PROVINCIA DI Servizio Programmazione e Pianificazione Territoriale

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

QUADRO CONOSCITIVO LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE

RELAZIONE

Febbraio 2013 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Il Gruppo di Lavoro*

Dott. Sergio Peri Responsabile del Procedimento

Ing. Andrea Corradi Rag. Massimiliano Miselli Dott. Paolo Almansi Dott.ssa Cinzia Schianchi

Collaboratori Dott. Alessandro Ferrarini

* Del. G.P. n. 638 del 06/12/2012

PROVINCIA DI PARMA - Servizio Pianificazione Territoriale Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Indice

1 L’area di studio ...... 2 2 I dati utilizzati e le specie considerate ...... 3 3 La struttura della rete ecologica della Pianura Parmense ...... 10 3.1 Invertebrati...... 10 3.2 Uccelli ...... 11 3.3 Pesci ...... 12 3.4 Anfibi, rettili e mammiferi...... 13 3.5 La composizione della struttura ...... 15 4. Le pressioni antropiche gravanti sulla rete ecologica ...... 23 5. La stima del valore ecologico degli elementi costitutivi la rete ecologica ...... 27 6. Lo “stato” di salute della rete ecologica e le pressioni potenziali...... 28 7. Il deficit ecologico a livello comunale...... 31

Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

1 L’area di studio L’esigenza di introdurre una rete ecologica nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale riguarda la parte planiziale della Provincia di Parma, dall’asta del Pò a nord fino all’imbocco delle vallate dell’alta pianura a sud (Figura 1).

L’estensione dell’area considerata è di 112.524 ettari, pari al 32.64% della superficie provinciale. Di questi, 88.220 ettari riguardano seminativi semplici irrigui (codice CORINE 212) pari al 78.40% dell’area di studio. La seconda tipologia più frequente riguarda zone ad alveo di fiumi e torrenti (codice CORINE 511), per un totale di 5188 ettari (4.60% dell’area di studio).

Figura 1. Area di studio

Sono interessati 27 Comuni, di cui 20 totalmente compresi nell’area di studio e alcuni (Fidenza, Salsomaggiore, , , , Lesignano, ) solo in parte.

Dal punto di vista paesaggistico, l’area di studio rappresenta un paesaggio semplificato a matrice agricola dominante, con presenza di elementi sparsi di una rete ecologica tipicamente planiziale (dendritica, ovvero fortemente influenzata dal reticolo idrografico) su cui agisce una forte e pressochè ubiquitaria pressione antropica. Questo tipo di rete ecologica viene definito in letteratura come “remnant lowland ecological network”.

2 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

2 I dati utilizzati e le specie considerate

La tabella che segue illustra i dati GIS utilizzati per lo svolgimento dell’azione A1.

Tematismo Tipologia GIS Note ambiti di caccia vector carta dell'uso del suolo della Regione EMR 2003 vector carta dell'uso del suolo della Regione EMR 2006 vector carta dell'uso del suolo della Regione EMR 2008 vector carte tecniche regionali 1:10000 raster carte tecniche regionali 1:25000 raster confini comunali vector confini provinciali vector elettrodotti vector fontanili vector tematismo creato ad hoc mosaico PRG 2005 vector mosaico PSC 2009 vector ortofoto digitali volo IT 2006 raster ortofoto digitali volo IT 2008 raster prati stabili vector tematismo creato ad hoc punti di inquinamento del reticolo idrografico vector reticolo idrografico principale e secondario vector reticolo viario di progetto vector reticolo viario principale e secondario vector siepi e filari vector tematismo creato ad hoc Tabella 1. Dati GIS utilizzati per lo svolgimento dell’azione A1

Per la determinazione delle specie-guida (Tabella 2) si è fatto riferimento principalmente a quelle già selezionate per la gestione dei siti Natura 2000 della Bassa parmense in occasione dello specifico studio concluso nel 2008. Lo studio considerava: - le specie che costituiscono comunità, come quelle nidificanti, che sono stabilmente o temporalmente poco vagili; - il grado di rappresentatività a livello provinciale.

Inoltre erano considerati cinque parametri individuati in “Indici e descrittori di qualità faunistica” (DIP.TE.RIS):

1. interesse biogeografico: nessuno o sconosciuto; limite areale; endemismo di unità biogeografica relativamente ampia oppure areale disgiunto; endemismo areale ristretto 2 oppure forte isolamento; endemismo puntiforme (< 2 Km di copertura). 2. diffusione, rarità: diffuso e ; diffuso in tutto il territorio regionale, ma raro; oppure comune nella Regione considerata , ma ivi diffuso solo in areali ristretti; noto per non più di 10 località della regione considerata; oppure raro in Italia per numero o consistenza di popolazioni; noto per non più di 10 località italiane; oppure le popolazioni presenti nella Regione considerata sono le uniche popolazioni italiane; noto per non più di 10 località europee; oppure raro in assoluto a livello globale 3. livello di tutela (direttive e leggi): nessuna; Leggi regionali/nazionali-Direttiva CEE 92/43 (all. V); Direttiva 79/409 e succ. mod.(all. II) -Direttiva 92/43 CEE (all. IV); Direttiva 92/43 (all. II); Direttiva 92/43 (prioritarie) - Convenzione Bonn (all. I) -79/409 e succ. modificazioni (all. I).

3 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

4. altri valori: nessuno; specie bandiera; indicatore di qualità ambientale o di particolare naturalità dell’habitat; specie ombrello; oppure entità stenoecie o con biologia particolare; oppure morfi/genotipi particolari; keystone oppure popolazioni o comunità topotipiche. 5. sensibilità, fragilità: nessuno o sconosciuta; sensibile a processi di evoluzione naturale; sensibile a pressioni antropiche; sensibile a alterazioni ambientali a causa di: isolamento genetico; oppure a rischio per eccessivo prelievo a scopi collezionistici; oppure minacciato di estinzione in Regione perché sensibile a modificazioni ambientali che sono in costante espansione; minacciato di estinzione in Italia perché sensibile a modificazioni ambientali che sono in costante espansione.

INVERTEBRATI (17 specie) Anax imperator Anodonta woodiana (Bivalvia) * Calopteryx virgo padana Cerambice della quercia - Cerambyx cerdo Cervo volante – Lucanus cervus Colias hyale Falena dell’edera - Euplagia quadripunctaria Gambero di fiume - Austropotamobius pallipes Gambero della Louisiana - Procambarus clarckii * Gambero americano - Orconectes limosus * Licena delle paludi - Lycaena dispar Osmoderma eremita Ophiogomphus cecilia Sympetrum depressiusculum Stylurus flavipes Unio mancus (Bivalvia) Polissena - Zerynthia polyxena

PESCI (14 specie) Alborella - Alburnus alburnus Aspio - Aspius aspius * Barbo - Barbus plebejus Barbo canino – Barbus meridionalis Cheppia - Alosa fallax Cobite mascherato - Sabanejewia larvata Lasca - Chondrostoma genei Luccio - Esox lucius Panzarolo - Knipowitschia punctatissima Pesce gatto punteggiato – Ictalurus punctatus * Sanguinerola - Phoxinus phoxinus Savetta - Chondrostoma soetta Siluro - Silurus glanis * Tinca - Tinca tinca

ANFIBI (5 specie) Raganella italiana - Hyla intermedia Rana di Lataste - Rana latastei Rana toro Lithobates catesbeiana Rana catesbeiana * Rospo smeraldino - Bufo viridis Tritone crestato - Triturus carnifex

RETTILI (7 specie) Biacco - Hierophis viridiflavus Colubro liscio - Coronella austriaca Lucertola campestre - Podarcis sicula Lucertola muraiola - Podarcis muralis Natrice tassellata - Natrix tessellata Ramarro - Lacerta bilineata Testuggine palustre - Emys orbicularis

4 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

UCCELLI (29 specie) Airone bianco maggiore - Casmerodius albus Albanella minore - Circus pygargus Allodola - Alauda arvensis Assiolo - Otus scops Averla cenerina - Lanius minor Barbagianni - Tyto alba Calandrella - Calandrella brachydactyla Cannaiola - Acrocephalus scirpaceus Cavaliere d’Italia - Himantopus himantopus Corriere piccolo - Charadrius dubius Falco cuculo - Falco vespertinus Garzetta - Egretta garzetta Grillaio - Falco naumanni Lodolaio - Falco subbuteo Martin pescatore - Alcedo atthis Marzaiola - Anas querquedula Migliarino di palude - Emberiza schoeniclus Moretta - Aythya fuligula Nitticora - Nycticorax nycticorax Occhione - Burhinus oedicnemus Pavoncella - Vanellus vanellus Pecchiaiolo - Pernis apivorus Picchio rosso minore - Dendrocopos minor Rondine - Hirundo rustica Sterna comune - Sterna hirundo Strillozzo - Emberiza calandra Succiacapre - Caprimulgus europaeus Tarabuso - Botaurus stellaris Topino - Riparia riparia

MAMMIFERI (13 specie) Arvicola terrestre - Arvicola terrestris Capriolo - Capreolus capreolus Istrice - Hystrix cristata Moscardino - Muscardinus avellanarius Nutria - Myocastor coypus * Pipistrello nano - Pipistrellus pipistrellus Puzzola - Mustela putorius Scoiattolo comune - Sciurus vulgaris Scoiattolo grigio - Sciurus carolinensis Tasso - Meles meles Topolino delle risaie - Micromys minutus Vespertilio di Bechstein - Myotis bechsteini Vespertilio maggiore - Myotis myotis

Tabella 2. Le specie considerate. L’asterisco contraddistingue le specie alloctone o invasive

I punteggi di idoneità territoriale per anfibi, mammiferi, rettili ed uccelli (Allegato 1) sono stati ricavati sulla base dei risultati del Progetto REN (Rete Ecologica Nazionale) del Ministero dell’Ambiente, disponibili all’indirizzo WEB http://www.gisbau.uniroma1.it/ren.php

Tali punteggi sono stati confrontati con la letteratura scientifica internazionale (laddove disponibile). Si è trovata una notevole concordanza tra quanto riportato nella letteratura internazionale e i punteggi assegnati dal Ministero. Onde ottimizzare i punteggi per il territorio della pianura parmense e per correggere eventuali refusi del progetto REN, sono state apportate le modifiche che seguono ai punteggi REN:

5 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Mammiferi Variazioni Scoiattolo grigio Roccia nuda (codice CORINE 3.3.2) e praterie naturali (codice CORINE 3.2.1) vengono declassati rispetto al punteggio 3 (alta idoneità) Uccelli Variazioni Strillozzo Fenologia nidificante 3.2.2 brughiere e cespuglieti inserito questo habitat con pt. 3

Migliarino di palude tolto come fenologia nidificante

Averla cenerina relazione con l’altitudine: l’altezza massima a 900 m (indicata dal REN) in Provincia di Parma è eccessiva, 150 m è più verosimile; il maggior numero di coppie nidificanti si rinvengono a Nord della via Emilia, a quote inferiori a 80 m slm (presso Fidenza Fenologia nidificante 2.2.3 oliveti tolto questo habitat 2.4.4 aree agroforestali tolto questo habitat

Cannaiola Fenologia nidificante 5.1.1 corsi d’acqua ridotto da pt. 2 a pt. 1

Rondine Fenologia nidificante 1.2.4 aeroporti tolto questo habitat 1.3.1 aree estrattive tolto questo habitat 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 4.1.1 aree interne palustri elevato da pt. 2 a 3

Topino Fenologia nidificante 1.3.1 aree estrattive aggiunto con pt. 3 3.3.1 spiagge e dune tolto questo habitat

Allodola Fenologia nidificante 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 2.4.4 aree agroforestali ridotto da pt. 3 a 2 3.3.3 aree con vegetazione sparsa ridotto da pt. 3 a 2 3.3.1 spiagge e dune ridotto da pt. 3 a 2

Calandrella Fenologia nidificante 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 5.1.1 corsi d’acqua inserito con pt. 3

Picchio rosso minore Fenologia nidificante 1.4.1 aree urbane verdi ridotto da pt. 3 a 1

Succiacapre Fenologia nidificante 2.2.1 vigneti ridotto da pt. 3 a 1

Assiolo Fenologia svernante da non considerare a livello locale Fenologia nidificante 2.2.1 vigneti ridotto da pt. 3 a 2 2.2.3 oliveti tolto questo habitat 3.2.3 vegetazioni a sclerofille tolto questo habitat

6 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Barbagianni Fenologia nidificante e sedentaria, a livello locale 1.2.4 aeroporti ridotto da pt. 3 a 1 1.3.1 aree estrattive tolto questo habitat 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3

Sterna comune Fenologia nidificante 3.3.1 spiagge e dune elevato da pt. 2 a 3 5.1.1 corsi d’acqua inserito con pt. 3 5.1.2 bacini d’acqua inserito con pt. 3

Pavoncella Relazione con l’altitudine: l’altezza massima a 2000 m (come indicato dal REN) in Provincia di Parma è eccessiva, è più verosimile 250 m come e 150 m come altezza ottimale Fenologia nidificante 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 5.1.2 bacini d’acqua inserito con pt. 3

Occhione Relazione con l’altitudine: l’altezza massima a 1000 m (indicata dal REN) in Provincia di Parma è eccessiva, 350 m è più verosimile. Fenologia nidificante 1.2.4 aeroporti ridotto da pt. 3 a 1 2.1.1 terre arabili non irrigate ridotto da pt. 3 a 2 2.4.1 seminativi e colture arboree ridotto da pt. 3 a 2 3.2.1 praterie naturali tolto questo habitat 2.1.2 seminativi in aree irrigue inserito con pt. 3 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 3.3.3 aree con vegetazione rada inserito con pt. 3 5.1.1 corsi d’acqua inserito con pt. 3

Cavaliere d’Italia Fenologia nidificante 5.1.2 corpi d’acqua elevato da pt. 2 a 3

Lodolaio Fenologia nidificante 2.2.2 alberi e arbusti tolto questo habitat

Falco cuculo Fenologia nidificante 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3

Grillaio Relazione con l’altitudine: l’altezza massima a 1000 m (come indicato dal REN) in Provincia di Parma è eccessiva, 80 m è più verosimile (le colonie in provincia di Parma sono localizzate a quote inferiori a 80 m s.l.m. - quota via Emilia presso Fidenza); tuttavia essendo la specie di recente colonizzazione ed in espansione, è lecito considerare idonee anche le prime colline, fino ad un’altezza massima di 400m. Fenologia nidificante Fenologia svernante da non considerare 2.1.1 seminativi in aree non irrigue inserito con pt. 3 2.1.2 seminativi in aree irrigue inserito con pt. 3 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3

Albanella minore Fenologia nidificante

7 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 5.1.1 corsi d’acqua elevato da pt. 1 a 3

Moretta Fenologia nidificante da non considerare a livello locale

Airone bianco maggiore Fenologia svernante 2.1.1 seminativi in aree non irrigue inserito con pt. 3 2.1.2 seminativi in aree irrigue inserito con pt. 3 2.3.1 prati stabili inserito con pt. 3 2.4.3 colture agrarie con presenza di inserito con pt. 3 spazi naturali

Garzetta Fenologia nidificante 5.1.1 corsi d’acqua elevato da pt. 1 a 3 5.1.2 corpi d’acqua elevato da pt. 2 a 3 Fenologia svernante 2.1.1 seminativi in aree non irrigue inserito con pt. 3 2.1.2 seminativi in aree irrigue inserito con pt. 3 .4.3 colture agrarie con presenza di 2 inserito con pt. 3 spazi naturali

Nitticora Fenologia svernante da non considerare Fenologia nidificante 5.1.1 corsi d’acqua inserito con pt. 3 5.1.2 corpi d’acqua elevato da pt. 2 a 3

Per quanto riguarda gli invertebrati, gli habitat vocati (segnati con una X) sono stati elaborati nell’ambito del progetto LIFE+ “Pianura Parmense”

Boschi Siepi e filari filari e Siepi Prati Prati Risorgive Risorgive Canali Canali principali principali Corsi d’acqua d’acqua Corsi Acque lentiche lentiche Acque

INVERTEBRATI

Anax imperator X X X Anodonta woodiana (Bivalvia) X X X Calopteryx virgo padana X X Cerambice della quercia - Cerambyx cerdo X Cervo volante – Lucanus cervus X X Colias hyale X Falena dell’edera - Euplagia quadripunctaria X Licena delle paludi - Lycaena dispar X X X X Osmoderma eremita X X Ophiogomphus cecilia X X Sympetrum depressiusculum X Stylurus flavipes X X Unio mancus (Bivalvia) X X X Polissena - Zerynthia polyxena X X Tabella 3. Invertebrati: habitat vocati

Le precedenti caratteristiche di idoneità delle specie di pesci sono state ottenute dalla letteratura internazionale e dal testo “Pesci delle acque interne d’Italia” del Ministero dell’Ambiente, Direzione per la protezione della Natura. Di seguito vengono riportare le loro idoneità riguardo diverse variabili strutturali dei corsi d’acqua.

8 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Specie quota pendenza larghezza curvilinearità fontanili Alborella medio-basse, anche laghi medio-bassa non importante non importante effetto positivo Aspio bassa bassa grande tratti finali dei fiumi effetto positivo Barbo medio-alti media media non importante effetto positivo Barbo canino medio-alti media-alta media-bassa bassa effetto positivo Cheppia bassa bassa grande alta effetto positivo Cobite mascherato media media bassa-media media effetto positivo Lasca medio-bassa medio-alta media-bassa medio-bassa effetto positivo Luccio bassa, anche laghi bassa grande alta effetto positivo Panzarolo alta-risorgive e sorgenti alta-bassa bassa bassa effetto positivo Pesce gatto punteggiato medio-bassa medio - bassa non importante non importante effetto positivo Sanguinerola medio-alta media medio-bassa bassa effetto positivo Savetta medio-bassa bassa alta medio-alta effetto positivo Siluro medio-bassa, anche laghi media-bassa medio-alta medio-alta effetto positivo Tinca medio-bassa anche laghi medio-bassa medio-alta medio-alta effetto positivo Tabella 4. Pesci: idoneità rispetto a variabili strutturali dei corsi d’acqua

Tre specie di invertebrati (Gambero di fiume, Gambero della Louisiana, Gambero americano) sono stati inseriti nel modello riguardante i pesci poiché utilizzano il reticolo idrico. Di seguito vengono riportare le loro idoneità riguardo diverse variabili strutturali dei corsi d’acqua.

Specie quota pendenza larghezza curvilinearità fontanili Gambero americano bassa non influente medio-bassa (rii e torrenti) non influente effetto positivo Gambero di fiume medio-bassa non influente medio-bassa (rii e torrenti) non influente effetto positivo Gambero della medio-bassa non influente medio-bassa (rii e torrenti) non influente effetto positivo Louisiana Tabella 5. Invertebrati acquatici: idoneità rispetto a variabili strutturali dei corsi d’acqua

Vengono di seguito riportate gli effetti sulle specie di pesci e sui tre invertebrati dovuti alle condizioni di inquinamento antropico, come ottenuto dalla letteratura internazionale e dal testo “Pesci delle acque interne d’Italia” del Ministero dell’Ambiente, Direzione per la protezione della Natura. inquinamenti Specie confini con agricoli confini con centri abitati puntiformi Alborella ininfluente pescata resistenza alta pescata ma si trova anche vicino a Aspio poca profondità dell'acqua ponti resistenza alta Barbo ininfluente ininfluente resistenza alta importante per decrementi Barbo canino importante per decrementi demografici demografici resistenza bassa Cheppia importanti per distruzione uova importanti per distruzione uova resistenza bassa Cobite mascherato risente molto dell'inquinamento risente molto dell'inquinamento resistenza bassa importante per decrementi Lasca importante per decrementi demografici demografici resistenza bassa Luccio poche piante, rettificazioni, poca acqua pesca, rettificazioni, poche piante resistenza bassa Panzarolo importante per inquinamento importante per inquinamento resistenza bassa Pesce gatto punteggiato ininfluente ininfluente resistenza alta Sanguinerola inquinamento inquinamento resistenza molto bassa Savetta inquinamento inquinamento resistenza molto bassa Siluro ininfluente ininfluente resistenza alta Tinca poco influente - pesca ininfluente resistenza medio-alta Gambero di fiume inquinamento inquinamento resistenza bassa Gambero della Louisiana inquinamento pesca resistenza alta Gambero americano pesca pesca resistenza alta

Tabella 6. Pesci e invertebrati acquatici: effetti dovuti alle condizioni di inquinamento antropico 9 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

3 La struttura della rete ecologica della Pianura Parmense

I gruppi di specie presi in considerazione utilizzano il territorio della provincia di Parma in modo differente, secondo lo schema che segue: • uccelli: paesaggio aereo • pesci: paesaggio fluviale • rettili-mammiferi: paesaggio terrestre (utilizzo di nodi-corridoi-matrice) • anfibi: paesaggio anfibio (utilizzo di nodi-corridoi-matrice) • invertebrati: paesaggio terrestre (non utilizzo di nodi-corridoi-matrice) Si intende per paesaggio aereo l’insieme del paesaggio terrestre e della componente aerea (troposfera e oggetti territoriali a struttura verticale come le chiome delle piante). Si intende per paesaggio anfibio la porzione del paesaggio terrestre che si trova entro limiti ristretti (poche decine o centinaia di metri) da acque lentiche o lotiche. Si intende per paesaggio fluviale l’insieme delle componenti del reticolo idrico utilizzato dalle specie di pesci.

Per invertebrati ed uccelli, si è utilizzato l’approccio modellistico molto comune in letteratura scientifica (per esempio, Le Ber et al., 2009) che consiste nella suddivisione del territorio in porzioni aventi uguale area (iso-areali) e nella stima, per ogni porzione, delle variabili utili alla stima del’idoneità territoriale per le specie di interesse.

Per le specie di pesci, il modello deve tenere conto del reticolo idrografico e dell’uso del suolo circostante il reticolo stesso.

Anfibi, mammiferi e rettili utilizzano nodi e corridoi ecologici con le differenze evidenziate di seguito. Gli anfibi hanno forti vincoli con l’acqua (necessitano cioè di vivere nei pressi di acque lentiche o lotiche) e richieste spaziali (home range) molto ristrette. All’opposto, i mammiferi in genere non hanno vincoli con l’acqua, ma ampi home range. I rettili si trovano in una posizione intermedia, avendo home range medio e solo per alcune specie vincoli con l’acqua.

Figura 2. Schema nodi-corridoi-matrice per anfibi, rettili e mammiferi

3.1 Invertebrati

Gli invertebrati si spostano sul territorio con un raggio di spostamento paragonabile con le dimensioni dell’habitat in cui vivono. Per modellizzare tale utilizzo delle risorse territoriali si è proceduto a:

10 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

1. suddividere la pianura parmense in esagoni di 1000 ettari per un totale complessivo di 135. L’esagono è ottimo per la suddivisione dello spazio, perché si trova a metà strada tra la suddivisione circolare e quella a quadrato, cioè suddivide in modo omogeneo il territorio e con tessere territoriali adiacenti e completamente coprenti il territorio. La superficie di 1000 ettari fornisce una sufficiente eterogeneità di uso del suolo per fare proposte gestionali

2. calcolare, entro ogni esagono, le risorse territoriali richieste dagli invertebrati - metri di acque lotiche - ettari di acque lentiche - metri di siepi e filari - ettari a bosco - ettari a prati - numero di risorgive

3. normalizzare le variabili precedenti nell’intervallo 0-1 semplicemente dividendo per il valore massimo, affinché ogni variabile abbia lo stesso peso

4. calcolare, per ogni specie di invertebrati, quanta risorsa territoriale è presente entro ogni esagono. Per esempio, per Anax imperator si è tenuto conto di acque lentiche, corsi d’acqua principali e canali, mentre per Calopteryx virgo padana si è tenuto conto di canali e risorgive, come da tabella di pagina 11

5. calcolare, per ogni esagono, l’idoneità media per le specie di invertebrati, semplicemente calcolando l’idoneità media di tutti gli invertebrati. Da questo calcolo è stata tenuta fuori Anodonta woodiana essendo una specie alloctona invasiva

6. applicare, poiché alcuni esagoni non sono compresi al 100% nella provincia di Parma, un peso che correggesse questo effetto semplicemente dividendo l’idoneità media dell’esagono per la percentuale dell’esagono entro la provincia.

3.2 Uccelli

Gli uccelli si spostano a largo raggio sul territorio, il raggio di spostamento è di solito molto maggiore rispetto alle dimensioni dell’habitat in cui vivono. Per modellizzare tale utilizzo delle risorse territoriali si è proceduto a:

1) considerare il possibile vincolo con le acque e il possibile limite altimetrico

2) per ogni specie, tenere conto di fenologia svernante e nidificante

3) per ogni specie, individuare le aree idonee presenti entro il vincolo con l’acqua e il possibile limite altimetrico

4) per ogni specie, simulare lo spostamento aereo verso l’area idonea più vicina (costo di spostamento in metri richiesto per vicariare un’area idonea con un’altra)

5) passare le informazioni (ettari di aree idonee e metri di costo spostamento) all’esagonatura (la stessa usata per gli invertebrati) 6) ripetere il modello per tutte le specie

11 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

7) calcolare per ogni esagono, i metri di strutture lineari (siepi e filari) disponibili per le specie di uccelli per cui siepi e filari hanno una elevata idoneità (assiolo, averla cinerina, lodolaio, migliarino di palude, picchio rosso minore, strillozzo) 8) per ogni esagono calcolare un indice medio tra: a) aree idonee per le diverse specie, b) costo di spostamento tra aree idonee limitrofe, c) strutture lineari attribuendo il peso 0.206 alle strutture lineari perché solo per 6 specie su 29 (20.6%) presentano elevata idoneità.

3.3 Pesci Il modello di uso del territorio da parte delle specie di pesci è consistito in:

1) dividere il network idrico in tratti di 500 metri (1638 segmenti risultanti). In questo modo è stato possibile avere informazioni puntuali sulla vocazionalità dei tratti per le diverse specie e quindi proporre successivamente interventi più puntuali.

2) per ogni tratto calcolare i parametri scelti, come da tabelle 4 e 5. - quota (criterio benefit) - pendenza (benefit) - larghezza (benefit) - curvilinearità (benefit) - innesto di fontanili (benefit) - confini con agricoli (criterio cost) - confini con centri abitati (cost) - sorgenti puntiformi di inquinamento (cost)

3) assegnare ad ogni specie un coefficiente di mobilità. A parità di ogni altra condizione, l’effetto negativo dovuto alle pressioni antropiche (agricoli, centri abitati, sorgenti puntiformi) è inversamente proporzionale alla possibilità di una specie ittica di fuggire dal tratto stesso. Di seguito sono riportati i coefficienti di mobilità assegnati secondo la letteratura scientifica (3: massima mobilità). Sono stati analizzati anche i 3 invertebrati acquatici.

Specie coeff. mobilità Alborella 2 Aspio 3 Barbo 3 Barbo canino 3 Cheppia 3 Cobite mascherato 2 Lasca 2 Luccio 3 Panzarolo 1 Pesce gatto punteggiato 2 Panguinerola 2 Savetta 2 Siluro 3 Tinca 2 Gambero di fiume 1 Gambero della Louisiana 1 Gambero americano 1

Tabella 7. Coefficienti di mobilità per le specie di pesci e per i 3 invertebrati acquatici

12 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

4) per ogni tratto e per ogni specie, calcolare il punteggio di idoneità: (100*(numero di condizioni benefit soddisfatte) – 100* (condizioni cost)* (peso di mobilità) )/5. Per esempio, se per una specie sono soddisfatte tutte le 5 condizioni benefit (quota, linearità ecc…) e non ci fossero pressioni antropiche il punteggio sarebbe 100 cioè 500/5. Viceversa, la presenza di forme di pressione (agricoli, centri abitati, sorgenti di inquinamento) sottrarrebbe punteggio, tale sottrazione è pesata in base alla mobilità. Se la mobilità fosse pari a 3 (cioè massima), ogni forma di pressione viene pesata 0.25, se fosse 2 (cioè media) viene pesata 0.50, se fosse 1 (cioè minima) viene pesata 1.

5) per ogni tratto, calcolare l’indice medio di idoneità di tutte le specie considerate, tenendo separate le specie indesiderate perché alloctone (aspio, pesce gatto punteggiato, siluro) e le 2 specie di invertebrati acquatici alloctoni (gambero della Louisiana, gambero americano) per le quali è stato calcolato l’indice di idoneità a parte.

3.4 Anfibi, rettili e mammiferi

Anfibi, rettili e mammiferi utilizzano la rete ecologica costituita da nodi, corridoi e aree mediamente idonee (stepping stones). Seguendo la letteratura scientifica, l'individuazione dei nodi e dei corridoi della rete ecologica provinciale è avvenuta secondo i criteri che seguono.

Nodi principali: aree altamente idonee, con area maggiore di 5 volte l’home range della specie e con rispetto del vincolo di distanza dall’acqua (se c’è) Nodi secondari: aree altamente idonee con area maggiore dell’home range della specie e con rispetto del vincolo di distanza dall’acqua (se c’è) Nodi connessi: nodi in comunicazione perimetralmente con i corridoi Nodi disconnessi: nodi non in comunicazione con i corridoi Stepping stones: aree mediamente idonee, oppure altamente idonee ma che violano i vincoli di distanza dall’acqua o quelli areali descritti nelle tabelle 8, 9 e 10 Buffer areas: fasce di rispetto che si trovano intorno ai nodi Corridoi ecologici: porzione della rete ecologica che presenta una dimensione più sviluppata di un'altra, essendo costituita da aree ripariali che percorrono in lunghezza (latitudinale o longitudinale) il territorio.

La definizione di alta oppure media idoneità ai nodi è stata attribuita mediante punteggi di vocazionalità per le specie del progetto REN del Ministero dell'Ambiente (Tabelle 8, 9 e 10). La scelta per i nodi principali di una superficie maggiore di 5 volte l'home range delle specie è basata sulla letteratura scientifica che ha individuato questa dimensione areale come quella ottimale per permettere la persistenza a lungo termine delle specie nel nodo. Viceversa quando le aree altamente idonee hanno dimensioni circa pari all’home range, permettono la persistenza delle specie solo a medio o breve termine. La tabella che segue sintetizza per le specie di anfibi: a) il vincolo con l’acqua (in metri), b) l’home range (in mq), c) i codici CORINE per cui hanno elevata idoneità (in grigio) oppure media (in bianco). Il significato dei codici CORINE land-cover può essere trovato, oltre che nel manuale ufficiale dell’Unione Europea, in Allegato 2.

Specie vincoli acqua home range cod. cod. cod. cod. cod. cod. cod. cod. cod. (m) (mq) Raganella comune 100 512 411 324 322 321 244 243 213 311 Rana di lataste 100 20 512 311 412 Rana toro 100 50 512 411 Rospo smeraldino 200 50 512 333 213 244 321 324 411 522 Tritone crestato 500 512 321 322 213 244 311 324 411 412 Tabella 8. Caratteristiche di idoneità territoriale per le specie di anfibi

13 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Ne consegue che i nodi principali della rete ecologica degli anfibi sono costituiti da aree appartenenti ai codici in grigio, con distanza dall’acqua non superiore ai 100 metri e con dimensione areale maggiore di 250 mq (cioè 5 volte l’home range massimo delle specie). I nodi secondari sono costituiti da aree appartenenti ai codici in grigio, con distanza dall’acqua non superiore ai 100 metri e con dimensione areale tra 50 e 250 mq. Le stepping stones sono costituite dalle aree appartenenti ai codici in bianco (mediamente idonei) oppure ai codici in grigio ma che violano i vincoli di distanza dall'acqua (100 m) o quelli areali (superficie di almeno 50 mq).

La tabella che segue sintetizza per le specie di rettili: a) il vincolo con l’acqua (in metri), b) l’home range (in mq), c) i codici CORINE per cui hanno elevata idoneità (in grigio) oppure media (in bianco).

Specie vincoli acqua home range cod. cod. cod. cod. cod. cod. cod. cod. (m) (mq) Biacco 500 311 322 323 Biscia tessellata 500 500 512 522 212 411 Colubro liscio 231 311 312 322 511 512 Lucertola campestre 15 322 323 132 141 223 321 324 333 Lucertola muraiola 10 112 311 313 324 332 333 Ramarro occidentale 20 323 324 333 244 211 222 223 Testuggine palustre 100 411 512 421 213 Tabella 9. Caratteristiche di idoneità territoriale per le specie di rettili

In questo caso, solo 2 delle 7 specie considerate presentano vincoli con l'acqua, dunque questo criterio non è stato considerato per la definizione dei nodi perché trascurabile per 5 specie su 7. La dimensione minima di un nodo per soddisfare a breve termine le 7 le specie considerate deve essere di almeno 500 mq, dunque sono necessari 2500 mq (5 volte l’home range massimo) per permettere la persistenza a lungo termine delle specie considerate.

La tabella che segue sintetizza per le specie di mammiferi: a) il vincolo con l’acqua (in metri), b) l’home range (in mq), c) i codici CORINE per cui hanno elevata idoneità (in grigio) oppure media (in bianco). Nell’elenco non sono presenti le 3 specie di mammiferi (pipistrello nano, vespertilio di Bechstein, vespertilio maggiore) che sono stati inseriti nel modello-uccelli.

Specie vincoli acqua home range cod cod cod cod cod cod cod cod cod cod cod cod cod Arvicola terrestre 1 ettaro 411 Capriolo 5 ettari 243 311 323 324 334 244 312 321 322 Istrice 243 311 313 222 244 321 322 Moscardino 311 313 323 244 322 324 222 Nutria 100 m 2 ettari 411 421 512 521 522 Puzzola europea 1300 m 8 ettari 243 411 421 512 521 522 244 311 312 313 321 322 324 Scoiattolo comune 2 ettari 312 243 244 311 313 Scoiattolo grigio 2 ettari 321 332 322 324 333 Tasso 243 311 313 323 324 244 312 321 322 222 Topolino delle risaie 0.06 ettari 213 242 243 321 322 324 Tabella 10. Caratteristiche di idoneità territoriale per le specie di mammiferi

In questo caso, solo 2 delle 10 specie considerate presentano vincoli con l'acqua, dunque questo criterio non è stato considerato per la definizione dei nodi, perché trascurabile per 8 specie su 10. La dimensione minima di un nodo per soddisfare le 7 le specie considerate deve essere di

14 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

almeno 8 ettari, dunque sono necessari 40 ettari (5 volte l’home range massimo) di superficie per permettere la persistenza a lungo termine di tutte le specie considerate.

3.5 La composizione della struttura

In Tabella 11 sono sintetizzati gli elementi della rete ecologica che sono stati individuati e perimetrati entro GIS seguendo i criteri della metodologia sopra esposta.

Rete complessiva numero ettari km nodi 237 2218 stepping stones 1133 7128 corridoi primari 5564 corridoi secondari 342 siepi-filari 4209 994 Tabella 11. Elementi individuati nella rete ecologica planiziale

Per quanto riguarda anfibi, mammiferi e rettili, la relativa cartografia è riportata nell’apposita tavola A0 intitolata “cartografia analitica”.

Figura 3. Corridoi primari(in nero), corridoi secondari (in bianco con perimentro in nero), siepi e filari (in grigio) individuati per la rete ecologica planiziale.

15 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Per quanto riguarda gli anfibi, sono stati individuati 144 nodi (per un totale di 991.90 ha), dal punto di vista della connessione ad un corridoio: 40 connessi e 104 isolati, dal punto di vista areale: tutti principali

Uso del suolo codice CORINE numero nodi ettari Bacini artificiali 512 46 405.91 Boschi planiziali a prevalenza di farnia 311 2 4.19 Boschi planiziali a prevalenza di querce, carpino e castagno 311 70 322.40 Boschi planiziali a prevalenza di salici e pioppi 311 17 120.36 Zone umide interne 411 9 139.03 Tabella 12. Caratteristiche dei 144 nodi individuati per gli anfibi

Sono state inoltre individuate 69 stepping stones per gli anfibi (per un totale di 436.98 ha), con superfici variabili da un decimo di ettaro fino a 46 ettari.

Figura 4. Nodi (in nero) e stepping stones (in grigio) per gli anfibi

Per quanto riguarda i mammiferi sono stati individuati 72 nodi (per un totale di 1672.28 ha), dal punto di vista della connessione ad un corridoio: 45 connessi e 27 isolati, dal punto di vista areale: 8 principali (cioè con superficie maggiore di 40 ettari, ovvero 5 volte l’home range

16 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO massimo di 8 ettari), 14 sub-principali (cioè con superficie dalle 3 alle 5 volte la dimensione di 8 ettari, cioè dai 24 ai 40 ettari) e 50 secondari (cioè con superficie minore di 24 ettari)

Uso del suolo codice CORINE numero nodi ettari Aree con colture agricole e spazi naturali importanti 243 6 76.17 Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni 311 15 307.95 Boschi a prevalenza di salici e pioppi 311 6 72.07 Vegetazione arbustiva e arborea in evoluzione 323 26 556.55 Rimboschimenti recenti 323 2 47.09 Zone umide interne 411 8 214.91 Bacini artificiali 512 9 397.53 Tabella 12. Caratteristiche dei 72 nodi individuati per i mammiferi

Sono state inoltre individuate 247 stepping stones per i mammiferi (per un totale di 780.24 ha), con superfici variabili da un decimo di ettaro fino a 21 ettari.

Figura 5. Nodi (in nero) e stepping stones (in grigio) per i mammiferi

17 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Per quanto riguarda i rettili sono stati trovati 160 nodi (per un totale di 1565.08 ha), di cui, dal punto di vista della connessione ad un corridoio: 77 connessi e 83 isolati, dal punto di vista areale: tutti principali

Uso del suolo codice CORINE numero nodi ettari Vegetazione arbustiva e arborea in evoluzione 3231 75 698.51 Rimboschimenti recenti 3232 4 56.96 Zone umide interne 4110 16 243.90 Bacini naturali 5121 1 2.59 Bacini artificiali 5123 64 563.12 Tabella 13. Caratteristiche dei 72 nodi individuati per i rettili

Sono state inoltre individuate 1289 stepping stones per i rettili (per un totale di 6556 ha), con superfici variabili da un centesimo di ettaro fino a 424 ettari. Il numero molto elevato di nodi e stepping stones per i rettili si spiega con il fatto che i rettili in genere non hanno vincoli con l’acqua come gli anfibi ed hanno richieste in termini areali molto inferiori rispetto ai mammiferi, queste minori esigenze si traducono in un numero maggiore di aree idonee.

Figura 6. Nodi (in nero) e stepping stones (in grigio) per i rettili

18 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Per tutti e 3 questi gruppi di specie sono state realizzate diverse analisi volte a capire il funzionamento della relativa rete ecologica. Queste analisi sono servite nella fase gestionale per definire il grado di priorità dei nodi e dei corridoi.

Per quanto riguarda la raggiungibilità dei nodi (ovvero da quanti altri nodi connessi è raggiungibile un certo nodo connesso attraverso i corridoi esistenti), per anfibi, mammiferi e rettili ognuno dei nodi connessi è raggiungibile da ognuno degli altri nodi, seppure con percorsi che possono essere molto diversi, ovvero molto brevi oppure molto lunghi.

Per quanto riguarda la distanza-spostamento tra i nodi (per ogni nodo, si calcola il numero di corridoi che bisogna percorrere per arrivare ad ogni altro nodo e poi si sommano i percorsi; per esempio, se il nodo A dista 2 corridoi dal nodo B e 3 corridoi dal nodo C, la sua distanza- spostamento totale è 2+3=5), più alto è questo valore e più un nodo è isolato perché richiede alle specie maggiori distanze di spostamento per raggiungere gli altri nodi.

Riguardo il grado di connessione dei nodi (per ogni nodo si calcola con quanti altri nodi è connesso direttamente, ovvero passando attraverso un solo corridoio), l’importanza risiede nel fatto che un nodo a maggiore connessione diretta con altri nodi è prioritario perché rappresenta un punto di smistamento della rete che facilita alla fauna il flusso verso tanti altri nodi.

Riguardo il grado di insostituibilità dei corridoi, esso rappresenta il numero di corridoi che devono essere rimossi affinchè 2 nodi risultino disconnessi. Se bastasse la rimozione di un corridoio per isolare un nodo, allora quel corridoio assumerebbe un ruolo importante per la rete ecologica in quanto la sua rimozione porterebbe ad isolare un nodo.

Riguardo il flusso portante di biodiversità dei corridoi, essa rappresenta la quota di traffico della rete ecologica che verrebbe perso se venisse rimosso un certo corridoio. Il flusso portante permette di individuare quindi i corridoi che se rimossi danneggerebbero fortemente la rete ecologica esistente.

Le precedenti analisi hanno condotto ai seguenti risultati:

- per gli anfibi esiste un nodo di particolare importanza (coordinate: X 604320, Y 964595, località Case Nuove, appena a nord di Parma lungo il Torrente Parma), perché connesso direttamente a ben 17 altri nodi. Questo nodo rappresenta il punto di smistamento principale degli anfibi. Invece, ben 6 dei nodi degli anfibi sono connessi ad 1 solo altro nodo, dunque sono nodi peninsulari a rischio di disconnessione dalla rete ecologica. La connessione ecologica più importante per gli anfibi è quella che comprende i tratti terminali del e del Parma ed il tratto di Po compreso tra i punti di immissione di Taro e Po. Questa porzione della rete ecologica supporta la maggior parte del flusso di possibili spostamenti degli anfibi

- per i rettili, i 2 nodi a maggiore grado di connessione si trovano lungo il Po (località Torricella, località Casale) e 7 nodi sono connessi direttamente ad un solo altro nodo e quindi a rischio di isolamento. La connessione ecologica più importante (flusso portante di biodiversità) corre lungo il Parma fino alla confluenza con il Po e comprende anche il canale Lorno Inferiore. Questa connessione unisce 6 nodi. Si nota che il baricentro della rete ecologica dei rettili (Parma e Lorno Inferiore) è in parte sovrapposto a quello degli anfibi (Parma e Taro)

- per i mammiferi, i 3 nodi a maggiore grado di connessione si trovano lungo il Po (località Gramignano, località Casale) e lungo il Lorno Inferiore (località ). Il baricentro della

19 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

rete ecologica dei mammiferi (flusso portante di biodiversità) comprende il canale Lorno Inferiore, il tratto terminale del Parma e il tratto del Po compreso tra Mezzano inferiore e Coltaro

Tutti questi risultati vengono ripresi nella fase gestionale per definire la priorità degli interventi e nella fase progettuale per le proposte di interventi.

In Figura 7 è riportato il risultato di idoneità territoriale complessiva dei 135 esagoni per le specie di invertebrati. L’indice ha assunto valori tra valori tra 0.44 (minima idoneità, nel senso di minima risorsa territoriale disponibile per le specie considerate) e 134.28 (massima idoneità).

Figura 7. Idoneità territoriale complessiva dei 135 esagoni per le specie di invertebrati

Si evidenzia un preciso schema spaziale in cui le aree a minore idoneità per la presenza delle specie di invertebrati prescelte appartengono alla porzione più antropizzata della provincia (Comune di Parma) e alle aree adiacenti la via Emilia. Se pur con alcune eccezioni, le altre porzioni della pianura parmense mostrano idoneità medio-alte per la presenza delle specie di invertebrati considerati. Le aree in cui si concentra la maggiore idoneità territoriale sono: la porzione sud-ovest dell’area di studio presso l’ingresso delle vallate (compresa tra i centri abitati di Fidenza, , Medesano e ), la porzione lungo l’Enza e quella lungo il Po.

20 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Questo risultato è di estremo interesse perché, sebbene gli invertebrati non utilizzino la rete ecologica strictu sensu (nodi, corridoi, stepping stones), lo schema spaziale evidenziato in Figura 7 si tiene in considerazione nella progettazione della rete ecologica affinchè gli interventi di aggiunta o espansione di aree naturali (compresi siepi e filari) siano prevalentemente essere proposti per quelle porzioni di territorio in cui esse sono carenti anche per gli invertebrati. In questo modo, un intervento che favorisce anfibi, mammiferi, rettili sarà utile anche all'aumento dell’idoneità territoriale per la presenza di invertebrati e quindi, a parità di costo, il beneficio ecologico che si ottiene sarà molto maggiore poiché riguarderà più gruppi di specie.

In Figura 8 è riportato il risultato di idoneità territoriale complessiva dei 135 esagoni per le specie di uccelli, ovvero la disponibilità media di risorse territoriali.

Figura 8. Idoneità territoriale complessiva dei 135 esagoni per le specie di uccelli

Si nota una configurazione spaziale ben precisa, simile a quella degli invertebrati, in cui le aree più carenti di risorse territoriali per la presenza delle specie di uccelli sono le aree più urbanizzate strictu sensu (Comune di Parma ed aree limitrofe alla Via Emilia). Le aree a maggiore idoneità sono nella porzione sud-ovest dell’area di studio, lungo il Po a nord, lungo l’Enza a est e lungo l’Ongina a ovest, ma rispetto alla carta risultante per gli invertebrati si notano alcune differenze riguardanti: a) una maggiore differenza tra le aree molto idonee e

21 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO quelle poco idonee, ovvero un numero inferiore di esagoni aventi valori intermedi di idoneità; b) una maggiore evidenziazione della bassa vocazionalità delle aree maggiormente edificate.

Questo risultato è di grande interesse perché, sebbene gli uccelli non utilizzino la rete ecologica (nodi, corridoi, stepping stones) provinciale, lo schema spaziale di Figura 8 si tiene in considerazione nella progettazione della rete ecologica perché gli interventi di aggiunta o espansione di aree naturali (compresi siepi e filari) devono prevalentemente essere proposti per quelle porzioni di territorio in cui esse sono carenti anche per gli uccelli. In questo modo, un intervento che favorisce anfibi, mammiferi, rettili sarà utile anche all'aumento dell’idoneità territoriale per la presenza delle specie di uccelli.

In Figura 9, si riporta la vocazionalità dei corsi d’acqua per la presenza delle specie di pesci di interesse (escluse le 3 specie alloctone indesiderate).

Figura 9. Vocazionalità dei corsi d’acqua per la presenza delle specie di pesci

Si nota che i corsi d’acqua principali (Po, Taro, , Ongina, Enza, Parma, Baganza) mostrano una buona vocazionalità per la presenza delle specie di pesci considerate (colore grigio chiaro), sebbene in alcuni tratti tale vocazionalità si abbassi per la presenza di scarichi o per l’adiacenza a centri abitati o ad aree agricole.

22 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Viceversa, gli immissari dei corsi d’acqua principali mostrano in generale un basso livello di vocazionalità a supportare la presenza delle specie (per esempio, cavo Naviglio, cavo Fossetta Alta, canale Naviglio-Taro, fossa Parmigiana, fosso Nazzano) sia per parametri strutturali (ampiezza limitata, curvilinearità inesistente, nessun innesto da parte di fontanili) che funzionali (numerosi scarichi puntiformi, adiacenza a centri abitati e agricoli).

4. Le pressioni antropiche gravanti sulla rete ecologica

La precedente fase analitica ha individuato gli eventi strutturali della rete ecologica della pianura parmense. La fase gestionale ha invece lo scopo di analizzare gli aspetti funzionali ovvero: a) grado di pressione antropica gravante sugli elementi della rete ecologica, b) valore ecologico di tali elementi.

Incrociando per ogni elemento della rete ecologica la pressione antropica gravante e il valore ecologico si ottiene la priorità dell'elemento preso in considerazione. Lo schema che segue sintetizza in che modo è possibile definire la priorità di un elemento della rete ecologica sulla base della pressione agente e del valore ecologico dell'elemento stesso.

Figura 10. Incrocio valore ecologico - pressione antropica per determinare la priorità degli interventi sulla rete ecologica

Sono prioritari gli interventi che agiscono sugli elementi della rete ecologica ad alto valore ecologico e contemporaneamente ad elevata pressione antropica agente. In questo caso, gli interventi devono essere soprattutto di tipo restrittivo e/o mitigativo per diminuire il grado di pressione antropica e mantenere inalterato il valore ecologico già elevato. Nel caso invece degli interventi non prioritari risulta necessario agire anche nel senso di aumentare il valore ecologico ovvero l’idoneità territoriale per le specie considerate. Nel caso di monitoraggio, è richiesto solamente di controllare che la pressione antropica non aumenti ulteriormente. Nessun intervento è richiesto quando pressione e valore siano contemporaneamente bassi.

Dunque, la gerarchia degli interventi sulla rete ecologica planiziale è:

corridoi prioritari > nodi prioritari > corridoi non prioritari > nodi non prioritari > stepping stones prioritarie > stepping stones non prioritarie

23 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

I corridoi sono prioritari rispetto ai nodi perché rivestono la doppia funzione di habitat e facilitatori degli spostamenti sul territorio (Forman e Godron, 1986; Forman, 1995).

La maggior parte degli interventi (restrittivi o propositivi) e dei costi per tali interventi deve essere prevista per i corridoi prioritari e i nodi prioritari. Viceversa, gli elementi della rete ecologica a basso valore ecologico e contemporaneamente a bassa pressione antropica agente possono essere considerati esenti dalla necessità di interventi restrittivi o propositivi.

Esiste una vasta letteratura scientifica sull'impatto ambientale di alcuni tipi di manufatti e azioni antropiche (Ferrarini, 2005). La scelta di un set di indicatori a livello di nodi e corridoi è stata compiuta con i seguenti criteri (OECD, 1991; OECD, 2003):

ß avere il supporto della letteratura scientifica Ogni indicatore di pressione scelto per stimare il grado di Pressione antropica deve avere precisi riferimenti nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale. In accordo con il modello DPSIR (OECD, 2003), la letteratura scientifica ha fornito un’elenco delle Determinanti (per es. strade) e delle relative forme di Pressione (per es., frammentazione).

ß essere concettualmente ortogonali Questo criterio richiede che ogni indicatore di pressione aggiunga nuova informazione rispetto agli altri. L'ortogonalità tra gli indicatori è una proprietà concettuale a priori che non necessariamente comporta la non correlazione in senso statistico.

ß essere applicabili a livello di singoli habitat (nodi e corridoi) Questo criterio comporta che il set degli indicatori di pressione sia applicabile, in senso concettuale e tecnico, ad ogni singolo habitat presente nell'area di studio.

In base al tipo di effettore di pressione antropica, esiste un’ampia letteratura sugli impatti dovuti a quell’effettore (Canter, 1996; Ferrarini, 2005). Di seguito se ne fornisce una breve sintesi. a) strade Esiste un’ampia letteratura scientifica sull’impatto ambientale delle strutture viarie (Forman, 1997; Forman et al.; 2000). Sono prevedibili i seguenti impatti: ß frammentazione degli habitat ß inquinamento acustico ß inquinamento atmosferico ß inquinamento dei suoli ß mortalità faunistica

C'è un generale consenso in letteratura sull'opportunità di porre a 100 metri il limite oltre il quale i vari tipi di impatto (acustico, atmosferico…) si abbassano sotto una soglia significativa. b) ferrovie Gli impatti di questo effettore vengono equiparati a quelli delle strade (Canter, 1996) essendo strutture lineari causa di frammentazione e di impatto in un intorno spaziale limitato. c) zone aperte alla caccia Gli impatti di questo effettore riguardano la mortalità faunistica il disturbo acustico.

24 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO d) aree residenziali L'adiacenza di un habitat ad una o più aree edificate determina a) la semplificazione della forma, b) il degrado perimetrale e c) il blocco del naturale processo di espansione/contrazione. e) aree agricole Sono prevedibili i seguenti impatti (Canter, 1996): ß inquinamento acustico dovuto all'utilizzo di macchinari per lavorazioni agricole; ß aerodispersione di fertilizzanti e fitofarmaci; ß lisciviazione e trasporto verso l'esterno, ad opera dello scorrimento superficiale delle acque piovane e di irrigazione, di fertilizzanti e fitofarmaci; ß percolazione in falda di fertilizzanti e fitofarmaci, con conseguenze sulla vegetazioni limitrofa. f) cave attive Gli impatti dovuti alle cave attive sono riassumibili in (Canter, 1996): ß inquinamento visivo; ß inquinamento acustico dovuto ad autoveicoli e a macchinari di escavazione; ß ricadute atmosferiche dovute all’uso di macchinari e di mezzi di trasporto; ß alterazione delle caratteristiche geomorfologiche del suolo (stabilità e drenaggio). g) strutture aeroportuali L'impatto acustico delle strutture aeroportuali quasi mai supera i 65 decibel ad una distanza maggiore di 5 km (Canter, 1996) che quindi è stata scelta come safety distance. h) elettrodotti Oltre a frammentare lo spazio aereo, le linee elettriche sono un’importante causa di morte per gli uccelli: Bevanger et al. (2001) dimostrano una significativa riduzione di vittime faunistiche (da 61 a 50 per ogni 100 km di elettrodotto) in due specie di uccelli quando alcune linee elettriche dell'area di studio sono state rimosse. Janss (2000) dimostra che la probabilità di collisione con elettrodotti è funzione del peso e della lunghezza alare degli uccelli.

La stima della pressione antropica gravante sugli elementi della rete ecologica è stata dunque eseguita mediante lo schema che segue. Tale schema, supportato dalla letteratura scientifica recente, è stato validato nonché completato dal gruppo di lavoro LIFE della Provincia.

Tabella 14. Stima della pressione antropica gravante sugli elementi della rete ecologica

25 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

L'inquinamento acustico-atmosferico dovuto alle strade è stato calcolato per ogni elemento della rete ecologica (nodi, corridoi e stepping stones) come percentuale della superficie di tale elemento compreso entro 100 m da una strada. Poiché l'adiacenza alle strade è anche causa della mortalità faunistica, questo secondo effetto è stato considerato unitamente al precedente.

La frammentazione dello spazio dovuto alle strade è stata stimata per gli uccelli guardando per ogni esagono in quanti frammenti veniva suddiviso dal reticolo viario.

Per le ferrovie, si è utilizzato lo stesso indicatore (100 m da una ferrovia) usato per le strade.

Per la caccia, si è stimato se un elemento della rete ecologica era all'interno di zone aperte alla caccia anche solo parzialmente (nel qual caso l'indicatore assumeva valore pari a 1) oppure no (indicatore pari a 0). Per gli uccelli, si è stimato per ogni esagono la percentuale areale compresa entro un ambito di caccia.

Per la pressione dovuta ad aree residenziali, si è stimato per ogni elemento della rete ecologica se fosse adiacente ad un'area residenziale (in tal caso l'indicatore assumeva valore pari a 1) oppure no (indicatore pari a 0). Per gli uccelli e gli invertebrati, per ogni esagono si è calcolata la percentuale areale occupata dall’uso residenziale.

Per la pressione dovuta ad aree agricole, si è stimato per ogni elemento della rete ecologica se fosse adiacente ad un'area agricola (in tal caso l'indicatore assumeva valore pari a 1) oppure no (indicatore pari a 0). Per gli uccelli e gli invertebrati, per ogni esagono si è calcolata la percentuale areale occupata da un uso agricolo.

Per la pressione dovuta a cave, si è stimato per ogni elemento della rete ecologica se fosse adiacente a cave (in tal caso l'indicatore assumeva valore pari a 1) oppure no (indicatore pari a 0). Per uccelli ed invertebrati, per ogni esagono si è calcolata la percentuale areale occupata da cave

Per gli elettrodotti, si sono stimati per ogni esagono degli uccelli i metri di elettrodotti (a media o alta tensione) presenti entro l’esagono.

Per la pressione dovuta agli aeroporti, si è stimato per ogni elemento della rete ecologica se fosse entro un buffer di 5 km da un aeroporto (in tal caso l'indicatore assumeva valore pari a 1) oppure no (indicatore pari a 0). Per gli uccelli, all’interno di ogni esagono è stata calcolata la percentuale areale occupata dal buffer di 5 km dell’aeroporto.

26 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

5. La stima del valore ecologico degli elementi costitutivi la rete ecologica

La stima del valore ecologico degli elementi costitutivi la rete ecologica (corridoi, nodi, stepping stones) è avvenuta secondo i seguenti criteri della letteratura scientifica.

Sono nodi a valore ecologico medio-alto:

1) i nodi principali o sub-principali connessi a corridoi 2) i nodi connessi a corridoi e distanti più di 1000 m dal nodo più vicino 3) i nodi non connessi e distanti meno di 100 m da un corridoio 4) i nodi che sono collegati ad un nodo che è peninsulare, ovvero che è collegato solo a quel nodo 5) i nodi connessi ai corridoi e connessi direttamente ad un numero elevato di altri nodi

Gli altri nodi assumono valore ecologico medio basso.

Sono corridoi a valore ecologico medio-alto quelli che presentano un più elevato flusso portante di biodiversità o che presentano un maggior grado di insostituibilità (ovvero, se rimossi, porterebbero ad isolamento un nodo). Per le stepping stones, l'unico criterio adottato è stato quello areale, ovvero le stepping stones con area medio-grande hanno assunto valore ecologico medio-alto. Questo è dovuto al fatto che, non essendo collegate ai corridoi ecologici, non è possibile adottare i criteri di valore ecologico che sono stati assunti per i nodi.

27 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

6. Lo “stato” di salute della rete ecologica e le pressioni potenziali

Per quanto riguarda anfibi, mammiferi e rettili, poiché essi utilizzano la rete ecologica costituita da corridoi, nodi e stepping stones, la cartografia risultante è riportata nell’apposita tavola A0 intitolata “cartografia gestionale”, riportata in scala ridotta, nella figura sottostante.

Per quanto riguarda uccelli e invertebrati, i risultati sono riportati in Figure 11 e 12.

Figura 11. Risultati dell’incrocio pressioni-valore ecologico per le specie di uccelli numero di esagoni risultati ad interventi prioritari: 34 numero di esagoni risultati ad interventi non prioritari: 34 numero di esagoni risultati a necessità di solo monitoraggio: 34 numero di esagoni risultati senza necessità di interventi: 33

Nel caso delle specie di uccelli, si nota una configurazione spaziale precisa della priorità degli interventi, comprendente la porzione sud-ovest, le aree prossime alla via Emilia e quelle lungo l'asta del Po, in particolare nella porzione centro-occidentale. A queste aree si aggiunge la porzione di territorio occupata dal Comune di Parma che, essendo un baricentro urbanistico della pianura parmense, presenta per le specie di uccelli pressione antropica medio-alta e valore ecologico medio-basso (interventi non prioritari). Questa situazione ha determinato la proposta di interventi alla rete ecologica planiziale (corridoi, nodi, stepping stones) nelle aree suddette (sia in termini di mitigazione-compensazione della forme di pressione che di aumento degli ancoraggi territoriali) avranno un maggiore effetto positivo anche sull’avifauna.

Nel caso delle specie di invertebrati, la configurazione spaziale è meno netta. Come atteso, poiché la presenza e lo spostamento delle specie di invertebrati è più localizzata nello spazio, un esagono può essere circondato da esagoni in cui sono richieste azioni diverse (per esempio

28 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO passare da nessun intervento a interventi prioritari negli esagoni circostanti). Si nota che l'asta del Po non richiede interventi (né prioritari né non prioritari) per gli invertebrati, ma solo azioni di monitoraggio oppure nessuna azione. Questo si ripete anche per la porzione sud-est. Si nota anche che la porzione dell’area di studio in cui si addensa la necessità di interventi prioritari e non prioritari è costituita principalmente dalle porzioni ovest e sud-ovest e dal Comune di Parma.

Figura 12. Risultati dell’incrocio pressioni-valore ecologico per le specie di invertebrati

numero di esagoni risultati ad interventi prioritari: 32 numero di esagoni risultati ad interventi non prioritari: 35 numero di esagoni risultati a necessità di solo monitoraggio: 36 numero di esagoni risultati senza necessità di interventi: 32

Oltre alle pressioni attualmente presenti sul territorio, sono state considerate nella fase gestionale le pressioni potenziali, ovvero gli ambiti per futuri insediamenti (aree di espansione urbana che risultano dal mosaico dei PRG/PSC che raccoglie le previsioni urbanistiche dei piani comunali vigenti al 2008-2009) o strutture viarie non ancora realizzate ma in progetto. L’incrocio degli ambiti per futuri insediamenti con i nodi della rete ecologica ha fornito i seguenti risultati:

a) nodi mammiferi

Quattro nodi dei mammiferi sono interessati dagli ambiti per futuri insediamenti. Per tutti i 4 nodi si tratta di un’erosione perimetrale oppure di una contrazione areale, ma non di una

29 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

completa distruzione del nodo. Solo uno di questi nodi è principale ed è situato in località Torrile (coordinate del baricentro: X 603661 Y 975655).

b) nodi rettili

Otto nodi dei rettili sono interessati dagli ambiti per futuri insediamenti. Per 6 degli 8 nodi si tratta di erosione perimetrale o contrazione areale, mentre per 2 (località Fondo Fontana e località zona artigianale Ravadese) si tratta di sostituzione del nodo con un'area edificata.

c) nodi anfibi

Cinque nodi degli anfibi sono interessati dagli ambiti per futuri insediamenti. Per tutti i 5 nodi si tratta di un’erosione perimetrale oppure di una contrazione areale, ma non di una completa distruzione del nodo. Solo uno di questi nodi è principale, si tratta dello stesso nodo in località Torrile evidenziato per i mammiferi, che infatti risulta essere un nodo plurifunzionale.

Figura 13. Nodi della rete ecologica interessati dagli ambiti per futuri insediamenti e relativo codice CORINE landcover. Molti dei nodi sono plurifunzionali

L’incrocio con le stepping stones della rete ecologica ha evidenziato che sono interessate dagli ambiti per futuri insediamenti:

- 13 stepping stones dei mammiferi - 208 stepping stones dei rettili, di cui solo 1 (località Fondo Fontana) completamente sostituita dal futuro insediamento. - 2 stepping stones degli anfibi (località Cella e località S. Maria del Gisolo). In entrambi i casi tratta di una debole contrazione areale.

Nessuna porzione di corridoi ecologici è interessata da contrazione areale o sostituzione dovuta agli ambiti per futuri insediamenti, si evidenzia solo un aumento della pressione perimetrale senza che questo determini, almeno a livello di progetto, una conseguente erosione perimetrale.

30 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

L’incrocio delle future strutture viarie (cioè previste dalla pianificazione provinciale vigente e segnatamente dalla variante PTCP) con la rete ecologica attuale è stata realizzata creando un buffer di 100 m (area di massimo impatto atmosferico e acustico) intorno alle strade di progetto.

1) nodi mammiferi

Quattro nodi dei mammiferi si trovano entro 100 m da strutture viarie di progetto. Nessuno di questi è un nodo principale. Uno di questi 4 nodi in località Chiusa Ferranda sarà attraversato (e quindi, nella migliore delle ipotesi, frammentato e, nella peggiore delle ipotesi, perduto) dalla struttura viaria in progetto.

2) nodi rettili

Sette nodi dei rettili sono entro 100 m da strutture viarie di progetto. Tre di questi sono solo in minima parte entro il buffer di 100 m, mentre 2 (località Viarolo, località Casale) sono interessati dall'attraversamento da parte della struttura viaria di progetto.

3) nodi anfibi

Quattro nodi degli anfibi sono entro 100 m da strutture viarie di progetto, due di questi in maniera molto marginale, mentre 2 (località Viarolo, località Casale) sono interessati dall'attraversamento da parte della struttura viaria di progetto e sono gli stessi citati per i rettili poiché si tratta di 2 nodi polifunzionali.

Le strutture viarie di progetto interesseranno inoltre: 6 stepping stones dei mammiferi 2 stepping stones degli anfibi 171 stepping stones dei rettili

7. Il deficit ecologico a livello comunale

Le trasformazioni del territorio incidono sulla struttura e sulla funzionalità della rete ecologica non solo per gli effetti diretti sui suoi elementi strutturali, ma più in generale per l’alterazione dell’idoneità territoriale complessiva per la fauna. In particolare, può essere effettuato un confronto tra l’uso del suolo al 2003, anno di istituzione delle principali Zone di Protezione Speciale, e l’anno 2008 modificato secondo lo scenario previsto dagli strumenti della pianificazione comunale e provinciale in vigore. Dal punto di vista metodologico, sono stati effettuati i seguenti steps:

- l’uso del suolo del 2003 è servito come tematismo di base; - è stato creato il tematismo “scenario di uso del suolo” utilizzando l’uso del suolo dell’anno 2008 modificato secondo i futuri insediamenti e le strutture viarie non ancora realizzate ma in progetto. Questo tematismo costruisce lo scenario di uso del suolo secondo gli strumenti di pianificazione in vigore; - sono stati confrontati via GIS il tematismo 2003 e lo scenario di uso del suolo per definire la riduzione di naturalità (perdita di ettari di elementi areali e perdita di km di elementi lineari) riguardante gli elementi della rete ecologica nell’area di studio. Tale riduzione viene qui definita “deficit ecologico funzionale”. Il calcolo dell’eco-deficit consente di valutare gli impatti dei cambiamenti già avvenuti o in progetto sulla rete ecologica provinciale; 31 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

- è stato infine disaggregato il dato di eco-deficit a livello dei singoli comuni.

La tabella che segue misura l’entità di eco-deficit funzionale della Rete Ecologica tra il 2003 e il 2008 modificato secondo gli strumenti di pianificazione in vigore.

COMUNE Ettari Ettari Ettari TOTALE Km corridoi Km siepi-filari TOTALE corridoi elementi stepping ettari secondari Km primari nodali stones 5,33 4,29 2,61 12,22 0,70 0,06 0,75 15,85 0,19 0,38 16,43 0,04 0,22 0,26 3,91 4,64 13,81 22,37 0,19 0,59 0,78 FELINO 0,00 0,00 0,00 0,00 0,40 0,00 0,40 FIDENZA 7,13 9,80 7,57 24,49 0,38 1,56 1,95 6,18 0,00 22,86 29,04 0,56 1,12 1,68 4,97 29,25 15,37 49,59 0,91 0,44 1,35 2,22 0,00 0,00 2,22 0,00 0,00 0,00 LESIGNANO DE'BAGNI 0,69 9,34 2,56 12,59 0,22 0,00 0,22 MEDESANO 3,89 4,74 0,74 9,37 0,30 0,49 0,79 19,28 39,49 31,48 90,24 0,15 0,00 0,15 1,37 11,88 1,37 14,63 1,20 0,10 1,29 NOCETO 3,22 6,31 4,02 13,55 0,11 0,53 0,64 PARMA 43,95 37,16 57,62 138,73 14,48 3,30 17,78 POLESINE PARMENSE 2,87 0,14 8,58 11,59 0,00 0,14 0,14 10,74 5,60 5,60 21,94 0,00 0,68 0,68 SALA BAGANZA 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 SALSOMAGGIORE T. 1,44 0,00 0,80 2,24 0,00 0,00 0,00 SAN SECONDO P. 4,22 0,68 0,68 5,57 2,36 0,41 2,78 SISSA 5,11 0,82 11,34 17,26 1,49 0,09 1,58 8,46 0,00 1,11 9,56 0,81 0,81 1,62 5,79 78,95 1,66 86,40 1,08 0,63 1,71 TORRILE 4,40 3,45 16,11 23,96 0,97 0,81 1,77 TRAVERSETOLO 7,59 27,47 7,64 42,69 0,59 0,18 0,76 TRECASALI 6,78 82,36 8,45 97,59 2,87 1,04 3,91 ZIBELLO 1,52 2,99 0,47 4,97 0,00 0,44 0,44 TOTALE 176,88 359,54 222,83 759,24 29,80 13,62 43,42 Tabella 15. Entità dell’eco-deficit della Rete Ecologica nei Comuni dal 2003 in poi

Si nota che l’area di studio è molto dinamica dal punto di vista delle transizioni di uso del suolo. Come atteso per via della maggiore estensione, il Comune di Parma è quello in cui l’impatto sulla rete ecologica è maggiore, essendo interessati quasi 139 ettari di elementi areali (corridoi primari, elementi nodali e stepping stones) e quasi 18 km di elementi lineari (corridoi secondari e siepi-filari).

Da notare gli impatti elevati sulla Rete Ecologica nei Comuni di Trecasali (97 ettari e quasi 4 km), Mezzani (90 ettari) e Sorbolo (86 ettari e quasi 2 km), ma anche Fontevivo (49 ettari), Traversetolo (42 ettari), Fontanellato (29 ettari), Torrile (24 ettari), Colorno (22 ettari) e Roccabianca (21 ettari)..

Risultano invece particolarmente virtuosi dal punto di vista dell’impatto sulla rete ecologica i Comuni di Collecchio, Felino, Langhirano, Medesano, Sala Baganza, Salsomaggiore e Zibello.

I precedenti valori di eco-deficit sono stati sintetizzati in un unico indice di eco-deficit funzionale: - sono stati presi i 2 valori massimi di eco-deficit in ettari (per corridoi, nodi e stepping stones) e in km (per corridoi secondari e siepi-filari);

32 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

- si è così ottenuta la coppia di valori 138,73 e 17,78 entrambi derivanti dal comune di Parma; - per ogni Comune si è calcolata la distanza dai 2 valori massimi di cui sopra; - l’indice di eco-deficit funzionale è stato infine normalizzato a 1, ovvero valori prossimi a 1 indicano un alto eco-deficit funzionale, valori prossimi a zero un basso eco-deficit.

COMUNE indice di eco-deficit funzionale BUSSETO 0.07 COLLECCHIO 0.07 COLORNO 0.10 FELINO 0.01 FIDENZA 0.14 FONTANELLATO 0.15 FONTEVIVO 0.22 LANGHIRANO 0.01 LESIGNANO DE'BAGNI 0.05 MEDESANO 0.06 MEZZANI 0.33 MONTECHIARUGOLO 0.09 NOCETO 0.07 PARMA 1.00 POLESINE PARMENSE 0.05 ROCCABIANCA 0.10 SALA BAGANZA 0.00 SALSOMAGGIORE TERME 0.01 0.10 SISSA 0.11 SORAGNA 0.08 SORBOLO 0.36 TORRILE 0.14 TRAVERSETOLO 0.18 TRECASALI 0.46 ZIBELLO 0.03 Tabella 16. Indice di eco-deficit funzionale della Rete Ecologica dal 2003 in poi

1.00 1.00 0.90 0.80 0.70 0.60 0.50 0.46 0.36 0.40 0.33 0.30 0.22 0.18 0.20 0.15 0.14 0.14 0.11 0.10 0.00

Figura 14. Eco-deficit funzionale dei 10 Comuni con maggiore eco-deficit

33 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Considerando un’ampiezza media di 30 metri per i corridoi secondari e di 20 metri per siepi e filari, si è calcolato con quali interventi i Comuni possono compensare l’eco-deficit funzionale.

ettari nuovi ettari Km corridoi Km siepi- COMUNE spazi naturali allargamento nodi secondari filari BUSSETO 14.43 14.43 4.81 7.21 COLLECCHIO 16.99 16.99 5.66 8.49 COLORNO 24.11 24.11 8.04 12.06 FELINO 1.20 1.20 0.40 0.60 FIDENZA 28.76 28.76 9.59 14.38 FONTANELLATO 32.95 32.95 10.98 16.48 FONTEVIVO 53.20 53.20 17.73 26.60 LANGHIRANO 2.22 2.22 0.74 1.11 LESIGNANO DE'BAGNI 13.25 13.25 4.42 6.62 MEDESANO 11.26 11.26 3.75 5.63 MEZZANI 90.70 90.70 30.23 45.35 MONTECHIARUGOLO 18.40 18.40 6.13 9.20 NOCETO 14.93 14.93 4.98 7.47 PARMA 188.77 188.77 62.92 94.38 POLESINE PARMENSE 11.87 11.87 3.96 5.93 ROCCABIANCA 23.30 23.30 7.77 11.65 SALA BAGANZA 0.00 0.00 0.00 0.00 SALSOMAGGIORE TERME 2.24 2.24 0.75 1.12 SAN SECONDO 13.49 13.49 4.50 6.75 SISSA 21.91 21.91 7.30 10.95 SORAGNA 13.60 13.60 4.53 6.80 SORBOLO 90.90 90.90 30.30 45.45 TORRILE 28.47 28.47 9.49 14.24 TRAVERSETOLO 44.80 44.80 14.93 22.40 TRECASALI 108.26 108.26 36.09 54.13 ZIBELLO 5.85 5.85 1.95 2.93 Tabella 17. Possibilità di compensazione dell’eco-deficit funzionale dal 2003 in poi. Per esempio, il Comune di Busseto può compensarlo con 14,4 ettari di nuovi spazi naturali, oppure con un’eguale quantità di allargamento di nodi già esistenti, oppure con 4,8 km di corridoi secondari di ampiezza 30 metri, oppure con 7,21 km di siepi-filari di ampiezza 20 metri

Oltre all’eco-deficit funzionale,è stato calcolato un eco-deficit strutturale tenendo conto dei cambiamenti strutturali (ovvero da un uso del suolo ad un altro) avvenuti dall’anno 2003 indipendentemente dal fatto che riguardassero gli elementi della rete ecologica (nodi, corridoi, stepping stones, siepi-filari).

Per ogni Comune sono state individuate le modifiche strutturali avvenute a partire dal 2003 e sono state quantificate in ettari. Poi l’eco-deficit strutturale è stato calcolato per ogni Comune come:

ECS= EDS = ∑ (valore2003-valorefuturo)*(superficie interessata dal cambiamento)

Il valore ecologico di uso del suolo è stato assegnato tenendo conto dei punteggi di valore ecologico assegnati ai diversi codici landcover nella letteratura scientifica (Tab. 18), in particolare nell’articolo “Landscapes‘ Capacities to Provide Ecosystem Services – a Concept for Land-Cover Based Assessments”apparso su Landscape on line nel 2009 e che fornisce un’ottima review dei punteggi ecologici ai diversi usi del suolo. Infine, il valore di ogni Comune è stato diviso per il valore massimo, in modo che l’indice di eco-deficit strutturale si trovasse nell’intervallo 0-1 esattamente come l’eco-deficit funzionale.

34 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Tabella 18. Punteggi assegnati ai diversi usi del suolo secondo la letteratura corrente. La prima colonna riguarda l’uso del suolo secondo la definizione ufficiale UE Corine Landcover. La seconda colonna rappresenta il punteggio complessivo di importanza ecologica, le colonne successive rappresentano la scomposizione del punteggio complessivo nelle diverse voci (per esempio, eterogeneità abiotica, biodiversità presente, efficienza metabolica ecc…).

35 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Comune indice di eco-deficit strutturale BUSSETO 0.29 COLLECCHIO 0.17 COLORNO 0.10 FELINO 0.10 FIDENZA 0.38 FONTANELLATO 0.39 FONTEVIVO 0.29 LANGHIRANO 0.00 LESIGNANO DE'BAGNI 0.00 MEDESANO 0.30 MEZZANI 0.05 MONTECHIARUGOLO 0.21 NOCETO 0.25 PARMA 1.00 POLESINE PARMENSE 0.19 ROCCABIANCA 0.22 SALA BAGANZA 0.00 SALSOMAGGIORE TERME 0.00 SAN SECONDO PARMENSE 0.17 SISSA 0.53 SORAGNA 0.32 SORBOLO 0.17 TORRILE 0.20 TRAVERSETOLO 0.20 TRECASALI 0.76 ZIBELLO 0.13 Tabella 19. Indice di eco-deficit strutturale della Rete Ecologica dal 2003 in poi

ecodeficit strutturale a partire dal 2003

1.00 0.90 0.80 0.70 0.60 0.50 0.40 0.30 0.20 0.10 0.00

Figura 15. Eco-deficit strutturale dal 2003 in poi dei 10 Comuni con maggiore eco-deficit

36 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

Infine si è proceduto ad osservare congiuntamente i 2 indici di eco-deficit. In questo modo si evidenzia facilmente per ogni Comune l’entità di entrambi gli eco-deficit.

Figura 16. Biplot dei 2 indici di eco-deficit. Quello strutturale è stato messo sulle ascisse, quello funzionale sulle ordinate

I Comuni nominati nel grafico di Fig. 16 spiccano per almeno uno dei due indici di eco-deficit. In particolare, Parma e Trecasali mostrano valori elevati su entrambi gli indici. Quindi l’impatto dei cambiamenti territorali si verifica sia sulla rete ecologica vera e propria (eco- deficit funzionale) che sugli elementi di biodiversità paesaggistica esterni alla rete ecologica (eco-deficit strutturale).

Invece, i Comuni di Sissa, Fontanellato, Fidenza mostrano valori elevati di eco-deficit strutturale ma medio-bassi di eco-deficit funzionale. Questo significa che nel periodo di osservazione si verifica un impatto non trascurabile sulla biodiversità paesaggistica (e di conseguenza su quella animale supportata da quella paesaggistica), ma soprattutto al di fuori degli elementi della rete ecologica strictu sensu.

Nei Comuni di Mezzani, Sorbolo e Traversetolo si verifica un impatto medio-alto sulla rete ecologica strictu sensu, e medio-basso sulla biodiversità paesaggistica esterna alla rete ecologica.

I restanti Comuni presentano valori di eco-deficit minori su entrambi gli indici.

Premesso che qualsiasi intervento di riqualificazione ambientale è utile alla conservazione della biodiversità, i risultati di Figura 16 suggeriscono che in alcuni Comuni sono utili sia interventi sulla rete ecologica vera e propria che sulla biodiversità diffusa, in altri è preferibile agire sugli elementi della rete ecologica (per es. con l’allargamento di un nodo), in altri ancora sugli elementi esterni alla rete (per es. creazione di siepi e filari in ambito agricolo). In ogni caso, in ogni Comune esistono motivazioni di intervento, non solo a supporto della biodiversità da

37 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

questo momento in poi, ma anche a compensazione degli impatti già avvenuti a partire dall’anno 2003.

Figura 17. Carta delle aree sottoposte a modifica tra il 2003 e l’anno 2008 modificato secondo lo scenario previsto dagli strumenti della pianificazione in vigore

I precedenti indici di eco-deficit strutturale misurano le “modifiche assolute” apportate a livello dei singoli Comuni alla biodiversità paesaggistica. A fini interpretativi, si ritiene utile anche mostrare i valori relativi di eco-deficit ovvero pesati in base alla superficie dei Comuni. E’ però utile sottolineare che è il valore assoluto a misurare l’effettivo impatto sulla rete ecologica.

Figura 18. Biplot dei 2 indici di eco-deficit, quello strutturale sulle ascisse e quello funzionale sulle ordinate, pesati in base alla superficie dei Comuni entro la rete ecologica 38 Variante PTCP – LA RETE ECOLOGICA DELLA PIANURA PARMENSE QUADRO CONOSCITIVO

I 7785 ettari di uso del suolo modificati in senso di perdita di valore ecologico dal 2003 in poi (eco-deficit strutturale) nei diversi Comuni potrebbero essere compensati come segue: - 5045 ettari di nuovi spazi naturali; - 5045 ettari di allargamento nodi; - 1680 Km di corridoi secondari di larghezza 30 metri; - 2524 Km di siepi-filari di larghezza 20 metri.

39

Indice

Anfibi Scheda raganella comune Scheda rana di lataste Scheda rana italiana Scheda rana toro Scheda rospo smeraldino Scheda tritone crestato

Mammiferi Scheda arvicola terrestre Scheda capriolo Scheda istrice Scheda moscardino Scheda nutria Scheda pipistrello nano Scheda puzzola europea Scheda scoiattolo comune Scheda scoiattolo grigio Scheda tasso Scheda topolino delle risaie Scheda vespertilio di Bechstein Scheda vespertilio maggiore

Rettili Scheda biacco Scheda biscia tassellata Scheda colubro liscio Scheda lucertola campestre Scheda lucertola muraiola Scheda ramarro occidentale Scheda ramarro orientale Scheda testuggine palustre europea

Uccelli Scheda airone bianco maggiore Scheda albanella minore Scheda allodola Scheda assiolo Scheda averla cenerina Scheda barbagianni Scheda calandrella Scheda cannaiola Scheda cavaliere d’Italia Scheda corriere piccolo Scheda falco cuculo Scheda falco pecchiaiolo Scheda garzetta Scheda grillaio Scheda lodolaio Scheda martin pescatore Scheda marzaiola Scheda migliarino di palude Scheda moretta Scheda nitticora Scheda occhione Scheda pavoncella Scheda picchio rosso minore Scheda rondine Scheda sterna comune Scheda strillozzo Scheda succiacapre Scheda tirabusino Scheda topino

Classe: anfibi

Genere e specie: Hyla arborea

Nome comune: raganella comune

Vincoli con l’acqua: si (100 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 5.1.2 Corpi d’acqua

1 Classe: anfibi

Genere e specie: Rana latastei

Nome comune: rana di lataste

Vincoli con l’acqua: si (100 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.1.1 Boschi di latifoglie 5.1.2 Corpi d’acqua

2 Classe: anfibi

Genere e specie: Hyla intermedia

Nome comune: rana italiana

Vincoli con l’acqua: si (100 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 5.1.2 Corpi d’acqua

3 Classe: anfibi

Genere e specie: Rana catesbeiana

Nome comune: rana toro

Vincoli con l’acqua: si (100 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 5.1.2 Corpi d’acqua

4 Classe: anfibi

Genere e specie: Bufo viridis

Nome comune: rospo smeraldino

Vincoli con l’acqua: si (200 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.3.3 Aree con vegetazione sparsa 5.1.2 Corpi d’acqua

5 Classe: anfibi

Genere e specie: Triturus carnifex

Nome comune: tritone crestato

Vincoli con l’acqua: si (500 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.2.1 Prateria naturali 3.2.2 Brughiere 5.1.2 Corpi d’acqua

6 Classe: mammiferi

Genere e specie: Arvicola terrestris

Nome comune: arvicola terrestre

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 5.1.1 Corsi d’acqua

7 Classe: mammiferi

Genere e specie: Capreolus capreolus

Nome comune: capriolo

Vincoli con l’acqua: si (500 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.2.1 Prateria naturali 3.2.2 Brughiere 5.1.2 Corpi d’acqua

8 Classe: mammiferi

Genere e specie: Hystrix cristata

Nome comune: istrice

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.3 Boschi misti

9 Classe: mammiferi

Genere e specie: Muscardinus avellanarius

Nome comune: moscardino

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 2.2.2 Alberi e arbusti 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.3 Boschi misti 3.2.3 Vegetazione a sclerofille

10 Classe: mammiferi

Genere e specie: Myocastor coypus

Nome comune: nutria

Vincoli con l’acqua: si (100 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

11 Classe: mammiferi

Genere e specie: Pipistrellus pipistrellus

Nome comune: pipistrello nano

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 1.4.1 Aree urbane verdi 3.2.4 Aree di transito cespugliato-bosco

12 Classe: mammiferi

Genere e specie: Mustela putorius

Nome comune: puzzola europea

Vincoli con l’acqua: si (1200 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

13 Classe: mammiferi

Genere e specie: Sciurus vulgaris

Nome comune: scoiattolo comune

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.1.2 Foreste di conifere

14 Classe: mammiferi

Genere e specie: Sciurus carolinensis

Nome comune: scoiattolo grigio

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover):

15

Classe: mammiferi

Genere e specie: Meles meles

Nome comune: tasso

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 3.1.3 Boschi misti 3.2.3 Vegetazione a sclerofille 3.2.4 Aree di transito cespugliato-bosco

16 Classe: mammiferi

Genere e specie: Micromys minutus

Nome comune: topolino delle risaie

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.1.3 Risaie 4.1.1 Aree interne palustri

17 Classe: mammiferi

Genere e specie: Myotis bechsteini

Nome comune: vespertilio di Bechstein

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.2 Foreste di conifere 3.1.3 Boschi misti

18 Classe: mammiferi

Genere e specie: Myotis myotis

Nome comune: vespertilio maggiore

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 2.3.1 Pascoli

19 Classe: rettili

Genere e specie: Coluber viridiflavus

Nome comune: biacco

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover):

20 Classe: rettili

Genere e specie: Natrix tassellata

Nome comune: biscia tassellata

Vincoli con l’acqua: sì (500 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.2 Delta ed estuari

21 Classe: rettili

Genere e specie: Coronella austriaca

Nome comune: colubro liscio

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover):

22 Classe: rettili

Genere e specie: Podarcis sicula

Nome comune: lucertola campestre

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.2.2 Brughiere 3.2.3 Vegetazione a sclerofille

23 Classe: rettili

Genere e specie: Podarcis muralis

Nome comune: lucertola muraiola

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover):

24 Classe: rettili

Genere e specie: Lacerta viridis

Nome comune: ramarro occidentale

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.2.3 Vegetazione a sclerofille 3.2.4 Aree di transizione cespugliato-bosco

25 Classe: rettili

Genere e specie: Lacerta bilineata

Nome comune: ramarro orientale

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità (categoria CORINE land cover): 3.2.3 Vegetazione a sclerofille 3.2.4 Aree di transito cespugliato-bosco

26 Classe: rettili

Genere e specie: Emys orbicularis

Nome comune: testuggine palustre europea

Vincoli con l’acqua: sì (100 metri)

Idoneità (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua

27 Classe: uccelli

Genere e specie: Egretta alba

Nome comune: airone bianco maggiore

Vincoli con l’acqua: si (50 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 5.1.2 Corpi d’acqua

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 2.1.1 Seminativi in aree non irrigue 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.1.3 Risaie 2.3.1 Prati stabili 2.4.3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 4.2.2 Saline 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

28 Classe: uccelli

Genere e specie: Cirgus pygargus

Nome comune: albanella minore

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.1 Aree arabili non irrigate 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.3.1 Pascoli 3.2.2 Brughiere 5.1.1 Corsi d’acqua

29 Classe: uccelli

Genere e specie: Alauda arvensis

Nome comune: allodola

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 1.2.4 Areoporti 2.1.1 Terre arabili non irrigate 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.3.1 Pascoli 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 3.2.1 Praterie naturali 3.2.2 Brughiere

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 1.2.4 Areoporti 2.1.1 Terre arabili non irrigate 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.2.1 Vigneti 2.2.3 Oliveti 2.3.1 Pascoli 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 2.4.4 Aree agro-forestali 3.2.1 Praterie naturali 3.2.2 Brughiere 3.3.1 Spiagge e dune

30 Classe: uccelli

Genere e specie: Otus scops

Nome comune: assiolo

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 1.1.2 Edificato urbano discontinuo 1.4.1 Aree urbane verdi 2.2.2 Alberi e arbusti 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.4.2 Aree agricole a struttura complessa 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 2.4.4 Aree agro-forestali 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.3 Boschi misti 3.2.4 Aree di transizione cespugliato-bosco

31 Classe: uccelli

Genere e specie: Lanius minor

Nome comune: averla cenerina

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.2.1 Vigneti 2.2.2 Alberi e arbusti 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 3.2.3 Vegetazione a sclerofille 3.2.4 Aree di transizione cespugliato-bosco

32 Classe: uccelli

Genere e specie: Tyto alba

Nome comune: barbagianni

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 1.1.1 Edificato urbano continuo 1.1.2 Edificato urbano discontinuo 1.4.1 Aree urbane verdi

Idoneità in fenologia sedentaria (categoria CORINE land cover): 1.1.1 Edificato urbano continuo 1.1.2 Edificato urbano discontinuo

33 Classe: uccelli

Genere e specie: Calandrella brachydactyla

Nome comune: calandrella

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.3.1 Pascoli 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 3.2.1 Praterie naturali 3.3.1 Spiagge e dune 5.1.1 Corsi d’acqua

34 Classe: uccelli

Genere e specie: Acrocephalus scirpaceus

Nome comune: cannaiola

Vincoli con l’acqua: sì (1 metro)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

35 Classe: uccelli

Genere e specie: Himantopus himantopus

Nome comune: cavaliere d’Italia

Vincoli con l’acqua: sì (1 metro)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.3 Risaie 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 4.2.2 Saline 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

36 Classe: uccelli

Genere e specie: Charadrius dubius

Nome comune: corriere piccolo

Vincoli con l’acqua: sì (10 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 3.3.1 Spiagge e dune 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 4.2.2 Saline 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

37 Classe: uccelli

Genere e specie: Falco vespertinus

Nome comune: falco cuculo

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.1 Terre arabili non irrigate 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.3.1 Pascoli 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.3.1 Prati stabili

38 Classe: uccelli

Genere e specie: Pernis apivorus

Nome comune: falco pecchiaiolo

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.2 Foreste di conifere 3.1.3 Boschi misti

39 Classe: uccelli

Genere e specie: Egretta garzetta

Nome comune: garzetta

Vincoli con l’acqua: sì (50 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 2.1.1 Seminativi in aree non irrigue 2.1.2 Seminativi in aree irrigue 2.1.3 Risaie 2.3.1 Prati stabili 2.4.3 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 4.2.2 Saline 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari 5.2.3 Mare

40 Classe: uccelli

Genere e specie: Falco naumanni

Nome comune: grillaio

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 1.1.2 Edificato urbano discontinuo 2.1.1 Seminativi in aree non irrigue 2.1.2 Seminativi in aree irrigue 2.3.1 Prati stabili

41 Classe: uccelli

Genere e specie: Falco subbuteo

Nome comune: lodolaio

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.4.4 Aree agro-forestali 3.1.1 Boschi di latifoglie 3.1.2 Foreste di conifere 3.1.3 Boschi misti

42 Classe: uccelli

Genere e specie: Alcedo atthis

Nome comune: martin pescatore

Vincoli con l’acqua: sì (1 metro)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua

Sono arrivata a controllare il file 190 controllare tutti file e ricostruire le tabelle

43 Classe: uccelli

Genere e specie: Anas querquedula

Nome comune: marzaiola

Vincoli con l’acqua: sì (20 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.3 Risaie 4.1.1 Torbiere interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

44 Classe: uccelli

Genere e specie: Emberiza schoeniclus

Nome comune: migliarino di palude

Vincoli con l’acqua: sì (10 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

45 Classe: uccelli

Genere e specie: Aythya fuligula

Nome comune: moretta

Vincoli con l’acqua: sì (20 metri)

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.2 Corpi d’acqua

46 Classe: uccelli

Genere e specie: Nycticorax nycticorax

Nome comune: nitticora

Vincoli con l’acqua: sì (50 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 4.1.1 Aree interne palustri 5.1.1 Corsi d’acqua

47 Classe: uccelli

Genere e specie: Burhinus oedicnemus

Nome comune: occhione

Vincoli con l’acqua: sì (50 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.2 Seminativi in aree irrigue 2.3.1 Pascoli 2.3.1 Prati stabili 3.3.3 Aree con vegetazione rada 5.1.1 Corsi d’acqua

48 Classe: uccelli

Genere e specie: Vanellus vanellus

Nome comune: pavoncella

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.1 Terre arabili non irrigate 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.1.3 Risaie 4.1.2 Torbiere

Idoneità in fenologia svernante (categoria CORINE land cover): 1.2.4 Aeroporti 2.1.1 Terre arabili non irrigate 2.1.2 Terre irrigate permanenti 2.1.3 Risaie 2.3.1 Pascoli 4.1.1 Aree interne palustri 4.1.2 Torbiere 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.2 Bacini d’acqua

49 Classe: uccelli

Genere e specie: Picoides minor

Nome comune: picchio rosso minore

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.2.2 Alberi e arbusti 3.1.1 Boschi di latifoglie

Idoneità in fenologia sedentaria (categoria CORINE land cover): 1.4.1 Aree urbane verdi 2.2.2 Alberi e arbusti 3.1.1 Boschi di latifoglie

50 Classe: uccelli

Genere e specie: Hirundo rustica

Nome comune: rondine

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 1.1.2 Edificato urbano discontinuo 3.3.2 Roccia nuda 4.1.1 Aree interne palustri

51 Classe: uccelli

Genere e specie: Sterna hirundo

Nome comune: sterna comune

Vincoli con l’acqua: sì (10 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 3.3.1 Spiagge e dune 4.2.2 Salineù 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Bacini d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

52 Classe: uccelli

Genere e specie: Miliaria calandra

Nome comune: strillozzo

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.3.1 Pascoli 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.4.2 Aree agricole a struttura complessa 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 2.4.4 Aree agro-forestali 3.2.1 Praterie naturali 3.2.2 Brughiere e cespuglieti

Idoneità in fenologia sedentaria (categoria CORINE land cover): 2.3.1 Pascoli 2.4.1 Seminativi e colture arboree 2.4.2 Aree agricole a struttura complessa 2.4.3 Aree agricole interrotte da vegetazione naturale 2.4.4 Aree agro-forestali 3.2.1 Praterie naturali

53 Classe: uccelli

Genere e specie: Caprimulgus europaeus

Nome comune: succiacapre

Vincoli con l’acqua: no

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.4.4 Aree agro-forestali 3.2.2 Brughiere 3.2.3 Vegetazione a scleofille

54 Classe: uccelli

Genere e specie: Ixobrychus minutus

Nome comune: tirabusino

Vincoli con l’acqua: sì (20 metri)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 2.1.3 Risaie 4.1.1 Aree interne palustri 4.2.1 Paludi di acqua salmastra 5.1.1 Corsi d’acqua 5.1.2 Corpi d’acqua 5.2.1 Lagune 5.2.2 Delta ed estuari

55 Classe: uccelli

Genere e specie: Riparia riparia

Nome comune: topino

Vincoli con l’acqua: sì (1 metro)

Idoneità in fenologia nidificante (categoria CORINE land cover): 1.3.1 Aree estrattive

56

Descrizione dei codici CORINE Landcover

1 Territori modellati artificialmente

1.1 Zone urbanizzate 1.1.1 Tessuto continuo Spazi strutturati da edifici ad uso generalmente residenziale e da viabilità. Gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente occupano più del 50% della superficie totale. La vegetazione non lineare e il suolo nudo rappresentano l'eccezione. 1.1.1.1 Tessuto residenziale compatto e denso (Ec) Tessuti storici, novecenteschi, strutturati ad isolati chiusi, continui. La maggior parte degli edifici è costituita da strutture superiori ai tre piani o 10 metri d’altezza. Non sono presenti spazi aperti di grandezza rilevante intervallati agli edifici. 1.1.1.2 Tessuto residenziale rado (Er) Tessuti composti da palazzine e/o villini con spazi aperti di pertinenza, occupati da piccoli giardini condominiali, fasce di verde e alberature dove comunque gli edifici, la viabilità e le superfici ricoperte artificialmente coprono oltre il 50% della superficie totale. Generalmente gli edifici non raggiungono più di tre piani o i 10 metri d’altezza. 1.1.2.0 Tessuto discontinuo (Ed) Spazi caratterizzati dalla presenza di edifici ad uso generalmente residenziale (palazzi, palazzine e villini). Gli edifici, la viabilità e le superfici a copertura artificiale si presentano discontinui e coesistono con superfici coperte da vegetazione che occupano aree non trascurabili. Entrano in questa categoria le superfici occupate da costruzioni residenziali isolate che formano zone insediative di tipo diffuso. Gli edifici, la viabilità e le superfici coperte artificialmente coprono meno del 50% e più del 10% della superficie totale dell'unità cartografata. La copertura vegetale può occupare una superficie significativa (grandi spazi verdi condominiali, giardini privati, orti familiari), ma non presenta rilevanza agroforestale.

1.2 Insediamenti produttivi, commerciali, dei servizi pubblici e privati, delle reti e delle aree infrastrutturali 1.2.1 Insediamenti industriali, commerciali, dei grandi impianti e di servizi pubblici e privati Aree a copertura artificiale (in cemento, asfaltate o stabilizzate: per esempio terra battuta) senza vegetazione che occupano la maggior parte del terreno (più del 50% della superficie). La zona comprende anche edifici e/o aree con vegetazione e relativi spazi associati (muri di cinta, parcheggi, depositi, ecc.). 1.2.1.1 Insediamenti produttivi industriali, artigianali e agricoli con spazi annessi (Ia) 1.2.1.2 Insediamenti commerciali (Ic) Comprendono le aree adibite ai servizi commerciali all'ingrosso o al dettaglio inclusi gli spazi annessi. Non sono compresi i grandi magazzini integrati in edifici di abitazione. 1.2.1.3 Insediamenti di servizi pubblici e privati (Is)

57 Comprendono le aree adibite a servizi alberghieri e di ristoro, le strutture scolastiche superiori e universitarie dei vari ordini e gradi, le biblioteche, le aree di ricerca scientifica, le aree fieristiche, i tribunali, gli uffici postali e tributari, le prigioni, le caserme, i luoghi di culto da soli o in associazione. Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo). 1.2.1.4 Insediamenti ospedalieri (Io) Comprendono strutture ospedaliere isolate o in associazione. Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo). 1.2.1.5 Insediamenti di grandi impianti tecnologici (It) Comprendono gli impianti di smaltimento rifiuti (escluse le discariche da collocare in 1.3.2), gli inceneritori e gli impianti di depurazione delle acque. Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo). 1.2.2 Reti ed aree infrastrutturali stradali e ferroviarie e spazi accessori, aree per grandi impianti di smistamento merci, reti ed aree per la distribuzione idrica e la produzione e il trasporto dell’energia 1.2.2.1 Reti stradali e spazi accessori (Rs) Comprendono anche gli spazi associati alle reti stradali come svincoli, stazioni di servizio, aree di parcheggio, autostazioni, depositi di mezzi pubblici e le superfici annesse come marciapiedi, banchine, terrapieni e scarpate. 1.2.2.2 Reti ferroviarie e spazi accessori (Rf) Reti ferroviarie e spazi associati (stazioni, binari, smistamento, depositi, terrapieni, ecc.). 1.2.2.3 Grandi impianti di concentramento e smistamento merci (interporti e simili) (Rm) Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo). 1.2.2.4 Aree per impianti delle telecomunicazioni (Rt) Insediamenti di antenne, ripetitori, trasmettitori con spazi di servizio annessi. 1.2.2.5 Reti ed aree per la distribuzione, la produzione e il trasporto dell’energia (Re) Sono comprese le centrali di produzione e di trasformazione, gli elettrodotti, i metanodotti, gli oleodotti, le raffinerie, le sottostazioni di distribuzione e i depositi di carburante. 1.2.2.6 Reti ed aree per la distribuzione idrica (Ri) Sono compresi gli impianti di captazione, potabilizzazione, i serbatoi, le stazioni di pompaggio e gli impianti idrovori di sollevamento. 1.2.3 Aree portuali Infrastrutture delle zone portuali compresi i binari, i cantieri navali, i porti da diporto e/o i porti-canale. E’ compresa anche la superficie dei bacini (d'acqua dolce o salata) delimitata dai moli. 1.2.3.1 Aree portuali commerciali (Nc) 1.2.3.2 Aree portuali per il diporto (Nd) 1.2.3.3 Aree portuali per la pesca (Np) 1.2.4 Aree aeroportuali ed eliporti Infrastrutture di aeroporti, di eliporti, piste, edifici e superfici associate. Sono considerate le superfici interessate dall'attività aeroportuale anche se alcune parti di queste sono utilizzate occasionalmente per agricoltura-

58 foraggio; superfici di norma delimitate da recinzioni o strade. Sono compresi i piccoli aeroporti da turismo e gli eliporti purché dotati di strutture stabili di servizio. 1.2.4.1 Aeroporti commerciali (Fc) 1.2.4.2 Aeroporti per volo sportivo e da diporto, eliporti (Fs) 1.2.4.3 Aeroporti militari (Fm)

1.3 Aree estrattive, discariche, cantieri, terreni artefatti e abbandonati 1.3.1 Aree estrattive Estrazione di materiali inerti a cielo aperto, anche in alveo (cave di sabbia, ghiaia e pietra) o di altri materiali (miniere a cielo aperto). Sono qui compresi gli edifici e le installazioni industriali associate oltre a superfici pertinenti a cave o miniere abbandonate e non recuperate. I siti archeologici sono invece inclusi nelle aree ricreative (1.4.2.7). 1.3.1.1 Aree estrattive attive (Qa) 1.3.1.2 Aree estrattive inattive (Qi) 1.3.2 Discariche e depositi di rottami 1.3.2.1 Discariche e depositi di cave, miniere e industrie (Qq) Sono compresi gli edifici e le installazioni industriali associate ed altre superfici di pertinenza. 1.3.2.2 Discariche di rifiuti solidi urbani (Qu) 1.3.2.3 Depositi di rottami a cielo aperto, cimiteri di autoveicoli (Qr) 1.3.3 Cantieri Spazi in costruzione, scavi e suoli rimaneggiati. 1.3.3.1 Cantieri, spazi in costruzione e scavi (Qc) Per le dimensioni minime si fa riferimento a quelle previste per la categoria finale di appartenenza del manufatto in costruzione. 1.3.3.2 Suoli rimaneggiati e artefatti (Qs) Aree per lo più nude e/o improduttive di origine antropica, soggette ad attività temporanee e improprie o in abbandono, in attesa di destinazione diversa e stabile.

1.4 Aree verdi artificiali non agricole 1.4.1 Aree verdi Spazi ricoperti prevalentemente da vegetazione compresi nel tessuto urbano o associati ad edifici di interesse storico anche al di fuori delle aree urbane. Ne fanno parte i parchi urbani di varia natura, le ville comunali, i giardini pubblici e privati. 1.4.1.1 Parchi e ville (Vp) 1.4.1.2 Aree incolte nell’urbano (Vx) 1.4.2 Aree ricreative e sportive Aree utilizzate per campeggi, attività sportive e parchi di divertimento. Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo). 1.4.2.1 Campeggi e strutture turistico-ricettive (bungalows e simili) (Vt) 1.4.2.2 Aree sportive (calcio, atletica, tennis, sci) (Vs) 1.4.2.3 Parchi di divertimento e aree attrezzate (aquapark, zoosafari e simili) (Vd) 1.4.2.4 Campi da golf (Vq) 1.4.2.5 Ippodromi e spazi associati (Vi) Sono compresi i maneggi e le aree dedicate all’allevamento e all’allenamento dei cavalli da corsa.

59 1.4.2.6 Autodromi e spazi associati (Va) Sono comprese le piste da kart e da motocross. 1.4.2.7 Aree archeologiche (Vr) Grandi aree aperte al pubblico. 1.4.2.8 Aree adibite alla balneazione (Vb) Aree costiere di spiaggia occupate da stabilimenti balneari e attrezzature relative agli stessi (ombrelloni, cabine, aree giochi). Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi e viabilità). 1.4.3.0 Cimiteri (Vm) Sono inclusi gli spazi annessi (parcheggi, viabilità, verde di arredo).

2 Territori agricoli

2.1 Seminativi 2.1.1.0 Seminativi in aree non irrigue (Sn) Sono considerati perimetri non irrigui quelli situati in aree collinari e montane dove non è praticata l’irrigazione. 2.1.2 Seminativi in aree irrigue Colture irrigate periodicamente o sporadicamente, in genere grazie a infrastrutture permanenti. 2.1.2.1 Seminativi semplici (Se) 2.1.2.2 Vivai (Sv) 2.1.2.3 Colture orticole in pieno campo, in serra e sotto plastica (So) 2.1.3.0 Risaie (Sr)

2.2 Colture permanenti Colture non soggette a rotazione che forniscono più raccolti e che occupano il terreno per un lungo periodo prima dello scasso e della ripiantatura: si tratta per lo più di colture legnose. Sono esclusi i prati, i pascoli e le foreste. 2.2.1 Colture specializzate Vigneti e frutteti. 2.2.1.1 Vigneti (Cv) Superfici coltivate a vigna. 2.2.1.2 Frutteti e frutti minori (Cf) Impianti di alberi o arbusti fruttiferi. I frutteti di superficie inferiore a 1,5 ha compresi nei terreni agricoli (prati stabili o seminativi) ritenuti importanti sono inclusi nella classe 2.4.2. I frutteti con presenza di diverse associazioni di alberi sono inclusi in questa classe. 2.2.2.0 Oliveti (Co) Superfici coltivate a olivo, comprese particelle a coltura mista di olivo e vite. 2.2.3 Arboricoltura da legno Superfici piantate con alberi di specie forestali a rapido accrescimento per la produzione di legno soggette a operazioni colturali di tipo agricolo. 2.2.3.1 Pioppeti colturali (Cp) 2.2.3.2 Altre colture da legno (noceti, ecc.) (Cl)

60 2.3 Prati stabili 2.3.1.0 Prati stabili (Pp) Superfici a copertura erbacea densa, a composizione floristica rappresentata principalmente da graminacee, non soggette a rotazione.

2.4 Zone agricole eterogenee 2.4.1.0 Colture temporanee associate a colture permanenti (Zt) Colture annuali (seminativi o prati) in associazione con colture permanenti sulla stessa superficie. Vi sono comprese aree miste di colture temporanee e permanenti quando queste ultime coprono meno del 25% della superficie totale. 2.4.2.0 Sistemi colturali e particellari complessi (Zo) Mosaico di appezzamenti singolarmente non cartografabili con varie colture temporanee, prati stabili e colture permanenti occupanti ciascuno meno del 50% della superficie dell'elemento cartografato (es. orti per pensionati). 2.4.3.0 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti (Ze) Le colture agrarie occupano più del 25% e meno del 75% della superficie totale dell'elemento cartografato. Gli spazi naturali possono essere rappresentati da siepi, cespuglieti, lembi di vegetazione arborea.

3 Territori boscati e ambienti seminaturali

3.1 Aree boscate 3.1.1 Boschi di latifoglie Formazioni vegetali, costituite principalmente da alberi, ma anche da cespugli e arbusti, nelle quali dominano le specie forestali latifoglie. La superficie a latifoglie costituisce almeno il 75% della componente arborea forestale, altrimenti è classificata bosco misto. 3.1.1.1 Boschi a prevalenza di faggi (Bf) Sono situati in genere in una fascia altitudinale superiore ai 900 metri s.l.m. 3.1.1.2 Boschi a prevalenza di querce, carpini e castagni (Bq) Sono situati in genere in una fascia altitudinale inferiore ai 900 metri s.l.m. 3.1.1.3 Boschi a prevalenza di salici e pioppi (Bs) Sono costituiti da specie igrofile presenti in genere nelle zone con abbondanza d'acqua. 3.1.1.4 Boschi planiziari a prevalenza di farnie, frassini, ecc. (Bp) 3.1.1.5 Castagneti da frutto (Bc) Aree con castagni da frutto in cui vengono regolarmente svolte attività di potatura e ripulitura del sottobosco. 3.1.2.0 Boschi di conifere (Ba) Formazioni vegetali costituite principalmente da alberi, ma anche da cespugli ed arbusti, nelle quali dominano le specie forestali conifere. La superficie a conifere costituisce almeno il 75% della componente arborea forestale, altrimenti è classificata bosco misto. 3.1.3.0 Boschi misti di conifere e latifoglie (Bm) Formazioni vegetali, costituite principalmente da alberi, ma anche da cespugli ed arbusti, dove né le latifoglie, né le conifere superano il 75% della componente arborea forestale.

61

3.2 Ambienti con vegetazione arbustiva e/o erbacea in evoluzione 3.2.1.0 Praterie e brughiere di alta quota (Tp) Aree con vegetazione naturale di tipo erbaceo o basso-arbustivo, poste sopra al limite naturale della vegetazione arborea che in Emilia-Romagna si colloca fra i 1400 e i 1600 metri s.l.m. 3.2.2.0 Cespuglieti e arbusteti (Tc) Formazioni vegetali basse e chiuse, composte principalmente da cespugli, arbusti e piante erbacee. 3.2.3 Aree a vegetazione arbustiva e arborea in evoluzione Vegetazione arbustiva o erbacea con alberi sparsi. Formazioni che possono derivare dalla degradazione della foresta o da rinnovazione della stessa per ricolonizzazione di aree non forestali o in adiacenza ad aree forestali. Si distinguono da 3.2.2.0 per le situazioni particolari di localizzazione (ad es. ex terreni agricoli con confini particellari o terrazzamenti) o in relazione a parametri temporali-culturali-ambientali particolari (ad es. aree bruciate o soggette a danni di varia natura e origine). 3.2.3.1 Aree con vegetazione arbustiva e/o erbacea con alberi sparsi (Tn) 3.2.3.2 Aree con rimboschimenti recenti (Ta)

3.3 Zone aperte con vegetazione rada o assente 3.3.1.0 Spiagge, dune e sabbie (Ds) Vi sono comprese le spiagge, le dune e le distese di sabbia e di ciottoli di ambienti litorali e continentali. Le dune ricoperte di vegetazione legnosa o erbacea sono classificate nelle voci corrispondenti a 3.1 e 3.2. 3.3.2.0 Rocce nude, falesie e affioramenti (Dr) Aree con copertura vegetale inferiore al 10%. 3.3.3 Aree con vegetazione rada 3.3.3.1 Aree calanchive (Dc) 3.3.3.2 Aree con vegetazione rada di altro tipo (Dx) Aree in cui la copertura vegetale è compresa tra il 10% e il 50%. 3.3.4.0 Aree percorse da incendi (Di) Superfici boscate o semi-naturali interessate da incendi recenti. I materiali carbonizzati sono ancora presenti.

4 Ambiente umido

4.1 Zone umide interne Zone non boscate, parzialmente, temporaneamente o permanentemente saturate da acqua dolce. 4.1.1.0 Zone umide interne (Ui) Terre basse generalmente inondate in inverno o più o meno saltuariamente coperte d'acqua durante tutte le stagioni. 4.1.2.0 Torbiere (Ut) Terreni spugnosi umidi nei quali il suolo è costituito principalmente da briofite (sfagni) e materiali vegetali decomposti.

62 4.2 Zone umide marittime 4.2.1 Zone umide e valli salmastre Zone non boscate saturate parzialmente, temporaneamente o in permanenza da acqua salmastra o salata. 4.2.1.1 Zone umide salmastre (Up) Terre basse con vegetazione alofila in genere inondate dalle acque marine in fase di alta marea. 4.2.1.2 Valli salmastre (Uv) Valli permanentemente ricoperte da acque salmastre. 4.2.1.3 Acquacolture (Ua) 4.2.2.0 Saline (Us) Saline attive o in via di abbandono.

5 Ambiente delle acque

5.1 Acque continentali 5.1.1 Corsi d'acqua, canali e idrovie Corsi d'acqua naturali o artificiali: in genere si è considerato l’alveo di piena ordinaria, compresi gli argini (larghezza minima considerata 25m). 5.1.1.1 Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione scarsa (Af) Canneti, cespuglietti e boscaglie complessivamente inferiori al 30%. 5.1.1.2 Canali e idrovie (Ac) 5.1.1.3 Argini (Ar) Aree occupate da arginature di corsi d’acqua. 5.1.1.4 Alvei di fiumi e torrenti con vegetazione abbondante (Av) Canneti, cespuglietti e boscaglie complessivamente superiori al 30%. 5.1.2 Bacini d'acqua Superfici naturali o artificiali coperte da acque, destinate o meno all'utilizzo agricolo e/o ittico. 5.1.2.1 Bacini naturali (An) 5.1.2.2 Bacini con destinazione produttiva (Ap) Bacini idroelettrici, bacini di potabilizzazione. 5.1.2.3 Bacini artificiali di varia natura (Ax) 5.1.2.4 Acquacolture (Aa)

63