La Val Germanasca Terra Dei Valdesi Sweetmountains “Scegliere La Val Germanasca Come Meta
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/03 La Val Germanasca terra dei Valdesi sweetmountains “Scegliere la Val Germanasca come meta per una vacanza o per una semplice giornata in montagna è una decisione anticonformista secondo i canoni dei flussi “ turistici convenzionali INTRODUZIONE La valle contro corrente 03 L'autore Simone Bobbio, giornalista, è riuscito a coniugare la professione con una particolare sindrome acuta di "mal di montagna”, che ha iniziato a manifestarsi sin dalla tenera età. È stato redattore delle riviste "Alp" e LUOGHI E ITINERARI "La rivista della montagna" e collabora con Prali: il turismo l'associazione Dislivelli di cui è membro del consiglio valdese 05 direttivo. Mappe Massello, l'accoglienza Per gentile concessione di Fraternali Editore che non ti aspetti 08 Per acquistare le mappe complete www.fraternalieditore.it Editore Dislivelli, IL SENTIERO DEI LUOGHI viale Pier Andrea Mattioli 39, 10125 Torino Lungo il Glorioso tel. +39.011.5647406 Rimpatrio 11 Progetto grafico Bodà - www.boda.it www.sweetmountains.it SWEET&SLOW [email protected] Un vero vino di montagna 13 CULTURA In copertina Una montagna da In mountain bike davanti alla cascata del Pis di scoprire 14 Massello (foto archivio Foresteria Massello) sweetmountains FEBBRAIO 201 5 2 isalire la Val Germanasca è Valdesi dai secoli bui delle persecuzioni un’esperienza controcorrente non religiose agli anni luminosi della libertà di La valle R culto. Si comincia dalla prima data solo per gli ovvi motivi scientifici studiati dall’idrografia: si tratta piuttosto di significativa, il 1533, quando a Prali si una considerazione basata sulla storia e celebra il Sinodo di adesione alla Riforma contro sulla cultura che si possono vivere e protestante, appena un anno dopo l’Editto respirare ancora oggi in questa piccola di Chanforan che trasformò il Valdismo valle laterale nel cuore delle Alpi Cozie. da eresia del cristianesimo in una vera e Per raggiungerla si lascia il fondovalle e la propria confessione riformata. I Savoia corrente governavano un ducato cattolico e non scorrevole strada statale della Val Chisone, che conduce alle grandi “griffate” stazioni potevano permettere che una minoranza olimpiche di Pragelato e Sestrière, per protestante professasse la propria fede inerpicarsi in un solco stretto e incassato. all’interno del loro territorio. Da un lato Ma l’incipit della strada promette già una cercarono dunque di circoscriverli con il piacevole ricompensa: appena usciti dal Trattato siglato a Cavour nel 1561 che, pur Il paesaggio evoca il centro abitato di Pomaretto una serie garantendo ai Valdesi la libertà di culto, ordinata di vigne, ricavate con arditi impose loro di vivere al di sopra dei 700 “ metri di quota nelle valli Pellice, percorso che ha terrazzamenti tra le cenge della roccia, allieta la vista e stimola le papille gustative. Germanasca e Chisone. Dall’altro condotto i Valdesi dai Da secoli i montanari si ostinano a condussero regolari campagne belliche, coltivare la vite in questo ambiente ostile. soprattutto nella seconda metà del ’600 secoli bui delle Risultato? Un sincero vino Doc di con il preciso obiettivo di costringerli montagna, il Ramìe. all’abiura forzata, cacciandoli persecuzioni definitivamente dalle Valli nel 1687 “ Proseguendo tra gole ripide dall’aspetto religiose alla libertà ostile, lungo la strada ombrosa che quando circa 3000 di essi si rifugiarono a conduce alle conche aperte e solatie Ginevra. di culto dell’alta valle, il paesaggio evoca la storia di Si giunge così alla seconda data questi luoghi in un percorso, tragico e fondamentale per la Val Germanasca: leggendario al contempo, che ha condotto i l’inverno del 1690 quando la battaglia della Balsiglia, oltre le frazioni di Massello, La borgata Gros Passet (foto Loredana Fancoli). sweetmountains FEBBRAIO 201 5 3 Nel bosco dei pini ululanti Il pino silvestre brilla sotto i raggi del sole, nello splendore della corteccia aranciata e delle ramificazioni ritorte, gli sbuffi di chioma verdastra che avvicinano all’incanto di certi bonsai ombrelliformi. Proprio nel punto in cui le pareti s’inclinano maggiormente, quasi una gola, lo spettacolo tocca la poesia: poche centinaia di metri prima e poche centinaia di metri dopo si ritorna nel solito bosco misto di queste vallate, dove la conifera convive col sambuco, il frassino, il pioppo e il sorbo. La pineta s’estende per un paio di chilometri, poco più, superato l’ingresso di frazione Plancia, mentre sul finire si notano esemplari danzanti e una coppia bella dritta a pochi metri dalla Il tempio valdese a Prali (foto Marco della Valle). strada. Solitari a punto di domanda si manifestano sui costoni, a varie altezze. Non si tratta di esemplari di concluse il Glorioso Rimpatrio e il ritorno dolce) come lo chiamano gli abitanti della grossa taglia, la specie è timorosa, ma dei Valdesi nelle loro terre. Il gruppo che Val Germanasca – polvere finissima bella da ammirare. L’intera pineta è un tornò a piedi dalle sponde del Lago utilizzata per le sue caratteristiche bosco da guardare, non è possibile Lemano sotto la guida del pastore Enrico essiccanti e rinfrescanti sulla pelle. In camminarci dentro. M’è venuto in Arnaud per insediarsi nuovamente nelle realtà, le proprietà di questo particolare mente lo splendido rotolo di Suzhou, Valli, si era infatti stabilito alla Balsiglia minerale sono di fondamentale l’opera pittorica realizzata da Xu Yang per la posizione isolata e facile da importanza anche per numerose nel 1759, coi suoi giardini e ponti e difendere. Ma ben presto l’esercito applicazioni industriali e ciò giustifica la migliaia di figure umane; sulla sabaudo riuscì a cingerli d’assedio grazie fiorente attività estrattiva che, a partire Montagna delle rocce incantate è all’intuizione del terribile generale dall’800, ha sostenuto l’economia montana raffigurato un chiosco fra pini contorti, francese Catinat che, partendo dalla Val nella zona di Prali. Anche in questo caso, molto simili a questi di Perrero: un Chisone attraverso una serie di colli e due splendidi percorsi ecomuseali, giorno l’imperatore Qianlong vi trovò cime ad alta quota, riuscì a stabilire un Scopriminiera e Scoprialpi, consentono di rifugio durante una bufera e lo accampamento alle spalle dei Valdesi, in conoscere da vicino l’attività estrattiva e di ribattezzo Padiglione dei pini ululanti. posizione più elevata. A questo punto inoltrarsi nel ventre della montagna nelle Ecco, questa pineta potrebbe intervenne Filippo Tron Poulat, pastorello miniere attive per una sessantina d’anni ribattezzarsi Bosco dei pini ululanti. originario di Massello, che aveva percorso fino al 1995. Scegliere la Val Germanasca i sentieri della zona con le pecore prima come meta per una vacanza o per una Testo tratto dalla rubrica di Tiziano Fratus dell’esilio. Costui riuscì a salvare la semplice giornata in montagna è una Il , pubblicata sul quotidiano colonna di Valdesi conducendoli, durante decisione anticonformista secondo i cercatore di alberi La Stampa del 28 marzo 2014, a proposito di un una notte nebbiosa, attraverso l’unico canoni dei flussi turistici convenzionali bosco diffuso di pino silvestre (Pinus sylvestris) vallone che i franco piemontesi non erano che privilegiano le caratteristiche che si avvista sulla strada tra Perrero e Salza, riusciti a controllare. Ancora una volta è la standardizzate delle grandi stazioni raro da osservare «nei territori montuosi del nord- montagna a occupare un ruolo da rispetto all’offerta personalizzata e a ovest, se non scavallato il confine con la Francia protagonista nelle vicende valdesi. Per misura d’uomo di una montagna – a torto sul Monginevro o sul Moncenisio». questo motivo la Balsiglia rimane un – considerata minore. Tutti i montanari in topos, come testimonia il delizioso museo tutte le epoche e in tutto il mondo si che racconta questi avvenimenti. possono considerare dei dissidenti per il In anni più recenti è la scoperta del fatto di aver scelto di vivere e lavorare in cosiddetto oro bianco a caratterizzare la un ambiente difficile. Ma, anche per vita di queste montagne insolite. Ma non motivi religiosi, quelli della Val si tratta della neve, come ci spingerebbe a Germanasca lo sono un po’ di più e hanno pensare quell’immagine stereotipata della saputo dare questa impronta alle montagna diffusa dallo ski business. montagne che abitano. Ai turisti Sweet Parliamo del talco – o péiro douso (pietra l’occasione di scoprirle. sweetmountains FEBBRAIO 201 5 4 Luoghi e itinerari Prali: il turismo valdese Panorama sull'alta Val Germanasca (foto Stefano Berti). a si potrebbe definire una stazione stazione è avvenuto a livello di mentalità e turistica protestante, che propone immagine puntando su un’attività di Lun’offerta turistica senza fronzoli. nicchia ma fortemente identitaria: il A Prali si possono Proprio come la sobrietà del tempio freeride o sci fuoripista, secondo la meno “ esterofila vecchia dicitura. A Prali si valdese di Ghigo, contrapposta alle percorrere itinerari in decorazioni della Chiesa parrocchiale di possono individuare e percorrere Villa. Già, perché l’antica presenza dei numerosi itinerari in neve vergine grazie neve vergine grazie Valdesi a Praly (italianizzato in Prali dal alle dimensioni ridotte del carosello che alle dimensioni regime fascista nel 1937) non solo ha ha preservato ampi versanti liberi dalle plasmato il carattere delle persone, ma in piste battute. In questo modo non è raro ridotte del carosello qualche modo ha impresso la propria imbattersi in comitive di stranieri, con sci impronta anche sui luoghi. larghissimi ai piedi, accorsi da ogni dove che ha preservato “ Il fiore all’occhiello della località è alla ricerca della powder pralina. Spesso ampi versanti liberi rappresentato dalla piccola ma dinamica dopo un’abbondante nevicata, contro ogni stazione sciistica, con i suoi 4 impianti e le logica del turismo di massa, partono in 11 piste da discesa che collegano i 2540 giornata dalle grandi stazioni francesi per metri del Bric Rond con i 1470 metri della venire a gustare un’esperienza più genuina in terra valdese. Si tratta di flussi turistici I nostri luoghi sweet frazione Malzat, un paio di chilometri oltre l’abitato di Ghigo.