Accademia Nazionale Di Santa Cecilia Stagione Sinfonica 14/15 Orchestra Dell'accademia Nazionale Di Santa Cecilia Yuri Temirka
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14/15 Accademia Nazionale di Santa Cecilia Stagione Sinfonica Auditorium Parco della Musica Orchestra dell’Accademia Sala Santa Cecilia Nazionale di Santa Cecilia Sabato 11 aprile ore 18 Yuri Temirkanov Turno A-A1 direttore Lunedì 13 aprile ore 20.30 Martha Argerich Turno B pianoforte Martedì 14 aprile ore 19.30 Giuliano Sommerhalder Turno C tromba Il concerto è trasmesso in diretta da Rai Radio 3 il 13 aprile e verrà trasmesso su Rai 5 il 7 maggio. Dmitrij Šostakovič Programma Franz Joseph Haydn (Rohrau 1732 - Vienna 1809) durata: 25’ circa Sinfonia n. 94 in sol maggiore “La sorpresa” o “Con il colpo di timpani” Adagio cantabile. Vivace assai Andante Menuett: Allegro molto Finale. Allegro di molto Dmitrij Šostakovič (San Pietroburgo 1906 - Mosca 1975) durata 22’ circa Concerto n. 1 in do minore per pianoforte, tromba e orchestra d’archi op. 35 Allegro moderato Lento Moderato Allegro con brio Antonín Dvořák (Nelahozeves 1841 - Praga 1904) durata 35’ circa Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 Allegro con brio Adagio Scherzo (Allegretto grazioso) Allegro ma non troppo La Sinfonia n. 94 “La sorpresa” di Haydn di Giovanni D’Alò La “sorpresa”, alla quale allude il titolo, arriva nel secon- do movimento. Un inatteso accordo in “fortissimo” sot- tolineato da un colpo di timpani che irrompe, incongruo e privo di una vera funzione musicale, dopo circa trenta secondi di musica, volutamente avviata da Haydn nel modo più lineare possibile. Tonalità: la più semplice, do maggiore. Il tema: quanto di più elementare si possa concepire. Note ribattute e staccate che scandiscono “piano” un arpeggio ascendente in do maggiore (su un andamento metrico regolarissimo) e ridiscendono per preparare e realizzare la più accademica delle caden- ze. In campo, per ora, solo archi, che ripetono con una minima variante quanto appena esposto. Questa sorta di filastrocca galante, già esile di per sé, viene ripetuta pari pari, ora in “pianissimo” (e quan- te sottigliezze si potrebbero ancora cogliere in una strumentazione quasi inconsistente che nelle mani di Haydn diventa un microcosmo pieno di dettagli infinite- simali da spostare, eliminare, modificare, raddoppiare, La Sinfonia n. 94 assottigliare). Haydn abbassa il volume e poi esplode a sorpresa il suo colpo di timpani “fortissimo” in sincrono COMPOSIZIONE con l’orchestra al completo. Lo fa apposta, per giocare Londra, 1791 con il suo pubblico. Quello che nel 1791 a Londra assi- stette alla prima esecuzione della Sinfonia n. 94 e quello PRIMA ESECUZIONE Londra, Hanover Square che ancor oggi accetta di meravigliarsi di fronte alla Rooms, 23 Marzo 1792 perfezione delle adamantine costruzioni haydniane. Contrassegnata con il numero 94 questa Sinfonia ORGANICO rischia di perdersi e di confondersi nel mare magnum di 2 Flauti, 2 Oboi, una produzione sinfonica che conta complessivamen- 2 Fagotti, te 104 partiture (il numero rispecchia più o meno l’ordi- 2 Corni, 2 Trombe, ne cronologico). È anche per questo che solitamente Timpani, Archi Haydn è considerato il “padre” della Sinfonia classica. 6 Temirkanov/Argerich La definizione è un po’ troppo semplicistica (in realtà gli apporti creativi sono molteplici), ma è innegabile che il compositore austriaco contribuì in maniera determi- nante allo sviluppo e alla diffusione di un modello che egli stesso elaborò e perfezionò, lentamente ma conti- nuamente, tra gli anni ’60 e ’90 del Diciottesimo secolo, durante il suo servizio alla corte del principe Nikolaus Estherázy e poi nella sua attività di artista “libero”. Le Sinfonie di Haydn, così come i suoi Quartetti per archi, circolavano in tutte le corti europee e facevano scuola. Quando, alla morte del principe Nikolaus avvenuta nel 1790, Haydn decide di lasciare Vienna e accetta la proposta dell’impresario Johann Peter Salomon di comporre una nuova serie di Sinfonie da eseguire a Londra, ha 58 anni ed è il compositore più famoso e ammirato d’Europa. A Londra, dove arriva il 1° gennaio 1791, è accolto come una celebrità. «Il mio arrivo ha pro- vocato grande sensazione in tutta la città e per 3 giorni di seguito ho fatto il giro di tutti i giornali. Tutti vogliono conoscermi. Finora ho dovuto pranzare fuori 6 volte e se avessi voluto sarei stato invitato ogni giorno, ma prima devo pensare alla salute e poi al lavoro», scrive l’8 gennaio. Il lavoro prevede l’esecuzione di numerosi concerti, pubblici e privati, durante i quali ha modo di presentare in prima assoluta sei nuove Sinfonie. Un’altra silloge si aggiungerà nella stagione 1794-95, a completare un ciclo di dodici Sinfonie note appunto come “Londinesi”. Sul piano musicale, il passaggio dagli Estherázy alle sale da concerto inglesi si manifesta in una trasparente volontà di forzare i limiti di schemi formali collaudati e di verificare ulteriori possibilità di scrittura, anche in consi- derazione della disponibilità di un organico orchestrale di gran lunga superiore, soprattutto nella sezione degli archi, a quello gestito negli anni precedenti. La Sinfonia n. 94 “La sorpresa” fu composta nel 1791 e appartiene al primo gruppo delle “Londinesi”. Il famoso colpo di timpani che scuote l’ascoltatore all’inizio del secondo movimento è uno degli artifici usati da Haydn per interagire con le aspettative del pubblico: nel fina- le della Sinfonia n. 98 inserisce a sorpresa una parte Accademia Nazionale di Santa Cecilia 7 Haydn in un ritratto di Thomas Hardy del 1792 concertante per strumento a tastiera, nella Sinfonia n. 100 “Militare” fa uso di triangolo, piatti e grancassa, all’inizio della n. 103 pone un enigmatico rullo di timpa- ni, e così via, solo per indicare le trovate più plateali di una scrittura che si alimenta continuamente di questi “appuntamenti”, attesi o disattesi, con l’ascoltatore. E di maschere, come quella che l’autore indossa nell’A- dagio cantabile posto in apertura della Sinfonia n. 94, che per alcune battute sembra preludere a un evento misterioso e che invece porta a un Vivace assai, ben scandito nei tempi forti ma attraversato da un movi- mento febbrile e continuo degli archi. Mirabile l’approdo al “secondo tema”, tutto in sospensione, con i violini che giocano con gli accenti sui tempi deboli in un passaggio 8 Temirkanov/Argerich dalle tinte rossiniane, tanto per citare un altro maestro di umorismo in musica. Del secondo movimento, Andante, in forma di tema con variazioni, abbiamo già descritto il motivo iniziale. Aggiungiamo solo che la semplicità elementare del tema è il segreto dell’arte haydniana della variazione: più il tema è semplice, più sarà prodigo di variazioni, meglio ancora se minime. Un principio di economia musicale tipico del classicismo che Beethoven, profondo cono- scitore delle tecniche di Haydn, di lì a qualche anno farà proprio, raggiungendo i vertici che conosciamo. Non presenta particolari colpi d’ala il Minuetto, se non forse per la scelta di un tempo un po’ più stretto del consueto (Allegro molto), su cui come al solito Haydn lavora di fino sottraendo di tanto in tanto i fiati al tessuto orchestrale, in un calibrata alternanza di piani sonori. Quasi una formalità il Finale (Allegro di molto) che, pri- vo del ritornello dell’esposizione, ha una durata inferiore a quella del Minuetto. Eppure, un esame al microscopio della scrittura rivelerebbe richiami, allusioni, parente- le e assonanze ritmico-melodiche con tutto quanto ascoltato prima. Haydn ci ricorda anche la “sorpresa”, facendo rullare improvvisamente i timpani nel “sotto finale”, prima di sigillare definitivamente la Sinfonia con una trionfalistica e luminosa conclusione. Accademia Nazionale di Santa Cecilia 9 Šostakovič fotografato alla fine degli anni Sessanta. Il Primo Concerto per pianoforte e tromba di Šostakovič di Giovanni D’Alò In un abbozzo autobiografico del 1927, il ventunenne Dmitrij Šostakovič menziona, accanto alla Prima Sinfo- nia che appena un anno prima ne aveva rivelato il talen- to al mondo intero, un ristretto elenco di composizioni che nel frattempo avevano visto la pubblicazione. Poco prima, nello stesso scritto, con un senso del ritmo de- gno del miglior Buster Keaton, Šostakovič racconta la sua esperienza come pianista accompagnatore di pellicole cinematografiche in cinema dai nomi sugge- stivi ma dall’incerta credibilità professionale: «Il lavoro era molto faticoso, ma poiché mi fu pagato lo stipendio una sola volta nel corso della mia attività di due mesi, fui costretto a lasciare “La Pellicola Illuminata”. Trovai Il Primo concerto per di nuovo qualcosa di simile. Al cinema-teatro “Splendid pianoforte e tromba Palace” il pianista se n’era andato in ferie per due mesi. Fui ingaggiato come sostituto. Dopo due mesi il servizio ANNO DI COMPOSIZIONE era finito... Finalmente, nel febbraio 1925, trovai un im- 1933 piego fisso nel cinema “Picadilly”». Poi, con una punta di PRIMA ESECUZIONE acredine, conclude: «Lasciai io stesso il cinema e finora Leningrado, 6 marzo 1933 non vi sono più tornato. E spero anche di non essere mai più costretto a ritornarci». DIRETTORE La scarsa considerazione in cui il compositore tiene Fritz Stiedry tale onesto lavoro non deve sorprenderci, ma allo stes- so tempo non deve trarci in inganno. Accompagnare PIANOFORTE al pianoforte un film muto voleva dire commentare se- Dmitrij Šostakovič quenza per sequenza, senza interruzione, l’avvicendar- TROMBA si di situazioni spesso impreviste, emozioni mutevoli, Alfred Schumidt colpi di scena, innamoramenti, duelli, battaglie, panora- mi esotici... in breve, un repertorio immaginario infinito ORGANICO che doveva tradursi in un corrispondente bagaglio di Pianoforte, Tromba, motivi musicali. Tutto questo il pianista doveva improv- Archi visarlo, dando fondo alle proprie capacità di dominare Accademia Nazionale di Santa Cecilia 11 LIBRI lo strumento, ma anche facendo - bontà sua - di neces- sità virtù, ovvero riproponendo il personale background Dmitrij Šostakovič di temi memorizzati, cui affluivano di buon grado stralci Trascrivere la vita intera. di musica a programma o d’occasione, utilissimi per la Lettere 1923-1975 Milano, il Saggiatore 2015 caratterizzazione di momenti topici, e così via...