Attività imprenditoriali e commerciali nel Moesano fino al 1900

Autor(en): Giudicetti, Franchino

Objekttyp: Article

Zeitschrift: Quaderni grigionitaliani

Band (Jahr): 59 (1990)

Heft 2

PDF erstellt am: 04.10.2021

Persistenter Link: http://doi.org/10.5169/seals-46267

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http://www.e-periodica.ch FRANCHINO GIUDICETTI

Attivitä imprenditoriali e commerciali nel Moesano fino al 1900

(la parte)

questo studio, Fing. civ. dott. Franchino Giudicetti di Cama, prescinden- Indo dal settore primario, ha sintetizzato la storia dell economia del Moesano con particolare riferimento al periodo che va dal Quattrocento alla fine dell'Ottocento. Basandosi non tanto su pubblicazioni giä conosciute quanto su documenti inediti, esamina in altrettanti capitoli il ruolo del legno e della pietra, cioe delle materie prime; delle industrie sorte nel secolo scorso; dei trasporti e del turismo e infine dei negozi e del commercio. II testo, fitto di informazioni puntuali e concrete sulle risorse e l'evoluzione dell economia nelle due valli, rivela anche il nome delle famiglie che ne furono protagoniste. Esso e integrato di appendici con tabelle sinottiche che agevo- lano il confronto tra i tipi di energia, i pesi e le misure, il denaro e alcuni prezzi di una volta con quelli vigenti ai giorni nostri e che evidenziano il grande innovamento che va sotto il nome di rivoluzione industriale.

Premessa

Originariamente preparato in appendice e a nomico industriale e del terziario. Tecniche e complemento di uno studio d'interesse loca- tecnologie primitive e comunieazioni quasi le, questo breve saggio vuole presentare inesistenti rappresentarono fino a pochi de- concisamente alcuni aspetti della storia eco- cenni or sono degli scogli praticamente in- nomica delle due Valli, che finora e stata sormontabili per molte iniziative imprendito- generalmente trascurata1. Si prefigge di riali e commerciali. evocare quei non numerosi ma lungimiranti Diversi emigranti dimostrarono perö in Paesi uomini d'azione del Moesano, certamente piü progrediti e in ambienti urbani che vo- non tutti, che seppero, pionieri, intraprende- lontä e intelligenza non mancavano nemme- re attivitä diverse da quelle consuete e ben no nei figli delle povere valli alpine e a loro note contadine e del piccolo artigianato pri- arrise in terra straniera il successo che non ma del 1900, in un contesto agrario e rurale potevano raccogliere in patria: ma di loro giä totalmente dissimile dalTattuale quadro eco- e stato scritto.

La storiografia del Moesano, di cui Motta, i Tagliabue, Simonet, Poeschel, Zendralli, Vieli, Bertossa, Boldini e specialmente la Hofer-Wild sono i maggiori esponenti, sia per l'originalitä, sia per la sistematicitä delle loro ricerche o dei loro scritti, da oltre 30 anni sembra infatti essere indirizzata, con poche eeeezioni innovative, alla ripetitivitä nella trattazione di temi giä chiariti e pubblicati nei precedenti 70 anni o agli studi, con carenti metodologie, di aspetti della vita del passato irrilevanti o d'interesse particolare e con un magro contenuto informativo. Manca inoltre, e questa e una lacuna culturale non indifferente, una storia sintetica, integrale e articolata del Moesano compilata con un concetto scientifico che sappia accentuare l'essenziale e omettere annotazioni di dettaglio. 262

1. Introduzione completavano il quadro della tipica e omoge nea comunitä rurale e autonoma, mentre pe Tutta la popolazione residente nel Moesano la lavorazione del ferro e altro artigianato < era in pratica direttamente o indirettamente doveva ricorrere a specialisti non sempr occupata nel settore agricolo giä dai primi residenti in paese. Nessuna importanza ebbe tempi degli insediamenti, risalenti, con una ro fino verso il 1900 le imprese di costruzic certa continuitä, a 2500 anni or sono. I ni, sia di sopra- sia di sottostruttura. I lavoi villaggi erano ampiamente autarchici. Vi furono edili che non potevano essere effettuati i introdotti progressivamente i mulini per i proprio venivano appaltati a uno o du cereali, la pila (mortaio) per il lino, la franza muratori e scalpellini, mentre per le oper (frantoio) per l'orzo, i torchi per l'olio di pubbliche comunali (ponti, ripari) ci si avva noce e Tuva, il lambico, i forni e vi erano leva delle prestazioni obbligate degli uomir tutti gli utensili meccanici necessari per la (fino ad alcune decine per volta) di tutte 1 lavorazione della terra, la trasformazione famiglie del villaggio, il contadino essend dei prodotti da essa provenienti e utilizzati in genere anche capace operaio, seppure no per Talimentazione e Tabbigliamento e per specializzato. Questo valeva inoltre per 1 l'impiego degli animali domestici. Alcuni costruzione e Tinghiaiatura delle poche strs miglioramenti degli attrezzi e delle semplici de, per le vie mulattiere e i sentieri e per macchine e dei metodi di lavoro ebbero trasporti locali dei materiali alluvionali luogo dal 1000-1200 in poi. delle pietre. Un'organizzazione non soltanto privata stava Fino all'800 le difficoltä e la quasi impossi alla base dello sfruttamento nutritivo delle bilitä di trasporto delle merci pesanti o volu acque pubbliche. Esistevano, estinti nel 16° minose erano il maggior ostacolo allo svi secolo i diritti dei Signori, delle Societä della luppo di attivitä di produzione e d'esporu peschiera (ancora nel 1800-30), alle quali zione. Agevole era per contro il commerci partecipavano i Comuni e per loro le 3 squadre del bestiame, semovente. In Mesolcina so] e le 2 mezze squadre che formavano il tanto nel 1820, in 60-70 anni pi Comungrande. V'erano nella Moesa peschie- tardi, pote infine essere realizzata da u re a sud del ponte di Sorte, a Grono e al nuovo ente responsabile, il Cantone, una vi Dazio di S. Vittore. II capitale investito frut- alpina di comunieazione ininterrotta e adatt tava inoltre interessi annui (p. es. 30 lire per per veicoli a quattro ruote trainati da pi 600 lire di capitale Tanno nel 1831-32, versati cavalli, certamente non cosi funzionale m da e dal Capitolo di S. Vittore) confrontabile con le strade che giä collegE al Comungrande [DMI]2. Vivai privati e vano da almeno due secoli gli industrio; comunali — p. es. a Cama e — e- centri della pianura. rano pure una fönte variata d'alimentazione. Negli allegati sono indicati alcuni valoi Pochi artigiani — falegnami, piü tardi muratori energetici e i complicati sistemi monetär — specializzati al di lä di quanto sapeva con qualche prezzo, e delle misure e dei pe; fare ogni contadino, che eseguiva in proprio locali, che stavano alla base materiale dell'e la maggior parte dei lavori di costruzione e conomia agraria fino a ca. il 1900, rispettivi di manutenzione delle case e delle stalle, mente al 1850.

Le indieazioni fra parentesi quadra si riferiscono ad alcune fonti. Per le abbreviazioni vedi i appendice. Parole e frasi in corsivo, spesso dialettali, sono rilevate direttamente dai documenti. 263

2. Legno Enrico del D. Pietro: 1521, boschi di Leggia. A parte le risorse naturali dei terreni agricoli Malagrida, Ser Nicolao di Roveredo: e del bestiame, usate come mezzi di sussi- 1504, boschi di Cama. Figlio Giovanni stenza per il consumo indigeno, soltanto i Giacomo: 1518. boschi potevano venir sfruttati su larga scala, Anzo, Pietro de di Grono (che nel 1534 quali generatori di materia prima biologi- cogestisce una segheria a Grono), Belloni, camente rinnovabile, per Tesportazione, Ser Gaspare di Leggia e altri gronesi: essendo Tuso interno di legname — nei villaggi 1550-70, boschi di Leggia. A Leggia nel c'erano delle piccole segherie — quantita- 1518 vi fu un arbitramento per danni tivamente limitato. II taglio e la vendita dei arrecati dalla condotta di legname (che boschi e il trasporto del legname (abete, nella Moesa in parte era stata vietata larice, castagno, quercia), possibile per via dalla centena nello stesso anno) di fluviale fino al Lago Maggiore, divennero mercanti ticinesi, alcuni dei quali erano stati perciö dalla fine del Medioevo in poi Tunica condannati a una multa giä nel 1490. fönte d'introiti finanziari di una certa importanza. Sonvico, ministrale Lazzaro e Antonini, Giä negli statuti di Valle del 1439 dottor Giovanni Pietro di : 1592- sono menzionate possibili distruzioni di 93, boschi e transito. ponti causate dal lignamen... per aquam Righetti, luogotenente Lucio di Lostallo: Mouexie vel Calancasche, negli statuti del 1617, boschi di Lostallo. 1645 anche danni alle strade e ai ripari... in Pizzetti, cancelliere Giovanni Battista di condur legni, tanto per aqua ed ora pure per Lostallo: 1726-42, boschi di Cama. montagna e le tasse per il taglio da prelevare Zoppi, landamano Giovanni Antonio, dal negoziante forestiero. Appaltatori dei negoziante di S. Vittore: 1749, boschi di Comuni proprietari dei boschi e delle acque Calanca e transito a Cama; 1754, boschi — per la fluitazione necessitavano permessi di Soazza; 1773, boschi di Calanca. Con speciali —, che da tali concessioni traevano Fratelli Togni: 1776, boschi di , un guadagno non indifferente, furono dapprima , e S. Maria. Giovanni prevalentemente ditte ticinesi (fra le Pietro: 1828. quali spicca nel 1720-1820 quella della Togni (tenente Giovanni Pietro) e Togni famiglia Branca di Brissago, che comperö Fratelli, di S. Vittore: 1773. Nisoli e boschi a Soazza e ) e alcune italiane Togni (Giovanni Antonio): 1815, boschi (fra le quali Prolli di Milano, prima metä 18° a Roveredo. Togni e Comp.: 1823. Fratelli sec). Dalla metä del 18° secolo in avanti Togni: 1836, legname di S. Vittore. furono invece privati imprenditori e ditte A Marca, podestä Nicola di Mesocco: appartenenti a una decina di famiglie della 1590, bosco di Soazza. Ditta a Marca (fra Mesolcina, che talvolta formavano dei cui il podestä Carlo Domenico) anche consorzi, ad occuparsi di queste uniche attivitä nella seconda metä del 18° sec. A Marca, economiche di una certa mole, come ne governatore Clemente Maria: 1803, fanno stato gli esempi seguenti [DMI; spora- boschi di Calanca; 1813, boschi di Soazza. diche indicazioni in RAM e di C. Santi in A Marca Fratelli (il precedente — m. Bündner Wald 4/1981]: 1819 —, Landrichter Giovanni Antonio e comandante Giuseppe, figli del podestä): — Antonio di Giacomo Conforti e Giacomo 1816-33, boschi di Val Cama e d'Antonio del Brenta di Lostallo: 1498, (con Tamoni). A Marca Fratelli, di legname di Lostallo Soazza (Landrichter Giuseppe e fratelli, — De Sacco, Giovanni del D. Antonio figli del governatore): 1821, 1824, 1826 Gaspare di Grono: 1504, bosco di Cama. e 1831, boschi di Soazza. A Marca e 264

Comp.: 1828, boschi di Calanca; 1830, — Balli, Giacomo Maria di Roveredo: 184S boschi di Mesocco; 1834, boschi di Soazza. boschi di Soazza; 1851, bosco di Cam< A Marca, colonnello Carlo (figlio del Balli e Zendralli (Lorenzo): 1829-31 landamano Giuseppe): 1834, 1843, boschi Balli e Tognola: 1851, Cabbiolo. di Soazza. Eredi del comandante Giuseppe: — Giudicetti, Natale di Cabbiolo. Negoziar 1873-1937, boschi di Val Leggia. te di legname, ca. 1860-1888. Dal 1888 — Tamoni, luogotenente Giuseppe di Cama: figlio Antonio. Dal 1897 anche impres ca. 1800-1815, boschi di Val Cama; di costruzioni dei figli Demetrio e Euge 1810, bosco di Verdabbio (tagliato nel nio. 1834). Tamoni Fratelli (figli del precedente, — Brocco, Antonio di San Bernardino: dop landamano Clemente Mattia [2/3] il 1880, bosco di Soazza. e fiscale Pietro [1/3]): 1816-1849, boschi di Cama (in parte con a Marca); 1845, boschi di Verdabbio; inoltre numerose Vennero anche costituite delle societä ch condotte da tutti i villaggi della valle fino praticamente monopolizzarono il mercato c a Magadino per conto delle altre ditte. una data regione: Tamoni e Broggi (Domenico di Roveredo): 1819-20, boschi di Calanca. Tamoni, — a Marca, Schenardi e Comp.: Landrichte maggiore Clemente (figlio di Clemente Giovanni Antonio e comandante Giuser. Mattia): 1874 e seg., boschi di S. Maria, pe (fratelli) e Giuseppe e fratelli (figli de Verdabbio e legnami di Soazza (con governatore) [5/16], landamano Aureli Giuseppe a Marca, figlio del colonnello Schenardi [2/16], landamano C. Giuser Carlo); 1876, boschi di S. Domenica. pe Tonolla [1/16], landamano Filippo d — De Sacco (capitano e landamano Filip¬ Sacco [1/16], landamano Giuseppe po): 1819, boschi di Verdabbio. De Sacco Marca (cugino dei precedenti) [1/16 e Tognola (Antonio di Battista, piü Tognola e Tini [1/16], Corrado e Mass tardi Filippo): 1823 e 1835-46, boschi di mo Molo di Bellinzona [2/16], landarm Verdabbio; 1827, condotta boschi di no Francesco Paggi [1/16], landaman Grono con Tamoni. Francesco Gasparoli [1/16] e ing. Gie — Tognola di Grono (capitano Pietro con il vanni Rocco von Mentlen di Bellinzon figlio Giuseppe, Giovanni Filippo [1822] [1/16]. Societä fondata nel 1831 (-184f e figli Antonio e Filippo): 1828-29, per i boschi della Calanca (fig. 1), rilev condotta boschi di Calanca con Tamoni. le concessioni precedenti del governatoi Tognola (Giovanni Filippo e figli e a Marca e della ditta del landaman Gaudenzio di Domenico [1832]) e Tamoni: Giovanni Antonio Togni e di Aureli accordo nel 1846 (5/12 + 2/12 + 5/12) Schenardi. Questi ultimi nel 1829 avevt per i boschi di Cama e Verdabbio. 1852, no stipulato un contratto con la Comun boschi di Soazza. tä di Calanca per la costruzione di un — Schenardi (landamano Aurelio) e Nisoli: strada di valle (1831; poi allargata d; 1827-28, boschi di Verdabbio. Schenardi Cantone a 3,6 m nel 1887-88) che facil e Tognola: 1844, boschi di S. Maria. tasse il trasporto del legname. — Tonolla di Cabbiolo: 1827, bosco di — A Marca Fratelli (figli del governatore Sorte; 1847, boschi di Lostallo. Tonolla e de Sacco (Filippo), a Marca Giusepp Comp.: 1846-49. A Marca e Tonolla: (figlio del podestä, zio dei preceder 1.831, boschi di Mesocco; 1844. ti), Gattoni Fratelli, Toschini (Clemenl — Gattoni Fratelli (di Giacomo) di Soazza: del landamano), Tognola, Tini e Zan 1835, boschi di Soazza. Con Tonolla e (Francesco Maria): 1840 per i boschi Comp.: 1851. Soazza. 265 l X^Y"* ''• &-f*ßy* ä2L

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lfa*.t< /" v Fig. 1. Convenzione di societä per lo sfruttamento dei boschi della , 1831 (parziale)

II taglio degli alberi e il trasporto dei tronchi al giorno ancora nel 1850). Presupponeva fino alla Moesa, la loro ligadura in seepate anche una capacitä organizzativa non comune (zattere; in questo settore erano attivi dal degli imprenditori. Questi dovevano inoltre 1815 Bernardo Borella, piü tardi Borella e occuparsi della preparazione e della Comp., di San Vittore) e la menatura fino manutenzione adeguate delle rive del fiume alla nave di Magadino dava lavoro a decine e dei fossi con i loro rasteli (rastrelli), da di lauoranti (fino a 50-100 per condotta o dove prendeva avvio il trasporto per acqua caciata) ticinesi e mesolcinesi (a 1 1/2-2 lire — p. es. a Cama al Foss, a Leggia in 266

Redivolo (anche il legname dei boschi di S. trasporto del legname: nel 1822 in merito al Maria veniva fatto scendere ai fossi di Cama fermo di dannose distruzioni di boschi, nel e Leggia), a Grono e a Roveredo in Tera 1830 con il divieto delle serre, nel 1836 con Bianca —, della spazatura della Moesa e un decreto concernente la coltivazione dei della sistemazione a trasporto avvenuto degli boschi, nel 1839/1858 con il nuovo ordinamento argini e delle peschiere danneggiate. forestale e nel 1851 con il nuovo L'esportazione del legname procurava al ordinamento sulla fluitazione. Comungrande dei ricavi di dazio non indiffe- La nuova strada rese d'altra parte piü rapido renti (la tariffa daziaria per Tesportazione ed economico il trasporto via terra del legname del legno da fabbrica classificato, d'ardere che avrebbe potuto essere lavorato in — faggio, betulla — e del carbone, venne valle, particolarmente fino alla nuova stazione fissata dal Cantone nel 1826, ma si riscuote- ferroviaria di Bellinzona (1874/82). A vano tasse giä nel 1808). Roveredo, verso Grono, centro di raccolta Nel 1831 p. es. per il legname della condotta dei tronchi provenienti dalla Calanca e dalla di Mesocco della ditta del Landrichter a media e alta , vennero perciö Marca 694 lire (4T626 capi a 4 denari), per costruite nelTultimo quarto di secolo due quella di Lostallo 292 lire (17'500 bore), nel segherie di una certa importanza: una dopo il 1832 343 lire (36'000 boretti a 2 denari e 1880 da Antonio Brocco, rilevata nel 1891 2'600 bore a 4 denari) di Filippo de Sacco e da Tognola e Co. (Antonio, di San Vittore, 310 lire (15'000 bore e 1'200 travi a 1 soldo che nel 1884 e ancora nel 1904 aveva acquistato dalla Calanca) della ditta a Marca, Schenardi boschi di Leggia) e Taltra, dove prima e Comp. Per i due anni consecutivi il totale c'era un mulino, dagli Schenardi (attorno al complessivo del dazio del legname (82'380 1900 Giudicetti e Schenardi). bore, 41'000 boretti e 1200 travi) fu di 1775 Parallelamente al taglio delle piante pregiate lire, equivalente al 45% degli introiti diretti da fabbrica e per Tesportazione, nei boschi e al 20% delle spese totali del Comungrande. si produceva il carbone di legna, utilizzato in Giä attorno al 1785 dalla zona di S. Bernardino valle come combustibile, in particolare nelle provenivano annualmente 24'000 tronchi fernere, e anche esportato. di 3-3,5 m di lunghezza. Condotte annue Oltre all'esportazione del legname nel 18° e da un singolo Comune di 30'000-50'000 nella prima metä del 19° sec. veniva venduta tronchi non erano rare e le dimensioni e nel — in compenso si importava equivalenze di prezzo (1 bora d' onze noue stoppa, con la quäle si facevano nastri per i 2 mezanelle 3 rodondoni 5 poncette 8 cappelli di paglia della Val Onsernone — la tarocchi, 1815 [DMI]) del legname erano ragia della Val Calanca, raccolta in particolar prescritte e fissate nei contratti [vedi anche modo nei boschi di conifere di S. Domenica di E. Tagliabue // dado della Mercanzia da e Rossa. II commercio della ragia e la Legname (ca. 1790), Bollettino Storico della manifattura di ceste di paglia in questa valle Svizzera Italiana 1-2/1896]. hanno una lunga tradizione. I resinarij & La fluitazione primaverile (entro maggio) sportarum textores sono menzionati da del legname era regolamentata, in particolare Tschudi giä nel 1538. in merito alle tasse, da una convenzione fra A Mesocco nel 18° sec. vennero pure affitta- i cantoni Ticino e Grigioni (1808 [DMI]). II ti boschi per far la termentina [RAM]. La Gran Consiglio disciplinö poi con leggi e raccolta e Tesportazione di resina naturale decreti, prima e piü di ogni altro settore vennero quindi regolamentate cantonalmente economico, lo sfruttamento dei boschi e il nel 1827 e nel 1858. 267

3. Pietra e Girolamo Lubini di Lugano, abitante a anche Oltre allo sfruttamento dei terreni coltivi e Roveredo (quest'ultimo esegui dei che fabbricava alpestri, dei boschi — quest'ultimo su base progetti di ripari e ponti) delle stufe di 148 industriale — e delle acque, vi furono ([DMI]; una queste costo saltuariamente dei tentativi d'artigianato della lire). Per una soma di Iavezzi o prede nel pietra ollare, in piccola misura orientato 1524 veniva prelevato in Mesolcina un dazio verso lo smercio dei prodotti finiti fuori di 15 soldi, nel 1608 della metä. valle, e di altre rocce di qualitä, che, fosse Oltre a 18 stufe di pietra ollare inventa- riate ventina stato risolto il problema del trasporto, avrebbero a Cama, ne sono conosciute una datate potuto rappresentare una seconda fönte — giä pubblicate —, (1500-1900) le considerevole di ricchezza. La pietra ollare e o con iniziali del proprietario, ripartite in un talcoscisto con grande capacitä calorica e altri villaggi della Mesolcina e della resistenza al fuoco, facilmente lavorabile Calanca. i allo stato greggio, e che si indurisce con il Pure utilizzati localmente furono minerali calore. Fu adoperata in Valle Mesolcina e in calcarei. Alcune fornaci per cuocerli e rica- la calce che veniva Valle Calanca sia per stufe, sia per tornire varne viva, poi spenta vasi, pentole e simili. Sono noti diversi con Tacqua negli appositi fossi presso il giacimenti sui monti e le alpi dei villaggi del luogo d'impiego, vennero costruite nei pochi Moesano [giä molto s'e scritto; vedi Wenig luoghi dove affiorano strati di roccia calcarea: bekannte Beispiele von ehemaliger Lavez- p. es. a San Bernardino (ai Fornass), al Ausbeutung in den südlichen Alpentälern, Pian San Giacomo (Pescedal), a Mesocco H.R. Pfeifer, Minaria Helvetica 9/1989, con (Purlingheni) e sulle alpi di Calvarese bibliografia, fra cui di C. Santi]: Soazza (Rossa), Nomnom (S. Domenica) e (Trona, Fordecia), Rossa (Stabi, Remia, Ri), Rossiglione (Arvigo) in Calanca. Calcina col (Marscia d'Aion), Braggio (Guald biancheto proveniva pure, condotta con Pezzo) e Arvigo (Bogan). La lavorazione dei carro, da Lostallo-Sorte (Bolle, 1816-20, 1762 S. massi trasportati a valle venne intrapresa giä [DMI]). Nel fu fondata una societä a nel '500 a Soazza, dove durö fin verso la Vittore (Togni, Santi, Peduzzi [C. Santi, QGI metä del '700 (Rosa nel 1561, Mantovani e 1/1981]) con lo scopo di realizzare in Bassa tale fornace. Magini nel 1670-90, Menico, Margna e Rosa (forse Todierna ai Fornass) una nel 1724), a Cauco e a Rossa nella seconda Altre rocce calcaree, dei marmi, provenienti metä del '700 (de Nicola), dopo che un'altra da una cava di Mesocco, vennero sporadicamente nel 17°-18° societä costituita nel 1777 non aveva potuto usate in Mesolcina secolo. iniziare Tattivitä. Nel territorio di Cama Alcune cave di beola o granito (in realtä furono utilizzati alcuni blocchi franati a valle gneiss), che fornivano lastre — Arvigo, a Promegn. Roccia di lavezzo si trova anche Castaneda (ca. 1860), Leggia (1900), S. in territorio di Verdabbio vicino al confine Bernardino (1870) e al passo — ed anche con Cama, a sud e a nord (sotto Fogola) del stipiti, davanzali, gradini, paracarri, ecc. — Riale Polone e a nord-ovest del Mai ai Piani Cama, ai grotti (Tamoni), Leggia (M. Grana- di Verdabbio, dove vi era anche una piccola ra, 1904), S. Vittore (C. Stevenini, 1906), manifattura [cfr. le relazioni di P. Kelterborn Verdabbio (Crotti e Peduzzi, 1907), Sorte del 1919, che aveva ritrovato e visitato i (blocchi della Val Molera, 1904, e della Val luoghi, e del prof. C. Schmidt di Basilea del del Bianch, 1908) e Cabbiolo (1904) — 1920 Topfsteine im Val Misox, con schizzi]. vennero sfruttate con una certa regolaritä, in Attorno al 1820 era attiva una Societä della parte anche per 1'esportazione, essendo Predera di Verdabbio di Clemente Mattia migliorati i sistemi di trasporto, soltanto Tamoni, Giovanni Pietro Zoppi (che nel dopo il 1850 e in particolare dopo la costruzione 1821 comperö la partecipazione del Tamoni) della ferrovia vallerana nel 1907.