Anno VII n. 30 del 1 Agosto 2015

Reg.n. 937 del 17/11/08 – Registro stampa del Tribunale di Varese - editore: Gianni Terruzzi – direttore responsabile: Massimo Lodi COPIA OMAGGIO

Editoriale lettura, sentirsi meno marginali, periferici, L’ISOLA abbandonati: che cosa, Una chiesa, il quaderno, la pietà popolare se non questo, può moti- di Massimo Lodi vare la pubblicizzazione d’una privatezza? Quale a chiesa parrocchiale di Pallanza ha di fronte a sé, nel Golfo migliore sollievo d’un LBorromeo del Lago Maggiore, l’Isolino di San Giovanni, l’Iso- ideale sostegno al pro- la Bella, l’, l’. Forse per ciò - do- prio patire? E chi più del vendo corrispondere a un’antica e naturale esigenza scenogra- qualunque peccatore che fica - sembra atteggiarsi anch’essa ad isola, sia pure segnata capita lì potrebbe capire, comprendere, giustificare i peccati di da coste virtuali: un sicuro approdo della fede. Un luogo di ritiro uno transitatovi prima e come lui? dello spirito. Un ricovero di meditazione del sentimento. Il prete che da anni colloca un paio di risme di carta la settima- Come tutte le chiese, direte. Eh no, un po’ di più. La marca una na e poi le ritira da San Leonardo -così si chiama la chiesa, di distinzione. All’ingresso, al confine della navata centrale con origini seicentesche e curiosamente addossata a un campanile quella di sinistra, tra colonne/fiori/affreschi è deposto su un senz’orologio - ha avuto un’intuizione felice. Si è domandato leggio di legno scuro un grande quaderno: fogli tipo protocollo, che gesto di carità dovesse stare in cima alla classifica della a righe ben spaziate, tenuti insieme da tre anelli di metallo. misericordia, e gli è venuta l’idea di proporre quest’antologia Ogni pochi giorni, vengono rinnovati perché già riempiti di scrit- di testimonianze popolari. Cristiane e non cristiane. Genuine, tura. spontanee, umili. Umane: umanissime. I cuori si sono aperti, e Sono le noterelle dei visitatori. Vedono l’albo, ne sono incuriosi- continuano a schiudersi: mostrano, attraverso larghe crepe, ciò ti, lasciano un messaggio. Intenso e superfluo. Intenso perché che immaginiamo e conosciamo. Ma prenderne visione diretta racconta di sofferenze e di speranze, di angosce e di auspici, e contezza reale è la conferma di cui ogni tanto abbiamo biso- di cupezze e di serenità: quanto può esprimere e raccontare gno per non scordare l’inconsistenza del filo fragile che cuce il l’animo umano. Superfluo perché l’interlocutore è il Signore. nostro vivere, e tende facilmente a spezzarsi se non trova mani Basterebbe un colloquio muto, a rappresentare l’intimità che gli delicate pronte a congiungersi nella pietà. si vuole comunicare. Invece no, subentra il desiderio di mettere “Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt” sussurra gli altri a parte di se stessi. Forse inconsapevolmente, forse no. Enea ad Acate: sono le lacrime delle cose, e le cose mortali Dunque: il tacere che diventa scrivere, lo scrivere che vuole toccano la gente. Siamo sempre a Enea, alle cose mortali, alle diventare parlare, il parlar tacendo che diventa un’aspirazione/ lacrime. E soprattutto alla gente. necessità/obbligo. Sia pure tramite terzi. Cioè per il mezzo Molti preti, tutti i preti, dovrebbero comportarsi al modo del del grande quaderno. La conclusione semplice è un’eviden- prete di Pallanza. Favorendo, anche a proposito di comunione te denunzia di come sia complessa la solitudine. Con molte / comunicazione / comunitarismo un ormeggio consolatorio ramificazioni, con tenaci radici, con l’esigenza di cercarvi riparo. nell’isola di preghiera che è la loro chiesa, talvolta resa dalle Prendere la biro, metter giù qualche parola, confidare nella sua sue severe sponde d’intimorito sbarco ai naviganti.

Chiesa re, amare e dialogare”, apertura che è “la grande nobiltà della persona umana” (Francesco, Laudato si’, n. 119). IN QUEL GIARDINO Sì, il desiderio ci aveva forse fatti partire soli, ma come ammira- Bellezza e fratellanza: in ferie con loro re tanta bellezza, come gustare tanta pace senza un aiuto che di Suore Romite Ambrosiane ci sia simile cui narrare le nostre scoperte, a cui donare tanta bellezza e che ci mostri con la sua gratitudine e con la gratuità state, tempo di vacanza e di viaggi. Lasciateci allora partire del suo esserci che nulla è possesso nostro e che tutto è dono Eper un giardino antico quanto l’uomo, forse di più. Quel e responsabilità? Da dove viene la bellezza di questo fiore? Per giardino è nascosto da un muro di fuoco, ma non temete, lo rag- chi è il gioioso canto di questo uccello? Anche quell’ape che giungeremo con il desiderio o, forse, raggiungendolo scoprire- salta di fiore in fiore per rubarne la dolcezza ci spiega che nulla mo il nostro desiderio più autentico. esiste per sé e che tutto attende aiuto da un altro da sé per Cosa c’è in quel giardino? Ogni cosa che potete desiderare: sprigionare la propria ricchezza. piante di ogni specie gradevoli alla vista e dai dolci frutti, ogni Così il giardino dei nostri desideri ci dona fratelli e sorelle con sorta di animali, ma nulla che possa far male, e una brezza in cui abitare e ci insegna, con San Francesco, ad accostarci alla cui passeggiare ascoltando l’infinito amore che ci ha generati. natura e all’ambiente con un’apertura alla meraviglia e allo Ed ecco questo desiderio che ci porta lontano diviene nostalgia, stupore, a parlare il linguaggio della fratellanza e della bellezza percezione che qualcosa ci manca e ci chiama da lontano o for- nella nostra relazione con il mondo, a non voler più soltanto se da vicino, da uno spazio vuoto di fronte a noi. Quel desiderio dominare, consumare, sfruttare (cfr. LS n. 11)… pieno di nostalgia è “l’apertura ad un «tu» in grado di conosce- Capiremo allora anche il perché di quell’albero proibito in 1 mezzo al giardino, di vivere in pienezza. Gesù ci insegnava questo atteggiamento quel limite al nostro quando ci invitava a guardare i gigli del campo e gli uccelli del desiderio di possedere. cielo, o quando, alla presenza di un uomo in ricerca, «fissò lo No, non tutto possiamo sguardo su di lui» e «lo amò» (Mc 10, 21) […] così ci ha mostrato perché tutto è dono e una via per superare l’ansietà malata che ci rende superficiali canteremo allora “fatti aggressivi e consumisti sfrenati” (LS n. 226). voce di ogni creatura” In quest’estate allora desideriamo fissare ogni bellezza, con- (preghiera eucaristica servarla nel cuore con stupore ed amarla con gesti fraterni IV); canteremo al crea- capaci di profezia e creatività perché la bellezza si moltiplichi tore gustando le piccole gioie delle cose semplici, apprezzando nella quotidianità delle piccole cose. Cresceremo allora nella ogni persona ed ogni cosa (cfr. LS n. 223) e scopriremo così fiduciosa certezza che “tutto quanto esiste riversa in noi la il segreto della pace, quell’“atteggiamento del cuore che vive forza dell’amore [di Dio] affinché ci prendiamo cura della vita tutto con serena attenzione, che sa rimanere pienamente pre- e della bellezza” (LS n. 246). Questa è la pienezza del nostro sente davanti a qualcuno senza stare a pensare a ciò che viene essere uomini creati a immagine e somiglianza di Dio, questo il dopo, che si consegna ad ogni momento come dono divino da compimento di ogni desiderio più vero.

Cara Varese tutte le direzioni per poter stare a galla, naturalmente senza mai accennare ai problemi che hanno creato ai varesini parteci- IL BALLISTO CLUB pando silenziosi al vergognoso depotenziamento dell’ospedale Solo un miracolo ce ne libererà di Circolo o alla promessa di un faraonico centro pediatrico al di Pier Fausto Vedani Del Ponte. I forzisti non hanno fatto rivoluzioni, continuano dunque nelle gosto con la sua grande festa di metà mese, pausa brevis- acque della mediocrità: lo ha dimostrato la vicenda del Molina Asima che ci proietta verso la grande ripresa lavorativa e tutti dove adesso forse si spenderà di più per avere scelto dirigenti gli impegni richiesti dalla quotidianità, potremmo paragonarlo non collaudati. anche a una sorta di Capodanno estivo. Non sto suggerendo di votare al prossimo giro il PD: alla Può accadere infatti che alla fine delle grandi vacanze ci si butti Regione infatti il partito ha addirittura un leader, ma sul piano di nuovo nella mischia con fieri propositi, con obiettivi irrinun- pratico, cioè della soluzione di problemi varesini come quello ciabili o che ci stuzzicano in modo particolare. Finirà tutto o della sanità, egli ha pensato al futuro senza peraltro annunciare quasi in niente, resta il fatto che in questi anni grami idee, pro- il recupero dei tagli e dei danni di matrice formigoniana. spettive o semplici speranze di cambiamento possono regalare Solo un miracolo potrà salvare Varese da ballisti, voltagabbana momenti di serenità e fiducia in noi stessi. e ultras del conservatorismo. La città non può giovarsi di grandi Attaccando al chiodo il mio computer e guardando alla ripre- esempi come potrebbero essere il Parlamento e le metropoli se sa settembrina di una molto operativa Legione Straniera del si gestissero con razionalità e maggiore dignità. giornalismo varesino, appunto il nostro francescano clan on E comunque le istituzioni siamo noi, se non funzionano è anche line e radiofonico, anche io mi sono detto che sperare si deve per colpa nostra. Potremmo tornare dalle ferie decisi tutti a fare nonostante il declino sociale, economico, morale e politico della un piccolo passo, il primo per un collettivo recupero all’ordine, nostra comunità. alla pulizia e alla sicurezza. Dobbiamo riconquistare Varese al Un declino che certamente non ha specifiche cause varesine rispetto di tutti per poi pretendere azioni efficaci da parte di ma nel quale è noto che possiamo rilevare pesanti negatività coloro che abbiamo scelto per rappresentarci. dovute allo storico disinteresse, una volta esercitato il diritto di Non si può accettare che sia la politica a farci retrocedere. voto, dei cittadini nei confronti delle istituzioni locali. Pretendiamo lealtà e chiarezza, basta con le bugie e le trascu- In questi ultimi anni per esempio si è lasciata via libera ad ratezze, più dialogo e verità. affabulatori che da vari pulpiti raccontavano favole incredibili Si annuncia una grande corsa al potere cittadino, c’è il rischio ogni volta che venivano colti in castagna nella loro attività. Nei pure di ammucchiate destinate al fallimento. Non va dimenti- partiti, nelle centrali dei servizi civici, della cultura, della tutela cato che una minoranza forte e preparata è un patrimonio ec- della salute, della programmazione urbanistica si sono molti- cezionale per la città. E che Varese si è data anni molto positivi plicati i Ballisto Club. È una gara a chi le spara più grosse, a chi grazie allo spessore di chi la rappresentava in consiglio comu- tende trappole nuove. nale. A chi poi oggi vanta la difesa di particolari valori ricordia- Quando noi cronisti si andava in ferie a volte sapevamo che al mo che il grande ospedale cittadino ha vissuto una splendida rientro avremmo trovato situazioni difficili ma comunque ben epopea avendo ai vertici un cattolico come Dante Trombetta e delineate, chiare, nel rispetto dei ruoli. Adesso siamo al festival un comunista come Renato Morandi. Il loro servizio all’uomo e dei colpi di scena, come l’ultimo dei ciellini che dialogano in alla città sempre venne prima di quello al partito.

Cultura cuore di una immutabile cultura contadina e fu segnata dall’in- contro occasionale con un prete straordinario, don Luigi Orione, IL CASO SILONE educatore e benefattore. Costretto a lasciare gli studi per motivi L’ enigma di una doppia vita di salute, si buttò in politica abbracciando la causa socialista di Camillo Massimo Fiori vivificata però da un profondo spirito cristiano. Grazie alla sua intelligenza e nonostante il carattere brusco e scontroso, riuscì gnazio Silone (Secondo Tranquilli – Pescina 1900 / Ginevra ad emergere nel nuovo Partito Comunista d’Italia, sorto nel I1978) è stato uno dei più grandi scrittori del Novecento. 1919 con la scissione dal socialismo. Appartenente alla piccola borghesia abruzzese, a dodici anni Dopo l’avvento del fascismo e l’emanazione delle leggi eccezio- rimase orfano del padre mentre la madre morì nel terremoto nali che avevano tolto la libertà al popolo italiano e instaurato della Marsica del 1915; la sua adolescenza povera si svolse nel la dittatura, Silone peregrinò nell’Europa sinistramente illumi- 2 nata dai bagliori di due guerre mondiali e di due feroci dittature: Costituente ove anti- quella comunista e quella nazifascista. Venne a contatto con cipò l’aspirazione ad tutta la classe dirigente del nuovo regime bolscevico ed ebbe un “socialismo dal una posizione chiave negli organismi del comunismo internazio- volto umano e dalla nale. spirito cristiano”. Fu al centro di eventi cruciali, soprattutto negli ultimi anni Venti Dopo la sua morte quando a Mosca si verificò la svolta staliniana accompagnata numerose pubblica- dal “grande terrore”. zioni gli riconobbero Silone fu uno dei pochi che al congresso della VI Internazionale non solo il ruolo di comunista ebbe il coraggio di opporsi allo stalinismo e, nel cli- grandissimo scrittore ma conformista dell’epoca, venne messo alla gogna ed espulso ma anche quello di “coscienza morale” nel periodo di oscura- dal suo partito il cui capo Palmiro Togliatti definì la sua rivolta mento della libertà e della democrazia. morale come “un caso di malavita politica”. Silone si trovò ad Finché nel 1986 apparve una rivelazione inquietante: le ricer- essere considerato nemico da fascisti e comunisti e fu costretto che dello studioso Dario Biocca, successivamente confermate a rifugiarsi in Svizzera, a Zurigo, dove trovò un clima cosmopoli- da un altro scrupoloso ricercatore, Mario Canale, e più recente- ta e tollerante. mente nella biografia (scritta in inglese e non ancora tradotta) Neppure un anno dopo la sua emarginazione politica, si ag- di Stanislao Pugliese, hanno rivelato una scenario incredibile e giunse alla tragedia personale l’arresto del fratello, accusato sconvolgente. ingiustamente dalla polizia fascista di un attentato alla Fiera Ignazio Silone aveva un rapporto di informatore della polizia di Milano che aveva causato la morte di diciotto persone; pur fascista ben oltre l’amicizia e la familiarità con il funzionario essendo sicuramente innocente, venne condannato a dodici politico del regime Guido Bellone, assai prima dell’arresto del anni di carcere dove morì nel 1932. fratello così da togliere ogni alibi alla possibilità che egli avesse Disgustato dalla politica, Silone scelse una nuova strada, quella agito per ottenerne la grazia. La scoperta di una lettera del di scrittore e romanziere. Scrisse “Fontamara” (1933), “Pane 1930 all’agente Belloni non lascia dubbi; Silone dichiara di e vino” (1936), “Il seme sotto la neve” (1942) in cui descrisse voler cessare ogni rapporto perché non è più interessato al de- la tragica situazione dei “cafoni” (manovalanza contadina) me- naro esprimendo il proposito di redimersi da tale “doppio gioco” ridionali. Successivamente compose “Una manciata di more” che aveva motivazione non solo politiche ma anche venali. (1952), “Il segreto di Luca” (1956), “La volpe e le camelie” La sconvolgente verità non lascia margini di giustificazione: (1960), due opere teatrali, “Ed egli si nascose” e il capolavoro Silone era una “spia” e la sua collaborazione con il servizio se- “L’avventura di un povero cristiano” (1968) dedicato alla figura greto fascista non segue l’espulsione dal Partito Comunista ma di Papa Celestino V il pontefice che, secondo Dante, “per viltà la precede di molti anni. Inoltre, nel dopoguerra, non disdegnò fece il gran rifiuto” ma che, nell’interpretazione di Silone, si di accettare contributi da parte della americana CIA. dimise per l’impossibilità di conciliare i doveri del Vangelo con Oltre che ad alimentare comprensibili polemiche, la “doppia quelli del trono e per sottrarsi al condizionamento di potere del- vita” di Silone ne distrugge la sua reputazione di alta moralità, la Curia, nonché i saggi politici “La scuola dei dittatori” (1938), trasformandola in una imbarazzante e incomprensibile disso- “Uscita di sicurezza” e (insieme ad altri) “Il Dio che è fallito” in ciazione della sua personalità. cui denunciò le miserie e gli orrori dei totalitarismi con una luci- Perché lo ha fatto? Non si riescono a trovare spiegazioni se non da e appassionata requisitoria del tutto esente da moralismi. nella devastante capacità delle dittature totalitarie di distrugge- La sua opera letteraria fu dapprima accolta con diffidenza dai re la libertà e di disgregare la coscienza personale. critici ma incontrò un crescente successo nel pubblico di mol- E tuttavia molte altre persone, meno dotate intellettualmente, tissimi Paesi ove i suoi libri vennero tradotti sinché, negli anni sono riuscite a resistere alla tentazione. Sessanta, ottenne un indiscusso e unanime riconoscimento. Il “mistero Silone” resta impenetrabile; forse per intuirne La descrizione della condizione contadina, della questione l’insondabile realtà bisogna riprendere tra le mani “L’avventura meridionale, della disillusione del sogno comunista toccò la di un povero cristiano” per trarre da questo piccolo capolavo- sensibilità e l’intelligenza dei lettori e, sull’onda di tale ricono- ro riflessioni sui temi enigmatici del peccato, del rimorso, del scimento, si riaccostò alla politica partecipando all’Assemblea perdono.

Cultura Molte anche le immagini devozionali dipinte sulle case private, tra le quali la figura della Madonna ricopre un ruolo preminen- PITTORI ATTORNO AL LAGO MAGGIORE te. Si trattava di opere spesso ripetitive, ancorate a uno stile Vicende e opere tra Quattrocento e Cinquecento che volutamente non faceva proprie se non in minima parte le di Paola Viotto novità del Rinascimento, ma che risultavano facilmente com- prensibili a tutti. ra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento nelle A inaugurare questa tendenza furono dapprima i cosiddetti T valli intorno al Lago Maggiore operavano fiorenti e ben orga- Seregnesi, cioè Nicolao e Cristoforo da Seregno, attivi soprat- nizzate botteghe di pittori, specializzate nell’affrescare chiese tutto nel Canton . Poi vennero le botteghe di Antonio da e cappelle, spingendosi fino ai più remoti alpeggi. Rispondendo Tradate, che abitava a ed operava fin nei Grigioni e alle precise esigenze della committenza locale, documentate quella più locale di Guglielmo da Montegrino, documentato so- in alcuni casi, come a Valtravaglia, da contratti molto prattutto in Valtravaglia. Molte loro opere sono andate perdute dettagliati e fatti redigere da un notaio, erano in grado di con il trascorrere del tempo e il mutare delle mode, ma alcune eseguire, in tempi molto rapidi, imprese decorative complesse. restano, spesso in località isolate e scenografiche, che possono Normalmente comprendevano scene della vita di Cristo e della diventare insolite mete di piacevoli gite. Vergine, Profeti, Apostoli ed Evangelisti, immagini dei Santi più Per Guglielmo da Montegrino si può ad esempio andare nella amati dalla popolazione, cicli dei Mesi e occasionalmente figure già citata chiesetta di San Giorgio a Brissago Valtravaglia e allegoriche, come Vizi e Virtù, oppure opere di Misericordia. ammirare la Crocefissione sul muro di fondo di quella che un tempo era l’abside vagamente rinascimentali. Da si può risalire la Val della chiesa antica e Veddasca per visitare il Santuario della Penedegra a Graglio, che ora corrisponde a costruzione di epoca borromaica sulla cui facciata è stata una cappella laterale. È riportata la preesistente Madonna del latte rappresentata come una scena vivace, ricca Madonna di Loreto, dipinta cioè sopra il tetto della Santa Casa. di riferimenti simbo- Il santuario è raggiungibile solo a piedi lungo un breve sentiero, lici, come il diavolo e ma merita senz’altro la fatica, anche per l’interno sorprendente- l’angelo che accolgono mente ricco di decorazioni settecentesche. rispettivamente le Un percorso a piedi molto più lungo, tra bellissimi boschi di Il Santuario della Penedegra anime del cattivo e del faggio, richiede la cappella di Sant’Anna a Indemini, nella parte a Graglio buon ladrone. Com- superiore della valle, già in territorio ticinese. Qui il tema della pletano il ciclo, dipinto Madonna di Loreto è declinato nella sua forma più antica, con nel 1522 ma purtroppo in parte perduto, immagini di Mesi e di Maria sotto un tempietto retto da angeli, e con un tono rustico Apostoli. L’aspetto originario doveva essere simile a quello che che ben si addice alla sua natura di cappella d’alpeggio. ancor oggi si vede a Sant’Antonio di Viconago. Stessa iconografia, sempre della bottega di Antonio, a Fosano Per Antonio da Tradate occorrerebbe andare a Palagnedra di Gambarogno raggiungibile scendendo verso il lago dal nelle Centovalli, quasi ormai al confine con l’Italia e non molto lato svizzero. La chiesa di Fosano ha conservato quasi total- lontano dal Santuario della Madonna di Re. Qui la chiesa di San mente la parte del coro, di epoca tardogotica, che ancora una Michele, sebbene ristrutturata nel Settecento, conserva quasi volta situa la Crocifissione sul muro di fondo, immediatamente totalmente nell’antica abside la decorazione originale di Anto- sopra l’altare, per evidenziare il legame tra l’Eucarestia e la nio. Particolarmente belli sono i mesi nello zoccolo, collocati morte di Cristo. Tornando in Italia, ma restando in Valtravaglia, sotto agli Apostoli e della drammatica Crocifissione. coloro che non temono i lunghi percorsi in macchina su strade Tuttavia molte sono le sue opere nel Luinese a partire da Mac- di montagna possono salire al San Michele e aggiungere al cagno Superiore. Nella chiesa di Sant’Antonio restano infatti piacere del panorama quello della visita ad una chiesetta roma- frammenti di Storie della Passione, tra cui una bella Ultima nica con rari affreschi del XIII secolo. E in una cappella laterale Cena e nello zoccolo alcuni riquadri di un ciclo dei Mesi. Nella Guglielmo da Montegrino ha firmato un affresco devozionale stessa chiesa merita attenzione anche una Madonna del latte con la Madonna del Latte tra i Santi Antonio Abate e Bernardo, tra i Santi Rocco e Sebastiano, opera cinquecentesca attribuita voluta da un abitante di Ligurno a protezione della sua famiglia a Battista da Legnano, pittore più aggiornato con inflessioni e dei suoi animali, al pascolo sul monte.

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