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TAMBURI

Nel collegio di Parma Tamburelli fu let- 1730, p. 2; Ch. Sommervogel, Dictionnaire des ou- tore di teologia scolastica; il catalogo del vrages anonymes et pseudonymes publiés par des re- ligieux de la Compagnie de Jésus depuis la fondation 1615 è l’ultima traccia della sua presenza à nos jours, Paris 1884, col. 771; Id., Bibliothèque nella provincia veneta della Compagnia di de la Compagnie de Jésus, VII, Bruxelles-Paris Gesù, dove però non risulta avesse incari- 1896, col. 1827, IX, 1900, col. 872; U. Baldini, La chi di docenza interna, come è del resto scuola scientifica emiliana della Compagnia di Gesù, 1600-1660. Linee di ricostruzione archivistica, in plausibile considerate sia la sua carica di Università e cultura a Ferrara e Bologna, Firenze precettore di Ottavio, sia le sue condizioni 1989, pp. 109-178; Id., Legem impone subactis. di salute. Il compilatore del catalogo fa, Studi su filosofia e scienza dei Gesuiti in Italia, però, un riepilogo degli incarichi pregres- 1540-1632, Roma 1992, pp. 391, 420 s., 445-447, 449; D. Aricò, Politica e istruzione alla corte di si: aveva fino a quel momento insegnato Ranuccio Farnese. I gesuiti Mario Bettini e Jean due anni la retorica, sei anni la filosofia na- Verviers, in Gesuiti e università in Europa (secoli turale, due anni la teologia morale e quat- XVI-XVII). Atti del Convegno..., Parma... 2001, tro anni la teologia scolastica. Nel 1616 fu a cura di G.P. Brizzi - R. Greci, Bologna 2002, pp. 213-242. PAOLO BROGGIO oggetto di discussione con il generale Mu- zio Vitelleschi il trasferimento di Tambu- TAMBURI, Orfeo. – Nacque a Jesi il relli a Roma a causa dei noti problemi di 28 maggio 1910 da Rosa Papa, sarta e ca- salute, trasferimento che ebbe luogo con salinga, e da Rodolfo, di professione bar- ogni probabilità l’anno successivo. biere; tra i ricordi d’infanzia, i bombarda- Morì a Roma il 7 febbraio 1618. menti della Grande Guerra e il primo di- Opere. Relatione della morte di Carlo Casario segno realizzato, un treno. Bolognese, della Compagnia di Giesù, di pia me- Conseguito il diploma presso l’istituto moria, formata dal P. D. T., per ordine del P. tecnico Cuppari di Jesi nel 1926, lavorò, Pietro Giovanni Schinchinelli, Rettore di detta l’anno seguente, come decoratore in una Compagnia, in Parma (1606), in Archivum Ro- fabbrica di porcellane. Nel 1928, grazie a manum Societatis Iesu, Ven. 105 II, cc. 531r- 534v; Reverendi Patris Darii Tamburelli Me- una borsa di studio di 300 lire, si stabilì a teorologia dictata in Collegio Romano anno Roma, dove si iscrisse al liceo artistico di MDCX, in Roma, Biblioteca nazionale, Fondo via Ripetta e in seguito all’Accademia di Gesuitico, 752; [O. Farnese], Quaestiones defi- belle arti. In questo periodo, con un appan- nitae ex triplici Philosophia, rationali, naturali, naggio mensile con cui a malapena riusciva morali, in Parmensi Academia publicae triduum a vivere due settimane, realizzò, anche per disputatae, ab Octavio Farnesio Serenissimi Ra- non saltare qualche pasto, centinaia di di- nutii Parmae, Piacentiae, etc. ducis IV filio, ad segni, girovagando lungo il Tevere e i Paulum V P.O.M., Parmae 1613; Via alla per- quartieri periferici della capitale. Divenne fettione, overo meditationi per tutto l’anno adat- tate alle persone religiose e inviate alla perfettione, così amico di Ennio Flaiano e Vincenzo composte dal P. D. T., della Compagnia di Giesù, Cardarelli e pubblicò i suoi primi disegni Roma 1647; Meditazioni per tutto l’anno, adatte sulla terza pagina del Tevere e su riviste co- alle persone secolari e religiose, del P. D. T. della me L’Italia letteraria e Il Selvaggio. Strinse Compagnia di Gesù, rivedute dal P. Secondo anche amicizia con i pittori Franco Genti- Franco d. m. C., Torino 1888. lini, Corrado Cagli e Libero de Libero. Fonti e Bibl.: Roma Archivum Romanum So- Influenzato inizialmente dalla Scuola ro- cietatis Iesu (ARSI), Rom. 53 I, cc. 117r, 143, mana, le sue vedute di città risentirono so- 195v, 199, Rom. 53 II, cc. 199, 214v, 221, 224, prattutto della lezione di Camille Corot e 239, 240v, 273, 304, 324, 347, 360, Rom. 54, cc. 1v, 12v, 77v, 138v, Rom. 171 A, n. 885; Ven. 6, di Paul Cézanne. Nel 1935, infatti, grazie a cc. 226v, 259, 302, 334v, 376, Ven. 384v, 388, 393, 500 lire ricavate dalla vendita di dieci dise- 413v, 419v, 421v, 427v, 433, 449, Ven. 38, cc. gni ad Antonio Muñoz, direttore del Mu- 108v, 177, Ven. 71, c. 11r; Ital. 5, cc. 231rv; Fi- seo di Roma, si era recato a Parigi, dove, ol- renze, Biblioteca nazionale, Mss. Gal., P. I, T. tre a visitare musei e gallerie, aveva cono- XV, c. 45 (lettera autografa a Cristoforo Grien- berger, pubblicata in Le opere di Galileo Galilei, sciuto artisti importanti (Giorgio De Chi- XI, Carteggio 1611-1613 di Galileo Galilei, Firenze rico, Massimo Campigli, Filppo De Pisis) 1966, p. 233); Archivio di Stato di Parma, Car- e scoperto la pittura di Cézanne, che lo ave- teggio Farnesiano Interno, b. 272; Casa e Corte va colpito in particolar modo. Nel frattem- Farnesiane, s. II, b. 26. G.B. Memmi, Notizie istoriche dell’origine, e pro- po aveva già esposto alla III Sindacale lazia- gressi dell’Oratorio della SS. Comunione Generale, le (1932), alla I Mostra nazionale del Sin- e degli uomini illustri, che in esso fiorirono, Roma dacato degli artisti (1933), alla II Mostra

766 TAMBURI interprovinciale d’arte marchigiana di Pe- Nel 1944 pubblicò il volume di disegni saro (1934) e, presentato da Alfredo Mezio, Piccola Roma, con una poesia di Giuseppe al «Bragaglia fuori commercio» (1934), la Ungaretti di cui divenne amico, e illustrò le sua prima mostra romana. Nel 1935 prese Passeggiate romane di Stendhal. Dagli ini- parte alla II Quadriennale d’arte di Roma. ziali richiami a toni e modi postimpressio- Nel 1936 eseguì nel palazzo dell’Anagrafe nisti, la sua pittura si sviluppò verso solu- un affresco dal titolo Carnevale romano, zioni più realistiche e personali, immediate nello stesso anno espose per la prima volta negli schemi di composizione con forme e alla Biennale di Venezia, dove sarebbe tor- colori semplici e sintetici; si dedicò anche al nato più volte, e nella città natale (Palazzo paesaggio, alla figura e talvolta ai fiori, ri- della Signoria, «Mostra d’Arte dell’Esino»). cordo dei suoi esordi marchigiani. Negli an- Nell’estate del 1936 conobbe da Dreher, ni Quaranta divenne amico anche del regi- birreria ritrovo di giornalisti e intellettuali, sta Marcello Pagliaro e collaborò con diver- Curzio Malaparte, di cui divenne amico si teatri romani: gli venne commissionata la intimo e una sorta di segretario: il sodalizio decorazione dell’atrio del Teatro E-42 con sarebbe venuto meno solo con la morte la Storia del teatro dalle origini al melodram- dello scrittore toscano (1957). Tamburi ma, di cui vennero realizzati solo i sei carto- collaborò con Malaparte curandone la ri- ni preparatori; nel 1941, invece, disegnò fi- vista Prospettive e illustrandone diverse gurini e scene per una ripresa de La sacra opere; dello scrittore lasciò un ricordo sug- rappresentazione di Abrham e Isaac di Feo gestivo in Malaparte come me (Milano Belcari. Sue tele e oli furono esposti nella 1980), libro scritto con grande asciuttezza galleria Mediterranea di Palermo (1940) e e l’obiettivo di raccontare lo scrittore come nelle gallerie Barbaroux (1941) e Annuncia- effettivamente era. In Francia dove l’anno ta (1943) di Milano. precedente era uscito con il titolo Mala- Tamburi si era sposato il 7 novembre parte à contre-jour raggiunse il secondo po- 1932 a Roma con la coetanea Laura Bellini sto nella classifica dei libri più venduti. (Ancona, 1911-Roma, 1973), allieva della Nel 1937, dopo un decennio in cui la sua Scuola romana, che sarebbe divenuta pit- produzione era rimasta legata prevalente- trice «baroccheggiante e magmatica» (Se- mente al disegno e alla decorazione, Tam- verini, 2018, p. 32); il matrimonio fu di- buri passò convintamente alla pittura, e due chiarato nullo nel 1948 «con sentenza di anni dopo vendette il primo quadro. Nel Bucarest» (ibid.). Si sarebbe risposato poi 1939 fu presente alla III Quadriennale na- il 10 ottobre 1968 a Parigi, con René Su- zionale d’arte, rassegna cui partecipò in se- zanne Toma. guito nel 1943, nel 1951, nel 1955 e nel 1972; Stabilitosi nel 1947 nella capitale france- sempre nel 1939 fu presente a Milano, in- se, sviluppò la pittura di paesaggi urbani: sieme al gruppo romano, per la seconda era particolarmente affascinato dalla città, mostra di Corrente. Insieme a Renato Gut- ritratta spesso come spazio silenzioso e ma- tuso, Virgilio Guzzi, Luigi Montanarini, linconico; i paesaggi metropolitani di Ro- Alberto Ziveri, Pericle Fazzini, espose nel ma e di Parigi (e poi di New York) furono gennaio del 1940 alla Galleria di Roma in rappresentati nelle loro analogie e diversi- una collettiva sintomatica del nuovo clima tà, ma sempre restituiti con una personale realista, in questo stesso anno aprì uno stu- frontalità di modi espressivi, ormai distan- dio in via Sistina. Nel 1941 Gino Severini ti dala Scuola romana; le forme di Tambu- gli dedicò una piccola monografia edita da ri risultano, infatti, più strutturate, e il suo Documento nel primo volume della colla- fare più raccolto e meno sciolto. Continuò na Artisti d’oggi. a dedicarsi alla scenografia e all’illustrazio- Richiamato alle armi nel 1942, prestò ne, con acqueforti, litografie e disegni, di servizio a forte Boccea, a Roma, nel corpo opere di poeti e scrittori, antichi e moder- speciale dei lanciafiamme, ma l’8 settem- ni. A Parigi instaurò un rapporto fecondo, bre 1943 abbandonò l’esercito; nelle sue tra gli altri, con il poeta Blaise Cendrars e memorie avrebbe ricordato che in quegli i pittori Jacques Villon e Maurice de Vla- anni nessuno gli aveva mai chiesto la carta minck. Le vie e le case parigine divennero d’identità o l’iscrizione al Partito nazionale il leitmotiv della sua produzione artistica; fascista. tenne la sua prima personale lungo la Senna

767 TAMBURI nel 1948, presso la galleria Rive gauche, ed A partire dal 1970, anno in cui avviò una essa venne visitata da Malaparte, De Pisis vivace collaborazione con le Edizioni Ghelfi e Valentino Bompiani. di Verona, riprese a viaggiare intensamente, Il successo e la fama di Tamburi creb- pur mantenendo la residenza a Parigi. Nel bero rapidamente: nel 1949 il giornalista 1971 ricevette la medaglia d’oro di prima francese Marcel Sauvage gli dedicò una classe ai benemeriti della cultura dal presi- pubblicazione; nel 1949-50 l’artista aderì dente della Repubblica e nel 1975 il premio al progetto della importante collezione internazionale Città Eterna a Roma. Nello Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, stesso anno si svolse a Jesi la prima edizione oltre a un autoritratto, l’opera La fornace. del Rosa Papa Tamburi. Sue opere abbel- A partire dal 1950, anno in cui ricevette il lirono le edizioni del Touring Club dedica- premio Roma per la pittura, viaggiò in di- te alle metropoli (celebre Qui Nuova York versi Paesi europei, tra cui Belgio e Olan- di Ruggero Orlando, Milano 1971, impre- da, mantenendo saldi contatti con l’am- ziosita dalle vedute aeree del fotografo sta- biente romano e italiano (fu, tra l’altro, in tunitense Charles Rotkin) e le edizioni poe- corrispondenza con il giornalista Giuseppe tiche di autori famosi (Scelta da: I fiori del Luconi, memoria storica della città natale); male di Charles Baudelaire, Ancona 1980, espose a Basilea, Parigi e Bruxelles. e Madrigali e ballate di Francesco Petrarca, Nel 1952 prese parte come attore prota- Ancona 1981). Tradusse e realizzò i disegni gonista all’episodio Invidia di Roberto per le memorie postume di artisti interna- Rossellini nel film I sette peccati capitali, zionali, come Svolta pericolosa. Ricordi di diretto da diversi registi italiani e francesi. vita (Bari 1967) di Vlaminck e Ricordi della Grande successo ebbero le sue opere espo- mia vita (Verona 1974) dello scultore bielo- ste alla II Mostra nazionale d’arte di Mila- russo Ossip Zadkine. no (1951) e all’Accademia del Ceppo di Pi- Scrisse numerosi libri, alcuni di partico- stoia (1955); nel 1956 visitò la Spagna e ri- lare rilievo e ricchi di memorie come Incon- tri (Bari 1965), Calepini (Bari 1968), Ri- cevette il premio Marzotto. Nel 1957 fu tratti romani (Roma 1968), Stradario ’68 negli Stati Uniti come inviato speciale della (Milano-Verona 1970), Itinerari. America rivista newyorkese Fortune, con l’incarico ’57 (Milano-Verona 1970, con prefazione di ritrarre alcune città americane; nello di Giuseppe Prezzolini), Quaderno del pit- stesso anno espose al Museo d’arte moder- tore (Verona 1975), Pagine di viaggio (Ve- na di San Francisco e alla galleria Landau rona 1980). Nel 1979 l’Éditions Denoël di di Los Angeles. Si dedicò intensamente ai Parigi e il Cigno Stamperia d’Arte di Roma ritratti di amici, artisti e intellettuali (tra cui pubblicarono una preziosa opera in tre vo- Carlo Levi, Domenico Cantatore, Carlo lumi intitolata Paris 20+1, con testi di Ni- Carrà, Sonia Delaunay, Rudolf Nureyev). no Frank, Georges Pillement e Paul Guth: Rientrato in Europa, riprese a viaggiare Tamburi realizzò per essa centocinque di- visitando per la prima volta Londra (1961) segni in bianco e nero e ventuno incisioni per poi recarsi in Grecia e Austria: contem- in acquaforte e acquatinta a più colori. poraneamente allestì un numero consistente Nell’ultimo decennio di vita diradò i di mostre nelle maggiori città italiane. In viaggi, continuando però a cogliere in essi questi anni si segnalò come ‘pittore delle impressioni e immagini per i suoi itinerari finestre’, continuando poi con la serie delle di tela e carta. Nel 1990 conferì alla galleria porte sbarrate, delle crete e dei muri di Gioacchini di Ancona un mandato esclu- Pompei. Nel 1963-64 espose alla mostra sivo per distribuire, archiviare e autenti- «Peintures italiennes d’aujourd’hui», orga- care le sue opere. nizzata in Medio Oriente e nell’Africa set- Tra le più importanti mostre antologi- tentrionale. Nel 1964 donò alla Pinacoteca che vanno menzionate quelle di Ferrara civica di Jesi numerosi disegni, guazzi e li- (Galleria civica d’arte moderna, 1974), Sa- tografie. Nel 1969, cominciò a progettare cile (1978, intitolata «Il mio teatro»), Cor- il premio Città di Jesi - Rosa Papa Tam- tina d’Ampezzo (1994, «Sessant’anni di buri, dedicato alla madre e istituito uffi- pittura»), Jesi (1998, «Tamburi: le città, i cialmente nel 1974. Sempre nel 1969 espo- volti, le maschere») e Ancona, quest’ultime se a Torino, Firenze, Roma e alla Galleria ospitate, nel 2002 e nel 2010, alla Mole 07 di Vienna. Vanvitelliana.

768 TAMBURINI

Di carattere distaccato, avulso dalla politica, di Napoli (primavera del 1819 - quaresima tutto intento nel lavoro quotidiano, Tamburi del 1821), dove fu impegnato in un reper- ha dato vita a un’opera compatta e coerente, torio misto di opere buffe, serie e semiserie priva di deviazioni e inversioni, lontana dallo di compositori in voga (tra cui Carlo Coc- sperimentalismo d’avanguardia quanto rispet- tosa di personaggi come Giorgio Morandi. Sen- cia, Giacomo Cordella, , sibile a ogni esperienza tecnica e speculativa, la Stefano Pavesi, Generali): in particolare sua pittura si è distinta per freschezza, eleganza «entusiasmò assolutamente i napoletani» e padronanza di tratto, trovando nel colore la nell’Agnese di Ferdinando Paer e in Vio- fonte essenziale di una rara sensibilità poetica. lenza e costanza di La scoperta dei muri e delle facciate di palazzo (Antonio Tamburini, 1828, p. 95; gennaio ha completato il suo percorso artistico, conse- 1820). A Firenze nell’estate-autunno del guendo una frontalità compositiva totale e fo- calizzando il soggetto sui particolari. 1821 cantò nella Gioventù di Enrico V di Pacini, nel Medico ciabattino di Generali, Morì a Parigi il 15 giugno 1994. È sepol- nelle Nozze di Figaro di Wolfgang Ama- to nel cimitero di Montparnasse. deus Mozart (Conte Almaviva) e nel Tor- Fonti e Bibl.: Jesi, Comune, Anagrafe, car- valdo e Dorliska di Rossini. Nel 1822 de- tellino individuale; Ancona, Galleria Gioacchini, buttò a Livorno, al teatro d’Angennes di Fondo Orfeo Tamburi; G. Severini, O. T. pittore, Torino, alla Scala di Milano nella stagione Roma 1941; M. Sauvage, O. T., Roma-Paris 1949; I taccuini di O. T., a cura di E. Fabiani Pol- estate-autunno, con Matilde di Shabran di lenza 1981; D. Manzella, L’opera scritta di O. T., Rossini e le ‘prime’ assolute di Adele ed Milano 1989; O. T. Un poeta urbano, Ancona 1997; Emerico di Mercadante e di Chiara e Sera- O. T., le città, i volti, le maschere (catal., Jesi), a fina di , e infine alla Fe- cura di L. Mozzoni, Cinisello Balsamo 1998; G. Tinti, Testimonianze molteplici d’una ricchezza nice di Venezia, nel Matrimonio segreto di (percorsi e vissuti dell’arte e degli artisti della pro- Domenico Cimarosa (Conte Robinson); vincia di Ancona), in Le Marche e il XX secolo. nel Carnevale 1823 debuttò al Grande di Atlante degli aristi, a cura di A. Ginesi, Milano Trieste con Elisa e Claudio, ossia L’amore 2006, pp. 132, 201; G. Luconi, O. T. mi scrive: lettere da Parigi, s.l., 2010; O. T. tra astrazione e protetto dall’amicizia di Mercadante; tornò realtà (catal.), Ancona 2010; M. Severini, Bellini, alla Fenice nella stagione 1824-25 come Laura, in Dizionario biografico delle donnne mar- «primo basso serio cantante», nella Zelmira chigiane, 1815-2018, a cura di L. Pupilli - M. Se- (Polidoro) e nel Mosè in Egitto (Faraone) verini, Ancona 2018, pp. 32 s. MARCO SEVERINI di Rossini, e in opere di Cordella e Pavesi. Nella primavera del 1827 ritornò alla Sca- TAMBURINI, Antonio. – Nacque il la; divenuto ormai un punto di riferimento 28 marzo 1800 a Faenza, da Pasquale e da nel genere sia comico sia serio, spaziava dal Luigia Collina. Barbiere di Siviglia (Figaro) all’Inganno fe- Il padre, suonatore di corno, lo avviò agli lice (Batone) e dal Mosè in Egitto (Faraone) studi musicali per farne uno strumentista. alla Donna del lago di Rossini (Douglas) fi- Presto accortosi delle sue qualità vocali, lo no all’Ultimo giorno di Pompei di Pacini fece educare nel belcanto da Aldobrando (Sallustio). Il 27 ottobre fu Ernesto nel Pi- (o Aldebrando) Bossi, maestro di cappella rata, il primo dei personaggi che Vincenzo di Fossombrone. Dopo un esordio im- Bellini modellò sulle sue capacità. provvisato a Ravenna nel Carnevale 1816 Nella carriera del cantante spicca la frequen- come rimpiazzo di un anziano basso buffo za delle ‘prime’ di opere di Donizetti e di Bel- (Ravaldini, 1978), il debutto avvenne nel lini. Per quanto concerne Donizetti, dopo la citata Chiara e Serafina scaligera, Tamburini 1818 nei teatri emiliani (Cento, Mirando- fu il baritono che creò L’ajo nell’imbarazzo (Ro- la, Correggio; cfr. l’Antonio Tamburini, ma, Valle, 1824), (Palermo, 1828), con una compagnia di giro che die- Carolino, 1826), Alina regina di Golconda (Ge- de La contessa di Colle Erboso di Pietro Ge- nova, Carlo Felice, 1828), Gianni di Calais (Na- nerali; cantò al Contavalli di Bologna nel poli, Fondo, 1828), Imelda de’ Lambertazzi 1819. A Piacenza nel Carnevale 1819 fu (Napoli, San Carlo, 1830), Dandini nella Cenerentola e Mustafà nel- (Napoli, San Carlo, 1831), (Napoli, San Carlo, 1832); al Théâtre-Italien di Parigi fu l’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, poi nel 1835 il primo Bertucci nel Marino Fa- avviandosi a un brillante successo, presto liero e nel 1843 il Dottor Malatesta nel Don Pa- confermato dalla scrittura al teatro Nuovo squale. Quanto a Bellini, fu Filippo nella seconda

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