Scavi Recensioni

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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte CRONACHE D/ARTE: SCAVI VETRI E ORI DEL SEPOLCRO ANTICO DI ADRIA LI sterri che il Genio Civile sta compiendo per un coperchio. Oltre alla suppellettile già menzionata e oltre G canale collettore alla periferia di Adria e che attra­ a lucerne fittili e specchi di bronzo, vi si raccolsero degli versano la necropoli preromana e romana della città, splendidi vetri, quasi sempre fortunatamente integri, hanno dato l'avvìo a ricerche archeologiche che hanno nei tipi propri della regione bagnata dall'alto Adriatico già fruttato una serie di preziose scoperte. Sono riapparse e in altri provenienti dall'Egitto, onde Adria sembra numerose tombe, quelle preromane o tardoetrusche essere stata un centro di tale fiorente produzione e deve dello strato inferiore, in prevalenza ad umazione, di cre­ aver intrattenuto attivi rapporti commerciali con Ales­ mati invece quelle sovrapposte di età romana, le une e sandria d'Egitto. Un vasellino a corpo conico di vetro le altre spesso sconvolte e malconce dalle alluvioni murrino con striature di svariati colori c'incanta con la antiche. Il corredo delle tombe dello strato più basso è sua rara bellezza, un cantaro cilindrico di vetro blu rappresentato, oltre che da anfore, da copioso vasel­ scuro con anse verticali ad anello sagoma te, caratteri­ lame fittile, per lo più di color rossastro o a vernice stiche degli esemplari metallici, che appaiono cavate nera lucida, di forma varia. Degli oggetti recuperati si fuori con la mola dallo stesso blocco vitreo del corpo del menzionano una bulla lenticolare di lamina d'oro liscia, vaso, appare anche per la tecnica, seguita pure nelle col suo tubetto per il cordone, tre orecchini circolari odierne officine vetrarie muranesi, un pezzo non comune. d'oro, due cerchietti d'argento, perle d'ambra e di Una fiaschetta azzurra dal corpo globulare schiacciato e pasta vitrea. alto collo cilindrico, con ansa a nastro ripiegato, una Le tombe romane si atribuiscono quasi tutte al pri­ anforetta di vetro verde cilestrino di lavorazione per­ mo impero, come dai rinvenimenti di monete di Tiberio fetta, dal piede basso e dal corpo a calice superiormente e di Claudio, di piatti e scodelle di terra sigillata aretina, espanso e anse a nastro ritorto, un bicchiere a doppio nonchè di un bellissimo poculo fittile a pareti sottili, cono tronco di vetro chiaro incolore, leggero leggero, adorno di due giri di foglioline, uscito dalla nota officina una coppa blu con granulazioni di pasta vitrea spruz­ del vasaio Aco dell'Italia settentrionale, e dovuto al di zate sul ventre a caldo, e altre coppe a coppettine bac­ lui liberto Diophanes. La datazione proposta è confer­ cellate di varia colorazione, e piatti e tazzine e unguentari mata anche dai cippi lapidei insieme ritrovati, con le gialli e azzurri, sono tutti esemplari meravigliosi di ele­ loro brevissime epigrafi, che ridanno soltanto i nomi ganza e di signorilità. Gli scavi, che nei prossimi mesi dei defunti. V'incontriamo le famiglie Ancharia, Grania, potranno essere intensificati, fanno prevedere che il Mustia, Teidia, di cui qualcuna è di indubbia origine Museo di Adria si affiancherà ben presto con le sue rac­ etrusca. I resti della cremazione erano deposti in olle di colte di vetri antichi ai più celebrati musei dell'Italia cotto o anfore, più di rado in ossuari di vetro con e del mondo. RECENSIONI A. VENTURI: STORIA DELL'ARTE ITALIANA, XI, Architettura del Cinquecento, Parte 7a, Hoepli, I938. L. 200. ON nobile entusiasmo, con fervore sempre alacre Il volume s'apre nel gran nome di Leonardo da Vinci. C Adolfo Venturi continua la pubblicazione della sua Può meravigliare ch'egli sia proclamato" l'iniziatore Storia dell' arte, dando un magnifico esempio di quel dello stil nuovo nell'architettura II' Prima di tutto perchè che possa anche negli anni tardi una salda preparazione, di lui non abbiamo nel dominio dell'edilizia monumen­ una sensibilità raffinata, un amore nativo per le cose tale se non disegni, schizzi, appunti, ,nei quali la sua d'arte. Ed ecco che oggi affronta il magnifico e arduo fantasia irrequieta si sbizzarrisce e lampeggia, ma evi­ tema dell'architettura del Cinquecento. Arduo in quanto dentemente questo non significa " costruire" perchè il contributo di studi particolari sui quali una mono­ manca il rapporto, o non appare, fra arte e tecnica, indi­ grafia si poteva elevare è piuttosto scarso, salvo che per spensabile a porsi, dato che l'una influisce sull'altra in tal uno degli artisti maggiori, e anche riguardo ad essi una stretta indissolubile interferenza. In secondo luogo non tutto è stato approfondito. siffatti disegni non sono datati, e, quindi, non è agevole ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte nel fervidç> gioco di rinnovamento che si determina nel­ che attendeva ad essi Bramante dava assetto alla chiesa l'architettura sullo scorcio del Quattrocento precisare dei Santi Celso e Giuliano ai Banchi, secondo un piano quel che egli abbia derivato da altri e ciò che abbia altrui analogo a quello della Basilica Vaticana, costruzione largito. In verità, bisogna però riconoscere che il Venturi centrale a otto absidi curvilinei, sormontata da cinque s'esprime con infinita cautela formulando semplici ipo­ cupole, rimodernata nel Settecento, e a quella di San tesi; tuttavia codesta incognita delle probabilità non do­ Giovanni della Pagnotta, anch'essa a sistema centrale, cumehta certo l'impulso novatore di Leonardo all'archi­ con tre absidi, quasi una cella tricora o una sala ter­ tettura. Leonardo accentra i suoi studi nelle costruzioni male dominata da una grande cupola, inclusa nel a sistema centrale Con cupola dominante sopra una corona Palazzo dei Tribunali a Via Giulia, ch'egli potè appena di cappelle radiali che aggettano dal nucleo centrale, e cominciare su commissione di Giulio II e. che doveva in variazioni spesso di grandiosa unità e di fine eleganza, essere vastissimo. ma come il Venturi stesso osserva, egli muove dal com­ Quindi si tocca dell'opera di Bramante nel Cortile del plesso absidale di Santa Maria del Fiore, e si giova eviden­ Belvedere in Vaticano, il cui nicchione, fu, però, costruito temente delle prime ricerche della costruzione centrale da Pirro Ligorio, mentre il terz'ordine venne condotto attuata soprattutto da Giuliano da Sangallo nella Madonna a termine da Antonio da Sangalloj e di altri lavori in delle Carceri a Prato. Tuttavia sono molto interessanti i Vaticano tra cui la vaghissima scala dell'appartamento suoi progetti di una città ideale vagheggiata per Fran­ di Innocenzo VIII. A ragione, però, il Venturi dubita . cesco Sforza, benchè trovino la loro prima radice nel dell'appartenenza a Bramante della chiesa di San Gio­ grande sogno realizzato solo in parte da Pio II a Pienza. vanni in Oleo, che più opportunamente s'inscrive nella Il Venturi nutre questo capitolo della vasta dottrina lunga serie delle fabbriche più o meno felicemente deri­ attinta da anni ai manoscritti vinciani, ond'esso riesce vate da quel Grande, nè registra fra esse il bel San Bernar­ una sintesi viva di quel che il genio di Leonardo ha dato dino di Urbino malgrado i riferimenti a Bramante perchè all'architettura civile, religiosa, militare, in un dispie­ soverchiati da quelli più incisivi a Fr. di G. Martini. gamento brillantissimo. Viene, quindi, esaminata l'opera di Andrea Sansovino Segue Bramante. Nel regesto delle notizie che precede come architetto di sepolcri, di altari, di fabbriche. Sulla l'esame critico della grande opera bramantesca, il Ven­ scorta del Battelli il Venturi gli ascrive la Cappella della turi, molto opportunamente, taglia corto alla polemica Concezione nell'Oratorio omonimo di Tomar e la Porta municipale circa il luogo di nascita, fissando questo in Speciosa della Cattedrale di Coimbra, due gioielli dell'ar­ Monte Asdruvaldo, territorio urbinate. Significativi chitettura italiana del Cinquecento in Portogallo, la quale particolari vediamo di monumenti insigni, quali il Chio­ forse è suscettibile di più ampia indagine. Il Venturi stro della Pace e il Tempietto di San Pietro in Montorio, afferma anche l'appartenenza al Sansovino dei tre por­ che rinnovano ai nostri occhi l'emozione suscitata da tali di Santa Maria dell' Anima a Roma, del loggiato queste nobilissime opere, che il Venturi comenta ed della canonica del Duomo di Cortona, e del portale e esalta con fresca sensibilità. dell'interno del Duomo stesso. Qui il Venturi segue un Per il Palazzo della Cancelleria a Roma l'A. accetta suo sottile e certo geniale spirito intuitivo, molto spesso il risultato degli studi del Lavagnino dai quali risulta felice e rivelatore, ma in genere si gradirebbe un qual­ iniziatore della fabbrica Andrea Bregno, ma attribuisce che accenno di prova, anche per evitare abusive dedu­ a ragione a Bramante il cortile mirabile, ricco di remini­ zioni metodo logiche che potrebbero riportare gli studi scenze lauranesche. Quale imitazione di questo cortile di storia dell'arte nel mare infido delle impressioni e viene indicato quello del Palazzo Doria al Corso Umberto, delle intuizioni contrapposte ad impressioni ed intuizioni. ciò che si può forse ammettere per il gioco delle arcate Certo, però, non si era mai avuta una ricostruzione al primo ordine, benchè come un lontano ricordo. Più dell'attività architettonica del Sansovino cosi complessa chiaramente discende da esso il cortile del Palazzo del come quella che il Venturi ci ha data. San t' Uffizio sempre a Roma che ricorda anche il chio­ Ampio è il cenno su Raffaello. L'A. ne esamina in­ stro della Pace, ed ha forme massicce, un'aria greve che nanzi tutto le tendenze architettoniche nei dipinti primi, accusa un periodo posteriore ed uno spirito meno eletto. talune tavolette inedite in collezioni pubbliche e pri­ L'opera di Bramantesi può intravedere in San Lorenzo vate, oltre alle opere famose come lo Sposalizio di Brera.

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