Anziani E Alcol: Perché E Come Prendersi Cura
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Anziani e alcol: perché e come prendersi cura Sabato 16 settembre 2017 ore 8.30 – 13.45 UNA Hotel Scandinavia Via Fauchè 15 – Milano Evento 1834 204571 Crediti 5 Il nostro Ordine è particolarmente impegnato nell’ambito della formazione e dell’aggiornamento dei propri iscritti. Questo evento che rappresenta una tappa del percorso e dell’impegno profuso da parte degli organizzatori merita il nostro ringraziamento e plauso. Numerosi sono gli altri corsi in programma a testimonianza della vitalità e dell’impegno dei nostri iscritti per far crescere e rendere sempre più vicina la nostra professione ai bisogni dei nostri ammalati. Non sfugge ad una attenta riflessione che tali eventi rappresentano non solo opportunità di aggiornamento scientifico ma vitali strumenti per una crescita professionale ed etica. Questo obiettivo verrà perseguito con particolare determinazione e il nostro Ordine sarà sempre pronto ad accogliere suggerimenti e proposte per poter migliorare la professione medica. Il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Dott. Roberto Carlo Rossi Anziani e alcol: perché e come prendersi cura Sabato 16 settembre 2017 – ore 8.30 – 13.45 UNA Hotel Scandinavia Via Fauchè 15 – Milano Coordinatori Luciana Bovone Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri – Milano Antonio Sarassi Dirigente Medico – Nucleo Operativo Alcologia (NOA) di Via Perini – Milano ASST Fatebenefratelli Sacco PROGRAMMA 8.30 - 9.00 Registrazione Partecipanti 9.00 - 9.15 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato 9.15 - 9.45 Beatrice Longoni Assistente sociale specialista Professore a contratto – Dipartimento Sociologia Università degli Studi Milano- Bicocca Referente Gruppo Anziani – Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Lombardia L’anziano che beve: la situazione in Italia 9.45 - 10.15 Riccardo Castoldi Geriatra e gerontologo Dirigente Medico – ASP Golgi Redaelli di Milano Il paziente geriatrico, dal domicilio alla RSA 10.15 - 10.45 Antonio Sarassi Aspetti clinici del bevitore anziano 10.45 - 11.00 Intervallo 11.00 - 11.30 Luigina Scaglia Geriatra e psicoterapeuta Direttore U.O. di Geriatria e Patologie alcol-correlate Fondazione “Ospedale e Casa di Riposo Nobile Paolo Richiedei” – Palazzolo S/Oglio (BS) Identificazione e trattamento del bevitore anziano in ospedale 11.30 - 12.00 Maria Raffaella Rossin Psicologa e psicoterapeuta Responsabile NOA di Via Perini – Milano – ASST Fatebenefratelli Sacco Coordinamento tecnico scientifico NOA – Direttivo Nazionale Società Italiana di Alcologia Identikit psicologico del bevitore anziano 12.00 - 12.30 Antonio Sarassi Indicazioni operative: diagnosi, aggancio, ricovero ospedaliero e farmaci 12.30 - 13.15 Discussione 13.15 - 13.45 Compilazione schede di valutazione e di verifica Beatrice Longoni L’anziano che beve: la situazione in Italia Il bere troppo in età anziana è un fenomeno molto diffuso, poco conosciuto e sottovalutato, sia nell’opinione pubblica che da parte di servizi e operatori non specialistici: moderazione e tradizione nel consumo, sovrapposizione di alcune conseguenze con espressioni tipiche dell’età avanzata, informazione non sempre corretta sugli stili di vita per una buona salute, influenzano la visione del problema. Ciò si è reso evidente nei numerosi incontri realizzati a seguito della pubblicazione del testo Alcol e anziani. Perché e come prendersi cura, che ha rappresentato lo spunto per la realizzazione di questo evento ECM: nonostante la varietà degli interlocutori (cittadini adulti e tardo adulti, anziani frequentanti università della terza età, familiari caregiver, operatori assistenziali, sociali e sanitari), del loro livello socio-culturale, della loro vicinanza al tema, della loro implicazione più o meno diretta rispetto alla cura dell’anziano, piuttosto omogeneo è risultato il senso di stupore di fronte ai dati, alle considerazioni e alle riflessioni proposte. In effetti del bere alcol in età anziana si parla poco, sia da parte dei media che nei contesti professionali e di servizio coinvolti nel prendersi cura delle persone in età elevata. L’attenzione dei media è orientata verso gli adolescenti e i giovani, non solo per la doverosa preoccupazione nei confronti dei soggetti in crescita che rappresentano il futuro per tutti noi, ma anche per le modalità di consumo e le conseguenze: forme estreme (la più nota è il binge drinking), possibile associazione con droghe illegali, possibile contemporaneo comportamento pericoloso (ad esempio lanciarsi da un balcone in una piscina o un balcone sottostante, nel balconing), schiamazzi e incidenti stradali, talvolta ricovero ospedaliero per coma etilico. Altro filone di interesse per i media è quello degli incidenti stradali per effetto dell’alcol, in cui il guidatore è spesso un maschio adulto. Il bere eccessivo dell’anziano - che viene agito spesso inconsapevolmente fra le mura domestiche o in contesti conviviali e non allarma familiari, amici o conoscenti altrettanto inconsapevoli - è anch’esso rischioso, ma non fa rumore e, quindi, non fa notizia. Poco considerata dai media è anche la diffusione della corretta conoscenza riguardo alla soglia del consumo di alcol cui riferirsi per mantenersi in buona salute, aspetto che viene invece da tempo trattato per altri elementi (es. carne rossa, uova, sale da cucina). Tutto ciò premesso, nel nostro Paese le persone over 65 rappresentano la fascia di popolazione in cui è più diffuso il consumo giornaliero di bevande alcoliche, mentre altre fasce di età (specie quella 18-24 anni) prediligono il consumo occasionale e il consumo fuori pasto. Considerando sia il consumo quotidiano che quello occasionale, in Italia bevono circa 7.900.000 persone in età anziana, su circa 13.400.000 italiani over 65: una quantità davvero impressionante. I dati ISTAT considerano, oltre alle frequenze di assunzione, anche i comportamenti a rischio: se per le fasce di età 18-24 e 25-44 anni il comportamento a rischio più frequente è rappresentato dal binge drinking (consumo di 6 o più unità alcoliche in un’unica occasione), per gli over 65 il comportamento a rischio tipico è un consumo abituale che supera le raccomandazioni del Ministero della Salute sulle quantità definite a minor rischio (lower-risk drinking). L’ISTAT correla il diffuso consumo abituale eccedentario con la scarsa conoscenza, da parte di questa fascia di popolazione, dei relativi rischi per la salute. Gli anziani e chi è loro accanto spesso non sanno che la dose abitualmente assunta in età adulta diventa sempre più tossica man mano che aumenta l’età, per la maggiore fragilità dell’organismo; sono spesso inconsapevoli dei danni derivanti dalla sovrapposizione del consumo alcolico con problemi e condizioni tipici dell’età anziana (equilibrio più precario, organismo più vulnerabile alle sostanze tossiche, frequente polipatologia e quindi frequente assunzione di più farmaci) e dell’ampliamento di alcuni rischi specifici dell’età elevata (perdita di massa ossea, pericolo di cadute e quindi di fratture, alcuni deficit cognitivi, malnutrizione). Le raccomandazioni del Ministero della Salute sulle quantità definite a minor rischio (lower- risk drinking) sono poco conosciute: quante persone sanno che in età anziana la dose di alcol giornaliera da non superare da parte di un maschio è la metà della dose indicata in età adulta? Questo è il problema: un consumo abituale di vino ai pasti, socialmente accettato e parte della storia e delle tradizioni personali e familiari, sostenuto dalla convinzione che “un buon bicchiere di vino al pasto” sia salutare… un consumo che spesso mantiene inconsapevolmente la stessa quantità per decenni, nonostante i maggiori rischi per la salute all’avanzare dell’età, e che non viene messo in discussione dall’assunzione di farmaci, anch’essa spesso quotidiana e protratta nel tempo. Tanto i dati ISTAT, quanto i dati del Ministero della Salute, evidenziano una differenza di genere: il consumo e i comportamenti a rischio interessano (sia fra i 65-74 anni che fra gli over 75) più i maschi che le femmine. Dall’ultima Relazione del Ministero della Salute sullo stato sanitario del Paese si evince che gli over 65 che consumano una dose di alcol superiore a quella raccomandata sono quasi 3 milioni, per il 75% maschi e per il 25% femmine. Ancora una cifra impressionante, considerato che gli anziani in Italia sono circa 13.400.000. Il consumo a rischio è diffuso in tutta Italia, come confermato dal Libro Bianco 2012 sulla salute dell’anziano e sull’invecchiamento in buona salute, elaborato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle regioni italiane, Istituto di Igiene, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Infine, riguardo all’accesso ai servizi alcologici, dall’ultima relazione del Ministero della Salute al Parlamento sui problemi alcolcorrelati si ricava che il 16% degli utenti è over 60: le persone over 60 rappresentano il 16% fra i maschi e il 19% fra le femmine utenti dei servizi, e costituiscono il 14% dei nuovi utenti e il 17% degli utenti già in carico. Riccardo Castoldi Il paziente geriatrico: dal domicilio alla RSA L'invecchiamento e il numero crescente di anziani sta diventando una specificità delle società avanzate. In particolare l'Italia rappresenta, per caratteristiche demografiche, una popolazione progressivamente di anziani, classificandosi come la seconda al mondo per longevità e la prima per "over 65", in buona compagnia con le popolazioni del mediterraneo. Se si esclude il Giappone, attualmente primo con distacco,