©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

CRONACHE D/ARTE: SCAVI VETRI E ORI DEL SEPOLCRO ANTICO DI ADRIA LI sterri che il Genio Civile sta compiendo per un coperchio. Oltre alla suppellettile già menzionata e oltre G canale collettore alla periferia di Adria e che attra­ a lucerne fittili e specchi di bronzo, vi si raccolsero degli versano la necropoli preromana e romana della città, splendidi vetri, quasi sempre fortunatamente integri, hanno dato l'avvìo a ricerche archeologiche che hanno nei tipi propri della regione bagnata dall'alto Adriatico già fruttato una serie di preziose scoperte. Sono riapparse e in altri provenienti dall'Egitto, onde Adria sembra numerose tombe, quelle preromane o tardoetrusche essere stata un centro di tale fiorente produzione e deve dello strato inferiore, in prevalenza ad umazione, di cre­ aver intrattenuto attivi rapporti commerciali con Ales­ mati invece quelle sovrapposte di età romana, le une e sandria d'Egitto. Un vasellino a corpo conico di vetro le altre spesso sconvolte e malconce dalle alluvioni murrino con striature di svariati colori c'incanta con la antiche. Il corredo delle tombe dello strato più basso è sua rara bellezza, un cantaro cilindrico di vetro blu rappresentato, oltre che da anfore, da copioso vasel­ scuro con anse verticali ad anello sagoma te, caratteri­ lame fittile, per lo più di color rossastro o a vernice stiche degli esemplari metallici, che appaiono cavate nera lucida, di forma varia. Degli oggetti recuperati si fuori con la mola dallo stesso blocco vitreo del corpo del menzionano una bulla lenticolare di lamina d'oro liscia, vaso, appare anche per la tecnica, seguita pure nelle col suo tubetto per il cordone, tre orecchini circolari odierne officine vetrarie muranesi, un pezzo non comune. d'oro, due cerchietti d'argento, perle d'ambra e di Una fiaschetta azzurra dal corpo globulare schiacciato e pasta vitrea. alto collo cilindrico, con ansa a nastro ripiegato, una Le tombe romane si atribuiscono quasi tutte al pri­ anforetta di vetro verde cilestrino di lavorazione per­ mo impero, come dai rinvenimenti di monete di Tiberio fetta, dal piede basso e dal corpo a calice superiormente e di Claudio, di piatti e scodelle di terra sigillata aretina, espanso e anse a nastro ritorto, un bicchiere a doppio nonchè di un bellissimo poculo fittile a pareti sottili, cono tronco di vetro chiaro incolore, leggero leggero, adorno di due giri di foglioline, uscito dalla nota officina una coppa blu con granulazioni di pasta vitrea spruz­ del vasaio Aco dell'Italia settentrionale, e dovuto al di zate sul ventre a caldo, e altre coppe a coppettine bac­ lui liberto Diophanes. La datazione proposta è confer­ cellate di varia colorazione, e piatti e tazzine e unguentari mata anche dai cippi lapidei insieme ritrovati, con le gialli e azzurri, sono tutti esemplari meravigliosi di ele­ loro brevissime epigrafi, che ridanno soltanto i nomi ganza e di signorilità. Gli scavi, che nei prossimi mesi dei defunti. V'incontriamo le famiglie Ancharia, Grania, potranno essere intensificati, fanno prevedere che il Mustia, Teidia, di cui qualcuna è di indubbia origine Museo di Adria si affiancherà ben presto con le sue rac­ etrusca. I resti della cremazione erano deposti in olle di colte di vetri antichi ai più celebrati musei dell'Italia cotto o anfore, più di rado in ossuari di vetro con e del mondo.

RECENSIONI A. VENTURI: STORIA DELL'ARTE ITALIANA, XI, Architettura del Cinquecento, Parte 7a, Hoepli, I938. L. 200. ON nobile entusiasmo, con fervore sempre alacre Il volume s'apre nel gran nome di Leonardo da Vinci. C Adolfo Venturi continua la pubblicazione della sua Può meravigliare ch'egli sia proclamato" l'iniziatore Storia dell' arte, dando un magnifico esempio di quel dello stil nuovo nell'architettura II' Prima di tutto perchè che possa anche negli anni tardi una salda preparazione, di lui non abbiamo nel dominio dell'edilizia monumen­ una sensibilità raffinata, un amore nativo per le cose tale se non disegni, schizzi, appunti, ,nei quali la sua d'arte. Ed ecco che oggi affronta il magnifico e arduo fantasia irrequieta si sbizzarrisce e lampeggia, ma evi­ tema dell'architettura del Cinquecento. Arduo in quanto dentemente questo non significa " costruire" perchè il contributo di studi particolari sui quali una mono­ manca il rapporto, o non appare, fra arte e tecnica, indi­ grafia si poteva elevare è piuttosto scarso, salvo che per spensabile a porsi, dato che l'una influisce sull'altra in tal uno degli artisti maggiori, e anche riguardo ad essi una stretta indissolubile interferenza. In secondo luogo non tutto è stato approfondito. siffatti disegni non sono datati, e, quindi, non è agevole ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

nel fervidç> gioco di rinnovamento che si determina nel­ che attendeva ad essi Bramante dava assetto alla chiesa l'architettura sullo scorcio del Quattrocento precisare dei Santi Celso e Giuliano ai Banchi, secondo un piano quel che egli abbia derivato da altri e ciò che abbia altrui analogo a quello della Basilica Vaticana, costruzione largito. In verità, bisogna però riconoscere che il Venturi centrale a otto absidi curvilinei, sormontata da cinque s'esprime con infinita cautela formulando semplici ipo­ cupole, rimodernata nel Settecento, e a quella di San tesi; tuttavia codesta incognita delle probabilità non do­ Giovanni della Pagnotta, anch'essa a sistema centrale, cumehta certo l'impulso novatore di Leonardo all'archi­ con tre absidi, quasi una cella tricora o una sala ter­ tettura. Leonardo accentra i suoi studi nelle costruzioni male dominata da una grande cupola, inclusa nel a sistema centrale Con cupola dominante sopra una corona Palazzo dei Tribunali a Via Giulia, ch'egli potè appena di cappelle radiali che aggettano dal nucleo centrale, e cominciare su commissione di Giulio II e. che doveva in variazioni spesso di grandiosa unità e di fine eleganza, essere vastissimo. ma come il Venturi stesso osserva, egli muove dal com­ Quindi si tocca dell'opera di Bramante nel Cortile del plesso absidale di Santa Maria del Fiore, e si giova eviden­ Belvedere in Vaticano, il cui nicchione, fu, però, costruito temente delle prime ricerche della costruzione centrale da Pirro Ligorio, mentre il terz'ordine venne condotto attuata soprattutto da Giuliano da Sangallo nella Madonna a termine da Antonio da Sangalloj e di altri lavori in delle Carceri a Prato. Tuttavia sono molto interessanti i Vaticano tra cui la vaghissima scala dell'appartamento suoi progetti di una città ideale vagheggiata per Fran­ di Innocenzo VIII. A ragione, però, il Venturi dubita . cesco Sforza, benchè trovino la loro prima radice nel dell'appartenenza a Bramante della chiesa di San Gio­ grande sogno realizzato solo in parte da Pio II a Pienza. vanni in Oleo, che più opportunamente s'inscrive nella Il Venturi nutre questo capitolo della vasta dottrina lunga serie delle fabbriche più o meno felicemente deri­ attinta da anni ai manoscritti vinciani, ond'esso riesce vate da quel Grande, nè registra fra esse il bel San Bernar­ una sintesi viva di quel che il genio di Leonardo ha dato dino di Urbino malgrado i riferimenti a Bramante perchè all'architettura civile, religiosa, militare, in un dispie­ soverchiati da quelli più incisivi a Fr. di G. Martini. gamento brillantissimo. Viene, quindi, esaminata l'opera di Andrea Sansovino Segue Bramante. Nel regesto delle notizie che precede come architetto di sepolcri, di altari, di fabbriche. Sulla l'esame critico della grande opera bramantesca, il Ven­ scorta del Battelli il Venturi gli ascrive la Cappella della turi, molto opportunamente, taglia corto alla polemica Concezione nell'Oratorio omonimo di Tomar e la Porta municipale circa il luogo di nascita, fissando questo in Speciosa della Cattedrale di Coimbra, due gioielli dell'ar­ Monte Asdruvaldo, territorio urbinate. Significativi chitettura italiana del Cinquecento in Portogallo, la quale particolari vediamo di monumenti insigni, quali il Chio­ forse è suscettibile di più ampia indagine. Il Venturi stro della Pace e il Tempietto di San Pietro in Montorio, afferma anche l'appartenenza al Sansovino dei tre por­ che rinnovano ai nostri occhi l'emozione suscitata da tali di Santa Maria dell' Anima a Roma, del loggiato queste nobilissime opere, che il Venturi comenta ed della canonica del Duomo di Cortona, e del portale e esalta con fresca sensibilità. dell'interno del Duomo stesso. Qui il Venturi segue un Per il Palazzo della Cancelleria a Roma l'A. accetta suo sottile e certo geniale spirito intuitivo, molto spesso il risultato degli studi del Lavagnino dai quali risulta felice e rivelatore, ma in genere si gradirebbe un qual­ iniziatore della fabbrica Andrea Bregno, ma attribuisce che accenno di prova, anche per evitare abusive dedu­ a ragione a Bramante il cortile mirabile, ricco di remini­ zioni metodo logiche che potrebbero riportare gli studi scenze lauranesche. Quale imitazione di questo cortile di storia dell'arte nel mare infido delle impressioni e viene indicato quello del Palazzo Doria al Corso Umberto, delle intuizioni contrapposte ad impressioni ed intuizioni. ciò che si può forse ammettere per il gioco delle arcate Certo, però, non si era mai avuta una ricostruzione al primo ordine, benchè come un lontano ricordo. Più dell'attività architettonica del Sansovino cosi complessa chiaramente discende da esso il cortile del Palazzo del come quella che il Venturi ci ha data. San t' Uffizio sempre a Roma che ricorda anche il chio­ Ampio è il cenno su Raffaello. L'A. ne esamina in­ stro della Pace, ed ha forme massicce, un'aria greve che nanzi tutto le tendenze architettoniche nei dipinti primi, accusa un periodo posteriore ed uno spirito meno eletto. talune tavolette inedite in collezioni pubbliche e pri­ L'opera di Bramantesi può intravedere in San Lorenzo vate, oltre alle opere famose come lo Sposalizio di Brera. in Damaso, e, meglio, in , specie Per Sant'Eligio agli Orefici di Roma, il Venturi, correg­ nel coro. Il Venturi la vede altresì nel vaghissimo Palaz­ gendo errori tuttora in corso, riconosce la cupola a zetto Tursi e nel Palazzo del Cardinale da Corneto a Scos­ Baldassarre Peruzzi che la voltò nel 1526. La chiesa poi sacavalli, ma la loro stretta derivazione dalla Cancelleria fu rifatta all'esterno, salvo la cupola e la lanterna. Ma fa pensare ad un maestro di minor ala. L'azione di Bra­ l'interno è interessantissimo per la trasposizione in mante si riflette alquanto sbiadita e alterata nella Locanda un diverso piano di sensibilità dei principi bramante­ del Sole e nel Palazzo Fieschi, pel quale il Le Tarouilly schi, i quali si riflettono pure nella nobilissima Cap­ pensa ad un disegno del Bramante eseguito da altri. pella Chigi in Santa Maria del Popolo. E certo lo Il Venturi più largamente si diffonde sui solenni pro­ schizzo del Palladio della Casa di Raffaello in Borgo getti per San Pietro in Vaticano, che suggerirono a Raf­ e il disegno del Parmigianino del Palazzo Brancaccio del­ faello lo sfondo per la Scuola d'Atene. Nello stesso tempo l'Aquila autorizzano a ritenere probante la ricostruzione 477 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

della Casa raffaellesca disegnata dall'Hoffmann e l'at­ Bisogna, però, soggiungere .:he il Venturi annota rife­ tribuzione al San zio del Palazzo Caffarelli-Vidoni nel rimenti stilistici alla Farnesina. Nè considerazioni ana­ corpo centrale, che è l'originario, comprendente sette loghe mancano per sostenere l'ascrizione al maestro finestre, che il Venturi ascrive per l'esecuzione al Lo­ senese del Palazzo Altemps a Sant' Apollinare e di un renzetto. Mentre non risulta del pari evidente l'opera palazzo in via dei Balestrari. Tuttavia non risolvono di Raffaello nel Palazzo Giraud - Torlonia, pur non ogni dubbio: lo stesso si può dire per il , mancando qualche rapporto col cortile del Palazzo Vi­ opera di Girolamo da Carpi. Forse anche per l'attività doni, o nel Palazzo Pandolfini di Firenze eretto nel senese del Peruzzi non tutte le attribuzioni sono defini­ 1520 da G. F. da Sangallo. tive, salvo quella del fortino presso Porta San Viene e Del Palazzo Bresciano a Roma ben poco rimane di l'altro detto" del Sasso "' oltre all'elegantissimo Pa­ originario e la ricostruzione tentata dall'Hoffmann non lazzo Pollini nella sua aristocratica serenità, e alla chiesa è sicura, al pari di quella data dal Geymtiller delle Stalle di Ancaiano, cosi vicina nei suoi nitidi volumi all'arte Chigiane alla Lungara. Il Venturi ascrive al Sanzio il di Francesco di Giorgio Martini, pur non negando che portico di , però su questo punto parecchie fabbriche senesi rechino il segno della sua c'è da fare riserve in base a considerazioni stilistiche personalità benchè non sempre differenziato nello stile ed a documenti che ne indicherebbero autori il Peruzzi. e nel tempo da quella del Martini. Interessantissimo è Più vicine al suo stile sono le logge del Cortile di San l'excursus a traverso i disegni del Peruzzi. Damaso in Vaticano cui attese dal 1517. Con i maestri finora studiati siamo stilisti ca mente fra il Nella Villa Madama, costruita per il cardinale Giulio Quattro e il Cinquecento. Con Sebastiano Serbio entriamo

de' Medici, che fu poi Clemente VII,l'opera di Raffaello nel pieno spirito del Cinquecento. U Umile discepolo II non è facile a rintracciarsi. C'è un disegno di sua mano di Baldassare Peruzzi lo chiama al principio della sua per lo schema generale, ma la grande fabbrica iniziata trattazione il Venturi. Tuttavia nelle Regole generali di nel 1517 circa venne continuata dopo la sua morte architettura da lui pubblicate fra il 1537 e il 1551 egli dagli scolari e poi abbandonata ad uno scempio che si è precorre il barocco, lo annuncia, benchè della sua attività validamente contrastato soltanto in questi ultimi anni. costruttiva invero ben poco di sicuro sia rimasto perchè Tuttavia vi sono parti inspirate alla solenne grandiosità e o distrutta o alterata. ricchezza delle terme romane benchè in forme più gentili, Questo non si può dire per i San gallo la cui operosità in una fantasiosa eleganza: da questa villa prese im­ è largamente studiata ed esaltata, specie quella di An­ pulso il Genga per la magnifica creazione dell'Imperiale tonio il Vecchio e di suo nipote detto il Giovane. A ra­ di Pesaro. gione scrive il Venturi del primo" par che un riflesso Si dà, quindi, notizia dell'attività architettonica dei della sua opera di costruttore di fortezze sia nella severità

seguaci di Raffaello: Giulio Romano, il Lorenzetto, Poli­ quasi rude dei palazzi da lui creati II e infatti nel gran­ doro da Caravaggio, Giovanni da Udine. Giulio Romano dioso e austero schema costruttivo dell'interno di Santa non è una grande figura di architetto, nè un novatore Maria di Monserrato a Roma o dell'Annunziata di Arez­ se gli si devono le finestre a croce di Villa Madama, zo si sente il costruttore della fortezza di Civita Castel­ ma nel Palazzo Ciccia porci a Roma stessa raggiunge lana nella sua massa poderosa angolosa e tozza: nella certa corposa monumentalità, e meglio ancora opera seconda più chiaramente che nella prima guasta dalla nell'interno del Palazzo del The a Mantova che ha banalità dell'elemento decorativo. Ma forse a Montepul­ soluzioni d'impronta romana personali e superbe nel­ ciano troviamo l'espressione completa dell'arte di questo l'impeto della fantasia. Egli è il migliore dei quattro, grande maestro, dalla Chiesa di San Biagio ai Palazzi benchè a Giovanni da Udine si debba la scenografia, Tarugi, Contucci, Cervini, Del Pecora, costruzioni un invero un po' corsiva, della torre dell'orologio, dei log­ po' pesanti, un po' gravi nelle membrature possenti, giati, della fonte di piazza a Udine e quivi altre opere ma con una loro nota severa, quasi cupa, in unità pode­ in cui le sue abitudini di decoratore si palesano chiare rosa di massa, come il Palazzo del Cardinal del Monte, e la coerenza stilistica non è sempre irreprensibile. ora Comunale, a Monte San Savino in cui notiamo Più nobile figura di architetto fu Baldassarre Peruzzi, al primo ordine il bugnato caratteristico dei palazzi del quale il Venturi s'era già occupato nell'VIII volume, poliziani nei suoi aggetti possenti come se dovesse sop­ notissimo per la grazia della Farnesina e per il carattere portare carichi immani, non senza influsso dell'archi­ nuovo del Palazzo Massimo. Il chiostro della Casa di tettura romana di Bramante. Certo nella Madonna Santa Caterina a Siena che il Venturi dubitativamente gli di San Biagio, pur ammirando la serrata unità e il gran­ assegna ha il lineamento di leggiadria fine e schiva a dioso svolgimento dello schema della Madonna delle lui proprio. Invece appare incerta l'appartenenza a lui Carceri a Prato sotto l'impulso dei progetti michelan­ della facciata di San Pietro in Montorio, dal Vasari attri­ gioleschi per la Basilica di San Pietro, si rimane come buita sia pur dubitativamente ad un artista sul quale oppressi da una grandiosità così grave nelle masse e la critica d'arte non ha saputo fare ancora alcuna luce: nelle membrature, che fa meglio risaltare l'armoniosa Baccio Pontelli. Si tratta di quelle costruzioni che pur maestà del prototipo di Giuliano da San gallo. Ma forse nella loro eleganza non hanno una fisonomia decisa, e se fossero state costruite le quattro torri progettate e i quindi sono prese di mira per le più svariate assegnazioni. portici dinanzi ai quattro corpi di fabbrica aggettanti, la ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

grande mole avrebbe ricevuta una compiutezza che ne a terrazzi e loggiati, nel contrasto delicato tra il liscio mostrerebbe attenuata la grigia maestà. bugnato dell'ordine terreno e le scompartite zone dei A ragione il Venturi contrappone il carattere dell'archi­ piani sùperiori: alla austera nobilità d'impronta romana tettura di Antonio da Sangallo il Giovane a quella di succede qui un'eleganza leggiadra e quasi civettuola. Antonio da San gallo il Vecchio: dalla potenza di aggetti Tolto ormai al Sangallo il Palazzo Sacchetti a via di questi si passa ad un'arte nutrita dall'antico e dagli Giulia malgrado la scritta Il Domus Antonii Sangalli esempi di Bramante, che predilige le superfici piane a Architetti MDXLIII" come ha dimostrato Domenico chiaro dìsegno geometrico. Questi lineamenti si leggono Gnoli (Bollettino d'arte, I9II, p. 20I) tanto più perchè i evidenti nella chiesa di Santa Maria di Loreto a Roma. disegni tracciati dal Sangallo per esso e tuttora conservati Ed è il raffronto con questa opera,.e anche con altre del agli Uffizi non corrispondono alla fabbrica, non abbiamo Maestro, quale la Porta di S. Spirito, che gli fa ascrivere di lui altre opere importanti nell'architettura civile; ma la facciata di Santo Spirito in Sassia, come il Giovannoni il Venturi parecchie costruzioni minori gli riconosce. ha dimostrato nel suo studio sulle chiese della seconda Tuttavia c'è altro da notare nell'architettura religiosa, metà del Cinquecento in Roma, pubblicato la prima come la Cappella Alborense in San Giacomo degli Spa­ volta ne L'Arte del I9I2, contestando l'attribuzione ad gnuoli, di semplice linea, che vive nella bellezza delle Ottaviano ~scherino. Il Venturi ritiene, invece, che proporzioni, nella sottile eleganza degli spartimenti a il prospetto sia stato innalzato dal Mascherino su disegno lesene delle pareti sulle quali s'incurva la volta cassettona­ di Antonio. Questa chiesa è interessante perchè fissa il ta. Nella dibattuta questione dell'interno di San Marcello prototipo delle facciate chiesastiche a due ordini, dal per il quale esistono disegni di Jacopo Sansovino e di quale discende Santa Caterina dei Funari di Guidetto Antonio da Sangallo, il Venturi propende per il secondo, Guidetti, e altre fabbriche. e forse non a torto chè dei due disegni di lui conservati Come architetto militare Antonio il Giovane aderì agli Uffizi, uno coincide quasi con la costruzione attuale. invece agli schemi poderosi, colossali dello zio, come Accogliendo i risultati dell'acuto studio sull'atrio della dimostra la mole possente, il blocco unitario della chiesa di Montecassino pubblicato da E. Scaccia-Scara­ fortezza di Civitavecchia, specie se vista dal mare. foni nel Bollettino d'arte (I932-33, pp. 22-33) egli Ma nell'architettura civile la sua predilezione per le ritiene del Sangallo i loggia ti dorici Il di romana gran­ superfici lisce, lo scarso vigore degli aggetti, la semplifi­ dezza " che cingono il cortile davanti al tempio. catrice sintesi propria dell'architettura toscana trovano Il Venturi precisa l'opera del Sangallo nel Palazzo una continuità mai smentita. Il Venturi gli assegna Farnese di Roma: compimento delle facciate verso parecchie piccole opere nel dominio dei Farnese, che , via dei Farnesi e via del Mascherone sino hanno tutte il segno, più o meno rilevato, della sua arte, al coronamento, che è opera di Michelangelo, e metà del ma certo l'opera maggiore cui egli attese per i Farnese pianterreno nella facciata posteriore, proseguita da Mi­ fu il progetto per la fortezza di Caprarola in cui la geo­ chelangelo, dal Vignola, da Giacomo della Porta. Suo è metria viene intesa con cristallina chiarezza di masse anche l'atrio a mo' di basilica,l'androne in fondo al cor­

in equilibrio armonioso, e di questo disegno si giovò il tile, il cortile stesso. Il segna il vertice Vignola nel contruirla. della gloria di Antonio il Giovane", sogno d'imperiale Tralasciamo il progetto da lui elaborato per la Basilica grandezza tradotto in realtà". Il Venturi studia con parti­ Vaticana, troppo frammentario, complicato, senza ri­ colare cura questa grande figura di architetto; ne segue poso, onde Michelangelo potè scrivere Il che con tanti tutta l'opera, la illustra, la esalta, ce la fa godere nelle risalti, spoglie e tritumi di membri, teneva molto più piante, nelle sezioni, nei particolari. dell'opera tedesca che del buon modo antico o della Il quadro dell'architettura del Cinquecento è vasto, vaga e bella maniera moderna II. conviene sorvolare sui minori, se così si possono chiamare AI Sangallo è ascritto dal Vasari il Palazzo Baldas­ gli architetti dell' Italia settentrionale cui il Venturi sini-Palma alle Coppelle, che lo farebbe apparire emulo accenna nel IV capitolo. Giova almeno ricordare che di Michelangelo, segnata mente per Il l'ampia eurit­ è ritenuta stilisticamente fondata l'assegnazione a Fra mia del cortile ,,, come scrive il Venturi che gli assegna Giocondo dell'Oratorio del Pontano a Napoli avanzata altresì il palazzo a via delle Cinque Lune, or demolito per da Roberto Pane nel suo bel volume sull' Architettura esser ricostruito (l) nelle vicinanze, e la mole del Banco del Rinascimento a Napoli, benchè non sottoscritta per di Santo Spirito, certamente ad esso affine nell'ordine ragioni cronologiche. Ma in generale la bibliografia per basamentale a bugnato. Menomata, specie nell'interno, questo gruppo d'artisti è piuttosto lacunosa, e ciò incide dall'esuberante decorazione barocca, ma con chiari segni talvolta sulla trattazione. Questo può dirsi specialmente sangalleschi è la chiesa di Santa Maria a Porta Paradisi per Rocco da Vicenza, per Girolamo Genga, per Cola del­ che nella facciata, nel primo ordine ad ampia arcata tra l'Amatrice, per Battista Lucano, e per taluni monumenti binati di lesene sopportanti una potente trabeazione, isolati. A Rocco da Vicenza si devono non soltanto le richiama i romani archi di trionfo e nell'interno otta­ porte e il compimento del campanile nel Santuario di gono Santa Maria di Loreto. E qualche traccia dell' opera Mongiovino ma l'impianto della chiesa, affine al San­

sua si può .cogliere anche nella rimaneggiata Farnesina tuario di Macereto; non Il s'adoperò Il semplicemente in de' Baullaw nel vago movimento dei corpi di fabbrica Santa Maria del Glorioso a San severino, ma ne diede il 479 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

disegno, che consente di assegnare a lui anche la Chiesa possono rilevare, convien riconoscere che il Venturi ha dell'Annunziata a Camerino. E la rispondenza dei capi­ mirato a rappresentare in sintesi i caratteri e le potenze telli di queste due chiese con quelli del Palazzo Ducale dell'architettura italiana del Cinquecento, imperniando di Camerino pone la questione se Rocco da Vicenza la trattazione sulle maggiori figure, da lui attentamente sia stato l'architetto della reggia varanesca. Nell'Imperiale e largamente studiate, mentre dell'immenso numero di di Pesaro, opera trionfale di Girolamo Genga per quel fabbriche che vivono nei riflessi della loro luce Egli che riguarda il secondo corpo di fabbrica, non è rilevato ne ha voluto citare soltanto alcune che gli sembravano il carattere di anticipo sulle ville cinquecentesche, di fab­ sotto vari aspetti particolarmente tipiche e interessanti. brica incorporata per così dire nella natura. A Cola del- D'altra parte c'è un'economia del volume anche dal . l'Amatrice è assegnato il portale laterale del Duomo di punto di vista editoriale, anzi questa è una esigenza cate­ Ascoli, seguendo il Carducci, mentre appartiene ad altra gorica per chi i volumi vuole stamparli e non sognarli, corrente artistica, ad altri modi, ma si tace della Madonna e quando si raggiungono, come in questo, quasi le mille del Sole a Capodacqua. pagine si è chiesto il massimo sforzo possibile all'editore. La solennità del Santuario di Macerato non è stata Certo è che un'opera siffatta per l'architettura nostra forse troppo apprezzata dal Venturi, che non è incline non era stata neppure tentata. È merito, grande merito, a prestar fede alla tradizione secondo la quale Battista di Adolfo Venturi di averla attuata, riducendo ad unità da Lugano non riuscì a portarlo a compimento perchè un vasto materiale, adunando una ricchezza mai vista cadde dalle impalcature. Ma c'è l'iscrizione funeraria di riproduzioni in gran parte inedite, e tutte squisita­ nella chiesa stessa, e sappiamo da documenti che gli mente scelte, che rendono l'esterno e l'interno delle successe nella direzione Filippo Salvi di Melide, benchè fabbriche, particolari straordinariamente significativi, e possiamo supporre che questi abbia seguiti i suoi di­ anche piante e sezioni che mancavano, e non senza danno, segni. Nella Loggia del Popolo a Macerata, sono notate nella trattazione dell'architettura del Quattrocento. a ragione "forme purissime" ma non è data alcuna Dinanzi ad opere siffatte animate da un fervore mira­ classificazione stilistica, nè è citato alcuno degli scritti bile, ogni considerazione particolare cede alla grandiosità ad essi dedicati. della linea d'insieme, al vigore di caratterizzazione, alla In verità, questo capitolo è piuttosto frammentario luce vivida di rappresentazione dei monumenti fondamen­ e non completamente elaborato nei molteplici para­ tali. Aspettiamo quindi, confiducla piena, i volumi succes­ grafi onde consta. Ma a tal proposito, come per quel che sivi che completeranno la grande ricostruzione ideale riguarda la omissione di parecchi monumenti, che si dell'architettura italiana del Cinquecento. LUIGI SERRA AGGIUNTA ALL' ARTICOLO SILVESTRINI

Nei" Comples-rendus Il de l'Académie des Inscriptions ricordando la sua pubblicazione nel Bulletin de la et Belles-Lettl'es (Institut de France) del 1938 (N. I e 2, Société des Antiquaires del 1913, su altri vetri di arrivato a Roma il 7 maggio), è stato pubblicato il tecnica simile, conosciuti dal prof. Silvestrini, e qui da riassunto di una relazione di J. Hackin, conservatore del lui pubblicati con migliori riproduzioni, come, per Museo Gurimet, sugli scavi della missione archeologica esempio, il vaso del R. Museo Archeologico di Torino. francese, eseguiti - sotto la sua direzione - nello Il Michon è pienamente d'accordo col sig. Hackin, Afghanistan (aprile-agosto 1937)' nel credere che i vetri dipinti scoperti nello Afghanistan Fra gli oggetti più importanti scoperti in tali scavi, siano di fabbrica e di importazione siriaca, e debbano sono da segnalare principalmente numerosi esemplari appartenere ai primi due secoli dell'era volgare. di vetri intagliati o dipinti, provenienti dalle officine Era già noto che l'industria del vetro aveva avuto delle coste della Siria (I-IV secolo d. Cr.). nella Siria una grande importanza; ma le nuove, nu­ Sulla relazione del sig. Hackin, ha preso la parola, merose scoperte confermano che il centro di pro­ fra gli altri, l'insigne archeologo E. Michon, Membre duzione e di esportazione dei vetri dipinti, nei primi de l'Institut, il quale ha richiamato l'attenzione degli due secoli dell'Impero romano, fu precisamente la accademici sull'importanza dei vetri ornati di pitture, Siria. N. d. D.

ANNALI DELL'ISTRUZIONE ELEMENTARE Direttori: Giulio Santini e Camillo Quercia. Abbonamento annuo: L. 30 - Estero L. 100. Comitato di redazione: Augusto Antonelli, Piero Bar­ Un numero L. 6. gellini, Nazareno Padellaro, Vanda Cesarini. Casa Editrice Le Monnier - Firenze. RASSEGNA DELLA ISTRUZIONE ARTISTICA Direttore: Marino Lazzari Abbonamento annuo: Redattore Capo: Giuseppe Mastropasqua Italia e Colonie L. 55 - Estero L. 75. Direzione: presso il Ministero dell'Educazione NaZio­ Un fascicolo separato L. 6; nale, Roma - Amministrazione: presso il Regio Istituto Ogni fascicolo bimestrale L. IO; d'Arte del Libro, Urbino. Ogni fascicolo trimestrale L. 15.

Istituto Poligrafico dello Stato - Roma Dirett. Resp.: Francesco PeZZati