Comune Di Oppeano Relazione Tecnica Per La Verifica

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Comune Di Oppeano Relazione Tecnica Per La Verifica Regione Veneto Provincia di Verona COMUNE DI OPPEANO PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO PER IL RECUPERO DI RIFIUTI NON PERICOLOSI SITO IN OPPEANO (VR), Via Mozart 15 RELAZIONE TECNICA PER LA VERIFICA DELLA NECESSITA’ DI VINCA Il Proponente: MOZZO SCAVI SRL VIA C. BATTISTI, 51 – SAN GIOVANNI LUPATOTO (VR) Gli Estensori della relazione ING. FILIPPO SQUARCINA ING. FRANCESCO DALLA PIAZZA Sommario 1. Premessa 2 2. La Rete “Natura 2000” 4 3. Normativa di riferimento 6 3.1. Normativa europea 6 3.2. Normativa italiana 7 3.3. Normativa regionale 7 4. Inquadramento generale 9 4.1. Caratteristiche dell’area 9 4.2. Aspetti geologici/geomorfologici/idrogeologici 9 4.3. Presenza di elementi naturali 10 5. Il sito “Palude del Feniletto” (IT3210014) 11 5.1. Aspetti generali 11 5.2. Habitat presenti nel sito 12 5.3. Aspetti faunistici 13 6. Il sito “Sguazzo di Rivalunga” (IT3210019) 14 6.1. Aspetti generali 15 6.2. Habitat presenti nel sito 15 6.3. Aspetti faunistici 15 7. Caratteristiche dell’intervento 17 7.1. Elementi di interferenza 18 8. Valutazione delle potenziali interferenze 20 8.1. Introduzione 20 8.2. Criteri adottati per la valutazione 20 8.3. Valutazione delle possibili interferenze 21 9. Conclusioni 27 Bibliografia 28 Elenco Allegati a. Inquadramento generale - localizzazione siti SIC; b. Schede descrittive (formulario standard) siti SIC IT3210014 e IT3210019; c. Foto area interessata dal progetto. Relazione tecnica pag. 1 1. Premessa Scopo della presente relazione è verificare, con ragionevole certezza, che il progetto proposto dalla società Mozzo in comune di Oppeano non possa arrecare effetti pregiudizievoli per l’integrità dei siti della Rete Natura 2000 più vicini ed in particolare dei siti IT3210014 “Palude del Feniletto” e IT 3210019 “Sguazzo di Rivalunga”. L’area interessata dal progetto non ricade all’interno delle aree SIC sopra citati; distano infatti rispettivamente circa 2 e 1,5 km, come è possibile rilevare dalla cartografia allegata. Utilizzando le indicazioni regionali si è ritenuto comunque di valutare se sono possibili effetti, diretti ed indiretti, sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario presenti. Secondo il legislatore, la necessità di redigere una relazione di incidenza ambientale non è limitata a piani o progetti ricadenti esclusivamente all'interno di SIC o ZPS, ma anche a quegli interventi che, pur se compiuti all'esterno, possano avere impatti significativi sul sito della Rete Natura 2000. Inoltre, non sono attualmente previste distanze dal sito Natura 2000 oltre le quali la valutazione di incidenza non sia più considerata obbligatoria. La D.G.R.V. 1400 del 29/8/2017 (Nuove disposizioni relative all'attuazione della direttiva comunitaria 92/43/Cee e D.P.R. 357/1997 e ss.mm.ii. Approvazione della nuova "Guida metodologica per la valutazione di incidenza. Procedure e modalità operative.", nonché di altri sussidi operativi e revoca della D.G.R. n. 2299 del 9.12.2014) prevede la non necessità di valutazione d'incidenza per i progetti per cui non risultano possibili effetti significativi negativi sui siti della rete Natura 2000 (punto 23 del paragrafo 2.2 dell'allegato A). La Regione tuttavia prevede che debba essere sottoscritta una dichiarazione (di cui all’allegato E della D.G.R. citata) e sia presentata una “relazione tecnica” finalizzata ad attestare, con ragionevole certezza, che il piano, il progetto, l’intervento proposto non possa arrecare effetti pregiudizievoli per l’integrità dei siti Natura 2000 considerati. La presente relazione è redatta secondo i requisiti richiesti dall'allegato A della D.G.R.V. 1400 del 29/8/2017 che stabilisce: La “relazione tecnica” dovrà contenere obbligatoriamente e come elementi minimi: 1. sintetica descrizione del piano, progetto o intervento; 2. localizzazione cartografica-corografica in scala adeguata, dell’area interessata dalle previsioni del piano, progetto, intervento, con riferimento ai siti della rete Natura 2000 considerati; Relazione tecnica pag. 2 3. verifica dell’eventuale presenza di elementi naturali quali boschi, zone umide, prati, grotte, corsi d’acqua, ecc., nell'area interessata dalle previsioni del piano, progetto o intervento, con adeguata documentazione fotografica, ove cio risulti possibile ed applicabile in relazione alle dimensioni e caratteristiche dell’area interessata; 4. sintetica descrizione delle attività previste dal piano, progetto, intervento e di come queste possano, eventualmente, interferire con gli elementi di cui al precedente punto 3. Relazione tecnica pag. 3 2. La Rete “Natura 2000” La creazione della rete europea di aree protette “Natura 2000”, e più in generale la realizzazione delle previsioni della direttiva 92/43/CEE "Habitat", (nel caso si stia considerando un SIC) o alla Direttiva CE 2009/147"Uccelli" (se una ZPS, ossia Zona di protezione Speciale) ha fornito un impulso di grande rilievo alla politica della conservazione della natura europea. Oltre al più ovvio risultato, il coinvolgimento diretto degli Stati membri e delle Amministrazioni locali nella edificazione di una rete coordinata di aree tutelate di importanza comunitaria, meritano di essere evidenziati i risultati collegati messi a frutto a livello nazionale. L'individuazione dei siti da proporre è stata infatti realizzata in Italia dalle singole Regioni e Province autonome in un processo coordinato a livello centrale che ha posto le basi per un rapporto estremamente positivo che continua ad esprimersi anche dopo il lavoro di individuazione nelle fasi successive di tutela, gestione ed attivazione di piani e progetti di sviluppo sostenibile. La creazione di Natura 2000 è stata anche l'occasione per strutturare una rete di referenti scientifici di supporto alle Amministrazioni regionali e coordinati dal Ministero dell'Ambiente in collaborazione con le associazioni scientifiche italiane di eccellenza che continua a produrre risultati in termini di verifica e aggiornamento dei dati ed è stata coinvolta in una ricca serie di attività volte al miglioramento delle conoscenze naturalistiche sul territorio nazionale. Dalla realizzazione delle checklists delle specie, alla descrizione della trama vegetazionale del territorio, alla realizzazione di banche dati sulla distribuzione delle specie all'avvio di progetti di monitoraggio sul patrimonio naturalistico, alla realizzazione di pubblicazioni e contributi scientifici e divulgativi. Con Natura 2000, si sta costruendo un sistema di aree strettamente relazionato dal punto di vista funzionale e non un semplice insieme di territori isolati tra loro e scelti fra i più rappresentativi. Si attribuisce importanza non solo alle aree ad alta naturalità ma anche a quei territori contigui, che costituiscono l'anello di collegamento tra ambiente antropico e ambiente naturale, ed in particolare ai corridoi ecologici, territori indispensabili per mettere in relazione aree distanti spazialmente ma vicine per funzionalità ecologica. Nella seguente figura è individuata l’area in progetto in relazione ai siti della Rete Natura 2000. Relazione tecnica pag. 4 Figura 1. Inquadramento generale dei siti della Rete Natura 2000 in rapporto all’area in esame. Relazione tecnica pag. 5 3. Normativa di riferimento 3.1. Normativa europea A livello europeo, i due strumenti legislativi che interessano le attività qui descritte sono la Direttiva 79/409 “Uccelli” (sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE) e la Direttiva 43/92 “Habitat” Nella direttiva "Uccelli" si trova indicato chiaramente il progetto da parte della Comunità Europea di tutelare le specie ornitiche ritenute indispensabili per il mantenimento degli equilibri biologici. Questa direttiva si prefiggeva lo scopo di tutelare e gestire, nel lungo periodo, tutte le specie di uccelli che vivono allo stato selvatico sul territorio dell’Unione Europea. Vengono suggerite delle misure di conservazione e tutela di tutte le specie, quali l’istituzione di Zone di Protezione Speciali, il mantenimento e la sistemazione degli habitat situati all’interno o all’esterno delle zone di protezione, il ripristino dei biotopi distrutti e la creazione di nuovi; tali zone devono essere preservate da possibili cause di inquinamento e fattori che possano provocare deterioramento degli habitat in essi presenti. Il passo successivo intrapreso dalla CEE nella conservazione degli habitat è stato la direttiva n° 43 del 1992. Obiettivo principale è quello di promuovere il mantenimento della biodiversità; tenendo conto delle esigenze scientifiche, economiche, sociali, culturali e regionali; per far ciò è necessario designare le Zone Speciali di Conservazione (ZSC), al fine di realizzare una rete ecologica europea coerente denominata “Natura 2000”. Queste aree, fino al termine del processo di identificazione e selezione, vengono denominate come proposti Siti di Importanza Comunitaria (pSIC). La direttiva individua una lista di habitat naturali e di specie di interesse comunitario: sono habitat la cui area di distribuzione naturale è molto ridotta, mentre per le specie si tratta di taxa minacciati, in via d’estinzione o considerevolmente diminuite sul territorio comunitario. In questi allegati vengono indicati anche gli habitat e le specie prioritarie che devono poter usufruire di misure urgenti di protezione. Gli habitat naturali sono definiti di interesse comunitario se rischiano di scomparire nella loro area di ripartizione naturale o se tale area è ridotta a seguito della loro regressione o se è intrinsecamente ristretta; tra questi, ve ne sono alcuni considerati prioritari (se rischiano di scomparire
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