si sono Zero e, con il suo alveo, il disegno profondo della succeduti molti interventi. Rimane ancora irrisolta GIORGIO Z OCCOLETTO, Il bosco Brombeo del comun laguna fino al Porto di Lido. la grave questione del progetto di dighe mobili di Chirignago, Mestre (VE), Gruppo di ricerca ° Brunello ne segue le vicende in terraferma, alle bocche di porto chiamato Mose. storica, 1994, 4 , pp. 111, ill., s.i.p. ricostruendone l’evoluzione per cataclismi natu- Elio Franzin rali, come quello del 589 descritto da Paolo Una mappa attuale mostra come il bosco di cui Diacono, che ne modificano l’alveo fino alla il testo ricostruisce le secolari vicende fino al mappa disegnata dall’ingegnere dell’Ofitio delle capitolato per la vendita all’asta del 1921,si trovi Acque nel 1556 e successivamente, per la salva- sotto uno spesso mantello di svincoli tangenziali guardia della Laguna dal rischio di interramento, Guida alla scoperta della laguna di Venezia, e cavalcavia e che sia necessario un grosso sforzo gli interventi di diversione operati direttamente Trieste, Oltremare, 1998, 8°, pp. 152, ill., di immaginazione per ricostituirne sotto la colata dall’uomo che ne decretano la scomparsa. Anche L. 29.000. di cemento e asfalto i profili e le prospettiva il Canal Salso che viene scavato in laguna a passate. Il testo però ci viene in aiuto proponendo partire dal vecchio sbocco in Laguna presso S. Si è assistito negli ultimi anni ad un rinnovato una ricostruzione degli statuti, delle successive Giuliano per reggere il traffico commerciale con interesse verso quel particolare intreccio di ele- vendite, delle ragione dei Provveditori sopra i la terraferma perderà progressivamente di im- menti naturali e opera secolare di intervento beni comunali, che ne rivendicano il controllo portanza con l’inaugurazione del ponte lagunare. antropico costituito dalla Laguna di Venezia. per le esigenze dell’Arsenale e sul quale impon- Fiorino Collizzolli Sono stati pubblicati volumi di vario spessore ed gono la legge organica sui roveri così preziosi approccio, tanto testi scientifici su aspetti di per la vita stessa dello Stato veneziano. Dopo le questo complesso sistema, come monografie di- vicende successive alla caduta della Serenissi- vulgative e turistiche. L’agile volumetto con cui ma, il bosco rimane ancora fonte di legname si presenta questa nuova editrice triestina inten- pregiato. Ma conosce il suo taglio completo con de occupare un ambito settoriale: il target cui si le esigenze belliche per il rafforzamento delle ARTE rivolge è costituito dal mondo dei diportisti e di trincee sulla linea del Grappa e del Piave. quanti intendono praticare itinerari diretti di esplo- Segue una ricca sezione con mappe eseguite razione lagunare. Il volume si propone alla ma- ne 1697, e un repertorio di documenti che ne scandiscono tutta la storia. niera di un moderno “portolano”, ricco di infor- GIUSEPPE MARIA PILO, La giovinezza di Giovan mazioni e di riferimenti, nel quale viene ricercato Fiorino Collizzolli Battista Tiepolo e gli sviluppi della sua prima un particolare abbinamento fra testo scritto e maturità, Venezia, Regione del Veneto - Mon- disegni illustrativi (che esemplificano gli ele- falcone (GO), Edizioni della Laguna, 1997, 4°, menti e mostrano le località così come si presen- pp. 242, ill., s.i.p. tano ad una visuale dall’acqua). Il lavoro parte dalla fondata convinzione che il Tra le iniziative in occasione del terzo cente- modo migliore per visitare la laguna e gustarne il nario della nascita di G.B. Tiepolo promosse fascino sia quello di percorrerla direttamente e dalla Regione del Veneto, è particolarmente op- autonomamente, giocoforza con una piccola portuna e significativa la pubblicazione del volu- imbarcazione, vogando o a vela. Si tratta di una me sulla fase giovanile dell’artista, determinante nuova fruizione della laguna, che si spera riesca per la realizzazione del suo genio, acutamente a contribuire al superamento del pluridecennale ricostruita dal noto studioso di arte veneta Giu- abbandono in cui è caduta, e che la ha portata ad seppe Maria Pilo. un deterioramento delle sue peculiarità. Giovan Battista Tiepolo (1696-1770), altissi- La Guida individua 90 siti, tra canali, centri mo rappresentante della pittura nel “secolo dei abitati, isole e casoni. Ad un approccio intro- lumi”, appare originale e grande fin dalle prime duttivo generale, che sintetizza storia e caratteri- opere, nel 1715, a Venezia, dove, superato age- stiche della laguna, e che illustra come affrontare volmente il maestro Gregorio Lazzarini, si acco- le esplorazioni proposte, vengono fatti seguire sta a Federico Bencovich per intensità espressi- gli itinerari, seguendo una articolazione che dal- va, arditezza degli scorci e drammatici effetti di le isole della laguna nord, con le paludi della luce. Gli Apostoli Tommaso e Giovanni all’Ospe- Rosa e della Centrega, passa all’area di Treporti daletto, dipinti a soli 19 anni, mostrano la genialità 36 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

teatrale, da melodramma, ed una tecnica sapiente nieri, sia pubblici che privati. Le lettere di Canova che sfiora il virtuosismo, caratteri presenti anche pubblicate in questo volume sono state reperite nel grande fregio il Serpente di bronzo, 1732, per negli archivi pubblici di Firenze: dell’Accade- San Cosma a Venezia. mia di Belle Arti, degli Uffizi, della Biblioteca Nella sua città, Tiepolo dipinge soggetti mito- Nazionale Centrale e dell’Archivio di Stato. I logici, come il Trionfo di Zefiro e Flora a Ca’ destinatari di queste missive sono il senatore Pesaro e scene religiose intensamente patetiche: Giovanni degli Alessandri, i Granduchi di To- Orazione di Cristo nell’orto agli Scalzi, Adora- scana, Carlo Fea, Giuseppe Tambroni, Isabella zione del Bambino a San Zulian, Educazione di Teotochi Albrizzi, Alessandro d’Este. Tali lette- Maria a Santa Maria della Fava, le due tele nella re sono rimaste nell’oblio dell’inedito per lungo Scuola di San Rocco Abramo visitato dagli an- tempo ma, nonostante la loro frammentarietà, geli e Agar e Ismaele nel deserto. Nel 1732-33 documentano i rapporti che il grande scultore compie la fastosa decorazione della Cappella veneto ebbe con l’ambiente artistico fiorentino. Colleoni a Bergamo con Storie del Battista lumi- In particolare è possibile ricostruire la sua attivi- nose e ricche di invenzione e nel 1734, in soli tre tà riguardante l’Accademia di Belle Arti e la mesi, porta a termine il ciclo di affreschi sulla Galleria degli Uffizi. Nobiltà e il Merito nella villa Loschi-Zileri dal Le otto missive rinvenute nel fondo dell’Ac- Verme al Biron, presso Vicenza. cademia di Firenze sono, secondo il curatore del Già la sua fama supera i confini di Veneto e volume, quelle più interessanti: vi si trattano Lombardia e si espande in vari paesi europei, ma questioni relative a copie e a modelli di sculture per ora compie a Venezia le opere più significa- antiche e moderne e ai loro restauri; vi si lodano, tive: gli affreschi ai Gesuati con la Gloria di San inoltre, i giovani artisti toscani perfezionandi Domenico e l’Istituzione del Rosario, 1737-38, e nell’atelier romano del maestro. dell’artista, già padrone della tecnica in cui tra- le tele a Sant’Alvise con Storie della Passione. Nel fondo ottocentesco della Galleria degli durre le immagini della sua ardente fantasia. Nel 1740 Tiepolo affresca a Milano il soffitto del Uffizi è stato possibile rintracciare un altro nu- Tiepolo brucia le tappe e nella brevissima salone a palazzo Clerici con La corsa del carro cleo, più consistente, di lettere canoviane: sono formazione rielabora gli insegnamenti di Tin- del Sole, prova altissima ed esemplare che realiz- dodici e riguardano l’esecuzione e il trasporto da toretto, Veronese, Piazzetta, Sebastiano Ricci, za la conquista di uno spazio sconfinato dove le Roma a Firenze della Venere italica, scultura mentre mette a punto il suo inimitabile stile nella figure, prese in un vortice, si dissolvono in luce. conservata a Palazzo Pitti e commissionata al decorazione di palazzi e di chiese. La prima Soggetti storici, religiosi, mitologici, letterari, maestro di Possagno per sostituirne una analoga prova significativa, 1718, è la decorazione del tutta la cultura del passato viene da Tiepolo requisita dai francesi. salone della villa Baglioni a Massanzago (l’As- rielaborata e tradotta con l’impronta personale Alla Biblioteca Nazionale Centrale sono con- sunta nella parrocchiale di Biadene, 1716, è del suo genio in un linguaggio ricco e inimitabile servate quattordici lettere, mentre altre due ap- troppo rovinata) con scene mitologiche che rie- per creare un mondo dove invenzione e realtà si partengono all’Archivio di Stato di Firenze. vocano motivi culturali del passato con lievità, fondono magicamente. Il curatore, Antonio P. Torresi, da vari anni si maestà e grazia. Alla “maniera chiara” dell’af- Marilia Ciampi Righetti dedica allo studio dei documenti nell’Accade- fresco il giovane Tiepolo alterna una “maniera mia di Belle Arti di Firenze e alla stesura di scura” con drammatici contrasti d’ombra e luce: profili biografici di artisti e restauratori operanti Sacrificio d’Isacco, all’Ospedaletto, San Seba- tra Seicento e Novecento. È docente presso l’Ac- stiano, già in una collezione privata, Probatica cademia di Belle Arti di Ravenna, ma vive a piscina all’Accademia di Venezia, 1719-20. Antonio Canova. Alcune lettere a Firenze (1801- Firenze. La sua arte evolve rapidamente, si fa più sicura 1821). Inediti dall’Accademia di Belle Arti, da- Barbara Giaccaglia e articolata: Gloria di S. Lucia della parrocchiale gli Uffizi, dalla Biblioteca Nazionale Centrale e di Vascon, Apoteosi di Santa Teresa agli Scalzi, dall’Archivio di Stato, a cura di Antonio P. Tor- Martirio di San Bartolomeo a San Stae, le tele resi, premessa di Gian Lorenzo Mellini, Ferrara, mitologiche all’Accademia: Ratto d’Europa, Liberty House, 1999, 8°, pp. 111, ill., s.i.p. Diana e Atteone, Diana e Callisto, Apollo e GIAN CAMILLO CUSTOZA, Giovanni da Udine. La Marsia, ricche di citazioni letterarie, di motivi Dall’indomani della morte di Antonio Canova tecnica della decorazione a stucco alla “roma- fiabeschi e di spunti realistici. Negli anni succes- fino ai nostri giorni si sono susseguiti numerosi na” nel Friuli del XVI secolo, prefazione di sivi partecipa al concorso per la Gloria di San profili biografici dell’artista; nonostante le sva- Francesco Amendolagine, Pasian di Praio, (UD), Domenico, 1723, dipinge la Crocifissione in San riate pubblicazioni, tuttavia, rimane a tutt’oggi Campanotto, 1996, 8°, pp. 157, ill., L.40.000. Martino di Burano, 1722-25, le Storie di Zenobia inedita la maggior parte dei carteggi dello scul- per Ca’ Zenobio, e il ciclo a fresco e a olio sul tore, dispersa in fondi archivistici italiani e stra- Frutto di un lungo progetto di ricerca, il volu- tema dell’Eloquenza a palazzo Sandi a Venezia. me ripercorre le testimonianze dell’arte plastica Tiepolo raggiunge la piena maturità nella ric- nell’ambito del Friuli Venezia Giulia, analizzan- ca serie di dipinti a Udine nel Duomo e a Palazzo do gli interventi plastici e pittorici dello stucca- Patriarcale, tra il 1726 e il 1730, con episodi della tore Giovanni Da Udine nei castelli di Spi- Genesi e dell’Antico Testamento dove le ardite limbergo e Colloredo. prospettive e i luminosissimi colori segnano il Dopo alcuni cenni sulla tecnica della decora- passaggio dal barocco al rococò. Nella comples- zione a stucco alla “romana” riscontrabile negli sa esecuzione gli è collaboratore il quadraturista esempi decorativi dei castelli friulani, intorno Girolamo Mengozzi Colonna che fornisce l’im- alla metà del cinquecento, l’autore rivela, par- pianto illusionistico alle figure, stimolando la tendo da una serie di considerazioni sull’identi- fantasia del maestro, ormai padrone di un proprio ficazione del committente e sulla datazione del- linguaggio figurativo. l’opera di Giovanni Da Udine, i momenti più Raggiunta la notorietà con le dieci Storie ro- significativi che vedono impegnato il “pictor mane per Ca’ Dolfin, di grande potenza dramma- furlanis” nelle decorazioni a stucco ed affresco tica, viene chiamato a Milano ad affrescare pa- su di un lato del salone del piano nobile del lazzo Archinto e palazzo Casati Dugnani. Quan- castello di Spilimbergo. Negli anni 1555 e ’60 to rimane della decorazione attesta una certa aria un’altra impresa ambiziosa lo vedrà coinvolto 37 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

una storia, nata dall’incontro del sociale con la scritto: “Il tema, solo apparentemente futile, è in simbologia, la mitologia, la psicologia, che dà realtà assai complesso, perché si tratta di investi- conto contemporaneamente della realtà e del- gare un modo di vestire composito, che com- l’immaginario collettivo. Freschezza, libertà, prende indumenti intimi, costumi da bagno veri seduzione sono i messaggi subliminali che ac- e propri, completi sportivi e abiti da vacanza in compagnano quelli reali contenuti nei manifesti senso lato”. creati per pubblicizzare le località balneari o Nella seconda parte del volume, titolata Il termali. L’acqua come fonte di una molteplicità parco termale e balneare veneto, viene tracciata di rappresentazioni ci narrano dunque i testi, la storia delle località venete termali (Abano, scritti dalla Vanzan, da Doretta Davanzo Poli e Montegrotto, Battaglia, Galzignano, Teolo, da Roberto Curci, o ci mostrano le illustrazioni Recoaro, Caldiero, Venadoro, Làgole, Gogna, contenute nel volume di cui vanno segnalati i Vittorio Veneto, Campo d’Ampezzo e Valgrande) numerosi manifesti conservati presso il Museo e balneari (Sottomarina di Chioggia, Pellestrina, civico Luigi Bailo di Treviso. il Lido di Venezia, Jesolo, Caorle e Bibione). La Vanzan traccia un affresco dello sviluppo Cinzio Gibin della civiltà termale e balneare prendendo spunto dalla commedia goldoniana La finta ammalata. In essa appare una nuova figura di medico che, riluttante ad ordinare rimedi per la cura del corpo, preferisce aiutare i suoi pazienti attraver- LUCIA BORANGA, Antonio Lazzarini pittore so il potenziamento della vis medicatrix naturae. bellunese del Settecento, saggio introduttivo di In questo contesto terapeutico l’acqua, calda o Flavio Vizzutti, Belluno, Istituto Bellunese di “nella decorazione della volta di una studiolo in fredda, bevuta o usata semplicemente per ba- Ricerche Sociali e Culturali, 1999, 8°, pp. 228, una saletta al secondo piano della torre di ponen- gnarsi, assunse un importante valore terapeutico. ill., L. 45.000. te nell’ala ovest dello storico Castello di Colloredo Le località montane, in cui vi erano delle fonti, e di Monte Albano”. Francesco Amendolagine quelle costiere, bagnate dal mare, divennero dei Flavio Vizzutti, nel suo saggio introduttivo, ci presentando il volume, sottolinea come lo studio centri terapeutici. Tra Ottocento e Novecento le parla della pittura nel bellunese tra Seicento e condotto dal Custoza venga a “tracciare un brano località termali e marine divennero anche luoghi Settecento, inserendola nel giusto contesto stori- della trama delle interrelazioni significative fra di passatempo. Proprio il passaggio da una visio- co e culturale di quel determinato periodo. La architettura e decoro in Italia”. ne terapeutica a quella del loisir è ben evidenziato pittura seicentesca nella provincia di Belluno L’Autore, infatti, contribuisce a sviscerare il dalla Vanzan. vede inizialmente in primo piano la figura di giallo che ammantava la storia e l’interpretazio- Ovviamente il tipo di cultura termale e balnea- Francesco Frigimelica, poi quella di Agostino ne di storia quotidiana dell’artista, dei suoi pro- re fu pubblicizzato attraverso opuscoli e manife- Ridolfi, che si distacca completamente dai modi getti, dove ogni variabile mostra l’incastro con- sti. Dell’aspetto storico-grafico si è occupato tardocinquecenteschi del Frigimelica per una tinuo fra lo spazio, il manufatto architettonico e Curci, il quale ha delineato le fasi del movimento ricerca di monumentalità tipicamente barocca. le infinite manipolazioni, fino a farlo diventare artistico sotteso allo sviluppo della civiltà terma- Tra gli allievi del Ridolfi troviamo Giovanni altro da sé. Non a caso, quindi, il saggio alla base le e balneare individuandone i principali prota- Fossa, nonché lo stesso Antonio Lazzarini. Agli di questa pubblicazione Ð afferma Amendolagine gonisti. Vi è una sorta di spartiacque tra i mani- inizi del Settecento una scossa innovativa è de- Ð si fonda a partire dalle testimonianze presenti festi prodotti in favore delle fonti termali e quelli terminata dal rientro in città di Sebastiano Ricci, nella regione nel momento in cui l’arte e la prodotti per le località marine: i primi, in genere, il cui più abile allievo è Gaspare Diziani. Altri tecnica dello stucco ricoprono un ruolo signifi- contengono un messaggio colto; nei secondi, pittori settecenteschi sono Egidio Dall’Oglio, cativo negli edifici del primo Cinquecento so- invece, il messaggio è più popolare. Flaminio Grappinelli, Antonio Gabrieli. prattutto a Roma, la città rinascimentale dei Papi La civiltà termale e balneare non poteva non Il pittore bellunese Antonio Lazzarini (1672- Medici, Leone X e Clemente VII, i grandi com- investire il settore dell’abbigliamento. Di questo 1732), come precisa Lucia Boranga, non ha mittenti di Raffaello e di Giovanni Da Udine argomento ha trattato la Davanzo Poli che ha attirato l’attenzione né dei suoi contemporanei (p.12). Un saggio, dunque, puntuale ricco di né degli studiosi dell’Ottocento, i quali ne parla- illustrazioni fotografiche ed accompagnato da no poco e quasi sempre in modo impreciso. Il un’ampia documentazione, che evidenzia l’ac- merito di aver studiato per prima e a fondo la curato lavoro che l’autore ha sostenuto nel corso produzione dell’artista va a Chiara Marani, che della ricerca. nella sua tesi di laurea del 1956-57 ha analizzato Sonia Celeghin documenti archivistici riguardanti la vita e l’atti- vità artistica del Lazzarini ed ha presentato un catalogo di venti opere del pittore. Successiva- mente sono state riconosciute come sue numero- se altre opere ed il suo catalogo, ora, ne include, Alle fonti del piacere. La civiltà terrnale e bal- tra dipinti e disegni, una cinquantina. neare fra cura e svago, a cura di Nelli-Elena Van- Antonio Lazzarini nacque e morì a Belluno. Il zan Marchmi, Venezia, Regione del Veneto - Lucco ritiene che l’artista si sia formato alla ° Milano, Leonardo Arte, 1999, ill., pp. 186, 4 , sip. scuola del bellunese Agostino Ridolfi e, nono- stante la mancanza di prove documentarie, la Il filo conduttore del volume, che fa parte della conferma di ciò viene dal confronto delle loro collana del Centro Italiano di Storia Sanitaria e opere. Se già tra il 1700 e il 1702 il Lazzarini Ospitaliera del Veneto (CISO) promossa dalla venne chiamato a lavorare fuori Belluno, è molto Regione Veneto, sono le acque come connettivo probabile che egli fosse divenuto un artista auto- culturale ed ambientale. La civiltà delle acque, nomo nell’ultimo decennio del XVII secolo. Si- così presente nella pubblicistica riguardante il curamente conobbe Andrea Brustolon e vide Veneto, viene qui indagata non più sotto l’aspet- all’opera, in Belluno, Sebastiano Ricci e Gaspare to idrogeologico ma da un originale punto di Diziani. Sicuramente fu a Venezia e nel trevigiano vista: quello della sanità del corpo e del piacere per studiare i capolavori di questi ultimi ma, ad psico-fisico che le acque producono. Ne risulta esclusione di alcuni brevi periodi, si allontanò 38 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

basilica durò nei secoli, usata anche come area REMO SCOLA GAGLIARDI, La pieve di Bovolone. cimiteriale fino a quando fu distrutta da un incen- Indagine storico-artistica, studi planimetrici di dio in età carolingia. Si possono ancora ammira- Sante Rossi, Bovolone (VR), Comune di re porzioni dei mosaici pavimentali, frammenti Bovolone, 1997, 4°, pp. 110, ill., s.i.p. architettonici, resti dei corredi funerari e alcuni reperti di bronzo, parti di catene usate per soste- Il termine “pieve” indicava originariamente nere le lampade. una “collegiata”, gestita da chierici e retta da un La chiesa di Sant’Elena, a una navata e soffitto arciprete, la cui sede era una “chiesa matrice” da di legno, ebbe una prima consacrazione nell’813 cui dipendevano delle chiese minori dette “cap- e una seconda nel 1140, dopo gli interventi per pelle”. La sua caratteristica peculiare era quella rinforzare le strutture carolinge compromesse di essere dotata di un fonte battesimale e di un dal terremoto del 1117. La chiesa canonicale, cimitero, posto nelle immediate adiacenze. La cresciuta nei secoli, mantiene preziose tracce del principale fonte di reddito di una pieve derivava passato, come le logge esterna e interna, le dalla riscossione delle decime, riguardanti il epigrafi, il trittico scolpito del primo Trecento territorio agricolo posto sotto la propria giurisdi- già sulla facciata (ora al Museo), il coro ligneo zione. Il volume intende divulgare un’indagine quattrocentesco, i resti di affreschi e i dipinti tra storico-artistica svolta dall’autore circa la pieve cui la bella pala del Brusasorci, Madonna in di Bovolone, in provincia di Verona, e le cappel- trono col Bambino e Santi. le da essa dipendenti. Il chiostro romanico del XII secolo è ritmato da Per quanto riguarda le origini della pieve di una serie di archetti sostenuti da colonne di Bovolone sembra si possa desumere da un antico marmo rosato, in due ordini sul lato a est, mentre documento, datato 24 giugno 813, che a quel- quello a ovest fu ristrutturato nel Settecento e l’epoca la chiesa esistesse già. In un altro docu- offrì una nuova sede alla Biblioteca Capitolare. mento, risalente al 2 ottobre 1179, si scopre, invece, che essa era anticamente dedicata ai SS. Fermo e Rustico. Quando questa antica pieve molto poco dalla sua città. Non viaggiò in Euro- cadde in rovina, all’inizio del XIII secolo, il pa, ma lavorò in una zona circoscritta, limitata a vescovo fece dono alla comunità di Bovolone del Belluno e alle immediate vicinanze, il Cadore, il suo oratorio, dedicato a S. Biagio, affinché po- Feltrino, l’Agordino, lo Zoldano, il Comelico e il tesse esservi insediata la nuova pieve. Varie Cenedese. Non si può escludere, inoltre, che il aggiunte furono fatte agli inizi del ’400 e nella pittore lavorasse da solo o con pochi aiutanti; seconda metà del ’500, fino a quando, nella questo perché le sue opere non sono molto nume- seconda metà del ’600, si verificò un notevole rose e in esse sembra di riconoscere una sola incremento demografico della popolazione loca- mano. Nel primo periodo della sua attività, le, che passò da 1500 abitanti a 2500. Nel 1741 assecondando le locali richieste di mercato, la l’arciprete diede inizio ad una radicale ristrut- sua pittura rimase legata ad uno stile secentesco, turazione che portò la chiesa ad assumere le poi rielaborò i modi del Ricci e del Diziani: del forme che ancora oggi in gran parte conserva. primo riprese in particolare gli schemi compositivi Nuove modifiche furono fatte, infine, nell’800. e le tipologie figurative, del secondo l’eleganza La chiesa di S. Biagio è arricchita da numerose delle figure e le tinte forti e vivaci. opere d’arte. Sul soffitto della navata spicca un Il volume presenta il catalogo delle opere grande affresco della seconda metà del XVIII autografe, il catalogo dei disegni, quello delle secolo, raffigurante la SS. Trinità in gloria con i opere attribuite e quello delle opere disperse. santi Biagio, Fermo e Rustico. Sulla contro- Concludono il volume un’appendice, la facciata sono state scoperte tracce di affreschi bibliografia e l’indice alfabetico per ubicazione attribuibili ad un pittore veneto trecentesco che, delle opere. Barbara Giaccaglia L’aula usata per il Capitolo reca stucchi secenteschi del lombardo David Reti. Il Canonicato conserva importanti resti di affreschi del Duecento e Trecento tra cui: Storie di David e Salomone e due cicli di Virtù e Vizi, mentre al Cinquecento risalgono le tavolette Gli edifici canonicali di Verona: storia, arte, lignee sul soffitto d’ingresso al museo, come restauri, a cura di Enrico Maria Guzzo, present. pure la decorazione, purtroppo assai degradata, di Alberto Piazzi, testi di Enrico Maria Guzzo e sulla facciata della prima Biblioteca Capitolare. Romualdo Cambruzzi, Verona, Quaderni del Il Museo Canonicale conserva pregevoli ta- Museo Canonicale di Verona, 1998, 8°, pp. 68, vole e sculture del Trecento e Quattrocento e ill., s.i.p. importanti tele del Seicento e Settecento, come il Ritratto di Scipione Maffei di fra Galgario e il Non restano tracce archeologiche certe di un Ritratto del vescovo Giovanni Morosini di Ales- complesso monumentale romano sul luogo della sandro Longhi. cattedrale di Verona, come vuole la tradizione, A conclusione del volume Romualdo Cam- mentre sussistono tratti di una strada lastricata e bruzzi presenta una rassegna degli interventi di un muraglione verso l’Adige. edilizi effettuati nel 1989-1997 sul complesso Nella seconda metà del IV sec. d.C. sorse la canonicale, durante i quali vennero alla luce prima basilica paleocristiana (sotto la chiesa di S. numerosi affreschi trecenteschi che attendono Elena) e un secolo più tardi, cresciuta la comuni- di essere restaurati. tà cristiana, fu eretto un nuovo più ampio edifi- Marilia Ciampi Righetti cio, a tre navate, con un’abside e un nartece. La 39 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

molto probabilmente, facevano parte della deco- conventuale risale al 25 giugno 1456, giorno in razione dell’antico oratorio di S. Biagio. Nelle cui si costituì il primo nucleo di religiosi, quattro varie cappelle sono collocate opere scultoree del frati dell’Ordine di Santa Brigida che ricevettero Quattrocento e del Cinquecento, e diverse pale dal vescovo l’autorizzazione a vivere nel con- d’altare; tre sono tele cinquecentesche, una di vento. Essi nel 1462 rinunciarono all’investitura Nicola Giolfino, una di Paolo Farinati, con Cri- ed abbandonarono il convento, in cui si stabilì sto risorto tra S. Caterina e la Maddalena ed una quasi subito un’altra comunità religiosa: i Cano- di Felice Brusasorci, con la Benedizione dei nici di S. Salvatore, che rimasero a Isola per più pani, e quattro sono tele del XVIII secolo. L’orga- di trecento anni. Un decreto della Repubblica di no è settecentesco, come pure il coro ligneo. Venezia del 1771 soppresse i monasteri dei Ca- Nel 1835 l’arciprete di Bovolone, scartata nonici Lateranensi nel dominio veneziano ed in l’idea di ingrandire ulteriormente la chiesa par- particolare avvenne la soppressione dei Canoni- rocchiale di S. Biagio, incaricò l’architetto mila- ci regolari che vivevano a Isola. Ebbe termine, nese Luigi Clerichetti di progettare una nuova così, la vita conventuale a Isola e il monastero chiesa da erigersi accanto a quella di S. Biagio. I venne abbandonato. Fu solo nel 1904 che esso lavori proseguirono fino al 1857, quando i muri rinacque, divenendo il convento dei frati Servi di perimetrali avevano raggiunto l’altezza di due Maria, inizialmente dipendente da quello di metri. I lavori furono poi ripresi nel 1913, sotto Monte Berico e poi divenuto autonomo. Nel la guida dell’architetto Domenico Rupolo, e pro- 1914 venne costruita una nuova ala, ulteriormen- seguirono a più riprese fino al 1945, anno in cui te ampliata negli anni 1944-45. Nella chiesa di S. venne finalmente consacrata la nuova chiesa Maria del Cengio, durante gli anni ’20 e ’30, parrocchiale di S. Giuseppe. Dalla chiesa di vennero attuati alcuni restauri e fatte varie modi- Bovolone, essendo una pieve, dipendevano varie fiche e aggiunte. chiese minori, denominate cappelle o oratori. Il La chiesa è arricchita da varie opere d’arte, tra Bassi e gli influssi degli artisti francesi sulla sua volume ne indaga l’origine, che varia da caso a le quali le più notevoli sono: una statua in pietra opera, in particolare Gauguin, Sérusier, Denis. I caso; alcune di esse furono sede dell’antica pieve, policroma raffigurante la Madonna con Bambi- contatti dell’artista con la cultura tedesca, a cui si poi declassate a cappelle, altre erano cappelle no, attribuita a Girolamo da Vicenza, databile al accostava anche attraverso le riviste specialisti- private ed altre ancora sorsero, nel corso dei 1490; il paliotto in marmo dell’altare maggiore, che, vengono analizzati da Daniela De Angelis. secoli, sotto la spinta della devozione popolare. opera della bottega di Orazio Marinali; brani di Nico Stringa, nel suo intervento dal titolo Queste chiese minori sono: la chiesa di S. Gio- affreschi trecenteschi e quattrocenteschi. La pic- Gino Rossi inedito e raro, indaga sugli anni del vanni Battista, il santuario della Madonna della cola guida prosegue con la descrizione dell’anti- periodo formativo di Gino Rossi. Poiché l’artista Cintura, l’oratorio di S. Pietro, l’oratorio di S. co convento e dell’eremo, accenna alla storia non svolse degli studi regolari e poiché sono Maria al Bosco. Di ciascuna di esse vengono dell’Ordine mendicante dei frati Servi di Maria e molto pochi i dipinti documentati che si possono ricostruite le vicende storiche e descritte le opere si chiude con una breve appendice, nella quale assegnare al periodo 1906-1908, non è facile artistiche che vi si possono ammirare. sono riportati documenti e cronache riguardanti capire quali siano stati i suoi esordi. Pertanto è Barbara Giaccaglia la chiesa di Santa Maria del Cengio. possibile fare solo delle ipotesi partendo da alcu- Barbara Giaccaglia ni dati certi, che possono aver influito sulla formazione di un determinato “gusto” del pitto- re: l’apprendistato svolto da Gino Rossi a Vene- zia presso il pittore russo Vladimir Scheresche- wskj e la passione per l’arte decorativa orientale Santa Maria del Cengio a Isola Vicentina. Sto- e popolare. ria, arte e fede, a cura di p. Giorgio M. Vasina, Il volume è arricchito, inoltre, da un saggio di ° Gino Rossi e l’Europa, a cura di Eugenio Manzato, Alessandro Del Puppo sulla fortuna critica di Vicenza, Tipografia Campisi, 1996, 8 , pp. 63, ° ill., s.i.p. Treviso, Canova, 1998, 8 , pp. 160, ill., L. 35.000. Gino Rossi e dalla segnalazione di Laura Lorenzoni concernente la mostra dell’artista te- Il volumetto traccia inizialmente un profilo Come osserva Eugenio Manzato, direttore dei nutasi a Verona nel dicembre 1916. Segue un storico riguardante le origini della chiesa di S. Musei Civici di Treviso, Gino Rossi, nato a breve catalogo di opere per documentare il colo- Maria del Cengio e la nascita del suo convento. Venezia e vissuto per lunghi anni a Treviso, non re in Gino Rossi. La chiesa si trova nominata per la prima volta in può essere considerato né un artista veneto, né Daniela De Angelis presenta, poi, un dipinto un documento del 1192, mentre l’inizio della vita tanto meno un artista trevigiano; egli fu un gran- da lei riscoperto nelle collezioni del Quirinale a de viaggiatore nello spazio, con i suoi spostamenti Roma; l’opera, intitolata Testa di pescatore, fu in Francia oltre che in Italia, e nel tempo, poiché acquistata a nome del re alla IX Esposizione studiò le opere di arte antica conservate nei Trevigiana d’Arte nel 1933. Seguono cinque musei. Per queste ragioni egli è da ritenersi un schede relative ad altrettante opere di Gino Rossi artista europeo. conservate nel Museo di Treviso, curate da Nico La collaborazione tra l’Assessorato alla Cul- Stringa. Chiudono il volume alcuni apparati uti- tura e l’Associazione Amici dei Musei di Treviso lissimi per la conoscenza del pittore: una nota ha portato, nel periodo tra maggio e giugno 1997, biografica, l’elenco delle esposizioni allestite alla realizzazione di un breve ciclo di conferenze quando Rossi era in vita e relative opere esposte che ha approfondito le frequentazioni interna- ed infine una bibliografia. zionali di Gino Rossi (1884-1947), grande artista Barbara Giaccaglia veneziano che con Treviso e col territorio trevigiano ebbe un forte legame. Successiva- mente è stato pubblicato questo volume, proprio per raccogliere e divulgare i testi di quelle stesse conferenze, unitamente ad altri interventi. Maria Grazia Messina, nel suo saggio intitola- to Gino Rossi e la Francia 1907-1915, esamina i soggiorni di Gino Rossi in Francia e nei Paesi

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gnato nel restauro e tutela di opere d’arte in ARCHITETTURA Umbria, e, attraverso questi, con Tommaso Minardi. Fu un instancabile viaggiatore Giovan- URBANISTICA - PAESAGGIO ni Battista e questo lo portò ad incontrare studio- si, eruditi italiani quali Gaetano Milanesi, archivista e storico dell’arte, intellettuali stranie- ri quali John Ruskin e Charles Faifax Murray Giovanni Battista Cavalcaselle conoscitore e nonché alcuni conoscitori contemporanei quali conservatore, Atti del convegno (Legnago-Ve- Sir Charles Eastlake autore di numerosi taccuini, rona, 28-29 novembre 1997), a cura di Anna 36 dei quali consultabili nell’Archivio della Chiara Tommasi, Venezia, Marsilio, 1998, 8°, National Gallery di Londra e Giovanni Morelli pp. 393, ill., L.70.000. di cui sono stati rintracciati i taccuini marchigiani che documentano il viaggio del 1861 con il Nel ricordare Giovanni Battista Cavalcaselle Cavalcaselle nelle province delle Marche e a cent’anni dalla sua scomparsa, le città di Vero- dell’Umbria. na e Legnago, quest’ultima paese natale dello Significativa la presenza del conoscitore e storico dell’arte, furono protagoniste nel novem- conservatore nelle città di Genova, Verona, Ve- bre ’97 di un significativo convegno che vide nezia e Padova dove si impegnò in “ricognizioni cultori ed esperti dell’argomento impegnati nel puntuali”, si dedicò allo studio di proprietà di rievocare la figura dell’illustre studioso. Il volu- collezioni private e, proprio a Padova, pose “le L’attenzione di Vincenzo Lucchese, tuttavia, me riunisce gli ampi e rigorosi scritti di autorevo- premesse per una corretta metodologia d’inter- è stata catalizzata dalla eccezionale “architettura li studiosi quali: Marisa Dalai Emiliani, Donata vento nel restauro delle opere d’arte”. Interes- in scagliola”, decorazione a stucco ad imitazione Levi, Anna Chiara Tommasi, Bernardina Sani, sante lo studio sul mercato artistico italiano tra degli intarsi marmorei, che decora un’ampiezza Valter Curzi, Giulio Manieri Elia, Jaynie ’700 e ’800. Il volume, che si conclude con gli di superfici tali da lasciare sbalorditi e che egli Anderson, Linda Kaiser, Marco Mozzo, Caterina anni della vita del Cavalcaselle politico: “quelli ritiene sia stata eseguita dopo l’anno 1652. Come Furlan, Anna Maria Spiazzi, Piergiacomo Petrioli, della liberazione e dell’unificazione italiana”, precisa il docente, l’arte della scagliola non fu Paola Marini, Susy Marcon, Giacomo Agosti, rappresenta un’ottimo strumento di rilettura, at- soltanto un prodotto artistico-artigianale limita- Franco Bernabei, Antonino Caleca, Guido tenta e meditata, sull’attività e personalità del to all’area emiliana e più precisamente alla zona Guerzoni, Paul Tucker, Nicholas Penny, Flaminia conoscitore e conservatore, nella volontà di re- di Carpi, ma si diffuse in Germania già nel XVI Gennari Santori, Gemma Buonanno, Andrea stituire alla memoria l’operato del grande storico secolo e fu presente in diverse aree europee in un Emiliani e la conclusione di Francis Haskell. Dai dell’arte. periodo di tempo compreso tra il XVII e il XVIII numerosi contributi raccolti si coglie l’ampiezza Sonia Celeghin secolo, raggiungendo livelli qualitativi altissimi. delle ricerche condotte dagli studiosi, nella vo- Maestro di quest’arte raffinata fu proprio Gio- lontà di indagare e comprendere la formazione vanni Gavignani, che nella decorazione della del grande storico dell’arte attraverso l’esame chiesa di Brancolino si ispirò ad alcune idee dei suoi preziosi taccuini ove puntualmernte e iconografiche del celebre pittore veneziano Giulio minuziosamente analizzava le opere d’arte, la VINCENZO LUCCHESE, Giovanni Gavignani e la Carpioni (1613-1679). Nella chiesa della Beata sua attività di tutela del patrimonio storico arti- scagliola carpigiana. Illusionismo barocco nel- Vergine vi sono due altari: l’altare maggiore e stico, i rapporti con i suoi contemporanei, i suoi la parrocchiale di Brancolino, Trento, Temi, l’altare di Sant’Antonio da Padova nella cappel- instancabili viaggi e la sua politica dell’arte 1996, 4°, pp. 170, ill., s.i.p. la Lodron. Nell’altare maggiore Giovanni negli anni dell’unificazione italiana. Gavignani applicò la propria tecnica ad un pro- Ammesso all’Accademia veneziana nel 1834, Il paese di Brancolino, situato sulle colline che getto del Longhena. all’età di 15 anni, il Cavalcaselle dimostra, du- dominano il corso dell’Adige, faceva antica- Nel volume trova spazio anche un interessante rante l’apprendistato, un “temperamento ribel- mente parte della signoria feudale dei Conti excursus sulla simbologia dei fiori e sulla cultura le” legato probabilmente da una situazione poli- Lodron, assieme ad altre località, come Nogaredo, religiosa barocca e viene spiegato nei dettagli il tica vigente. Significativi saranno gli incontri che avevano una certa importanza dal punto di procedimento tradizionale per la realizzazione con il pittore modenese Adeodato Malatesta, vista difensivo. Esaminando l’impianto archi- dei manufatti in scagliola e quali sono i materiali direttore dell’Accademia Atestina di Modena, tettonico della chiesa della Beata Vergine in base per la realizzazione di questo tipo di deco- con il maestro Carlo Della Porta a Firenze, impe- Brancolino, si può constatare che l’edificio subì razione. rimaneggiamenti dallo stile romanico o gotico a Barbara Giaccaglia quello barocco; fu quindi trasformato da sobrio edificio in una delle “perle” del patrimonio arti- stico del Trentino, grazie ad un episodio di mecenatismo seicentesco dovuto alle illustri per- sonalità di fra Bonaventura Madernino, espo- GIULIO BRESCIANI A LVAREZ, Architettura a Pado- nente di una nobile famiglia, e dei feudatari va, a cura di Giovanni Lorenzoni, Giuliana Maz- Francesco Nicolò e Paride Lodron. Risulta, co- zi, Giancarlo Vivianetti, introd. di Lionello Puppi, munque, piuttosto singolare il desiderio dei com- Padova, Il Poligrafo, 1999, 8°, pp. 606, ill., 251 mittenti di dare un volto così prezioso ad una tavv. f.t., L. 150.000. chiesa di modeste dimensioni e di modesto aspetto esteriore. Fra i grandi protagonisti che hanno lasciato un Vincenzo Lucchese, docente presso la Facoltà segno nello studio della storia dell’architettura e di Architettura di Venezia e autore del volume, a dell’arte va ricordato Giulio Bresciani Alvarez, seguito di approfondite analisi ha dedotto che scomparso nell’aprile del ’97. L’omaggio all’in- l’insieme architettonico barocco si deve alla col- dimenticabile studioso appare quindi dovuto ed laborazione tra il grande architetto veneziano inevitabile. L’elegante volume Architettura a Baldassarre Longhena (1597-1682) e l’artista Padova riunisce in un’unica raccolta i numerosi carpigiano Giovanni Gavignani (1632-1680), ai scritti che lo impegnarono nei decenni di ricerca quali probabilmente si aggiunse il noto architetto storico-critica sull’architettura medievale e mo- trentino Mattia Carneri (1502-1673). derna. L’introduzione di Lionello Puppi evi- 41 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

denzia, in una scrittura vivida ed evocativa, gli Alle “altre architetture” sono riconducibili gli “eventi” che concorrono a forgiare la statura studi sull’architettura leccese, sulle opere roma- dello studioso, che con i suoi preziosi contributi ne dell’architetto fiorentino del ’700 Ferdinando è riuscito spesso a colmare i tanti vuoti di ricer- Fuga, in particolare sulla sua attività in S. Cecilia che sulla storia dell’architettura padovana. a Trastevere e su alcuni scritti inediti dell’archeo- Il volume è articolato intorno a tre grandi logo Giambattista Passeri sulla chiesa di S. tematiche: architettura religiosa, architettura ci- Decenzio a Pesaro. Con la ricostruzione, attra- vile, trasformazioni urbane ed altre architetture. verso materiale archivistico inedito, della forma- La prima parte presenta l’ampia raccolta degli zione italiana dell’architetto Filippo Terzi, la cui scritti sulla Basilica del Santo “nei restauri e più nota attività è riconducibile in Portogallo, si ampliamenti dal ’400 al tardo barocco”, con chiude la raccolta dei saggi di Giulio Bresciani approfondimenti sull’opera dell’architetto-scul- Alvarez, corredata di illustrazioni, disegni, ap- tore Filippo Parodi (a cui Alvarez dedica uno pendici documentarie e della bibliografia degli studio sull’attività a Venezia e a Padova) e dello scritti dello studioso. scultore Giovanni Bonazza. Si prosegue quindi Sonia Celeghin con gli studi sulla Cattedrale di Padova la cui storia del cantiere viene suddivisa in fasi costruttive distinte: dalle origini medioevali fino al completamento tardo barocco, attraverso un’ampia trattazione sull’arredo architettonico e ANNAMARIA CONFORTI CALCAGNI, Le mura di Ve- plastico del Duomo, alla cui esecuzione inter- rona. La città e le sue difese dalla fondazione vennero nomi di artisti prestigiosi. “Non c’è romana all’Unità d’Italia, Caselle di Som- autore Ð sottolinea Giulio Bresciani Alvarez Ð macampagna (VR), Cierre, 1999, 8°, pp. 125, ill., strato che le vecchie mura non bastavano più... e che scrivendo di Padova, della sua storia, dei suoi L. 25.000. il nuovo criterio di difesa che verrà messo in atto monumenti delle sue opere d’arte, non rimanga porterà a prosperità”. E dall’incisione di Giovan- affascinato dal complesso abbaziale di S. Giustina “Se per caso vi trovate a Verona in una limpida ni Caroto nel 1540 si coglie una struttura [...] risultato di una continua, varia e complessa calda giornata d’estate e [...] alla fine di essa vi rinascimentale di grande efficienza e forza sedimentazione storica...”. E della Basilica lo sentite stanchi, prendete una carrozzella e recate- d’immmagine. Compare “il monumento princi- studioso ha indagato sulle fasi storico- costruttive vi alla porta orientale [...] Vedrete 50 yards al di pe” dell’architettura militare di Verona: la Porta dell’edificio, sui chiostri, sull’opera del Bedogni, là della porta, una buona strada che gira a sinistra Nuova di Michele Sanmicheli, alla cui morte del Sardi, e del Tremignon nell’altare del Santis- e di là immediatamente un’altra che gira pure a l’opera fortificatoria continuerà per due secoli simo, approfondendo inoltre l’attività dell’ar- sinistra e che con una pendenza graduale, comin- fino all’arrivo delle truppe napoleoniche che chitetto veronese Giovanni Maria Falconetto, cia a salire alla collina su cui sono costruite le apriranno un nuovo capitolo “di guerra aspra e durante la sua permanenza a Padova. La raccolta mura orientali di Verona...”. Con questa bella rovinosa”. Ma quando gli austriaci subentrarono degli scritti prosegue con le pagine dedicate alla citazione di John Ruskin del 1870 la studiosa ai francesi l’opera che fecero “costituì il risultato storia della chiesa di San Gaetano, opera dell’ar- Paola Marini introduce il libro di Annamaria di riflessioni architettoniche, urbanistiche e cul- chitetto Vincenzo Scamozzi, alla chiesa di S. Conforti Calcagni, da tempo impegnata nello turali”. Purtroppo “come era avvenuto per le Maria del Pianto, detta del Torresino, opera studio dell’arte veronese e nella salvaguardia del difese costruite nei secoli passati l’inesorabile dell’architetto padovano Girolamo Frigimelica, patrimonio storico artistico. Nove chilometri di procedere della tecnica della guerra rese presto all’ospedale, al convento e alla chiesa di San storia della città. Sono le mura di Verona che inutile anche la più recente cinta di Verona Francesco con alcune note sulla Scuola della racchiudono, tramandano ed esprimono con pie- costruita dagli austriaci”. La città della fine ’800 Carità e l’oratorio di Santa Margherita. Chiudo- tre ed iscrizioni 2000 anni di ansie, aspirazioni e “non ebbe più bisogno di chiudersi dentro le sue no la sezione riguardante l’architettura religiosa conquiste di diverse civiltà. Un destino, quello difese... Per la prima volta nella loro storia non gli studi su l’architettura dell’abbazia di Santa delle mura della città di Verona, segnato da servivano più”. Oggi nella consapevolezza del Maria di Praglia, sul Monastero di S. Michele di lunghi periodi di travagli e calamità tra guerre loro straordinario valore... il degrado, si spera, Este e sulla chiesa di S. Giovanni Battista del civili, terremoti, inondazioni, espansioni urbane, venga a cessare e l’integrale recupero ripreso. Palù in Conselve. che porteranno, spesso, ad un ripensamento del- Sonia Celeghin La raccolta degli scritti dedicati all’architettu- l’“opera difensiva estesa all’intera città”. Ma ra civile si apre con la storia del Palazzo della saranno le presenze significative dell’imperato- Ragione – dalla costruzione all’intervento quat- re romano Gallieno, di Teodorico e degli Scaligeri trocentesco, agli interventi decorativi e di manu- che lasceranno segni positivi nella città. Con la tenzione tra il ’500 e il ’700 fino a quelli succes- scomparsa di Cangrande della Scala nel 1329, e EGLE RENATA TRINCANATO, La casa veneziana sivi Ð e prosegue con i capitoli dedicati alle “con il dominio di Gian Galeazzo Visconti, che delle origini ed altri scritti sulla casa veneziana, fabbriche di Alvise Cornaro, all’architettura ci- stravolse la funzione originaria delle antiche a cura di Corrado Balistreri-Trincanato e Emiliano vile del Barocco a Padova e alle costruzioni, mura comunali, si spezzò un momento felice per Balistreri, Venezia, Edizioni Stamperia Cetid, restauri e manomissioni lungo il Naviglio dal- Verona che andò ad incidere sul suo sistema 1999, 8°, con 75 disegni, pp. 109, s.i.p. l’età moderna al secondo dopoguerra. difensivo”. Morto Galeazzo nel 1402 seguirono “burrascose vicende, al fugace ritorno degli Il volume pubblica alcuni saggi inediti, ritro- Scaligeri prima, alla dominazione carrarese su- vati dopo la scomparsa tra le carte di Egle Renata bito dopo ed infine il 22 giugno 1405 all’arrivo Trincanato, ed ora costituenti parte di un legato dei veneziani. Il lungo periodo di pace a cui diede documentario in favore della Fondazione “Gior- avvio il dominio veneziano subì all’inizio del gio Cini” di Venezia. La Trincanato, per lungo XVI secolo un’interruzione drammatica quando tempo docente presso l’Istituto Universitario di le truppe di mezz’Europa coalizzate contro la Architettura di Venezia (IUAV) e protagonista Serenissima inflissero a Venezia la sconfitta di della storiografia architettonica cittadina con la Agnadello che determinò la caduta di Verona... nota pubblicazione Venezia Minore Ð testo fon- Dal 1509 al 1517 la città restò alla mercè degli damentale per l’intelligenza dell’urbanistica eserciti imperiali... Ma il rientro dei veneziani, lagunare Ð aveva svolto lungo tutta la sua carriera nel 1577, venne visto come una sorta di ritorno diverse ricerche sul tema tipologico della “casa all’età dell’oro... La terribile guerra aveva dimo- veneziana” e in genere sulla morfologia inse- 42 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

diativa di matrice bizantina. A partire dal 1936, La Villa Loschi Zileri Motterle in Monteviale di del parco e del territorio della Villa”. Chiudono quand’era ancora studentessa presso l’Istituto, Vicenza, a cura di Lionello Puppi, Treviso, Ca- il volume i due brevi ma significativi contributi con la tesina La casa veneziana delle origini, nova, 1998, 4°, pp. 240, ill., s.i.p. di Luca Baldin, su alcune “note in margine ad un accompagnata da 13 fogli di disegni, e successi- progetto di Carlo Scarpa”, contrattato nel 1975 vamente con i saggi La casa veneziana nel XIV e Il volume, lavoro a più mani, curato da Lionello dalla famiglia Zilieri “nella logica di un riassetto XV secolo (1937), La casa patrizia veneziana e il Puppi, rende omaggio all’incantevole patrimo- funzionale della proprietà”, e di Eugenio Motterle suo rapporto con l’ambiente (1952) e Tipologia nio storico-artistico di Villa Loschi Motterle in e Luca Romano su alcune considerazioni di Villa delle forme architettoniche (1968), la studiosa Monteviale di Vicenza. Studi accurati e scienti- Loschi come bene culturale. ha continuato ad approfondire la tematica della ficamente documentati guidano il lettore alla Sonia Celeghin forma urbis dal punto di vista strutturale e fun- conoscenza della storia edilizia, degli apparati zionale, avviando quindi con la collaborazione decorativi, del parco e del territorio della Villa, il degli studenti il rilevamento e la rappresentazio- tutto impreziosito dall’abbondante documenta- ne della città antica. In particolare dai disegni zione fotografica di Arnaldo Dal Bosco. Attra- emerge tutta la ricchezza di forme e di tipi, che la verso minuziose ricerche d’archivio la studiosa GIOVANNI BATTISTA STEFINLONGO, Il “Giardino” città mirabile offre nei suoi spazi esterni e nelle Martina Frank, ricostituisce le vicende che han- del Doge - I Giardini del popolo. Studi sul sue strutture più nascoste. no portato “alla configurazione del complesso restauro urbano e sul recupero e riuso delle isole Assai opportunamente agli inediti sopra detti edilizio” ripercorrendo le tappe della storia del e delle fortificazioni della Laguna di Venezia, (pare non siano i soli lasciati dall’autrice), è stata prestigioso manufatto coadiuvata da fonti mano- 1993-1998, pref. di Pasquale Ventrice, Chioggia aggiunta dai curatori la risposta data ad Antonio scritte e documenti grafici. Il saggio di Valentina (VE), Il Leggio, 1998, 8°, pp. 155-XXXVI, ill., Cederna (1954), che sul periodico “Il Mondo” Coticelli offre “nuove proposte iconografiche L. 40.000. aveva assunto una posizione polemica contro il per gli affreschi di Tiepolo il cui ciclo di Villa progetto di Frank Lloyd Wright per la Fondazio- Loschi apre la fortunata serie di ville e palazzi Come abitudine consolidata con altre pubbli- ne “Angelo Masieri” sul Canal Grande. L’opera decorati dai Tiepolo a Vicenza e nel vicentino”. cazioni, l’autore raccoglie una serie di testi pre- è stata pubblicata con il contributo dell’Ordine Nell’autunno del 1734 Giambattista Tiepolo porta sentati in diverse occasioni, nell’ambito di ini- degli Architetti della Provincia di Venezia. a compimento la decorazione dello scalone e ziative accademiche, convegni a carattere inter- Franco Posocco della sala principale della Villa. “Il programma nazionale, con riferimento al laboratorio di pro- iconografico Ð due finte statue dipinte a mo- gettazione del restauro ambientale e urbano dell’IUAV. Non si tratta di un percorso occasio- nale e marginale: il volume testimonia una trentennale “militanza” di interessi lagunari, di STANISLAO CARAZZOLO, Un restauro alle mura di impegno sulle tematiche della conservazione e Montagnana (con progetto di passeggiata me- del restauro, recupero e riuso delle isole e delle dioevale), Montagnana (PD), Centro di Studi sui particolarità lagunari (orti, murazzi, valli da pe- Castelli, 1998, 4°, pp. 74 + tavv., ill., s.i.p. sca, spiagge litoranee...). Il discorso viene svi- luppato per mezzo di brevi saggi, riprendendo e Il presente volume ripropone il progetto di reinquadrando contributi già avanzati, affiancati restauro alle mura di Montagnana, così come era da letture di brani letterari e storici, documenta- stato redatto dall’ing. Stanislao Carazzolo nel zione varia di riferimento, 35 tavole di sintesi dei 1959. Per una serie di vicende, il progetto non fu progetti di analisi e riuso dei siti. mai realizzato; eppure Ð nonostante siano tra- Più che la “aridità e freddezza” del lavoro scorsi 40 anni dalla sua stesura Ð continua a scientifico e dell’attività accademica, in questo rimanere attuale. Da allora, infatti, nessun inter- testo ci sembra emergere il fervore e la partecipa- vento organico è stato proposto nei confronti zione dell’approccio intellettuale e operativo, o della fortificazione medioevale di Montagnana, meglio il lavoro dell’architetto che si pone con né sono stati messi in opera interventi di restauro coscienza e rigore morale di fronte agli interventi delle mura degni di tale definizione. da operare nel territorio. L’occhio e la mente Oltre a ciò, il volume costituisce un documen- sono infatti attenti a salvaguardare le caratteristi- to fondamentale sullo stato di conservazione (a nocromo, la Nobiltà e il Merito, collocate all’in- che di ciò che ci circonda, a non compromettere quell’epoca) della cerchia muraria e sulla propo- terno di una nicchia Ð gli viene dettato dal com- ma piuttosto valorizzare i segni che ci testimo- sta di passeggiata medioevale, realizzabile Ð mittente Nicolò Loschi”, a celebrare il riconosci- niano interventi e usi passati, a proporre inter- secondo Carazzolo Ð a coronamento del restau- mento pubblico del titolo di conti ottenuto dalla venti e riutilizzi adatti ai nostri tempi ma tesi ro, in chiave didattico-museale e turistica. famiglia nel 1729. Numerosi inoltre i disegni a contemporaneamente a mantenere le caratteri- Susanna Falchero penna ed acquerello conservati “a testimonianza stiche fondanti, a non cancellare un patrimonio della fase pregettuale della decorazione”. che rischia di andare irrimediabilmente perduto. Il lungo intervento di Ruggero Maschio af- Gli elementi centrali del lavoro sono costituiti fronta, col suffragio di documenti inediti, “il da un approccio alla laguna e alle isole come problema della villa col suo straordinario corre- “giardino” e dal ruolo che in esso svolgono le do iconografico del parco che la circonda e della fortificazioni, da quelle veneziane del ’500-’700, proprietà terrena su cui dominava”. Umberto agli interventi austriaci e italiani, fino ai fortini Saccardo, nel contributo intitolato “La Villa e il dell’ultima guerra. Le dismissioni militari avvia- territorio nell’800”, analizza il rapporto esistente te negli ultimi anni pongono il problema del tra il complesso Loschi Zileri ora Motterle e il restauro e riuso innovativo di queste memorie e contesto territoriale rurale ed urbano in cui è segni del territorio (anche dei bunker in cemento situato “un insieme naturalisticamente e storica- armato, propone l’autore), inquadrando questi mente di particolare pregio”; così si presenta il interventi in un progetto complessivo, all’inter- territorio circostante Villa Loschi, “compren- no di un costituendo “Parco archeologico urbano dente la piana di Monteviale e le brevi alture marittimo delle fortificazioni militari”. Molti i circostanti”. A sottolineare ancor più l’eccezio- riferimenti e le proposte specifiche che vengono nalità del sito è lo studio di Marco Baldin e Maria presentate (ad es. sulle isole abbandonate, i forti Ciriello sulle “valenze biologiche e naturalistiche del Lido e San Felice di Chioggia), avvalendosi 43 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

della collaborazione di laureati e studiosi e fa- centro storico sia nell’immediata periferia vi è cendo riferimento a documentazione austriaca una evidente carenza di giardini di tipo classico. del secolo scorso. Viene proposto anche un elen- Ciò si rileva anche in molte altre cittadine di co ragionato delle isole e delle fortificazioni montagna, ma appare in netto contrasto con una lagunari. Il tutto, come si diceva, viene inserito in realtà peculiare del Veneto, regione in cui i un contesto che è di testimonianza e di indirizzo giardini, oggi classificati come giardini storici, su un approccio attento a non provocare hanno sempre avuto ampia diffusione. deformazioni irreparabili. A Belluno, per vari motivi di tipo ambientale Pier Giorgio Tiozzo e culturale ma anche di ordine pratico, i giardini storici sono presenti in numero molto limitato. Per prima cosa si può osservare che Belluno è una città che per posizione geografica è immersa nel verde di valli boscose, colline e vaste zone VITTORIO GREGOTTI, Venezia città della nuova agricole; è quindi estremamente probabile che modernità, Venezia, Consorzio Venezia Nuova, ciò abbia costituito un valido motivo di scarso 1998, 8°, pp. 34, ill., s.i.p. interesse per i giardini in sé. Inoltre il centro storico di Belluno è uno spazio ristretto, ben Il volume di Vittorio Gregotti Ð ordinario dalla Valsugana e dalla Valbrenta. I burci tra- delimitato dal fiume Piave e dal torrente Ardo, ed presso lo IUAV di Venezia Ð costituisce il nono sportavano sabbia e ghiaia estratti dall’alveo del è perciò verosimile che la creazione di giardini della collana promossa dal Consorzio Venezia Brenta fra Limena e Camposampiero. Tre sono sia stata limitata anche dalla insufficienza dello Nuova affinché la città lagunare continui a essere le strade che conducono dal centro storico pado- spazio a disposizione. Le numerose ville pa- il punto cruciale dell’attività culturale e artistica. vano al quartiere Brentella uscendo dalle mura dronali, poi, hanno avuto solo secondariamente “L’ipotesi che Venezia possa essere pensata cinquecentesche: la Mestrina, la Pelosa, la Mon- lo scopo di evidenziare la ricchezza e il prestigio come città della nuova modernità può apparire a tanara. La Mestrina inizia da porta Savonarola, la delle famiglie ed è per questo che i giardini qui prima vista francamente paradossale: Venezia è Montanara da porta S. Giovanni e la Pelosa dal esistenti sono piuttosto sobri. Infine si può ricor- nella coscienza del mondo intero la città antica convento di S. Prosdocimo. Due ponti romani a dare che il clima di Belluno è piuttosto rigido e per eccellenza” – questa la frase con la quale molte arcate, Tadi e di San Giovanni, sono gli inverni sono molto lunghi; è dunque plausibi- Gregotti esordisce. Una sfida, oltre che una ri- funzionali alle due strade Montanara e Pelosa. le che il desiderio di freschi giardini ombrosi non flessione, alla luce della quale l’autore ha riletto Prima dell’assedio del 1509 fu abbattuto il vec- sia mai stato molto sentito. Questi e forse altri e selezionato la storia di questa città, in modo tale chio lazzaretto ricavato dal monastero femmini- motivi hanno contribuito a far sì che fino alla fine da aiutarci a capire le tendenze in atto, comprese le benedettino in località Fistomba. E così nel dell’800 Belluno fosse sprovvista di giardini; gli quelle critiche o negative, per presentarci infine 1553 iniziò la costruzione del nuovo lazzaretto unici giardini di interesse storico-monumentale le possibilità non solo di una nuova architettura, sulla destra idraulica della Brenta. Esso si pre- di Belluno e della sua periferia, qui presi in ma anche gli sviluppi positivi, coerenti con l’es- sentava nelle forme di un grande chiostro a esame, sono piuttosto recenti e sono stati per lo senza autentica e irripetibile di Venezia. pianta rettangolare ripartito su quattro lati di cui più realizzati tra gli anni ’20 e gli anni ’40. Susanna Falchero due e mezzo edificati e porticati. Il lazzaretto Barbara Giaccaglia perse le due funzioni nel 1775 quando fu costrui- to il nuovo ospedale Giustinianeo. Dopo il 1509 il quartiere della Brentella subì le conseguenze delle numerose demolizioni di casoni, case, vil- Il Quartiere Brentella. La città di Padova oltre le le, conventi per il guasto, la spianata di 1500 ALESSANDRA BOCCATO, Chiese di Venezia, Vene- mura occidentali, a cura di Claudio Grandis, metri funzionale al tiro dell’artiglieria collocata zia, Arsenale, 1999, 16°, pp. 191, ill., L. 16.500. Padova, Comune di Padova - Consiglio di Quar- sulle mura nuove costruite dai veneziani. Nel tiere 11 Brentella - Verona, Cierre, 8°, pp. 226, 1867 fu costruita la linea ferroviaria, in pratica il La collana dell’Arsenale editrice “i piccoli” si ill., s.i.p. nuovo confine della città. Nel 1923 fu posta la arricchisce, dopo l’isolata staffetta rappresentata prima pietra del nuovo edificio della Stazione dal volume fuori serie di Raffaella Russo I Palaz- Il quartiere Brentella si trova nella periferia bacologica sperimentale, costruita lungo la via zi di Venezia, di un gruppo di quattro titoli, quasi occidentale di Padova, nella vasta fascia rurale Montanara. Essa era stata istituita dal ministro delle guide formato tascabile, e quindi del tutto circostante la città, esterna alle mura o al vallo, Luigi Luzzatti nel 1871 sul modello di quella di maneggevoli (cm 10,7 × 15,7), che oltre a Vene- detta “termini”. Il quartiere prende il nome dal Gorizia e originariamente situata nel quartiere zia e il Veneto toccano altre realtà italiane. La canale artificiale, lungo 11 km, scavato dai pado- Santa Croce. Sempre lungo la Montanara è stato loro finalità è quella di servire un turismo colto, vani nel 1314, che collega il Brenta al Bac- edificato nel 1980 l’edificio dell’Archivio di proveniente anche dall’estero. Infatti sono diffu- chiglione. Il canale Brentella prende le sue acque Stato. Manca nel volume uno studio sull’Ospe- se col medesimo impianto editoriale anche nella da una derivazione del Brenta regolata dai dale Psichiatrico che fu costruito, lungo la strada traduzione inglese. La prima, di Alessandra colmelloni di Limena. I colmelloni erano solidi Montanara, agli inizi del Novecento con criteri Boccato, si intitola Chiese di Venezia. Non vi pilastri in muratura piantati all’interno dell’alveo innovativi nelle cure e nel trattamenti dei malati troviamo tutte le chiese veneziane, ma quelle con la funzione di regolare la bocca d’accesso mentali. (sono in totale 54 inclusi gli edifici di culto di delle acque del Brenta. Le piene del Brenta, dette Elio Franzin Murano e Torcello) ritenute dall’autrice di mag- “brentane”, durante i secoli abbattevano periodi- giore storia, architetturale e artistica. camente i colmelloni provocando inondazioni “L’importanza di architetti come Mauro non solo delle campagne ma anche di vari quar- Codussi, Andrea Palladio, Baldassarre Longhena, tieri della città di Padova. Numerosi sono gli è ampiamente bilanciata da quella di Vittore ingegneri e gli idraulici al servizio della Repub- MICHELE CASSOL, I giardini di interesse storico Carpaccio, Tiziano Vecellio, Jacopo Tintoretto, blica di Venezia intervenuti sui colmelloni di nella città di Belluno, Belluno, Istituto Bellunese Giambattista Tiepolo, solo per citarne alcuni: i Limena: Frà Giocondo, Michele Sanmicheli, di Ricerche Sociali e Culturali, 1998, 8°, pp. 63, primi hanno modellato gli scrigni dove i secondi Jacopo Sansovino, Cristoforo Sabbadino, ill., L. 15.000. hanno poi riposto le gioie”, dice Alessandra Bernardino Zendrini, Giovanni Poleni, Bar- Boccato. E continua: “Non sarà certo questo tolomeo Ferracina. Lungo le acque della La città di Belluno è inserita in un notevole libro a svelare l’enormità dei tesori custoditi Brentella, oltre ai burci, scendevano periodica- contesto ambientale, in cui gli spazi verdi occu- negli edifici sacri: la speranza è che discretamen- mente zattere di tronchi di legno provenienti pano un ruolo predominante; tuttavia sia nel te accompagni il visitatore e aiuti, poi, a conser- 44 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

vare viva memoria di quanto gli occhi hanno neoclassicismo e i giardini in particolare di Giu- “si trovava al centro di una rete viaria che, abbracciato”. seppe Jappelli – della nuova borghesia e non più attraverso i percorsi soprattutto fluviali Ð Adige, Per ogni chiesa una scheda, corredata da ma- delle nobiltà di terraferma e del patriziato vene- Po, Mincio Ð ma anche terrestri, metteva in teriali fotografici a colori, riassuntiva della sto- ziano. comunicazione” con i grandi centri mercantili ria, dei successivi rimaneggiamenti sulla pianta Piero Zanotto dell’Italia centro meridionale e dell’Europa del di origine, con descrizione dei materiali usati, Nord, e con sbocchi sul mare indipendentemente dello stile, dei motivi decorativi, degli architetti da Venezia. e dei dogi che ne consentirono l’edificazione. Ne Da questo punto focale l’indagine scientifica emerge, vista da un’angolazione certamente par- di Paola Lanaro, insegnante di storia economica ticolare, la cura devozionale che la Serenissima alla Facoltà di Economia dell’Università di Ve- Repubblica dedicava ai luoghi di preghiera, pa- STORIA nezia, si allarga a tutta la politica degli scambi trimonio immenso e prezioso inserito nel suo commerciali a lunga distanza, visti attraverso i sviluppo di città-stato. Un piccolo glossario po- flussi e le relazioni con Venezia capitale e con lo sto in chiusura aiuta a decifrare talune definizio- stato di terraferma. Difformità di strategie degli ni e quindi a meglio comprendere nelle sue parti PAOLA LANARO, I mercati nella Repubblica organismi istituzionali e carenza di univocità la struttura dell’edificio. Veneta. Economia cittadina e stato territoriale (questa la conclusione dell’Autrice) che han fini- Piero Zanotto (secoli XV-XVIII), Marsilio, Venezia, 1999, 8°, to col condizionare fortemente la formazione o la pp. 143, ill., L. 30.000. negazione di una regione economica. Piero Zanotto Un lavoro di capillare, impegnativa ricerca questo di Paola Lanaro, testimoniata anche dalla VALERIA BOVÉ, Ville Venete, Arsenale, Venezia nutritissima bibliografia posta in appendice, al- 1999, 16°, pp. 191, ill., L, 16.500. l’interno della quale compaiono altri suoi sei precedenti volumi dedicati allo stesso argomen- MARIE F. VIALLON, Venise et la Porte Ottomane L’agile formula editoriale della presente gui- to da angolazioni diverse e con diramazioni che (1453-1566). Un siècle de relations vénéto- da alle Ville Venete è stata ideata per essere mettono a fuoco più problematiche legate alla ottomanes de la prise de Costantinople à la consultata via via da quanti vogliono scoprire e economia della Repubblica del Leone, la quale morte de Soliman, Paris, 1955. conoscere a fondo almeno le principali e più ha avuto rapporti legislativi sofferti con le città significative ville venete nel corso di una pro- del suo dominio in merito ai traffici delle merci Un’interessante opera francese, dedicata al grammata “passeggiata” sul territorio. Le pagine da esportare. Privilegi economici da difendere, periodo classico dell’Impero Ottomano, che esa- rappresentano una piccola ma significativa pa- da ognuna delle parti. Soprattutto con Verona, mina le relazioni tra i due paesi. noramica delle ville più importanti, con l’auspi- ma lo sarebbe stato anche con altre realtà, Bre- Il vasto apparato bibliografico rende merito cio che tale presa di contatto porti a scoprire e scia e il Friuli, cui viene dedicato ampio spazio all’impegno profuso e rende possibile ricavare visitare anche le altre ville, meno note ma non per all’interno del capitolo “Commercio e privilegi una serie di preziose informazioni, basate sugli questo da considerarsi “minori”. in terraferma veneta nella prima età moderna”. studi di R. Mantran, S. Shaw, H. Inalcik, J.F. Spiega l’autrice che “il primo Quattrocento Il “caso” di Verona rimane comunque em- Hammer-Purgstall. Non vengono trascurate opere viene considerato il momento iniziale per poter blematico di una prova reciproca di forza (con la importanti sulla politica orientale della Serenis- parlare di ‘villa veneta’, in occasione dell’annes- Dominante) che si protrasse nel tempo, in un tira sima, né il confronto tra analogie e differenze sione da parte della Serenissima di Vicenza nel e molla di provvedimenti e concessioni più volte nelle situazioni politiche dei due paesi e la 1404 e di Padova e Verona nel 1405. Per la svolta messi in discussione. Si legge testualmente: “Il disamina delle burocrazie locali. politica ed economica di Venezia si avanzano 17 luglio 1405, il Senato veneto, affrontando la La sezione dedicata agli incontri bellici si allora varie motivazioni: la disponibilità improv- materia della capitolazione di Verona, dispone conclude con le vittorie delle truppe ottomane in visa di un notevole patrimonio di terre, le diffi- che la città possa liberamente scegliere i percorsi Ungheria. Particolare attenzione è dedicata alla coltà dei commerci marittimi dovute al cambio attraverso cui far transitare le merci vendute. vita di due grandi statisti: Ibrahim Pasa e Andrea delle rotte in seguito alle nuove scoperte geogra- Tuttavia dopo pochi mesi, nel gennaio del 1407, Gritti, due uomini eccezionali ma sfortunati. fiche e alla conquista di Costantinopoli da parte legiferando in merito agli scambi commerciali Pasa Ð veneto di origine, ma ottomano a pieno dei turchi, l’aumento dei prezzi agricoli nel pri- con i paesi esteri che investono lo stato di terra, titolo Ð venne giustiziato al culmine della sua mo Cinquecento. Ma soprattutto si verifica il il Senato estende a tutte le nuove terre conquista- potenza; Gritti Ð da sempre francofilo Ð non cambiamento di mentalità: muta l’idea di mer- te gli antichi ordini in vigore nella Repubblica, riuscì ad impedire la guerra del 1537. cante e di mercatura...”. Con una teoria interes- vale a dire l’obbligo del passaggio delle merci L’opera, di carattere divulgativo, chiarisce a sante. Quella cha vede il nobile veneziano di per la dogana, da terra o da mar, posta a Vene- grandi linee le vicende cinquecentesche dei due vocazione mercantile seguire, si direbbe per istin- zia”. Una particolarità “naturale” quella di Vero- paesi e Ð dopo il libro di Valensi sul despotismo to, l’esempio dei nobili di terraferma, di recente na, che concedeva alla città la forza di trattare ottomano Ð colma la lacuna sugli studi turco- passato feudale, che nel ripopolamento e nel con il Senato per la libertà dei suoi commerci da veneti. potenziamento delle campagne vedono una pro- una posizione geografica di privilegio. La città Mahmut H. Sakiroglu pria rivalsa orgogliosa nei confronti della Domi- nante che aveva indebolito le loro reali possibi- lità di controllo sulla città. E propone alcune ipotesi sulla genesi della tipologia di villa in territorio veneziano, vuoi STEPHANE YERASIMOS ET JEAN-LOUIS BACQUé- modellata come derivazione dal castello, ormai CRAMMONT, La résidence Baile de Venice à non più concepito come “edificio eretto per dife- Balikpazari. Essai de localisation, “Anatolia sa”, ad uso di villeggiatura; vuoi derivata dal Moderna / Yeni Anadolu”, VI (1996), Istanbul, prototipo di casa veneziana, sul modello del Institut Français d’Etudes Anatoliennes Georges palazzo patrizio, di cui spiega anche nei partico- Dumezil, pp. 1-10, con piante, facsimile dei lari la struttura e le diverse funzioni. Con le documenti turchi. modifiche dal Quattro-Cinquecento al Sei-Sette- cento che vedono sul finire della Repubblica Con il presente volume, due studiosi tentano l’evolversi della villa-palazzo in villa monu- di individuare ove si trovasse la residenza vene- mentale. Ad uso Ð col palladianesimo del ziana del Bailo, nel quartiere antico di Istanbul Ð 45 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

argomento discusso da lungo tempo. In passato, 1720) da parte della Repubblica di Venezia il di ricerca di varie aree della ex Iugoslavia, cer- gli esperti avevano a disposizione solo docu- conferimento del titolo di Matematico e Sovrin- cando di porre a confronto gli approcci e gli studi menti bizantini e veneti (Brown, Maltezou, tendente alle acque dei fiumi, della laguna e dei di diverse tradizioni. Borsari). Oggi però la lacuna è stata colmata da porti dello Stato Veneziano. Come sottolinea il curatore Filiberto Agostini due documenti cinquecenteschi turchi, con- Le Memorie storiche che qui si presentano (in una premessa che offre anche un inquadra- sultabili presso l’Archivio di Topkapi Sariyi – partono dal 1300: da allora Zendrini registra mento tematico e storico degli avvenimenti eu- luogo di eccezionali memorie dell’Impero Ot- quanto si è pensato, proposto ed eseguito alle ropei e veneto-adriatici intorno al 1797), il volu- tomano. lagune, ai porti, ai fiumi, ai canali “sempre essen- me studia l’impatto del crollo dello Stato marcia- A una prima lettura, i documenti del 1502- dosene il Governo con somma cura occupato”. no, le conseguenze nel sistema marittimo e com- 1513 non forniscono particolari indizi della resi- La parte descrittiva dei volumi è accompagnata, merciale adriatico, la capacità dell’Adriatico di denza veneta, ma esaminando il fondo pio del per una agevole lettura, da 37 carte idrografiche, conservare la funzione di luogo di incontro e di fondatore emerge l’esistenza di menzil-i balyos da lui stesso disegnate o rilevate da originali amalgama fra mondo italiano, tedesco e slavo. (dimora del Bailo) e kenise-i Venedik (chiesa di autentici, con le immagini e il percorso delle Il volume è aperto da un quadro di Piero Del Venezia/dei veneziani) e del quartiere Balikpazari acque, accertate le giuste misure e proporzioni. Negro, Gli ultimi venticinque anni di studi sul (mercato del pesce/pescheria) come il centro del Il suo nome è legato alla definitiva soluzione Veneto giacobino e napoleonico (1971-96): un commercio veneto. Da ricordare anche Balkapan del secolare problema dell’erosione recata ai bilancio. Quindi una serie di interventi su atteg- Han (fondaco del mercato di miele), come defor- litorali veneziani dal mare, attraverso i “murazzi”, giamenti e ripercussioni alla “caduta della Re- mazione di Balyos Han (fondaco del Bailo) Ð il cui primo esperimento, positivo, lo si ebbe nel pubblica”: Michel Vovelle (della Sorbona di ipotesi formulata a suo tempo da T. Bertelè e 1738. Chilometri e chilometri di solide difese a Parigi) ne affronta i riflessi nell’opinione dei ripresa anche in Islam Ansiklopedissi (Semavi mare della laguna erette in pietra d’Istria e calce francesi durante il Direttorio; Carlo Ghisalberghi Eyce, “Balkapan Hani”, s.v.). pozzolana fino al 1790. Opera d’intelligenza l’utilizzo di Codici e costituzioni nell’area alto- Gli studiosi dimostrano l’esistenza della colo- titanica lasciata in involontaria eredità pochi adriatica; Giovanni Zalin le conseguenze nel nia veneta durante i periodi citati, mentre il anni dopo agli stranieri usurpatori della Repub- sistema marittimo-commerciale alto-adriatico; trasferimento a Galata presso Vigne di Pera dei blica del Leone. I cui benefici sono tangibili Giovanni Vian, Le chiese e la comunità ebraica Baili veneti avvenne in un periodo successivo ancora oggi. di Venezia. alla conquista del 29.V.1453. Piero Zanotto Un’altra serie di interventi è relativa alla situa- Mahmut H. Sakiroglu zione culturale, sociale ed economica tra Sette e Ottocento: Manlio Pastore Stocchi, Moralità e costume nei letterati delle province adriatiche e ioniche; Antonio Lazzarini, Boschi e legname. ISTITUTO PER LE RICERCHE DI STORIA SOCIALE E Una riforma veneziana e i suoi esiti; Walter BERNARDINO ZENDRINI, Memorie storiche dello RELIGIOSA - ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE Panciera, Imprenditori, tecnici e macchine: l’at- stato antico e moderno delle lagune di Venezia e ED ARTI, L’area alto-adriatica dal riformismo teggiamento verso l’innovazione nel Settecento di que’ fiumi che restarono divertiti per la con- veneziano all’età napoleonica, a cura di Filiberto veneto; Giovanni Luigi Fontana, Industrializza- servazione delle medesime, introd. di Ugo Agostini, Venezia, Marsilio, 1998, 8°, pp. XLIV- zione e de-industrializzazione nella terraferma Stafanutti, Sala Bolognese (BO), 1999, rist. 663, L. 80.000. veneta: il tessile tra Sette e Ottocento; Andrea anast. Padova 1811, 2 voll., pp. compless. 872, Zannini, Un personaggio metafisico: la borghe- con 37 tavv. f.t., L. 230.000. Il volume raccoglie una cospicua parte (25 sia veneziana nel secondo Settecento; Giovanni relazioni) degli atti di due convegni promossi in Silvano, Fisco e società. dalle riforme veneziane Nella benemerita collana “Bibliografia e Sto- occasione del bicentenario del 1797 in stretta alla rivoluzione del 1797; Filiberto Agostini, Tra ria Veneziana”, fondata e diretta da Ugo Ste- collaborazione tra il veneziano Istituto Veneto di permanenze e mutamenti: le municipalità demo- fanutti, si aggiunge ora la ristampa anastatica di scienze, lettere ed arti ed il vicentino Istituto per cratiche e la chiesa diocesana nella terraferma questi due tomi usciti postumi (a Padova, Stam- le ricerche di storia sociale e religiosa, convegni veneta (1797); Alfredo Viaggiano, Dallo Stato peria del Seminario, nel 1811), 64 anni dopo la tenuti uno a Venezia nel maggio 1997 e l’altro a paterno all’età dei codici. Aspetti sociali delle morte del suo autore, Bernardino Zandrini, avve- Vicenza nell’ottobre 1997, uniti da una impo- pratiche giudiziarie nei territori veneti tra cadu- nuta il 18 marzo 1747 a sessantotto anni, a cura stazione e da un titolo unitario, ripreso ora negli ta della Repubblica e restaurazione. del nipote abate Angelo Zendrini, membro del atti. L’iniziativa si è rivelata particolarmente Vengono quindi affrontate una serie di tema- Collegio elettorale de’ dotti e professore di ma- significativa per la partecipazione di studiosi e tiche relative ad aree o tematiche specifiche: Mad- tematica nel R. Liceo Convitto di Venezia. docenti italiani (in particolare delle università dalena Del Bianco Cotrozzi, Gli ebrei dell’area Bernardino Zendrini, medico, matematico, venete e friulane), ma anche di università e centri alto-adriatica nell’età delle riforme e della pri- idraulico eminente, progettista dei Murazzi dei ma emancipazione. Istituzioni, cultura e religio- Lidi di Venezia, bresciano di Saviore, ebbe modo ne; Fiorenzo Rossi, Le rilevazioni demografiche di farsi conoscere dagli studiosi e dalla gente con nelle terre venete: dalle “Anagrafi” veneziane la pubblicazione di un opuscolo scritto in seguito alle statistiche nepoleoniche; Michele Cassese, alla tromba marina abbattutasi su Venezia scon- Popolazione locale e dominazione francese: il volgendone la vita il 25 gennaio 1708, opuscolo caso goriziano (1797-1813); Dea Moscarda, Note in cui descriveva accuratamente quel fenomeno, storico-giuridiche sui contratti di assicurazione unendovi un breve trattato generale dell’aria, dei marittima a Trieste e a Venezia nella seconda venti e turbini connessi. Trasferitosi a Venezia a metà del XVIII secolo; Eva Faber, Riforme statali seguito degli affari della sua famiglia, ebbe edu- nel litorale austriaco nel secondo Settecento; cazione presso la scuola dei Gesuiti e si laureò in Egidio Ivetic, Religione ed economia: la diffu- medicina a Padova nel 1701. Scelse di trasferirsi sione delle confraternite laicali nell’Istria del- a Venezia dopo avere esercitato la medicina l’ultimo Dominio veneto; Ana Lavric, L’imma- nella città natale, conscio che soltanto in laguna gine religiosa dell’Istria prima della caduta del- avrebbe potuto frequentare quegli ambienti cul- la Serenissima; Michele Gottardi, Echi venezia- turali necessari a dare respiro alle sue aspirazioni ni della perdita di Istria e Dalmazia (1797- di studioso. Diventando nel volgere di anni l’au- 1809); Giulio Cervani, La Dalmazia napoleonica torità massima in materia idrostatica, ricono- nel pensiero di Tullio Erbè; Slavko Kovacic, Il sciuto perciò in varie città (Ferrara, Modena, vescovo di Macarsca Fabijan Blaskovic e il suo Vienna...), e ottenendo per primo (18 gennaio ambiente curiale di fronte ai cambiamenti poli- 46 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

tico-sociali (1797-1805); Vicko Kapitanovic, requisizioni dei generi alimentari e la richiesta di Andrea Dorotic e il movimento per l’unione forniture di guerra che coinvolgeva in prima della Dalmazia alla Croazia; Guido Zucconi, persona la popolazione trevigiana. La continuità Architettura e strategie urbane nei Domini da con Venezia, dopo il 1797, sussiste comunque e mar dopo la caduta della Repubblica di Venezia. si manifesta ad esempio nella gestione del bosco Si tratta di un ventaglio molto largo di temi del Montello, che era stato il fornitore esclusivo storici (istituzionali, economico-commerciali, del materiale più prezioso per l’arsenale, cioè le giudiziari, religiosi, sociali, architettonico-urba- querce da filo, sia nella sostanza delle leggi che nistici) correlati con la geografia antropica. Nel nella scelta delle persone che lo amministravano. loro complesso i convegni hanno sottolineato Eppure nella cornice delle immagini che con- (anche attraverso le parole conclusive di Michel notavano il paesaggio urbano a Treviso (1797), Vovelle) l’importanza della continuità e la pro- nel quale vengono scritti I sonetti in vernacolo duttività del metodo comparativo, nonché il si- contro i municipalisti del 1797 di Domenico gnificato di una iniziativa che per la prima volta Loschi, la Costruzione de’ teatri secondo il co- ha coinvolto tanti studiosi appartenenti a contesti stume d’Italia di Francesco Riccati, in un mo- politici fino a pochi anni fa contrapposti. Non a mento di transizione per la storia delle matema- caso si è ritenuto opportuno procedere alla costi- tiche, si evidenzia l’atmosfera intellettuale che tuzione di un gruppo di studio di storia adriatica viveva nella sede del convegno: villa Albrizzi- in modo da continuare il cammino intrapreso. Franchetti a san Trovaso di Preganziol. Di questa Pier Giorgio Tiozzo blica tutelassero con attenzione la presenza degli testimonianza della “civiltà delle ville venete”, alberi quali castagni e roveri, fondamentali per le come vivace salotto culturale, i cui protagonisti esigenze dell’arsenale della Serenissima, l’au- sono descritti nei Ritratti della contessa Albrizzi, mento costante della popolazione, che subì un accanto al Pindemonte, il personaggio più im- ulteriore accelerazione nel XVI secolo, e le solle- portante è il Foscolo, che attribuirà la genesi GIANPIER NICOLETTI, Le campagne. Un’area ru- citazioni di un mercato in forte espansione, spin- della composizione dei Sepolcri (1807) alle con- rale tra Sile e Montello nei secoli XV e XVI, sero verso una estensione degli arativi e una versazioni avute con loro durante le passeggiate Treviso, Canova, 1999, 8°, 2 voll., pp. 367+200, riduzione sia dell’incolto sia dei prati, fattore nella villa. L. 65.000. questo che rischiò di spezzare il precario equili- Massimo Galtarossa brio fra allevamento e produzione agricola. Le campagne costituivano, dopo l’annessione Sempre alla svolta del secolo, in relazione con della Marca trevigiana alla Serenissima, due l’aumento dell’inflazione, si assistette anche ad delle nuove otto unità fiscali in cui era articolata un progressivo incremento dei canoni di affitto. la struttura amministrativa del territorio. Suddi- I contratti di conduzione specificano la necessità MARCO GIRADI, Il leone atterrato. Un secolo di visa in una parte settentrionale e in una meridio- per i tenutari di approntare modifiche e migliora- studi sulla caduta della Repubblica Veneta. Sag- nale, la campagna era fra le aree più estese e menti ai terreni in affitto, di erigere nuove abita- gio bibliografico, introd. di Carlo Povolo, Vene- popolate della Marca, pur se priva al suo interno zioni, scavare fossi, ampliare la piantata, privile- zia, Consorzio Editori Veneti - Verona, Cierre, di ampie realtà urbane. L’analisi del testo prende giare le colture a più alto valore aggiunto: la vite 1999, 8°, pp. 159, s.i.p. come fonti di riferimento gli estimi redatti fra il e il frumento. Un’attenzione particolare sembra 1518-21 e il 1542-61 e traccia un quadro genera- dedicata in diverse aree all’introduzione del gel- Vengono elencati e indicizzati 948 studi rela- le del territorio a partire dalla presentazione del so, l’unica nuova pianta inserita nell’ambiente tivi agli ultimi anni del Settecento e all’età paesaggio rurale, per descrivere poi i tipi di rurale in questo periodo, la cui coltivazione per- napoleonica. Si tratta di monografie, articoli, regime fondiario presente, le forme di condu- mette importanti entrate monetarie per l’azien- lavori miscellanei prodotti tra il 1897 e il 1997, zione agricola, le tipologie costruttive più fre- da, mentre tende a sparire la coltivazione del- prendendo cioè come riferimenti il primo e il quenti, le caratteristiche specifiche delle attività l’olivo, ancora diffusa nel montebellunese, ma, secondo centenario della caduta della Repubbli- lavorative, con una attenzione particolare alle date le caratteristiche climatiche e del terreno, ca di Venezia. Specificatamente viene esclusa la diverse colture e alle differenti varietà di alleva- considerata poco remunerativa. pubblicistica relativa a l’illuminismo e la storia mento praticato. Ferdinando Perissinotto veneta più complessiva; biografie, medaglioni Uno studio particolare è dedicato alla struttura d’uomini illustri e lavori su personaggi pur signi- sociale del mondo rurale. Prendendo spunto da ficativi; testi sui territori della “Repubblica del un esame della famiglia contadina, il discorso si Leone di San Marco”, sia “da mare” (Istria, estende all’analisi dei rapporti fra città e campa- Dalmazia, isole Ionie e Morea), sia “da terra” gna, indagando il quadro complesso delle rela- Società e cultura a Treviso nel tramonto della (Friuli, Brescia, Bergamo, Crema), studi genera- zioni fra capitale cittadino e mondo rurale e Serenissima, Atti del convegno di studi (Treviso- li sul periodo. Oggetto principale dell’attenzione scoprendo che, dopo la fine del XV secolo, la Preganziol, 16-17 ottobre 1997), a cura di Bruno del Saggio è il biennio 1796-97, il momento presenza di proprietari urbani si era notevolmen- De Donà, Treviso, Ateneo di Treviso, 1998, 8°, finale, cioè, della Repubblica di Venezia, e ac- te ampliata, comprendendo anche una fascia di pp. 386, ill., s.i.p. canto a questo la situazione del Veneto nell’età piccoli e medi investitori. napoleonica. Dalla ricerca emerge lo scenario complessivo Il convegno è stata l’occasione per contrappore La bibliografia consta di due parti. Una prima, di una realtà rurale fortemente segnata dalla all’interpretazione tradizionale della Repubbli- a carattere generale (pp. 24-56, con 270 titoli), presenza dell’uomo. Il paesaggio delle campa- ca di Venezia, che sembrava aver concluso nel viene articolata per aspetti cronologici nei para- gne all’inizio dell’età moderna risulta infatti ’700 il proprio ciclo storico (Brunetta, p. 26), la grafi: studi d’insieme; echi della rivoluzione pienamente definito. A partire dalla spianata tesi di uno stato ancora presente con “manifesta- francese nella Repubblica; vicende militari della adiacente alla città, dove, dopo la riedificazione zioni di vitalità” nel momento della sua caduta campagna di Bonaparte, aspetti diplomatici, le della cinta muraria in seguito alla guerra di (G. Pillinini, p. 15). In realtà ciò che emerge è una municipalità democratiche; il Veneto austriaco; Cambrai, si era ripulito il territorio da ogni sorta difficile congiuntura determinata dal passaggio il Veneto nel Regno d’Italia napoleonico; la di vegetazione d’alto fusto, abbattendo anche, degli eserciti francese ed austriaco sul territorio. caduta del Regno italico. La seconda parte, più nel giro di quasi 1 km, ogni costruzione, il Malgrado i dispacci giornalieri del podestà e cospicua (pp. 57-139, con 678 segnalazioni), è paesaggio si allarga sia a nord che a sud in una capitano di Treviso, Iseppo Diedo, documentino articolata per aree geografiche e città della Re- successione intrecciata di orti, broli, campi, pra- il tentativo di controllare il fenomeno, era nella pubblica marciana, ordinate alfabeticamente (ai ti, boschi e paludi. Seppur le norme della Repub- logica degli eserciti invasori la politica delle maggiori centri veneto-friulani si affiancano le 47 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

città lombarde e la costa istriano-dalmata fino veneziana sul ruolo e il peso della borghesia nel ti precisi all’ampia letteratura esistente, fra cui alle isole Ionie). corso dell’Ottocento e sul tasso di pauperismo, primeggia l’opera di Pierre Daru, Storia della All’interno delle due parti le segnalazioni ven- enfatizzato dal patriarca Pirker nella cifra di Repubblica di Venezia (1819) che ha rilanciato la gono ordinate cronologicamente. I titoli indivi- 40.000 indigenti su 100.000 abitanti. L’autore “leggenda” di una Venezia violenta e tirannica, duati si riferiscono a monografie, ma sono frutto ritiene invece che i “poveri strutturali” siano seguita poi da uno stuolo di storici. In particolare anche di uno spoglio sistematico di periodici e 3.500, a cui va aggiunto un tasso consueto di questa idea di Venezia “città corrotta e levantina” opere miscellanee. Infine, gli indici degli autori marginalità. I dati fondamentali sono costituiti è veicolata nella cultura inglese, mentre una sola e curatori e analitico (per argomenti trattati). dalla profonda crisi demografica dei primi de- figura si salva, quella di Paolo Sarpi, attorno il L’inquadramento della tematica viene affidato cenni dell’Ottocento (Venezia perde 1/3 della quale si diffonde un certo mitologismo, espresso ad un sintetico ed acuto saggio introduttivo di popolazione), seguita però dalla ripresa degli bene in una tela del pittore Enrico Gamba, che Claudio Povolo (Fragilità di un confine sto- anni trenta. Il tenore di vita generale tra Settecen- scelse come soggetto l’attentato al padre servita riografico: la caduta della Repubblica tra storia to e inizio Ottocento è a un livello accettabile e del 1607. e mito), nel quale lo storico affronta la questione non subisce variazioni, mentre nel cinquantennio Gino Benzoni, in uno dei migliori contributi delle motivazioni di fondo del crollo dello stato austriaco le novità di maggiore rilievo consistet- del convegno, “Dal rimpianto alla ricostruzione veneziano, individuate sostanzialmente nello te “nella maggiore capacità dei ceti dirigenti storiografica”, contrappone con scoperta ironia, “scollamento” della Dominante dalla terraferma locali di adattarsi, seppur tra difficoltà e resisten- alla “vena necrofila” di molti poeti, che piangono e nella separatezza istituzionale e del ceto patrizio. ze, alle nuove esigenze dettate dal progresso del sulla fine di Venezia, ciò che dicono i veneziani, A queste contraddizioni strutturali ha fatto da sistema dei trasporti e dei servizi urbani”. Insom- meno noti dei grandi letterati, “con la rotella del contraltare il mito della Serenisssima, già pre- ma, di fronte all’esaltazione del patriziato vene- buon senso”. Sono molti infatti coloro che si sente sin dal Cinquecento e cresciuto a dismisura ziano, l’autore evidenzia l’esistenza di uno strato stracciano le vesti per l’eclissi della Serenissima, dopo la “caduta”. La ricchezza della pubblicistica borghese industrioso che è alla base della ripresa italiani e stranieri: Byron, Grillparzer, Platen, (in particolare quella locale), assieme alla rinno- economica e sociale della Venezia ottocentesca. Heine, Strachwitz, Wagner, e poi Foscolo (“la vata maturità storiografica, consentono ora una Erika Kanduth si sofferma sui “Nobili vene- cui disperazione culmina nel suicidio di Jacopo più netta e precisa definizione di questo passag- ziani al servizio dell’Austria”; un ceto protago- Ortis”!), Pellico, il quale rimprovera i veneziani, gio epocale. nista nel periodo della Restaurazione, a cui l’Au- insieme a Grillparzer, “di vivere dimentichi, non Pier Giorgio Tiozzo stria conferma i titoli di nobiltà e la riammissione inchiodati al rimpianto”. Ma di fronte all’imma- nelle funzioni amministrative. Due buoni motivi gine romantica di una Venezia irreversibilmente perché i nobili veneziani assicurassero il loro avviata alla decadenza, cosa accade nella città convinto consenso al casato degli Asburgo. “La lagunare, descritta dai veneziani che la conosco- politica linguistica della Monarchia asburgica” è no bene? “Decisamente migliorate le condizioni Venezia e l’Austria, a cura di Gino Benzoni e l’argomento analizzato da Hans Goebl. Il domi- di vita, risanamento edilizio, circoscritta l’area Gaetano Cozzi, Venezia, Marsilio, 1999, 8°, pp. nio imperiale, afferma, è in quanto tale poliglot- della ‘povertà’, attivato il primo tronco della VIII-494, ill., L. 75.000. ta; non si può parlare di una vera e propria ‘strada ferrata Fedirnandea’, vie vivacemente politica linguistica dell’Austria, ossia di “regola- frequentate, ‘alberghi pieni’, botteghe con inten- Escono ora, con singolare tempestività, gli atti menti espliciti in sede di glottopolitica”, tanto è so smercio, fiorir di commerci, moltiplicarsi di del convegno che la Fondazione Cini ha dedicato vero che nell’attività amministrativa viene usato iniziative”. Insomma una Venezia lontanissima ai rapporti tra Venezia e l’Austria (venticinque i l’italiano (come nelle scuole). Insomma la cono- dall’idea comatosa dei poeti, a dispetto dei quali contributi, tra cui trascegliere), che chiudono un scenza del tedesco era di fatto inesistente nel- continua a vivere e prosperare. Non è più la ciclo di revisione storiografica avviato con il l’area veneta; si può parlare al massimo di alcuni Dominante, è vero, ma pur sempre uno dei centri convegno sul 1797 e proseguito con un corso di influssi linguistici sull’italiano. Lo studioso giun- più alti della cultura europea, una tradizione che alta cultura. Si sa, esiste una vasta letteratura sui ge a questa conclusione che può apparire sor- il grande cavalier Cicogna, qui ritratto in modo rapporti tra Venezia e l’Austria, e la storiografia prendente: “L’Austria, sentita dagli Italiani di superbo, restituisce ad attualità. è stata a lungo inchiodata a due immagini con- allora come potenza tedesca, non contribuì in Mario Quaranta trapposte, tra una “condanna” dell’oppressione nessun modo a ridurre l’isolamento linguistico e austriaca e una valutazione del tutto positiva di culturale dell’Italia rispetto al mondo germanico”. una gestione e amministrazione del potere nel Cesare De Michelis in “Il letterato e la storia. complesso “illuminato”. Ippolito Nievo”’ ci offre una nuova chiave di Il compito di sfatare molti idola storiografici è lettura delle Confessioni d’un Italiano di Nievo, PIERO BRUNELLO, Voci per un dizionario del assolto egregiamente da Franco Della Peruta attraverso l’utilizzo di ciò che afferma lo stesso Quarantotto. Venezia e Mestre marzo 1848 - nella relazione “Il Veneto nel Risorgimento fino scrittore sia nel “proemio”, ove si troverebbe una agosto 1849, Venezia, Comune di Venezia - al 1848”; ne accenniamo, in via esemplificativa, precisa poetica, esplicita “nei suoi propositi Assessorato Pubblica istruzione - Itinerari Edu- a qualcuno. Ad esempio, l’immagine data da morali, pedagogici, civili”, sia nei due testi pro- cativi, 1999, 4°, pp. 370, ill., s.i.p. Cattaneo del sistema comunale del Lombardo- grammatici “Rivoluzione politica e rivoluzione Veneto è “idealizzata”, contraddetta da una real- nazionale” e “Venezia e la politica d’Italia”. In Il Comune di Venezia, come pochi altri comu- tà in cui la proprietà della terra era “concentrata questi due testi è esposto in modo nitido e ni del Veneto, è stato promotore di varie inizia- in un numero relativamente ristretto di mani”, e inequivocabile il progetto ideologico del roman- tive culturali e didattiche in occasione del 150° pertanto la vita politica e sociale era diretta dai zo, ossia il percorso di un “Veneziano” che anniversario della rivoluzione cittadina del maggiori proprietari. Inoltre nelle zone di pianu- diventa “Italiano”; un percorso affatto scontato 1848-49. Una di esse è stata la mostra “Venezia ra e di collina, gli organismi di autogoverno tra il ’57 e il ’58, quando appunto Nievo scrive il Quarantotto”. Nel suo programma il Comune “somigliavano in molti casi più ad arcaiche as- suo capolavoro. È la ricerca di un’identità nazio- veneziano ha inserito un percorso per i docenti e semblee comunitarie che a moderni istituti di nale, che Nievo individua nel riconoscimento gli studenti fornendo degli strumenti didattici partecipazione alla gestione della vita locale”. aperto di un primato di Venezia, che “dopo costituito da voci corredate da documenti origi- Così l’amministrazione, presentata come fun- Roma è la città più italiana della patria nostra”; nali. La domanda è: che cosa fu realmente il zionale e ben diretta, in realtà fu “lenta e un primato che affonda le sue radici nella storia, Quarantotto a Venezia? Il dizionario di Piero farraginosa”, troppo centralizzata per rispondere per cui i valori di cui la Serenissima è portatrice, Brunello non è un racconto definito e concluso alle esigenze della popolazione. E così via. “la libertà, il senso civile, la virtù patria, la dell’insurrezione veneziana e permette di ri- Andrea Zannini interviene su “Vecchi, poveri moderazione”, esprimono in modo eminente “lo scriverlo partendo dall’uso delle fonti e dal con- e nuovi borghesi. La società veneziana nell’Ot- spirito italiano nella storia moderna”. Mario fronto dei documenti che ogni voce contiene. Il tocento asburgico”; un contributo per iniziare a Infelise ci parla della “leggenda nera di Venezia dizionario dedica molto spazio a Venezia, poco dissipare quel “buco nero” della storiografia nella prima metà dell’Ottocento”, con riferimen- a Mestre e pochissimo alle campagne della Ter- 48 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

che disertano sono i protagonisti del Quarantotto to 29 marzo 1848 la cui applicazione fu poi ai quali va l’attenzione documentata ed intelli- estesa a tutta l’Italia. gente di Piero Brunello. Nel 1827 fu fondato a Padova il Collegio Elio Franzin rabbinico, poi trasferito a Firenze e trasformato in Collegio rabbinico italiano. A Padova le sina- goghe erano tre, di rito italiano, tedesco e spa- gnolo. Il più antico riferimento alla sinagoga tedesca di via delle Piazze, detta Scuola grande, HATIKWË, Il cammino della speranza. Gli ebrei e è del 1482. Nel 1892 la sinagoga italiana e quella Padova, vol. I, a cura di Claudia De Benedetti, spagnola furono chiuse. Dopo l’applicazione Padova, Papergraf, 1998, 8°, pp. 117, ill., delle leggi razziali fasciste del 1938 la comunità L. 88.000. ebraica di Padova contava circa 300 iscritti. All’indomani della fine della guerra gli ebrei Il documento più antico della Comunità ebrai- erano diventati duecento, quarantasei di essi ca padovana è un rogito notarile del 1369 rela- furono deportati senza ritorno. Nel maggio del tivo alla fondazione di una società per il prestito 1943 i fascisti incendiarono la sinagoga tedesca. di denaro. A Padova si incontrarono ebrei prove- Essa è stata recentemente restaurata in modo nienti da Roma e dai paesi dell’Est europeo. esemplare. Nella seconda metà del Trecento, Padova era un Elio Franzin centro manifatturiero, in cui molti banchi di prestito cristiani furono chiusi su pressione della Chiesa cattolica. Gli ebrei esercitavano, oltre al raferma benché nei documenti citati spesso com- prestito, anche la compravendita di robe usate e paiano i contadini con la loro fame di terra e di la merceria. Il primo banco ebraico si trovava Le Scienze della Terra nel Veneto dalla caduta campi e con le loro occupazioni dei terreni già di vicino a ponte Molino, altri in piazza delle Legne della Serenissima all’Unità d’Italia, Atti del proprietà dei Comuni, poi passati in proprietà e a S. Canziano. Convegno (Venezia, 25 ottobre 1997), a cura di alla borghesia. Tuttavia nella voce dedicata al Nel 1384 gli ebrei ottennero dai da Carrara Corrado Lazzari, supplemento al vol. 24 dei comunismo vi sono numerose testimonianze sulle l’autorizzazione di acquistare il terreno in “Lavori” della Società Veneziana di Scienze occupazioni di terre da parte dei contadini. Fra le contrada S. Leonardo da adibire a cimitero. Sotto Naturali, Venezia, 1999, 8°, pp. 137, ill., s.i.p. voci Brunello ha inserito la cronaca molto detta- i Carraresi gli ebrei erano considerati stranieri. gliata delle giornate iniziali dell’insurrezione, La prima sinagoga si trovava nella casa del Tra le iniziative promosse in occasione del dal 17 al 23 marzo 1848. banchiere Musetto vicino a piazza delle Legne duecentesimo della caduta della Repubblica È noto che il successo dell’insurrezione non fu già nel 1405. Nella seconda metà del Quattrocen- veneta, quella organizzata dalla Società Vene- dovuto soltanto alla determinazione degli operai to Padova diventò il centro di maggiore impor- ziana di Scienze Naturali si è caratterizzata per dell’Arsenale e ai soldati italiani che facevano tanza per la comunità ashkenazita in Italia. Negli l’impronta storico-scientifica. Il convegno, svol- parte dell’esercito austriaco i quali si rifiutarono ultimi decenni del Cinquecento l’attività degli to in collaborazione con il Centro Studi Ricerche in vari momenti di sparare sugli insorti. Decisivo ebrei si estese al commercio della seta. Nel 1581 Ligabue e con il Liceo Ginnasio “Marco fu il ruolo assunto da Daniele Manin, prima con il Senato veneziano impose agli ebrei di Padova Foscarini”, ha avuto come oggetto di riflessione la sua azione legale nei mesi precedenti all’insur- di vivere in un luogo separato, ma all’esecuzione lo studio delle Scienze della Terra nell’Ottocen- rezione, poi con la sua prigionia ed infine con la del progetto si arrivò soltanto nel 1603. to e quindi ha voluto “costituire – ha scritto sua sapiente tattica insurrezionale. Manin fu Il ghetto, chiuso da quattro porte, si configurò l’attivo Presidente della Società, il Prof. Corrado liberato il 17 marzo per ordine del governatore di come un nodo fondamentale di scambio del Lazzari Ð un contributo alla conoscenza di un Venezia conte Palfy. Ma soltanto la sera del 21 mercato cittadino. Con la circolare governativa fondamentale periodo storico, momento di tran- prese la decisione di assumere il potere con le del 15 marzo 1815 gli austriaci concessero la sizione verso una visione moderna delle Scienze armi in nome della Repubblica di San Marco, cessazione legale dei ghetti, il diritto di proprie- della Terra, al quale gli scienziati veneti hanno quando ormai gli insorti avevano ottenuto la tà, l’accesso ad ogni ordine di studi, il libero dato un contributo fondamentale”. costituzione della Guardia nazionale. Ormai il esercizio di qualsiasi attività economica. Nello La manifestazione è servita dunque a valoriz- potere politico e militare austriaco aveva mostra- stato dei Savoia fu emanato invece il regio decre- zare alcuni protagonisti della ricerca geologica to tutte le sue contraddizioni benché a Venezia vi ottocentesca e a mettere a fuoco alcuni nodi fossero ben 8.370 soldati distribuiti in quindici presenti nel dibattito di allora. Tra le figure caserme. Purtroppo il bel dizionario di Piero ricordate spiccano quelle di Giuseppe Marzari Brunello non contiene la voce “Daniele Manin”, Pencati, su cui è intervenuto Ezio Vaccari, e di al quale finora non è stata dedicata una biografia Tommaso Antonio Catullo, di cui ha parlato completa. Attraverso la figura e l’azione di Manin Nicoletta Morello. Il primo, attraverso le sue passano tutte le contraddizioni dell’insurrezione osservazioni, ha messo in crisi il sistema di veneziana e di quella veneta. Sono contraddizio- Abraham Gottlob Werner, dimostrando “in modo ni politiche e militari. Il governo provvisorio inequivocabile l’origine non sedimentaria dei della Repubblica veneta si era impegnato il 24 graniti”. Ciò gli attirò le critiche, ha messo in marzo a elaborare, assieme alle Provincie venete, evidenza Fabrizio Bizzarini, del werneriano il nuovo Statuto. Ma la promessa non fu mante- Leopold von Buch, che per confutare le tesi di nuta, provocando delle reazioni motivate. Marzari Pencati si trasferì dalla Sassonia alla val Anche il ruolo delle donne, diventate cittadine di Fiemme per studiarne le caratteristiche geolo- grazie all’insurrezione, fu determinante sia nella giche. L’altro protagonista della geologia preparazione che nello svolgimento della rivolu- ottocentesca fu il Catullo. La Morello, partendo zione. Alcune di loro, come Anna Papadopoli dalla Zoologia fossile del 1827 di Catullo, rico- Comello, avevano anche delle capacità letterarie struisce il contesto storico-scientifico entro cui si che usarono per sostenere la rivoluzione. Gli calava il lavoro catulliano e delinea i passaggi arsenalotti in lotta per la riduzione dell’orario di che fecero approdare il bellunese alla formula- lavoro, i contadini che vogliono la terra, le donne zione del criterio della zoostratigrafia. Il conve- che entrano nella vita pubblica, i soldati italiani gno si è tenuto nell’Aula Magna del Liceo Gin- 49 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

nasio “Marco Foscarini”. Istituito il 14 marzo degli anni Cinquanta i partigiani. La tesi dell’ini- 1807, con decreto del principe Eugenio ziale rigore e della determinazione a perseguire Bonaparte, il Liceo, che allora si chiamava Li- responsabili di delitti attribuiti ai collaborazioni- ceo-convitto Santa Caterina, fu la principale sti padovani del battaglione Muti si trova ben istituzione di studio presente nell’Ottocento a documentata nel resoconto del processo della Venezia. Non è stato un caso, quindi, che si sia Corte d’Assise straordinaria di Padova ricostrui- scelto questo luogo per riflettere sulle vicende to nel saggio curato da A. Naccarato: vi traspare della geologia nell’Ottocento. Dall’altra parte, un comprensibile desiderio di vendetta per vio- come ha ricordato Daniela Magnanini, docente lenze ancora brucianti e che oltre al linciaggio di del “Foscarini”, il Liceo ha contato degli illustri Romito assassino del prof. Todesco vede esegui- docenti di discipline scientifiche: il naturalista re tre condanne a morte. La medesima ricostru- Luigi Maria Rossi e il fisico Francesco Zan- zione viene proposta da F. Maistrello per Treviso, tedeschi che fu chiamato all’Università di Pado- da A. Reberschegg per Venezia, da M. Cas- va, solo per citarne alcuni. Ma va soprattutto sandrini per Verona, e da F. Vendramini che ricordato che il primo Rettore del Santa Caterina, ricostruisce una sentenza di assoluzione a l’abate Anton Maria Traversi, un amateurs di Belluno. Da tutti i dispositivi di sentenza esce la storia naturale, ebbe il merito di portare presso il conclusione che fino al momento in cui la situa- Liceo una ricca collezione di mineralogia. zione di guerra civile si protrae la via della Cinzio Gibin giustizia politica sembra prevalere, ma appena il monopolio della violenza viene ripreso da parte dello Stato le condanne si attenuano e il processo di normalizzazione viene imposto dalla stessa giurisprudenza, per cui “l’amnistia Togliatti” Gentildonne artiste intellettuali al tramonto del- scuola musicale dell’Ospedale dei Mendicanti, più che un nobile perdono è un riconoscimento la Serenissima, a cura di Vittoria Surian, Mirano ebbe una brillante carriera internazionale come di fatto. (VE), Eidos, 1998, 8°, pp. 129, L. 22.000. compositrice, violinista virtuosa e cantante e Fiorino Collizzolli gestì da sé anche i propri affari. Il presente volume raccoglie gli atti dell’omo- Paola Martini nimo Seminario tenutosi a Venezia il 24 aprile 1998, nell’ambito delle celebrazioni del secondo centenario della caduta della Repubblica di Ve- I CLN di Belluno e Treviso nella lotta di libera- nezia. Gli interventi, di specialisti di storia della zione. Atti e documenti, a cura di F. Vendramini cultura e di studi delle donne, si articolano attor- Processi ai fascisti, 1945-1947, numero mo- e M. Borghi, Padova, Istituto veneto per la storia no ad alcune figure femminili, protagoniste in nografico della rivista “Venetica. Annuario di della Resistenza e dell’età contemporanea - Cleup, Venezia della vita letteraria, artistica e musicale storia delle Venezie”, XII, Verona, Cierre, 1998, 1999, 8°, pp. 368, L. 20.000. della seconda metà del ’700. Antonia Arslan, in 8°, pp. 247, L. 28.000. esordio, avvisa: “Noi vogliamo proporre, far Preziosa e insostituibile l’opera di Ferruccio riemergere dall’ombra, far studiare queste robu- Dedicato ai processi ai fascisti nelle corti di Vendramini e Marco Borghi, i quali hanno ste personalità di donne”. Nominare queste don- Assise straordinarie del Veneto, l’ultimo nume- recuperato e messo a disposizione degli studiosi ne è già un passo importante, dice Maria Luisa ro di “Venetica” rivolge la propria attenzione più i verbali dei CLN di Belluno e Treviso riguardan- Minio Paluello: “Le donne di Venezia senza un che a saggi che portano tesi conclusive a docu- ti il periodo clandestino. Non meno encomiabile nome mi hanno colpito improvvisamente quan- menti e lavori in corso sui quali giovani studiosi il serio e competente lavoro di corredo e annota- do qualche anno fa ho avuto la grande idea di possono scambiarsi ipotesi e tagli storiografici e zione dei documenti, completato dalle dense cercarle, cominciando dall’Archivio di Stato. interpretativi. Nel primo dei saggi, Epurazioni e introduzioni degli autori. Vendramini e Borghi Trovavo che le famiglie di nobili veneziani ave- giustizie, M. Reberschack, prendendo spunto da concordano nella valorizzazione del significato vano solo figli maschi. Poi comincia a comparire conclusioni alle quali giunge A. Battaglia che “le più generale assunto dall’attività dei CLN nella qualche femmina, sposata. Pian piano ho capito. sanzioni contro il fascismo siano state applicate fase finale della crisi bellica prima, all’inizio Solo quelle che andavano sposate a qualcuno nel senso voluto dal legislatore nel 1945, ed della ricostruzione democratica poi. In particola- conquistavano la menzione. Altre ce n’erano, ma interpretate ed applicate alla rovescia nel 1947”, re Vendramini polemizza con convinzione nei andavano a riempire i conventi o rimanevano ripercorre i passaggi che da una iniziale volontà confronti di quegli orientamenti politico- nelle famiglie, innominate. Le Innominate”. di procedere ad una “giustizia politica” giunge al storiografici volti ad accreditare la tesi secondo Da questo mare di innominate sta riemer- tempo dell’amnistia celebrativa del giugno 1946. cui le “degenerazioni partitocratiche”, se non gendo, grazie alla ricerca, una grande tradizione Tra questi due termini viene esplorato l’intreccio addirittura il consociativismo che avrebbero con- intellettuale ed artistica femminile. Queste don- tra fonti di giurisdizione, mettendo in particolare trassegnato l’Italia del dopoguerra, abbiano le ne rappresentano una continuità che si esprime evidenza la volontà del Allied milytari gover- loro scaturigini proprio nella prassi dei CLN. In nei salotti, se sono aristocratiche, e se si devono nement (Amg) di garantire come prioritaria ri- realtà i problemi erano ben altri: la gestione della guadagnare da vivere si esprime nel giornalismo, spetto alla defascizzazione la “legittimità tradi- quotidianità, l’attività militare, i rapporti tra i nelle botteghe d’arte, nelle chiese e nei teatri con zionale” e la “autorità dello Stato storico”. comitati stessi e la popolazione dei rispettivi concerti e canti. Ricordiamole. Giustina Renier Il principio ispiratore dell’epurazione di “col- territori, i contrasti interni circa la tattica e la Michiel, nobildonna veneziana, animò uno dei pire in alto e indulgere in basso” viene di fatto strategia, i grandi problemi della legittimazione salotti più importanti della Venezia colta, mante- rovesciato per cui a iniziali sentenze che colpi- etica e politica del movimento partigiano, il nendo contatti con letterati e artisti di fama scono esemplarmente personaggi secondari ma banditismo e l’ordine pubblico, il rapporto con la internazionale. Elisabetta Caminer Turra, fu gior- particolarmente odiati per essersi resi visibili, chiesa. A ragione, chiudendo il suo intervento, nalista, direttrice ed editrice dei suoi giornali. seguono procedimenti che attenuano se non esclu- Vendramini nota come dai verbali “non emergo- Iniziò a Venezia e proseguì a Vicenza, pubbli- dono del tutto la volontà di epurazione. L’unica no forti petizioni di principio, né elaborazioni cando il “Nuovo Giornale Enciclopedico d’Ita- giustizia “politica” veramente andata a buon politiche di grande respiro: si resta legati agli lia”. Di Contarina Barbarigo è stata ritrovata nel esito e che merita, secondo il saggio, di essere assillanti problemi quotidiani da risolvere”, e, se Museo Correr una cartella contenente disegni scritta “con rigore e profondità” è quella che, un filo conduttore esisteva, questo era costituito architettonici, intestata anche a Cecilia Barbarigo. rovesciate le posizioni iniziali, vede sul banco dal patriottismo che faceva da corollario all’ov- Maddalena Lombardini Sirmen, educata nella delle Corti d’Assise ordinarie e fino alla metà vio antifascismo dei membri dei CLN. 50 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

Borghi disegna i tratti essenziali che contrad- guita alla Grande guerra. E poi la storia di ieri sente nella storia sindacale cittadina e regionale: distinsero l’aspra lotta politica attorno alla scelte riassunta in quella che Vendramini chiama la quella delle Acli. I due contributi Ð rispettiva- e all’attività del CLN trevigiano, il quale, rispetto “cristallizzazione burocratica durante il fasci- mente “L’apprendistato padovano nel 1964 in alla situazione bellunese, pare dovesse affronta- smo”, la quale segnò da un lato la definitiva una indagine delle Acli padovane”, di Vittorio re problemi di ordine pubblico di maggiore gra- soppressione delle cooparative rosse o la mar- Marangon, e “L’esperienza storica delle Acli nel vità. La stessa disomogeneità del territorio rese ginalizzazione di quelle bianche che poterono Veneto: un bilancio sociologico”, di Enzo Pace più arduo il controllo da parte del CLN rispetto al sopravvivere solo al prezzo di una loro neu- Ð forniscono due angoli visuali e temporali di- quale sfuggivano le formazioni partigiane che si tralizzazione politica, dall’altro, appunto, il con- versi, e per questo compongono un quadro che andavano politicizzando in maniera crescente; trollo dello stato totalitario su strutture fonda- può offrire diversi approcci di indagine. senza mettere nel conto i non mai definiti rappor- mentali per l’economia provinciale come, a tito- “Mondine della Bassa”, capitolo curato da ti con il Comitato militare provinciale. lo di esempio, quelle facenti capo al settore Tiziano Merlin, si occupa dell’attività nelle risa- Borghi chiude con le considerazioni relative lattiero-caseario. Infine l’oggi e le sue incerte ie e del bracciantato avventizio, tipologia di alla funzione propedeutica alla democrazia cui prospettive: qui Vendramini si interroga sul fu- lavoro molto diffusa fino alla fine degli anni assolsero i CLN: gestione della fase post-bellica, turo della cooperazione in un’economia glo- Cinquanta che coinvolse soprattutto le donne. politica e ordinaria amministrazione. Non è un balizzata su scala planetaria. Più prettamente “sindacale” è il capitolo dedi- caso che in una delle prime riunioni del CLN si Lo studio è una vera miniera di informazioni, cato da Diego Pulliero all’opera di Silvano parlasse di preparazione dei quadri per la vita riccamente illustrato, documentato e rigoroso Pradella, artefice del progetto della Cgil padova- civile, aspetto che, evidentemente, era ai primi (prezioso l’indice dei nomi), basti solo un’oc- na per il recupero della memoria storica del posti nelle preoccupazioni dei dirigenti partigia- chiata all’apparato filologico per rendersene con- sindacato, mentre incentrato sulla realtà econo- ni clandestini. to. Il materiale ritrovato conferma, semmai ve ne mica della provincia (in particolare dei comuni Michele Simonetto era bisogno, come il settore del mutualismo e di Loreggia, Piombino Dese e Resana) è l’inter- della cooperazione attenda ulteriori indagini ed vento di Antonino Ziglio, “Il Veneto nuovo e il approfondimenti i quali seguano i variegati per- part-time agricolo”. In appendice, un utile corsi ideologici, le alterne vicende istituzionali excursus di Francesco Toniato sui contratti col- di enti di cui si è in gran parte perduta la memoria. lettivi del periodo fascista, terreno su cui poi, FERRUCCIO VENDRAMINI, Cooperazione e mutua- Michele Simonetto negli anni successivi al conflitto, dovevano con- lismo nella montagna veneta. Una storia di frontarsi i sindacati. Belluno e Ponte nelle Alpi in età contemporanea, Questo volume, alla vigilia del nuovo millen- Belluno - Ponte nelle Alpi, Comunità montana nio, aiuta a comprendere l’evoluzione della real- bellunese, 1999, 4°, pp. 322, ill., L. 40.000. tà sociale ed economica in un periodo fondamen- Sindacato e lotte dei lavoratori a Padova e nel tale nella storia recente della nostra regione. Il sottotitolo della pubblicazione rende bene Veneto (1945-1969), Padova, Centro Studi Etto- Marco Bevilacqua l’idea dell’opera di Ferruccio Vendramini: una re Luccini, 1998, 8°, pp. 269, L. 30.000. storia della cooperazione che è, nello stesso tempo, una disamina delle vicende delle due Il Centro Studi Ettore Luccini, nell’annale n. 2 storiche comunità delle montagne venete. L’au- della propria rivista “Materiali di storia del mo- tore da avvio al suo excursus con la nascita della vimento operaio e popolare veneto”, ha raccolto SERGIO RAVAGNAN, Riccardo Ravagnan (1894- prima cooperativa bellunese all’indomani del- le ultime ricerche Ð condotte da diversi autori Ð 1970), un padre della Costituzione, Taglio di Po l’annessione al Regno d’Italia nel 1866: la fratel- sulla storia e l’evoluzione del sindacalismo e (RO), Diemme, 1998, 8°, pp. 298, ill., s.i.p. lanza artigiana Giuseppe Garibaldi. Da qui delle lotte operaie a Padova e nel Veneto negli Vendramini imprime al suo lavoro il serrato anni che vanno dal dopoguerra alla fine dei Può sembrare contraddittorio, in questo clima andamento di una ricerca o di una discussione sui Sessanta. Il testo ospita dieci contributi. Il primo, di superamento delle ideologie e dei dibattiti nodi fondamentali della storia del mutualismo di Andrea Colasio, indaga le radici comuniste e teorici, ripercorrere l’attività di un dirigente po- bellunese entro un’ottica politica, sociale, eco- operaiste delle comunità dei lavoratori padova- litico non di primissimo piano, come impone la nomica, culturale. La cooperativa testé citata ni, soffermandosi in particolare sulle forme moda presidenzialistica e massmediale. Non lo è aveva un’impronta nettamente laica che la porta- organizzative. Altro argomento trattato sono invece se si è convinti, come lo siamo noi, che va a sostenere il superamento dell’ottica di anche le comunità bracciantili, mentre particola- occorra far tesoro delle esperienze concrete rea- beneficienza con la quale si era fino ad allora re attenzione viene posta sulla storia della lizzate prima di noi, che le realtà, anche minori, affrontata la problematica delle disuguaglianze “cittadella operaia” di Battaglia Terme, dove le abbiano un ruolo nell’individuare i caratteri del sociali, non a caso Vendramini nota il suo pro- “Officine Galileo” hanno rappresentato per de- nostro tempo e della nostra identità. gressivo spostamento su posizioni sociali- cenni l’autentico polo aggregante degli abitanti. Il lavoro inquadra il profilo biografico e gli steggianti verso la fine del secolo. L’autore si Il secondo intervento, curato da Alessandro interventi più importanti del senatore comunista mostra attento alle discussioni che animarono i Naccarato, tratta delle lotte operaie alle Officine Ravagnan, un significativo dirigente regionale protagonisti avvalendosi di una documentazione Meccaniche Stanga, una realtà imprenditoriale e ed uno dei più prestigiosi protagonisti chioggiotti ampia e variegata: fonti d’archivio, ma anche occupazionale di prima grandezza nella storia del nostro secolo. Si articola in due parti: “I fatti”, giornali d’epoca e opuscoli pressoché introvabili economica e sociale della città. Il periodo consi- dove ne viene ripercorsa e sintetizzata l’attività; che egli ha il merito di riportare alla luce e di derato va dalla Resistenza agli anni Cinquanta, “Le parole. Le idee”, dove viene pubblicata una valorizzare pienamente. periodo cruciale in cui furono sperimentate nuo- selezione di scritti. L’autore evidenzia il percor- Via via la ricerca risale la storia delle comunità ve forme di azione tra cui i Consigli di gestione. so che ha portato il povero orfano chioggiotto a bellunesi fino all’età contemporanea toccando, “Lotte sociali e dinamiche politiche a Verona diventare un padre della Repubblica (avendo attraverso la I Guerra mondiale, il fascismo, il tra il 1945 e il 1950”, di Sergio Paronetto; “Il partecipato alla Commissione dell’Assemblea secondo conflitto e la ricostruzione, momenti 1968 a Valdagno: la genesi di un conflitto Costituente che tra il 1946 e il 1948 ha preparato che scandirono ora l’organizzazione, ora la aziendale”, di Giorgio Roverato; “Il Sessantotto la nostra Costituzione) e ne ripercorre gli ele- riorganizzazione, ora la sconfitta e la scomparsa operaio e studentesco a Porto Marghera”, di menti biografici, politici, culturali che ne carat- delle numerose società di mestiere. Si va dalla Cesco Chinello, sono i tre capitoli dedicati allo terizzano la figura: l’ambiente chioggiotto in cui Cooperativa di lavoro di Ponte nelle Alpi, alla studio di tre aree industriali lontane dal padova- si è formato e col quale è rimasto sempre in società degli zattieri, dall’attivissimo settore del- no, e per questo esemplificative di un panorama contatto nonostante gli impegni di politico rivo- le latterie sociali, all’importante ruolo assolto regionale composito, non sempre riconducibile luzionario, le caratteristiche dell’uomo, del par- dalle cooporative di lavoro nel contrastare gli ad univoci modelli di analisi. Il testo ospita poi lamentare e dirigente politico, del giornalista e effetti più devastanti della crisi economica se- due interventi riguardanti una realtà molto pre- intellettuale. Vengono pubblicati numerosi do- 51 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

cumenti: lettere alla moglie, i più significativi terland (“I lidi”) si articolavano in giurisdizione interventi parlamentari, articoli e resoconti gior- sulla “terraferma” da un lato e su “Dalmazia” nalistici (tra cui quello del Congresso del Pci di (con Istria e Albania) e “Levante” dall’altro. Lione, del 1926, scritto assieme ad Antonio Fatto sta che il modo in cui è crollata la Gramsci), appunti su aspetti culturali (sul Veneto, Republica (avvenuto per occupazione dello “Stato Ippolito Nievo e ricordi di intellettuali comuni- da terra” appunto) ha posto sotto accusa il siste- sti). Un percorso lungo e complesso, questo di ma di organizzazione della difesa in terraferma, Ravagnan, passato dalla formazione del Pci e dai vedendone limiti e incoerenze. Il volume offre suoi primi orientamenti negli anni Venti all’op- un ricco spaccato sulla consistenza e l’organiz- posizione militante al fascismo, prima in Italia e zazione delle fortezze e dell’armamento di terra- poi in Francia, fino alla ricostruzione del dopo- ferma, con l’articolazione territoriale (da Verona guerra, al superamento delle miserie del popolo a Palmanova) e la presenza dei contingenti di italiano. uomini (i dati del secolo oscillano da 2.000 a Il volume è completato da una appassionata 17.000 militari, secondo il periodo, con una prefazione di Nilde Iotti, che ricorda con affetto considerevole diminuzione nella seconda metà e partecipazione e attualizza l’attività nella Co- del secolo); affronta quindi una disamina della stituente del collega di partito. Il lavoro di Sergio organizzazione delle forze armate (composizio- Ravagnan è stato condotto sull’archivio del pro- ne etnica, struttura e quadri militari, reclutamen- tagonista, conservato dai familiari e destinato to e milizie di leva, costi), per soffermarsi sulle ora alla Fondazione Gramsci di Venezia, trac- funzioni (servizi, trattamento dei militari, disci- ciando un profilo fermo e documentato del sena- plina), i difetti (cause di cattiva immagine, diser- tore Riccardo Ravagnan (il cognome, diffuso a scita negli ultimi trent’anni. Quest’ultimo feno- zioni e contraddizioni interne) e i tentativi di Chioggia, non è supportato da alcun legame meno è collegato a una diminuzione della morta- riforma (significativi soprattutto quelli sviluppa- famigliare), usando la pietas del concittadino e di lità adulta, che si registra in seguito a una mag- ti tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo). chi in qualche maniera ha cercato di riproporre al giore salubrità dell’ambiente urbano. Nel corso L’ultima parte offre alcuni spunti sulla politica di proprio tempo questa esperienza intellettuale dell’Ottocento c’è una crescita costante della “neutralità armata” della Repubblica e sulla sua prima che politica. popolazione (la natalità rimane costante). Infine estrema difesa, inadeguata e colpevole. Pier Giorgio Tiozzo un esame accurato delle relazioni tra fecondità Noto per i lavori realizzati prevalentemente (molto elevata nel Polesine) e nuzialità, mortali- sulla storia di Chioggia, Perini affronta con que- tà infantile e adulta, seguito da utili raffronti, fa sto saggio un ambito geografico molto più este- emergere, fra l’altro, che ad Adria il numero dei so, fornendo, più che piste o risultati interpreta- figli è il più elevato del Polesine. Si può conclu- tivi, una messe di riferimenti e documentazione FIORENZO ROSSI - ALESSANDRO ROSINA, La popo- sivamente affermare che siamo di fronte sì a sul tema prescelto. lazione di Adria. Dal taglio di Porto Viro alla un’indagine geograficamente e territorialmente Pier Giorgio Tiozzo bonifica padano-polesana (XVI-XIX secolo). delimitata, ma molto significativa; un contributo Quattro saggi di storia demografica, Padova, che consente una più approfondita comprensio- Cleup, 1999, 8°, pp. 221, ill., L. 40.000. ne dei processi sociali ed economici che caratte- rizzano anche la storia di aree più ampie”. In quattro saggi i due studiosi forniscono un Mario Quaranta GIANNAGOSTINO GRADENIGO, Serie de’ podestà di quadro completo dell’andamento demografico Chioggia, rist. anast. Venezia 1767, pref. di Nico di Adria dalla seconda metà del Cinquecento alla Sibour Vianello, Chioggia (VE), Il Leggio, 1999, fine dell’Ottocento, utilizzando i dati disponibi- 4°, pp. XVIII-VIII-88, ill., s.i.p. li, ossia essenzialmente quelli forniti dalle par- rocchie. SERGIO PERINI, La difesa militare della terrafer- Viene qui presentata l’edizione anastatica del- Il paradigma di riferimento è il lavoro di ma veneta nel Settecento, Chioggia (VE), Il Leg- l’opera del vescovo di Chioggia Giannagostino Beltrami, Storia della popolazione di Venezia gio, 1998, 8°, pp. 185, ill., s.i.p. Gradenigo, esponente della nobile famiglia ve- (1954), via via integrato e modificato tenendo neziana che ha dato un contributo rilevante alla conto dei notevoli progressi compiuti in questo Qual è stata la politica di difesa militare attiva- conoscenza storica (basti pensare agli incarichi campo dalla modellistica demografica. Viene ta dalla Repubblica veneziana nella terraferma commissionati all’illustratore Giovanni Gre- così delineata, con una abbondante strumen- veneta, su quali centri fortificati si basava, con venbroch). Edita a Venezia nel 1767, come omag- tazione tecnica (mappe, tabelle, stampe), la strut- quale tipo di armamento e organizzazione delle gio offerto in occasione della partenza dal reggi- tura della popolazione per sesso e per età, le truppe ed inoltre, visto il disfacimento del 1797, mento del podestà uscente Giovanni Paolo variazioni subìte nel corso dei secoli, registrando quali i limiti e i difetti di questo sistema? Il Baglioni, in luogo delle più scontate raccolte di il dato tendenziale di un “incremento, nel lungo volume di Sergio Perini affronta queste pro- poesie. Dopo la dedica (pp. I-VIII), il volume è periodo, del 6 per mille”, con un’accelerazione blematiche in un saggio articolato, condotto, con costituito da un proemio (pp. 1-26) che delinea i nella seconda metà dell’Ottocento e una succes- piglio discorsivo, sui fondi dell’Archivio di Sta- riferimenti storici di Chioggia e affronta la situa- siva stasi negli ultimi vent’anni. Lo studioso to di Venezia. zione degli studi storici locali (ricorda in partico- rileva che nel Settecento c’è un consistente flus- L’inquadramento non può che partire dal Quat- lare l’opera di Filippo de Zorzi, Istoria dell’an- so migratorio dalla campagna alla città; per quanto trocento e dalla politica di conquista della terra- tichità e onorevolezza di Chiozza, che doveva riguarda la mortalità infantile, essa va attribuita ferma sviluppata dalla Repubblica veneziana essere stampata a fine ’500 a cura della comuni- in misura rilevante a cause endogene (il tifo del (con il momento culminante costituito dalla scon- tà, ma di cui si sono perse le tracce, e la Storia di 1817 determina un calo della popolazione dal 7 fitta di Agnadello del 1509), e dall’equilibrio Pietro Morari, diffusa in parecchie copie mano- al 9%). L’ultimo dei quattro saggi è di A. Rosina difficile tra le due anime del patriziato venezia- scritte e che sarà stampata solo nel 1870), facen- su “Ricostruzione aggregata dei processi evolu- no, rivolte verso l’entroterra e verso il mare. In do riferimento in particolare alla documentazio- tivi della popolazione di Adria”. Lo studioso, quest’ultimo caso si tratta di un interesse decisa- ne conosciuta e alle fonti che presentano indica- scandisce il periodo che va dagli ultimi decenni mente sbilanciato verso il dominio delle rotte zioni sul governo e le attività del podestà, sui loro del Seicento fino a tutto il Settecento in tre dello “Stato da mar”, come testimonia la con- primi insediamenti, agli inizi del 1200. periodi, caratterizzati da una stagnazione fino al notazione originaria della sua storia marinara e la La parte centrale è data dall’elenco dei pode- 1710, da una lenta crescita nei successivi ses- stessa organizzazione dei “Provveditori alle for- stà dal 1211 al 1765 (una serie completa che va sant’anni, seguita da una ulteriore, notevole cre- tezze”, che accanto al controllo del proprio hin- dall’inizio per arrivare al reggitore in partenza), 52 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

individuati uno per uno nelle fonti dell’epoca (i dove ritiravano la posta in arrivo, che poi depo- studi di toponomastica sia dei luoghi sia delle Libri dei Consigli ed altra documentazione) con sitavano nei singoli Comuni sulla via del ritorno: famiglie e delle persone. Di Egidio Azzolin è il il relativo periodo di reggimento ai quali vengo- realtà che possono apparire lontanissime e che secondo, interessante contributo tutto dedicato a no aggiunte una serie di annotazioni. Un elenco invece erano vita quotidiana solo cent’anni fa di fatti e vicende narrate e tramandate a voce, in alfabetico finale, “per famiglie”, agevola l’indivi- tutti i piccoli centri dell’Italia appena costituita. forma di racconto, a dimostrazione di come la duazione della presenza e del periodo di reggi- Con cenni precisi e veloci Paolo Loncrini ci cosiddetta “memoria orale” possa anche oggi mento, normalmente di 18 mesi. ragguaglia pure sulla nascita del primo ufficio contribuire alla storia del proprio passato (A Per le caratteristiche e gli obiettivi con i quali postale di Torri, intorno ai 1884, e sulle sue Molvena un tempo… da voci raccolte e messe si presenta, ed inoltre per la metodologia sto- diverse sedi in paese; ricorda i Marai, la famiglia insieme. La memoria orale). riografica di approccio, l’opera costituisce una storica dei postini del paese, che tramandarono il Cecilia Passarin fonte della storia chioggiotta dal Duecento al prezioso ruolo sociale di generazione in genera- Settecento. Si tratta, infatti, di una delle prime zione; si sofferma sulla tipologia dei diversi publicazioni locali, basata su un solido impianto timbri postali utilizzati nel corso degli anni. documentario, la cui realizzazione s’inserisce in Un’opera interessante, impreziosita da tante im- un vivace movimento intellettuale locale, un magini e documenti rari, che sicuramente appas- AUGUSTO SERENA, Cronaca montebellunese, a cenacolo accademico e letterario che ha foca- sionerà i fruitori di storia locale e non. cura di Lucio De Bortoli, Treviso, Canova, 1998, lizzato l’attenzione sulla storia della città, sul- Vasco Gondola 8°, pp. 395, ill., L. 40.000. l’attività letteraria e sulla ricerca scientifica, for- nendo notevoli contributi e formando una gene- Sono numerosi gli eruditi e gli storici che razione di studiosi di notevole pregio. Si tratta hanno formulato delle ipotesi sulle origini del del concretizzarsi di uno spirito culturale inno- nome Montebelluna. Uno di essi era il famoso vativo e riformatore, nel quale la figura del AMMINISTRAZIONE COMUNALE - BIBLIOTECA CIVICA Giovanni Pietro Valeriano da Belluno, noto a vescovo Gradenigo svolge un ruolo centrale e DI MOLVENA (VI), “Quaderni storici”, 3, 1997, 8°, tutti gli studiosi di iconografia e di iconologia. Il decisivo, spezzato dal suo improvviso trasferi- pp. 130, ill. nome di Montebelluna si trova, per la prima mento alla diocesi di Ceneda. volta, in un diploma del 1000 con il quale Ottone Pier Giorgio Tiozzo È sempre più frequente trovare iniziative edi- imperatore delimitava i beni concessi a Rambaldo toriali che danno spazio a ricerche sulla storia, la di Collalto. Il paese costituiva un importante cultura e le tradizioni locali allo scopo di riper- feudo del vescovo di Treviso. Nel 1170 il vesco- correre attraverso i documenti superstiti gli eventi vo trevigiano Udalrico cedeva per 29 anni il e i fatti del proprio passato. In questa tendenza si castello. Secondo gli Statuti del Comune di PAOLO LONCRINI, La storia postale di Torri del inserisce anche il terzo numero dei “Quaderni Treviso, nel 1316 i capitani di Montebelluna Benaco, Torri del Benaco (VR), Biblioteca Co- storici” pubblicati dal Comune di Molvena (pro- dovevano essere due e restare in carica sei mesi. munale, 1999, 8°, pp. 77, ill., s.i.p. vincia di Vicenza). Di Dionigi Rizzolo è il con- Nel 1318 Montebelluna fu conquistata da tributo più consistente dedicato alla chiesa di San Cangrande della Scala. Nel 1373 il castello fu Non si può certo dire che gli appassionati di Zenone di Molvena a cavallo fra XV e XVI distrutto dal duca d’Austria e non fu più ricostrui- filatelia e numismatica del Circolo di Torri del secolo, nel cui archivio sono stati ritrovati due to. Dal 1388 fino al 1797 Montebelluna, come Benaco, il bel centro nel cuore della riviera documenti qui riprodotti nell’originale latino e Treviso, fu sotto il dominio di Venezia. Durante veronese del Garda, non abbiano dimostrato nella traduzione in italiano (a cura di Pierantonio la guerra della Lega di Cambrai, il paese fu costantemente attivismo e competenza nel loro Gios). Il primo documento è datato 1486 e il conquistato da monsignor de La Palisse che agire. Dal 1977, infatti, quando decisero di dare secondo 1564 e contengono entrambi l’elenco comandava i soldati del re di Francia. Monte- vita al Circolo, fino ad oggi essi hanno organiz- dei terreni di proprietà della parrocchia e quello belluna aveva un antichissimo mercato che fu zato sistematicamente, anno dopo anno, manife- dei terreni sui quali essa aveva il diritto di deci- confermato dagli Statuti trevigiani. Vi furono stazioni ed iniziative di notevole interesse cultu- ma: si tratta del patrimonio che garantiva la delle lunghe liti giudiziarie a difesa dell’esenzio- rale, attraverso le quali hanno contribuito a sopravvivenza al sacerdote nonché la manuten- ne dai dazi. Nel 1778 alcuni membri della fami- valorizare aspetti storici, naturalistici, artistici e zione dell’edificio sacro. Da questi documenti, glia Pola di Treviso ottennero l’autorizzazione di personaggi della loro terra. Tale impegno nonostante l’essenzialità del linguaggio e della rendere settimanale un loro mercato a Barcon in pluriennale collettivo si è ora arricchito di un forma notarile, è possibile ricostruire la fisiono- aperta concorrenza a quello di Montebelluna. ulteriore prezioso apporto, frutto della ricerca mia del paesaggio agrario dell’epoca, le coltiva- Durante il Regno Italico il prevosto Angelo attenta e meticolosa di Paolo Loncrini, uno dei zioni prevalenti e il loro utilizzo. Inoltre i docu- Dalmistro, poeta e letterato, fu autore di numero- soci fondatori del Circolo stesso. Si tratta di un menti si sono rivelati una fonte importante per gli se pubblicazioni a favore di Napoleone. Durante elegante ed agile volumetto dedicato a La storia la rivoluzione del 1848 il generale Durando, postale di Torri del Benaco, pubblicato sotto comandante in capo dell’armata pontificia, sta- l’egida del Comune e della Biblioteca di Torri, bilì il suo quartier generale a Montebelluna. Nel con la presentazione di Angelo Peretti e una maggio si svolse il combattimento di Cornuda, preziosa introduzione del presidente del Circolo fra l’avanguardia del Nugent e i volontari italiani stesso, Franco Pezzi. L’opera costituisce una del generale Durando, non sostenuto dal Duran- pagina di microstoria gardesana, nella quale, per do malgrado un formale impegno. Nel 1869 fu altro, attraverso il “caso” di Torri si lumeggia in deciso il trasferimento del vecchio mercato dalla forma garbata e sintetica, ma precisa, l’evoluzio- collina alla pianura. Grazie al trasferimento la ne storica del servizio postale italiano. chiesa perdeva i diritti di dazio. La decisione Con forza evocativa, Paolo Loncrini ci rac- provocò delle divisioni fra la popolazione. Nel conta dell’istituzione del servizio postale rurale 1886 fu inaugurata la ferrovia Treviso-Belluno. a Torri nel 1869, pochi anni dopo che il Veneto Nel 1901 fu costruito l’acquedotto. Ancora nel era entrato a far parte del Regno d’Italia, e si 1903 l’alimentazione dei contadini era scarsa e sofferma in particolare a descrivere le peripezie di cattiva qualità. I contratti agrari erano di breve dei postini di allora, i pedoni collettori, che durata e decisamente sfavorevoli ai fittavoli. I partivano il mercoledì e il sabato da Malcesine, coltivatori diretti erano oppressi dalle imposte, percorrevano a piedi la riviera raccogliendo la privi di capitali e di credito. Una delle loro posta in partenza dai singoli Comuni e la recapi- entrate era quella dovuta all’allevamento dei tavano a Bardolino, capoluogo del Circondario, bachi da seta. Già nel 1902 l’industria della 53 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

scarpa contava circa 200 laboratori. La chiesa metà del Cinquecento. Ma le prime esplorazioni prepositurale di Santa Maria in colle aveva as- pionieristiche del giacimento riconducono ai sunto un ruolo centrale nella vita comunitaria. primi del secolo precedente, quando, sotto il Nel febbraio del 1908 cominciarono i lavori per dominio della Repubblica di Venezia, “il nuovo la costruzione della nuova chiesa non più sulla impulso all’esplorazione del giacimento di Val collina, vicino al vecchio mercato, ma in pianura. Imperina venne inizialmente dall’esterno, fa- Il trasferimento prima del mercato e poi della cendo tesoro dell’antica tradizione mineraria dei chiesa segnarono una fase di radicale trasforma- paesi al di là delle Alpi, e fu legato al contributo zione del paese che da agricolo diventò prima fondamentale di esperti minatori provenienti mercantile e poi industriale. dall’area germanica, i quali richiesero alla Re- Elio Franzin pubblica le prime concessioni per l’estrazione del minerale”. Indagate le origini “germaniche” dell’attività di sfruttamento su vasta scala del giacimento, Francesco Spagna conduce il lettore passo passo, RUGGIERO MARCONATO, La famiglia Polcastro attraverso i secoli, alla scoperta di un mondo a sé (sec. XV-XIX). Personaggi, vicende e luoghi di stante, con proprie regole e caratteristiche di vita storia padovana, Camposampiero (PD), Lions uniche, fino ai giorni nostri, quando alle fonti Club, 1999, 4°, pp. 375, ill., L. 50.000. documentate si affianca il racconto dei vecchi, ultimi depositari di tradizioni di lavoro e di Capostipite della famiglia Polcastro, origina- artigianato ormai cadute in disuso. ria di Vicenza ma poi trasferitasi a Padova, è Senato nella riunione del 17 aprile 1814 si schie- Questo libro, risultato di un lavoro di ricerca considerato il conte Giovanni, citato in un docu- rò con coloro che volevano che Eugenio conser- delle fonti e di raccolta iconografica davvero mento del 1181. Uno dei suoi discendenti, vasse la corona del Regno d’Italia. Nel 1818 accurato, è una buona testimonianza di come si Sigismondo, nel secondo decennio del Quattro- sposò in seconde nozze Caterina Querini possa salvaguardare la memoria di un luogo e di cento iniziò una lunga carriera di studi universi- Stampalia. Negli anni seguenti i coniugi vissero genti considerati “minori” rispetto ai grandi per- tari laureandosi in medicina nel 1424 all’Univer- frequentemente a Venezia. Il loro salotto vene- corsi della storiografia. Solitamente, la perdita sità di Padova, all’interno della quale seguì la ziano fu frequentato anche da Stendhal che nel irreparabile di testimonianze e la irreperibilità di carriera di docente in varie cattedre. Amico di dicembre 1830 vi conobbe e diventò amico del documenti fanno sentire il loro peso solo quando Michele Savonarola, Sigismondo fu uno degli poeta dialettale Pietro Buratti. Girolamo fece è ormai troppo tardi. Questa volta, per la comu- ultimi medici-filosofi del medioevo padovano. decorare la stanza del palazzo di via Santa Sofia nità di Val Imperina, le cose, per fortuna, sono Egli pose le basi della fortuna economica della in cui Napoleone aveva incontrato i notabili andate diversamente. famiglia con numerosi investimenti fondiari. Nel padovani con le api d’oro, simbolo dell’impera- Marco Bevilacqua 1455 Sigismondo iniziò gli acquisti immobiliari tore, come la sala Rossini del Caffè Pedrocchi. anche a Loreggia. Nel Settecento i Polcastro Lo stanzino da bagno fu dipinto da Giovanni presenti nella vita culturale padovana furono Demin. Nel 1828 l’architetto Giuseppe Jappelli due: Giandomenico e Sertorio. Il primo diventò iniziò i suoi interventi nella casa dominicale dei un filologo noto in tutte le città venete; il secondo Polcastro a Loreggia. Vi progettò anche il giardi- ANTONIO CAUZ, Passa Bonaparte. Cronistoria di nel 1769 entrò a far parte dell’Accademia di no all’inglese e il parco, probabilmente su richie- Orsago e dintorni dal 1797 al 1801, Orsago (TV), agricoltura di Padova, appena fondata, della qua- sta della moglie di Girolamo. Girolamo morì nel Università della Terza Età “Don Giuseppe Zago”, le facevano parte alcuni degli intellettuali più 1839 mantenendo le sue convinzioni politiche 1998, 8°, pp. 63, s.i.p. prestigiosi ed innovatori della città e dell’Uni- bonapartiste. La moglie Caterina, che gli versità (Marco Carburi, Pietro Arduino, Antonio sopravisse, partecipò al movimento di opinione Passa Bonaparte si propone come una rico- Vallisnieri, Giuseppe Toaldo, Girolamo Dottori antiaustriaco e per l’unità italiana. struzione localistica Ð ma nel contempo regiona- ed altri). Girolamo Polcastro, figlio di Gian- Elio Franzin le Ð delle vicende di Orsago e dintorni durante gli domenico, fu l’ultimo discendente della fami- anni delle due campagne napoleoniche in Italia. glia. Nato nel 1763, alla sua educazione contri- Il saggio recupera e colloca un importante buì Melchiorre Cesarotti, amico del padre. Fu tassello nel mosaico della storia locale, narrata autore di numerose pubblicazioni, partecipò alla con gli occhi di un osservatore del tempo e vita amministrativa e politica della città e nel FRANCESCO SPAGNA, Minatori in Val Imperina. arricchita da testimonianze lasciate da Giovanni 1793 divenne uno dei sedici deputati della città di Storia e antropologia di una comunità di monta- Battista Graziani di Conegliano, Giovanni Batti- Padova. Il 29 aprile 1797 Polcastro fu uno dei 22 gna, Belluno, Museo Etnografico della Provin- membri della Municipalità padovana nominata cia di Belluno, 1998, 8°, pp. 128, ill., s.i.p. da Teulié. Assieme a Girolamo de’ Lazara e Melchiorre Cesarotti fu inviato in delegazione a Promosso dal Museo Etnografico della pro- Treviso per incontrare Napoleone, reduce dal- vincia di Belluno, questo libro è dedicato a una l’incontro di Leoben. Il 2 maggio il generale fu parte importante della storia mineraria del- ospite nella casa dei Polcastro di via Santa Sofia l’Agordino e, in particolare, di Val Imperina, ai a Padova dove incontrò numerose personalità suoi protagonisti e alle vicende che, nel corso dei della vita cittadina. Dopo il trattato di Cam- secoli, ne hanno formato e condizionato i costu- poformio a Padova ritornarono gli Austriaci e mi e le possibilità di vita. Girolamo si ritirò a vita privata. In seguito alla L’estrazione del minerale per la lavorazione pace di Presburgo, nel maggio 1806 Padova fu del rame Ð una delle poche risorse naturali delle unita al Regno d’Italia. Il principe Eugenio comunità montane dell’area dolomitica – risale a Beauharnais nominò Polcastro prefetto del di- circa 4000 anni fa, e ciò rende l’idea di quanto partimento del Brenta. Successivamente egli di- questa attività economica costituisca una delle ventò Consigliere uditore di Stato presso la Corte “matrici” più radicate di queste zone e di paesi di Milano dove rimase per circa tre anni. Nelle come Rivamonte Agordino, La Valle e Taibon. elezioni del 1808 fu eletto senatore assieme al Sulla miniera di rame di Val Imperina si ritro- padovano Rocco Sanfermo. Come membro del vano tracce documentate risalenti alla prima 54 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

sta Toffoli da Pordenone e dal sacilese Colombano scende dalle 35 lire al kg del 1926 alle tre lire. Si interrogarci è possibile costruire la storia di Frezza. Il lavoro è frutto di un’indagine attenta comincia ad abbattere i gelsi. Nel 1933 E. Jelmoni Villanova: il funzionamento del Comune, gli dei documenti conservati negli archivi storici scrive che in provincia vi sono 40.000 famiglie di interventi in esso operati, la vita dei suoi abitanti, locali e nazionali, indicati in nota a fine testo, allevatori di bachi da seta e 9.000 operaie. Treviso le condizioni igienico-sanitarie, le malattie, le mentre in appendice sono stati opportunamente e Udine hanno un numero di gelsi più elevato di abitazioni (interessanti sono le fotografie che riassunti gli avvenimenti che si sono succeduti tutto il resto d’Italia. Nessuna provincia italiana mostrano i “casoni” scomparsi subito dopo la dal 1802 al 1815. Anni, conclude l’autore – che può competere sul piano tecnico con Treviso, Seconda Guerra mondiale), le colture più diffu- costituirono l’evoluzione e l’epilogo del periodo Udine e Venezia. Dopo la fine della Seconda se, le attività artigianali (tra cui spiccava la tes- famoso e funesto che va sotto il nome di guerra mondiale, a Treviso si svolge il 1° con- situra). Ammirevoli le fotografie che fanno emer- “napoleonico”. gresso serico nazionale. Il grande problema è gere dal bianco e nero del passato i volti di Teresa Giovanna Battiston quello del seme dei bachi. Un anno dopo il 2° Pagini in Dominici, la levatrice del paese dal congresso serico nazionale viene organizzato 1885 al 1931; del calzolaio Giulio Semenzato ritrat- ancora a Treviso, diventata la capitale della seta. to davanti alla sua bottega; del piccolo Antonio La famiglia Piva ormai assume caratteri alto- Cantele nel giorno della Prima Comunione, borghesi grazie ai matrimoni dei suoi compo- Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. LINO SCALCO con la collaborazione di ALESSIO nenti con membri delle famiglie Cosulich, Un’ampia trattazione è riservata anche ai fatti BERNA, Dal filato al manufatto. La Sigismondo Borletti, Visconti di Modrone, Piaggio. Alla fine e alle vicende emerse nel corso delle due guerre Piva Spa di Valdobbiadene tra ascesa e deca- degli anni Cinquanta l’impresa Piva affronta il mondiali e ai tanti cittadini di Villanova che vi denza (1827-1989), pref. di Giorgio Roverato, problema della diversificazione produttiva e si hanno preso parte: da Antonio Paccanaro, autore Padova, Esedra, 1998, 8°, pp. 238, ill., L. 40.000. allea con la Maidenform americana diventando di alcune fotografie (presenti nel volume) che la maggior produttrice di corsetteria in Europa. ritraggono il paese nei giorni della Grande Guer- Nel novembre 1827 Pietro Piva acquistò a Nei decenni successivi le vicende interne del- ra a Giuseppe Bassi, uno dei pochi testimoni Valdobbiadene, nella pedemontana trevigiana, l’impresa si complicarono in modo notevole fino della tragedia consumatasi in Russia, i cui dise- un filatoio. È l’atto originario di una impresa al luglio del 1989 quando essa cessò di esistere. gni hanno il compito di restituire alla memoria sviluppatasi e durata fino al 1989. Già nel 1646 L’autore lamenta giustamente il pessimo stato l’orrore dei lager russi. un filatore e mercante di Venezia, Antonio Dal dell’aziendale, uno strumento prezioso per rico- Luigina Fontana Follo, aveva avviato in paese il primo filatoio di struire la storia di un settore produttivo, quello orsogli alla bolognese. L’orsoglio, un filo di seta serico, che secondo uno storico autorevole come formato da due o più fili ritorti, veniva prodotto Luciano Cafagna, ha avuto un ruolo guida nello nell’area bolognese mediante mulini. Dal 1827 sviluppo economico delle regioni del Nord. al 1857 la famiglia Piva entrò in possesso di tutti Elio Franzin LUCIANO CANIATO, Conegliano tra Ottocento e e tre i setifici esistenti a Valdobbiadene. Nel Novecento. Gente, palazzi e strade in cartolina. 1858 un rapporto della Camera di commercio e consulenza fotografica di Giuseppe Palugon, di industria di Treviso dà un notevole rilievo Treviso, Canova, 1998, 4°, pp.144, ill., L. 40.000. all’opificio serico di Pietro Piva. La filatura della seta è una delle poche industrie esistenti nella LUCIANO B IASIOLO, Villanova di Camposampiero Il tempo con le sue trasformazioni muta pro- provincia. e la storia. Immagini, documenti, testimonianze fondamente il volto delle città e spesso ci si Negli anni immediatamente successivi all’an- dall’Unità d’Italia al secondo dopoguerra, Vil- sforza invano di ricordare un angolo di strada, un nessione del Veneto all’Italia, l’attività dei Piva lanova di Camposampiero (PD), Biblioteca Pub- portico, uno scorcio che hanno caratterizzato incontrò notevoli difficoltà, dovute anche alla blica Comunale, 1996, 4°, pp. 292, ill., s.i.p. momenti significativi della vita individuale e politica di libero scambio che facilitava la con- collettiva. Il libro di Luciano Caniato, illustrato correnza delle sete asiatiche. Gravi danni furono Villanova di Camposampiero può non distin- con la collaborazione di Giuseppe Palugon, re- provocati anche dalla diffusione della pebrina, guersi dai tanti paesi dell’Alto Padovano più o stituisce alcune di quelle care, perdute imma- detta anche mal delle petecchie, una malattia che meno coinvolti nelle vicende che vanno dal- gini, colte dall’obbiettivo di anonimi fotografi provocava l’atrofia del baco da seta. Nell’ambito l’Unità d’Italia al secondo dopoguerra. Perché, giramondo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio dell’Inchiesta industriale del 1870-74, Sigismon- allora, raccontare la storia di questo piccolo del Novecento. do Piva chiese dei provvedimenti per garantire la comune? Quali proposte ha saputo offrire alla Conegliano è una città solare, animata e riden- qualità dei bachi da seta. Nelle filande furono “grande storia”? Che insegnamenti può lasciare te che mantiene ancor oggi i caratteri di “piccola introdotte le caldaie a vapore per la trattura. al presente? Chi leggerà il lavoro di Luciano grande signora, una signora di razza”, come la Dall’atlante del 1884 “Treviso all’esposizione Biasioni scoprirà che egli non ha voluto avvolge- definì settant’anni fa lo scrittore-giornalista Re- nazionale di Torino. Le condizioni dell’industria re la sua opera nelle cortine fumogene della nato Simoni. Da sempre centro d’agricoltura e di agraria nella provincia di Treviso” risulta che retorica, che non ha voluto “monumentalizzare” mercato, subì il lento declino della Serenissima diversamente da quelli degli altri distretti i con- documenti e fotografie. Egli ha inteso fissare e ancora alla metà dell’Ottocento contava solo tadini di Valdobbiedene vivevano in discrete l’attenzione sugli “aspetti materiali” che sono 6500 abitanti (più della metà analfabeti) e 24 condizioni grazie al salario delle donne che era- propri della vita di un paese e sui quali s’innesta- piccole industrie. Il suo risveglio ebbe inizio con no occupate per cinque mesi all’anno nelle filande. no le tragiche vicende e le grandi sofferenze di l’arrivo, nel 1855, della ferrovia che la collegava Durante la prima guerra mondiale, Valdob- coloro che sono rimasti per conservare la memo- a Vienna e con l’annessione all’Italia, seguito da biadene subì delle enormi distruzioni. Nei primi ria degli eventi. L’opera, proposta attraverso un grande fervore di iniziative. Nell’87 Cone- giorni del giugno 1922 si svolse a Padova un immagini, documenti e testimonianze, è, pertan- gliano contava circa 10.000 abitanti e 1000 sol- congresso serico nazionale al quale parteciparo- to, essa stessa storia di fatti politici, di fenomeni dati, ospitati in 6 caserme. Nell’88 ci fu una no eminenti studiosi, operatori agricoli ed indu- sociali ed economici perché è la storia degli devastante grandinata e salì il flusso di emigranti striali, rappresentanti del governo. Ne fu grande uomini che di quei fatti sono stati protagonisti, soprattutto verso il Brasile, ma la città reagì e animatore il conte Paolo Camerini di Piazzola delle loro arti e dei loro mestieri, delle loro regole rinsaldò la sua identità con lo studio del passato sul Brenta. L’industria serica stava rinascendo. di comportamento sociale, dei loro principi mo- (riordino dell’archivio comunale) e il riconosci- Nel 1921 i Piva aprono un calzificio con macchi- rali e religiosi. L’affresco così ricomposto con mento del personaggio-simbolo di Conegliano, ne importate dalla Germania. Nel 1925 si avvia pazienza documentaria, nutrito di storie di vita e il pittore cinquecentesco Giambattista Cima. la produzione di calze di seta naturale pura con il di personaggi, propone alla memoria collettiva la Il nuovo secolo portò l’illuminazione elettrica marchio SI-SI. necessità di non disperdere questo patrimonio e un processo rapido di industrializzazione, ma Nel 1933 la depressione colpisce il settore. culturale. Le immagini e i ricordi sono lì che ci sopravvenne la guerra, causa di lutti e di rovine Nel 1934 il prezzo del bozzolo del baco da seta guardano e dal loro susseguirsi e dal nostro aggravate dall’occupazione austro-tedesca, e nel 55 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

1918 gli abitanti di Conegliano si ridussero da favorevole posizione geografica: qui, infatti, il merosissimi ma le entrate sono ridotte e insuffi- 13.000 a 2.000. La ricostruzione, iniziata nel ’19, tracciato dell’antica via Postumia valicava il cienti. Fra le uscite previste nel bilancio del 1903 proseguì sulla linea della tradizione precedente e Fibbio (il corso d’acqua che nasce dalle sorgenti vi sono quelle, inevitabili, per il ricovero dei nel 1927 la “città delle cartoline” era ormai carsiche di Montorio) e, prima di proseguire pellagrosi nella locanda sanitaria locale. completata. verso Vicenza, si lasciava sulla destra la dirama- L’autoconsumo contadino è così prevalente che L’itinerario suggerito da Luciano Caniato e zione per Este. fino al 1908 nel comune non esiste alcuna fiera e Giuseppe Palugon si serve di parole e immagini Il nome del paese rimanda alla chiesa dedicata alcun mercato. L’unica industria era quella dei per risvegliare perdute atmosfere ed evocare un a San Martino, attestata già nell’anno 894 nei materiali laterizi. I problemi prevalenti sono mondo favoloso di piazze, strade, portici, caffè, pressi del ponte sul Fibbio, cui si aggiunge il quelli sanitari: la pellagra è malattia endemica, le osterie animati da personaggi pittoreschi: Viale curioso appellativo di Buon Albergo, dovuto condizioni igieniche delle abitazioni dei contadi- dei Passeggi, Albergo e Stallo al Vapore, Via probabilmente alla tradizionale presenza di lo- ni sono pessime, manca l’acqua potabile. L’istru- Teresine, Via Refosso, Piazza Pecorelle. Intorno cande nell’antico nodo stradale, se non al ricordo zione elementare è sostenuta con grande sforzo preme la campagna e trionfa l’incanto verde di della decisiva vittoria che in questi paraggi dalle maestre in aule fredde ed antigieniche. Parco Rocca tra mura antiche e alberi secolari. Teodorico pare riportasse su Odoacre nel 489. La Prima guerra mondiale segna una prima Nel versante est della collina la “giasera” conser- Lo sviluppo del capoluogo, lungo l’odierna frattura, un cambiamento nelle condizioni di vita va le lastre di ghiaccio per gli ospedali, le case dei statale 11, è però di epoca recente. Per secoli il del paese che viene coinvolto nella situazione ricchi, le attività di gelatai, macellai e pesciven- territorio di San Martino è vissuto soprattutto venutasi a creare dopo la ritirata di Caporetto. doli. Monumenti cittadini sono i caffè, come dell’agricoltura collinare e di quella della bassa Nel dopoguerra nella Bassa padovana si svilup- l’elegante pasticceria De Lotto, che richiama gli pianura che digrada verso l’Adige, solcata dal pa il fascio organizzato ed armato dei proprietari sfaccendati, mentre la Fontana dei Cavalli o del Fibbio: vigne da un lato, arativi e risaie dall’altro. terrieri e degli agrari contro i braccianti disoccu- Nettuno ricorda piuttosto la visita dell’Imperato- Le attività si sono concentrate nelle corti rurali, pati e si salda ai fittavoli e ai piccoli proprietari. re Ferdinando I d’Austria nel 1838, occasione di e se la piana ha conosciuto una fioritura di Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922 sfilate, archi trionfali, luminarie, bande e spetta- mulini, pile da riso e altri opifici idraulici, le anche ad Albignasego i fascisti come riconosci- coli teatrali. La settecentesca villa Dal Canton, alture hanno visto sorgere il vasto complesso mento del loro ruolo ottengono alcuni locali di fatta costruire da Isacco Gentili, testimonia la gentilizio della Musella. proprietà comunale per le loro riunioni. Il nuovo presenza in città di una numerosa comunità ebrai- La villa, cui è dedicato uno dei capitoli di regime non risolve nessuno dei problemi reali ca, fin dal XIV secolo. questo libro ricco di spunti e di notizie, è un’edi- del comune e della sua popolazione. Lo squilibro Da via X Settembre, per secoli fulcro della vita ficio sei-settecentesco al centro di una vastissi- fra risorse e necessità rimane. Il circolo povertà, cittadina coi suoi antichi palazzi, il Duomo, la ma tenuta che domina il congestionato centro cattive condizioni igieniche, malattie non viene Sala dei Battuti e Piazza Cima, la pittoresca urbano di San Martino e la sua vasta zona indu- spezzato in nessun modo. Nel gennaio 1926 il Calle della Madonna della Neve sale a gradini tra striale sorta nel dopoguerra. Abitata già in epoca sindaco Giuseppe Pannella dà le dimissioni. Poco cipressi e ulivi lungo le mura carraresi fino alla romana, la collina della Musella costituisce la dopo gli succede Oreste Sgaravatti, capitano di spianata del Castello merlato. Ai piedi del colle parte più pregiata del territorio comunale e negli fanteria e croce di guerra. Egli appartiene ad una fiancheggiano il corso da un lato i giardini del ultimi anni è stata al centro di vari e discordanti importante famiglia di floricultori e manifesta Refosso (antico fossato del Castello) con la Sali- progetti di utilizzo. una notevole sensibilità nei confronti delle esi- ta delle Pescherie Vecchie e dall’altro una serie Giuseppe Sandrini genze della popolazione. Ma neanche Sgaravatti di costruzioni in gran parte successive alla Gran- riesce a collegare il suo paese con l’acquedotto. de Guerra, tra cui spicca la secentesca chiesa di Si continua a bere un’acqua di pessima qualità. Il S. Rocco. La stazione sorge al termine di Viale nuovo regime anche ad Albignasego promuove Carducci, animato centro della città fin dal 1855. ed organizza un numero altissimo di manifesta- Passato il ponte di S. Martino, si raggiunge la LINO SCALCO, Una identità divisa. Albignasego zioni celebrative ed autocelebrative. Contempo- chiesa dei Santi Martino e Rosa e il Foro Boario. fra storia e memoria 1902-1945, Cittadella (PD), raneamente dà vita a numerose organizzazioni di é questa una contrada agricola, secondo il detto Biblos, 1999, 4°, pp. 371, ill., s.i.p. categoria oltre a quelle politiche legate al Partito “Domo galantomo, San Roco baroco, San Martin nazionale fascista. Il regime inquadra non sol- contadin”, attraversata dal torrente Monticano Attualmente Albignasego, assieme ad altri tanto i ceti medi cittadini ma anche quelli agrico- che alimentava in passato mulini, officine di dodici comuni, fa parte della cosiddetta grande li. La popolazione del comune aumenta. Ma le conciapelli e di lanaioli. Padova. Oggi non esiste soluzione di continuità condizioni di vita dei contadini non cambiano. Il Sembra opportuno concludere la rassegna ci- fra questo antico comune agricolo e la periferia bilancio del Comune non riesce a sostenere le tando ancora Renato Simoni: “Ho sempre pensa- della città di cui esso è la porta di accesso per la spese necessarie per la sanità della popolazione. to che doveva essere una gioia calma e ridente Bassa padovana. Fino a pochi decenni fa Gli edifici scolastici rimangono molto trascurati. vivere a Conegliano. Ogni volta che ci fui, mi Albignasego ha fatto parte di una società rurale Le suppliche disperate al Duce sono numerose. parve che tutte le mie nostalgie di vita veneta si arcaica nella quale predominava la proprietà Nel 1935 su 7.443 abitanti vi sono 2.164 iscritti appagassero, tra quella stupenda disposizione di terriera nobiliare. I contadini pagavano ai loro all’elenco dei poveri. L’accatonaggio è diffusis- belle forme della natura e di sagge architetture padroni un canone di affitto in natura, non rice- simo. L’attivismo del podestà è sostanzialmente degli uomini”. vevano né animali, né attrezzi, né sementi e impotente a dare una risposta alle drammatiche Marilia Ciampi Righetti dovevano consegnare il frumento e il vino. Ad richieste di assistenza e di lavoro dei suoi ammi- essi rimaneva sopratutto il mais. La nobiltà nistrati. Nel giugno del 1.940 l’Italia entra in terriera, di cui il Consiglio comunale era l’espres- guerra e gradualmente le restrizioni coinvolgono sione, non era interessata in alcun modo alle larghi strati della popolazione. Dopo l’otto set- istituzioni che avevano come scopo il migliora- tembre del 1943 a quello fascista si affianca il San Martino Buon Albergo. Una comunità tra mento delle tecniche agrarie. L’archivio comu- potere militare tedesco. I giovani respingono i collina e pianura, a cura di Marco Pasa, San nale, eccezionalmente ricco e ordinato, si è rive- bandi della leva militare. Cominciano i primi Martino Buon Albergo (VR), Comune, 1998, pp. lato un ottimo strumento per ricostruire nel perio- modesti episodi di sabotaggio militare. Anche ad 245, ill., s.i.p. do esaminato non soltanto le condizioni di vita Albignasego la Lotta di liberazione nazionale ha degli abitanti del comune ma anche le relazioni i suoi caduti. L’Amministrazione e la Biblioteca di San fra il comune e la città capoluogo. Nel 1902 gli Elio Franzin Martino Buon Albergo hanno promosso questo abitanti sono soltanto 4.389 e gli elettori 280. Un volume, che illustra la storia e le caratteristiche elemento costante della storia del comune è il del territorio comunale. Otto chilometri a oriente passivo del suo bilancio. I compiti affidati dallo di Verona, San Martino deve la sua nascita a una stato centrale all’istituzione locale sono nu- 56 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

GAETANO LANARO - RUGGERO AMBROSI - NARCISO Bessegato conservò precisa memoria di quel MASARO - FLAVIO TRENTIN, Valigia e passaporto. periodo, annotando giorno per giorno ciò che Storie di emigranti del Comune di Riese Pio X, accadeva sotto i suoi occhi nel lavoro, nelle Riese Pio X (TV), Comune, 1999, 4°, pp. 296, camerate, nelle infermerie. In vita (morì di ma- ill., s.i.p. lattia nel 1964) non volle mai dare alle stampe le sue note Ð testimonianza preziosa, al pari di altre L’emigrazione riesina è stata un fenomeno ben più celebri –, forse per innata ritrosia, forse rilevante: si calcola che dal 1876 al 1978 siano per disillusione, o forse ancora (come opportu- emigrate circa 5.000 persone. Valigia e passa- namente rileva Lucio De Bortoli, curatore del porto rappresenta una testimonianza e una vo- volume) a causa di un più che comprensibile lontà di non dimenticare coloro i quali – nei meccanismo di rimozione. Ora il suo memoriale “momenti bui” – hanno dovuto abbandonare le di prigionia viene alla luce, a 35 anni dalla sua terre amate (non solo Riese, ma anche Poggiana, morte, per desiderio delle figlie, per tentare di Spineda e Vallà). Scorrendo le pagine, colpisce dare un senso (quello della testimonianza, del leggere gli oltre 4000 nomi e cognomi di riesini documento storico) alle sofferenze del loro pa- emigrati in Canada, Australia, Svizzera, Francia, dre e di tutti quelli che, come lui, furono travolti Belgio, Argentina, Venezuela, Inghilterra, Ger- dall’odio e dalla guerra. mania e Brasile. “Com’è brutto svegliarsi e trovarsi per la pri- Molto interessanti, in proposito, si rivelano le ma volta rinchiusi innocenti in una gabbia di ricerche d’archivio di Narciso Masaro, le biogra- ferro! Eppure il destino ha voluto ch’io provassi fie (corredate di fotografie e documenti) raccolte anche questa grande umiliazione”: le pagine di da Ruggero Ambrosi. Testimonianze che aiuta- Bessegato trasudano dolore, sconcerto. È l’inca- no a capire Ð rivivendoli Ð i drammi, le avventu- pacità di credere che la sopraffazione dell’uomo re, i sacrifici e i successi di chi ha lasciato il paese tutto il periodo dell’invasione e la gloria della sull’uomo possa arrivare alla abiezione più per pochi anni o definitivamente. Vittoria che della nostra città porta il nome…”. abissale. é lo spaesamento e il senso di sopraffa- Susanna Falchero Il Museo della Battaglia Ð di cui questo zione che attanaglia chi, come lui, ha sempre volumetto costituisce una sorta di guida alla creduto nella ragione e nella ragionevolezza. Ma visita Ð ha sede nella storica loggia della Comu- è anche la forza imprevista, la volontà di resiste- nità di Ceneda, un edificio di impianto neo- re, il senso del sacrificio e l’orgoglio che, nono- classico. Tra i pezzi esposti, troviamo mortai stante tutto, aiutano a vivere. La pubblicazione di L’immagine in attesa. Una visita alla storia italiani e austriaci, uniformi, bandiere e ga- questo memoriale, anche se fa un torto al deside- d’Europa attraverso il Museo della Battaglia di gliardetti, giornali d’epoca, tende, telefoni da rio di riservatezza del suo autore, va accolta con Vittorio Veneto, a cura di Giuseppe e Luigi campo, oggetti personali, lettere. La battaglia di interesse e con rispetto. “Verrà un giorno però Marson, Vittorio Veneto (TV), Kellermann, 1997, Vittorio Veneto vide contrapposte, rispettiva- che i signori tedeschi pagheranno a caro prezzo 8°, pp. 106, ill., L. 22.000. mente, 51 divisioni italiane, 3 inglesi, 2 francesi, tutte queste angherie, soprusi, affronti di ogni un reggimento di fanteria americano, da una genere”: Bessegato è un uomo che ha avuto la La vittoria nella Grande Guerra, costata il parte, e 63 divisioni austro-ungariche, dall’altra. voglia e il coraggio di non dimenticare, e anche sacrificio e la sofferenza di milioni di persone, Le perdite italiane, tra morti e feriti, furono quando esprime candidamente la sua rabbia e il costituisce uno dei pilastri su cui si fonda lo Stato 34.500, mentre quelle austro-ungariche supera- suo desiderio di riscatto, il suo messaggio è italiano. Battaglie lunghe e cruente videro sul rono il mezzo milione. Una vera carneficina, che ancora oggi drammatico e ci fa capire quanto campo migliaia di caduti da entrambe le parti, ma forse il Museo della Battaglia, con le sue testimo- assurda sia ogni guerra. si rivelarono decisive per la storia dei paesi nianze, può aiutarci a comprendere e, per il Marco Bevilacqua coinvolti nel conflitto e per i futuri assetti inter- futuro, a scongiurare. nazionali. Scontri armati come quelli di Vittorio Marco Bevilacqua Veneto e del Piave furono decisivi per noi italia- ni, perciò il serbarne memoria in un apposito spazio museale costituisce un’opera di salva- Tradizione storica della vigilanza urbana in guardia delle nostre radici. Padova. La polizia municipale, ricerche storiche Il Museo di Vittorio Veneto nacque nel 1936 GIUSEPPE B ESSEGATO, Memorie di prigionia (1943- di Angiolo Lenci, Padova, Cedam, 1998, 8°, pp. su iniziativa di Luigi Marson (1899-1952), com- 1945), a cura di Lucio De Bortoli, Treviso, VIII-178, ill., L. 20.000. battente del 2° Granatieri che partecipò alla con- Istituto per la Storia della Resistenza e della quista della testa di ponte di Capo Sile. Marson società contemporanea della Marca Trevigiana, Poche istituzioni come gli attuali corpi di rimase segnato per tutta la vita dalle violenze e 1998, 8°, pp. 102, ill., s.i.p. polizia, nel momento stesso in cui vantano estese dalla morte vissute in prima persona nel fango e tradizioni plurisecolari, presentano anche uno nel freddo delle trincee. Una volta terminato il Giuseppe Bessegato, classe 1916, nel settem- sviluppo storico tutt’altro che lineare le cui tra- conflitto – subito dopo l’armistizio firmato il 3 bre del 1939 iniziava la sua personale odissea: sformazioni istituzionali Ð pur essendo sovente novembre 1918 a Villa Giusti, nei pressi di richiamato nel 55° Reggimento di fanteria “Mar- scandite dalle stesse grandi trasformazioni del- Padova –, decise che avrebbe fatto di tutto perché che” col grado di sergente, dovette in seguito l’organizzazione amministrativa dello Stato – ne ne fosse conservata memoria, perché i sacrifici e imbarcarsi alla volta del fronte greco-albanese. rendono ancora più complessa la comprensione l’abnegazione di migliaia di connazionali non Promosso sergente maggiore, il 13 settembre del generale. Né affatto più agevole risulta prendere fossero mai dimenticati. E cominciò così la sua ’43, nelle drammatiche circostanze che seguiro- in esame le vicende anche di un’istituzione appa- raccolta di documenti e testimonianze. Quando, no il celebre comunicato di Badoglio, fu cattura- rentemente “minore” come la Polizia Municipa- nel ’36, fu presentata ufficialmente la sua colle- to dai tedeschi e successivamente internato pres- le di una città (Padova nel nostro caso), sia per zione di cimeli, Marson ebbe modo di scrivere: so l’Arbeit Kommando n. 638 di Alsdorf, dove fu quanto già detto sopra sia per le vicende storiche “ho potuto mettere insieme, in questi lunghi avviato – fino all’agosto del 1945, quando fu specifiche della città, lette in relazione ai rapporti anni, parecchi ricordi di guerra e l’unico mio liberato Ð al lavoro coatto in una fabbrica di istituzionali e amministrativi che ebbe con la scopo è stato quello di conservarli, condannati tegole. Una storia esemplare, la sua, la stessa Dominante, con l’Impero d’Austria ed infine con come sarebbero stati ad andare, con il passar storia di migliaia di italiani, travolti dagli eventi il Regno d’Italia. degli anni, irrimediabilmente dispersi. Essi testi- di una guerra impazzita e dalla caduta di un Il volume che qui si presenta offre un’ampia moniano la dura vita dei nostri concittadini per regime grottesco. scelta di riflessioni sui problemi cui abbiamo 57 RECENSIONI E SEGNALAZIONI

accennato. Prescindendo dalla parte ampia dedi- non solo Padova ma anche le città venete nel sionali formatisi nel nebuloso periodo del secon- cata alle vicende istituzionali fino al XVIII seco- corso del secolo scorso e uno studio comparato do Ottocento: giornalismo voleva dire allora lo, è da questo momento in poi che la ricostruzio- potrebbe fornire ulteriori utili indicazioni. avventura, lotta per la sopravvivenza, ma anche ne di Lenci viene a toccare argomenti di ampio Di rilievo infine anche la parte Ð opera di Aldo ricerca di un modus vivendi…”. respiro legati a fasi di passaggio organizzativo e Zanetti – dedicata all’attuale assetto del Corpo, Dalle origini del giornalismo padovano ai amministrativo tutt’altro che secondarie. La dot- all’organico, alle funzioni e all’attività, ormai giorni nostri, sono molti i nomi illustri che si trina dello stato del XVIII secolo ha lasciato una definite con recenti e precisi strumenti legislativi. incontrano tra queste pagine, appartenenti a figu- impronta precisa anche sull’organizzazione dei Giovanni Punzo re che talvolta hanno fatto la gioia di caricaturisti poteri di polizia; fu infatti negli stati di antico come Primo Sinòpico e Guido Smiderle. Da regime che il servizio centrale di polizia venne ad Guglielmo Stefani, studente nell’epoca risorgi- assumere lentamente alcune tra le principali fun- mentale, fondatore del periodico Il Caffè Pe- zioni contemporanee e, soprattutto dopo la pa- LUIGI M ONTOBBIO, L’Associazione Stampa Pado- drocchi e successivamente (a Torino) della cele- rentesi napoleonica, si definirono sempre meglio vana compie cento anni (1899-1999), Padova, bre Agenzia giornalistica Stefani, a Giovanni le funzioni di polizia giudiziaria, di pubblica La Garangola, 1999, 8°, pp. 142, ill., s.i.p. Biadene, anch’egli studente di fine secolo e uno sicurezza, di informazione (ma anche di contro- tra i fondatori (nel 1908) della Federazione Na- spionaggio) e di controllo sulle attività ammini- Luigi Montobbio, giornalista della “vecchia zionale della Stampa Italiana; da Francesco strative. Tipici e contraddittorii esempi di un guardia” notissimo negli ambienti padovani an- Sandoni, sindacalista e direttore de La Provincia corpo paramilitare e di milizia ma in realtà dalle che come autore di saggi e libri di carattere di Padova a Giuseppe Dalla Torre, direttore de funzioni miste, tra il militare appunto e l’ammi- storico, rende omaggio all’Associazione Stampa La Libertà poi chiamato nella capitale da papa nistrativo-civile, furono quelli dei “bombardie- della sua città, che nel giugno del 1999 ha com- Benedetto XV a dirigere L’Osservatore Roma- ri” per tutto il XVIII secolo e quello della Guardia piuto il secolo di vita. Lasciamo all’autore stes- no. La messe di nomi citata da Montobbio è Nazionale del XIX secolo. so, che a lungo ha ricoperto incarichi (tra cui la davvero nutrita, e certo giova l’accurato indice Ambedue i modelli perpetuarono l’antica con- presidenza) in seno all’Associazione, la spiega- alfabetico finale. Il libro, consigliabile a chiun- traddizione dell’esercizio dei poteri di polizia zione del senso e del contenuto del libro: “non è que si interessi alla storia culturale padovana, è civile con mezzi militari. Nel testo risultano ben un testo di storia sul giornalismo padovano nel completato dal testo integrale del primo Statuto esposte anche le altre fasi dei delicati passaggi tra senso puro della parola. È un’analisi sulla nascita dell’Associazione, datato 3 giugno 1899. le diverse amministrazioni che hanno interessato e sull’evolversi di uno dei primi sodalizi profes- Marco Bevilacqua

58 ISTITUZIONI E CULTURA

famiglia da Vo’ che ebbe un ruolo rilevante nella vita del monastero e della città fino L’EDITORIA all’avvento di Ezzelino (1237). I da Vo’ erano vassalli della curia vescovile e lagati con altre importanti famiglie nobili dell’epoca come i NEL VENETO Camposampiero e, più tardi, i da Carrara. Oltre ai da Vo’ sembra siano intervenuti anche altri personaggi appartenenti alla nobiltà e alla ricca borghesia padovana, tutti riuniti in una trama di collegamenti e protezioni che sono controllo dei beni ecclesiastici messa in atto in andate allargandosi nel corso degli anni. Non quegli anni: per poter meglio operare si rende- stupisce, quindi, che il monastero sia andato va necessario, quindi, un inventario completo LE FONTI RELATIVE sviluppandosi per tutto il Duecento, superan- dei beni del monastero. L’incarico di rilevare do, sembra senza grosse difficoltà, anche il ALLA TERRAFERMA i beni fu affidato ad alcuni ÇtecniciÈ, mentre periodo ezzeliniano. VENETA E ALLA STORIA quello di redigere il libro fu affidato al notaio Il registro non fa alcun riferimento alla Giacomo di Antonio. Alla fine il codice ripor- DI VENEZIA regola adottata dal monastero, ma allo stato ta integralmente 157 documenti risalenti alcu- delle ricerche sembra che la regola vigente a ni fino al ’200, nei quali si trovano elencati Cecilia Passarin Sant’Agata fosse quella benedettina. Dai do- tutti i beni del monastero (terreni, case, muli- cumenti si desume chiaramente, invece, la ni, decime, livelli) raggruppati in 51 rubriche. natura «femminile» della comunità, anche se A tutta questa quantità di documenti, il notaio erano presenti alcuni conversi al servizio delle Giacomo ha aggiunto alcune Çnote esplicati- monache e numerose altre persone dedite alla veÈ che ne costituiscono la chiave di lettura. cura materiale del monastero. Il governo della Dai documenti riportati è possibile riper- comunità era in mano alle badesse e al capito- COMITATO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE FONTI correre lo sviluppo del monastero fra ’200 e lo delle monache che le eleggeva; per questio- RELATIVE ALLA TERRAFERMA VENETA, Il ÇliberÈ ’300 (per gli anni precedenti bisogna ricorrere ni di carattere ÇesternoÈ ricorrevano a Çrap- di S. Agata di Padova (1304), a cura di a una raccolta compilata nel 1260) e porne la presentantiÈ, mentre la cura quotidiana del Giannino Carraro, nota di diplomatica di Gian data di fondazione intorno alla fine del secon- patrimonio fondiario era affidata ai frati Giacomo Fissore, Padova, Antenore, 1997, do e l’inizio del terzo decennio del ’200. Il ° conversi. 8 , pp. LXXVIII-538, ill. (Fonti per la storia monastero sorgeva in località Vanzo, nella Il patrimonio fondiario del monastero resta, della terraferma veneta, 11). parte meridionale della città, ma al di fuori comunque, l’oggetto principale dei documen- delle primitive mura medioevali e di quelle ti contenuti nel liber. Formatosi a seguito di Il Liber inventarii seu registrationis omnium fatte erigere da Marsilio da Carrara nel 1337. legati testamentari e di qualche compravendi- possessionum bonorum monasterii è il regi- Forse sta in questa ubicazione geografica la ta sostenuta dai da Vo’, fin dai primi anni del stro del monastero di Sant’Agata di Padova ed rovina subita dal monastero durante la guerra ’200, andò aumentando per l’accorta e siste- è conservato nell’Archivio di Stato di Padova di fine ’300 fra Carraresi e Viscontei. matica politica di acquisti effettuata dalle mo- (Corporazioni soppresse, monasteri padova- I documenti raccolti nel liber sono alquanto nache; soprattutto fra 1250 e 1280, anni in cui ni) e si tratta di un codice del 1304 redatto dal parchi di informazioni sulla fondazione, ma, si ha il vero e proprio consolidamento del notaio Giacomo di Antonio. Il ÇlibroÈ nasce nonostante questo silenzio, molti elementi patrimonio. Le proprietà, situate in un primo dall’esigenza di riunire in un unico corpus, fanno supporre che abbia avuto origine per periodo nei sobborghi a sud della città, si facilmente gestibile e corredato di indici, tutte iniziativa, o almeno con l’appoggio, della le ÇcarteÈ scritte dai notai e che riguardavano estesero anche nella parte meridionale del i possedimenti e le rendite del monastero. territorio padovano (Piove di Sacco, Conselve, Quest’iniziativa si inserisce in una tenden- Vanzo, Pernumia); in alcuni casi anche ai colli za nata proprio nei secoli XI e XII, quando le (Valnogaredo, Boccon, Rovolon), nonché istituzioni religiose e laiche sentirono la ne- nella fascia settentrionale (Cervarese, Ronchi cessità di avere in ordine e facilmente reperi- di Camposampiero). Questo a dimostrare la bili tutti gli atti, legalmente ÇagitiÈ, relativi natura occasionale di molte acquisizioni. I alla loro amministrazione fondiaria e pa- documenti riportano fedelmente anche il va- trimoniale. In quest’ottica di fissazione e lore dei terreni in base alla loro destinazione: riorganizzazione del proprio patrimonio si più redditizi quelli attorno al monastero, per la inserisce anche il liber iurium del monastero loro destinazione edilizia (allora come oggi…), di Sant’Agata. La particolarità di questo testo, o quelli a vigna sui colli; meno remunerativi tuttavia, sta anche nel suo esplicito valore gli incolti e i terreni a prato. Secondo l’uso del pubblico, riconosciuto dallo stesso Comune fondo, alcuni terreni erano condotti diretta- di Padova, che, anzi, nel dicembre del 1302 mente dai conversi, altri locati a coloni. Erano aveva deliberato di accogliere i beni del mo- a conduzione diretta tutte le terre boschive e nastero sotto la propria protezione. La deci- quelle a prato destinate all’allevamento del sione, avvenuta con la maggioranza dei voti, bestiame, perché fornivano direttamente al rientrava in una politica del Comune mirante monastero legna e cibo. I terreni a conduzione a limitare le tensioni al seguito delle imposi- indiretta erano quelli lasciati a semina, altri a zioni fiscali sui beni ecclesiastici che avevano vigna e prato, e venivano concessi in locazio- causato dispute e liti fra clero e istituzione ne con contratti di colonia parziaria, di livello comunale durante tutto il XIII secolo. o affitto che rendevano ogni anno canoni fissi L’impegno, inoltre, che il Comune si assu- sia in denaro sia in natura. Venivano riscossi meva, rientrava in sintonia con la politica di in denaro gli affitti delle case che il monastero 59 L’EDITORIAISTITUZIONI NEL E CULTURA VENETO

possedeva numerose al centro e nei sobborghi do le località urbane ed extraurbane citate. A della città, mentre erano fissati in natura quelli causa dello straripamento dell’Adige avvenu- dei terreni. to nel 1882, una buona parte delle pergamene Il monastero, però, oltre a possedere terreni, è andata perduta e altra parte, invece, è stata case e sedimina, poteva contare anche sulle gravemente deteriorata ed è quasi illeggibile entrate provenienti dalla conduzione dei mu- anche dopo il restauro. La lacuna degli origi- lini e dalla lavorazione della lana all’interno nali perduti può essere colmata con le trascri- del laboratorio monastico, un’attività che pro- zioni settecentesche, seppur rimaneggiate, prio in questi anni conobbe un grande impulso curate da due canonici, Gian Giacomo Dionisi con il sostegno anche delle autorità cittadine. e Giuseppe Muselli, ora conservate rispettiva- Le somme, ingenti, liquide, provenienti da mente all’Archivio di Stato di Verona e al- tutte queste attività venivano reimpiegate per l’Archivio Capitolare. acquistare terreni e per sostenere attività «ar- I documenti qui pubblicati sono tutti di tigianaliÈ come la lavorazione della lana o natura giuridica e sono preceduti oltre che dal commerciali. In qualche caso sono registrati regesto, che ne sintetizza i tratti principali Ð gli anche prestiti a interesse, ma sembrano limi- attori, l’oggetto del contratto e la data –, anche tati a casi particolari, non una pratica diffusa e da una nota della curatrice nella quale precisa comune. lo stato dell’originale e le eventuali copie Ci troviamo di fronte, insomma, ad un’isti- settecentesche da lei utilizzate per integrare le tuzione religiosa, monastica, sostenuta da una parti mancanti. trama di relazioni con i personaggi più in- Al volume manca una vera e propria intro- fluenti della Padova dell’epoca, con un patri- duzione nella quale si analizzino esclusiva- monio fondiario notevole e ben amministrato. mente i documenti editi. L’autore della nota In questo contesto si inserisce il liber, che a introduttiva ha operato questa scelta per la buon diritto, può essere considerato «un segno necessità di inserire i documenti in una pro- concreto ed eloquente della coscienza di sé prezioso per la storia marittima veneziana che spettiva storica più ampia la quale, peraltro, ormai maturata nella comunità monastica». vede conservati solo un paio di libri dello aiuta a comprendere in pieno l’origine e l’im- stesso tipo. La figura del prete-notaio non è portanza dei documenti pubblicati. Il periodo nuova nel panorama medioevale veneto, non- preso in esame da Andrea Castagnetti è quello dimeno l’attività del Manzini ha un carattere dell’età carolingia e soprattutto del periodo alquanto originale perché si trovò ad essere il immediatamente successivo, il X secolo, un cancelliere alle dipendenze del capitano, il momento in cui il patrimonio del Capitolo si COMITATO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE FONTI massimo rappresentante dello stato venezia- andava accrescendo e, con esso, anche il pote- RELATIVE ALLA STORIA DI VENEZIA, Fonti per la no, e suo cappellano; allo stesso tempo era re giurisdizionale e politico. Con gli atti di storia di Venezia, sez. III: Archivi notarili. anche il notaio al servizio dei marinai e dei donazione avvenuti in età carolingia si forma Quaderno di bordo di Giovanni Manzini pre- mercanti imbarcati. Gli atti sono stati redatti in la base patrimoniale del capitolo, che si andò te-notaio e cancelliere (1471-1484), a cura di veneziano e in latino, spesso frammisti e non via via accrescendo a seguito delle donazioni Lucia Greco, Venezia, Il Comitato editore, sempre corretti a testimonianza di come la di vescovi e laici. Proprio dai documenti della 1997, 8°, pp. 153, ill., s.i.p. preparazione scolastica non fosse delle mi- prima metà del XII secolo qui pubblicati è gliori; si ritiene che il Manzini non abbia fre- possibile notare la presenza di famiglie Il Comitato per la pubblicazione delle fonti quentato nessuna scuola notarile dell’epoca. capitaneali veronesi, alcune in diretto rappor- relative alla storia di Venezia sta portando Un preciso apparato di indici aiuta a orien- to di vassallaggio con il capitolo. avanti da tempo un programma che prevede la tarsi tra i documenti che occupano la maggior Grazie anche a queste donazioni, le proprie- pubblicazione degli atti relativi alla storia parte del volume. tà del capitolo si estesero presto anche alle veneziana. I volumi finora dati alle stampe comunità rurali extraurbane e non sempre sono stati suddivisi in sezioni: la prima riguar- senza controversie, tanto da dover ricorrere al da gli archivi pubblici, vale a dire quelli che tribunale per la rivendicazione di diritti rite- riuniscono gli atti delle istituzioni veneziane; nuti usurpati, sia da parte del capitolo sia da la seconda gli archivi ecclesiastici; la terza gli parte delle comunità rurali. Molto spesso il archivi notarili e la quarta riunisce fonti di COMITATO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE FONTI capitolo dovette difendere i propri beni dalle vario genere. RELATIVE ALLA TERRAFERMA VENETA, Le carte pretese delle comunità rurali e dalle usurpazioni Alla terza sezione appartiene anche questo del Capitolo della cattedrale di Verona, I di conti e delle famiglie comitali e vassallatiche volume curato da Lucia Greco sul prete-nota- (1101-1151), a cura di Emanuela Lanza, saggi con mire espansionistiche. Tanti documenti io Giovanni Manzini. Si tratta del libro di introduttivi di Andrea Castagnetti e Ezio Bar- qui editi hanno avuto la loro origine in una o bordo, vale a dire la cronaca del viaggio, che bieri, Roma, Viella, 1998, 8°, pp. LXXXVI- più questioni di proprietà o di diritti usurpati, il Manzini redasse durante l’attività di cancel- 337, ill. (Fonti per la storia della terraferma come nel caso degli atti relativi al castello di liere svolta al seguito di due convogli: uno veneta, 13). Cerea (ad esempio i documenti numerati 120, diretto nelle Fiandre nel 1471-72, e l’altro 121, 122); altri, invece, sono atti di donazione, diretto in Barberia (1475-76); questo secondo L’edizione critica riguarda le carte del Ca- di vendita o di permuta di beni del capitolo. scritto comprende anche alcuni atti rogati a pitolo della cattedrale di Verona dal 1101 al A completare il volume troviamo il saggio Venezia tra il 1476 e il 1484. 1151 conservate presso l’Archivio capitolare di Ezio Barbieri sulle caratteristiche e sull’ori- Fra le carte è compreso anche il cosiddetto di Verona. Il materiale relativo al Capitolo gine del notariato operante a Verona nel seco- Çlibro delle speseÈ, vale a dire il libro conta- veronese è stato oggetto nei secoli di riordini lo XII. Infatti, proprio gli anni tra la fine bile, che il Manzini compilò durante il viaggio e catalogazioni: a fine ’500 fu compilato un dell’XI secolo e i primi decenni del XII, sono nelle Fiandre (1473) (qui scritto da un’altra catalogo disponendo il materiale secondo la importanti per la definizione delle nuove ca- mano): si tratta di un documento molto raro e tipologia (donazioni, locazioni ecc.) e secon- ratteristiche del notariato e del documento 60 L’EDITORIAISTITUZIONI NEL E CULTURA VENETO

notarile. A questo proposito la produzione mentario dell’Archivio Capitolare subì deci- Non stupisce, a questo punto, come poco sia veronese, e le carte del capitolo in particolare, sive modifiche: dopo la tirannide del da Ro- rimasto a documentare l’attività amministra- risulta indicativa perché sembra che nella città mano e sotto la guida del vescovo Bartolomeo tiva svolta dai preposti fra la seconda metà del scaligera la prassi di attestare per iscritto i da Breganze, la città procedette a un rias- XII secolo e la prima metà di quello successi- negozi si sia diffusa precocemente, con un sestamento politico e istituzionale che si riper- vo, vale a dire il periodo coperto dai documen- anticipo di alcuni decenni rispetto altre città. cosse anche sul piano della documentazione ti qui pubblicati. Di quest’arco di tempo, il pubblica. Più volte, ad esempio, si tentò di nucleo più cospicuo degli atti è quello relativo ripristinare la situazione delle proprietà prece- alle decime dei territori suburbani e alla loro dente la dominazione ezzeliniana, e anche il gestione, forse quanto rimane di un corpus più Capitolo tentò di sfruttare quest’orientamen- ricco. Ancor minore quantità di documenti è to. Tutta la documentazione relativa a questo quella relativa al patrimonio immobiliare e COMITATO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE FONTI periodo, sembra abbia provocato un generale fondiario per il quale non si trova che qualche RELATIVE ALLA TERRAFERMA VENETA, I docu- disinteresse e incuria verso gli atti antecedenti livello o locazione. menti dell’Archivio Capitolare di Vicenza gli anni Sessanta del ’200. Molti notai, negli Data la scarsezza e l’eterogeneità dei docu- (1083-1259), a cura di Franco Scarmoncin, anni successivi, depositarono in modo disor- menti è molto arduo tracciare un profilo anche nota introduttiva di Francesca Lomastro e dinato questi atti nei vari fascicoli senza pre- dei notai rogatari che si avvicendarono in Gian Maria Varanini, Roma, Viella, 1999, 8°, occuparsi di porli in ordine cronologico o questo compito negli anni anteriori al 1260. pp. XLVIII-379, ill. (Fonti per la storia della topografico. Alcuni di loro cercarono di recu- terraferma veneta, 15). perare quelli relativi ai secoli precedenti ma con le stesse modalità “approssimative”. In- L’Archivio del Capitolo della cattedrale di somma manca al Capitolo un vero e proprio Vicenza, oggi conservato presso la Biblioteca liber iurium o comunque una raccolta siste- del Seminario diocesano, ha subito alterne matica della documentazione capitolare dalle COMITATO PER LA PUBBLICAZIONE DELLE FONTI vicende; il suo attuale ordinamento è dovuto origini. Tuttavia proprio questo salto fra il RELATIVE ALLA STORIA DI VENEZIA, Fonti per la all’opera del sacerdote Giambattista Lasagna prima e il dopo l’anno 1260, rappresenta il storia di Venezia, sez. II: Archivi ecclesiastici che ne realizzò lo strumento di consultazione punto di distacco netto da un passato sentito - Diocesi clodiense. SS. Trinità e S. Michele tuttora in uso, il Catastico Lasagna, comple- come irrimediabilmente tramontato, non utile Arcangelo di Brondolo, vol. IV: Indice, a cura tato negli anni successivi dagli archivisti che e non più recuperabile. di BIANCA LANFRANCHI STRINA, Venezia, Il ebbero in custodia l’archivio capitolare. Ante- Comitato editore, 1997, 8°, pp. 306, s.i.p. riore a questo riordino va collocata la risiste- mazione cinquecentesca e numerose altre ini- Il Comitato per la pubblicazione delle fonti ziative dal Seicento all’Ottocento, tutte orien- relative alla storia di Venezia sta portando tate alla sistemazione ÇfisicaÈ del patrimonio avanti da tempo un programma che prevede la documentario ma senza alcuna ripercussione pubblicazione degli atti relativi alla storia sul piano della riflessione e dell’interpretazio- veneziana. I volumi finora dati alle stampe ne storica. Solo nell’Ottocento alcune indagi- sono stati suddivisi in sezioni, la prima riguar- ni utilizzarono i documenti dell’archivio capi- da gli archivi pubblici, vale a dire quelli che tolare; anche Giovanni Mantese nella sua sto- riuniscono gli atti delle istituzioni laiche ve- ria della chiesa vicentina fece un limitato neziane; la seconda gli archivi ecclesiastici ricorso ai documenti dell’Archivio Capitola- suddivisi per diocesi; la terza gli archivi notarili re. é solo con la tesi di laurea e i successivi e la quarta riunisce fonti di vario genere. approfondimenti proprio di Franco Scar- Alla seconda sezione appartiene anche que- moncin che i documenti del Capitolo trovano sto volume curato da Bianca Lanfranchi Strina. uno studio puntuale a preciso. Si tratta di un unico volume di indici riferiti a Gli atti che qui vengono pubblicati sono testi pubblicati rispettivamente nel 1981 (nel eterogenei e scarsi al fine di documentare con quale sono editi i documenti dal 800 al 1199) completezza le azioni e le attività del Capitolo e nel 1987 (pubblica i documenti dal 1200 al nel periodo anteriore e durante la dominazio- 1229) sempre sulla Santissima Trinità e su ne ezzeliniana. Infatti, negli anni immediata- San Michele Arcangelo in Brondolo, parroc- mente successivi al 1259, il panorama docu- chie facenti parte della diocesi Clodiense.

61 ISTITUZIONI E CULTURA

to, del 1513 danneggiarono il Convento e misero a soqquadro sia l’edificio della Biblio- ISTITUZIONI teca che il suo materiale librario. Un’idea della tragicità delle vicende ce la dà il Sanudo, il quale riporta che nel 1513, per le opere di E CULTURA fortificazione ordinate dalla Repubblica Ve- neta, proprio per la posizione del Convento vicino alle mura, Bartolomeo d’Alvino, co- mandante generale delle truppe, voleva Çfa butar zoso quasi tuto el monasterio del Santo: certamente non sono esclusi da tale afferma- cosa compassionevoleÈ12. Né le riparazioni zione luoghi importanti come il Convento del occorrenti poterono essere iniziate prima del LA BIBLIOTECA Santo o le Venezie in genere. 151613 a causa delle invasioni della Basilica e ANTONIANA Un passo della ÇRaimondinaÈ ci svela uno dei chiostri da parte delle truppe tedesche o DEL CONVENTO sprazzo di vita conventuale padovana quando francesi o venete. Naturalmente anche la Ba- parla di «duo fratres famosi», cioè celebri per silica risentì di questi disordini, come ci testi- DEL SANTO DI PADOVA dottrina, che accolsero all’Arcella S. Antonio monia qualche codice, quale, ad esempio, il n. morente7. 466 al cui foglio 425r si legge: ÇLiber iste iam p. Giovanni M. Luisetto OFMConv. Non risulta a sproposito puntualizzare come communis fait librariae; nunc quoniam eversa S. Francesco, molto rigoroso in materia di est, mei magistri Ioannis Francisci a Cumo povertà religiosa, non solo acconsentiva che esistit qui si quoque rediret ipse iterum sibi frati si applicassero allo studio, ma, come ci dare Vale. Vale. ValeÈ. informa il suo primo biografo8, permetteva Comunque è da sottolineare che la Bibliote- anche l’uso di libri, unica eccezione alle pre- ca Antoniana è una delle pochissime, anzi, scrizioni sulla povertà. Ne sono un esempio le forse l’unica francescana in Italia rimasta al Le prime notizie riguardanti una Biblioteca ÇConstitutiones AntiquaeÈ che riaffermavano suo posto, intatta ed integra nella sua comples- del Convento del Santo risalgono al 1234. la proibizione ai conventi di essere depositari, sità e funzione, dopo la ventata napoleonica Qualche documento dell’epoca testimonia per conto d’altri, di denaro o di oggetti prezio- della fine del sec. XVIII. Certamente la sua l’esistenza di una stanza «ove se leze»1, situa- si, fatta eccezione solo per i libri9. struttura ha subito, nel tempo, vari cambia- ta in un piccolo chiostro esistente prima della Alla luce di queste considerazioni, ben si menti e rifacimenti, più adatti alle esigenze dei costruzione del chiostro del Noviziato. Certa- può affermare che, dalla morte di S. Antonio vari secoli, che sono passati sopra questo vero mente va collegata l’esistenza di questo «luo- in poi, l’incremento della Biblioteca non ven- e proprio monumento francescano. go» ad esigenze legate all’attività pastorale, ne più interrotto. anche se sottoposto alle Si accedeva alla Biblioteca dalla scala della allo studio, all’insegnamento, già fiorenti nel alterne vicende che interessarono il Convento attuale Amministrazione pontificia; questo fino Çnobile monasteriumÈ del Santo che, verso il e la Basilica del Santo e, non secondo, alla al 1929, anno in cui venne costruita l’attuale 1240, era in costruzione, come ci ha lasciato mentalità degli uomini che si susseguirono nel monumentale entrata. Alla sommità dell’at- scritto Fra Bartolomeo da Trento, testimone suo governo. tuale scalone marmoreo di stile settecentesco, oculare e che conobbe anche S. Antonio2. Per riferirsi ad una struttura che, almeno alle pareti, una a destra e una a sinistra, figu- Non è un caso, infatti, che l’Inventario del come sito, si rifà a quella odierna, bisogna ravano due grandi pale, con il Martirio di S. 1396 non distingua tra i libri liturgici e gli considerare dei documenti del 1430, conser- Caterina d’Alessandria, opera della maturità altri3 e neanche lo è il fatto che i manoscritti vati nell’Archivio della Ven. Arca e nell’Ar- di Giovanni Antonio Pellegrini (1736), e il venissero custoditi nella Sacrestia della Chie- chivio del Convento (ora all’Archivio di Stato Battesimo di S. Giustina del Cerruti; ora ri- sa e, solo quando il loro aumento non lo di Padova), i quali, informando sui lavori mosse per essere collocate nel Museo Anto- permise più, in una sala attigua o in quella del dell’epoca avviati nel Convento e riguardanti niano in corso di allestimento. Attraverso il Capitolo. La sistemazione dei manoscritti la costruzione del Chiostro del Generale, cita- vestibolo, decorato con simboli delle scienze rispecchiava anche le tradizioni vigenti nelle no con insistenza la ÇlibreriaÈ, facendo quasi da G. Cherubini di Venezia (1929), si entra nel antiche abbazie, alle quali gli Ordini monasti- dedurre che proprio per trovarne una sede suggestivo salone Ð secentesco nelle sue linee ci medievali attinsero per la loro organizza- idonea tale Chiostro sia stato fatto edificare. e settecentesco nella sua decorazione. zione, mantenendo però le differenze ad ognu- Iniziati verso il 1430, sotto la direzione del Ciò che colpisce a prima vista il visitatore no peculiari. progettista Cristoforo da Bolzano (Vicenza) che si affaccia ad esso per la prima volta è L’Ordine francescano non fa eccezioni. A prima e di Zuanne da Bolzano poi, i lavori si l’affresco che occupa quasi tutto il soffitto: rispetto degli intenti del fondatore, nessun protrassero fino al 1476, data, sembra, della opera di Giovanni Antonio Pellegrini del 1702, mecenatismo spingeva i frati ad acquistare i loro ultimazione10. Per fuggire, probabilmen- esso rappresenta l’Immacolata assunta in cie- manoscritti se non esigenze di vita spirituale e te, alle chiassosità dei pellegrini, tutta la vita lo cui fanno corona i Santi e Dottori francescani di studio relativo; infatti, a conforto di ciò, si giornaliera della comunità del Santo si spostò che l’hanno difesa. È un religioso, di spalle, può osservare come le stesse Costituzioni in tale Chiostro dove vennero costruiti il refet- infatti, che la indica agli altri: Bernardino da Narbonesi (1260) emanate sotto il governo di torio piccolo e annessi, la barberia, le officine Siena, Bonaventura, Antonio, Scoto con altri S. Bonaventura4 indicavano, nella trascrizio- di lavoro e, per qualche tempo, vi furono due discepoli. ne dei codici, una occupazione raccomandabile anche le stanze del P. Generale, del Ministro L’opera è considerata un capolavoro. È un a frati, estendendola anche ai novizi per i quali Provinciale, del Maestro di teologia11 e, natu- momento stilistico del Pellegrini, che si colle- durante l’anno di noviziato era sospeso lo ralmente, anche la Biblioteca Antoniana, che, ga ad altre opere (come ad esempio quella studio5. dal 1449, data in cui probabilmente i mano- della Scuola del Cristo a Venezia), ma che, per Testimonia Tommaso da Celano che molti scritti ebbero una nuova sistemazione, non è la tecnica ad affresco del soffitto di Padova, erano i frati studiosi, i quali, con l’esplicito stata più spostata. meglio conserva il timbro coloristico proprio consenso di S. Francesco, continuarono nel- Si può proprio dire che essa abbia sfidato i dell’artista in quegli anni. Va ricordato, inol- l’Ordine le occupazioni esercitate nel secolo6: secoli: assedi veneziani del l509 e, soprattut- tre, che il Pellegrini era nato a Venezia, ma di 62 ISTITUZIONI E CULTURA

In data 24 aprile 1699 veniva presa ancora P.V. Polidoro, bibliotecario, saranno 24 teste un’altra decisione riguardante la Biblioteca e, di imperatori romani in gesso, dipinte in finto precisamente, quella di alzare il soffitto e di bronzo, ad essere poste Çsopra li muri, una restaurare il pavimento. I lavori per il rifaci- testa per cadaun bancoÈ27. mento del soffitto furono affidati il 20 marzo Eminenti studiosi affermano che: ÇLa 1700 al sig. Pietro Roncaioli, così come ci Bibliotèque du convent de Saint-Antoine de riferisce il p. Pasquetti, e poiché la spesa Padoue est sans doute l’une des plus inte- risultava troppo onerosa fu raccomandata la ressantes d’Italie, non pour la quantité, mais collaborazione di altri Padri19. pour la qualité, de la collection de livres Il 24 febbraio 1702, su proposta del Padre rassemblés grace a de studieux franciscains Guardiano (P.M. Felice Scarella), la comunità auprès de l’un des sanctuaires vénérés de decideva di Çcompire la fabbrica della libraria l’ordre»28; ben si comprendono, quindi, le del monastero col prezzo che sarà ricavato fatiche spese da molti per la sua conservazio- dall’argenteria del Padre Reverendissimo Teo- ne, frutto tra l’altro di contributi umani consi- logo (p. Felice Rotondi, morto il 7 febbraio derevoli. Un esempio lodevole di biblioteca- lasciando anche numerosi quadri di valore), e rio lo troviamo in p. Alessandro Burgos, il di comune assenso fu determinato di dare quale, appena eletto bibliotecario, nel 1712, principio nel mese venturo a far la porta, e poi seppe risolvere con senso pratico il problema dipinger il volto della medesima, indi fabbri- che già allora era l’insufficienza di spazio car gli armarii...È20. La porta sarà ripresa in dell’unico salone per la conservazione dei esame dal Capitolo conventuale il 13 marzo libri. Erano quindi problemi pratici quelli che successivo, ma verrà eseguita con decisione gli uomini preposti alla Biblioteca dovevano del 27 febbraio 1705. man mano risolvere, ma non erano soli in

Maestro padovano, Antifonario della Basilica del Santo Nonostante la sua buona volontà, la comu- questo compito impegnativo. (corale M). Padova, Biblioteca Antoniana. nità del Santo non era in grado di sostenere da La Biblioteca nasce già oggetto di attenzio- sola le spese per mantenere funzionale una ne negli statuti della Presidenza dell’Arca: in famiglia padovana e legato alla Basilica del struttura come la Biblioteca, per questo i Frati data 26 gennaio 1477 troviamo i primi capitoli Santo, dove ha lavorato negli anni della matu- si erano proposti di Çdare anche alcun stimolo che la riguardano tra quelli presentati dal rità14. alla Congregazione della Ven. Arca, di contri- Padre Zanetto da Udine, Ministro Generale Nel salone trovano sistemazione le opere a buire qualche denaro alla perfezione degli dell’Ordine, e poi approvati29. Particolarmen- stampa e i Codici ordinati in ventiquattro armari, de quali ne mancano diversiÈ21. te importante per la Biblioteca sarà la delibe- grandi scaffali, rivestiti in radica di noce, Non era la prima volta che ciò si imponeva razione presa sulle norme per la sua struttura ornati di globi, sfere armillari, stelle, simboli, per le necessità delle spese da affrontare, e, organizzativa e che, anzi, resteranno sempre secondo l’uso del tempo. infatti, già il 30 dicembre 1698, per sistemare un valido punto di riferimento a cui rifarsi nel I due finestroni centrali del salone formava- meglio i libri della Ven. Arca che i P.P. biblio- corso dei secoli. Essa riguarda la consultazio- no, nel progetto iniziale, due logge che guar- tecari tenevano separati da quelli del Conven- ne e il prestito dei Mss. a cui possono accedere davano rispettivamente il chiostro l’una e l’orto to, venne chiesto che la ÇCongregazione [del- i Predicatori, i Reggenti, i Padri del Convento; del convento e il sottostante canale del Maglio l’Arca] le concedi i tavoloni di noce destinati alla custodia, invece, devono provvedere e il o di S. Chiara, l’altro. Angolo talmente sugge- per il Santuario per impiegarli per far armarii Convento e la Presidenza dell’Arca; si stabili- stivo da meritare di essere ricordato dal Tom- per detta libraria senza aggravio dell’Arca»22. maseo che, studente, ospite del Convento del Comunque sarà il 6 maggio 1706 che verrà Santo (1820), ricorda nelle sue Memorie poe- deliberata dai Frati la costruzione di un arma- tiche Çla stanza addobbata di stampacce vec- dio che viene terminato da Antonio Pamio già chie e di seggioloni che si ricordavano di entro l’11 marzo 170723, mentre il 29 maggio Ezzelino, ma lieta del fiume scorrente sotto 1707 sarà la Presidenza dell’Arca che, usando con rigiri amorosi tra l’abbondante verdura»15. «le 200 lire annue statuarie», si impegnerà per Un notevole interesse suscitano anche i due l’esecuzione di un altro armadio «in frontale» globi, celeste e terrestre, che ornano il salone, e perché «l’opera non resti giacente»24. di media grandezza, opera del p. Vincenzo La costruzione di tali armadi concludeva Coronelli, cosmografo ufficiale della Repub- una lunga serie di precedenti che era iniziata blica Veneta e poi Ministro Generale, acqui- già nel lontano 1445, anche se in questo caso stati per la Biblioteca dal p. M° Alessandro si trattava di banconi ai quali erano assicurati, Burgos nel 171516. con catene, fatte nel 1434 da un artigiano di Fervevano in quell’epoca varie opere di Firenze25, i Codici dell’Inventario del 1449, restauro, abbellimento e perfezionamento pre- sui quali studiò, tra gli altri, Francesco della cedute da una vasta opera di sensibilizzazione. Rovere, futuro Sisto IV. Tali banconi vennero Già, infatti, nel Capitolo conventuale del 20 sostituiti solo dopo il 1631 con ventiquattro febbraio 1699 Çcirca la libraria fu stabilito di armadi di cui non si conserva nulla. restaurare il soffitto nella migliore forma, di Accanto alle preoccupazioni di lavoro fare due armari per ora in conformità del funzionali troviamo anche il desiderio di ren- dissegnoÈ17; ed ancora, il 13 marzo 1699 lo dere artistico l’ambiente e armonioso con la stesso Capitolo, Çconsiderato da Padri essere struttura del Convento a cui la Biblioteca è d’ineguale distanza e grandezza le finestre annessa; infatti le pareti del salone, prima della libraria che deve restaurarsi... fu... presa dell’attuale scaffalatura settecentesca, erano 26 parte di rifare dette finestre secondo una poliz- ornate da 24 immagini di Dottori francescani , Maestro padovano, Antifonario della Basilica del Santo za presentata, letta e laudataÈ18. mentre, verso la fine del sec. XVI, al tempo di (corale M). Padova, Biblioteca Antoniana. 63 ISTITUZIONI E CULTURA

mi, sempre secondo l’Inventario del 1396, Nel 1237 il testamento del Canonico della erano disposti in un’ampia sala, su due file di Cattedrale, mag. Aegidius, affida al Convento 12 banchi ciascuna, e assicurati a questi con del Santo un prezioso e unico Manoscritto catena. In un’altra sala «extra armarium» era- contenente i Sermoni di S. Antonio. Nulla no conservati 33 codici Çcum cathenaÈ e molti vieta di identificare tale dono nel Codice del altri senza, in scaffali chiusi. Ad ogni banco Tesoro (attuale ms 720), di fondamentale im- erano legati da 5 a 7 codici, a seconda delle portanza, perché, con probabilità, trascritto dimensioni; alcuni ne contenevano solo 3, sugli stessi autografi del Santo; non per nulla forse anche per eventuali aggiunte. il ms è risultato fondamentale per la stesura Dal secondo Inventario, quello del 1449, dell’edizione critica dell’opera del Santo ef- risulta che i codici erano, pure legati, nella sala fettuata in tre volumi nel 1979. attuale, su due file di banchi, ed essendo Del 1240 è un altro dono prestigioso che aumentati di numero, 14 erano a destra e 14 a viene ad aggiungersi ai codici esistenti e cioè sinistra. I Mss destinati al prestito erano ordi- la Bibbia glossata in 25 volumi scritti in Çlittera nati su scaffalature, nella stessa sala, 13 a parisiensisÈ, donata dal canonico e arciprete destra e 12 a sinistra. della Cattedrale mag. Uguccione, nipote del La Biblioteca Antoniana va considerata alla Vescovo di Padova Iacopo Corrado38. Lo con- luce della sua fisionomia monastica: analiz- fermano anche le note scritte nei fogli di zando i titoli e gli autori presenti in essa, vi guardia del primo codice della collezione, il troveremo molti nomi ai quali la famiglia 285. Altri doni si aggiunsero a questi nel sec. Nicolò da Bologna (o aiuto?), Graduale della Basilica francescana fa riferimento per affermare la XIII: codici o lasciti per acquisto degli stessi del Santo (corale VII). Padova, Biblioteca Antoniana. propria continuità. Nessuno spazio viene la- da parte dei frati. sciato a opere che non offrono interesse peren- Le notizie di questo periodo che riguardano sce anche uno stanziamento annuale. Tutti ne, grazie questo anche ai frati preoccupati di l’incremento della Biblioteca sono poche e principi che, pur restando validi, saranno adat- eliminare i libri superflui e inutili: così come desunte dai codici. I codici rivelano la presenza tati alle sempre nuove esigenze che emerge- appare in deliberazioni del 26 settembre presso il Convento di religiosi che ne ebbero a ranno nel tempo: così nel 1630, per una mag- 149333; mentre il 29 giugno 1583 è la Presi- cuore il prestigio e l’attività, come anche testi- giore sorveglianza, il bibliotecario religioso denza dell’Arca ad ordinare di acquistare libri monia il testo della Bolla del 30 luglio 1259 di verrà affiancato da uno dei presidenti, e l’anno opportuni, vendendo i doppioni34. Tali dispo- Alessandro IV al Vescovo di Padova39. seguente addirittura da due30. sizioni non furono le uniche, ma si ripeterono Accanto però al gruppo di Codici di scienze Anche la Serenissima si interessa dell’orga- con una certa continuità. sacre vi è anche quello non meno nutrito di nizzazione della Biblioteca Antoniana e con Gli argomenti di maggior interesse ricalca- autori classici. Non meno di 34 sono i Mss Ducale del 22 aprile 1655 incarica Alvise no naturalmente l’opera dei frati: teologia, identificati nei nomi di Sallustio, Orazio, Ci- Priuli e Giovanni Venier, Capitanio di Pado- filosofia, pastorale, storia, esegesi biblica e cerone, Terenzio, Lucano, Plutarco ed altri. va, di redigere un Regolamento per l’Arca del cultura classica, patrimonio librario arricchito Ricordiamo, in particolare, quello che si rife- Santo, che essi compilarono il 1° settembre anche dalle esigenze che emergevano dall’af- risce a Seneca, in quanto si è rivelato fonda- 1655 e che venne approvato il 20 settembre fluenza al Santo di frati da tante parti d’Italia mentale per gli studi sul filosofo romano. dello stesso anno. In esso, in particolare, ven- e d’Europa, attirati dalla fama dell’Archigin- Il bisogno di allargare agli studi classici ne stabilita l’elezione da parte dell’Arca di nasio padovano e dalla sua facoltà di teologia. l’attenzione era sentito vivamente in una Co- due Padri qualificati come bibliotecari. Certamente come primo nucleo della Bi- munità che, come quella del Santo, si trovava La Biblioteca Antoniana può rilevare l’im- blioteca vanno considerati quei codici che a svolgere il ministero pastorale in una città ponente consistenza libraria delle varie e nu- passarono probabilmente fra le mani del San- culturalmente qualificata, come lo era Padova merose biblioteche francescane disperse, so- to di Padova, anche se nessun documento ce alla fine del sec. XIII e nei primi decenni del prattutto di quelle annesse agli studi generali ne dà la certezza. Sono codici, infatti, che a carattere universitario. contengono i testi di quelle opere patristiche Accanto a quella di Assisi, ora ritornata al che il Santo doveva consultare di continuo suo posto d’origine, avviata da Frate Elia e da come fonte delle sue lezioni teologiche35. S. Bonaventura31 e paragonata alla Biblioteca La struttura e i contenuti stessi dei Sermones Vaticana medievale, l’Antoniana deve consi- fanno pensare ad una consultazione costante derarsi della stessa portata e meritevole dello della Bibbia, ed anche di un testo delle Senten- stesso giudizio. ze di Pietro Lombardo, della glossa ed altri Un modello tuttora conservato e ancora manuali di scienza sussidiaria. E, in succes- visibile di un’antica biblioteca francescana sione di tempo, il Santo dovette usare, per i del XV secolo l’abbiamo nella Biblioteca sermoni domenicali e per quelli festivi, una Malatestiana di Cesena: codici disposti in una diversa redazione della Bibbia (con e senza la sala, su diversi banchi e assicurati con catena. divisione dei capitoli). Non va escluso il caso Così doveva presentarsi, all’epoca, anche la che S. Antonio attingesse anche alle già ricche Biblioteca Antoniana: i due Inventari antichi, biblioteche esistenti nei monasteri degli Ordi- attualmente editi, ce ne danno una testimo- ni monastici presenti nelle varie città dove si nianza sicura. era fermato: Bologna, Montpellier, Tolosa ecc.36. Alla fine del sec. XIV e a metà del XV32, la Nella collezione dei codici entra il Salterio Biblioteca Antoniana era divisa in due reparti: glossato (l’attuale Cod. 244), probabilmente biblioteca pubblica o di consultazione, e que- usato all’epoca da fra Aimone da Faversham, sta comprendeva i Mss Çcum cathenaÈ, e insigne dottore e futuro generale dell’Ordi- l’altra, biblioteca «secreta», dove si conserva- ne37, che a quell’epoca insegnava nel Conven- Nicolò da Bologna (o aiuto?), Graduale della Basilica vano i codici destinati al prestito. Questi ulti- to del Santo. del Santo (corale VII). Padova, Biblioteca Antoniana. 64 ISTITUZIONI E CULTURA

sec. XIV, periodo in cui si affermava tra l’altro blioteca. La collezione dell’Antoniana è co- il pre-umanesimo ad opera di Lovati e del stituita da magnifiche edizioni di classici lati- Mussato e periodo in cui la città stessa poteva ni, greci, e di circa 3200 cinquecentine, tra cui essere allineata ai tre maggiori centri di studio anche qualche pezzo rarissimo. Vi sono pre- mondiali: Parigi, Bologna e Oxford. Lo testi- senti tutti i grandi editori dei secoli XVI, XVII, moniano vari documenti, tra cui il Cod. 492 XVIII; una preziosa collezione di libri ebraici della Biblioteca Antoniana. acquistati dal p. Burgos, e dei quali il p. La quantità dei sermonari raccolti nel sec. Perissuti, nel 1783, stese un primo catalogo. XIII testimonia, nella formazione della Biblio- Esiste anche un corpo di studi di teologia post teca, il contributo personale di nomi tra i più tridentina, scritti in latino o tedesco, quasi tutti insigni del francescanesimo: S. Bonaventura, del sec. XVII. Non dimentichiamo l’ingente Bonaventura di Isco, Servasanto da Faenza, raccolta di opere francescane e antoniane, e Luca lettore, Luca da Bitonto, Gilberto da tutte le opere che erano in uso dai Maestri del Tournai, Bertrando de Turre, Landolfo Ca- Collegio dei teologi e dai professori dell’Uni- racciolo ed altri. versità, religiosi del Convento, come il p. L’ordine stesso, con le Costituzioni Narbo- Pasquetti, p. Faber, p. Ferchio, p. Mastrio, p. nesi, difendeva e incoraggiava i frati nello Felice Rotondi ed altri. studio. é in tale prospettiva che vari Capitoli Un ruolo importante assunse la Biblioteca Provinciali, quello di Verona nel 1282 e quel- quando, nel 1630, Urbano VIII, con bolla del lo di Treviso nel 1290, si interessarono di 29 maggio, istitùì il Collegio Teologico con assegnare i libri dei padri defunti alla Provin- Maestro padovano, Antifonario della Basilica del Santo facoltà di laureare ogni tre anni dieci studenti50. cia, il primo40, di scegliere nei Conventi un (corale M). Padova, Biblioteca Antoniana. Fino al 1797 progredì, sensibilmente, nel amanuense remunerato, il secondo41. Tali di- numero e nella qualità di opere. L’invasione sposizioni furono applicate anche presso la vento delle autorità dell’Ordine a tale scopo, e delle truppe francesi, avvenuta nel 1797, fu, Biblioteca Antoniana che si sviluppò paralle- lo testimoniano anche i Capitoli Provinciali e invece, un avvenimento infausto e solo l’ope- lamente all’organizzazione dello «studio». l’opera dei singoli superiori. ra nascosta ma coraggiosa del p. Bonaventura Infatti è nel sec. XIV che essa gode di I due Inventari, quello del 1396 e quello del Perissuti (1727-1808), bibliotecario, Ministro maggior prestigio, in conseguenza senz’altro 1449, ci illustrano quantitativamente e quali- Provinciale, Guardiano del Santo, riuscì ad di quello raggiunto dallo Studio del Santo. Al tativamente il patrimonio della Biblioteca alla impedire la dispersione del patrimonio libra- suo incremento contribuirono ancora dona- fine del sec. XIV e a metà del XV, 519 i mss rio della Biblioteca Antoniana. Le pagine del zioni, ricordiamo Fra Bellavere della Bruna presenti, così divisi: codici di uso liturgico, suo diario, pubblicate dal p. Milosevich, te- che donò il Cod. 205 e gli importanti codici di fuori della libreria, 94; codici nella libreria stimoniano l’amarezza di quel capitolo di Bonaventura di Iseo, una delle maggiori per- incatenati, 114; codici Çextra armarium cum storia51. sonalità dell’Ordine Minoritico. Nel 1245 fu cathenaÈ, 33; Çsine cathenaÈ, 206; Breviari in Per tutto il sec. XIX la Biblioteca subisce presente al I Concilio Ecumenico di Lione, nel uso presso i Padri (compreso 1 a Montagnana), una battuta d’arresto; il 1810, con la soppres- 1249 fu ambasciatore presso l’imperatore 12; codici dati in prestito 60. Se questi 94 mss sione degli Ordini e la dispersione dei Frati, d’Oriente e, incontrando il favore di Ezzelino, si aggiungono ai 907 dell’Inventario del 1449, contribuì ad aggravarne la situazione. Sicché riuscì nel 1273, assieme a Fra Pellegrino di si può considerare che nel sec. XV i Codici l’aggiornamento della Biblioteca progredì Bologna e a Fra Buonvicino di Leanardo, a superano il migliaio. molto a rilento. mettere pace fra bolognesi e veneziani42. Dob- Ad essi attinsero uomini illustri: fra Gio- Validi strumenti per seguire le vicende del- biamo ricordare anche la donazione di vanni Bertoldi di Serraralle che, per i Padri del la Biblioteca li abbiamo negli Inventari e Ildebrandino de Conti, Vescovo di Padova, Concilio di Costanza, tradusse in latino e Cataloghi compilati durante i secoli: già ab- 45 con cinque preziosi codici. Il Cod. 174, con commentò, nel 1416, la Divina Commedia ; biamo citato i due Inventari del 1396 e del una nota, testimonia quella del p. Ludovicus fra Urbano Bolzanio di Belluno, precettore di 1449. Frequenti sono, poi, gli interventi del de Flumine che lasciò alla Biblioteca parecchi Leone X; fra Paolo Amalteo di Pordenone, Convento e della Presidenza dell’Arca per la codici portati con sé da Parigi43. poeta laureato; fra Cornelio Musso, oratore al compilazione di successivi: un primo incarico Nonostante l’impegno di molti e la solleci- Concilio di Trento; fra Ludovico Strassoldo, viene dato ad Antonio Saviolo della Presiden- 46 tudine delle leggi dell’Ordine, la Biblioteca che insegnò greco a papa Eugenio IV . Ac- za dell’Arca52 il 15 novembre 1548; il 4 aprile risentì di precarie situazioni. Per risolvere canto a questi ricordiamo i pp. Gianfrancesco 1567 si ordina di rivedere gli Inventari della problemi per lo più economici i frati si trova- Ingegnarati, Nicolò Grasseto, Giacomo Bo- Biblioteca, confrontandoli con i vecchi53; i1 rono ad impegnare o ad alienare qualche ma- nacorsi, Bartolomeo del Santo, Benedetto di 17 settembre 1599 il Papa dispone che venga noscritto, come si legge nel Cod. 289 al f. Treviso, Antonio Trombetta. inviato a Roma l’inventario di tutti i libri della 207v. Altri, invece, alla luce di ciò che era L’avvento della stampa, nel 1450, interessa Biblioteca del Santo e il Cancelliere dell’Arca stabilito dalle Costituzioni Narbonesi, veni- anche la Biblioteca Antoniana. Le officine viene incaricato di questo54. Altre disposizio- vano prestati ai singoli religiosi che portavano librarie si esauriscono e il codice e il mano- ni per rifare i Cataloghi sono emanate il 14 con sé il codice, per restituirlo alla fine del scritto vengono sostituiti dalla stampa con ottobre 1631, il 26 settembre 1643, il 28 luglio 47 periodo di studio. Tra i religiosi che si avvalsero innumerevoli vantaggi . Anche alle miniatu- 1676, il 20 novembre 1683, il 17 aprile 171955. di tale possibilità troviamo: «Petrus de Candia re seguono le incisioni e, presso la Biblioteca, Si pensa, però, che questi Inventari, ora scom- episcopus NovarensisÈ, il futuro Alessandro ci sono edizioni di alto valore artistico. parsi, consistessero in semplici elenchi di Mss V, ancora ÇSanctissimus Dominus noster papa Il sec. XV è il periodo degli incunaboli: e di libri e che ben poco servissero alla consul- NicolausÈ, ÇReverendus Dominus Generalis l’Antoniana ne possiede 260 in 195 volumi. Il tazione; ecco, perché, i frati, il 24 gennaio De RusconibusÈ44, ed altri. p. Trombetta, celebre scotista all’università, 1732, deliberarono di affidarsi ad uno specia- 48 Bisogna comunque dire che le donazioni nel 1517 donò ben 86 volumi . Nel 1548 i lista, il p. Giacinto Sbaraglia, storico e 49 ebbero una parte di poco rilievo nell’incre- libri occupavano già 28 grandi scaffali . bbiliografo, che fu chiamato come assistente mento della Biblioteca Antoniana; i numerosi Durante i secoli non vi fu mai, quindi, al P. Bibliotecario per fare l’Indice generale di codici di officina testimoniano invece l’inter- interruzione nella fornitura di opere nella Bi- tutta la Biblioteca56. A quanto pare, però, non 65 ISTITUZIONI E CULTURA

se ne fece nulla fino al 1749, periodo in cui il Antique, ecc. III, 38, estratto da ÇMiscellanea ti S. Antonio era conservata fino al sec. XVI in una Catalogo dei Mss fu iniziato dal p. Rainardo FrancescanaÈ, XXXV (1935), pp. 8 e 16. Biblioteca privata di Forlì. A Padova, per esempio, Fischer che lo portò a termine nel 175557. A 10 Cfr. Archivio Sartori, I, pp. 954-955. esisteva la ÇBiblioteca Illustriss. Capituli Canoni- 11 completarlo per le opere a stampa, fu chiama- Cfr. ivi, pp. 964-968; P. Vincenzo Coronelli, corum maioris templi», cioè della Cattedrale, dove to il p. Zucconi, bibliotecario, che, però, morì Repubblica di Venezia in terra ferma, tavv. 40-43. S. Antonio doveva avere qualche buon amico cano- 12 Padova, Archivio dell’Arca (AdA), reg. 377, c. nico. Esistevano le incipienti bibliotoche dei nuovi nel frattempo. 44; M. SANUDO, Diari, XVI, 518, 563; XLI, 568. Ordini religiosi e quelle già affermate dei vari Un inventario invece molto valido, quan- 13 Cfr. ÇIl SantoÈ, II (1929), pp. 295 ss.; Stampa Monasteri benedettini di S. Giustina, di S. Benedet- tunque secondo i criteri del tempo, è quello del Convento del Santo di Padova, Padova 1796, pp. to (cfr. IACOBO PHILIPPI TOMASINI, Bioliothecae stilato dal p. Perissuti, nel 1765, che completa 108 ss. Patavinae manuscriptae publicae et privatae, Utini i due precedenti, e che è stato punto di riferi- 14 Cfr. Archivio Sartori, I, p. 630; IV, p. 139, n. 1639, pp. 3-11). mento fino alla comparsa dei Cataloghi stam- 328. 37 P. GIUSEPPE ABATE, OFMConv., S. Antonio pati di Minciotti e di Iosa. 15 Cfr. P. ANTONIO SARTORI, Nicolò Tommaseo e Maestro di Teologia, in S. Antonio Dottore della Su note raccolte da p. Giuseppe Abate, cui i Frati Minori Conventuali, in Il Messaggero di S. Chiesa. Atti delle settimane Antoniane, Città del era stato affidato il compito di un completo Antonio nel suo cinquantesimo, Padova 1948, pp. Vaticano 1947, p. 287. 71-77. 38 Cfr. G. BRUNACCI, Cod. Diplomatico, II, cc. inventario, esiste il nuovo Catalogo dei Mss. 16 I nostri due globi sono di quelli che l’Autore 1037, 1530. Ms. della biblioteca del Seminario di alquanto aggiornato. stesso chiama ÇGlobi per uso della nostra Accade- Padova. In questi ultimi decenni la Biblioteca ha mia degli ArgonautiÈ (Atlante Veneto, I, 2, Venezia 39 Cfr. Archivum Franciscanum Historicum, 2, avuto come direttori religiosi di alto merito: p. 1692); cfr. AdA, Cat. V, fasc. 76 bis. 518. Girolamo Mileta liturgista e poi vescovo di 17 Padova, Archivio di Stato (ASP), S. Antonio 40 Biblioteca Antoniana, Cod. 205, f. di guardia Sebenico, p. Girolamo Granich assiduo culto- (SA), b. 201, p. 241. ora scomparso; Francescana, 33 (1933), p. 37, cap. re di memorie francescane e raccoglitore della 18 ASP, SA, b. 201, p. 241. 3, nn. 7, 8, 9, 10; Arch. Franc. Hist., 26, 149. 19 Ivi, p. 262. 41 Arch. Franc. Hist., 7, 456. documentazione per il riconoscimento del culto 20 42 del beato Luca Belludi, p. Alfonso Orlini poi Ivi, p. 44. Cfr. S. ROMANIN, Storia documentata di Vene- 21 Ivi, p. 108. zia, II, 299, Venezia 1854 (cfr. AFH, 1, 117; 3, 556; ministro generale, p. Luigi Guidaldi che con la 22 Ivi, b. 303, p. 284. Sbaraglia, Supplementum..., I, 189, Romae 1908). rivista «Il Santo » collaborò alla preparazione 23 Ivi, b. 201, pp. 52, 145; b. 202, p. 176. 43 Il P. Ludovico Dal Fiume studiò a Parigi, fu del VII centenario della morte di S. Antonio. 24 Ivi, b. 303, p. 285. Ministro Provinciale (cfr. P. ANTONIO SARTORI, La Di carattere specializzato, la Biblioteca è 25 Cfr. ÇIl SantoÈ, I (1928), pp. 146-147. Provincia del Santo, Padova 1958, p. 330; HUNTER, frequentata da studiosi qualificati. 26 I loro nomi: Fr. Durandus, Fr. Ioannes Anglus, Nomenclator Literarius, II, 624; B. GONZATI, La Fr. Pontius Carbonelli, Fr. Petrus Aureoli, Fr. Basilica di S. Antonio, II, 397, Padova 1853). Nicolaus de Lira, Fr. Alexander de Ales, Fr. 44 Biblioteca Antoniana, ms. 572, ff. 21r-22v; Bonavetura card., Ioannes Duns Scotus, B. Luca de ms. 573, f. 65v. Note Padua, S. Antonius de Padua, Fr. Ioannes de 45 Cfr. P. ANTONIO SARTORI, Gli studi al Santo di Caulibus, Fr. Gualterius, Fr. Bernardus de Turre Padova, in Problemi e figure della scuola scotista 1 Cfr. CATERINA RE, I Chiostri del Convento del Cremata, Fr. Gentilis Cingulan, Fr. Ioannes de Muro, del Santo, cit., p. 74, nota 17; P. STEFANO IGNUDI, Il Santo, ÇIl SantoÈ, II (1929), pp. 216-217. Fr. Bartholomaeus de Pisis, Fr. Fortenerius Vassali, Canto di Dante a S. Francesco, Roma 1926, Ap- 2 Cfr. Acta SS. 13 Iunii, De S. Antonio Com- Fr. Gulielmus Ocham, Fr. Rogerius Bachon, Fr. pendice III. mentarius praevius, n. 4; P.A. Sartori, Le Traslazioni Gulielmus Farnerii, Fr. Ioan. de Magistris, Fr. 46 Cfr. P. ANTONIO SARTORI, Gli studi al Santo, I. del Santo alla luce della storia, estratto da ÇIl Antonius Trombetta, Fr. Gerardus Odonis, Fr. c., pp. 74-75. SantoÈ, II (1962), 1, p. 18. Monaldus, Fr. Philippus Faber. Non so se si trattasse 47 Cfr. P. ANTONIO SARTORI, Libri e stampatori in 3 Cod. 572 della Biblioteca Antoniana. L’Inven- di quadri o di affreschi (cfr. Iacobus Philippus Padova (documenti padovani sull’arte della stam- tario della Biblioteca del 1449 (Cod. 57) è già Tomasini, Bibliothecae Patavinae manuscriptae pa nel sec. XV), in Miscellanea di studi storici in distinto dall’Inventario della Sacrestia fatto nel 1421. publicae et privatae, Utini 1639, p. 52). onore di Mons. G. Bellini, Padova 1959, estratto. A questa epoca dunque la Biblioteca doveva essere 27 6 nov. 1585. Cfr. AdA, Acta, 8, 134. 48 AdA, reg. 186, c. 267. sitemata altrove e fuori della Sacrestia. 28 M. TH. D’ALVERNY della Biblioteca nazionale 49 AdA, reg. 79, c. 33v. 4 Cfr. S. BONAVENTURA, Opera Omnia, VIII, 455, di Parigi, in ÇRecherches de Theologie ancienne et 50 La nuova facoltà ebbe seguito regolare fino al Rubrica VI, Quaracchi 1898; VIII, 33 (cfr. anche P. medizvaleÈ, tome XXI (1954), p. 299. 1772. Da quell’anno la Serenissima ordinò che i Giuseppe Abate, Le Constitutiones Generales 29 Arch. Franc. Hist., 26, 105-126. laureandi ricevessero il riconnoscimento all’Uni- Antique dei Frati Minori nella redazione assisana 30 P. SAVIOLO e BENEDETTO FRANCO, Arca del versità senza altro esame supplementare. Ebbe poi del 1279, ÇMiscellanea FrancescanaÈ, XXXV (1935), Santo di Padova, p. 264, Padova 1765. un arresto per le vicende politiche ben note; fu a I-II, estratto, p. 23, Rub. 6 , 88). 31 Cfr. P. GIUSEPPE ABATE, Manoscritti e bibliote- riattivato in altra forma nel 1827; continuò le sue 5 S. BONAVENTURA, Opera Omnia, VIII, 450, che francescane del Medioevo, pp. 93 ss., estratto da funzioni fino alla soppressione del 1867 (cfr. P. Quaracchi, 1898. Atti del I Congresso Bibl. Francescano intern. (20- ANTONIO SARTORI, Gli studi al Santo, I. c., pp. 136- 6 Cfr. P.G. ABATE, Manoscritti e Biblioteche 27 febbraio 1949), Roma 1950. 138). Francescane del Medioevo, in Il Libro e le bibliote- 32 Biblioteca Antoniana, Codd. 572, 573. 51 Fr. GIUSEPPE MILOSEVICH, La Basilica di S. che, Atti del I Congresso bibliologico Francescano 33 ASP, SA, b. 167, p. 61. Antonio e la Repubblica francese a Padova nel Internazionale (20-27 febbraio 1949), estratto, 34 Ivi, b. 303, p. 280. 1797, Padova 1899, p. 36. p. 81. 35 Cfr. P. SAMUELE DOIMI, Il Dottore Evangelico 52 ASP, SA, b. 303, p. 279. 7 P. ANTONIUS IOSA, Legenda seu vita et miracula e il Dottore sottile, in Problemi e figure della Scuola 53 Ibid. sancti Antonii de Padua, p. 96, Bononiae, 1883. Scotista del Santo, Padova 1966, pp. 18 ss. 54 Ivi, p. 280. 8 Analecta Frenciscana, X, p. 224, n. 163, 36 Secondo lo SBARAGLIA (Supplementum et 55 Archivio Sartori, pp. 45, 195 e precedenti. Quaracchi, 1941. Castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, 56 ASP, SA, b. 203, p. 233. 9 P. GIUSEPPE A BATE, Le Constitutiones Generales I, 86, Romae, 1908) una Bibbia con note autografe 57 Ivi, b. 214, fasc. P. Fischer.

66 ISTITUZIONI E CULTURA

Circa l’Archivio musicale, di cui trattere- Il secolo più fecondo fu senza dubbio il mo, è chiaro che la sua esistenza è strettamente Settecento. In particolare si deve al maestro di L’ARCHIVIO MUSICALE connessa con l’attività della Cappella musica- cappella Francescantonio Vallotti, composi- DELLA CAPPELLA le della basilica antoniana. Il complesso voca- tore di oltre quattrocento opere7, l’aver contri- le e strumentale sacro nacque con atto ufficia- buito con caparbia regolarità alla crescita e al ANTONIANA DI PADOVA le il 28 dicembre1486, e subito fu dotato di un consolidamento del fondo. Alla sua morte la regolamento che ne ordinasse la vita4. Tra gli Presidenza sentì la necessità di fare un attento Jolanda Dalla Vecchia obblighi di cantori, musicisti e direttori, quel- elenco delle musiche conservate negli armadi lo che in questa sede conta maggiormente è del maestro. Questo primo catalogo del 1791 l’obbligo fatto al maestro di cappella di prov- funse da base per i successivi, tutti manoscrit- vedere alla musica da eseguire in chiesa. Egli ti, conservati nella biblioteca medesima8. poteva chiederne l’acquisto alla Presidenza, é a questo punto della storia musicale della ma soprattutto era tenuto in prima persona a basilica che si dovrebbe inserire il non docu- comporne e a farne fare copia e parti per tutti mentato acquisto da parte dell’Archivio delle Com’è certamente risaputo, nel Chiostro gli esecutori. Il materiale così prodotto andava celeberrime composizioni di Giuseppe Tartini, del Generale, presso il Convento dei Frati ovviamente conservato con cura e periodica- che dal 1721 al 1765 fu primo violino e capo Minori Conventuali annesso alla Basilica di mente catalogato e sistemato, talvolta persino dei concerti della Cappella. Per molto tempo Sant’Antonio di Padova, hanno sede i locali ricopiato se in cattivo stato. I libri erano con- si è dato per scontato che opere tartiniane della Biblioteca Antoniana. In questo splendi- servati in alcuni armadi, chiusi da chiavi, sotto autografe fossero conservate presso l’Archi- do edificio sono oggi consultabili quattro di- la stretta tutela del maestro, e per sua comodità vio della Cappella musicale, benché in realtà versi fondi: furono ubicati appositamente nelle sue stanze. non vi fossero fonti che testimoniassero né 1) il fondo stesso della biblioteca, che com- La storia della Cappella annovera esimi l’obbligo, da parte di Tartini, di lasciare tali prende opere di carattere teologico, filosofico, compositori che con la loro opera arricchirono manoscritti alla Presidenza dell’Arca, né espli- patristico e classico; ne fanno parte specialis- con orgoglio il patrimonio dell’Archivio mu- citi lasciti testamentari. Solo mettendo in rela- sima alcuni celebri libri corali, i più rari d’epo- sicale, come Francescantonio Vallotti, Fran- zione le opere tartiniane, alle quali vanno ca medievale, gli altri restaurati ed illuminati cescantonio Calegari, Antonio Callegari, Mel- aggiunti lettere, schizzi e appunti autografi di dopo l’incendio che distrusse la basilica nel chiorre Balbi, Vincenzo Moschetti, Luigi trattati acustici, con le altre opere strumentali 17491; Antonio Sabbatini, Bonifacio Asioli, Ales- settecentesche dell’Archivio si può ipotizzare 2) l’Archivio musicale della Cappella An- sandro Capanna, Francesco Gasparini, Luigi più ragionevolmente l’esistenza di un lascito toniana; Marsand, Alessandro Musilli, Giovanni So- omogeneo, per carattere ed epoca, di qualche 3) l’Archivio Antico della Veneranda Arca ranzo5. Ma vi furono anche maestri che, in lite appassionato collezionista ed esecutore di stru- del Santo; con la Presidenza per divergenza di gusti menti ad arco, forse compositore egli me- 4) l’Archivio Moderno della Veneranda musicali, o più spesso perché insoddisfatti desimo. Arca del Santo. della retribuzione pecunaria che essi auspi- In questa direzione si è mosso Paolo Per “Veneranda Arca del Santo” si indica cavano di ottenere a seguito della loro produ- Cattelan9, che ha proposto di identificare il un gruppo di persone con funzioni ammini- zione di opere, quando invece lo statuto ne misterioso collezionista con il marchese Giu- strative e gestionali per la vita della basilica e faceva un obbligo già contemplato nello sti- seppe Ximenes, Principe d’Aragona, mecenate del convento, istituita al fine di sollevare i pendio annuale6, al momento della loro par- vissuto a Padova tra il 1762 e il 1784, cono- religiosi francescani dalle preoccupazioni tenza portarono con sé le loro composizioni. scente di Tartini e di altri noti compositori materiali. Formata da personalità di grande Per questo e per altri ovvi motivi, dei primi dell’epoca. Pur non avendo ancora trovato rispetto cittadino (discendenti da nobili fami- secoli di vita della Cappella non è rimasto una testimonianza certa dell’accorpamento glie venete), comprendeva e tutt’oggi com- invero molto. del fondo Ximenes con quello della Cappella prende alcuni rappresentanti dell’ordine, fra Antoniana, sono molti gli elementi che fanno cui di diritto il Padre Guardiano. Essendo però pensare ad un incameramento avvenuto quasi di stampo laico negli statuti, non fu soggetta di necessità, se si considera che il marchese alle costrizioni degli enti ecclesiastici e poté abitò in affitto in case di proprietà del conven- continuare la propria attività fino ai giorni to ed ad esso confinanti, e sposò la figlia di un nostri, garantendo la salvaguardia del fondo fattore dell’Arca alla quale lasciò i beni alla libraio della Biblioteca2. sua morte. Grazie ad un documento mandato Tra gli onerosi impegni della Presidenza dagli eredi padovani ai familiari d’origine dell’Arca vi era anche il funzionamento della fiorentina del marchese, elencante le musiche Cappella musicale, come le assunzioni di trovate in alcune casse di proprietà del musicisti e cantanti, i restauri degli organi, i mecenate, si è potuto stabilire un collegamen- problemi disciplinari, le licenze, le suppliche, to tra dette opere e le fonti conservate, talora gli statuti, i pagamenti ecc. Ciò è detta- anche relegate tra gli Anonimi, presso l’Ar- gliatamente documentato negli atti conservati chivio musicale del Santo. Gli autori di cui nell’Archivio Antico dal 1500 alla fine del parliamo sono, tra i tanti presenti, Myslivecek, 1700, e nell’Archivio Moderno dal 1800 ad Schuster, Ferandini10, Pugnani, Gallo, Nar- oggi. Essendo così recente, l’Archivio Mo- dini, Stratico, Stamitz, C.P.E. Bach, Filtz, derno è riservato e può essere consultato su Geminiani, Vanhal and Janiewicz. formale autorizzazione della Veneranda Arca Di sicuro del marchese è poi l’altra interes- del Santo. é forse necessario precisare che i sante raccolta di musica profana, dunque an- due archivi non contengono fonti di grande ch’essa estranea all’utilizzo in Cappella, com- valore, ma sono comunque fondamentali per prendente cantate ed oratori di Hasse, Nau- chi si appresti a studiare la vita della Cappella mann, Anfossi, Pescetti, Gatti, Gluck, Sarti, Antoniana nei secoli3. Francescantonio Vallotti (Vercelli 1697 - Padova 1780) Millico, Nasolini, Bononcini, Gasparini e Scar- 67 ISTITUZIONI E CULTURA

latti. é inoltre provato, come si legge nei l’Arca, che ne costituì un piccolo fondo musi- l’Archivio di Stato di Padova. Nel salvataggio dei libretti a stampa che accompagnano le fonti, cale a parte sotto suo nome, e altri autori di beni della biblioteca, merito particolare ebbe co- che i cantanti delle accademie private del musica sacra presero l’abitudine di fare omag- munque il Padre Bibliotecario Bonaventura Perissuti, marchese furono in molti casi cantanti sti- gio delle proprie composizioni alla basilica come si legge in G. MILOSEVIC, La basilica di S. pendiati presso la Cappella padovana. Egli padovana14. Antonio e la Repubblica francese. Memorie inedite del P.M.B. Perissuti, Padova, Prosperini, 1899. non solo li proteggeva, ma ne poteva influen- Già dagli anni venti del XIX secolo, infatti, 3 In merito, sono da considerarsi i volumi: ROBER- zare l’assunzione al Santo come pure in altre è possibile documentare costanti donazioni, e TO CESSI, Archivio antico della Veneranda Arca di corti europee di grande rinomanza. Notizie non solo acquisti, anche perché l’Archivio S. Antonio di Padova, Padova, s.d.; LEONARDO note a tutti sono poi la committenza di Ximenes stava ormai disancorandosi dalla funzionalità FRASSON, La Cappella musicale nella basilica del dell’opera La Betulia liberata a Mozart, du- esecutiva. Le musiche di nuova acquisizione Santo e i suoi primi cinquant’anni di vita, “Il San- rante il suo viaggio a Padova11, e la tumulazio- furono quindi inserite spesso per comodità in to”, n.s., XXVII (1987), fasc. 3, pp. 159-239; ANTO- ne delle spoglie del principe aragonese presso uno o nell’altro fondo musicale, semplice- NIO SARTORI, Documenti per la storia della musica la cappella adiacente all’Arca del Santo. mente in base allo spazio fisico occupato nel del Santo e nel Veneto, a cura di E. Grossato, Continuando la storia dell’Archivio, nel- deposito. È imbarazzante ammettere che l’uni- Vicenza, Neri Pozza, 1977 e ID., Archivio Sartori. Documenti di storia e arte francescana, a cura di G. l’Ottocento esso è ormai una realtà ben defini- co catalogo oggi esistente è a schede mano- Luisetto, 4 voll., Padova, Biblioteca Antoniana, ta, al punto da richiedere la presenza di un scritte conservato in loco, ma proprio in questi Basilica del Santo, 1988; NICOLETTA B ILLIO D’ARPA, assistente da affiancare al maestro di cappella giorni sta diventando operativo un progetto di Nota sulla bibliografia relativa alla Cappella Mu- con l’incarico di riordinare ed inventariare le una ricatalogazione seria, scientificamente sicale, “Il Santo”, n.s., XXXI (1991), fasc. 3, pp. 403- musiche qui depositate e talvolta imprestate aggiornata e informaticamente strutturata, 412; MARIA C RISTINA A ZZARO, La cappella antoniana ad altre chiese della città. Dal 1807 al 1847, ad sostenuto dal convergente impegno di alcune nell’Ottocento secondo i documenti dell’Archivio esempio, fu archivista il reverendo Don Gae- tra le istituzioni culturali più importanti del Moderno della Ven. Arca, tesi di laurea, Università tano Antonio Fabris, che tra l’altro si occupò nostro territorio. di Padova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1994- insieme all’allora primo organista e futuro Una storia dell’Archivio, comunque, deve 95; JOLANDA D ALLA V ECCHIA, Cantanti e strumentisti nel Settecento. La cappella antoniana a Padova, maestro di cappella Antonio Callegari della essere ancora integralmente scritta, anche se Padova, “Rassegna veneta di studi musicali”, IX-X revisione dell’inventario vallottiano nel 1813. negli ultimi anni, come si accennava, sono (1993-94), pp. 131-168 e ID., L’organizzazione del- Nel 1880 si stabilì che le chiavi degli armadi emersi studi determinanti. Chi scrive ha inol- la cappella musicale antoniana di Padova nel Set- fossero consegnate al Presidente dell’Arca tre l’orgoglio di aver fatto parte di un gruppo tecento, Padova, Centro Studi Antoniani, 1995; preposto alla Cappella Francesco Gasparini, il di studio sul materiale cartaceo presente in LUCIA BOSCOLO - MADDALENA PIETRIBIASI, La Cap- cui nome compare anche tra i donatori di Archivio, con un parziale abbozzo di catalogo pella Musicale Antoniana a Padova nel secolo musica all’Archivio. A quest’altezza del se- delle filigrane, dei tipi di carta utilizzati e delle XVIII. Delibere della Veneranda Arca, Padova, Cen- 15 tro Studi Antoniani, 1997. colo i libri ormai non potevano più essere grafie presenti . 4 situati presso le stanze del maestro e ciò anche Quanto, infine, alla difficoltà di accedere I Capitolari sulla musica si trovano citati negli Atti e Parti della Veneranda Arca del Santo, ma è in seguito alle sempre più numerose richieste alla Biblioteca Antoniana, allusione presente più comodo consultare la prima pubblicazione del di studiosi e ricercatori che desideravano con- in alcuni dizionari, si rende necessario osser- genere, in PIETRO SAVIOLO - BENEDETTO FRANCO, sultare le opere dell’Archivio. vare che la biblioteca possiede un regolamen- L’Arca del Santo ove si contengono gli ordini e le Giovanni Tebaldini, maestro di cappella al to come ogni organismo di questo genere, a regole spettanti alla retta amministrazione e buon Santo dal 1894 al 1897, pubblicò nel 1895 il salvaguardia del patrimonio storico conserva- governo de’ beni, rendite et oblazioni dell’Arca primo catalogo a stampa diviso per secoli e to, ma è sempre disponibile ed accogliente stessa, Padova, Conzatti, 1765. accompagnato da un suo giudizio estetico, verso studiosi di qualsiasi livello e nazionali- 5 Per un esame delle ricerche biografiche sui oggi sostanzialmente incondivisibile12. Solo tà. L’indirizzo esatto è: maestri di cappella minori conventuali, si vedano: due anni prima, l’Arca aveva effettuato un L.A. SABBATINI, Serie dei maestri di cappella del Santo dal 1487 sino al 1800, Ms., Archivio del nuovo inventario, che probabilmente Tebaldini Biblioteca Antoniana Piazza del Santo 11 - Basilica del Santo Convento del Santo, b. C. 12/6; ANTONIO ISNENGHI, utilizzò come canovaccio per il proprio lavo- Cappella musicale della Basilica di S. Antonio. ro, ma il catalogo a stampa riscosse molto 35123 Padova tel. e fax 39-49-8751492 Istituzione, progressi, vicende. Usi e regolamenti. successo e contribuì largamente a diffondere Serie cronologica dei maestri, in BERNARDO G ONZATI in breve tempo la conoscenza del patrimonio Sempre presso il convento, è attivo il Centro - ANTONIO ISNENGHI, La Basilica di S. Antonio di musicale qui conservato. Studi Antoniani, che, oltre a raccogliere dati e Padova descritta e illustrata, vol. II, Padova, 1854, Il suo successore Oreste Ravanello, con ricerche di ambito artistico, tra cui quello pp. 445 ss.; S. MATTEI, Serie dei maestri di cappella minori conventuali, “Miscellanea francescana”, spirito più appassionato e devoto, comprese il musicale, pubblica la rivista “Il Santo”. Il suo valore del fondo tartiniano e si curò di conser- Assisi, voll. 21-23, 1920-22; DOMENICO SPARACIO, indirizzo è uguale al precedente, mentre cam- Musicisti minori conventuali, “Miscellanea 16 varlo, studiarlo e persino arricchirlo con nuovi bia il numero di telefono: 39-49-8242811. Francescana”, XXV (1975), pp. 220-229; F.P. acquisti. La Presidenza dell’Arca si rese conto MUNEGATO, Memorie riguardanti il p. L.A. Sabbatini, dell’importanza delle opere del violinista, Ms della Biblioteca Antoniana di Padova e ID., Serie anche perché da tutto il mondo giungevano dei maestri di Cappella della Chiesa del Santo, lettere da parte di appassionati e studiosi per Archivio del Convento del Santo, b. C 12/5. 6 Mi riferisco, per fare solo un esempio, a P. Luigi vederle, studiarle, copiarle o fotografarle. Essa Note dovette affrontare per la prima volta i proble- Marsand (vedi M.C. AZZARO - J. DALLA VECCHIA, mi connessi alla necessità di divulgare tali Continuità e contrasti nella fortuna ottocentesca opere e allo stesso tempo di preservarne il 1 Per notizie più dettagliate rimando all’articolo della musica vallottiana al Santo di Padova, “Il copyright. Sui giornali comparvero entusia- dell’attuale Padre Bibliotecario Giovanni Luisetto Santo”, XXXVII (1997), pp. 751-774. 7 Si veda il volume Francescantonio Vallotti nel stici articoli su Tartini e il fenomeno di ri- in questo fascicolo del “Notiziario Bibliografico” e al catalogo GIUSEPPE ABATE - GIOVANNI LUISETTO, II centenario dalla morte (1780-1980), a cura di G. valutazione fu di tale portata che alcuni pos- Codici e manoscritti della Biblioteca Antoniana, 2 Cattin, “Il Santo”, n.s., XX (1980), fasc. 2-3 che sessori di opere tartiniane decisero di farne voll., a cura di F. Avril, F. d’Arcais, G. Mariani contiene: L. FRASSON, Francescantonio Vallotti Ma- dono all’Arca del Santo, perché le conservas- Canova, Vicenza, Neri Pozza, 1975. estro di Cappella nella Basilica del Santo, pp. 179- 13 se tutte insieme . Ravanello inoltre lasciò alla 2 Si pensi alla sorte diversa che ebbe invece 356; M.N. MASSARO, Catalogo tematico delle opere propria morte la sua biblioteca musicale al- l’Archivio del convento, oggi conservato presso musicali di Francescantonio Vallotti, pp. 357-361; 68 ISTITUZIONI E CULTURA

F.A. GALLO, Una “nota delli libri di musica” tra le Unaccompanied Violino, “JAMS”, XIV (1961), 3, pp. carte del Vallotti, pp. 535-544; L.M. KANTNER, 383-393, trad. it. in “Chigiana”, n.s., 6-7, 1971, pp. Francescantonio Vallotti. Verbreitung und Bedeu- 431-442 e ID., Le sonate per violino di Giuseppe tung seiner Kompositionen im au§eritalienischen Tartini: catalogo tematico, Padova, Accademia Raum, pp. 545-564; G. CATTIN, Francescantonio Tartiniana, 1975. GIULIO CATTIN, La Cappella Vallotti nella tradizione musicale della basilica del Antoniana e l’Archivio musicale della Veneranda Santo. Le composizioni antoniane, pp. 565-588; E. Arca di S. Antonio, in S. Antonio 1231-1981: il suo GROSSATO, Il violoncello concertante nella produ- tempo, il suo culto e la sua città, Padova, 1981. M. zione del Vallotti, pp. 589-603; V.S. ZACCARIA, Il DOUNIAS, Die violinkonzerte Giuseppe Tartinis, carteggio fra Francescantonio Vallotti e Wolfenbüttel-, Kallemeier, 1935, rist. anast. Giambattista Martini, pp. 605-611; Tavola rotonda 1965. LEONARDO FRASSON, Giuseppe Tartini primo su Francescantonio Vallotti, 25 giugno 1980, pp. violino e capo di concerto nella basilica del Santo, 633-628. “Il Santo”, XII (1972), fasc. 1-2, pp. 65-152 e fasc. 8 I vari cataloghi manoscritti ottocenteschi sono 3, pp. 273-389. V. GAMBOSO, Mezzo secolo di vita al riportati in M.C. AZZARO, La cappella antoniana Santo nelle “Memorie” (1751-91) di nell’Ottocento, cit. Francescantonio Pigna, in Liturgia, pietà e mini- 9 PAOLO CATTELAN, La musica della “omnigena steri, Vicenza, Neri Pozza, 1978. A.G. NOCILLI, La religio”. Accademie musicali a Padova nel secondo liturgia della basilica del Santo nei suoi aspetti ed Settecento, “Acta Musicologica”, LIX (1987), II, pp. evoluzioni secolari, in Liturgia, pietà e ministeri, 152-186 e ID., L’”Accademia” nei dintorni del pp. 23-54, 283-313. PIERLUIGI P ETROBELLI, Giuseppe Santo (1768-1785), in Storia della musica al Santo Tartini. Le fonti biografiche, Vienna-Londra-Mila- di Padova, a cura di S. Durante e P. Petrobelli, no, Universal Ed., 1968 e ID., Tartini, le sue idee e Vicenza, Neri Pozza, 1990. pp. 223-265. il suo tempo, Lucca, Libreria Musicale Italiana 10 L’attribuzione a Ferandini di alcune fonti mano- Editrice, 1992 (contiene i seguenti saggi: Giuseppe scritte anonime è ancora motivo di controversie tra gli Tartini (1966); Tartini, le sue idee e il suo tempo studiosi. Nell’elenco degli eredi di Ximenes, l’autore (1967); Tartini, Algarotti e la corte di Dresda delle musiche è indicato con un semplice “N.N.”. (1965); Una presenza di Tartini a Parma nel 1728 11 Mozart, Padova e la betullia liberata. 15 S. BISI - F. BONATO - L. CAVASIN - J. DALLA (1966); La scuola di Tartini in Germania e la sua Committenza, interpretazione e fortuna delle azioni VECCHIA, Le filigrane negli autografi di Tartini e influenza (1968); Tartini e la musica popolare sacre metastasiane nel ’700, a cura di P. Pinamonti, Vallotti conservati nell’Atchivio musicale dell’Ar- (1971); Per l’edizione critica di un concerto “Quaderni della Rivista Italiana di Musicologia”, ca di S. Antonio di Padova. Contributo per una tartiniano (D21) (1962); Tartini e Corelli. Prelimi- 24, Firenze, Olschki, 1991. cronologia dell’opera di Giuseppe Tartini, pp. 307- nari per l’impostazione di un problema (1972); Un 12 GIOVANNI T EBALDINI, L’archivio musicale della 333 e J. DALLA VECCHIA, Rilievi e prime ipotesi a cantante fischiato e le appoggiature di mezza battu- Cappella Antoniana in Padova, Padova, Tipografia margine degli studi sulle filigrane in autografi di ta. Cronaca teatrale e prassi esecutiva alla metà del e Libreria Antoniana, 1895. Tartini e Vallotti, pp. 335-343 in Giuseppe Tartini Settecento (1974)). Tartini. Il tempo e le opere, a 13 Tali informazioni sono desumibili da alcuni (1692-1770). III centenario della nascita. Musica e cura di Andrea Bombi e Maria Nevilla Massaro, documenti conservati nell’Archivio Moderno. Rin- musicisti nella Cappella musicale del Santo (secc. Bologna, il Mulino, 1994 (contributi di Hoyer, grazio la dottoressa Azzaro per avermene dato no- XVI-XIX), “Il Santo”, n.s., XXXII (1992),fasc. 2-3. Bellinati, Ferretti, Negri, Revoltella, Canale tizia. 16 Alle note bibliografiche fin qui indicate, ag- Degrassi, Pavanello, Massaro, Careri, Grossato, 14 Per un elenco di tali donazioni, rimando ancora giungo, in ordine alfabetico, altri volumi consultabili Berdes, Cavallini, Di Benedetto e Nicolodi, Grasso al lavoro, purtroppo non ancora edito, di Azzaro. sull’argomento: P. BRAINARD, Die violinsonaten Giu- Caprioli, Angelucci, Barbieri, Thomson, Farina, Inoltre si può vedere PIETRO REVOLTELLA, Musiche seppe Tartinis, diss. dattiloscritta, Göttingen, 1959; Ghirardelli, Leydi, Pinamonti e Seminario di studi cinquecentesche recentemente pervenute all’Archi- ID., Le sonate a tre di Giuseppe Tartini: un sunto Univ. Roma e Padova coordinati da Petrobelli e vio Musicale della Cappella Antoniana, “Rassegna bibliografico, “Rivista Italiana di Musicologia”, IV, Durante). Veneta di Studi Musicali”, II-III, 1986-87, pp. 331-342. 1969, pp. 102-126; ID., Tartini and the Sonata for

69 RIVISTERIA VENETA

Seicento. Problemi e ipotesi di ricerca ¥ SER- GIO PERINI, La potenza inglese nei dispacci del RIVISTERIA diplomatico veneziano Cesare Vignola (1764- 1768). VENETA fascicolo II ELENA BASSI, Zaneta Buranela ¥ MOTOAKI ISHII, Guglielmo Berchet e il Giappone ¥ GIO- VANNI VIAN, Istituti di credito cattolici, Santa Atti dell’Istituto Veneto Sede e Opera dei congressi tra fine Ottocento di scienze lettere ed arti e inizio Novecento: il caso del “Banco di San SPOGLIO DEI PERIODICI Marco” di Venezia ¥ ALBERTO S ECCO, Un ciclo DI CULTURA VARIA di battaglie navali del XVII secolo al Museo direttore resp.: Leopoldo Mazzarolli Correr ¥ MONICA BALLERINI, Tra Schleicher e (1997-1999) periodicità: annuale i neogrammatici: August Leskien. editore: Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti fascicolo III sede della redazione: campo S. Stefano, 2945 VICTOR CRESCENZI, Informatica e banche dati, - Palazzo Loredan - 30124 Venezia - tel. 041/ Il precedente spoglio dei periodici di “cul- per una diversa gestione delle fonti documen- tura” varia era stato presentato sul “Notiziario 5210177 tarie ¥ SERGIO PERINI, L’equilibrio europeo e il Bibliografico” n. 27 e prendeva in considera- problema italiano visti dalla diplomazia ve- tomo CLV, CLIX a.a., 1996-97 zione gli anni 1995-1997. Il presente aggior- neziana durante la guerra dei sette anni ¥ namento si riferisce quindi alle nuove uscite a Classe di scienze morali, lettere ed arti ANTONINO GIANQUINTO, Poesia e storia. Le partire dall’ultimo fascicolo segnalato sul “No- fascicolo III-IV “pagine sull’Iliade” di Carlo Diano ¥ ELENA tiziario” n. 27. GUIDO SANTATO, La rivoluzione francese al- FILIPPI, Critica d’arte e storia dell’arte in l’opera: da Salieri a Poulenc ¥ SERGIO P EROSA, Italia a partire dagli anni Trenta: appunti per Paginetta di ammenda ¥ ANNA VENCATO, un consuntivo ¥ GIAN LUIGI BRUZZONE, L’ami- Morselli, Stampiglia e Vivaldi: tre rivali al Ateneo Veneto cizia fra il marchese Gian Carlo Di Negro e soglio ovvero L’incoronazione di Dario • FRAN- rivista di scienze, lettere ed arti Andrea Maffei ¥ LAURETTA SEMINARA, La ma- CO MEREGALLI, Recenti scritti sull’invecchia- teria della dialettica in Aristotele: gli endoxa mento ¥ CHIARA C OMPOSTELLA, Satira e pseudo- direttore resp.: Alessandro Bettagno in Etica Nicomachea V. direttore: Marino Zorzi utopia in Zaccaria Seriman. periodicità: annuale editore: Ateneo Veneto, Venezia tomo CLV, CLIX a.a., 1996-97 sede della redazione: campo S. Fantin, 1897 - Classe di scienze morali, lettere ed arti 30124 Venezia - tel. 041/5224459 Parte generale e Atti ufficiali Atti e Memorie Consiglio di Presidenza, Giunte e Personale della Accademia di agricoltura a. CLXXXIV (= XXXV n.s.), vol. 35, 1997 ¥ Cenni storici ¥ Presidenti dell’Istituto dal scienze e lettere di Verona GIANNANTONIO PALADINI, L’Ateneo Veneto 1840 ¥ Soci dell’Istituto ¥ Soci dell’Istituto in centocinquant’anni dopo ¥ EDOARDO BARBIE- ordine di anzianità accademica ¥ Relazione direttore resp.: Giuseppe Franco Viviani RI, Produrre, conservare, distruggere: per del Presidente sull’attività compiuta nell’an- periodicità: annuale una storia dei libri e della biblioteca di S. no accademico 1996-1997 ¥ Calendario ¥ editore: Accademia di agricoltura, scienze e Mattia di Murano ¥ GIULIETTA VOLTOLINA, Commemorazione del socio effettivo Luigi lettere, Verona Itinerari cistercensi nella laguna veneta ¥ Bucciante ¥ Commemorazione del socio stra- sede della redazione: via Leoncino, 6 - 37121 GINO B ENZONI, Prima e dopo: Goethe e Wagner niero Josef Brandmüller ¥ Commemorazione Verona - tel. 045/8003668 ¥ DANTE LUIGI GARDANI, Il Tirolo meridionale del socio effettivo Giuseppe Scorza Dragoni ¥ sotto il fascismo ¥ GIANCARLO TOMASIN, Giu- Commemorazione del socio effettivo Ciro Di a.a. 1995-96, s. VI, vol. XLVII seppe Volpi ¥ GIULIO ZORZANELLO, Il monu- Pieri ¥ Commemorazione del socio effettivo (CLXXII dell’intera collezione), 1998 mento allo zar Alessandro II nel Cremlino a Ippolito Sorgato ¥ Concorsi a premi e a borse COMMEMORAZIONI: A. ANTONIETTI, Commemo- Mosca decorato da mosaici veneziani (1898) di studio ¥ Biblioteca: volumi acquisiti nel razione di Carlo Vanzetti ¥ F. SARTORI, Alvise ¥ FEDERICO MONTECUCCOLI DEGLI ERRI, Novità 1996-97 ¥ Estratto dal catalogo delle pubbli- Dal Negro ¥ G. BESA, Pierfrancesco Baratta ¥ biografiche sull’incisore Giambattista Bru- cazioni. G. GIULIETTI, Gabriele Banterle. stolon, bellunese ¥ CLAUCO BENITO TIOZZO, La MEMORIE DELLA CLASSE DI AGRICOLTURA dispersione del patrimonio artistico alla Mira tomo CLVI, CLX a.a., 1997-98 E SCIENZE FISICHE MATEMATICHE E NATURALI: lungo la riviera del Brenta dopo l’unità d’Ita- Classe di scienze morali, lettere ed arti E. ZANELLA, Premesse morfofunzionali di lia, con particolare riguardo agli affreschi fascicolo I motilità delle vie biliari extraepatiche, pro- strappati dalle sue ville ¥ ALBERTO RIZZI, “In ANTONELLA BARZAZI, Dallo scambio al com- pedeutiche alla clinica ¥ E. ZANELLA, Stasi propriam veni et mei me receperunt”. Catalo- mercio del libro. Case religiose e mercato biliare e bactibilia ¥ E. CURI, L’insegnamento go dei leoni marciani in Friuli ¥ LANFRANCO librario a Venezia nel Settecento ¥ CARLO delle scienze della natura dall’unità d’Italia CANIATO, Ancora di Venezia capitale e del- URBANI, La provincia agostiniana della mar- ad oggi: analisi delle riforme, dei programmi l’uso dei suoi edifici ¥ ALESSANDRO S CARSELLA, ca negli anni tridentini ¥ FRANÇOISE BADER, e dei libri di testo ¥ V. ANDREOLI - A. ABATI, Il Noventa e la poesia spagnola ¥ LANFRANCO Aspects de l’hermétisme d’Homère. Phono- dr. Umberto Meneghetti direttore del manico- CANIATO, Presentatori, moderatori, animato- logie poétique (allitérations, inventaires pho- mio di Verona dal 1907 al 1927 ¥ L. BONUZZI, ri. Riflessioni sul loro ruolo ¥ FRANCO FILIPPI, nologiques et prosodiques) et liages en com- Orientamenti dottrinali e prospettive antro- Origine del toponimo “Barbaria de le Tole” ¥ position discontinue ¥ MATTEO CASINI, Gli pologiche nel pensiero di Roberto Massalongo UGO STEFANUTTI, Storia e stile. ordini cavallereschi a Venezia fra Quattro e ¥ E. FILIPPI, Gli ultimi scritti sull’Africa di don 70 RIVISTERIA VENETA

Beltrame ¥ G. TREVISAN, Economia e stato nel continuo dei nutrienti versati nella laguna di BERTO C HELONI, Disagio nella scuola / Disagio Friuli ¥ M. PASA, Una regione ed un centro Venezia dal fiume Dese (scritti di GIOVANNI della scuola ¥ ALDO TOGNANA, Quale econo- della Terraferma veneta: Tregnago ¥ L. BO- MARCO C ARRER, LEO C ALLIGARO, CARLA C OMIS, mia nel Mezzogiorno ¥ ALDO TOFFOLI, La vi- NUZZI, Cultura sanitaria e promozione umana FRANCO ZINGALES) ¥ GIUSEPPE ONGARO, cenda di Vulteio opitergino: problemi e ipote- nell’opera di Luigi Messedaglia. Bassiano Landi e Andrea Vesalio ¥ MAURIZIO si ¥ MARIO MARZI, Due poetesse sulla soglia MEMORIE DELLA CLASSE DI SCIENZE MORALI RIPPA BONATI, Su un insegnamento di anato- dell’epigramma ellenistico ¥ BRUNO PASUT, STORICHE E FILOLOGICHE: mia tenuto da Bassiano Landi ¥ OTTONE FER- Contributo per una storia della vita musicale V. BERTOLINI, Da Verona in soccorso di Cipro RO, Alcune riflessioni sull’agricoltura che trevigiana dalla fine della prima guerra mon- ¥ P.P. BRUGNOLI, La morte e il cavaliere: cambia. diale all’ultimo decennio del secolo XX ¥ IVANO all’origine della devozione alla Madonna di SARTOR, Le origini e le vicende del Convento Loreto ¥ A. CASTALDINI, Le “notti di Tobia” ¥ a.a. 1997-98, vol. CX, parte III di San Paolo di Treviso ¥ NILO FALDON, ÇIl A. FAVARO, Vicende edilizie relative a S. Ste- Memorie della classe di scienze morali Cristo della DomenicaÈ nella Pieve di San fano ¥ E. GUZZO, Il patrimonio artistico vero- lettere ed arti Pietro di Feletto ¥ EMMA BORTOLATO, Una nese nell’Ottocento tra collezionismo e di- ODDONE L ONGO, Un’impresa galileiana: l’em- polemica letteraria tra Giuseppe Bianchetti e spersioni ¥ G. VILLANI, Giovanni Scopoli e blema della stamperia “Alle Stelle Medicee” l’Ateneo di Treviso ¥ ALESSANDRO MINELLI, l’Accademia di agricoltura di Verona nella ¥ GIOVANNI PELLIZZARI, Cesare Cremonini e Verso la quarta edizione del Codice interna- prima metà dell’Ottocento ¥ D. CAVALLO, I Giorgio Raguseo ¥ PIETRO F AGGIOTTO, La logi- zionale di nomenclatura zoologica ¥ MARIA restauri alla basilica di Sant’Anastasia nel ca della scoperta scientifica in Kant e in GRAZIA C AENARO, Un’Alcesti romana. In mar- decennio 1871-1881. Popper ¥ FERDINANDO LUIGI MARCOLUNGO, gine a Tacito Annales XVI, 7-9 ¥ PIER ANGELO Antonio Lavagnoli (1708-1806): un metafisico PASSOLUNGHI, ÇLa vera, la sana democrazia dell’età dei Lumi, tra Vico e Rousseau ¥ GIOR- cristianaÈ. Documenti per la storia del movi- GIO R ONCONI, Soci dell’Accademia studiosi del mento cattolico cenedese ¥ BRUNO DE DONË, Leopardi ¥ VITTORIO ZACCARIA, Due accade- ÇI fasti della famiglia Grimani con riferimen- Atti e Memorie dell’Accademia mici traduttori e il Leopardi e il Foscolo to al ramo di S. Maria FormosaÈ: un fram- patavina di scienze lettere ed arti (Preromanticismo nel Veneto) ¥ ANTONINO mento manoscritto e inedito ¥ GIANCARLO POPPI, Una implicita ritrattazione di Antonio MARCHETTO, Elementi climatologici per l’an- direttore: Lucia Rossetti Favaro sulla licenza di stampa del “Sidereus no 1996 ¥ Calendario conferenze pubbliche - comitato di redazione: Lucia Rossetti, Anto- nuncius” ¥ MARIA P AOLA R OSSIGNOLI, Geografi 185° Anno Accademico 1996-97 ¥ Statuto nio Lepschy, Antonio Gamba, Vittorio Zaccaria e periegeti. La descrizione di Messene nei dell’Ateneo di Treviso ¥ Elenco dei Soci al 26 periodicità: annuale resoconti dei viaggiatori dal XVIII al XIX seco- dicembre 1996. editore: La Garangola, Padova lo ¥ ELISA CUTTINI, Reinterpretazione bona- sede della redazione: via Accademia, 7 - 35143 venturiana delle virtù etiche di Aristotele ¥ n.s., n. 15, a.a. 1997/98 Padova - tel. 049/655249 ELISA F RASSON, Giuseppe Gennari notizie gior- GIULIANO ROMANO, Universo splendido e vio- naliere di quanto avvenne specialmente in lento ¥ CHELONI ROBERTO, “Codici e S-codi- a.a. 1997-98, vol. CX, parte I - Atti Padova dal 1739 al 1800. Indice dei nomi di ci”: nessi fra patologia individuale e sociale E. RIONDATO, Relazione del Presidente sul- persona ¥ MAURIZIO SANGALLI, Apologie dei ¥ RAFFAELLO V ERGANI, La Rù di Montebelluna: l’attività svolta durante l’anno accademico Padri Gesuiti contro Cesare Cremonini 1592 appunti sulle opere idrauliche in età moderna 1996-97 (398°) ¥ M. PASTORE STOCCHI, Di- ¥ FABIO M INAZZI, Convenzionalismo e storicità ¥ GIULIANO ROMANO, Leonida Rosino astrono- scorso inaugurale del socio per l’anno acca- ¥ Lecutrae Petrarce: PAOLO TROVATO, Sull’at- mo ¥ CARMELO CICCIA, Il “Pervirgilium Ve- demico 1997-98 (399°) ¥ C. VILLI, I Fonda- tribuzione di “Di ridere ò gran voglia” (Di- neris” e “La primavera” del Botticelli ¥ GIOR- menti Concettuali della Microfisica (Trascri- sperse CCXIII). Con una nuova edizione del GIO TOMASO BAGNI, Recenti ricerche in didat- zione di T. A. MINELLI e A. PASCOLINI) ¥ testo ¥ TIZIANO ZANATO, Il sonetto CCCXLIV ¥ tica della matematica ¥ CLAUDIO RICCHIUTO, I Commemorazioni: NICOLñ DALLAPORTA, Ri- BEATRICE BARTOLOMEO, Solea da la fontana di danni a Treviso e nella Marca dopo il conflitto cordo del s.e. Claudio Villi ¥ ANTONIO L EPSCHY, mia vita (RVF CCCXXXI) e dintorni ¥ MARIA mondiale ¥ MARIO M ARZI, Il mirto di Callimaco Ricordo del s.e. Ippolito Sorgato ¥ CESARE LUISA DOGLIO, Il sonetto CLXVIII. ¥ EMMA BORTOLATO, Analogie e diversità di BARBIERI, Ricordo del s.e. Leonida Rosino ¥ due cenacoli letterari dell’Ottocento ¥ GIAM- Vittorio Zaccaria, Ricordo del s.e. Iginio De PAOLO CAGNIN, Note a margine del patto sulle Luca ¥ EMILIO PIANEZZOLA, Ricordo del s.c. Rappresaglie tra Venezia e Treviso del 1314 ¥ Dante Nardo ¥ EZIO RIONDATO, Ricordo del ARNALDO B RUNELLO, Il matrimonio di Caterina s.c. Ettore Bentsik. Discorso pronunciato in Atti e Memorie de’ Medici ¥ ANDREA CASON, Rapsodie poeti- occasione della cerimonia funebre pubblica dell’Ateneo di Treviso che sul fatto del “Castello d’Amore” ¥ IVANO svoltasi a Palazzo Moroni l’11 marzo 1998 ¥ SARTOR, Percorsi iconografici sul beato Enri- EZIO R IONDATO, Ricordo del s.c. Ettore Bentsik. direttore resp.: Antonio Chiades co da Bolzano ¥ GIUSEPPE NINO MAESTRELLO, Letto al Rotary Club ¥ EZIO RIONDATO, Il periodicità: annuale “Delli decreti del Sinodo Diocesano di Presidente prof. Massimo Aloisi (1987-1991). editore: Ateneo di Treviso Treviso...” Consulto di Paolo Sarpi alla Sere- Presidente presago di mutamenti accademici sede della redazione: c/o Collegio Vescovile nissima Signoria del gennaio 1617 ¥ SANTE “per la sopravvivenza” ¥ ANTONIO LEPSCHY, “Pio X” - borgo Cavour, 40 - 31100 Treviso - ROSSETTO, Un quotidiano poco noto di fine Cultura e varia umanità negli interventi di M. tel. 0422-579127 Ottocento: “Il Corriere di Treviso” ¥ BRUNO Aloisi. DE DONË, Ricordo di Fernando Coletti, uomo n.s., n. 14, a.a. 1996/97 di cultura e trevigiano esemplare ¥ GIANCARLO a.a. 1997-98, vol. CX, parte II GIORGIO TOMASO BAGNI, Problemi di teoria MARCHETTO, Elementi climatologici per l’an- Memorie della classe di scienze additiva dei numeri. La congettura di Gold- no 1997. matematiche e naturali bach e la teoria di Raphael Robinson ¥ GIULIA- GIOVANNI GOZZETTI, Il contributo di Fer- NO SIMIONATO, Allievo e maestro: Riccardo dinando Barison alla Psicopatologia feno- Bacchelli ed Emilio Lovarini ¥ FRANCESCO menologica della schizofrenia ¥ Analisi in CROSATO, Antropologia della ÇpinsaÈ ¥ RO- 71 RIVISTERIA VENETA

La Bassa Processi storici comuni delle “Basse euro- ANDREAS STERNWEILER, Heinz Dörmer: la te- rivista di storia arte e cultura pee” ¥ SALVATORE ERRANTE PARRINO, In ricor- stimonianza di un triangolo rosa ¥ GIANNI do di Sergio Maldini ¥ MARIA TERESA CORSO, ROSSI BARILLI, Uscire fuori ¥ Storia e narra- direttore responsabile: Mario Giovanni Batti- Insegna araldica a Marano Lagunare ¥ RUDOLF zione : ROBERTO CAGLIERO, Storia scrittura ¥ sta Altan BREUING, La Madonna del Rosario nella chie- SERGIO ATZENI, Storia e romanzo ¥ OLIVIERO comitato di redazione: Giuliano Bini, Benve- sa di S. Stefano a Palazzolo dello Stella ¥ Vita BERGAMINI, Fisicità, temporalità e dimensio- nuto Castellarin, Enrico Fantin, Valerio dell’Associazione ¥ Commemorazioni. ne pubblica: alcuni spunti per un confronto Formentini, Franco Gover tra storia e letteratura ¥ GIOVANNI BOTTIROLI, periodicità: semestrale a. XX, n. 38, giugno 1999 Memoria e techne ¥ STEFANO ROSSO, Storia editore: “La bassa” - Associazione per lo ERMANNO DENTESANO - BENVENUTO CASTEL- ufficiale e storia frammentaria nel giornali- studio della friulanità del Latisanese e del LARIN, I terreni comunali delle ville imperiali smo di guerra: il Vietnam di Michael Herr ¥ Portogruarese, Latisana (UD) secondo il “Catasto del Stato di Gradisca” ROBERT COOVER, Lacrime di un pagliaccio ¥ sede della redazione: via A. Manzoni, 48 - del 1681 ¥ WALLÌ GIGANTE, Me none ¥ FRANCO ANNALISA OBOE, Storie postcoloniali ¥ PAOLO 33053 Latisana (UD) ROSSI, Criminalità e repressione nel Por- CHIARI - FEDERICO ROCCA, Romanzo analitico togruarese durante gli anni del primo conflit- e storia ¥ FREDIANO SESSI, Sporcarsi le mani a. XIX, n. 36, giugno 1998 to mondiale. I processi penali della Pretura di con la storia ¥ ROBERTO CAGLIERO, Una sele- GIULIANO B INI, Il Risorgimento, l’Indipenden- Portogruaro ¥ LUIGI PITTANA, Dal libro di zione bibliografica ¥ Interpretare la musica: za e l’unità d’Italia nei nomi delle persone di memorie di un semplice soldato. Giugno 1918: ALBERTINA D ALLA CHIARA, Nota del curatore ¥ Bertiolo, Pocenia e Palazzolo ¥ FRANCO G OVER, un episodio sulla battaglia del Piave ¥ STEFA- GUIDO SALVETTI, Una possibile introduzione, Romans: “P.R.G., 1905”. Gli ex voto, il loro NO LOMBARDI, Flors di ciarte ¥ MARIA TERESA per appunti, alla teoria e alla storia dell’in- significato devozionale e culturale ¥ MARIA CORSO, Tre pittori rinascimentali maranesi: terpretazione musicale ¥ PAOLO ROSSINI, Me- DAMONTE, Tu magni tu col bongiorno ¥ BENVE- Lorenzo senior, Leonardo, Lorenzo junior ¥ stiere e arte del direttore d’orchestra ¥ PAOLO NUTO CASTELLARIN, Parsè si disie (III) ¥ DAVID GIULIANO BINI, Piriâi e Màlcos. Epiteti e titoli FENOGLIO, L’anelito all’infinito e il ripen- MARIA TUROLDO, Il mio fiume ¥ SIMONE offensivi fra i paesi della Bassa ¥ WALTER samento della forma classica: le due anime SANDRON, La festa della trebbiatura a Fossalta ROGATO, Buongiorno ¥ GIONA BIGOTTO, Un del Romanticismo musicale tedesco ¥ Federi- ¥ BENVENUTO CASTELLARIN, Ospedali Gero- pignoramento del 1895 a Rivignano ¥ NELSO co Garcìa Lorca. Tre conversazioni radiofo- solimitani nella Bassa friulana: San Bar- TRACANELLI, Il lof da li’ Zumielis ¥ ROBERTO niche e un’intervista: ARNALDO EDERLE, La tolomeo di Volta presso Ronchis ¥ FRANCO TIRELLI, Lovi e lovari nella Bassa Friulana ¥ voce salvata ¥ FEDERICO GARCÌA LORCA, Con- GOVER, Varmo “La Madone da li Filanderis” RENATO P ILUTTI, L’âghe e il timp no nus dividin versazioni argentine ¥ Garcìa Lorca e il Tea- 1907-1997 ¥ MARIA TERESA CORSO, Il Fontico ¥ FRANCO GOVER, Il Cristo di casa Pancini a tro. Ricordi di Buenos Aires. Un’intervista ¥ maranese ¥ FRANCO GOVER, Santa Marizza, Varmo ¥ FRANCO GOVER, A Varmo, il ritratto Riscontri: ALBERTO BATTAGGIA, Da Ford a 1844 ¥ RENATO PILUTTI, Il tempo ¥ QUINTINO dell’ultimo Patriarca di Aquileia ¥ MARIE Bossi ¥ GIULIO SALETTI, M. Politica e delitti SALVADOR, Le casalinghe del Friuli ¥ FRANCE- FANINE, No sta orè iessi volp, se ti pòs sèi nell’Italia del Novecento ¥ MASSIMO DUSI, Il SCO S GUAZZIN, Preziosità botaniche della Bas- gialine ¥ FRANCO R OMANIN, Tra Veneto e Friuli: Tibet e gli insegnamenti del Dalai Lama ¥ sa Friulana: l’Allium Ursinum L. ¥ ROBERTO il canale navigabile “Litoranea Veneta” ¥ ACHILLE SALETTI, Gli inferni, i purgatori, i TIRELLI, La presenza di Napoleane Bonaparte ROBERTO SOLDË, A Marco Cesselli ¥ SCUOLA paradisi della dipendenza ¥ PAOLA AZZOLINI, a Palazzo Antonini ¥ ALEARDO DI LORENZO, MEDIA “G. CARDUCCI” DI LIGNANO, Giochi Editori e poesia a Verona. Per superare la lingua di plastica giova anche friulani ¥ BENVENUTO CASTELLARIN, La Bibie il bilinguismo verticale e il friulano ¥ MARIA par furlan; fede, lenghe, identitât ¥ SILVANA (n. 10), dicembre 1997 DAMONTE, Mario Della Ricca pitor de la lagu- ZANELLA, Sgorlant la bale di veri ¥ FRANCESCO GIAMBATTISTA RUFFO, Introduzione ¥ La fab- na ¥ FRANCESCO SGUAZZIN, Flora spontanea SGUAZZIN, Preziosità botaniche della Bassa brica delle nazioni: ALBERTO B ATTAGGIA, Nota della Bassa Friulana (9) ¥ LUCA VENDRAME, Friulana: il Galanthus nivalis L. del curatore ¥ UGO FABIETTI, Etnia e processi La chiesa di San Giorgio di Teglio ¥ Pagjnis in identitari: uno sguardo antropologico ¥ RO- libertât ¥ Vita dell’Associazione ¥ Commemo- BERTO BIORCIO, Identità, politica e cultura razioni. nella definizione della “questione settentrio- nale” ¥ ALBERTO B ATTAGGIA, La fabbrica delle Bollettino della Società Letteraria a. XIX, n. 37, dicembre 1998 nazioni ¥ BRUNO A NASTASIA - GIANCARLO C ORñ, Economia globale e trasformazioni demo- FRANCO ROSSI, Poteri locali e territorio tra direttore resp.: Giambattista Ruffo grafiche: gli inciampi del localismo ¥ Eugenio Livenza e Tagliamento dalla caduta della coordinatore editor.: Nicola Pasqualicchio Montale, il poeta e l’uomo nel centenario Repubblica di Venezia all’annessione al Re- comitato di redazione: Paola Azzolini, Alber- gno d’Italia (1797-1866) ¥ ANTONINO DI to Battaggia, Albertina Dalla Chiara, Arnaldo della nascita: ARNALDO EDERLE, Prolusione ¥ COLLOREDO MELS, Villa Vicentina tra i Gorgo Ederle, Maria Magotti, Francesco Monicelli, MARIA LUISA SPAZIANI, L’uomo Montale ¥ SIL- e i Bonaparte ¥ PIETRO CEOLIN, Una lettera da Rossella Pasqua di Bisceglie VIO R AMAT, Rileggendo i “Mottetti” ¥ ARNALDO Scodovacca ai signori Panigai durante l’oc- editore: Società Letteraria di Verona EDERLE, Introduzione alla seconda giornata cupazione francese del 1797 ¥ BENVENUTO sede della redazione: piazzetta Scalette del Convegno ¥ GIULIO NASCIMBENI, Montale CASTELLARIN, “Parsè si disie”. Spiegassions Rubiani, 1 - 37121 Verona - tel. e fax 045/ giornalista ¥ FERNANDO BANDINI, Oscurità e di cualchi môt di dì (IV) ¥ PAUL DAY, Prati 595949 chiarezza in Montale: chiose e congetture su Nuovi 1943: campo di lavoro per prigionieri Ballata scritta in una clinica ¥ GILBERTO alleati ¥ SILVANA ZANELLA, A disgote ¥ ENRICO n. 9, dicembre 1996 LONARDI, Montale, la poesia e il melodramma FANTIN, Storia di un lascito a favore dei poveri GIAMBATTISTA R UFFO, Premessa ¥ Cultura del- ¥ ARNALDO EDERLE, Conclusione ¥ Ricordo di di Latisana e Ronchis: “Il Legato Arrigo” ¥ la diversità: FRANCESCO MONICELLI, Nota del Edda Squassabia: PAOLA AZZOLINI, Edda, un GIULIANO CORRADINI, Nadâl ¥ M.G.B. ALTAN, curatore ¥ GIANNI VATTIMO, La gaia utopia ¥ congedo discreto ¥ EDDA SQUASSABIA, Tre po- La statua lignea di Santo Stefano conservata Essere omossessuale e cattolico(a) oggi ¥ esie ¥ Riscontri: GIULIO GALETTO, Luzi e nel Museo Ricchieri di Pordenone ed il culto PASCAL JANIN, Anormalità e obbedienza alla Bertolucci: soglie della poesia ¥ GIOVANNI stefaniano nella Diocesi ¥ GIULIANA ROPPA, fede ¥ STEFANO DONINI, L’identità omosessua- DUSI, Il problema del lavoro ¥ CARLO SALETTI, Une cjase dal gno paîs ¥ ROBERTO TIRELLI, le come esperienza di realizzazione del Sé ¥ Il tempo degli assassini e degli indifferenti. 72 RIVISTERIA VENETA

Bollettino del Museo Civico Domenico Campagnola già in S. Anna a Pa- Museo-Biblioteca-Archivio di Bassano dova ¥ A. RIZZI, Vestigia marciane nel Pado- vano ¥ GIOVANNA BALDISSIN MOLLI, Notizie su direttore resp.: Mario Guderzo pittori, orafi, stuccatori, intagliatori e incisori comitato di redazione: Livia Alberton Vinco vicentini raccolte nelle “Miscellanee” De da Sesso, Giampietro Berti, Renata Del Sal, Lazara ¥ GIUSEPPE PAVANELLO, Un ritratto di Giovanni Marcadella, Enzo Petrini, Fernando Giuseppe Tominz a Padova ¥ BERTRAND J AEGER, Rigon, Maurizio Sammartini, Giambattista Giuseppe Jappelli e la Sala egizia del Caffè Vinco da Sesso Pedrocchi ¥ ANTONELLA NICOLETTI, Vetri periodicità: annuale “anticheggianti” per il mercato antiquario ¥ editore: Museo-Biblioteca-Archivio, Bassano CLAUDIA NARDO, Per la storia del mulino ad del Grappa (VI) acqua nel Padovano (secoli X-XIII) ¥ PAOLA sede della redazione: via Museo, 12 - 36061 MAR, “Li luoghi per le merci”: il sistema delle salgarismo di Pier Paolo Pasolini ¥ RUGGERO Bassano del Grappa (VI) - tel. 0424/522235 piazze centrali e i mercati dal XVI al XIX LEONARDI, La vita per un autore, un autore per secolo attraverso le fonti documentarie del- la vita ¥ ANTONIO PALERMO, Novità sul n.s., n. 17-18, 1996-1997 l’Archivio di Stato di Padova ¥ PAOLO salgarismo ¥ FELICE POZZO, L’anomalo Far S.J. FREEDBERG - W.R. REARICK - P. BERDINI, MAGGIOLO, Il botanico Felice Viali nelle sue West di Salgari ¥ LUCIANO TAMBURINI, Salgari Jacopo Bassano (1510 c.-1592). Tre lezioni relazioni con Francesco Passerini, Lelio torinese: il quadriennio 1894-97 ¥ BRUNO del XXXIV Corso Internazionale di Alta Cultu- Trionfetti e Giambattista Morgagni (e due TRAVERSETTI, La foresta di carta ¥ PAOLA ra tenutosi alla Fondazione Giorgio Cini di lettere di Geminiano Montanari e Giacomo AZZOLINI, L’avventura di Luigi Motta. Appun- Venezia nel 1992 dal titolo “Civiltà di Terra- Grandi sull’Orto dei semplici) ¥ ALESSANDRO ti per una biografia. ferma e Venezia nell’Età dei Bassano”, di PASETTI MEDIN, Nuovi documenti per la villa MARIO GUDERZO. sul colle di Sant’Elena ed i suoi giardini nell’Otto e Novecento. Cimbri - Tzimbar vita e cultura delle comunità cimbre Bollettino rivista del Curatorium Cimbricum del Museo Civico di Padova Bollettino della Biblioteca Civica Veronese rivista padovana di arte antica e moderna di Verona numismatica araldica storia e letteratura direttore resp.: Piero Piazzola direttore: Ennio Sandal vicedirettore: Carlo Caporal direttore resp.: Girolamo Zampieri redazione: Agostino Contò, Claudio Gallo, comitato scientifico: Giuseppe Rama (presi- comitato di redazione: M. Cisotto Nalon, G. Marco Girardi dente), Ezio Bonomi, Giovanni Rapelli Faggian, M. Magliani, G.F. Martinoni, R. periodicità: annuale periodicità: semestrale Parise, F. Pellegrini, G. Smojver editore: Biblioteca Civica, Verona editore: Curatorium Cimbricum Veronense periodicità: annuale sede della redazione: via Cappello, 43 - 37121 sede della redazione: c/o Comunità Montana editore: Museo Civico, Padova Verona - tel. 045/8079710 della Lessinia - via Ca’ di Cozzi, 41 - 37134 sede della redazione: piazza Eremitani, 8 - Verona - tel. 045/991032 - 8401145 - 914066 35138 Padova - tel. 049/8204579 n. 3, autunno 1997 [1999] CATERINA CRESTANI, La bibliotecxa di Giaco- a. X, n. 19, gennaio-giugno 1998 annata LXXXV, 1996 (1998) mo Conte Giuliari (1480) ¥ DANIELA FATTORI, Convegno culturale “Lessinia, terra dei MARIA LUISA BIANCO - Giulio Bodon, I punti Un caso di censura sulla stampa a Verona alla Cimbri” (Cerro Veronese, 5 luglio 1997). informativi elettronici nel Museo Civico Ar- fine del Quattrocento ¥ VALENTINA OLIVASTRI, Presentazione ¥ MARIA HORNUNG, La prove- cheologico: una nuova iniziativa per l’utenza La Historia de Hipolito e Lionora ¥ CLAUDIO nienza del cimbro nell’arco temporale del- ¥ ALESSANDRA FARDIN - ELISABETTA ROSSATO - GALLO - ROBERTO F IORASO (a cura di), Salgarina l’antico altotedesco, del medio altotedesco e SUSANNA TIEPOLO, L’anfiteatro romano di in ricordo di Giuseppe Turcato ¥ ROBERTO del tedesco moderno ¥ HANS TYROLLER, Il Padova: la conoscenza della forma archi- FIORASO, Giuseppe Turcato ¥ GIANNI SCA- dialetto di Luserna nel contesto delle parlate tettonica e nuova ipotesi della configurazione RABELLO, Turcato e il cinema ¥ GIAMPIETRO cimbre ¥ GIAN MARIA VARANINI, Vita religiosa originaria ¥ FRANCESCA COSTAPERARIA, Le SARTORI, Le passioni sportive di Giuseppe nella montagna veronese nel Quattrocento: figurazioni dei mesi nel Salone del Palazzo Turcato ¥ MIRO ROMAGNA, Il collega d’arte ¥ appunti dai testamenti ¥ EUGENIO TURRI, della Ragione a Padova ¥ ANDREA CALORE, Il ANTONIO ROSINO, Uno scacchista veneziano ¥ Permanenze cimbriche nel paesaggio lessinico palazzo Abriani (sec. XV) in contrada S. SILVINO GONZATO, La locanda del “Cappello ¥ LANFRANCO FRANZONI, San Mamaso e l’arte Agostino a Padova ¥ ENRICO NOé, La pala di Nero” ¥ GIOVANNA SPAGARINO VIGLONGO, Dal dei Formaggeri a Malga Vallina di Erbezzo ¥ carteggio Turcato-Viglongo ¥ KATIA L OMBAR- GIANFRANCO GASPERINI, I santi cimbri della DO, Un’intervista a Giuseppe Turcato ¥ MO- Lessinia e territori confinanti ¥ SERGIO B ONATO, NICA RAMA, In memoria di Giuseppe Turcato L’emigrazione cimbra ¥ FERNANDO ZAMPIVA, ¥ PAOLA P ALLOTTINO, ‘Salgariana’ malgrè moi Le principali erbe della farmacopea cimbra. ¥ VITTORIANO BELLATI, Due note salgariane ¥ CRISTIANO DAGLIO, Emilio Salgaro e i fumetti a. X, n. 20, luglio-dicembre 1998 “western” italiani degli anni ’50 ¥ ROBERTO Presentazione ¥ SERGIO BONATO, I Cimbri del FIORASO, Poe e Salgari tra botole e gorghi Veneto tra persistenze e cambiamenti ¥ NINÌ marini ¥ CLAUDIO GALLO, La “primavera fa- BONAZZI PICOTTI, Colonie Alpine per la cura scista” di Emilio Salgari ¥ GIAN PAOLO MAR- climatica dei fanciulli poveri. Cento anni di CHI, “Avevo detto a mia madre che io sarei storia ¥ ATTILIO BENETTI (a cura di), Don stato poeta e capitano di marina”. Appunti sul Gio.Batta Scarmana (7a puntata) ¥ ADELE 73 RIVISTERIA VENETA

“In Pfaffe Runc” ¥ GIOVANNI RAPELLI, Beni- SALA, La chiesa di S. Nicola di Brenzone ¥ gno Petterlini ¥ AULO CRISMA, Mons. Giusep- MARINA REPETTO CONTALDO, La parrocchiale pe Cappelletti ¥ PIERO PIAZZOLA, Domenico e dei Santi Pietro e Paolo di Torri e la sua Leonhard, angeli incoronati ¥ GIUSEPPE R AMA, ricostruzione settecentesca ¥ PIER PAOLO “Mino dai Gauli” ¥ AULO CRISMA, “El Bepo BRUGNOLI, Dai Saletti di S. Ambrogio ai Galetti da la Ferassa” ¥ GIOVANNI RAPELLI, Eligio di Torri del Benaco ¥ DOMENICO FAVA, Biblio- Faggioni. teca Gardesana ¥ DOMENICO F AVA, Tremosine, un balcone sul Garda ¥ CARLO G. VALLI, Un lago, più di un lago ¥ PIER LORENZO VANTINI, Vittorio Viganò.

COSTANTINO, Le coperture in Lessinia (1a par- Il Flaminio te) ¥ Lessinia oggi e domani: GIOVANNI rivista della Comunità Montana VINCENZI, Riflessioni sul tema “La Lessinia delle Prealpi Trevigiane oggi” ¥ VITO MASSALONGO, Una prospettiva Memorie dell’Istituto Veneto futura per la Lessinia: il Parco Naturale ¥ I direttore resp.: Aldo Toffoli di scienze lettere ed arti Massari dei Cimbri: GIUSEPPE RAMA, Eligio comitato di redazione: Giorgio Arnosti, Anto- Classe di scienze morali, lettere ed arti Faggioni, il poeta cimbro di Giazza ¥ MAR- nio Della Libera, Giancarlo Follador, Loreda- CELLO BONARDO, Giovanni Rapelli, onore e na Imperio, Giorgio Mies, Vittorino Pianca, direttore resp.: Leopoldo Mazzarolli vanto del Curatorium ¥ CARLO C APORAL, Capi- Aldo Toffoli, Mario Ulliana editore: Istituto Veneto di scienze lettere ed telli della Lessinia ¥ Un uomo e la sua terra: periodicità: annuale arti, Venezia NADIA MASSELLA, Don Benedetti e le “Predi- editore: Comunità Montana delle Prealpi sede della redazione: campo S. Stefano 2945 che inutili” ¥ Storie e memorie: FERNANDO Trevigiane - 30124 Venezia - tel. 041/5210177 ZAMPIVA, Il filò in Lessinia vicentina. Il ratto sede della redazione: c/o Comunità Montana della sposa ¥ MARIO PIGOZZI, Racconti di pri- delle Prealpi Trevigiane - viale Vittorio Ema- vol. LXXII, 1997 gionia: la mosca ¥ GIOVANNI MOLINARI, nuele II, 67 - 31029 Vittorio Veneto (TV) - GIACOMO N ANI, Della difesa di Venezia, a cura “Tzimbar lentak” - Cimbro vivo 1997/98 ¥ tel. 0438/554788 di GUERRINO FILIPPI. “Etimi e storia”: GIOVANNI RAPELLI, Nuove considerazioni marginali sull’etimo della pa- L’ultimo fascicolo uscito è il numero 10, vol. LXXIII, 1997 rola “Cimbro”. Ancora sulla voce cimbra per giugno 1997 di cui si è dato lo spoglio sul CLAUDIA ZATTA, Incontri con Proteo. “cipolla” ¥ Personaggi cimbri: GIOVANNI “Notiziario” n. 27. RAPELLI, Domenico Catazzo, AULO CRISMA, vol. LXXIV, 1998 Don Marco Pezzo, un Cimbro studioso dei SERGIO L AVARDA, L’anima a Dio e il corpo alla Cimbri ¥ “Vita del Curatorium”. terra. Scelte testamentarie nella terraferma veneta (1575-1631). a. XI, n. 21, gennaio-giugno 1999 Il Garda Ljetzan Giazza. l’ambiente, l’uomo vol. LXXV, 1998 Numero speciale per il 25° di fondazione del MATTEO M ANCINI, Tiziano e le corti d’Asburgo Curatorium Cimbricum Veronense. redazione: Piercarlo Belotti, Domenico Fava, nei documenti degli archivi spagnoli. SILVANO FAGGIONI, Giazza nel cuore di un Antonio Foglio, Fabio Gaggia, Luigi Miele, turista ¥ ALDO RIDOLFI, La valenza storico- Mario Parolotti, Marina Repetto Contaldo, vol. LXXVI, 1998 geografica di un territorio ¥ ROBERTO ZORZIN, Giuliano Sala, Giorgio Vedovelli LUIGI POLACCO, Kyklos. La fenomenologia del Geomorfologia e idrografia ¥ GUIDO ROGHI, editore: Centro Studi per il Territorio cerchio nel pensiero e nell’arte dei greci. Le impronte di dinosauri nella Val di Revolto Benacense, Torri del Benaco (VR) ¥ GIUSEPPE RAMA - ROBERTO ZORZIN, Le grotte sede della redazione: Centro Studi per il Ter- vol. LXXVII, 1998 ¥ VITTORE FORADORI, La Foresta Demaniale ritorio Benacense - via per Albisano, 3 - 37010 ILARIA RIZZINI, L’occhio parlante. Per una dalle origini ai giorni nostri ¥ ROBERTO Torri del Benaco (VR) semeiotica dello sguardo nel mondo antico. NORDERA, Animali e piante ¥ PIERO PIAZZOLA, L’ultimo “comune” cimbro ¥ PIERO PIAZZOLA, Quattordicesima miscellanea di studi, 1998 vol. LXXVIII, 1998 Uomini e cose ¥ MARZIO MILANI, La Giazza ¥ DANIELE ZANINI, Ophrys benacensis O & E. LUCA BOVOLATO, L’arte dei luganegheri a NADIA MASSELLA - GIOVANNI MOLINARI, Am- Danesch, E & K. Ehrendorfen 1975: una Venezia tra Seicento e Settecento. biente e risorse ¥ GIOVANNI RAPELLI, Il tauc ¥ specie paleoibrida della regione insubrica ¥ GIOVANNI MOLINARI Il Museo dei Cimbri ¥ ENRICO CASTELACCIO, Le acque termali del- vol. LXXIX, 1998 Uomini per il Cimbro: Gianni Faè (GIOVANNI l’entroterra gardesano veronese ¥ GIULIANO FRANCESCA CAVAGGIONI, L. Apuleio Saturnino RAPELLI), Hugo F. Resch (GIOVANNI RAPELLI), tribunus plebis seditiosus. Marco Scovazzi (PIERO PIAZZOLA) ¥ GIOVANNI MOLINARI (a cura di), Cimbro vivo ¥ AULO vol. LXXX, 1998 CRISMA - EZIO BONOMI, L’anno a Giazza ¥ MARCELLO M ONTALTO, “Sii grande e infelice”. PALMIRA PETTINARI, Vestiti e corredo del pas- Litteratorum infelicitas. Miseria humanae sato ¥ CARLO CAPORAL, Pittura e scultura ¥ condicionis nel pensiero umanistico (1416- OTELLO PERAZZOLI, Aspetti del canto popolare 1527). ¥ ALESSANDRO ANDERLONI, I canti cimbri ¥ GIUSEPPE RAMA, Creature fantastiche ¥ GIU- vol. LXXXI, 1999 SEPPE RAMA, Il Basilisco ¥ EZIO BONOMI, La GIOVAN BATTISTA PELLEGRINI S.E. - PAOLA leggenda del santo pastore ¥ AULO CRISMA, BARBIERATO, Comparazioni lessicali “retro-

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romanze”. Complemento ai “saggi ladini” di lità nella ricerca (alcuni problemi del suo G.I. Ascoli. seguace Otto Prokop) ¥ FRANCESCO BERTOLA, Raggi X dall’universo ¥ PAOLO SPEZZANI, I vol. LXXXII, 1999 raggi X nell’arte ieri ed oggi ¥ CARLO D OLCETTA, JANYE ANDRESON, Collecting connosseurship Effetto indotto di una fiera sull’economia ¥ and the art market in Risorgimento . ACHILLE O LIVIERI, “Dipingere” ed “imaginar”. Giovanni Morelli’s Letters to his cousin (1866- Arte ed eresia nel Cinquecento veneto: Ric- 1872). cardo Perucolo ¥ ALDO STELLA, Aspetti ete- rodossi nel Cinquecento veneto ¥ ANTONIO vol. LXXXIII, 1999 MORSOLETTO, Risvolti politici e sociali di tre ANDREA CAFARELLI, La terra avara. Aspetti consigli comunali vicentini (aa. 1252, 1254) ¥ fondiari e forme di conduzione agraria nella LORENZO ALBERTO PINNA, Gli effimeri monu- bassa friulana (1866-1914). SCARSELLA, Bibliografia e sociologia del testo menti della scienza: divagazioni di un biochi- ¥ ALESSIA GIACHERY, Metodologia del libro mico ¥ MARINO NICOLINI, Gli effimeri monu- antico nelle riviste professionali italiane menti della scienza: divagazioni di un chimi- (1995-1996) . co ¥ GIOVANNI LUIGI FONTANA, La “Fabbrica Alta” e l’“ecomuseo” della civiltà industria- Miscellanea marciana vol. XII, 1997 le: progetti o chimere? ¥ MARIANO NARDELLO, Scritti in memoria di Emilio Teza, a cura di Elia Dalla Costa e Girolamo Bettanin: storia direttore resp.: Gian Albino Ravalli Modoni DELIO VANIA PROVERBIO ¥ MARINO ZORZI, Pre- di un’amicizia (1886-1948) ¥ LUCIO P EGORARO, redazione: Gian Albino Ravalli Modoni, Ste- sentazione ¥ ALBERTO CAMPLANI, Note La Corte costituzionale: un “potere aristo- fania Rossi Minutelli, Alessandro Scarsella, bardesanitiche ¥ GIANFRANCO FIACCADORI, Ri- cratico” a custodia della Costituzione? ¥ ET- Marino Zorzi pristino dell’omelia etiopica sull’arcangelo TORE GALLO, I limiti costituzionali all’inter- periodicità: annuale Afnin ¥ GIANFRANCESCO LUSINI, Tradizione e vento ispettivo del ministro sulla magistratu- editore: Ministero per i Beni Culturali e Am- redazione delle regole monastiche etiopiche ¥ ra ¥ Cronache accademiche: Le cariche so- bientali, Roma - Biblioteca Nazionale Mar- DELIO VANIA PROVERBIO, Vestigia ermetiche ciali per il quadriennio 1995-1998 ¥ Albo ciana, Venezia nella tradizione prosastica araba relativa ad degli Accademici Olimpici (al 31 dicembre sede della redazione: San Marco, 7 - 30124 Alessandro Magno ¥ DELIO VANIA PROVERBIO, 1996) ¥ Relazione del Presidente sen. prof. Venezia - tel. 041/5208788 Opere scientifiche di Taqi ad Din Muhammad Alessandro Faedo ¥ Relazione del Presidente ibn Ma‘ruf nel fondo arabo della Biblioteca avv. Lorenzo Pellizzari ¥ Calendario dell’an- vol. X-XI, 1995-1996 Apostolica Vaticana ¥ DELIO VANIA PROVER- no accademico 1994-1995 ¥ Calendario del- Metodologia bibliografica e storia del libro, BIO, Apocrypha Arabica. Le recensioni arabe l’anno accademico 1995-1996 ¥ Incontro con Atti del seminario sul libro antico offerti a degli Acta Pauli et Theclae ¥ OSVALDO R AINERI, l’Accademico Giorgio Oliva 31 marzo 1995 ¥ Dennis E. Rhodes, a cura di ALESSANDRO Zeus in Etiopia: dal ms. Comb. et s. 12 della Incontro con l’Accademico Otello De Maria SCARSELLA. Biblioteca Apostolica Vaticana ¥ ANTONIO 19 aprile 1996 ¥ Commemorazioni: Girolamo DENNIS E. RHODES, La battaglia di Lepanto e RIGO, Un’ambasciata serba e uan bizantina Capra - Pier Giuseppe Cevese - Giuseppe la stampa popolare a Venezia. Studio bi- presso i Mamelucchi e il martirio di Michele Faggin - Pietro Laverda - Adone Maltauro. ° ° bliografico ¥ ALFREDO SERRAI, La specificità il giovane ad Alessandria (1315-1320). 4 Premio Biennale “Hoc Opus” 1994 ¥ 5 della bibliografia ¥ VALENTINO ROMANI, Premio Biennale “Accademia Olimpica” Bibliologia: istruzioni per l’uso. La descrizio- 1995. ne del libro. Il foglio di stampa. Elogia della fraschetta ¥ LORENZO B ALDACCHINI, Dal mano- scritto all’incunabolo: continuità o rottura? Odeo Olimpico Note su qualche studio recente ¥ LORENZO Memorie dell’Accademia Olimpica CARPANé, L’effettività del referente: riflessio- di Vicenza Padova e il suo territorio ni a margine degli Annali della tipografia rivista di storia arte e cultura veronese del ’500 tra bibliografia, storia, direttore: Lorenzo Pellizzari linguistica e filologia ¥ MARIELLA MAGLIANI, editore: Accademia Olimpica - Vicenza presidenza: Dino Marchiorello La tipografia padovana del XVI secolo: rasse- sede della redazione: c/o Accademia Olimpi- direttore resp.: Luigi Montobbio gna bibliografica e stato della ricerca ¥ MAR- ca - largo Goethe, 3 - 36100 Vicenza - tel. direzione: Luigi Montobbio, Giorgio Ronconi, CO CALLEGARI, Il mondo della stampa a Pado- 0444/324376 Camillo Semenzato, Paolo Baldin va alla fine del Cinquecento ¥ AGOSTINO CON- redazione: Giuseppe Iori, Luciano Morbiato, Tñ, Note per un primo bilancio della ricerca Ð XXII, 1995-1996 Luisa di San Bonifacio Scimeni, Mirco Zago ancora in corsoÐ su/ Libri, librai, stampatori ETTORE GALLO, Quali riforme costituziona- periodicità: bimestrale a Treviso nel Cinquecento ¥ RENATO ZIRONDA, li? Problemi di metodo e di merito ¥ LINO editore: La Garangola, Padova Nuovi contributi alla storia della stampa a MATTAROLO, Scuola e lavoro a Bassano ¥ sede della redazione: via Montona, 4 - 35137 Vicenza nel XVI secolo ¥ MARIA NICOLETTA FRANCESCO FRAMARIN, Valichi e trasporti at- Padova - tel. 049/8750550 - fax 049/8751743 SIMEONE, Stampatori e librai nella Vicenza del traverso le Alpi ¥ GAETANO THIENE - CRISTINA XVI secolo ¥ ANTONELLA S ATTIN, Un caso vene- BASSO, L’Università di Padova e le origini a. XIII, fasc. 72, marzo-aprile 1998 ziano di nuova emissione: l’Opera Omnia di della medicina moderna ¥ FRANCESCA VALEN- Editoriale ¥ Testimonianze [su Giulio Bre- Bartolo di Sassoferrato del 1548-1550 ¥ DENNIS TE, La promozione della cultura italiana al- sciani Alvarez]: scritti di PAOLO GIARETTA - RHODES, Il libro italiano del Seicento: un l’estero ¥ ARMANDO BALDUINO, Preliminari su IVO ROSSI - PASQUALE SCARPATI - LUISA FIOCCO secolo di sfide ¥ WALTER PANCIERA, Aspetti Tasso e la musica ¥ FERNANDO B ANDINI, Parole - PIETRO ZARAMELLA - PAOLO GANGUZZA - PIER tecnologici delle stamperie veneziane tra Cin- e musica in Tasso ¥ FRANCO ALBERTO GALLO, LUIGI FANTELLI - VITTORIO DAL PIAZ ¥ CLAUDIO que e Settecento ¥ TIZIANA PLEBANI, Ci sono le Prima e dopo Armida: i “lamenti” mantovani BELLINATI, Un singolare esploratore di archi- donne nella storia del libro? ¥ ALESSANDRO ¥ OTTO P ROKOP, Buona sorte, sfortuna e casua- vi ecclesiastici ¥ GIULIANA MAZZI, La costru- 75 RIVISTERIA VENETA

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XIV, fasc. 77, gennaio-febbraio 1999 ELIO FRANZIN, Il generale Sextius De Miollis e Editoriale ¥ ANGELO AUGELLO, Bentsik e il l’architetto Giuseppe Jappelli ¥ GIORGIO senso della città ¥ MARIA LETIZIA PANAJOTTI, RONCONI, Leopardi e Padova ¥ ELISA F RASSON, L’urbanistica padovana tra passato e futuro ¥ Le antiche Accademie padovane ¥ CAMILLO ADRIANO VERDI, L’arredo urbano a Padova ¥ SEMENZATO, Una mostra a Padova di Giò MARIANGELA BALLO, Ettore Bentsik e la zona zione del sistema cinquecentesco ¥ LOREDANA Pomodoro ¥ PAOLO TIETO, I Gasparini di Pio- industriale di Padova ¥ GILBERTO MURARO, OLIVATO, Sui resti di Roma: il Palazzo della ve ¥ FRANCESCO BOTTIN, Charles Bernard Padova e la sua economia, vent’anni dopo ¥ Ragione tra forma e memoria ¥ FRANCESCA Schmitt diventa per sempre padovano ¥ PLINIO FRANCESCO IORI, Padova tra miraggi di gran- D’ARCAIS, Nuovi documenti per la fabbrica PIETRO ROMAGNA, L’evoluzione della città dai dezza e la voglia di essere se stessa ¥ FRANCE- rinascimentale di Santa Giustina ¥ GIOVANNI cataloghi della Fiera ¥ MANLIO C ORTELAZZO (a SCO CASSANDRO, Bentsik e la grande viabilità LORENZONI, Ancora sulla tomba di Sant’Anto- cura di), Parole padovane. padovana ¥ GIUSEPPE ZACCARIA, Università e nio ¥ RENZO FONTANA, Un rilievo della Domus città: verso una sinergia concertata ¥ PASQUA- Comunis di Piove di Sacco e qualche nota a. XIII, fasc. 75, settembre-ottobre 1998 LE SCARPATI, La scuola padovana verso il sulla rifabbrica Jappelliana ¥ LIDIA GUMIERO Editoriale ¥ LUCA C ABURLOTTO, Magnificentia 2000 ¥ ALDO COMELLO, La salvaguardia del SALOMONI, La Chiesa del Torresino e l’inter- e Auctoritas. Porte e archi trionfali a Padova patrimonio monumentale ¥ RUGGERO M ENATO, vento di Carlo Scarpa ¥ GIORGIO BARONI, Il fra Cinque e Seicento ¥ ANTONIO BOSCARDIN, Padova, una città “integrata”? ¥ MARGHERITA teatro la Fenice confrontato con il Palazzo Alla ricerca di una porta scomparsa ¥ ANNA CARNIELLO, Nuove e vecchie povertà nella Dotto Vigodarzere ¥ ENRICA COZZI, Pittura MARIA S PIAZZI, Il restauro del dipinto di Pietro Padova del duemila ¥ DANIELA B ORESI, Sanità: medievale a Padova e nel territorio prima di Damini nella chiesa di Santa Maria delle la sfida del terzo millennio ¥ TONI GROSSI, La Giotto ¥ GIOVANNI GORINI, Architettura su Grazie ¥ PIERO LAZZARIN, I cento anni del Padova dello sport ¥ MANLIO CORTELAZZO (a monete padovane carraresi ¥ ANNA MARIA Mes=saggero ¥ ANDREA CALORE, L’oratorio cura di), Parole padovane ¥ Indice dell’anna- SPIAZZI, Il restauro della Madonna con il della Beata Vergine della Salute in borgo ta 1998. Bambino nella Chiesa degli Eremitani ¥ DAVI- Santa Croce ¥ CAMILLO C ORRAIN, L’abbazia di DE BANZATO, Un’aggiunta al catalogo di An- Santa Maria della Vangadizza e il territorio a. XIV, fasc. 78, marzo-aprile 1999 tonio Triva ¥ ISABELLA OTTOBRE, L’Urbs picta padovano ¥ LUCIANO MORBIATO, Ettore Rassi: Editoriale ¥ FEDERICA TONIOLO, L’Evange- nell’area veneta centro settentrionale e il bibliotecario che amava il cinema ¥ MARILLA listario della Cattedrale di Padova ¥ CLAUDIO tridentina ¥ FRANCO BERNABEI, Pietro Selvati- BATTILANA, La città mentale di Paolo Barbaro BELLINATI, L’Epistolario miniato di Giovanni co: un ricordo e una messa a punto ¥ GIULIO ¥ MIRCO ZAGO, I giovani scrittori padovani ¥ da Gaibana ¥ FURIO BRUGNOLO, Il “Roman BRESCIANI ALVAREZ, L’Istituto d’Arte Pietro MANLIO CORTELAZZO (a cura di), Parole pa- d’Alexandre” in un prezioso codice duecen- Selvatico e le sue origini ¥ TINA BODINI, La dovane. tesco, forse di origine padovana ¥ MARTA scuola orafa del “Pietro Selvatico” dal se- MINAZZATO, La tradizione giottesca: gli condo dopoguerra ad oggi ¥ RENATA M ACCATO, a. XIII, fasc. 76, novembre-dicembre 1998 antifonari della Cattedrale e della collegiata Il “Pietro Selvatico” e l’educazione artistica Editoriale ¥ MARIA LAURA SOPPELSA, Giusep- di Monselice ¥ FRANCESCO G.B. TROLESE, Un ¥ LUISA BAZZANELLA, Oggetti plastici di pe Toaldo e l’Illuminismo veneto ¥ STEFANO antico Lezionario per il Monastero di Santa Giampaolo Babetto ¥ RENATO D’ANTIGA, An- CASATI, Giuseppe Toaldo filosofo del plenilu- Giustina in mostra nella sala della Ragione ¥ drea Rublev e la mistica esicasta ¥ DANIELA nio ¥ ANTONIO LEPSCHY, Giuseppe Toaldo e il GIANFELICE PERON, Il “commento figurato” BOBISUT, Matematica e arte nel Veneto ¥ In- parafulmine ¥ SILIO RIGATTI LUCHINI, Giusep- dell’Entreé d’Espagne • ROBERTO BENEDETTI, contri a Padova nei mesi di aprile-maggio pe Toaldo e le tavole di vitalità ¥ GIUSEPPE Un episodio tristaniano a Padova ¥ AULO 1998. ONGARO, Toaldo, Salmon e Stendhal ¥ MARCO DONADELLO, La redazione padovana del Fiore RESTIGLIAN, Giuseppe Toaldo e l’edizione del- di virtù ¥ GIORDANA CANOVA MARIANI, I codici a. XIII, fasc. 73, maggio-giugno 1998 le opere di Galileo ¥ LUISA PIGATTO, La “Sala dell’età carrarese ¥ LUCA B AGGIO, La Chronica Editoriale ¥ JUSTO BONETTO, L’abitazione pa- delle Figure” della Specola di Padova ¥ de Carrariensibus: storia e arte come propa- dovana di Giacomo Casanova ¥ FRANCO DE MANLIO PASTORE STOCCHI, Visitatori settecen- ganda ¥ TIZIANA FRANCO, Il Maestro della CHECCHI, La peste a Padova negli anni 1555- teschi della Specola ¥ NICOLñ DALLAPORTA, Novella e la sua attività padovana ¥ ALBERTA 56 ¥ DILVA P RINCIVALLI, Francesco Santacroce, L’uomo e il cosmo: il principio antropico tra DE N ICOLñ S ALMAZO, Il rinnovamento del libro detto anche patavino ¥ ALESSANDRO PASETTI scienza e filosofia ¥ DAVIDE BANZATO, Antonio a Padova nell’età dell’Umanesimo ¥ MICHELA MEDIN, Progetti inediti di architettura e deco- BENETAZZO, Giovanni Vendramin miniatore razione per le Terme di Battaglia ¥ ANTONIO padovano del tardo Quattrocento ¥ SUSY BORIN, L’antica navigazione sul fiumicello di MARCON, Bartolomeo Sanvito ¥ GIOVANNA B AL- Montagnana ¥ ELIO FRANZIN, Gli interventi DISSIN MOLLI, Diplomi di laurea, carte di per il Piovego. Dalla memoria ai progetti monacazione e libri liturgici ¥ PAOLA F ERRARO urbani ¥ GUIDO BELTRAME, La sistemazione VETTORE, A Praglia la miniatura celebra la della chiesa di San Luca e l’attribuzione di Parola ¥ MANLIO CORTELAZZO (a cura di), una pala a Cosroe Dusi ¥ GIORGIO PULLINI, Parole padovane. Tredici spettacoli nella stagione del Verdi ¥ FRANCESCA DIANO, La scarpa e l’immagina- a. XIV, fasc. 79, maggio-giugno 1999 rio. Un museo della calzatura a Strà ¥ MANLIO FRANCESCO GREGORIO, La cattedrale di Pado- CORTELAZZO (a cura di), Parole padovane. va in età medievale ¥ ELIO FRANZIN, La conca 76 RIVISTERIA VENETA

¥ GIAMPAOLO LOTTER, Un poeta veneziano dei del passato ad Arabba (Livinallongo/Fodom - nostri tempi: Attilio Carminati ¥ CANDIDO Belluno): il cardinale Rafel Merry del Val ¥ TECCHIO, Il “folle volo” su Vienna ¥ Ticket a GIOVANNI F ONTANA, Schio 1999 ¥ ENZO B UCCERI, Venezia? ¥ I nuovi smalti di Gabriella Gabrini Le antiche icone ¥ NERIO DE CARLO, La casata ¥ MICHELE FERIGO, S. Miniato al Tedesco ¥ di Porcia - Brugnera. ETTORE LAGOMARSINO, Archeologia nella la- guna di Venezia.

n. 47, dicembre 1998 CARLO DELLA C ORTE, L’interramento del leone Quaderni di cultura cimbra ¥ CAMILLO CORRAIN, L’abbazia di S. Maria della Vangadizza ¥ RENATO ARTESI, Edizione direttore: Sergio Bonato de’ Classici Italiani. 1802-1814 ¥ OLIVIERO periodicità: semestrale idraulica delle Porte Contarine e la naviga- FRANZONI, Antiche notarelle sul clima della editore: Istituto di Cultura Cimbra, Roana (VI) zione fluviale ¥ ADRIANO VERDI, Lo jutificio di Valle Camonica ¥ Aforismi, appunti, fram- sede della redazione: via Maggiore - 36010 Piazzola sul Brenta ¥ CARLO FRISON, La rico- menti di Ennio Flaiano ¥ RICCARDO VIANELLO, Roana (VI) - tel. 0424/66106 struzione della centuriazione meridionale del Venezia 13 maggio 1797: il primo giorno padovano ¥ LUIGI PAGANO, Monumenti scom- della non democrazia ¥ GIOVANNI ZALIN, Il L’ultimo fascicolo pervenuto è il n. 42 del parsi di Saccolongo ¥ EVELINA BERGAMASCO, “mal della rosa” nel veronese tra XVIII e XX luglio 1997, segnalato sul “Notiziario Biblio- L’associazionismo operaio a Monselice ¥ secolo ¥ LUCIANO BUZZETTI, Il primo franco- grafico” n. 27. MARIELLA MAGLIANI, Ricordo di Libero Mar- bollo d’Italia. Il lombardo-veneto ¥ MANLIO zetto ¥ GIORGIO P ULLINI, Una stagione di dodici CORTELAZZO, Rifare il nome del nonno ¥ NINO spettacoli di prosa al Verdi ¥ MANLIO AGOSTINETTI, Il leone di Lissa ¥ ANTONIO R AMIN, CORTELAZZO (a cura di), Parole padovane. Keinen Eid auf diesen Führer ¥ NERIO DE CARLO, Sissi: una bella donna nel posto e nel Il Santo tempo sbagliati ¥ Il mito di Sissi ¥ Il museo dei rivista francescana di storia “Cuchi” ¥ LUIGI PIVA, L’ultimo capriccio del dottrina e arte vecchio Isidoro ¥ In carrozza lungo l’Adige Quaderni del Lombardo Veneto (E.P.) ¥ ORIETTA ALTIERI, La comunità ebraica direttore resp.: Giacomo Panteghini direttore: Luciano Bertazzo direttore: Nino Agostinetti comitato di redazione: Luca Baggio, Giovan- comitato di redazione: Mario Balestra, Mario na Baldissin, Francesca Castellani, Paolo Bernardi, Ernesto Brancaleoni, Beppino Floretta, Vergilio Gamboso, Donato Gallo, Daberto, Giovanni Fontana, Virgilio Gior- Isidoro L. Gatti, Maria Nevilla Massaro, An- mani, Giovanna Ludovico, Alessandro Pa- tonio Rigon, Andrea Tilatti glia, Elio Papuzzi periodicità: quadrimestrale periodicità: semestrale editore: Associazione Centro Studi Antoniani, editore: Associazione Culturale Lombardo- Padova Veneto, Padova sede della redazione: piazza del Santo, 11 - sede della redazione: via C. Moro, 13 - 35141 35123 Padova - tel. 049/8762177-8242811 - Padova fax 049/8762187 di Gorizia: un ricordo ¥ RENATO MARTINELLO, n. 46, giugno 1998 Barche e barcari, canali e fiumi ¥ MARIO a. XXXVIII, s. II, fasc. 1-2, GIOVAN BATTISTA PELLEGRINI, Cose turche BERNARDI, Il viaggio ¥ LORENZO BRUNAZZO, Il gennaio - agosto 1998 (come piacciono le invenzioni popolari di terzo evangelista è sepolto a Padova? ¥ PIETRO BERNARDINO FERNANDO DA COSTA MARQUES, storielle locali) ¥ OLIVIERO F RANZONI, Anche in RANDI, Wolfgang Amadeus Mozart (1756- Presenze antoniane nella “Summa Sermo- Valle Camonica si beveva l’acqua di Nocera 1791). 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Corrado Tumiati dell’Alpenvorland ¥ MARIUCCIA BARALDO (1885-1968) ¥ RENATO A RTESI, Poeti inglesi in BAZZARO, Pevarini e Zaleti ¥ ELIO PAPUZZI, Italia ¥ PIETRO R ANDI, Gustav Mahler Kalischt, Storia di un cavallo imperiale ¥ MICHELANGELO Boemia 1860 - Vienna 1911 ¥ LUIGI N ARDO, “Il CORAZZA, Gelatieri zoldani a Vienna ¥ Salvanello” ¥ CHIARA CREPALDI, Valzer impe- PIERANDREA BRANCALEONI, Cronache asolane riale ¥ OLIVIERO F RANZONI, Di alcuni istriani in a cavallo di secolo ¥ VITO P ALLABAZZER, Riflet- Valle Camonica ¥ GIANNI CAMERI, Lasciare tendo su un toponimo ampezzano: Travenanzes Trieste ¥ BEPPINO DABERTO, Un illustre ospite 77 RIVISTERIA VENETA

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Bollettino del Centro internazionale Dottore della Chiesa (1946-1996) ¥ VIRGILIO A proposito del Catalogo dei codici del mona- di storia dello spazio e del tempo GIORMANI, Un contrabbando di tabacco al stero di S. Cruz di Coimbra ¥ UGO SERRAG- Santo nel 1781 per fra’ Angelo Ziliani e la sua GIOTTO, Una sequenza in onore di sant’Anto- direttore resp.: Giampiero Bozzolato collezione ornitologica ¥ Le Carte duecen- nio di Padova in un inedito manoscritto bolo- tesche del Sacro Convento di Assisi (Istru- comitato di redazione: Enrico Berti, Paolo gnese del secolo XIII ¥ ROBERTO RUSCONI, Ad Campogalliani, Adelino Cattani, Paolo Maz- menti, 1168-1300): LUCIANO BERTAZZO, La cognitionem scientiae festinare. Gli studi nel- zoldi, Mario Quaranta collana “Fonti e studi francescani” ¥ ANTONIO l’Università e nei conventi di Padova nei editore: Edizioni Centro Internazionale di Sto- RIGON, Le Carte duecentesche del Sacro Con- secoli XIII e XIV. Note di lettura ¥ FRANCISCO ria dello Spazio e del Tempo, Brugine (PD) vento di Assisi e la storia francescana ¥ GIU- CHAVERO BLANCO, El sermón “Iste pauper sede della redazione: via Roma, 86/A - 35020 SEPPE AVARUCCI, Le Carte del Sacro Conven- clamavit” y la teología de san Buenaventura Brugine (PD) - tel. 049/5806768 to: una lettura paleografica ¥ NICOLANGELO ¥ LORENZO DI FONZO, Il minorita inglese Gio- D’ACUNTO, Gli Istrumenti del Sacro Convento vanni Foxholes maestro scotista e arcivesco- Supplemento al n. 13 (non uscito), 1999 per la storia di Assisi ¥ FRANCESCO SANTUCCI, vo (ca. 1415-1475) ¥ GIOSÉ GARCêA ORO, ILYA PRIGOGINE, Tempo, determinismo, dive- Toponomastica assisana nelle Carte Franciscanismo en tiempos de crisis. Refle- nire. Strumenti, fonti e documenti per una duecentesche del Sacro Convento ¥ ISIDORO xiones historiográficas sobre la tensión ricognizione storiografica. 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Antonio di caduta di Venezia ¥ LUIGI TOMAZ, I fedelissimi “IHS” ¥ ALBERTA DE NICOLñ SALMAZO, L’af- Padova nella chiesa di S. Francesco di Schiavoni ¥ La Biblioteca della Scuola fresco di Andrea Mantegna al Santo: un in- Conegliano ¥ DANIELA CAVERZAN, I graduali Dalmata ¥ Verbale Convocato Generale ¥ contro di “maestosa gravità” ¥ GIOVANNA miniati dell’arcivescovo Rinaldo Graziani OFM Elenco Confratelli e Consorelle. BALDISSIN MOLLI, Problemi iconografici del Conv. nella Biblioteca Comunale di Bagna- san Bernardino di Andrea Mantegna ¥ cavallo: storia e stile ¥ MONICA CASTELLARIN, n. 34, 1998/1 GIORDANA MARIANI CANOVA, Influssi mante- Una tavoletta olandese del secolo XVIII al GIOVANNI PAOLO II, Tertio Millennio Adve- gneschi nella miniatura rinascimentale a Pa- Museo Antoniano ¥ LUDOVICO BERTAZZO, Tre niente ¥ TULLIO VALLERY, La Scuola Dalmata dova ¥ DONATO GALLO, San Bernardino da dei SS. Giorgio e Trifone (I) ¥ HARULA ECO- Siena e Padova: predicazione, devozione ci- NOMOPOLOUS, Prosopografia di un eroe: Gior- vica e culto ¥ FABRIZIO MAGANI, La “fortuna” gio Castriota Scanderbeg nel Battesimo dei di Andrea Mantegna a Padova tra Settecento Seleniti di Vittore Carpaccio. e Ottocento ¥ ANNA MARIA SPIAZZI, Il restauro dei frammenti del ciclo di affreschi della Cap- n. 35, 1998/2 pella Ovetari agli Eremitani. GIOVANNI PAOLO II, Tertio Millennio Adve- MARIA DE LOURDES SIRGADO GANHO, Sant’An- niente ¥ TULLIO VALLERY, La Scuola Dalmata tonio nei Sermoni di P. Antonio Vieira S.J. dei SS. Giorgio e Trifone (II) ¥ SERGIO BRCIC, (1608-1697) ¥ STEFANO DI ORSIO, Rassegna e Una insolita proposta ¥ EDDA M OLINARI F ROSINI, rilievi critici a proposito di una nuova storia Mons. Giovanni Lovrovich ¥ LUIGI TOMAZ, dei Frati Minori Conventuali ¥ GIAN LUIGI Mons. Matteo Fillini ¥ TULVA, La scuola adot- 78 RIVISTERIA VENETA

stantino Gatti, Clemente di Thiene, Attilio ALTRE RIVISTE Schneck SEGNALATE periodicità: trimestrale editore: Europrint - Quinto di Treviso (TV) sede della redazione: via Gramsci, 4 - 31055 Quinto di Treviso (TV) - tel. 0422/371080 Il Baldo Quaderno culturale Occhi coordinamento: Maurizio Delibori periodicità: annuale ta un monumento ¥ Biblioteca della Scuola ¥ direttore resp.: Diego Mascotto editore: Centro Turistico Giovanile Animato- periodicità: mensile Verbale del Convocato Generale ¥ Elenco ri Culturali e Ambientali “Monte Baldo”, Confratelli e Consorelle. editore: Edizioni Idee, Romano d’Ezzelino Caprino (VR) (VI) sede della redazione: via Sandri, 24 - 37013 sede della redazione: v.lo Jacopo Da Ponte, Caprino (VR) - tel. 045/ 6260228 - 7242550 12 - 36061 Bassano del Grappa (VI) - tel. 0424/ 525765 Thesaurismata Bollettino dell’Istituto Ellenico di studi El Campanon bizantini e postbizantini di Venezia rivista di storia tradizione Quatro Ciàcoe arte attualità economia mensile in dialeto de cultura direttore resp.: Nikolaos M. Panayotakis a cura della Famiglia Feltrina periodicità: annuale e tradission venete editore: Istituto Ellenico di studi bizantini e direttore resp.: Carlo Zoldan direttore resp.: Mario Klein post-bizantini, Venezia vicedirettore: Luigi Tatto periodicità: mensile sede della redazione: Castello, 3412 - Campo comitato di redazione: Renato Beino, Claudio dei Greci - 30122 Venezia - tel. 041/5226581 Comel, Luigi Doriguzzi, Michele Doriguzzi, editore: Editoriale Padova, Padova - fax 041/5238248 Luisa Meneghel, Gabriele Turrin, Carlo Zoldan sede della redazione: via Turazza, 19/A - periodicità: semestrale 35128 Padova - tel. 049/8074891 vol. 28, 1998 editore: Famiglia Feltrina, Feltre (BL) In memoria di N.M. Panagiotakis. sede della redazione: c/o Famiglia Feltrina - G. MAVROMATIS, Nikolaos M. Panagiotakis Palazzo Tomitano - c.p. 18 - 32032 Feltre (BL) Turismo veneto (1935-1997) ¥ GUILLAUME SAINT GUILLAIN, Nicolò Adoldo, seigneur de Seriphos ¥ ANTO- direttore resp.: Anna Renda NIO RIGO, Lo Horismòs di Sinan Pascia, la Dolomiti periodicità: bimetrale presa di Ioannina (1430) e la lettera del sulta- rivista di cultura ed attualità editore: Turismo Veneto, Mestre (VE) no Murad II ¥ DIANE T OULIATOS-MILES, Ioannes sede della redazione: via Altobello, 8/B - Plousiadenos: the Man, His Music and His della provincia di Belluno 30172 Mestre (VE) - tel. 041/940258 musical Treatise ¥ CHRYSSA DAMIANAKI-RO- MANO, Zuan Zorzi Lascaris called Pyrgoteles: direttore resp.: Sergio Sacco a Greek Sculptor in Renaissance veneto ¥ G. periodicità: bimestrale PANGRATIS, Mercanti di Giannina a Venezia a editore: Istituto Bellunese di ricerche sociali e Ventaglio novanta metà del XVI secolo (1550-1567) ¥ PH. BA- culturali, Belluno periodico semestrale di turismo, cultura, ROUTSOS, the public auction of the 1578 taxes sede della redazione: piazza Piloni, 11 - 32100 attualità e promozione del Polesine in the city of Candia. The tax farrmers’ Belluno - tel. 0437/942825 abstention ¥ G. KARAMANOLIS, Epigrammi ine- direttore resp.: Lino Segantin diti di Massimo Margunios in manoscritti e periodicità: semestrale stampati dalla Biblioteca Marciana ¥ MARIA Idee editore: “La Torre” Cooperativa Turismo & PLASTIRA-VALKANU, Epigramma eroico- cento pagine di emozioni Cultura, Rovigo elegiaco di Ippolito metropolita di Chio ¥ H.E. sede della redazione: Via Oberdan, 17 - 45100 KALLERGHIS, Osservazioni sulla metrica di direttore resp.: Diego Mascotto Rovigo - tel. 0425/25795 alcuni epigrammi in greco antico di eruditi periodicità: trimestrale greci del XVI e XVII secolo ¥ C. LUCIANI, Un editore: Edizioni Idee, Romano d’Ezzelino madrigale di Andrea Cornaro per il Pastor (VI) Fido di Guarini rappresentato a Creta ¥ S. sede della redazione: via Cunizza, 5 - 36060 LAMBAKIS, Il dialogo dell’Angelo e del Vec- Romano d’Ezzelino (VI) - tel. 0424/32828 - chio nella cretese “Rivelazione della Madon- 0336/666513 na” ¥ VIKI DOULAVERA, Ignoto compianto per la morte di Michele il Valoroso ¥ W. PUCHNER, Nuove informazioni su rappresentazioni tea- trali dei Gesuiti a Costantinopoli (1614-1615) Le Tre Venezie ¥ W. PUCHNER, Abbozzo di un dramma religio- rivista per promuovere e valorizzare so di un ignoto poeta di Chio su S. Isidoro storia, cultura, arte, economia all’epoca della Controriforma ¥ P. KITRO- LIMIDES, the identity of a Book. European power direttore resp.: Tonino Bortoletto politics and ideologicak motivations in coordinamento editoriale: Marita Busetti, Agapios Loverdos’s (Venice 1791). Renato Corrà, Alberto Dalle Carbonare, Co- 79 periodicità: quadrimestrale Giunta regionale del Veneto - Centro Culturale di Villa Settembrini 30171 Mestre Venezia - Via Carducci 32 spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/c Legge 662/96 taxe perçue - tassa riscossa - Filiale di Padova in caso di mancato recapito restituire al mittente