Marzo 2021 Mag
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MARZO 2021 MAG Mensile di approfondimenti, interviste, fotogallery, inchieste e tanti altri contenuti esclusivi a cura della redazione N.8 2 ilParmense.net | [email protected] | Indice LA MAGIA DEL CASTELLO DI TORRECHIARA INNEVATO | REPORTAGE FOTOGRAFICO Pag. 4-5 “LA PARITÀ SALARIALE? È ANCORA UN MIRAGGIO E NON SOLO UNA QUESTIONE DI CIFRE” | INTERVISTA Pag. 6-8 NUOVO DPCM: TUTTE LE NOVITÀ Pag. 9-11 NUOVO STADIO TARDINI, PARLA IL VICESINDACO MARCO BOSI: “IL PROGETTO PROSEGUIRÀ INDIPENDENTEMENTE DALLA Pag. 12-13 SALVEZZA IN QUESTA STAGIONE” | INTERVISTA LE CINQUE SOSTITUZIONI NON AIUTANO IL PARMA: CHI SALE DALLA PANCHINA NON È QUASI MAI DECISIVO Pag. 14 LA PAREGGITE NON TI FA SALVARE; PARMA, QUANDO SI TORNA A VINCERE? Pag. 15 GLI EVENTI DI MARZO Pag. 16-17 LE FOTONOTIZIE DEL MESE Pag. 18-19 Mensile a cura della Redazione della testata Hanno collaborato alla stesura degli articoli: giornalistica online © ilParmense.net Luca Galvani, editore; Chiara Corradi, Direttore P.IVA: 02784390342 REA: 266588 Responsabile, Andrea Adorni, Simone Buratti, Tutti i diritti riservati Greta Magazzini. Editore: Luca Galvani Grafica a cura di: Simone Buratti Direttore Responsabile: Chiara Corradi Foto Reportage a cura di: Simone Buratti [email protected] | [email protected] Chiuso il 7 marzo 2021. 3 ilParmense.net | [email protected] | “Per fortuna sono solo parole”, Paola Cortellesi nel 2018 apriva il premio cinematografico David di Donatello recitan- do alcune parole di uso comune in una declinazione prima al maschile e poi al femminile. La restituzione di quel “gioco” linguistico proposto dall’attrice romana – ideato nella sua forma scritta dal professore dell’Università di Bologna e gior- nalista, Stefano Bartezzaghi – ha evidenziato in modo significativo come il linguaggio che spesso usiamo sia fortemente sessista. Declinando al femminile, infatti, parole come “cortigiano”, “massaggiatore”, “uomo di strada”, “gatto morto”, “uomo disponibile”, “passeggiatore” oppure “zoccolo”, intendendo la calzatura di legno, queste cambiano di significato e rapidamente si trasformano in luogo comune piuttosto fastidioso, ma frequente: l’allusione che si crea lascia concede spazio alla discriminazione. Sì, perché è proprio partendo dal lessico che nella nostra società discriminiamo il genere femminile: è innegabile, come ha fatto notare con grande abilità Paola Cortellesi, che le parole elencate, insieme a tante altre, se utilizzate al femminile diventano all’improvviso sinonimi di “mignotta”. “Ma se le parole fossero la traduzione dei pensieri questo sarebbe grave”, era il monito dell’attrice. Ed ha perfettamente ragione, perché il linguaggio è alla base di ciò che nella storia, quantomeno recente, ha portato il mondo femminile a vivere in un ruolo subordinato al maschile. Attraverso il linguaggio formiamo fin dalla tenera età le menti di future donne e futuri uomini: è per questo che la scelta delle parole, e il significato che attribuiamo ad esse, risulta fondamentale. Se fin da piccoli, bambine e bambini iniziano ad avvertire l’idea che forse le donne valgono meno degli uomini, allora è possibile che i maschi si possano sen- tire in diritto di insultare le femmine, oppure – ancora peggio – si possano sentire in diritto di picchiarle, palpeggiarle, molestarle e discriminarle quando diventeranno adulti. Quindi non si tratta “solo di parole”, come ha spiegato sarcasti- camente Paola Cortellesi, ma di una scelta determinante per il ruolo che vogliamo che le donne abbiano all’interno della nostra società. Parlare quindi della “Festa della donna”, vuol dire anche volgere l’attenzione su come nella nostra lingua la donna stessa viene rappresentata. Oltre ai già citati innumerevoli sinonimi di “mignotta”, forse più palesi e manifesti, pensiamo per esempio all’ambito lavorativo e a come ci sembra “cacofonico” l’utilizzo della parola avvocata o architetta. Di contro, ci sembra assolutamente naturale declinare al femminile parole come modella o segretaria. Nascondere la professione di una donna sotto l’appellativo di “signorina” invece? Forse in modo automatico risulta rispettoso e gentile, ma come mai allora “signorino” è così in disuso e fa anche un po’ ridere? Nei confronti di uomo, giovane e in carriera magari, è più usuale rivolgersi piuttosto con “Dottore” o “Professore”. La lingua ricalca da sempre il pensiero. E a sua volta, come un effetto boomerang, l’utilizzo di un certo vocabolario ci rimbalza nella mente e costruisce la nostra cultura. E di conseguenza, la nostra azione. Nel 1987 Alma Sabatini scriveva Il sessismo nella lingua italiana ovvero una serie di raccomandazioni per un uso non sessista della lingua. Perché queste entrino nell’utilizzo comune del nostro linguaggio, sembra debba passare ancora del tempo. Intanto però, quando si parla di donne e dei loro diritti, capiamo che non serve solo soffermarsi sui dati e sulle statistiche di violenze “materiali”, ma è utile anche rivitalizzare il linguaggio per fargli assumere il ruolo di primo motore del cambiamento. di Andrea Adorni e Greta Magazzini 4 ilParmense.net | [email protected] | FOTO DI SIMONE BURATTI LA MAGIA DEL CASTELLO DI TORRECHIARA INNEVATO | FOTO Nel giorno di San Valentino le colline del Parmense sotto la neve L’atmosfera magica delle colline parmensi sotto una coltre di neve nel giorno di San Valentino. Il Castello di Torrechiara svetta tra i campi innevati. 5 ilParmense.net | [email protected] | 6 ilParmense.net | [email protected] | DI ANDREA ADORNI “LA PARITÀ SALARIALE? È ANCORA UN MIRAGGIO E NON SOLO UNA QUESTIONE DI CIFRE” | INTERVISTA Se le donne guadagnano meno degli uomini, avverte Lisa Gattini, segretaria generale CGIL Parma, è perché non c’è un adeguato sistema di supporto sul welfare famigliare Le donne guadagnano meno degli uomini e la parità dato assoluto, perché le operaie secondo le stime fornite salariale è ancora un miraggio. A distanza di 64 anni dalla dall’IRES, sono la metà degli operai, mentre le impiegate prima volta in cui si parlò di pagare in modo più equo le sono più degli uomini che lavorano nello stesso settore. donne – era il 1957 - molto è stato fatto, ma la distanza che In termini numerici, quindi, il gap occupazione è già separa lo stipendio di una donna da quella di un uomo è evidente, con quasi 20mila donne in meno che hanno ancora troppo elevata. Secondo Eurostat, la retribuzione un impiego rispetto agli uomini, ma non è tutto. “Il gap di una donna in Italia difetta del 5% rispetto a quella di è particolarmente evidente se vengono considerate le un uomo: i dati mostrerebbero una realtà particolarmente mansioni svolte: nel 2019 in provincia di Parma erano virtuosa se paragonati al pay gender gap europeo, in cui registrati 4.015 quadri uomo contro i 1.785 quadri donna, mediamente la stessa differenza è del 16%. Eppure non è così come ci sono 185 dirigenti donne contro i 1.228 così, come ci ha spiegato Lisa Gattini, segretaria generale dirigenti uomini”. Poi ci sono le ore lavorate. Moltissimi CGIL Parma, perché le classifiche e le percentuali vanno contratti che vengono stipulati con le donne sono contratti esaminate nel dettaglio. E poi non è solo una questione di a part-time e questo contribuisce in maniera preponderante cifre: la differenza salariale riflette una situazione molto ad una diminuzione del potere d’acquisto femminile complessa che riguarda soprattutto un welfare domestico rispetto a quello maschile. che le donne si accollano e che, volenti o nolenti, è costituito da ore lavoro non retribuite, da un inadeguato Se si va ad analizzare la retribuzione giornaliera a Parma, supporto da parte dei partner, chiunque essi od esse siano, divisa per genere, in dato assoluto nel 2019 si evidenzia e da insufficienti infrastrutture pubbliche. questa situazione: mediamente il guadagno per giornata lavorativa di un uomo è stato di 115,4€, mentre le donne I dati occupazionali e il differenziale salariale disponibili, hanno avuto compensi per 81,2€ al giorno; la retribuzione ad esempio per Parma e provincia, sono da riferirsi al media giornaliera di un’operaia è stata di 62€, quella di 2019; secondo le indagini condotte dall’Istituto ricerche un operaio uomo di 90€. “Questa differenza non è dovuto economiche e sociali della CGIL, “due anni fa c’erano ad una tariffa iniqua del contratto nazionale del lavoro – 158mila persone che partecipavano attivamente al mondo afferma la Segretaria della CGIL di Parma -, ma è dovuto al del lavoro sul territorio, di cui 69mila di sesso femminile fatto che probabilmente queste donne hanno contratti part- e 88mila di sesso maschile”, come illustra Lisa Gattini. time”. Un impiegato uomo ha guadagnato 130€ giornalieri, La distribuzione del lavoro tuttavia è più interessante del un’impiegata 87€ giornalieri. 7 ilParmense.net | [email protected] | Un quadro ha una media di 234€ al giorno, mentre un assunto un ruolo cruciale grazie a delle battaglie con cui quadro donna di 198€; un dirigente uomo incassa 573€ al hanno saputo cambiare la realtà. Eppure, queste battaglie, giorno contro i 459€ della dirigente donna. rischiano di non essere adeguatamente supportate dagli uomini in nessun settore, generando contestualmente una Differenze di salario per genere: forbice più ampia disparità di genere ancora oggi molto evidente. La cultura nel lavoro privato rispetto a quello pubblico maschilista non si esprime più – o forse non del tutto – nella relegazione della donna alle faccende domestiche, Il fenomeno del pay gender gap - cioè la differenza di ma ad una dimensione culturale, e di pensiero,