Cologno Monzese Alla Ricerca Del Territorio Perduto
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Storia locale - Studi storici Elisabetta Ferrario Mezzadri Cologno Monzese alla ricerca del territorio perduto Biblioteca Civica Presentazione Il venti dicembre del 1990, con delibera dirigenziale n° 1736, l’Amministrazione comunale di Cologno Monzese conferì all’Arch. Elisabetta Ferrario Mezzadri il compito di condurre una ricognizione del patrimonio architettonico storico presente sul territorio comunale e di darne conto in un elaborato che descrivesse i siti censiti, ricostruendone per quanto possibile la genesi e la storia delle modifiche intervenute nel corso del tempo. Rese eloquenti nelle loro stratificazioni storiche e nella ricchezza delle relazioni sistemiche che le legano al territorio, incontriamo ville, cioè residenze di campagna del ceto nobile, cascine, centri di produzione e trasformazione dei prodotti agricoli provenienti dai terreni collegati, borghi rurali, fontanili, boschi e luoghi di sosta per carrettieri; tutti elementi che hanno segnato per secoli, il territorio colognese, disegnandolo sia dal lato paesaggistico sia come nuclei originari di un ininterotto processo di antropizzazione e urbanizzazione. Frutto di una ampia e accurata ricerca documentale condotta sul campo come tra gli archivi storici, il lavoro è arricchito da un imprescindibile corredo iconografico, quasi sempre originale. La qualità scientifica di questo lavoro, che nulla ha perduto del suo interesse a vent’anni dalla sua redazione, mette dunque in luce i profondi legami urbanistici, come sociali ed economici, impliciti nella cartografia dei luoghi storici; noi sappiamo che sono questi legami che vanno a formare quel nucleo di specificità e identità che chiamiamo contesto culturale locale. Per questo la biblioteca civica ha ritenuto utile pubblicare l’opera nella speranza che possa nutrire, con la sua passione per il nostro passato, un maggior rispetto per le vestigia di un mondo sì scomparso ma non morto, un passato capace di potenti suggestioni che attendono solo di essere evocate. Fonti per la storia del territorio di Cologno e dei suoi nuclei insediativi La bibliografia specifica sul territorio di Cologno Monzese non è ricca di voci, anche se sul nucleo storico esistono alcuni contributi, seppur di valore scientifico disuguale e di carattere descrittivo e divulgativo(1). In particolare, ricordiamo le pubblicazioni degli storici locali Giuseppe Severi e Luciano Mandelli e la monografia su S. Maurizio al Lambro(2). Un’approfondita e documentata ricerca sul territorio di Cologno nei secoli IX-XII, realizzata da Gabriella Rossetti(3) e pubblicata nel 1968, è divenuta una preziosa fonte di notizie per tutti gli studi successivi, anche per i rimandi bibliografici ed alle fonti. Sulle ville del nucleo storico, ricordiamo il testo di Santino Langè(4) preziosa catalogazione della tipologia nel Milanese. Le residenze signorili di Cologno meriterebbero peraltro uno studio specifico ed approfondito sulla base della documentazione conservata negli archivi delle famiglie cui appartennero. Più ricca è la bibliografia relativa agli edifici sacri ed, in particolare, a S.Giuliano su cui il Caligaris ha steso un dettagliato profilo storico-critico pubblicato in "Arte cristiana” (1974) (5). Lo spoglio delle Visite pastorali della Pieve di Monza, di cui Cologno faceva parte, conservate presso l’Archivio di Curia Arcivescovile di Milano hanno fornito interessanti indicazioni sugli edifici sacri e gli oratori delle cascine. Di grande interesse si è rivelata la Visita pastorale effettuata dall’arcivescovo Carlo Borromeo (1572) da cui emergono numerose precisazioni non solo sull’edilizia religiosa, ma anche su famiglie che ricoprirono un ruolo fondamentale nella storia locale, come i Besozzi, sul numero degli abitanti e le loro occupazioni, sulle festività tradizionali. La ricerca è stata condotta, in massima parte, su fonti documentarie. Per la lettura del territorio nel suo divenire storico si è rivelato di notevole portata il materiale catastale conservato presso l’Archivio di Stato di Milano. Le complesse operazioni catastali intraprese all’inizio del secolo XVIII si possono ricostruire attraverso il fondo Censo(6) che fornisce diverse informazioni relative a proprietà e qualità dei terreni. Imprescindibile ai fini dello studio delle trasformazioni territoriali diviene l’analisi delle mappe catastali, ad iniziare da quelle di Carlo VI redatte tra il 1721 ed il 1724 per l’intero Stato di Milano con la stesura degli Originali di campagna in scala 1: 2000 (7). Va ricordato che l’attuale territorio comunale è costituito dall’aggregazione a Cologno Monzese di Malnido con Bettolino Freddo, avvenuta nel 1871 scorporandoli da Moncucco, e di S. Giuliano Monzese, sino al 1841 comune autonomo. La documentazione catastale va quindi ricercata sulla base del comune di appartenenza storica. Ma vediamo di fornire le indicazioni di base, sia storiche che tecniche, necessarie a chiarire il metodo d’indagine utilizzato, onde orientare chi volesse approfondire le indagini. Il "nuovo Censimento” dell’intero Stato di Milano avviato nel 1718 da Carlo VI fu sicuramente la più illuminata tra le riforme promosse dagli Asburgo per le grosse trasformazioni che determinò in Lombardia a livello economico. L’indicazione di nuovo attribuita al censimento è un chiaro riferimento al cinquecentesco estimo promosso da Carlo V con cui fu messo in un rapporto d’ideale continuità storica. Dopo l’annessione della Lombardia allo stato asburgico (1714), si ritenne indispensabile fare chiarezza sulle sue possibilità contributive nell’ambito di un’ampia revisione della politica fiscale tesa ad una più equa ripartizione dei carichi tributari(8). La prima operazione fu l’attento vaglio delle esenzioni concesse dai precedenti governi a nobili ed ecclesiastici sulla base di antichi diritti, spesso neppure verificabili. Si iniziò quindi con l’obbligo di notifica di tutti i beni (terreni, fabbricati e rendite) nel luogo ove erano localizzati(9). Le dichiarazioni dei proprietari, effettuate nel 1719, furono il primo passo nel rilevamento della morfologia di un territorio che venne poi visualizzata nelle mappe catastali, la prima rappresentazione grafica su basi scientifiche del territorio milanese. Fu un matematico, Gian Giacomo Marinoni, ad elaborare l’innovativo sistema di rilevamento e misurazione dei terreni che, avvalendosi del nuovo strumento tecnico della tavoletta pretoriana, consentì di portare a termine le operazioni su ogni tipo di terreno in tempi estremamente ridotti e senza arrecare danni alle colture(10). Quale unità di misura venne adottato il trabucco milanese (2,611 metri), il più diffuso ed unificato, estendendolo all’intero Stato, mentre la pertica milanese (654,517 mq.) suddivisa in 24 tavole divenne l’unità di superficie. Negli Originali di campagna il rilevamento planimetrico è eseguito su un unico foglio con una grafia sintetica, ma con una ricchezza di particolari che non sempre si ritenne utile trasporre nelle mappe copia in fogli componibili con l’individuazione delle differenti colture mediante simboli grafici variamente acquerellati. Un numero progressivo contrassegna le diverse particelle catastali di cui, nel sommarione a margine, sono indicati: il nominativo del proprietario, con la precisazione della classe sociale di appartenenza, la qualità della coltura, la sua estensione in pertiche e la relativa rendita censuaria. Le mappe copia, denominate di Carlo VI, sono conservate nel fondo omonimo dell’Archivio di Stato di Milano. Quella relativa all’antico territorio di Cologno Monzese(11), datata 1721, è costituita da 10 fogli componibili e porta, al foglio III, la seguente dicitura: Mappa del Territorio di Collogno Corte di Monza, fatta e dissegnata in dieci foglii, in occasione della misura Generale dello Stato di Milano da me Giò. Pietro Pozzo. Principiata detta misura li 8 luglio terminata li 30 detto anno 1721. La mappa di Carlo VI relativa al territorio di Malnido (ora S. Maurizio al Lambro) (12) venne stesa l’anno successivo in 6 fogli e riporta al foglio IV la seguente dicitura: Territorio della Comunità di Malnido Corte di Monza. Tutta appartenente al capitolo di S.n Giò. di Monza fatta in occasione della Misura Generale del nuovo censimento dello Stato di Milano da mè H. Onneken Geometra della C.R.G. principiata il giorno 19 Genaro e terminata il giorno 27 del medesimo mese. Coll’assistenza di Giovanni Como Console, Ambrogio Colombo, Antonio Berna, Baldassare Valentino, e Giac.ino Barbante. ANNO MDCCXXII. S.Giuliano venne rilevato nel 1721 e trasportato in una mappa copia(13) in 4 fogli sul primo dei quali è posta la seguente dicitura: Territorio di S.to Giuliano, e Cava Rossa, Corte di Monza, Misurata dal Gieometra Giò. Pietro Pozzo, in Occasione della Misura Gienerale dello Stato di Milano, Principata li 31 Luglio, è terminata li 6 Agosto, 1721 con l’asistenza, delli Infrascritti Omini cioè Pietro Sormano, Carlo Zappa, Felice Boseto, Carlo Giardino, Filippo Canegrate, è copiata Dalli Disegnatori Claudio Paleari, è Gierolamo Cornegliano. I dati forniti in questa prima fase di elaborazione catastale, peraltro fonte storica di grande portata, manifestano alcune carenze determinate dall’obiettivo prettamente fiscale dell’operazione. I fabbricati non vennero censiti in quanto non soggetti a carico fiscale; sono comunque delineati in mappa in modo spesso approssimativo e senza alcun riferimento nei sommarioni a margine. La lacuna fu colmata solo trent’anni più tardi, nel 1751(14), con la compilazione delle Tavole del Nuovo Estimo approvate nel 1755(15). Con una