Ospedale Psichiatrico Santa Maria Della Pietà Di Roma. Inventario Dell
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
L’OSPEDALE S. MARIA DELLA PIETÀ DI ROMA I L’ARCHIVIO STORICO SECC. XVI-XX Inventario di ANNA LIA BONELLA, NICOLA PASTINA, ROBERTA SIBBIO 2 PRESIDENZA DELLA PROVINCIA DI ROMA AZIENDA SANITARIA LOCALE ROMA E MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI CENTRO STUDI E RICERCHE S. MARIA DELLA PIETÀ ASS. ONLUS L’OSPEDALE S. MARIA DELLA PIETÀ DI ROMA VOL. 1 FONTI PER LA STORIA DELLA FOLLIA. L’ARCHIVIO STORICO SECC. XVI-XX VOL. 2 L’OSPEDALE DEI PAZZI DAI PAPI AL ‘900. LINEAMENTI DI ASSISTENZA E CURA A POVERI E DEMENTI (ristampa) VOL. 3 L’OSPEDALE PSICHIATRICO. DAL MANICOMIO PROVINCIALE ALLA CHIUSURA Coordinamento scientifico Antonino Iaria, Tommaso Losavio, Pompeo Martelli Comitato organizzativo Vincenzo Carrino, Franca Fedeli Bernardini, Angelo Conti, Rossana Gentili, Guido Invernizzi, Fabiola Panimolle Segreteria Franca Cianfrocca, Anna Iosa, Maria Morena, Novella Tomsich, Paolo Verdini Sono lieto di presentare questa importante opera in tre volumi sull’ospedale di S. Maria della Pietà con la pubblicazione integrale dell’inventario del poderoso Archivio dell’“Ospedale dei pazzi” e la Storia del Manicomio Provinciale, costruito e gestito fino al passaggio alle Asl dalla Provincia di Roma. L’opera di amplissimo respiro culturale affronta la storia dell’importante istituzione manicomiale nel corso di oltre cinque secoli rapportandola ad altre istituzioni nell’ottica di mutate concezioni che trapassano dall’assistenza alla cura specializzata. In particolare, nel terzo volume, si pubblica parte del ricchissimo materiale archivistico esistente nelle sedi provinciali e presso il Centro Studi di Storia della Psichiatria della ASL RM E che, attraverso gli atti dell’Economo, dell’Ufficio Tecnico Provinciale, le lettere dei Direttori, l’azione dei medici dei reparti, degli infermieri e le storie di vita dei malati, restituisce la vita dell’istituzione nella sua complessità scientifica, amministrativa e quotidiana con le storie dolenti dei malati, studiate attraverso le cartelle cliniche e i segni della loro presenza lasciati nella “fagotteria”. Dagli Atti della Deputazione Provinciale, praticamente inediti, è possibile ricostruire, attraverso le Delibere, la storia amministrativa dell’Ente che, già dagli esordi nel 1871, si occupa del manicomio, di vari ospedali e istituzioni come il Brefotrofio o l’Istituto Nazionale per i Sordomuti, attraverso Commissioni che comprendono, oltre a persone nominate dall’Ente, altre di nomina governativa. Il periodo di trapasso, dal 1872 al 1893, dalla Commissione Ospedaliera alla Gestione diretta, è quasi interamente governato dal Senatore Vincenzo Tommasini, e poi dal Senatore Cencelli, che creerà, parzialmente a sue spese e con finanziamenti provinciali, nell’ala femminile di Villa Barberini l’Asilo per i bambini oligofrenici che avrà una storia lunga e singolare all’interno dell’Ospedale Psichiatrico di S. Maria della Pietà per l’intervento di nomi prestigiosi nel campo della pedagogia come Maria Montessori. Proprio in questo momento di gestione allargata dell’Ospedale si mettono in atto una serie di provvedimenti che riconfigurano l’aspetto del tetro manicomio della Lungara dove, alla fine dello stato Pontificio, esistevano ancora i famigerati “camerini della Paglia”. L’Architetto Francesco Azzurri per circa 40 anni sarà protagonista delle vicende del manicomio ampliato sul Gianicolo. Qui, sperimenta, assieme alla Società di Freniatria, alla Direzione del Manicomio, alla Commissione che lo indirizza, avanzate tecniche attuate attraverso l’organizzazione degli spazi e l’ammodernamento degli stessi con più innovativi ritrovati della scienza e della tecnica (come strumentari sofisticati nei laboratori, la centrale autonoma per la produzione di energia elettrica, la tranvia interna, la lavanderia a vapore, la cucina a gas, a vapore e a energia solare, il telegrafo…). L’organizzazione del “manicomio villaggio”, mutuato da Gheel - l’esperimento più moderno del XIX secolo -, e avanzate forme di ergoterapia, diverranno il modello imprescindibile del nuovo “manicomio a padiglioni” edificato a Monte Mario ed inaugurato nel 1914. La costruzione del nuovo Manicomio provinciale si muove all’interno del dibattito vivacissimo nel mondo scientifico nel XX secolo e risponde a criteri che coniugano i principi, già sperimentati al Gianicolo, con una chiara posizione dell’Ente Provincia che unisce modernità ed economia gestionale attraverso il posizionamento dei complessi vicino alla ferrovia Roma Viterbo, in un’area non ancora urbanizzata, attorno alla quale crescerà il quartiere di Monte Mario. Credo che quest’opera, realizzata con il fondamentale apporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Centro Studi e Ricerche ASL RME, dell’Ass. Onlus S. Maria della Pietà, docenti universitari, ricercatori, Servizi e funzionari della Provincia che vi hanno lavorato con competenza e passione e che ringrazio caldamente, sia un tassello importante per la ricostruzione della Storia dell’Ente che ha svolto funzioni di rilevanza strategica nell’Italia post-Unitaria nel campo della viabilità, dei trasporti, dei lavori pubblici, dell’istruzione e della salute, nonché dell’infanzia abbandonata. On. Silvano Moffa Presidente della Provincia di Roma Dopo la definitiva chiusura del S. Maria della Pietà quale istituto psichiatrico ospedaliero, questa Azienda ha sentito ancor più forte la necessità di valorizzarne la memoria storica, attraverso iniziative di carattere scientifico e culturale, la costituzione del Centro Studi e Ricerche e la realizzazione del Museo-Laboratorio della Mente. Iniziative queste, finalizzate, mediante un viaggio a ritroso nel tempo e nello spazio dei manicomi, a riflettere sulle progettualità possibili, per comprendere come la soggettività del malato di mente pur nella segregazione istituzionale resista ad ogni tentativo di costringerla al silenzio e riesca ad esprimersi in una molteplicità di forme, e con i suoi messaggi costituisca per noi l’unica autentica fonte di conoscenza del mondo della sofferenza psicopatologica. La presente pubblicazione unicamente ad altre iniziative, vuole essere di ausilio alla comprensione e al recupero di un’alterità per secoli elusa ma non per questo così remota. Dr. Franco Condò Direttore generale ASL Roma E Tra il 1988 e il 1990, la Soprintendenza archivistica per il Lazio avviò un primo intervento di ordinamento delle carte dell’antico ospedale psichiatrico romano, proprio all’indomani della riforma che ne aveva sancito la chiusura, come per tutte le istituzioni manicomiali italiane. Anna Lia Bonella, che curò questa prima fase di lavoro, descriveva con queste parole la situazione dell’archivio: “Al momento dell’inizio dei lavori la documentazione dell’ospedale Santa Maria della Pietà era in condizioni di assoluto disordine e abbandono, sparsa in locali fatiscenti, spesso malsani, infestati e inaccessibili”. Due anni dopo, al termine di un ingente lavoro di recupero materiale delle carte, di ricondizionamento e di ordinamento, veniva pubblicato l’inventario della documentazione dalla metà del XVI secolo agli inizi del XX, momento che segnò l’intervento dell’Amministrazione provinciale nella gestione dell’ospedale. Questo inventario costituisce ora la prima parte del presente volume. A conclusione del suo pionieristico lavoro, Anna Lia Bonella scriveva che: “Molti problemi restano aperti: tra gli altri, il recupero della restante documentazione novecentesca (da integrarsi con quella da individuare negli archivi dell’Amministrazione provinciale) e la salvaguardia e valorizzazione della documentazione sanitaria, con interventi che non solo mirino a tutelarne la conservazione, ma che - soprattutto a proposito delle cartelle cliniche - agevolino la ricerca e la lettura dei documenti sulla base di sistemi di accesso il più possibile ampi e articolati”. Tra il 2000 e il 2001, il Servizio III della Direzione generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali ha varato il progetto nazionale “Carte da legare”, per il recupero e la valorizzazione degli archivi degli ex ospedali psichiatrici italiani. Un primo, importante risultato del progetto è quello che viene presentato nella seconda sezione di questo volume, grazie alla prosecuzione del lavoro di recupero del complesso archivistico di Santa Maria della Pietà. Questo nuovo intervento comprende tutta la documentazione prodotta dagli anni ‘70 dell’Ottocento agli anni ‘70 del Novecento che non era stato possibile includere nel lavoro di Anna Lia Bonella. Grazie al progetto Carte da legare, curato dal servizio III della Direzione generale per gli archivi del Ministero per i beni e le attività culturali, è stato possibile proseguire nel lavoro di recupero del complesso archivistico del Santa Maria della Pietà. In particolare, nel periodo 2000-2001, si è svolto il riordinamento - curato dalla società di servizi archivistici “Memoria” con il coordinamento della Sopraintendenza archivistica per il Lazio - di quella parte (prodotta dai primi anni ‘70 dell’Ottocento a tutti gli anni ‘70 del Novecento) che, per motivi diversi, non era stata inclusa nei lavori di riordinamento precedentemente svolti e descritti da Anna Lia Bonella. Il duplice inventario contenuto nel presente volume copre, quindi, un arco temporale che va dal 1563 al 1983, dalla nascita dell’istituzione alle riforme degli anni ‘80. Di particolare rilievo, all’interno della nuova inventariazione, appaiono le sezioni cronologiche che interessano gli anni della II guerra mondiale e del primo dopoguerra, con la documentazione che testimonia dei