J. Zabłocki

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LE MAGISTRATURE ROMANE *

1. L’epoca regia costoro ogni cinque giorni si tirava a sorte un interrex finché gli auspici non consentissero di Stando alla tradizione, dopo aver ucciso il procedere all’elezione del re. Scelto il can- gemello Remo Romolo divenne capo (rex) didato (captio), lo si sottoponeva all’approva- della civitas che lui stesso aveva fondato. zione divina, confermata dal rinnovo degli Dapprima il potere regio fu probabilmente auspici, e, in senato, all’ patrum. poco esteso. I primi re lo esercitavano su una Quindi, con una lex curiata de imperio, piccola comunità di liberi abitanti di un l’assemblea del popolo (comitia curiata) lo territorio molto ristretto. Le decisioni erano investiva del potere supremo (). Al prese e attuate da tutti: il re le proponeva, il nuovo re non restava che prendere il governo popolo le approvava o respingeva. Le decisioni (inauguratio). più importanti riguardavano la guerra, la pace e L’elezione del re e, più in generale, altri problemi di interesse collettivo. Il re l’interregno risaltavano le prerogative dei convocava le assemblee popolari (comitia patres, chiamati al governo e a sondare il curiata), il consiglio degli anziani (senatus) e il volere divino. Né altri avrebbero potuto farlo: comando dell’esercito (imperium), ricercava i il potere di prendere gli auspici era sacro e, segni della volontà divina nel volo degli uccelli quindi, riservato ai patres: in età repubblicana (auspicia), officiava il culto. Inoltre risolveva sarebbe stato un’esclusiva delle magistrature le controversie (iurisdictio) e dava esecuzione patrizie. Altro retaggio monarchico vivo sotto alle decisioni punitive (coërcitio), provveden- la repubblica fu la lex curiata de imperio con dovi di persona o per il tramite dei suoi cui le assemblee elettorali (comitia centuriata, collaboratori. Presenziava all’istruzione delle comitia tributa) investivano i magistrati cause civili (in iure), nella fase processuale dell’imperium. (apud iudicem) affidate a un giudice (iudex, arbiter) che pronunciava la sententia. Nelle 2. La repubblica cause penali il re era assistito dai questores parricidii. Nei processi per omicidio giudicava Le magistrature a Roma avevano durata in prima persona: e le regie sentenze si annuale (annualitas). Per candidarvisi occorre- ricordavano per secoli. Nei processi per alto vano dieci anni di servizio militare nelle tradimento – perduellio – il giudizio era legioni. La carriera procedeva per gradi. Tra delegato ai duumviri perduellionis. una magistratura e l’altra s’imponeva almeno In seguito il potere del re si andò allargando. un anno di vacatio, necessario anche per Quando si fece quasi illimitato, i Romani tradurre in giudizio l’ex magistrato, ridiventato presero a odiarlo. semplice cittadino: nell’arco del suo mandato il Durante l’interregnum il potere era magistrato era di norma improcessabile. Le esercitato dai capi di genti e famiglie (patres), magistrature non erano cumulabili (incom- già membri del consiglio del re (senatus). Tra patibilitas). Salvo qualche eccezione, erano

* Доклад проф. Я. Заблоцки на международной научной конференции «Римское частное право: многовековой опыт развития европейского права» (Новосибирск, 1–3 июля 2012 г.). Публикуется в авторской редакции, мнение редколлегии может не совпадать с точкой зрения автора.

ISSN 1818ñ7986. ¬ÂÒÚÌËÍ Õ√”. –Âрˡ: œр‡‚Ó. 2012. “ÓÏ 8, ‚˚ÔÛÒÍ 2 © J. Zabłocki, 2012

Zabłocki J. Le magistrature Romane 257 collegiali. Se, come i consoli, i colleghi erano infimi, che furono: i tresviri capitales, con due, s’investivano entrambi di tutto il potere: funzioni di polizia e di vigilanza sulle stava a loro spartirsene, o no, l’esercizio. esecuzioni capitali; i (st)litibus Con il tempo la carriera dei magistrati iudicandis, con (tra altro) competenza esclusiva dovette regolamentarsi per contrastare continui nelle contestazioni dello stato delle persone; i abusi e violazioni delle antiche consuetudini. Si tresviri monetales che sovraintendevano alla vietò la rielezione immediata (iteratio). Per il coniazione delle monete; i quattuorviri viarum consolato si prescrisse una vacatio di 10 anni. curandarum, incaricati di vigilare sulle strade Si proibì in assoluto la rielezione alla censura. pubbliche; i quattuorviri praefecti, che in dieci Nel 180 a.C. la Lex Villia annalis impose civitates campane esercitavano la iurisdictio in una rigida tabella di marcia (, vece dei pretori. Seguivano il tribunato militare certus ordo magistratuum): prima la questura, (tribunus militum laticlavius), la questura, che poi il tribunato della plebe o l’edilità curule, apriva le porte del senato, l’edilità e il tribunato infine la pretura e il consolato. Quanto ai della plebe. Quindi, salendo di grado, la censori e ai dittatori, potevano recrutarsi pretura. A quel punto occorreva recarsi in unicamente tra gli ex consoli. Tra una provincia, prima come legionis, poi magistratura e l’altra era prevista una vacatio di come governatore: di rango proconsulare se di due anni. Per avviarsi alla carriera occorrevano provincia senatoriale, con il titolo di legatus dieci anni di servizio militare e un’età minima: Augusti pro praetore se di provincia imperiale. di 25 anni per la questura, di 36 per l’edilità Al ritorno poteva brigarsi il consolato: chi vi curule, di 39 per la pretura e di 42 per il venisse eletto all’inizio dell’anno era consul consolato. In seguito i limiti di età si andarono ordinarius, chi lo fosse più tardi era consul modificando. Dall’epoca di Sulla un questore suffectus. Durante il principato l’elezione dei doveva avere almeno 30 anni, un pretore – 40, consules suffecti si fece frequente per facilitare un console – 43. l’accesso a una magistratura particolarmente Sul finire della repubblica queste regole ambita e prestigiosa. Coronavano la carriera i furono spesso violate. L’imperatore Augusto governatorati di Africa o Asia, esercitati con il privilegiò (privilegia in honoribus) gli sposati e titolo di legatus Augusti pro praetore, e la gli aventi figli: tra due candidati ai fasces praefectura urbis. doveva darsi la precedenza a colui che avesse Per l’ordine equestre, il cursus honorum sotto la sua patria potestas più figli; se per cominiciava nell’esercito con gli incarichi di: numero di figli erano pari – al console sposato; praefectus cohortis, tribuno (tribunus militum solo se erano entrambi sposati si risolveva a legionis angusticlavius) e comandante di favore del più anziano. Dall’epoca dei Severi i cavalleria nei reparti ausiliari (praefectus alae). candidati alle magistrature che non avessero Seguivano vari uffici di procurator: dai più raggiunto i limiti di età poterono aggiungersi un modesti ai più prestigiosi: di amministratore del anno per ogni figlio. patrimonio privato dell’imperatore (procurator rationis privatae), di direttore di una 3. Il principato cancelleria imperiali (ab epistulis, a libellis, a rationibus, a memoria, a studio), di procuratore Sotto il principato le magistrature repubbli- urbano (tra altri: di procurator ludi magni cane furono man mano scalzate dalle nuove preposto alle caserme dei gladiatori), di magistrature imperiali. L’ordinamento politico procuratore responsabile delle finanze dell’Italia rimase sostanzialmente invariato e fu provinciali, di governatore di Giudea, Noricum, preso a modello per l’organizzazione delle Corsica e di qualche altra provincia conferibile province. Unica differenza rilevante la tassa a un procuratore. A seconda degli emolumenti, fondiaria, riscossa nelle province, da cui l’Italia i procuratori si dividevano in: sexagenarii (60 era esonerata. mila sesterzi), centenarii, ducenarii, trecenarii. Il cursus honorum si divaricò in due All’apice della carriera equestre v’erano: il carriere: l’una riservata alla classe senatoriale, comando della flotta (praefectus classis), il go- l’altra accessibile ai cavalieri. L’epigrafia vernatorato dell’Egitto (praefectus Aegypti), il (iscrizioni sepolcrali, votive) e un buon numero comando della guardia pretoriana (praefectus di testi aiutano a ricostruire i due percorsi. pretorio). Quello senatoriale partiva dal vigintiviratus, Il passaggio dall’ordine dei cavalieri a ovvero da uno dei cinque collegi magistratuali quello dei senatori non riportava di regola alla 258 Շۘ̇ˇ ÊËÁ̸ casella di partenza del cursus honorum illustres, spectabiles e clarissimi. I magistrati di senatorio. Per decisione imperiale l’ex cava- rango inferiore costituivano il personale liere veniva annoverato tra una categoria di ausiliare degli uffici. Nel IV sec. d.C. il prefetto magistrati: inter quaestorios, inter praetorios. del pretorio impiegava circa 2000 officiales; un Poteva essergli anche concesso di fregiarsi vicario circa 300. degli ornamenti di magistrature mai ricoperte: Il mandato dei magistrati di rango superiore ad esempio, degli ornamenta consularia. era di regola annuale. Il mandato dei magistrati inferiori non era a termine, ma di regola non 4. Il dominato superava i 3 anni. I magistrati erano retribuiti. Quelli inferiori I più stretti collaboratori dell’imperatore, percepivano uno stipendio alquanto modesto. titolari dei più alti uffici, lavoravano alla corte Arrotondavano trattenendo per sé alcune tasse imperiale (comitatus), costretta a un rigido (sportulae) in moneta o in natura. Si arric- cerimoniale di stampo persiano che ai sovrani chivano con la corruzione. permetteva di vivere in relativa sicurezza, di L’amministrazione era controllata: la ma- ammantarsi di ineffabile mistero e di tenere gistratura inferiore da quella superiore i sudditi a debita distanza. (controllo interno); tutta la magistratura dai Le magistrature imperiali si dividevano in servizi imperiali speciali (controllo esterno), militari e civili: però anche queste ultime erano inclusa la polizia segreta (agentes in rebus). organizzate sul modello delle prime. E militia L’imperatore inviava in provincia i si chiamavano anche entrambi i servizi: mili- curatores con il compito di vigilare sulle tia armata quello militare, e militia cohortalis finanze locali. Se necessario, i curatori quello civile. dovevano incaricarsi di amministrare le finanze Persistevano le cancellerie imperiali isti- municipali. In seguito il diritto di nominare i tuite sotto il principato: scrinia memoriae, curatori fu delegato ai consigli municipali. epistolarum e libellorum, cui si aggiunse la Obbligati a riscuotere le tasse e rispondendone schola notorium, cancelleria di corte in senso con il proprio patrimonio, i consigli tolsero ai stretto, chiamata a verbalizzare le riunioni del curatori ogni competenza di controllo. consiglio di stato (consistorium). All’inizio del IV sec. d. C. si ebbe un nuovo L’amministrazione si informò a centralismo, magistrato, il defensor civitatis, chiamato a burocrazia e gerarchia: qual incarico, tale tutelare le popolazioni provinciali dal giogo di grado. I funzionari venivano nominati e desti- uffici e funzionari. Si convertì ben presto in un tuiti dall’imperatore. L’ordine delle promozioni nuovo strumento di oppressione. Il popolo era rigidamente regolamentato. A ogni ufficio poteva contare ormai soltanto sui vescovi corrispondeva un particolare titolo onorifico. cristiani e sul loro arbitrato (episcopalis Per assumere qualsiasi ufficio occorreva audientia). iscriversi all’albo dei funzionari (matricula), ritirare il decreto di nomina (codicillus) e versare una tassa, peraltro ingente, antesignana della vendita degli uffici. I magistrati si distinguevano in superiori e inferiori. I primi erano divisi in tre categorie: Материал поступил в редколлегию 22.05.2012