Sottoscrizione a premi per l’acquisto di una cucina per il C.D.D. Anffas “Chiara Luce” Rebecco - Guidizzolo MN

Estrazione sabato12 dicembre 2015 ore 10,00 presso il MASeC

Opere degli artisti Azzini Michele Codurri Franco Maffezzoni Alessandra Bassignani Franco Dal Prato Alessandro Magnani Giovanni Biazzi Bruno Dal Prato Leonardo Pedrazzoli Roberto Boni Angelo Darra Raffaele Pegoraro Giovanni Bordanzi Nadia Della Maestra Michele Signori Pierluigi Capisani Ferdinando Faccincani Athos Spazzini Severino Cappa Mariangela Fioravazzi Enos Valbusa Claudio Cigala Giancarlo Lusenti Donatella Vicentini Alberto 1 Ritiro premi entro il 28 febbraio 2016, presso: Centro Culturale San Lorenzo, via Virgilio, 25 tel. 348 3115232 (su appuntamento)

Si ringrazia: MAIN SPONSOR Elettronica FM

e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa: Artisti e donatori delle opere, le Associazioni: Amici di Rebecco, Anspi Birbesi, Anspi Guidiz- zolo, Auser Guidizzolo, Avis, Aido, Carabinieri in congedo, Ciclo Club 77, Ente Filarmonico, G.V.G., Gruppo Alpini, Gruppo Micologico, Milan Club, Pro Loco, Protezione Civile, Tennis Club e le ditte: Furio Geom. Sandro, Centro Computer Cremona, Milan Club Guidizzolo, Idro- meccanica Lucchini, Tomasi Auto.

2 L’iniziativa

Cos’è che fa veramente grande una Comunità se non il senso di appartenenza e la partecipa- zione alle necessità della Comunità stessa e dei suoi singoli? Ecco allora che l’Amministrazione comunale e “la Notizia” del Centro Culturale San Lo- renzo si sono fatti portavoce della necessità che il Centro Diurno Disabili “Chiara Luce” di Rebecco ha manifestato, diventando promotori di un incontro tra associazioni locali per dar vita ad una sottoscrizione a premi finalizzata al rinnovo della cucina del Centro stesso. Dico subito con grande soddisfazione, pur essendone stato ampiamente certo anche prima, che sono bastate due telefonate e tutto si è messo immediatamente in moto, dai generosissimi pittori guidizzolesi e non che hanno messo a disposizione le loro opere, ai volontari impegnati nelle diverse mansioni, non ultima naturalmente, la messa a disposizione dei biglietti che porteran- no all’assegnazione dei quadri che hanno dato linfa all’iniziativa. Voglio concludere con un cenno al Centro “Chiara Luce”, un luogo dove la solidarietà si respira; dove il termine “fratello” acquista un senso pieno; dove vi operano persone, volontari e non, la cui presenza e partecipazione va ben oltre i doveri d’ufficio; un luogo dove “Centro Diurno Disabili” fa indissolubilmente rima con “amore”, amore per le persone e amore per la vita. Un luogo che consiglio a tutti di visitare.

Il Sindaco Sergio Desiderati

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Gli artisti e le opere

Le opere che seguono rappresentano l’espressione artistica contemporanea come rilettura della realtà e del sentimento profondo che lega ciascun artista a temi cari, vissuti intimamente ed intensamente resi nelle produzioni riportate. La produzione artistica è quanto di più per- sonale l’uomo possa esprimere mediante l’utilizzo di materiali, forme, tonalità cromatiche e tecniche espressive rappresenta lo stato d’animo dell’artista che fissa nell’opera ciò che prova e immediatamente lo rimanda alla persona che guarda quell’opera, la rilegge facendola propria, evocando di volta in volta, nuove e personalissime suggestioni. Ogni opera racchiude un percorso di ricerca iniziato indagando le pieghe della realtà, fino a giungere all’essenza di quanto trovato, che si concretizza nell’atto creativo di un paesaggio, una natura morta, un volto, una figura umana, nella descrizione di un evento, di un momento, di un racconto fantastico, surreale ed emozionante. Affiora qui una ricchezza di presenze che non vuole essere monocorde, unilaterale, artistica- mente monolitica, bensì straordinariamente varia e intimamente soggettiva. Molti tra questi autori hanno frequentato quella che un tempo era la Scuola d’Arte, divenuta in seguito Istituto d’Arte e oggi Liceo Artistico intitolato ad Alessandro Dal Prato, il fonda- tore della scuola di Guidizzolo; alcuni hanno seguito studi presso Istituti Artistici e Accade- mie, altri ancora hanno coltivato e praticato la passione per l’arte in modo del tutto personale, conseguendo pregevoli risultati di cui le opere che seguono sono testimonianza. Un filo rosso lega tutte queste opere: la generosità del dono di ogni autore, o del donatore, che hanno voluto dare alla comunità la possibilità di fruire di valori estetici mai scontati o improvvisati, quanto invece meditati a lungo e poi lasciati, appunto donati. Le opere, provenienti da contesti diversi e qui raccolte intraprenderanno, dopo questa inizia- tiva, un nuovo cammino verso le dimore di chi le vedrà in assegnazione.È il viaggio dell’arte, la diffusione e trasmissione della cultura che genera altra cultura e al tempo stesso si rigenera nella continuità delle persone. 5 Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente qualcuno degli artisti, di altri ho potuto ap- prezzare le opere esposte in vari contesti o di ascoltare, da chi li ha frequentati, del loro genio, o meglio, del loro grande dono artistico. Considero un privilegio poter presentare artisti che con grande generosità hanno messo a dispo- sizione opere per questa lodevole iniziativa.

Alida Irene Ferrari Dirigente scolastico Liceo Artistico A. Dal Prato

6 Il Centro “Chiara Luce”

Il Centro Diurno Disabili ANFFAS di Rebecco, recentemente denominato “Chiara Luce”, è presente nel Comune di Guidizzolo da oltre trent’anni. Il Servizio, fortemente voluto dai genitori di ragazzi con disabilità che si sono riuniti nell’asso- ciazione (motivati dal medesimo problema) e si sono impegnati per il pieno riconoscimento dei diritti dei loro figli, per dare loro un servizio che li aiutasse al raggiungimento della massima autonomia possibile. Infatti, attraverso interventi e programmi individualizzati molti ragazzi hanno potuto, e tutt’ora possono, contare su sostegni indispensabili alla loro formazione ed al miglioramento della loro qualità di vita, soprattutto grazie all’aiuto di personale educativo altamente quali- ficato, in grado di sostenerli ed indirizzarli verso un’adeguata inclusione sociale e grazie anche al contributo di molti volontari. Ora, nella struttura adibita a CDD dal 1982, rinnovata ed ampliata negli anni, si rende necessaria la sostituzione dell’arredo della cucina, non più idoneo, dato il tempo trascorso, a rispondere alle esigenze di funzionalità ed igiene richieste dalle normative ASL. Per sostenere l’ingente impegno di spesa che si dovrà affrontare, per la messa a norma di questo ambiente, si fa appello alla sensibilità e generosità della cittadinanza dei Comuni d’ambito di Guidizzolo, i cui cittadini più fragili frequentano con immutato entusiasmo il servizio realizzato da ANFFAS. Ringraziamo anticipatamente tutti coloro che con il loro contributo renderanno possibile l’ac- quisto del nuovo arredo, permettendoci così di risolvere adeguatamente un notevole problema. Per meglio dimostrare la nostra gratitudine, interpretando il pensiero dei “ragazzi del Chiara Luce”, tutti i cittadini sono invitati a visitare la struttura, sia per un reciproco saluto che per brindare al nuovo acquisto.

Graziella Goi Presidente ANFFAS Onlus Mantova 7 MICHELE AZZINI

Michele Azzini nasce nel giugno 1976 a Volta Mantovana. Vive a Guidizzolo, paese a ridosso delle affascinanti colline Moreniche del Gar- da, paese dove cresce e frequenta l’Istituto Statale d’Arte. Nel corso degli anni di studio è la pittura la forma espressiva che maggiormente lo interessa e lo conquista. Finiti gli studi si impegna in vari lavori ma continuerà a coltivare amorevolmen- te la pittura come una vera forma di completezza della sua propria passione. Il tutto avviene nel suo studio in forma privata. Il 2013 è l’anno in cui decide di far conoscere i suoi dipinti. Spinto da amici e appassionati che apprezzano e comprendono le sue “creazioni”, accetta di esporle al pubblico. A luglio 2013, la fiera del suo paese è un punto di partenza, il consenso ricevuto lo stimola a continuare e affinare la sua continua ricerca emotiva. Nei periodi successivi aumentano i consensi e aumenta la sua produzione senza mai tralasciare la sua primaria voglia di esprimersi attraverso la pittura con quella grinta propria di chi si spende a tutto tondo per ciò in cui crede. La sua energia si sente trasparire dai tratti decisi e dalle forme grafiche che risaltano e si fondono con armonia nei colori forti ma sapientemente dosati. Ancora una volta le basi acquisite sui banchi dell’Istituto d’Arte portano i loro frutti, frutti che nel tempo acquisiscono sempre più quella maturità che porta le caratteristiche di chi con impegno e dedizione raggiunge ottimi traguardi.

8 Luce, 2014, tempera e acrilico su tela, cm 105x80

9 FRANCO BASSIGNANI

Nasce a Guidizzolo (MN) nel 1942. Dopo la Scuola e l’Istituto d’Arte conse- gue l’Abilitazione all’insegnamento che pratica poi sia in ambito pubblico che privato. Negli anni ’80 – insieme a incisioni calcografiche di rielaborata tecnica – dipinge opere a contenuto immaginifico-contemplativo cui non è estraneo un recupero della gestualità: questo dualismo espressivo caratterizzerà tutta la sua produzio- ne. L’assidua frequentazione degli Amici Artisti Troletti, Capisani, Dalmaschio, Pe- drazzoli, Banali, del poeta Alberto Cappi e di Giorgio Celli lo spinge a nuove ricerche espressivo-formali: riscopre e sperimenta la tecnica “a fresco”, rivisita il colore. La luce, il mito, la memoria connotano alfine le sue opere di una armonia faticosamente raggiunta. Ha tenuto e tiene personali e collettive a Mantova, in Italia e all’estero ed il suo atelier è conosciuto punto di riferimento di Artisti e di tutti coloro che deside- rano cimentarsi con le tecniche di incisione e di stampa. ...Bassignani è artista ancorato ai solidi valori del mestiere dalle radici antiche, consapevole che l’arte è un dono e, contemporaneamente, una disciplina...... Come non pensare a quella sua officina calcografica che ha prodotto – quasi in una sorta di fucina – elaborazioni grafiche complesse e raffinate...... Da anni Bassignani sperimenta un’antica e celebrata tecnica decorativa: l’affresco, o buon fresco, come si diceva un tempo. Su sottili strati d’arriccio ancora bagnato – steso su opportuni supporti – l’artista dipinge asse- condando i tempi che la reazione chimica della calce pretende. I suoi segni emergono sempre più traboccanti dall’archivio felice della sua memoria, dal mondo lontano e mai smarrito della sua giovinezza... Roberto Pedrazzoli ...Sulla superficie della lastra Bassignani sperimenta e scopre le possibilità di creare spessori corporei, grovigli inestricabili, tessiture viscerali e strutture iconografiche che sono sempre sul punto di lacerarsi, e non svaniscono mai del tutto, in quanto il segno è più forte di ogni ostacolo posto sul tragitto esecutivo...... Nessuna immagine può essere uguale a un’altra, di volta in volta emerge un diverso grado di esplorazione della natura, l’artista sa che il paesaggio è pieno di segni dietro i quali stanno significati inconoscibili, per questo le figure oscillano tra riferimenti realistici e metamorfosi della fantasia...... Tempo e memoria s’intrecciano nei sogni di luce che Franco Bassignani esplora dentro i per- corsi segreti del paesaggio, captando senza sosta gli umori della materia, atmosfere sospese tra terra e cielo, tracce primordiali di un sentire sconfinato che spazia oltre i perimetri del visibile...

Claudio Cerritelli 10 Bassorilievi per le campane della Chiesa di Rebecco, 1991 San Luigi Gonzaga, cm 20x16, calco dall’originale, in gesso patinato Santi Filippo e Giacomo, cm 20x20, calco dall’originale, in gesso patinato Sant’Antonio Abate, cm 20x15, calco dall’originale, in gesso patinato 11 BRUNO BIAZZI

Vive a Guidizzolo, dove da anni si dedica alla pittura naif. Appartiene a coloro che hanno una innata predisposizione disegnativa e com- positiva, arricchendo le sue opere con scelta cromatica viva e pregnante. Biazzi ha propria personalità e i diversi temi di cui si avvale sono svolti con rit- mo di impostazione piacevole e singolare tra la realtà e il sogno ad occhi aperti con accenti poetico-coloristici persuasivi per la insita freschezza favolistica nar- rativa. Egli dipinge ciò che gli viene spontaneo e le figure sono spesso dei Pierrot col- locati in momenti pittorici diversi e rievocati, frugando nel tempo, nei ricordi personali ancora bene impressi nella memoria. In breve tempo si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica, conse- guendo meritati successi a livello nazionale ed internazionale. Oltre alla pittura ad olio su tela, negli ultimi tempi porta gli stessi temi nella dipintura della ceramica, in forma di vassoi, piatti , vasi e portaceneri, oltre che nella realizzazione di miniature su foglia d’oro, senza che la qualità ne risenta.

12 Autunno, 1998, idropittura su tela, cm 50x70 13 ANGELO BONI

Pittore, disegnatore e incisore, Angelo Boni è nato a Suzzara nel ’35. Attual- mente vive e lavora a Carpenedolo, comune in provincia di Brescia, poichè la moglie, Gianna Corradini, pure nativa di Suzzara, avendo vinto il concorso per l’insegnamento nella scuola elementare di quel comune, vi si è trasferita con la famiglia. Come artista, Angelo, che ha curato la sua formazione di base presso l’Istituto d’Arte “P.Toschi” di Parma, è attivo dagli anni ’50 con la partecipazione a ras- segne nazionali e internazionali di grafica e pittura.Il suo curricolo, straordina- riamente ricco di mostre personali e collettive, dopo un decennio di esercizio e maturazione, inizia nel ‘66 con una mostra al “Cavallino Bianco”, dove ritorna nel ’79; nell’ ’84 la galleria 2E espone suoi lavori di grafica ed è alla Civica Gal- leria di Arte Moderna di Suzzara con la personale «Il Po», che poi, col titolo «Il Po grande sconosciuto» passa prima a Giulianova di Teramo e poi a Pinerolo. Nell’ ’89 è presente con esemplari di grafica alla “Sala mensa e riunioni” della Bondioli/Pavesi; nel ’95 la 2E presenta una sua antologica di grafica; nel ’96 è di nuovo a Suzzara, dove, alla scuola Arti e Mestieri, espone dipinti e incisioni dedicati al «Ritorno a Giulio Romano»; è di nuovo nel ’98 all’Arti e Mestieri con «Dipinti, disegni, incisioni». Nel 2003, nella sala della Pro Loco in Piazza Garibaldi dedica una mostra all’amico scomparso Benvenuto Guerra, che fu tra i primi a scrivere dell’arte di Boni con squisita sensibilità e competenza critica. Quest’anno era presente con una sua opera al 45° Premio Suzzara, nella sezione a libera partecipazione all’Arti e Mestieri. La cosa incredibile è che, pur avendo partecipato, nei suoi 40 anni di attività, ad almeno un centinaio di collettive in tutt’Italia (riscuotendo ovunque il favore della critica e del pubblico) e diverse volte al Premio Suzzara (1966, 1967, 1968, 2006) non esiste una sola sua opera nella collezione del Premio Suzzara. E questo, ripetiamo, nonostante decine e decine di critici abbiano esaltato il va- lore della sua produzione grafica, pittorica e incisoria, non solo per la maestria formale e la raffinatezza tecnica, ma soprattutto per la capacità di applicare tali competenze a temi di grande impegno civile. In particolare, la tematica ecolo- gica, fortemente sentita da Angelo Boni, che ha abitato per 14 anni a Tabellano di Suzzara a stretto contatto con la natura del Po, è affrontata dall’artista con ineguagliabile espressività e col senso drammatico di empatia con la lenta morte del fiume, percepito da Angelo quasi come il liquido amniotico della sua nascita artistica.

14 Paesaggio, 2004, acrilico su tela, cm 80x40 15 NADIA BORDANZI

Nadia Bordanzi nasce a Medole in provincia di Mantova dove vive e lavora. Il suo percorso artistico inizia negli anni Novanta. Nel corso degli anni si avvicina alla pittura figurativa la quale diventa la forma espressiva più vicina al suo ide- ale artistico, ovvero la ricerca espressiva, psicologica e soprattutto emozionale dell’animo umano. Il suo lavoro è arricchito dall’uso di materiali, supporti e tecniche non convenzionali.

I ritratti della Bordanzi non sono semplici trasposizioni fotografiche di volti ca- suali ma sono scelti in funzione di uno studio delle profondità psicologiche; uno studio che parte dallo sguardo e giunge fino all’anima; sono volti che raccontano di noi e della nostra umanità. L’uso della tela è integrato da supporti metallici e le tecniche pittoriche adottano l’uso di acidi e sabbie, rendendo i ritratti della Bordanzi assolutamente originali e contemporanei.

“ ...mi interessa dipingere soggetti che rivelino un’ intensa carica emotiva. Cerco quindi di scavare nella profondità dell’animo umano con l’obiettivo di ricercare le più nascoste espressioni psichiche... “ Nadia Bordanzi

16 Ritratto, 2008, olio su tela, cm 40x30 17 FERDINANDO CAPISANI

É nato nel 1947 a Coazze di Moglia, in provincia di Mantova. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte “A. Venturi” di Modena, poi frequenta i corsi serali della scuola libera del nudo dell’Accademia di Brera a Milano sotto la guida di Aldo Salvatori. Diviene dominante l’interesse per l’informale, per le ricerche materiche e gestuali. Così negli anni Settanta, Capisani si propone, nella situazione artistica italia- na, fra gli interpreti più nuovi del paesaggio padano. Sa coniugare istanze e memorie tradizionali con moderni dettati concettuali e simbologie universali che, proprio nell’albero, foglia, ramo, hanno espressione atavica. Il tempo, il divenire eterno delle stagioni e il variare delle luci padane sono narrati nelle opere che Capisani costruisce attraverso un continuo processo d’affermazione e negazione. Impiega veline, matite, carte di vario spessore, varie tecniche di stampa, con una proliferazione materica spiegabile, da un lato con l’attenzione alle ricerche in atto in Italia sulle possibilità espressive dei materiali, dall’altro, con l’operazione mentale di crescita, omologata al naturale. Nascono cicli di lavori nei quali l’accumulo, la presentazione seriale, il registrare lo scarto della minima variante di trasformazione dell’oggetto naturalistico “guida” esprimo- no la costruzione dell’opera per ricomposizione di frammenti e dettagli visivi, ben evidenti anche nell’impiego di tecniche artistiche del tutto personali. (…)la terra, il cielo, gli alberi, le foglie, l’erba, gli ampi spazi, lo scorrere ritmico su linee orizzontali, la geometria della natura originano la poetica di Capisani, che si dipana, si ferma in pause e trova sempre nuove scoperte in analogia al vissuto del Grande Fiume. Nel diario pittorico-narrativo, emerge l’essenza interiore, la sensibilità, la Sua capacità di trasformazione, di rielaborazione creativa che in un gioco fantastico diventano appunti del tempo. Il tempo del colore, della poesia, della gioia ,della malinconia. Il tempo da vivere e da scoprire.(…)1996 Franco Bassignani, presentazione in catalogo “Alberi” Ex Convento S. Rocco Carpi 1996. Ha partecipato a diverse rassegne artistiche nazionali, ha esposto in gallerie pubbliche e private italiane e straniere.

18 Passato e presente, 1965/2014, elaborazione digitale, cm 35x50

Passato e presente, 1965/2014, elaborazione digitale, cm 35x50 19 MARIANGELA CAPPA

Mariangela è nata a Guidizzolo. Diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Guidiz- zolo nel 1992. Restauratrice, collabora con studi di architettura realizzando decorazioni d’in- terni a trompe-l’oeil. La sua passione nella pittura si esprime con la tecnica dei gessetti con i quali rappresenta ritratti, riproduzioni ispirate ad opere di grandi maestri. Inizia la partecipazione agli incontri Internazionali dei Madonnari, nel 2006 si classifica 1ª a Grazie di Curtatone ed è promossa Maestra Madonnara.Vince poi altre due volte il “Gessetto d’oro”. Il suo lavoro del 2011, è stato utilizzato per i manifesti e l’immagine promozionale della manifestazione internazionale dei Madonnari dell’anno successivo. Molto intensa è la partecipazione a questi simposi, dove la sua affinata-raffinata tecnica la gratifica dei massimi ricono- scimenti. Ha esposto in diverse mostre personali. Sue opere figurano in molte collezioni private e pubbliche. La figura dellaMadonna del riposo (donata in questa occasione), rappresentata con dolcezza, è valorizzata dall’impasto dei gessetti, col colore sfumato dell’incarna- to e dalla luce che, accarezzando le forme, le fa vivere, le modella in un’atmosfe- ra di luce determinandone un’intensa plasticità.

20 Madonna del riposo, 2015, gessetti e acrilico su tavola, cm 50x50 21 GIANCARLO CIGALA

Cigala è nato nel 1956 a Guidizzolo. Dopo la Scuola Media annessa alla Scuola d’Arte, completa gli studi all’I.T.I.S. di Brescia. Frequenta in seguito corsi di disegno, pittura, e nudo a Milano. Ora è impiegato alle Poste Italiane. Cigala ha sempre “sentito” dentro di se la voglia di esprimersi e dedicarsi all’arte. Nel silenzio e nella sua schiva intimità ha coltivato questo percorso continuan- do a disegnare e dipingere, sempre molto attento all’esigenza espressiva relativa alla sua personalità, senza mai scadere in facili e gratificanti entusiasmi. Ricca è la produzione di opere, purtroppo poco conosciute ed esposte in rare mostre. Così scrisse Alessandro Dal Prato alla presentazione di una sua mostra a “Casa Sperlari” in Cremona nel 2002.

... Quando seppi di Giancarlo Cigala, già impiegato modello in un ufficio statale, che oltre- passò i vent’anni di età senza mai praticare alcun genere d’arte e che dal momento in cui sentì il bisogno interiore di disegnare e dipingere non ha più smesso, dedicandogli tutto il tempo di cui poteva disporre. Da questo comportamento è nato in me il proposito di vedere ciò che faceva. Qui probabilmente si tratta di una vocazione tardiva, pensai. Senza por tempo in mezzo glielo dissi. Mi accolse nel suo studio. Mi mostrò disegni e disegni, dipinti e dipinti. Parlammo scorre- volmente della impareggiabile tradizione artistica italiana. E giù giù di parola in parola arrivammo all‘Ottocento-Novecento. In seguito mi son detto: questo non è da paragonare ai pittori della domenica, agli hobbisti, che dir si voglia. Questo è un artista; un pittore senza alcun aggettivo: un pittore e basta.

Il paesaggio marino, San Fruttuoso, Genova (donato in questa occasione) è una costruzione solida con una ricchezza di pennellate colorate di una tavolozza ampiamente variegata quasi fredda. Nulla sfugge all’artista, nulla è demandato al caso; il senso di luce soffusa di penombra al calar del sole.

22 Estate a San Fruttuoso, 1998, olio su tavola cm 30x42 23 FRANCO CODURRI

I lavori a pastello di Franco Codurri sono opere che muovono cibernetica leg- gerezza e composta armonia. Una rivisitazione particolarissima dell’optical art che, senza l’ausilio delle tecnologie digitali, è realizzata dall’autore nel lievitare di molti giorni e nel solco di una vocazione antica. Dedizione e sentimento di paziente attesa, dunque, attraverso l’elaborazione di una stesura segnica. La descrizione, quasi lenticolare, scorre fluida attraverso il tratto e la linea. V’è un inseguirsi di flussi che senza soluzione di continuità creano addensamen- ti poetici, traendo origine da vari punti di fuga spesso compresenti. Significative e di singolare pathos le opere che esprimono un’atmosfera d’inten- sità gotica, con la predominanza del verde ruggine, del rosso cupo, dell’azzurro acquatico entro cui lievitano forse velate meduse e magiche creature. Carmelo Sammartino

Franco Codurri ha educato al disegno e all’interpretazione artistica gli alun- ni dell’Istituto Aleardo Aleardi di Verona, delle Scuole Medie di Goito, Castel Goffredo e Castiglione delle Stiviere con sicuro intuito didattico e con matura esperienza di maestro. Ama la sua professione e la sua arte. Ha realizzato mostre personali a Manto- va, Brescia, Padova, Goito, Volta Mantovana (Mosaico scienze) ed ha ottenuto giudizi lusinghieri. Il Codurri porta con sè gli ideali di un’Arte perenne e li sa manifestare con una tecnica che diventa originale nella docilità del pastello e con una scelta di motivi che esprimono l’ambiente e la natura che ci circonda. Lanfranco Vecchiato

Quanto è immodesto l’uomo che pensa che l’inverno congeli tutto e non spera nella primavera. Alda Merini 24 Natura morta con gatti, 2012, pastello su carta cm 35x50 25 ALESSANDRO DAL PRATO

Roncoferraro (Mantova) 1909 Guidizzolo 2002. Nel 1926 consegue la maturità al R. Liceo Artistico di Brera; il diploma di pit- tura presso l’Accademia «Cignaroli» di Verona; il diploma di specializzazione in Decorazione pittorica e plastica presso il R. Istituto d’Arte di Parma. Nel 1935 a Guidizzolo dà vita, sotto l’egida del Comune, ad una singolare Scuola d’Arte applicata. Quella Scuola, ottenuto il riconoscimento legale, da comunale diviene consortile con la costituzione del Consorzio tra i Comuni di Guidizzolo, Medole, Solferino, Cavriana, Volta Mantovana, Monzambano, Goito e Ceresa- ra e ricevette la sanzione definitiva con il decreto Prefettizio del 10 novembre 1956. Nel 1959 diviene Istituto Statale d’Arte medio superiore. Dal 1954 al 1974 svolge un’intensa attività di docente e di relatore in corsi e con- vegni didattici, chiamatovi da istituti universitari, da centri didattici nazionali, da associazioni professionali e da pubbliche amministrazioni. Nel 1978 il ministro della Pubblica Istruzione lo chiama a far parte della Com- missione ristretta alla quale è affidato il compito della redazione definitiva dei programmi d’insegnamento della Educazione Artistica nella Scuola media. Dal 1927 al 1943 partecipa a tutte le mostre provinciali degli artisti mantovani. Nel 1929, in primavera, fa la sua seconda mostra personale al Circolo Cittadino; e nell’autunno espone alla Biennale di Brera, dove ottiene un’importante affer- mazione: su proposta dell’apposita Commissione, il Re d’Italia acquista il suo quadro «Madre e figlio». Nel 1999 l’ultima sua personale antologica al Palazzo della Ragione di Mantova. Egli è stato, oltre che pittore, incisore e medaglista. Faceva parte dell’Asso- ciazione “Incisori d’Italia”, fondata in Roma da Luigi Servolini e della Federation Internationale de la Médaille, che ha la sua sede a Parigi.

Ricordiamo due significativi riconoscimenti: Medaglia d’oro dei “Benemeriti della Scuola della Cultura e dell’Arte” di cui è stato insignito dal Presidente della Repubblica, in data 2 giugno 1972.

Il Ministro per i beni Culturali e Ambientali, Antonio Paolucci, con suo decreto del 29 luglio 1996, lo ha nominato “Accademico ordinario della Classe Lettere ed Arti dell’Accademia nazionale Virgiliana”.

26 Ritratto di giovane, 1990, olio su tela, cm 40x30 27 LEONARDO DAL PRATO

Nato a Guidizzolo nel 1939. Dopo la Scuola d’Arte a Guidizzolo si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena, si abilita all’insegnamen- to ed insegna nella Scuola d’Arte di Guidizzolo, poi Educazione Artistica nelle Scuole Statali. Figlio d’arte inizia subito la pittura e per un lungo periodo produce diverse opere. Predilige inizialmente il disegno in bianco e nero, poi dipinge ad olio su tavola, infine si dedica al mosaico con tesserine in marmo e vetro, sue opere sono presenti in collezioni private ed in diverse chiese manto- vane e toscane.

Di lui scrive Marzio Dall’Acqua …Leonardo, crede ancora in una Natura oggettiva- mente positiva, la ama liricamente, preferendo gli ampi spazi, i cieli azzurri venati da nubi setiformi, i piani distesi e dolcemente degradanti, i mari dalle insenature materne. Nelle sue opere il paesaggio respira quietamente, si avverte, segreto, il lavorio della Natura naturans, che coinvolge l’uomo di una identificazione con essa, lo annulla, si fa schermo ai suoi sentimenti per riproporglieli nella luce, nella dolcezza di paesaggi, ancora apparentemente incontaminati ed incantati.

28 Alta Val Tiberina, 1980, olio su tela, cm 50x70 29 RAFFAELE DARRA

Dopo avere frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo (Mn), nel 1992 si iscrive all’Accademia di Belle Arti “G. B. Cignaroli “ di Verona nella sezione di pittura, dove si diploma nel 1997. Successivamente partecipa a workshop, viaggia e rileva il laboratorio artistico DARRA ArtGlassDesign. L’Attività del laboratorio unisce la tradizione artigia- nale con la sperimentazione e la ricerca, le realizzazioni si collocano sulla soglia che divide (o che unisce) l’arte e il design. Partecipa a mostre di livello interna- zionale, collabora con studi di architettura e aziende realizzando diversi oggetti nell’ambito dell’arredamento: “l’idea nasce sempre da un’esperienza reale”, at- tribuendo al suo stile un’accentuata carica emotiva e una buona dose di ironia.

Partecipa a diverse esposizioni delle quali riportiamo le più significative:

ARTE ‘96 d’arte contemporaneo) Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti Drout- Richelieu- salle 15 “II^ BIENNALE POSTUMIA GIOVANI” 19 Ottobre 2003, Parigi Gazoldo degli Ippoliti (Mn), 2000 VERRE CONTEMPORAIN 06 (Asta di vetro Museo Civico Parisi Valle d’arte contemporaneo) “II^ BIENNALE POSTUMIA GIOVANI” Drout- Richelieu- salle 09 Maccagno (Va), 2000 23 Novembre 2003, Parigi Casina Cuti BEGUILED- THE EDGE OF ABSTRACTION “Arte di Mantova a Siracusa” J. Campbell Fine Art Siracusa, 2001 Aprile-Giugno 2005, Nel dicembre del 2001 in collaborazione con lo OPIFICIO D’ARTE DARRA stilista di moda Dirk Bikkembergs Vetro-sculture di Riccardo e Raffaele Darra Realizza una scultura per un allestimento al Museo Torre Civica, Medole (MN) del Louvre di Parigi Novembre 2006/Gennaio 2007 Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi DARRA ArtGlassDesign: dalla tradizione alla “Mutevoli Trasparenze” ricerca. Padova, 10 marzo – 7 aprile 2002 Casa di Rigoletto, Mantova VERRE CONTEMPORAIN Novembre/Dicembre 2010 (Asta di vetro d’arte contemporaneo) ARTE A MANTOVA 2000-2010 persistenze, veri- Drout- Richelieu- salle 13 fiche e nuove presenze. 24 Novembre 2002, Parigi A cura di Claudio Cerritelli VERRE CONTEMPORAIN 3 (Asta di vetro Casa del Mantegna, Mantova d’arte contemporaneo) Gennaio/Aprile 2011 Drout- Richelieu- salle 14 LA SUPERFICIE E LO SPIRITO 03 Febbraio 2003, Parigi Galleria Bazzani, Castelgoffredo (MN) VERRE CONTEMPORAIN (Asta di vetro d’arte Dicembre 2011/Gennaio2012 contemporaneo) RAFFAELE DARRA Drout- Richelieu- salle 09 “L’Arte vista da tavola” 18 Maggio 2003, Parigi Ristorante Masseria, P.zza Broletto, Mantova VERRE CONTEMPORAIN 04 (Asta di vetro A cura di Renzo Margonari. 30 Ritratto anonimo, 2011, pittura fusa su vetro, cm 25x25 31 MICHELE DELLA MAESTRA

Michele Mori, in arte Michele della Maestra, è nato il 7 gennaio 1959 a Calvisa- no. Diplomatosi all’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo (Mantova), ha frequen- tato l’Accademia di Belle Arti di Venezia, presto abbandonata per avventurarsi giovanissimo in un percorso artistico originale, interessato alla realtà ma anche alle sue possibili valenze metaforiche. L’artista ha partecipato a numerose espo- sizioni collettive, non solo in ambito bresciano, e vanta al suo attivo diverse mostre personali. Vive e lavora a Calvisano dove svolge l’attività di artigiano decoratore.

In una progressione intimistica, l’osservazione della natura e la necessità pro- fonda d’inseguirne le continue trasformazioni ha dato vita ad una produzione in cui la natura è anche pretesto per una riflessione sull’uomo e le sue metamorfosi interiori, come se nella simbiosi fra l’uomo e il paesaggio fosse possibile trovare un rassicurante punto d’appoggio alla fragilità del vivere. La ricerca dell’artista si è orientata negli ultimi anni verso una resa sempre più accurata dei dettagli della natura, in una prospettiva quasi fotografica e iperre- alista, per fissare frammenti di certezza ed evocare insieme una totalità inaffer- rabile.

Riferimenti bibliografici Vanda Sabatino, Michele Della Maestra. Natura, Cremona 2002

Vanda Sabatino, Michele della Maestra e le falene irrequiete, in “STILEarte”, n. 57, aprile 2002, p.41

32 Untitled 1, 2006, olio su multistrato, cm 40x40 33 ATHOS FACCINCANI

Athos Faccincani nasce nel 1951 a Peschiera del Garda. Comincia a dedicarsi al disegno e alla pittura fin da bambino, ma è costretto a farlo in cantina, di nasco- sto, perché sua madre era contraria. Dopo aver conseguito la Licenza Media, si iscrive a Ragioneria per accontentare la madre. Nei pomeriggi frequenta, senza dirlo ai genitori, gli studi di Guidi, Seibezzi e Novati, dove impara le tecniche pittoriche, ma soprattutto capisce che l’arte è una parte fondamentale della sua vita. Dopo il diploma rifiuta un posto in banca per dedicarsi all’arte a tempo pieno. Le opere di questi anni giovanili hanno uno stile espressionista e ritraggono personaggi cupi e sofferenti. Athos Faccincani frequenta gli ospedali psichiatrici e le carceri per riuscire a esprimere meglio la sofferenza e l’angoscia dei suoi personaggi. Negli anni ’70 gli viene commissionata una mostra sulla Resistenza, grazie alla quale ottiene la nomina a Cavaliere della Repubblica, conferitagli da Sandro Pertini che aveva visitato le sue Personali. Dopo questo riconoscimento, Athos Faccincani vive un periodo di crisi inte- riore e abbandona la pittura per un anno. In questo periodo si prende cura del figlio Mattia e compie diversi viaggi nel sud Italia. Quando decide di ricominciare a dipingere, il suo stile cambia radicalmente sia per i soggetti che per lo stile. In questa nuova fase artistica predilige i paesaggi che rappresentano una natura lussureggiante e rigogliosa. Lo stile è quasi im- pressionista, i colori usati sono accesi. Ogni quadro ripropone le stesse linee guida: il sole alto, la luce e il racconto semplice. Sembra quasi che Faccincani abbia deciso di combattere la sofferenza del mondo, tipica della sua prima fase, con la pittura. Athos Faccincani è oggi un artista di enorme successo: ha esposto a Londra, Parigi, , Chicago, , , New York, Zurigo, Montecar- lo… oltre che in Italia. Le sue opere sono presenti nelle case delle celebrità di Hollywood e hanno vinto numerosi premi. Athos Faccincani è sicuramente uno dei pochi artisti che riesce a rendere la lus- sureggiante bellezza delle coste del Mediterraneo, senza tingerla di malinconia o di tristezza. Infatti, i paesaggi di Faccincani non lasciano spazio alla nostalgia o al rimpianto per i luoghi rappresentati, perché i colori vivaci e brillanti riescono ad appagare completamente lo spettatore, senza fargli desiderare di trovarsi lì.

34 Paesaggio, 1985, serigrafia su cartoncino, cm 45x64 35 ENOS FIORAVAZZI

Nasce a Guidizzolo nel 1954, ove vive e lavora. Frequenta le locali scuole dell’obbligo sino al 1967. Durante le tre classi della scuola media annessa alla locale Scuola d’Arte, mani- festa una grande facilità espressiva con il disegno. Continuerà dopo la scuola a disegnare autonomamente con una straordinaria passione. Autodidatta molto schivo, affina la sua capacità di analisi e indagine della realtà, scoprendo ed esprimendo l’espressività col disegno a penna, carboncino e vari tipi di matite. Il segno è deciso, talvolta marcato con sfumature delicatamente poetiche sia nei soggetti di paesaggio che nelle figure e ritratti. Ha prodotto numerose opere.

36 San Lorenzo - Guidizzolo, 1983 disegno a penna cm. 30 x 20 37 DONATELLA LUSENTI

Donatella Lusenti, diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo nel 1974; ha vinto la medaglia d’argento nel Concorso Nazionale per Istituti d’Arte a Padova (1973). Coltiva da anni e con passione l’amore per l’arte partecipando a mostre collettive e concorsi. La sua vita professionale è basata sulla formazione acquisita durante la frequen- tazione scolastica, attualmente insegna nella scuola professionale. Negli anni ‘80 la passione per la fotografia la porta a frequentare corsi, presso un Centro di Formazione Professionale ed acquisire la qualifica di“Fotoreporter” e “Operatore d’Animazione”. Successivamente realizza due mostre personali e nu- merose collettive. Dal 1982 al 1995 insegna semiologia nei corsi di fotografia in collaborazione con Andrea Dal Prato, Filippo Cerini e don Giancarlo Neffari. Nel frattempo non sono state accantonate le tecniche pittoriche come la tem- pera e l’acquerello; tra le altre passioni acquisite all’Istituto d’Arte, la tecnica del batik, pittura su stoffa mediante bagni di colore, è tuttora costantemente praticata. Negli ultimi anni si è cimentata nell’affascinante ma molto impegnativa arte dell’iconografia, dove i soggetti prediletti sono le Madonne col Bambino, fre- quentando corsi altamente qualificati: sue Icone sono presenti in collezioni pub- bliche e private.

L’opera donata è intitolata “8 Marzo” ispirata al ruolo della donna nell’Arte, sia come “Musa ispiratrice” sia come protagonista. La figura femminile al centro è un omaggio alla pittrice polacca Tamara de Lempicka, “portrait de Madam - M”, dove nella mano è stato posto il simbolo dell’8 marzo, un ramo di mimosa.

Collabora con la rivista “la Notizia” dal 1996.

38 8 marzo, 2012, pastello su cartone, cm 48x34 39 ALESSANDRA MAFFEZZONI

Si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Paolo Toschi“ di Parma nel 1959. Abilitata all’insegnamento ha insegnato Educazione Artistica nelle Scuole Stata- li. Si è dedicata alla pittura, alla grafica e al mosaico producendo numerose opere e nonostante i vari impegni scolastici e familiari ha sempre trovato tempo da de- dicare all’arte. Oltre alla grafica dove si esprime compiutamente, ha realizzato su commissione diversi lavori di mosaico, sua è l’opera a mezzaluna che campeggia sulla porta d’ingresso della parrocchiale di Guidizzolo e raffigurante i santiPietro e Paolo, titolari della chiesa; altra tecnica a lei molto congeniale le tempere su tavola con rappresentazioni di Santi, opere eseguite per molte chiese in Italia e all’estero, ed i fiori, vera armonia di colori. Essenzialità, pulizia, sicurezza e felicità disegnativa sono elementi fondamentali nelle realizzazioni artistiche della Maffezzoni. Osservando infatti i suoi lavori ci sentiamo attratti dalle immagini figurali ed al tempo stesso coinvolti dalle signi- ficazioni in esse espresse siano queste immagini di paese, case semplici, fiori o frondose vegetazioni. Ciò è senz’altro dovuto al fatto che, pur nella castigatezza che la tecnica esige, in ogni segno, ogni sfumato, ogni accento incisivo sapien- temente fissati non sono lasciati al caso ma sono dettati da un acuto spirito osservativo e dalla rara sensibilità dell’artista e trovano felice sublimazione.

40 Nevicata in collina, 2011, xilografia su cartoncino,cm 25x42 41 GIOVANNI MAGNANI

Giovanni Magnani è un artista le cui prime prove risalgono, per una sorta di necessità interiore, al 1955, anno in cui consegue la Licenza della Scuola d’Arte di Guidizzolo. L’artista mette a punto immediatamente la sua innata abilità per il disegno, perfezionando via via la tecnica pittorica... partecipa alle prime estem- poranee e ai vari concorsi di pittura, in cui esprime una rappresentazione attenta del paesaggio, declinata su un canto soffusamente­ malinconico. L’armonia del paesaggio, la comunione tra spirito e natura, il fluire delle stagioni nel mutare dei toni e dei colori, la permeabilità della luce appa­iono, da subito, gli elementi costitutivi del suo lessìco: grazie ad essi riesce ad interpretare po- eticamente ciò che lo sguardo gli suggerisce, evocando valori pittorici antichi. Nascono così scorci di paese, in cui si percepisce un empito di residuo natura- lismo, pervaso, però da un’inquietudine moderna. Alla fine degli anni Sessanta, l’antico paesaggio colto en plen air evolve, prima verso un naturalismo astratto e materico, poi approdando ad una visione in cui il paesaggio diventa, progressi- vamente, un non paesaggio. Negli anni Settanta, nuove esperienze esistenziali e culturali, nonchè un sempre più pressante desiderio di rinnovamento formale, portano Magnani ad una svol- ta pittorica, ad un mutamento... Si consuma, così, del tutto, l’allontanamento dall’intensità lirica della sua inizia- le produzione. Nascono ora gelide, intellettualistiche e oniriche composizioni, costruite con marcato distacco. Sulla tela si riversano sogni e incubi, in equivoci paesaggi che esprimono la metamorfosi di un presente che il pittore avverte come inquietante, privo dell’antica felicità­ arcadica. Il feticismo della moltitudine di oggetti della­ società del benessere e i reperti delle macchine della civiltà industriale si accumulano­ sulla tela, per creare mi- steriosi e improbabili luoghi, dove tutto è possibile che accada, in chiave irreale o surreale. Un messaggio ambiguo e provocatorio emerge da interni domestici, che sembrano scenografie ideali per angoscianti visioni. Immagini costruite tra ipotesi surreali, nel tentativo di rileggere la «nuova figu- razione» col recupero pop di stereotipi di massa... Le rappresentazioni dell’artista, al di là della­ sua personale caratterizzazione, sembrano accogliere elementi di critica della realtà in cui il mondo appare do- minato dalla tecnologia, dalla “macchina-totem”. Tuttavia tale deriva estetica non sembra appagare pienamente l’artista che, alla fine degli anni Settanta, trova stimoli alternativi alla pratica della pittura.

42 Così è... incontrovertibilmente, 1981, china, collage, carta su carta, cm 32x60 43 ROBERTO PEDRAZZOLI

Roberto Pedrazzoli è nato il 30 agosto 1942 a Mantova, dove vive e lavora. Ha frequentato la Scuola d’Arte di Mantova e l’Istituto Statale d’Arte “Venturi” di Modena conseguendo la maturità nel 1961. In seguito ha studiato decorazio- ne e pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si è diplomato nel 1965 con una tesi sulla Pop Art. L’interesse nei confronti delle ricerche legate alla Poesia Visiva si è andato de- lineando in un rapporto costante con artisti come Lamberto Pignotti, Euge- nio Miccini, Lucia Marcucci, già presenti nell’ambiente artistico mantovano dai tempi dello spettacolo “Poesia e no” (1964). Durante gli anni Settanta Pedrazzoli ha sviluppato i suoi legami con la dialettica tra parole e immagini guardando sia alla cultura Pop sia alla linea di ricerca ver- bo-visiva; queste influenze si sono evidenziate soprattutto nei “paesaggi scritti” dove le ragioni della pittura prevalgono su ogni tipo di citazione standardizzata delle forme di comunicazione. Si ricordano le rassegne” Artis Arbor” (1997), “Un libro da appendere” (1997), “Il ritratto di Narciso” (1998), “Arte in strada” (1998). Tra le numerose personali va ricordata la mostra antologica del 1995 presso il Centro Culturale “Il salto del salmone” di Torino, con la pubblicazione di un catalogo che documenta il percorso dell’artista. Nel 2000 ha partecipato alla grande rassegna “Arte a Mantova 1950-1999” pro- mossa dall’Assessore­ alla Cultura del Comune di Mantova Eristeo Banali e cura- ta dal critico Claudio Corritelli. Dal 2001 Pedrazzoli è Assessore alla Cultura e al Turismo della Provincia di Man­tova valorizzando con diverse rassegne storiche l’immagine della Casa del Mantegna come luogo di ricerca e di promozione dell’arte contemporanea tra tradizione e innovazione. Negli anni Sessanta è stato tra i promotori di “Arts 1965”, una rassegna interna- zionale allestita al Palazzo della Ragione di Mantova, un evento significativo per le nuove prospettive della cultura di varie nazionalità che vide anche la parteci- pazione di artisti mantovani come Margonari, Martinenghi, Sermidi, Schirolli.

44 Scritture, 2010, prova originale cm 29x27 45 GIOVANNI PEGORARO

Giovanni Pegoraro nasce nel 1947 in un comune dell’Alto Mantovano. Completati gli studi superiori all’Istituto d’Arte di Guidizzolo diretto dal prof. Alessandro Dal Prato, inizia la sua attività lavorativa nel campo della pubblicità. In questo contesto G. Pegoraro sviluppa la ricerca sui processi di comunicazione, condotta sul piano pratico e verificata nelle sue implicazioni sociali, che lo porta ad approfondire la teoria della gestalt sulla percezione visiva sulla base degli studi (visual thinking) di Rudolf Arnheim. Abbandonata la pubblicità si dedica all’insegnamento delle arti visive nella scuola superiore, integrando nella didattica le tematiche del pensiero visivo attraverso uno sperimentale laboratorio di ecologia della percezione visiva. L’attività espositiva, vera e propria, inizia alla fine degli anni ’90 con una personale a Desenzano del Garda; seguono diverse esposizioni personali, tra le quali quella alla Torre Civica di Medole dal titolo “…geranio… polveriera” del 2005, “Immaginale morenico” del 2010 a Palazzo Menghini di Castiglione delle Stiviere, “Ecologia della percezione” nella sede dell’Associazione Postumia di Gazoldo del 2013. Dal 2001 inizia la collaborazione con il Gruppo di Ricerca Artistica del Friuli Venezia Giulia Formae Mentis diretto da Giuseppe Raffaelli. L’interesse e l’approfondimento dei temi della percezione visiva e di una ecologia della percezione, nella molteplicità delle sue manifestazioni, portano Giovanni Pegoraro a integrare la sua ricerca espressiva con la promozione di iniziative culturali sullo stesso tema. Traccia significativa del suo percorso di ricerca e formazione è la cura di mostre d’arte e conferenze sul tema dello spazio/tempo conclusesi con la pubblicazione de “I quaderni dell’Immaginale Morenico”. Un’altra iniziativa, sempre nell’alveo della ricerca sul pensiero visivo è l’ideazione e la cura della mostra di Outsider Art “Il segno dell’ombra”, del 2007, nello Spazio Teatro Verdi di Rodigo, che vede l’esposizione dei lavori degli ospiti di Villa Carpaneda che hanno partecipato al laboratorio di arteterapia e di espressioni d’arte e che verrà successivamente ospitata dal MAM di Gazoldo degli Ippoliti.

46 Cosmogonie, 2009, tecnica mista su foglia oro, cm 32x32 47 PIERLUIGI SIGNORI

Pierluigi Signori è nato a Tezze sul Brenta (Vicenza) nel 1952. Diplomato nel 1969 all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Nove di Bas- sano del Grappa (VI), ha proseguito poi lo studio della pittura e scultura all’Ac- cademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida dei maestri Santomaso, Vedova e Viani licenziandosi con il massimo dei voti nell’anno 1973. Inizia nello stesso anno l’esperienza lavorativa come disegnatore progettista per la costruzione del mobile e arredamento d’Arte presso l’industria Bussandri Arte caposcuola dei mobilieri Bassanesi a Marchesane (Vicenza). Collabora contemporaneamente, per la stampa d’arte di acquaforte, acquatinta, puntasec- ca, serigrafia e fotografia, presso il “Cenacolo Artistico Arte e Poesia” di Citta- della (Padova), con la direzione artistica dell’editore Bino Rebellato. Dal 1976 fino al 1995 ha svolto attività d’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte A. Dal Prato di Guidizzolo. L’attività artistica personale di questo periodo è quasi esclusivamente incentrata alla sperimentazione dei linguaggi espressivi e alla metodologia progettuale e produttiva degli stessi per poi essere trasferiti nella didattica d’insegnamento quotidiano. Vengono prodotte in questo periodo opere di serigrafia, fotografia, video, progetti di design, oggetti realizzati con tecniche sperimentali. Negli ultimi anni d’insegnamento, convinto della necessità di un rinnovamento didattico, si impegna nell’opera di adeguamento e attualizzazione delle tecniche visuali introducendo l’uso di supporti informatici e di computer art. La passione per la pittura rimane alla base dell’attività artistica e dal 1986 speri- menta e attualizza la tecnica tradizionale dell’affresco con materiali contempo- ranei industriali senza perdere le peculiarità materico-espressive di questa pittu- ra antica. Con questa nuova procedura dell’ affresco realizza opere in loco anche di grandi dimensioni in Italia e all’estero. Dal 1996 si dedica alla libera professione come consulente artistico e design per il mondo produttivo e industriale. Sono di questo periodo progetti CAD 3D per l’ideazione di carenature per macchine utensili e sketch in 3D a computer di tematizzazioni decorative e di arredamento per parchi divertimento.Dal 2010 ritorna alla pittura ad acrilico su tela con una serie di opere che denotano come dalla molteplicità delle diverse esperienze artistiche attuate e da questa indomita volontà sperimentale scaturisca una stratificazione di linguaggi e molteplicità espressive che ne fanno un punto di approdo e/o rifugio sicuro in un contesto artistico generale sempre più complesso, criptico e di difficile lettura.

48 Invarianza, 2005, acrilico su cartone telato cm 40 X 50 49 SEVERINO SPAZZINI

Severino Spazzini nasce a Guidizzolo (MN), dove risiede e lavora. Avvia gli studi alla Scuola d’Arte di Guidizzolo; si diploma all’Istituto di Belle Arti “Adolfo Venturi” di Modena. Dalla metà degli anni ‘60 intraprende l’atti- vità artistica pittorica. Spazzini è attento alle varie tendenze artistiche nazionali ed internazionali che sono in campo e al vivace dibattito culturale in corso che contrappone le une alle altre. Egli si muove inizialmente nell’ambito della cor- rente di ricerca che continua ad avvalersi della “figura”, pur con forti richiami di sapore espressionistico; l’impianto costruttivo del soggetto diviene sempre più immaginario e risolto con accentuazioni formali di largo respiro. Il suo eclettismo e la sua ansia di ricerca, lo avviano a sperimentare la stampa: nello studio di Antonio Ruggero Giorgi, pittore e incisore in San Benedetto Po, sono gli anni 1967 - ‘68. L’interesse suscitato lo porta a conoscere i mezzi ed a sperimentare le varie tecniche dell’arte incisoria. Dal 1978 affianca alla pittura il ciclo dell’incisione calcografica, riuscendo a re- alizzare una produzione grafica densa e raffinata, di cospicua qualità poetica. A fine anni ‘90, in parallelo all’opera incisoria, intensifica l’attività disegnativa e pittorica; realizza nuove opere che culturalmente guardano ben oltre la figura- zione, dà l’avvio al progetto: “Percorsi... oltre l’immagine”. Spazzini nei suoi lavori grafici e pittorici opera una sorta di ri-creazione mentale della realtà: forme destrutturate, fantasiose, trasfigurazioni, dinamismi, accadi- menti. L’interpretazione pittorica è rinnovata, inedita, dai forti accenti cromati- ci; utilizza anche il magico linguaggio informale, l’unico in grado di documenta- re stati d’animo non apertamente dichiarabili perché personalissimi. Manifesta una nuova gestualità, le tecniche usate divengono una poesia tutta d’azione: il mezzo della metamorfosi espressiva. L’attività espositiva inizia nel 1970 con significative mostre personali e la parte- cipazione a rassegne collettive nazionali di pittura. Coinvolto dall’attività calco- grafica, sempre più frequentemente è presente in qualificate Biennali di Incisio- ne in Italia e all’estero. Incisioni di Severino Spazzini sono presenti presso rinomati Gabinetti e Rac- colta di Stampe, per brevità si citano: • Istituto Nazionale per la Grafica - Calcografia di Roma; • Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” di Milano; • Raccolta di Stampe “Angelo Davoli” di Reggio Emilia; • Biblioteca Nazionale di Francia, Dipartimento delle Stampe e delle Fotografie. Sezione Stampe contemporanee, Parigi.

50 Armonia di forme, 1987, carboncino, cm 66,5x47 51 CLAUDIO VALBUSA

Vive a Guidizzolo, dove ha lavorato per quarant’anni prima come tipografo e poi come litografo e fustellatore presso una nota azienda locale. Di fatto si può considerare un autodidatta, dal momento che le tecniche pitto- riche le ha sviluppate più che altro per una sua innata predisposizione. Dipinge prevalentemente ad olio su tela o su tavola, ma non disdegna il disegno a matite colorate. Le sue opere non appaiono come puro esercizio cromatico, ma contengono una chiara interpretazione personale della realtà, rivelando un modo di intendere la pittura non come mezzo di affermazione sociale, ma come pura e intima espres- sione artistica fine a sé stessa. Dipingere per il gusto di dipingere, come compia- cimento delle proprie capacità, senza partecipare, quindi, a mostre e concorsi.

52 Farfalle, 2007, olio su tela, cm 40x50 53 ALBERTO VICENTINI

Alberto Vicentini è nato a Mantova nel 1946. Frequenta la Scuola d’Arte di Guidizzolo sino al 1964. A scuola ha subito manifestato una grande sensibilità e capacità disegna- tivo-pittorica. Professionalmente svolge l’attività di decoratore e stuccatore. L’anned- doto racconta che nelle opere realizzate di decorazione e stuccatura egli tracci un disegno a sinopia come firma personale che poi sistematica- mente coprirà col suo lavoro. Una curiosa originalità per chi gli ha com- missionato e custudirà nella sua casa, in segreto, il suo lavoro. Nelle sue opere: (disegni, acquerelli e pittura a olio) manifesta l’amore per la natura e una sensibile lettura della realtà. Egli esprime la potenzia- lità espressiva nelle atmosfere di luce soffusa e tonale, con delicatezza del disegno dei colori e della composizione. La percezione dell’insieme dipinto è di personale delicatezza e sentimento permeato di poesia.

54 Il raccoglitore di funghi, 2014, disegno a sanguigna su carta, cm. 40x30 55