Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Variante di adeguamento al Codice dei beni culturali e del Paesaggio D.lgs 42/2004 e s.m.i

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Atlante dei paesaggi Volume 1 Pianura

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Variante di adeguamento al D.lgs 42/2004 e s.m.i

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Atlante dei paesaggi Volume n.1 Pianura

Aprile 2009

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Pianura

1. Macro Strutture del paesaggio

2. Strutture della organizzazione antropica caratterizzanti 2.1. Strutture originarie: terramare, Via Emilia, centuriazione, bonifiche. 2.2. Sistema arginale maestro e territorio delle golene e delle confluenze del del e dell’ Enza 2.3. Paesaggio dei centri del dominio storico del Po e dei suoi affluenti principali 2.4. Paesaggio tra il dominio storico del fiume Po e l’ 2.5. Corridoio delle infrastrutture metropolitane nella matrice paesaggistica della orditura agricola della pianura media 2.6. Paesaggio dalla Via Emilia alla quinta del sistema collinare

3. Componenti percettive ed identitarie del territorio 3.1. Strutture della fruizione percettiva 3.2. Beni paesaggistici

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1. Macro strutture del paesaggio

1. Struttura geologica 2. Uso del suolo La pianura parmense è geologicamente caratterizzata da L’utilizzazione agricola costituisce matrice paesaggistica della tre distinte fasce: pianura parmense. I caratteri storici e strutturali di tale matrice, 3. Unità di paesaggio costituiti dalla organizzazione del suolo attraverso la a) pianura bassa con suoli Il PTCP approvato nel 2003 ha introdotto le Unità di Paesaggio Provinciali, centuriazione, le bonifiche e la sistemazione idraulica del reticolo prevalentemente argillo-limosi, UPP, una declinazione e specificazione delle Unità di Paesaggio Regionali idrografico naturale e artificiale, risultano sempre meno introdotte dal PTPR approvato nel 1993. b) pianura media, con suoli percepibili, data la presenza di ampie e diffuse tessere “urbane”, prevalentemente limosi – sabbiosi, “metropolitane” e corridoi “per la mobilità” che si sono inseriti Il QC del PTCP 2003 contiene una descrizione dettagliata del metodo di individuazione e dei caratteri delle singole UPP. c) pianura alta, con suoli nella matrice originaria con caratteri dimensionali, funzionali, prevalentemente sabbiosi argillosi estetici e materiali estranei e per larga misura indifferenti alle Il PTCP 2003 sviluppa indirizzi di tutela per ognuna delle UP. orditure di origine. Il territorio della Pianura è suddiviso in 6 UP, come da immagine e legenda Tale tripartizione, che si sviluppa dal Po alla quinta collinare in una Tale condizione si manifesta in forma crescente nel passaggio forma sostanzialmente parallela regolare tra la prima fascia (bassa dalla pianura bassa di pertinenza del Po alla pianura media e pianura) e la seconda (pianura media) e in una forma a pettine tra la seconda e la terza (pianura alta), ha costituito riferimento principale per raggiunge i massimi livelli nella fascia di territorio compresa tra la nuova linea ferroviaria di alta capacità e la Via Emilia, dove si la delimitazione delle Unità di paesaggio provinciali -UPP - del PTCP sono concentrate, anche negli ultimi anni, infrastrutture e attività (vedi immagine 3 in questa stessa pagina) adeguato al PTPR del 1993. di scala metropolitana (oltre al CEPIM, all’aereoporto, alla fiera, si Lo stesso PTPR, come noto, ha delimitato le Unità di Paesaggio sono infatti insediati importanti centri commerciali - Regionali - UPR – con prevalente riferimento alle macro strutture Village, Ikea). geologiche caratterizzanti. Il reticolo idrografico principale e secondario, inteso come sistema connesso di corridoi ecologici e di orditure agricole connesse, costituisce pertanto prioritario elemento della struttura originaria del paesaggio della pianura.

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2. Strutture della organizzazione antropica caratterizzanti

2.1 Strutture originarie: terramare, Via Emilia, centuriazione, bonifiche. L’organizzazione culturale e insediativa antropica della pianura del parmense ha avvio con segni importanti con le terramare (fase centrale della media età del bronzo - circa dal XV sec. A.C). La cultura terramaricola si esprime con la realizzazione e il popolamento di villaggi dotati di strutture difensive, costituite da fossati e terrapieni perimetrali, posti alla distanza media di quattro-cinque chilometri l’uno dall’altro, cioè alla distanza media di un’ora di cammino (Bottazzi, Un Po di Terra ). Testimonianza di villaggi di terramare sono nei siti Torricella di Sissa e Coenzo. A partire dal II A.C. il governo romano porta alla piu’ radicale trasformazione antropica della pianura con la definizione dell’ordine geometrico della centuriazione. L’ambito della pianura parmense interessato piu’ intensamente da questa forma di organizzazione è piuttosto vasto e comprende la fascia di media e bassa pianura della provincia. La centuriazione nel Parmense (città) seguì un orientamento predeterminato dall’esistenza della Via Emilia (187 a.C), che costituì, come noto, il decumano massimo del capoluogo provinciale (183 a.C.). Le operazioni centuriali portavano ad una suddivisione del suolo per assi ortogonali delimitatnti quadrati – centurie – di 710 metri di lato. Ai limiti e all’interno delle centurie, si sviluppavano strade e canali di scolo e di drenaggio per la bonifica del territorio destinato all’agricoltura. Mediante cardini e decumani minori, i limites intercisivi , venivano individuati i singoli lotti da assegnare ai coloni. All’interno della maglia centuriale, di norma negli angoli, o all’incrocio degli assi centrali, venivano a collocarsi rispettivamente le fattorie e i piccoli villaggi che costituivano il sistema insediativo del territorio. Le varie fasi di bonifica costituiscono l’ulteriore elemento di struttura della pianura. I segni sono in questo caso dati dagli allineamenti rettilinei e paralleli dei canali. A sinistra del Taro il sistema ha un orientamento ovest- est, a seguire la naturale pendenza, quanto piu’ ci si avvicina al Po; a destra del Taro, invece, i tracciati mantengono per quasi tutto il percorso l’iniziale direzione sud – nord. Sulla linea di demarcazione tra media e bassa pianura si trovano le abbazie, centri di organizzazione delle bonifiche.

1. Centri terramaricoli nella pianura parmense 2. La centuriazione nel territorio parmense e limitrofi. 3. Centuriazione nel territorio di Parma 4. Una Centuria

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2.2. Sistema arginale maestro e territorio delle golene e delle confluenze del Taro del Parma e dell’ Enza

Il fiume Po e i suoi affluenti (Taro, Parma, Enza) nel tratto di pianura costituiscono un unico insieme ambientale- idraulico-paesaggistico, fisicamente delimitato dal sistema arginale maestro che separa con un segno “forte” l’ambito del fiume da quello agricolo-urbano esterno. Lo stesso sistema arginale è elemento unficante e di relazione “percettiva” e “fruitiva” tra territorio dei fiumi principali della pianura e territorio agricolo e urbano circostante. Questo elemento è punto essenziale per la definizione identitaria del paesaggio di questi luoghi. Entro gli argini si susseguono usi articolati e di complessa reciproca relazione: attività estrattive, attracchi turistici organizzati, piccoli attracchi spontanei, zone di rilevante interesse naturalistico, usi civici.

A destra: strade su sistema arginale maestro e vista del Po da una sponda

A sinistra: stralcio ortofoto provincia di Parma (2006) del Po in di Polesine parmense,

1. Confluenza Taro 2. Confluenza Parma 3. Confluenza Enza

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2.3 Paesaggio dei centri del dominio storico del Po e dei suoi affluenti principali

Dal confine piacentino (confluenza Arda-Ongina) alla confluenza Taro, i centri del dominio storico del Po si susseguono e sviluppano entro e a cavallo della direttrice della SP 10 che raccorda Polesine Parmense, Zibello, Pieveottoville,

Ragazzola, lungo e Po. Lo stesso tracciato viario provinciale, proseguendo in direzione di Fontanelle prima e S. Secondo verso Sud, include l’ambito territoriale corrispondente alla confluenza del fiume Taro. In destra Taro la stessa organizzazione territoriale è svolta dalla SP n. 33 che si raccorda con i centri in sinistra Po all’altezza di Roccabianca. Gramignazzo, Sissa, Coltaro, e creano la quinta urbana della pianura parmense con il territorio di stretta pertinenza idraulica del Po. Il sistema Colorno, Mezzani, collegato dalle provinciali 34 e 60 definisce la quinta urbana di confluenza dell’Enza. Torricella di Sissa risulta essere il luogo di piu’ antico insediamento umano, essendo stata sede di una terramare (vedi mappa nel paragrafo2.1 relativo alle strutture originarie). La rilevanza storica di alcuni di questi centri è testimoniata dalla presenza di rocche, castelli e palazzi nobiliari che oggi costituiscono emergenze caratterizzanti il paesaggio antropico e danno evidenza dell’organizzazione territoriale storica ad opera di famiglie nobili dal XV agli inizi del XIX secolo: il Castello di Roccabianca, della metà del Quattrocento prima della dei Rossi, poi dei Pallavicino, e successivamente avocato alla Camera Ducale; la Rocca dei Terzi di Sissa, la reggia di Colorno. La comune storia colturale di “luoghi d’acqua” è oggetto di attenzione e valorizzazione attraverso iniziative di scala comunale, provinciale e regionale.

A destra: Castello Roccabianca Rocca di Sissa Centro di Colorno

A sinistra Torricella di Sissa

1 Vista del centro di Pieveottoville e delle orditure principali dei suoli agricoli 2 Il sistema urbano nell’arco di confluenza dell’ Enza 3 Dal centro di Colorno (sullo sfondo) al cento di Sorbolo (in primo piano)

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2.4 Paesaggio tra il dominio storico del fiume Po e l’Autostrada A1

La bonifica del territorio e la sistemazione idraulica del reticolo idrografico naturale e artificiale è matrice caratterizzante questo settore della pianura. Le abbazie hanno rappresentato i centri organizzatori di tale trasformazione. Le prime abbazie sorgono all’interno del territorio della città di Parma, ad opera di monaci benedettini, e successivamente vanno ad interessare, a partire dall’XI secolo anche il contado (Sanguigna, Oppiano, Giarola). Anche i feudi della famiglia Pallavicino, tra Salsomaggiore e , sono sistemati e organizzati tramite abbazie cistercensi. Castione Marchesi fu realizzata per prima (1033) seguita dall’abbazia in comune di (Fondata dall’abbazia di Chiaravalle della Colomba, oggi nel piacentino) e San Martino dei Bocci a Paradigna (1298). Oggi rappresentano emergenze architettoniche e monumentali in un territorio fortemente trasformato da una intensa urbanizzazione e diffusione insediativa, che mantiene una connotazione agricola in misura piu’ marcata nel settore in sinistra Taro. Altre emergenze caratterizzanti il paesaggio culturale storico sono rappresentate, similmente ai centri del dominio storico del Po,

da castelli, rocche e palazzi nobili, oltre che da cascine di consistente dimesione.

Numerosi fontanili mantengono in vita, insieme al reticolo idrografico complessivo,un diffuso sistema di corridoi ecologici di rilevanza strategica per la corretta tutela e valorizzazione di un paesaggio e un ambiente naturale residuo, fortemente incalzato

dalla dinamica insediativa. A destra: Rocca di Fontalellato, Vista di

I centri principali della porzione di pianura in sinistra Taro sono raccordati da un sistema di mobilità che da Busseto si sviluppa in

direzione di Samboseto e San secondo, e in direzione di Soragna e . Sotto: 3 immagini dell’Oasi

A sinistra in fondo: Fontanile Bastelli

1 Abbazia di Paradigna 2. Abbazia di Castione Marchesi 3. Villa Pallavicino (Busseto) 4. Cascina (Roncole Verdi) 5 Pieve S. Genesio (S. Secondo)

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2.5 Corridoio delle infrastrutture metropolitane nella matrice paesaggistica della orditura agricola della pianura media

In questa fascia della pianura, la matrice paesaggistica della orditura agricola della pianura media è resa quasi del tutto impercettibile, soprattutto nella parte compresa tra il Taro e Parma, perché sovrastata dalla vocazione metropolitana dell’ambito provinciale maggiormente infrastutturato. La lettura, la tutela e la valorizzazione del paesaggio in questo corridoio richiede pertanto l’assunzione di quegli elementi che hanno generato uno scenario in cui la dimensione metropolitana di infrastrutture e funzioni, diviene, essa stessa, matrice di un paesaggio, di cui è necessario individuare una sintassi espressiva e una modalità di relazione con le vocazioni e i valori storici.

Nella fascia tra confine piacentino e Taro il paesaggio rurale ha ancora occasioni di espressione importanti che consentono la definizione, in prospettiva, di un rapporto qualitativo con il paesaggio metropiltano. In tutto il corridoio, compreso tra il confine piacentino e il confine reggiano, il valore paesaggistico, ambientale ed ecologico dei corridoi di collegamento in direzione Nord-Sud (reticolo idrografico) è essenziale in una dinamica di isolamento dal contesto locale di questa porzione di territorio provinciale. La tutela dei varchi verso la collina, soprattutto nel territorio tra Taro e Fidenza è un ulteriore elemento di attenzione per il progetto di paesaggio.

In alto da sinistra: 1. fiere di Parma 2. Ikea Al centro da sinistra : 3. Corridoio Autostrada/alta capacità e Via Emilia nel tratto Taro e Enza 4. su base topografica evidenziati fiera, aeroporto e ikea 5. Aereoporto 6. Centro torri In basso da sinistra: 7 Corridoio Autostrada/alta capacità e Via Emilia nel tratto confine piacentino e Taro 8. su base topografica evidenziati CEPIM e Fidenza Village 9. CEPIM 10 Abbazia di Fontevivo 11. Fidenza Village

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2.6. Paesaggio dalla Via Emilia alla quinta del sistema collinare

L’alta pianura del parmense si inserisce nel sistema collinare attraverso una quinta di centri: Fidenza e in sinistra Taro, , , , Pilastro, Traversatolo in destra Taro. Si tratta di una cerniera territoriale i cui caratteri paesaggistici sono determinati dal compenetrarsi dei caratteri della pianura agricola metropolizzata della via Emilia e del centro capoluogo con le prime emergenze naturalistiche e delle sistemazioni dell’area collinare. La consistente dinamica insediativa e infrastrutturale in atto, prospetta uno scenario di cambio di soglia complessiva della dimensione urbana di questi centri rispetto al paesaggio aperto verso la collina. La qualità delle viste di orizzonte dalla pianura verso la collina e viceversa, e la qualità delle

componenti strettamente naturalistice (superfici boscate, reticolo idrografico) costituiscono matrice di riferimento per la tutela e valorizzazione di questo settore della pianura.

Dall’alto. Prima riga: 1 Castello Noceto 2 Veduta di Noceto - Seconda riga: 3 Veduta di Felino 4 Castello di Felino 5 Badia di Torrechiara 6 Veduta dall’alto della Badia e Castello di Torrechiara Terza riga: 7 nuovo ponte Collecchio 8 Collecchio tangenziale 9 Pilastro 10

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3. Matrici percettive ed identitarie del territorio

3.1 Strutture della fruizione percettiva

Viabilità storica Strade panoramiche (in azzurro nell’immagine) Ptcp Strade di origine romana (rosso) Tratto localizzazione Strade di origine medievale (in arancione) Strade di origine ducale (in giallo) da A Roccabianca Stagno Tratto della strada (in parte S.P. n° 33 e in parte comunale) da Loc. Cà Bianca a Stagno.

Le immagini riportano elementi della cartografia Roccabianca Gramigbnazzo Tratto da Roccabianca a Sissa della S.P. n° 33, dal bivio in prossimità di località “Fossa” al ponte sul fiume Taro in località “Gramignazzo”. del PTCP approvato nel 2003 Bivio Monticelli Loc. La Fratta Tratto della S.P. n° 95 tra limite Nord dell’abitato di località “Molino della Pista” e il bivio con la strada per Monticelli Terme in S.P. 95 prossimità della località “Bordello”. Collecchio Sala Baganza Tratto della strada (in parte S.P. n° 58 e in parte comunale) che collega Collecchio a Sala Baganza, dalla fine dell’abitato di Collecchio al margine nord di Sala Baganza in loc. Orto. Sala Baganza Castellaro Tratto della strada comunale dal margine sud del centro abitato in loc. Gruzza fino a “Madonna del Castellaro”. Felino Pilastro Tratto della S.P. n° 32 da Felino (incrocio con la S.P. n° 15 a Pilastro (incrocio con la S.S. n° 665. Pannocchia Bannone Tratto della S.P. n° 32 da “Pannocchia” al ponte sul Rio Canaletta. Arola Cascinapiano Tratto della S.S. n° 665, dall’incrocio con la strada comunale per “Arola” a “Cascinapiano” ( margine nord) nel comune di . Felino Bivio S.C. per S.c. che dall’incrocio della S.P. Pedemontana conduce in loc. Maglio Barbiano Parola Ponte Recchio Tratto della S.S. n° 9 dalla loc. Cà del Diavolo a loc. Case Massi. Fidenza Salsomaggiore Tratto della strada comunale che da Fidenza conduce a , da località “Lodesana” alla Colonia elioterapica..

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3.2 Beni paesaggistici

Il paesaggio provinciale è espressione della storia umana e dei va lori che, nel corso del tempo, i diversi territori hanno costituito per l’evoluzione complessiva della comunità. In questo senso, il paesaggio è parte visibile e rilevante della identità che una comunità imprime sul proprio territorio, essendo questo deposito materiale della sua continua azione e interazione con le risorse della natura. Il fine della tutela e valorizzazione del paesaggio, proprio del PTCP, non può quindi prescindere dal riconoscimento delle identità comuni che il territorio stesso esprime. D’altro canto, l’espressione identitaria di una comunità è data a partire da quei beni che la comunità stessa ha già riconosciuto e o interiorizzati come rilevanti. Le matrici identitarie del paesaggio provinciale sono, quindi, per parte significativa, costituite dall’insieme di quelle aree tutelate, a diverso titolo, sotto il profilo paesaggistico, naturalistico e storico culturale.

La relazione tra matrici identitarie dei luoghi, intese come appena detto, e individuazione specifica dei beni che ne consentono un primo riconoscimento nell’ambito del PTCP è stabilita dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che indica i beni paesaggistici di cui all’art 143, comma 1, lett. b), c) e d). Si tratta dei seguenti beni: - aree tutelate con specifico provvedimento amministrativo e ai sensi della L 1497/39 e della L. 431/85 - le seguenti categorie di aree tutelate per legge, presenti nel territorio provinciale - territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi - I fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna - montagne eccedenti ..1200 metri sul livello del mare per la catena appenninica - ghiacciai e circhi glaciali - parchi e riserve nazionali o regionali, nonché territori di protezione esterna dei parchi - territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 magio 2001, n.227 - aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici - le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del codice dei beni culturali e del paesaggio

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Tabella riepilogativa IMMOBILI E AREE DICHIARATI DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO evidenziati quelli interessanti interamente o parzialmente la zona di pianura

Denominazione area Comuni interessati Atto istitutivo della tutela

1. Zona denominata “Casa Ghirardi” e , Borgo Val di D.M. 1 agosto 1985 Bertorella Taro, , So GU n. 271 del 18 novembre 1985 2. Area di crinale delle alte valli del fiume , Bedonia, Bardi D.M. 1 agosto 1985 Taro e del fiume Ceno So GU n. 271 del 18 novembre 1985 3. Territorio del monte Fuso , D.M. 1 agosto 1985 e So GU n. 271 del 18 novembre 1985 4. Salti del Diavolo , , D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 5. Monte Molinatico e parte dell’alta Val Taro Borgotaro D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 6. Zona dei Calanchi e delle Salse delle valli Lesignano de’ Bagni D.M. 1 agosto 1985 del torrente Masdone e del torrente Termina Traversatolo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 7. Monti Basso e Sporno e tratto Val Calestano, Langhiarno, D.M. 1 agosto 1985 Baganza da Calestano a Marzolara Terenzo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 8. Intero tratto del fiume Po con le aree Polesine Parmense, D.M. 1 agosto 1985 limitrofe Zibello, Roccabianca, So GU n. 271 del 18 novembre 1985 Sissa, Colorno e Mezzani 9. Località del sistema dei fontanili di Trecasali D.M. 1 agosto 1985 Roncocampocanneto e Viarolo e tratto del Parma So GU n. 271 del 18 novembre 1985 canale Lornetto dell’acqua Chiara 10. Zona denominata Parma Morta Mezzani D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 11. Alte Valli Parma, Cedra Monchio, D.M. 1 Agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 12. Platani Piazza della Pace Parma D.M. 8 aprile 1958

13. Zona Viale alberato detto lo “Stradone” Parma D.M. 20 dicembre 1965 GU n. 21 del 26.1.1966 14. Zona dei Boschi di Carrega – Lucedio Collecchio D.M. 3 Aprile 1965 GU n. 100 del 21 Aprile 1965 15. Zona denominata “Boschi di Carrega” Sala Baganza D.M. 30 Aprile 1966 GU n. 136 del 1.6.1966 16. Zona denominata “Tenuta del Ferlaro” Collecchio, Sala Baganza D.M. 25 gennaio 1966 GU b. del 18.2.1966 17. Fiume Taro – Tratto dal Ponte delle Parma, Collecchio, D.M. 2 Agosto 1977 Ferrovie di Fornovo al Ponte della Via Emilia Fornovo, Medesano, GU n. 243 del 7.9.1977 Noceto 18. Centro di Compiano e zone Limitrofe Compiano D.M. 29 maggio 1965 GU n. 147 del 15.6.1965 19. Zona di Torrechiara e Tratto del Torrente Langhirano D.M. 8 Aprile 1976 Parma GU n. 16 del 4.5.1976 20. Zona della Badia di S. Michele Cavana e Lesignano Bagni D.M. 7 Aprile 1976 Tratto del Torrente Parma GU n. 126 del 13.5. 1976

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Tipo vincolo: Galassino – N. 8 nella Tabella e Immagine riepilogative Atto istitutivo: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Intero tratto del fiume Po in Provincia di Parma con le aree limitrofe ricadenti nei comuni di Polesine Parmense, Zibello, Roccabianca, Sissa, Colorno e Mezzani.

Delimitazione: tale zona e' delimitata a nord dal confine con la regione Lombardia, a ovest dal confine con la provincia di e a est dal confine con la provincia di Reggio ed e' visibile in tre tratti contigui l'uno all'altro; perimetrati a sud secondo il seguente confine: tratto del fiume Po dal torrente Ongina al fiume Taro: dal torrente Ongina (confine provinciale con Piacenza) in localita' Stallone segue la strada dell'argine Santa Franca, indi la strada dell'argine Ardella fino al Polesine Parmense. Qui prende la strada che costeggia il canale di Busseto fino a Zibello; indi segue l'argine maestro del fiume Po e passando per Ragazzola, giunge a Roccabianca e poi al Taro; tratto del fiume Po dal fiume Taro al torrente Parma: dal fiume Taro segue tutto l'argine del Malcantone da Graminazzo a Torricella e a Coltaro, e da qui l'argine maestro del Po di Sacca. Indi l'argine maestro del Po vecchio fino al torrente Parma; tratto del fiume Po dal torrente Parma al torrente Enza: dal torrente Parma segue la strada vicinale per Cascina Viazze ("strada del Porto") e di qui l'argine settentrionale del torrente Parma Morta fino al torrente Enza (confine provinciale con Reggio Emilia). Dichiarazione di notevole interesse pubblico: L’area riveste notevole interesse in quanto il corso del fiume Po ha in territorio parmense un andamento alquanto sinuoso ed i numerosi meandri, le aree boscate sulla riva ed i numerosi isolotti gli conferiscono una ricchezza paesistica e naturalistica di grande suggestione. Importante e' la maestosita' del paesaggio fluviale, dominato dallo scorrere lento del fiume dal letto amplissimo, interrotto in alcuni punti dall'affiorare di alcune isolette le cui dimensioni e forme mutano a seconda del livello delle acque: nei periodi di magra, si formano banchi e larghe spiagge sabbiose che costituiscono anche dei punti privilegiati per l'osservazione dell'ambiente faunistico e vegetazionale caratteristico del fiume. Le rive sono segnate dalla presenza della fitta vegetazione che presenta, accanto ai pioppeti di recente impianto, ampi boschi spesso di origine assai antica come dimostra la stessa etimologia (bosco Santa Franca, Bosco della Lite, Bosco di Maria Luigia, ecc.). Oltre la fascia boscata, nell'entroterra l'orizzonte visivo si estende sui campi coltivati geometricamente delimitati da fossi e canali naturali o artificiali e segnati dalla presenza di casolari e cascine. La vegetazione e' assai differenziata e comprende tutte le specie tipiche degli habitat fluviali: si riscontrano, pertanto, pioppi, salici, ontani ed il sottobosco tipico delle zone umide. Come pure tipica delle zone umide e' la fauna presente, rivestendo il fiume Po anche una particolare importanza come asse migratorio di uccelli. L'intero territorio e' ricco di numerosi punti di vista accessibili al pubblico che permettono un'ampia godibilita' delle suddette bellezze, ed e' quindi sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa. Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTPR e PTCP PO, FIUME D'EUROPA. Progetto di tutela e valorizzazione di iniziativa regionale per la ridefinizione di un modello territoriale e di gestione ecosostenibile” (approvato con Delibera G.R. 28/61 del 30/12/1998 - concluso nel Dicembre 2001) Il progetto ha come obiettivo strategico la riorganizzazione spaziale e gestionale delle pertinenze fluviali sotto il profilo paesaggistico, ecologico e socio economico, finalizzata alla definizione di un assetto unitario dell’area, anche attraverso forme e modalità di gestione integrata e coordinata, Linee di azione per il paesaggio e la qualità ambientale tenuto conto delle limitazioni derivanti dagli attuali livelli di rischio idraulico. − ripristino di una porzione significativa del paesaggio padano; Obiettivi − interventi di riqualificazione naturalistica delle emergenze fisiche e biologiche − riduzione delle situazioni di degrado e di banalizzazione del territorio; presenti; − aumento del valore ecologico dei luoghi e della loro biodiversità; − miglioramento biologico degli habitat golenali e perifluviali, con particolare − valorizzazione delle peculiarità naturali e delle identità culturali dei luoghi; riferimento alla ricostituzione degli ambienti di transizione tra terra e acqua (ambienti ripariali); − sostenibilità ambientale delle attività economiche e infrastrutturali; − ripristini naturalistici di aree di cava − uso efficiente e valorizzazione delle risorse ambientali per lo sviluppo economico e socio-culturale ella regione fluviale.

− realizzazione di corridoi e unità ecologiche funzionali alla connessione e Direttive per la pianificazione urbanistica comunale per il paesaggio e la qualità ambientale valorizzazione delle aree naturali e alla diversificazione dell’agroecosistema − Definizione e specificazione delle tutele paesaggistico-ambientali − contenimento dell’uso del suolo − Verifica e approfondimento dell’indagine relativa al patrimonio storico-archittettonico e alle sue modalità di trasformazione. Individuazione di aree di riequilibrio ecologico in zone di ex-cava e in zone degradate.- − Previsione di interventi finalizzati alla realizzazione di strutture ricreative e di dotazioni ecologiche nonché servizi ambientali, − individuazione degli ambiti più idonei allo sviluppo di attività integrative all’agricoltura e definizione della disciplina degli interventi edilizi necessari, riguardanti prioritariamente il patrimonio edilizio esistente.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume 1 Pianura

Tipo vincolo: Galassino – N. 10 nella tabella e immagine riepilogative Atto: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Zona denominata “Parma morta” sita nel comune di Mezzani

Delimitazione: La zona, godibile da numerosi punti di vista accessibili al pubblico, e' cosi' delimitata: il confine e' costituito da una linea continua che racchiude l'alveo del torrente e che e' cosi' descrivibile: a nord-ovest dall'incrocio della strada del Porto con la strada del Parma e la strada che porta a Ghiare Cascine Croce, segue in direzione sud est la strada sopra l'argine meridionale ed escludendo l'abitato di Mezzano inferiore, continua fino alla localita' Bocca d'Enza; da qui a est segue la strada di Bocca d'Enza per un breve tratto indi piega verso ovest seguendo la strada dall'argine settentrionale e passando per Fornace e incrociando la strada per Ghiaie e quelle per Cascina Conti, perviene al punto di partenza in localita' Cascina Viazza.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: E’ situata nella pianura parmense all'estremo limite nord-orientale del territorio provinciale, nel tratto compreso tra il torrente Parma e il fiume Enza, in una zona cioe' che e' ancora la fertile e organizzata campagna emiliana, ma che gia' risente nei caratteri paesaggistici e ambientali della vicina presenza del Po. La "Parma morta" costituisce l'antico letto del torrente Parma il quale, \prima che nel secolo XIX il tratto finale del suo corso venisse modificato fino a farlo immettere direttamente nel Po, giungeva fino all'abitato di Mezzani, indi deviava a est e si univa al fiume Enza per poi gettarsi insieme a quest'ultimo nel Po. Questo braccio non piu' alimentato dal torrente, che si sviluppa con un percorso tortuoso per oltre 10 km, ha comunque avuto presenza costante di acqua fino a pochi anni fa, sia perche' utilizzato come scolmatore per smaltire le piene del Po, sia per la raccolta dell'acqua piovana non assorbita dal terreno. Attualmente la zona si presenta come uno degli ultimi lembi di un ambiente umido ormai quasi scomparso nella pianura padana e unico nell'intera provincia di Parma e di tale habitat naturale ha tutte le caratteristiche sia paesaggistiche che vegetazionali: si segnala, Iniziative di tutela e valorizzazione – Regione – Provincia infatti, la presenza di specie floristiche di grande interesse e rarita' in Emilia Nella fascia meridionale dell’estrema porzione orientale dell’area interessata dal vincolo paesaggistico sul Po (DM. 1.8.1985) è, dal Romagna, quali "l'erba vescica", il "morso di rana", "l'erba pesce", il "quadrifoglio 1990 stata istituita, con DCR 208/90 la Riserva naturale regionale “Parma Morta” . La riserva è gestita dalla provincia di Parma. acquatico", etc…. La singolare bellezza e suggestione di questo prezioso angolo di Interessa un ramo abbandonato del torrente Parma, ha una lunghezza di circa 5 km e una dimensione complessiva di circa 64,5 ha. paesaggio palustre e' accentuata anche dal fatto che costituisce un episodio La riserva salvaguardia una fascia di vegetazione spontanea che accompagna il paleoalveo e funge da rifugio per le specie animali e naturale in un contesto, quale quello del paesaggio della bassa pianura parmense vegetali ormai allontanate da gran parte dei terreni circostanti, in prevalenza coltivati. nel comune di Mezzani fortemente segnato dalla presenza dell'uomo nella zona I percorsi che si snodano lungo le sponde della Parma Morta conducono attraverso gli ambienti tipici della pianura padana: siepi, meridionale e verso settentrione, dove le fasce di terreno piu' prossime al Po sono boschi riparali, boschi planiziali, zone umide e coltivi. Lungo le rive crescono salici, pioppi, farnie, olmi, aceri campestri, sanguinelle e caratterizzate dal susseguirsi regolare dei filari di pioppi di recente impianto, e' frangole. quindi sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa. L'avifauna nidificante può essere suddivisa tra specie che prediligono il canneto e quelle legate alla residua fascia arborea ripariale. Significativo popolamento di passeriformi.Tra le carici e le cannucce di palude si nascondono raganelle, natrici dal collare, uccelli come la gallinella d’acqua e il raro tarabuso, piccoli mammiferi come l’arvicola e il toporagno d’acqua. Sono riconoscibili le tipologie vegetazionali di acque lotiche; la vegetazione arbustiva e forestale é rappresentata da boscaglie igrofile a salice bianco con Frangula alnus e da boscaglie mesofile con farnia, acero campestre, corniolo, ciliegio selvatico, olmo campestre. Nei tratti di acque libere sopravvivono la lenticchia d’acqua, e fino a pochi anni fa era possibile osservare l’utricolaria (rara pianta carnivora) e il quadrifoglio acquatico. Le aree circostanti sono costituite da fertilissimi coltivi, strappati nei secoli alle acque del Po, punteggiati da abitazioni sparse alcune delle quali con la caratteristica “porta morta” che unisce/separa la zona abitativa dalla zona dei servizi, aprendosi sulla facciata dell’abitazione e, sul retro,verso i campi. La Parma Morta conserva ancora oggi il ruolo di cassa di espansione per le piene del canale Parmetta. Attualmente per assicurare alla Riserva uno strato d’acqua costante, tale da ricostruire una condizione di stagno giovanile e ripristinare un ambiente sempre più ricco di flora e fauna tipica delle zone umide, è stato creato un’impianto di fitodepurazione che, oltre a trattare con processi naturali le acque dei canali di bonifica in entrata nella Riserva, garantisce la costante presenza idrica.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume 1 Pianura

Tipo vincolo: L 1497/39 Atto istitutivo. D.M: 02/08/1977

Titolo: Zona sita nei comuni di Fornovo Taro, Parma, Collecchio, Medesano, e Noceto (fiume Taro da Ponte via Emilia a Ponte ferroviario Fornovo).

Delimitazione : Tali zone sono delimitate nel modo seguente: relativamente al comune di Parma, e' compresa tra il ponte sul fiume Taro sulla via Emilia, fino al km 210,700 della stessa strada statale, indi lungo la via Begherella fino al limite del confine fra il comune di Parma e il comune di Collecchio; relativamente al comune di Collecchio, dal limite di confine con il comune di Parma lungo la via Begherella, via Roma, Naviglio del Taro, rio Scodogno e ferrovia Parma-La Spezia, fino al confine con il territorio di Fornovo; relativamente al comune di Fornovo, dal limite di confine con il comune di Collecchio lungo la ferrovia Parma-La Spezia, strada Filagni, ponte della ferrovia Fornovo-Fidenza, fino al limite di confine con il territorio del comune di Medesano; relativamente al comune di Medesano, dal ponte della ferrovia Fornovo-Fidenza, camionabile della Cisa, fino al limite di confine con il territorio del comune di Noceto; relativamente al comune di Noceto, dal limite di confine con il comune di Medesano, camionabile della Cisa, via Ponte Taro, strada statale Emilia km 211,900 fino al limite di confine con il territorio di Parma.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Zone caratterizzate da un brusco passaggio dell'habitat secco del greto a quello umido delle rive e degli adiacenti terreni; inoltre, in esse vive una flora costituita prevalentemente da pioppo bianco, ontano nero, roverella e salice bianco che rappresentano cio' che resta di un'antica ed assai piu' estesa vegetazione spontanea autoctona; la presenza di queste piante e' legata non solo al terreno ma anche a particolari condizioni di umidita' pressoche' costanti durante l'anno, e garantite dalle acque di alcuni fontanili e risorgive; queste "riserve di umidita'" caratterizzate da boschetti di vegetazione spontanea su terreni acquitrinosi, costituiscono la principale bellezza naturale riscontrabile nella golena, oltre che il piu' importante e delicato ecosistema; un'altra entita' naturale importantissima presente nella zona e' la fauna, tra cui numerosi gli uccelli che devono considerarsi bellezze naturali viventi da ammirare e tutelare, come il picchio rosso maggiore, il picchio verde, la ghiandaia, il martin pescatore; l'ambiente poi, tipico di palude, si presta anche ad accogliere un numero elevatissimo di palmipedi, ardeidi, trampolieri che pur appartenendo alla fauna migratoria, sono spesso nidificanti nella zona; guardata nel suo insieme l'intera zona e' meritevole di tutela, non solo per i valori floristici e faunistici accennati, ma anche e soprattutto per i riflessi paesaggistici, godibili e fruibili da tutti dai numerosi punti di belvedere che si aprono nell'insieme e sono quindi sottoposti a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

Iniziative di tutela e valorizzazione – Regione – Provincia Con L.r. 2 aprile 1988, n. 11 è stato istituito il Parco Fluviale Regionale del Taro. La zona di parco e preparo interessano, in linea di massima, l’area soggetta a vincolo paesaggistico decretata nel 1977: occupa un’area di circa 3.122 ha nei comuni di Collecchio, , Medesano, Noceto, Parma. Anche le motivazioni alla base della istituzione del parco fluviale regionale ricalcano quelle della tutela paesaggistica di iniziativa ministeriale: la consistente dimensione del greto del fiume, la presenza di zone umide perifluviali di fasce di bosco e zone cespugliate, di coltivi, nonché la delicata funzione ambientale come sito lungo il corridoio migratorio della valle appenninica del Taro. La sede del parco e presso la Corte di Giarola, situata a Pontescodogna, località di Collecchio. Negli ultimi anni al parco sono stati assegnati fondi per il ripristino e il miglioramento dell’habitat per la mitigazione e compensazione degli interventi legati alla realizzazione del Ponte Medesano- Collechio.

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Atlante dei paesaggi Volume 1 Pianura

Tipo vincolo: Galassino – N. 9 nelle tabelle e immagini riassuntive Atto: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: zona comprendente le localita' del sistema dei "fontanili" di Roncocampocanneto, ricadente nel comune di Trecasali e nel comune di Parma e tratto del canale Lornetto dell'Acqua Chiara.

Delimitazione: Tale zona, godibile da numerosi tratti di strade pubbliche, e' cosi' delimitata: a nord: dalla strada che collega la localita' Lazzaretto fino al ponte sul canale Galasso; a est: dalla riva sinistra del canale Galasso nel tratto dal ponte sopra indicato alla localita' Mulino di Cornazzano; a sud: dalla strada che collega la localita' Mulino di Cornazzano a Cornazzano; a ovest: dalla strada vicinale da Cornazzano al Fontanone, dal Canaletto di Viarolo fino al punto in cui questo piega a est e dalla linea retta ideale che congiunge tale punto alla strada che va dalla localita' Lazzaretto al ponte sul canale Galasso.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che la zona comprendente il sistema dei "fontanili" di Roncocampocanneto, ricadente nei comuni di Trecasali, e di Parma, e tratto del canale Lornetto nell'Acqua Chiara (provincia di Parma) e' di notevole interesse perche' costituisce l'ultimo lembo di un antichissimo sistema di risorgive naturali che fino a non molti anni fa caratterizzava dal punto di vista idrografico il paesaggio della bassa pianura parmense. Dal punto di vista paesistico, si e' subito attratti, oltre che dal canale con la sua vegetazione riparia emergente e sommersa, anche dalla fitta e rigogliosa cortina arborea che segnala la presenza dei fontanili. Il riaffioramento spontaneo di acque sotterranee dovuto sia alla diminuzione della acclivita' del terreno dalla alta alla bassa pianura e sia al passaggio geologico da terreni grossolani, incoerenti e permeabili, a terreni piu' fini e impermeabili, che opponendo resistenza al deflusso dell'acqua, la fanno fuoriuscire in superficie, conferisce a tali fontanili l'aspetto di laghetti dalle acque limpidissime. La grande purezza dell'acqua, appunto, e il fatto che questo conservi per tutto l'anno una temperatura costante sono i fattori che determinano l'elemento paesaggistico e naturalistico piu' evidente del sistema: l'ambiente vegetazionale che spontaneamente vi cresce, infatti raggruppa specie arboree anomale rispetto a quelle della campagna circostante e si configura nella forma di boschetti molto suggestivi e rigogliosi che circondano lo specchio d'acqua e che, emergendo dalle linee piatte e regolari della pianura, segnalano anche a distanza la presenza di questi importanti fenomeni naturali, preziosi in un contesto quale quello della bassa tra Parma e Trecasali, fortemente segnato dall'opera dell'uomo sia nel disegno dei campi che nella presenza di casolari ed edifici per le attivita' agricole. Tra le specie arboree che caratterizzano i fontanili di Viarolo e Roncocampocanneto si segnalano: l'ontano nero, il salicone, il prugnolo, la farnia, il ligustro etc. ed in particolare, nel fontanile detto "fontanone" un mastodontico esemplare di pioppo cinerino alto piu' di 25 metri (forse il piu' alto della regione) e vecchio almeno di 300 anni, ed e' quindi sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

Iniziative di tutela e valorizzazione – Regione – Provincia

Progetto di riqualificazione fontanili La Provincia di Parma in ottemperanza alle nuove competenze inerenti la conservazione e gestione dei siti della Rete Natura 2000 e le individuazioni delle aree di collegamento ecologico, ha individuato tra i suoi obiettivi la realizzazione del progetto : “Corridoi ecologici di pianura”, ricompreso nel Programma Triennale Lavori Pubblici 2008-2010. Il progetto complessivo prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale attrezzato con partenza dalle sorgenti del Canale Lorno a Viarolo e arrivo al centro visite dell’Oasi LIPU di Torrile. Il percorso con ampia valenza naturalistica, si snoda per diversi chilometri costeggiando il canale Lorno, attraversando l’area dei fontanili e un tratto suggestivo della bassa Pianura parmense caratterizzato dalle caratteristiche colture a foraggere, intercalate da filari residui siepi e altre formazioni lineari sia arbustive che arboree residue per esempio della piantata, per approdare infine all’Oasi di Torrile. Il progetto si integra con altre azioni di tutela e promozione del territorio in parte già realizzate o programmate da Provincia di Parma. Il progetto di “Riqualificazione del fontanile La Commenda”, comprende il tratto di sentiero ciclopedonale dalle sorgenti del Lorno al fontanile “la Commenda” . La porzione di territorio interessata ricade all’interno del sito di importanza comunitaria (SIC/ZPS) IT 4020017 Aree delle risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile, Fascia golenale del Po . Con una superficie di 2624 ha., comprende una vasta zona di pianura che da Viarolo scende fino al Po, in coincidenza con il confine regionale con la Lombardia. E’ caratterizzato da una elevata diversità di ambienti tipici della pianura emiliana quali appunto fontanili, canali, golene fluviali, prati stabili, siepi e filari alberati a cui si sono aggiunti i bacini dello zuccherificio di Torrile e zone umide ripristinate, che costituiscono elementi di grande attrazione soprattutto per l’avifauna. Dal “Primo rapporto sulle aree protette del territorio provinciale”.

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Atlante dei paesaggi Volume 1 Pianura

A

Tipo vincolo: L 1497/39 Atto. D.M: 22/12/1965 G.U n. 21 del 26 gennaio 1966n-

Titolo:.zona sita nel comune di Parma. Stradone

Delimitazione: Tale zona e' delimitata nel modo seguente: piazza del Risorgimento, via Pelacani, viale della Rimembranza, viale Rustici, via Bosetti, via Rondani, via Linati, via XXII Luglio, via suor Maria Adorni.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico : La zona è costituita dal magnifico B viale alberato detto "lo Stradone" e dai giardini ricchi di alberi che vi sorgono ai lati, rappresenta un complesso di cose immobili avente un cospicuo carattere di quadro naturale nonche' valore ambientale ed estetico ormai tradizionale nella citta' di Parma; e' quindi sottoposto a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

B

Tipo vincolo: L 1497/39 Atto: D.M: 8/04/1958 -

Titolo: n° 6 maestosi platani siti su Piazzale Marconi nel comune di Parma di A proprietà comunale.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: I platani la loro maestosità ed eccezionale sviluppo costituiscono un'attraente nota verde nell'ambito cittadino, sono quindi sottoposti a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

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Atlante dei paesaggi Volume 1 Pianura

Materiali per la conoscenza e la progettazione del paesaggio

A.A.V.V. Un Po di terra. Guida all’ambiente della bassa pianura padana e alla sua storia, Diabasis, Reggio Emilia, 2000

Adani G., Bentini J., Atlante dei beni culturali dell’Emilia Romagna –I beni Architettonici I beni del Territorio, Carimonte Spa, 1995

De Marchi A. Guida naturalistica del Parmense, Graphical Edizioni, Parma, 1997

Guandalini, F. Le centuriazioni in Emilia Romagna, in Quilici, L., Quilici S., Urbanizzazionee delle campagne nell’Italia antica L’Erma di Bretshneider, 2002

Mambriani A., Zappavigna P (a cura di) , Edilizia rurale e territorio. Analisi, Metodi, Progetti. Provincia di Parma, Mattioli editore, 2005

Casciato M, Orlandi P (a cura di),. Quale e Quanta. Architettura in Emilia-Romagna nel secondo Novecento. Istituto per i Beni artistici, Culturali e naturali della Regione Emilia Romagna CLUEB, 2005

Marangoni B. (a cura di) Paesaggi in divenire. Atlante dei paesaggi dell’Emilia Romagna. Quaderni sul Paesaggio. Regione Emilia Romagna, 2008

Provincia di Parma, Il Paesaggio nel Piano, Parma, 2008

Zermani, P. Costruzioni e Progetti, Electa, Milano, 1999

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume 2 Collina

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Variante di adeguamento al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi del D.lgs 42/2004 e s.m.i

Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume n. 2 Collina

Aprile 2009

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume 2 Collina

Collina

1. Macro strutture del paesaggio

2. Strutture originarie e della organizzazione antropica caratterizzanti

2.1. Collina di Salsomaggiore e Medesano 2.2. Collina di Sala Baganza, Torrechiara e Traversatolo

3. Componenti percettive ed identitarie del territorio

3.1. Strutture antropiche della fruizione percettiva 3.2. Beni paesaggistici

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume 2 Collina

1. Macro strutture del paesaggio

3. Unità di paesaggio

Il PTCP approvato nel 2003 ha introdotto le Unità di Paesaggio Provinciali, UPP, una declinazione e specificazione delle Unità di Paesaggio Regionali introdotte dal PTPR approvato nel 1993.

Il QC del PTCP 2003 contiene una descrizione dettagliata del metodo di 1. Struttura geologica individuazione e dei caratteri delle singole UPP, basato essenzialmente sugli elementi e strutture geomorfologiche del territorio. La zona collinare appartiene in misura rilevante, insieme alla zona di Il PTCP 2003 sviluppa indirizzi di tutela per ognuna delle UP. pianura, al dominio Padano- Adriatico ed è caratterizzata dalle seguenti 2. Uso del suolo Il territorio della pianura è suddiviso in 3 UP, come da immagine e principali unità: legenda sopra riportate. - terrazzi fluviali del periodo glaciale (n. 2 nell’immagine sopra); 3. Fascia submediterranea delle colline argillose (Querceti, Castagneti, vegetazione - argille marine al bordo dell’antico golfo padano (n. 3) dei calanchi) - Formazione di Salsomaggiore (che comprende la formazione arenaceo 5. Flora e vegetazione del Serpentino marnosa di Tabiano, Salsomaggiore, Sant’Andrea Bagni). 6. vegetazione substrati silicei Le unità epiliguri del Dominio Ligure (n. 9 e n. 11) costituiscono la zona di transizione con l’area montana. Anche se di intensità minore rispetto alla pianura, la collina risulta diffusamente interessata da colture agricole: sin dall’antichità la vite, attualmente inoltre la coltura del frumento , presenti anche prati stabili foraggere e frutteti. Si tratta pertanto di un paesaggio vario e articolato da preservare e valorizzare

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2. Strutture originarie e della organizzazione antropica caratterizzanti

2.1 Collina di Salsomaggiore e Medesano

La collina termale di Salsomaggiore Tabiano e la collina di Medesano apportano al territorio provinciale la qualità di un paesaggio di raccordo tra la pianura e la montagna ricco di orizzonti e visuali aperte fruibili grazie alle numerose linee dolci dei crinali di collina. La presenza di presidi architettonici (castello di Tabiano ) e centri abitati adagiati in punti panoramici richiedono una particolare sensibilità nella trasformazione dei luoghi affinchè sia valorizzata questa preziosa condizione in un ambito molto vicino al territorio della “metropolizzazione” della pianura.

In alto da sinistra: 1 Stralcio base topografica 2008 con evidenziate le principali strutture di collegamento e ambiti di visuale/crinale 2 Medesano 3 Felegara Al centro: 4 Salsomaggiore e il crinale sovrastante il centro In basso da sinistra: 5 Il pasaggio di Salsomaggiore e Tabiano 6 Il Castello di TAbiano all’estremità dei crinali collinari 7 I crinali di collina da Medesano

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Atlante dei paesaggi Volume 2 Collina

2.3 Collina di Sala Baganza, Torrechiara e Traversertolo Quest’area provinciale è estesamente interessata da iniziative “storiche” di tutela che a partire dagli anni ’60 (Boschi di Carrega) sino alla legge Galasso (1985), hanno evidenziato l’elevata qualità paesaggistica dei luoghi. Si tratta di una azione rafforzata ulteriormente con iniziative regionali e provinciali (parchi regionali dei Boschi di Carrega e del Taro) che oggi possono essere ulteriormente valorizzate e integrate in una prospettiva di integrazione territoriale di un ambito paesaggistico unitario.

In alto da sinistra: 1. stralcio carta topografica 2008 con evidenziate i beni paesaggistici tutelati 2. Le principali strutture di collegamento storico 3. Sala con evidenziato il giardino recentemente restaurato In basso da sinistra 4. I Boschi di Sala 4 L’area di collina vista dalla montagna 5. Il Castello di Torrechiara nel paesaggio coltivato della collina 6. Il paesaggio nei pressi di Traversetolo

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3. Matrici percettive ed identitarie del territorio

3.1 Strutture antropiche della fruizione percettiva

Strade Panoramiche (PTCP) in azzurro Tratto da a Localizzazione da a FELINO BARBIANO Incrocio S.P. 32 e Barbiano S.C. per Barbiano AROLA TORRECHIARA Incrocio S.C. per Inizio salita Castello Arola – S.P. Massese TRAVERSETOLO GUARDASONE Incrocio S.P.513 con Guardasone s.c. per Guardasone LANGHIRANO POGGIO S.ILARIO Cimitero Mattaleto Monticello, attraverso Strognano e Tordenaso LESIGNANO BAGNI BIVIO MULAZZANO Centro abitato Bivio Mulazzano (incrocio S.P. 16 – S.P. 98) MULAZZANO PONTE MULAZZANO MONTE Ponte sul T.Parma Bivio S.P. 98 con S.C. per la Costa FIDENZA SALSOMAGGIORE Colonia elioterapica C.Valle, in prossimità su S.C. Fidenza - del centro Salsomaggiore urbanizzato SALSOMAGGIORE S.ANTONIO C.Spagnolini ( S.S. M.te S.Antonio 359) PELLEGRINO P.SE MARIANO Loc. Casale ( (S.P. Loc. Mariano 30) TABIANO BAGNI POGGETTO Limite centro urb. Est Loc. Poggetto

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3.2 Beni paesaggistici

Il paesaggio provinciale è espressione della storia umana e dei valori che, nel corso del tempo, i diversi territori hanno costituito per l’evoluzione complessiva della comunità. In questo senso, il paesaggio è parte visibile e rilevante della identità che una comunità imprime sul proprio territorio, essendo questo deposito materiale della sua continua azione e interazione con le risorse della natura. Il fine della tutela e valorizzazione del paesaggio, proprio del PTCP, non può quindi prescindere dal riconoscimento delle identità comuni che il territorio stesso esprime. D’altro canto, l’espressione identitaria di una comunità è data a partire da quei beni che la comunità stessa ha già riconosciuto e o interiorizzati come rilevanti. Le matrici identitarie del paesaggio provinciale sono, quindi, per parte significativa, costituite dall’insieme di quelle aree tutelate, a diverso titolo, sotto il profilo paesaggistico, naturalistico e storico culturale.

La relazione tra matrici identitarie dei luoghi, intese come appena detto, e individuazione specifica dei beni che ne consentono un primo riconoscimento nell’ambito del PTCP è stabilita dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che indica i beni paesaggistici di cui all’art 143, comma 1, lett. b), c) e d). Si tratta dei seguenti beni: - aree tutelate con specifico provvedimento amministrativo e ai sensi della L 1497/39 e della L. 431/85 - le seguenti categorie di aree tutelate per legge, presenti nel territorio provinciale - territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi - I fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna - montagne eccedenti ..1200 metri sul livello del mare per la catena appenninica - ghiacciai e circhi glaciali - parchi e riserve nazionali o regionali, nonché territori di protezione esterna dei parchi - territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 magio 2001, n.227 - aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici - le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del codice dei beni culturali e del paesaggio

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Tabella riepilogativa IMMOBILI E AREE DICHIARATI DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO evidenziati quelli interessanti interamente o parzialmente la zona di collina

Denominazione area Comuni interessati Atto istitutivo della tutela

1. Zona denominata “Casa Ghirardi” e Compiano, Borgo Val di D.M. 1 agosto 1985 Bertorella Taro, Albareto, Bedonia So GU n. 271 del 18 novembre 1985 2. Area di crinale delle alte valli del fiume Tornolo, Bedonia, Bardi D.M. 1 agosto 1985 Taro e del fiume Ceno So GU n. 271 del 18 novembre 1985 3. Territorio del monte Fuso Tizzano Val Parma, D.M. 1 agosto 1985 Neviano degli Arduini e So GU n. 271 del 18 novembre 1985 Palanzano 4. Salti del Diavolo Berceto, Calestano, D.M. 1 agosto 1985 Terenzo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 5. Monte Molinatico e parte dell’alta Val Taro Borgotaro D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 6. Zona dei Calanchi e delle Salse delle valli Lesignano de’ Bagni D.M. 1 agosto 1985 del torrente Masdone e del torrente Termina Traversatolo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 7. Monti Basso e Sporno e tratto Val Calestano, Langhiarno, D.M. 1 agosto 1985 Baganza da Calestano a Marzolara Terenzo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 8. Intero tratto del fiume Po con le aree Polesine Parmense, D.M. 1 agosto 1985 limitrofe Zibello, Roccabianca, So GU n. 271 del 18 novembre 1985 Sissa, Colorno e Mezzani 9. Località del sistema dei fontanili di Trecasali D.M. 1 agosto 1985 Roncocampocanneto e Viarolo e tratto del Parma So GU n. 271 del 18 novembre 1985 canale Lornetto dell’acqua Chiara 10. Zona denominata Parma Morta Mezzani D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 11. Alte Valli Parma, Cedra Monchio, Corniglio D.M. 1 Agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 12. Platani Piazza della Pace Parma D.M. 8 aprile 1958

13. Zona Viale alberato detto lo “Stradone” Parma D.M. 20 dicembre 1965 GU n. 21 del 26.1.1966 14. Zona dei Boschi di Carrega – Lucedio Collecchio D.M. 3 Aprile 1965 GU n. 100 del 21 Aprile 1965 15. Zona denominata “Boschi di Carrega” Sala Baganza D.M. 30 Aprile 1966 GU n. 136 del 1.6.1966 16. Zona denominata “Tenuta del Ferlaro” Collecchio, Sala Baganza D.M. 25 gennaio 1966 GU b. del 18.2.1966 17. Fiume Taro – Tratto dal Ponte delle Parma, Collecchio, D.M. 2 Agosto 1977 Ferrovie di Fornovo al Ponte della Via Emilia Fornovo, Medesano, GU n. 243 del 7.9.1977 Noceto 18. Centro di Compiano e zone Limitrofe Compiano D.M. 29 maggio 1965 GU n. 147 del 15.6.1965 19. Zona di Torrechiara e Tratto del Torrente Langhirano D.M. 8 Aprile 1976 Parma GU n. 16 del 4.5.1976 20. Zona della Badia di S. Michele Cavana e Lesignano Bagni D.M. 7 Aprile 1976 Tratto del Torrente Parma GU n. 126 del 13.5. 1976

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Tipo vincolo: Galassino – N. 6 nella Tabella e Immagine riepilogative Atto istitutivo: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Calanchi e Salse delle valli del torrente Masdone e del torrente Termina sita nei comuni di Lesignano de' Bagni e Traversetolo.

Delimitazione: dal punto estremo a nord-est in localita' Bannone, segue in direzione sud-ovest il corso del torrente Masdone fino a incrociare la strada della Randella che da case Garsi va a Lesignano de' Bagni; segue tale strada per un breve tratto verso ovest e nei pressi del monte Civano piega nuovamente verso sud seguendo prima la carrozzabile che congiunge monte Civano con la strada degli argini (da Lesignano de' Bagni a Ca' Nenia); e poi quest'ultima fino a Ca' Nenia; da Ca' Nenia piega verso est seguendo la strada provinciale Langhirano-Mulazzano e toccando Montesone; da Mulazzano scende alla provinciale della val Termina lungo la strada per Cavirano; risale verso nord lungo la provinciale della val Termina e, passando per Traversetolo - sempre seguendo la strada - si ricongiunge col punto di inizio in localita' Bannone. Da tale perimetrazione sono esclusi i centri abitati di Lesignano de' Bagni e Traversetolo, cosi' come delimitati dagli strumenti urbanistici vigenti oppure ai sensi dell'art. 41- quinquies, lettera a), della legge 17 agosto 1942, n. 1150, nel testo modificato dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765. - . Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che la zona sita nei comuni di Lesignano de' Bagni e Traversetolo comprendente i Calanchi e le Salse delle valli del torrente Masdone e del torrente Termina, ha notevole interesse perche' costituisce una zona di collina tra le piu' belle della provincia di Parma: dista dal capoluogo una trentina di chilometri circa e si estende a cavaliere delle due piccole valli del torrente Masdone e del torrente Termina, appartenenti al piu' ampio sistema territoriale che fa da spartiacque tra la val Parma e la val d'Enza. Paesaggisticamente molto suggestiva nel susseguirsi dei dolci rilievi poco rilevati generalmente coperti da prati rigogliosi e da boscaglie, si segnala in particolare per la presenza di alcune essenze naturalistiche di grande interesse anche panoramico: i "Calanchi" e le "Salse". I Calanchi, particolarmente evidenti su versanti compresi tra Lesignano de' Bagni, Stradirano, Mulazzano e Sivizzano, consistono in profonde incisioni che solcano i verdi pendii collinari mettendone a nudo la struttura geologica, e si presentano come un complesso sistema di culminazioni a cresta alternate a vallecole Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTCP con una disposizione generalmente a ventaglio. tali maestose costruzioni naturali costituiscono uno dei fenomeni idrogeologici "attivi" piu' appariscenti dell'appennino, Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività perche' derivano dall'azione dilavante delle acque piovane sui terreni argillosi e molto finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del friabili della zona e sono pertanto in continua evoluzione. Le Salse - particolarmente territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta significative quelle della zona di Rivalta e della zona di Torre di Traversetolo - danno ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento luogo a delle aree paludose e consistono in un insieme di numerose pozze affioranti delle viste panoramiche (viabilità panoramica). tra le argille, spesso sotto forma di vulcanelli, caratterizzate da una emissione continua Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del di gas gorgoglianti: il nome di "Salse" e' dato dall'elevato contenuto salino delle 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili sostanze emesse che, insieme alla presenza di idrocarburi, fino dalla piu' remota individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro antichita' ha fatto attribuire loro valore terapeutico. Nel dialetto della zona, le salse la viabilità panoramica. sono anche dette "Barboj" per il caratteristico rumore provocato dal ribollire di liquidi e Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti gas, e rio Barbogli si chiama uno dei corsi d'acqua che, scendendo dal monte nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e Fornello, in parte si alimenta delle salse prima di immettersi nel torrente Termina. paesaggistica dell’area tutelata con D.M. Buona parte della vegetazione circostante le salse e' tipicamente palustre, con cinture a canne di palude, pioppi neri, salici, prugnoli, roverelle, ornielli, ed essa segnala nel contesto tipicamente collinare la presenza di queste particolarissime manifestazioni. sono infine, presenti una serie di piccoli insediamenti storici, di particolare interesse architettonico perche' in genere sorti in periodo medioevale per scopi difensivi e che, per la posizione rilevata in cui sono collocati, sono fondamentali nella definizione di caratteri paesaggistici della zona.

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Tipo vincolo: Galassino – N. 19 nella Tabella e Immagine riepilogative Atto istitutivo: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Zona di Torrechiara e tratto del Torrente Parma

Delimitazione: La sopradescritta zona sita nel territorio del comune di Langhirano riguarda cioe' tutti gli immobili compresi nei fogli catastali numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 21, 22, 23, 24, 29, 30, 31, 32, 33 e 34. Tale zona e' delimitata nel modo seguente: dalla linea limite di confine con il comune di Vigatto sino all'intersezione con la linea di confine del comune di Lesignano de' Bagni, indi da detta linea sino all'intersezione con la linea limite del foglio 34, indi da detta linea fino alla intersezione con la linea limite del foglio 33, idem 32, idem 29, idem 30, idem 22, idem 21, idem 13 sino all'intersezione con la linea di confine del comune di Felino, indi da detta linea fino all'intersezione con la linea di confine del comune di Vigatto sopradetto.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: La zona riveste importanza paesistica per il caratteristico aspetto di valore estetico, storico e tradizionale dato dalla spontanea concordanza fra l'espressione della natura e quello del lavoro umano, costituito dalla presenza del famosissimo e bellissimo castello di Torrechiara, conservato pressoche' intatto nei suoi elementi rinascimentali originali, nonche' dalla presenza di notevoli espressioni di architettura rustica, parmense, architettura legata, nei suoi piu' intimi valori estetici, al '700 ed al primo '800, cioe' al periodo del maggior fulgore dell'ex ducato. Questa zona costituisce, inoltre, un insieme di pregevoli quadri per le libere visuali aperte su di essa da numerosi punti di belvedere ed in modo particolare per lo scenario suggestivo che offre dalla strada Parma-Corniglio o dalle rive del torrente Parma, il quale ultimo ne determina per un lato il naturale confine, ed e' quindi sottoposta a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e paesaggistica dell’area tutelata con D.M.

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Tipo vincolo: Galassino – N. 20 nella tabella e immagine riassuntive Atto istitutivo: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Zona della Badia di S.Michele Cavana e tratto del torrente Parma

Delimitazione: La sopradescritta zona sita nel territorio del comune di Lesignano de' Bagni riguarda tutti gli immobili compresi nei fogli catastali numeri: 23, 28, 29, 34, 35, 36, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49 e 50. Tale zona e' compresa nel perimetro formato dalla linea di confine con il comune di Langhirano fino all'intersezione con la linea limite del foglio 23, indi da detta linea fino all'intersezione con la linea limite del foglio 29, indi da detta linea fino all'intersezione con la linea limite del foglio 36, indi da detta linea fino all'intersezione con la linea limite del foglio 41, indi da detta linea fino all'intersezione con la linea limite del foglio 46 fino all'intersezione con il comune di Neviano degli Arduini, indi da detta linea fino all'intersezione con la linea di confine con il comune di Langhirano sopradetto.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Riconosciuto che la zona predetta ha notevole interesse pubblico per il caratteristico aspetto di valore estetico storico e tradizionale dato dalla spontanea concordanza fra l'espressione della natura e quello del lavoro umano, costituito, quest'ultimo, dalla presenza di numerose costruzioni rustiche, tipiche della campagna parmense ed in modo particolare dalla presenza della romanica abbadia di S. Michele di Cavana che domina, da mezza costa, i dolci pendii collinari che si adagiano nell'ampio letto del torrente Parma, detta zona, inoltre, costituisce pregevole quadro per le libere visuali aperte su di essa da numerosi punti di belvedere.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e paesaggistica dell’area tutelata con D.M.

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Tipo vincolo: 1497/39 Atto: Decreto Ministeriale 30/04/1965

Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico dei boschi di Carrega-Lucedio nel Comune di Collecchio.

Delimitazione: Dal punto di incontro fra i territori del Comune di Collecchio e quelli del Comune di Sala Baganza, là dove la strada comunale del Conventino, seguendo la strada del Conventino fino al confine del territorio demaniale occupato da impianti militari NAT, costeggiando detto confine fino ad incontrare nuovamente il territorio di Sala Baganza.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: costituisce un vastro complesso di quadri naturali d’incomparabile bellezza, per i magnifici boschi e i declivi erbosi, godibili dalla strada comunale del Conventino e dalla Strada Statale della Cisa.

Atto: Decreto Ministeriale 25 gennaio 1966 Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona sita nei Comuni di Collecchio e Sala Baganza

Delimitazione: Denominata tenuta di Ferlaro delimitata dall’incrocio della strada del Conventino con le strade del “Casino dei Boschi del Ferlaro”a quota 175, lungo la medesima strada del Conventino in direzione nord fino alla Strada Statale della Cisa e per questa seguendo per un breve tratto fino a quota 106,40. Da questo punto, in direzione est percorrendo il fossato che si unisce alla vicinale che sbocca nella strada comunale di Montecoppe a quota 124,70. Da questo punto in direzione sud, lungo la suddetta strada fino ad incrociare a quota 165 la Casa Schizzati. Da questa prima, in direzione nord lungo la vicinale fino alla strada del Ferlaro a quota 144 e poi, a questo punto, lungo la stessa strada in direzione ovest fino a ritornare a quota 175 della strada del Conventino.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Costituita da un tratto di territorio intorno al Comune di Collecchio e da una fascia facente parte del Comune di Sala Baganza, forma un vasto complesso di bellezze panoramiche per l’arminico comporsi di rilievi collinari e montuosi con fitti boschi di faggeti, castagneti e piante rare e pregiate, denominato “Tenuta del Ferlaro”, nonché un insieme di quadri naturali godibili dalla Starda del Coventino, dalla Strada della Cisa e dalla Strada di Montecoppe. ------

Atto: Decreto Ministeriale 30/04/1966 Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona dei boschi "Carrega" nel comune di Sala Baganza

Delimitazione: La zona e' delimitata nel modo seguente: dall'incrocio della strada comunale di Talignano con quella comunale di Maiatico e lungo questa fino all'incrocio della vicinale Sgavetti. Di qui lungo una linea che toccando i podere "la Costa", "Capanna", "Favale", incontra il rio Salvara e lungo questo fino a trovare il torrente Scodogna. Infine seguendo quest'ultimo torrente sino alla linea che delimita il territorio comunale di Sala da quello di Collecchio fino all'incontro con rio della Grotta inferiore e lungo questo arrivando all'incrocio con la comunale di Talignano, strada che dopo breve tratto si ricongiunge a quello di Maiatico.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Costituisce un vasto complesso di quadri naturali d'incomparabile bellezza panoramica per l'armonico comporsi di rilievi collinari e montuosi con fitti boschi di faggeti, castagneti e piante rare pregiate, denominato "Boschi Carrega", godibile dalle strade di Maiatico, Talignano fino alla localita' detta "Capanna" per tutta la costa fino alla strada vicinale di Cotogno.

Iniziative di tutela e valorizzazione – Regione e Provincia Dal 1982 l’area interessata dai tre DM di tutela sopra richiamati è tutelata e valorizzata come Parco Regionale Boschi di Carrega. Il parco è gestito da un Consorzio fra Enti pubblici costituito tra la Provincia di Parma e i Comuni di Collecchio, Sala Baganza, Fornovo Taro, Parma e Felino. La Sede del parco è c/o il Centro Parco “Caminetto” a Sala Baganza. Il Parco interessa una superficie di 1270 ha. Il paesaggio è caratterizzato dalla ricca copertura boschiva mista di latifoglie che interessa circa la metà dell’area a parco e, nelle fasce più esterne, dai seminativi della pianura e dai prati falciabili.

Il parco, oltre a obiettivi di tutela degli elementi caratterizzanti il paesaggio naturale e antropico rivolge specifica attenzione alla fruizione, intesa come occasione di informazione, formazione e valorizzazione ambientale. La fruizione naturalistica e culturale del parco è curata attraverso servizi di visite guidate. Sono attive da anni le iniziative “Parcoinforma”, “Parco in fiera” e “Parco in mostra”.

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Tipo vincolo: L 1497/39 Atto istitutivo. D.M: 02/08/1977

Titolo: Zona sita nei comuni di Fornovo Taro, Parma, Collecchio, Medesano, e Noceto (fiume Taro da Ponte via Emilia a Ponte ferroviario Fornovo).

Delimitazione : Tali zone sono delimitate nel modo seguente: relativamente al comune di Parma, e' compresa tra il ponte sul fiume Taro sulla via Emilia, fino al km 210,700 della stessa strada statale, indi lungo la via Begherella fino al limite del confine fra il comune di Parma e il comune di Collecchio; relativamente al comune di Collecchio, dal limite di confine con il comune di Parma lungo la via Begherella, via Roma, Naviglio del Taro, rio Scodogno e ferrovia Parma-La Spezia, fino al confine con il territorio di Fornovo; relativamente al comune di Fornovo, dal limite di confine con il comune di Collecchio lungo la ferrovia Parma-La Spezia, strada Filagni, ponte della ferrovia Fornovo-Fidenza, fino al limite di confine con il territorio del comune di Medesano; relativamente al comune di Medesano, dal ponte della ferrovia Fornovo-Fidenza, camionabile della Cisa, fino al limite di confine con il territorio del comune di Noceto; relativamente al comune di Noceto, dal limite di confine con il comune di Medesano, camionabile della Cisa, via Ponte Taro, strada statale Emilia km 211,900 fino al limite di confine con il territorio di Parma.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Zone caratterizzate da un brusco passaggio dell'habitat secco del greto a quello umido delle rive e degli adiacenti terreni; inoltre, in esse vive una flora costituita prevalentemente da pioppo bianco, ontano nero, roverella e salice bianco che rappresentano cio' che resta di un'antica ed assai piu' estesa vegetazione spontanea autoctona; la presenza di queste piante e' legata non solo al terreno ma anche a particolari condizioni di umidita' pressoche' costanti durante l'anno, e garantite dalle acque di alcuni fontanili e risorgive; queste "riserve di umidita'" caratterizzate da boschetti di vegetazione spontanea su terreni acquitrinosi, costituiscono la principale bellezza naturale riscontrabile nella golena, oltre che il piu' importante e delicato ecosistema; un'altra entita' naturale importantissima presente nella zona e' la fauna, tra cui numerosi gli uccelli che devono considerarsi bellezze naturali viventi da ammirare e tutelare, come il picchio rosso maggiore, il picchio verde, la ghiandaia, il martin pescatore; l'ambiente poi, tipico di palude, si presta anche ad accogliere un numero elevatissimo di palmipedi, ardeidi, trampolieri che pur appartenendo alla fauna migratoria, sono spesso nidificanti nella zona; guardata nel suo insieme l'intera zona e' meritevole di tutela, non solo per i valori floristici e faunistici accennati, ma anche e soprattutto per i riflessi paesaggistici, godibili e fruibili da tutti dai numerosi punti di belvedere che si aprono nell'insieme e sono quindi sottoposti a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

Iniziative di tutela e valorizzazione – Regione – Provincia Con L.r. 2 aprile 1988, n. 11 è stato istituito il Parco Fluviale Regionale del Taro. La zona di parco e preparo interessano, in linea di massima, l’area soggetta a vincolo paesaggistico decretata nel 1977: occupa un’area di circa 3.122 ha nei comuni di Collecchio, Fornovo di Taro, Medesano, Noceto, Parma. Anche le motivazioni alla base della istituzione del parco fluviale regionale ricalcano quelle della tutela paesaggistica di iniziativa ministeriale: la consistente dimensione del greto del fiume, la presenza di zone umide perifluviali di fasce di bosco e zone cespugliate, di coltivi, nonché la delicata funzione ambientale come sito lungo il corridoio migratorio della valle appenninica del Taro. La sede del parco e presso la Corte di Giarola, situata a Pontescodogna, località di Collecchio. Negli ultimi anni al parco sono stati assegnati fondi per ilo ripristini e il miglioramento dell’habitat per la mitigazione e compensazione degli interventi legati alla realizzazione del Ponte Medesano- Collecchio.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume 2 Collina

Materiali per la conoscenza e la progettazione del paesaggio

Adani G., Bentini J., Atlante dei beni culturali dell’Emilia Romagna –I beni Architettonici I beni del Territorio, Carimonte Spa, 1995

De Marchi A. Guida naturalistica del Parmense, Graphical Edizioni, Parma, 1997

Guandalini, F. Le centuriazioni in Emilia Romagna, in Quilici, L., Quilici S., Urbanizzazionee delle campagne nell’Italia antica L’Erma di Bretshneider, 2002

Mambriani A., Zappavigna P (a cura di) , Edilizia rurale e territorio. Analisi, Metodi, Progetti. Provincia di Parma, Mattioli editore, 2005

Casciato M, Orlandi P (a cura di),. Quale e Quanta. Architettura in Emilia-Romagna nel secondo Novecento. Istituto per i Beni artistici, Culturali e naturali della Regione Emilia Romagna CLUEB, Bologna 2005

Marangoni B. (a cura di) Paesaggi in divenire. Atlante dei paesaggi dell’Emilia Romagna. Quaderni sul Paesaggio. Regione Emilia Romagna, 2008

Provincia di Parma, Il Paesaggio nel Piano, Parma, 2008

Zermani, P. Costruzioni e Progetti, Electa, Milano, 1999

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Variante di adeguamento al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, ai sensi del D.lgs 42/2004 e s.m.i

Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi Volume n. 3 Montagna

Aprile 2009

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Montagna

1. Macro strutture del paesaggio

2. Strutture originarie e della organizzazione antropica caratterizzanti

2.1. Territori montani delle provinciali di , di fondovalle Taro e Salsomaggiore - Bardi 2.2. Territori montani delle provinciali di Calestano, Calestano-Berceto, Massese e della statale della Cisa 2.3. Quinta dei crinali appenninici provinciali

3. Componenti percettive ed identitarie del territorio

3.1. Strutture antropiche della fruizione percettiva 3.2. Beni paesaggistici

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

1. Macro strutture del paesaggio

2. Uso del suolo La estrema varietà di ambienti del territorio provinciale, esito di fattori climatici, geologici, di vicende storiche e di antropizzazione, si esprime nella zona montana con una complessa varietà di coperture vegetazionali. Accanto ad una matrice prevalente di carattere alpino, sono presenti anche coperture di specie mediterranee. L’estensione e la varietà della vegetazione montana costituiscno valori paesaggistici, oltre che ecologici ed ambientali, di grande rilevanza, per i quali garantire azioni di tutela e valorizzazione.

3. Unità di paesaggio Il PTCP approvato nel 2003 ha introdotto le Unità di Paesaggio Provinciali, UPP, una declinazione e specificazione delle Unità di Paesaggio Regionali introdotte dal PTPR approvato nel 1993. Il QC del PTCP 2003 contiene una descrizione dettagliata del metodo di individuazione e dei caratteri delle singole UPP, basato essenzialmente sugli elementi e strutture geomorfologiche del territorio. 1. Struttura geologica Il PTCP 2003 sviluppa indirizzi di tutela per ognuna delle UP. 3. Vegetazione delle montagne calcaree ( Querco – ostrieti, Carpiteti, Orno-ostrieti, Faggeti) 4. Vegetazione delle montagne silicee (Cerreti, Rovero-cerreti, Castagneti monatni, Faggeti) Il territorio della Montagna è suddiviso in 8 UP, come da immagine 2. terrazzo fluviale glaciale di Compiano e legenda sopra riportate. 6 Dominio subligure (arenarie, calcari, marne, argille) 5. Montagne serpentinose: flora e vegetazione del serpentino 7:11 Dominio ligure (flysh, arenarie, ofioliti) 6. Vegetazione dei substrati silicei (fonte, De Marchi, 1997) 7. Vegetazione dei substrati serpentinosi (fonte, De Marchi, 1997) Arch. Fiorella Felloni PhD Pagina 3 di 18 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Variante di adeguamento al Codice dei beni culturali e del Paesaggio D.lgs 42/2004 e s.m.i

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2. Strutture originarie e della organizzazione antropica caratterizzanti

2.1. Territori montani delle provinciali di Varsi, di fondovalle Taro e Salsomaggiore-Bardi

Gli spazi aperti e l’orizzonte libero, le superfici boscate, le valli fluviali, le emergenze geologiche e naturalistiche costituiscono tuttora la matrice dominante del paesaggio montano della Val Ceno e Val Taro. La struttura antropica del territorio si è formata progressivamente con i tracciati viari di fondovalle e di crinale e con i numerosi centri diffusi sin dalle prime fasi di insediamento umano nel territorio provinciale. L’impianto urbanistico originario, direzionato e incentrato su di una rocca/castello, di alcuni centri (nelle immagini Bardi e Varano) o organizzato lungo una linea di crinale rappresentano elementi di struttura antropica di particolare rilievo paesaggistico, in quanto costituiscono peraltro, in generale, punti di osservazione del paesaggio di grande pregio, di cui risulta rilevante mantenere l’evidenza formale.

In alto a destra: 1. Popolamento preistorico delle valli del Taro e del Ceno. Dall’età dei metalli al periodo storico (da A. Ghireti, 1986, in De Marchi, 1997) 2. Il nucleo storico di Varano incentrato e direzionato sul Castello Al centro da sinistra: 2. Calanchi di 3 . Una architettura moderna inserita nel paesaggio di Varano Marchesi (fonte, Zermani, 1999 ) 4. paesaggio del “lago” di Compiano In basso da sinistra: 5 la linea di crinale della SS 62 della Cisa e versante orientale della Val Taro 6 Vista di M. Molinatico da Borgo Taro 7 Zona Casa Ghirardi e Bertorella 8 Il nucleo storico di Bardi direzionato sul castello

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2.2. Territori montani delle provinciali di Calestano Calestano-Berceto, Massese e della statale della Cisa

Dal punto di vista delle matrici paesaggistiche principali, la montagna della Val Baganza e Parma è caratterizzata da emergenze geologiche importanti: M. Sporno, M. Fuso, Salti del Diavolo accompagnate da specifiche strutture vegetazionali: querceti, carpiteti, faggeti. Si tratta di strutture naturali del paesaggio oggetto di specifica tutela, ai sensi della legge 431/85 ( vedi capitolo sui beni paesaggistici). La direttrice della SS 62, strada napoleonica che si sviluppa lungo la linea di crinale principale dal passo della Cisa (1041) sino circa a Cassio chiude il bacino del Baganza e rappresenta una delle principali infrastrutture per la fruizione del paesaggio naturale e antropico della provincia. Considerando la diffusa presenza di emergenze geologiche, i centri urbani sono collocati, di frequente, in posizioni che offrono punti di osservazione del paesaggio di grande rilevanza (nelle immagini Tizzano e Scurano).

In alto a destra: 1. Abitato di Scurano

A sinistra : 2 Monte Cassio dalla Val Baganza

A destra: 3. Salti del Diavolo

4. La linea di crinale della SS della Cisa con evidenziati Cassio e Monte Prinzera ….5. Alta Val Baganza Da Calestano e linee di crinale principali 5 Sistema del Monte Fuso 6. Abitato di Tizzano

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2.3 Quinta dei crinali appenninici provinciali

La ricchezza paesaggistica della quinta dei crinali provinciali è da tempo riconosciuta, tutelata e valorizzata sia tramite la dichiarazione di interesse pubblico di vaste zone (alte valli del Parma, Cedra ed Enza, Alte valli fiumi Taro e Ceno, Monte Molinatico) sia tramite la istituzione di parchi e riserve di rilevanza nazionale e regionale (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Riserva naturale Guadine Pradaccio). Le vette di crinale oltre i 1200 mt s.l.m. rappresentano i punti focali di tale paesaggio : (Monti Carameto (1310); Lama (1327); Camulara (1563), Ragola (1711), Bue (1772), Maggiorasca (1793), Penna (1736), Zuccone, (1421), Gottero (1639), Molinatico (1550), Borgognone (1400), Orsaro (1830), Bocco (1790). I valichi e i passi interprovinciali e interregionali rappresentano punti essenziali di raccordo tra i territori montani: Valico del Monte Pellizzone (1029), P. di Pianazze, Zovallo, Tomarlo (1482) , Del Bocco (956), Cento Croci ( 1055), Della Cappelletta (1085), Dei due Santi (1394), Del Bratello (902), Della Cisa (1041), Cirone (1266), Delle Guadine, Di Badignana, Del Lagastello (1200). I centri principali e minori situati alla base del sistema di crinale (Bedonia, Tornolo, Tarsogno, Albareto, Corniglio, Bosco, Monchio) rappresentano presidi antropici, economici e culturali di rilevanza strategica per mantenere vitali e attive le motivazioni e azioni di tutela e valorizzazione di questi particolari e remoti paesaggi.

In alto a destra 1. abitato Al centro 2. Monte Penna 3 Lago Scuro In basso 4. Abitato di Trasogno lungo la SP 24 5. Lago Bicchiere 6 Abitato

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3. Matrici percettive ed identitarie del territorio

3.1 Strutture antropiche della fruizione percettiva

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Strade panoramiche (in azzurro nell’immagine della pagina precedente) Tratto da a Localizzazione da a Tratto da A Localizzazione da a MARZOLARA RAVARANO Marzolara S.P. 15 Ponte sul Rio Magnano BEDONIA BERTORELLA Limite edificato ( S.P. 3) Bertorella CAPOPONTE TIZZANO Cà Cantini ( S.P. 665) Tizzano (S.P. 14) RIOLA PASSO DELLA CISA Riola (S.P. 62) Valico CALESTANO CANESANO Margine abitato est Loc. Canesano BORGO COSTERBOSA Limite est abitato Loc. Costerbosa PROVAZZANO LAGRIMONE Loc. Case Pacchiani Lagrimone (incrocio con BARDONE TERENZO Bardone (Str. com. le) Margine edificato S.P. 665) CALESTANO LANGHIRANO Calestano Ponte sul Rio Fabiola GHIARE BERCETO Margine edificato ( S.P. Margine edificato 19 e S.P. 523) LAGRIMONE MADURERA Lagrimone Madurera BEDONIA BERTORELLA Limite edificato est Bertorella I MADONI SIGNATICO S.C. da Calestano loc. I Signatico ( bivio str. com. LOC. LE MOIE LOC. BOSCHETTO Loc. le Moie (S.P.23) Loc. Boschetto Madoni per Costa Venturina) MADURERA SCHIA Madurera ( su S.C. a sud Schia BERTORELLA LOC S.QUIRICO Ponte sul Taro Loc S.Quirico ( S.P. 523) Lagrimone) TIZZANO GROPPIZIOSO Loc. Capanna Bivio con S.C. per CASE SOTTANE LOC. LA BANCA s.p. 20 – Case Sottane Loc .La Banca ( nord di Valdena) Lagrimone CORNIGLIO POGGIO DEL TESORO Incrocio S.P. 40 e la S.P. Loc. Poggio del Tesoro in PONTESTRAMBO LOC. CASERMA Bivio S.C. e S.P 3. a sud Loc. Caserma Vecchia ( ad est del 84 prossimità Prato VECCHIA di Pontestrambo M.te Penna) CORNIGLIO RIO GHINELLA Incrocio S.P. 40 e la S.P. Ponte sul Rio Ghinella BEDONIA CONFINE REGIONALE Limite edificato Passo del Bosco 84 CON LIGURIA RANZANO SELVANIZZA Loc. Chiesa Selvanizza CASALPORINO ANZOLA Casalporino ( str. com.) Anzola MONTE SILLARA LOC FIORITOLA In prossimità valico sulla In prossimità valico sulla PONTECENO LOC. MONTA Ponteceno ( S.P. 81) Loc. Monta, a nord di Volpara S.P. 74 S.P. 76 MONTE SILLARA COSTA In prossimità valico sulla Costa ( in prossimità PASSO DELLE COSTAGEMINIANA Valico Costageminiana S.P. 74 Bosco) PIANAZZE LOC. CANCELLI RIFUGIO LAGONI Fine S.P. 86 Loc. Borello dello Sbirro RIGOSO PASSO DEL Incrocio S.P. 665-S.P.68 Valico LAGASTRELLO BOSCO DI CORNIGLIO LAGDEI Dalla fine del centro Rifugio LOC. BORELLO DELLO LAGONI Loc. Borello dello Sbirro ( Rifugio Lagoni urbanizzato SBIRRO a est Cancelli) CORNIGLIO BOSCO Loc. Pineta Inizio circonvallazione LOC. MONTE BASTIA PRATO SPILLA Loc. M.te Bastia Parcheggio auto POGGIO DEL TESORO Loc. Poggio del Tesoro Limite urbanizzato BASELICA CALCINARE Str. com. da Costerbosa Loc Calcinare (S.P. 75) PALANZANO MONCHIO DELLE CORTI Bivio S.P. 665 con S.C. per Limite urbanizzato LA BANCA PASSO DEL BRATELLO Loc. La Banca su S.P. 20 Valico loc. Tanaro SELVANIZZA PASSO DEL LAGASTRELLO Limite urbanizzato su S.P. Valico LLOC. MONTA’ PASSO ZOVALLO Loc. Montà ( nord-ovest di Valico 665 Volpara) MONCHIO DELLE CORTI RIGOSO Loc. Montale Incrocio S.P. 665 E S.P. 68 PONTE RIO DELLE FORESTA DEMANIALE Str. com. passante per Foresta demaniale di Valcieca. PEZZE DELLE LAME Alpe e P Tabella

LOC. S.ANTONIO BORE Loc. S.Antonio (S.P. 359) Margine edificato nord CASALE MARIANO Casale (S.P. 30) Mariano SAMBUCETO CERESETO Incrocio S.P. 90 e S.P. 66 Margine sud di Cereseto PORCIGATONE LAMA Limite nord di Porcigatone Lama MAESTRI ROCCA Maestri (S.P. 42) Loc. Il Santuario MOLINO SOZZI MORMOROLA Molino (S.P. 42) Loc. Mormorala PIEVE DI GUSALIGGIO SOLIGNANO Pieve di Gusaliggio Margine edificato di Solignano BEDONIA LOC. PIANE Bedonia ( S.P. N.3) Loc. Piane CALCINARE Limite edificato est Calcinare

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3.2 Beni paesaggistici

Il paesaggio provinciale è espressione della storia umana e dei valori che, nel corso del tempo, i diversi territori hanno costituito per l’evoluzione complessiva della comunità. In questo senso, il paesaggio è parte visibile e rilevante della identità che una comunità imprime sul proprio territorio, essendo questo deposito materiale della sua continua azione e interazione con le risorse della natura. Il fine della tutela e valorizzazione del paesaggio, proprio del PTCP, non può quindi prescindere dal riconoscimento delle identità comuni che il territorio stesso esprime. D’altro canto, l’espressione identitaria di una comunità è data a partire da quei beni che la comunità stessa ha già riconosciuto e o interiorizzati come rilevanti. Le matrici identitarie del paesaggio provinciale sono, quindi, per parte significativa, costituite dall’insieme di quelle aree tutelate, a diverso titolo, sotto il profilo paesaggistico, naturalistico e storico culturale.

La relazione tra matrici identitarie dei luoghi, intese come appena detto, e individuazione specifica dei beni che ne consentono un primo riconoscimento nell’ambito del PTCP è stabilita dal Codice dei beni culturali e del paesaggio che indica i beni paesaggistici di cui all’art 143, comma 1, lett. b), c) e d). Si tratta dei seguenti beni: - aree tutelate con specifico provvedimento amministrativo e ai sensi della L 1497/39 e della L. 431/85 - le seguenti categorie di aree tutelate per legge, presenti nel territorio provinciale - territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi - I fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna - montagne eccedenti ..1200 metri sul livello del mare per la catena appenninica - ghiacciai e circhi glaciali - parchi e riserve nazionali o regionali, nonché territori di protezione esterna dei parchi - territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall’articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 magio 2001, n.227 - aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici - le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del codice dei beni culturali e del paesaggio

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Tabella riepilogativa IMMOBILI E AREE DICHIARATI DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO evidenziati quelli interessanti interamente o parzialmente la zona di montagna

Denominazione area Comuni interessati Atto istitutivo della tutela

1. Zona denominata “Casa Ghirardi” e Compiano, Borgo Val di D.M. 1 agosto 1985 Bertorella Taro, Albareto, Bedonia So GU n. 271 del 18 novembre 1985 2. Area di crinale delle alte valli del fiume Tornolo, Bedonia, Bardi D.M. 1 agosto 1985 Taro e del fiume Ceno So GU n. 271 del 18 novembre 1985 3. Territorio del monte Fuso Tizzano Val Parma, D.M. 1 agosto 1985 Neviano degli Arduini e So GU n. 271 del 18 novembre 1985 Palanzano 4. Salti del Diavolo Berceto, Calestano, D.M. 1 agosto 1985 Terenzo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 5. Monte Molinatico e parte dell’alta Val Taro Borgotaro D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 6. Zona dei Calanchi e delle Salse delle valli Lesignano de’ Bagni D.M. 1 agosto 1985 del torrente Masdone e del torrente Termina Traversatolo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 7. Monti Basso e Sporno e tratto Val Calestano, Langhiarno, D.M. 1 agosto 1985 Baganza da Calestano a Marzolara Terenzo So GU n. 271 del 18 novembre 1985 8. Intero tratto del fiume Po con le aree Polesine Parmense, D.M. 1 agosto 1985 limitrofe Zibello, Roccabianca, So GU n. 271 del 18 novembre 1985 Sissa, Colorno e Mezzani 9. Località del sistema dei fontanili di Trecasali D.M. 1 agosto 1985 Roncocampocanneto e Viarolo e tratto del Parma So GU n. 271 del 18 novembre 1985 canale Lornetto dell’acqua Chiara 10. Zona denominata Parma Morta Mezzani D.M. 1 agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 11. Alte Valli Parma, Cedra Monchio, Corniglio D.M. 1 Agosto 1985 So GU n. 271 del 18 novembre 1985 12. Platani Piazza della Pace Parma D.M. 8 aprile 1958

13. Zona Viale alberato detto lo “Stradone” Parma D.M. 20 dicembre 1965 GU n. 21 del 26.1.1966 14. Zona dei Boschi di Carrega – Lucedio Collecchio D.M. 3 Aprile 1965 GU n. 100 del 21 Aprile 1965 15. Zona denominata “Boschi di Carrega” Sala Baganza D.M. 30 Aprile 1966 GU n. 136 del 1.6.1966 16. Zona denominata “Tenuta del Ferlaro” Collecchio, Sala Baganza D.M. 25 gennaio 1966 GU b. del 18.2.1966 17. Fiume Taro – Tratto dal Ponte delle Parma, Collecchio, D.M. 2 Agosto 1977 Ferrovie di Fornovo al Ponte della Via Emilia Fornovo, Medesano, GU n. 243 del 7.9.1977 Noceto 18. Centro di Compiano e zone Limitrofe Compiano D.M. 29 maggio 1965 GU n. 147 del 15.6.1965 19. Zona di Torrechiara e Tratto del Torrente Langhirano D.M. 8 Aprile 1976 Parma GU n. 16 del 4.5.1976 20. Zona della Badia di S. Michele Cavana e Lesignano Bagni D.M. 7 Aprile 1976 Tratto del Torrente Parma GU n. 126 del 13.5. 1976

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Tipo vincolo: Galassino – N. 7 nella tabella e immagine riepilogative Atto istitutivo: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Monti Bosso e Sporno e tratto della val Baganza da Calestano a Marzolara sito nei comuni di Calestano, Langhirano e Terenzo.

Delimitazione: Tale zona godibile da numerosi tratti di strade pubbliche, e' cosi' delimitata: ad iniziare dal ponte sul torrente Baganza nell'abitato di Calestano, segue la strada provinciale Calestano, Lesignano de' Bagni, passando per Fragno, Fragnolo e Cozzano; a Cozzano, devia verso nord-est seguendo la strada della Pineta e poi la strada della Croce; indi segue la strada che unisce Pranello, Riano, la Valle, case Schianchi, Poiano e Tabbiano; da Tabbiano segue la strada in parte mulattiera che giunge sino a Marzolara aggirando il monte Bosso, il monte Arvei e il monte Gierma ("strada di Castrignano", "strada di Vallerano", "strada del Ferlaro"); da Marzolara, attraversa il torrente Baganza in corrispondenza del ponte e risale verso nord-est lungo la strada che collega Bosso, Ozzanello, Groppo, la Riola, Lesignano di Palmia; da qui torna a Calestano percorrendo un tratto della strada della val Sporzana. Da tale perimetrazione e' escluso il centro abitato di Calestano cosi' come delimitato dagli strumenti urbanistici vigenti oppure ai sensi dell'art. 41-quinquies, lettera a), della legge 17 agosto 1942, n. 1150, nel testo modificato dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che il territorio comprendente i monti Bosso e Sporno e il tratto della val Baganza da Calestano a Marzolara ricadente nei comuni di Calestano, Langhirano e Terenzo riveste notevole interesse perche' e' a cavaliere dell'imbocco della stupenda val Baganza, laddove il torrente, scendendo dal crinale appenninico, inizia a distendersi verso la pianura solcando declivi sempre piu' dolci. La zona e' agevolmente raggiungibile dalla strada provinciale di fondovalle che unisce Sala Baganza con Calestano e lungo di essa si possono godere dei punti di vista molto suggestivi. Morfologicamente la zona e' caratterizzata da una serie di rilievi collinari che movimentano il paesaggio di entrambi i versanti della valle e che fanno corona ai rilievi di maggior altitudine: sulla sinistra, il monte Bosso (720 m s.l.m.) e sulla destra, il ben piu' alto monte Sporno (1958 m s.l.m.), con il monte Acuto, il monte Formicara, il monte Castellaro, il monte Olmo, il monte Corno, etc.. da tali cime, lo sguardo puo' spaziare sia verso la pianura che verso le valli contermini poste nel cuore centro- orientale del territorio parmense. Particolare importanza ha l'aspetto naturalistico, perche' accanto alla generale ricopertura di boschi cedui semplici del querceto misto, si osservano nuclei spontanei di pino silvestre in formazioni pressoche' pure sul monte Bosso, consociati a latifoglie sullo Sporno. Questi nuclei costituiscono gli unici relitti in territorio parmense della modesta fascia di diffusione spontanea di pino silvestre in territorio emiliano. L'area collinare e' solcata dall'importante torrente Baganza, fin dai tempi piu' remoti e' stata sede di insediamenti umani e vari sono i piccoli nuclei storici, di cui molti oggi abbandonati, che vi si possono riscontrare: questi, risalenti per la maggior parte al periodo medioevale e nati prevalentemente con funzioni difensive, costituiscono un elemento fondamentale nella definizione dei caratteri del paesaggio, e nell'utilizzo dei materiali locali (in genere pietra), si armonizzano suggestivamente con l'ambiente naturale.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTPR e PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e paesaggistica dell’area tutelata con DM.

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Tipo vincolo: Galassino - N. 3 nella tabella e immagine riepilogative Atto: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico del territorio del monte Fuso sito nei comuni di Tizzano val Parma, Neviano degli Arduini e Palanzano.

Delimitazione: Tale zona e' cosi' delimitata: in localita' Sasso, al bivio tra la strada provinciale di curano e la strada per Mogrignano, superato il primo tornante, segue la curva di livello a quota m. 625 s.l.m. e, includendo la prima di dette strade e la pieve di Sasso, perviene alla localita' Monchio; dalla localita' Monchio, segue la strada provinciale di Scurano per un buon tratto, passando per la localita' Mercato, includendo il monte Scaravelli e arrivando alla localita' Lagrimone; da Lagrimone segue la strada che congiunge detta localita' con Antognola, Selvapiana, Montenero, Prada fino a Vezzano; da Vezzano segue la strada comunale che congiunge Vezzano con Campora e Sasso, fino a pervenire al punto iniziale..

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che il territorio del monte Fuso ricadente nei comuni di Tizzano val Parma, Neviano degli Arduini e Palanzano (Parma) riveste notevole interesse perche' e' costituito dal complesso montagnoso del monte Fuso, con l'omonima vetta a quota m. 1117 e con la relativa dorsale posta in direzione nord-ovest sud-est, formata dal monte Faino, dal monte Lavacchio, dal monte Castellaro e dal monte Scaravelli. Tale comparto paesistico e' senza dubbio una delle piu' belle montagne del medio appennino emiliano (dalla sua vetta si gode un panorama eccezionalmente vasto che spazia sulla valle dell'Enza e su quella del Parma, arrivando fino alla cerchia delle alpi ed alla pianura padana da un lato, e dal lato opposto fino alle vette dell'appennino tosco-ligure-emiliano e costituisce un grandioso scenario naturalistico per le ampie zone boscate che ne ricoprono i versanti, come si puo' cogliere provenendo da nord per le strade da Mussatico, Mogrignano e Lupazzano, e da sud per le strade da Capriglio e Ronzano. La bellezza del monte Fuso deriva soprattutto dalla vegetazione che ne ricopre in gran parte i versanti. Quello a nord, che si presenta molto ripido, e' completamente coperto da boschi (roverella, cerro, rovere e di castagno). Le strutture forestali sono a ceduo, in molti luoghi invecchiato e quindi tendente ad assumere il carattere di alto fusto. I boschi esistenti sul versante ovest e su quello sud, sono costituiti prevalentemente da cedui di quercia e di carpino, in talune zone molto degradanti, mentre il versante est, che e' il meno acclive, e' coperto, nella parte bassa, da coltivi, e nelle zone di maggior altitudine, da cedui di quercia. Inoltre non va tuttavia dimenticata l'esistenza, in piccoli gruppi o pedali, di numerose specie forestali che conferiscono all'ambiente un aspetto tutto particolare; infatti il frassino maggiore, l'orniello, l'ontano napoletano ed il pioppo cipressino vivono lungo piccoli corsi d'acqua e fossi naturali e nelle zone piu' fresche; il carpino vegeta rigogliosamente su vaste aree un po' dovunque e denota uno sviluppo notevole; il noce ed il ciliegio sono presenti lungo i sentieri e stradine mulattiere. Particolare menzione meritano alcuni secolari e maestosi esemplari di rovere, esistenti in localita' Carrello-Costata-Pozzolo, ultimo rimasuglio della antica foresta. Nell'area vi sono, inoltre, alcune presenze architettoniche e monumentali di eccezionale interesse. in particolare si segnala la pieve di S. Maria a Sasso, originaria del IX sec. e ricostruita intorno al 1082 da Matilde di Canossa, con facciata tipicamente romantica nella scansione delle lesene e nel coronamento ad archetti pensili; la frazione di Rusino, costituita da poche case in pietra e da una torre del XV sec. eretta a scopi difensivi e ormai ridotta a rudere; inoltre suggestiva anche dal punto di vista paesistico e' la piccola frazione di Monguano.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTPR e PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e paesaggistica dell’area tutelata con DM.

Arch. Fiorella Felloni PhD Pagina 12 di 18 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Variante di adeguamento al Codice dei beni culturali e del Paesaggio D.lgs 42/2004 e s.m.i

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Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Tipo vincolo: Galassino - N. 4 nella tabella e immagine riepilogative Atto : Decreto Ministeriale del 1/08/1985 Titolo : Dichiarazione di notevole interesse pubblico del territorio dei "Salti del Diavolo" sito nei comuni di Berceto, Calestano e Terenzo.

Delimitazione: a sud, inizia al punto di incrocio tra la strada comunale della Riva e la strada comunale della Torre (quota m 1044 s.l.m.) e va in direzione nord seguendo la strada comunale della Torre; oltrepassa la localita' la Torre ed in corrispondenza della localita' Ca' Nuova prende il rio del Podere giungendo fino al torrente Baganza; segue il torrente Baganza verso est; indi risale a nord lungo il rio del Giarole fino a incontrare la strada statale della Cisa in corrispondenza della localita' Ca' Barbieri; segue la statale della Cisa verso ovest e poi la deviazione verso Pineta del Sole; indi aggira il monte Cassio secondo la curva di livello di 950 m s.l.m. fino al versante settentrionale; lascia la curva di livello di 950 m per andare verso sud, scendendo lungo il rio degli Spiaggi superiori fino alla quota m 655,8 s.l.m.;indi risale alla quota di m 675, che mantiene fino al rio della Conca; segue quest'ultimo fino alla strada Cassio-Selva del boschetto; segue detta strada fino a Cassio e poi la strada provinciale della Cisa fino a che questa incrocia la strada campestre per Desdaletto; segue tale sentiero fino al torrente Baganza, lo attraversa e imbocca il rio Praquerola, poi il rio del Lago e in localita' Molino di Chiastre il rio Grosso; indi continua per il rio della Riva fino alla strada comunale della Riva. Segue questa ultima strada fino al punto d'inizio.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che il territorio dei "Salti del Diavolo" ricadente nei comuni di Berceto, Calestano e Terenzo riveste notevole interesse perche' i "Salti del Diavolo", cosi' definiti dalla fantasia popolare, costituiscono una delle piu' caratteristiche e note attrattive geologiche dell'intera provincia di Parma. Situati a circa 40 km dal capoluogo, sono particolarmente visibili sia dalla strada statale della Cisa nel tratto in cui questa costeggia le pendici del monte Cassio e sia dalla strada provinciale che da Berceto va a Calestano in prossimita' di Chiastre. Il loro aspetto e' quanto mai suggestivo e singolare: essi, infatti, si presentano come una fila di guglie e torri di pietra cenerognola, irte di spigoli e pareti strapiombanti, che emergono dal bosco per una altezza di 40-50 m e formano una stretta dorsale, la quale attraversa in linea pressoche' retta la val Baganza da Cassio e Chiastre, intersecando il torrente e dispiegandosi in direzione nord-ovest sud- est. Geologicamente, la loro formazione e' costituita da arenarie e da conglomerati poligenici, i cui componenti sono rappresentati principalmente da rocce sedimentarie mesozoiche con alcune rocce eruttive e metamorfiche (graniti, gneiss, quarziti, porfidi, ecc.); la giacitura subverticale dei banchi arenacei e conglomeratici, unita a una certa resistenza alla degradazione rispetto alle formazioni circostanti conferiscono ai Salti del Diavolo l'aspetto del caratteristico, potente contrafforte. Elemento conclusivo del sistema a nord-ovest, e' il monte Cassio (m 1025 s.l.m.) che fa parte dello spartiacque Taro-Baganza e che nelle profonde incisioni che lo percorrono sul versante verso il torrente Baganza mette a nudo la sua struttura geologica dove si alternano calcari, marne e arenarie, ed e' quindi sottoposto a tutte le disposizioni contenute nella legge stessa.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTPR e PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e paesaggistica dell’area tutelata con DM.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Tipo vincolo: Galassino – N 1 Nella tabella e immagine riepilogative Atto: Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona denominata "Casa Ghirardi" e "Bertorella" sita nei comuni di Compiano, Borgo val di Taro, Albareto e Bedonia..

Delimitazione: Tale zona e' cosi' delimitata: partendo dal ponte della strada statale n. 523 a monte dell'abitato di Borgo val di Taro denominato ponte di Scodellino si segue la medesima statale sino al bivio Bertorella per proseguire lungo la intercomunale Bertorella-Pieve di Campi-Isola di Compiano fino al ponte nuovo sul Taro. Oltrepassato questo ponte si ritorna verso Borgo val di Taro seguendo la strada provinciale di Bedonia (sinistra orografica del Taro) fino al bivio per Breia-Ronco-Desiderio, da qui seguendo la strada sterrata si oltrepassa il torrente Ingegna, si prosegue verso Ca' Cigolare fino alla localita' la Piana che rappresenta l'estremo confine a nord. Mantenendosi a quota 700, lungo il sentiero al di sotto della localita' il Poggio, si attraversa il canal Donel e si risale in prossimita' di Porcigatone fino ad incontrare la provinciale "Borgo val di Taro-Bardi" che si abbandona in prossimita' Taglio, si prosegue lungo la strada sterrata del Taglio Bosco Bruciato per poi proseguire il sentiero in quota 700 fino ad incontrare la strada di Monte Rizzone. Si scende poi sino a castello Merlino e proseguendo lungo la linea di massima pendenza ci si ricollega al ponte di Scodellino..

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che l'area denominata "Casa Ghirardi" e "Bertorella", sita nei comuni di Compiano, Borgo val di Taro, Albareto e Bedonia, ha notevole interesse perche' tale area si estende a ovest dell'abitato di Borgo val di Taro tra la localita' di Gotra e Isola di Compiano con una diramazione che dalla localita' Bertorella si estende fino allo spartiacque di Porcigatone e costituisce indubbiamente uno degli scorci piu' belli dell'appennino parmense, esempio di coesistenza della vita selvatica con le attivita' contadine della tradizione montanara. Vi si distinguono due fasce: la prima e' situata nel fondovalle del fiume Taro, la seconda compresa tra le quote che vanno dai 450 agli 800 metri. La zona non presenta rilievi al di sopra degli 800 metri poiche' si estende nella fascia mediana dell'alta val Taro: e' caratterizzata invece piu' a ovest da montagne che raggiungono e superano i 1700 metri. La striscia del lungo fiume e' ancora priva di costruzioni, se si esclude il recente insediamento per depositi di materiali nella zona di Casello di Gotra. Le abitazioni presenti nell'area presa in considerazione, sono ben integrate nell'ambiente naturale costruite con muri a vista, frequentissimi esempi di architettura spontanea rurale, che presentano notevoli portali, archi e piccole finestre. Molto spesso si rinvengono le "case torri" che alla funzione di difesa aggiungevano quella rustica servendo da granaio e da abitazione. La ricchezza della vegetazione e' il carattere pianeggiante delle zone ai lati del corso del Taro sono elementi peculiari e unici per l'alto corso del fiume e rappresentano una situazione paesaggistica ed ambientale difficilmente riscontrabile nella provincia. Nel bosco dei Ghirardi, che non ha subito interventi di taglio in epoca recente, sono presenti numerosi esemplari secolari di quercus cerris e quercus petrae che rappresentano l'ultimo esempio del genere in alta val Taro e conferiscono alla zona un aspetto paesaggistico unico di grande effetto, oltreche' un habitat ideale per svariate specie animali. Inoltre le vecchie case di pietra arenaria che lo circondano sono un altro indubbio elemento di rilevanza che va sottolineato. Non va dimenticata la grande importanza che riveste la zona dal punto di vista faunistico. In particolare essa costituisce una delle zone piu' importanti per lo svernamento ed il passaggio migratorio dell'ovifauna di tutta la provincia.

Tipo Vincolo: 1497/39 - N 18 nella tabella e immagine riepilogative Atto: D.M. 29 Maggio 1965 (G.U. 15 giugno 1965 n. 147)

Delimitazione: Sita nel territorio del Comune di Compiano, delimitata a Nord dal Rio Bertoli, a sud dal Rio delle Grane, a ponente dalla strada Borgotaro-Bedonia, a levante da una linea parallela alla strada Borgotaro-Bedonia e distante 400 metri dal castello di Compiano.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: con la caratteristica bellezza della sua vegetazione e della sua conformazione orografica, unitamente all’abitato stesso di Compiano, costituisce un complesso di cose immobili avente valore estetico e tradizionale, offrendo inoltre un belvedere sulla magnifica campagna circostante.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTPR e PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Inoltre, come evidenziato nell’immagine sopra allo stralcio qui a lato, per una porzione significativa (evidenziata con perimetrazione in trasparenza) dell’area oggetto di tutela con DM 1/08/1985, è in corso di istituzione la “Riserva naturale oasi dei Ghirardi” .

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Tipo vincolo: L 1497/39 – N 5 nella tabella e immagine riepilogative Atto. D.M: 22/12/1965

Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona del monte Molinatico e parte dell'alta val Taro sita nel comune di Borgotaro.

Delimitazione: Tale zona e' cosi' delimitata: a sud segue per un tratto il confine regionale Emilia-Toscana, indi piega verso nord- ovest seguendo il corso del rio Macchia Grande; in prossimita' della localita' Canevari, mantenendo la cura di livello m 600 s.l.m., si collega al rio di Cravile e poi al rio di Buranco e lo segue fino alla sua confluenza nel Taro; seguendo il corso del fiume Taro, va in direzione nord-est e, oltrepassato il groppo di Gorro piega nuovamente verso sud seguendo il torrente Vore e poi il rio Prato Sonno; in prossimita' della localita' Bodra di Sopra taglia il crinale fino a casa Farneto e da qui segue la strada che passa per la costa, Cappellazzi, Case Olago (strada Belforte - Gorro) fino a Case Marzora in prossimita' di Belforte; da qui prende la strada per Mazzasette e la Pietra e, inglobando il groppo delle Tassare giunge fino al mulino del Tonga; da qui, seguendo tutto il corso del torrente Cogena, torna al confine regionale..

Dichiarazione di notevole interesse pubblico : l'area situata all'estremo meridionale della provincia di Parma, confinando per un tratto con la Toscana, racchiude un tratto del versante destro dell'alta val Taro, culminante nella vetta del monte Molinatico (m 1549 s.l.m.). L'orografia piuttosto addolcita nelle pendenze dei terreni immediatamente sottostanti il monte Molinatico e il crinale spartiacque, la varieta' vegetazionale dei boschi che ricoprono i versanti che scendono verso il fiume Taro, e i numerosi corsi d'acqua che si affiancano ai rii principali (rio Macchia Grande e rio Cogena) solcando con ridenti vallecole i pendii della montagna, fanno di questa una delle zone piu' suggestive e piu' caratteristiche di questa parte appenninica del territorio parmense, i cui pregi ambientali e panoramici sono ben apprezzabili per chi percorre il fondovalle, sia in auto lungo la statale che da Borgotaro va verso Ghiare di Berceto e Fornovo e sia in treno lungo la ferrovia Parma-la Spezia. Geologicamente, il terreno posto alla maggior altitudine - monte Molinatico e crinale spartiacque emiliano-toscano - e' costituito prevalentemente da arenarie, cui segue, scendendo alle quote intermedie, una fascia di copertura detritica e, quindi una ampia zona di formazione morenica glaciale con alcuni cordoni principali. La vegetazione arborea e' dominata prevalentemente dal castagno, dal nocciolo e dal faggio, per lo piu' governato a ceduo, anche se un ampio territorio che scende dal crinale fino a quota m 1200 s.l.m. e' stato trasformato negli anni quaranta in bosco di alto fusto, di rara bellezza. Celebri, infine, sono i castagneti che circondano Baselica e Costaerbosa, i quali secondo la tradizione sarebbero stati messi a dimora dai frati benedettini.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica – PTPR e PTCP

Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità panoramica). Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del 2008) sono evidenziate in verde le possibili piste ciclabili individuate per il territorio in esame dal Piano e in azzurro la viabilità panoramica. Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e paesaggistica dell’area tutelata con DM.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Tipo vincolo: Galassino – N. 11 nella tabella e immagine riepilogative Atto. Decreto Ministeriale del 1/08/1985

Titolo:. Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona del costituendo "Parco naturale regionale delle alte valli del Parma, Cedra ed Enza", ricadente nei comuni di Corniglio e Monchio delle Corti

Delimitazione : l'area e' delimitata da una linea continua che parte dal punto di incrocio tra il confine regionale Emilia- Toscana e il confine tra i comuni di Berceto e Corniglio (localita' "il Crovio" 1200 metri s.l.m.) e segue quest'ultimo fino al rio Ardifiume (localita' "Casello"). Indi scende a sud lungo tale fiume e poi lungo la strada provinciale Marra-Berceto fino al rio del Castellaro. Lungo quest'ultimo perviene alla strada provinciale Bosco-Miano e la segue fino al rio Roncovecchio (806 metri s.l.m.). indi risale per quest'ultimo ed il suo ramo meridionale fino alla strada provinciale del Passo di Cirone (1135 metri s.l.m.) e lungo di essa fino ad attraversare il rio di Cirone. Da questo punto, seguendo la curva di livello dei 1000 metri s.l.m. perviene alla localita' "Tragiara", da dove segue la strada per ponte del Cogno e poi quella di ponte del Prolo. Da questa localita' (964 metri s.l.m.) taglia il crinale in linea retta fino al torrente parma e poi segue il rio della Casa Rotta fino alla quota 1075 metri s.l.m.. segue, quindi, tale curva di livello fino a incontrare il rio dei Perdasoli e poi il rio della Fraticella giungendo alla quota di 1200 metri s.l.m., che viene mantenuta inglobando il monte Aguzzo, attraversando il passo della Sisa, il rio del Faredolo e il rio Rodichiasso, aggirando il Sorgroppo e raggiungendo la strada comunale della Costa. Il confine, quindi continua lungo tale strada e poi lungo il rio della val Sorano e ritorna a quota 1200 metri s.l.m.. segue tale quota aggirando il Poggio dello Zucchero, attraversando il rio Man di Francia e giunto alla strada comunale Passo della Colla-val di Tacca, segue tale strada e la sua diramazione fino al ponte sul torrente Colla. Da qui, lungo il torrente, scende a quota 1000 metri s.l.m.. mantiene tale curva di livello fino al torrente Cedra, da dove in linea retta risale a quota 1100 e mantenendo tale quota perviene alla strada provinciale massese. Infine, segue tale strada e, inglobando il monte Bastia arriva al limite con la Toscana. Da questo punto al punto di inizio il perimetro segue il confine regionale.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico: Considerato che una zona del costituendo "Parco naturale regionale delle alte valli del Parma, Cedra ed Enza", sita nei comuni di Corniglio e Monchio delle Corti, ha notevole interesse perche' costituisce l'estrema propaggine a sud-est del territorio della provincia di Parma, laddove quest'ultima confina con la lunigiana e rappresenta uno dei piu' superbi scenari montuosi dell'intero appennino emiliano, in un succedersi continuo di cime tra le piu' belle e celebrate della montagna parmense, dalle quali si puo' godere il grandioso panorama dei due versanti appenninici, quello emiliano a nord e quello meridionale verso la Toscana. L'arco dell'alto crinale, compreso tra i massicci del monte Orsaro a nord-ovest e del monte Malpasso a sud-est, si caratterizza per una evidente e tipica morfologia di origine glaciale, numerosissimi e splendidi sono i cordoni morenici e i circhi glaciali, spesso occupati da paludetti o da veri e propri laghi, tra cui alcuni sono stati usati nel corso dei secoli come pozze d'alpeggio e altri trasformati in torbiere (lago Santo parmense, il piu' grande lago d'origine glaciale dell'appennino parmense, il complesso dei cosiddetti lagoni, il lago Scuro, il lago Verde, etc.); sono inoltre osservabili bellissimi episodi geologici singolari, quali gruppi di rocce montonate e striate dall'azione del ghiaccio o massi erratici di grandi dimensioni, trasportati dal ghiacciaio ed ora rimasti isolati fra i campi. Al limite della fascia di crinale, vegetazionalmente caratterizzata dalle ampie distese di prato- pascolo naturale, inizia l'orizzonte del bosco, prevalentemente dominato dal faggio, anche se si riscontrano episodi di grande interesse naturalistico e paesistico come raggruppamenti di pino mugo e abete bianco, ultimi relitti dell'antica vegetazione arborea e indici delle piu' antiche glaciazioni. Nei pressi della zona di Lagdei esiste inoltre una grandiosa foresta demaniale di abeti (2000 ettari circa), impiantata a partire dal 1914 dalla azienda statale per le foreste. Tutta la zona, ancorche' di interesse fondamentalmente paesistico e naturalistico, reca i segni secolari della presenza dell'uomo: non sono rare le case, per lo piu' abbandonate e spesso ridotte allo stato di rudere, eseguite in sassi di arenaria locale e un tempo utilizzate dai cosiddetti "boscherini" che allevavano i greggi e li portavano al pascolo alto in alcuni periodi dell'anno.

Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica

Come già evidenziato nell’atto di dichiarazione di notevole interesse pubblico, i territori delle Val Parma, Enza e Cedra, sono stati oggetto di iniziative di tutela attiva, successivamente al DM di cui sopra. Nello specifico, con L.R. 46/95 è stato istituito il Parco regionale Valli del Cedra e del Parma (area in verde a destra nell’immagine a lato) . Attualmente per il parco regionale è in corso di approvazione l’ampliamento. Con DPR 21 maggio 2001 è stato istituito il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano (area verde a sinistra nell’immagine a lato). Anche per il parco nazionale è in corso di approvazione l’ampliamento. Con D.M. 26 Luglio 1971 è stata inoltre istituita la Riserva Naturale Guadine Pradaccio (in giallo nell’immagine) che ha determinato la completa definizione di un sistema di tutela attiva sull’area di cui al DM 1/08/1985.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Tipo vincolo: Galassino – N. 2 nella tabella e immagine riepilogative Atto: Decreto Ministeriale del 1/08/1985 Iniziative di tutela e valorizzazione paesaggistica

Titolo: Dichiarazione di notevole interesse pubblico dell'area di crinale delle Il PTCP approvato nel 2003 ha svolto una specifica alte valli del fiume Taro e del fiume Ceno sita nei comuni di Tornolo, attività finalizzata alla valorizzazione della fruizione Bedonia e Bardi. percettiva del territorio attraverso la individuazione della viabilità adatta ad una percorribilità lenta (piste ciclabili) e al godimento delle viste panoramiche (viabilità Delimitazione : dalla punta estrema sud-ovest del territorio provinciale di panoramica). Parma (monte Bocco), va in direzione est ricalcando il confine regionale Nello stralcio cartografico (base topografica 1:100.000 del con la Liguria fino a dove quest'ultimo coincide con il fiume Taro (pressi 2008) è evidenziata in azzurro la viabilità panoramica. della localita' Cerosa); segue il fiume Taro e risalendo verso nord, giunge Si tratta, senza dubbio, di elementi progettuali rilevanti alla localita' Pontestrambo, da dove, in corrispondenza del ponte a C. nella prospettiva della tutela e valorizzazione identitaria e Medioli, prende la strada che va a Alpe e, sempre seguendo la strada, paesaggistica dell’area tutelata con DM. giunge al passo della Tabella (quota m. 1220 s.l.m. ca.); dal passo della Tabella segue la strada per Spora fino al torrente Ceno; da qui, costeggia il torrente Ceno fino a Ponteceno; indi, segue la strada che passa per Fontanachiosa, Casamurata, Cornolo, Liveglia, Frassineto, S. Giustina, Tiglio, Cremadasca, Pione; da Pione, seguendo la strada delle Pianazze e piegando a est, si giunge al confine con la provincia di Piacenza; da qui, scende a sud seguendo il confine provinciale Parma-Piacenza e poi il confine regionale con la Liguria fino a pervenire al punto di inizio.

Dichiarazione di notevole interesse pubblico : l'ampia zona montuosa costituisce la grande e maestosa bastionata naturale che delimita il territorio della provincia di Parma verso sud-ovest, cioe' verso la provincia di Piacenza e la Liguria, e per la morfologia estremamente varia e per l'elevata altitudine media, rappresenta uno scenario paesaggistico e un ambiente naturalistico tra i piu' importanti dell'arco appenninico tosco- emiliano-ligure. La zona, che e' ricca di paesaggi incantevoli per la presenza di verdi prati e di faggete ed e' intersecata da una dorsale di rocce con emergenze geologiche irripetibili per la loro conformazione, ingloba le alte valli del Taro e del Ceno, laddove questi due fiumi iniziano il loro corso torrentizio e culmina in alcune delle vette piu' maestose dell'appennino, quali il monte Maggiorasca, il monte Blu, il monte Tomarlo, il monte Penna, il monte Nero, dai quali si puo' godere lo splendido panorama dei tre versanti appenninici: piacentino, parmense, ligure. Notevoli sono anche le tracce glaciali, tra cui si riconoscono circhi, cordoni morenici, torbiere, soprattutto nel versante settentrionale. Di grande importanza e' anche l'aspetto vegetazionale tipico della montagna e variabile a seconda della altitudine, e nel quale si ha la presenza di specie alpine e di associazioni vegetali relitti di antichi paesaggi, un tempo assai piu' estesi. Tra queste presenta particolare pregio, anche sotto l'aspetto scientifico, l'associazione vegetale pino mugo abete bianco, dislocata lungo le pendici del monte Nero. L'area ingloba anche dei piccoli centri abitati, le cui caratteristiche architettoniche costituiscono un elemento inscindibile della bellezza naturalistica della zona. Prevale l'uso della pietra locale sia nelle murature che nelle coperture, realizzate in lastre di arenaria.

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Quadro conoscitivo

Atlante dei paesaggi. Volume 3 Montagna

Materiali per la conoscenza e la progettazione del paesaggio

Adani G., Bentini J., Atlante dei beni culturali dell’Emilia Romagna –I beni Architettonici I beni del Territorio, Carimonte Spa, 1995

Cervi G., Guida all’Appennino parmense, Battei, Parma

De Marchi A. Guida naturalistica del Parmense, Graphical Edizioni, Parma, 1997

Mambriani A., Zappavigna P (a cura di) , Edilizia rurale e territorio. Analisi, Metodi, Progetti. Provincia di Parma, Mattioli editore, 2005

Casciato M, Orlandi P (a cura di),. Quale e Quanta. Architettura in Emilia-Romagna nel secondo Novecento. Istituto per i Beni artistici, Culturali e naturali della Regione Emilia Romagna CLUEB, Bologna 2005

Marangoni B. (a cura di) Paesaggi in divenire. Atlante dei paesaggi dell’Emilia Romagna. Quaderni sul Paesaggio. Regione Emilia Romagna, 2008

Provincia di Parma, Il Paesaggio nel Piano, Parma, 2008

Zermani, P. Costruzioni e Progetti, Electa, Milano, 1999

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