Leggi, Scrivi E Condividi Le Tue 10 Righe Dai Libri
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leggi, scrivi e condividi le tue 10 righe dai libri http://www.10righedailibri.it Signore e Signori Carlo Delle Piane MASSIMO CONSORTI Signore e Signori Carlo Delle Piane © GRAF srl, 2011 Collana: Teste di Serie Titolo volume: Signore e Signori Carlo Delle Piane Autore: Massimo Consorti ISBN: 978-88-96774-05-2 Coordinamento generale: Anna Crispino Redazione: Lello Catello Editing: Cunegonda Zaza D’Aulisio Foto di copertina: Daniele Cruciani Progetto grafico: Serena Chirico Impaginazione: Grafica Elettronica srl Publishing by Testepiene Testepiene è un marchio di proprietà di Graf srl I edizione ottobre 2011 L’editore resta a disposizione per eventuali aventi diritti che non fosse stato possibile contattare. Graf srl Viale degli Oleandri, 19 - 80131 Napoli tel. 081 7445172 - fax 081 7411541 [email protected] - www.testepiene.it Tutta la mia vita tra finzione e realtà, tra l’attore e l’uomo. Dedico ad Anna la “sceneggiatura” della mia esistenza. CARLO DELLE PIANE PREFAZIONE IL MIO AMICO CARLO Carlo ed io siamo coetanei. Coetanei anagraficamente ma non cinematograficamente. En- trambi abbiamo trascorso una buona parte della nostra infanzia in fumose sale cinematografiche, ma io sedevo in platea mentre lui, negli stessi cinematografi, era sullo schermo. Ed è una differenza che oggi avverto fortissima avendo letto questa sua magnifica biografia. Carlo è in molti dei miei film, di certo in alcuni dei migliori. Se c’è lo si deve alla sua amicizia con mio fratello Antonio che, attraverso un brillante artificio, praticamente me lo impose. Con Carlo abbiamo condiviso un percorso impervio fatto di re- ciproca crescita professionale, segnato da grandi gioie ma anche da momenti di inevitabile sconforto. Questa per anni la nostra vita: dal mattino prestissimo al trucco, poi l’intera giornata sul set, quindi la sera in cerca del ristorante più affidabile, e ancora avanti nella notte in albergo a bere l’ultimo whisky o a organizzare scherzi. Migliaia di ore quindi di parole, di incoraggiamento o di dubbio, sempre e comunque segnate dall’amicizia, che è il sentimento che ha reso possibile un rapporto professionale eccezionale per conti- nuità e risultati ottenuti. Di lui credevo quindi di sapere tutto, ma proprio tutto, e invece questo libro mi ha convinto che di lui sapevo ben poco. La ragione credo sia da attribuire al suo sconfinato pudore, pu- dore che gli deriva dall’aver dato l’avvio alla sua straordinaria car- riera in quella stagione così speciale in cui i nostri padri realizzava- 7 no quei capolavori che hanno reso celebre il nostro cinema nel mondo. E nel realizzare quei film inventavano anche il cinema mo- derno, dandogli un senso e stabilendone le regole. Che Carlo venga da quel cinema, in cui ognuno era pedina di un insieme più grande e dove solo le capacità professionali o il talento facevano la differenza, lo si intuisce da come sa stare sul set, che giri o che attenda di girare. Lo si intuisce da come si rapporta con la troupe, a qualunque livello gerarchico, da come nel suo compor- tamento si riconosca la grande lezione impartitagli dai suoi grandi maestri. È sufficiente leggere le pagine dedicate a Totò per riconoscere Carlo nella sua riservatezza, pur così insospettabile dai personaggi che entrambi hanno interpretato. Quindi se c’è un Totò segreto, un Totò che soffre come e più dei comuni mortali, c’è un Carlo Delle Piane che vive, simultaneamen- te alla sua vicenda professionale, una vicenda umana segnata dal rammarico. Questo lungo, affettuosissimo, racconto ce lo svela, specie nell’ultima parte, quando gli si appalesa finalmente accanto quella creatura che forse lui, senza rivelarlo neppure a noi che ci annove- riamo fra i suoi migliori amici, ha atteso da sempre. Dal remoto film di Duilio Coletti Cuore, il dodicenne Carlo, fi- glio del sarto abruzzese Francesco Delle Piane, ha percorso un lun- go cammino che Massimo Consorti sa narrarci con imparzialità ed emozione. Un percorso che, ben lungi dall’essersi concluso, ci riserva di certo nuovi, imprevedibili, sviluppi. PU P I AVATI 8 PREFAZIONE . IL MIO AMICO CARLO UNA BIOGRAFIA NON È UN CURRICULUM VITAE Se la domanda è: «Ti va di scrivere la mia vita?», e il giorno in cui ti viene fatta è quello di Natale, la risposta che una persona normale può dare è un ‘sì’, senza se e senza ma. Se poi, sempre quella persona normale, si rende conto che è lo stesso giorno del “regalo” che al suo interlocutore ha fatto vincere il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, la convinzione con la quale quel ‘sì’ è stato detto diventa netta e non differibile. Non riflette, la persona normale, sul fatto che la proposta che gli è appena stata fatta viene da Carlo Delle Piane, e che di “se” e di “ma” ce ne sarebbero stati a decine. Dopo. Avevo conosciuto l’avvocato Santelia a San Benedetto del Tronto qualche mese prima, a luglio, durante il Bizzarri DocFilmFest che gli aveva assegnato il premio Anniversary alla carriera. Seguendo da sempre il mondo del cinema, e non solo per motivi di lavoro, ero al corrente delle piccole manie che uno dei protagonisti di oltre sessant’anni di storia della nostra cinematografia si portava appres- so, per cui, al momento della presentazione, mi guardai bene dallo stringergli la mano e, tantomeno, dall’accennarne il gesto. In quel fine settimana pranzai e cenai spesso con lui finendo per assistere, impotente, alla ritualità dei suoi gesti: sempre gli stessi, sempre allo stesso tavolo, sempre con le spalle rivolte alla finestra e gli occhi fissi nella sala. Ci alzavamo insieme per andare a fumare e parlare di cinema e di vita, di sigarette e del piatto appena gustato. C’è da dire che Carlo Delle Piane non fa nulla per mascherare le sue fissazioni, per cui il rapporto che si ha con lui, dopo un approccio imbarazzante, rientra nei canoni della normalità più assoluta. 9 Ed è la stessa impressione che deve aver avuto il cameriere che ci serviva, il cui sguardo, dopo alcune ore di follia nicholsoniana, si era disteso sempre di più fino al sorriso liberatorio dell’ultimo giorno. Ad accompagnare il professor Carlo Balla al Festival c’era Anna Crispino, una giovane cantante e musicoterapeuta napoletana, che sembrava essere l’unico punto di contatto fisico di Carlo Delle Pia- ne con il resto del mondo. Anna era, in effetti, molto più di un semplice “contatto”, incarnava la donna alla quale Carlo, per la prima volta in settantatre anni di vita, come in un film, era riuscito a dire ‘sei il volo della mia anima’. Lo aveva fatto al termine di una serata raccontata dalla sua voce che, oltre a sorprendermi per l’ina- spettata voglia di rendere pubblico un sentimento così profondo, mi aveva colpito ed emozionato. Nei mesi successivi continuammo a mantenere i contatti attra- verso il telefono, testimonianza di quanto le ore trascorse insieme fossero state piacevoli, e questo fino a quel fatidico 25 dicembre, giorno in cui, fra un augurio e l’altro di ogni possibile felicità, Car- lo mi fece chiaramente intendere che gli sarebbe piaciuto editare la sua biografia e che a scriverla avrei dovuto provare io. E sottolineò quasi con una vena di sottile autocompiacimento quel “provare”, memore delle tre prove precedenti non andate a buon fine. L’accordo fu quello che ci saremmo risentiti i primi di gennaio e che, nel frattempo, avrei dovuto lavorare sulla forma letteraria mi- gliore per raccontare l’esistenza niente affatto semplice di un uomo talmente riservato da rasentare, in qualche momento, la reticenza. Iniziai con lo scartare modelli. Dopo aver trovato vecchio, noioso e lontano anni luce dal mio intendere il narrare, il classico ‘Carlo Delle Piane è nato a Roma il…’, iniziai a prendere in considerazione le biografie-intervista di cui è ricco il mercato editoriale (prima fra tutte quella di Laurent Neumann a Gérard Depardieu), rendendomi però subito conto che con Carlo sarebbe stato un lavoro improbo, uno scavo profes- sionale ed umano al quale difficilmente si sarebbe mostrato dispo- nibile. 10 UNA BIOGRAFIA NON È UN CURRICULUM VITAE Restava una terza ipotesi: il racconto. Fu la soluzione che ci tro- vò tutti d’accordo e che ha portato alla stesura di una biografia- mix fra il romanzo, la filmografia ragionata, la sintesi di una carrie- ra lunga e prestigiosa e momenti in cui anche il dolore, mai plate- almente esibito, si è mantenuto nei limiti di un ragionevole pu- dore. Il primo incontro di lavoro con Carlo Delle Piane e Anna Crispi- no è avvenuto in un hotel di Roma, luogo che Carlo ha eletto a suo ufficio non trovando igienico ospitare estranei (portatori insani di virus e batteri) in casa sua. Prima di iniziare una registrazione che sarebbe durata ore, e poi ancora ore in altri giorni, Carlo Delle Piane dettò le sue condizioni: «Non voglio una biografia noiosa», disse. «Non voglio una Divina Commedia ma un libro agile, da leggere tutto d’un fiato e che lasci al lettore il rammarico che sia finito troppo presto. Devi dosare le parole, devi descrivere i miei sentimenti e riportare quello che pen- so io e non quello che gli altri pensano io pensi”. Al termine di un monologo che non lasciava grandi margini di mediazione, mi resi conto che l’unica scelta che avevo era quella di lasciarlo parlare, di raccontare se stesso come lui si vedeva, di carpi- re fra le righe dei suoi discorsi gli accenni, le piccole cose, quelle che mi sarebbero state poi utili a comporre un ritratto non esaustivo, ma molto vicino all’esserlo, dell’attore e dell’uomo Delle Piane. E più Carlo andava avanti con il racconto della sua vita, più mi rendevo conto della estrema complessità delle situazioni e dei con- testi che le sue parole mi descrivevano, proprio come fossero se- quenze di un film.