Studio dott. geol. Davide Seravalli

Regione Autonoma Provincia di Comune di

MICROZONAZIONE SISMICA DI PRIMO LIVELLO – MS01 RELAZIONE ILLUSTRATIVA COMUNE DI TRASAGHIS

Dott. Geol. Davide Seravalli

Collaborazione Dott. Geol. Glenda Nicola

COMMITTENTE: Comune di Trasaghis

Studio dott. geol. Davide Seravalli Via Vegliato,15 - 33013 (UD) Tel.: 347/5026083 e-mail: [email protected] 1

SOMMARIO

1. INTRODUZIONE ...... 3 1.1 Descrizione dell’area di studio ...... 7 1.2 Definizione della cartografia di base ...... 10 2. DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE E DEGLI EVENTI DI RIFERIMENTO ...... 12 2.1 Pericolosità sismica ...... 12 2.2 Sorgenti sismogenetiche ...... 14 2.3 Storia sismica di Trasaghis ...... 17 2.4 Faglie capaci ...... 22 3. ASSETTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL’AREA ...... 28 3.1 Inquadramento geomorfologico ...... 28 3.2 Fenomeni franosi ...... 29 3.3 Pericolosità idraulica ...... 32 3.4 Cavità ...... 37 3.5 Inquadramento litostratigrafico ...... 38 3.6 Inquadramento strutturale ...... 45 4. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI ...... 47 5. MODELLO DEL SOTTOSUOLO ...... 53 6. INTERPRETAZIONI ED INCERTEZZE ...... 59 7. METODOLOGIE DI ELABORAZIONE E RISULTATI ...... 60 8. ELABORATI CARTOGRAFICI ...... 61 9. CONFRONTO CON LA DISTRIBUZIONE DI DANNI PER EVENTI PASSATI ...... 69 10. BIBLIOGRAFIA ...... 72

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1. INTRODUZIONE

In data 25.08.2015 il sottoscritto Dott. Geol. Davide Seravalli è stato incaricato dal Comune di Trasaghis (UD), rappresentato dal responsabile del servizio tecnico nella persona di Marcuzzi p.i. Gianni, di effettuare lo studio di Microzonazione Sismica di I livello per il suddetto comune.

La presente Relazione Illustrativa ha come obiettivo quello di descrivere i risultati e la scelte effettuate durante lo studio di Microzonazione Sismica eseguito per il comune oggetto del presente studio.

Per Microzonazione Sismica (MS) si intende la valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo. In sostanza la MS individua e caratterizza le zone stabili, stabili suscettibili di amplificazione locale del moto sismico e le zone suscettibili di instabilità. Gli studi di Microzonazione Sismica hanno l’obiettivo di riconoscere ad una scala sufficientemente grande, comunale o subcomunale, le condizioni locali che possono modificare sensibilmente caratteristiche del moto sismico atteso o possono produrre deformazioni permanenti rilevanti per le costruzioni e le infrastrutture.

Come riportato negli Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica (ICMS) del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (2008) il livello I rappresenta uno studio propedeutico e obbligatorio per affrontare i successivi livelli II e III e consiste nella raccolta organica e ragionata dei dati di natura geologica, geotecnica e geofisica e delle informazioni preesistenti e/o realizzate ex novo, al fine di pervenire alla costruzione del prodotto finale rappresentato dalla carta delle Microzone Omogenee in Prospettiva Sismica (MOPS). Con lo studio di MS di livello I quindi, il territorio comunale risulterà suddiviso nelle seguenti microzone: • ‘Zone stabili’, nelle quali non si prevedono effetti locali rilevanti di alcuna natura, si tratta di aree con substrato geologico affiorante con morfologia pianeggiante o nel caso di pendii con inclinazione minore di circa 15°; • ‘Zone stabili suscettibili di amplificazioni locali’, nelle quali si attendono fenomeni di amplificazione del moto sismico a causa dell’assetto litostratigrafico del terreno e/o geomorfologico superficiale o profondo; • ‘Zone suscettibili di instabilità’, nelle quali gli effetti indotti dal sisma sono riconducibili a deformazioni permanenti del terreno. I principali tipi di instabilità sono riconducibili ad instabilità di versante, liquefazione,faglie attive e capaci e cedimenti differenziali.

A livello Nazionale e Regionale i riferimenti normativi e tecnici che disciplinano la materia sono i seguenti: • Legge 02.02. 1974, n. 64, Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche. • Legge 10.12.1981, n. 741, Ulteriori norme per l’accelerazione delle procedure per l’esecuzione di opere pubbliche. • Decreto del Ministro del Lavori Pubblici 11.03.1988, Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. 3

• Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 16.01.1996, Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20.03.2003, n. 3274, Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. • Decreto di Giunta regionale n. 2325 del 01.08.2003, Recepimento dell’OPCM n. 3274 del 20.03.2003 in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3431 del 03.05.2005: Ulteriori modifiche ed integrazioni all’OPCM n. 3274 del 20.03.2003 recante ‘Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica’. • Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28.04.2006: Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone. • D.M. 14.01.2008: Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni. • Delibera di Giunta Regionale n. 845 del 06.05.2010: Classificazione sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia – Allegato 1.

Parte integrante dello studio di MS è l’analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE). Essa corrisponde alla condizione per la quale un insediamento urbano, a seguito di un evento sismico, può subire danni fisici e funzionali tali da portare all’interruzione di quasi tutte le funzioni urbane, ma conserva comunque la funzionalità della gran parte delle funzioni strategiche per l’emergenza e la loro connessione ed accessibilità rispetto al contesto territoriale limitrofo. L’analisi della CLE dell’insediamento urbano viene effettuata utilizzando la modulistica predisposta dalla Commissione Tecnica di cui all’articolo 5 commi 7 e 8 dell’ O.P.C.M 3907/2010 ed emanata con apposito decreto del Capo della Protezione Civile. Tale analisi comporta: • Individuazione di aree ed edifici che garantiscono le funzioni strategiche per l’emergenza; • L’individuazione delle infrastrutture di accessibilità e connessione con il contesto territoriale, degli edifici e delle aree strategiche ed eventuali elementi critici; • L’individuazione degli aggregati strutturali e delle singole unità strutturali che possono interferire con le infrastrutture di accessibilità e di connessione con il contesto territoriale (art.18 O.P.C.M. 4007/2012).

L’ analisi della CLE per il comune di Trasaghisè stata redatta dall’Arch. Massimo Venturini. Essa ha premesso la produzione di una cartografia composta da 5 carte rappresentanti l’Analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE), in particolare è stata realizzata una carta di inquadramento generale in scala 1:10000, e 4 stralci di dettaglio in scala 1:2000 o 1:1500 che permettono la visione più dettagliata delle aree e degli edifici per l’analisi della CLE.

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Lo studio e le indagini geofisiche sono stati condotti seguendo gli “Indirizzi e criteri per la Microzonazione Sismica” – Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, Roma, 2008 e gli “Standard di rappresentazione e archiviazione informatica - Microzonazione sismica” - Commissione tecnica per la microzonazione sismica (articolo 5, comma 7 dell’OPCM 13 novembre 2010, n. 3907, OPCM 4007/2012), Versione 3.0 – Roma, ottobre 2013.

Come già indicato nella relazione presentata alla Commissione Tecnica Regionale nel mese di ottobre 2015 la delimitazione delle aree entro cui è stato eseguito lo studio di MS ha tenuto conto delle zone escluse ai sensi dei commi 4 e 5 dell’articolo 5 dell’OPCM 3907 del 13 novembre 2010.

La perimetrazione ha portato all’individuazione di un’area piuttosto articolata (vedi figura riportata a pagina successiva) la quale comprende le aree urbanizzate e le infrastrutture che mettono in comunicazione sia i centri urbani fra loro, sia le strutture finalizzate alla gestione dell’emergenza nonché il sistema di accessibilità rispetto al contesto territoriale limitrofo. Tutte le principali frazioni di cui è costituito il Comune sono state oggetto di studio, ed in particolare esse sono: Alesso, Oncedis, Avasinis, Peonis, Braulins ed il capoluogo Trasaghis.

La perimetrazione comprende gli agglomerati urbani (zone abitative, aree edificate, zone produttive industriali e artigianali, zone di possibile espansione legata al turismo e zone per servizi e attrezzature collettive), verde agricolo nello stretto intorno degli abitati e buona parte delle infrastrutture e della viabilità presente sul territorio comunale. In alcuni settori si è scelto di perimetrare un’area più ampia di quella su cui si esprime il piano urbanistico in quanto si ritiene importante dare un senso geologico alla perimetrazione.

E stata inserita all’interno dello studio di Microzonazione sismica anche un edificio ricadente all’interno del SIC ‘Valle del Medio Tagliamento’ in quanto molto vicina all’agglomerato urbano di Avasinis.

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1.1 Descrizione dell’area di studio

Il comune di Trasaghis si estende tra le Prealpi Carniche e l’anfiteatro morenico del Tagliamento nella media e bassa Val del Lago. Esso confina a nord con il comune di , ad est con i comuni di , Gemona del Friuli e e ad ovest con i comuni di Vito d’Asio e Forgaria del Friuli, con il cui comune confina anche a sud. Le cinque frazioni che lo costituiscono sono: Alesso, Avasinis, Braulins, Oncedis e Peonis insieme al capoluogo: Trasaghis. Esse sorgono sul fondovalle anche se un’ampia porzione del territorio comunale risulta essere montuosa; la superficie complessiva occupata dal territorio comunale è di circa 78 kmq. I dati pubblicati sul sito internet ufficiale indicano che la popolazione residente è composto da 2490 abitanti.

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Di seguito sono stati inseriti degli stralci della carta Tabacco in scala 1:25000 del territorio comunale.

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1.2 Definizione della cartografia di base

La cartografia di base utilizzata come base cartografica per la redazione del presente studio è consistita nell’utilizzo della Carta Tecnica Regionale Numerica alla scala 1:5000, scaricabile dal sito http://irdat.regione.fvg.it/CTRN/ricerca- cartografia/ . Sono stati utilizzati i File DXF EPSG3045, file dxf relativi alla Carta Tecnica Regionale Numerica nel nuovo sistema geodetico nazionale ETRS89-TM33n e file GeoTIFF ETRS-89/ETRS89-TM33 (EPGS3045) relativi alla Carta Tecnica Regionale Numerica nel nuovo sistema geodetico nazionale ETRS89-TM33n ottenuti da stampa raster della carta vettoriale. Il DTM passo 10m e 1m EPGS3004, grigliato ascii in formato ARC/INFO ASCII GRID a passo 10m e 1m fornito nel sistema di proiezione originario Gauss Boaga fuso EST è stato utilizzato per la realizzazione di un modello digitale del terreno che ha permesso di valutare la morfologia e le pendenze che caratterizzano l’area in esame. La cartografia geologica di riferimento è stata il Foglio 049 Gemona (banca dati originale restituita alla scala 1:10.000 in coordinate chilometriche Gauss-Boaga, fuso Est) comprensivo delle note illustrative.

ELENCO DEGLI ARCHIVI CONSULTATI: Cartografia di base: • Carta tecnica regionale numerica CTRN Cartografia geologica: • Foglio 049 Gemona (banca dati originale restituita alla scala 1:10.000 in coordinate chilometriche Gauss- Boaga, fuso Est); • Dati del progetto Carta Geologico Tecnica (CGT), banca dati originale restituita alla scala 1:5.000 in coordinate chilometriche Gauss-Boaga, fuso Est; • Dati del Catasto frane regionale (banca dati originale restituita alla scala 1:5.000 in coordinate chilometriche Gauss-Boaga, fuso Est); • Carta della pericolosità geologica – Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino Idrografico del fiume Tagliamento; • Carta della pericolosità idraulica – Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino Idrografico del fiume Tagliamento;

Altra documentazione reperita: • Relazione geomorfologicaai fini del nuovo PRGC (1993); • Relazione geomorfologica integrativa ai fini del nuovo PRGC (1993); • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°1 al PRGC; • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°5 al PRGC; • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°7 al PRGC; • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°8 al PRGC; 10

• Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°9 al PRGC; • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°13 al PRGC; • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°16 al PRGC; • Relazione geomorfologica ai fini della Variante n°18 al PRGC; • Indagine geologico sismica del territorio comunale di Trasaghis. • Studio geologico in prospettiva sismica del territorio / Federico Sgobino. comunità montana del Gemonese, 1982. – da cui sono state tratte informazioni geologiche di carattere generale nonché la stratigrafia di sondaggi meccanici; • Banca dati I.F.F.I. - Inventario dei fenomeni franosi in Italia; • Stratigrafie informatizzate della pubblicazione “Regione Autonoma Friuli - Venezia Giulia, (1990), Catasto regionale dei pozzi per acqua e delle perforazioni eseguite nelle alluvioni quaternarie e nei depositi sciolti del Friuli-Venezia Giulia, R.A.F.-V.G., Dir. Reg. Ambiente, , 7 vol. (banca dati originale restituita alla scala 1:5.000 in coordinate chilometriche Gauss-Boaga, fuso Est); • E’ stata inoltrata alla Protezione Civile Regionale, la richiesta di consultazione delle relazioni geologiche ed indagini eseguite sul territorio comunale.

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2. DEFINIZIONE DELLA PERICOLOSITA’ DI BASE E DEGLI EVENTI DI RIFERIMENTO

2.1 Pericolosità sismica In riferimento alla nuova classificazione sismica del territorio del Friuli Venezia Giulia (D.G.R. 845/2010), il Comune di Trasaghis è stato compreso tra le zone sismiche “Zona 1 ad alta sismicità”. Sul sito dell’INGV è stato possibile visualizzare e interrogare mappe probabilistiche della pericolosità sismica del territorio nazionale, espressa con diversi parametri dello scuotimento su una griglia regolare a passo 0.05°. Qui di seguito sono riportati i grafici relativi al nodo centrato all’interno del Comune di Trasaghis.

Mappe interattive di pericolosità sismica – Valore di a(g) per il Comune di Trasaghis (da sito INGV)

Le mappe riportano due parametri dello scuotimento: a(g) (accelerazione orizzontale massima del suolo, come definita dall'OPCM 3519/2006, corrispondente a quella che in ambito internazionale viene chiamata PGA) e Se(T) (Spettro di risposta Elastico in funzione del periodo T, in accelerazione). Le mappe in a(g) sono state calcolate per differenti probabilità di superamento in 50 anni (in totale 9 mappe con probabilità di eccedenza in 50 anni, dal 2% all'81%). Per il Comune di Trasaghis il valore di a(g) calcolato per una probabilità di superamento del 10% in 50 anni è compreso tra 0.250g e 0.275g (Fig.1).

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L'analisi della disaggregazione dei valori di a(g) riporta, per ogni nodo della griglia di calcolo, la valutazione del contributo percentuale alla stima di pericolosità fornito da tutte le possibili coppie di valori di magnitudo e distanza; questo tipo di analisi è utile nell'individuazione della sorgente sismogenetica che contribuisce maggiormente a produrre il valore di scuotimento stimato in termini probabilistici ed è utile in analisi di microzonazione. Per il Comune di Trasaghis si osserva che il maggior contributo percentuale alla pericolosità dell’area è dato da sorgenti sismogenetiche poste entro i 10 km di distanza dal nodo di riferimento e capaci di dar luogo a terremoti con magnitudo superiore a 4.5 (Fig.2).

Mappe interattive di pericolosità sismica – Grafico e tabella dei valori di disaggregazione per il Comune di Trasaghis (da sito INGV)

Le mappe in Se(T) sono state pure calcolate per differenti probabilità di superamento in 50 anni (in totale 9 mappe con probabilità di eccedenza in 50 anni, dal 2% all'81%) e per differenti periodi (in totale 10, da 0.1 a 2 secondi).

Mappe interattive di pericolosità sismica – Valore di Se(T) per il Comune di Trasaghis 13

Dalla mappa in Se(T) è possibile ricavare i cosiddetti UHS (UniformHazardSpectra = Spettri a Pericolosità Uniforme) per le diverse probabilità di eccedenza in 50 anni (Fig.4).

Mappe di pericolosità sismica – Spettri a pericolosità uniforme per il Comune di Trasaghis

2.2 Sorgenti sismogenetiche La zonazione sismica del territorio nazionale, che identifica le zone sorgente a caratteristiche sismiche omogenee, elaborata da INGV (2004), attribuisce l’ambito comunale di Trasaghis alla zona sismogenetica 905 (fig. 5), caratterizzata da strutture a pieghe sud-vergenti del Sudalpino orientale e faglie inverse associate (Zanferrari et al., 1982; Slejko et al. – fig. 13 -, 1989; Valsenise e Pantosti, 2001; Peruzza et al., 2002; Galadini et al., 2002) e, nelle aree ad est del confine friulano, da faglie trascorrenti destre con direzione NW – SE (trend dinarico) (es. Bernardis et al., 2000; Bajc et al., 2001; Vrabec, 2001).

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Zonazione sismogenetica dell’Italia settentrionale

La zona 905 comprende tutta la fascia prealpina veneto–friulana dalla faglia Schio–Vicenza fino al confine italo–sloveno. In generale la zona 905 si caratterizza per una sismicità di grado superiore sia per frequenza che per magnitudo degli eventi rispetto alle aree limitrofe del Sudalpino a causa del movimento della placca Adriatica verso NW contro la zolla Europea sotto l’effetto della spinta della zolla Africana. Il movimento tuttora in atto ha provocato un sensibile raccorciamento e ispessimento crostale, in particolare nell’area friulana, con formazione di faglie subverticali e sovrascorrimenti a basso angolo con piani immergenti generalmente a Nord e con direzione E–W.

All’interno della zona 905 il DISS (Database of IndividualSeismogenic Sources,2004) evidenzia la presenza di numerose potenziali sorgenti sismogeniche in grado di generare terremoti con Magnitudo superiore a 5.5 nella fascia prealpina (Fig. 6).

Sorgenti sismogenetiche individuali (box gialle) e composite (fasce arancioni) che attraversano la regione FVG nella fascia prealpina

Le sorgenti sismogeniche si suddividono in due categorie: • individuali, rappresentazioni tridimensionali semplificate di un piano di faglia rettangolare, all’interno delle quali si assume un determinato comportamento in termini di magnitudo attesa; • composite, rappresentazioni tridimensionali semplificate di una faglia crostale contenente un numero imprecisato di sorgenti sismogeniche non identificabili, che non sono associate ad uno specifico tipo di terremoti.

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All’interno del territorio comunale di Trasaghis si osserva la presenza di 4 sorgenti sismogeniche, la cui ubicazione con la scheda tecnica relativa alle caratteristiche parametriche di ognuna di esse, sono riportate di seguito: • sorgente individuale ITIS120 – Gemona South • sorgente composita ITCS064 – Tramonti-Montemaggiore • sorgente composita ITCS061 – Trasaghis- • sorgente composita ITCS066 – Gemona-

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2.3 Storia sismica di Trasaghis Il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani ( M. Locati, R. Camassi e M. Stucchi (eds.), 2011. DBMI11, the 2011 version of the Italian Macroseismic Database. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11. DOI: 10.6092/INGV.IT-DBMI11 ), messo a disposizione online dall’INGV, ha consentito di studiare la sismicità storica del Comune di Trasaghis. All’interno del catalogo è possibile infatti selezionare la storia sismica delle località italiane presenti almeno tre volte in DBMI11 (periodo storico 1000-2006 D.C.). Per la località di Trasaghis vengono evidenziati 19 eventi di riferimento con intensità epicentrale uguale o superiore a 4- 5 a partire dall’anno 1892.

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Legenda: I [MCS] = Intensità al sito (NF = NotFelt) Ax = Denominazione dell’area con maggiori effetti NP = Numero di osservazioni macrosismiche del terremoto Io = Intensità epicentrale [MCS] Mw = Magnitudo da momento

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Nel catalogo è presente anche la storia sismica di altre tre località comprese nel territorio comunale di Trasaghis: Alesso, Braulins, Peonis.

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Per il sito di Trasaghis, come per le altre località comunali, si osserva che la massima intensità è stata registrata in occasione del terremoto avvenuto in Friuli il 6 maggio 1976. Dalla consultazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI11 ( A. Rovida, R. Camassi, P. Gasperini e M. Stucchi (a cura di), 2011. CPTI11, la versione 2011 del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI, DOI: 10.6092/INGV.IT- CPTI11) è stato possibile indicare le intensità registrate in occasione di questo evento per tutte le località del Comune di Trasaghis (Fig.7):

• I [MCS] = 9-10 per Trasaghis; • I [MCS] = 9 per Peonis; • I [MCS] = 8-9 per Alesso; • I [MCS] = 8-9 per Braulins; • I [MCS] = 7-8 per Avasinis;

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Intensità registrate (scala MCS) in occasione dell’evento del 6 maggio 1976 (da sito INGV – DBMI11 e CPTI11)

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2.4 Faglie capaci La stima della pericolosità legata ai terremoti ed alla fagliazione superficiale è un tema molto importante, specialmente in aree densamente popolate ed industrializzate come il territorio italiano. Di conseguenza la conoscenza approfondita e la corretta collocazione delle faglie capaci assume un ruolo chiave per la mitigazione del rischio. A questo scopo, il Servizio Geologico d’Italia - ISPRA ha sviluppato il progetto ITHACA (ITalyHAzard from CApablefaults), un database creato per la raccolta e la facile consultazione di tutte le informazioni disponibili riguardo le strutture tettoniche attive in Italia (Fig. 8), con particolare attenzione ai processi tettonici che potrebbero generare rischi naturali. Il progetto si occupa in modo particolare delle faglie capaci, definite come faglie che potenzialmente possono creare deformazione in superficie.

Faglie potenzialmente capaci all’interno del territorio nazionale (immagini tratte da Portale Servizio Geologico d’Italia – ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA ).

All’interno del Comune di Trasaghis sono state osservate cinque faglie potenzialmente capaci (Fig.9): • Faglia “Braulins” (Inversa); • Faglia “Trecorni” (Inversa); • Faglia “Monte Covria” (Inversa); • Faglia “Osoppo-Cavazzo” (Normale); • Faglia “Valle di Bosco-Trasaglus4” (Inversa);

Faglie potenzialmente capaci all’interno del territorio comunale di Trasaghis (immagini tratte da Portale Servizio Geologico d’Italia – ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA).

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Qui di seguito (Figg.10, 11, 12, 13, 14) vengono riportate le schede tecniche relative alle tre faglie capaci individuate nel Comune di Trasaghis.

Ubicazione e scheda tecnica relativa alla Faglia “Braulins” ( ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA). 23

Ubicazione e scheda tecnica relativa alla Faglia “Trecorni” ( ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA).

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Ubicazione e scheda tecnica relativa alla Faglia “Monte Covria” ( ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA).

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Ubicazione e scheda tecnica relativa alla Faglia “Osoppo-Cavazzo” ( ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA). 26

Scheda tecnica relativa alla Faglia “Valle di Bosco-Trasaglus4” ( ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Progetto ITHACA).

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3. ASSETTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL’AREA

3.1 Inquadramento geomorfologico

Osservando la morfologia di questi luoghi non si può non rimanere stupiti notando l’assenza di un corso d’acqua principale che percorra interamente la valle ed i corsi d’acqua sembrano confluire in una valle la cui origine non è legata alla loro forza erosiva. Questa valle è stata scolpita infatti da un corso d’acqua ben più importante e rappresentato dal fiume Tagliamento come testimoniato da depositi formati da antiche ghiaie riconducibili proprio al suo bacino imbrifero e ubicate poco più a nord e localizzate entro il territorio comunale di Cavazzo Carnico. Il momento di più intenso approfondimento della valle può essere ricondotto al periodo del Messiniano, quando i movimenti tettonici in atto produssero la temporanea chiusura del bacino del Mediterraneo. L’evaporazione conseguente fu causa dell’abbassamento del livello di base di tutti gli affluenti producendo di conseguenza una fase erosiva che si propagò verso monte fino a giungere alla catena alpina ancora in fase di formazione. Stime effettuate quantificano l’approfondimento della Val del Lago in più di 100 m. Prima di questo periodo la valle scendeva verso Sella Chiampon, Sella Chianzutan prolungandosi poi lungo la valle del torrente Faeit ed imboccando infine la Val del Lago. Al termine di questo periodo la conca del Mediterraneo tornò a riempirsi d’acqua ed il nuovo livello di base x i fiumi si stabilizzo all’altezza di Osoppo-Brulins. Tagliamento e Fella avevano qui la loro foci, gradatamente cominciarono ad estendere i loro delta verso il mare, formando l’inizio di quella che sarà poi la Pianura Friulana. Il sollevamento produsse una fase di intenso alluvionamento. Nel periodo successivo, la presenza dei ghiacciai in questa zona modificò di molto l’aspetto del paesaggio in quanto il loro effetto erosivo era di elevata intensità. A questo periodo viene fatto risalire lo smantellamento della dorsale montuosa che univa il M.te San Simeone e il M.te Amariana, che produsse la deviazione del Tagliamento e la confluenza con il fiume Fella si stabilizzo nella posizione attuale. La Val del Lago divenne da allora un tratto vallivo abbandonato dal fiume che lo aveva generato. La deposizione dell’anfiteatro morenico e la demolizione della dorsale di Cimano determinarono lo spostamento del fiume Tagliamento verso il percorso attuale (passante per la stretta di Pinzano). Al ritiro del ghiacciaio esso dovette costruire un enorme sbarramento naturale al flusso delle acque. Si formò in questo modo un vasto bacino lacustre che estendeva verso nord due appendici: fino a Somplago da un lato e dall’altro. Ora, dopo circa 10.000 anni dal ritiro definitivo del ghiacciaio, il trasporto solido dei fiumi principali e dei loro affluenti lo hanno quasi completamente colmato, ma nella zona più protetta dalle alluvioni sopravvive ancora un lembo marginale rappresentato dal lago di Cavazzo, mentre più a sud, nei dintorni di Avasinis, si rinvengono ancora zone paludose di recente colmamento. La piana di Avasinis un tempo era occupata da una vasta palude; tale ambiente si era generato a causa della difficoltà dei deflussi in direzione del Fiume Tagliameto dato che le alluvioni di quest’ultimo risalgono per breve tratto la Val del Lago, sbarrando le alluvioni del Palar dirette in direzione opposta.

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Solamente agli inizi del secolo scorso l’area fu oggetto di bonifica idraulica e recuperata all’agricoltura, tramite la realizzazione di due canali di sgrondo, che lavorano per gravità, e confluenti nel Torrente Melò. La falda in questa zona persiste in vicinanza della superficie topografica. Sempre di origine glaciale, anche se di dimensione più ridotte e ormai quasi del tutto estinti o allo stadio di torbiera sono la Palude Vuarbis e la Palude das Fontanas nei pressi di Cavazzo.

Il lago di Cavazzo è, per estensione, il maggiore tra i bacini lacustri di origine naturale del Friuli. Esso occupa una valle delimitata a occidente dai colli Povoleit (332m), Band (350m) e Ceregnons (576m), sovrastati dal monte Sompalis (1126m); a oriente dal monte Festa (1055m) e dal Naruvint(939m), cima quest’ultima appartenente al complesso Naruvint-Brancot. A nord una soglia rocciosa su cui giace il paese di Mena, separa il lago dalla Valle del Tagliamento, mentre a sud esso è delimitato da una piana creata dalle alluvioni del Rio da Cout e del Torrente Palar. Alla formazione del letto lacustre non è risultata probabilmente del tutto estranea l’azione tettonica ma il solco entro cui giace il lago è in massima parte dovuta all’erosione del paleo Tagliamento; determinante fu poi il ruolo del ghiacciaio tilaventino che impedì il colmamento del bacino da parte delle alluvioni e lo ampliò e scavò ulteriormente per esarazione. I torrenti che alimentano il lago, tutti dal percorso assai ripido e breve sono per la maggior parte dell’anno asciutti e solamente durante i periodi di maggior piovosità intensa riversano le loro acque nel lago. Sulla sponda orientale si immettono, a partire da nord, il rio Albin, rio des Cuardis, rio di Cueste, rio di Forcule e rio da Cloupe; sulla sponda opposta giungono il rio dal Band , rio Cruzo e rio da Cout. L’unico immissario con apporto d’acqua perenne è il rio Schiasazza che convoglia nell’estremità nord del lago le acque provenienti dal terrazzo di Cesclans-Mena-Somplago e altre raccolte da rii che scendono dal monte Faeit. Anche il torrente Palar fu affluente del lago fino a colmare l’estremità meridionale. Il bacino imbrifero che fa capo al lago ha una superficie di circa 21kmq. Nonostante questa sia una delle regioni più piovose d’Italia, fino a metà degli anni 50 il lago non ebbe un emissario permanente: oltre che per evaporazione, l’acqua probabilmente defluiva per infiltrazione attraverso la riva sud-ovest, costituita da un materasso ghiaioso alluvionale. Solo in occasione delle grandi piene primaverili e autunnali funzionava un canale emissario, che il resto dell’anno era asciutto. Attualmente le acque del lago defluiscono verso valle attraverso un emissario artificiale, con un tratto realizzato in galleria, realizzato a seguito dalla messa in funzione della centrale idroelettrica di Somplago.

3.2 Fenomeni franosi

Il territorio comunale è ampiamente interessato da fenomeni franosi, in particolare nelle aree limitrofe a quelle urbanizzate e sulla viabilità sono state rilevate e cartografate dalle autorità competenti, aree con crolli e ribaltamenti diffusi e aree con frane superficiali diffuse, quiescenti e/o attive.

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Di seguito alcuni estratti del PAI rappresentanti le aree comprese e/o limitrofe a quelle oggetto del presente studio di MS. Le carte della pericolosità geologica del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Tagliamento, redatte dall’Autorità di bacino del fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta- Bacchiglione, che interessano il territorio comunale di Trasaghis sono in numero di 5 (da Tavola 1di 5 a 5 di 5).

Pericolosità geologica nell’intorno dell’area del Lago dei 3 Comuni, abitato di Alesso e Avasinis

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Pericolosità geologica nell’intorno degli abitati di Avasinis, Trasaghis e Braulins

Pericolosità geologica nell’ intorno dell’abitato di Peonis

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In occasione del terremoto del 1976 le strutture maggiormente danneggiate da movimenti franosi sono state (tratto da Studio geologico in prospettiva sismica del territorio – Sgobino; 1982): • una borgata intera dell’abitato di Braulins distrutta dai massi;

Foto archivio Disgam – GEOSITI FVG • la strada Braulins-Bordano, interrotta per massi sulla carreggiata; • un edificio adibito a civile abitazione di Trasaghis che è stato distrutto da un masso di quasi 4mc; • il nuovo tracciato dell’autostrada che è stato superato in due punti da massi del volume unitario anche di 30mc; • il cimitero di Avasinis che ha subito danni sul muro perimetrale per un masso di 2mc; • la strada Avasinis-Trasaghis interrotta per massi sulla carreggiata; • la strada Alesso-Somplago che è stata interrotta per massi sulla carreggiata e franamenti della scarpata di controripa.

3.3 Pericolosità idraulica

Si riporta si seguito la pericolosità idraulica vigente al momento della stesura del presente studio di microzonazione, scaricata dal sito dell’Autorità di Bacino di Venezia:

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Zona Lago dei Tre Comuni Zona da Alesso ed il Leale

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Zona Avasinis

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Zona ad ovest di Trasaghis Zona Braulins

Zona PIP Trasaghis Zona confluenza Leale Tagliamento

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Zona Braulins

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3.4 Cavità

Data la natura dolomitica e calcarea costituente buona parte del substrato roccioso della porzione meridionale della Val del Lago, entro il territorio comunale di Trasaghis si riscontra la presenza di zone carsificate. La ricerca alfanumerica entro il catasto grotte della Regione Friuli Venezia Giulia ha permesso di ritrovare 26 grotte censite e ricadenti all’interno del territorio comunale. Di seguito un estratto della mappa del catasto grotte entro cui si vede l’ubicazione delle stesse. Si può notare come esse siano situate fuori dall’area urbana e quindi anche da quella di Microzonazione Sismica.

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3.5 Inquadramento litostratigrafico

La zona di studio si estende nella media e bassa Val del Lago fino alla sua confluenza con quella del Fiume Tagliamento. La successione stratigrafica delle rocce affioranti e dei depositi plio-quaternari individuabili entro il territorio oggetto di studio può essere in prima istanza riassunta nei seguenti termini: • substrato roccioso costituito in prevalenza da rocce carbonatiche mesozoiche fra le quali predomina la Dolomia Principale; solamente nella parte più meridionale (Peonis) affiora un substrato terziario costituito prevalentemente da rocce di tipo flyschoide (Flysch del Grivò); • depositi quaternari fluvioglaciali costituiti da ghiaie, sabbie e limi variamente commisti e depositi fluviolacustri costituiti da limi organici;

Il territorio indagato ricade all’interno della CARTA GEOLOGICA D’ITALIA in scala 1:50.000 Foglio 049 ‘Gemona del Friuli’ realizzato nell’ambito del progetto CARG. Facendo riferimento alle note illustrative di tale prodotto cartografico le formazioni riconosciute in affioramento nelle aree indagate sono quelle di seguito riportate distinte in depositi plio- quaternari e basamento lapideo:

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Depositi Plio-Quaternari:

UNITA’ UBIQUITARIE (UIN) – Pleistocene sup - Olocene Tali unità litostratigrafiche sono costituite da litofacies per le quali il processo di formazione è slegato dall’evoluzione dei bacini in cui ricadono, in particolare si tratta di: depositi alluvionali, depositi palustri, depositi residuali, depositi di origine mista, brecce di versante. all’interno del territorio comunale di Trasaghis sono state riconosciute le seguenti unità:

Deposito di frana (UIN a 1) Si tratta di diamicton eterogeneo, da monogenico a poligenico in matrice ghiaioso-sabbiosa, pelitica nelle frane in flysch. Caratteristica è la presenza di blocchi anche plurimetrici misti a clasti angolosi e subangolsi di varie dimensioni. La tessitura, nei corpi di frana carbonatici, è clasto sostenuta mentre nei corpi di frana prodottisi nelle litofacies torbiditiche sono a matrice sostenuta con significativa componente marnosa. La cementazione è locale o assente. Gli accumuli sono riconducibili soprattutto a crolli e ribaltamenti, subordinatamente a scorrimenti planari o rotazionali.

Detrito di versante (UIN a3) Diamicton con clasti angolosi, poco addensato, tessitura clasto-sostenuta. Si ritrovano diffusamente lungo le pendici dei versanti rocciosi di tutta la valle.

Depositi palustri (UIN e 3) Si tratta di sabbie, limi e argille, debolmente ghiaiosi, laminati, contenenti torbe. Si trovano nella parte settentrionale del territorio comunale, nella porzione a valle del Lago dei Tre Comuni.

Depositi di origine mista (UIN i) Sono depositi legati alla dinamica di versante ed al trasporto di massa dovuto alle colate di detrito. Sono costituiti da depositi caotici di ghiaie e blocchi con matrice sabbioso-limosa e limi sabbiosi. I depositi sono mal classati e generalmente poco addensati con tessitura variabile da clasto-sostenuta a matrice-sostenuta. I clasti sono angolosi, di dimensione variabile e riconducibili a litologie locali.

UNITA’ SUPERIORE DEI BACINI SECONDARI (BTR) Trattasi di unità informale rappresentante i depositi alluvionali di bacini idrografici di ordine elevato, la cui evoluzione è stata prolungata ed ha risentito in modo diretto o indiretto dei processi (esogeni/endogeni) che hanno interessato la regione. L’unità Superiore dei Bacini Secondari raggruppa i corpi sedimentari formatisi durante e dopo l’ultimo massimo glaciale. Si presenta sotto forma di ghiaie con granulometria ben assortita, miscela di ghiaie e sabbie con addensamento variabile. L’ambiente deposizionale è tipico dei corsi d’acqua a carattere torrentizio. Depositi alluvionali e fluvioglaciali (BTR b)

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Ghiaie sabbiose, clasti subarrotondati, tessitura clasto-sostenuta, grossolanamente stratificate e localmente clino stratificate; sabbie limose debolmente ghiaiose, tessitura matrice-sostenuta; limi sabbiosi massivi.

SINTEMA DEL PO Unità di Torcello (Poi 10b) Ghiaie grossolane subarrotondate, stratificazione da planare a incrociata, matrice sabbiosa, tessitura clasto-sostenuta dell’alveo del Fiume Tagliamento riconosciuti in evoluzione in epoca storica.

Basamento lapideo:

CONGLOMERATO DEL MONTELLO (MON3) Conglomerati da mal classati a classati con ciottoli subangolosi-subarrotondati, in strati spessi, con intercalazioni decimetrico-metriche di arenarie giallastre e localmente di peliti grigie; conglomerati classati, clinostratificati, passanti ad arenarie ed a peliti laminate; localmente, alla base, brecce caotiche a supporto di matrice. Presente a monte dell’abitato di Braulins.

ARENARIA DI PREPLANS (PRP) Arenarie silicee debolmente micacee e glauconitiche, grigiastre, da grossolane a medie, localmente lignifere; conglomerati alluvionali prevalentemente a supporto di clasti, da arrotondati a subarrotondati, a ciottoli di selce, quarzo, carbonati ed areniti ibride; siltiti e marne grigio scure a bivalvi e gasteropodi talora piritizzati. In Val Tremugna nella parte inferiore dell’unità si intercala la Breccia di Peonis: brecce carbonatiche a ciottoli e blocchi, in megastrati caotici, a supporto di clasti e matrie pelitico-arenacea, localmente addentellati ai conglomerati alluvionali. Affiora a monte dell’abitato di Trasaghis.

FLYSCH DEL GRIVO’ (GRI) L’unità è costituita da torbiditi sottili e medio sottili silicoclastiche e ibride, con rapporto arenaria/pelite e spessore dei livelli arenitici variabile; in esse si intercalano megastrati a prevalenti elementi carbonatici talvolta molto potenti, generalmente caratterizzati da un livello di olistostroma alla base. I megastrati carbonatici rappresentano il prodotto di frane sottomarine e dato il loro imponente spessore ed estensione areale sono dei marker stratigrafici isocroni. Sono presenti in tutta la successione del flysch del Grivò. Nella parte alta della sezione i megastrati risultano sostituiti da banchi calciruditico-calcarenitici, areniti ibride e paraconglomerati ricchi di ciottoli silicei. L’ambiente deposizionale riconosciuto per questa unità va dalla base scarpata della Piattaforma carbonatica friulana in annegamento alla piana batiale. La messa in posto dei corpi di breccia carbonatica viene associato ad importanti collassi del margine occidentale della piattaforma a seguito di eventi sismici particolarmente intensi. In tale foglio sono distinte due litofacies principali di seguito riportate:

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Litofacies marnoso-arenacea Si tratta di torbiditi arenaceo-marnose generalmente fini, talora medie in strati da sottili a medi. Si osservano calcareniti a grana media fino a grossolana alla base, talora con superfici erosive alla base e al top si possono ritrovare comunemente frustuli carboniosi mentre alla base è facile riscontrare piste biologiche o tracce di trascinamento di oggetti o impatto di correnti. Gli strati sono gradati ed il rapporto arenite-pelite è generalmente superiore a 1.

Strati calciruditico-calcarenitici Si tratta di corpi organizzati in una coppia arenite-conglomerato. La base conglomeratica è normalmente gradata, solo talvolta massiva. La composizione è carbonatico-selcifera, da clasto a matrice sostenuta. I clasti di dimensione maggiore sono generalmente decimetrici. I banchi calciruditici-calcarenitici sono per lo più discontinui lateralmente anche su brevi distanze, talora lenticolari e canalizzati.

Megastrati a prevalenti elementi carbonatici con megabreccia basale (GRIa) Secondo la bibliografia può essere suddiviso in unità interne e raggruppato in due segmenti: Megabreccia Basale : nella porzione basale si ritrovano frequentemente olistoliti, anche di dimensioni da metrico a decametrico di origine calcarea. Andando verso l’alto gli olistoliti scompaiono, mentre all’interno della megabreccia è frequente riscontrare brandelli di torbiditi marnoso-arenacee strappate dal fondo e totalmente disarticolate. La megabreccia si chiude di solito con una breccia con clasti carbonatici centimetrico-decimetrici da subarrotondati ad angolosi e rara selce. La parte inferiore dell’unità è fango sostenuta, mentre andando verso la parte sommitale diminuisce il contenuto in matrice e prevale la tessitura clasto sostenuta. Megatorbidite : il passaggio con la megabreccia è netto e si rinviene la torbidite vera e propria che ha inizio con una calcirudite (gradata normalmente,ben classata, con clasti carbonatici e di selce varicolori da spigolosi a subarrotondati) che sfuma verso l’alto a calcarenite gradata e poi a pelite. Lo spessore della megatorbidite è variabile ma sempre plurimetrico. Questa formazione affiora nell’ intorno dell’abitato di Peonis.

SCAGLIA ROSSA FRIULANA (SRF) Micriti e calcsiltiti argillose da rosse a biancastre, raramente verdastre, in strati sottili, con selce rossa o giallastra, a globotruncanidi; si intercalano frequenti strati da medi a spessi di calciruditi e calcarenitiselcifere con bioclasti di 41 piattaforma. Nell’unità Monte Covria è rappresentata da brecce eterometriche caotiche a ciottoli e blocchi di calcari di piattaforma e matrice marnosa rossa o verdastra, con intercalazioni di livelli di marne e micriti argillose rosse a globotruncanidi e bioclasti di piattaforma (SRF a). La formazione affiora vicino all’abitato di Braulins, nei pressi della galleria situata lungo la strada di collegamento con l’abitato di Bordano.

SCAGLIA VARIEGATA ALPINA (VAA) Prevalenti micriti nerastre, grigio-verdastre e talora rosate, in strati medi, con selce gialla, rossa o nera e locali intercalazioni da sottili a medie di marne e argilliti grigie, rossastre e nere, radiolari e microfossili risedimentati di piattaforma; si intercalano biocalcareniti, con noduli di selce, a orbitolinidi e bivalvi, nonché bioruditi in strati da spessi a molto spessi, gradati e con base erosiva con intraclasti rosa e grigi da angolosi a subarrotondati. La formazione affiora vicino all’abitato di Braulins, nei pressi della galleria situata lungo la strada di collegamento con l’abitato di Bordano.

FORMAZIONE DELLA MAIOLICA (MAI) Si tratta di una unità che corrisponde alla successione pelagica micritico-selcifera prevalentemente di colore bianco che caratterizza il limite Giurassico-Cretaceo in larghi settori alpini. La stessa unità è più nota nel Sudalpino orientale con il termine di “Biancone”. L’unità è prevalentemente costituita da micriti in strati centimetrico- decimetrici e da calcareniti fini, localmente laminate e gradate, in strati centimetrico-decimetrici. Il colore è per lo più bianco-verdastro e grigio-verde chiaro. Diffusa la presenza di noduli e liste di selce biancastra, bruna, grigia o nerastra. Verso il margine della piattaforma si osserva un graduale aumento della quantità e dello spessore degli strati risedimentaticalcarenitico-ruditici. Lo spessore totale della formazione passa da 60-150 metri a poche decine di metri. Le facies micritico-selcifere derivano dalla mescolanza in varie proporzioni di fango pelagico e fango prodotto in Piattaforma ed esportato al largo in sospensione. Le facies granulari derivano dalla risedimentazionetorbiditica, anch’esse provenienti dal margine della Piattaforma. La formazione affiora vicino all’abitato di Braulins, nei pressi della galleria situata lungo la strada di collegamento con l’abitato di Bordano.

ROSSO AMMONITICO VERONESE (ARV 3) Micriti nodulari rossastre, talora bianco-verdastre o grigie, spesso on noduli di selce rossa, con ammoniti e belemniti; rari interstrati marnosi e locali intercalazioni di calcareniti e di calciruditi bioclastiche gradate.

FORMAZIONE DI FONZASO (FOZ) l’unità è costituita da alternanze irregolari di calcari selciferi micritici e biocalcareniti e biocalcirudititorbiditiche. Calcari a grana molto fine in strati decimetrici, ricchi di noduli e liste di selce bruna e rossastra. Talvolta la parte silicizzata prevale

42 su quella calcarea fino a essere costituita da esclusivamente da strati decimetrici di selce rossa, lo spessore è molto vario, a causa della diversità dei processi deposizionali e dalla distanza con la piattaforma carbonatica alimentatrice.

FORMAZIONE DEL CALCARE DEL VAJONT (OOV) L’unità è costituita in prevalenza da calcari oolitici nocciola in strati metrici spesso gradati alternati a calcari micritici in strati decimetrici lievemente nodulari.

FORMAZIONE DEL MONTE ZUGNA (FMZ) L’unità è costituita da due litofacies. La prima peritidale, tipica della parte inferiore, è organizzata in cicli peritidalishallowing-upward di scala metrica, composti da una porzione subtidale inferiore micritica/dolomicriticabioturbata e da un intervallo inter-sopratidale laminato stromatolitico a fenestrae/mudcracks. La seconda litofacies, subtidale, è formata da calcareniti oolitico-biclastiche ben classate, con laminazione piano- parallela, ad alghe dasicladali, gasteropodi, bivalvi foraminiferi bentonici. Entro l’area oggetto di Microzonazione sismica, la formazione affiora lungo la strada che porta verso l’abitato di Interneppo.

FORMAZIONE DEL CALCARE DEL DACHSTEIN (DAH) Calcari micritici grigio chiaro-nocciola, organizzati in cicli peritidali nei quali la porzione subtidale a megalodontidi si alterna a livelli stromatolitici con fenestrae. Entro l’area oggetto di Microzonazione sismica, la formazione affiora lungo la strada che porta verso l’abitato di Interneppo.

FORMAZIONE DELLA DOLOMIA PRINCIPALE (DPR) E’ una potente successione di dolomie di ambiente peritidale caratterizzate dalla ripetizione ciclica di unità subtidali e unità sopratidali. E’ una formazione riferibile al Carnico Superiore costituita da dolomie biancastre, nocciola e grigio chiaro deposta in bancate o in strati plurimetrici. Presenta dolomicriti bituminose grigie o nerastre. Lo spessore della formazione varia da 800 a 2000 metri. Dolomie da biancastre a nocciola grigio chiare, in strati da medi a spessi, organizzati in cicli peritidali costituiti da dolomicritibioturbate con locali livelli a megalodontidi e gasteropodi e da dolomie stromatolitiche con tepee e fenestrae; al tetto sono presenti localmente corpi tabulari di brecce monogeniche a clasti angolosi di dolomie stromatolitiche, a supporto di matrice dolomicritica.

Nell’area di studio si riconosce il MEMBRO DELLA DOLOMIA DEL RESARTICO (DPR 7): dolomicriti bituminose grigie, bruno scure o nerastre in strati da sottili a medi. Questa formazione si ritrova in affioramento diffusamente lungo tutta la Val del Lago.

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3.6 Inquadramento strutturale

Il territorio comunale di Trasaghis è compreso nella catena Sudalpina orientale, che fa parte del settore settentrionale della microplacca Adriatica. La catena Sudalpina orientale, in cui si inserisce il Comune di Trasaghis è caratterizzata da una serie di lineamenti tettonici a carattere regionale disposti secondo una direttrice Est-Ovest. Si tratta di una serie di sovrascorrimenti sud vergenti, con piani di scivolamento immergenti verso nord. Si riporta di seguito uno schema della catena Sudalpina orientale (A. Zanferrari et alii)

In quest’area l’orogenesi alpina si manifesta in particolar modo con la fase dinarica che ha generato sovrascorrimenti OSO vergenti. Successivamente la fase neoalpina ha ripreso e rideformato le unità dinariche.

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Secondo il Foglio 049 Gemona del Friuli della Carta Geologica d’Italia, l’area di studio è compresa in una serie di unità tettoniche che procedendo da nord a sud sono “Venzone”, Trasaghis”, “Monte Covria e “Ledrania”. Tali unità sono separate da lineamenti tettonici; l’unità “Venzone” è separata dall’unità “Trasaghis” dal sovrascorrimento Musi- ; L’unità “Trasaghis” è separata dall’unità “Monte Covria” dal sovrascorrimento di Avasinis; l’unità “Monte Covria” è separata dall’unità “Ledrania” dal sovrascorrimento Gemona-Kobarid, a valle del quale si individuano anche il Klippe del Cuel dal Meloc e la scagli di Stavoli Battistella.

L’unità “Venzone” è formata da DPR, DAH, DAH a, FMZ, SOV a, SOV b, FAS, OOV, FOZ, ARV 3, MAI, VAA, SFR, UCC;

L’unità “Trasaghis” è formata da DPR, DAH, DAH a, FMZ, SOV b, FAS, OOV, FOZ, ARV 3, MAI, VAA, SFR, UCC;

L’unità “Monte Covria” è formata da DPR, FMZ, OOV, FOZ, ARV 3, MAI, VAA, SFR, SFR a, GRI;

L’unità “Ledrania” è formata da OOV, FOZ, ELL, CEL, GRI, GRI a, PRP e PRP a; Il Klippe del Cuel dal Meloc è costituito da DPR;

La scaglia tettonica di StavoliBattistella è costituita da , FOZ, MAI, VAA, SFR a, GRI a; L’abitato di Trasaghis con le sue frazioni è caratterizzato da un bedrock costituito in prevalenza da rocce carbonatiche, prevalentemente dolomitiche e subordinatamente calcaree e calcareo dolomitiche. Tali litologie appartengono alla formazione della Dolomia Principale, alla Formazione di Monte Zugna, alla Formazione della Maiolica, alla formazione di Fonzaso ed alla scaglia Variegata Alpina. Unica eccezione è costituita dalla frazione di Peonis dove il bedrock è costituito da depositi torbiditici appartenenti alla Formazione del Flysch del Grivò. Tale formazione torbiditica è costituita da una sequenza ritmica di marne ed arenarie ed è caratterizzata da frequenti intercalazioni di megastrati a prevalente composizione calcarea. Sui tratta di imponenti accumuli di frana sottomarina. Verso la parte sommitale della Formazione sono inoltre presenti paraconglomerati con clasti di natura calcarea e silicoclastica.

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4. DATI GEOTECNICI E GEOFISICI

Cenni metodologici sulla tecnica HVSR

La tecnica HVSR consiste nella misura passiva di rumore sismico ambientale (microtremori), ovvero di oscillazioni continue di piccola ampiezza originate dalla sovrapposizione di effetti generati sia da sorgenti naturali (perturbazioni meteorologiche a larga scala, vento, onde oceaniche,...) che da sorgenti antropiche (traffico, attività industriali,…). Le linee guida della tecnica per l’ottimizzazione del rilievo sono state illustrate dal progetto SESAME (Site EffectSassessmentusing Ambient Excitation); in particolare, nell’effettuare la misura, il protocollo sperimentale raccomanda di: • verificare il buon accoppiamento tra il sensore e il terreno; • verificare la sufficiente distanza da edifici, alberi, strutture in elevazione; • verificare l’assenza di sorgenti dominanti di rumore o sorgenti ad elevata intensità in prossimità del sito di misura; Le ipotesi alla base della tecnica sono: • una concentrazione del contenuto in frequenza localizzato maggiormente in quelle basse (tipicamente al di sotto dei 20 Hz); • assenza di sorgenti periodiche e/o con contenuto in alte frequenze; • sorgenti di rumore uniformemente distribuite intorno alla stazione di registrazione.

Se queste sono soddisfatte, la tecnica può essere suddivisa nelle fasi che vengono di seguito illustrate. Si esegue una registrazione del rumore ambientale lungo tre direzioni ortogonali tra loro (x,y,z) con una singola stazione. Tale registrazione deve essere effettuata, secondo le indicazioni del progetto SESAME, per una durata non inferiore ai 20 minuti. Si esegue un’operazione detta di windowing, in cui le tre tracce registrate vengono suddivise in finestre temporali di prefissata durata. Secondo le indicazioni del progetto SESAME tale dimensione, detta Long Period, deve essere almeno pari ai 20 secondi. Si ottiene così un insieme di finestre “long”, che sono sincronizzate fra le tracce. Queste finestre vengono filtrate in base a dei criteri che permettono di individuare l’eventuale presenza di transienti (disturbi temporanei con grandi contributi nelle frequenze alte) o di fenomeni di saturazione. Per ciascuna delle finestre rimanenti, quindi ritenute valide, viene valutato lo spettro di Fourier. Quest’ultimo viene sottoposto a tapering e/o lisciamento secondo una delle varie tecniche note in letteratura. Successivamente si prendono in considerazione gli spettri delle finestre relative alle tracce orizzontali in coppia. Per ognuna di queste coppie viene eseguita una somma tra le componenti in frequenza secondo un determinato criterio che può essere, ad esempio, una semplice media aritmetica o una somma euclidea. Per ciascuna coppia di cui sopra, esiste lo spettro nella direzione verticale Z, ovvero relativo alla finestra temporale sincrona a quelle della coppia. Ogni componente in frequenza di questo spettro viene usato come denominatore nel rapporto con quello della suddetta coppia. Questo permette quindi di ottenere il ricercato rapporto spettrale H/V per tutti gli intervalli temporali in cui viene suddivisa la registrazione durante l’operazione di windowing.

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Eseguendo per ciascuna frequenza di tali rapporti spettrali una media sulle varie finestre, si ottiene il rapporto spettrale H/V medio, la cui frequenza di picco (frequenza in cui è localizzato il massimo valore assunto dal rapporto medio stesso) rappresenta la deducibile stima della frequenza naturale di vibrazione del sito (frequenza di risonanza). Possono esistere anche picchi HVSR di natura antropica ma questi sono solitamente molto stretti e si presentano come picchi positivi, di diversa ampiezza, su tutte e tre le componenti (Verticale, Nord-Sud ed Est-Ovest) del moto mentre generalmente il picco HVSR di origine naturale è determinato da una depressione nello spettro di ampiezza della componente verticale.

Criteri di ammissibilità Dopo aver calcolato la curva HVSR media occorre eseguire le verifiche di attendibilità del risultato in termini di affidabilità e di chiarezza del picco massimo in frequenza.

Le condizioni di affidabilità della curva HVSR sono indicate nelle tabella sottostante; i ricercatori del progetto SESAME suggeriscono di ritenere affidabile una curva HVSR che soddisfi tutti e 3 i criteri di affidabilità (criteria for a reliable H/V curve) e di ammettere come chiaro un picco che soddisfi almeno 5 su 6 dei criteri di chiarezza (criteria for a clear H/V peak).

Tabella: condizioni di affidabilità della curva H/V e di chiarezza del picco H/V suggerite dal progetto SESAME

Il significato dei criteri di ammissibilità dei risultati è riportato qui di seguito.

Condizioni di affidabilità della curva HVSR : • 1) in corrispondenza della frequenza del picco di interesse, vi siano almeno 10 cicli significativi in ogni finestra temporale individuata nel segnale registrato. • 2) è necessario utilizzare un grande numero di finestre temporali e di cicli (almeno 200). • 3) il livello di scattering, cioè di dispersione delle curve HVSR, ottenute nelle diverse finestre temporali deve essere moderato, altrimenti potrebbe essere sintomo di rumore ambientale fortemente non stazionario, che influenza la forma della curva HVSR in maniera non ripetibile.

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Le condizioni 1) e 2) confermano che la durata del segnale registrato sia sufficientemente estesa, la condizione 3) assicura che la curva HVSR misurata sia di buona qualità e poco dispersa.

Condizioni di chiarezza del picco massimo : Le condizioni 1) e 2) confermano che il picco sia sufficientemente isolato sia a sinistra (condizione 1)), sia a destra (condizione 2)) del picco. La condizione 3) assicura che il picco sia sufficientemente elevato e questo dipende dall’entità del contrasto di rigidezza tra gli strati.

Condizioni sulla stabilità della curva HVSR : • 4) il picco dovrebbe comparire alla stessa frequenza (entro il ± 5%) nelle curve H/V • 5) lo scarto quadratico medio σf deve essere inferiore ad un valore limite ε(f) dipendente dalla frequenza come riportato in tabella • 6) σA (f0) deve essere inferiore ad un valore limite θ(f) dipendente dalla frequenza come riportato in tabella.

In aggiunta alle condizioni sopra riportate occorre sempre verificare che: • la frequenza di picco sia compatibile con la frequenza cut off del geofono. • il picco individuato non sia di origine industriale o artificiale (riconoscibili nello spettro in ampiezza perché presentano un massimo su tutte e tre le componenti).

CENNI TEORICI SULLA TECNICA HVSR La risonanza è un fenomeno fisico che interviene quando si verifica una variazione di impedenza acustica I tra due mezzi (I=ρv, dove ρ è la densità del mezzo attraversato e v è la velocità di propagazione delle onde sismiche nello stesso). Nell’esempio semplificato di un sistema omogeneo e isotropo a due strati, quando all’interfaccia tra i due mezzi il rapporto delle impedenze supera il 25%, si genera un picco sulla curva del rapporto spettrale H/V in corrispondenza della frequenza di risonanza del sito (f0). Tale frequenza dipende dalla profondità dell’interfaccia che genera il contrasto di impedenza (H) e dalla velocità media di propagazione delle onde di taglio (Vs) nello strato superficiale secondo la formula f0=Vs/4H. Da ciò ne consegue che, a parità di Vs dello strato più superficiale, maggiore è la frequenza del picco di risonanza del sito e minore è la profondità della discontinuità che lo genera all’interno del sottosuolo. Viceversa, l’assenza di picchi di risonanza significativi sulla curva del rapporto spettrale H/V, indica sostanziale omogeneità all’interno del sottosuolo. Tale situazione si verifica o in siti su roccia o in siti in cui la velocità di propagazione delle onde di taglio aumenta gradualmente con la profondità, senza significative variazioni di impedenza all’interno dello stesso. Tuttavia, se la velocità delle onde di taglio per lo strato superficiale non è nota, esistono infinite soluzioni tutte ugualmente valide; per ovviare a tale problema e fornire un profilo di velocità con la profondità, è necessario vincolare la curva H/V; per fare ciò occorre tarare le indagini HVSR, effettuando una misura in corrispondenza di un punto in cui è nota la profondità di un orizzonte da prove dirette (sondaggi o prove penetrometriche) e riconoscere il rispettivo marker sulla curva H/V. Solo in questo modo è possibile conoscere la Vs dello strato superficiale ed estendere in maniera areale le indagini effettuate.

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Il grafico HVSR è generalmente un grafico frequenza–ampiezza del rapporto H/V. Ciascun picco nel grafico H/V corrisponde ad un livello stratigrafico che presenta un contrasto di impedenza rispetto al livello sottostante. Maggiore è il contrasto di impedenza, maggiore è l’ampiezza attesa del picco H/V sebbene la relazione tra le due variabili non sia lineare. È ovvio che il numero di picchi visibili in un grafico HVSR dipende dal contrasto, dalla distanza tra le due discontinuità e dalla funzione di lisciamento impiegata. Un contrasto basso tra due discontinuità vicine le renderà difficilmente individuabili singolarmente ed allo stesso tempo un lisciamento ampio, agendo da filtro passa basso, renderà coalescenti le discontinuità minori. Per le stesse ragioni l’aumento del lisciamento porta anche ad una diminuzione dell’ampiezza assoluta di ciascun picco.

Prove sismiche di tipo HVSR

Tabella riassuntiva misure HVSR

A valido supporto del presente studio di Microzonazione sismica di primo livello, sono state eseguite n°16 indagini secondo la tecnica HVSR; tali indagini hanno rappresentato un valido ausilio per la ricostruzione del substrato geologico e, più in generale, dei contrasti di impedenza presenti nel sottosuolo, anche alla luce della relativa scarsità di prove dirette ed indirette disponibili per il territorio comunale. Nella tabella riassuntiva sono state inserite altre 4 indagini HVSR svolte dallo scrivente precedentemente al conferimento dell’incarico. L’acquisizione in campagna è stata effettuata mediante un sismografo triassiale denominato SR04HS Geobox della ditta Sara Srl ed il relativo software di acquisizione Seismolog-MT; per l’esecuzione corretta di queste misure sono state tenute in considerazione le indicazioni contenute nel Progetto SESAME (Site EffectSAssessmentusing Ambient Excitations, 2004). Per tutte le misure lo strumento è stato orientato in direzione Nord. La durata dell’acquisizione risulta variabile, ma mai inferiore ai 20 minuti per ogni singola misura. L’elaborazione dei dati è stata effettuata mediante software GeoExplorer della ditta Sara Srl. Per un corretto confronto tra le varie misure si è utilizzato la medesima procedura di elaborazione che è consistita in: - suddivisione del segnale temporale in finestre di 30s; - tapering 30%; - smoothing 10%;

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Per l’interpretazione dei dati acquisiti è stato fatto riferimento al documento “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica – Precisazioni ed integrazioni – Regione Friuli Venezia Giulia (D.G.R. n°1661 del 13 settembre 2013)”. Sulla base delle frequenze di risonanza ottenute sperimentalmente è stato possibile fornire una stima di massima degli spessori delle coperture soffici responsabili dei possibili fenomeni di risonanza osservati secondo la tabella qui di seguito riportata (Albarello e Castellaro, 2011).

Qui di seguito verranno commentati i risultati delle indagini effettuate con la relativa interpretazione, relativamente alle seguenti aree:

- Area 1: Bassa Val del Lago (Alesso e Avasinis); - Area 2: Trasaghis; - Area 3: Braulins; - Area 4: Peonis;

Area 1 Quest’area comprende la parte terminale della Val del Lago, dalla porzione meridionale del Lago dei Tre Comuni fino alla confluenza con la Valle del Tagliamento. Sono state eseguite 7 misure HVSR (HVSR da 1 a 7) in questa porzione del territorio comunale, oltre alla disponibilità di tre indagini HVSR pregresse di precedente effettuazione (HVSR 17, 18 e 19). Le misure eseguite approssimativamente lungo l’asse vallivo N-S evidenziano delle frequenze di risonanza che vanno da circa 1 Hz nella parte più settentrionale (HVSR 17, 3) ai circa 0,7-0,8 Hz nel tratto terminale (HVSR 18, 19) vicino alla confluenza con la Valle del Tagliamento. Tali frequenze indicano uno spessore della coltre sedimentaria approssimativamente maggiore o uguale ai 100m, sulla base delle indicazioni presenti nella tabella sopra riportata (Albarello e Castellaro, 2011). Avvicinandosi al bordo occidentale della valle, le frequenze di risonanza aumentano, da un minimo di circa 2,74 Hz nel Borgo di Corgnul (profondità stimata del substrato tra i 30 e i 50m dal p.c.) ad un massimo di circa 5,43 Hz all’interno dell’abitato di Avasinis (profondità stimata del substrato tra i 10 e i 20m dal p.c.). La sezione geologica effettuata in corrispondenza dell’abitato di Alesso evidenzia l’approfondimento del substrato roccioso andando dal bordo (HVSR 2: frequenza di circa 4,67 Hz e profondità del substrato tra i 20 e i 30m dal p.c.) al centro della valle (HVSR 3: frequenza di circa 1,05 Hz e profondità del substrato attorno ai 100m dal p.c.). Allo stesso modo, ad Avasinis, si passa da una frequenza di circa 5,43 Hz presso la porzione centrale del conoide del Rio Canale (HVSR 6, profondità stimata del substrato tra i 10 e i 20m dal p.c.) ad una frequenza di circa 3,18 Hz nella parte terminale del conoide stesso (HVSR 7, profondità stimata del substrato attorno ai 30m dal p.c.).

Area 2 Presso la località di Trasaghis sono state effettuate n°3 misure HVSR lungo una direttrice approssimativamente N-S, mentre una misura è stata effettuata all’interno della zona industriale, situata a SW del centro abitato.

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Lungo la sezione N-S, la misura più a monte è stata effettuata in prossimità della chiesa, nella parte alta del centro abitato, nella porzione meridionale del conoide del Rio Gorgo (HVSR 13). La frequenza di risonanza del sito è risultata essere di circa 3,76 Hz con una profondità stimata del substrato roccioso tra i 20 e i 30m dal p.c.. Scendendo verso valle, sono state effettuate in successione le misure HVSR 12 e HVSR 11 con frequenze di risonanza rispettivamente di circa 1,15 Hz e di circa 0,97 Hz. Un’ulteriore indagine HVSR, lungo la stessa direttrice N-S, ed effettuata dallo scrivente precedentemente (HVSR 20) indica come in prossimità dell’attuale argine del Fiume Tagliamento la frequenza di risonanza sia di circa 0,56 Hz. Risulta pertanto evidente come l’approfondimento del substrato roccioso sia molto rapido tra le misure HVSR 13 (20÷30m) e HVSR12 (~100m), mentre tra HVSR 12 e HVSR 20 sia più graduale. L’indagine HVSR 10 effettuata presso il comprensorio industriale evidenzia una frequenza di risonanza di circa 0,73 Hz, confermando una profondità del substrato superiore ai 100m dal p.c. nella piana a valle dell’abitato di Trasaghis.

Area 3 Nell’area di Braulins sono state effettuate tre misure HVSR di cui una al margine SW del centro abitato nei pressi dell’argine attuale del Fiume Tagliamento (HVSR 14), una nella porzione centrale del centro abitato nei pressi dell’accesso al ponte sul Fiume Tagliamento (HVSR 15) ed infine una nella parte NE del centro abitato, nell’area ricreativa nei pressi della biblioteca comunale (HVSR 16). L’HVSR 14 evidenzia una frequenza di risonanza di circa 3,66 Hz, mentre HVSR 15 e HVSR 16 presentano una frequenza di 2,70Hz e 2,61 Hz; ne consegue che in corrispondenza della misura HVSR 14 il substrato è più superficiale (20÷30m di profondità) rispetto ai punti HVSR 15 e HVSR 16 (30÷50m di profondità), compatibilmente con quanto è possibile osservare in campagna (presenza di conglomerati affioranti a un centinaio di metri da HVSR14, lungo la strada che va da Braulins a Trasaghis).

Area 4 In località Peonis sono state eseguite due misure HVSR sul conoide alluvionale del Rio Tremugna, una all’interno del centro abitato (HVSR 8) e una al margine meridionale, nei pressi del campo sportivo (HVSR 9). La misura HVSR 8 non ha evidenziato contrasti di impedenza significativi all’interno del sottosuolo, per cui si suppone che la velocità di propagazione delle onde di taglio aumenti gradualmente con la profondità fino ad incontrare il substrato, qui costituito da una roccia tenera come risulta essere il flysch. La misura eseguita nella parte terminale del conoide alluvionale (HVSR 9), ha evidenziato un picco sulla curva H/V posto alla frequenza di circa 14,56 Hz; il contrasto di impedenza ad esso associato risulta pertanto essere relativamente superficiale (5÷10m). Si ritiene che tale contrasto sia dovuto alla differenziazione tra i depositi poco addensati all’unghia del conoide e quelli sottostanti relativamente più antichi di origine fluviale deposti dal Fiume Tagliamento che presentano un maggior grado di addensamento. Al di sotto di 14,56 Hz, non si riconoscono chiari picchi sulla curva H/V che identifichino in maniera univoca la presenza del substrato roccioso, probabilmente a causa del basso contrasto di impedenza presente tra i depositi ghiaiosi via via più addensati e la roccia sottostante.

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5. MODELLO DEL SOTTOSUOLO

Parte integrante del presente studio di MS sono le cinque sezioni geologiche rappresentative del modello del sottosuolo indagato.

Le tracce di tali sezioni sono rappresentate nella Carta Geologico-tecnica ed esse sono identificate dalla numerazione progressiva dall’ 1 al 5. La simbologia utilizzata per la rappresentazione delle coperture e del substrato non fa parte degli standard di rappresentazione MS. La sezione 1 è ubicata presso la frazione di Alesso ed ha una andamento WNW-ESE; La sezione 2 è ubicata presso la frazione di Avasinis ed ha un andamento W-E; La sezione 3 è ubicata presso la frazione di Peonis ed ha andamento NNW-SSE; la sezione 4 è ubicata presso il capoluogo ed ha andamento N-S; la sezione 5 è ubicata presso la frazione di Braulins ed ha andamento NW-SE. La sezione 1 è lunga poco meno di un chilometro ed è caratterizzata dalla presenza di un bedrock costituito da rocce carbonatiche con una coltre detritica che dalla progressiva 300 alla progressiva 968 è in costante aumento, fino a superare il centinaio di metri spessore. Questa coltre detritica è costituita in superficie prevalentemente da ghiaie, mentre in profondità si presuppone la presenza di sedimenti fini sabbiosi, limosi ed argillosi, quale prodotto di una sedimentazione lacustre. La quota del bedrock è stata desunta dalle indagini HVSR. La sezione 2 è lunga circa 875 metri e similmente alla precedente è caratterizzata da un bedrock costituito da rocce carbonatiche sovrastato da una coltre detritica che superficialmente è costituita da ghiaie. Anche in questo caso si ipotizza la presenza di depositi lacustri in profondità, che compaiono nella stratigrafia del sondaggio S15. Lo spessore della coltre detritica risulta essere inferiore rispetto alla sezione precedente, con spessore massimo di circa 50 metri. Il Bedrock è stato tracciato sulla base delle indagini HVSR e grazie alla stratigrafia del sondaggio S15 che ha intercettato la roccia. La sezione 3 è lunga 875 metri circa ed è caratterizzata da un substrato lapideo costituito da Flysch. La copertura detritica si ritiene costituita esclusivamente da ghiaie, il cui spessore è stato determinato dalle indagini HVSR. In questa sezione permangono maggiori incertezze sulla reale posizione dell’interfaccia roccia/detrito, a causa del minor contrasto di impedenza tra detrito grossolano e roccia flyschoide, e per possibili fenomeni di cementazione delle ghiaie. La sezione 4 è lunga oltre 1100 metri ed è caratterizzata da un bedrock costituito da rocce carbonatiche sovrastato da una coltre detritica che si ritiene costituita da ghiaie. La coltre detritica nel primo tratto, tra le progressive 0 e 220 circa è rappresentata da detrito di falda e da depositi rielaborati sottoforma di cono di deiezione da parte del rio Gorgo, mentre dalla progressiva 220 le ghiaie hanno una natura alluvionale e sono prodotto di deposizione del Tagliamento. Il contatto bedrock/detrito è stato tracciato sulla base delle indagini HVSR. La sezione 5 è lunga circa 550 metri e similmente alla precedente è caratterizzata da un bedrock costituito da rocce carbonatiche sovrastato da una coltre detritica che si ritiene costituita da ghiaie. La coltre detritica nel primo tratto, tra le progressive 0 e 250 circa è rappresentata da detrito di falda mentre dalla progressiva 250 220 le ghiaie hanno una natura alluvionale e sono prodotto di deposizione del Tagliamento. Il contatto bedrock/detrito è stato tracciato sulla base delle indagini HVSR.

Di seguito si riportano le sezioni sopradescritte:

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6. INTERPRETAZIONI ED INCERTEZZE Durante la realizzazione del presente lavoro sono emerse alcune incertezze di seguito riportate.

Incertezze legate alle frane : durante la stesura della presente relazione è emerso che recentemente sono stati realizzati degli interventi a salvaguardia dell’abitato di Avasinis, lungo le pendici sovrastanti via McBride. Sono state realizzate barriere elastoplastiche per la mitigazione del rischio da caduta massi, cui alla data odierna non è stato realizzato ancora l’iter per la ridefinizione e riperimetrazione del rischio. Pertanto il presente lavoro di microzonazione sismica di primo livello non ha considerato, in via cautelativa, la presenza di queste opere di difesa.

Incertezze legate alle faglie potenzialmente attive: l’area comunale di Trasaghis è percorsa da alcuni lineamenti tettonici. Tuttavia la presenza di una coltre detritica spessa anche oltre 100 metri rende difficile la collocazione di questi lineamenti strutturali con precisione. Tali lineamenti sono peraltro considerati potenzialmente attivi.

Incertezze legate alle stratigrafie dei sondaggi : molti dei sondaggi geognostici realizzati nel territorio comunale di Trasaghis le cui stratigrafie sono riportate nel presente lavoro, sono stati realizzati a seguito del sisma del 1976. Si tratta di sondaggi a distruzione di nucleo, le cui stratigrafie sono state stilate analizzando il cutting del sondaggio e la velocità di avanzamento. Tali stratigrafie generano pertanto incertezze legate alla mancata osservazione diretta di carote del sottosuolo da parte del geologo incaricato.

Incertezze legate alla presenza di limi lacustri : l’evoluzione morfologica postglaciale della valle lascia presupporre la presenza di un enorme lago sul fondovalle al termine dello scioglimento del ghiacciaio tilaventino. Questo lago non è stato colmato dalle acque del Tagliamento, il cui percorso è stato modificato da un enorme movimento franoso a seguito del quale il fiume ha abbandonato la Valle del Lago per assumere l’andamento che mantiene tutt’ora. Il lago formatosi in epoca postglaciale è stato colmato dai sedimenti portati a valle dalle acque del Leale e del Palar, e dei numerosi corsi d’acqua minori. Sedimenti fini sono stati riscontrati in alcuni sondaggi realizzati a distruzione di nucleo. La reale ed effettiva presenza di questi sedimenti rimane tuttavia da definire.

Incertezze legate alla liquefazione dei terreni : la liquefazione dei terreni in condizione sismica è stata certificata e documentata in occasione degli eventi del 1976. Le informazioni sulla stratigrafia del sottosuolo, sulla reale presenza di terreni liquefattibili nonché le curve granulometriche dei materiali accantonati durante le terebrazioni sono tuttavia lacunose, e riguardano principalmente una porzione dell’abitato di Avasinis. Su una vasta porzione del territorio comunale, peraltro non edificata, non sono state in passato effettuate indagini. Il perimetro dell’area liquefacibile è stato realizzato utilizzando i limiti indicati dal P.R.G.C (vedi immagine sottostante - sinistra). Tali limiti sono stati implementati (vedi immagine sottostante - destra) sulla base delle medesime litologie affioranti e delle medesime morfologie osservate. L’area individuata come liquefacibile nel presente lavoro di microzonazione presenta tutte le caratteristiche per potersi considerare tale: litologie sabbiose, falda entro i primi 15 metri dal piano campagna (nella zona in esame è affiorante o subaffiorante), magnitudo attesa superiore a 5, accelerazione massima in superficie maggiore di 0,1g. 59

7. METODOLOGIE DI ELABORAZIONE E RISULTATI Il presente studio di microzonazione sismica di primo livello è corredato da 20 indagini geofisiche di tipo passivo (HVSR). Le indagini sono state distribuite in modo da indagare le diverse aree in cui è stato suddiviso il territorio comunale di Trasaghis. Queste indagini hanno permesso di ricavare la frequenza di risonanza nei diversi punti che è riportata nella tabella del capitolo 4. Per quanto concerne la valutazione della pendenza della superficie topografica è stata redatta una carta delle pendenze generata a partire dal DTM con passo 1 metro fornito della Regione Friuli Venezia Giulia, al fine di discriminare le aree caratterizzate da roccia affiorante con pendenze superiori o inferiori a 15°. Le faglie potenzialmente attive e capaci sono state analizzate consultando il progetto ITHACA (ITalyHAzard from CApablefaults), un database creato per la raccolta e la facile consultazione di tutte le informazioni disponibili riguardo le strutture tettoniche attive in Italia che è stato sviluppato dal Servizio Geologico d’Italia ISPRA. Per quanto concerne la liquefazione dei terreni si è fatto riferimento alle segnalazioni di fenomeni occorsi in occasione del sisma del 1976. L’area ritenuta liquefacibile è quella indicata dal P.R.G.C., la quale è stata ampliata sulla base di medesime litologie affioranti e medesime morfologie riscontrate su terreni limitrofi.

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8. ELABORATI CARTOGRAFICI

Gli elaborati cartografici necessari ad effettuare lo studio di Microzonazione Sismica di I livello sono tre: • Carta delle Indagini • Carta geologico-tecnica • Carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica.

La cartografia è stata realizzata in scala 1:7500 in un formato carta A0.

CARTA DELLE INDAGINI

La presente cartografia rappresenta la distribuzione delle indagini geologiche e geofisiche presenti nell’area di studio. Esse constano di 14 sondaggi a distruzione di nucleo realizzati nel 1977 nell’immediato post-terremoto, durante la campagna di indagini eseguita per la ricostruzione. Essi sono distribuiti entro le frazioni di Alesso, Avasinis, Oncedis, Trasaghis, Braulins e Peonis. Altri 10 sondaggi a carotaggio continuo eseguiti tra il 1981 e il 1983, spinti fino alla profondità di 15 m, con SPT e prelievo di campioni su cui sono state effettuate le analisi granulometriche, sono stati realizzati presso la frazione di Avasinis. Tali indagini avevano lo scopo di verificare o meno la predisposizione del terreno a dare liquefazione. Tale verifica si è resa indispensabile dato che in quell’area, durante il terremoto del 1976 si sono verificati fenomeni di liquefazione.

La tabella sotto riportata riassume i sondaggi eseguiti entro il territorio comunale ed in possesso dello scrivente. Come si può notare, solo un sondaggio ha raggiunto il substrato geologico; esso è situato nella frazione di Avasinis (S.G.15)

PROF. (m) PROF. (m) SUBSTRATO DENOMINAZIONE INDAGINE SONDAGGIO/POZZO CHE NON RAGGIUNTO DA RAGGIUNGE IL SUBSTRATO SONDAGGIO/POZZO S.G. 11 32 S.G. 12 34 S.G. 13 30 S.G. 14 9 S.G. 15 32 S.G. 16 35 S.G. 17 32 S.G. 18 32 S.G. 19 32 S.G. 20 32,5 S.G. 21 34 S.G. 22 32 S.G. 23 24 61

S.G. 24 32 POZZO PER ACQUA 23 sondaggio meccanico n.1 15 sondaggio meccanico n.2 15 sondaggio meccanico n.3 15 sondaggio meccanico n.4 15 Sond. N. 1 15 Sond. N. 2 15 Sond. N. 3 15 Sond. N. 4 15 Sond. N. 5 15 Sond. N. 6 15

Sono stati presi in considerazione, per lo studio di MS e per la realizzazione di questa carta, anche uno scavo di saggio giunto fino alla profondità di 2.8m e 4 penetrometrie dinamche medie eseguite tra il 2009 e il 2015 nelle frazioni di Alesso e Trasaghis. Queste ultime indagini si spingono a profondità variabili tra 1.2 m, per quella realizzata nella zona PIP di Trasaghis ed i 4.7m per quella realizzata nella zona ovest del Lago, ciò ad indicare la diversa tipologia dei terreni analizzati. Dallo scrivente è stata realizzata anche una campagna di indagini geofisiche di tipo passivo (HVSR),che è consistita nella realizzazione di 16 indagini HVSR distribuite all’ interno dell’ area oggetto di studio; altre 4 indagini dello steso tipo, realizzate per relazioni geologiche private, sono state reperite e prese in considerazione dallo scrivente, in quanto eseguite entro l’area oggetto di studio o nelle immediate vicinanze. Nel capitolo 4, dedicato a questo tipo di indagine, si ritrova anche una tabella riassuntiva delle misure eseguite.

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CARTA GEOLOGICO-TECNICA (CGT_MS)

Per la realizzazione della presente cartografia si è fatto essenzialmente riferimento alla cartografia CARG fornita dalla Regione FVG in formato vettoriale. Inoltre si è fatto riferimento ad un rilievo geologico di dettaglio eseguito dallo scrivente, alle indicazioni fornite dalle indagini geognostiche disponibili (stratigrafie sondaggi, penetrometrie dinamiche medie e scavi di saggio), alle relazioni geologiche recuperate presso la sede comunale ed alle informazioni bibliografiche. L’operazione preliminare eseguita al fine di realizzare la cartografia è stata quella di riclassificare le formazioni geologiche riconosciute entro le aree MS con la classificazione richiesta dagli ICMS. Tale operazione ha il fine di omogeneizzare a grande e piccola scala la cartografia richiesta e di generare dei prodotti che possano essere comparabili a livello nazionale. La carta geologico-tecnica copre un area più ampia rispetto a quella oggetto di microzonazione sismica, infatti si è deciso di rappresentare anche parte dei terreni al di fuori dell’area strettamente urbanizzata in modo da avere una visione geologica più completa.

Il substrato geologico affiorante, è stato classificato come LP (lapideo) in gran parte dell’area oggetto di questo studio vista la natura calcarea e dolomitica delle rocce costituenti le pendici montuose che confinano la parte meridionale della Val del Lago. Sono state classificate invece come ALS (alternanza di litotipi stratificati), le rocce affioranti nell’intorno dell’abitato di Peonis in quanto appartenenti alla formazione del Flysh del Grivò. Alla stessa categoria (ALS) sono state associate anche le formazioni affioranti nei pressi dell’abitato di Braulins (Scaglia Rossa Friulana, e Scaglia Variegata Alpina), in corrispondenza della galleria lungo la viabilità che collega l’abitato con il comune di Bordano. Nella stessa area affiora anche la Maiolica, classificata come LPS.

I terreni di copertura nell’area oggetto di microzonazione sismica, sono costituiti per la gran parte da ghiaie pulite con granulometria ben assortita, miscela di ghiaie e sabbie (GW) di origine alluvionale che ricoprono diffusamente il fondovalle. Tale materiale è riconducibile principalmente alle alluvioni del Torrente Palar e a quelle del Fiume Tagliamento. I terreni di copertura presenti nell’area di Peonis, riconducibili a ghiaie alluvionali deposte dal Torrente Tremugne sono stati classificati come ghiaie limose, miscela di ghiaia, sabbia e limo (GM), data la natura clastica delle rocce flyshoidi affioranti a monte dell’abitato. Lungo le pendici montuose molti depositi ghiaiosi sono attribuibili a detrito di falda e conoidi di deiezione. Su tutti questi terreni sorge la gran parte dei i principali centri abitati del comune.

In corrispondenza della piana di Avasinis, i terreni affioranti sono stati classificati come limi organici di origine palustre. Tali terreni sono riconducibili al deposito di materiale avvenuto in epoca post-glaciale. L’area è stata oggetto di bonifica nei decenni scorsi ed è caratterizzata da falda sub affiorante.

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In continuità con questa zona è stata cartografata un area caratterizzata dalla presenza di terreni appartenenti alle sabbie, in particolare sono stati classificati come sabbie limose, miscela di sabbie e limo (SM). Tale area è stata identificata grazie ai sondaggi meccanici associati alle varianti 5 e 7 del Piano di Fabbricazione comunale del 1977.

Nella carta CGT sono stati anche inseriti i sondaggi meccanici ubicati entro l’area di studio; per alcuni di essi è stata indicata anche la soggiacenza della falda.

Dal punto di vista strutturale le faglie inserite all’interno della cartografia sono tutte classificate come faglie potenzialmente attive, presunte, con cinematismo di tipo inverso o trascorrente.

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CARTA DELLE MICROZONE OMOGENEE IN PROSPETTIVA SISMICA (MOPS)

La carta delle Microzone Omogenee in prospettiva sismica individua le microzone ove, sulla base di osservazioni geologiche e geomorfologiche e della valutazione dei dati litostratigrafici già disponibili entro l’area di studio, è prevedibile l’occorrenza di diversi tipi di effetti prodotti da un eventuale azione sismica (amplificazioni, instabilità di versante, liquefazione). Per la redazione della presente cartografia, oltre ai dati messi a disposizione dello scrivente da parte dell’amministrazione comunale, quelli reperiti dallo scrivente, sono stati tenuti in considerazione i risultati ottenuti durante la campagna di indagini di sismica passiva tipo HVSR eseguiti nel mese di novembre 2015.

Le microzone della carta sono suddivise in tre categorie:

ZONE STABILI: nelle quali non si ipotizzano effetti locali a seguito di uno scuotimento sismico (substrato geologico in affioramento con morfologia pianeggiante o poco inclinata <15°) ZONE STABILI SUSCETTIBILI DI AMPLIFICAZIONI LOCALI: nelle quali sono attese amplificazioni del moto sismico, come effetto dell’assetto litostratigrafico e geomorfologico locale ZONE SUSCETTIBILI DI INSTABILITA’: nelle quali gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni permanenti del territorio. Le principali tipologie di instabilità sono state definite in instabilità di versante, liquefazioni, faglie attive e capaci e cedimenti differenziali.

Di seguito si riporta una tabella con la descrizione delle zone stabili e zone stabili suscettibili di amplificazioni locali:

Zona stabile 10 12 – Lapideo . Substrato lapideo con pendenza inferiore di 15°. Le zone stabili del territorio comunale di Trasaghis sono costituite da affioramenti di litologie dolomitiche e calcaree.

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Zona 1 (2001) - Substrato roccioso rigido con pendenza maggiore di 15°. Il substrato è rappresentato prevalentemente da rocce carbonatiche, ma sono presenti in subordine anche litotipi flyschoidi; la valutazione della pendenza della superficie topografica è stata generata a partire dal DTM con passo 1 metri fornito della Regione Friuli Venezia Giulia.

Zona 2 (2002) - Ghiaie limose, miscela di ghiaia sabbia e limo (GM) e ghiaie pulite, miscele di ghiaia e sabbia (GW) poggianti su substrato costituito da formazioni carbonatiche. Le ghiaie che hanno origine alluvionale (GM/GW) hanno clasti arrotondati con diametri mediamente di qualche centimetro. Le ghiaie che costituiscono il detrito di falda (GW) sono generalmente spigolose ed hanno diametri mediamente superiori alle precedenti. Le litologie dei clasti sono quasi esclusivamente carbonatiche. Il bedrock è costituito da rocce carbonatiche.

Zona 3 (2003) - Ghiaie limose, miscela di ghiaia sabbia e limo (GM) e ghiaie pulite, miscele di ghiaia e sabbia (GW) poggianti su substrato costituito da formazioni flyshoidi. Le ghiaie che hanno origine alluvionale (GM/GW) hanno clasti arrotondati con diametri mediamente di qualche centimetri. Le ghiaie che costituiscono il detrito di falda (GW) sono generalmente spigolose ed hanno diametri mediamente superiori alle precedenti. Le litologie dei clasti sono quasi esclusivamente carbonatiche. Il bedrock è costituito da rocce flyschoidi.

Zona 4 (2004) – Presenza in superficie di ghiaie pulite, miscele di ghiaia e sabbia (GW) mentre in profondità sono presenti limi organici di origine lacustre (OL), al cui interno possono comunque trovarsi lenti e strati di ghiaie pulite. La microzona è relativa alla parte di Val del Lago interessata da un paleolago. Il bedrock è costituito da rocce carbonatiche.

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Zona 5 (2005) - Limi organici di origine lacustre (OL) poggianti su rocce carbonatiche. I limi possono includere lenti di ghiaie pulite e miscele di ghiaia e sabbia (GW), e possono presentare superficialmente uno strato di sabbia e sabbia limosa (SM)

Zona 6 (2 006) - Terreni contenenti resti di attività antropica (RI) poggianti su ghiaia e sabbia (GW) di origine alluvionale poggianti su rocce calcaree. I materiali di riporto sono per lo più materiali di demolizione degli edifici crollati in occasione del terremoto del 1976.

Le aree considerate stabili (Lapideo 1012) sono settori limitati, presenti nella parte settentrionale del territorio comunale, presso il solo abitato di Avasinis. Le zone indicanti presenza di limi lacustri (zone 4 e 5) sono presenti nella porzione settentrionale del territorio comunale. La zona 6 caratterizzata da spessori ragguardevoli di materiali di riporto, si individua solamente in corrispondenza dell’abitato di Alesso. Le aree di attenzione per instabilità, presenti all’interno della carta delle MOPS sono classificate come: • Aree di attenzione per instabilità di versante, attiva e quiescente: tali instabilità sono distribuite lungo tutta l’area microzonata • Aree di attenzione per liquefazioni Tipo 1: tale area è localizzata nella zona di Avasinis.

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Sono ubicati in carta anche i punti di misura di rumore ambientale, di cui si visualizza anche l’indicazione del valore della frequenza di risonanza. Nel presente lavoro non è stato compilato il layer isosub raffigurante le isobate del substrato sepolto in quanto i dati disponibili non sono sufficienti a creare un modello del sottosuolo sufficientemente affidabile.

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9. CONFRONTO CON LA DISTRIBUZIONE DI DANNI PER EVENTI PASSATI

L’evento sismico più rilevante e recente registrato nel territorio comunale di Trasaghis è il terremoto del Friuli del 6 Maggio 1976. Attraverso la selezione di 700 rilevazioni, l’Osservatorio Geofisico Sperimentale - Dipartimento Centro Ricerche Sismologiche, ha steso la mappa degli effetti superficiali del terremoto del 6 maggio ricreando così le isosiste del sistema. Tali linee identificano aree in cui sono stati registrati effetti del terremoto con caratteristiche analoghe (stesso grado della scala Mercalli). Come visibile dalla figura sotto riportata l’espansione del terremoto, a partire dalla zona epicentrale compresa tra gli abitati di Gemona del Friuli, Trasaghis e Osoppo, è stata maggiore verso nord ovest ed est ed il comune di Trasaghis, in tale mappa, è compreso tra le isosiste in cui l’evento ha provocato i danni maggiori.

Nell’immediato post-terremoto, al fine di definire le zone dove concentrare le operazioni di soccorso e assistenza, con il D.P.G.R. del 20 maggio 1976 l’amministrazione suddivise i comuni terremotati in: disastrato, gravemente danneggiato e danneggiato. Il comune di Trasaghis risulta essere classificato tra i comuni disastrati.

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Durante il terremoto del 6 maggio 1976, la scossa principale si verificò verso le 21 e fu preceduta un minuto prima da una scossa meno intensa ma nettamente distinguibile, che permise a parte della popolazione di abbandonare le proprie case. La massima energia durante l’evento principale si liberò nella fase intermedia della scossa, durata circa un minuto. Fu purtroppo subito evidente a tutti l’entità del disastro, particolarmente a Trasaghis capoluogo, dove il vecchio centro storico si presentava come un unico cumulo di macerie. I morti furono 19 a Trasaghis e 1 a Peonis, mentre ad Alesso, Avasinis e Braulins non si registrarono vittime. Ovunque c’erano distruzioni, accompagnate dall’interruzione dei servizi essenziali e con le vie di accesso alle varie località ostruite dalle macerie o da frane. La gente passò la notte in rifugi di fortuna, con l’estenuante ripetizione di tante altre scosse più piccole. Nella notte del 13 maggio, ad una settimana circa dalla scossa principale, una frana di gigantesche proporzioni, si abbattè sulle case di Braulins provocando la morte di un bambino di 5 anni. Qualche mese più tardi, mentre si stavano riparando le case rimaste in piedi, nel pieno dibattito su come affrontare l’inverno (passata l’illusione di una ricostruzione rapida, ci si stava orientando verso la costruzioni di prefabbricati provvisori), nuove scosse di terremoto (l’11 e soprattutto il 15) provocarono un’altra vittima ad Alesso e costrinsero la popolazione ad un esodo massiccio verso le località della costa, dove trascorse l’inverno. Nel frattempo, prendeva avvio il piano di posa dei prefabbricati (892 prefabbricati e 72 containers); parallelamente, si attuò il piano di demolizione degli edifici pericolanti e sgombero delle macerie. Dall’aprile del 1977, si potè concludere il piano di allestimento dei prefabbricati e dare rapidamente attuazione alla fase di rientro. Dalla seconda metà del 1978, con l’avvio dei primi appalti pubblici, potè partire concretamente la fase della ricostruzione, che nel periodo 1981-1983 vide attuarsi la fase culminante . Dal 1985-1986 si iniziò a parlare di conclusione della ricostruzione, col termine della maggior parte dei lavori legati al rifacimento degli alloggi ed alla predisposizione delle infrastrutture. In totale, dal 1978, il numero di alloggi riparati sono stati 383, mentre quelli ricostruiti sono stati 1199. 70

Il terremoto ha causato profonde modificazioni all’aspetto dei paesi che, oggi, presentano conformazioni assai diverse da quelle precedenti al sisma del 1976. Chi ha mantenuto maggiormente l’aspetto dell’ante terremoto è stata Avasinis, ove minore è stata la percentuale delle case demolite e maggiore quella delle riparate. Peonis, ha visto demolita la parte centrale del paese, mentre si sono salvate le case poste nella parte meridionale dell’abitato. Braulins ha dovuto tener conto della grande frana del 1976 che ha costretto ed obbligato ad un’espansione del centro abitato in zone più sicure verso il Tagliamento. Alesso e Oncedis, pressochè completamente demolite, hanno visto attuarsi una ricostruzione che ha cercato di ricalcare il tracciato originale delle vie, pur con evidenti zone di espansione verso nord e verso sud. Trasaghis, infine, è il paese che maggiormente ha visto modificare il proprio aspetto, con l’abbandono dell’insediamento sulle terrazzature sotto la montagna e l’edificazione nelle zone di pianura antistante.

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